la settimana n. 35 del 15 settembre 2013

20
laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Maria Bolognesi dichiarata Beata Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 35 - Una copia 1,10 - Domenica 15 settembre 2013 - (Esce il giovedì) Laica polesana silenziosa testimone di fede e di carità

Upload: la-settimana-di-adria-rovigo

Post on 16-Mar-2016

233 views

Category:

Documents


12 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Maria Bolognesi dichiarata Beata

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 35 - Una copia € 1,10 - Domenica 15 settembre 2013 - (Esce il giovedì)

Laica polesana silenziosa testimone di fede e di carità

Page 2: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

Dopo la lunga estate, pro-prio alla vigilia della ripresa per il nuovo anno pastorale, la Diocesi si sente oggi impe-gnata a celebrare la giornata di preghiera, sostegno ed aiu-to, per manifestare la propria testimonianza.

La preghieraE’ naturale che ci si sen-

ta impegnati a farlo nella preghiera, nelle oltre cento chiese, in tutte le nostre case e nell’intimo dei nostri cuori e diviene un “sentirci Chiesa unita nel lodare, ringraziare e

glorificare Dio per le grandi opere che Egli compie in noi e per noi, non solo come singoli, ma pure come comunità che si gloriano del nome cristiano”. Il pregare esprime bene la nostra fede, come risposta al Vangelo e allo Spirito che abita nei no-stri cuori. Va letto in questa prospettiva il vivere il “mi-stero che è la Chiesa”, in cui ci sentiamo una unica realtà con il Successore dell’Apo-stolo, con i nostri preti, i diaconi ed i consacrati. Ciò diviene il segno della presen-za di Dio che fa di noi, oggi,

la rivelazione del volto del Signore, ci fa sentire “pietre vive di un edificio spirituale”.

Il sostegnoL’anno pasto-

rale che sta per aprirsi ci doman-da “di vivere la fede come esperienza di un amore ricevuto e come esperienza di gioia da trasmettere ai nostri fratelli … e ci stimola a crescere nella fede per farla divenire adulta, a testimoniarla con fierezza e con gio-ia e ad annunziarla a tutte le persone che incontriamo”.... Sosteremmo con-cretamente la no-stra chiesa se sapremo dive-nire un “popolo missionario”. Questo sostegno che il nostro Vescovo chiede, domanda “di ritrovare l’entusiasmo di comu-nicare la fede”(PF 7), di supe-rare il ritenerla come un mo-mento solo personale.

Siamo una Chiesa viva e non possiamo accontentarci del passato, eroico e glorioso, che a prezzo di enormi sacri-fici ha mantenuto la fede, ha operato nella carità Oggi sa-remo capaci di sostenere la Chiesa se sapremo aprirci a rinnovare, a servirci di quan-to abbiamo a disposizione. Per conoscere Gesù Cristo e, con il suo Vangelo, farlo conoscere. Insomma sentirci evangelizzatori che animano tutto il complesso mondo in cui viviamo.

L’aiutoNon si tratta solo di un

aiuto economico da dare in questa o in quella circostan-

za, ma di acquisire la con-sapevolezza che possiamo mettere a disposizione, tem-po, capacità, testimonianza e amore, perché la prima mis-sionarietà di un popolo è la concreta realizzazione del Vangelo. Le nuove realtà – le unità pastorali, i consigli di unità pastorali e di vicaria-to e diocesani – domandano una generosità nuova e più grande. Domandano anche, il percorrere nuovi tentativi per evangelizzare tante delle re-altà che non sono più al servi-zio dell’uomo, e che talvolta sono divenute strumento di egoismo. Aiuteremo questa Chiesa – la nostra – che vive in Adria - Rovigo, se sapremo inventare con fantasia, quan-to rende liberi e realizzati i fratelli. Dio non ci farà man-care né il necessario nè il so-stegno per poter continuare ad essere Popolo di Dio.

Gianni Azzi

2 la Settimana domenica 15 settembre 2013comunità

La Parola... famiglia, giovani e poveriD i s s e

Gesù: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al pa-dre: Padre, dammi la parte del pa-trimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il fi-glio più giovane, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel biso-gno. Allora si mise a servizio di uno che lo mandò a pascolare i porci. Avrebbe voluto sa-ziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: muoio di fame! Andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si get-tò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrova-to. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musi-ca e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto am-mazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché que-

sto tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

C’è tutto: famiglia, giovani, poveri. Ma nella famiglia manca la madre; gio-vani sono i figli, ma non sono... “fratel-li”. D’Annunzio direbbe: “Sono più che nemici: fratelli”. La nostra cultura popo-lare ha un proverbio tagliente: “Fradei cortei”. Ma la storia biblica supera tutti, partendo da Caino ed Abele, Esaù e Gia-cobbe, Giuseppe e i fratelli... La pover-tà è ben rappresentata: sperperò le sue sostante, spese tutto, carestia, bisogno, fame, peccato...

Che risolve tutto (tutto? Il fratello maggiore, poi, è entrato in casa?) è il pa-dre, segno di una paternità da scrivere in

maiuscolo: Padre, Dio.

E’ com-m o v e n t e ritrovare il senso pro-fondo e de-cisivo della p a t e r n i t à

che salva in un contesto sociale in cui il padre sembra sempre più assente. Dio si propone come Padre, figura essenzia-le nella nostra umanità. Dio ha bisogno di trovare in un padre terreno chi può esprimere il suo amore infinito e divino. E’ stupendo. Ma è l’abitudine di un Dio che si fa uomo per convincerci della sua condivisione e misericordia che salva. Noi abbiamo bisogno di Dio, ma Dio ha bisogno di noi, delle nostre figure e linguaggi per farsi conoscere. Da Dio a uomo, da Uomo a uomo.

Sono cose che non possiamo capire ora, anche se navighiamo nelle alte sfere della teologia. Gilbert Le Mouël nella sua Intervista a Dio scrive: “Ebbene sì, anche in paradiso ci sono i teologi. Bisogna pure che si dia loro l’occasione di verificare di persona fino a che punto si sono sbaglia-ti. Se no, sarebbe ingiusto. Ognuno deve avere la sua possibilità, i teologi come gli altri. E ad essi sarà molto perdonato per-ché si saranno molto sbagliati”.

C’è un volto divino che è solo un riflesso delle nostre attese e dei nostri pensieri. Certo, la via della ragione è importante per conoscere Dio, ma non è né l’esclusiva né la prima in assoluto. E’ per questo che egli può essere conosciu-to altrettanto bene, anzi meglio, dai puri di cuore, dai semplici che lo cercano con animo limpido, dai giusti, dai poveri e dai bambini. Costoro avranno meno sor-prese, quando saranno davanti a lui, di tanti scribi e sapienti. Questa parabola ci insegna a dire al Padre, parlando del no-stro prossimo, non “tuo figlio”, ma “mio fratello”. Don Dante

XXIV Domenica del Tempo Ordinario - C

Tuo Figlio... mio FratelloLuca 15, 1-32

Il tema della fede deve rima-nere sempre sullo sfondo della no-stra vita. La fede è un dono, ma è anche una respon- sabilità personale e comunitaria. «La “porta della fede” che introduce alla vita di comunio-ne con Dio e per- mette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi»; così dice Benedetto XVI nella Lettera apo- stolica in forma di motu proprio con il quale ha indetto l’anno della fede. Il riferimento è agli Atti degli apo- stoli (14,27): “(Pa-olo e Barnaba) non appena furono arrivati (ad Attalìa), riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede”.

“Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato en-tusiasmo dell’incontro con Cristo... Professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici. Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui. E questo “stare con Lui” introduce alla comprensione delle ragioni per cui si crede. La fede, proprio perché è atto della libertà, esige an-che la responsabilità sociale di ciò che si crede. La Chiesa nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pub-blica del credere e dell’annunciare senza timore la propria fede ad ogni persona. È il dono dello Spirito Santo che abilita alla missione e fortifica la nostra testimonianza, rendendola franca e coraggiosa.

La stessa professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario. E’ la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede. Nel-la fede della Comunità cristiana ognuno riceve il Battesimo, segno efficace dell’ingresso nel popolo dei credenti per ottenere la salvez-za”.

E qui sta la responsabilità: il dono ricevuto non è destinato soltanto a noi perché lo conserviamo gelosamente: ci è messo fra mano dalla misericordia del Signore, perché a nostra volta lo tra-smettiamo anche con mezzi straordinari, ma principalmente con la nostra testimonianza, sia personale sia comunitaria.

Perché, come dice il Papa, sempre nel documento citato, “non possiamo dimenticare che nel nostro contesto culturale, tante perso-ne, pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo. Questa ricerca è un autentico ‘pream-bolo alla fede, perché muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio. La stessa ragione dell’uomo, infatti, porta insita l’esigenza di ciò che vale e permane sempre’. Tale esigenza costitu-isce un invito permanente, inscritto nel cuore umano, a mettersi in cammino per trovare Colui che non cercheremmo se non ci fosse già venuto incontro. Proprio a questo incontro la fede ci invita e ci apre in pienezza”.

Nella meditazione al Sinodo dei Vescovi (2 ottobre 2012) Bene-detto XVI diceva: “Quando facciamo noi la nuova evangelizzazione è sempre cooperazione con Dio, sta nell’insieme con Dio, è fondata sulla preghiera e sulla sua presenza reale. Ora, questo nostro agire, lo troviamo descritto nella seconda strofa di questo inno: «Os, lin-gua, mens, sensu, vigor, confessionem personent, flammescat igne caritas, accendan ardor proximos». Qui abbiamo, in due righe, due sostantivi determinanti: «confessio» nelle prime righe, e «caritas» nelle seconde due righe. «Confessio» e «caritas», come i due modi in cui Dio ci coin-volge, ci fa agire con lui, in lui e per l’umanità, per la sua creatura: «confessio» e «caritas»... «Confessio» è la prima colonna – per così dire - dell’evangelizzazione e la seconda è «caritas». La «confessio» non è una cosa astratta, è «caritas», è amore. Solo così è realmente il riflesso della realtà divina, che come verità è inseparabilmente anche amo-re. Il testo descrive, con parole molto forti, questo amore: è ardore, è fiamma, accende gli altri.. C’è una passione nostra che deve crescere dalla fede, che deve trasformarsi in fuoco della carità. Gesù ci ha detto: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei nche fosse già acceso!» (Lc 12,49). Origene ci ha trasmesso una parola del Signore: «Chi è vicino a me è vicino al fuoco»”.

Il Messaggio del Sinodo (. 8) risuona come eco delle parole del Papa: “L’opera di evangelizzazione non è compito di qualcuno nella Chiesa, ma delle comunità ecclesiali in quanto tali, dove si ha accesso alla pienezza degli strumenti dell’incontro con Gesù: la Pa-rola, i sacramenti, la comunione fraterna, il servizio della carità, la missione”. d. Dante Bellinati

Anno della Fede

La fede: dono e responsabilità

Domenica 15 settembre: Ore 10.30 - Rovigo, Centro Mariano: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa della B.V. Addolorata.Lunedì 16 settembre: Ore 10.00 - Polesella: incontra i sacerdoti del Vicariato di Crespino-Polesella. Ore 17.30 - Adria, Teatro Comunale, Sala del Circolo Unione: tiene una relazione sull’ enciclica “Pacem in terris” di Papa B. Giovanni XXIII.

Martedì 17 settembre: Ore 9.00 - Trento, Seminario Arcivescovile: partecipa alla riunione della Conferenza Episcopale Triveneta.Mercoledì 18 settembre: Ore 10.00 - Stienta: incontra i sacerdoti del Vicariato di Stienta. Ore 15.30 - Rovigo, Curia Vescovile: presiede la riunione del Consiglio diocesano per gli Affari Economici.Giovedì 19 settembre: Ore 9.30 - Zelarino: presiede la riunione della Commissione Catechistica Regionale Triveneta.Venerdì 20 settembre: Ore 10.00 - Castelmassa, Casa Canonica: incontra i sacerdoti del Vicariato di Castelmassa. Ore 21.00 - Rovigo, Duomo: presiede la celebrazione di apertura del nuovo Anno Pastorale 2013-2014.Sabato 21 settembre: Ore 9.00 - Rovigo, Seminario: apre l’anno pastorale 2013-2014 con i Religiosi e le Religiose; presiede la S. Messa e presenta il Programma pastorale dell’anno 2013-2014. Ore 17.30 - Rovigo, Famiglia Missionaria della Redenzione: tiene una riflessione con i componenti della Famiglia Missionaria della Redenzione e celebra la S. Messa.Domenica 22 settembre: Ore 10.30 - Adria, S. Maria Assunta: presiede la celebrazione della S. Messa e saluta la Comunità dei PP. Cappuccini che termina il suo “mandato”. Ore 19.00 - Udine, Cattedrale: presiede la celebrazione della S. Messa e festeggia il 50° anniversario del sacerdozio nella parrocchia in cui ha svolto la missione di parroco, prima di essere Vescovo di Adria-Rovigo.

Attività del Vescovo

Anno della Fede

6

Per la nostra Diocesi e per i nostri preti:la testimonianza evangelica della Beata Maria Bolognesici sostenga tutti a vivere l’Anno della fedecome occasione di impegno personaleper essere umili, semplici, sobri, miti, poveri, preghiamo.

14 SETTEMBRE - ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Per i vescovi e i presbiteri,associati al sacerdozio ministeriale di Cristo,perché in questo Anno della fedeattingano dalla Croce energie nuoveper l’annuncio del Vangelo, preghiamo.

8 settembre 2013

7

Per la Chiesa, che vive l’Anno della fede,perché riconosca in Dio il Padre amorevoleche va in cerca di ogni figlio perduto, preghiamo.

Per gli uomini di Chiesa,perché vivano l’Anno della fedecon una attenzione privilegiata ai poveri e ai sofferentie sia distaccata dalla brama di ricchezze, preghiamo.

Per tutti noi, perché in questo Anno della federiscopriamo l’urgenza di vivere il Vangelo della caritàcondividendo il pane e la vita con chi è nell’indigenza, preghiamo.

15 settembre 2013

22 settembre 2013

29 settembre

Domenica 15 settembre

Preghiera, sostegno ed aiutoper la Chiesa diocesana

Page 3: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

In questa nostra intervista al Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congrega-zione per la causa dei Santi, ci parla della figura di Maria Bolognesi e della santità.

D - Eminenza, la Chiesa ha proclama-to Beata una umile donna del Polesine, una contadina quasi illetterata. Ecco, Lei nel suo importante ruolo di Prefetto del-la Congregazione per la causa dei Santi, cosa ci può dire di questa nuova Beata?R - E’ una donna che rappresenta il meglio

della sequela di nostro Signore Gesù, e cioè povertà umiltà da una parte e ricchezza e pie-nezza di grazia dall’altra. Lei ha corrisposto con le sue doti ad accogliere la chiamata del Signore ed ha sviluppato le doti spirituali che noi riceviamo nel battesimo e cioè la virtù del-la fede, della speranza, della carità.

Ma queste virtù sono state sviluppate e vissute in lei in modo eroico, cioè in modo su-periore alla media, da suscitare stupore presso i suoi concittadini, meraviglia, contemplazio-ne e anche imitazione, perché molte persone si sono ispirate a lei e alla sua vita.

D - Maria Bolognesi non era una religio-sa, una consacrata, ma una laica; riguardo a questo aspetto cosa si può dire?R - La Beata Maria Bolo-

gnesi è un esempio straordi-nario di laica che costituisce il modello della povertà evangelica, una povertà che sembra ignoranza delle cose ma in realtà è grande sa-pienza sia delle cose terrene che delle cose celesti, quindi è veramente una maestra di spirito.

D - La Beata Maria Bo-lognesi ha vissuto una vita difficile, di soffe-renza e incomprensio-ni. E’ questa la via della santità?R - La via della santità è

originale per ogni persona. Come la nostra identità fisi-ca appartiene solo a noi, così è della santità che è diversa, come dicevano i Padri della Chiesa, la santità è unica, perché è la vita virtuosa se-condo il Vangelo.

La santità è unica; chi la riceve esprime e sfrutta questa sua dote di grazia in modo originale, ecco perché noi abbiamo grandi santi dottori della Chiesa, ma an-che molti altri santi che uf-ficialmente non sono esperti nella teologia accademica ma lo sono nella teologia di Dio, nella visione sopranna-turale delle cose.

D - Eminenza, quale si-gnificato assume oggi il proclamare una persona beata celebrando il rito di beatificazione nella Chiesa particolare che è la Diocesi?R - C’è un significato te-

ologico perché la beatifica-zione è l’inizio ufficiale del culto pubblico in loco, non è di tutta la Chiesa, è perciò auspicabile che d’ora in poi durante le celebrazioni eu-caristiche, nel canone il sa-cerdote ricordi la Beata Ma-ria Bolognesi. La canonizza-zione è invece l’estensione ufficiale a tutta la Chiesa del culto pubblico liturgico, è pertanto questa una realtà che spetta al Santo Padre.

D - Pensando alle fami-glie, ai giovani, la testi-monianza di vita di Ma-ria Bolognesi cosa può insegnare?R - Tutti i santi posso-

no insegnarci qualche cosa. Maria Bolognesi oggi può insegnare molto perché come ogni santo ci insegna a vivere bene un pizzico di

Vangelo. Ci può insegnare soprattutto a vivere di

fede, ad avere più fiducia nella Divina Prov-videnza che talvolta noi siamo talmente im-pegnati nel prevedere il nostro futuro sulla terra che non ci interessiamo del futuro in pa-radiso; invece la nostra Beata si è preoccupata di tutto questo. Il suo pellegrinaggio era una continuità tra la terra e il cielo e ci può ancora insegnare la speranza nel Signore, la carità per avere il cuore aperto, e lei faceva tutto questo con una sua straordinaria generosità verso i malati, i poveri, gli ultimi.

D - Quale può essere l’atteggiamento giusto per rivolgerci ai santi?R - L’atteggiamento giusto è il seguen-

te: i santi sono amici del Signore, prediletti, e riflettono il volto di Gesù; i santi sono da contemplare, sono da imitare, i santi sono da pregare in quanto amici del Signore affinché intervengano per le nostre necessità corpora-li, temporali e spirituali, ecco perché si hanno le grazie perché i santi possono chiedere che il Signore intervenga con generosità e miseri-cordia verso di noi.

D - Eminenza, cosa ci può dire riguardo al Beato Giovanni Paolo II che ora il mondo

attende come santo?R - Giovani Paolo II è un

grande taumaturgo, noi rice-viamo da numerosi fedeli di tutto il mondo lettere e atte-stazioni di persone che han-no pregato Giovanni Paolo II ottenendo grazie e guarigio-ni. Noi sapremo precisamen-te la data di canonizzazione il prossimo 30 settembre 2013, quando il Santo Padre nel concistoro dei santi an-nuncerà come prossimi san-ti Papa Giovanni XXIII e il Papa Giovanni Paolo II.

D - Eminenza, lei è un Sa-lesiano, figlio spirituale di san Giovanni Bosco; mi permetto di chiederle quale santo lei ama di più?

R - Certamente vivo una grandissima affezione, am-mirazione per don Bosco, e questo fin da piccolo mi sono affidato a lui in momenti dif-ficili della mia vita. Posso dire però che io sono un am-miratore di tanti santi, per-ché leggendo le loro vite tut-ti mi sorprendono per le loro virtù originali, tutti con una propria originalità; prendia-mo le grandi cime della san-tità, della Chiesa, Benedetto, Francesco, Chiara, Caterina, san Giovanni Bosco, solo per fare alcuni nomi, tutti i santi sono benefattori dell’umani-tà, anche se pregano sempli-cemente perché fanno vedere la parte sana dell’umanità e molte volte hanno un grande influsso nella società.

D - Quale messaggio acco-gliere da questo evento qual è la beatificazione di Maria Bolognesi?

R - La chiamata alla san-tità che è universale per tut-ti, per cui non solo sacerdoti, monaci, frati, suore sono im-pegnati nel cammino della santità, ma anche i laici, uo-mini, donne, grandi e picco-li, nella Chiesa abbiamo tan-tissimi esempi concreti. Tutti siamo chiamati a testimo-niare il Vangelo nella nostra condizione.

D - Eminenza, un suo pen-siero riguardo alla figura di Papa Francesco?

R - Noi tutti lo vediamo nella sua semplicità, bontà, nel suo sorriso, nella sua vi-cinanza alla gente, amato e venerato da tutti, è il Papa che il Signore ci ha donato per questo nostro tempo.

Settimio Rigolin

3la Settimanadomenica 15 settembre 2013 speciale

Intervista al Cardinale Angelo Amato

La santità è per tuttiI santi di oggi e la vocazione del cristiano. La santità di testimoni come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Page 4: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

In occasione della Natività della Beata Vergine Maria, festa che ricorre l’8 settembre, nella Parrocchia San Giuseppe di Baricetta si sono svolti, come tradizione vuole, gli anniversa-ri di matrimonio.

La cerimonia ha visto par-tecipi ben cinque coppie, per i sessant’anni Baratella Angelo e Furgato Palmina, Cappato Antonio e Pasotto Ottorina; per i cinquant’anni Dalla Villa Silvano e Passadore Maria Luisa, Zampollo Giovanni e Travaglini Rosina; per i die-ci anni Pavan Fabio e Gaion Marika, le quali hanno rinno-vato le promesse matrimoniali ancora una volta.

Infatti, al momento dell’omelia don Paolo Marcello, il parroco di Baricetta, ha mes-so in evidenza che il matrimo-nio vuol dire creare una fami-

glia e affidarsi completamente a Dio. Così gli sposi sono un messaggio di speranza per i giovani che molto spesso han-no paura del “PER SEMPRE”, simbolo di un amore dura-turo, tanto da esortarli a non avere paura e quindi vivere un amore vero.

In questa occasione, la co-munità ha partecipato attiva-mente in particolare il “Coro Vocinfesta” che ha allietato la messa con canti adatti al ma-trimonio.

La celebrazione si è con-clusa con una foto di gruppo in ricordo di questo giorno di rinnovo dell’amore eterno.

Federica Spinello

Accolto da molti fede-li e dai rappresentanti dei Gruppi ed Associazioni par-rocchiali, Domenica scorsa S.E. il Vescovo ha celebrato in Cattedrale l’Eucarestia delle ore 9,15, assistito dall’Arci-prete mons. Mario Furini e da don Luca.

La presenza del Vescovo, è stata salutata con ricono-scenza dall’Arciprete che all’inizio della S. Messa ha rivolto al Presule brevi pa-role di ringraziamento “per la grande disponibilità ed incoraggiamento dati nella

programmazione delle immi-nenti Feste Quinquennali per la Madonna del Rosario”.

All’omelia il Vescovo ha ricordato l’imminente beati-ficazione di Maria Bolognesi “evento straordinario per la nostra Diocesi di Adria-Rovigo”, soffermandosi sulla testimonianza eroica delle vir-tù della fede, della comunio-ne piena con Dio e dell’amore verso i poveri e i malati, data da una “beata” nata e vissuta nel nostro Polesine.

Poi il Vescovo, riprenden-do il saluto dell’Arciprete, ha

annunciato la solenne aper-tura delle Feste quinquennali della Madonna del Rosario che assumono quest’anno un significato particolare per la città di Adria e la Diocesi in quanto ricadono nell’Anno della Fede. Anche per questo il Vescovo ha rivolto a tutti i fedeli della nostra Diocesi di Adria-Rovigo l’invito “a farsi pellegrini ai piedi della B.V. del Rosario della Chiesa Cattedrale di Adria, per ve-nerarla in modo speciale nel-la settimana celebrativa che si terranno da domenica 29

Settembre alla domenica 6 Ottobre 2013”.

4 la Settimana domenica 15 settembre 2013polesine

sostieniediffondi

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534fax 0425.30608 - e-mail: [email protected]@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.itTipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd)Registrazione al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici.Abbonamenti 2013: Annuale ordinario per il 2013 E•47, semestrale E 28; per l’estero E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Si-chirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848CoDiCi iban:• CassadiRisparmiodiFerraraSedediRovigo: IT65H0615512200000000009277• Uff.PostaleRovigo:IT07R0760112200000006253430

amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto cor-rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità com-merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16aparola.Finanziari,legali,sentenze,ecceteraE 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.

ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Villanova del Ghebbo - Cà Nova: il Nome di MariaTra Bornio ed il centro del paese sorge un oratorio dedicato al Nome di Maria. Vi si venera una dolce Madonna su affresco. La gente della Contrada “Cà Nova” è assai legata a questa immagine di Maria e frequenta la chiesetta nei mesi di maggio, settembre e ottobre per la preghiera mariana del Rosario, la celebrazione dell’Eucaristia, accende lumi e porta fiori sostando per la preghiera personale. E’ all’interno della parrocchia, un piccolo grazioso santuario mariano. E’ preceduto da un sagrato che attutisce il rumore del traffico dalla non lontana strada. Da qualche mese funge da chiesa parrocchiale, in attesa che sia messo in sicurezza il soffitto della bella chiesa arcipretale.Raccano - Don Graziano: prete da 40 anniSabato 7 settembre, alle 18,30, don Graziano Secchiero, attualmente arciprete di Crespino, Villanova Marchesana e parroco di San Cassiano, Selva e Canalnovo, originario di Raccano ha ricordato, nella chiesa parata a festa, i 40 anni dalla sua Ordinazione sacerdotale. Proprio a Raccano l’8 settembre 1973 per la preghiera e l’imposizione delle mani di S.E. Mons. Giovanni Mocellini, diveniva prete. Accanto aveva don Gianni Azzi, don Vincenzo Cerutti e don Umberto Rizzi. Don Umberto, attuale parroco di Raccano, gli ha porto il saluto della comunità e suo personale. La corale di Polesella ha solennizzato il rito, con il canto. Don Graziano all’omelia ha chiesto la preghiera per la Pace, per nuove e numerose vocazioni e per i sacerdoti. Numerosi i fedeli presenti. La serata si è conclusa con un momento di cordiale convivialità.Villamarzana - Riprendono gli incontri di catechismoDopo la conclusione del GREST, che è stata una meravigliosa esperienza sia per i ragazzi che per gli animatori, che hanno trascorso assieme giorni impegnati, vere lezioni di vita, nella stessa settimana della “scuola”, riprendono gli incontri del nuovo anno catechistico, al sabato dalle ore 14 alle 15 e subito dopo potranno accostarsi al sacramento della Riconciliazione. L’Arciprete coglie l’occasione per raccomandare non solo la partecipazione al Catechismo, ma pure alla Messa domenicale delle ore 11.Lendinara S. Sofia - Pellegrinaggio a RomaDal lunedì 14 al giovedì 17 ottobre la parrocchia di S. Sofia di Lendinara organizza un pellegrinaggio Roma. Oltre all’Udienza del mercoledì, la comitiva visiterà le Basiliche e i luoghi più noti della Capitale. E’ ancora possibile iscriversi.Villadose - Una meta ambiziosaTra le mete che il parroco di Villadose don Carlo Marcello propone per l’imminente anno pastorale 2013 – 2014 vi è, per quanti raggiungono il 40° di Matrimonio e per don Carlo il 40° di sacerdozio, di celebrare l’anniversario, preparandosi prima e coronando la preparazione poi, con la partecipazione alla S. Messa di Papa Francesco, nella Casa S. Marta in Vaticano a Roma. Una rivisitazione del “ministero” sponsale, per trovare motivazione di fedeltà all’impegno assunto 40 anni e rinnovarlo con entusiasmo per il tempo che ancora il Signore concederà a tutti e a ciascuno.Bergantino - Fiera della Società operaia di Mutuo SoccorsoIl tempo della lunga estate polesana è caratterizzato dall’infittirsi di feste, sagre, fiere che da sempre sono l’occasione per allargare le proprie conoscenze, sostare per rinnovare le forze dopo i grossi lavori della campagna, e fare bilanci sulle attività svolte e su quando si prospetta di fare per il nuovo anno. La “Società operaia di mutuo soccorso” è una delle iniziative dei cattolici di fine 18° secolo, per venire incontro ai soci e sostenerli nelle loro necessità. I tempi sono mutati. In alcuni paesi come a Bergantino è rimasta e tra le altre iniziative anima il paese per la Fiera di settembre. I giorni 6, 7, 8 hanno visto realizzato un ricco programma di incontri, gare, feste, mostre musiche e quanto poteva far risaltare la laboriosità e la fantasia dei bergantinesi ed il loro attaccamento al paese e alle cose buone che sanno creare.Trecenta Casa S. Antonio - Mons. F. FrisonSabato 14 c. m. mons. Ferdinando Frison compie 94 anni! E’ nato a Torreglia (PD) il 14 settembre 1919. Mons. Frison è entrato, già studente universitario, nel Seminario vescovile di Rovigo, proveniente dalla parrocchia di Trecenta. Il 19 agosto 1945, veniva ordinato sacerdote nella chiesa del Seminario. A settembre era nominato vicerettore, poi insegnante e, dopo l’alluvione del novembre 1951, rettore delle stesso Istituto. Successivamente passava a guidare il Collegio Vescovile Angelo Custode, divenendone preside. Per raggiunti limiti di età, si ritirava nella propria casa nel Quartiere Commenda Est ed infine ritornava a Trecenta, nella casa S. Antonio. “la Settimana” si unisce ai tanti amici nel porgergli il più cordiale augurio.Fenil del Turco - Sr. Roberta CrepaldiDomenica 15 settembre 2013, nel Santuario B.Vergine della Navicella a Borgo Madonna di Chioggia, alle ore 15, S.E. mons Adriano Tessarollo presiede la Celebrazione Eucaristica in occasione del 50° di Professione Religiosa di Sr. M. Roberta Crepaldi, originaria di Fenil del Turco. La Congregazione Serve di Maria Addolorata con profonda riconoscenza al Padre, fonte e principio di ogni dono perfetto, si unisce alla lode e alla gioia di Suor M. Roberta e di altre consorelle nel 50° e 60° di Professione. La presenza di parenti e amici sarà la cornice più bella per tale ricorrenza. La Comunità Parrocchiale di Fenil del Turco sarà lieta di ospitare e festeggiare Suor M. Roberta Crepaldi Domenica 22 settembre 2013 durante la Santa Messa delle ore 11,00.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo ri-volto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascol-to informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, ve-nerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

Seminario diocesano- sabato 21 settembre alle ore 9.00

L’esperienza della vita consacrata in DiocesiIncontro per l’apertura dell’anno pastorale con il Vescovo

Le consacrate ed i consacrati con S.E. il nostro Vescovo in Seminario Vescovile di via Pascoli, daranno avvio al nuovo anno pastorale 2013 -2014! L’appuntamento in Seminario è ormai una tradizione, ed è un incon-tro atteso per poter consapevolmente operare in perfetta armonia con tutte le componenti della Chiesa di Dio che è in Polesine.

La loro presenzaE’ un incontro a cui guardano

tanti buoni, perché segna la fedeltà di Dio per la nostra Diocesi e perché dal carisma dei quattro Ordini Maschili - Olivetani (5 + 3), Cappuccini (14 + 8), Francescani dell’Immacolata (3 + 1) e Servi della carità – Opera don Guanella (2) - e delle 17 congregazioni femminili – Carmelitane (5), Ancelle della SS. Trinità (14), Ancelle della Carità (3), Figlie del-la carità (4), Figlie di Maria Ausiliatrice (12), Figlie di S. Maria della Provvidenza (24), Istituto N.S. del Carmelo (3), Pie Operaie di san Giuseppe (2), Sorelle della Misericordia (3), Suore Amiche di Gesù (3), Suore Carmelitane di S. Teresa di Torino (4), Suore Pastorelle (4), Suore Missionarie del lieto messaggio (2 + 2), Suore Orsoline (3), Suore Serve di Maria Riparatrici (26 + 29), Suore Elisabettine (4), Suore di Bene Tereziya (3).

I 36 Religiosi distribuiti in 7 sedi e le 150 Religiose nelle 27 case, puntellano con la loro presenza e la loro vita, l’intero terri-

torio della Chiesa diocesana.Lo Spirito ha …

L’azione dello Spirito ha anche ar-ricchito la nostra Chiesa del dono degli Istituti secolari! A Badia i “Servi della Chiesa”, a Adria le Angeline, in Rovigo ed in Diocesi, quasi 30 appartenenti alle Missionarie della Regalità di N.S. G.C.. Ancora vi è un Gruppo di Oblate di Cristo Re e tra le Associazioni laicali, la “Famiglia Missionaria della Redenzione” e le Mamme della Piccola Casa S. Leopoldo.

Dio suscita ancora…Dio suscita ancora nuove risposte alla

sua molteplice chiamata. Proprio dome-nica 15 settembre una delle giovani di Lendinara parte per il monastero delle Clarisse. Una più puntuale comunicazio-ne, potrebbe aiutarci a essere più fiducio-

si!La tappe dell’anno pastorale

Oltre all’apertura e alla chiusura dell’anno pastorale, vi sono gli ap-puntamenti mensili per i Ritiri spi-rituali a Rovigo, al Centro Mariano e a Trecenta, a Casa S. Antonio. Le giornate delle Claustrali il 21 novem-bre e la Giornata per la vita consa-crata il 2 febbraio. Quest’anno sarà celebrata il 1 febbraio, ai Cappuccini di Rovigo, per Frati e Suore e la do-menica 2 febbraio, in tutte le 109 co-munità parrocchiali, così che tutte le comunità abbiano l’occasione di ri-flettere, pregare ed impegnarsi per la vitalità della “Vita consacrata” nella

nostra Chiesa. L’auspicio è che ogni anno la Giornata venga celebrata a livello par-rocchiale, perché i cristiani si sentano coin-volti nel domandare a Dio il dono di nuo-ve vocazione e impegnati a creare il clima adatto alla loro nascita e maturazione.

Sabato 21 SettembreSabato 21 p.v. i Consacrati e le consa-

crate con il nostro Vescovo celebreranno l’Eucaristia e rifletteranno sul grande dono della vocazione che portano in cuore ed infine accoglieranno le linee operative per essere realizzatori delle indicazione del Vescovo, per essere guide generose nel for-mare tutti battezzati del Polesine in Chiesa missionaria.

Il Delegato Vescovileper la Vita Consacrata

Adria - Cattedrale

Feste quinquennaliper la Madonna del Rosario

Lo ha annunciato mons. Vescovo

Baricetta

“Non abbiate paura e vivete l’amore vero”Celebrati gli anniversari di matrimonio

Page 5: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

5la Settimanadomenica 15 settembre 2013 polesine

Costa di Rovigo

Pellegrini sulla via della Pace A piedi al Pilastrello

Domenica, 8 settembre 2013 - Tutto è iniziato l’anno

scorso quando la corale parroc-chiale “FIAT VOX” ha avuto

la brillante idea di ricuperare una tradizione ormai sopita da tempo: il pellegrinaggio a piedi al Santuario del Pilastrello.

Costa è sempre stata sensibile e fedele a questa de-vozione tanto che uno dei capitelli più frequentati del paese, sito in via Mazzini, è dedica-to alla Madonna nera di Lendinara. L’invito della co-rale alla partecipa-zione a questo atto

di devozione a Maria quest’anno ha avuto un grande consenso; hanno “camminato” 54 parroc-chiani e di questi una trentina di giovani e ani-matori.

Il ritrovo per la par-tenza è stato fissato per le 7,20 davanti alla Chiesa di S. Rocco dove la Domenica si celebra la prima Messa.

Don Daniele ha accolto il gruppo al quale ha impartito la Benedizione e consegnato il mandato da parte di tutta la Comunità parrocchiale di ri-volgere a Maria una speciale preghiera per la Pace.

Il segno distintivo del pel-legrinaggio è stato un piccolo

fiore rosso con una coccinella simboleggianti l’AMORE e l’AMICIZIA.

Il gruppo è finalmente par-tito verso la meta (10 chilometri di strada); alcune tappe hanno segnato il tragitto duranti le quali sono stati presentati, at-traverso la riflessione e la pre-ghiera, i segni del pellegrino: la mantella, la conchiglia e il bastone, un richiamo all’es-senzialità, stile di vita che il cristiano deve necessariamente assumere.

Ci sentiamo di condividere questa esperienza donandovi il testo della preghiera che abbia-mo portato a Lendinara e che in unione spirituale con tutta

la nostra Comunità parroc-chiale abbiamo rivolta a Maria, Regina della Pace: “Per interces-sione di Maria Santissima affidia-mo alla misericordia di Dio, Padre di tutti, le vittime il cui sangue si è unito a quello di Gesù. Chiediamo luce e ravvedimento per le coscen-ze di coloro che hanno la gravissi-

ma responsabilità di prendere decisioni in ogni parte del mondo. Chiediamo, infine, che cresca anche in noi un

cuore amante della pace per saper arginare gli influssi negativi che la violenza di ogni guerra diffonde anche nei nostro paese. Amen”.

Page 6: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

Alle ore 10.00 di giovedì mattina, nella chiesa del Cen-tro Mariano di Rovigo, si sono celebrate le esequie di suor M. Amabilia Meneghelli, morta martedì 3 u.s. in Casa Madre Dolores, dove era arrivata l’11 febbraio 2011.

Un ritorno desiderato per rivivere gli entusiasmi e i mo-menti della sua formazione e consacrazione.

I suoi giorni Nata il 22 aprile 1926 era

stata battezzata nella par-rocchiale di Sorgà (VR) dove abitava la famiglia. In paese rimase fino al 24 ottobre 1953, quando approdava a Rovigo nel pre – noviziato delle Suo-re Serve di Maria Riparatrici. Il 23 settembre 1954 iniziava il noviziato che coronava il 24 settembre 1955 – festa di S. Maria della Mercede – con la professione religiosa sempli-ce.

Solo il 29 settembre 1960, sempre a Rovigo diveniva de-finitivamente, suora serva di Maria riparatrice.

I suoi serviziI suoi servizi di religiosa

portano una sola etichetta: “infermiera”, a Terminillo, Nocera, Roma, Poggio di Rio e Roma S. Marinella.

Suora infermiera con la duplice missione di aiutare a curare la malattia e testimo-niare il Vangelo donando con-solazione e speranza.

Questi 55 anni di servizio hanno un solo segreto: suor Amabilia ha tenuto i suoi oc-chi sempre rivolti al Signore. Signore che amava come spo-so e curava nei fratelli.

Fra Mario nell’omelia l’ha

definita “donna – madre“ e per questo si sentiva realizzata e trae-va forza nell’aiu-tare i fratelli, come figli”.

Il commiato liturgico

E’ stato fra Mario Violin a presiedere la li-turgia esequia-le in una chiesa piena di consorelle, parenti e amici. Il Delegato vescovile ha porto la partecipazione al do-lore del Vescovo e delle Con-sacrate della Diocesi per la

morte di sr Amabi-lia e l’assicurazio-ne della preghiera di suffragio.

La celebrazio-ne esprimeva tutto l’affetto delle con-sorelle che l’hanno assistita nella sta-gione della malat-tia. Tutta la liturgia è stata animata dal canto dell’Assem-blea.

Sulla bara era stata posta una copia delle Costituzioni della Congrega-zione e una grande corona di fiori candidi.

Ga

6 la Settimana domenica 15 settembre 2013polesine

Rovigo - Ospedale civile

45° anniversario della salitaal cielo di S. Padre Pio

Lunedì 23 settembre alle ore 16,30In occasione del 45° anniversario della

salita al cielo di San Padre Pio insieme vo-gliamo ricordare e pregare con una cele-brazione lunedì 23 Settembre 2013 alle ore 16,30 nella chiesa dell’ospedale di Rovigo.

Programma:ore 16,30: Ritrovo presso la statua di San

Padre Pio; Breve introduzione; S. Rosario meditato guidato da Don Nello Castello, sacerdote che ha conosciuto e vissuto con S. Padre Pio.

Al termine tutti in processione ci portiamo nella chie-sa dell’ospedale per la celebrazione della S. Messa alle ore 17.30, presieduta da Don Nello Castello, con Mons. Daniele Peretto, Assistente Spirituale del Gruppo di Preghiera S. Pa-dre Pio di Rovigo, con i Revv. Padri dell’Immacolata e con Padre Andrea Superiore Padri Cappuccini di Rovigo.

Gavello

Gita a Siena del coro Piccole VociDal 6 all’8 settembre

Pronti?Si parte!

si rinnova an-che quest’an-no l’appun-tamento del Coro Piccole Voci che, per la terza volta consecutiva, ha deciso di trascorrere un fine settima-na all’insegna dell’amicizia.

Le coriste, i genitori ed un piccolo gruppo di chierichetti insieme a Don Adriano Mon-torio parroco della Parroc-chia Beata Vergine delle Grazie di Gavello, sono partiti venerdì 6 settembre con destinazione Siena. Gli itinerari variano ma la voglia di stare insieme, di condividere un’esperienza in-dimenticabile, è una costante che unisce i cuori di tutti coloro che attendono con trepidazio-ne il momento di partire per questo viaggio.

Ci accoglie la Toscana con i suoi borghi medioevali: Mon-teriggioni, San Gimignano; Volterra con le meraviglie del posto e la visita al laboratorio artigianale dove si lavora l’ala-bastro.

Eccoci a Siena , città d’arte e di storia: il duomo splendido nella sua imponenza; la cat-tedrale dove sono conservate le reliquie di Santa Caterina, si procede poi alla visita del-

la sua casa natale nel cuore di Siena, ci affascina il racconto della sua vocazione, del suo intenso rapporto con Dio. At-traversiamo le strette contrade, ciascuna rappresentata da un simbolo, da una bandiera, per arrivare alla magnifica Piazza del Campo che ci accoglie nella sua forma a conchiglia come se volesse dire:- Vi abbraccio tut-ti! – In questi momenti ci sem-bra di vedere, con la fantasia, un fantino che sprona il suo cavallo nella corsa attorno alla piazza, spiccano i colori delle contrade, sembra di sentire le grida d’incitamento , si respira l’emozione…qualcuno acqui-sta la bandiera della contrada vincitrice, vuole portare a casa un po’ di questa magia!

Domenica mattina nella Ba-silica dedicata a S. Francesco, il coro rende grazie a Dio per il

dono che ci ha fatto di queste splendide giornate e lo fa nel modo in cui gli riesce meglio: cantando!

Con la semplicità e la gene-rosità che solo i bambini hanno, il Coro anima la S. Messa delle ore 10,00 accompagnato alle chitarre da tre giovanissime musiciste al loro esordio!

Alla sera si fa ritorno nel nostro piccolo paese, un po’ stanchi ma carichi di energia e di rinnovato slancio.

La voglia di stare insieme, di rivivere ancora queste emo-zioni ci spinge a progettare un altro itinerario per l’anno pros-simo, nella speranza che anche chi non è potuto venire que-sta volta, per la prossima non perderà l’occasione di vivere un’esperienza davvero entu-siasmante!

Daniela Danieli

Domenica 8 settembre, fe-sta di Maria, nella Basilica di S.Maria Assunta della Tomba Elda Stoppa ha tenuto un con-certo d’ arpa con meditazioni sulla Theotokos, la Madre di Dio, la cui formella marmorea recentemente è stata infissa nel terzo pilastro a ricordare che l’originale era un tempo nella clausura episcopi adriensis ad Tumbam.

Abbiamo così festeggiato Maria assieme ai nostri frati che ci diventano sempre più cari mano a mano che si avvicina il tempo della loro partenza e abbiamo voluto con questo concerto d’arpa dire il nostro grazie per quello che ognuno di loro è nella gioiosa sequela di S.Francesco e per tutto quello

che fanno sempre sereni, aperti e disponibili. Grazie, P.Romano, P.Cesare, P.Mario e P.Valentino, per il cammino che avete fatto con noi nel Santo Viaggio della vita come fratelli, guidandoci

con forza e tenerezza. La pre-ghiera vicendevole ci unirà anche quando sarete lontani e ci aiuterà ad essere una comu-nità bella, unita che nella fede avanza verso il suo Signore. Dolcissima la musica dell’arpa di Elda a dire l’indicibile che sta nel cuore, gioiose e bellissi-me le meditazioni su Maria, la madre di Dio e nostra. Quando un peccatore giunge in cielo S.Pietro gli dice:” Tu non puoi entrare”, ma di notte Maria scende ad aprire la porta. Così Papa Francesco alle monache di Castelgandolfo e noi sappia-mo con che forza Maria vuole salvare ognuno di noi, con che facilità sa sciogliere i nodi del-la nostra vita, con quale amore delicato precede come a Cana le nostre necessità, chiedendo per noi a Gesù i miracoli. Il lungo applauso alla fine del concerto era per Elda ma soprattutto era per Maria, la piena di grazia, che ci ha regalato un’ ora di gio-ia profonda nella commozione dei cuori uniti in Gesù che si sentiva presente in mezzo a noi

Luciana Pozzati

Teen STAR di Rovigo

Corso per adolescentiNel mese di settembre

La proposta sarà rivolta ai genitori degli adolescenti in due incontri pubblici:

- il 13 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso il Teatro della Parrocchia di Pezzoli;

- il 27 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso i locali della Par-rocchia di Borsea.

Nel corso di questi incontri i tutor forniranno tutte le informazioni sull'iniziativa.

Sono invitati i soli genitori, che preghiamo anche di fare passa-parola verso parenti ed amici.

Per i ragazzi che desiderano avere notizie sarà successi-vamente programmato un ulteriore incontro.

Adria – Sala Cordella

Mostra fotograficaPer ricordare la presenza dei Frati Cappuccini

Sabato 7 settembre è stata inaugurata presso la sala Cor-della di Adria la mostra foto-grafica per ricordare la presenza centenaria dei frati Cappuccini ad Adria. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per il centenario con la collaborazione del Foto Club di Adria.

Dopo il saluto della Prof.ssa Mara Bellettato intervenuta in rappresentanza dell’Ammi-nistrazione Comunale, il Prof. Gianfranco Cordella ha illustra-to ai presenti la mostra sottoline-ando gli aspetti più significativi della vita parrocchiale nel corso dei cento anni di presenza fran-cescana.

Molto coinvolgente le parole del parroco fra Romano Ceran-tola “ripercorrere il cammino della presenza dei frati attraver-so le foto dà un senso di coin-volgimento che non è semplice-mente un andare tra i ricordi, ma un senso di appartenenza che ci rende orgogliosi della storia che il Signore ha compiuto nella no-stra comunità. Si percepisce una fede coltivata e una vitalità uma-na che si è espressa nelle forme più varie. I frati cappuccini sono stati strumento di coesione met-tendo a disposizione le loro ca-ratteristiche peculiari: l’amore a Gesù, la fraternità,l’attenzione ai poveri.”

Numerose le persone che hanno fatto visita alla mostra. Nei loro occhi oltre alla gioia nel ritrovarsi, nel riconoscere volti di un tempo anche una velata religiosa tristezza per l’immi-nente addio dell’Ordine dei Fra-ti Minori Cappuccini da Adria accompagnata da un sincero e profondo ringraziamento per il bene da loro profuso a tutta la comunità adriese.

Antonio Stoppa

Padre Romano, il Prof.Gianfranco Cordella, la Prof. Mara Bellettato e Padre Mario

Padre Cesare, Padre Valentino, Padre Romano e Padre Mario

Uno scorcio della sala

Adria - S. Maria Assunta della Tomba

Concerto d’arpa

Rovigo - Casa Dolores

Ricordo di Suor M. Amabilia MeneghelliLe esequie presiedute da fra Mario

Page 7: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

7la Settimanadomenica 15 settembre 2013 polesine

Notizie dalla Scuola di Teologia

SCUO

LA D

iOCE

SANA

PER

OPER

ATOR

I PAS

TORA

LI e

PER

CRI

STIA

NI L

AICI

di FO

RMAZ

iONE

TEOL

OGiC

A

2 0 1 3 | 2 0 1 4

(1 Pt 3,15)

DIOCESI DI ADRIA - ROVIGO

FEDERAZIONE SCUOLEDI FORMAZIONE TEOLOGICADEL TRIVENETO

FACOLTÀ TEOLOGICADEL TRIVENETO

UFFICIO SCUOLADIOCESANO

Organizzazione

Direttore

Sede delle lezioni

Orari delle lezioni

Iscrizioni

Informazioni

CON IL PATROCINIO DELLA

ASSOCIATA ALLA:

LA STRUTTURA

IL PERCORSO TEOLOGICOIN EVIDENZA: IV ANNO PERMANENTE

Il Corso di studi è triennale

I corsi sono normalmente quadrimestrali e si chiudono con esami regolari.È richiesta la frequenza alle lezioni (80%).Sono ammessi anche uditori a singoli corsi.Al termine del percorso viene rilasciato un Diploma di Formazione Teologica. È titolo di particolare idoneità per chi svolge il servizio di operatore pastorale

La SCUOLA DIOCESANA DI FORMAZIONE TEOLOGICA è un’esperienza partita nel 1974: è stata importante riferimento per centinaia di laici e di religiosi.Oggi, nell’ambito della Pastorale Diocesana, intende indirizzarsi soprattutto alla formazione di tutti quei cristiani impegnati attivamente nelle parocchie, nei gruppi e nelle associazioni.

L’ UOMO di oggi continua a ricercare un senso per la sua vita; l’incontro con altre culture e religioni lo fa riflettere; si pone domande radicali su Dio, sulla vita, mondo (I anno).

DIO Padre continua anche oggi ad incontrare l’uomo attraverso la persona del Figlio. La Rivelazione è il grande orizzonte di speranza che CRISTO continua a mostrare ai credenti (II anno):

LaLa CHIESA, comunità dei discepoli di Cristo animata dal suo SPIRITO, genera l’uomo alla fede e mostra al mondo il volto del RISORTO (III anno).

Gli OBIETTIVI della Scuola: educare al pensare cristiano favorire una pastorale di comunione rendere competente chi svolge un servizio pastorale incarnare la fede nella cultura del nostro tempo

La scelta dei CONTENUTI tiene conto: delle domande che il contesto sociale e culturale pone all’uomo di oggi e alla comunità cristiana del cammino della Chiesa Diocesana della riflessione teologica attuale

Le LEZIONI, formate da 4 unità orarie settimanali di 45’ ciascuna, inizieranno il 4 di Ottobre 2013 e termineranno il 6 di Giugno 2014.Il calendario completo con i giorni di iscrizione sarà consegnato all’iscrizione.

Rivolto a quanti hanno completato il triennio e a laici formati.

a)

b)

un triennio di base (con 18 corsi, 6 ogni anno, 120 ore di lezioni annuali)dei percorsi di approfondimento contemporanei al II e III anno, costituiti da 2 seminari/laboratori per anno (4 in tutto).

Vi diamo una breve descri-zione di quelli che saranno gli obiettivi e le finalità generali delle due materie che apriran-no il percorso del I anno della nostra Scuola di Teologia:

SACRA SCRITTURA I, INTRODUZIONE

ALL’ANTICO TESTAMEN-TO; prof. fra Luca Trivellato.

Il corso si propone di legge-re i libri dell’Antico Testamento come «vera parola di Dio» che preannunzia, narra e spiega, per mezzo degli autori sacri, «l’economia della salvezza» (DV 14).

Obiettivo del corso è di introdurre allo studio del-la Bibbia dal punto di vista storico-critico e letterario. Og-getto d’indagine sarà l’Antico Testamento attraverso una panoramica delle linee e dei

problemi fondamentali della storia d’Israele, dei legami fra letteratura e società nell’antico Israele, dei vari “generi” di te-sti o di forme espressive della Bibbia ebraica, degli ambienti, delle istituzioni e dei momen-ti tipici della vita d’Israele. Per questo saranno presentati tutti i “libri” della Bibbia ebraica: struttura, composizione e in-tenzione della forma finale di ognuno di essi.

TEOLOGIA SPIRITUALE, prof. Roy Benas

Il corso si propone: A) Offrire una panoramica

delle principali strutture della spiritualità cristiana.

B) Stimolare l’interesse ver-so la spiritualità come esperien-za fondante della religiosità in genere e della fede cristiana in particolare.

C) Presentare i principali strumenti a disposizione della teologia spirituale per uno stu-dio autonomo dell’esperienza spirituale cristiana.

Lo scopo di questo pro-gramma è offrire agli uditori una visione ampia della spiri-tualità nelle sue molteplici mo-dalità. Si aiuterà a comprendere la spiritualità come esperienza universale dell’uomo e si aiute-rà ad individuare le specificità dell’esperienza biblica e cristia-na. Si presenteranno le proble-matiche proprie della teologia spirituale in relazione alle altre discipline teologiche. Si descri-veranno alcune dinamiche del-la spiritualità come espressione dell’esperienza personale e le implicazioni ecclesiologiche, liturgiche, dottrinali e morali.

Si ricorda che è possibile iscriversi anche a singoli corsi e concordare piani di studio per-sonalizzati.

Per informazioni: Ufficio Scuola Diocesano c/o centro don Bosco, tel. 0425411568; cell.346.3395166 ;

e-mail: [email protected].; sito internet: www.teolo-giarovigo.it.

L’ufficio della scuola è aper-to dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.30; il sabato dalle 10.00 alle 12.00.

Percorso del primo anno di Scuola

Adria - Incontro delle Associazioni

Le sfide future del volontariatonel mondo che cambia velocemente

Numerosi gli interventi all'incontro promosso da Consulta e CsvIl volontariato del futuro si dovrà

adattare ad una società profondamente cambiata, ma dovrà anche sapere incidere nell'immaginario culturale e rivendicare la propria autonomia da altre istituzioni. Queste le sfide chiave emerse dal'incontro "Il futuro del volontariato", che sabato 31 agosto ha riunito ad Adria le associazioni locali, nei giorni della 19° Festa del volontariato adriese.

La città di Adria è territorio fertile per il volontariato, come ha r i c o r d a t o il sindaco, M a s s i m o Barbujani, "con 30 associazioni riunite nella Consulta del vo lontar ia to sociale e ben 120 altre a s s o c i a z i o n i operative".

Il volontariato oggi è ad un giro di boa, in un mondo che negli ultimi due decenni è profondamente cambiato, come descritto nella relazione di Luca Dall'Ara, direttore del Csv. Oggi il lavoro assorbe sempre più tempo, alle cure dei figli si sommano le cure ai genitori, con sempre meno servizi pubblici rivolti a entrambe le fasce d'età. Di conseguenza, resta sempre meno tempo libero da dedicare al volontariato. Con l'allontanamento dell'età pensionabile calano anche gli anziani che prestano servizio in associazioni. "Il volontariato non si esaurirà, ma ne uscirà trasformato - commenta Luca Dall'Ara, direttore del Csv - Una della sfide da affrontare è culturale. Dobbiamo incidere di più. Se oggi c'è maggiore consapevolezza sui temi ambientali è grazie all'associazionismo. Ma su altre tematiche siamo stati sconfitti. Se non siamo in grado di incidere nell'immaginario culturale, però, tutto ciò che facciamo è solo riparare i danni fatti da altri".

Al volontariato e in generale al nostro territorio, aggiunge Dall'Ara, servono leader, capaci di immaginare il futuro, e competenze nella gestione della principale risorsa delle associazioni: i volontari. Un altro nodo chiave, particolarmente sentito dalle associazioni, sono i rapporti con la pubblica amministrazione. Qui le associazioni devono avere voce in capitolo, per non essere considerate come semplici appaltatori, oltretutto oberati da un crescente carico burocratico.

Per Remo Agnoletto, presidente del Csv, l'accoglienza di nuovi volontari e dei giovani passa per la capacità delle associazioni di ripensarsi: "Per il futuro del volontariato dobbiamo costruire progetti e percorsi comuni in grado di aprire le nostre associazioni ai giovani e lasciare spazio di potere, di proposta e di azione capaci di coinvolgere ed ascoltare i nostri giovani".

Poi gli interventi delle associazioni Pianeta Handicap, Acat Basso Polesine e del Gruppo Comunale Volontari Protezione Civile Adria. Il rappresentante di quest'ultima, Marco Passerella, ha rimarcato l'importanza dell'accoglienza dei volontari: "Vogliamo essere una famiglia, non solo un posto in cui si vengono a fare delle cose per tre ore".

Per Fulvio Osti (Associazione Diabetici), occorre saper cambiare "senza perdere i nostri valori fondanti, quali la gratuità, la solidarietà". Aggiunge: "La tentazione di snaturare il volontariato c'è anche da parte delle istituzioni, che ci usano per i loro scopi come servitori e non come servizio". Anche Piergiorgio Braghin (Acli) vede tra le priorità un ripensamento dei rapporti con la pubblica amministrazione: "Spesso sostituiamo le istituzioni. Ho un senso di repulsione quando si rivolgono a noi persone che non hanno trovato risposta altrove". Le associazioni dovrebbero avere un'altra missione: "Il volontariato

ha la capacità di pensare e progettare, cosa che altri non hanno e che noi dovremmo sfruttare".

Infine, Sandra Bedetti (presidente dell'Aido di Adria), invita a "ritrovare i coraggio che ha avuto chi ha iniziato decenni fa" e ricorda che "quando siamo nati non c'era una legge che consentisse i trapianti. I nostri fondatori si sono battuti per questo". Proprio ad uno dei "padri fondatori" del volontariato adriese, Gigi Passadore, (foto sotto) è stato consegnato un riconoscimento dalla Consulta e dal Csv nel corso dell'incontro.

Page 8: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

specialela Settimana domenica 15 settembre 2013

8

Riportiamo il testo originale latino (nell’immagine) e la relativa traduzione italiana a margine della lettera del Santo Padre per la Beatificazione di Maria Bolognesi

Lettera ApostolicaNoi, accogliendo il

desiderio del Nostro Fratello

Lucio Soravito de Franceschi, Vescovo di Adria-Rovigo, di molti altri Fratelli nell’Episco-pato e di molti fedeli, dopo aver avuto il pare-re della Congregazione delle Cause dei Santi, con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che la Venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi, laica, sostenuta dal Vangelo della carità, divenuta serva dei sof-ferenti nel corpo e nello spirito, nell’imitazio-ne di Gesù Crocifisso, d’ora in poi sia chiama-ta Beata e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 30 Gennaio, giorno in cui è nata al cielo.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 24 del mese di Agosto, nel-la festa di S. Bartolomeo Apostolo, dell’anno del Signore 2013, primo del Nostro Pontificato.

Francesco

Domenica 8 settembre 2013

L’Angelus del Papa E’ stato per tutti commovente

ascoltare domenica otto settembre 20013 le parole pronunciate dal

Santo Padre Francesco nel corso della recita dell’Angelus in piazza san Pietro , quando ha ricordato la

Beata Maria Bolognesi.Ecco quanto ha detto il Papa: “ Con gioia ricordo che ieri, a

Rovigo, è stata proclamata Beata Maria Bolognesi, fedele laica di

quella terra, nata nel 1924 e morta nel 1980. Spese tutta la sua vita al servizio degli altri, specialmente

poveri e malati, sopportando grandi sofferenze in profonda unione con

la passione di Cristo. Rendiamo grazie a Dio per questa testimone del

Vangelo!”

Rovigo - San Francesco

Veglia di preghieraVari sono stati i momenti di preparazione alla beatificazione di Maria Bolognesi, di carat-

tere spirituale e culturale. Venerdì 6 settembre 2013 nella chiesa di san Francesco in Rovigo una Veglia di preghiera presieduta dal Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi. L’incontro si è svolto con la recita del Rosario e la lettura di brani dal diario della Beata. A conclusione della preghiera mariana il Vescovo in un breve intervento ha ricordato alcuni tratti della spiritualità e della santità della vita di Maria, soffermandosi a sottolineare il suo amore alla Chiesa, al Vangelo, a Dio, amore, ha concluso il Vescovo che poi Maria sapeva quotidianamente tradurre nell’amore ai poveri, agli ammalati, agli ultimi. s.r.

Un evento straordinario

Il riconoscimento del mi-racolo ottenuto per l’interces-sione della futura Beata Maria Bolognesi è avvenuto presso l’Ospedale di Padova, fu così che il 23 settembre 2004 il Vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, dava avvio al pro-cesso di verifica riguardante il fatto prodigioso accaduto nel 1994 per l’intercessione di una umile donna del Polesine.

Il fatto considerato prodi-gioso riguardava la guarigione di un bambino Marco Ferrari di circa due anni avvenuta nel 1994 nel padovano.

I medici avevano diagno-sticato al bambino una grave malattia, fu in questa situazione che si verificò un grave arresto cardiaco.

La nonna, la mamma ed altre persone elevarono pre-ghiere alla futura Beata Maria Bolognesi.

Il bambino si riprese, senza riportare conseguenze cerebrali lasciando stupiti i medici e in particolare i cardiologi, e la gra-vità della sua malattia iniziò a regredire.

Oggi Marco Ferrari (nella foto) è incamminato sulla via del sacerdozio.

E’ alunno di teologia presso il Seminario di Vicenza.

Beatificazione di Maria Bolognesi

La Lettera apostolica di Papa Francesco

“...d’ora in poi sia chiamata Beata”

I mezzi di comunicazione Molti sono stati servizio di informazione sulla figura e la beatificazione di Maria Bolognesi

apparsi sulla carta stampata, nei telegiornali televisivi e radiofonici, diffusi dai mezzi della co-municazione presenti nel territorio e nazionali, tra questi: Rovigo Oggi, La Voce, Il Gazzettino, Il Resto del Carlino, Avvenire. Inoltre Telechiara unitamente a Telepace ha trasmesso in di-retta tutta la celebrazione e in replica riproposta nella serata di lunedì 9 settembre 2013.

Telechiara si è avvalsa poi della importante collaborazione di mons. Bruno Cappato, re-sponsabile dell’Ufficio Stampa diocesano e direttore del settimanale diocesano La Settimana, che dai microfoni di Telechiara ha guidato i fedeli che da casa hanno seguito l’evento a comprenderne tutto il suo valore sul piano teologico, catechetico e liturgico. Mentre i fedeli presenti nella piazza hanno potuto seguire la celebrazione grazie al libretto predisposto a cura dell’Ufficio diocesano per la pastorale liturgica.

S.R.

Page 9: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

9la Settimanadomenica 15 settembre 2013 speciale

“Maria Bolognesi ha vissuto una straordinaria esperienza di comu-nione con Dio e di generosa e totale carità verso il prossimo, ma il mondo non la conosce, non la considera sua, la ignora. La Chiesa, però, madre buona e sapiente, conosce questa sua figlia e vede in lei una testimone eroi-ca del Vangelo di Cristo, la onora e la celebra”. Con queste parole il Car-dinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi ha presen-tato alla Chiesa, e alla comunità cri-stiana e civile insieme l’umile figura della Beata Maria Bolognesi.

La Chiesa che è in Adria-Rovigo ha vissuto uno straordinario evento di ecclesiale, di preghiera, di incon-tro e di gioia per la Beatificazione di Maria Bolognesi, umile e povera donna del Polesine che ha vissuto la sua esistenza segnata dalla miseria, dalla povertà, dalla malattia, dalla solitudine, persino considerata paz-za. Oltre tremila persone giunte dalle diverse comunità della Diocesi e da altre realtà del Veneto, dall’Emilia, la Lombardia, dalla Toscana ed altre ancora. La figura e l’opera di amore di Maria Bolognesi è ben conosciuta in molte parti d’Italia.

Moltissimi sono coloro hanno po-tuto toccare con mano la dedizione al prossimo, lo spirito di servizio, il coraggio, la saggezza umana e spiri-tuale e la gioia della vita della Beata. Tutti insieme nella preghiera sabato 7 settembre a Rovigo, in piazza XX Settembre, davanti all’antico e artisti-co Tempio cittadino della Beata Ver-gine del Soccorso, detta La Rotonda.

La celebrazione eucaristica di bea-tificazione è stata presieduta dal Car-dinale Angelo Amato e concelebrata da una decina di Vescovi e Abati, tra questi, insieme al nostro pastore mons. Lucio Soravito de Franceschi, Vescovo di Adria-Rovigo, i seguenti: mons. Giampaolo Crepaldi, Vescovo

di

Trie-s t e , m o n s . Adriano Tessarol-lo, Vescovo di Chioggia, il Vescovo di Vi-cenza mons. Benia-mino Pizziol. Presenti inoltre numerosi sacerdoti e religiosi, tra questi il Postulatore della Causa di Beatificazione della Bolognesi il benedettino padre Raf-faele Talmelli ed il primo Postulatore padre Tito Maria Sartori, dei Servi di Maria. Tra i fedeli numerose autorità civili a militari, i familiari e i paren-ti della nuova Beata, e gli ammalati, quelle persone alle quali ogni giorno Maria ha voluto tanto bene.

Presente anche Marco Ferrari, con la sua famiglia, il giovane vicentino che oggi ha 23 anni, alunno del Semi-

na- r i o Vescovile di Vi- cenza, frequenta il quarto anno di studi teologici pres-so la Facoltà di Teologica di Vicenza. Marco all’età di due anni circa si tro-vava in ospedale a Padova a lottare tra la vita e la morte; in quei giorni la sua mamma e la nonna si sono rivol-te a Maria Bolognesi, si sono recate a Rovigo per pregare sulla tomba della futura beata per chiedere con tutta la sua fede l’intercessione presso il Si-

gno-r e

dell’umi-le donna

del Polesine Maria Bologne-

si. Le preghiere della mamma e di

altre persone hanno permesso di salvare la vita

al suo bambino. Ha avuto inizio la celebrazione

eucaristica, il rito di beatificazione che è posto all’inizio della messa, è un momento di preghiera e di gioia molto semplice ma ricco di fede di amore. Uniti nella preghiera il vice postulatore mons. Daniele Peretto, la professoressa Giuseppina Giaco-mini, che ha dato vita al Centro Stu-di Maria Bolognesi e la signora Zoe Mantovani, che condivise con Maria l’ultimo tratto della sua vita.

Il Vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravito, si è rivolto al Cardinale affermando di aver chie-sto al Papa Francesco di iscrivere nel numero dei beati la Venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi. Ha quindi preso la parola il Postulatore padre Raffaele che ha proposto il profilo biografico della futura beata, a sua volta il cardinale ha dato lettura del-la Lettera Apostolica con la quale il Santo Padre Francesco ha iscritto nell’Albo dei Beati la Serva di Dio Maria Bolognesi. E’ stata scoperta l’immagine della Beata, il giovane Marco ha posto accanto all’altare le reliquie della Beata che sono state venerate dal cardinale. Il Vescovo Lucio ed il Postulatore hanno ringra-ziato tramite la persona del Cardina-le Amato il Santo Padre Francesco per il dono della nuova Beata. Molto commovente questo momento ac-colto da numerosi fedeli dal suono festoso delle campane e da un lungo affettuoso applauso.

I vari momenti della liturgia sono stati accompagnati dai canti e dalle musiche eseguiti dal gruppo del-le Corali Riunite e dall’orchestra di giovani studenti dei Conservatori di Rovigo e di Adria, diretti dal maestro Giorgio Mazzuccato, mentre il mae-stro Roberto Spremulli ha guidato nel canto l’assemblea.

A conclusione della celebrazio-ne eucaristica il Vescovo Lucio ha espresso parole di ringraziamento al Papa Francesco per aver accolto in un tempo molto breve la domanda di beatificazione della Bolognesi. Ha poi rivolto il suo grazie gli organiz-zatori dell’evento, ai numerosissimi volontari dell’Unitalsi, dell’Agesci, degli Scout d’Europa, dei Cavalieri del Santo Sepolcro, e di molte altre realtà del volontariato per la genero-sa collaborazione.

Settimio Rigolin

La celebrazione eucaristicaPer la beatificazione di Maria Bolognesi

sabato 7 settembre in Piazza XX settembre a Rovigo

Una grande festa di gioia e di ringraziamento

Page 10: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

10 la Settimana domenica 15 settembre 2013specialeBeatificazione di Maria Bolognesi

Diffuse attorno a se’ il profumo della sua preghiera e quello della sua carita’

L’omelia del Cardinal Angelo AmatoNel corso della celebra-zione eucaristica il Car-dinale Angelo Amato ha proposto l’omelia che pubblichiamo integral-mente qui di seguito.

1. La beatificazione di Maria Bolognesi è un gran-de dono che il Signore fa alla diocesi di Adria-Rovigo, che, come madre affettuosa, ha visto nascere e crescere nel suo seno questa donna forte e santa, oggi proposta alla con-templazione, all’ammirazione e all’imitazione dei fedeli.

Non solo la diocesi rodi-giana, ma anche la chiesa ita-liana si rallegra per la consi-stente fioritura di santità laica-le, recentemente testimoniata, ad esempio, da San Giuseppe Moscati o da Santa Gianna Beretta Molla. I santi immet-tono nel tessuto sociale ener-gie spirituali indispensabili per la crescita e la formazione anche umana dei cittadini.

Prendendo in considera-zione le beatificazioni di laici e laiche avvenute in questi ul-timi tre anni in Italia, citiamo quelle della giovane beneven-tana Teresa Manganiello, della diciottenne focolarina Chiara Badano, dell’altra diciottenne laziale Cecilia Eusepi, del ce-lebre professore universitario Giuseppe Toniolo, del gior-nalista Odoardo Focherini, morto martire nel lager nazi-sta di Hersbruck e beatificato a Carpi il 15 giugno scorso. Non dimentichiamo, poi, la canonizzazione, il 12 maggio di quest’anno, degli ottocento Martiri d’Otranto, tutti laici, in pratica tutti gli uomini del-la città di Otranto, in Puglia, dai diciotto anni in su, che sa-crificarono la propria vita per non rinnegare la loro fede in Cristo.

Questa preziosa collana di laici e di laiche, confesso-ri e martiri, attestano la forte vitalità della fede del nostro popolo, che sa discernere, ap-prezzare e anche vivere con eroismo il Vangelo di Cristo, ridimensionando o silenzian-do del tutto la vanità e la va-cuità di tanto inutile parlare. La discrezione e il silenzio dei tanti battezzati, grandi e pic-coli, uomini e donne, e delle tante famiglie che testimo-niano nella gioia, nella carità, nella laboriosità quotidiana e nella fedeltà, la loro identità cristiana, non significano as-senza o insensibilità nei con-fronti dell’odierna società, ma saggio distacco da un mondo

effimero, vuoto e sem-pre più lontano dalla saggezza evangelica e quindi sempre più disumano.

2. Lo sappiamo, i cristiani non fanno rumore, non fanno notizia. Come gli al-beri della foresta, che crescono sani e che ossigenano l’aria, i cri-stiani vivono la buona notizia del Vangelo nella discrezione e spesso nella emargi-nazione. Essi non ser-vono idoli, ma Cristo, via, verità e vita (Gv 16,4). A tale proposi-to gli antichi scrittori dicevano: «La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una cor-rente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città […] come a ciascuno è capita-to e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, essi testimoniano un metodo di vita sociale mi-rabile e indubbiamente para-dossale. Vivono nella loro pa-tria, ma come forestieri; parte-cipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria stranie-ra è patria loro e ogni patria è straniera».

Ecco qual è la situazione del cristiano nella società: ci sono, parlano, agiscono e fan-no del bene, ma non vengono apprezzati, accettati, seguiti. Eppure, questo antichissimo testo patristico, conclude con una verità lampante, indiscu-tibile e paradossale: i cristia-ni, nonostante il disprezzo, l’emarginazione e la persecu-zione, sono l’anima del mondo. Senza di loro il mondo sareb-be una giungla disumana e invivibile:

«Come è l’anima nel cor-po, così nel mondo sono i cristiani. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abi-tano nel mondo, ma non sono del mondo.

L’anima invisibile è rac-chiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mon-do, ma la loro religione è invi-sibile. La carne odia l’anima e la combatte, pur non avendo ricevuto ingiuria, perché im-pedisce di prendersi dei pia-ceri; il mondo che pur non ha

avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L’anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una pri-gione, ma essi sostengono il mondo. L’anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si cor-rompono, aspettando l’incor-ruttibilità nei cieli. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l’ani-ma si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare».

3. La celebrazione odier-na testimonia questa verità. Maria Bolognesi ha vissuto una straordinaria esperienza di comunione con Dio e di ge-nerosa e totale carità verso il prossimo, ma il mondo non la conosce, non la considera sua, la ignora. La Chiesa, però, madre buona e sapiente, co-nosce questa sua figlia e vede in lei una testimone eroica del Vangelo di Cristo, la onora e la celebra.

Dalla lettura della sua vita sappiamo che, per cinquan-tacinque anni, ella visse nella discrezione più assoluta il fidanzamento mistico col Si-gnore, secondo la parola del profeta Osea: «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore […]. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amo-

re, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu cono-scerai il Signore» (Os 2,16-17.21-22).

Maria fin da pic-cola visse l’esperienza della povertà più nera e dell’emarginazione più umiliante. È com-movente leggere que-sta sua esperienza di bambina, rifiutata dai suoi coetanei: «Spesso i bambini non mi vo-levano a giocare con loro perché ero figlia di N.N.; da sola andavo nell’orto della nonna per vedere se potevo prendere qualche far-fallina. Oh! Se Gesù avesse messo anche a me le alette, quando i bambini non mi vo-gliono con loro, volerei via più in fretta».

Ma Gesù non la emargina-va, anzi guardava con affet-to questa sua figlia povera e ignorante, che gli voleva tan-to bene e che pensava sempre a lui. Maria somigliava alle vergini sagge della parabola evangelica. Vegliava con la lampada della fede sempre accesa in attesa che lo Sposo divino bussasse alla sua por-ta e la introducesse alle nozze (cf. Mt 25,1-13).

La vita di un santo non è una passeggiata in carrozza, ma una via crucis. La vita di Maria non fa eccezione. La-vorò moltissimo, non godette mai degli agi del benessere, patì un lungo elenco di ma-lanni, subì paurose tentazioni diaboliche.

Ma non si diede mai per vinta. In casa era il sostegno dei grandi e dei piccoli; in campagna zappava, racco-glieva il frumento, le barba-bietole, faceva la legna, lavo-rava la canapa e talvolta an-dava anche a pescare. Imparò a confezionare vestiti, panto-fole, scarpette. Per se stessa si cucì un abito speciale, non “mondano”. Non disdegnava neanche le piccole opere di muratura. Dal 1943, per alcu-ne ore al giorno, raccoglieva i bambini di alcune famiglie povere per permettere ai ge-nitori di recarsi al lavoro.

Non manca di un certo umorismo una annotazione del suo diario: «Spesso vado a pescare, mi aiuto tanto per vestire i fratellini. Molti pesca-tori non prendevano pesce, io ne prendevo sempre; a volte questi pescatori mi facevano cambiare posto, loro nel mio

posto non prendevano nulla, io nel loro posto prendevo il pesce che mi necessitava, rin-graziavo il Signore ritornando a casa».

La fatica non gli faceva perdere quel suo sorriso spon-taneo e quei suoi occhi sereni, dietro a quegli occhiali pesan-ti, che la facevano sembrare una intellettuale. Maria non aveva l’istruzione del mondo, ma aveva la saggezza donata-le dal Signore, che le parlava ogni giorno, associandola alle sofferenze della sua passione e alla fiamma della sua carità.

I suoi molti carismi mi-stici non le impedirono di spendersi nella carità verso il prossimo soprattutto verso i bambini, per i quali si fece factotum, calzolaio, sarta, fa-legname e anche questuante. Erano frequenti le sue visite ai malati e l’assistenza notturna ospedaliera. Raccoglieva de-naro e generi di prima neces-sità per le famiglie indigenti. Fu vicina agli orfani, ai quali trovò buone sistemazioni presso famiglie generose o presso istituti. La sua carità si estendeva dal corpo allo spi-rito, diventando saggia consi-gliera per chi era nel dubbio, nell’ignoranza, nella tristezza.

Aiutava tutti con la pre-ghiera incessante e con la sofferenza. Alla visione del volto di Cristo sanguinante e deturpato dai patimenti, Ma-ria cercava di rispondere con l’accettazione delle afflizioni, ma anche con un atteggia-mento il più possibile gioioso, rallegrando con la sua letizia bambini, familiari e tutti gli avviliti che incontrava. Dice-va: «Gesù ho tanti peccatori che mi stanno a cuore, cro-cifiggi il mio corpo e salva i miei fratelli». Soleva ancora dire che il suo corpo era come il “cencio”, lo straccio, con il quale Gesù detergeva le col-pe dell’umanità. Accettava le umiliazioni, le malattie, i do-lori fisici e morali, i continui cambiamenti di casa come ri-parazione ai peccati altrui.

4. Come si vede, nella no-stra Beata convivevano gli atteggiamenti delle due sorel-le di Lazzaro. Maria era allo stesso tempo la contemplati-va del Cristo Crocifisso, ma anche la Marta infaticabile, operaia industriosa del Van-gelo. Diffondeva attorno sé il profumo della sua preghiera e quello della sua carità.

Come si sa, la sua vita, pur nella apparente normalità, fu

ricca di esperienze mistiche, di sogni profetici, di fenome-ni psicofisici. Ma non furono questi i segnali forti della sua santità, che, invece, si espri-meva nella pratica di una sconfinata carità verso Dio e verso il prossimo.

Si è nel giusto quando si dice che la sua spiritualità può essere chiamata spiritualità del quotidiano, fatta di confidenza in Dio, di presenza di Dio nel-le piccole vicende della vita e di obbedienza pronta e sincera alla sua divina volontà. Maria aveva una fiducia spontanea, smisurata, infantile nel Signo-re: «Non è per informarlo che dobbiamo pregare! Guarda i bambini, l’unico modello che ci ha proposto Gesù: loro non si fanno tanti scrupoli, ma vanno dalla mamma anche per una caramella. È così che ci vuole il Signore: confidenti in lui, semplici e sempre fidu-ciosi in Lui, che è Padre più buono di tutti i padri della terra. È giusto pregare per le cose grandi, ma è nelle cose piccole di tutti i giorni che si crea la confidenza vera».

5. Che cosa possiamo im-parare noi, oggi, dalla Beata Maria Bolognesi? Io credo che la risposta risieda nelle parole che l’apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani di Corinto e che oggi abbiamo udito rivolgere a noi, ai cristiani di Rovigo:

«Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secon-do la carne, non molti poten-ti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sa-pienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per con-fondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sa-pienza, giustizia, santificazio-ne e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore» (1Cor 1,26-31).

Per l’apostolo, il terreno buono per accogliere la parola del Signore e farla fruttificare, non è la scienza del mondo, ma la sapienza di Dio, da ac-cogliere con cuore semplice e umile.

È quanto fece la nostra Beata ed è quanto ella oggi ci invita a fare.

Angelo Card. Amato, SDB

Page 11: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

11la Settimanadomenica 15 settembre 2013 speciale

Paramenti Vasi sacri

Candelabri

Quadri Icone

Presepi Vesti talari

Restauro Vasi sacried Arredi

Giorno di festa e di gioia Alcuneimmaginidellabeatificazionedi maria bolognesi

Page 12: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

12 la Settimana domenica 15 settembre 2013speciale

Riportiamo in modo integrale il testo del Ringraziamento del nostro Vescovo mons. Lucio Soravito de Franceschi al termine della S. Messa e della beatificazione di Maria Bolognesi

Eminenza Reverendissima,

Carissimi Fratelli Vescovi,

Carissimi Presbiteri, Diaconi, Religiosi e

ReligioseCarissimi fedeli laici.

Al termine di questa so-lenne celebrazione dell’Eu-caristia, voglio esprimere, a nome di tutti voi, il più vivo ringraziamento al Papa Francesco, per avere procla-mata beata la nostra sorella polesana, la Venerabile Serva di Dio, Maria Bolognesi.

Per questa proclama-zione voglio dire il grazie più grande anche a Vostra Eminenza, Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, per avere porta-to a compimento in breve tempo il processo di beati-ficazione della nostra Serva di Dio Maria, con la colla-borazione dei Postulatori - prima P. Tito Sartori e poi P. Raffaele Talmelli – e delle Commissioni Pontificie per le cause dei Santi, incaricate di questo compito.

Il mio più sentito ringra-ziamento va anche a coloro che, a partire dal 1983, han-

no promosso questa causa di beatificazione e hanno dato continuità alle iniziative ca-ritative, culturali e spiritua-li, iniziate dalla Beata Maria Bolognesi: i componenti del “Centro Maria Bolognesi” e i loro collaboratori e, in particolare la presidente Giuseppina Giacomini.

Un grazie grande lo esprimo a tutti voi, che avete partecipato a questo evento, unico e straordinario per la nostra diocesi di Adria-Rovigo: a voi, carissimi fra-telli e sorelle del Polesine;

a voi, fratelli e sorelle, che provenite dalle diocesi vici-ne; ricordo in particolare le comunità con le quali la be-ata Maria Bolognesi ha avu-to un rapporto diretto e che si trovano nelle diocesi di Chioggia, Padova, Treviso, Vicenza, Verona e Ferrara.

Un grazie particolare lo esprimo a quel giovane della provincia di Vicenza, che oggi è qui tra noi e che all’età di due anni e tre mesi “è ritornato in vita”, nell’ospedale di Padova, grazie all’intercessione di

Maria Bolognesi: Marco Ferrari, che ora sta frequen-tando il 3° anno di teologia nel Seminario di Vicenza.

Carissimi fratelli e so-relle. Portiamo nella mente e nel cuore l’esperienza di grazia che abbiamo vissuto in questo giorno e soprat-tutto preghiamo il Signore, perché ci aiuti a imitare l’esempio straordinario di vita cristiana, che la Beata Maria Bolognesi ci ha dato:

1) una comunione pro-fonda con Dio, alimentata

dall’ascolto della sua Parola, dalla preghiera spontanea e da una grande intimità con Gesù; una comunione con Dio che ha portato Maria a un amore più intenso verso i poveri ed i malati, al punto da essere chiamata “donna si-lenziosa della carità”;

2) un amore sincero per la Chiesa, Madre e Maestra; ce lo raccomanda anche Maria, che diceva: «Con la Chiesa Maestra si può anche di-scutere, ma non si può mai smettere di amare la Chiesa come Madre»; e ancora:

«Non ha Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre»;

3) un amore profondo verso le persone povere e malate; lo possiamo esprimere dedi-cando il nostro tempo e le nostre energie alle persone povere e malate, come ha fatto Maria, che ha vissuto un autentico apostolato della sofferenza, in piena comunio-ne con il Cristo sofferente;

4) l’offerta totale a Dio delle nostre sofferenze, come ha fat-to Maria, che nella sua infer-mità fisica si è abbandonata fiduciosamente a Dio, accet-tando la sofferenza paziente-mente e perfino gioiosamen-te, vivendola in un’ottica di generosa associazione alla Passione di Cristo.

In questo nostro tempo è più urgente che mai im-parare dalla Beata Maria Bolognesi a tenere salda la nostra fede nelle difficoltà, a “tradurla” nella carità evan-gelica, nell’amore gratuito e generoso verso tutti, a parti-re dai più bisognosi, e a pro-muovere la pace, soprattut-to in questo momento che è minacciato dalla violenza e dalla guerra, soprattutto nel vicino Oriente (Siria).

Chiedo al Signore che la beatificazione di Maria Bolognesi ci aiuti a rinnova-re la nostra fede, a crescere nella carità evangelica e a costruire la pace.

Rovigo, 7 settembre 2013 + Lucio Soravito, vescovo di Adria-Rovigo

L'intervento del Vescovo dopo la beatificazione di Maria Bolognesi

Beata Maria Bolognesi: un esempio straordinariodi vita cristiana da imitare

Page 13: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

Quanta dedizione in trent’anni per la par-te attrice della Causa di Canonizzazione. Quanto im-pegno e lavoro per chi ha or-ganizzato in soli tre mesi que-sto evento di portata storica. Quante emozioni nel fine set-timana appena trascorso.

Quando i nostri amici lettori avranno tre le mani queste pagine sarà passato, poco più o poco meno, di una settimana da sabato 7 settembre, giorno della so-lenne Beatificazione di Maria Bolognesi.

Lumen Fidei ci ricorda a non lasciare che la nostra spe-ranza sia vanificata con solu-zioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino, che “frammentano” il tempo, trasformandolo in spazio; perché il tempo è sempre superiore allo spazio che cri-stallizza i processi, mentre il tempo protende ver-so il futuro e spinge a camminare con spe-ranza.

Ecco, dunque, che questi trentatré anni dalla nascita al Cielo della novella beata Maria Bolognesi e questi sette giorni successivi alla cele-brazione presieduta dal Cardinale Angelo Amato, diventano un unico grande fascio di luce che ci proietta verso un cammino da compiere insieme, ricalcando le tracce d’amore lasciate dal-la beata Bolognesi.

Un cammino che non può e non deve essere in solitaria, ma in co-munione con la Diocesi di Adria-Rovigo, perché la fede si trasmette “per contatto”, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’al-tra fiamma. La qualità della cera e dello stoppino conta poco se non c’è una fiamma accesa che generosamente la “contagia”.

La beata Maria Bolognesi è per il nostro Polesine una vera e propria fiaccola olim-pica. Mi si conceda il paralle-lismo sportivo, infatti, anche l’apostolo Paolo ci ricorda che ogni cristiano, proprio come un atleta, deve correre per conquistare una corona che – al contrario di quella dello sportivo – sarà incorruttibile:

«Io dun-que corro, ma non come chi è senza mèta; fac-cio il pu-gilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto du-ramente il mio corpo e lo tra-scino in schiavitù

perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato» (1Cor 9,26-27).

Il cammino che ci attende è, dunque, una sorta di staf-fetta, dove il testimone è un esempio di vita spesa tutta per gli altri, così definita dal Papa stesso nell’Angelus di domenica 8 settembre 2013.

Le vicende del quotidia-no, gioie e dolori, come ci insegna la beata nativa di Bosaro, devono essere per noi un vero e proprio “alle-namento” per portare gloria alla “squadra” del Signore e ogni allenamento che si ri-spetti ha il suo programma.

Come possiamo inizia-re a riscaldare i “muscoli” della nostra anima affinché la Beatificazione di Maria Bolognesi non sia stata esclusivamente una com-movente liturgia, una gita-rella preceduta da qualche affanno per i pass dei posti a sedere?

Partiamo dalle cose sem-plice, prima di scalare il K2 iniziamo con il fare qualche gradino.

Quando, durante il rito di Beatificazione, è stato svelato lo splendido arazzo con il volto della Beata ho cer-cato di ammirarlo come fosse la prima volta.

Così, come Abramo che solo quando si trovò alle porte dell’Egitto si accorge di quan-to sia bella la moglie Sara (cf Gen 12,11), ho riscoperto con commozione lo splendore del sorriso della beata Maria Bolognesi.

Un sorriso, il suo, di quel-li che come creta si lasciamo abbozzare dalla mano di Dio; alleniamoci a sorridere, per-ché – parafrasando un famo-so adagio – il riso abbonda sulla bocca degli stolti ma, chi non sorride mai, è come se non non dimostrasse gra-titudine a Dio e non avesse fiducia nella sua volontà.

Malgrado i drammi quo-tidiani che tappezzano la vita di ciascuno, la totale fiducia nel Signore deve alzare gli an-goli della nostra bocca come fossero vele gonfiate dal vento della speranza, perché l’uomo può amarsi e amare solo quando si scopre amato gratuitamente da Dio.

Questo è anche ciò che ci racconta la vita della Beata: Dio non si dimentica mai dei suoi figli e si preoccupa di ogni loro necessità perché valgono molto più dei passe-ri!

«Le lacrime sono inutili,

è meglio pregare e confidare nel Signore senza disperarci», scrisse la beata Maria nei suoi Diari.

Ella era una donna dalla battuta spiritosa e dalle meta-fore incalzanti che, alle tante richieste di consiglio, sapeva rispondere con una maieuti-ca (metodo dialogico tipico di Socrate, il quale, secondo Platone, si sarebbe compor-tato come una levatrice, aiu-tando gli altri a «partorire» la verità: tale metodo consisteva nell’esercizio del dialogo, os-sia in domande e risposte tali da spingere l’interlocutore a ricercare dentro di sé la veri-tà) che solo la sapienza dello Spirito Santo sa istruire; lo ricorda bene il Postulatore, padre Raffaele Talmelli, nella nuovissima biografia Il pro-fumo dell’unguento - ricordo di Maria Bolognesi.

La neo-beata sapeva far trasparire la sua gioia di esse-re figlia di Dio, in modo parti-colare nella sofferenza, perciò il suo sorriso ci rammenta che la luce di Gesù brilla, come in uno specchio, sul volto dei cristiani e così si diffonde, così arriva fino a noi, perché anche noi possiamo parteci-pare a questa visione e riflet-tere ad altri la sua luce, come nella liturgia di Pasqua, la luce del cero accende tante altre candele (Lumen Fidei). Un concetto ben più profon-

do dell’epiteto solare con cui, il linguaggio post-moderno, etichetta le persone “lumino-se”.

Il sorriso della beata è, perciò, una preziosa reliquia che non ha un valore inferio-re al fazzoletto con l’emogra-fia custodito nel reliquiario della Diocesi: la vera santità è il sapersi svuotare quoti-dianamente di sé per lasciarsi riempire radicalmente dalla luce di Dio, solo dopo questo passaggio possono arrivare i doni mistici presenti nella vita della beata Maria.

Attraverso il nostro sor-riso possiamo lasciar pas-sare quell’unica luce capace di scacciare l’ombra fredda

delle tenebre e accendere altre labbra, affinché per il Signore ci sia-no solo parole di lode.

Se non ri-usciamo a do-nare un sem-plice sorriso a quel tu che Dio mette sul nostro cam-mino per non ridurre l’io ad un groviglio di pulsioni, siamo forse in grado di do-nare il nostro cuore a Gesù?

Chi non dona una bri-ciola difficil-mente regala l’intero pezzo di pane all’af-famato.

Possiamo essere credi-bili se procla-miamo che il nostro è il D i o - A m o r e r i m a n e n d o

scuri in volto e ponendoci in relazione con l’altro – spec-chio dell’Altro – sempre sulla difensiva?

Dove si realizza il nostro essere stati creati ad immagi-ne del Padre?

Ora che la Chiesa ha rico-nosciuto una beata laica tutta Polesana è responsabilità di tutti noi esserne degni testi-moni, perché Dio fu disposto a salvare Sòdoma anche se vi avesse trovato solo dieci giu-sti (cf Gn 18,32).

Dopo la Beatificazione di Maria Bolognesi, prosegue per ciascuno di noi, il perso-nale cammino di santifica-zione, corroborati dal dono di poter seguire le fertili im-pronte che la Beata ha disse-minato, nel nostro Polesine, proprio come i semi della pa-rabola del seminatore. A noi l’impegno di essere terra buo-na. Nelle parole e nei fatti.

Solo in questo modo sa-bato 7 settembre 2013 resterà veramente una data memora-bile.

Ludovica MazzuccatoNelle foto: I fedeli in

Piazza XX settembre per la beatificazione di Maria Bolognesi (in alto); il Postulatore padre Raffaele Talmelli accanto al Vescovo Lucio (a sinistra); Maria Bolognesi ritratta nella sua opera di assistenza ai bam-bini (a destra).

13la Settimanadomenica 15 settembre 2013 speciale

Il “dopo” Beatificazione

Il sorriso della beata Maria Bolognesiuna preziosa reliquia

Il reliquiario

Nella foto: Marco Ferrari, il giovane chierico che da bambino fu prodigiosamente guarito gra-zie all’intercessione della Beata Maria Bolognesi porta sull’altare il reliquario che contiene le reli-quie della beata polesana.

Page 14: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

Con settembre, milioni di nostri ragazzi e ragazze riprendono il cammino della scuola. Ci piace riprendere alcuni passaggi dell’inter-vento, che è anche un ap-pello, lanciato da Malala Yousafzai, il 12 luglio 2013, all’Assemblea dell’Onu. Ma-lalaYousafzai, sedici anni pa-kistana, è un’attivista per la lotta per i diritti civili e per il diritto allo studio delle don-ne. All’età di tredici anni è diventata celebre per il blog da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, con-trario ai diritti delle donne.

Innanzitutto, ringrazio Dio per il quale siamo tutti uguali. Grazie anche a quanti hanno pregato per il mio veloce re-cupero. Non riesco a credere quanto amore le persone mi hanno dimostrato.

Cari fratelli e sorelle, il Malala day non è il mio giorno. Oggi è il giorno di ogni donna, ogni ragazzo e ogni ragazza che ha alzato la voce per i pro-

pri diritti. Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e milioni sono stati feriti. Sono solo una di loro. Così eccomi qui... una ragazza tra le tante. Alzo la voce non per me, ma per tutti i ragazzi e le ragazze nel mondo, in modo che co-loro che non hanno una voce possano essere ascoltati.

Il 9 ottobre 2012 i Taleba-ni mi hanno sparato al lato sinistro della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che i proiettili ci

avrebbero fatto tacere. Ma hanno fallito. Io sono la stes-sa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Le mie speran-ze sono le stesse. I miei sogni sono gli stessi.

La penna è più potente della spada

Sono qui a parlare per il diritto all’istruzione di tutti i bambini. Il saggio disse: “La penna è più potente della spa-da”. Era vero.

Gli estremisti hanno pau-ra di libri e penne. Il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. La pace è necessa-ria per l’istruzione.

Pensano che Dio sia un piccolo, piccolo essere conser-vatore che manda le ragazze all’inferno solo perché vanno a scuola. Ed invece l’Islam dice che non solo è diritto d ogni bambino ottenere l’istru-zione, piuttosto è suo dovere e responsabilità.

Chiediamo ai leader mon-diali che tutti i trattati di pace

tutelino le donne e i diritti dei bambini. Un accordo che va contro la dignità delle donne e i loro diritti è inaccettabile.

Facciamo appello a tutti i governi perché garantisca-no l’istruzione obbligatoria e gratuita per tutti i bambini del mondo.

Unica soluzione, l’istruzione

Vogliamo scuole e educa-zione per il futuro luminoso di ogni bambino. Non dobbia-mo dimenticare che milioni di bambini non vanno a scuola.

Cerchiamo quindi di con-durre una lotta globale contro l’analfabetismo, la povertà, il terrorismo e l’ignoranza.

Riprendiamo in mano libri e penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, una penna e un li-bro possono cambiare il mon-do.

L’istruzione è l’unica solu-zione. Education First.

Malala Yousafzai(da Missionari Comboniani – 9/2013)

14 la Settimana domenica 15 settembre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Brasile

Parrocchie e ComunitàLa Chie-

sa nella società si fa presen-te in modo v i s i b i l e , capillare e decisivo per mezzo delle parrocchie e delle comu-nità eccle-siali.

A n c h e nel terzo mil lennio esse sono considerate importanti e indispen-sabili stru-menti per la missione evangeliz-zatrice della Chiesa.

Le par-rocchie sono create nel t e r r i t o r i o della dioce-si. La chiesa parrocchiale e le cappelle delle comunità sono edificate nel territorio delle parrocchie.

Il documento della V^ Conferenza dell’episcopato latino-americano, tenutasi nella città di Aparecida, in Brasile, nel 2007, insisteva sulla necessità di trasformare, rinnovare e dare nuova vita alla tradizionale pastorale parrocchiale.

Si raccomandava con insistenza di passare da una pastorale di conservazione a una pastorale di missione.

Nella nostra realtà la vita parrocchiale si esprime in modi dif-ferenziati: Nella zona rurale, dove il sacerdote può essere presen-te saltuariamente, i laici presiedono la Celebrazione Domenicale della Parola. Nella zona urbana dove il sacerdote è presente in maniera più costante i laici presiedono, durante la settimana, i Gruppi Biblici.

Nonostante la vivacità e l’impulso missionario di questa gio-vane Chiesa, esistono forti difficoltà e sfide all’annuncio del Van-gelo.

Un fenomeno emergente e preoccupante è l’uscita di mol-te persone, suppostamente cattoliche battezzate, verso le nuove chiese pentecostali o altre espressioni religiose.

Nel censimento del 1990 le persone che si dichiaravano catto-liche costituivano poco più dell’80% della popolazione. Nel censi-mento dell’anno 2000 questa percentuale scendeva al 73% e infi-ne, nell’ultimo censimento generale (ano 2010) si è scesi al 64 %.

Siccome queste percentuali non valgono per le zone rurali del nostro Nordest brasiliano, dove il numero dei cattolici si mantiene ancora alto, possiamo immaginare che nelle metropoli il numero degli appartenenti ad altre denominazioni religiose superi il nu-mero dei cattolici.

Cosa sta succedendo? Si domandano in tanti. Perché questa emorragia?

Alcune sfide alla pastorale tradizionale sono state evidenziate e, certamente, ce ne saranno altre.

Il primo punto cui porre maggiore attenzione è la prossimità.L’urbanizzazione sfrenata porta alla nascita rapidissima di va-

sti agglomerati periferici, che all’inizio sono quasi senza struttura sociale e urbanistica.

Le persone che arrivano rimangono senza punti di riferimen-to, anche spirituali. Chi giunge per primo ad offrire una proposta religiosa riceve la migliore accoglienza a causa della necessità del-le persone di incontrarsi, conoscersi e trovare qualcuno che le aiuti a inserirsi nella nuova realtà.

La seconda sfida è la testimonianza della carità.La chiesa esiste per proclamare la parola divina e celebrare il

mistero della fede ma solo il servizio fraterno ai più bisognosi è il segnale che scuote i cuori.

La terza sfida è il protagonismo dei laici.Nelle celebrazioni delle denominazioni religiose evangelico-

pentecostali è dato molto spazio ai fedeli che partecipano, sia al momento di condividere la Parola di Dio, sia al momento di offri-re le proprie testimonianze di vita.

Forse le nostre liturgie non saranno ancora troppo centralizza-te sul sacerdote che presiede?

Anzitutto ogni battezzato è presenza viva di Cristo e della Chiesa nel contesto sociale dove vive, lavora e tesse i suoi rappor-ti. E’ testimone della sua fede nel mondo: nella sua famiglia e nella sua professione.

Ogni battezzato deve impegnarsi, per questo, nella conversio-ne delle strutture di peccato. Egli è presenza della chiesa nel cuore del mondo e presenza del mondo nel cuore della chiesa.

Per svolgere questo compito è importante che tutti ricevano, nella misura del possibile, una solida formazione anche in campo teologico.

E questo potrebbe favorire anche una maggiore e diversa par-tecipazione nelle celebrazioni, dove il popolo di Dio si senta più unito e più corresponsabile.

Don Gabriele

Settembre: si torna a scuola

Una penna e un libro possono cambiare il mondoLa coraggiosa testimonianza di Malala, una ragazza pakistana

Quattro sabati di EVANGELIZZAZIONE L’Anno Pastorale 2013-2014 "Il Popolo di Dio in

missione", promosso dal Vescovo Lucio, coinvolge la Famiglia Missionaria della Redenzione (FMdR) nel progettare le proprie iniziative per un servizio efficace dentro la Pastorale Ordinaria e l’ambiente sociale in collaborazione con Parrocchie, Gruppi

e Scuole di ogni ordine e grado.

EEEVVVAAANNNGGGEEELLLIIIZZZZZZAAARRREEE IIILLL QQQUUUOOOTTTIIIDDDIIIAAANNNOOO PPPEEERRR RRRIIINNNNNNOOOVVVAAARRREEE

LLLAAA VVVIIITTTAAA

Sabato 21 settembre 2013

FAMIGLIA: la fedeltà nella fragilità ore 17.30 Relazione di S. Ecc.za Mons. LUCIO SORAVITO DE FRANCESCHI

Lavoro di gruppo - confronto di atteggiamenti e scelte di fronte alle diverse situazioni di vita

ore 19.30 S. Messa …. e cena di fraternità (dare l’adesione)

Sabato 14 dicembre 2013 (dalle ore17,30 alle 19,30)

SCUOLA: in tempo di pensiero liquido come educare e formare ai valori veri? ore 17.30 Relazione del Prof. MICHELE VISENTIN, Dirigente scolastico e Formatore

Lavoro di gruppo…

Sabato 16 novembre 2013 (dalle ore17,30 alle 19,30)

PARROCCHIA: casa per pochi o per tutti? ore 17.30 Relazione di Don ANTONIO CHIEREGHIN Parroco nella Parrocchia "Buon Pastore" di Sottomarina di Chioggia (VE) e Docentedi Pastorale I nella SFT della diocesi di Adria-Rovigo.Lavoro di gruppo…

Sabato 19 ottobre 2013 (dalle ore17,30 alle 19,30)

TERRITORIO: Quali relazioni umane e quali relazioni sociali? ore 17.30 Relazione di ALBERTO DEGAN, Missionario Comboniano

Lavoro di gruppo…

SEDE: Casa “Regina delle Missioni” Via A. Mario, 36 Rovigo - Tel 042524004 dalle 17,30 alle 19,30 (per coloro che desiderano condividiamo anche la cena).

L’INVITO È RIVOLTO A TUTTI, IN PARTICOLARE ALLE FAMIGLIE, AI CATECHISTI E AGLI OPERATORI PASTORALI.

Avviso importante

VegliaMissionaria Diocesana

Sabato 12 ottobre alle ore 21 in Duomo

Sabato 12 ottobre alle ore 21 veglia missionaria diocesana “Con Cristo sulle strade del mondo” in preparazione alla 87° Giornata Missionaria Mondiale. La Veglia avrà luogo in Duomo Con catte-drale e sarà presieduta dal Vescovo Lucio, seguiranno delle belle testimonianze dal mondo missionario.

Bentornato don Giuliano

Don Giuliano Zattarin, missionario Fidei Donum, è tornato per un breve perio-do di vacanza. Ripartirà il 27 settembre.

Azione Cattolica Italiana«L’Ac sia sempre missionaria e sappia

dialogare con tutti senza paura»Un incontro «paterno» nel quale sono stati toc-

cati molti temi, «a cominciare dalla vocazione edu-cativa che caratterizza la più grande associazione di laici cattolici in Italia, da sempre impegnata nel quotidiano servizio nelle parrocchie e nelle dio-cesi per la crescita delle nostre comunità». Così, in un comunicato, l’Azione Cattolica Italiana parla dell’udienza nella quale papa Francesco ha incon-trato Franco Miano, presidente nazionale dell’Ac. Il Pontefice, in particolare, «indicando i tanti santi e beati che costellano la sua grande storia, ha voluto incoraggiare l’Azione Cattolica a essere sempre più missionaria». L’Ac, ha auspicato il Papa, sia «un’as-sociazione di ragazzi, giovani e adulti che dialoga e incontra tutti, con gioia e senza paura, poiché è preferibile una Chiesa incidentata che una Chiesa malata ». Al termine dell’udienza Miano ha donato a Bergoglio lo zainetto dell’Azione Cattolica dei Ra-gazzi, ricevuto a Roma dagli «acierrini» che hanno partecipato al pellegrinaggio nell’Anno della fede, durante il quale, nella mattina di sabato scorso, han-no anticipato la preghiera per la pace.

Rinnovamento nello Spirito Santo«RnS accanto agli ultimi per una

nuova evangelizzazione»Tra le udienza di lunedì mattina in Vaticano c’è

stata anche quella durante la quale papa Francesco ha ricevuto il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez. Al centro dell’incontro, fa sapere RnS in una nota, c’è stato l’esame delle attività svolte dal Movimento a van-taggio degli immigrati a Lampedusa, dei carcerati presso il Fondo Sturzo, dei bambini e delle famiglie in Moldavia e quindi del Centro Internazionale per la Famiglia a Nazareth, affidato al RnS. «Grande l’interesse del Papa per le attività spirituali, formati-ve e di evangelizzazione del RnS - si legge nel comu-nicato -, molte delle quali erano già state portate alla sua attenzione». Martinez, poi, ha donato al Papa i regali preparati dai giovani detenuti ed ex detenuti impegnati presso il Polo di eccellenza «Mario e Lui-gi Sturzo » e degli immigrati provenienti da Lampe-dusa. Si tratta di un lume in ceramica e un’alzata in ceramica contenente prodotti coltivati e trasformati presso il Fondo Sturzo. Durante il colloquio, si è par-lato dell’urgenza di una nuova evangelizzazione in Europa ed è stato dato risalto anche al progetto «10 Piazze per 10 Comandamenti», che riprenderà il 21 settembre da Palermo. (da Avvenire del 10/09/2013)

Papa Francesco a due importanti realtà ecclesiali

Page 15: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

domenica 15 settembre 2013 la Settimana

15radio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Arab Rovigo - Rubrica bilingue a cura di Dounia e Valentina

Il primo Console del Marocco nel Triveneto Intervista a M’hamed El Hilali a conclusione del suo mandato quinquennale

Nello scorso mese di lu-glio è stata organizzata dalla Società civile marocchina una grande festa di commiato dedicata al console uscente del Regno del Marocco nel Triveneto, M’hamed El Hilali per festeggiare la fine dei suoi cinque anni di mandato.

Per parlare di questo even-to e per ringraziare il Console la rubrica Arab Rovigo lo ha ospitato nei giorni scorsi nei nostri studi. Il Console è stato accompagnato per l’occasione da Moulay Zidane Amrani, anch’egli di origine maroc-china, insegnante ed esperto d’arte. Dounia e Valentina, le due conduttrici del program-ma hanno rivolto al Console numerose domande. Un mandato importante perché M’hamed El Hilali è stato il primo Console del Marocco nel Triveneto. Durante l’inter-vista Zidane ha chiesto le sue impressioni sui cinque anni trascorsi a Verona. M’hamed ha descritto l’importanza per la comunità marocchina, di poter contare su un consola-to nel Triveneto, soprattutto per quanto riguarda le cose più pratiche quali la colloca-zione, la posizione strategica, che deve essere facilmente raggiungibile con la propria auto ed anche con i mezzi pubblici. Ha poi sottolineato l’aspetto innovativo del con-solato del Triveneto perché organizzato in modo oriz-zontale e non piramidale, quindi non con una struttura

statica ma con una struttura dinamica in modo da age-volare l’accesso dei cittadi-ni di origine marocchina. Essere iscritti al Consolato ha detto M’hamed com-porta parecchi vantaggi per l’ottenimento del passapor-to, della Carta d’identità e di altri documenti. Zidane ha poi posto l’attenzione su un aspetto che riguarda i citta-dini, le famiglie di origine marocchina che da tempo vivono in Italia e che sono perfettamente inseriti nella società civile ma che a causa della crisi economica che sta attanagliando il nostro paese, si vedono ora costretti molto dolorosamente a trasmigrare in altri paesi europei dove si pensa che la crisi si senta meno, ma soprattutto l’aspet-to più drammatico di tutto questo riguarda coloro che sono stati costretti a rientrare

in Marocco. A tal proposito Zidane ha chiesto se lo Stato marocchino ha predisposto qualche forma di sostegno, di aiuto per questi “immigrati di ritorno”. Il Console ha ri-sposto che in Marocco esiste un Ministero preposto per i marocchini residenti all’este-ro ed un consiglio superiore

che possono aiu-tarli. Valentina ha quindi chiesto al Console cosa ne pensa della istituzione della Giornata dedica-ta ai Marocchini nel mondo da parte del Re del Marocco Muhammad VI. Il Console ha ri-sposto che questa giornata rappre-senta il corona-mento di un rap-

porto esistente tra la madre patria ed i marocchini resi-denti all’estero. Poi ha evi-denziato che la cittadinanza marocchina è molto difficile da acquisire ma altrettanto difficile da perdere. Infine ha ricordato che nel 2011 c’è stata la riforma di una parte

delle Costituzione marocchi-na, che è proprio la parte de-dicata ai marocchini residenti all’estero ovvero ben il 10% di tutta la popolazione del Marocco.

Roberto Giannese

Nella foto a sinistra un mo-mento dell’intervista, al centro il Console M’hamed Hilali e qui sopra nella foto di gruppo, da sinistra: Dounia, il console del Marocco, Valentina e l’ac-

compagnatore Zidane

Ponte Radio - Ne parliamo con Annalisa Roveroni

Il Cohousing sociale made in RovigoDiciannove alloggi a Boara Polesine grazie alla Cooperativa Civic

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “Maria Maestra di Speranza” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apo-stolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.40 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese;

17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.15 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni.

MARTEDI 11.00 “ArabRovigo” ru-

brica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 18.20 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Maria Bolognesi; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Insieme per

pregare” a cura di Anna Cecchetto;

18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese ;21.15 “Librando” a cura di Dante Cerati;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana”

a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine;

11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo;

21.30 “ArabRovigo” ru-brica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “Maria Maestra

di Speranza”” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’As-sociazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film”;

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”; 11.30 “Con gli ultimi”; 17.05 “Insieme per pregare”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, ri-flessioni e commenti per la do-menica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 16.30 “Buona Domenica”; 17.40 “Per un pugno di film”; 22.00 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Studi Maria Bolognesi.

DAL LUNEDI AL VENERDI 9.30 e 20.45 “Dall’alba

al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato;

8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa” con Roberto Giannese; 19.00 Santa Messa in diretta dal Duomo di Rovigo;

12.15 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa.

22.00 Preghiera della sera.

Quando?

Ogni martedì alle 11.00, il giovedì alle 21.30 e il vener-dì alle 17.05. Prossimamente sarà disponibile sul blog: ra-diokolberovigo.blogspot.it

Nella prossima pun-tata di Ponte Radio, avremo modo di capire cos’è il cohousing, in-tervistando Annalisa Roveroni, presidente della Cooperativa Civic. Il termine cohousing è utilizzato per definire degli insediamenti abi-tativi composti da al-loggi privati corredati da ampi spazi (coperti e scoperti) destinati all’uso comune e alla condivisione tra i “co-housers”. Tra i servizi collettivi vi possono essere ampie cucine, lavan-derie, spazi per gli ospiti, la-boratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet cafè, biblio-teca e altro.

«Si tratta di superare il modello abitativo della fa-miglia ristretta – ha detto Annalisa - totalmente indi-pendente che separa e crea isolamento e solitudine, per scegliere una nuova eti-ca dell’abitare - che unisce privacy e cooperazione - in quanto creatrice di una mi-gliore qualità della vita e un maggiore benessere sociale, economico e ambientale per i singoli, donne e uomini, bambini e anziani e per la collettività. Si tratta anche di

andare a recuperare i legami affettivi e solidali che univa-no i membri e le generazioni delle tradizionali famiglie allargate del nostro recente passato e che si sono persi in nome di una modernità consumista e individualista, dove spesso affidiamo i nostri bambini e vecchi ad estranei in strutture dedicate a paga-mento lontane dalle famiglie e dove si è perso il contatto con la terra e con l’attività agricola da cui deriva il cibo che mangiamo». Questa for-ma di coabitazione è nata in Danimarca a metà degli anni ’60 si è poi allargata negli al-tri stati del Nord Europa ed è approdata negli Stati Uniti negli anni ’80. Annalisa, lau-

reata in Scienze Politiche, madre di due bambine, dopo un breve periodo di lavoro come esperta del Consiglio d’Europa a Sisak, in Croazia, ha deciso di “cambiare vita” andando a vivere nell’Ap-pennino parmense, a Borgo Val di Taro, per seguire lì con la famiglia la coltivazione orticola e vivaistica biologi-ca. E’ anche presidente della Associazione Istituto per lo sviluppo olistico. Ad Ostia Parmense, ha già realizzato con molto successo un pro-getto analogo, la casa labo-ratorio “Gira-Sole”, trasfor-mando una vecchia abita-zione dell’800 in una “active house”, ovvero una abitazio-ne che era in classe energetica

G in classe energetica B, con un attivo energetico, grazie alle energie rinnovabili au-toprodotte. Adesso Annalisa si sta dedicando anima e cor-po a questo nuovo progetto, quello del Cohousing Civic appunto, che sta sorgen-do nella frazione di Boara Polesine, a pochi metri dal-la scuola elementare. Il pro-getto comprende 19 villette a schiera frutto di una con-versione urbanistica per cui non è stato sottratto terreno all’agricoltura o al verde ma è stato sfruttato del terreno esistente. Il progetto preve-de anche delle iniziative co-munitarie e cooperative per adulti, famiglie e bambini. Per maggiori informazioni

si può visitare il sito internet predisposto appositamente, all’indirizzo: http://coope-rativacivic.org.

r. g.

A sinistra Annalisa Roveroni e a destra le case in costruzione a

Boara Polesine

Per un pugno di film

Rubrica settimanale di Cinema con Simone Muraro e Denis Maragno.

In onda ogni venerdì alle 21.30, al sabato alle 21.30 e in replica alle ore 2.00 ed ancora alla dome-nica alle 17.30.

Quando?

La puntata di Ponte Radio andrà in onda lu-nedì 16 settembre alle ore 18.20, martedì 17 alle 21.30 e venerdì 20 settembre alle 18.20.

Page 16: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

16 la Settimana domenica 15 settembre 2013rubricheOrari Sante MesseAdria

Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feria-li: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Pre-festiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

Rovigo

Duomo Concattedrale: Festive: 7,00- 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00Maria SS.ma Madre di Dio (del-

le Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30 Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Ordine Francescano Secolare d’ItaliaCapitolo delle Stuoie Nazionale

“E avremo per tetto il cielo”3 agosto 2013

Davvero uno straordinario evento quello vissuto sabato 3 agosto scorso ad Assisi-Santa Maria degli Angeli. Il nuovo enorme edificio Pala Eventi, vo-luto dal Sindaco di Assisi, inter-venuto per l’occasione con un saluto e un augurio di buona festa, allo scopo di offrire uno spazio adeguato per i grandi in-contri assembleari, e costruito in armonia con l’ambiente presso il bellissimo Lyric Theatre, quella mattina risuonava di gioia esul-tante fra sorrisi, baci e abbracci di chi ritrovava fratelli e sorelle non viste da tempo. Ho ancora il cuore ricolmo di un prorompen-te entusiasmo per quel sentirci fratelli convenuti dalle fra-ternità di tutta Italia in oltre mille ottocento per vivere la grandiosa festa del Primo Capitolo delle Stuoie Na-zionale dell’OFS d’ Italia, dopo l’unificazione, convo-cato proprio nel luogo che è il cuore dei francescani di tutto il mondo, ossia Assisi – Santa Maria degli Angeli, e il tesoro contenuto in essa, la Porziuncola. Appunta-mento davvero storico per noi francescani secolari che abbiamo avuto l’opportunità di ri-unirci nello stile della fraternità e gioire insieme in una grande famiglia per la presenza, oltre all’OFS, dei carissimi giovani della Gifra e i piccoli Araldini a completare l’unità familiare. Come il Consiglio della Fraternità Nazionale OFS aveva preannunciato, che sarebbe stata una sorpresa da scoprire e da vivere, quella giornata ha superato ogni aspettativa per come è stata organiz-zata la festa e per la immensa gioia condivisa nel clima proprio francescano. Sì perché, quando sorelle e fratelli si incontrano, non esiste più la fraternità propria, ma un’unica grandiosa fraternità in cui ci si accoglie, si prega, si canta, ci si ascolta, ci si stringe in affettuosi abbracci con profonda emozione, con un unico cuore,

con i medesimi sentimenti, tutti ricolmi della gioiosa spiritualità del nostro Santo Fondatore Francesco d’Assisi. Bisogna proprio dire di avere un Consiglio Nazionale innamorato di Francesco attento e premuroso sia per la perfetta organizzazione sia per la cura nella formazione interiore di ciascuno. Iniziata con lo stre-pitoso ritmo della Band e i canti di allegra animazione che uno straordinario e simpatico animatore esortava a seguire, la matti-nata si è svolta con la preghiera iniziale, una profonda invocazio-ne allo Spirito Santo di Sant’Agostino, con la lettura della prima lettera si Pietro, (1,3-11), nella quale l’Apostolo spiega come dalla fede si giunge alla virtù, alla conoscenza, alla temperanza, alla pazienza, all’amore fraterno e infine alla carità. Poi si è recitato il Salmo 8, “O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!”, quindi la lettura di un brano tratto dalla Lumen Fidei (n° 37: La Chiesa , madre della nostra fede, in cui Papa Francesco afferma che “chi è aperto all’amore di Dio, ha ascol-tato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé….La fede si trasmette come una fiamma si accende da un’altra fiamma…”. Il brano del Vangelo di Matteo (28,16-20) ci ha posto nella lunghezza d’onda degli Apostoli. Infatti, come essi furono inviati ad evangelizzare il mondo, così anche noi ab-biamo ricevuto con la nostra Professione la missione di vivere il Vangelo e di comunicarlo a chi incontriamo, con la certezza che Gesù, sempre al centro della nostra fraternità, ci illumina ed è

sempre con noi tutti i giorni. Profon-do silenzio e devota contemplazione si sono elevati nell’immensa platea al momento della esposizione del SS. Sacramento che, in piccola pro-cessione, è stato posto su un altare sotto una tenda predisposta.

(continua)Francesca Magon

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30

C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-TrecentailGiovedìdalleore15alle17

C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•CASTELMASSA -2°Mercoledìdiognimesedalleore15alle17

CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–•BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

Settembre in questa sua prima par-te ha recuperato un po’ di estate, finora uscita malconcia per le turbolenze lu-gliatiche ed agostane che hanno lascia-to il segno, purtroppo, con le forti gran-dinate e trombe d’aria un po’ da per tutto a cominciare dalle fiorenti plaghe medio polesane. Mentre nei campi si raccoglie soffermiamo la chiacchierata settimanale su alcuni punti che inte-ressano il mondo dei campi e non solo. Come sempre c’è l’imbarazzo della scelta.

Incomincia la raccolta del mais, la coltura “principe” delle nostre contra-de rurali. Le difficoltà delle semine dovute alle intemperanze meteo primaverili pre-sentano il conto. La scalarità con la quale sono state eseguite impone una strategia di raccolta diversa dagli altri anni in fun-zione della maturità dei seminati. Sarà importante, sulla base dell’esperienza degli ultimi anni, dare la precedenza ai seminati coltivati in condizioni di stress idrico perché soggetti maggiormente all’attacco dei funghi patogeni – Fusarium spp e Aspergillus agenti, rispettivamente, delle micotossine intese come Fumonisi-

ne e Aflatossine-. La presenza di codesti metaboliti secondari tossici nella granella oltre un certo limite ben individuato, può provocare danni alla salute degli animali che se ne alimentano e, di conseguenza, inquinare le loro produzioni. I tecnici agronomi consigliano di raccogliere la granella con un grado di umidità non in-feriore a 23-24 per cento.

Il problema complica la gestione del prodotto quando arriva all’essiccatoio. Occorre essere in grado di valutare la presenza dell’attacco fungino e, di con-

seguenza, predisporre l’ammasso in monti separati. Occorre un adegua-mento della strategia operativa e che va ad aggravare i costi della conserva-zione. E’ necessaria per evitare le con-testazioni nella esitazione del prodotto da parte dei trasformatori e che posso-no originare - l’esperienza insegna - i fatti speculativi.

Dal mais ai fruttiferi. E’ arrivato un nuovo ospite, indesiderato: si tratta di un moscerino , una variante di quelli che vivono nella frutta matura in de-composizione, il più noto dei quali è la Drosophila melanogaster impiegato

in biologia e nella scienza genetica e che ha permesso di approdare a conoscenze scientifiche di prim’ordine in queste di-scipline. Il nuovo, però, è la variante “Su-zuki” e sarebbe proveniente dagli USA importato dalla Cina e dintorni: la femmi-na depone le uova sulla bucce dei frutti pendenti e le larve la penetrano. La situa-zione, per ora, è sotto controllo da parte dei tecnici della Regione Veneto e delle contermini. Ci mancava anche questo.

Alla prossima.Orazio Cappellari

In campagna

Settembre sta recuperando un po’ d’estate

Ricordi

Il buon semenon muore mai

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

È nel ricordo che ogni cosa trova il suo passato. Ed è nella memoria che alcuni periodi stori-ci appaiono più nitidi, illuminati dalla distanza.

Quando da ragazzo frequen-tavo l’oratorio il parroco del tem-po, don Fortunato Dinarello, inse-gnava a lodare Dio anche con la carità, la tolleranza, la bontà verso i nostri fratelli. Ci esortava ad es-sere giusti, onesti, fedeli ai doveri, osservanti delle leggi, sinceri e buoni. Era ancora quell’Italia ric-ca di valori che purtroppo, anno dopo anno, si è andata disgregan-do sia in senso civico, sia in senso morale.

Tuttavia gli insegnamenti ri-cevuti da adolescenti, rimangono per tutta la vita. Si può verificare che anche in coloro, ormai adulti, che per gli ideali politici hanno abbandonato la Chiesa, sotto sot-to qualcosa dei giovanili insegna-menti è rimasto.

A conferma di tutto questo porto l’esempio di un mio ami-co che da tanto tempo non ve-devo perché trasferitosi in città al tempo del boom economico. Rivistolo, conversando della no-stra giovinezza mi ha confidato di essere diventato agnostico ed indifferente verso la religione no-nostante gli insegnamenti ricevu-ti all’oratorio. Però si lamentava del comportamento dei suoi figli e nipoti che vivono una vita senza valori, come se l’indifferenza fos-se il principio dominante dell’esi-stenza dei giovani d’oggi.

Continuando la conversa-

zione ho voluto ricordargli che quando da giovani frequentava-mo l’oratorio abbiamo scoperto il senso della vita negli insegna-menti del nostro sacerdote che ci insegnava che la religiosità, la famiglia, l’amore per la patria, il lavoro erano i capisaldi dell’esi-stenza di un buon cittadino.

A questo punto l’amico ha riconosciuto ed ammesso di aver sbagliato allontanandosi dalla Chiesa per colpa della politica, credendo in buona fede al mar-xismo. Sperava di risolvere i suoi problemi causati dalla povertà in cui era cresciuto. Malaugurata-mente con l’arrivo del benessere i suoi figli e i suoi nipoti hanno cominciato a vivere in uno stato di superbia e di pretesa che li ren-de litigiosi e mai sereni e contenti. Non comprendono che la tolle-ranza è la migliore forma di amo-re e che volersi bene tra fratelli è una delle cose più belle del convi-vere. Purtroppo gli ammonimen-ti cristiani all’umiltà e all’amore verso gli altri sono sempre stati di intralcio a chi pensa solo a se stesso. Infine, nel salutarci, abbia-mo convenuto nel ritenere nega-tivi alla formazione dei giovani i segnali improntati all’interesse e alla convenienza che mandano stampa e televisione.

I valori insegnatici all’oratorio dal buon don Dinarello continua-no a rappresentare un riferimento importante, ma la possibilità di praticarli in questo tempo attuale è sempre più difficile.

Ildo Testoni

Farmacie di turnoFarmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo

nella settimana dal 15 al 21 settembre 2013

Domenica 15 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Gio-vanni - Grignano Polesine.Lunedì 16 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.Martedì 17 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Mercoledì 18 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Giovedì 19 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Venerdì 20 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comu-nale n. 4 Boara Polesine.Sabato 21 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare; pomeriggio: Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.

Page 17: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

Il fiore all’occhiello della XXI Festa nel Quartiere Tassina, afferma il Presidente della Polisportiva e Sponsor, Gianni Veronese, questa XVI Rassegna poetica caldeggiata a suo tempo dal Cav. Luciano Osti e dal Compianto esponente politico e amico Ilario Bellinazzi, alla quale tengo particolarmente. Iniziata pian piano e ormai richiamo cittadino e delle Province vicine. L’elegante spazio dell’auditorium della Piccola Casa di Padre Leopoldo, che ha ospitato la premiazione, era incredibilmente gremito da un pubblico appassionato di poesia e dai Concorrenti. Molto interessante, l’Assessore alla Cultura del Comune di Rovigo, Anna Paola Nezzo, questa Rassegna Poetica che fra le varie Sezioni ne ha una dedicata allo Sport coinvolgendo il Panathlon. Associazione che promuove l’importanza etica dell’attività sportiva nell’educazione dei giovani.

Anche quest’anno, ha dichiarato il presidente della Giuria, Claudio Garbato, il Concorso ha registrato una buona partecipazione quantificabile in un centinaio di componimenti molti dei quali di buon livello e di piacevole lettura. Concorrenti di tutte le fasce d’età che nell’insieme rappresentano uno spaccato della nostra società fra tenerezze, sensazioni, aspettative, delusioni, cronaca, amore, fede, struggenti ricordi e considerazioni sul vivere.

Nella sezione dedicata allo Sport, notevole la partecipazione femminile con la nota caratteristica di associare la realtà sportiva alla realtà sociale. Il primo premio è stato assegnato a Rosetta Menarello per la convincente rappresentazione dell’impresa natatoria di una atleta iraniana contro l’oppressione sofferta dalle donne di quel paese. Fra i testi della sezione intitolata al Cav. L.Osti spicca il racconto di Julie Bego, “Baden Powell”, nel quale l’Autrice tratta il tema della passeggiata tra sogno e realtà in una espressione rapida e incisiva. Il maggior numero dei testi si è concentrato nella sezione Tema Libero. La Commissione ha assegnato il primo premio a Luciano Bonvento, autore della poesia “No steme cercare”, in dialetto che rende più incisivo e da più ritmo al testo. Il secondo premio alla poesia di Cesira Ponti “La vita”, che attraverso immagini tratte dalla natura rende il senso di stupore davanti all’eternità. Terzo premio a Stefano Caranti per la poesia “Il messaggio”, dove l’Autore coglie nel paesaggio battuto da scrosci di pioggia il messaggio di speranza che filtra da un raggio di sole. Targa con

Menzione di merito ai bambini della Scuola primaria Galilei di Stanghella: Niccolò Baccan, Anna Spolaore, Chiara Fantin, Sofia Cavallaro e Ughini Giada per i delicati, gioiosi, teneri pensieri dedicati ai nonni. Segnalazioni agli Autori: Bruno Montanari, Giancarlo Moschin, Franco Scappini, Anna Maria Lavarini, Maurizio Rinaldi, Gianna Patrese, Claudio Bombonato, Maria Cristina Russo, la giovane Eleonora Goldoni, a Otello Pastori e Anselmo Scaroni entrambi di Casa Serena. Guidati dalla sensibile “maestra” di poesia Clari Gherardi: Giovanni Domeneghetti, Daniele Tessarin, Michele Guzzon, Elena Ferro, e Giuseppe Mazzon di Corte Guazzo-Adria. Per la sezione Sport, Enzo Fuso, Gabriella Veroni Munerati, sezione Cav. Luciano Osti: Arnaldo Pavarin, Giorgio Donaggio e Flavia Altieri. La Maglietta distribuita a tutti i presenti porta la firma di Teresina Giuliana Pavan che così definisce la poesia: “Oceano di parole ch’empiono il cuore di voci e di mondi”.

Ai primi classificati una preziosa rosa di rame, a simboleggiare Rovigo, forgiata

dal maestro del ferro Luciano Pavanello. Agli Autori finalisti quadri dei pittori Federica Rando, Romeo Bazzan, Mara de Piccoli, penne per fermare i pensieri con il simbolo del Panathon e medaglioni raffiguranti una stretta di mano, simbolo dell’amicizia e di questa Rassegna Poetica. Gentili lettori Angioletta Masiero e Oscar Ferrari.

Commenti del pubblico: “Credevo de anoiarme, invece me so godesta tanto, tanto, tanto: vegnemo anche l’anno prossimo!”

Aurora Gardin

17la Settimanadomenica 15 settembre 2013 cultura

rovigo 91.2 e 94.5

KOLBE

Jacopo Mercuriati 3°D

C: 0%M: 0%Y: 0%K: 100%

C: 0%M: 95%Y: 91%K: 0%

Unitalsi - Sottosezione di Rovigo

Pellegrinaggi Da Settembre a Novembre 2013Tema Pastorale: Il pellegrinaggio nell’anno

della fede “Verso Dio” Gesù con Mariap 22/28 Settembre: Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes.p 6 Ottobre (domenica): Visita alla Basilica di Sant’Antonio a

Padova e ai luoghi del Santo a Camposanpiero (PD).p 14/25 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela -

Pellegrinaggio Triveneto in Pullman (visita a Nimes - Barcellona - Saragozza - Salamanca - Fatima - Santiago di Compostela - Santander - Nourdes – Nimes).

p 17/23 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela (con ae-reo di linea).

p 19/26 Novembre: Pellegrinaggio in Terra Santa (in aereo - 120 posti).

Per informazioni e adesioni (almeno 30/40 giorni prima della partenza, presso la segrete-ria dell’Unitalsi - Sottosezione di Rovigo, C/o Centro Don Bosco, Viale G. Marconi, 5 - Rovigo Tel. 0425/412191 - aper-to al Martedì dalle ore 10 alle ore 12 e al Giovedì dalle ore 16 alle ore 18; o al cell. 3394273795.

Servizio Pellegrinaggio Diocesi Adria-Rovigo

Natale a BetlemmeDal 23 al 27 dicembre 2013

Il Servizio Pellegrinaggi della Diocesi di Adria-Rovigo propone di vivere a Betlemme il Natale 2013. Per poter partecipare alla Messa di Mezzanotte nella Basilica della Natività è necessario confermare la propria adesione (allegando la fotocopia del passaporto) con un anticipo di tre mesi (entro il 20 settembre 2013). Nei giorni di permanenza è in programma, a cura dell’Agenzia organizzatrice I.O.T. d Gorizia, la visita ai più significativi luoghi della Terrasanta. Per informazioni rivolgersi a don Guido Borin (Rovigo, Corso del Popolo 252 – tel. 0425 25839).

Lunedì 16 Settembre alle 17,30 nella sala del Circolo Unione (Teatro Comunale) si svolgerà a cura della Biblioteca Comunale in collabo-razione con la Biblioteca del Seminario vesco-vile di Rovigo e la Biblioteca Capitolare della Cattedrale, un incontro nel ricordo del 50° an-niversario della morte di Papa Giovanni XXII, il Papa Buono, e della sua ultima enciclica Pacem in terris. Relatore d’eccezione sarà il Vescovo diocesano Mons. Lucio Soravito de Franceschi.

L’evento supera la sfera dell’interesse esclu-sivamente religioso; infatti il Papa per la prima volta indirizza la sua Enciclica non solo ai cat-tolici ma a tutti gli uomini di buona volontà.

Del resto basta riandare ai primi mesi del 1963 per comprendere le circostanze dramma-tiche in cui il vecchio e malato Pontefice volle inviare il suo messaggio al mondo, a un passo dalla guerra atomica nella crisi di Cuba.

L’Enciclica è un contributo al Concilio in pieno svolgimento e una decisa presa di po-sizione, come mai era accaduto prima, sulla dignità della coscienza, sulla distinzione tra movimenti e ideologie, sulla mentalità della cosiddetta “guerra giusta”.

Alle spalle dell’evento c’era il muro di Berlino e davanti le tensioni che uccideranno Kennedy e destituiranno Krusciov.

La Pacem in terris segna una grande prospet-tiva per il futuro dell’umanità senza moralismi e cambia il modo di sentire della chiesa e del mondo. L’iniziativa della Biblioteca acquista particolare rilievo nelle presenti tensioni in-ternazionali denunciate con eccezionale forza da Papa Francesco nel segno delle parole della Pacem in terris: “Nell’era atomica è irrazionale (alienum est a ratione) pensare che la guerra possa essere utilizzata come strumento di riparazione dei diritti violati”.

Il Sindaco recherà il saluto della Città. La cittadinanza e quanti del territorio sono

interessati all’evento sono invitati.

Adria – Teatro Comunale

Papa Giovanni XXIII e la sua ultima Enciclica “Pacem in Terris”

Lunedì 16 Settembre alle 17,30, intervento del Vescovo

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

ISTITUTO DIOCESANO DI MUSICA SACRA

“SANTA CECILIA” ROVIGO

Corsi di Studio 2013-2014

CORSI PER OPERATORI LITURGICO-MUSICALI CANTO GREGORIANO, DIREZIONE DI CORO, GUIDA DEL CANTO E CANTORE, ORGANO LITURGICO, CHITARRA PER LA LITURGIA, COMPOSIZIONE MUSICALE LITURGICA

CORSI DI FORMAZIONE MUSICALE ORDINARI PIANOFORTE, CHITARRA CLASSICA, ORGANO, TASTIERE, FLAUTO TRAVERSO, VIOLINO, VIOLONCELLO, CANTO, BATTERIA E PERCUSSIONI, CANTO CORALE, MUSICA D’INSIEME, TEORIA E SOLFEGGIO

ISCRIZIONI DAL 2 SETTEMBRE 2013 INIZIO LEZIONI LUNEDÌ 7 OTTOBRE 2013

INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI ISTITUTO DIOCESANO DI MUSICA SACRA “SANTA CECILIA” VIA SACRO CUORE, 37 - 45100 ROVIGO TEL 0425 24810 - FAX 0425 461794 E-MAIL [email protected]

Si ringrazia per il sostegno

XXI Festa del Quartiere Tassina

XVI Edizione della Rassegna poeticaLe premiazioni all’Auditorium della Piccola Casa di P. Leopoldo

Page 18: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

18 la Settimana domenica 15 settembre 2013caritas

La domenica deve rimanere un giorno di riposo?

Nell'Antico Testamento si legge: “Lavorerai sei giorni, ma il settimo giorno ti riposerai...”. Fino ad oggi nell'Europa cristiana questo precetto era stato ampiamente rispettato. Il riposo domenicale sembra però essere gradualmente destinato a sparire. Il Governo italiano ha imposto la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Per il momento “solamente” le grandi catene hanno aperto i negozi anche durante le domeniche e i giorni festivi, ma fino a quando i negozi piccoli potranno resistere a questa concorrenza? E' veramente una scelta giusta rendere il lunedì uguale alla domenica? Oppure ogni giorno della settimana identico a tutti gli altri?Naturalmente ci sono settori in cui donne e uomini devono lavorare anche di domenica: negli ospedali, negli alberghi e nei ristoranti oppure nella polizia, solo per citare alcuni esempi. Quali servizi sono necessari per farci sentire bene e al sicuro. Queste attività svolte durante la domenica e i giorni festivi dovrebbero rimanere però eccezioni, non diventare la regola per tutti.Conservare la domenica come giorno di riposo è molto importante! Struttura la settimana e permette alle persone di riposarsi almeno una volta ogni sette giorni, di trascorrere un po' di tempo assieme alla famiglia o con gli amici e di riflettere su valori e tradizioni cristiane che rendono più solida l'esistenza. Anche per la salute di ciascuno di noi la domenica come giornata libera ha una grande importanza. Abbiamo bisogno d un momento in cui possiamo respirare, affinché il corpo , lo spirito e l'anima possano riposare. La domenica offre la possibilità di mettere da parte momentaneamente questa “società non-stop”. Consumo, lavoro ed economia non sono le uniche cose importanti della vita.Anche per la nostra vita sociale la domenica ha un significato importante. Il giorno libero offre la semplice possibilità di godere della vita della comunità senza un grande dispendio di energie organizzative. Per i fedeli ciò si traduce nella partecipazione alla Santa Messa, per le squadre amatoriali è l'incontro sul campo di calcio, le famiglie si ritrovano con altre famiglie, le visite presso i parenti possono essere svolte in tutta tranquillità e in questo giorno della settimana si possono organizzare le feste. La domenica è quindi molto importante per la vita sociale.Tutto ciò però sarebbe destinato a sparire se si lavorasse tutta la settimana e il giorno libero. - finora comune – venisse spezzettato a piacimento in giorni diversi durante la settimana. Le conseguenze sarebbero fatali! Nei nostri servizi già adesso osserviamo con molta preoccupazione che molte persone temono le insicurezze e soffrono di paure e depressioni perché non riescono a tenere il passo di una società che esige una costante efficienza.L'apertura dei negozi durante la domenica e i giorni festivi nasconde il pericolo che un numero ancora più elevato di persone cadano nella trappola dell'indebitamento. Non è bello che coloro ai quali mil reddito non consente di arrivare a fine mese e che devono rinunciare a molte cose, debbano continuamente trovarsi di fronte a questa situazione.La domenica come giorno di riposo ci protegge dall'onnipotenza dell'economia che invade ogni aspetto della vita. E' un giorno sacro e tale deve rimanere, affinché l'uomo possa essere – una volta almeno la settimana – semplicemente una persona e non un lavoratore o un consumatore.

La domenica deve rimanere un giorno di riposo?

Nell'Antico Testamento si legge: “Lavorerai sei giorni, ma il settimo giorno ti riposerai...”. Fino ad oggi nell'Europa cristiana questo precetto era stato ampiamente rispettato. Il riposo domenicale sembra però essere gradualmente destinato a sparire. Il Governo italiano ha imposto la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Per il momento “solamente” le grandi catene hanno aperto i negozi anche durante le domeniche e i giorni festivi, ma fino a quando i negozi piccoli potranno resistere a questa concorrenza? E' veramente una scelta giusta rendere il lunedì uguale alla domenica? Oppure ogni giorno della settimana identico a tutti gli altri?Naturalmente ci sono settori in cui donne e uomini devono lavorare anche di domenica: negli ospedali, negli alberghi e nei ristoranti oppure nella polizia, solo per citare alcuni esempi. Quali servizi sono necessari per farci sentire bene e al sicuro. Queste attività svolte durante la domenica e i giorni festivi dovrebbero rimanere però eccezioni, non diventare la regola per tutti.Conservare la domenica come giorno di riposo è molto importante! Struttura la settimana e permette alle persone di riposarsi almeno una volta ogni sette giorni, di trascorrere un po' di tempo assieme alla famiglia o con gli amici e di riflettere su valori e tradizioni cristiane che rendono più solida l'esistenza. Anche per la salute di ciascuno di noi la domenica come giornata libera ha una grande importanza. Abbiamo bisogno d un momento in cui possiamo respirare, affinché il corpo , lo spirito e l'anima possano riposare. La domenica offre la possibilità di mettere da parte momentaneamente questa “società non-stop”. Consumo, lavoro ed economia non sono le uniche cose importanti della vita.Anche per la nostra vita sociale la domenica ha un significato importante. Il giorno libero offre la semplice possibilità di godere della vita della comunità senza un grande dispendio di energie organizzative. Per i fedeli ciò si traduce nella partecipazione alla Santa Messa, per le squadre amatoriali è l'incontro sul campo di calcio, le famiglie si ritrovano con altre famiglie, le visite presso i parenti possono essere svolte in tutta tranquillità e in questo giorno della settimana si possono organizzare le feste. La domenica è quindi molto importante per la vita sociale.Tutto ciò però sarebbe destinato a sparire se si lavorasse tutta la settimana e il giorno libero. - finora comune – venisse spezzettato a piacimento in giorni diversi durante la settimana. Le conseguenze sarebbero fatali! Nei nostri servizi già adesso osserviamo con molta preoccupazione che molte persone temono le insicurezze e soffrono di paure e depressioni perché non riescono a tenere il passo di una società che esige una costante efficienza.L'apertura dei negozi durante la domenica e i giorni festivi nasconde il pericolo che un numero ancora più elevato di persone cadano nella trappola dell'indebitamento. Non è bello che coloro ai quali mil reddito non consente di arrivare a fine mese e che devono rinunciare a molte cose, debbano continuamente trovarsi di fronte a questa situazione.La domenica come giorno di riposo ci protegge dall'onnipotenza dell'economia che invade ogni aspetto della vita. E' un giorno sacro e tale deve rimanere, affinché l'uomo possa essere – una volta almeno la settimana – semplicemente una persona e non un lavoratore o un consumatore.

La domenica deve rimanere un giorno di riposo?

Nell'Antico Testamento si legge: “Lavorerai sei giorni, ma il settimo giorno ti riposerai...”. Fino ad oggi nell'Europa cristiana questo precetto era stato ampiamente rispettato. Il riposo domenicale sembra però essere gradualmente destinato a sparire. Il Governo italiano ha imposto la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Per il momento “solamente” le grandi catene hanno aperto i negozi anche durante le domeniche e i giorni festivi, ma fino a quando i negozi piccoli potranno resistere a questa concorrenza? E' veramente una scelta giusta rendere il lunedì uguale alla domenica? Oppure ogni giorno della settimana identico a tutti gli altri?Naturalmente ci sono settori in cui donne e uomini devono lavorare anche di domenica: negli ospedali, negli alberghi e nei ristoranti oppure nella polizia, solo per citare alcuni esempi. Quali servizi sono necessari per farci sentire bene e al sicuro. Queste attività svolte durante la domenica e i giorni festivi dovrebbero rimanere però eccezioni, non diventare la regola per tutti.Conservare la domenica come giorno di riposo è molto importante! Struttura la settimana e permette alle persone di riposarsi almeno una volta ogni sette giorni, di trascorrere un po' di tempo assieme alla famiglia o con gli amici e di riflettere su valori e tradizioni cristiane che rendono più solida l'esistenza. Anche per la salute di ciascuno di noi la domenica come giornata libera ha una grande importanza. Abbiamo bisogno d un momento in cui possiamo respirare, affinché il corpo , lo spirito e l'anima possano riposare. La domenica offre la possibilità di mettere da parte momentaneamente questa “società non-stop”. Consumo, lavoro ed economia non sono le uniche cose importanti della vita.Anche per la nostra vita sociale la domenica ha un significato importante. Il giorno libero offre la semplice possibilità di godere della vita della comunità senza un grande dispendio di energie organizzative. Per i fedeli ciò si traduce nella partecipazione alla Santa Messa, per le squadre amatoriali è l'incontro sul campo di calcio, le famiglie si ritrovano con altre famiglie, le visite presso i parenti possono essere svolte in tutta tranquillità e in questo giorno della settimana si possono organizzare le feste. La domenica è quindi molto importante per la vita sociale.Tutto ciò però sarebbe destinato a sparire se si lavorasse tutta la settimana e il giorno libero. - finora comune – venisse spezzettato a piacimento in giorni diversi durante la settimana. Le conseguenze sarebbero fatali! Nei nostri servizi già adesso osserviamo con molta preoccupazione che molte persone temono le insicurezze e soffrono di paure e depressioni perché non riescono a tenere il passo di una società che esige una costante efficienza.L'apertura dei negozi durante la domenica e i giorni festivi nasconde il pericolo che un numero ancora più elevato di persone cadano nella trappola dell'indebitamento. Non è bello che coloro ai quali mil reddito non consente di arrivare a fine mese e che devono rinunciare a molte cose, debbano continuamente trovarsi di fronte a questa situazione.La domenica come giorno di riposo ci protegge dall'onnipotenza dell'economia che invade ogni aspetto della vita. E' un giorno sacro e tale deve rimanere, affinché l'uomo possa essere – una volta almeno la settimana – semplicemente una persona e non un lavoratore o un consumatore.

di d

on D

ante

Bel

linat

i“Pensavo...”

PRIMO PIANO - Forte monito del papa: “Abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte”

In 100 mila a San Pietro per la pace.Musulmani ed ebrei, buddhisti e atei hanno aderito ieri alla Giornata di preghiera e digiuno voluta da papa Francesco per chiedere il dono della pace in Siria, in Medio Oriente e in tutto il mondo. In 100mila hanno affollato piazza San Pietro per rispondere all’appello di Bergoglio, dalle 19 alle 23. Momenti di silenzio surreale si sono alternati al rosario e al l ’adorazione eucaris t ica, durante la quale cinque coppie di persone - in rappresentanza di Siria, Egitto, Terra Santa, Stati Uniti e Russia - hanno offerto l'incenso nel braciere collocato a destra dell'altare. Presenti, fra gli altri, membri di parrocchie e associazioni, la Caritas e la Comun i t à d i San t ' Eg id io , Rinnovamento nello Spirito e Azione cattolica, gruppi di preghiera e congregazioni religiose, sindaci e regioni, sindacati, organizzazioni per la pace, la cooperazione e lo sviluppo. E l’appello del papa è rimbalzato anche su Twitter, dove a 9 milioni di followers è arrivato il tweet “Pregate per la p a c e " c o n l ’ h a s h t a g #prayforpeace.Attesa la meditazione del pontefice, che si è soffermato sulle parole-chiave della pace – “ p e r d o n o , d i a l o g o , riconciliazione” -, osservando: “Anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa

normale , cont inu iamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!”.In precedenza, papa Francesco aveva affermato: “Quando l’uomo pensa solo a sé stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli

idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto”. Se “essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri”, tuttavia, “quando s i rompe l ’ a rmonia , succede una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere,

da sopprimere. Quanta violenza viene da quel momento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità: in ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino”.Infine, Bergoglio si è chiesto: “È possibile

percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo!”. Poi ha auspicato: “Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano i l cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al

dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità”. Parole condivise dai presenti con lunghi applausi.

Si celebra il 05 settembre per la prima volta in tutto il mondo la Giornata internazionale della Carità, voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella data che commemora l'anniversario della scomparsa nel 1997 di Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace nel 1979, e a 10 anni dalla sua beatificazione.«Con questa iniziativa – si legge nella pagina ufficiale della Giornata -, le Nazioni Unite invitano tutti gli Stati membri e tutte le organizzazioni internazionali e regionali, così come la società civile, comprese le organizzazioni non-governative e le singole persone, a c o m m e m o r a r e q u e s t a G i o r n a t a Internazionale della Carità in maniera appropriata, incoraggiando la carità, anche attraverso l’educazione e le attività di promozione».«La carità ha un ruolo importante nel

sostenere i valori e

portare avanti il lavoro delle Nazioni Unite», ricorda nel suo messaggio il Segretario Generale Ban Ki-moon. Tutte le varie espressioni di solidarietà, a partire dal volontariato, - prosegue -«ci aiutano nella nostra ricerca condivisa di vivere insieme in armonia e di costruire un futuro di pace per tutti. Dobbiamo riconoscere la carità per quello che è nella sua essenza: una nobile impresa finalizzata a migliorare la condizione umana».Questa prima Giornata internazionale della Carità cade prima dell’iniziativa di digiuno e preghiera per la pace voluta da Papa Francesco per il 7 settembre. In riferimento a questa e «cogliendo anche l'opportunità della prima Giornata internazionale della carità, indetta dall'Onu, - ricorda Caritas Italiana – abbiamo invitato tutte le Caritas diocesane a pensare, proporre, rafforzare nei percorsi pastorali avviati in diocesi,

esperienze capaci di diventare stile, scelta di vita, a livello personale, professionale, familiare. Esperienze in cui la pace, la solidarietà, la nonviolenza, la mondialità, non solo siano dichiarate, ma siano praticate».Caritas afferma in merito con Papa Francesco come il senso profondo della ca r i t à “non s i a e l emos ina” , ma « i n n a n z i t u t t o , è i n c o n t r a r s i e , incontrando, aiutare. Dobbiamo edificare, c r e a r e , c o s t r u i r e u n a c u l t u r a dell’incontro» a partire dalla “periferie esistenziali”. «Questo è ciò che insegna Gesù – ricorda ancora Caritas con la parole di Francesco -: andare incontro ai più bisognosi. Come Gesù che andava sempre incontro alla gente. Egli andava ad incontrarla. Perché l’incontro moltiplica la capacità di amare. L’incontro con l’altro ingrandisce il cuore».

da Caritas Italiana

Prima Giornata internazionale della Carità.

ContattarciContattarciSede:Orari:

Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 RovigoLun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00Sab 9:00-12:00

Tel:Fax:

e-mail:web:

0039 0425 234500039 0425 [email protected]

Contribuire:C/C intestato a Caritas diocesana di Adria RovigoRovigoBanca, Rovigo, Corso del PopoloC/C - 012000023103•IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103

Contribuire:C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10C/C - 10000 0017778•IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778

Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

COS’È: Iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con l’obiettivo di fornire aiuto concreto alle famiglie in difficoltà a causa della perdita o della precarietà del lavoro e prive di ammortizzatori sociali.

PER INFORMAZIONI: collegarsi al sito del progetto http://live. fondazizonecariparo.com cliccando su “Fondo Straordinario di Solidarietà” - “Documenti”.

OPPURE presso la Caritas diocesana di Adria-Rovigo al numero: 0425 23450

Diario• 16 settembre, Zelarino (VE), coordinamento triveneto

immigrazione.• 19 settembre, Venezia, Comitato scientifico progetto Genitori+.

Page 19: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013

19la Settimanadomenica 15 settembre 2013 varie

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

tradizionali, le fattorie biologiche e i mulini a ventoUna natura intatta fatta di foreste di betulle,

paludi, misteriosi laghi e brughiera dove vivono numerose specie protette tra cui l’aquila reale, l’alce, l’orso e i castori. Non a caso l’Estonia van-ta un invidiabile primato: ha l’aria più pulita al mondo. Basta visitare le isole per capire il grande rispetto degli estoni per l’ambiente. Il “popolo verde” come orgogliosamente si definiscono gli estoni hanno forti legami ed un grande rispetto dei boschi e per tutto ciò che è naturale.

Le isole di Saaremaa e Muhu sono delle oasi di tranquillità dove il turista scopre i ritmi di vita rilassanti e la bellezza senza tempo dei Manor House, i manieri estoni.

L’isola di Muhu conquista per il grande ri-spetto delle tradizioni che si possono cogliere visitando il Museo della Pesca, aperto lo scorso anno da cui si comprende la vita dei pescatori che affrontavano le acque del Baltico su barche dalla foggia vichinga o capire la tecnica della pesca nel ghiaccio. Nell’isola c’è la più importante chiesa luterana dell’Estonia, la Karja Church costruita nella metà del XIII secolo. Grazioso centro è Ori-saare, che conserva ancora l’impronta staliniana.

Facilmente raggiungibile da Tallin in traghet-to, in auto, o in aereo, collegata con un ponte da Muhu, l’isola Saaremaa che affascina per la dol-cezza dei paesaggi, i piccoli villaggi tradizionali, che accolgono poche decine di abitanti, con le case basse fatte di legno ed i tetti di paglia.

La capitale Kuressare è ospitale e va scoperta in bicicletta. Pedalando lungo le vie si scoprono le abitazioni dei pescatori costruite durante il pe-riodo sovietico con i loro curatissimi giardini e i balconi fioriti. Una visita la merita il castello me-dioevale, mai andato in rovina, costruito nel XIV dai crociati tedeschi che nelle sale ospita il mu-seo sulla storia antica a recente dell’Estonia. Un percorso interessante per capire tutti gli avveni-menti storici, specie durante il “soviet time” (così è chiamata l’occupazione sovietica) della piccola repubblica baltica. Poco lontano dalla capitale c’è Angla famosa per i suoi mulini a vento, del tutto simili a quelli olandesi, utilizzati per macinare le gragnalie. Un tempo nell’intera isola ne esisteva-no quasi 700.

A Khaali c’è da scoprire il mistero del laghet-to, profondo venti metri, formato dal cratere di un meteorite caduto quattromila anni fa, del peso equivalente a otto tonnellate di ferro. L’acqua co-lor smeraldo e il bosco di betulle rendono la lo-calità magica: il silenzio rotto solo dallo stormire delle fronde aiuta a ritrovare se stessi e a stacca-re dai ritmi della vita frenetica dei nostri tempi. Molte le fattorie biologiche che danno ospitalità in abitazioni che profumano di legno di betulla e propongono una cucina biologica fatta con mate-rie prime fresche del territorio. Ma anche prodotti artigianali come nella fattoria Good Kaarma dove una giovane coppia inglese produce saponi natu-

rali di grande qualità apprezzati in tutto il mondo utilizzando le piante e le essenze dei boschi.

Nelle foto: (dall'alto in basso) Grande rispetto per la natura; Una tipica abitazione delle isole; Con le essenze dei fiori si fabbricano i saponi; Il centro di Saaremaa

Rovigo - Il saluto del Sindaco Bruno Piva

Per il nuovo anno di scuolaCom’è consuetudine il Sindaco Bruno Piva ha

salutato e fatto gli auguri a tutto il mondo del-la scuola. Ecco il suo messaggio: “In occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, è con grande piacere che, a nome di tutta l’amministrazione co-munale, rivolgo i più sentiti auguri di buon lavoro ad alunni, studenti, insegnanti e genitori. Auguri per un anno proficuo e sereno, con la consapevo-lezza che l’istruzione rappresenta un’opportunità per il futuro dei nostri giovani e un’importante in-vestimento per il futuro di tutta la comunità.

Inizia una nuova avventura, di impegno, di se-rietà, di professionalità, di apprendimento e anche di divertimento, dove ognuno giocherà il proprio ruolo per svolgere al meglio il percorso formativo intrapreso. Auspico che la scuola, luogo dei saperi, possa diventare anche il luogo in cui valori della cittadinanza attiva e responsabile riescano a realiz-zarsi ed a influenzare positivamente la condotta di ogni ragazzo. Ai dirigenti, ai docenti e al personale tutto, rivolgo un ringraziamento per l’importante compito che con grande dedizione portano avanti, nella speranza che abbiano sempre a cuore l’educa-

zione e la formazione degli alunni, valorizzando le capacità e le attitudini di ognuno.

Ad alunni e studenti, l’augurio di riuscire a trovare la propria strada con la certezza di avere acquisito i saperi necessari per guardare con sere-nità al futuro. Infine, un ringraziamento ai genitori per il delicato e difficile lavoro che svolgono parte-cipando al progetto educativo dei propri figli.

Far parte di una comunità implica una respon-sabilità ed è attraverso questo che gradualmente si apprendono i diversi modi dello stare insieme e di comunicare nel principio del rispetto reciproco e della correttezza, uniti, tutti quanti, da uno scopo comune: imparare e crescere insieme.

Non mancherà il sostegno dell’amministrazio-ne comunale, volto ad affiancare la scuola nell’alto compito di educazione delle giovani generazioni alla conoscenza e ai valori. La scuola di ogni ordine e grado, svolge un ruolo primario nella crescita for-mativa, didattica, civile e democratica di un Paese.

Ed è con questa consapevolezza che rinnovo a tutti gli auguri di un buon nuovo anno scolastico, foriero di grandi successi”.

Il sindaco Bruno Piva ha nominato i 4 nuovi componenti del Sindacato del tempio della Beata vergine del Soccorso, in sostituzio-ne dei componenti di-missionari.

Sono: Graziella Maria Andreotti, Eva Grandi, Orazio Cap-pellari e Gabriele Cap-pato.

Di seguito una sin-tesi dei loro curriculum:

Graziella Maria Andreot-ti è nata a Crespino il 7 mag-gio 1942 e vive a Rovigo, si è laureata in materie letterarie all’Università di Padova, dove ha conseguito anche il diploma di perfezionamento e specializ-zazione nelle discipline peda-gogiche, mentre alla Cattolica di Milano ha conseguito il di-ploma per l’insegnamento agli insufficienti mentali.

Ha insegnato nelle scuole elementari di diversi Comuni della nostra provincia, didat-tica all’istituto magistrale “C. Roccati” di Rovigo, cartografia storica all’istituto di Geografia dell’Università di Padova. Ha svolto attività associativa col-laborando con diverse associa-zioni e giornalistica collaboran-do con varie testate. Ha pubbli-cato diversi saggi di carattere storico-geografico, etnografico e didattico, pagine di narrativa e poesie. Graziella Andreot-ti può essere considerata una delle poche storiche del Polesi-ne. Dal 1977, dedica quasi quo-

tidianamente il proprio tempo alla ricerca sulla storia del Pole-sine, fra i documenti di archivi e biblioteche in città diverse.

Eva Grandi nata a Bologna il 14 settembre 1942 e residente a Rovigo, è stata consigliere comunale, vice presidente del Consiglio Comunale di Rovi-go; ha ricoperto il ruolo di as-sessore con varie deleghe tra le quali i Servizi sociali sempre nel Comune di Rovigo, è stata vicepresidente dell’ente IRAS di Rovigo. Da gennaio 2012 fa parte del Consiglio direttivo del Csv di Rovigo e da ottobre 2012 è presidente della Com-missione Pari opportunità del Comune di Rovigo.

Orazio Cappellari è nato a Me-gliadino S. Vitale (Padova) il 23 febbraio 1938 e residente a Ro-vigo, è giornalista-pubblicista, collaboratore di varie testate, componente del Consiglio di-rettivo dell’associazione cultu-rale Minelliana; co-fondatore dell’Unione cristiana impren-

ditori, dirigenti e pro-fessionisti; presidente della scuola materna paritaria-nido integrato “S. PioX°”; socio Ucsi – sez. di Rovigo; già di-rigente del Consorzio agrario provinciale di Rovigo; componente Consiglio affari econo-mici della Diocesi di Adria-Rovigo.

Gabriele Cappato è nato a Polesella il 20

settembre 1944 ed è residente a Rovigo. E’ stato Sindaco e assessore alla Cultura del Co-mune di Badia Polesine. Gior-nalista-pubblicista ha svolto vari incarichi in campo teatrale e nell’ambito dell’informazio-ne e della comunicazione, tra questi, attualmente è vice pre-sidente regionale dell’Unione cattolica stampa italiana, re-visore del conti presso il Con-siglio nazionale dell’Unione nazionale delle associazioni dei giornalisti agricoli, mem-bro del direttivo regionale dell’Associazione regionale dei giornalisti agricoli del Ve-neto, membro dell’Internatio-nal federation of agricultural journalist. Inoltre, attualmente è componente dell’apposita commissione creata dal comu-ne di Badia Polesine per curare e predisporre le attività teatrali del Teatro “Eugenio Balzan” di Badia Polesine. Partecipa in-fine, come consulente teatrale alla commissione per l’evento “Venezia 2019”, capitale euro-pea della cultura.

Tempio Beata Vergine del Soccorso

I componenti del Sindacato della Rotonda

In Italia cinque milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, secondo gli ultimi dati Istat. La crisi economica ha peggiorato le con-dizioni di molte famiglie, aggravato la disoccupa-zione e accentuato le disparità sociali. Sempre più persone in difficoltà si rivolgono alle associazioni di volontariato, che offrono servizi di accoglienza, ascolto e supporto materiale, spesso supplendo alle carenze e difficoltà degli enti locali. In Polesine il 90% dei servizi per i senzatetto, ad esempio, è gestito da organizzazioni di volontariato: si tratta di presìdi indispensabili, quali asili notturni, case di accoglienza, mense popolari, servizi docce e sportelli di ascolto. Ma come rispondere al peg-gioramento della situazione sociale e all'emergere di nuove povertà? Quali servizi attivare, imple-

mentare o migliorare? Il Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Adria-Rovigo, propone ai vo-lontari un corso di formazione sul tema "Aiutare le persone in condizioni di povertà e indigenza", che si terrà venerdì 20 settembre, 4 e 11 ottobre, dal-le 17.30 alle 19.30 nella sede del Csv, in viale Tre Martiri, 67/F a Rovigo. Il corso è gratuito e aperto non solo a volontari che operano nell'ambito della povertà, ma in generale a tutti coloro che operano in associazione e intendono capire come affrontare eventuali situazioni di disagio sociale o emargina-zione. Dall'aiuto ai malati in ospedale al supporto agli anziani e perfino in contesti culturali e sporti-vi, infatti, sono diverse le associazioni che possono trovarsi di fronte a persone o famiglie in difficoltà.

Rovigo - CSVLotta alla povertà

Un corso per progettare e gestire interventi solidali

Page 20: La Settimana n. 35 del 15 settembre 2013