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Direttore Responsabile: Maria Teresa Rangheri Sede: via Regina Teodolinda, 17, 22100 Como Editore: Carlo Bonetti Iscrizione al Tribunale di Como n. 3/09 del 11/02/09 Stampa: Fotocopiato in proprio Partito Democratico di Como Anno 1, numero 6 Periodico di informazione 6 LA TESTATA Periodico di informazione del PD provinciale Como S i chiude un anno importante per il Partito Democratico a Como, un anno che ci ha visti impegnati sul territorio per le elezioni e con il primo congresso. Prima di tutto infatti a giugno si sono tenute le elezio- ni europee e quelle amministrative in oltre cento comuni della nostra provincia. Un appuntamento che ha coinvolto attivamente molti dei nostri circoli e molti dei nostri iscrit- ti sul territorio. Oggi, dopo questo importante lavoro di radicamento, in più dell’80% dei consigli comunali siede almeno un Consigliere con in tasca la tessera del Partito Democratico. Questo però è un risultato par- ziale, infatti la maggior parte di loro è nelle file della minoranza. Dobbiamo perciò far si che questo sia un punto di partenza per costruire una possibile alternativa di governo su tutto il territorio. D'altra parte, durante questo anno, il Partito Democratico ha affrontato anche il suo primo congresso: ci siamo divisi con un dibattito franco e costruttivo nelle tre mozioni, abbiamo votato nei circoli e poi, con le primarie, abbia- Luca Corvi mo eletto Pierluigi Bersani segretario nazio- nale. A Como oltre quattordici mila elettori hanno votato nei novantuno seggi aperti nei quaranta circoli. Siamo stati poi impegnati con il congresso provinciale e con quelli di cir- colo, colgo l'occasione per fare a tutti i nuovi coordinatori, agli eletti nei coordinamenti e in assemblea i migliori auguri di buon lavoro. E il 2010 sarà un anno non meno impegna- tivo: a marzo ci aspettano le elezioni regionali e alcune altre tornate amministrative. Oltre agli impegni elettorali non dobbiamo però dimenticare le questioni politiche e sin da subito in tutti i circoli si parlerà di acqua e di crisi e si cercherà si portare sul territorio i risultati della conferenza programmatica di giugno. Inoltre, come evidenziato, si cercherà di dare centralità alla nostra provincia cercan- do di portare esponenti nazionali per discutere le tematiche politiche più attuali. Un augurio particolare, infine, va a tutte le nostre iscritte e i nostri iscritti che, ogni gior- no, consentono al Partito Democratico di esse- re presente nella nostra provincia, organizzan- do i banchetti, riunendo i circoli, producendo, stampando e distribuendo volantini, insomma facendo Politica con la gente. Anno dopo anno, il Partito Democratico progre- disce grazie a voi, al vostro impegno. Approfitto dell’occasione per fare a tutti voi e alle vostre famiglie i miei migliori auguri di Buon Natale e Buone Feste. Un anno importante Partito Democratico Federazione Provinciale di Como Via Regina Teodolinda, 17 22100 Como [email protected] www.partitodemocratico.co.it Con i migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo. Le sfide che stanno davanti ad uno Stato democratico esigono da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, indipendentemente dall’opzione politica di ciascuno, una cooperazione solidale e generosa all’edificazione del bene comune della Nazione. dal discorso di Giovanni Paolo II alla Camera dei Deputati 14 novembre 2002 A dicembre si è chiusa la fase congressuale, con le elezioni nei singoli circoli dei portavoce, dell’assemblea provinciale e del segretario. In questo nume- ro della Testata riportiamo gli elenchi degli eletti, oltre a dare spazio agli articoli provenienti dai circoli.

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La testata - n*6

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Page 1: La Testata - n*6

Direttore Responsabile: Maria Teresa RangheriSede: via Regina Teodolinda, 17, 22100 ComoEditore: Carlo BonettiIscrizione al Tribunale di Como n. 3/09 del 11/02/09Stampa: Fotocopiato in proprio Partito Democratico di Como Anno 1, numero 6

Periodico di informazione6

LA TESTATA

Periodico di informazione del PD provinciale Como

Si chiude un anno importante per ilPartito Democratico a Como, un annoche ci ha visti impegnati sul territorio per

le elezioni e con il primo congresso. Prima ditutto infatti a giugno si sono tenute le elezio-ni europee e quelle amministrative in oltrecento comuni della nostra provincia. Unappuntamento che ha coinvolto attivamentemolti dei nostri circoli e molti dei nostri iscrit-ti sul territorio. Oggi, dopo questo importantelavoro di radicamento, in più dell’80% deiconsigli comunali siede almeno unConsigliere con in tasca la tessera del PartitoDemocratico. Questo però è un risultato par-ziale, infatti la maggior parte di loro è nellefile della minoranza. Dobbiamo perciò far siche questo sia un punto di partenza percostruire una possibile alternativa di governosu tutto il territorio.D'altra parte, durante questo anno, il PartitoDemocratico ha affrontato anche il suo primocongresso: ci siamo divisi con un dibattitofranco e costruttivo nelle tre mozioni, abbiamovotato nei circoli e poi, con le primarie, abbia-

Luca Corvi

mo eletto Pierluigi Bersani segretario nazio-nale. A Como oltre quattordici mila elettorihanno votato nei novantuno seggi aperti neiquaranta circoli. Siamo stati poi impegnaticon il congresso provinciale e con quelli di cir-colo, colgo l'occasione per fare a tutti i nuovicoordinatori, agli eletti nei coordinamenti e inassemblea i migliori auguri di buon lavoro.E il 2010 sarà un anno non meno impegna-tivo: a marzo ci aspettano le elezioni regionalie alcune altre tornate amministrative. Oltreagli impegni elettorali non dobbiamo peròdimenticare le questioni politiche e sin dasubito in tutti i circoli si parlerà di acqua e dicrisi e si cercherà si portare sul territorio irisultati della conferenza programmatica digiugno. Inoltre, come evidenziato, si cercheràdi dare centralità alla nostra provincia cercan-do di portare esponenti nazionali per discuterele tematiche politiche più attuali.Un augurio particolare, infine, va a tutte lenostre iscritte e i nostri iscritti che, ogni gior-no, consentono al Partito Democratico di esse-re presente nella nostra provincia, organizzan-

do i banchetti, riunendo i circoli, producendo,stampando e distribuendo volantini, insommafacendo Politica con la gente. Anno dopo anno, il Partito Democratico progre-disce grazie a voi, al vostro impegno. Approfitto dell’occasione per fare a tutti voi ealle vostre famiglie i miei migliori auguri diBuon Natale e Buone Feste.

Un anno importante

Partito Democratico Federazione Provinciale di Como • Via Regina Teodolinda, 17 • 22100 Como • [email protected] www.partitodemocratico.co.it

Con i migliori auguri di buon Natale

e felice anno nuovo.

Le sfide che stanno davanti ad uno Stato democratico esigono da tutti gli uomini

e le donne di buona volontà, indipendentemente dall’opzione politica di ciascuno,

una cooperazione solidale e generosa all’edificazione del bene comune della Nazione.

dal discorso di Giovanni Paolo II alla Camera dei Deputati 14 novembre 2002

A dicembre si è chiusa la fase

congressuale, con le elezioni

nei singoli circoli dei portavoce,

dell’assemblea provinciale e

del segretario. In questo nume-

ro della Testata riportiamo gli

elenchi degli eletti, oltre a dare

spazio agli articoli provenienti

dai circoli.

Page 2: La Testata - n*6

2 LA TESTATA

N. CIRCOLI AREA COORDINATORE ELETTO

1 Bulgarograsso Olgiate CLERICI LUCA2 Cantù Cantù TAGLIABUE LUIGI3 Bregnano-Vertemate Cantù FARINA MARCO4 Cermenate Lomazzo MARZARO GUIDO5 Basso Lario Lago BONETTI CARLO6 Campione d'Italia Como Luca Corvi f.f7 Cavallasca-San Fermo Olgiate GAGLIARDI RICCARDO8 Parè-Gironico-Drezzo Olgiate MASCETTI MASSIMILIANO10 e 11 Como Convalle Como LEGRENZI GIORGIO12 Como Lora Como MORO NICOLETTA13 Como Sud Como LISSI PATRIZIA14 Circoscrizione 8 Como NOCERA ANTONIO15 Circoscrizione 1 Como GUARISCO GABRIELE16 Senna C.-Capiago I. Cantù BERGNA ALBERTO17 Lago Est Erba GARGANIGO GIANFRANCO18 Alto Lago Lago MANCINI ROBERTA19 Il Gelso Lomazzo Luca Corvi f.f20 Inverigo-Lurago d'Erba Erba CANZI MARIO21 Lomazzo Lomazzo GUARNERIO ANNA22 Cadorago Lomazzo GIGLIOTTI GABRIELE23 Guanzate Lomazzo GIROLA LUCA25 Porlezza Lago BRANCATO RICCARDO26 Circolo del Seprio Mozzate PREATONI FRANCESCA27 Olgiate Comasco Olgiate NIETO FRANCESCA28 Canzo-Valassina Erba BESANA GIUSEPPE29 Erba Erba AGATI MARIA TERESA30 Tremezzo Lago ORTELLI PAOLO31 Valle Intelvi Lago CODO ROSSANO32 Lurate C. / Villa Guardia UNIFICATO Olgiate MANCIOCCHI SARA34 Mariano Comense Mariano MARCHISIO GIOVANNI35 Cabiate Mariano COLOMBINI PIERGIORGIO36 Figino-Novedrate-Carimate Mariano COZZA MARCO37 Albavilla Erba ROSSI LUCA38 Rovellasca Lomazzo ANGELINI MARCO39 Turate Mozzate GARAVAGLIA COSETTA40 Appiano Gentile-Solbiate Olgiate BROGGI FEDERICO41 Albiolo-Cagno-Rodero-Valmorea Olgiate RONCHINI MATTEO 42 Terre di Frontiera Olgiate BARUFFINI MORENO43 Lipomo Como PRINCIOTTA CARIDDI ANTONINO

TUTTI I CIRCOLI,

PORTAVOCE PER PORTAVOCE

Page 3: La Testata - n*6

3 LA TESTATA

LA NUOVA ASSEMBLEA PROVINCIALE

Canape Maria Maddalena Area LagoCodoni Vincenzo Area LagoFerrario Monica Area LagoGalli Eleonora Area LagoOrtelli Paolo Area LagoPiazza Gianmaria Area LagoMontecorboli Roberto Area Lago

Allevi Eva CantùBenzoni Giuseppina CantùCaldera Giuseppe CantùCutaia Salvatore CantùDubini Eleonora CantùMarelli Carlo CantùSpinelli Vittorio Cantù

Bonfanti Silvia ComoDe Feudis Ilaria ComoFragolino Francesco ComoGiannone M. Grazia ComoLongo Rosina ComoMartinez Alessandra ComoRinaldo Andrea ComoRovi Guido ComoSaladino Bruno ComoTaroni Davide ComoTerpin Maddalena ComoLegnani Stefano Como

Brenna Marco ErbaCivati Cristina ErbaCribioli Maria Luisa ErbaCuter Giulia ErbaDe Luca Antonia ErbaDe Muro Sergio ErbaGarganigo Gianfranco ErbaPollastri Andrea ErbaRiccobene Teresa ErbaBesana Giuseppe Erba

Brenna Renato LomazzoFerrari Marina LomazzoGaiani Carla LomazzoGalletti Fiorenza LomazzoGallo Lucia LomazzoGarbagnati Pietro LomazzoGirola Luca LomazzoPorcelli Mauro LomazzoPreatoni Francesca LomazzoDe Lumé Luciano Lomazzo

Ballabio Stefano MarianoBigelli Ilaria MarianoCrippa Alberto MarianoGerra Paolo MarianoRandazzo Chiara MarianoTagliabue Maria Pia MarianoOrsenigo Angelo Mariano

Corradi Daniela MozzateGalli Sara MozzateRimoldi Pierangelo MozzateTombolato Luca MozzateRomagnoli Sandro Mozzate

Benzoni Rosalba OlgiateBroggi Federico OlgiateCasartelli Giuliana OlgiateFicara Santo OlgiateFionda Alessio OlgiateGiusto Domenico OlgiateLivio Maria Rita OlgiateManciocchi Sara OlgiateMazzoni Milena OlgiateMolteni Laura OlgiateSantambrogio Franco OlgiateTurcato Fortunato Olgiate

Durante l’ultima direzione provinciale è stata approvata la suddivisione del territorio provinciale in 8

aree: Lago, Cantù, Como, Erba, Lomazzo, Mariano, Mozzate, Olgiate. A ognuna di esse, in base al

numero degli iscritti, sono stati assegnati i delegati all’assemblea provinciale. Qui di seguito riportia-

mo l’elenco degli eletti all’assemblea provinciale in ordine alfabetico e suddivisi per aree.

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4 LA TESTATA - LA MOZIONE CORVI

Il 25 Ottobre 2009 il PartitoDemocratico, con le ElezioniPrimarie, ha perfezionato il percorso

del suo primo congresso nazionaleponendo le basi per il superamentodegli scogli emersi nei primi 2 anni divita: la linea politica scelta dai nostriiscritti e dal popolo delle primarie è rap-presentata, nel ruolo di segretarionazionale, da Pierluigi Bersani.La sua autorevolezza e la validità dellasua proposta politica, garantisconol'unità del partito e la piena valorizzazio-ne degli spunti programmatici delle altre2 mozioni.

L’opera di sintesi dei gruppi dirigentilocali deve ora declinare in manierachiara e in chiave locale le linee pro-grammatiche del Partito uscite dal con-gresso nazionale. Questi due anni dallanascita del PD a Como e questi 18 mesidi segreteria sono stati scanditi da con-tinui passaggi elettorali, crisi e rinnovi alivello nazionale. Ciò ha reso difficoltoso il lavoro squisi-tamente politico spesso sovrastato daincombenze di altro genere. La nascitadel Partito è stata infatti caratterizzatada oggettive difficoltà intrinseche chehanno portato al rafforzarsi di contrap-posizioni spesso personalistiche chehanno reso instabile il terreno su cuiabbiamo dovuto procedere nell’azionepolitica. L’immediato futuro ci proponeancora un intenso periodo elettorale eci impone di trovare momenti di rifles-sione e di elaborazione politica peraffrontare questi appuntamenti impor-tanti. Nonostante queste difficoltà laSegreteria Provinciale ha garantito unprimo radicamento sul territorio ed èstata in grado di dare una struttura eun’organizzazione funzionale al Partito.

Riconosciamo quindi in Luca Corvi lacapacità politica per avviare un percor-so unitario di reale inclusione di tutte leenergie del Partito. Il PD deve essereun luogo di discussione in cui nessunosi sente escluso o cooptato. Il meritocome metodo deve rendere possibilevalorizzare le risorse umane senza pre-giudizi né chiusure. La classe dirigente deve porsi prima ditutto questo obiettivo e individuare gli

IL CAMMINO DEL PD:

strumenti per raggiungerlo.Un grande partito non può rinunciare aincludere e non può permettersi diescludere pezzi importanti, soprattuttose queste divisioni nascono non davisioni diverse delle scelte politiche mada arroccamenti e divisioni personalisti-che o peggio di presunti protagonismi.

È necessario però marcare una fortediscontinuità rispetto alla difficile fasecostituente del nostro percorso, supe-randola per elaborare una nuova, forteed articolata proposta politica per con-quistare nuovi spazi di consenso nel-

l'elettorato comasco.Il ritorno del prima-to della politica su questioni organizza-tive passa tramite la discussione piùproficua di temi locali e nazionali, conpassione, voglia e capacità di comuni-cazione.

Per fare ciò c'è la necessità di valorizza-re le risorse legate al territorio partendoda un nuovo rapporto con i circoli delPD.La mozione unitaria è frutto di una rin-novata volontà di dialogo e sintesi, nonvuole in alcun modo togliere spazio alconfronto e alla discussione nei circoli. Si apre ora la fase congressuale in cuipotremo arricchire questo documentoprogrammatico con tutti i contributi cheemergeranno nelle assemblee di circo-lo da oggi al 13 Dicembre: l’azione dellivello provinciale ne uscirà fortementearricchita. Questa mozione si può quin-di ritenere aperta e deve essere inte-grata dai documenti e dalle riflessioniche i circoli nella loro autonomia riter-ranno opportuno elaborare. Nella

costruzione del gruppo dirigente – chedovrà essere un investimento per ilfuturo del PD – si terrà fede a questiprincipi di merito, apertura e partecipa-zione, raccogliendo anche il contributodi amministratori locali, della societàcivile, delle associazioni di categoria edi tutti coloro che spendono le proprieenergie nel terzo settore. Nei quattroanni davanti a noi dovremo tutti insiemelavorare e elaborare un progetto politicoper il Partito democratico a Como chepermetta di diventare una credibilealternativa di governo e possa final-mente portare a una crescita del con-senso elettorale del PD a Como. Perquesto oggi ci presentiamo uniti, con laconsapevolezza che ognuno di noi ènecessario al raggiungimento dell'obiet-tivo di ribaltare un trend che ci vede indifficoltà. Lo faremo con uno sforzo col-lettivo. Lo faremo valorizzando le nuoveenergie e risorse del partito. Lo faremoinvestendo sul futuro.

UN TERRITORIO DI CONFINE CHERISCHIA DI FINIRE AI MARGINI

La Provincia di Como è una terra diconfine che rischia tuttavia di scivolareai margini. Il confine significa opportuni-tà di scambio e contaminazione, diarricchimento culturale e di rinnova-mento sociale. Vivere il confine significacogliere l'opportunità di una centralitàanche sul piano economico. Potremmoessere al centro ma troppo spesso citroviamo ai margini.Da molto tempo icomaschi hanno la sensazione tangibi-le di essere scivolati ai margini dell'inte-resse regionale e nazionale e si sento-no esclusi da decisioni troppo spessocalate dall'alto. Dobbiamo riprendere ilnostro destino fra le mani, costruirci ericonoscerci una missione territoriale damostrare al nostro Paese. Non dobbia-mo farlo cedendo alle tentazioni del-l'identità chiusa e raccolta su di sé, mariscoprendo i valori della cooperazionetra le istituzioni ad ogni livello.Possiamo farlo soprattutto tornando adesprimere leadership politiche, econo-miche e sociali riconoscibili a casanostra e non solo. Dobbiamo tuttaviatornare a legare la competitività delnostro territorio non tanto al mito di unritorno alle origini e di una chiusura

Per esteso la mozione unitaria del candidato alla Segreteria Provinciale Luca Corvi

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all’esterno, ma alla nostra capacità diinserire la nostra vocazione territorialeall’interno di un progetto più vasto, diordine regionale e nazionale.

RILANCIARE IL NOSTROCAPOLUOGO

Il nostro capoluogo di provincia deveessere fulcro di una vera e propria azio-ne di traino competitivo e valorizzare lenumerose eccellenze del territorio. Gliavvenimenti degli ultimi mesi, e nonsolo, hanno mostrato come troppospesso chi governa ha seguito logicheautoreferenziali e speculative, senzapensare al bene comune e della città.L’azione politica non può prescindereprima di tutto dall’amore, dal rispetto edalla cura per la nostra città, cosa chein questa e nelle passate amministra-zioni comasche non si è verificata. Vistoil contesto, per noi è importante che silavori per mettere in discussione il siste-ma di potere economico e politico dellacittà basato su personalismi e faziosità,che trova nella Giunta il suo punto api-cale e che si diffonde capillarmentecompromettendo la trasparenza, l’effi-cienza, la vivacità e lo spirito di innova-zione del capoluogo.Per uscire da que-sta situazione il Pd comasco deve fareun ulteriore e deciso sforzo di elabora-zione per fare presa sulle vaste aree didissenso dell’attuale amministrazione,attraverso un radicale ripensamento delnostro modo di fare politica in città.Dobbiamo puntare ad includere figurenuove, aprirci all’intero corpo sociale,

LA TESTATA - LA MOZIONE CORVI

elaborare con trasparenza una propo-sta fondata su di un saldo radicamentoterritoriale.

IL SOSTANZIALE NONGOVERNO DEL TERRITORIO

Le nostre classi dirigenti restano dram-maticamente incapaci di fare sistema,in provincia e al di là dei confini dellaprovincia, a favore del territorio e deipropri concittadini. All'interno, per con-tro, fanno sistema per conservare rigi-damente lo status quo. La loro propen-sione corporativa si è tradotta in autore-ferenzialità e incapacità di interpretare iveri interessi motori della nostra societàe di aprirsi ai luoghi autentici del pro-gresso economico e della coesionesociale: il lavoro e l'impresa. Il circolochiuso delle nostre classi dirigenti, sin-tomo di una società troppo spessoingessata, riduce negli anni la capacitàdi un governo serio e propulsivo per gliinteressi territoriali. Vige piuttosto unapratica consociativa che possiamo rico-noscere in modo esemplare nelGoverno della Provincia e della Città,dove abbiamo due Esecutivi stabilizzatinel loro sostanziale non governo. Lo smarrimento di una vocazione pro-duttiva e la graduale terziarizzazionedel territorio comasco

Intorno alla piccola impresa (il tessile,l’arredo, la meccanica) i comaschihanno costruito una solida rete di eccel-lenze riconosciute nel mondo. Un

modello di capitalismo famigliare che haraccolto lavoratori e imprenditori intornoad un modello di lavoro e impresa attra-versati dalla coesistenza fra cultura delmerito e del talento individuale e rigoro-se tradizioni di solidarietà sociale.Questo modello ha cementato la nostrasocietà, ha promosso i meno agiati, haselezionato classi dirigenti, ha creatoun ceto medio che ha saputo operarecome vera e propria spina dorsale dellasocietà.Oggi, la pressione della globa-lizzazione e la deriva speculativa dellafinanza mondiale hanno incrinato il rap-porto fra il lavoro e l'impresa, disanco-rando spesso il circuito della ricchezzafinanziaria dall'economia reale. Lungoquesta spirale, anche a Como eProvincia, il ceto medio tende a scom-parire, scivolando verso forme inaccet-tabili di una nuova povertà.Dobbiamointerrogarci e trovare nuove rispostealla domanda che emerge dal territorio.Non dobbiamo chiuderci ma rivendicarele condizioni migliori per lanciare sullascena globale la sfida alta di un territo-rio veramente competitivo, fatto dieccellenze riconoscibili ad ogni livello:culturale, produttivo, turistico, ambien-tale, etc.

Dobbiamo anche interrogarci, già dadomani, intorno al difficile equilibrio dastabilire tra le nostre antiche eccellenzeproduttive, oggi in affanno, e le attivitàdei servizi, che dobbiamo qualificare evalorizzare.Il partito deve farsi promoto-re di una visione complessiva del terri-torio e dei cruciali equilibri che ne custo-discono i valori ambientali per le futuregenerazioni: anche a Como dobbiamofar valere, in alternativa alla prassi con-sumistica e alienante delle destre digoverno, le nuove logiche della greeneconomy, ispirate al modello di un’eco-nomia e di uno sviluppo eco-sostenibili,in grado di incorporare nel valore deiprodotti e nelle dinamiche del businessla tutela dell’ambiente, culla e garanziadel nostro sviluppo futuro.

PER IL SUCCESSO ANCHENEL NOSTRO TERRITORIO

Tornare ad essere una forza di governoriconosciuta deve essere la nostra prio-rità. E’ questo quello che ci chiedono gli

dalla nascita al domani

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elettori. Dobbiamo tornare a rappresen-tare una valida risposta per quanti sonodelusi da una classe dirigente inade-guata sul piano dell'etica pubblica e deirisultati amministrativi. Si tratta di sotto-lineare con forza, di fronte alla politicaregionale e nazionale, che la nostra sto-ria non è una vicenda scontata e irre-versibile. Nei numeri e nei rapporti diforza politici è impresso tutto il disinte-resse dei governi sovraterritoriali verso iproblemi e le legittime istanze deicomaschi. Una buona lobby territoriale è impossi-bile se i decisori pubblici sovraterritoria-li hanno l'impressione che i loro com-portamenti non possano influire sullavicenda politica locale. Siamo quindi in presenza di una mag-gioranza schiacciante ma incapace,proprio perché depositaria di una vitto-ria apparentemente incontrovertibile, diattrarre attenzioni e risorse dai propristessi vertici nazionali e regionali. Noistessi siamo ancora una minoranzatroppo debole, elettoralmente, perrichiamare l'attenzione dei nostri verticinazionali. Abbiamo il dovere di tornarea competere e a contendere davvero ilgoverno del territorio.

Solo così potremo rilanciare l'interessedei “piani alti” della politica ad investiresul nostro territorio, anche solo al fine dipresidiare un terreno politicamenteincerto.Non possiamo farlo con la pre-sunzione di essere depositari di ricettepreconfezionate ma dobbiamo elabora-re una risposta ai problemi sollevati daicittadini attraverso un confronto vivocon tutte le forze sociali ed economicheattive sul territorio. Questa aperturadovrà generare, con coraggio, percorsipolitici nuovi laddove necessari.

LA TESTATA - LA MOZIONE CORVI

QUALE PARTITO PER RIFORMARE IL NOSTROTERRITORIO?

Il congresso e le primarie del nostropartito hanno seminato spunti program-matici decisivi: l’incontro fra le tremozioni congressuali può davverogenerare una linea politica articolata efeconda, che abbiamo il dovere di ren-dere, anche a Como, coerente e spen-dibile per la nostra vittoria.Per tornare agovernare in una delle realtà più ideolo-gicamente legate alla proposta delledestre dobbiamo costruire e proporreuna vera alternativa. Dobbiamo renderevisibile nel nostro partito il modello disocietà che vogliamo.Un partito democratico perché rifor -mist a - Dobbiamo saper condurre ope-razioni di autentica giustizia sociale inuna società corporativa in cui si depri-mono sia gli elementi di valorizzazionedel merito del singolo, sia la rete dellasolidarietà sociale. Dobbiamo riprende-re con coraggio il tema dell'eguaglianzae legarlo a quello delle opportunità,compiendo un gesto di vera libertà egiustizia. Dobbiamo riformare anche larealtà comasca diffondendo la pratica diun principio dimenticato: l'eguaglianzadelle opportunità, cifra autentica di uncentrosinistra riformista.Non significaabdicazione del potere pubblico allanecessità di regolamentare il mercatodelle merci e la circolazione dei serviziad ogni livello. Significa proprio far pas-sare la libertà del mercato attraverso leregole, comprendere che un mercatosenza regole non è libero e finisce nellemani di pochi al di sopra delle regole. Iltema di un mercato libero perché debi-tamente regolato tocca anche la socie-tà comasca e il suo bisogno di una

maggiore diffusione delle opportunità, apartire dalle opportunità professionali edi crescita sociale. Liberare il merito e leopportunità significa promuoverel’eguaglianza ed introdurre elementi dimaggiore mobilità sociale, di ricambiogenerazionale, di rinnovamento delleélite dirigenti. Significa rendere il nostroterritorio più forte perché più giusto epiù libero. Un partito decentrato ma profonda -mente unit ario - Anche a Como dob-biamo afferrare in pieno tutti gli elemen-ti di maggiore competitività derivantidall’attuazione del federalismo fiscale,fatta salva una premessa per noi irri-nunciabile: un forte ancoraggio all’unitàe all’interesse nazionale, contro tutti irischi di frantumarlo in forme di nuovoneocentralismo regionalista.Dobbiamocogliere l’opportunità di disporre di piùrisorse per le esigenze territoriali e col-tivare il progetto di un’amministrazionepubblica locale sempre più efficientemisurata sulle capacità erariali espres-se dal territorio. Un partito aperto al mondo con unavigorosa idea della cittadinanza -Inserirci in un orizzonte più vasto signi-fica apertura materiale ed immateriale:significa perfezionare i molti incompiutiprogetti infrastrutturali (Pedemontana,terza corsia A9, etc.) , ma significaanche predisporre un sistema di regoleadeguate all’integrazione economica,sociale e politica dei nuovi arrivati, chevanno accompagnati con serietà e rigo-re verso il compimento di un sogno dicittadinanza. Un partito autenticamente moderniz -zatore - Dobbiamo sfidare le destre,anche a Como, sul terreno dell’efficien-za amministrativa, della visione strate-gica degli interessi locali, sulla capacitàdi rendere il nostro territorio sempre piùattrattivo. Il decentramento della finan-za pubblica dovrà declinarsi propriosulle istanze care al nord produttivo,quelle aspirazioni che la destra coltivaormai solo a parole, avvitata in unanuova demagogia localista (Lega) oindividualista (Pdl): una fiscalità piùdolce, una maggiore efficienza della Pa,infrastrutture adeguate e sostenibili delterritorio. Dobbiamo essere noi ad offri-re le risposte su questi temi, declinan-dole secondo modelli di efficienza tecni-ca sostenibili, anche alla luce dell’uma-nesimo, laico e cristiano, di cui noisiamo autenticamente eredi.In talsenso, vanno sicuramente ripresi evalorizzati, anche attraverso la predi-sposizione di una sintesi conclusiva, i

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7 LA TESTATA - LA MOZIONE CORVI

contenuti della Conferenza Program-matica, utili ad impostare un nuovodibattito sulle priorità strategiche delnostro territorio. Un partito che fa sistema per rispon -dere ai problemi di tutti - Non dobbia-mo assecondare il vizio, italico quantocomasco, di cercare la soluzione indivi-duale ai problemi collettivi: troppo spes-so il nostro Paese e il nostro territoriosono costretti ad avanzare attraversol’innovazione e la creatività di singoliindividui ed imprese che riescono adeccellere malgrado le inefficienze delsistema. Troppo spesso dietro questacapacità si cela tuttavia, anche a Como,l’insofferenza verso la fatica del “faresistema”, l’incapacità delle singole isti-tuzioni di cooperare in rete, il campani-lismo, da ultimo un certo disprezzo perle regole di tutti. Occorre fare sistemanelle istituzioni e accompagnare lenostre imprese verso forme sempre piùavanzate di aggregazione, di messa inrete, di costruzione di filiere produttiveintegre ed eccellenti (pensiamo ai dueprogetti di filiera recentemente emersisul territorio, la filiera della nautica equella incentrata sul grande tema del-l’abitare sicuro e sostenibile). La capa-cità di fare sistema e di mettersi in retemisura la vitalità di un territorio quantola sua propensione a fare da solo tradi-sce in realtà la sua aspirazione al ripo-so, la sua stanchezza, lo sguardo cortodelle sue classi dirigenti. Più di un p artito del lavoro: un p arti -to per il lavoro - Salvaguardare gliaspetti sui quali si incardina la tenutadella coesione sociale significa mettereal centro il lavoro. Il lavoro crea e distri-buisce la ricchezza, il lavoro allarga ilceto medio e “tiene dentro” i più debolinei grandi processi sociali, il lavoro pro-muove socialmente, il lavoro risolve letensioni, il lavoro integra, il lavorocostruisce la cittadinanza, il lavoroinclude, il lavoro pacifica la società. Laqualità del lavoro misura la qualità diuna democrazia.Il nostro territorio deveriscoprire la centralità del lavoro a sca-pito delle tentazioni statiche della rendi-ta. Difendiamo il nostro modello diimpresa ed innoviamolo, consapevoliche in esso capitale e lavoro hannosaputo da sempre raccogliersi intornoad un progetto di reale progresso pertutti. Un partito progressist a perché soli -dale - La centralità della coesione edella mobilità sociale reclama una rin-novata centralità del lavoro e quindi unwelfare finalmente adeguato alle sfide

contemporanee. Un welfare non piùesclusivamente focalizzato su pensionie sanità ma fortemente orientato al futu-ro. Il nostro sistema pubblico deve poterinvestire selettivamente le risorse sulleesigenze delle fasce più deboli e suimomenti di fragilità economica e pro-fessionale (le interruzioni fisiologichedelle nuove forme di flessibilità preca-ria) in cui il ceto medio rischia di scivo-lare nella povertà. Un welfare che siacapace di fare dell’efficienza dellaspesa una forma indispensabile di giu-stizia. Un partito aperto perché strutturato -Una politica sempre più raccontata daimedia promuove l'esaltazione degliaspetti televisivi e carismatici delle lea-dership politiche. Questa tendenzafavorisce messaggi fortemente caratte-rizzati da demagogia e populismo, ali-mentando l'idea che l'investitura popo-lare del leader possa consentirgli diamputare il processo decisionale e by-passare le rappresentanze istituzionali(Parlamento, Consigli regionali, provin-ciali, comunali).Il contesto mediatico ita-liano è caratterizzato, inoltre, da unobiettivo sbilanciamento a favore delloschieramento di centrodestra. Anche aComo assistiamo al verificarsi di questetendenze. Dobbiamo da subito investirele nostre energie su due terreni decisivi: Una efficace strategia di comunicazioneesterna, adeguatamente finanziata. La ricostruzione di un robusto radica-mento sociale, con il quale far giungereai concittadini, al di là della cortinafumogena dei media, il trasparente rac-conto dei fatti, l’analisi della nostra real-tà, la chiara indicazione delle nostreproposte. Un partito di persone che va incontroalle persone - Un partito socialmenteradicato è un partito che riesce a conso-lidare nel tempo luoghi e momenti diconfronto in cui far vivere relazioni congli attori veri della società comasca:

lavoratori, imprese, studenti, pensionati,anziani, operatori del sociale, laici e reli-giosi.Non dobbiamo precluderci l’incon-tro con nessuno. Non dobbiamo esclu-dere nessuno. Dobbiamo incontraretutti e ciascuno. Ogni persona è impor-tante. Un partito di amministratori. Un parti-to di governo del territorio - Un partitosocialmente aperto e radicato è un par-tito che ascolta e consiglia i propriamministratori e condivide con loro lepiù adeguate strategie di buona ammi-nistrazione e di esercizio della rappre-sentanza territoriale. Un partito chemette al centro il governo del territorio èun partito che costruisce e ritrova divolta in volta se stesso, la propria iden-tità, le proprie tradizioni, il proprio avve-nire, nei problemi reali che lo tengonovicino alle persone, ai problemi e ai luo-ghi del loro vivere quotidiano. Un partito democratico perché p arte-cipato - Il partito democratico, o è unpartito partecipato, o non è. Se le nostretradizioni culturali (cattolico-democrati-ca, socialdemocratica, liberal-riformista,repubblicana) si sono aggregate in unanuova storia politica e si incrociano inuna sintesi senza giustapporsi, è per-ché nei due anni trascorsi siamo rimastidinamicamente in movimento.Dobbiamo ora rafforzare ulteriormenteed allargare le basi della nostra parteci-pazione: gettare le basi di scelte nettematurate nel parlarsi, nel confrontarsiduramente, nel ricercare collegialmenteuna sintesi da proporre ai cittadini.Lapartecipazione sarà la chiave per fargermogliare dalle nostre differenze lanostra identità. La partecipazione faràincontrare decisione ed inclusione.Negliorganismi dirigenti del partito e nei luo-ghi della rappresentanza istituzionaledovremo perseguire allora il massimoallargamento della partecipazione politi-ca, affidano il più possibile incarichidiversi a persone diverse, gettando lecondizioni per un impegno adeguato daparte di tutti, sostenendo strategie poli-tiche ed amministrative con la forza diun largo consenso interno.

Un partito con una sua missione LIBERARE IL MERITO. DIFFONDERE LE OPPORTUNITÀ. ACCRESCERE LA MOBILITÀ SOCIALE. VINCERE LA CHIUSURA DELLE CLASSI DIRIGENTI. AFFERRARE I VANTAGGI DEL DECENTRAMENTO

AMMINISTRATIVO SENZA ABDICARE ALL’INTERESSE

NAZIONALE E ALLA SOLIDARIETÀ SOCIALE. SFIDARE IL LOCALISMO E L’INDIVIDUALISMO DELLE

DESTRE (LEGA E PDL).

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Costruire l’idea forte di un’identità nelconfronto delle differenze e nell’apertu-ra al futuro. Definire il nostro progetto misurandolonon solo su ciò che eravamo ma soprat-tutto su ciò che vogliamo ancora diven-tare. Predisporre le basi di una maggiorecompetitività territoriale. Mettere al centro il lavoro e l’impresacome luoghi di costruzione del progres-so economico ,della coesione sociale edella nuova cittadinanza. Riaffermare il valore delle regole e dellalegalità nel partito, nel governo dellacosa pubblica e nell’ethos collettivo.

Offrire ai nuovi venuti accoglienza erigore, regole ed opportunità. Costruire un welfare capace di tenersempre i più deboli all’interno dellasocietà. Costruire una società di protagonisti enon di comparse.

Tutto questo significa riformare, anchea Como. Ma non si può riformare nullacoltivando la paura. La paura paralizzae fa perdere anche il presente. Occorrerimettere al centro la speranza e tenerelo sguardo fisso al futuro.

GLI ORGANI DEL PARTITO:FUNZIONALI E PROPOSITIVI PER ELABORARE PROPOSTE CONCRETE

ASSEMBLEA PROVINCIALE

L’attuale assemblea ha nel corso diquesti quasi due anni e mezzo persoruolo sia a livello di partecipazione chedi funzioni e compiti. Sicuramente ilmodo in cui è stato formato tale organi-smo ha sicuramente influito sul suo fun-zionamento. Oggi però è necessarioripensare al ruolo che questa deveavere nel nostro partito per Como. Per

LA TESTATA - LA MOZIONE CORVI

questo prima di tutto è stata formata subase territoriale per permettere un fortecollegamento tra il livello centrale delpartito e i territori. Inoltre la proposta èquella che i portavoce di circolo venga-no integrati come invitati permanenti.Deve essere istituito un ufficio di presi-denza, formato da un presidente, vice-presidenti e segretari per la verbalizza-zione, che abbiano il compito di proce-dere alle convocazioni e di gestire ilavori. L’assemblea provinciale opererà conl’autonomia necessaria ad elaborare gliindirizzi politici del partito. A tal fine,oltre alle funzioni attribuite dallo Statuto

nazionale, articola il proprio lavoro insessioni di lavoro tematiche e si orga-nizza in commissioni aperte al contribu-to dei circoli. Queste si affiancheranno elavoreranno dove possibile con i Forumtematici, anche al fine di delineare leprospettive politiche di lungo periodo sutemi di rilevanza territoriale.Sarà compi-to del Partito subito dopo l’insediamen-to della nuova assemblea trovare glistrumenti per regolamentare stabilmen-te i propri lavori, con l’istituzione di unacommissione per il regolamento delPartito.

DIREZIONE

La direzione sarà organo esecutivodegli indirizzi espressi dall’assemblea eluogo di dibattito ed impulso politico pertutto il partito. Sarà consultata puntual-mente sui temi di attualità del panoramapolitico nazionale e locale in modo dafar sì che diventi un reale luogo didiscussione. La sua funzione deveessere, tra le altre, quella di concorrereal lavoro della Segreteria. Per questaragione, in accordo con la Segreteria econ il Segretario provinciale, sarà previ-sto un coinvolgimento nel lavoro esecu-tivo anche per i membri della direzione.

SEGRETERIA

La segreteria è l’Esecutivo del partito edeve essere in grado di radicarsi territo-rialmente. Sarà composta da 13 perso-ne e sarà supportata nel suo lavorodalla direzione provinciale. I componen-ti della Segreteria privilegeranno unamodalità di lavoro d’équipe, improntataalla massima condivisione e tale dacoinvolgere e valorizzare, nell’eserciziodella propria delega, le persone e lecompetenze presenti nel partito.

CIRCOLI

Tra gli sforzi maggiori del partito demo-cratico comasco uno di quelli più impor-tanti e significativi è stato quello dellacostituzione di 42 circoli nella nostraprovincia. È stato un coinvolgimento diforze nuove, di idee, di spunti territorialiche hanno dato un nuovo slancio alnostro partito. Anche nel caso dei circo-li, durante questo percorso costitutivo,ci sono stati rallentamenti, battute diarresto e scollamenti rispetto al proget-to iniziale. Lo sforzo oggi deve esserequello di continuare a lavorare perché icircoli siano il fulcro della politica del Pda livello territoriale. Per questo è impor-tante definire un livello intermedio dirappresentanza dei circoli per permette-re di agevolare la partecipazione a riu-nioni di zona secondo le macroareeindicate dalla direzione. I circoli stessifisseranno riunioni periodiche e sceglie-ranno in modo autonomo rappresentan-ti d’area, fra i portavoce dei circoli dellazona, al fine di dialogare più facilmentecon il livello provinciale, ferma restandol’autonomia di ogni singolo circolo. Iresponsabili di zona così individuatisaranno invitati permanenti in direzioneper garantire il collegamento tra i diver-si livelli del nostro partito. In base al per-corso e alle criticità emerse in questidue anni si ritiene che, insieme ai circo-li, si debba procedere ad una verificadella loro estensione territoriale, ancheal fine di accrescere l’incisività della loroazione politica sull’area geografica dicompetenza.

IL PRESENTE DOCUMENTO

SARÀ INTEGRATO CON I

CONTRIBUTI PERVENUTI

DAI CIRCOLI

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sapevolmente, le istituzioni del terri-torio stanno lavorando da anni: leprestigiosi sedi messe a disposizio-ne dell’Università, i nuovi spazi per ilaboratori di via Valleggio, il progettodel Campus universitario. C’è infinela grandiosa tradizione della nostracittà, che ha dato i natali a grandiscienziati, di ieri e di oggi; una tradi-zione che potrebbe diventare ilpunto di partenza per la costruzionedi un’identità nuova e competitivaper il nostro territorio.

Questo quadro dovrebbe imporreuna maggiore capacità delle classidirigenti comasche nel compierescelte autonome e lungimiranti, nel-l’interesse generale di Como e deicomaschi. Finora così non è statoma oggi più che mai, in questo con-testo di crisi economica che ha col-pito pesantemente anche la nostraProvincia, occorre provarci conancora maggiore determinazione.L’università può diventare davveroun fattore decisivo per guidare unprocesso di rilancio economico eculturale del nostro territorio: ilPartito Democratico deve saper farpropria questa sfida e portare inquesto ragionamento il proprio con-tributo qualificato. Anche per questomotivo, come esponenti istituzionalidel Partito abbiamo auspicato edaccolto con favore l’impegno assun-

to dal Tavolo per la competitività diComo - che riunisce le rappre-

sentanze economiche, socialied istituzionali del territorio -ad organizzare nelle prossi-me settimane un momento diconfronto e di approfondi-mento proprio sul temadell’Università a Como.

Sarà un’occasione importanteper la città e per la provincia,

che mi auguro possa concorrerea delineare un progetto forte ed

integrato per il rilancio del sistemauniversitario a Como.

9 LA TESTATA - UNIVERSITÀ

In queste ultime settimane si sonoriaccesi i riflettori sul mondo del-l’università lariana; lo scorso 18

novembre il Senato Accademicodell’Università dell’Insubria di Comoha ufficialmente accolto la richiestadi trasferimento, a partire dal 2010,di sette professori di informaticadella Facoltà di Scienze di Como aquella di Varese e la chiusura di duecorsi di laurea, Scienze e tecnologiedell’Informazione e Scienze dei Benie delle Attività Cul-turali. Molte voci autorevoli, istituzionali enon, si sono levate per denunciare ilrischio che a questa decisione con-segua un grave colpo al sistema for-mativo universitario comasco. Lescelte assunte dal SenatoAccademico, infatti, prefigurano undestino di pesante ridimensiona-mento della Facoltà di Scienzedell’Insubria o addirittura di chiusu-ra, sia per ragioni di rapporto tranumero docenti/studenti sia per leconseguenze della riforma Gelmini.Paradossalmente però il trattocaratterizzante di questa vicenda èstato il reciproco scambio di accusee rivendicazioni, rimproveri diassenze e disattenzioni, tra espo-nenti di primissimo livellodell’Insubria comasca da un lato, etra politici, assessori, presidenti edeputati della stessa maggioranzaall’altro. Il Partito Democratico ha scelto dinon partecipare a questo gioco almassacro, ma di porsi una sem-plice, fondamentale domanda:che idea di università ha inmento Como? di qualeoffert a universit aria qualifi -cata ha necessità il territoriocomasco?Perché da qui occorre partire. Certo, ci sono le cifre, i costi, letante criticità di un disegno diriforma universitaria che non ciconvince. C’è il problema reale diuna “cattiva” interpretazione delprincipio di sviluppo equilibrato tra le

UNIVERSITÀ DELL’INSUBRIA

Chiara Braga

due sedi di Como e Varese, previstodalla legge istitutiva dell’Insubria;bisogna riconoscere in questi annicosì non è stato e purtroppo sem-pre a danno della realtà comasca.Ma c’è anche la realtà importante diuna Facoltà, come quella diScienze, che si colloca per qualitàdell’insegnamento e del livello diricerca ai primissimi posti delle clas-sifiche riferite agli atenei medio-pic-coli. C’è un tessuto economicocomasco che esprime una fortissi-ma richiesta in termini di ricerca,innovazione tecnologica, sapere daapplicare nei settori produttivi piùavanzati, sui quali ha dimostrato divoler investire, ad esempio con ilprogetto del Polo Tecnologico diLomazzo. Ci sono investimentiimportanti sui quali, più o meno con-

Fra accuse e polemiche, un duro colpo al sistema formativo comasco

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10 LA TESTATA - SPECIALE CNA - RESTAURATORI

Confederazione Nazionaledell’ Artigianato e della Piccola e

Media Impresa

“ Ci troviamo di fronte a un casoquasi unico di legge retroattivache, con la giustificazione di un

riordino del settore, sta provocando unassurdo sconquasso nella realtà lavora-tiva dei restauratori, con la prospettivadi vedere espulsi dal mercato migliaia dioperatori”. Così Sergio Silvestrini, SegretarioGenerale CNA, commenta la recentenormativa che prevede che il titolo direstauratore spetti solo a coloro cheabbiano un diploma presso una scuolariconosciuta o una laurea universitariaquinquennale, o abbiano svolto ottoanni di attività certificata nel settore.Entro il 31 dicembre bisognerà pre -sentare la domanda per il riconosci -mento della qualifica e per l’ammis -sione alla prova di idoneità. Cosasuccederà allora?

Accadrà che persone che svolgono l’at-tività di restauratore, se non saranno ingrado di dimostrare di aver svolto 8 annidi lavoro continuativo precedente al2001 e certificato con la Soprinten-tedenza, cosa piuttosto difficile dalmomento che all’epoca la certificazionenon era obbligatoria, si troverannosenza alcuna qualifica. Per tutti gli altri,compresi quelli in possesso di titoli rila-sciati dalle scuole regionali, l’unica stra-da è quella di un esame a quiz unico eirripetibile.

Perché quest a contrarietà all’esame?Se i vostri associati sono prep aratinon dovrebbero avere problemi…Non siamo contrari all’esame, anche sequalcuno ci deve spiegare perché per-sone che esercitano da anni questa atti-vità improvvisamente debbano provaredi saperla svolgere. O perché debbaesistere una disparità di trattamento trachi ha svolto il lavoro prima del 2001,che non deve sostenere la prova, e chilo ha svolto dopo. Ma la cosa più incon-cepibile sono i requisiti obbligatori perpoter accedere alla prova di idoneità,come il reperimento di impossibili certi-ficazioni di buon esito dei lavori. Lostesso esame, che sarà effettuato unavolta sola, è stato previsto con dellemodalità di svolgimento estremamentepenalizzanti per i candidati e le catego-rie, troppo ampie, della prova praticanon tengono conto dei normali ed usua-li ambiti di specializzazione. Con questenorme molti restauratori che operanonel settore rischiano di non ottenere ilriconoscimento della qualifica.

Con gravi conseguenze economichee occup azionali…Sì siamo molto preoccupati. Le misurevarate produrrebbero l’esclusione dellamaggior parte dei restauratori, depau-perando il settore e mettendo a rischiola sopravvivenza di tantissime piccoleimprese che operano da anni sul territo-rio. Ma non c’è solo l’aspetto economi-co. In un ambito come questo il titolo distudio è importante sì, ma ancor piùimportante è “il saper fare”. Le nuove

norme, invece, partono dal concetto chela formazione scolastica valga il doppiodi quella lavorativa, sottovalutando escreditando il processo formativo che sisvolge all’interno dell’impresa, e impe-dendo la trasmissione alle nuove gene-razioni di quei saperi tradizionali chefanno parte del nostro patrimonio stori-co e culturale.

Quali sono le iniziative che aveteintrapreso per ost acolare la norma?Le strutture della Cna si sono mosse siaa livello regionale provinciale che alivello nazionale. Le nostre imprese e inostri associati devono sapere che nonverranno lasciati soli. Abbiamo avviatouna capillare azione di informazione esensibilizzazione alla categoria, attra-verso assemblee, apertura di sportelliinformativi, consulenza legale specializ-zata gratuita, ecc. La Cna di Firenze hapresentato un esposto al Presidentedella Repubblica, mentre a livello nazio-nale, di concerto con la Confartigianato,abbiamo presentato un ricorso al Tarper illegittimità del provvedimento.Abbiamo messo in moto anche unaserie di iniziative per sensibilizzare ilParlamento e i mass media e chiedereuna sospensione del bando di esame ela riapertura del tavolo delle trattativesull’attuazione della normativa, in mododa garantire che il riconoscimento dellaqualifica vada a chi restauratore già lo èe di salvaguardare quel patrimonio diconoscenze ed esperienze professiona-li indispensabili per il mantenimento deibeni culturali.

LA QUESTIONE RESTAURATORIFranca Anzani

trentamila in Italia e tremila in Lombardia resteranno senza lavoro?

Secondo le nuove norme del D.M n. 53 del 30 marzo 2009 del Ministero dei Beni Culturali, i restauratori dal 31 dicembre dovranno appendere alchiodo il loro titolo e la loro professionalità, dopo un percorso formativo altamente qualificante, essendosi diplomati presso Scuole di Restauroregionali legalmente riconosciute di Eccellenza, ma che non rispondono ai requisiti dettati dal decreto stesso

Aggiungiamo che gli studenti che tutt’ora frequentano dette Scuole o le Accademie di Belle Arti, si presume che non abbiano nessuna possibilità di esse-re titolati restauratori, in quanto il Ministero dei Beni Culturali non ha nemmeno affrontato l’argomento.Parliamo di artigiani e di dipendenti che in tempo di crisi hanno un lavoro e che dal 31 dicembre lo perderanno, perchè il Governo ritiene di mettere in attouna politica di lobby (circa 160 persone in Italia ora rispondono ai requisiti). Si andrà incontro all’ennesima criticità sociale non indifferente, costringen-do alla chiusura centinaia di imprese, che ora danno lavoro a migliaia di persone, le quali perderanno il loro reddito e che dovranno riqualificarsi, maga-ri dopo venti anni di lavoro o più.Certamente nel campo del restauro si richiede da tempo, da parte degli operatori, che si faccia ordine perchè esistono figure che operano senza avernei titoli, ma questo decreto detta regole che non rispondono alle richieste.Pensate ai giovani che si sono sentiti dire “sarà premiato il merito” e hanno investito anni per formarsi, magari indebitandosi per aprire un’impresa, sognan-do di affermarsi in un campo che indubbiamente dà molte soddisfazioni. Riportare alla luce un’opera d’arte, ridargli vita e splendore in modo che tutti nepossano godere, fare la felicità di molte persone che l’ammirano, ti ripaga di molti sacrifici.Inoltre la finanziaria 2008 ha destinato 1739 milioni di euro per i Beni Culturali. A oggi la Finanziaria 2010 li riduce a 1358, pari allo 0’3% della spesa tota-le, in passato una parte degli introiti del gioco del lotto era stata destinata al Ministero dei Beni Culturali, ora questi fondi sono stati destinati al fondo anti-crisi. Gli artigiani e i dipendenti restauratori non chiedono particolari favori, è sufficiente che il governo modifichi il D.M. n.53 in modo da non lasciare sco-perti dai 30 ai 50.000 posti di lavoro.E’ un provvedimento a costo ZERO per la comunità e che permette a chi oggi lavora nel restauro di continuare a lavorare.

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Risoluzione in Commissione 700238

present ata daERMETE REALACCI

venerdì 1 1 dicembre 2009, sedut a n.257

Le Commissioni VII e VIII,premesso che:

da parte di migliaia di singoli opera-tori del settore, delle associazioni dicategoria, come la Confederazionenazionale dell'artigianato e della pic-cola e media impresa (CNA), e delleorganizzazioni sindacali Feneal-Uil,Filca-Cisi-e Fillea-Cgil, si lamental'incongruità e l'incoerenza dellenuove prescrizioni relative ai requisi-ti necessari per il riconoscimentodella qualifica di restauratore; pereffetto delle nuove prescrizioni alcu-ne migliaia di persone verrebberoescluse dalla possibilità di accessoal titolo e, conseguentemente,migliaia di imprese verrebbero esclu-se dalla possibilità di accedere allaqualificazione necessaria per parte-cipare alle procedure di affidamentodi appalti pubblici per l'esecuzione dilavori di restauro, depauperandosi,in tal modo, un patrimonio enorme dipiccole e piccolissime imprese, oggiattive nel settore e cancellando in uncolpo solo un'intera generazione direstauratori; le citate nuove prescri-zioni, provocando l'azzeramento deltessuto imprenditoriale esistente,tradiscono, di fatto, la loro principaleragion d'essere, il loro obiettivo difondo, che resta fondata sulla neces-sità impellente di superare la tradi-zionale modalità di affidamento deilavori di restauro basata su elementidi carattere fiduciario, atteso chel'applicazione delle direttive comuni-tarie in materia di appalti pubblici edel cosiddetto Codice degli appaltihanno imposto anche per gli inter-venti di restauro il rispetto della nor-mativa in materia appalti pubblici dilavori e il loro affidamento secondo

LA TESTATA - SPECIALE RESTAURATORI

le ordinarie procedure di evidenzapubblica; la professione di restaura-tore e l'esercizio imprenditorialedelle attività di restauro costituisconoun patrimonio di sapere e di eccel-lenza inestimabile, garantisconoall'Italia uno stabile primato mondialenell'attività di restauro, conservazio-ne e tutela del patrimonio storico-artistico, non solo nazionale, e rap-presentato inoltre uno dei cardinidella trasmissione della tradizione edel saper fare tipico degli antichimestieri; (...) Ad oggi sono solo tre gliistituti riconosciuti in Italia; tali scuolea livello statale sono l'Opificio dellepietre dure, l'istituto superiore per laconservazione ed il restauro el'Istituto centrale di patologia del libro

(oggi inglobato nell'Istituto centraleper il restauro e la conservazione delpatrimonio archivistico e librario) chesi aggiungono a quelle di livelloregionale. Queste ultime risultanoessere state le più frequentate dairestauratori. Tuttavia, la frequenza diqueste scuole ha avuto luogo quan-do non erano ancora accreditate,con la conseguenza che moltissimirestauratori qualificati sono in pos-sesso di un diploma non coerentecon le indicazioni fornite dalMinistero con i provvedimenti ema-nati a ridosso dell'estate 2009; ladocumentazione richiesta dalMinistero per i beni e le attività cultu-

rali per l'accesso alla prova di idonei-tà si riferisce ad un periodo tempora-le anteriore all'anno 2000, ed è per lamaggior parte degli operatori del set-tore impossibile da reperire; una dif-fusa «...negligenza delle stazioniappaltanti (...) nella redazione deicertificati dì esecuzione dei lavori » èstata evidenziata dell'Autorità per lavigilanza sui contratti pubblici dilavori, servizi e forniture del 3 aprile2002, n. 6; il certificato è stato intro-dotto dall'allegato D del decreto delPresidente della Repubblica n. 34del 2000 (regolamento recante istitu-zione del sistema di qualificazioneper gli esecutori di lavori pubblici, aisensi dell'articolo 8 della legge 11febbraio 1994, n. 109, e successivemodificazioni). Quindi per i candidatialla prova di idoneità, ai quali èrichiesto di avere svolto attività direstauro per almeno quattro anni alladata di entrata in vigore del decretoministeriale n. 420 del 2001, èsostanzialmente impossibile docu-mentare la propria attività mediantetale certificato; impegna il Governo:ad assumere tutte le iniziativenecessarie a garantire, concreta-mente, il superamento della tradizio-nale modalità di affidamento deilavori di restauro basata su elementidi carattere fiduciario e l'applicazionepuntuale, anche nel settore delrestauro, della normativa in materiaappalti pubblici di lavori, a partire dal-l'affidamento degli stessi lavorisecondo le ordinarie procedure dievidenza pubblica, preservando altempo stesso lo straordinario patri-monio professionale, culturale eimprenditoriale rappresentato dallemigliaia di piccole e piccolissimeimprese di restauro oggiesistente nel Paese;ad assumere iniziative di caratterenormativo volte a modificare l'artico-lo 182 del Codice dei beni culturali edel paesaggio di cui al decreto legi-

LA QUESTIONE RESTAURATORIIn commissione il PD propone una risoluzione per affrontare il problema.....

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slativo n. 42 del 2004, consentendola possibilità di valutare l'attivitàsvolta alla data attuale e non limitar-la al 24 ottobre 2001, data di entra-ta in vigore del decreto ministerialen. 420 del 2001;ad eliminare gli elementi ostativi allapartecipazione alla prova introdottidal decreto ministeriale n. 53 del2009 e non previsti dal citato artico-lo 182 del Codice dei beni culturali edel paesaggio ed in particolare l'as-similazione della responsabilità deri-vante dal ruolo di direttore di cantie-re con la «responsabilità direttanella gestione tecnica dell'interven-to» (decreto ministeriale 30 marzo2009, n. 53, articolo 2, comma 3, let-tera a), in previsione del fatto che, inossequio alla circolare del Ministeroper i beni e le attività culturali n. 35del 12 agosto 2009, gli uffici interes-sati si troveranno a dover verificare«ora per allora» situazioni che siriferiscono a lavori e ruoli svoltiprima del 2000;ad attenersi all'interpretazione di«responsabilità diretta nella gestio-ne tecnica dell'intervento» data dallasentenza del Tar del Lazio n. 1844del 2004 che chiarisce come lanozione di responsabilità direttanella gestione tecnica dell'interven-to, richiesta per il conseguimentodella qualifica di restauratore, nonva intesa nel suo stretto significatotecnico-giuridico, giacché è eviden-te che non può farsi carico chi ese-gue effettivamente il restauro deirapporti e delle responsabilità chesono, sul piano giuridico, esclusiva-mente riconducibili all'impresa

LA TESTATA - SPECIALE RESTAURATORI

assuntrice dei lavori; ad assumere iniziative, anche dicarattere normativo, finalizzate adincludere tra i titoli di studio utili, perla partecipazione all'esame, anchela laurea in conservazione dei beniculturali;a riconoscere, in via transitoria, iltitolo di collaboratore restauratore atutti coloro che abbiano frequentatocorsi professionali istituiti dalleregioni o da istituti privati con rico-noscimento regionale (sia biennaliche triennali) e ai lavoratori chedimostrino, con qualsiasi mezzodocumentale, di aver lavorato incantieri di restauro;a modificare il decreto 30 marzo2009, n. 53 del Ministero per i beni ele attività culturali, con il quale siindividuano gli ambiti di competen-za, in base ai quali dovranno esseresvolte le prove d'esame, preveden-do una maggiore articolazione deglistessi, allo scopo di evitare che ope-ratori fortemente specializzati in unambito professionale debbanosostenere le prove stesse su mate-rie ad essi estranee sul piano dell'at-tività svolta.

«Realacci, Ghizzoni, Bellanova, Bossa,Braga, Brandolini, Cardinale, MarcoCarra, Ceccuzzi, Cenni, De Biasi, DePasquale, Esposito, Fontanelli, Froner,Gatti, Gnecchi, Laratta, Marchi,Margiotta, Mariani, Mattesini, Melis,Motta, Narducci, Andrea Orlando,Pizzetti, Rampi, Rigoni, Rossa,Rubinato, Antonino Russo, Sarubbi,Schirru, Trappolino, Tullo, Vannucci,Velo, Veltroni, Vico, Sereni, Graziano,Codurelli, Boccuzzi, Colaninno».

“Ancora una volta abbiamoavuto prova della mancanza diserietà di questo Governo nel -l’af frontare i problemi del paesee dei lavoratori. Mancanza resaancora più grave dal fatto che sitratta di problematiche di cuil’esecutivo si è fatto spessocarico, specie dal punto di vistamediatico.

La risoluzione presentata dal PDsulla questione del riconoscimentodella qualifica di restauratori, cheproprio oggi avrebbe dovuto esse-re votata in Commissione Cultura.Risoluzione che impegnava ilMinistro a farsi carico di una revi-sione dell'at. 182 del Codice deiBeni Culturali, in sintonia con letante richieste e perplessità solle-vate dalle rappresentanze deirestauratori. Con le nuove normein vigore, infatti, migliaia di profes-sionisti rischiano di essere esclusidalla possibilità di accesso al titolodi restauratore, con gravi ripercus-sioni su un settore del mondo dellavoro di notevole rilevanza nonsolo nazionale. Purtroppo, nono-stante tutte le dichiarazioni divolontà di affrontare la questione,espresse dalla maggioranza eanche dal Ministro Bondi, a sorpre-sa veniamo a sapere che la risolu-zione oggi non verrà calendarizza-ta per indisponibilità del Ministro.Si tratta a mio avviso di un fattogravissimo, che segna le contrad-dizioni dell'atteggiamento delMinistro Bondi e la debolezza dellamaggioranza, che in Parlamento siriduce ad essere mera esecutricedelle volontà del Ministro di turno.Mi auguro che questo defaillancedell’esecutivo sia momentanea eche al più presto si ricreino le con-dizioni che inizialmente avevanofavorito un’ampia e trasversaleconvergenza su questo problema”.

Chiara Braga

LA QUESTIONE RESTAURATORI... e il Governo ancora una volta fa “orecchie da mercante” !

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La Valtellina ha una lungastoria di emigrazione: seoggi l'aspetto più quotidiano

è il frontalierato, resiste ancora latraccia di quanti sono partiti perpiù lontano e definitivamente.Davide Van de Sfroos canta ilminatore di Frontale: "Son natosu a Frontale in Alta Valtellina.Sono sceso da ragazzo, in tascala montagna". E dalla provincia di Sondrio sono"scesi" a Roma Ezio Vanoni eGiulio Tremonti. Le similitudini trai due sono varie: ambedue natiin Valtellina, rispettivamente aMorbegno e a Sondrio, edentrambi in agosto (Vanoni nel1903 e Tremonti nel '47),entrambi sono determinati comesolo i montanari. Sono ambedueprofessori ordinari; Vanoni discienza delle finanze, mentreTremonti, come ricorda con perfi-dia il ministro Brunetta, è ordina-rio di diritto. Entrambi si sonoaffacciati alla politica comesocialisti. Le somiglianze finiscono qui. Vanoni diventa un grande diri-gente della Dc per una stranaserie di circostanze storiche eper la conoscenza di giovani stu-diosi valtellinesi, attivi nel mondocattolico, Saraceno e Paronetto.Quando si dice che le radici sono

LA TESTATA - REGIONALE

importanti! È la fine del '42 e,nella casa di Paronetto, Vanoni siincontra con De Gasperi,Saraceno, Andreotti: sta nascen-do la Democrazia Cristiana. Del Codice di Camaldoli, ispira-zione e linea guida per la politicaeconomica della DC alla fine

della guerra, Vanoni scrisse ilcapitolo "L'attività economicapubblica". Dal maggio 1948 algennaio 1954 Ezio Vanoni fuininterrottamente ministro delleFinanze in tutti i governi DeGasperi e inseguì il sogno di unapolitica tributaria equa, che hacome fine la crescita economicae la distribuzione della ricchezza.E questo sogno è stato realizza-to con la "Riforma Vanoni" delsistema tributario: un "patto fisca-le" tra cittadini e Stato, fondatosulla trasparenza e la partecipa-zione. Tremonti non ha (o nonpuò permettersi) politiche diampio respiro. Critica il mercati-smo come sintesi inefficiente diliberalismo e comunismo, e pro-pone formule empiriche come"Market if possible, government ifnecessary". Di fatto è "finanzacreativa" per mantenere in equili-

brio debito e spesa pubblica, ali-mentata anche dalle politicheclientelari della sua maggioran-za. Egli stesso ammette: la for-mula "mira a soluzioni ad hoc,basate sull'equilibrio dinamico traprincìpi diversi e tra di loro poten-zialmente opposti".Sintetizzando: uomo di principi,Vanoni, uomo delle soluzioniempiriche, Tremonti. Con qualirisultati? Torniamo alle radici. Nel1956, nel suo ultimo discorsoparlamentare, Vanoni diceva: "ènostro dovere operare con tuttele nostre forze, con tutto il nostroingegno, con tutte le capacitàtecniche che abbiamo potutoaccumulare in questi anni, nelsenso di venire incontro alle pro-fonde necessità degli uomini chesoffrono nel nostro Paese". Erafiducioso che la soluzione deiproblemi del Paese sarebbestata raggiunta chiedendo "adognuno la sua parte di sacrificio,proporzionata alla sua capacitàdi sopportazione": e pensava,come ebbe a dire, agli abitanti diTartano, valligiani che fino alloradallo Stato avevano avuto solo lachiamata alle armi. Proprio per lesue radici alto lombarde, invece,non ci saremmo mai aspettati divedere il valtellinese ministroTremonti colpire duramente fron-talieri ed ex-frontalieri del nostroterritorio. Lo scudo fiscale vuolerisolvere i problemi finanziari delPaese solo che oggi l'alleanzanon viene fatta con chi lavora,ma con chi ha evaso. E, tornando a Van de Sfroos:pica, pica…

L’ATTENZIONE PER IL TERRITORIOUna lunga storia. da Vanoni a Tremonti, passando da Van de Sfroos

Luca Gaffuri

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Nell’area dell’olgiatese i singolicongressi che si sono appe-na conclusi hanno portato, o

confermato, alla direzione del circolisei giovani sotto i trent’anni su noveportavoce. Al tavolo erano dunquepresenti Francesca Nieto per OlgiateComasco; Federico Broggi per il cir-colo che unisce i comuni di AppianoGentile, Solbiate, Binago, Veniano,Castelnuovo e Beregazzo conFigliaro; Moreno Baruffini perUggiate Trevano, Faloppio, Bizzaro-ne e Ronago e Sara Manciocchi, neoeletta coordinatrice del circolo unifi-cato di Lurate Caccivio e VillaGuardia. Assenti giustificatiMassimiliano Mascetti del circolo diParè, Gironico e Drezzo e il portavo-ce di Valmorea Matteo Ronchini.

“Raccogliamo la sfida lanciata alleprimarie nazionali - ha dichiaratoLuca Corvi - a cui hanno rispostonella nostra provincia oltre quattordi-cimila persone, innanzitutto avendoindividuato un candidato unico allasegreteria provinciale.Successivamente la stessa sfida èstata raccolta da tutto il partito a livel-lo territoriale nei quaranta congressidi circolo. Credo sia un bel segnalela presenza di sei persone giovani adirigere i circoli di una zona. Giovanie tuttavia non nuovi politica, vistoche quattro di loro sono stati ricon-fermati”. Sono poi intervenuti i porta-voce, Francesca Nieto ha parlatodella riconferma, sua come di moltialtri portavoce, come del “segnaleche siamo stati presenti e abbiamomesso al centro il territorio. Al con-trario di chi è federalista solo sullacarta come la Lega Nord, partito chenel momento di decidere chi si can-dida aspetta decisioni dall’alto.Pensando al territorio, se consideria-mo l’autostrada Varese Como Lecco

LA TESTATA DEI CIRCOLI - OLGIATESE

vediamo un altro tentativo di aggiun-gere l’ennesima soluzione al proble-ma della viabilità a quelle già incampo. Noi pensiamo che vadatotalmente ripensata la viabilità inquel tratto, per questo condividiamoil progetto della metrotranvia traOlgiate e Como del Politecnico”.Sara Manciocchi ha sottolineato ilfatto che il suo sia un circolo direcente costituzione, segno che ilpartito sul territorio non è immobile, eparlato “dell’importanza di fare siste-ma, portando avanti un discorso uni-tario su tematiche come l’ATO, ladifesa dell’ambiente e la viabilitànella zona: in questo modo ci possia-mo configurare unica alternativapossibile”.

Nel suo intervento Federico Broggi,ricordando un recente fatto di crona-ca che ha visto il suo circolo vedersinegato dal sindaco di Binago il per-messo di usare uno spazio pubblicoper attività politiche, ha voluto evi-denziare “l’intenzione di non volerfare un’opposizione di sola critica mavoler portare proposte, come gliincontri che verranno fatti a gennaioa Beregazzo con Figliaro, il paese

maggiormente colpito dal progettodell’autostrada. Per parlare deglioggettivi problemi di viabilità e dellesoluzioni possibili”. Moreno Baruffinisi è concentrato sul problema delfrontalierato, andando al di là dellamera critica del monitoraggio fiscaleche i lavoratori frontalieri sonocostretti a subire a causa dell’attua-zione dello scudo fiscale. “Se venis-sero rinegoziati gli accordi bilaterali,come gli svizzeri hanno minacciatodi fare, quella parte delle tasse ristor-nate ai paesi di provenienza verreb-be a mancare nei bilanci dei comuni.Solo nel mio paese, Uggiate-Trevano, si parla della perdita di oltretrecentomila euro, ma se venissedato corso a quella che per ora èsolo una minaccia verrebbero bloc-cate le attività di molti comuni, anchela normale manutenzione”. L’On.Chiara Braga ha concluso: “possia-mo parlare dell’olgiatese come di unlaboratorio per tutto il partito coma-sco. Dal congresso in poi la nuovasfida è la capacità di lavorare in rete,all’interno e fuori dal nostro territorio,portando proposte in maniera piùdiretta e in grado di avere un mag-giore impatto”.

DALL’OLGIATESE 6 GIOVANI PORTAVOCEneoeletti e conferme alla conferenza stampa di presentazione

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15 LA TESTATA - COMO CITTÀ

Dopo la sua chiusura, per ven-ticinque anni la Ticosa èstato il desolante biglietto da

visita con cui la città si presentava achi entrasse in convalle. Dal 1982(anno in cui il Comune acquista laTicosa) al 2006, anno in cui MultiDevelopement si aggiudica l’asta, sisono susseguiti progetti più o menofantasiosi e più o meno credibili. Manon siamo qui per parlare di arche-logia: vogliamo parlare degli errorifatti da questa amministrazione, apartire dalla campagna elettoraledell’allora candidato sindacoStefano Bruni. Come tutti i comaschisanno il primo colpo al corpo C èstato dato sabato 27 gennaio 2007.A palazzo Chigi c’era RomanoProdi, non esistevano né PD néPDL, Sarkozy era ministrodell’Interno e Barack Obama era unanonimo senatore. Tra un mese emezzo saranno tre anni, e difficil -mente per quel giorno i lavori dibonifica saranno iniziati.Dipendesse dal sindaco, lui direbbeche inizieranno a brevissimo, comeha sempre dichiarato in questi anni.A breve, entro pochi giorni, subitodopo l’Epifania. Se andate adesso avedere cosa c’è al posto del corpo Ctroverete il nulla. Ma non è semprestato così, dopo il dissequestro del-l’area (già perché, ricordiamolo, giu-sto un mese dopo le elezioni cheavevano riconfermato il sindacoBruni l’area fu anche sequestratadall’autorità giudiziaria con l’accusaverso ignoti di omissione d’atti d’uffi-cio nel trattamento dell’amianto), idetriti rimasero nell’area per oltrequattro mesi, mentre il sindaco spie-gava che subito dopo l’Epifaniasarebbero stati spostati. Invece ilprimo compleanno dell’abbattimen-to si celebrò con i detriti a cielo aper-

to. Venendo a tempi più recenti, unanno dopo, il 27 gennaio del 2009,non solo non era iniziata la bonificadel terreno ma nonostante le assicu-razioni postnatalizie parlassero diultimi dettagli operativi e a giorni lastipula dell’accordo per poter partirecon la bonifica, la firma di Multi e delComune sotto il contratto prelimina-re non c’era e non c’è ancora.All’inizio di questa primavera com-pare invece un’altra analisi del sot-tosuolo, che riscontra la presenza diinquinanti in punti dell’area chel’analisi del comune non aveva toc-cato. Queste analisi, consegnate nelgiugno 2007, sono finite nei cassettimolto fondi di Palazzo Cernezzi(dove, sia detto per inciso, piuttostosistematicamente finisce la docu-mentazione inerente Ticosa).

Visto che Palazzo Cernezzi perlegge non è tenuto a comunicare adArpa, Provincia e Asl l’esistenza dianalisi non ufficiali, lo ha comunica-to il gruppo consiliare del PD, chie-dendo di verificare i dati. Son segui-ti altri carotaggi ma soprattutto laquerelle tra Comune e Multi sui costidella bonifica (a carico delComune). Palazzo Cernezzi dice 1,4 milioni(prima diceva 800.000), Multi dice2,5 milioni. Prima miliardi, poi milio-ni, si sono sempre spese grossecifre parlando di Ticosa. Cifre che

negli ultimi anni sono state messe abilancio, pur non essendoci, comel’acconto di 5 milioni di euro cheMulti avrebbe dovuto versare alComune. Dopo una lunga serie diaddii annunciati tra il Comune eMulti, durante l’ultimo ConsiglioComunale speciale sulla Ticosarichiesto ancora una volta dall’oppo-sizione, il nodo non si è sciolto esembra si stia andando incontro allarottura definitiva. Nelle ultime duelettere che Multi e il Comune si sonoscambiati tra la fine di novembre el’inizio di dicembre si parla dell’ac-quisto da parte di quest’ultimo, nel-l’ambito del Piano Integratod’Intervento, di 6000 metri da desti-nare a non meglio specificati ufficiper circa tre milioni di euro (su unprogetto che ne vale quindici).Durante quell’ultimo specificoConsiglio Comunale, dopo due orein cui la maggioranza si è limitata adascoltare silenziosamente gli inter-venti di tutti i gruppi consiliari diopposizione, il sindaco Bruni haripetuto che il Comune vuole incas-sare tutti e quindici i milioni previsti“fino all’ultimo euro e senza sconti”,aggiungendo che “o si conclude aqueste condizioni oppure si rinun-cia” e da ultimo che “la trattativasarà chiusa a ore, al massimo agiorni”. Ci si chiede se chiusa persempre. I cittadini comaschi sonofuriosi per il muro, ma se quest’ulti-mo è la punta di calcestruzzo del-l’iceberg dell’incapacità di questaamministrazione, ciò che è succes-so e sta succedendo in Ticosa è ilsommerso.

TICOSA: UNA TRATTATIVA CHE VALE UN MANDATO

Elisa Mariania 25 anni dalla chiusura una questione tutt’altro che chiusa

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Dopo una lunga polemicasuscitata dalla decisionedi ricollocare i fasci in alto

alla scalinata del Monumento deiCaduti a Erba, portando a discu-terne sulle pagine della stampalocale politici e esperti di architet-tura e storia dell’arte come diVittorio Sgarbi, Luciano Caramele Alberto Longatti, sembra che ilcomune di Erba voglia ora posi-zionare i fasci, in un museo.

Ci sono opere ed opere, e cisono vissuti collettivi che adalcune opere attribuiscono ilsignificato dell’espressione diindubit abile genialità e adaltre il valore di simboli diun’ideologia.Il caso del Monumento ai Cadutidi Erba è emblematico.Che Terragni, nella sua primastesura del progetto, non avesseprevisto l’inclusione di un ele-mento architettonico così impor-tante come quello dei Fasci puònon essere rilevante; che essiinvece siano stati “aggiunti” solosuccessivamente al progetto ori-ginale in ottemperanza alle rego-le del regime assegna loroun’evidente connotazione di sim-bolo. Andando al di là di ogni altra con-siderazione storica sulla genesidel monumento, che non tuttisono tenuti a conoscere, esisteun altro elemento, forse menotangibile ma non per questomeno forte: il sentire comuneassegna ai fasci littori, ed inparticolare a quei fasci che adErba sono st ati abbattuti neigiorni della Liberazione, unchiaro significato e ripristinarli

LA TESTATA DEI CIRCOLI - ERBA

ora non sarebbe potuto essereconsiderato un gesto neutro, frut-to di onestà intellettuale, da qua-lunque parte politica fosse statocompiuto.Le persone che, passandodavanti all’imponente scalinatadel Licinium, avessero visto dinuovo ergersi quelle colonne che,al pari delle svastiche, rappresen-tano un segno inequivocabile diun periodo che molti consideranoarchiviato come un triste momen-to della nostra storia non avreb-bero pensato al razionalismo e alvalore architettonico dei molti edi-fici che, progettati dal Terragni,costituiscono un patrimonio intel-lettuale importante per il nostroterritorio, bensì al messaggioforte dello sdoganamento diun’epoca che speravano apparte-

nesse ormai al passato.Di questo credo che si debbatener conto: gli oggetti pubblicisono media potenti e l’onestàintellettuale, a qualunque partepolitica si appartenga, vuole chequesto fatto non venga nascosto,negato.In una città nella quale la resi-stenza ha espresso uomini eroiciche hanno dato la vita per conqui-stare una libertà negata il ripristi-no dei fasci, in un monumentocosì significativo per il territorioErbese, non avrebbe potutoavere, nella percezione comune,nessun altro significato che quellodi una riabilitazione di idee e dimetodi che avevamo consegnatoad un passato che speravamoremoto nella storia e nelle nostrecoscienze.

L’ARTE E LA STORIALa questione del fasci Littori non può ridursi a una pura questione artistica.

La posizione presa dal circolo di Erba Maria Teresa Agati

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Nell'ambito della fase congres-suale del PD che si è appenaconclusa, è stato eletto il

nuovo portavoce del circolo diMariano Comense Carugo e Arosio,Giovanni Marchisio. Eletto all'unani-

mità e unica candidatura emersa,Marchisio ha trentasette anni, è lau-reato in Pedagogia e lavora nellaformazione di quadri aziendali. Neldocumento programmatico dato agliiscritti, in pochi punti viene descrittal'idea di circolo che ha il nuovo coor-dinatore. A partire dall'introduzionedove viene sottolineata la volontà divoler fare sintesi in modo positivodelle diverse esperienze presentinel circolo di Mariano (come all'in-terno del resto del PD) senza voler-le per questo annullare ma cercan-do di consolidare e far crescere con-vinzioni, idee, progetti concreticomuni. Nel circolo si dà concretez-za ai valori comuni, solidarietà,moralità, legalità e uguaglianzademocratica, attraverso i pochi puntisostanziali che riportiamo di seguito.

Che cosa mi immagino per questoCircolo, cioè per dare concretezza aquesta sintesi di valori comuni?

Un Circolo dove si F A POLITICA .Si parla cioè delle nostre convinzio-ni, delle nostre speranze, dei nostrisogni sulla società che vogliamo, esul mezzo per contribuire a crearla,ovvero sull'agire politico (e sull'agire

LA TESTATA DEI CIRCOLI - MARIANO COMENSE

politico come PD). E questo attira igiovani, perché molti giovani chie-dono "senso" (significato e direzio-ne) in una società in cui si sentonospaesati.

Un Circolo app assionato allasocietà di oggi, che cerca di dire chela politica può sostenere nella ricer-ca di senso. E questo vuol dire "farecultura" nel senso più concreto deltermine. Vuol dire sfruttare ognioccasione di incontro. E vuoleanche dire che sempre più gentericonoscerà al Circolo del PD (e aisuoi componenti, che sono orgoglio-si della tessera che hanno nel porta-foglio) il coraggio di costruire unarealtà nuova (e fra cinque anni se nericorderà).

Un Circolo dove ognuno vede emisura il proprio valore aggiunto.Una SQUADRA che lavora conruoli, responsabilità e compiti preci-si e chiari a tutti. Ruoli che non sonoscavalcati dalla politica che si fa"fuori di qui". È una squadra chesostiene me che ho meno esperien-za di altri, è una squadra che rendeattivo il Circolo, è una squadra checrea consenso appartenenza moti-vazione. La buona e chiara organiz-zazione (e strutturazione) garanti-sce una pianificazione efficiente, enel contempo crea motivazione.Una strutturazione che prevedadistinti momenti di coordinamento emomenti aperti a tutti gli iscritti. Percui è prevista la presenza di unCoordinatore, due vice coordinato-ri,un responsabile comunicazioneesterna, un responsabile comunica-zione interna, un responsabile delcoordinamento con i consigliericomunali, un tesoriere e un respon-sabile operativo. La squadra siimpegna a mantenere la sede del

PD come "casa accogliente e dallaporta aperta" (orari di apertura alpubblico, garantiti nel tempo).

Un Circolo inclusivo, dove nessu-no si sente "fuori posto", un Circolodove si lavora gli uni per gli altri,dove si misura non solo il risultatoma l'impegno, la dedizione (quella sìè contagiosa).

Un Circolo che non vive da solo ,ma è all'interno di un NETWORK, diuna rete di relazioni, con altri Circoli,con la Direzione Provinciale e conquella Regionale. Consolidare que-sta rete ci rende più forti, più ricchi, eci da le risorse necessarie. Questamissione di creazione di una retevale anche nel territorio di Mariano,perché il Circolo può diventare inter-locutore privilegiato di tutti i partitidell'opposizione, di comitati cittadini,di realtà di volontariato, di impegno,di assistenza, culturali, sindacali.

Un Circolo che COMUNICA, permantenere costante l'informazione efavorire il senso di appartenenza. Ilcoordinatore, insieme al responsabi-le della comunicazione, si impegna aprogettare e implementare un pianodi comunicazione sia verso l’internosia verso l’esterno.

Un Circolo che ASCOLTA il territo-rio, che parla con la gente (con i ban-chetti, con affissioni, con altre inizia-tive già citate come le serate), che sioccupa di individuare e dare forma aibisogni delle gente (ad esempio:cosa vuol dire che le nostre aziendechiudono? Che bisogno sta gene-rando questo nella gente? Solo laricerca di un nuovo lavoro o si senteil bosogno di ricercare qualche orga-nismo che agisca per "cambiare leregole del gioco"?).

UN IDEA DI CIRCOLOA mariano un portavoce nuovo per una stagione nuova

Circolo PD di Mariano Comense

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Domenica 15 novembre, comecredo in altri comuni dellanostra provincia, la locale

sezione della Lega Nord ha organiz-zato un gazebo per raccoglierefirme contro la senteza della CorteEuropea dei diritti dell’Uomo in temadi Crocifissi nelle aule scolastiche.Non entro nel merito della sentenza,

discutibile quanto si voglia, ma pursempre proveniente da un organi-smo internazionale che ha avutocomunque il merito, nel tempo, diallargare ed affermare principi ediritti che ci rendono tutti un po’ piùcivili.

LA TESTATA DEI CIRCOLI - MARIANO - SERENZA

Rilevo tuttavia che, la compaginepolitica che più di ogni altra si èlevata a difesa del Crocifisso (con ilsolito patetico slogan giù le manida...) è la stessa che ha impostonella sciagurata normativa sul pro-cesso breve di escludere i reatiriguardanti l’immigrazione, accettan-do invece di buon grado la “salva-

guardia” di corrotti e cor-ruttori. Purtroppo hodovuto assistere a deci-ne di persone che,uscendo dalla SantaMessa si sono ordinata-mente messe in filadavanti al gazebo perapporre la propria, nonso quanto consapevole,firma. Quanta tristezzanel vedere così strumen-talizzato e “offeso” l’inse-gnamento di Gesù, cheha predicato fino allamorte l’amore verso gliultimi, i più poveri e gli

indifesi e ha cacciato dal tempio ric-chi, potenti e mercanti!!

Mi aspetto dal Partito Democraticopiù convinzione nel denunciare que-ste “brutture”, mi aspetto dal PartitoDemocratico una difesa più convinta

della laicità dello Stato e anche, purse garantendo il sacrosanto diritto dicritica, una difesa più forte delleIstituzioni europeee e internaziona-li.E personalmente mi aspetto dallagerarchia Cattolica Italiana qualchevoce un po’ più forte e convinta neldifendere la sostanza dei valori edel messaggio cristiano in cui perso-nalmente credo e mi riconosco: chebrutta impressione sentire un AltoPrelato “offendere” le istituzionieuropee accusandole di “toglierci ilCrocifisso e di lasciarci la zucca”.Ma che vogliamo fare? Imbracciamotutti lo spadone dell’Alberto daGiussano e ci mettiamo a distrugge-re la nostra casa comune che, forseil buon prelato dimentica, più che dizucche, si è occupata di garantire lapace e la stabilità in Europa dallafine della II guerra mondiale adoggi?

Caro PD, torniamo a far sentire altala nostra voce anche contro questecose, senza paura! Ora basta con le discussioni suorganismi e organigrammi: siamotutti Democratici e insieme ripren-diamo a lottare per affermare lasana politica ed i valori in cui tutticrediamo.

I SIMBOLI E I FATTI:LAICITÀ E TOLLERANZARiflessioni dalla valle del Serena

Marco Crozza

Un Circolo che sostiene l'attivitàAMMINISTRATIVA dei nostriConsiglieri Comunali. Il Circolo èdistinto rispetto al gruppo consiliare;deve garantire collaborazionecostante: sostendo i consiglieri nellapreparazione dei consigli comunali,partecipando al preconsiglio, garan-tendo il coordinamento con le com-missioni, cercando il confronto con i

gruppi consiliari delle altre forzepolitiche di opposizione e creando lecondizioni per la condivisione contutto il Circolo di quanto emerso inConsiglio.

Un Circolo che si prep ara fin daora alle amministrative del 2014 ,in modo che - ad esempio - chi entrain lista lo faccia non solo sulla base

della buona volontà, ma di idee con-divise, di conoscenza del funziona-mento della macchina comunale,ecc.Un Circolo - in sintesi - che conchiarezza, trasp arenza, partecip a-zione, faccia innamorare tutti (tes -serati, volont ari, elettori e poten -ziali elettori) del fare politica e delfarla col PD.