la riviera n°41 del 06-10-2013

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DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 02

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DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 03

CONTROCOPERTINA

Alla mirabile facciata del restaurato Palazzo De Mojà diSiderno Superiore si contrappone l'estetica orribile dellanuova pavimentazione interna: piastrelle rettangolari ingres di colore antracite. Bisognerebbe mettere un cartello di

wanted, per individuare il responsabile di taleobbrobrio, aggravato da un'altra bruttura: la

copertura con lastre di policarbonato dialcune parti crollate, con inserzioni qua elà di miseri travetti (“cervuni”) del vecchiotetto. Ma l'esimio professor MarcoDezzi Bardeschi, progettista capo,avrebbe consentito lo stesso sfre-gio in un restauro a Firenze?Voci di amministrazione avreb-bero indicato l'ideatore in un

tecnico aggregato pergrazia politica.

Domanda:quantosonocostateall'era-rioquellepiastrellee quellelastre?

Pavimento 1Palazzo “De Mojà” a Siderno

Pare che il sindaco di Gerace Giuseppe Varacalli non sia rimasto del tutto soddisfatto della presenza estiva nellacittadella dell'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, che ha goduto di un soggiorno pagato in un B&B edi un'accoglienza affettuosa a base di offerte di granite, cucina locale e di ossequi. Infatti, il sindaco, che si è beatodi “photo opportunities” e della indubbia promozione d'immagine del suo Comune, avrebbe chiesto timidamenteaiuto all'assessore regionale per una cooperativa di giovani, ma Caligiuri avrebbe svicolato consigliandolo di man-dare avanti con quello che si ha in cassa (niente) quello che già si fa (poco).

I ruderi ottocenteschi della Chiesetta della Madonna del Carmine aMontegiordano, in provincia di Cosenza, si trovano abbandonati su unterreno privato. Ciò ha stimolato un artista di origine bresciana e di ado-zione milanese, Francesco Vezzoli, a concepire provocatoriamente unprogetto di “smontaggio” dell'architettura superstite per ricostruirla nel

cortile del “MoMA”, il celebre museo di arte moderna di NewYork. Se nessun ente pubblico vieterà la demolizione del

manufatto, che probabilmente è bene storico-ambientale e quindi soggetto a vincolo, i mattoni

e le pietre (come li scomporrà Vezzoli, pezzo apezzo, senza far crollare il tutto?) andranno

dunque oltreoceano, mentrenel terreno diMontegiordano rimarràsparsa per ricordo la calci-na. Come si fa per icadaveri cremati.Ovviamente, èmontata la protestadella comunitàlocale contro l'i-

dea di far emigra-re gli imponenti

resti della chiesa.Non basta già l'espa-

trio dei cristiani autoc-toni?

Un calabrese...di Pomeziaalla biennale di Mosca

Caligiuri e Varacallichi ha dato ha dato

Alla “Biennale” di Mosca, pressola Galleria delle Arti di ZurabTsereteli e l'Accademiarussa di arte, sono inmostra opere di venti gio-vani artisti italiani, uno perogni regione. L'esposizione,che da qualche anno hacarattere itinerante, s'inti-tola: «Venti per una: ventiregioni per un'Italia; ventiartisti per una mostra. Unosguardo Laterale». LaCalabria è rappresentata dal-l'ingegno foto-creativo mul-tiforme di Pietro Mancini:

nativo di Tropea, peròvive e lavora aPomezia.

Al “MoMa”di New York iruderi di Montegiordano?

BollicineBiondo Ape in

Pavimento 2 “San Francesco”

a GeraceSembra che la pavimentazio-

ne in cotto moderno della restau-rata chiesa sconsacrata di San

Giovanni a Gerace non sia andata agenio allo storico dell'arte Vittorio Sgarbi,

che dopo una visita avrebbe scagliatoimproperi contro i progettisti, alla presenza

degli imbarazzati notabili locali. Se glianatemi di Sgarbi potessero “coglie-

re”, i cimiteri italiani sarebberoaffollati di tecnici del restau-

ro.

Vittorio Sgarbi,Caligiuri eVaracalli foto tratta dal pro-filo facebook delsindaco Varacalli

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DOMENICA 6 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

LA SETTIMANA

Sabato mattina un bagnante nei pressi del pontile di Siderno appena uscitodall'acqua ha notato che il suo corpo stava subendo una metamorfosi, dauomo a puffo. Si trattava solo di un falso allarme in quanto il suo corpo si stava tingendodi blu per via dello sversamento della pittura usata dagli operai per ridipin-gere il pontile. Immaginate fosse successo in piena estate… i turisti avreb-bero potuto scambiare Siderno per il villaggio dei puffi.

Nel corso della seduta dell'organo diConfindustria Calabria, che si è riunito aReggio sono stati nominati i quattro vicepre-sidenti per la piccola impresa, ma si è discus-so anche di ciclo economico e programma-zione comunitaria. Il presidente della sezionereggina, Filippo Arecchi: «Economia localein profonda stagnazione, le risorse europeeda sole non bastano». Alla riunione, coordi-nata dal presidente Aldo Ferrara, hanno par-tecipato i massimi rappresentanti degli orga-ni provinciali del Comitato e i delegati, chehanno proceduto alla elezione dei quattrovicepresidenti, ciascuno dei quali espressionedi una sezione territoriale. Si tratta di PaoloFalzea (Reggio Calabria), Demetrio Metallo(Cosenza), Alessandro Cuomo (Crotone) eDomenico Calafati (Vibo Valentia).

Due euro a settimana su un totale di otto. ASiderno, esattamente al salone barba ecapelli denominato Woodstock, un profes-sore dell'Istituto Tecnico Commerciale dellaprincipale cittadina della Locride , dopo averpreteso la fattura per l'intero importo,mostrando il portafoglio vuoto ha chiestogentilmente al titolare dell'attività di potersaldare in quattro rate. Sorpreso il barbieredopo aver arricciato i baffi e alzato le spalleha acconsentito. La crisi si sente pure per icapelli. Addirittura in quelli dei professori.Ai tanti disoccupati conviene a questo puntodiventare capelloni, naturalmente.

Mezzanotte di fuoco in via Marco Simone a Roma, loscontro del secolo. Remo Rullo, cauloniese, nell'angolodestro del ring, al lato opposto l'ex tronista di “Uomini edonne” Karim Capuano, si sono sfidati in un incontrodegno del peggiore di Mike Tyson, con tanto di orecchiostaccato a morsi. L'incontro ha avuto luogo lo scorso 25settembre e ad avere la peggio è stato il dell'orecchio diRemo Rullo. È stato lo stesso Karim Capuano, il canniba-le, a raccontare l'accaduto nel programma di BarbaraD'Urso “Pomeriggio5” e ad affermare:«spero che il mioinsano gesto non resta indigesta la nostra amicizia».

I nuovivicepresidenti delComitato piccolaindustria

Rapinato portavalori a Melito Porto Salvo

Lo strano caso di un turistae dei lavori per riverniciareil pontile di Siderno

Tronista di uomini e donne stacca a morsiorecchio al caulonieseRemoRullo

Professorepaga taglio dicapelli a rate

Da uomo a puffo

Stanno proseguendo le indagini dei carabinieri delcomando provinciale di Reggio Calabria per indivi-duare gli autori della rapina ad un furgone portava-lori che si è consumata nei giorni scorsi a MelitoPorto Salvo. Al momento non si ha nessuna novità inmerito all'episodio. Tre o quattro malviventi hannoassaltato un furgone portavalori all'altezza dell'eser-cizio commerciale Lidl sul Viale della Libertà. Eranole 19.40 di una settimana fa quando gli uomini arma-ti e con il volto travisato da passamontagna hannopreso di mira il mezzo blindato in una zona centrale

del comune.La banda armata ha legato e disarmato gli occupan-ti del mezzo minacciandoli con delle pistole. Subitodopo la banda si è dileguata facendo perdere le pro-prie tracce. Gli agenti di custodia del mezzo hannolanciato subito dopo l'allarme e dopo pochi minutisono intervenuti i carabinieri della compagnia diMelito Porto Salvo che hanno avviato le indagini.Secondo le prime ricostruzioni, il bottino della rapi-na sarebbe ammontato a 70 mila euro oltre alle armidegli occupanti del portavalori. Francesco Iriti

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la Riviera

3) GIOIOSA JONICA: RAPINA IN PIENOCENTRO. ASSALTATA GIOIELLERIA MARI

1) LA CLASSIFICA DELL’ESTATE 2013. IPAESI DELLA LOCRIDE

2) TRAGEDIA ROBERTO LEONARDO,UN’AGGHIACCIANTE COINCIDENZA

5) SIDERNO TENTATO FURTO IN UNBAR IN VIA GRAMSCI

6) DA UOMO A PUFFO: TURSITARIEMERGE BLU DOPO UN TUFFONELLE ACQUE DI SIDERNO

8) SIDERNESI FAI DA TE: DOMENICACON LA PICHETTA

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) LOCRIDE IN CRISI: PROFESSOREPAGA A RATE IL TAGLIO DI CAPELLI

7) KARIM CAPUANO, TRONISTA DI UOMINI E

DONNE, STACCA A MORSI L’ORECCHIO DEL

CAULONIESE REMO RULLO

Passano le navi alate dalle costecalabresi, oggi come allora, equelle vele destinate a sparire inlontananza sono le illusioni chesvaniscono come le stagioni,mentre respiriamo l'aria profu-mata di mare, incoraggiati dallasola vista di velieri. Ci torna inmente Ulisse, ed il suo viaggiosenza fine, e i mille pericolisuperati e quelli ancora daaffrontare, e la tenerezza delsogno supera la realtà, per que-sta terra amata, ricca di bellezzae di insidie, e di tramonti ognisera da strappare al cielo ecustodire tra le gioie.

DOMENICA 6 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 05

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Navi dal futuro nellaterra del passato

Anche il Banco di Napoli avvia i fondiJeremie per le piccole medie imprese regio-nali. L'istituto del Gruppo Intesa ha sotto-scritto nel maggio scorso l'accordo quadronell'ambito del Jeremie Calabria per un'azio-ne congiunta della Commissione Europea edel gruppo BEI, Banca Europea degliInvestimenti e FEI, Fondo Europeo degliEnvestimenti, di concerto con l'InvestmentBord Jeremie Calabria, presieduto dal dott.Paolo Commisso dal quale apprendiamo cheanche il Banco di Napoli è pronto ad avviarela fase operativa di accoglimento delledomande di finanziamento e l'avvio dellafase istruttoria e deliberativa.Le singole filiali distribuite sull'intero territo-rio regionale già nel mese di ottobre sarannonelle condizioni di avviare Jeremie e di ciò

darà grande evidenza lo stesso istituto anchesui mezzi stampa regionali per raggiungere lamassima e più efficace comunicazione.Al programma del Jeremie, ci tiene a sottoli-neare il dott. Commisso, sono state ammes-se dopo selezione della fondo europeo degliinvestimenti, oltre al Banco di Napoli anche

il Medio Credito Centrale che ha avviato lamisura già partire da giugno scorso e già deli-berato finanziamenti e fondi a favore delleimprese regionali.Nell'ambito del Jeremie sono ammissibili ifinanziamenti destinati ad investimenti inbeni immateriali (spese relative a costi capi-talizzati per ricerca, brevetti, ecc.) e materia-li quali impianti, macchinari attrezzature, edil capitale circolante collegato ai suddettiinvestimenti nonché in relazione alla creazio-ne, al sostegno o all'espansione di attivitàdella di aziende nuove o già esistenti, quali, atitolo esemplificativo l'acquisto di scorte, ilfinanziamento dei crediti esigibili e fornituredi servizi strettamente legati al ciclo produtti-vo e/o commerciale.Importo minimo del finanziamento e pari a

Û 10.000 mentre quello massimo può rag-giungere i Û 900.000. La durata massima è di120 ti mesi per i finanziamenti ipotecari è di84 mesi per i finanziamenti chirografari conla possibilità di un pre ammortamento.Sono ammissibili al finanziamento e quindieleggibili le imprese piccole e medie comedefinite dalla Raccomandazione dellaCommissione 2003/361/EC con sede opera-tiva o unità produttiva in Regione Calabria el'iniziativa riguardi investimenti in una o piùdi dette sedi operative.Non si tratta di somme erogate a fondo per-duto ma a tassi agevolati a parità di condizio-ni ordinarie e del più importante fondo rota-tivo mai costituito e destinato ad agevolarel'accesso al credito per l'impresa bancaria-mente meritevoli.

Paolo Commisso: « Anche il Banco di Napoliscende in campo con il Jeremie per le imprese»

Solidarietàmilitante ai mortidi LampedusaIl canale di Sicilia è la più grande tomba col-lettiva del dopoguerra..Nessuno sa dire conprecisione quanti sono gli annegati tra quantiiniziano il viaggio della speranza.Noi, come Einstein, consideriamo tutti gliuomini appartenenti alla “razza umana” e cisentiamo fraternamente vicini ai bambini, alledonne incinte, a tutti coloro che sono mortimentre tentavano la fuga dall'Inferno. Siamocalabresi, l'ospitalità, l'accoglienza è nel nostrodna, non facciamoci corrompere dalla menta-lità consumistica rinnegando quel che siamostati e quel che siamo.Accogliendo il monito del Papa , non chiudia-mo le nostre porte, le nostre menti e i nostricuori a chi bussa per aver salva la vita..“La Riviera” ha condotto in passato questabattaglie di civiltà e di doverosa solidarietàverso gli ultimi della terra e con maggioredeterminazione la condurrà nel prossimofuturo.

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COMUNI DELLA LOCRIDE

LA PRIME DONNE

SOLO DUE ASSEMBLEE IN 15MESI DI REGGENZA IMPERITURA

L’ASSOCIAZIONE METAFISICAFALLIMENTI. L’UNICO PRODOTTO COSTANTE DEL PALAZZO DEI PALAZZI

GIORGIO IMPERITURA, GIUSEPPE STRANGIOGIORGIO IMPERITURA, GIUSEPPE STRANGIO presidenti presidenti Assemblea e Comitato dei sindaciAssemblea e Comitato dei sindaci

che la logica della “mega opera” non paga. Sindaci vit-time di un Stato che li ha abbandonati e che sì esso stes-so evapora in organi sovradimensionati, cioè sovrana-zionali, che nulla sanno delle esigenze quotidiane dellaLocride, oppure sindaci in qualche misura responsabilidella frattura con il comprensorio? Da quandoImperitura, primo cittadino di Martone, ha sostituitoPietro Crinò alla guida dell’assemblea, il 19 giugno del-l’anno scorso, le fasce tricolori, tutte insieme, si sarannoriunite sì e no un paio di volte. Un po’ di più, ma nonoltre le dita di una mano, le sedute promosse dal brac-

cio esecutivo dell’Associazione, vale a dire dal Comitatodiretto da Giuseppe Strangio di Sant’Agata del Bianco,eletto il 31 ottobre 2012 al posto di Ilario Ammendolia.Si badi, la crisi di AssoComuni non è affatto da imputa-re in modo esclusivo ai suoi attuali dirigenti. Sarebbedavvero facile e pure banale. Tutto sommato, il caratte-re evanescente del Palazzo dei Palazzi c’è sempre stato,con differenze e attenuazioni, ma comunque trattosaliente del suo profilo. Ora, l’evanescenza sembraessersi cronicizzata, non lasciando spazio alla realizza-zione di azioni sanguigne.

L’elemento che debilita l’associazione dei sin-daci della Locride è quell’ipertrofia dellarappresentanza che aumenta la distanza fra

politica e territorio. Purtroppo, c’è poco da fare:viviamo nell’epoca in cui la democrazia rappre-sentativa è chiamata a fare i conti con i suoi limitiinterni. E ancor di più la gente ne percepisce ilmalfunzionamento man mano che sale di livellola posizione dei rappresentanti. Nel nostro caso,dal Comune al sovracomunale. Si dirà ma è nellanatura di AssoComuni essere un organismo chesopravanza i singoli municipi. Giusto. Quindi chefare? La sciogliamo, come nelle settimane scorseha suggerito qualcuno? Il punto è, prima di giun-gere a conclusioni nichiliste, se i sindaci se lo sianoposto il problema del gap. Evidentemente, no.Allora, se la questione non emerge diventa assaidifficile correggere il tiro e provare a rimediare.L’associazione dei primi cittadini si dimostra un

soggetto lunare, impalpabile, dai tratti metafisici.A volte squarcia il velo che nasconde la realtà pro-ponendo documenti e risoluzioni che tuttaviarestano in cielo senza mai incontrare la terra. Leultime idee, risalenti ad agosto 2012, su ambiente,viabilità, sanità e le consuete parole chiave, costa-vano 300 milioni di euro. «Puntiamo al massimoper ottenere il minimo», fu la ricetta del presiden-te dell’assemblea, Giorgio Imperitura. La verità è

Riparto da una delle ultime “scintille” diPasquino, quando parlando dei sindaci dellaLocride, scrisse: “M’è venuto in sogno Giorgioimperitura e …” , ed io, nel riprendere il discorsosui sindaci non posso che ripartire da Pasquino.Per prima cosa vorrei spiegare ad Imperitura chenoi non siamo suoi nemici, noi di mestiere faccia-mo i cronisti e spesso riportiamo le parole delpopolo che lui non può, o non vuole, sentire. Delresto la cosa è molto semplice, caro Giorgio. Tusei stato eletto presidente dell’assemblea dei sin-daci della Locride il 19 giugno 2012, ora, dico io,se ci avessi messo impegno avresti fatto un’as-sembla al mese, mentre invece sei riuscito adorganizzarne solo 2 in 15 mesi. Che colpa neabbiamo noi. Purtroppo questi dati si possonotradurre solo in un modo, si chiama gestione fal-limentare. Come altro si può definire una gestio-ne che non riesce neanche a far riunire i suoiassociati. Io potrei sbagliarmi, e, se così fosse, tu potraiscrivere una lettera al giornale e dire quello chetu hai fatto e a noi è sfuggito. Per adesso e con idati che abbiamo non penso che tu possa conti-nuare a fare il presidente dei sindaci. Le rispostesul tuo operato le devi al popolo della Locrideche sta vivendo una delle sue peggiori stagioni.Sarà la gente a giudicare le iniziative intrapresesotto la tua gestione dall’assemblea dei sindaci.La gente nel nostro territorio ha fame, sola esenza risposte su alcune questioni di primariaimportanza: dalla sanità al lavoro, dai trasportiall’ambiente.“M’è venuto in sogno Giorgio Imperitura e …”Una Scintilla o un incubo?

Rosario Vladimir Condarcuri

ANGELO NIZZA

L’associazione dei primicittadini si dimostra unsoggetto lunare.A voltesquarcia il velo che nasconde larealtà proponendo documentiche tuttavia restano in cielo

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COPERTINA

GIUSEPPE GIARMOLEO

L'addio di un vescovo che, per trasferimento, lasciala propria diocesi non interessa solo il mondoecclesiale. Anche i nostri tempi secolarizzati

richiedono voci autorevoli che sanno interpretare il disa-gio e dare speranza, ancor più quando la crisi economi-ca-sociale è “completata” dalla sfiducia nelle rappresen-tanze politiche e sindacali. È quanto avviene anche nellaLocride: crisi atavica resa ancor più grave dalla congiun-

tura nazionale e mondi-ale. Il riferimento a

tale contestosociale è nec-

essario percompren-dere il

par-ticolare “peso”

che ha avuto neifedeli e nelle per-

sone di “buona volon-tà” sia la conclusione brusca e

inattesa dell'episcopato di Mons. Bregantinisia quella del troppo breve episcopato diMons. Morosini. Le autorità religioseresponsabili di tali decisioni hanno agitosecondo precise e sensate logiche, ma ciò

non modifica le conseguenze che hanno avuto i due ulti-mi trasferimenti: sensazione di smarrimento, di sfiduciache rinforzano una mentalità collettiva che già non èincline all'ottimismo e all'operatività costruttiva. Forse,per consuetudine, alcune diocesi sono considerate di“passaggio” e altre “definitive”, di certo la Locridenecessita di un Pastore che possa avere tempo per com-prendere e agire. Un Vescovo, che come è avvenuto inaltri periodi storici, sappia dare voce con autorevolezza ecredibilità al disagio della nostra gente, interpretando eirrobustendo la speranza, il desiderio di non arrendersi,di “restare”. Ma un Vescovo interessato alla “questionesociale” non è realtà solo per i momenti di crisi, anche sein questi casi è particolarmente urgente: è realtà nor-male e coerente con i principi stessi del cristianesimo. Lapresenza del Vescovo, e della Comunità che presiede,nelle questioni “civili”non ha il senso di acquisireposizioni di potere, ma nasce dall'amore verso la personaumana, verso tutte le dimensioni della persona: naturalie soprannaturali. La Locride necessità di tutte le forze

disponibili e interessate al Bene comune: l'area cris-tiana ha potenzialità inespresse ed è una di quellerealtà, non l'unica di certo, che può dare un contribu-to affinché si possa riprendere un cammino dicrescita economica e civile. Riportare le persone,credenti e non, all'impegno per il bene di tutti è fon-damentale: i cristiani, in modo particolare, devonoriscoprire il valore dell'unità di vita: cristiani anchefuori dalle chiese! Infatti, il successore di Mons.Morosini potrà fare ben poco, aldilà delle sue capac-ità, se non avrà il sostegno di sacerdoti e laici: se dal

Vescovo ci si aspetta chiarezza, coraggio e confermanella speranza e nella fede, devono essere i laici a

sviluppare azioni coerenti, nelle modalità che riterrannopiù opportune senza pensare a riesumare vecchie espe-rienze politiche unitarie che oggi non hanno più senso!E' urgente un impegno che completi quello personaleche già molti vivono non solo in parrocchia, ma anchesul lavoro e in famiglia: un impegno da non svalutare eche rende la vita sociale migliore! Forse si può comincia-re a cambiare qualcosa accettando l'idea che la Politicanon è solo malaffare e realtà indegna di una personaonesta, qualcosa da tenere lontano dalla propria esisten-za, ma può essere un campo di impegno anche per per-sone corrette: credere che ciò possa essere possibile è giàcambiare in meglio!

Locride, la “città”senza Dio

Un popolo orfano del suo vescovo. Due cattoliciintervengono nel dibattito interno alla Chiesa

CON IL TRASFERIMENTO AREGGIO CALABRIA DIMONS. GIUSEPPE FIORINIMOROSINI LA DIOCESI DILOCRI-GERACE E’ RIMASTASENZA IL SUO PASTORESPIRITUALE.

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DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 09

aveva verificato che il “fumo di Satana”, per usare unacelebre locuzione di Paolo VI, era riuscito a insinuarsianche nella Diocesi. Monsignor Bregantini avrebbedunque cercato di porvi rimedio, con qualche soluzionenon esibita pubblicamente, immagino per dovere dimisericordia verso qualche prevosto, qualche chierico oqualche laico intromesso. Già un vecchio sacerdote diLocri, il compianto don Santo Gullace, si era dolutocon alcuni suoi ex - parrocchiani delle invadenze di certilaici, che a volte deformavano l'immagine della Chiesanella pubblica opinione, e del cedimento di certi pretialle lusinghe dei richiami profani.Anche l'associazionismo cattolico, il cui compito è ditestimoniare realmente e quindi di attualizzare il mes-saggio evangelico nei diversi contesti attraverso l'impeg-no di carità e i percorsi di formazione, rischia di essereusato in certi casi come una palestra di vanità, o peggio

come una pratica di sottopotere, talvolta conl'accondiscendenza di qualche ministro di

culto.L'universo cattolico soffre

per ilv e n t on e o -

m o d -ernista, irenistae un po' esibizionisticoche soffia tra le navate. Per di piùsi percepisce tra i fedeli uno stato di con-fusione che origina da messaggi contraddittori, dacedimenti dottrinari, da comportamenti non conformialla tradizione, dal timore di non essere “politicamentecorretti” sui temi etici e quindi di subire la censura o lariprovazione dai laici “illuminati”, che ne sanno una piùdel diavolo… Anche la comunità diocesana dellaLocride che fronteggiò nei decenni lontani pesantioffensive ateistiche e gnostiche, foriere di divisioni, oggisembrerebbe impreparata a contrastare da una parte lasecolarizzazione, dall'altra il proselitismo dei cultiprotestanti. Non dimentichiamo che la prima sfidadella evangelizzazione cattolica è educare al “confron-to con l'Assoluto”.

Ènota la “ricognizione” che Papa Francesco haordinato nella Curia vaticana per rimodellarlasecondo la sua volontà risanatrice dopo i vari

scandali mondani che hanno sconvolto la Chiesa, inde-bolendola, fino al “gran rifiuto” di Benedetto XVI.Ma si coglie nei moniti continui di Papa Francesco l'in-tenzione di risanare anche tutta l'organizzazione eccle-siale periferica, minata spesso da ambizioni, da vizi e davenalità, peccati talvolta accresciuti dalla presenza nellestrutture di servizio parrocchiale o diocesano di laicidisinvolti che scambiano il manto della Chiesa per ungrembiulino massonico, servendosene per finalità dicarriera personale o per interessate mediazioni pro-fane. Il vescovo Gian Carlo Bregantini, che ha operatonella Locride con solida fede e con chiari messaggi,

Attenti al fumodi Satana

Forse, perconsuetudine, alcune

diocesi sonoconsiderate di“passaggio” ealtre “dicarriera”.

La Locridenecessita di un

Pastore che possaavere tempo per

comprendere e agire.

L’INNOVATORE PAPAFRANCESCO TERRA’

CONTO DELLAPARTICOLARE E

GRAVISSIMA SITUAZIONEPOLITICO- SOCIALE

DELLA LOCRIDE?

FRANCESCO D. CARIDI

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TERRA DI NESSUNO

ELEONORA ARAGONA

Terra di nessuno, territorio di periferia lasciato ase stesso. Tra Siderno e Locri la fiumara delNovito, in contrada San Leo, è una zona abbando-nata, senza legge e senza regole. È come lo zerbi-no sotto cui si nasconde la sporcizia. E guai a sol-levarlo. L'abbandono e l'illegalità sono la chiaraconseguenza del manifesto disinteresse di chidovrebbe amministrarla. Lo stato in cui versa larelega ad un'appendice di poca importanza di cuici si dimentica. Strade dissestate, polverose e con crateri che pun-tano dritti al centro della terra, talmente profondida far pericolosamente barcollare i camion direttiall'impianto di trattamento degli rsu. Discariche a

cielo aperto con frigoriferi e materassi da far invi-dia alle raccolte straordinarie organizzate daicomuni. E una puzza nauseabonda che accompa-gna costantemente la vita della contrada e dei con-tradaioli. L'odore che tra spazzatura e depuratoreimpregna l'aria di un acre olezzo a cui si fatica afare l'abitudine anche dopo anni.San Leo è periferia, storicamente la meno mafio-sa, se così si può dire, tra le contrade sidernesi.Forse proprio per questo viene violenta e sfruttatada tutti e i suoi cittadini non sembrano meritare lastessa considerazione degli altri. I cittadini che vi abitano si sentono soli e vedonochiunque approfittare della posizione isolata dellaloro contrada per fare i propri comodi. Per esem-pio sei il proprietario di una betoniera e la devi

lavare, vai lì e non curante dei danni ambientaliche provochi la sciacqui nella fiumara. Tanto chi tivede in quel deserto di polvere e brecciolino. Per non parlare delle mille discariche di piastrelle,cucine abbandonate, mattoni rotti. E ancora, qual-cuno pulendo il proprio terreno e/o giardino haben pensato di trasportare lungo la fiumara leerbacce estirpate. Come, d'altra parte, un altromister X ha bruciato una palma e ha lasciato lacarcassa carbonizzata a due passi dalla strada. C'èpoi un silos inutilizzato, rotto, e lasciato al suodestino, come una vecchia betoniera della Fiattutta arrugginita parcheggiata nello stesso puntoda chissà quanto tempo. Tutto viene abbandonato in qualche angolo più omeno nascosto tra i canneti e gli argini delle fiu-

mara. Senza chiedersi se sia un comportamentocorretto, civile, da buon cittadino. Semplicemente,forse, perché si è abituati a fare così. E nessuno può dire di non sapere in che condizio-ni versa quella strada, quella contrada. Tra il depu-ratore, l'impianto per il trattamento dei rifiuti, leserre e l'azienda di bitume c'è un via vai di operaiche tutti i giorni constatano con mano quanto siadegradata quella zona. Per non parlare delle pro-teste dei contradaioli.San Leo non è l'unica contrada/periferia zerbino.La fiumara del Novito non è l'unica discarica acielo aperto della Locride. È solo l'esempio più vicino, più visibile dell'incuriae dell'inciviltà a cui la Locride si sta abbandonan-do/abituando.

DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 10

La fiumara Novitoè divenutadiscarica e terra

di nessuno in cuil'illegalità e l'inciviltà

dilagano. È solo l'esempio più vicino, più visibile dell'incuria e dell'inciviltà a cui la Locride si staabbandonando/abituando.

San Leo èperiferia,storicamente la

meno mafiosa tra lecontrade sidernesi. Forse proprio perquesto viene violenta e sfruttata datutti e i suoi cittadini non sembranomeritare la stessa considerazionedegli altri.

tra Siderno e Locri Uno zerbino

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DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 11

Semplicità, eleganza, cura dei dettagli e atmosferafamiliare. Questi sono gli ingredienti base scelti daEufemia e Enzo per accogliere i clienti del loro risto-rante, il Minuetto a Locri. In ogni angolo il locale èstato studiato per mettere a proprio agio gli avvento-

ri e fargli vivere un'esperienza sensoriale. Aiutando a riscopri-re il piacere di sedersi a tavola e dimenticare il solito tran tranquotidiano. Il sottofondo musicale invita alla conversazione ea dedicarsi completamente a gustare i piatti. Il cibo è il protagonista assoluto quando si varca la porta delMinuetto. Materie prime di stagione, di qualità e nessun insa-poritore artificiale. Ogni mattina i cuochi preparano brodi di carne, pesce e ver-dure e poi sperimentano le ricette della tradizione rivisitando-le con spezie e accostamenti inusuali. Anche la più classicadelle paste e fagioli può diventare un piatto nuovo e ricercato. In cucina si usa solo olio extra vergine d'oliva di varietà autoc-tone calabresi, pasta Mancini e riso Acquerello, prodotti otti-mi che vengono accompagnati da vini come il Montepulciano

d'Abruzzo delle cantine Cirelli o della cantina CastelloRomitorio di Montalcino, o ancora da vini rossi o bianchidella cantina cosentina Colacino. Vini che si possono gustareanche al bicchiere. La cantina segue la filosofia del locale e della cucina, speri-mentazione e ricerca di prodotti emergenti ma che non hannonulla da invidiare alle affermate e rinomate etichette. Unafilosofia della novità che si lega alla tradizione per rivisitarla. Il Minuetto è una trattoria moderna. Una trattoria che avvolge con colori caldi e il sorriso e lagenuinità del personale, ma che smussa gli angoli e acquista inraffinatezza e ricerca dei piatti. Il must di questo periodo sonoi piatti con i funghi, rigorosamente aspromontani; le ricciolegrigliate o al vapore; la pasta, fagioli e cozze. E i dolci freschi e unici come la mousse di ricotta con fruttasecca e con gocce di cioccolato francese. Al Minuetto ognimattina la cucina prepara Dolci, Pane e Pasta Fresca. Ottimo il rapporto qualità prezzo: il Minuetto guarda e vedefamiglie, giovani e lavoratori. Proprio per i lavoratori è stato

pensato un menu pranzo, fatto di due pietanze a scelta, biscot-tini cannella e uva passa, cantucci e acqua, da 20Û . E il pran-zo domenicale, quello per intenderci a cui eravamo abituati dapiccoli, quello in cui tutta la famiglia si riuniva e per cui nonnee mamme iniziavano a preparare alle 9 di mattina, è studiatoe curato per farvi ritrovare quell'atmosfera unica che si crea incasa vostra. Il menù di oggi Domenica 06 ottobre propone: zuppa di cecicon crostini, crudo di parma e funghi porcini; pici con ragù dimaiale nero al ginepro; “Peposo al Chianti Classico” (musco-lo di manzo stufato al Chianti ed erbe aromatiche); patatemontate all'olio extra vergine di oliva profumate al limone e,per finire, una Mousse di cioccolato al caffè. Per chi volesse il Minuetto può anche essere una piacevolealternativa al classico dopo cena, per trascorre un po' di tempoin pieno relax tra buona musica, un buon bicchiere di vino odi rum e magari gustando un dolce fatto in casa.Il Minuetto è la vostra trattoria, la vostra cucina, il vostrosalotto. Il posto in cui ritrovarsi e sentirsi a casa propria.

Il lusso della semplicità

RISTORANTE MINUETTOVia Vittorio Veneto, 13 Locri

Info: 0964/20884 - 380/4738413Website: www.ristoranteminuetto.com

Mali: [email protected]

Orario d’aperturaMattina 12:30-14:00

Sera 19:30-23:00Chiuso domenica sera e lunedì

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DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 12

Rosario Rocca è una persona seria, matura e saggia, tocca a Lui deciderese restare sindaco oppure rendere operative le sue dimissioni .Umanamente comprendiamo il suo stato d'animo e quello dei suoi fami-liari, politicamente siamo sicuri che farà la scelta giusta: ritirare le dimis-sioni e tenere la difficile postazione che la nostra gente gli ha assegnato.Ne ha bisogno innanzitutto la Locride dove la sua presenza tra i sindaci ètra le poche a brillare in un universo che si va spegnendo..Inoltre, sentiamo il bisogno di sussurrare sommessamente a Rocca( che èpersona umile ed accorta) di non farsi strumentalizzare. In questi giorniho visto girare tanti avvoltoi sui nostri cieli. La tecnica è sperimentata edha avuto un successo costante nel passato: utilizzare i nostri drammi perdenigrare la nostra Terra ed il nostro popolo. La “vittima” portata allaribalta viene utilizzato al pari di un prodotto “uso e getta” Usato per deni-grarci e buttato per inquinare l'ambiente. Sono sicuro che questo Rosarionon lo consentirà Personalmente, apprezzo molto la lettera del sindacodi Benestare, soprattutto nella parte in cui, rifiutando ogni vittimismo,mette sotto accusa la ndrangheta e la delinquenza di qualsiasi risma enatura ma , con altrettanta determinazione , individua le responsabilitàdello Stato. Rosario sa che noi siamo stati impegnati in questi anni in unalotta difficilissima che molti hanno tentato di mistificare.. La delinquenzanon è mai stata arginata dalla giustizia sommaria e meno ancora dalla vio-lenza arbitraria dello Stato, anzi tanto più lo Stato è ingiusto tanto più idelinquenti trovano linfa e legittimità Una democrazia forte, una società giusta sono gli antidoti di una lotta effi-cace e vincente..Nel mese di agosto , Rosario Rocca mi ha invitato a parlare nel suo Paese

durante una manifestazione in cui si rendeva onore ai quattro partigianidi Benestare che , con le armi in pugno, hanno combattuto al Nord laguerra di liberazione nazionale. L'unico sopravvissuto era seduto accantoa noi, legittimamente fiero, ed ha preso la parola per spiegare con accen-ti commossi le ragioni di una scelta che “ha ridato all'Italia l'onore e lalibertà”.Quei giorni sono lontani. Oggi l'Italia è una Repubblica ed ha unaCostituzione, ma ancora oggi soprattutto nel Sud, in Calabria, nellaLocride bisogna “Resistere”.Resistere contro i delinquenti, resistere per cambiare lo Stato e riscattareil Sud.Rosario Rocca, in linea storica, ed in quanto sindaco di Benestare, è l'ere-de di quei partigiani del suo Paese che hanno difeso l'onore e la libertàdell'Italia. Ben più drammatica e coraggiosa è stata la loro scelta con ilnemico di fronte ed un governo che li chiamava “banditi”.Mercoledì scorso ho partecipato alla manifestazione di Benestare ed hoavuto la stessa sensazione che , in precedenza, ho percepito in tutte i nostripaesi. Non siamo un popolo in ginocchio, né prono ai voleri mafiosi ,quanto e piuttosto un popolo che non si riconosce in una classe dirigen-te usurpatrice che, salvo rarissime eccezioni, è senza dignità e senza onore.“Non mollare” era il titolo di un foglio clandestino che i pochi “fuorileg-ge” che resistevano alla dittatura fascista si passavano da una mano all'al-tra. Anche in loro nome vorremmo dire sommessamente a Rosario, sepuoi, “NON MOLLLARE”.

Ilario Ammendolia

Nessunomollarepuò

Sentiamo il bisogno di sussurrare a Rocca di non farsi strumentalizzare. Inquesti giorni ho visto girare tanti avvoltoi sui nostri cieli. La tecnica èsperimentata ed ha avuto un successo costante nel passato: utilizzare i

nostri drammi per denigrare la nostra Terra ed il nostro popolo. La “vittima”portata alla ribalta viene utilizzato al pari di un prodotto “usa e getta”.

PRIMO PIANO

FRANCO BLEFARI

Brusciàru 'n'atta màchina, stanotti,comu si usa ormai nta sti rupati;ma nugliu vitti nenti, ca non mpotti,ch'era tempu di lupi e venticati.

Ma puru si vidìa, si stacìa ccittu,comu si usa ormai pa tradizioni,pacchì l'omu ch'è orbu è 'n'omu ddrittu,com'è chi simu, nta stu Meridioni.

Tantu 'u sapimu tutti stu cuncertu,'a solita preghiera e fiaccolata,ccocchj Cunsigghju cumunali apertu, spettandu 'n'atta machina…brusciata.

Und'ennu i carbineri e li casermi,si nugliu rresta i latri e li briganti?Forzi, com''o guvernu, sunnu fermi,ca pur''a leggi è d''i politicanti!

Und'è 'u statu cu li cambionetti, chi cacciava d''a buggia li catini?Ora no n'avi cchjù mancu manettie mancu cu' si menti all'assassini…

24/06/2012

Aund’è ‘u statu

( L'avevo scritta per l'ultimoautomezzo del Comune diBenestare dato alle fiammenel giugno di quest'anno,dopo l'incendio dell'autodell'Avvocatessa AntonellaRocca, sorella del sindacodi Benestare. Ve la ripro-pongo - presago che il fattosi sarebbe ripetuto - conl'aggiunta delle ultime duequartine, scritta ora, dopol'incendio intimidatorio del-l'auto del primo cittadino,facendomi la solita doman-da: il prossimo chi sarà? ).

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COLPITO IL SINDACO DI BENESTARE ROSARIOROCCA CHE DENUNCIA : “ COME SINDACO SONOSTATO LASCIATO SOLO A COMBATTERE CONTRO LEFORZE DEL MALE”. EPPURE, APPENA POCHI MESIFA, DALLE COLONNE DEL NOSTRO GIORNALE AVE-VAMO ANTICIPATO CHE SE NON CI FOSSE STATOUN INTERVENTO AUTOREVOLE DA PARTE DELLOSTATO, LA SITUAZIONE SI SAREBBE ULTERIORMEN-TE AGGRAVATA. MA NESSUNO CI HA ASCOLTATO.

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THRILLERANCHE A BENESTARE:Gravidi di 'ndrangheta, gli zombi avanzano a cricche tra la

gente perbene, attorno e lungo quella valle “sana” dei fuochi d'Ottobre ERCOLE MACRÌ

L'avevamo scritto il 20 gennaio scor-so che Benestare era “Nera comeil cuore di Satana”. Avevamo regi-

strato che il virus submafioso stava conta-giando uno dei pochi paesi sani a valle diPietra Kappa; che qualcosa stava infettan-do quella bella innocenza all'interno di800 case abbracciate strette le une allealtre come bambini che hanno paura di

stare da soli; che, porcaccia miseria, aBenestare c'era lo stesso sentore diBovalino 1970 e di Bianco 1980. Thriller: gli zombi avanzano tra la genteperbene.“Fermeremo quei balordi” disse allora ilsindaco Rosario Rocca. Era appena tornato da Reggio, da quellaPrefettura che rimbomba d'autorità, ma fasolo finta di mettersi dall'altra parte, che siaffligge di protocolli, ma che invece nien-

te le sta a cuore, che non alza mai il sede-re dal comando per raggiungere gli avam-posti malati, ma fa piaghe nelle poltronedella burocrazia. Intanto, per l'ennesima volta, in un paeseche avrebbe dovuto proteggere, che erastata invitata a proteggere, il tamarro hasposato il pistolero. La somma di questi due subumani ti dà lo'ndranghetista, pure nel caso, come soste-neva il mio professore di matematica Ezio

Marta, in cui ti sforzi a cambiare l'ordinedegli addendi e, come hanno confermatopiù volte, Tano Santagata in tanti articolicoraggiosi e Franco Blefari in rime crude-li. L'unione Tamarro+Pistolero è uno stiledi vita gravido di 'ndrangheta, di ragazziche formavano cricche, che si muovono afrotte e sviluppano negli anni una grancapacità nell'individuare i punti deboli deipiù deboli. Poi si organizzano, anche attor-no e lungo quella che fu la meravigliosa

valle dei fuochi d'ottobre, attendendo ilmomento propizio per condensarsi inassociazione mafiosa e farci discenderesottoterra, da Osiride, nelle tenebre dellemummie. Come zombi barcolleremo, cadremo apeso morto e, dal nostro corpo sconfitto,inutile, fuoriuscirà un pus dello stessocolore del peccato originale. Verde, melaverde.

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Polaroid

LOCRIDE

DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 14

L’intervista

EMANUELA ALVARO

«Decidere di ricollocare tutto a Locri condivi-dendo il da farsi, significa razionalizzaremeglio le risorse e rendere tutto più pratico.Un lavoro congiunto che nel tempo darà isuoi frutti, si opererà meglio e la gente avràrisposte più rapide». Il giorno prima del pen-sionamento con il presidente del Tribunale diLocri, Mario Giovanni Filocamo, si è parlatodella chiusura della sede distaccata di Siderno,decisione non da molti considerata vincente. L'accorpamento della sezione distaccata delTribunale di Siderno a Locri rientra in unpiano di razionalizzazione degli uffici giudizia-ri che riguarda tutta Italia, dipendente daldecreto “taglia tribunali” numero 155 del2012. Un decreto che per il presidenteFilocamo tra le finalità da perseguire non hasolo quella di risparmiare, nell'ottica di unariforma che da tantissimi anni non si riusciva aconcretizzare, ma che il Governo tecnico harealizzato non dovendo dare conto ai partitipolitici. «Della riforma delle circoscrizioni giudiziariein Italia se ne parla da circa cinquant'annisenza mai essere arrivati a nulla. Revisionedelle circoscrizioni perché la distribuzione sulterritorio delle stesse è vecchia e non tiene piùconto di una serie di mutamenti che ci sonostati nel corso degli anni che hanno reso alcu-

ni uffici troppo piccoli, insufficienti per servireun determinato bacino di utenza ed altri inu-tili perché nel frattempo il bacino di utenza siè svuotato». Siderno quindi accorpato a Locri per il presi-dente Filocamo è solo un piccolo aspetto diquesta grande riforma nazionale, ricordandocome in Piemonte sono stati accorpati al tri-bunale di Torino sette, non sezioni distaccate,ma tribunali. «Una volta erano presenti inquasi tutti i paesi della zona le Preture, ad uncerto punto sono state accorpate a Locri per-ché da Preture mandamentali con una pro-pria autonomia perdendo la stessa sonodiventate “circondariali di Locri con sezioni

staccate”. A seguito della Riforma del giudiceunico sono scomparse e accorpate alTribunale di Locri. Da qui Siderno da Preturaè diventata sezione distaccata del Tribunale». Una sezione quella di Siderno che ha avutocompetenze solo su alcuni affari giudiziari,per quanto riguarda il penale sui dibattimentipenali monocratici e per il civile le causemonocratiche. «A mio modo di vedere a Siderno non c'era-no le forze necessarie e l'accorpamento serveper gestire meglio le risorse. Se noi avessimoavuto più personale di cancelleria, più mezzimateriali e più giudici allora forse potevaanche essere mantenuta, ma così non funzio-nava, nonostante gli sforzi del Comune diSiderno che devo dire essere stato esemplareda questo punto di vista, ampliando anche ilocali. Ho preso questa decisione, nonostanteil dispiacere di dover lasciare una strutturadove si lavorava bene con gli spazi necessari,ma i giudici trasferiti, non venivano sostituiticon la rapidità necessaria e questo portava adun “congelamento” dei processi, non si riusci-va a lavorare bene nonostante si cercasse disostituirli con i magistrati ordinari». I problemi con il trasferimento ci sono stati eancora ce ne sono, Il presidente Filocamo lo sottolinea, nono-stante i quali lui pone l'accento sul fatto chel'attività non si è bloccata. «Il lavoro a Siderno

il giorno dopo è proseguito a Locri, ora si èpredisposto il rinvio di alcune udienze perconsentire il ripristino di tutto. In materia civi-le abbiamo trasferito più di seimila fascicoliancora cartacei, l'informatizzazione dei qualinon si è fatta perché il Ministero ci ha inviatoin ritardo i programmi per procedere. Ci vuole un po' di tempo, ho calcolato tre set-timane per farlo e destinato un gruppo dilavoro che si occuperà solo di questo. Moltifascicoli devono semplicemente essere archi-viati, ma con gli adempimenti necessari». E sulle difficoltà manifestate dagli avvocati inpiù occasioni, prima che questa chiusuradiventasse definitiva il presidente si dice con-vinto che la maggior parte dei professionistiabbia capito.«Chi si è ribellato sono non tanto gli avvocatiin genere, ma quanti di Siderno a pensare cheil venir meno della sede impoverisca il paese,quindi più per un affetto verso lo stesso cheper altro. Capisco e mi rendo conto del loropunto di vista, ma questo stato di cose andavaa discapito dell'efficienza». Nulla di ufficiale sulla destinazione dei locali,la triade commissariale ha prospettato la pos-sibilità del trasferimento della Caserma deiCarabinieri, «noi stiamo cercando di fare infretta per liberarli completamente i locali edare l'opportunità al Comune di destinarlacome meglio crede».

LIDIA ZITARA

In queste settimane via Amendola e viaTurati sono state clamorosamente resesenso unico in direzione nord. Siderno èuna “catrica” per quel che riguarda il traffi-co e molte strade avrebbero bisogno diattenzione, di essere resi sensi unici o divie-ti di sosta, ma stavolta la scelta della direzio-ne ha lasciato di stucco gli automobilisti edanche numerosi esercenti di via Amendolae corso Garibaldi. Il nuovo ordine di tragitto impedisce infattil’afflusso degli automobilisti in direzionemare, e la svolta a destra dal semaforo delCommissariato, oltre che il traffico da unsemaforo all’altro (direzioneCommissariato-Sbarre). Questo ha penalizzato fortemente moltiesercizi commerciali che si sono rivolti ai trecommissari, al responsabile del settoreurbanistica e a quello delle attività produtti-ve. Per quanto riguarda i tre commissari, pros-simi alla beatificazione per la loro instanca-bile capacità di “firmare”, possiamo dire

che è molto probabile che la topografia diSiderno la conoscano solo da Google Maps,e che l’appello cadrà nel vuoto. Cosa succe-derà non lo sapremo. Ciò che possiamo dire è che la scelta delladirezione è stata inaccurata e mal concepi-ta, tanto che per giorni si sono viste automo-bili percorrere i divieti senza accorgersene,automobilisti incasinati in retromarce emanovre per uscire dal senso vietato, finchénon si è resa necessaria una postazionesemipermanente dei Vigili Urbani. Naturalmente il Commissariato ha diritto di

avere il parcheggio riservato, ma un divietodi sosta realmente funzionante sarebbestato più comprensibile. Inoltre non si capi-sce perché accorpare a questa scelta viaTurati (su cui il Commissariato ha l’uscitadei mezzi), che è abbastanza ampia da con-tenere macchine in sosta su ambo i lati e daandare in leggera difficoltà solo agli orari dientrata e uscita dalle scuole elementari. Venendo da Locri la prima strada utile perentrare a Siderno è via delle Magnolie, dacui si poteva svoltare in via Turati e inserirsianche nell’intrico delle viuzze paesane.

Ora non conviene più seguire questo per-corso, ma raggiungere il semaforo delleSbarre e svoltare a sinistra, con conseguentirallentamenti e ingorghi quotidiani. Naturalmente bisogna vivere osservando leregole, ma quando queste siano rispettoseanche delle richieste dei cittadini. In parti-colare ci auguriamo che l’appello dei com-mercianti di via Amendola e corsoGaribaldi sia accolto con celerità: la richie-sta, poi, è minima: semplicemente quella diinvertire il divieto. Una chiara testimonian-za dell’infelice scelta.

Filocamo Giovanni Mario

“Si è predisposto il rinvio di alcune udienze per consentire il ripristino di tutto. In materia civile abbiamo trasferitopiù di seimila fascicoli ancora cartacei, l'informatizzazione dei quali non si è fatta perché il Ministero ci ha inviatoin ritardo i programmi per procedere. Ci vuole un pò di tempo, ho calcolato tre settimane per farlo e destinatoun gruppo di lavoro che si occuperà solo di questo. Molti fascicoli devono semplicemente essere archiviati, macon gli adempimenti necessari.”

Siderno:il senso unico di via Amendola non piace ai commercianti

Scusi, ma per andare dove devoandare, per dove devo andare?

Accorpare per cercare di razionalizzare le risorse

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 19

Discutendo delle opere “incompiute” di Siderno non cisi può nascondere dietro un dito, con osservazione ridut-tiva (ché alle strutture non finite occorre aggiungere leopere pubbliche necessarie e ancora inesistenti). Le“incompiute” di Siderno sono antiche almeno quanto lastessa formazione della Marina, ma non occorre andaretroppo lontano nel tempo. Nel 1900 a Siderno fu iniziatala fabbrica della Concattedrale, dedicata al Redentore,un santuario a croce latina che avrebbe occupato l'areadell'attuale Municipio, della scuola elementare Pascoli edel mercato coperto, un monumento di 60 metri di lun-ghezza (poco più corto, per ragionevoli motivi gerarchi-ci, della cattedrale di Gerace, 76 metri), prestigiosa (evantaggiosa) “incompiuta”, sulla cui area sono sorti poi itre modesti edifici prima nominati. Negli anni Trenta delNovecento, persa la grande occasione dellaConcattedrale (che oggi sarebbe la Cattedrale dellaDiocesi di Gerace-Siderno) - piccola e cadente la chieset-ta della Madonna di Portosalvo del 1809 - l'arcipreteRaschellà pensò ad una nuova chiesa, della quale s'inizia-rono subito i lavori ma, a parte l'intervallo bellico, quan-do nel 1946 ebbero inizio le sacre funzioni, la chiesa nonera ancora ultimata e, nonostante la chiesa sia stata inte-grata di canonica e oratorio, l'edificio dell'ingegnereFoderaro è ancora una “incompiuta”. Sì? Sì sì! Propriocosì: manca, in vetta al campanile, la cuspide prevista inprogetto, mancanza che rende la torre campanaria comemozza, come se il velivolo di un kamikaze l'avesse deca-pitata. Nel sacro edificio sono state impiegate sommeingenti per integrazioni, decorazioni, consolidamenti e

opere di presunto comfort (la climatizzazione, però, èsotto pavimento, che contrasta con il precetto dellaScuola Medica Salernitana: “Testa fresca e piedi caldi pertenere lontano il medico”). Ciononostante, neanche unapiccola somma è stata destinata a concludere il campani-le “acefalo”, decapitato. Nella metà degli anni Cinquanta

s'iniziò il muro di contenimento a valle del Lungomare.Dopo alcuni anni di pausa, per rinsaldare le finanze, ilComune continuò i lavori del Lungomare ma - da nota-re, eh! - il corso Garibaldi rimaneva una superficie luna-re sterrata, diffusa di crateri, che spesso causavano i ruz-zoloni dei tanti e malcapitati ciclisti di allora: un'altra

“incompiuta”, subordinata alla priorità politico-elettora-listica del Lungomare: “panem et circenses” (prima glisvaghi), rilevava sarcasticamente Giovenale! La pavi-mentazione del corso Garibaldi poi fu realizzata a trattinegli inoltrati Anni Sessanta. Di quel periodo sono, poi,“incompiute” troppo vistose per non essere viste che, secompletare, potrebbero dar vita, dignità ed economianotevole alla città. Ma non si sa se saranno mai comple-tate. Dal 1968 di là di piazza Portosalvo, oltre la ferrovia,una “incompiuta” soffoca l'ariosità del punto storico piùantico della Marina da quasi mezzo secolo. Come mainessun osservatore si accorge di questo baluardo,immenso cubo “spertugiato” da incalcolabili foraturequadrangolari? Argomento tabù! Tuttavia, tra le tantissi-me “incompiute” vi è un'opera paradossale, la quale ècompiuta ed incompiuta nel contempo, terminata nellasua soluzione tecnica, dimenticata e mai entrata in fun-zione. Si tratta della strada che corre dalla statale 106 aVennarello, lungo l'argine destro del torrente Lordo, avalle della diga. Progettata e costruita no si sa per qualeutilità (non tocca abitati, sarebbe stata un doppione inu-tile, parallelo all'antica strada di Vennarello), conclusa afine anni Novanta (o primi del 2000), mai aperta allosbocco sulla 106 Ionica, invasa da erbacce e sterpi, orascomparsa alla vista ed all'utilizzo, opera terminata nellacostruzione, “incompiuta” nella funzione: chi ne sanulla? E forse gli esempi non finiscono qui: incompiutaanche la definizione dell'ex pastificio, a fronte mare nord,di cui La Riviera ha già scritto più volte. Vincenzo Papa

la proposta cambiare Siderno

Le “incompiute”di Siderno sono antiche almeno quanto la stessaformazione della Marina, ma non occorre andare troppo lontano neltempo. Dagli Anni Sessanta in poi le “incompiute” sono troppo vistoseper non essere viste. Se completate, potrebbero dar vita, dignità edeconomia alla città. Ma non si sa se saranno mai completate.

Altre storiche e attualiincompiute di Siderno

Opere senza operaPINO ROMEO

Guardare all'incompiuto, cercare di com-prenderne i perché, arrendersi o combattereper un'opera, un'idea, un qualcosa che vor-remmo, che riteniamo utile, non è solo daattribuire alle circostanze o alla volontà poli-tica di fare o non fare. È un momento nelquale una comunità, una popolazione decidedi cosa ha bisogno per poter migliorare lapropria qualità della vita, assicurarsi un ade-guato quotidiano e guardare con fiducia alfuturo. Riflessioni semplici, forse troppo estucchevolmente scontate. Ma così non losono perché siamo in Calabria. Una terradove tutto ciò che è scontato altrove si pre-senta sul terreno delle novità, delle eccellen-ze dichiarate ma spesso targate come tali soloperché ciò è politicamente corretto. Idee,quando manifestate, che si sovrappongonotra possibili opere e fantasie quasi disneyane.Idee estemporaneamente lanciate lì, lascian-do il dubbio che siano più il risultato di un

capriccio piuttosto che di ragionati e condivi-si obiettivi maturati all'interno di una onesta,consapevole strategia complessiva di rilanciodi un territorio dove ogni singolo progetto èparte di un sistema. Opere da compiere, equali, e quante? Non ci dovrebbero esseredubbi su ciò che serve, su ciò che manca eandrebbe realizzato o su ciò che esiste eandrebbe rivisitato, adeguato o ri-strutturato.Ogni anno si parla sempre di opere pubbli-che. Pubbliche perché dovrebbero riguarda-re tutti, ma tutti se ne dimenticano se noncoinvolti dalla necessità personale o perchécedono l'interesse ad averle alla apatica ras-segnazione della stagnazione, non solo eco-nomica, ma ideologica ed ideale; un'impasserimovibile, però, se l'opera esprime un inte-resse politico. Certo, non è una patologiasolo calabrese, l'Italia insegna molto su que-sto. Tuttavia vi sono realtà, e la nostra non faeccezione, in cui l'evidenza supera ogni limi-te, dove ogni cortina di elegante fumus pro-gettuale è destinata a franare sulla realtà. E si

torna, così, alla domanda di sempre: opereincompiute o da compiere? In che modo?Per rispondere basta guardarsi attorno.Strade, con assi che non realizzano una pienaintegrazione viaria tra di esse, una costa dovela variante ai paesi che si succedono manmano sulla Statale stenta da anni a essererealizzata. Un territorio dove l'interoperabilità tra siste-mi di trasporto si risolve tra una ferrovia ane-mizzata senza capacità di trasformazione inuna sorta di metropolitana intercomunale (quella jonica) e una Alta Velocità che siferma a Napoli mentre a Torino si discute sela TAV Lione - Torino sia più strategica delcompletare l'asse Milano-Roma-Napoli-Reggio Calabria. Aeroporti che assicuranol'arrivo ma non la destinazione finale in tempie modi ragionevoli. Un sistema portuale senza capacità di movi-mentazione perché non esiste una AltaCapacità di trasporto ferroviario per le mercio un cargo per i voli commerciali facendo si

che il cosiddetto transhipment si “areni” -con costi poco competitivi - dalle nostre parti.Idee rocambolesche di ogni estate di portua-lizzare i comuni della costa magari con un belgetto di cemento per strutture foranee. Unmodo di guardare “a largo” dimenticandosidelle maree e del loro andamento, pensandoche l'erosione delle coste sia la conseguenzadi un miraggio e non anche una risposta geo-logica del mare allo spazio sottrattogli, rele-gando a miseri orpelli paesaggistici le fiuma-ne dimenticando, che in un lontano passato,ingegneri idraulici molto speditivi avevanorealizzato con successo nel loro letto deiporti-canale. Opere incompiute? Una sanità demoltiplica-ta in reparti con degenze che spesso rispon-dono a primarie esigenze senza guardare alrisparmio da perseguire nella rimodulazionedei costi con piani sanitari che investano neireparti di Medicina d'Urgenza, che assicuri-no la tempestività dell'intervento, le capacitàchirurgiche, la qualità diffusa dell'offerta del

servizio e l'assistenza a domicilio alle catego-rie più deboli. E così l'istruzione vista nellaprospettiva di una formazione continua, qua-lificata e qualificante nell'offerta di capacitàche siano assorbibili sul territorio offrendocompetenze. Una formazione coordinata a possibili pro-grammi di crescita che dovrebbe essere partedi qualunque disegno di progresso economi-co-produttivo. Ma ci sono anche delle opere.Poche e, in genere, eccellenze in solitudineperché pianificazione, progettazione, siste-ma, rete, integrazione, interoperabilità sonoancora oggi parole prive di senso pratico.Parole da lessico tecnico-mediatico sempreben amalgamate in un politichese di circo-stanza che si consuma dal bar ai quotidianimentre qualcuno, ogni giorno, dal finestrinodi un treno, percorrendo una strada, aspet-tando che il figlio esca da scuola, o in attesain una corsia o in un'astanteria d'ospedaleimmagina, fantasticando, le opere che vor-rebbe.

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONEDirettore editoriale: ILARIO AMMENDOLIAIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA

AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, NINO SIGILLI.Art Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORIErcole Macrì,Anna Laura Tringali, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,Franco Blefari, Daniele Mangiola, Angelo Nizza, Domenico Angiletta.

NOTE E SCHERMAGLIE

Egr. Direttore, ringraziandoLa per lo spazio chevorrà concedermi, vorrei riportarealla realtà, storica ed attuale, alcuneriflessioni comparse nell'edizione didomenica scorsa sotto il titolo"Comuni Archeologici di Qualità, checi azzecca Locri". Senza intenzione disollevare polemiche con l'autore dellestesse, mi preme porre l'attenzione sualcuni elementi oggettivi, difficilmen-te confutabili se non attraverso un'in-cauta e distorta visione degli ambititerritoriali dei comuni locridei, maanche su alcune verità storiche maimesse in discussione. Si affermavanell'articolo che Locri moderna nonospita il parco archeologico di LocriEpizefiri, che, secondo l'autore, inve-ce, ricadrebbe nel territorio diPortigliola. Da qui l'interrogativo "checi azzecca Locri?" Ebbene, mi sembradi non affermare alcuna assurdità sedicessi che l'attuale Museo Nazionalericade nei limiti territoriali locresi, eche stessa sorte è toccata ai resti diCentocamere, al Tempio di Marasà,al Santuario di Demetra, al CasinoMacrì e numerose altre evidenze.Inoltre, mi pare sia noto a tutti che Ilparco archeologico comprende siaLocri che Portigliola, ospitando que-st'ultimo i resti del Teatro greco-romano, la Teca Marafioti, il Palatiumin c/da quote S. Francesco, TorreCastellace e Torre Marzano, ecc .Dunque, la presenza anche di Locri,oltre che di Portigliola, all'interno deicomuni archeologici di qualità è legit-timata da questa indiscutibile circo-stanza di carattere logistico, e nonsolo. Locri è presente a pieno titolotra i comuni archeologici, oltre cheper motivi logistico territoriali, ancheper il legame storico dei fondatori del-l'allora Neo Locri, poi GeraceMarina, poi Locri, con la antica colo-nia magnogreca. Legami evidenti chesono da individuare nella stretta rela-zione che i fondatori avevano con lamillenaria Gerace. Si potrebbe forsenegare che i diretti discendenti del-l'antica Lokroi Epizephyrioi, a seguito

dell'abbandono del sito costiero, sitrasferirono sulla vicina collina dovesorse Gerace? Si può negare che, aparere degli storici, per molti anni, eforse anche qualche secolo, la stessadiocesi (trasferita da Locri a Gerace)era prima indicata col nome di Locri epoi di Santa Ciriaca, da cui secondoalcuni deriverebbe il nome, appuntodi Gerace? E al contempo, si potreb-be negare che l'attuale Locri vide iprimi insediamenti moderni ad operadei geracesi, tanto da prendere ilnome di Gerace Marina? Questa è la storia resa nota e, dun-que, fino ad oggi, veridica e non falsa,come non false sono le testimonianzericadenti nel perimetro del comunedi Locri, a meno che, incomprensibil-mente, non si voglia smentire quelloche è sotto gli occhi di tutti. Aggiungoche Locri potrebbe ben rivestire oggila doppia veste di città più antica e, alcontempo, più moderna dellaLocride, proprio perchè dalla stessapopolazione, geneticamente influen-zata dalle contaminazioni storiche,nacque Locri Epizefiri, Gerace eLocri Moderna, quest'ultima nel1905.Esprimo, quindi, perplessità sul carat-tere negazionista e polemico delleriflessioni di domenica scorsa, sfor-zandomi di trovare la motivazione diquanto scritto. Non serve a nulla cer-care di denigrare una città attaccandoil suo indiscutibile punto di forza, illegame con la storia, mi pare un ten-tativo insensato, se non altro perché cisi scontra con la verità vera. Il proget-to avanzato dalla dott.ssa Crea, giàCommissario del Comune di Locri,deve essere, invece, l'occasione perunire storici, studiosi, appassionati eistituzioni di fronte all'impegno comu-ne di abbandonare sterili e contro-producenti dispute di campanile perritrovarsi sull'unica strada possibile, lavalorizzazione di ciò che la storia ci haconsegnato, senza limitazioni territo-riali o di appartenenza.

Fabio Mammoliti *Presidente Pro Loco Locri

REPLICHE ALL’ARTICOLO DI DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013

Comuni Archeologici di Qualità?...

Ecco perchè ci azzecca Locri

Gentile Direttore, La prego di concedermibreve spazio su laRiviera per alcune pre-cisazioni sui commential mio intervento circa iComuni archeologici,notazioni per le qualiringrazio gli interlocu-tori. 1 - Non essendo iocalabrese, non possoessere tacciato di cam-panilismo. 2 - Non mi èchiara la dicitura“Marchio dei ComuniArcheologici diQualità”: qualcunovuole equipararel'Archeologia alla qual-ità delle arance, dell'oliod'oliva e del vino greco,che sono eccellenze cal-abresi, mai sufficiente-mente valorizzate? 3 -Un Comune è archeo-logico non quando sulsuo territorio giaccionoalcune pietre diroccate,ma quando da anticastoria e tradizione cus-todisce vestigiadell'Antichità. La cittàdi Neolocri (Rohlfs), giàGerace Marina, si è for-mata negli AnniQuaranta del secoloXIX, perché i notabili diGerace, che avevanochiesto ospitalità aiSidernesi, non otten-nero accoglienza. Sicchési stabilirono nellaMarina di Gerace,dov'erano i loro fondiagricoli, costruirono unpiccolo pontile “scarica-tore” per commerciare iloro prodotti e, svilup-pati i traffici, accolsero imercanti greci, sicilianie partenopei, accrescen-do la popolazione ediventando Comune diGerace Marina e poiLocri, per D.R. degliAnni Trenta. Molti citta-dini di Locri si chiedonose gli storici si sianosbagliati. Alcuni autoriconoscono la verità stor-ica, ma preferisconoparlare d'altro (così èavvenuto anche conCastelvetere-Caulonia),ed allora gli storicilocresi di oggi confon-dono e assimilano lavecchia Gerace Marinacon la polis dei Lokroioi Epizephyrioi (Locriper i Romani). Non

esiste alcun rapportostorico, geografico, cul-turale e antropologicotra la Neolocri del 1840-47, figlia di Gerace, e laLocri classica. Qualchedecennio prima diCristo, un certoOttaviano Turino (chepoi sarebbe diventatoAugusto), passando perLocri si trovò in gravepericolo e fuggi verso imonti (Svetonio).Perché non si rifugiò aLocri? Perché Locri eraormai decaduta e nonforniva più sufficientigaranzie di sicurezza. Lepiù recenti indaginiarcheologiche condottedalla Soprintendenza diReggio danno, comeultime tracce di Locri,un po' di ceramica sca-dente risalente ai secc.V-VI. La guerra greco-gotica del 553 fece tabu-la rasa del territorio ditutta la Terra dei Bruzi(gli armigeri, provenien-ti dalla Sicilia, scia-marono sulla costa ioni-ca, la più praticabile,desertificandola). Lecitazioni dei vescovialtomedievali parteci-panti ai Concili diCostantinopoli e diNicea 2 parlano diLoukritia (territorio diLocri) e di Santa Ciriaca(Gerace). Citazioni piùtarde fanno riferimentoalla memoria di Locri enon alla città. Lacronaca della Trinità diCava dei Tirreni, èspuria (D'Agostino).Dunque, Locri moder-na, che detiene tracceanche importanti deiruderi della polis grecapuò essere consideratacittà archeologica solodai suoi orgogliosi citta-dini, anche se la storianon lo concede, perchéè Comune di recentissi-ma istituzione. Grazie esaluti agli amici inter-locutori, con l'augurio diproficuo successo del-l'iniziativa e con l'auspi-cio di estendere ilproposito a tutta la fas-cia della Costa deiGelsomini, omogenea-mente archeologica.(Vincenzo Papa)

Le precisazionidi Vincenzo Papa

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la RivieraHANNO COLLABORATO

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COPERTINE

DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 21

La terra tremava e gli alberi sembravanocrollare. Enzo si spaventò e fuggì come unpazzo scatenato e all'improvviso perse tutti isensi. Era una giornata d'estate, il sole simostrava a finestrelle tra quegli antichi albe-ri ombrosi dove i penetravano quei cocentiraggi del sole, tra quelle larghe e lunghefoglie proiettandosi sul viso di Enzo. Unazanzara gli girava intorno cose se volesse dir-gli qualcosa e all'improvviso gli tornò l'intel-letto, la sapienza e i geniosi sensi nellamente di Enzo che si svegliò, si alzò e siguardò intorno e si vide tutto sporco di san-gue. Si toccò tutto il corpo per trovare qual-che ferita ma era sano e non ricordava nien-te di quello che era successo. Si rimise acamminare sotto i raggi cocenti del sole,camminava a tutte le ore del giorno per tro-vare una strada o una via d'uscita , avevavoglia di tornare a casa per rivedere la suafamiglia. Mamma e papà gli mancavano enon sapeva più cosa pensare, poi esclamò“sicuramente mia madre mi butta fuori dicasa quando torno perché sono stato disub-bidiente, mi aveva solo dato il permesso diandare a una battuta di caccia e non sonopiù tornato”. Mille pensieri maligni gli frul-larono nella testa ed era sconfortato al mas-simo, non sapeva quale strada doveva pren-dere e non sapeva dove doveva andare.Tutto ad un tratto gli venne un pensiero bril-lante e quella luce lo dirigeva verso il nord esi avventurò. Andando avanti la strada era

piena di siepi e correva ma un vento caldo ele foglie degli alberi che cadevano per terrafacendo un rumore strano, che fece tremareEnzo dalla paura e che raccomandava la suaanima a Dio. Nessuna vita umana si vedevain quel bosco maledetto e pregava Dio etutti i Santi di fargli la grazia di tornare acasa. In quel posto si vedeva solo terra, albe-ri secolari e nel buio sulle foglie apparve unaluce intermittente e riscaldava quelle foglieombrose. La terra era fertile ed Enzo cam-minava scalzo e ogni volta che faceva un

passo, faceva un lamento e un grido di dolo-re per l'erba secca che si insinuava comespine pungenti nei suoi piedi sanguinanti.Ormai era passato tanto tempo da quandosi era perso dentro quel bosco, i suoi occhiormai avevano preso l'abitudine di vederesolo alberi, siepi, foglie secche e piante sel-vatiche. Sembrava una giungla e i suoi pen-sieri vagavano nella mente “quando sarò acasa mangerò una minestra calda e andrò aletto per dormire”. Era già notte e avevacaldo e si rifugiò sotto un alberi per riposa-re un po'. Aveva perso ogni speranza e udìuna voce “Enzo vattene da questo luogotorna nella tua città, qui non c'è posto per te,non ti farò vedere il mio volto perché sonoorribile, ti potrò fare del male e potrai mori-re, questo paese non ti appartiene, se vaiavanti non tornerai mai a casa”.Scomparirono quelle voci nel nulla e sivedeva solo una nuvola nera fra quegli albe-ri ombrosi. Enzo non sapeva cosa fare, forsequella era la via giusta per tornare a casa machi era quella voce lontana? Una luce acce-se il suo cervello “voglio andare in fondo,cercare di scoprire chi era quella donna, manon riusciva a prendere una decisione, i sen-timenti e il pensiero lo spinsero ad andareavanti e lui chiese consiglio all'intelletto e siabbandonò all'intelligenza che guida l'animache lo costrinse ad andare avanti dicendo: “se riusciamo a uscire fuori da questa male-detta giungla saremo felici, troveremo la

pace nel cuore”. Dentro di se sorse unavoglia, un desiderio chi diede la forza e lavolontà di camminare e andare avanti a tro-vare il mistero di quel maledetto e selvaggiobosco. Si mise a seguire una scia di fumonero e dentro quel bosco scorreva un ventocaldo e la fronte di Enzo era bagnata disudore; aveva tanto voglia di salvarsi la vita,correva come un cavallo e non badava a nes-sun pericolo, saltava quelle siepi con ungrande coraggio, cercava la libertà che quelmaledetto bosco gli aveva tolto per tantotempo. La nuvola nera scomparve dai suoiocchi e perse ogni speranza; cadde per terrasconvolto, triste e malinconico, infine decisedi andare ancora avanti. Da lontano videuna luce che adagiava sopra quei fitti alberiche sembravano formare un tunnel di luce,gridando correva, per minuti pensava chefosse salvo. Si mise a gridare “mamma!Papà! Venite a prendermi” si mise a piange-re come un bambino poi esclamò “ma dovesono? Che luogo è questo?” non c'eraanima viva, il cielo era azzurro e il solesplendeva su quella valle. Tutta l'erba erasecca e faceva un caldo terribile; Enzo sitolse la giacca e la lasciò cadere sulle spalle,non sapeva dove doveva andare e prese lavia verso il nord, il suo pensiero era semprerivolto a Dio: pregava con cuore e animosincero “oh Vergine Maria oh Santa Trinitàvi prego fatemi questa grazia, non sono cheun povero uomo che non ha fatto male a

nessuno e mai sono andato contro la vostravolontà. Sono sempre stato ubbidiente e hotanta fede in Dio, se ho peccato ho pagatosoffrendo dentro questo maledetto e danna-to bosco, ora fatemi tornare a casa, riabbrac-ciare i miei genitori”. Si fece il segno dellacroce si inginocchiò e baciò la terrà, si alzò eprese la strada verso nord. Non aveva piùforza fisica, quel caldo d'estate gli bloccavala circolazione. Sentiva la presenza di qual-cuno dietro di se che gli dava la forza diandare avanti, di camminare di notte e gior-no senza sosta in quella immensa valle chenon finiva mai. Guardava ovunque e vedevasolo ciel, terra, fiori selvatici, stormi dicolombe, alberi di peri e prugna. Fece ungrosso sospiro di speranza pensando che lìci fosse qualche vita umana. La notte sceselentamente e le stelle brillavano e illumi-nando quella valle. Stanco e sfinito, Enzo siappartò e si mise a dormire. Prima che ilsole spuntasse sentì un rumore di un moto-re e si svegliò ringraziando Dio, si mise acorrere dirigendosi verso l'origine di quelrumore, da lontano vide un trattore chestava arando la terra. Tutto contento gliandò incontro e quando era vicino sentì lavoce di una donna: “chi sei tu? Da dovevieni? Chi ti ha mandato fino a qui? Vattenefuori dal mio seminato, non calpestare lamia semenza!”.

(continua...)Domenico Ubaldo

Un viaggio senza ritornoTERZA PUNTATA

il direttoreRisponde

Qualche giorno fa l'UCI ha pubbli-cato il calendario 2014 delle gareciclistiche, e rispetto agli scorsi anninon c'è il Giro della Provincia diReggio Calabria-ChallengeCalabria cancellato per problemi disoldi (per ora?), il Giro d'Italia faràil punto più a sud a 60 km dallaCalabria a Viggiano, (solo nel 1974e nel 1984 e nel 1990 nei giri in cuinon c'è stato il passaggio in Calabriasi è sfiorata la regione). Ma primache venisse scelta Viggiano c'eranoaltre località calabresi a contendersil' arrivo più a sud del Giro, ma perproblemi di soldi hanno rinunciato.E nei anni precedenti ci sono statealtre città calabresi (tra cuiCamigliatello, Terme Luigiane eLocri) che si sono viste scippare il

Giro per cambi di percorso improv-visi della Rcs Sport. E ci sono timo-ri che il Giro non torni in Calabriaper molti anni, sia per problemi disoldi e sia se partono da Catania nel2015 c'è la possibilità che dopo laSicilia, si fa il giorno di riposo e si vain Campania tagliando ahi noi la

nostra regione. Forse l' arrivo di Serra San Brunosarà ricordato per molti anni come l'ultimo arrivo calabrese della storiadel Giro ?E questo significherebbe la fine delciclismo professionistico agonisticoin Calabria. Una regione che ha

applaudito i vari Binda, Coppi,Bartali, Baldini, Merckx, Gimondi,Moser, Saronni, Hinault, Lemond ePantani, e che ha avuto ottimi cicli-sti come Faraca, Coppollillo eSgambelluri, ma adesso il futuro ènero.

Alessandro Impellizzieri

Da molti anni la società che si occupa di organizzare il Giro d’Italia, la Rcs sport, esclude “scientifi-camente” la Calabria dal tracciato del Giro d’Italia principalmente,a suo dire, per motivi logistici e,secondariamente, per motivi economici. Appare lapalissiano sottolineare che per poter ospitaretutta la carovana dei “girini”servirebbero ingenti capitali. Soldi, tanti soldi che dovrebbero arrivaredagli sponsor e dalle istituzioni (anche sotto forma di impegni di spesa per rimettere a nuovo le“disastrate”strade calabresi). L’unico modo per farsi sentire è quello di esprimere disappunto neiconfronti del prestigioso giornale che organizza il giro d’Italia, facendo notare che è inutile varcarele Alpi per andare fuori dai confini nazionali, quando, grazie alle tv di tutto il mondo che pagano idiritti, ai proventi degli abbonati Rai ed agli sponsor, c’è la possibilità di mettere in vetrina alcunistraordinari “angoli di paradiso” presenti nella nostra regione. Ma questo è chiedere troppo.

Il grande ciclismo in Calabria è finito?Ardore: differenziaree risparmiareILARIA AMMEDNOLIA

Ardore si prepara al grande salto verso la rac-colta differenziata con il porta a porta. Ilprogetto concepito e sviluppato durante

l'amministrazione guidata da Giuseppe Campisi staprendendo sempre più forma e si prepara a decol-lare. La data di inizio avrebbe dovuto essere un po'di tempo fa, ma le vicende politiche del Comune diArdore e l'insediamento della CommissioneStraordinaria ne hanno ritardato l'avvio. Un progetto interessante e vantaggioso dal puntodi vista anche economico è quello che partiràlunedì, 7 ottobre. La gara è stata vintadall'Associazione Temporanea di Imprese, costitui-ta dalle società ASED s.r.l. e RA.DI. s.r.l.Durante un'intervista il Responsabile Tecnico dellaSocietà ASED, Gabriele Familiari, ci ha chiaritoalcuni dei punti essenziali del progetto.Ogni famiglia avrà a disposizione in comodatod'uso gratuito cinque biopattumiere multicolori,per il conferimento e il ritiro dei rifiuti in manieradifferenziata: plastica, vetro, carta, indifferenziate e

umido. Queste secondo un calendario stabilito ver-ranno ritirate da mezzi controllati dal satellite perverificare quotidianamente l'iter presso ogni puntodi raccolta. La parola d'ordine sarà “Meno inquini,meno paghi” nel senso che più l'utente sarà ordina-to e scrupoloso nella raccolta meno tasse pagherà.In questo caso la difesa dell'ambiente si andrà aconiugare tanto ad un risparmio del Comune quan-to di ogni singolo cittadino. Infatti il Comunepagherà meno in quanto conferirà prodotti selezio-

nati e valorizzabili, mentre il cittadino sarà “pre-miato” per la sua collaborazione civica. Ovviamente il progetto prevede appositi controlliper individuare e punire con relativa ammendachiunque pensasse di fare il furbo spacciando indif-ferenziata per rifiuti selezionati. E' inutile soffer-marsi sui potenziali benefici anche dai punti di vistaoccupazionali che il porta a porta può provocare.Infatti, per esempio dall'umido si può produrrecompost e tutti gli altri prodotti possono essere rici-

clati e valorizzati. Il ritorno che avrà Ardore è indi-scutibile, infatti al posto di accumuli disordinati diimmondizia o dei tradizionali cassoni emanantiodori nauseabondi, si avranno i contenitori multi-colori come avviene nelle società più avanzate. Un progetto di sicuro mirabile, che con un po' d'im-pegno, darà l'opportunità di vivere in un ambientepulito e consegnare un paese migliore alle futuregenerazioni.

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ANGELO LETIZIA

Se in Italia Juve e Napoli sorri-dono e al Milan, se non proprioal pianto, siamo quantomeno aibronci e ai musi lunghi, gli statid'animo s'invertono, o quasi,oltre confine. In una potenzialemini classifica in cui si tengaconto solo dei risultati e deipunti portati a casa dal terzettoitaliano di Champions neirispettivi gironi, comanderebbeinfatti il Milan a quota 4 (unavittoria e un pareggio), seguo-no Napoli a 3 (una vittoria euna sconfitta) e Juve a 2 (duepareggi). Al di là delle gradua-torie, sono però altri gli ele-menti a destare riflessioni. Apartire da un aspetto: le alternefortune dei protagonisti, piùche diretta conseguenza deisingoli valori e delle insitepotenzialità di squadra, sem-

brerebbero in un certo sensodiretta espressione della tradi-zione storica di alcuni clubnostrani fuori dall'ambitonazionale. Si chiami DNA,mentalità vincente, approcciosempre e comunque positivoanche in momenti di evidentedifficoltà o in qualsiasi altromodo, di certo non si trattasolo di chiacchiere e fortuna. Ildiscorso è un altro e, da questodi vista, non c'è dubbio che leparole pronunciate a favore delil Milan sembrino avere piùconsistenza ed essere ampia-mente supportate dai fatti, nonsolo a fronte dei 18 trofei por-tati a casa tra Europa e restodel mondo che ne fanno, tral'altro, la squadra più titolata ditutte a pari merito con gliargentini del Boca Juniors. Aimpressionare infatti sonosoprattutto le vittorie finali

rapportate alle partecipazioni,perché si può vincere per casoo per bravura, farlo come ilMilan 18 volte in 44 competi-zioni richiede però qualcosa inpiù. La Juve di partecipazioni,tra Champions e altre coppe,ne conta in tutto 50, 6 in più deirossoneri, ma i titoli in bachecasono 11, non molti in meno intermini complessivi, un abissoperò in confronto alla singolaChampions League, con unnetto parziale di 7 a 2 per i ros-soneri; il Napoli invece nelle 25occasioni che ha partecipato atornei all'estero (4 volte inChampions), si è fermato aquota un successo, la CoppaUefa (più o meno l'attualeEuropa League) vinta nellastagione 1988-89, ai tempi delPibe de Oro. Mettendo daparte qualsiasi considerazionetecnica, partendo da questi

presupposti, ecco perché se ilMilan da una parte barcolla manon crolla nei primi minuti diAmsterdam e il Napoli dall'al-tra soffre dall'inizio e va sottodi due reti già alla mezz'ora aLondra, alla fine ci sta e nonsorprende per niente; cosìcome pure molto meno casualepuò apparire il fatto che ilMilan all'ultimo minuto riac-ciuffi con un rigore discutibile i"lancieri" olandesi raddrizzan-do partita e classifica di girone,mentre più o meno allo stessominuto la Juve butti via unagara sbloccata con merito matra mille patimenti solo un atti-mo prima, rimettendo in giocoil Galatasaray e in salita la qua-lificazione. Piccole coincidenzeo strane analogie da sole disicuro ininfluenti, ma che som-mate al resto fanno riflettere eincuriosiscono.

CALCIO

ChampionsLeagueIn una potenziale mini classifica in cui si tenga conto solo dei risultatie dei punti portati a casa dal terzetto italiano di Champions neirispettivi gironi, comanderebbe il Milan a quota 4 (una vittoria e unpareggio), seguono Napoli a 3 (una vittoria e una sconfitta) e Juve a2 (due pareggi). le alterne fortune dei protagonisti, più che direttaconseguenza dei singoli valori e delle insite potenzialità di squadra,sembrerebbero in un certo senso diretta espressione della tradizionestorica di alcuni club nostrani.

Il calcio italianoè in sofferenza

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Parlandodi...

SPORT

Il Siderno guarda al futuro conun certo ottimismo dopo che èriuscito ad ottenere 4 punti nelleultime due gare di campionato.Prima la vittoria contro ilSoriano e domenica scorsaèarrivato il pareggio nel derbycontro il Marina di Gioiosa.Peccato perchè se capitanCarabetta avesse realizzato ilcalcio di rigore per i giallorossidi mister Rotondo , ridotti in 8per le tre consecutive espulsioni,sarebbe stato difficilissimo poterrimediare allo svantaggio. Il tirodagli undici metri del capitano siè stampato sul palo e successi-vamente, per i 20 minuti finali,

l’undici di mister Tellinon ha saputo concretiz-zare la doppia superioritànumerica . Oggi alComunale “F.Raciti”arriverà la temibileRizziconese indicata damolti come una delle piùautorevoli pretendentialla vittoria finale delcampionato. Un matchche il Siderno dovrà gio-care con il cuore e soprat-tutto con la testa perchèanche un pareggiopotrebbe, alla fine,risultare utile in prospet-tiva futura. La squadra si

è allenata con la consueta vervein settimana e tutti gli effettivisono sembrati smaniosi di met-tersi in mostra per poter metterein difficoltà mister Telli chedovrà decidere la formazioneiniziale che si opporrà allaRizziconese dovendo risolvereancora qualche probleminosoprattutto in attacco. Il fattoche Mimmo Serra sia tornato algol è comunque un fatto positivocosì come appare positivo il fattoche fatta eccezione per Ebanistae Spanò, tutti gli altri calciatorisono ragazzi di Siderno che sistanno comportando bene inquesto campionato. (lr)

Il presidente della Lnd CarloTavecchio, peraltro vicario diGiancarlo Abete in Figc, è giuntonei giorni scorsi in visita aCatanzaro nella sede della LegaCalcio Calabrese di via ContessaClemenza, anche per verificare lostato d’avanzamento dei lavori dirifacimento dell’attiguo CampoFederale di Sala. “Ci premonomolto i profili relativi al taglio dellespese per l’illuminazione del terre-

IL SIDERNO SONDA IL RIZZICONI

E’ strano il calcio. Il Roccella mercoledì habattuto nettamente il Bocale in CoppaItalia e questo pomeriggio se lo ritroverànuovamente di fronte in campionato.Mistrer Galati opterà probabilmente perrinnovare il 3-5-2 che diventa 3-4-3 in fasedi attacco, con Laaribi e Figliomeni a fareda incursori. Al “Campoli” di Bocale, alcu-ni giorni addietro, la compagine di misterGalati è sembrata particolarmente in palla.In particolare è stato bravo Femia a super-are Cambareri in uscita ed regalare il van-taggio al Roccella. Dopo una traversa diFigliomeni in chiusura di tempo, mister LoGatto del Bocale ha cercato di giocarsisubito la carta Saviano. La sostituzione inun primo momento sembrava aver dato ifrutti sperati tanto che arrivava per i locali ilpareggio di Crea su assist dello stesso

Saviano. Lo stesso Crea ne, rifinita da unpregevole tacco di Saviano. Lo stesso Creadopo pochi minuti falliva il possibile 2-1 cal-ciando alto sulla traversa. Minervino delRoccella, sugli sviluppi di un corner, ripor-tava il Roccella in vantaggio che con unaripartenza di Canfri chiudeva il match sul3-1 . Oggi però al Comunale di Viale degliUlivi sarà sicuramente una partita diversain quanto non toccherà al Bocale fare lapartita ma al Roccella. E gli amarantohanno dimostrato che riescono spesso agiocare meglio sulle ripartenze. Ma l’occa-sione per poter arrivare a quota 10 in classi-fica e quindi inserirsi nelle primissimeposizioni del campionato è davvero ghiottaper sprecarla ecco perchè siamo sicuri cheanche oggi il Roccella non lascerà nullad’intentato per centrare la vittoria.

Marina di Gioiosa: troppo “nervosismo”,

che ti succede?

L’amarezza di mister Pasquale Rotondo nel finegara del derby pareggiato contro il Siderno è latestimonianza più eloquente di una stagioneiniziata male e che si sta caratterizzando per iltroppo nervosismo che anche oggi penalizzerà lasquadra giallorossa che non potrà contare su gio-catori importanti come capitan Ieraci, Agrippo,Mesiti e Nucera. Indubbiamente pesa tanto l’im-possibilità di non poter avere un campo a dispo-sizion su cui potersi allenare ma il troppo nervo-sismo che aleggia nell’entourage della squadragiallorossa sembra eccessivo. I risultati si otten-gono con sacrifici ed impegno e siamo sicuri cheda oggi in poi inizierà il vero campionato delMarina di Gioiosa. A.T.

Le designazioni per la V giornata

d’Eccellenza

Le designazioniarbitrali dellaPromozione

Una partita importante per ilGioiosa Jonica che ha assolutanecessità di vincere la sfida odiernacontro la Bovalinese che è reduce dadue sconfitte consecutive rimediatecontro la BenestarNatilese e laDeliese. Dal canto suo il GioiosaJonica dopo aver subito 4 reti dalBrancaleone è andato a perdere aFilogaso sabato scorso rimanendoda solo all’ultimo posto in classificacon 1 solo punto. Mercoledì scorsoil Gioiosa Jonica ha battuto laNausicaa, squadra d’eccellenza, conun calcio di rigore di Loccisano,dimostrando che sotto l’aspetto tec-nico la squadra ha ampi margini dimiglioramento. Oggi pomeriggio laverità .

Gioiosa Jonica:“bello” in CoppaItalia, “brutto” in

campionato

Il Roccella ospita il temibile BocaleQuesti gli arbitri designati dall’associ-azione calabrese arbitri :ROCCELLA- BOCALE Sicilia di CosenzaSERSALE-PALMESEContini di MateraCORIGLIANO- I.C. RIZZUTOBelligerante di LocriGALLICOCAT.- CASTROVILLARIPennino di PalermoGUARDAVALLE- CALCIO ACRIRispoli di LocriNAUSICAA - SAMBIASE Baratta di Rossano SAN LUCIDO-AUDACE ROSS.Colacresi di LocriTAURIANOVESE - PAOLANAGatto di Lamezia

Chiuso definitivamente il capitolo Accinni dal DG dellaBovalinese Ciccio Costabile, che in un suo sfogo sulla pag-ina facebook dell'ASD Bovalinese ha fatto capire che anchese la squadra è a caccia di un attaccante, non sarà sicura-mente Accinni. "In questa settimana -scrive Costabile-molti amici, nonché tifosi della Bovalinese mi evidenzianoil fatto che alla squadra manchi un attaccante che facciagol. La Società ne è cosciente e stiamo lavorando perquesto. Vogliamo però fare una precisazione per quantoriguarda il calciatore Accinni. L' A.S.D. Bovalinese haaspettato il calciatore Accinni, dai primi di Luglio fino aMartedì 24.09.2013, quando il sottoscritto lo ha contattatotelefonicamente, davanti alla sua richiesta economica hosciolto le riserve chiudendo la trattativa. La Società A.S.D.Bovalinese a partire da quest'anno ha messo dei paletti perquanto riguarda gli stipendi. E quando sento dire chel'A.S.D. Bovalinese non vuole Accinni rimango sbigottito,noi lo abbiamo cercato e aspettato, perdendo anchequalche buona occasione. Ora - conclude Costabile -vogliamo lavorare tranquilli, a fine campionato tireremo lesomme, e per quanto riguarda i giocatori qualcunoarriverà". tratto da Stadioradio

Bovalinese a caccia di un attaccante

Questi gli arbitri designati dall’AIA: BENESTARNATILESE-M.GIOIOSASacca' di Reggio Calabria BIANCO-VILLESE Marasco di CrotoneDELIESE-SORIANO 2010Gigliotti di CosenzaREGGIOMED-BRANCALEONEMonesi di CrotoneSIDERNO-RIZZICONI Molinaro Martina di Lamezia TermeTAUREANA-FILOGASOCarvelli di CrotonePOLISTENA-BAGNARESEFanara di CosenzaGIOIOSA JONICA-BOVALINESEPalmieri di Crotone

Il Presidente della L..N.DCarlo Tavecchio in visita al

Comitato Regionale Calabria

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no di gioco e degli spogliatoi - ha dichiarato CraloTavecchio- nonché per assicurare l’acqua calda e iriscaldamenti dei campi dilettantistici. Somme che siaggirano intorno ai 200 milioni di euro annui. Una cifraesorbitante che con l’utilizzo delle cosiddette energierinnovabili quali la solare, l’eolica, le biomasse e cosìvia, potrebbe essere decurtata addirittura del 40-45%,ovvero di 90 milioni di euro. Ecco perché le struttureche sorgeranno in futuro, compreso quelle sostitutivedel vecchio Federale di Catanzaro, oltre al manto insintetico, avranno i fari formati da led luminosi”.lr

Alla fine è prevalso il “buon senso” del presidente Lillo Foti anchese, a dire la verità, la panchina di mister Atzori sembra inevitabil-mente legata al risultato del derby di domani sera che si disputeràallo “Scida” di Crotone. Il derby calabrese è sempre una partita par-ticolare e siamo sicuri che le due compagini si affronteranno perottenere il risultato pieno anche se alla fine, come spesso accade,potrebbero accontentarsi entrambe del pareggio che servirebbecomunque a muovere la classifica.

«L’A.S.D. “Sensation”, dopoquattro stagioni da protago-nista nei campionati di Calcioa 5 Serie C2 e serie D, rinun-cia all’iscrizione alCampionato di Serie D edecide di investire pien-amente sul settore giovanile -sin da questa stagione, infatti,l’ASD Sensation punterà allavittoria del campionatoJuniores e parteciperà apieno titolo al campionatoregionale Allievi calcio a 5.Contestualmente, per quantoriguarda la prima squadra,parte dei soci e tutti itesserati hanno deciso diabbracciare il progetto del“Lokron Calcio a 5”,intraprendendo una nuovaavventura e sfruttando quindi

l’occasione per poter viverela magica esperienza del mas-simo campionato regionale,la serie C1. Un’occasioneimportante per confrontarsicon il miglior calcio a 5 suscala regionale, una vetrinafondamentale per sviluppareil progetto Sensation e pervalorizzare l’impiantisticasportiva di Gioiosa Jonica.Il“Lokron Calcio a 5” - rileva-to dalla dirigenza exSensation - disputerà le pro-prie gare interne pressol’impianto Sportivo “AiCampetti” di Gioiosa Ionica,offrendo ai cittadini dellaVallata del Torbido la possi-bilità di veder giocare sulcampo gioiosano le migliorisquadre del massimo campi-

onato regionale. Una sorta difusione in itinere per laneonata Sensation/Lokron,fusione che si concretizzerànella prossima estate e cherilancerà su basi nuove ilprogetto della compaginegioiosana.La squadra saràsostanzialmente compostadagli stessi giocatori chehanno partecipato al proget-to “Sensation” sin dalla fon-dazione del 2009, con l’ag-giunta del talentuosoGiuseppe Longo (unicosuperstite della compaginelocrese). L’allenatore, dopo labreve esperienza ad interimdi Mr Ierinò Francesco, saràSalvatore Ferrara – una guidasicura e di assoluta qualità,viste le precedenti esperienze

maturate con squadre del cal-ibro di “Reggio calcio a 5”,“Licogest Vibo” e “Lokron”.Per la stagione 2013/2014,Sensation/Lokron si ponedue obiettivi fondamentali: ilprimo, di natura prettamentecalcistica, è quello di raggiun-gere la salvezza e di man-tenere la categoria; il secon-do, con una valenza piùampia, è quella di fa crescereil calcio a 5 nella Vallata delTorbido e nel comprensoriolocrideo, valorizzando labellezza di uno sport che –anche a livello locale – nonvuole più essere consideratouna sorta di parente poverodel calcio a 11».lr

Calcio a cinque: colpo del Futsal Ardore che prende Cremona. Altro acquisto per la Futsal Ardore chedalla Fantastic Five prende il talentuosoCremona Gabriele, classe ’92 ha esperien-za sia in C1 che C2, l’ultimo hanno è statoprotagonista con la Fantastic Five raggiun-gendo in serie D i play off. CremonaGabriele si allena già da una settimanainsieme al gruppo, agli ordini di misterCrescimbini e Mallamo, ci ha detto di averscelto la piazza ardorese perché:” la miaprospettiva è quella di cercare di arrivarepiù in alto possibile e chissà magari vince-re il campionato! Sono arrivato da pocoma ho già visto un bellissimo gruppo edegli ottimi compagni sia a livello tecnicoche a livello umano! La società è davveroseria e attenta a tutto ciò che riguarda ilgruppo! Per quanto riguarda il misterCrescimbini l'ho già avuto in passato nella

Football Five in C1 e mi sono trovato dav-vero bene, grandissima persona, mi hafatto piacere ritrovarlo nella FutsalArdore! Spero di poter dare il meglio dime in questa squadra e poter raggiungeregli obiettivi dichiarati dalla società nono-stante l’iniziale passo falso. Per ultimo vor-rei ringraziare il Presidente e il vice presi-dente Sarroino e il mister della FantasticFive che hanno sempre creduto in me, conloro sono cresciuto umanamente e tecnica-mente.”Continua con Cremona Gabriele a puntel-lare e rafforzare la rosa a disposizione dimister Crescimbini la società del presiden-te Teotino, molto presto potrebbe arrivareun ultimo colpo che aumenterebbe dimolto le quotazioni della Futsal Ardoreper la vittoria finale del campionato.

la Riviera

Dopo la vittoria nella prima giornatadi campionato contro il CastellanaGrotte, lo Sporting Locri va intrasferta a Salandra. C’è il matchdelle emozioni contro l’Ita. Per laseconda di campionato lo SportingLocri approda in Basilicata per loscontro con l’Ita Matera previsto perdomenica 6 ottobre ore 17 al “PalaM. Saponara”. Una settimana tran-quilla dopo la bella vittoria delleamaranto, la squadra si sta preparan-do al meglio per questa sfida.Sarà una partita delle emozioni, perle ex, oltre l’allenatrice Sergiano, leatlete De Vita e Fragola e Ponzo, exufficio stampa; una sfida avvincentedove lo Sporting Locri metterà tutta

la propria forza per espugnare l’osti-co campo lucano. La partita diràtanto sul reale valore delle squadre edarà dei punti di riferimento per lastagione, anche se è solo la secondagiornata di campionato e quinditutto potrà essere rimesso in discus-sione. Nicoletta Sergiano che benconosce le avversarie è determinata afar bene, a Salandra ha vissuto annistupendi ora però da gran profes-sionista pensa solo a far bene con ilLocri, squadra che ha puntato tantosulle sua capacità professionali. Insettimana si sta lavorando molto permigliorare l’assetto in campo e deinuovi movimenti che potrebberoportare a Corio & compagne nuovi

benefici, movimenti coadiuvati dallavoro atletico del preparatore atleti-co Ilario Capocasale ed incastraticon il lavoro dei portieri di DaniloCampo.Le atlete stanno vivendo ilmomento con la massima serenitàconsapevoli che, come ogni trasferta,sarà più difficile l’impresa ma nonimpossibile, la squadra si sta amalga-mando e giocare una partita di ques-ta portata con una squadra già roda-ta può far solo bene alle ragazze. Lasquadra, insieme al suo staff partiràsabato per la Basilicata, la partita chesi potrà vedere sul sito dello SportingLocri in streaming così da potertifare da casa per le amaranto.

lr

2ª di campionato serie a Figc, serie a c5 femminile lo Sporting Locri va a Salandra

La Sensation si fonde col Lokron e si affida a coach Ferrara

Domani il derby Crotone-Reggina

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Polaroid

TRADIZIONI

PINO CARELLA

Il treno del sole inghiottiva uomini edonne giù alla stazione, una scena stra-ziante, sempre lo stesso film in bianco enero visto e rivisto più volte. Madre e figliin lacrime a salutare le braccia forti dicasa. I più audaci si avventuravano conl'intera famiglia ed a versare lacrime eranoallora le vecchie madri, minute e smuntenel corpo, venute in stazione a maledire lavita, povere donne loro, lasciate sole a farancor vivere i vicoli di Riace. La scena chesi ripeteva era quasi quotidiana, oggi toc-cava ai Trimboli, domani ai Meli, domanil'altro ai Carnà e così via. Quattrocentovolte almeno, lo stesso fotogramma, lavaligia di cartone piena di sogni, ed unanotte intera, insonne sulla linea ferrataprima dell'alba nebbiosa e fredda delnord.Arrivavano su a frotte, senza pensare aldomani, ciò che più contava era il presen-te, legato spesso alla stessa sopravvivenza.I bimbi più piccoli sonnecchianti dallalunga notte, stretti alla veste della madrea cercare protezione. I padri già col pen-siero di come e dove sarà la loro primanotte in Piemonte.Riace a quel tempo pagò un prezzo pesan-tissimo, si era privata perfino dei bambini,portati su in tenerissima età spesso a darmanforte alle braccia dei padri.L'ingresso al grande parco dietro la resi-denza estiva di Cavour che aveva già di parsuo goduto della spoliazione meridionale,al mattino faceva da punto di raccolta perle giovani vite in cerca di lavoro per poi alpomeriggio trasformarsi a luogo di giochiper i bimbi spesso cenciosi dalla povertà

manifesta oltre misura dai miseri panniportati dal sud. Il riscatto dei piccoli riace-si parte da quelle giornate al parco, inse-guendo scoiattoli ed inneggiando alla vita.Una piccola Riace oggi la trovi nascosta inognuno di loro, nei loro occhi che parlanodi quanto sia stato duro ritrovarsi, in unaterra non loro, a dividere le giornate con icoetanei del posto, non sempre accondi-scendenti per tale intrusione. Ed oggi conla fronte rugosa puntuali a cadenzaannuale tornano alla terra natia quasi soload annusare l'aria della casa lasciata intenera età. Gli occhi sfavillano rabbia e

orgoglio quando parlano della loro Riace,delle distese di grano e degli ulivi secolariper poi fatalmente bagnarsi al ricordo deisanti medici. I santi Cosma e Damianoricorrono come una nenia nostalgica neinomi dei loro figli e a loro volta in quellodei nipoti, come un marchio indelebile, unsenso di appartenenza ad un popolo. Pertale marchio 50 anni orsono si sono inven-tati una festa per i medici eccelsi, veneratianche qui a Santena un comune del hin-terland Torinese .Ci siamo recati fin qui per incontrare que-

sta nostra gente, che reclama con assolutafierezza l'essere “Riacioti”. - Arrivai qui atre anni il ricordo nitido che mi è rimastodi quel giorno è la moltitudine di genteche c'era in piazza per la festa di SanLorenzo, patrono di questo posto, lavisione di tutti quei colori, io tanta genteinsieme non l'avevo mai vista- esordiscecosi Giuseppe, Riacese (Riaciotu) fino almidollo. Mi parla di suo padre di tuttisacrifici che la sua famiglia ha fatto peraffermarsi, qui nel freddo nord. L'incontrocon i coetanei, la lingua diversa (parlavanosolo il dialetto Calabrese) a stento riusci-vano a capirsi. Il linguaggio universale deibimbi fece da collante, e poi, negli annisuccessivi, i primi giorni di scuola in aulacon solo meridionali. Era come un mar-chio indelebile che si portavamo addosso,e forse ancora lo portano un pò sbiaditoma ancora c'è, esiste ed è palpabile specienei giorni di festa, il luogo prescelto asso-miglia ad una enclave Calabrese si parlaquasi esclusivamente il dialetto. Grandisforzi stanno facendo il tal senso il primocittadino di Santena Ugo Baldi insieme alpresidente del sodalizio per i Santi MediciTonino Trimboli per avere un'integrazio-ne ancora più efficace tra Piemontesi eCalabresi.Tornando alla festa, cominciata quasi 50anni fa, proprio da coloro che per primiarrivarono nella cittadina torinese, forseper non sentirsi più soli o per cercare pro-tezione quotidiana si fecero costruire lestatue dei Santi Medici oggi venerati danumerosi Calabresi del Nord e non solo,giungono anche dall'estero.

I Santi Cosma e Damianoemigrati a Torino

Viaggio inPiemonte dove ognianno si raduna la

comunità calabresein onore dei Santi

Medici

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Parlandodi...

Per Marcello Sestito, artista ed architetto, si aprelo storico portone di Palazzo Piacentini; lamostra apre un varco nella sua caleidoscopica esterminata produzione. Arte, architettura, eanche design, contrassegnano la lunga e riccaattività di Sestito, sin dagli anni della DomusAcademy, quando ha lavorato fianco a fiancocon Pierre Restany e Rodolfo Bonetto. Neglianni '80 Sestito ha frequentato i maggiori desi-gner del mondo: Sottsass, Munari, Mendini,Bellini, Branzi, Santachiara. Laureato inArchitettura con Eugenio Battisti, si è formatoprogettualmente con Franco Purini eAlessandro Anselmi. «Mi sono occupato di aspetti precognitivi legatiall'arte e all'architettura con un profondo rispet-to per il mondo animale e la linea dell'orizzonteche, dalle rive dello Jonio dove sono nato, osser-vavo da bambino. Tra i molti progetti d'architet-tura, disegni, auto sperimentali e accendini sola-ri, ho realizzato circa 6000 animali di pane natidalla manipolazione incessante della mollica,una mania da entomologo che mi distende e miestende».

Franco Purini, in un saggio contenuto nel catalo-go, scrive di lui: «La sua autentica magia gli con-sente di sovvertire ogni antecedenza, ciò nonstupisce nessuno di coloro che da anni seguonola sua ricerca ispirata e assidua; Marcello Sestitoè prima di tutto un uomo storico. Per questosemplice motivo egli riesce a vedere ogni volta ilnuovo come il luogo più avanzato e sorprenden-te della conoscenza e dell'invenzione. Un nuovopoeticamente sentito che ha la forza dell'utopia,uno spazio estremo dell'innovazione che hasaputo esplorare trovando temi inediti e incon-sueti oltre a bellezze inattese, guidato in questaavventura delle idee e dei linguaggi dalla sapien-za poetica del suo conterraneo TommasoCampanella e dallo spirito illuminato e stranian-te di Eugenio Battisti». All'apertura della Mostra sarà presentato il pre-stigioso catalogo realizzato da Città del sole edi-zioni che raccoglie, in 250 pagine finementestampate in quadricromia, gran parte della ster-minata produzione dell'artista oltre a testi e testi-monianze firmati dai più importanti architettidel mondo.

MOSTRE

LOCRI

La strada della morteVivo da circa vent'anni in via

Cusmano e sento che uscendo dicasa possa succedere qualcosa di

inaspettato. Il numero di incidenti stra-dali raggiunge cifre fuori dal comune.Allora mi chiedo come potrei continua-re a vivere in tranquillità venendo aconoscenza del fatto che due giorni sutre, accidentalmente, si verifica un inci-dente proprio sotto la porta della miastessa abitazione. Fino al 2005 vi era,all'incrocio con la Don Vittorio, uno"stop" che regolava tutto e che, grazie aquesto, certe incombenze non c'erano.La segnaletica è stata invertita e ilnumero di incidenti aumenta notevol-mente. Come fare? Si tratta di un cen-tro abitato e non di una strada extraur-bana! Si vive ormai di terrore, anchenelle prime ore del giorno, quando sisentono brusche frenate o addiritturasirene del soccorso stradale. Penso siaora di darci una mossa. Essendo unazona abitata è ovvio che ci siano deibambini e se questi ultimi vanno perstrada rischiano di rimanerci, non pernegligenza dei genitori, ma a causa diuno stop. È solo un segnale, il qualedetermina la vita di un bambino, manon solo, anche di un adulto conside-rando il fatto che gli incidenti si verifi-cano soprattuto all'incrocio con la per-pendicolare che porta alla strutturaospedaliera vicina. Brutto da dire, ma lasuddetta, è la strada della morte! È piùfacile invertire un segnale e farlo torna-re quindi com'era un tempo oppurestare col patema d'animo a vita? Oggiinveste un tizio, domani potrebbe capi-tare a chiunque di noi chissà! "Meglioprevenire che curare" recita così un pro-verbio, ma qui non si previene, infattinella migliore delle ipotesi si cura sol-tanto. Dobbiamo continuare a vivere diterrore? Veramente pensiamo di potercontinuare così? Se così fosse tra unpaio d'anni Locri sarebbe spopolata.Nessuno è mai rimasto illeso da un inci-dente qui avvenuto. Non penso sia unacosa monotona il fatto che venga fattoreclamo per la salvezza del popolo, noncredo dunque che bisogna starsene conle mani in mano mentre centinaia dipersone rischino la vita. Sollecitereidunque chi di competenza a rendere lavia cusmano tranquilla come un tempo.La nostra salute è nelle vostre mani.

Nazareno Murdaca

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

Il diario della

“Dopo 15 anni di nuovo nella Locride, al terminedel viaggio a ostacoli ancora sulla famigerata A3Salerno- Reggio Calabria. E una volta arrivato, tisenti a casa senza sapere bene perchè

Da Roma alla Locride su due ruote. Vivere,annusare metro dopo metro la Salerno-Reggio Calabria. E un diario della motoci-cletta che si scrive da solo. Anche se soltan-to nella mente. Per chi in quella porzioned’Italia non tornava da quindici anni - senon di passaggio per poi ‘saltare’ subito inSicilia - la smania di arrivare è tanta. SuperiCosenza e ti auguri che quei cinquanta chi-lometri fino a Nocera Scalo si consumino inun baleno. Il Tirreno è lì che aspetta e dice:“Questo sono io, dimenticati di Fregene eLadispoli”. È a quel punto che, proiettatoverso Pizzo, senti lo svincolo di Rosarnoormai a due rilanci del motore. È già da lìche immagini di sfilare sulla statale 682 colmanubrio puntato verso Siderno e quindi loJonio. È già da lì che ti senti di nuovo a casae non sai bene perché. Ti ci senti un po’adottato ma quanto è difficile convincereun amico ad accompagnarti.Tu, invece, hai ancora tanta voglia di riaf-facciarti. Un desiderio messo a dura provadagli ostacoli che frenano il cammino. Peròa destinazione ci arrivi, seppure con quasidue ore di ritardo rispetto ai tempi previstidai ‘navigatori’. Gliel’hai fatta. Abbracci ebaci ai vecchi amici. Ti presentano persone

che forse un giorno amiche diverranno. E,con un arrosto di pesce in riva al mare, tirinfranchi, dimentichi gli stenti patiti sullastrada. Infine sei rilassato. Ed ecco quellasensazione di familiarità. “Ma perché misento adottato? In fondo qui conosco diecipersone in tutto ed è passato così tantotempo dall’ultima volta”. La risposta è chela Locride, per chi viene dalla galassiaromana, può sembrare proprio una dimoraaccogliente. Alla quale magari torni dopoun’eternità. Ma che, quando ne varchi lasoglia, ti accoglie come se acqua e gas liavessi chiusi solo il giorno prima. Tuttointorno, però, pare nulla sia cambiato.Chiacchieri, ascolti, tenti di capire. In silen-zio, perché così deve fare un forestiero. Eafferri che questa sorta di cementificazionedella realtà per molti non è un problema.Anzi. Che motivo c’è di preoccuparsi,quando puoi fare ciò che vuoi? La ‘ndran-gheta? Di solito è così lontana, incasellatanella cronaca nera dei giornali. Anche secosì vicina, perché Roma stessa ne è damolto tempo pervasa. Ma sulla Costa deiGelsomini, tra Marina di Gioiosa Ionica eReggio, si parla di morti ammazzati comedi un forte mal di testa che ogni tanto si sca-

motocicletta

IL VIAGGIO

Sestitoespone a Reggio

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la Riviera

Per i lettori de La Riviera Daniela Ferraronon ha bisogno di presentazioni, visto cheogni domenica ci dona la bellissima rubrica“Messaggi nel Tempo”, dove l'amore per lasua terra trapela da ogni sua singola parola.Molte sono le passioni che appartengonoalla sua persona. L'arte o meglio la passio-ne che mette nell'arte in tutte le sue forme,ha fatto di lei un grande vanto per noi suoiconterranei. La pittura, la scultura e la scrit-tura ormai sono parte integrante della suavita. Ed è forse per questo che Daniela

Ferraro la sua penna non l'abbandona mai.Dalla sua raccolta di poesie Icaro a CerchiConcentrici (sul cadere dell'alba), ha adessoconcluso il suo terzo libro, del quale ancoranon ci ha svelato niente, ma sappiamo chepresto verrà pubblicato.Un crescendo di soddisfazioni hanno forseincoraggiato Daniela che mira sempre piùin alto. Infatti con il suo libro CerchiConcentrici (sul cadere dell'alba) ha ricevutoil Premio speciale della critica alla sua VIIedizione del Premio Letterario Europeo“Massa, città fiabesca di mare e di marmo".

La manifestazione che ha avuto luogo il 28settembre a Massa non ha avuto la fortunadi avere come ospite la protagonista delPremio speciale alla critica che se l'è merita-to a pieno con le sua raccolta di poesie nellaquale coglie il senso più intimo e profondodelle cose.Il libro che è la continuazione del discorsopoetico iniziato in Icaro, comprende 60poesie. Incentrato sull'amore verso la filo-sofia classica, fusa con la lucida consapevo-lezza del “male di vivere” dell'uomo moder-no, raccoglie versi intimistici, “ora sommes-si”, ora pacatamente sensuali, ora accesi evibranti”, ma sempre perfettamente nitidi.Contiene assonanze con il mondo ellenico.Non a caso Alberto Trifoglio in una suo

articolo dice: «Ascoltandola, mi ha fattopensare ad una dea greca scesa tra noi mor-tali per illuminarci sul mondo con paroledegne di essere subito scritte purché non siperdano». Certamente il lettore che, comenoi avrà la fortuna di leggere il libro diDaniela, non lo dimenticherà nella vita.Sono versi che sembrano andare oltre i con-fini del tempo mentre si muovono leggerediffondendo ovunque il profumo di delica-tezza ed un tocco di eleganza.

Ilaria Ammendolia

Inaugurato a Locri il“Museo

dei ragazzi”Nella sede del Museo archeologico di Locri è stato inaugu-

rato lo scorso 30 settembre il “Museo dei ragazzi”, sortonell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio edella Notte dei Musei 2013.Ancora si tratta della prima fase del progetto, ma già glienti e le istituzioni si sentono soddisfatti da come siapartita questa iniziativa. Giochi, mestieri, tradizioni dell'antica città di Zaleuco

vengono raccontate con un linguaggio semplice, dauna “famiglia di Locri” rappresentata su dei panel-

li allestiti all'interno della struttura. Per le stanze delMuseo si snoda un percorso ludico didattico, che di sicu-

ro desterà attenzione e curiosità per i ragazzi che potrannointerfacciarsi con la Storia attraverso la ricostruzione di giochi,puzzle ecc.

Daniela Ferraro premiata al PremioLetterario Europeo a Massa Carrara

Aspromonte sindacoDopo aver valutato lasituazione, resosi conto chepotrebbe dare il suoprezioso contributo allarinascita di Marina diGioiosa, Aspromonte hasciolto le riserve decidendodi candidarsi a Sindaco.Potrà contare sul sostegnodi Rocco Panetta, noto perle sue “accorate” proteste,andate spesso in onda sulletv nazionali.

Tony White saluta ilVescovo MorosiniSaluti affettuosi alneo Vescovo diReggio Calabria-Bova, Mons.Giuseppe FioriniMorosini daVincenzo ecompany, conl’augurio di un buone proficuo lavoro.

FOTO NOTIZIE

tena. T’informano che l’ultimo omicidio‘di mafia’ risale al 2007. Tuttavia sentipure dire che un mese e mezzo fa – il 25agosto - un panettiere è stato ammazzatonei pressi di Ciminà, sullo Zomaro, conun fucile caricato a pallettoni. Non si saancora chi sia stato. Se la ‘ndranghetac’entri qualcosa. Parli ancora. Aguzzi l’u-dito. Cerchi di raccogliere più elemen-ti possibili nei racconti anche dicoloro cui l’immane fatica di fran-tumare il ‘cemento’ fa dire: “Fosseper me, qui ci starei massimo cinquemesi all’anno”. E a quel punto tiviene tanta voglia di capire. Perché, solocinque mesi? Perché, quando potrebbeessere tutto così bello?Esci in moto dal garage a Roma con den-tro le orecchie ancora cento, mille vociche prima della partenza ti hanno detto:“Ma tu sei pazzo, quella strada infernalecon l’Honda te la vuoi fare?”. L’affaire A3alimenta da anni ironie e critiche. È trito,ritrito e mai digerito. Proprio per questonon può essere archiviato. “Come unastrada infernale?”, ti chiedi inasprito epreoccupato al tempo stesso. Possibileche dopo oltre trent’anni ci sia ancora chiti consiglia di partire col treno? Dellaserie: ti leggi un libro e passa la paura. Mase a me piace guidare? Eppure avevoletto che secondo l’Anas su quella strisciad’asfalto lunga circa 440 chilometri,sarebbe tutto a posto. La verità è che ilavori di riammodernamento impostimolti anni fa dall’Unione europea hannosubìto svariati rinvii e anche la scadenzadel 2013 è destinata a passare alla storiafra gli impegni non rispettati. Bloccatirestano gli interventi su una sessantina dichilometri. I men at work si contano suuna mano. Non ci sono soldi. Sessanta

chilometri. Nontutti filati.S p e z z e t t a t i .S e m b r a n opochi ma sesommi i varis e g m e n t i

lungo i

quali sei costret-to a camminare massi-mo a sessanta chilome-tri orari - dove invecepotresti trottare a 100/110- quei chilometri ti pesanocome altri 440.La stanchezza aumenta. Lameta sembra sempre così lon-tana. Il rimpianto di non averpreso il treno ogni minuto più intenso.L’ultimo tratto di Salerno/Reggio C., daPizzo a Rosarno, è il più snervante. Nonti passa mai, complici anche il dolore allemani, alle braccia, alla schiena e allegambe. La moto ti chiede tanto. In piùquei lavori eternamente in corso.Quaranta chilometri quasi tutti a una car-reggiata. E questo quando pensavi diavercela ormai fatta. Poi però, toccata lameta, sei certo che comunque ne sia valsala pena.

Stefano Marzetti

in BREVE

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Alla carica!!!

Parlandodi...

Guardando

una coppia solidaNando e Nato

La nipote venuta da lontano

Ac Siderno 1984-1985

Il più dolce, il più amatoil Re degli Abissi

ATTUALITÀ

Mistery Man

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Brindando

Filosofando

Carissimi Sigg.ri Sindaci/Amministratori /OperatoriTuristici/Politici/Cittadini dellaLOCRIDE

Mi chiamo FernandoSpatolisano e sono un respon-sabile fondatore della SocietàSolbec Tour / Chanteclerc unodei più impegnati TourOperator del Quebec / Canadache da oltre venti anni organiz-za viaggi intorno al Mondo,inEuropa ed in particolare inItalia e che include dei soggior-ni anche in Calabria. In tutti questi Viaggi, Tour,Soggiorni quelli che mi interes-sano di più, sono quelli cheorganizzo nel territorio dellaLocride, perché io sono origi-nario di Ardore e porto semprenel cuore la mia terra e la miaCalabria.Vi scrivo perché ormai dopotanti anni che vengo in questoterritorio, ho avuto occasionedi conoscere molto bene questarealtà e soprattutto le cose piùimportanti, più caratteristicheche piacciono ai turisti e che lifanno affezionare a questa

terra.In media organizzo 10 gruppiquasi tutti nel mese diSettembre e Ottobre. I giorniche trascorrono nella Locridesono quelli che maggiormenteentusiasmano i miei clienti per-ché gli propongo cose tipicheche gli fanno vivere esperienzeindimenticabili. Oltre alla sto-ria e alla cultura della Vostraterra, che apprezzano molto, lemetto in contatto con la gente,con le Aziende che produconoi vostri prodotti di eccellenza

nelle vostre colline, nelle vostrecittadine storiche (Bergamotto,Vini ,Formaggi, Salumi,Stocco…).Quest'anno ho aggiunto neinostri programmi la partecipa-zione di un'intera giornatanella zona di Bianco per la rac-colta dell'uva, che da origine alvino Greco e Mantonico, e hofatto conoscere ai miei clientitutto il processo di lavorazione.E' stato un grande successo,sono stati felicissimi di consu-mare il pranzo con le famiglie

del posto che li hanno circon-dati da tanto calore umano efamiliarità. I gruppi che si sof-fermano ad Ottobre avranno lapossibilità di partecipare anchealla raccolta delle olive e quin-di poter apprezzare l'ottimaqualità dell'olio che già datempo viene spedito nella cittàdi Montreal e ad altre città delQuebec.In conclusione con questa mialettera mi permetto dievidenziarVI che avete dellerisorse immense e di grande

valore per il turismo.Dovete però organizzarVimeglio e promuoverle e pubbli-cizzarle di più; avete una storiadi oltre 2000 anni che pochihanno in Italia, avete questerisorse e questi prodotti d'ec-cellenza, avete il calore dellagente, avete tutte le condizioniper far arrivare turisti tuttol'anno. Sopratutto avete deimodelli e dei Pacchetti Turisticiche sono ormai collaudati e chesono molto apprezzati.Giàalcuni Alberghi da tempo stan-

no vendendo questi pacchetticon grande successo. Cercatedi allargare,di promuovere,disviluppare questa vendita.I Canadesi,gli Americani que-ste cose vogliono. CULTURA /STORIA / NATURA/ACCO-GLIENZA/BUONA CUCI-NA. POTETE VENDEREQUESTE COSE DURANTETUTTI I MESI DELL'AN-NO!!!!Nella struttura dove ci trovia-mo noi, abbiamo incontratoaltri gruppi di Turisti di altreNazionalità e anche loro dico-no che è un peccato non sfrut-tare queste ricchezze che pro-ducono economia e tantolavoro soprattutto per i giovani.Da parte mia continuerò avenire e a fare tanta pubblicitàperché questa è la mia terra eho il dovere di farla crescere ecreare possibilità di lavoro .E' importante che tutti Voilavorate insieme e collaborate.Vi ringrazio per l'attenzione eVi saluto tutti affettuosamente.

Fernando SpatolisanoSolbec Tour / Chanteclerc -

Montreal / Quebec

Lettera di un Tour Operator Canadese indirizzata a Sindaci/ Amministratori /Operatori Turistici/Politici/Cittadini della locride

Che peccato la locride senza turisti

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la Riviera

DOMENICA 06 OTTOBRE 2013 LA RIVIERA 31

Ac Siderno 1984-1985

In trasfertaIl più dolce, il più amatodalle zanzare

Tris d’assi per Pasquino,Vito Teti, Gangemi e Salerno

Storie di fanti, regine e re

Auguri Giuseppe per il tuosecondo compleanno. Dai nonni Pino e Rosetta,e da zio Marco

Marcella Violi è una giovanissima ragaz-za originaria di Staiti, paesino del bassoJonio all'estremo confine a sud del Parconazionale dell'Aspromonte. Arroccatosu un enorme ammasso roccioso con lesue piccole casette in pietra intorno allequali svetta la Chiesa di Santa Mariadella Vittoria. Il nome di Vittoria (latino: Victoria),nella mitologia romana è la dea person-ificante la vittoria in battaglia.Identificata con la greca Nike, era raffig-urata come una giovane donna alata. ARoma aveva un tempio sul Palatino per ilsuo culto e la venerazione. Forse nascedal nome Vittoria, in tempi non sospetti,il legame e la forze tra la giovaneMarcella e la Capitale, la partenza e l'ar-rivo. Marcella Violi classe 1990, fisicoatletico e grinta da vendere. Sin daragazzina, a differenza delle sue com-pagne, amava passare il suo tempo liberoappresso ad un pallone. Roba da maschi-acci probabilmente gli dicevano, ma leiguardava e sognava oltre la vallata moz-zafiato che si intravede dalla piazza prin-cipale del paesino. Tra i primi calci versola porta senza rete dell'oratorio di S.Anna di Staiti e quelli delle reti dei prin-cipali palazzetti dello sport di tutta Italiail passo è stato rapido. Un tiro forte epreciso insaccato in rete.

Marcella sin da giovanissima facevanotare doti atletiche e tecnica fuori dalcomune, dedizione, amore e passioneper lo sport del calcio a 5. Queste dotisono state notate, apprezzate e valoriz-zate da esperti del settore che in brevetempo l'hanno arruolata nella squadraprofessionistica della Pro Reggina. Cosiil primo passo nel trasformare una pas-sione in qualcosa di più concreto. Con lasquadra reggina l'atleta calabrese

insieme alle sue compagne si è toltamoltissime soddisfazioni vincendo loScudetto della Serie A Calcio a 5Femminile 2012-2013 e la Supercoppaitaliana, risultando tra le atlete con ilmiglior rendimento in campo. Unasumma di tenacia, forza, grinta e deter-minazione da vendere, da vera donnacalabra. Nelle sue recenti imprese ritor-na di consueto la parole “vittoria” chesempre la accompagna in ogni sua

forma.Dopo l'esperienza alla Pro Reggina ècresciuta sempre più la consapevolezzache fare la calciatrice di C5 potesseessere una professione stabile nel mondodello sport e non solo un passatempo.Questa estete durante il calciomercato siè concretizzata la possibilità di appro-dare alla squadra capitolina della LazioC5, società ambiziosa per la nuova sta-gione agonistica del massimo campiona-to italiano, che ha voluto fortementepuntare su Marcella e altre due sue col-leghe reggine Valentina Siclari e PamelaPresto neocapitano laziale, per rincor-rere tutti assieme una nuova vittoria. Così per la Violi già a fine estate è statoil momento di preparare le valige, iterclassico della gente del sud ambiziosa,lasciare gli affetti più cari della famiglia,degli amici e il luogo natio con un pizzi-co di malinconia ma con tanta voglia edeterminazione per una nuova vittoria,omaggiando la voglia di tutte le donnecalabresi che hanno voglia di affermarsi.Una nuova esperienza non solo profes-sionale ed agonistica ma anche umana esociale con l'inserimento e il confronto inun ambiente nuovo, dinamico e sti-molante, molto professionale e compos-to da atlete eccelse provenienti da tuttaItalia, Brasile, America, Argentina eanche della nostra amata Calabria; tutteragazze unite e legate ad un sogno unicorincorrendo un pallone.L'esordio della Lazio della Violi e com-pagne è stato ottimo con un secco 7-1sulla squadra del Salinis, sontuosa comesempre la prestazione di Marcella e dellesue compagne. La prossima partita saràcontro l'Olympus e Marcella sarà sempreli in campo per una nuova battaglia daprotagonista per urlare a fine gara laconsueta parola “vittoria”!!

Roccella

Gerace

“Non fare cosa che sia turpe ad altri o a te stesso ma,soprattutto, rispetta te stesso” ( dai “Versi aurei “ pitago-rici)Quando Pitagora, esule da Samo nel 535 a. Cr., raggiun-se la colonia achea di Crotone, era già in avanti negli anni(secondo alcune fonti ne aveva una sessantina) ma nien-te aveva perso del suo naturale carisma presso chi loascoltava quasi fosse un messaggero della Parola divina.Dopo la dura sconfitta subita ad opera dei Locresi sulfiume Sagra, imperavano nella città forte depressionemorale e disorientamento politico ma Pitagora parlòall'assemblea degli anziani con la sua voce suadente etutti ne furono entusiasti tanto da affidargli subito unruolo importante che egli ricoprì con tale capacità dalegare alla propria persona, e per lungo tempo, lo stessodestino della città. Ed ecco nascere a Crotone le primelogge pitagoriche che poi si sarebbero da lì diffuse pertutta la Magna Grecia : si trattava di fratellanze politico-religiose (le eterìae) che davano grande importanza allacura del corpo con tutta una serie di minuziose prescri-

zioni che gli adepti dovevano rigidamente osservare,pena l'esclusione dalla scuola. Alle norme relative allapulizia del corpo, alle prescrizioni di diete che rifuggisse-ro dal consumo di “cibi immondi”, agli esercizi ginnici,alla cura dell'animo, i Pitagorici associavano lo studiodella natura e dell'universo, scienza e filosofia miranti allaricerca di una Verità assoluta. Politicamente, la loro filo-sofia offriva una giustificazione etica al governo oligarchi-co di Crotone in quanto identificava la nobiltà d'animocon l'aristocrazia. La stessa dottrina della metempsicosi(cioè della trasmigrazione dell'anima da un corpo all'al-tro) finiva col rivestire un fine politico oltre che morale inquanto queste migrazioni avrebbero avuto termine nelmomento in cui l'anima si fosse totalmente purificataanche tramite l'obbedienza ai canoni morali deiPitagorici. Così sanamente condotta e ritemprata nell'a-nimo, Crotone riuscì a prendere e a distruggere la poten-te colonia rivale di Sibari estendendo il proprio territoriodal corso del Traente a nord fino a Caulonia a sud. Mascarsa fu a lui la riconoscenza dei Crotoniati : la congiuraordita per invidia e rivalità politica dall'aristocraticoCilone lo privò dei suoi adepti costringendolo anche allafuga. Stanco ed amareggiato, colui che ormai tutti chia-mavano “l'Annunciatore del Pizio” (Apollo), dopo unlungo errare, si rifugiò a Metaponto dove però (secondodiverse fonti) avrebbe trovato una terribile morte perfame nel tempio delle Muse. Ancora una volta virtù esaggezza soccombevano all'ambizione e alla violenza lequali ultime, però, rimanevano vittime anch'esse del pro-prio smodato livore : Senza più la retta guida di Pitagorae dilaniata da continui contrasti interni, Crotone si avviòad una progressiva decadenza subendo alfine, nel 277a.Cr, l'occupazione romana.

Pitagora e iCrotoniati

Arte dintorni...e di Domenico Spanò

Donne di Calabria nello sportMarcella Violi da Staiti alla Lazio serie A C5 Femminile.

Messaggitemponel

di Daniela Ferraro

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