la terapia palliativa nel paziente oncologico geriatrico interventi farmacologici e non...
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LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICO
Interventi farmacologici e non farmacologici
Dott. Domenico FuriosiResponsabile U.S. Terapia Antalgica e Cure Palliative
A.O. della Provincia di Lodi
Oncologia geriatrica: aspetti diagnostici, terapeutici e assistenzialiFondazione Madre Cabrini ONLUS Sant’Angelo Lodigiano (LO)
24- 25 maggio 2006
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOGENERALITA’1
Rischio neoplasia 22%-33 % tra 69-79 anni
Nonostante gli efficaci trattamenti disponibili i pazienti oncologici anziani sono spesso inadeguatamente trattati
Il 25%-40% sperimenta dolore moderato-intenso quotidianamente; il 26% di essi non assume analgesici e solo il 26% riceve morfina
Viene sottostimata la sensibilità al dolore degli anziani mentre in realtà incidenza,fisiopatologia e percezione non risultano modificati
Largamente diffusa la oppio-fobia
Molti pazienti e loro curanti ritiene che il dolore faccia parte dell’età avanzata
Mancano linee guida specifiche per il dolore da cancro nell’anziano (A.G.S. Panel on Chronic Pain in Older Persons 1988)
Alterazioni della farmaco-cinetica e farmaco-dinamica
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOGENERALITA’2
Indipendentemente dalla patologia, le necessità terapeutiche ed assistenziali sono comuni in particolare la sintomatologia presente risulta comune a prescindere dalla età
I pazienti geriatrici (oltre 75 anni) presentano sintomi aggiuntivi: confusione mentale,incontinenza sfinterica,alterazione di vista e udito,vertigini, tosse
Ricevono meno supporti sanitari ed assistenziali
Compresenza di altre patologie responsabili di sintomi disabilitanti
Compliance ridotta
Complessa la valutazione del dolore per alterazione stato cognitivo, deficit sensoriali,depressione, comorbilità
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOMALATO TERMINALE
NON ESISTONO TERAPIE EFFICACI NEL PROLUNGARE LA VITA (EACP)
LA MORTE, COME CONSEGUENZA DELLA MALATTIA, E’ IMMINENTE
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOFASI CLINICHE DELLA MALATTIA INGUARIBILE
FASE OBBIETTIVO TOSSICITA’TERAPIE IDRATAZIONE
NUTRIZIONE
__________________________________________________________________
Curativa sopravvivenza anche elevata si se necessario
Palliativa QdV bassa solo migliorare QdV
Terminale QdV assente no
QUALITA’ DI VITA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICO
• Meglio parlare di valutazione dell’impatto della malattia e delle terapie sulla qualità della vita piuttosto che di valutazione della qualità della vita
• Stato funzionale: capacità di lavorare,di gestire il tempo libero,self control
• Concomitanti effetti fisici
• Concomitanti effetti psicologici: ansia, depressione,aggressività,sessualità
• Interazione sociale: ruolo sociale, relazione con gli altri e lo staff di cura
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOGESTIONE DEI PROBLEMI CLINICI
PER SINTOMI
PER QUADRI CLINICI
PER PATTERN TEMPORALI
PROGRESSIONE E LOCALIZZAZIONE MALATTIA
PER…
IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICOE’ IL CARDINE DEL TRATTAMENTO
DEL DOLORE ONCOLOGICO, VI SONO SUFFICIENTI CONOSCENZE ED
ESPERIENZA CLINICA PER SOSTENERE LA SUA APPLICAZIONE A TUTTI I MALATI DI
CANCRO AFFETTI DA DOLORE
Dr. K. M. Foley
Memorial Sloan - Kettering Cancer Center
New York - USA
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICO
Mutazione degli enzimi metabolici: concentrazioni seriche
Mutazione recettori oppioidi: efficacia clinica
Polimorfismo gene della multi-resistenza farmacologica: efficacia clinica
IL DOLORE E’ UN SINTOMO
LA TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICODOLORE
Il trattamento deve essere personalizzato
Scaletta analgesica OMS
Dosaggi e schemi semplici: un farmaco alla volta e titolazione lenta
Farmaci a breve emivita
Oppioidi nel dolore moderato-severo
Somministrazione ad orari fissi ed al bisogno
Via orale, rettale, transdermica,sottocutanea, NO IM
Monitoraggio degli effetti collaterali , trattamento di supporto, prevenzione, rotazione oppioide e via di somministrazione
Approcci invasivi solo se necessari
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
• Alleviare il dolore a riposo
• Alleviare il dolore in posizione eretta e durante le attività
• Aumentare le ore di sonno
• Migliorare la qualità di vita
LA STRATEGIA TERAPEUTICA • Il dolore da cancro è controllabile nell’80-90% dei
casi• La terapia se iniziata precocemente è facile da
gestire• La terapia non sempre va prescritta o eseguita da
un terapista del dolore
• Si può controllare agevolmente il dolore utilizzando appena 4 o 5 analgesici
Quando trattare il dolore da cancro?
tollerabile non tollerabile
0% --------- 50% --------- 100%
no si in fase
precoce
Valutazione del dolore• Credere al racconto del paziente• Valutare l’intensità del dolore• Raccogliere un’accurata anamnesi del dolore• Valutare la situazione psicologica del paziente• Eseguire un esame obiettivo• Mettere a punto il trattamento• Verificare quotidianamente i risultati
Impariamo a misurare il dolore
• Così come misuriamo la pressione
• Così come misuriamo il battito
• Così come misuriamo la temperatura
Come si misura il dolore?
• Scala unidimensionale NRS impostata su un punteggio numerico da 0 a 10 , dove zero rappresenta assenza di dolore e dieci il massimo dolore immaginabile.
• Scale multidimensionali:
Mc Gill Pain Questionnaire, Brief Pain Inventory.
Metodi di trattamentoApproccio psicologico
• Supporto emotivo-relazionale
• Comprensione
• Compagnia
Metodi di trattamentoAzione sul processo patologico
• Radioterapia
• Terapia ormonale
• Chemioterapia
• Chirurgia
Metodi di trattamentoI Farmaci
• Analgesici
• Corticosteroidi
• Antidepressivi
• anticonvulsivanti
Metodi di trattamentoBlocco delle vie del dolore
• Anestetici locali
• Alcolizzazione
• Cordotomia
LA VIA DEL DOLORE
STIMOLO NOCICETTIVO
fibra delta paleospinotalamica fibra c neospinotalamica
TRASMISSIONE
dolore lento - cronico dolore veloce - acuto
TALAMO
PERCEZIONE
USO DEGLI ANALGESICINegli anni ottanta in diversi centri di paesi diversi fu concepito
un metodo applicativo riassunto in 5 fasi:
1) Utilizzo della via meno invasiva
2) Somministrazione ad intervalli regolari
3) Somministrazione sequenziale
4) Trattamento personalizzato
5) Scrupolosità applicativa
“IL SISTEMA DI CESSIONE TRANSDERMICA (TTS), MESSO A PUNTO
SOLO AGLI INIZI DEGLI ANNI NOVANTA, RISPECCHIA LE LINEE
GUIDA”
L’OMS E IL DOLORE ONCOLOGICO
L’OMS è impegnata nella risoluzione di tale problema sostenendo una strategia basata sui
seguenti punti chiave• Politiche nazionali a favore del trattamento del dolore
oncologico attraverso il supporto governativo all’educazione e alla disponibilità dei farmaci.
• Programmi educativi per il pubblico, il personale sanitario, i legislatori ecc.
• Modifiche delle leggi e delle regolamentazioni per migliorare la disponibilità dei farmaci, in particolar modo degli analgesici oppioidi.
• Diffusione e sviluppo (oggi anche rivisitazione) della scala analgesica a tre gradini.
La scala analgesica a tre gradini dell’ OMS
Non oppioidi - FANS dolori lievi
Oppioidi deboli dolori moderati
Oppiodi fortidolori moderati forti
La scala analgesica a tre gradini dell’ OMS
1° Non oppioidi - FANS con o senza adiuvanti per dolori lievi
2° Oppioidi per dolori lievi o moderati con o senza adiuvanti
3° Oppioidi per dolori moderati o forti con o senza adiuvanti
I FANS il primo gradino
Meccanismo d’azione: Inibiscono la sintesi delle prostaglandine bloccando le cicloossigenasi ( Cox1 e Cox2 ) centrali e periferiche, responsabili della infiammazione e causa della sensibilizzazione dei nocicettori. Vengono considerati analgesici periferici con blanda attività centrale. A causa degli effetti collaterali, la terapia non dovrebbe essere protratta oltre i 10 giorni.
Es. Ac. Acetilsalicilico, Ibuprofene, Ketorolac, Diclofenac ecc.
Analgesici non oppioidiil primo gradino
il paracetamolo
Meccanismo d’azione: Il Paracetamolo diversamente dai FANS, è dotato di una spiccata attività inibitoria sulle cicloossigenasi cerebrali ma non inibisce la sintesi periferica delle prostaglandine. Il P. possiede una potenza analgesica paragonabile all’acido acetilsalicilico e risulta essere un efficace analgesico quando utilizzato per dolore di origine non infiammatoria.
KETOROLACDosaggio• IV/IM 30mg (0.5 mg/Kg) ogni 6 ore, dose max 120 mg/die ( 30mg IM
di Ketorolac = 9 mg di morfina ) • PO 10-20mg poi 10mg ogni 4-6 ore
Farmacocinetica• Inizio dell’azione: IV, < 1 min. IM, < 10 min. PO, < 1 ora• Picco d’effetto analgesico : IV, IM, PO, 1-3 ore• Durata d’azione analgesica: IV, IM , PO, 3-7 ore
Effetti collaterali• Soffocamento, cefalea, dispepsia, nausea, edema, Ulcere
gastrointestinali, acidosi metabolica, palpitazioni
Antidoto• Nessuno
PARACETAMOLODosaggio• PO, 1000mg (6-12 mg kg) ogni 6 ore, dose max 4g die
Farmacocinetica• Inizio dell’azione analgesica: PO, 5-30 min.
• Picco d’effetto analgesico: PO, 0,5-2,0 ore
• Durata d’azione analgesica: PO, 3-7 ore
Effetti collaterali• Anemia, danno renale, disturbi gastrointestinali, cianosi,
metaemoglobinemia, necrosi epatica, nausea, vomito, dolore addominale, eccitazione, delirio, ipotensione, ecc.
Antidoto• N-acetilcisteina: PO 70mg ogni 4 ore per 17 dosi
Analgesici oppioidi minori il secondo gradino
Meccanismo d’azione: Sono dotati di debole azione agonista sui recettori
degli oppioidi ( Gli agonisti endogeni sono le Endorfine e le Encefaline ).
esempio
Tramadolo: Inibisce anche (come gli antidepressivi) il re-uptake della serotonina: azione combinata.
Codeina: Deve la sua attività analgesica alla demetilazione epatica in morfina (10% della dose), è di solito associata
al Paracetamolo.
TRAMADOLODosaggio• PO, 50-100 mg ogni 4-6 ore, dose max 400 mg
( 50 mg Tramadolo = 60 mg Codeina = 18 mg Morfina )
Farmacocinetica• Inizio dell’azione: PO, < 1 ora• Picco d’effetto: PO, 2-3 ore• Durata d’azione: PO, 3-6 ore
Effetti collaterali• Convulsioni, depressione respiratoria, apnea, morte
Antidoto:• Naloxone• Trattare le convulsioni con barbiturici o benzodiazepine. Il rischio di
convulsioni è accresciuto con il naloxone
CODEINADosaggio• PO, IM, IV, SC, 15-60 mg ( 0,5 mg/kg ) ogni 4 ore,
dose max 240 mg/die
Farmacocinetica• Inizio dell’azione: PO, 15-30 min
• Picco d’effetto: PO, 30-60 min
• Durata d’azione: PO, 3-6 ore
Effetti collaterali• Sonnolenza, coma, arresto respiratorio, apnea, aritmia cardiaca, acidosi
combinata respiratoria e metabolica, collasso cardiocircolatorio, arresto cardiaco, morte
Antidoto• Naloxone IV, IM, SC, 0,4-2 mg. Ripetere la dose ogni 2-3 minuti fino ad un
massimo di 10-20 mg
Analgesici oppioidi maggiori il terzo gradino
Meccanismo d’azione:
Sono dotati di elevata attività agonista sui recettori degli oppioidi (Gli agonisti endogeni sono le Endorfine e le Encefaline ).
esempio
Fentanyl: Azione selettiva sui recettori mu-(delta)
Morfina: Azione sui recettori mu1-mu2-k1-k3-delta
Metadone: Azione sugli stessi recettori della morfina
Antagonista: Naloxone
FENTANYLDosaggio e Farmacocinetica• TTS 25-300 mcg/h. Iniziale 25-50 mcg/h. Ogni applicazione
transdermica fornisce 72 ore di distribuzione analgesica sicura. Le concentrazioni terapeutiche non sono raggiunte fino a 12-24 ore dopo l’applicazione iniziale. Il dosaggio iniziale puo’ essere accresciuto dopo 3 giorni
Effetti collaterali • Sonnolenza, coma, arresto respiratorio, apnea aritmia cardiaca, acidosi
combinata respiratoria e metabolica, collasso cardiocircolatorio, arresto cardiaco, morte
Antidoto • Naloxone IV, IM, SC 0,4-2,0 mg. Ripetere la dose ogni 2-3 minuti
fino ad un massimo di 10-20 mg
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOMORFINA NEL DOLORE DA CANCRO: EAPC RACCOMANDAZIONI 1
Oppiode di prima scelta nel dolore moderato/severoVia orale: pronta per titolazione, retard per
mantenimentoTitolazioneSe dolore anticipa, aumentare la singola doseModifica dosaggio dopo 48 ore se necessarioSe dose ogni 4 ore raddoppiare quella seraleVia sottocutanea se non praticabile la via oraleRapporto dose sc-ev versus os è 1:2-3Se richiesta somministrazione continua usare via sc
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICO MORFINA NEL DOLORE DA CANCRO: EAPC RACCOMANDAZIONI 2
Infusione ev se: già presente accesso venoso,edema generalizzato,eritema ascesso sterile piaghe,disordini della coagulazione,scarsa circolazione periferica
La via buccale, sublinguale, nebulizzazione, non offrono vantaggiFentanil trans-mucoso (Actiq) efficace per il breakthrough painAdeguata analgesia senza eccessivi effetti collateraliSe effetti collaterali prima della analgesia: rotazione oppioidi e/o
cambio via somministrazioneIdromorfone/ossicodone sono efficaci alternative orali alla morfinaMetadone efficace alternativa ma riservato a specialistiFentanil transdermico efficace alternativa alla morfina orale o alla
infusione sottocutaneaSomministrazione intraspinale con AL e/o clonidina se effetti avversi
intollerabili nonostante uso ottimale per via sistemica
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOTRATTAMENTO DEGLI EFFETTI AVVERSI DELLA MORFINA
Rotazione oppioidiCambio via di somministrazione sistemicaRiduzione della doseDistinguere tra effetti avversi, comorbilità,interazione farmacologicaNausea e vomito: metoclopramide, haloperidolo, proclorperazina, dimenhydrinato,
phenothiazine, scopolamina transdermica, cisapride, ondasetron, desametazoneStipsi: senna,naloxone orale,docusate,bisacodyl. Phenophthaleina, lattulosioSedazione: amphetamine psicostimolanti(Destroanfetamina, Metilfenidrato, Pemolina)Alterazioni cognitive: Aloperidolo, BenzodiazepineMioclonie: baclofen, diazepam, clonazepam,midazolam, acido valproico, dantrolene sodicoPrurito: antistaminici, paroxetina,naloxone
Se uso di FANS associati al morfinico:Gastroprotezione: misoprostolo ( Cytotec), uso Cox-2 inibitori
MORFINADosaggio• PO, 10-60 mg ogni 4 ore. Somministrare regolarmente, non al bisogno
con incrementi del 25-50% ogni 8-24 ore fino ad ottenere un’analgesia adeguata. PO-ritardo, 15-200 mg ogni 8-12 ore. IV lento, 2,5-15 mg in 4-5 minuti. IM/SC 2,5-20 mg ogni 4 ore
Farmacocinetica• Inizio d’azione: PO, 15-60 min ; PO ( ritardo ), 60-90 min ;
IV, < 1 min ; IM, 1-5 min ; SC, 15-30 min
• Picco d’effetto: PO, 30-60 min ; PO ( ritardo ), 1-4 ore ; IV, 5-20 min ; IM, 30-60 min ; SC 50-90 min
• Durata d’azione: PO ( ritardo ), 6-12 ore ; IV/IM/SC, 2-7 ore
MORFINA
Effetti collaterali• Sonnolenza, nausea, vomito, stipsi, coma, arresto respiratorio, apnea,
aritmia cardiaca, acidosi combinata metabolica e respiratoria, collasso circolatorio, arresto cardiaco, morte
Antidoto• Naloxone IV, IM, SC 0,4-2 mg. Ripetere la dose ogni 2-3 minuti fino
ad un massimo di 10-20 mg
GLI AGONISTI PARZIALI BUPRENORFINA
Meccanismo d’azione: Parziale stimolazione dei recettori mu e delta, azione di blocco sui k
• La buprenorfina produce effetti simili a quelli determinati dagli agonisti puri ma in maniera meno pronunciata. Da un certo momento in poi, dosi maggiori non si traducono in un aumento dell’attività analgesica, si ottengono invece incrementi degli effetti collaterali; tale fenomeno prende il nome di “Effetto tetto”.
• L’utilizzo degli agonisti parziali è limitato, infatti non compaiono nell’elenco dei farmaci consigliati, ( per il trattamento del dolore da cancro ), dalle linee guida di pratica clinica nella terapia del dolore dell’ Agency of Health Care Policy and Research ( AHCPR ).
• E’ consigliabile un Wash-Out da buprenorfina prima di proseguire il trattamento con
oppioidi diversi privi di effetto tetto.
GLI ADIUVANTI
Gli adiuvanti l’analgesia essenzialmente sono:
CORTICOSTEROIDI Betametasone, Prednisone ecc.
ANTICONVULSIVANTI Carbamazepina, Gabapentina ecc.
ANTIDEPRESSIVI Amitriptilina ecc.
Tali farmaci essenzialmente sono:
ANTIEMETICI Metoclopramide, aloperidolo GASTROPROTETTORI Misoprostol, PPI
LASSATIVI Senna, Bisacodile
FARMACI PER LA GESTIONE DEGLI EFFETTI COLLATERALI
CORTICOSTEROIDI
Questi farmaci possono essere utilizzati nella cura del dolore da cancro per la loro attività analgesica, antiinfiammatoria, come stimolanti l’appetito e per migliorare il tono dell’umore. Vengono particolarmente adoperati in specifiche situazioni cliniche per il loro effetto antiedemigeno.
Betametasone : PO, 0,5 mg 3 volte/die
Prednisone : PO, 5 mg 3 volte/die
ANTICONVULSIVANTII farmaci anticonvulsivanti, sono dotati di azione stabilizzante sulla membrana neuronale e di attività anti GABA; sono generalmente utilizzati nel trattamento di dolori correlati al danno dei nervi. Vengono alleviati i dolori associati ad invasione neoplastica dei nervi, con neuropatia ( dolore lancinante ) ed alcune sindromi di dolore centrale o di dolore postamputazione
Carbamazepina : PO, 100 mg 2 volte al giorno
Gabapentina : PO, 100-400 mg 3 volte al giorno Lamotrigina : PO, 25 mg al mattino ( La dose
puo’ essere aumentata dopo due settimane a 50 mg )
PREGABALIN – LYRICA 150-300 Mg die in 2 somministrazioni
ANTIDEPRESSIVI
Gli antidepressivi triciclici bloccano i canali del sodio nella sede delle scariche ectopiche. Hanno dimostrato di possedere proprietà analgesiche, questi sono generalmente utilizzati negli stati dolorosi di tipo neuropatico correlati alla neoplasia e nel dolore neoplastico complicato da depressione o insonnia. E’ prudente iniziare la somministrazione solo dopo aver aggiustato la posologia di un oppioide. L’analgesia è generalmente evidente entro una settimana
Amitriptilina : PO, 10-25-50 mg/die alla sera
Gli adiuvanti nel dolore neurogeno da cancro
• Triciclici : Nel dolore neurogeno continuo e in quello lancinante
• Antiepilettci : Nel dolore neuropatico periferico lancinante
• Gabapentina: Plessopatie, dolore neurogeno centrale, sindrome da arto fantasma
• Lamotrigina : Dolore da deafferentazione centrale ( intermittente e continuo )
• Steroidi : Dolore da compressione nervosa periferica e da compressione peridurale del midollo spinale
Principi per la somministrazione di analgesici
• Utilizzare, se possibile, farmaci che abbiano un’emivita breve
• Prescrivere un farmaco alla volta
• Iniziare con dosi basse
• Somministrare ad intervalli regolari
• Essere consapevoli della possibilità di effetti collaterali
• Perseverare nei tentativi farmacologici per un adeguato periodo di tempo
Approccio razionale al dolore: Regole pratiche, 1° step
• Alla comparsa del dolore vanno somministrati ad intervalli regolari FANS per un periodo massimo di sette-dieci giorni.
• Possono essere associati, eventualmente e secondo i casi, farmaci adiuvanti.
Approccio razionale al dolore: Regole pratiche, 2°step
• Quando i FANS non sono più sufficienti a controllare il dolore si introducono gli oppioidi minori, che possono essere associati a seconda dei casi agli stessi FANS e/o agli adiuvanti.
Approccio razionale al dolore: Regole pratiche, 3° step
• Quando gli oppioidi minori sono vicini ai massimi dosaggi risultando insufficienti si utilizzano gli oppioidi maggiori associati o meno ai FANS ( al bisogno per dolori incidenti improvvisi ) e/o agli adiuvanti.
COME PASSARE DAL SECONDO GRADINO A DUROGESIC
1a giornata
2a e 3° giornata
72a ora
Applicare un cerotto di Durogesic 25 mantenendo invariata la precedente terapia.
Scalare gradualmente con interventi al bisogno dello stesso analgesico fino alla sostituzione del primo cerotto.
Valutare l’effetto analgesico ottenuto quindi confermare o incrementare il dosaggio di Durogesic.
COME PASSARE DA MORFINA A DUROGESIC: il dosaggio
Morfina fino a 60 mg/die.
Morfina fra 61 e 90 mg/die.
Morfina fra 91 e 120 mg/die
Morfina fra 121 e 180 mg/die
Durogesic 25
per dosaggi superiori vd. tabelle di conversione
Durogesic 50
Durogesic 75
Durogesic 100
FANS al bisogno per dolori incidenti improvvisi.
COME PASSARE DA MORFINA A DUROGESIC: lo shift
1a giornata
2a giornata
3a giornata
72a ora
Applicare un cerotto di Durogesic avendo cura di mantenere invariato il dosaggio di morfina
Scalare gradualmente fino al dimezzamento del dosaggio di morfina
Interventi al bisogno fino alla sostituzione del primo cerotto.
Valutare l’effetto analgesico ottenuto quindi confermare o incrementare il dosaggio di Durogesic.
DurogesicModalità di “shift”
Morfina* a
dosaggio pieno
t
Durogesic
Morfina* a
dosaggio dimezzato
* O altro analgesico
1a giornata 2a giornata 3a giornata
Interventi al bisogno
Durogesic
DOLOREDA CANCRO
NON OPPIOIDI FANS
PARACETAMOLOPO 0,5- 1 g x 3 / die
KETOROLACPO-IM10-30 mg x 4 / die
DICLOFENACPO-IM50-75 mg x 3 / die
OPPIOIDI MINORI
TRAMADOLO *PO-IM50-100 mg x 4 / die* con o senza FANS
CODEINA **PO 30-60 mg x 3 / die** conPARACETAMOLO
OPPIOIDI MAGGIORI
FENTANYLTTS25-300 mcg/h ogni 72 hhcon FANS al bisogno
MORFINA SOLFATOPO 10-60 mg x 4 / diecon FANS al bisogno
ANTIDEPRESSIVI - AMITRIPTILINA Per Os da 5 a 75 mg / dieADIUVANTI ANTICONVULSIVANTI - CARBAMAZEPINA Per Os da 100 a 400 mg / die - GABAPENTINA Per Os da 300 a 400 mg / die CORTICOSTEROIDI - BETAMETASONE Per Os 0,5 mg x 3 / die
SUPPORTOPSICOLOGICO
PRATICHEANESTESIOLOGICHEE NEUROCHIRURGICHE
FLOW CHART DI TERAPIA DEL DOLORE DA CANCRO
DUROGESIC - Dosaggi disponibili
Dimensioni del cerotto Contenuto Dose (cm2 ) (mg) rilasciata in mcg/h
10
20
30
40
2.5
5.0
7.5
10.0
25
50
75
100
FENTANYL
• Oppioide sintetizzato nel 1960
• Agonista dei recettori • Azione analgesica 75-100 volte maggiore della
morfina
• Indice terapeutico 4 volte più elevato della morfina
• Breve durata d’azione
Fentanyl
TTS (Therapeutic Transdermal System):
Sistema transdermico (cerotto)
a rilascio sistemico continuo
nell’arco delle 72 ore successive
all’applicazione
DUROGESIC(Fentanyl TTS)
• Dopo l’applicazione del cerotto, fentanyl si concentra nell’epidermide;
• nella circolazione sistemica si ritrova circa il 92% della dose;
• le concentrazioni plasmatiche di fentanyl risultano proporzionali alla dimensione del cerotto.
Farmacologia
Meccanismodi rilascio transdermico
Strato di sostegno esterno Riserva del farmaco
Membrana di rilascio
Cute
Adesivo di
contatto
Strato corneo
Derma
Tessuto sottodermale
Microcircolazione cutanea
Circolazione sistemica
Epidermide
Sistema di rilascio
transdermico
AssorbimentoCondizioni normali
Né la temperatura della cute né il flusso sanguigno influenzano l’assorbimento di fentanyl dal cerotto.
Gupta et al., J Pain Symptom Manage 1992; 7 (Suppl): 17-26
Rung et al., Anesth Analg 1993; 76 (Suppl): 363
Ipertermia
Un aumento della temperatura corporea superiore a 40°C aumenta l’assorbimento di circa un terzo.
Southam, Anticancer Drugs 1995; 6 (Suppl 3): 29-34
Età e farmacocineticaAssorbimento
L’età aumenta significativamente il tempo d’inizio
del plateau plasmatico di fentanyl
(9.2 vs 16.3 ore; p=0.001)
Thompson et al., Proceed British Pain Soc Meet, 1996
Metabolismo di fentanyl• Nessun metabolismo cutaneo
• Epatico, con produzione di tre metaboliti non attivi:
* Norfentanyl per N-dealchilazione
* Idrossipropionil fentanyl per idrossilazione
* Idrossipropionil norfentanyl per idrossilazione
Dopo la rimozione del cerotto, t1/2 è di 13-25
oreBell et al., Can J Anaesth 1989; 36: 116-117
Questi valori sono 2-3 volte maggiori di quelli ottenuti dopo somministrazione e.v.
Valvel et al., Anesthesiology 1989; 70: 928-934
Eliminazione
L’emivita di fentanyl dopo rimozione del cerotto è
significativamente maggiore negli anziani
(43.1 vs 20.0 ore; p<0.05)
Estéve et al., Anesthesiology 1991; 75 (Suppl): A 705
Età e farmacocineticaEliminazione
Rilascio controllatoC onvenzionale
tempo
sottodosaggio
sovradosaggio
dolore
sedazionee altri effetti collaterali
con
cen
traz
ion
eSomministrazione convenzionale vs rilascio
controllato (Fentanyl TTS)
intervallo terapeutico
VANTAGGI del TTS vs la via ORALE
• Effetto di primo passaggio nel tratto gastrointestinale
• Uso possibile in caso di nausea e/o difficoltà alla deglutizione
• Intervallo delle somministrazioni: 72 ore
• Metodo non invasivo
• Nessun rischio di infezione
• Nessuna apparecchiatura necessaria
VANTAGGI del TTS vs la via PARENTERALE
• Metodo non invasivo
• Senza effetto picco-valle
VANTAGGI del TTS dal punto di vista del MEDICO
• Monitoraggio del paziente meno stressante
• Interventi meno frequenti
• 72 ore di controllo continuo del dolore
VANTAGGI del TTS dal punto di vista dell’INFERMIERE
• Facile da usare
• Eliminazione dell’ansia da somministrazioni frequenti
• Sonno ininterrotto
• Libertà di movimento
• Né iniezioni, né catetere fisso
VANTAGGI del TTS dal punto di vista del PAZIENTE
TollerabilitàEffetti respiratori
• Rischio di ipoventilazione analogo alla morfina
• Aumenta a concentrazioni >2 ng/ml
• In pazienti con deficit respiratori funzionali
• In corso di terapie attive sul S.N.C.
Effetti cardiovascolari
• Incidenza di bradicardia < 1%
Tollerabilità: effetti respiratori
Fentanyl TTS è potenzialmente pericoloso nel
trattamento del dolore post-operatorio in pazienti
naive agli oppioidi.Sandler et al., Can J Anesth 1991; 38: A 114
Questo non è vero per il trattamento del dolore nei
pazienti oncologici.Miser et al., Pain 1989; 37: 15-21
Effetti collaterali dermatologici
• Eritema
• Prurito
• Eruzioni papulari di modesta entità e reversibili entro 24 ore dalla rimozione del cerotto
Precauzioni• In pazienti con concomitante somministrazione di
farmaci attivi sul SNC
• Broncopneumopatia cronica
• Dipendenza cronica
• Pazienti con aumento della pressione intracranica
• Insufficienza cardiaca, epatica, renale, pazienti anziani
• Guida di veicoli ed uso di macchinari
PrecauzioniIn pazienti anziani, dializzati, con insufficienza
epatica, cachettici o debilitati è preferibile iniziare con
dosaggi bassi ed è necessario il monitoraggio della
tollerabilità :
•il metabolismo può essere rallentato;
•l’emivita può essere più lunga;
•il volume di distribuzione può essere alterato;
•l’eliminazione può essere più lenta .
Modalità di somministrazione
• Applicazione su cute non irritata e glabra, non usare rasoi
• Non usare agenti irritanti (creme, oli, lozioni)
• Il sistema va pressato per 30"
• Il nuovo cerotto va applicato su un’area diversa da quella della precedente applicazione
Indicazioni pratiche
• Il sistema transdermico è stato testato per resistere in sede di applicazione per 72 ore;
• I pazienti possono tranquillamente lavarsi e fare la doccia;
• In caso di distacco, è necessario applicare un nuovo cerotto (tenendo presente i parametri farmacocinetici di DUROGESIC TTS).
Selezione della dose iniziale
In pazienti naive agli oppioidi si
consiglia di partire con la dose
più bassa:
DUROGESIC 25g/h
Selezione della dose iniziale
In pazienti in trattamento con oppioidi
deboli: convertire la dose di tramadolo
o codeina ad 1/3 della dose di morfina
p.o.:
300 mg/die tramadolo=100 mg/die
morfina=DUROGESIC 50g/h
Selezione della dose iniziale
Ricordare che:
Dose massima giornaliera di tramadolo=400
mg
Dose massima giornaliera di codeina=340
mg
In questi casi iniziare con:
DUROGESIC 50 g/h
Conversione diretta dalla morfina orale a fentanyl TTS: studio multicentrico in pazienti con dolore oncologico.
Donner et al., Pain 1996; 64: 527-534
Il rapporto di conversione ”medio” tra morfina
orale/fentanyl TTS è considerato 100:1, molti studi
clinici portano a considerare più realistico un
rapporto di 70:1.Burza et al., Clin Ter 149, 1998
morfina orale DUROGESIC30-60mg/die 0,6 mg/die (25 g/h)
61-90mg/die 1,2 mg/die (50 g/h)
91-120mg/die 1,8 mg/die (75 g/h)
121-180mg/die 2,4 mg/die (100 g/h)
Rapporto di conversione
Titolazione della dose
Aumento del dosaggio 25 µg/ora
Aggiustamento posologico ogni 72 ore
(ogni 60-48 ore solo in casi selezionati!)
DurogesicModalità di “shift”
Morfina*a
dosaggio pieno
t
Durogesic
Morfina* a
dosaggio dimezzato
* O altro analgesico
1a giornata 2a giornata 3a giornata
Interventi al bisogno
Durogesic
Interruzione del trattamento
Sono necessarie, in media, 17 ore per la
riduzione sierica del 50% di Fentanyl
sostituzione con altri oppioidi
graduale
Sovradosaggio
DEPRESSIONE RESPIRATORIA
• Rimozione del cerotto
• Stimolazione verbale del paziente
• Antagonista degli oppioidi NALOXONE
• Mantenimento di una adeguata ventilazione
• Controllo della temperatura e dei liquidi
• Controllo della volemia
Il dolore è il 5° Parametro vitale
Il dolore è una
esperienza
soggettiva
Scale di valutazione (validità e attendibilità)
Linguaggio comune
Autosomministrazione Somministrazione tramite un operatoreSomministrazione guidata
I vantaggi Migliora il rapporto personale-
paziente Supporta le decisioni
terapeutiche Le decisioni risultano
omogenee o consensuali Valutazione oggettiva
Scala numerica da 0 a 10per il monitoraggio del dolore
Regione LombardiaOspedale senza dolore
01 2
3 45 6
78
910
Le vie di somministrazione della terapia antalgica
Orale Rettale Sottocutanea Intramuscolar
e Sublinguale
Transdermica Endovenosa Peridurale Spinale Midollare
Via sottocutanea
Somministrazione del farmaco, attraverso un
ago, nel tessuto sottocutaneo
Via Sottocutanea Accorgimenti
Zone di somministrazione Segni di infiammazione Esiti di cicatrici Edema
Tempi d’assorbimento Flusso ematico Condizioni del tessuto
Via sottocutanea Complicanze
Reazioni locali Lipodistrofia Cicatrici tissutali
Effetti Collaterali (Terapia) nausea vomito sedazione confusione
Via Sottocutanea Gestione
Medicazione in asepsi Sostituzione agocannula (2gg)
Rinnovo quotidiano dei farmaci e della linea infusiva
Via Transdermica
La somministrazione del farmaco avviene con il passaggio passivo dal
cerotto attraverso la cute.
Via Transdermica
Indicazioni• Vomito• disfagia • Deficit cognitivo• Diarrea• immunodepressione
severa
Controindicazioni• edema
generalizzato• frequente cambio
di dosaggio• breakthrough-pain
Via TransdermicaVantaggi Somministrazione non invasiva Via diretta in circolo Semplice Rilascio continuo Trattamento confortevole Non alterata da nausea e vomito Accettazione del paziente Meno personale Infermieristico
Via Transdermica
Svantaggi Tempo di assorbimento Irrorazione sanguigna Liposolubilità farmaco Condizione cute edemi
Via transdermica Utilizzo in oncologia
in Italia per ora disponibili FENTANIL – DUROGESIC (disponibile
in 4 dosaggi) BUPRENORFINA – TRANSTEC
(disponibile in 3 dosaggi)
rilascio costante del farmaco 72h
ACTIQ (Pastiglie per la mucosa orale)
Via venosa
Somministrazione di farmaco direttamente in
circolo
Venosa Periferica CVC
• Tunnellizzati (Groshong; Hickman)
• Non tunnellizzati (Honh, Drums, Arrow)
• Totalmente impiantati (Porth)
Peridurale
La somministrazione di farmaco attraverso gli spazi vertebrali nel canale peridurale con l’utilizzo di cateteri
Gestione Catetere Peridurale
Medicazione in asepsi del punto di inserzione del catetere ogni 3-4 gg
Fissare con ampio cerotto anche filtro antibatterico, inserendo tra quest’ultimo e la cute una garza per evitare decubiti
Rimozione punti di sutura dopo 7gg
Gestione Catetere Peridurale
Sostituzione del filtro antibatterico una volta alla settimana
Aspirare SEMPRE prima di iniettare per valutare il corretto posizionamento o sposizionamento del catetere
Iniezione lenta del farmaco nel canale peridurale
Cosa abbiamo a disposizione
• Pompe elastomeriche• Pompe elettroniche
Pompe Elastomeriche
Sono sistemi dotati di un serbatoio di materiale elastico, protetti da una struttura esterna più o meno rigida con una prolunga anti-inginocchiamento ed una valvola regolaflusso
Pompe Elastomeriche
Pompe Elastomeriche Vantaggi
peso e dimensioni contenuti facili da usare non richiedono alimentazione nessun costo di gestione chiusi privi di allarmi
Pompe ElastomericheSvantaggi
flusso non modificabile minor precisione assenza di allarmi costi
Pompe Elettroniche
Sono apparecchiature elettromedicali di precisione per l’erogazione di soluzione e farmaci
Pompe Elettroniche Vantaggi
flusso modificabile in qualunque momento
presenza di allarmi precisione display per seguire il
trattamento
Pompe Elettroniche Svantaggi
investimento iniziale considerevole peso e dimensioni a volte elevati richiedono alimentazione (rete o batteria)
(allarmi) programmazione più complessa frequenti ricariche
Analgesia Controllata dal Paziente (P.C.A.)
il paziente può autosomministrarsi una dose di farmaco premendo un pulsante collegato alla pompa
Analgesia Controllata dal Paziente (P.C.A.)
bolo intervallo di chiusura (lock out) dose di carico dose massima di farmaco (per ora
o 4 ore)
Spinale Introduzione del farmaco nel
liquor, passando attraverso lo spazio peridurale
Pompe Spinali Totalmente Impiantabili
MECCANICHE Flusso costante
ELETTRONICHE Flusso Programmabile
Pompe Spinali Totalmente Impiantabili
Dolore ONCOLOGICO Dolore BENIGNO CRONICO Dolore da SPASTICITA’Sono costituite da Catetere Spinale (liquor)
Prolunga (sottocute)
Pompa (ipocondrio)
Pompe Spinali: Gestione ricovero ordinario (2 gg) impianto in unica seduta
sala operatoria amplificatore brillanza anestesia locale
compilazione scheda follow-up attuazione del programma terapeutico
(rifornimento pompa kit refill)
Pompa spinale
TERAPIE PALLIATIVE NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOEMERGENZE
Distinguere l’emergenza dalla urgenza
Deve essere chiara la aspettativa di vita, la consapevolezza del paziente e famigliari circa diagnosi e prognosi
Volontà del malato circa il luogo dell’exitus e disposizioni eventuali
Valutare indicazione alla sedazione terminale
Scomporre la situazione in una serie di obbiettivi raggiungibili
Chiedersi l’utilità e fattibilità di un ipotetico trattamento
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOLE EMERGENGE CLINICHE IN CURE PALLIATIVE
Compressione/ostruzione/infiltrazione di organi cavi: bronchi,esofago,vie genito-urinarie
Compressione midollare e/o della Cauda Equina
Sindrome mediastinica
Dispnea, insufficienza respiratoria
Edema polmonare acuto
Trombosi venosa profonda vs embolia polmonare
Ostruzione vie urinarie
Ipertensione endocranica
Emorragie
Fratture Patologiche
TERAPIE PALLIATIVE NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOOCCLUSIONE INTESTINALE
Sintomi possibili: vomito, dolore addominale acuto, stipsi, nausea, distensione addominale maggiore, febbre con brividi, diarrea
Aspirazione con SNG o meglio gastrostomicoIdratazioneStent?Non sospendere l’alimentazione (spuntini frequenti)BuscopanLongastatina 100-600 mcg die infusione scSoldesam 16 mg diePlasil 60-240 mg /die sc in dosi frazionateSerenase 2-5 mg /die sc in dosi frazionateLargactil 150-300 mg/die sc in dosi frazionate
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICODISPNEA
E’ UNO DEI SINTOMI PIU’ COMUNI IN FASE END-STAGE: 70% NPL POLMONE; 21%-78% SEC. VARI AA
MULTIPLI MECCANISMI TRATTAMENTO CENTRATO SUL MECCANISMO SPECIFICOEBM: SOLO OSSIGENO ED OPPIACEO EFFICACICHRONIC RESPIRATORY QUESTIONNARIEMORFINA OS SOLO SE DA SFORZO2MG EV BOLO OGNI 10-15 MINUTIINFUSIONE CONTINUA DOSE /ORA META’ DOSE STARTERBRONCODILATATORI; SEDATIVI; CANNABIS; CORTISONICISEDAZIONE TERMINALEPOSTURA;ATTIVITA’; AMBIENTE; RIDURRE L’ANSIA
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOTOSSE
OPPIODE: codeina, diidrocodeina, morfina, metadone
DESTRO-METORFANO: bronchenolo
ANESTETICI LOCALI NEBULIZZATI:
lidocaina 2% 5 ml 4 volte die
bupivacaina 0.25% 5 ml 4 volte die
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOPRURITO DA COLESTASI
In acuto: ondasetron (Zofran) 8 mg ev< oltre 50% in 2 ore
Mantenimento:ondasetron (Zofran) 8 mg x 2 die per os
granisetron (kytril) 1 mg x 2 die per os
Colestiramina (Questran) 4 mg x 4 die per os
Antagonisti oppioidi:
Naloxone (Narcan) fiale 0.4 mg
Naltrexone (Antaxone) cpr 10 o 50 mg
Se prurito da oppioidi: switching oppioidi
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOSEDAZIONE TERMINALE 1
Uso di alte dosi di sedativi per alleviare un distress fisico di grado estremo non altrimenti trattabile; non per mettere fine intenzionalmente alla vita
Prognosi: giorni o settimane
Partecipazione dei familiari alla decisione
Per pazienti “incompetenti” decisione presa da un esperto in cure palliative con la partecipazione dello staff medico
TERAPIA PALLIATIVA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO GERIATRICOSEDAZIONE TERMINALE 2
Midazolam 0.5-1.5 mg ora dopo bolo di 0.5 mgLorazepam 1-4 mg ogni 4-6 ore per os; ev infusione 0.5-1
mg oraPropofol infusione di 5-10 mg ora dopo dose bolo di 20-50
mg evThiopentale 5-7 mg/kg ev poi 20-80 mg/ora in infusione
continuaPentobarbital 2-3 mg/kg ev poi 1 mg ora infusione
continuaPhenobarbital 200 mg ogni 15 minuti sino a perdita di
coscienza poi 50 mg/ora ev o sc
La valutazione dei bisogniLa valutazione dei bisogni
Quali e quanti malati hanno bisogno di Cure Palliative?
Quali e quanti malati hanno bisogno di Cure Palliative?
N. Pz. assistiti in C.P / N. morti per cancro
nell’area di intervento del Servizio di C.P.
N. Pz. assistiti in C.P / N. morti per cancro
nell’area di intervento del Servizio di C.P.
Cataluna: 60-65% Italy: 39-67%
Robbins 1996: 48%U.S.A. 1995 (N.H.O.): 50%Higginson 1995: 25-65%
South Australia 1990: 56%
Cataluna: 60-65% Italy: 39-67%
Robbins 1996: 48%U.S.A. 1995 (N.H.O.): 50%Higginson 1995: 25-65%
South Australia 1990: 56%
La valutazione dei bisogniLa valutazione dei bisogni
N. Pz. che richiedono cure in hospice / N. morti per
cancro o altre malattie progressive
N. Pz. che richiedono cure in hospice / N. morti per
cancro o altre malattie progressive
Higginson 1995: 15-25% (cancro) 3-10% (altro)Addington-Hall 1993: 19% (cancro)
Higginson 1995: 15-25% (cancro) 3-10% (altro)Addington-Hall 1993: 19% (cancro)
La valutazione dei bisogniLa valutazione dei bisogni
N. Pz. che richiedono C.P. / N. Pz. ricoverati in ospedale
N. Pz. che richiedono C.P. / N. Pz. ricoverati in ospedale
5%-10% - James 199513% - Morize V. 1999
5%-10% - James 199513% - Morize V. 1999
La valutazione dei bisogniLa valutazione dei bisogni
Fattori legatial malato
Fattori legatial malato StrutturaStruttura ProcessoProcesso RisultatoRisultato
Qualità delle Cure Palliative
Da Stewart A.L., J.P.S.M.1999;17:93-108
Fattori legatial malato
Fattori legatial malato
Stato clinico del malato: “Case Mix”
Supporto sociale per il malato
Supporto sociale per la famiglia
Stato clinico del malato: “Case Mix”
Supporto sociale per il malato
Supporto sociale per la famiglia
Fattori legati al malatoFattori legati al malato
E’ importante valutare sia il supporto sociale individuale che la situazione
sociale dell’area di riferimento (U.P.A. Score di Jarman)
www.med.ic.ac.uk/df/dfgm/upa/whatis.htm
E’ importante valutare sia il supporto sociale individuale che la situazione
sociale dell’area di riferimento (U.P.A. Score di Jarman)
www.med.ic.ac.uk/df/dfgm/upa/whatis.htm
StrutturaStruttura
Possibilità di accedere alle Cure Palliative
Livelli di organizzazione
Disponibilità di supporti organizzati
Caratteristiche dei luoghi di cura
Possibilità di accedere alle Cure Palliative
Livelli di organizzazione
Disponibilità di supporti organizzati
Caratteristiche dei luoghi di cura
ProcessoProcesso
Appropriato uso di trattamenti
Appropriatezza dell’intervento
Continuità e coordinamento
Informazione al paziente e familiari
Comunicazione con il malato
Comunicazione con la famiglia
Appropriato uso di trattamenti
Appropriatezza dell’intervento
Continuità e coordinamento
Informazione al paziente e familiari
Comunicazione con il malato
Comunicazione con la famiglia
Media gg. di assistenzaMedia gg. di assistenza
U.K.: 15-30gg.U.S.A. 1998 (N.H.O.): 51gg.
Cataluna: 15-60gg.Emilia-Romagna 1998: 59gg.
U.K.: 15-30gg.U.S.A. 1998 (N.H.O.): 51gg.
Cataluna: 15-60gg.Emilia-Romagna 1998: 59gg.
Indicatori di processoIndicatori di processo
Appropriatezza dell’intervento Appropriatezza dell’intervento
Mediana gg. di assistenzaMediana gg. di assistenza
U.S.A. 1998 (N.H.O.): 25gg.Costantini 1999: 37.9gg.
U.S.A. 1998 (N.H.O.): 25gg.Costantini 1999: 37.9gg.
Costantini 1999: 58.7%Costantini 1999: 58.7%
Costantini 1999: 14.3%Christakis 1996: 15.6%
Costantini 1999: 14.3%Christakis 1996: 15.6%
Sopravvivenza >8gg. e <90gg.Sopravvivenza >8gg. e <90gg.
Sopravvivenza <8gg.Sopravvivenza <8gg.
Sopravvivenza >90gg.Sopravvivenza >90gg. Costantini 1999: 27%Costantini 1999: 27%
Sopravvivenza >180gg.Sopravvivenza >180gg. Costantini 1999: 15.3%Costantini 1999: 15.3%
Indicatori di processoIndicatori di processo
Appropriatezza dell’intervento Appropriatezza dell’intervento
Indicatori di processoIndicatori di processo
% di giorni di ricovero / totale giorni di assistenza in C.P. a domicilio
% di giorni di ricovero / totale giorni di assistenza in C.P. a domicilio
Smeenk F.W. 1998: 6.8%-15%Italy: 4%-9%
Smeenk F.W. 1998: 6.8%-15%Italy: 4%-9%
Indicatori di processoIndicatori di processo
N. di accessi in Pronto Soccorso durante l’ultimo periodo di vita
N. di accessi in Pronto Soccorso durante l’ultimo periodo di vita
Solomon M. 1999: riduzione significativa in pz. cardiopatici
gravissimi
Solomon M. 1999: riduzione significativa in pz. cardiopatici
gravissimi
RisultatoRisultato
Soddisfazione del malato
Soddisfazione dei familiari
Soddisfazione del malato
Soddisfazione dei familiari Qualità di vita del malato
Qualità di vita dei familiari
Qualità di morte
Qualità di vita del malato
Qualità di vita dei familiari
Qualità di morte
Alcuni elementi di qualità misurati dagli indicatori
• Grado di organizzazione dei servizi• Risposta ai bisogni di c.p. nell’area geografica di
attività del servizio • Continuità ed appropriatezza delle cure• Integrazione fra ospedale, home care e hospice • Integrazione fra servizi di cure palliative e GPs• Qualità della vita dei malati
• Soddisfazione dei familiari
C.Q.I. ProgramMerate Home palliative care service
1997-99
C.Q.I. ProgramMerate Home palliative care service
1997-99
Dati Dati
Risultati STASRisultati STAS
Risultati TIQRisultati TIQ
SatisfactionQuestionnnaires
•familiari•malati
SatisfactionQuestionnnaires
•familiari•malati
Raccolta continua di indicatori•struttura•processo•risultato
Raccolta continua di indicatori•struttura•processo•risultato
“Narrative analysis”•malati
•familiari•equipe C.P.
•G.P.
“Narrative analysis”•malati
•familiari•equipe C.P.
•G.P.
Come migliorare la Qualità delle Cure alla fine della vita?
20 cambiamenti nelle cure alla fine della vita che i medici possono fare dalla prossima settimana!
1. Quando visiti un malato, domandati: “saresti sorpreso se morisse entro pochi mesi?” Per i tuoi pazienti “sufficientemente malati per morire” dai la precedenza alle loro preoccupazioni - spesso il controllo dei sintomi, l’aiuto della famiglia, la continuità delle cure, le direttive anticipate, il supporto spirituale.2. Per eliminare paure ed ansie, i malati cronici devono capire cosa sta accadendo. Quando vedi un paziente “sufficientemente malato per morire”, parlagli, aiutalo e discuti con lui di questa possibilità.
Don Berwick 1999 www.abcd-caring.org/