la rivista multilingue di interculturalità tecnofobia o...

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Tecnofobia o tecnofilia? Una delle sfide di questi ultimi anni è senza dubbio l’integrazione dell’uso delle nuove tecnologie nell’insegnamento/apprendimento delle lingue straniere. Questo è un campo in cui l’uso delle tecnologie ha riscosso immediato successo, perché l’integrazione della multimedialità (audio, video, interattività offline e online, web con tutte le sue opzioni di communities, blog, forum, email ecc.) rende immediatamente possibile un vero contesto comunicativo. La rete, in particolare, è un’immensa risorsa aggiuntiva per costruire il proprio percorso di apprendimento e arricchimento di conoscenze, ed è uno strumento per rendere gli studenti più autonomi e indipendenti in questo percorso. È necessario, quindi, ripensare ai modi di utilizzare o riutilizzare la multimedialità per affiancare efficacemente l’azione didattica, e rivedere le metodologie o le tecniche di insegnamento per riuscire a comunicare con lo stesso linguaggio dei nostri “native digitals”. Una lavagna interattiva o un “libro attivo” che si possa “sfogliare”, interagendo attivamente con i suoi contenuti, testi, immagini, animazioni e video, non può che influire positivamente sull’attenzione, la concentrazione e la motivazione dei nostri alunni. Lezioni più efficaci e meno dispersive, con ragazzi più partecipi perché inseriti in un contesto a loro più affine, dove la lingua è appresa davvero attraverso un processo di “integrated skills”. Senza dimenticare quanto le nuove tecnologie possono aiutare i docenti nell’insegnamento a ragazzi diversamente abili o con problemi di apprendimento. Vi ringraziamo per l’apprezzamento che riservate alla nostra rivista, continuate a mandarci i vostri preziosi contributi. la rivista multilingue di interculturalità N° 2 – Settembre 2009 – anno I contents Come cambia la formazione 2 nell’epoca del web 2.0 Cultural studies 6 and the Internet Il Libro attivo 10 Firmino 12 Les technologies 14 de l’information et de la communication (TIC) en vue de leur emploi pédagogique en classe In caso di mancato recapito inviare al cmp/cpo di via cebrosa 5, settimo torinese (TO), per la restituzione al mittente previo pagamento resi Anna Fresco Direttore editoriale Lingue Moderne LANG Edizioni Cecilia Perillo Editor LANG MAG

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Page 1: la rivista multilingue di interculturalità Tecnofobia o ...media.pearsonitalia.it/0.693156_1366378870.pdf · McLuhan ne La galassia Gutenberg. I digital native crescono, apprendono,

Tecnofobiao tecnofilia?Una delle sfide di questi ultimi anni è senza dubbio l’integrazionedell’uso delle nuove tecnologie nell’insegnamento/apprendimentodelle lingue straniere. Questo è un campo in cui l’uso delletecnologie ha riscosso immediato successo, perché l’integrazionedella multimedialità (audio, video, interattività offline e online, webcon tutte le sue opzioni di communities, blog, forum, email ecc.)rende immediatamente possibile un vero contesto comunicativo.

La rete, in particolare, è un’immensa risorsa aggiuntiva per costruireil proprio percorso di apprendimento e arricchimento di conoscenze,ed è uno strumento per rendere gli studenti più autonomi eindipendenti in questo percorso.

È necessario, quindi, ripensare ai modi di utilizzare o riutilizzare la multimedialità per affiancare efficacemente l’azione didattica, e rivedere le metodologie o le tecniche di insegnamento per riuscirea comunicare con lo stesso linguaggio dei nostri “native digitals”.

Una lavagna interattiva o un “libro attivo” che si possa “sfogliare”,interagendo attivamente con i suoi contenuti, testi, immagini,animazioni e video, non può che influire positivamentesull’attenzione, la concentrazione e la motivazione dei nostri alunni.

Lezioni più efficaci e meno dispersive, con ragazzi più partecipiperché inseriti in un contesto a loro più affine, dove la lingua è appresa davvero attraverso un processo di “integrated skills”.

Senza dimenticare quanto le nuove tecnologie possono aiutare i docenti nell’insegnamento a ragazzi diversamente abili o con problemi di apprendimento.

Vi ringraziamo per l’apprezzamento che riservate alla nostra rivista,continuate a mandarci i vostri preziosi contributi.

l a r i v i s t a m u l t i l i n g u e d i i n t e r c u l t u r a l i t àN° 2 – Settembre 2009 – anno I

contentsCome cambia la formazione 2nell’epoca del web 2.0

Cultural studies 6and the Internet

Il Libro attivo 10

Firmino 12

Les technologies 14de l’information et de la communication (TIC) en vue de leur emploi pédagogique en classe

In caso di mancato recapito inviare al cmp/cpo di via cebrosa 5,

settimo torinese (TO), per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Anna FrescoDirettore editoriale Lingue ModerneLANG Edizioni

Cecilia PerilloEditor LANG MAG

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Come stanno cambiando gli studenti: i “nativi digitali”Secondo una recente indagine delBecta (http://about.becta.org.uk),l’autorevole agenzia inglese perl’innovazione dei sistemi scolastici,“considerati nel loro insieme, glieffetti combinati della rivoluzionedigitale e del web 2.0 sui sistemieducativi si concretano in radicaletrasformazione dei sistemi scolastici,che tende a riorientarli verso unastruttura didattica che privilegia unforte accento su un approcciocentrato sullo studente. Inparticolare, sono quattro le grandiaree di impatto, dell’innovazioneprodotta dalla transizione al digitalee dal web 2.0 sugli stili diapprendimento degli studenti: a) una forte crescita deicomportamenti di ricerca/esplorazionenell’apprendimento, rispetto aicomportamenti acquisitivi e passividi ricezione dei contenuti; b) una naturale fluency tecnologicadegli studenti, che li porta a

considerare il web come il mediaprimario di ricerca, acquisizione econdivisione dei contenuti del sapere; c) una forte crescita deicomportamenti di collaborazione/cooperazione tra pari, attuati inparticolare attraverso strumenti qualiMS Messenger, You Tube o i piùdiffusi social network; d) una forte tendenza da parte deglistudenti a privilegiare l’espressionedella propria identità e delle proprieidee attraverso strumenti quali i Blogo il microblogging (Messenger,Twitter). Allo stesso tempo, il web 2.0sembra ben armonizzarsi con le pratiche pedagogiche del costruttivismo socialecontemporaneo. In particolare, gli studenti individuano nuoveopportunità di essere indipendentinelle loro attività di studio e diricerca dai docenti. Il web 2.0 e gli strumenti digitali chepossono arricchire l’aula e laformazione – lavagne interattivemultimediali, aule virtuali, Learningand Content Management System –paiono cioè incoraggiare una più

ampia gamma di capacità espressivee una maggiore indipendenza eautonomia dello studente. Così comefacilitano il lavoro cooperativo”(Becta, 2008).

Ormai sono gli studenti a costruire ea pubblicare sul web contenuti anchedi grande valenza comunicativa,formativa e didattica. La rivoluzioneinformazionale aumenta in manieraesponenziale la quantità di contenutiper la formazione accessibileattraverso la rete, non solo quellaprodotta dagli attori istituzionali,ossia università ed editori, ma anchequella “generata” dagli utenti dellarete stessa. L’esempio più famoso diquesta tendenza autopoietica dellarete è costituito dall’enciclopediaonline Wikipedia (www.wikipedia.org).Ora, il problema non è quello di farescuola a scuola solamente attraversole tecnologie digitali, bensì quello digettare un ponte tra le pratiche d’usodelle tecnologie degli adolescenti –che i nativi digitali (Ferri, 2008, Ferri-Mantovani, 2008) mettono inatto nel corso delle loro interazionisociali tra pari, senza l’aiuto dellascuola – e le pratiche formative chehanno luogo nella scuola stessa.

I digital native, infatti, hanno unadieta mediale digitale che sicostruiscono da soli, spesso neldisinteresse o nell’inconsapevolezzadegli adulti. Il loro percorso diappropriazione dei nuovi media èoggi indipendente e spesso lontanoe distonico (Rivoltella, 2006, Ferri2008) dagli adulti. I digital nativesono nati in un mondo socio-tecnicoche presenta una serie di discontinuitàradicali con il mondo descritto daMcLuhan ne La galassia Gutenberg. I digital native crescono,apprendono, comunicano esocializzano all’interno di questonuovo ecosistema mediale, il “bravenew world” dell’informazione e dellaformazione digitali e globalizzate.

Come cambia la formazione nell’epoca del web 2.0

Il web 2.0 e l’educazionedi Paolo Maria Ferri

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Vediamo in che modo. Come notaWim Veen, studioso di nuovi media edi tecnologie didattiche, “questagenerazione mostra comportamentidi apprendimento differenti dallegenerazioni precedenti; in particolare,apprendere attraverso schermi, icone,suoni, giochi, ‘navigazioni’ virtuali ein costante contatto telematico con ilgruppo dei pari significa svilupparecomportamenti di apprendimentonon lineari, come quelli alfabetici egutenberghiani” (Veen, 2003, 2006).A una rassegna ragionata dellaletteratura scientifica in materia, ivalori che orientano gli stili e icomportamenti di apprendimento deidigital native sono:– l’espressione di sé;– la personalizzazione;– la condivisione costante di

informazione (sharing);– il riferimento costante ai coetanei.

I digital native sono molto piùavvezzi di noi ad ambienti digitali diapprendimento. Ad esempio, perquanto riguarda i videogiochi, alcunihanno poco a che fare conl’apprendimento poiché si limitanoad attivare funzioni neurali di tipomotorio percettivo, azioniautomatiche e di stimolo-risposta,che nel tempo lungo danneggiano lecapacità di apprendimento, ma altri,soprattutto quelli che richiedonostrategia, riflessione e costruzione dimondi possibili (come CrashBandicoot, Spyro, Super Mario, Sim City, Age of Empire), sviluppanol’attenzione selettiva, la “riservacognitiva”1 e l’intelligenza secondouna modalità nuova. “Videogiocare”a Crash Bandicoot, Spyro o ai Sims,per esempio, implica un’attenzioneproattiva costante, la ricercaabduttiva di soluzioni a problemi chevia via si manifestano nel gioco, lo sperimentare ruoli differentiall’interno del contesto del gioco equindi rappresenta una modalità diattivare apprendimenti ed esperienzeanche sociali, perché ormai si gioca

online con altri “umani” e non solocontro la macchina. Ma questi videogiochi sono solo lapunta di un iceberg. I digital nativehanno a disposizione una grandequantità di strumenti diapprendimento e comunicazioneformativa e sociale: dai social networkcome Facebook e Netlog Habbo aMSN Messenger, al telefono cellulare,ai siti di file sharing e condivisionedei contenuti online.

Inoltre, un comportamento diappropriazione mediale moltofrequente presso i digital native è ilmultitasking: studiano mentreascoltano musica e nello stessotempo si mantengono in contattocon il gruppo di pari attraversoMessenger, mentre il televisore èacceso con il suo sottofondo diimmagini e parole. Il problema delsovraccarico cognitivo che questocomporta è spesso risolto attraversoil continuo passaggio da un media aun altro, tramite uno zappingconsapevole tra le differenti fonti diapprendimento e di comunicazione.Questo comportamento non è soloforiero di disattenzione e didisorientamento cognitivo. Noi adulti cerchiamo sempre un“manuale” o abbiamo bisogno distrumenti per inquadrareconcettualmente un oggetto di studioprima di dedicarci a esso. I digital native no. Non è detto chesia un fatto positivo, ma è un fatto.Apprendono per esperienza e persuccessive approssimazioni, secondouna logica che è più vicina a quella“abduttiva” di Peirce, che non aquella induttiva di Galileo odeduttiva di Aristotele, checaratterizzavano il modo diapprendimento gutemberghiano. Da questo punto di vista, i digitalnative hanno un approccio molto piùpersonalizzato, esperienziale e menodogmatico del nostro. Un approccioche entra nei differenti campi di esperienza per prove ed errori,

imparando dagli errori, più che un approccio storico o sistematico e sequenziale alla conoscenza comeil nostro. Inoltre, la condivisione coni pari, la cooperazione, l’utilizzo didifferenti approcci al problema dato e di molteplici codici e piani diinterpretazione per risolverlo lidifferenziano radicalmente rispetto a noi. Si tratta di un approccio “open source” e cooperativo aglioggetti culturali, che è benrappresentato dal modo in cui i giovani condividono la musica, il sapere e le esperienze onlineattraverso i più diversi strumenti di comunicazione tecnologica (MSN Messenger, Wikipedia, Skype,l’Ipod e il podcasting, i blog). Si stacostruendo, secondo le regoledell’“etica haker” – condivisione,gratuità, cooperazione – (Castells-Himanen, 2002) un universo di sensonuovo, un nuovo stile diapprendimento collaborativo. Per apprendere la soluzione a unproblema o il significato di unconcetto, i digital native utilizzano unnuovo approccio: piuttosto cheinterpretare, configurano; piuttosto checoncentrarsi su oggetti statici, vedonoil sapere come un processo dinamico;piuttosto che essere spettatori, sonoattori e autori delle trame multiple edelle molteplici conclusioni che dannoalle storie, che essi stessi costruisconoin cooperazione con i loro pari. Lo stesso apprendimento è per loroun processo attivo e sociale dacondividere con i pari.

N° 2 – Settembre 2009 3

1 Recenti studi neurofisiologici dimostrano come le attività intellettuali di svagodiminuiscono fino al 60% il rischio di malattie neurologiche, quali Alzheimer, demenzasenile, depressione senile. In particolare, uno studio longitudinale pubblicatosull’autorevole New England Journal of Medicine (Verghese, 2006) e condotto da John Verghese e dal suo gruppo di ricerca su 437 residenti in comunità per anziani di etàsuperiore ai 75 anni, ha correlato direttamente attività come la lettura, la scrittura,l’enigmistica, i giochi da tavolo e il gioco delle carte, l’ascolto della musica (in ordine dirilevanza preventiva e di frequenza di svolgimento) con la prevenzione del decadimentocognitivo. Il dato per noi più interessante è quello che testimonia come la riservacognitiva si costituisca nella prima infanzia.

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I dati dell’indagine OCSE/PISA/CERINew Millennium Learner (Pedró 2008)ci mostrano come questicomportamenti di apprendimentofatichino a entrare nella scuola, ecome siano distanti gli studenti e idocenti dal punto di vista dellepratiche didattiche agite/subite e“desiderate”. Entrambi i grafici che

presentiamo sono parte delsondaggio nazionale sul sistemaformativo inglese effettuatodall’Istituto di Ricerca InternazionaleIpsos Mori in Inghilterra nel 2007.Essi consentono un confronto tra lepratiche di insegnamento dominantie le aspettative che hanno glistudenti rispetto a queste pratiche.

Il confronto tra le due tabelle èsufficientemente chiaro e definisce lamisura della sproporzione dellepratiche attuali degli insegnati e leaspettative dei digital native. Laricerca inglese sottolinea il fatto che lepratiche di insegnamento e appren-dimento predominante sono molto

lontane dalle aspettative corrispon-denti dei discenti. I nativi digitali, icittadini del web 2.0, non vogliono piùsolamente ascoltare l’insegnante,copiare dalla lavagna e prendereappunti. Vogliono imparare dall’espe-rienza, vogliono apprendere in gruppoe tra pari, vogliono usare il computer…

I nuovi ambienti della formazioneMa come può essere strutturato il nuovo setting didattico –tecnologicamente esteso – chepermetta insieme di rispondere ainuovi stili di apprendimento deinativi e nello stesso tempo disviluppare appieno le potenzialitàdella rivoluzione digitale nell’ambitodella formazione? Analizziamo adesempio la nuova configurazione chedovrebbero assumere gli spazi fisicidella didattica, i luoghi dellaformazione, l’arena primaria deiprocessi educativi (Pasquali 2003,Rivoltella, 2006). Un’aula scolasticache possa diventare un ambienteformativo anche digitale è un’aulaattrezzata con banchi mobili ericombinabili (Calvani, 2001), dotatadi videoproiettore sospeso al soffitto,computer per il docente, notebookpotente con una scheda per ildigitale terrestre, e poi scanner,stampante e una postazione divideoripresa digitale (basterebbeanche una web cam posta su unbanco). Un’aula, come è chiaro,molto differente da quella checonosciamo oggi. Inoltre, l’aula ideal-tipica all’interno della quale siformino i “cittadini digitali” deldomani è dotata di una connessionein rete a banda larga, di connessionewireless alla rete e alle basi dati deicontent provider cui la scuola èabbonata, e di un certo numero dicomputer portatili (almeno uno ogniquattro studenti), dotati dei softwaredi fruizione e di produzionemultimediale per il web, che possonoessere distribuiti ai ragazzi durante lefasi di apprendimento collaborativo oin piccolo gruppo. Nelle fasi di apprendimento di naturaprettamente asimmetrica e dicomunicazione unidirezionale, i banchi potranno essere posti in unaconfigurazione tradizionale el’insegnante (mentor) potrà svolgerela sua lezione supportato dalla LIM(Lavagna Interattiva Multimediale) odal video proiettore, che potrà divolta in volta riprodurre sulloschermo video lezioni ad hocpreparate da lui o dall’editore deicontenuti che adotta, oppure slidesdi sintesi e presentazioni, brevifilmati o video estratti da mediatechedigitali o da siti web. Quandol’insegnante riterrà che tenere losguardo negli occhi degli studenti e

Copy from the board or a bookListen to a teacher talking for a long timeHave a class discussionTake notes while my teacher talksWork in small groups to solve a problemSpend time thinking quietly on my own Have a drink of water when I need itTalk about my work with a teacher Work on a computerListen to background musicLearn things that relate to the real worldHave some activities that allow me to move aroundTeach my classmates about something Create pictures or maps to help me remember Have a change of activity to help focusHave people from outside to help me learnLearn outside in my school’s grounds

52%

29%

25%

22%

22%

17%

16%

16%

10%

10%

9%

8%

7%

7%

4%

3%

33%

In groupsBy doing practical thingsWith friendsBy using computers AloneFrom teachersFrom friendsBy seeing things doneWith your parentsBy practisingIn silenceBy copyingAt a museum or libraryBy thinking for yourselfFrom othersOther

55%

39%

35%

31%

21%

19%

16%

14%

12%

9%

9%

8%

5%

6%

3%

1%

Domanda: quali sono le tre attività tra quelle nell’elenco che pratichi più frequentemente?

Domanda: quali sono i tre modi di apprendere, tra quelli nell’elenco, che preferisci?

Fonte: Ipsos Mori (2007)

Fonte: Ipsos Mori (2007)

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trasformato l’ambiente in cui a casa inostri figli e nipoti si trovano avivere, un ambiente che è moltodifferente da quello nel quale siamo

cresciuti noi figli del libro. Per qualeragione la scuola e il mondo dellaformazione non dovrebbero adattarsia questa realtà “mutata”?

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non nello schermo possa facilitare lacomprensione, adotterà sempre ladidattica asimmetrica frontale, chetuttavia non sarà più dominante. Nei momenti in cui l’insegnante e i ragazzi o bambini lo riterrannoopportuno, l’aula potrà esserericonfigurata, i banchi mobiliverranno riaggregati a quattro aquattro o a due a due, e su ogniisola di lavoro, attorno alla qualepotranno prendere posto da tre acinque discenti, verranno posizionatialcuni notebook connessi wirelessalla rete Internet, allo scanner, allastampante e al video proiettore. I piccoli gruppi, sotto la guida di uninsegnante (coach o tutor), potrannosvolgere a questo punto lavori diapprofondimento e di rielaborazionecognitiva e poi, una volta realizzati,presentarli e salvarli sul server diclasse e nella classe virtuale,attraverso la LIM. Questa strutturazione dell’ambientescolastico e formativo “a geometriavariabile” permette di comprendereche cosa si intenda qui per“arricchimento digitale integrato”degli spazi dell’apprendimento o perspazi della formazione abilitati allamediatizzazione estesa digitale.Tutto questo può sembrare unasemplice descrizione futuristica otecnoentusiasta dell’aula scolasticacosì come si presenterà in un futuroindeterminato e lontano, ma non ècosì. L’articolo 15 della finanziaria del2009 e le successive circolariapplicative, ormai legge dello stato,impongono agli editori e agliinsegnanti di adottare solo libri“misti”, analogici e arricchiti dicontenuti digitali, ed entro il 2016usciranno dall’adozione nelle scuoledi ogni ordine e grado tutti i libri“tradizionali”. Tra il 2009 e il 2010,inoltre, sedicimila lavagne interattivemultimediali troveranno posto nellescuole di ogni ordine e grado, inseguito all’azione innovativadell’Agenzia Scuola guidata daGiovanni Biondi, che l’ha a lungopresieduta1. “Il futuro è passato”, per utilizzare lafortunata metafora di Koselleck(1979) e la rivoluzione digitale ha già

PAOLO MARIA FERRI, Professore Associato presso la Facoltà di Scienze dellaFormazione dell’Università degli Studi Milano Bicocca, è docente di Teoria etecniche dei Nuovi Media e Tecnologie didattiche. Ha approfondito in particolare i temi del web 2.0 e dell’e-learning. Tra le sue pubblicazioni: P. Ferri, S. Mantovani (a cura di) Bambini e computer. Allascoperta delle tecnologie digitali a scuola e in famiglia, Etas, Milano, 2006; P. Ferri, E-Learning. Didattica e comunicazione e tecnologie digitali, Le Monnier,Milano, 2005; P. Ferri, Fine dei Mass Media. Le nuove tecnologie dellacomunicazione e le trasformazioni dell’industria culturale, Guerini e Associati, 2004.([email protected])

1 Informazioni più dettagliate su questiprogetti possono essere reperite sul sitodel progetto Innovascuola del governoitaliano: http://www.innovascuola.gov.it.

Bibliografia� Becta, 2008, Web 2.0 technologies for learning: The current landscape – opportunities,

challenges and tensions, http://partners.becta.org.uk/index.php?section=rh&&catcode=_re_rp_02&rid=15878. � G. Biondi (a cura di), LIM. A scuola con la Lavagna Interattiva Multimediale. Nuovi

linguaggi per innovare la didattica, Giunti, Firenze, 2008.� G. Biondi, La scuola dopo le nuove tecnologie, Apogeo, Milano, 2007.� M. Castells et al., Mobile Communication and Society. A global perpective, MIT Press,

Cambridge, Mass., 2007, trad. it. Mobile Communication e trasformazione sociale, a curadi Alberto Marinelli, Guerini e Associati, Milano, 2009.� M. Castells, P. Himanen, The Information Society and the Welfare State: The Finnish

Model, Oxford University Press, Oxford, 2002, trad. it. Società dell’informazione e welfarestate: la lezione della competitività finlandese, Guerini e Associati, Milano, 2006.� A. Calvani, Educazione, comunicazione e nuovi media. Sfide pedagogiche e cyberspazio,

UTET, Torino, 2001.� P. Ferri, E-learning. Didattica, comunicazione e tecnologie digitali, Le Monnier, Firenze,

2005.� P. Ferri, La fine dei Mass Media. Nuove tencologie e trasformazioni dell’industria della

cultura, Guerini e Associati, Milano, 2004.� P. Ferri, S. Mantovani, Bambini e computer. Alla scoperta delle nuove tecnologie a scuola

e in famiglia, RCS Etas, Milano, 2006.� P. Ferri, S. Mantovani, Digital Kids. Come comunicano e apprendono i nativi digitali e

come potrebbero farlo genitori e insegnanti, RCS Etas, Milano, 2008. � F. Pasquali, I nuovi media. Tecnologie e discorsi sociali, Carocci, Roma, 2003.� Ipsos Mori, National Student Survey (NSS) Assessment of the 2007. Optional Items

Statistical Report, edited by Andria Hanbury, 2007, http://www.heacademy.ac.uk/assets/York/documents/ourwork/research/NSS_2007_optional_items_statistical_report.pdf.� F. Pedró, The New Millennium Learners, What Do We Know About The Effectiveness of

ICT in Education And What We Don’t, Francesc Pedró Espoo, 2006,www.oecd.org/dataoecd/52/4/37172511.pdf.� F. Pedró, The new millennium learners: emerging issues from the first expert meeting

(Florence, 5-6 march 2007), http://www.oecd.org/dataoecd/39/35/38444174.pdf.� F. Pedró, The new millennium learner a project in progress (2008),

http://www.oecd.org/dataoecd/39/51/40554230.pdf.� P.C. Rivoltella, Screen Generation. Gli adolescenti e le prospettive dell’educazione

nell’età dei media digitali, Vita e Pensiero, Milano, 2006.� S. Papert, Connected family. Come aiutare genitori e bambini a comprendersi nell’era di

Internet, a cura di P. Ferri, Mimesi Edizioni, 2006.� M. Prensky, Mama Don’t Bother Me Mom – I’m Learning, Paragon House, New York, 2006,

trad. it. Mamma non rompere. Sto imparando!, a cura di S. Cutaia, Multiplayer, Roma, 2008.� W. Veen, B. Vrakking, Homo Zappiens, Growing up in a Digital Age, Network Continuum

Education, London, 2006.

Sitografia� Indagine Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle

famiglie e utilizzo degli individui, Anno 2007, disponibile sul sito Istathttp://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080116_00/testointegrale20080116.� Indagine “New Millenium learner” dell’OCDE (Organisation for Economic Cooperation and

Development), disponibile sul sitohttp://www.oecd.org/document/56/0,3343,en_2649_35845581_38358584_1_1_1_1,00.html.� Indagine OCSE PISA, disponibile sul sito http://www.invalsi.it/ric-int/Pisa2006/sito/.

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to go and things to see; the secondincludes history-related topics,ranging from ancient history to lifeduring the Second World War; thethird has special sections devoted togrammar, vocabulary, pronunciation,quizzes and lifestyles. If teachers aredealing with aspects of Americancivilization, the sitehttp://www2.scholastic.com may beof interest.

The use of surveysOne of the resources offered by the Internet which may be ofparticular interest in cultural studiesteaching are the numerous surveysconcerning habits and lifestyles. Herefollow two examples of activitieswhich have been created thanks to the information contained in twosuch surveys.

Example 1: Teens Today The following passage Family andHome is one of three based on the

Over the last decades, the Internethas come to touch everyone’s livesand has clearly had a huge impacton teaching, including the teachingof languages. As well as providing awealth of information in a widevariety of different languages, manywebsites are devoted to the learningof languages, with activities rangingfrom grammar quizzes to listeningand video activities. Moreover,learners can engage in authenticcommunication with speakers ofother languages by means of email,chat and even video conferencing.One area of foreign-languageteaching that can also benefit fromthe vast opportunities offered by theInternet is that of cultural studies: in this article we will outline just afew of the ways in which teachersand learners can make use of thisgreat resource.

The Internet as a resourceIt is obvious that in the teaching of cultural studies, the Internet offersan invaluable source of informationfor teachers and students alike.However it is so vast that anyattempt to provide a webliographymerely scratches the surface.Websites disappear and new onesappear every day: this means thatany list of sites will soon becomeoutdated. For this reason here we willonly mention a very limited numberof sites, which may be helpful whenteachers want to find up-to-dateinformation about various topicsrelated to cultural studies along withactivities to propose to learners.

As regards the UK, three particularlyinteresting sites are:– http://www.show.me.uk/ – http://www.bbc.co.uk/history/– http://www.bbc.co.uk/worldservice/

learningenglish/

The first is packed with simplegames as well as news about places

data collected by a survey carried outamong more than 68,000 Britishteenagers and available athttp://www.sheu.org.uk/publications/yp07.htm#section1.The other two passages presented inthe textbook, but not included here,are entitled Social and Personal Lifeand After School Activities. As theactivities are intended for second-year students of Scuola Secondariadi Primo Grado (taken from NewCulture Lab, LANG Edizioni, 2009),the parts of the survey chosen werethose which were deemed to bemore relevant to students’ lives andnot so challenging linguistically.Moreover as the aim of the activitywas for students to compare Britishteenagers’ lives with their own, focuswas on sections presenting bothpossible similarities and differencesbetween British and Italian teenagers’lives. As can be seen, such acomparison is the aim of theaccompanying reading exercise andclass discussion.

N° 2 – Settembre 20096

Cultural studies and the InternetIncorporating the Internet in Cultural Studies teaching: the web as topic and resource

by Donata Banzato and Fiona Dalziel

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Example 2: Is Britain a racist society? For more advanced students, a survey could be used in its originalformat, with students being asked to extract information by looking

at the figures. Example 2 is takenfrom a BBC survey aimed atunderstanding attitudes to race in the UK, and is included in acultural studies textbook for studentsof Scuola Secondaria di SecondoGrado (taken from Around the Globe,

LANG Edizioni, 2008). In this case the exercises which accompany the survey extracts develop theimportant skills of extracting relevantinformation form tables and of interpreting data in a reflectiveand critical way.

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Read the results of a recent survey about British teenagers and make a list of the similarities and the differences betweentheir lifestyles and yours. You can start like this:

Most British teenagers live with both parents, but I live… British teenagers worry about… and I also worry about…

FAMILY AND HOME 66% of British teenagers live with both parents, and if they live with just one parent it is usually their mother. The majority of teenagerslive in a family with two children. The father is still the main wage earner and the mother often works part-time.Only 64% of British teenagers eat their main meal with their parents most days (compared with 93% in Italy). A quarter of girls often skipbreakfast or lunch, probably for fear of getting fat. 20% of British teenagers drink alcohol and sometimes get drunk (in Italy this problemsaffects 5% of teenagers). The most common evening activity of all is watching television, followed by playing computer games and surfing thenet (for boys), chatting with friends online (for boys and girls), reading a book and looking after pets (for girls). The Harry Potter series is verypopular among teenagers and Anna Frank’s Diary remains a favourite. More girls than boys spend a few hours in the evening doing homework.

CLASS DISCUSSIONAnswer the following questions and compare your answers with those of your classmates.

1. Do you feel you are similar to or different from a British teenager? 2. Do any aspects of British teenagers’ lifestyle surprise you?

WRITING Write a passage about yourself, mentioning the following points:

– the members of your family – home and free time activities– your interests and worries – if you like school or if you don’t (explain your reasons)NB. Some parts of the activities refer to the reading passages not included here.

IS BRITAIN A RACIST SOCIETY?

Some years ago the BBC conducted a survey among British citizens of all racialgroups to study their general attitudes to race. On these pages you will reflect on theresults of the survey and on the role of the media in shaping people’s behaviour.

READING AND SPEAKINGa) Look at the results of the survey and say if the following sentences

are True (T) or False (F).

Explain your choices. T F1. Most British people think society has become more racially tolerant.2. Most people think that immigrants don’t do enough to integrate.3. Religious discrimination is a serious problem.4. White people mix with other races more than black people.5. Black and Asian people have the same attitude to mixed marriages.

A Do you think Britain is a moretolerant place than it was 10 yearsago?

Total White Black Asian

More tolerant 55% 54% 57% 52%Less tolerant 34% 37% 25% 26%Don’t know 11% 10% 18% 22%

B Does your circle of friends includepeople from different ethnicbackgrounds?

Total White Black Asian

Yes 53% 49% 87% 82%No 46% 50% 11% 16%Don’t know 1% 1% 1% 2%

C Have you faced racial or religiousdiscrimination at work?

Total White Black Asian

Yes – racial 5% 3% 34% 29%Yes – religious 2% 1% 2% 6%No 93% 96% 61% 65%Don’t know 2% 1% 3% 3%

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A metacognitiveapproach to the Internet However, the Web is not just a sourceof information in cultural studiesteaching, but may also become atopic in itself. The Internet now plays

a central role in many young people’slives, especially with the advent andenormous popularity of socialnetworking sites. Today, therefore,any discussion of lifestyles and free-time activities will necessarily includethis side of young people’s lives as

well as traditional subjects such asfriends, hobbies or sport. For thisreason, a reading passage like thefollowing may be an important andstimulating way for students to reflecton how the Internet affects them andtheir social relationships.

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Example 3: SOCIALIZING AT HOME: THE NETWORKING GENERATION (from Around the Globe)

Socializing at home: the networking generation“Street corners are not the only habitat of choice for groups of teenagers. Increasingly, cyberspace is the place where young peopledevelop their social skills.” (BBC Focus, April 2007). Teenagers used to spend hours talking to their friends on the phone, but nowthey send each other instant messages and short messages called bulletins on social-networking sites. So, it’s now becomingnormal to ask people you meet for their networking profile, rather than for their phone number! Over 50% of teenagers in the USAuse networking sites such as MySpace, Facebook and Bebo. MySpace, for example, was created in January 2004 and two yearslater had over 40 million members. So what do young people put on their pages? Basically, they write about themselves, addingphotos, music and videos. Some young people even produce their own art work and write poetry. By the process of “friending”,young people make hundreds of friends from all over the world, most of whom they never meet in person. To quote Time magazine(December 2006/January 2007): “social-networking sites can create and maintain relationships that wouldn’t have existedotherwise.” And studies have shown that these sites may even help young people to improve their communication skills.

suitable for young people?One of the most popular sites with young people is YouTube. On this site, there are literally millions of videos to

watch, and you can share your own videos by uploading them on to the site. If you become a registered user of the site, you canupload as many videos as you like. Everyday, over 60,000 new videos are uploaded on to this site, and it is difficult to check thecontents of them all. For this reason, many people are worried that it is easy for teenagers to access violent and other kinds ofoffensive videos. Some countries, such as Brazil, Turkey, and India have even banned the site.

PRE-READINGAnswer these questions.1. What do you use the Internet for?2. Do you know anything about social-networking?3. What are some of the problems connected with Internet use?

READINGRead the passages and answer the questions.1. How has teenage communication changed in recent years?2. What exactly is social-networking?3. What does a networking profile consist of?4. How can a site like MySpace be good for teenagers?5. What exactly is YouTube?6. Why have some countries banned this site?

CLASS DISCUSSIONAnswer the following questions.1. What are your favourite Internet sites?2. Do you use social-networking sites? If you do, how often?3. Have you ever watched a video on YouTube?4. Have you ever uploaded a video on to YouTube?5. Do you think that there should be stricter controls of sites

like YouTube?

b) Answer the following questions.1. Which answers seem to indicate white people’s prejudices 3. Did you find any surprising results?

towards other races? 4. In your experience is your country a racist society? How would2. Do you think British society is racist? Explain your answer. people in your country answer the questions of the survey?

D Do you think white people avoidliving in non-white areas?

Total White Black Asian

Yes 73% 74% 64% 63%No 16% 14% 22% 17%Don’t know 12% 12% 14% 20%

E Do you think that immigrantcommunities do as much as theycan to integrate in Britain?

Total White Black Asian

Do as muchas they can 9% 8% 19% 22%Could do more 52% 51% 51% 51%Do not try 29% 33% 13% 10%Don’t know 10% 8% 17% 17%

F Would you marry or have a relationship with someone of a different race?

Total White Black Asian

Yes 50% 46% 71% 46%No 37% 41% 20% 42%Don’t know 13% 14% 10% 12%

(Source: http://news.bbc.co.uk)

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When dealing with this topic withyounger students, it is alsoimportant to highlight the dangersassociated with the use of the Internet. As this useincreases, so do the risks connected to it, and not enough emphasis can be placed on the darker sides of the Web. As well as promoting the use of the Internet, teachers need to make students aware of the fact that the net is not always safe. This is the aim of the following passage and associated writing activity, which clearly serve both a linguistic and a general educational function.

ConclusionThis article has merely touched on afew of the implications of Internetuse in cultural studies teaching, butit illustrates some of the many waysin which teachers can make use ofthe Internet as a resource. Yet wehave also attempted to show how wecan encourage students to reflect onthe advantages and disadvantages ofthe Web, and thus adopt a morecritical attitude towards this aspectof their own daily lives.

Example 4: IS THE NET ALWAYS SAFE? (from New Culture Lab)

There are lots of Internet sites which are fun for young people. You can watch videos, listen to music, play games and makenew friends. There are also sites which can help you with your homework: you can look for information about many differentthings and have exchanges with students from schools in other countries. But… be careful! The Internet can also be a verydangerous place. Anyone can create websites, and some of these contain violent or pornographic material, or encourageracism. It is also difficult to check the contents of all the videos on YouTube. There are people called hackers, who createviruses and damage other people’s computers. Some hackers are vandals; others are criminals who want to steal data, moneyor confidential information. Many governments are now trying to make the Internet safe for children, but there are somethings that you can do:

– get a good virus protector;– keep your password secret and don’t give private information to people you don’t know;– don’t trust everybody you meet in social-networking sites and only meet new friends if your parents can be present;– never accept presents from people you meet in cyberspace;– be very careful when you download pictures or videos;– don’t open files from people you don’t know – they may contain viruses;– tell your parents if you find violent or pornographic material.

And don’t get angry with your parents if they want to know what you are doing on the net. They just want to protect you and tomake sure that the net is a safe place for you and your friends!

WRITINGWrite a list of all the risks of the Internet. Then compare your list with your classmates’ lists.

DONATA BANZATO is a teacher of English at Scuola Secondaria di Primo Gradoin Padova. Her work experience also includes teacher training. FIONA DALZIEL is a university English researcher at the University of Padova,where she coordinates the piloting of the European Language Portfolio for theLanguage Centre.

Donata Banzato and Fiona Dalziel have collaborated for many years in the field of language teaching and on the design of civiltà materials. They are authors ofCulture Lab (2005) and New Culture Lab (2009), for Scuola Secondaria di PrimoGrado, Around the Globe (2008), for Scuola Secondaria di Secondo Grado. The textbooks are published by LANG.([email protected]; [email protected])

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Probabilmente tutti noi abbiamo lasensazione che i nostri figli o i nostrialunni vivano in un mondocompletamente diverso dal nostro eparlino un altro linguaggio. Ciò èdovuto essenzialmente al “gap” chesi è creato tra loro, nati e cresciutinell’era di Internet, instantmessaging, ipod, cellulari, e i docenti, che nell’uso delle nuovetecnologie hanno dovuto entrare inetà adulta più o meno forzatamente,a volte con entuasiasmo e curiosità,a volte con fatica. Le caratteristichedella nuova generazione di “natividigitali” si sentono ormai ripetere intutte le occasioni: alla ricerca distimoli brevi e diversificati, sensibiliprevalentemente a quelli visivi,incapaci di mantenere laconcentrazione su un singolo taskper più 10-15 minuti, ma incompenso capaci di utilizzare piùstrumenti tecnologicicontemporaneamente senza alcunaesitazione, e quindi con una spiccatatendenza al “multitasking”. È ormaiprovato che l’uso precoce dellenuove tecnologie attiva aree delcervello e sviluppa facoltà diverse daquelle delle generazioni precedenti.

Come riuscire a comunicare conquesta generazione? Non certo con la morte del libro ditesto, da troppi frettolosamentepreconizzata in questi anni: il libro è e deve rimanere strumentoinsostituibile e prima base di lavoroper studenti e insegnanti. Le nuovetecnologie non lo soppianteranno,ma dovranno sempre piùaccompagnarlo e integrarlo, portandoall’interno della scuola lo stessomondo nel quale i ragazzi sonocostantemente immersi, in modo dacolmare la crescente distanza tra ilinguaggi della scuola e quelliutilizzati dagli adolescenti in tutte lealtre realtà del loro quotidiano.

È necessario quindi che l’insegnantesuperi ogni tipo di paura e diffidenzatipico di noi “migranti digitali”:questi strumenti non devono essereun ostacolo o un nemico, ma unvalido alleato nel lavoro quotidianocon gli studenti. È inteso che il lorouso deve essere semplice, agevole,anche alla portata di chi con glistrumenti informatici ha pocaconfidenza.

Quali le possibili rispostea queste esigenze? Una di esse può venire dal Libroattivo, introdotto di recente consuccesso nello studio delle linguestraniere: di null’altro si tratta se nondella versione digitale del libro, lecui pagine si possono sfogliare avideo, con la possibilità di ingrandiretesti e immagini. Ma è anche moltopiù di questo: tutti gli innumerevolicomponenti che costituisconosolitamente un corso di lingua – audio, video, eserciziarisupplementari, ecc. – sonodisponibili all’interno del supporto

(un comune CD) e richiamabili con un semplice click: così è possibileattivare l’audio direttamente daun’icona posizionata accanto aldialogo, utilizzando anche lafunzione “karaoke” per facilitare lacomprensione e la ripetizione,consultare il glossario o le schederiassuntive di grammatica, accedere asezioni di esercizi supplementari ocollegarsi a eventuali scene video;inoltre, molti esercizi sono eseguibiliin modalità interattiva, concorrezione automatica e possibilità distampare l’esercizio, il report finalee/o inviarlo per e-mail.

Come si fa lezione con il Libro attivo? Il Libro attivo vi permette dirisparmiare tempo nella fase dipreparazione delle lezioni ed èfinalizzato a rendere queste ultimepiù coinvolgenti e allo stesso tempopiù semplici da gestire. Come perqualsiasi strumento di lavoro, quantopiù avrete preso confidenza con ilLibro attivo, tanto più vi sembrerà

Il Libro attivoUn nuovo strumento multimediale per l’insegnamento della lingua straniera

di Andrea Garetto ed Emilia Giribaldi

Il Libro attivo

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interagendo e comunicando, altri“facendo” qualcosa di concreto. Il Libro attivo, con la sua varietà diattività multimediali, è in grado difornire a chi lo utilizza tutte questemodalità. Gli esercizi interattivicoinvolgono lo studente e loincoraggiano a utilizzare i materiali,favorendo l’apprendimento attivo equindi facilitando la memorizzazione.

2. Fornire un valido supporto per i diversamente abili.La possibilità di ingrandirenotevolmente porzioni del testocostituisce un prezioso aiuto per glialunni ipovedenti, mentre la modalitàkaraoke, con il testo che si evidenziain corrispondenza dell’audio, puòessere di grande aiuto per chi soffredi dislessia.

3. Motivare i ragazzi anche allostudio autonomo.“Finalmente qualcuno fa i compiti acasa!” è stato il commento di unadocente che sperimentava per ilprimo anno il Libro attivo. Unostrumento che parla lo stessolinguaggio dei ragazzi li invogliadecisamente di più a utilizzarloanche a casa per lo studio, il ripasso,l’approfondimento individuale.

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facile e vi sentirete a vostro agionell’utilizzarlo in classe:– con la LIM (Lavagna Interattiva

Multimediale);– con un proiettore collegato al

computer;– nel laboratorio di informatica.

Tenete presente che ciascun alunnoriceve la propria copia del Libroattivo, che potrà utilizzare a casa sulcomputer per studiare la lezione esvolgere i compiti assegnati.

Prendere confidenza con il Libro attivo Se ne avete la possibilità, cercate di prendere confidenza con tutto il materiale disponibile nel Libroattivo, incluse le attività interattive e gli audio relativi alle unità cheintendete trattare, prima di entrare inclasse. Riflettete su come e quando il proiettore o la lavagna interattivapossono esservi utili a produrre un impatto positivo sulla classedurante la lezione. Quando è piùutile che gli studenti si esercitino in modo interattivo e quando èinvece più proficuo che si applichinoa lavorare sul libro? Provate achiedervi come gli studentireagiranno nei diversi momenti dellalezione, facendo esercitazioni checoinvolgono l’intera classe, lavorandodivisi in piccoli gruppi o ancheindividualmente. In quale momento ilsupporto visivo dell’edizione digitaledel libro vi può essere utile in classe? Non dimenticate di spegnere di tantoin tanto il proiettore o la lavagnainterattiva: a volte questo può essereutile affinché gli studenti siconcentrino meglio su un particolareesercizio da svolgere, soprattutto se questo comporta interazione inpiccoli gruppi o è costituito daun’attività di discussione con icompagni. Ricordate sempre dimantenere un buon equilibrio tramodalità multimediali e tradizionali.

Altre risorse multimediali Se intendete utilizzare altre risorsemultimediali oltre al Libro attivo, peresempio pagine web, dizionari onlineo altro, i vostri studenti loapprezzeranno senz’altro. Alcuniaccorgimenti: in caso di lavagnainterattiva o proiettore, assicurateviche anche gli studenti seduti infondo alla classe riescano a leggeresullo schermo; prima di cominciare la

lezione, preparate il computer (o la lavagna interattiva), in modoche le varie risorse siano già presentiin finestre iconizzate sulla barra deglistrumenti. In questo modo nondovrete perdere tempo a cercare su Internet o tra le cartelle del computer.

Quali sono i vantaggidel Libro attivo? IN CLASSE1. Focalizzare l’attenzione deglistudenti, evitando perdite di tempo edi energie.Credo che scene come la seguentesiano nell’esperienza quotidiana diogni docente: si chiede alla classe diaprire il libro a pagina 35, eimmediatamente si scatenanoaffannose ricerche, vagabondaggi trale pagine, richieste di conferma alvicino (“Ha detto 25?” – “No, 35!”)con relative perdite di tempoprezioso e di una già labile edeffimera concentrazione; si riprendecon fatica il filo del discorso, per poiscoprire con disappunto che metàdella classe sta guardando la paginasbagliata. Il Libro attivo, proiettatofrontalmente sulla parete o sullalavagna e con l’uso dello zoom sullaparte di pagina che interessa, evitatutto questo, attirandoimmediatamente gli sguardi dellaclasse in un unico punto e facilitandoenormemente il lavorodell’insegnante.

2. Avere tutti i materiali in un unicosupporto, evitando al docente diperegrinare tra le classi carico di libri,CD, CD-ROM, lettore, DVD, ecc. e diperdere tempo ad attivare i varicomponenti, cui può accedere con unsemplice click direttamente dallapagina.

A CASA1. Soddisfare diverse modalità di apprendimento.Alcuni studenti apprendono con piùfacilità attraverso l’ascolto, altrivisualizzando immagini, altri

ANDREA GARETTO ed EMILIA GIRIBALDI lavorano da anni nel campo dell’editoriascolastica. Fanno parte della redazione LANG (dal 2008 redazione Lingue ModerneLANG-Longman), dove si occupano principalmente dei testi di lingua tedesca efrancese per la Scuola Secondaria di Primo Grado e per la Scuola Media Superiore.([email protected]; [email protected])

La lavagna interattivamultimediale

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Vorrei che LANG MAG trattasse i seguenti argomenti:

Libro in adozione

Altri testi in adozione

Ai sensi della legge 675/96 con la presente vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali unicamente ai fini amministrativi per l’invio dei materiali LANG Edizioni al mio indirizzo.Inviare via posta o via fax al seguente indirizzo: Pearson Paravia Bruno Mondadori spa – LANG MAG – Corso Trapani 16 – 10139 Torino – Tel. 011 75021520 – Fax 011 75021510

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Contributi di questo numeroDonata BanzatoSilvia BarileAnna BiguzziFiona DalzielPaolo Maria FerriAndrea GarettoEmilia GiribaldiJulie Greco

Coordinamento editoriale e redazioneEnrica Bongiovanni

Progetto graficoap Comunicazione

Ricerca iconograficaLaura Urbani

Materiale iconograficoArchivio Pearson Paravia Bruno MondadoriAFP/De BellisAubrey KleinDeutsches Bundersarchiv/CC-BY-SA-3.0ICPKonemann

ImpaginazioneCostantino Seminara

Stampato pressoTipografia Gravinese, Torino

NARRATIVA LANG

Una collana di letture originali o tratte dai classici ideata per la scuola secondaria di primo gradoe per la scuola superiore.La vivace componente visuale contribuisce a coinvolgere le ragazze e i ragazzi nella lettura e favorisce la comprensione dei passi linguisticamente più complessi.Per incentivare la lettura autonoma degli studenti e per proporre corretti modelli di pronuncia e intonazione,ogni volume è corredato di di un CD audio, che riproduce integralmente il testo, drammatizzato da attori professionisti madrelingua.Organizzati su livelli graduali didifficoltà, i volumi presentano unricco apparato didattico miratoall’apprendimento del lessico, dellestrutture grammaticali e degli aspetticulturali specifici di ogni racconto.

Per dettagli sulle attività in programma nella vostra zona consultare il sito web

www.langedizioni.com

LANG EdizioniPearson Paravia Bruno Mondadori spaCorso Trapani 16 – 10139 TorinoFax 011 75021513

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