la riviera n°40 del 29-09-2013

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Africo è figlia di un Dio Minore e non può redimersi. Il peccato originale, secondo le Autorità, sta nell'essere africoti. Mimmo Versace, sindaco di Africo, ha recitato quotidianamente l'atto di dolore chiedendo perdono per le colpe di Adamo ma non hanno voluto sentir ragione. Un tempo Africo era famoso per gli scritti di Zanotti Bianco che avevano commosso l'Italia, per il pane immangiabile, per i bambini scalzi, per le scuole tugurio. Oggi è bollata come la patria del “tiradritto” e questo basta. PAGINA 8

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La Riviera n°40 del 29-09-2013

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Page 1: La Riviera n°40 del 29-09-2013

Africo è figlia di un Dio Minore e non può redimersi. Il peccatooriginale, secondo le Autorità, sta nell'essere africoti. MimmoVersace, sindaco di Africo, ha recitato quotidianamente l'atto didolore chiedendo perdono per le colpe di Adamo ma non hannovoluto sentir ragione. Un tempo Africo era famoso per gli scrittidi Zanotti Bianco che avevano commosso l'Italia, per il paneimmangiabile, per i bambini scalzi, per le scuole tugurio. Oggi èbollata come la patria del “tiradritto” e questo basta.

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 03

CONTROCOPERTINA

Neolocri (già Gerace Marina fino al1934), a meno che qualcuno nonvoglia spacciare per pertinenza diLocri moderna il Parco Archeologicodei greci Lokroi oi Epizephyrioi, cheappartiene al territorio di Portigliola(se no, perché sarebbe nel precedenteelenco?). Dunque: che ci azzeccaLocri attuale, comunità formatasi nel1840-47? Si dovrebbe sostituire Locricon Roccella che, quanto meno, puòvantare le Colonne di Melissari (egi-zio-romane), il probabile porto subac-queo antico e la discussa citazione diAmphisia nelle Metamorfosi diOvidio: ("Linquit (Aesculapius)Iapygiam levibusque Amphisia remis/Saxa fugit, dextra praeruptaCocynthia parte / Zephiriumque legit,Naritiamque, Cauloniamque,/Evincitque fretum, Siculique (chesarebbero una forzatura, ma almenoesistono come argomento di studi).Peraltro, le comunità moderne nullahanno a che vedere con l'Antichità

Gentile Direttore, leggo su“La Riviera” di un accordodi collaborazione tra i diecisiti archeologici del Basso

Ionio reggino, Bova Marina,Brancaleone, Casignana, Portigliola,Locri, Gerace, Marina di GioiosaJonica, Gioiosa Jonica, Monasteracee Stilo, che costituiranno i “ComuniArcheologici di Qualità”. Sono noteuniversalmente le emergenze antichedi quasi tutte le località, ma io dichia-ro la mia ignoranza di non conoscerealcun vestigio antico (quanto menoarcheologico) nel territorio della

magnogreca, scomparsa definitiva-mente con la Guerra greco-gotica,finita nel 553 con il sopravvento deiBizantini, del tutto dimentichi dellaGrecia classica e della latinità(Giustiniano, pur latinista e meritoriogiurista, era erede di una genia dipastori della montagnosa Dardania, anord della Macedonia). Ma si sa chesempre le comunità, per acquisirequarti di nobiltà, hanno fatto sistema-ticamente carte false (proprio così:“carte false”!). Ma chi correggerà maigli errori della storia bugiarda? “Lamenzogna è madre di tutte le histo-rie”, ammoniva Pietro Aretino, senzapossibilità di essere smentito. E così,quasi certamente, Locri (GeraceMarina) sarà archeologica solo per-ché re Vittorio Emanuele III firmò ildecreto di ridenominazione con untoponimo appartenente alla storiaantica e non alla geografia moderna.

Con simpatia.Vincenzo Papa

Comuni Archeologici di Qualità che ci azzecca Locri

È stato presentato a Locri presso il Palazzo di Città unaccordo di collaborazione tra dieci comuni della fasciajonica reggina che andranno ad istituire il marchio“Comuni Archeologici di Qualità”, che ha come fine quel-lo di migliorare la valorizzazione e la promozione del patri-monio archeologico presente in questi territori.I comuni che rientrano nell'iniziativa sono Bova Marina,Brancaleone, Casignana, Portigliola, Locri, Gerace,Marina di Gioiosa Jonica, Gioiosa Jonica, Monasterace eStilo, e, coordinatrice dell'iniziativa, è stata designata ladottoressa Francesca Crea, Viceprefetto di ReggioCalabria, che ha guidato il Comune di Locri in qualità diCommissario Prefettizio fino allo scorso mese di maggio.L'obiettivo è quello di costituire una rete tra questi comu-ni, cercando di valorizzare e promuovere il patrimonio sto-rico - archeologico con una realtà d'insieme, virtualmenteidentificata come Museo Archeologico ArchitettonicoTerritoriale (M.A.A.T.) Locride. Le AmministrazioniComunali dei comuni aderenti hanno sottoscritto un

Accordo di Collaborazione che prevede l'istituzione delmarchio “Comuni Archeologici di Qualità”, la realizzazio-ne di un sito Internet, l'elaborazione di un Holiday Package(denominato “Gran tour tra gli indigeni, i Greci, i Romani,i Bizantini, gli Ebrei e i discendenti grecanici”) da sottopor-re a qualificati tour operator, e la partecipazione alla XVIBorsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si terràa Paestum (Salerno) dal 14 al 17 novembre 2013.La Crea durante il suo discorso ha detto: «OvviamenteLocri ha un ruolo particolare, anche perché ha la maggiorparte del patrimonio archeologico, assente negli altricomuni se non con cose peculiari e specifiche: come adesempio Bova Marina con i resti della Sinagoga;Casignana la villa romana. Ma insieme, tutto questo, creaun panorama che è unico. Questa è la nostra idea e lanostra proposta. Adesso spetta agli operatori commercialidover sviluppare concretamente il nostro pacchetto.L'impegno c'è da parte di tutti e spero che si possa arriva-re a qualcosa di buono e positivo.»

Locri, presentato il marchio “Comuni Archeologici di Qualità”

Locri EpizefiriVII sec. a.C.

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Parlandodi...

LA SETTIMANA

Il Console Generale d'Italia aNizza, Luciano Barillaro,illustre sidernese che faperiodiche capatine nellacittà di nascita, alle sogliedell'estate si è messo in pen-

sione. Al congedo dallacomunità italiana nizzarda

nella sede del Consolato, il diplo-matico è stato festeggiato da una folla di invi-tati abbigliati in splendidi costumi del XVIIsecolo. Tra i vari incarichi di prestigio ricoper-ti con alto senso di responsabilità, Barillaro èstato anche Ambasciatore d'Italia in alcuniPaesi dell'Africa Occidentale. Il Console e suamoglie, genitori di tre figli, continueranno avivere sulla Costa Azzurra. Auguri.

Tra le persone prese in ostaggio nel centro commercia-le Westgate di Nairobi attaccato da un gruppo di terro-risti, c'era di Rita Caparra, 57 anni, vedova di MicheleCalautti figlio dell'ex senatore sidernese, famiglia moltoconosciuta in città, e mamma di Nella, Francesco eGiulio. E' scampata alla strage restando nascosta perore in un camerino al secondo piano della grande strut-tura, mentre al piano terra un commando di terroristiislamici sparavano alla cieca. Quel giorno la sidernesecon una rappresentante dell'ambasciata si era spostatadal luogo in cui risiedeva per rifornirsi di provviste e

viveri. Solo dopo 4 ore e pressanti trattative con gliassaltatori un gruppo di persone è riuscito ad uscire dalcentro commerciale, e tra loro anche Rita Caparra conla sua amica. Lei stessa è riuscita a postare su Facebook un commen-to in cui rassicurava i familiari di aver superato indennequesta drammatica avventura, che sicuramente non sco-raggerà Rita Caparra a svolgere il suo ruolo da missio-naria, impegno preso ormai da sei anni per aiutare lepopolazioni a risolvere molti problemi i vitale e prima-ria importanza.

La diocesi di Locri-Gerace è ancora vacante dopo iltrasferimento a Reggio di mons.Fiorini Morosini,operato dalla Curia qualche mese fa.A tenere le redini per il momento ci pensa mons.Cornelio Femia, eletto amministratore Diocesanodal Collegio dei Consultori. L’elezione di mons.Femia è stata una conferma della volontà delCollegio di continuità nell’operato pastorale, Femiaè stato infatti il vicario generale durante la reggenzadi Morosini. La strada è quella già tracciata quindi esi prosegue nel solco indicato finora dal nuovo arci-vescovo di Reggio-Bova.

Un vecchio libro semi-umoristico del gossipa-ro Roberto D'Agostinoe dello storico dell'arteFederico Zeri s'intitola-va “Sbucciando i pisel-li”, sigla anche di unaloro trasmissione televi-

siva. Sulla falsariga delleosservazioni di quei cau-stici censori delle umanevanità, anche noi cidivertiamo a togliereil baccello ai pisel-li nostrani. Adesempio, cidomandiamobenevolmentequale affinitàelettiva fosse riuscita aconiugare nella famigliamassonica la virtù di unmedico infettivologo giàdemocristiano e poi

forza-italiano con quelladi un commerciante dilibri vetero-comunista.Nemmeno scorrendo irituali dei gradi simbolici

siamo riu-sciti asaperlo.

Nessuno dei cronisti che perlustrano da mane asera atti giudiziarii per farne un riassunto, ha chie-sto mai agli inquirenti pur prodighi di dichiarazio-ni qualche notizia sulle carte di credito rinvenutenei portafogli di grandi latitanti catturati in giro peril mondo, magari per sapere su quali istituti fosse-

ro appoggiate e a quali nominativi fossero inte-stati i conti di addebito. Tracce finora ignote,che i cronisti non sanno scovare, forse perchénon fanno le domande giuste, limitandosi alcopia & incolla, senza approfondimenti.Qualche domanda, la facciano di tanto intanto, per dimostrare che il mestiere di gior-nalista esiste. E la banca pure.

Se, per pura ipotesi, Papa Francesco continuas-se a farsi prendere dal ghiribizzo della spendingreview su larga scala, a farne le spese potrebbe-ro essere perfino le piccole diocesi. Ad esem-pio, per risparmiare, alcune sedi vescovilipotrebbero fare la fine di periferici tribunaliitaliani: accorpate. La diocesi di Oppido-Palmicon quella di Reggio, la dioce-si di Gerace-Locri lo stes-so. Così GiuseppeFiorini Morosini, perpossesso canonico,diventerebbe l'arcive-scovo di tutta la pro-vincia. Ci sarebbero inquesto caso sollevazionidei preti e dei fedeli,come ai tempi remoti dimonsignor Perantoni per lospostamento dell'episcopio da

Gerace a Locri?

Nel solco di Morosini Missione

a Nairobi

BIONDOapeConsole Barillaro in pensione

Latitanti e carte di credito

Pisellimassonici

Diocesi come tribunali:accorparte?

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la Riviera

3) SEQUESTRATI 15 MILIONI ALROCCELLESE RAOUL BOVA:«ACCANIMENTO, STO GIÀ PAGANDO»

1) SIDERNO: ARRESTATO CARROZZIEREPER DETENZIONE D’ARMA

2) GIANLUCA BEVILACQUA HA CONFES-SATO DI ESSERE L’ASSASSINO DI TATIA-NA KUROPATYK

5) 440 MILIONI PER I TRASPORTI INCALABRIA, QUASI TRE MILIARDI PERI TRENI AL NORD

6) ISAN LUCA, RAGAZZA IN GRAVI CON-DIZIONI DOPO UN INCIDENTE

8) CAULONIA: FERITO UN OPERAIO INUN AGGUATO

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) LIBERATA LA SIDERNESE RITA CAPAR-RA OSTAGGIO IN UN CENTRO COMMER-CIALE A NAIROBI

MERIDIONAL-MENTE di Vincenzo Carrozza

Immagino sia difficileessere insegnanti. È diffi-cile essere genitori.Entrambi sono ruoliimportanti che incidonoprofondamente sullastruttura sociale. La qua-lità di una società tantodipende dal come questiruoli vengono interpreta-ti e svolti. La ricerca dellaverità e l'assunzione delleresponsabilità, sono duedei principi basilari chetali ruoli si prefiggono ditrasmettere alle nuovegenerazioni. Verità, qua-lunque sia il prezzo dapagare. Assunzione di

responsabilità, qualun-que sia il peso da portare. La vera ricompensa delmestiere d'insegnante,del mestiere di genitore,sta nel vedere la genera-zione di alunni, di figli, acui si è “insegnato”, svol-gere il proprio ruolosociale con coscienza ecompetenza, attraversola ricerca della verità el'assunzione di responsa-bilità.Tutto si insegna ora dopoora, giorno dopo giorno,con fatica nelle aule dellescuole, dentro le muradomestiche. L'errore per

genitori e insegnanti èfacile. Facile consideratal'età degli alunni, dei figli.Facile considerata laspinta a lasciar perdereperché “tanto sonoragazzi”, a cui si vuolebene. Chi insegna sa cheoggi si vive la società del-l'apparire e della menzo-gna, la società del deme-rito. L'essere in sé, ilmerito, il sacrificio, sonopuntualmente scavalcatidalle categorie del deme-rito e dell'effimero. Staprimariamente a chi inse-gna dare valore allaverità, alla giustizia, al

senso di responsabilità, almerito, al senso di sacrifi-cio per raggiungereobiettivi ambiziosi. Darevalore, nella sostanza, atutte le categorie“Costituzionali” su cui èfondata la nostra società. Certo, a volte è difficiletenere ferma la rotta inquesto viaggio. Non ètuttavia la punizione l'o-biettivo di chi insegna eneanche, in fondo, il giu-dizio sul profitto.L'obiettivo è formare cit-tadini consapevoli espon-sbili.

7) SIDERNO SUPERIORE: AUTODISTRUTTA DALLE FIAMME NELLANOTTE

Nuvole monelle su questocielo di smalto, questo cielocalabrese che risuona nellementi con la potenza di milletamburi, questo cielo e que-sto mare che vorresti fossesempre estate ed inveceloro, le discole e sfuggentiannunciatrici della nuova sta-gione, scambiandosi il bian-co ed il grigio in un valzer dipiogge promesse e di ombremantenute, giungono dicorsa trafelate e alle fiumareriarse promettono la pioggiae agli uomini di buonavolontà il rinfresco, la ven-demmia e l’inizio di unanuova vita sperata. SanLorenzo, e gli irti colli.

Meridione: ripartire da scuola e famiglia

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 05

L’omicidio Carboneancora insolutoÈ trascorso un altro anno dalla morte diMassimiliano Carbone. Con questo fannonove. Nove anni e ancora nessuna novità, nes-suna condanna, nessun colpevole. Il 17 settem-bre del 2004 come ogni venerdì seraMassimiliano stava andando a giocare a calcet-to con gli amici e invece ha incontrato il suoassassino. Dietro questo delitto molte ombre eun figlio illegittimo avuto da Carbone con unadonna sposata e più grande di lui. La madre diMassimiliano, Liliana sono anni che continua achiedere giustizia e chiarezza sulla morte delfiglio appena trentenne.

ANNIVERSARI

Caffé e spazzaturaEcco ancora scorrazzare sul corso di Siderno inpieno giorno camion che emanano tutto il loroolezzo. Puzza di spazzatura invade negozi eattività commerciali. Abbiamo già denunciatomolte volte il comportamento scorretto, inogni città civile infatti i camion di questo tipotransitano la mattina presto per non crearedisagi ai cittadini. Adesso abbiamo deciso cheogni settimana riprenderemo questo problemafinché chi deve prendere provvedimenti sidecida a fare qualcosa.

SIDERNO

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Autunno in arrivo

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 07

ELEZIONI

ANGELO NIZZA

Mimmo Lucano, Natalino Cusato eGiovanni Pittari. Sono i tre sindaciincandidabili. Alle elezioni comunali dellaprossima primavera, Riace, Agnana e SanGiovanni di Gerace faranno i conti coldoppio mandato del primo cittadinouscente che, dunque, risulta ineleggibile. In totale sono tredici le città della Locridechiamate alle urne: soltanto per Marina diGioiosa Jonica la tornata è prevista già il 17e 18 novembre, mentre per tutti gli altricentri occorre attendere il 2014. Roccella si butta nella mischia difendendoil ruolo di paese capofila dell'interocomprensorio per ordine, senso civico etutela dell'ambiente. Giuseppe Certomà,già sindaco durante il quinquennio '95-'99,sarebbe nelle condizioni di tentare il bisconsecutivo ma c'è da capire quali sarannole manovre del regista Sisinio Zito.

L'ex senatore della Repubblica è, infatti,succeduto proprio a Certomà e per diecianni di fila è rimasto alla guida delmunicipio per poi ricandidarsi nel 2009individuando il “suo” capolista emantenendo la gestione dell'Ente davicesindaco. Altro caso particolare è quello cheriguarda Monasterace. Maria CarmelaLanzetta ha lasciato dopo che la Giunta

non ha votato all'unanimità la proposta dicostituzione di parte civile nell'ambito delprocesso “Village”, scaturito dall'omonimaoperazione coordinata della “Dia” regginache portò all'arresto del capo dell'UfficioTecnico, Vito Micelotta, e di Benito Ruga,ritenuto il patriarca dell'omonimo clan. La Lanzetta, al secondo mandato dal 2011,a seguito di continue intimidazioni (lafarmacia incendiata e le pistolettate contro

la Fiat Panda) si era dimessa una primavolta nell'aprile del 2012 ma poi era tornatain sella forte dell'appoggio del partito, il Pd,con l'allora leader Pierluigi Bersani giuntofino alla porta del Palazzo di città per nonfarla desistere. Guardando ai rapporti diforza che caratterizzano la Locride, assumeun certo interesse anche il voto di Martone. Il sindaco Giorgio Imperitura non è unincandidabile, ma ha un peso

considerevole essendo il presidentedell'assemblea di AssoComuni. Quanto alresto della geografia, sono prossimi alrinnovo degli organi consiliari i comuni diBenestare, Brancaleone, Canolo eStignano. Menzioni a parte meritanoPalizzi e Platì. La cittadina al confine conl'area grecanica si reca al seggio dopo loscioglimento del consiglio comunaleprovocato dalle dimissioni di cinqueconsiglieri e il conseguente insediamentodel commissario Eugenio Barillà al postodell'ex sindaco Sandro Autolitano. Il centro aspromontano, invece, è fuoridalla politica dall'11 marzo 2011 quando sidimise Michele Strangio. A marzo del2012, quando già si era in fermento per leelezioni, il municipio di Platì è statocommissariato per mafia e nell'agosto diquest'anno il provvedimento ha subito unaproroga di altri sei mesi. Se tutto va bene, cisi rivede dopo le piogge.

Si cerca un candidato, ma nessuno si fa avantiMARINA DI GIOIOSAMARINA DI GIOIOSA

LOCRIDE AL VOTOLOCRIDE AL VOTO

E intanto a Marina di Gioiosa si attende che qualcunosi faccia avanti. Fra un mese e mezzo, la città del sorrisotorna al voto dopo due anni di commissionestraordinaria a seguito dello scioglimento del Comuneper mafia. Sulla scena, in vista della formulazione dei programmie della compilazione delle liste, non ci sono i partititradizionali, azzerati un po' per effetto della crisi politicanazionale e un po' tanto per l'affidabilità persa dopo losmantellamento della Giunta a opera della Ddanell'ambito dell'operazione “Circolo formato”. Sotto iriflettori ci sono due organizzazioni civiche, il Comitatoper la vivibilità, presieduto da Marilena Loschiavo, e il

Comitato giovanile O'strakon, diretto da ValentinaFemia. Nell'ultima settimana hanno intensificato leriunioni congiunte, aprendosi alla cittadinanza, perriflettere sul da farsi. Insieme hanno convenuto che uncandidato a sindaco venga fuori dall'assemblea,riproducendo lo spirito della democrazia diretta. Ma al momento, al di là delle buone intenzioni e deinomi tirati a casaccio, non c'è nulla di certo. Aumenta ilnumero di coloro che danno la propria disponibilità acollaborare, tuttavia non esistono dati precisi quanto aidee e personaggi. Da escludere, invece, con fermezza, il ritorno in pista daparte di Francesco Macrì, già primo cittadino dal 2000

al 2005. È noto che una fetta di cittadinanza gli abbiachiesto una presa di responsabilità, ma l'avvocato(peraltro difensore dell'ex primo cittadino RoccoFemia, condannato a dieci anni di carcere dal Tribunaledi Locri) ha rifiutato l'invito, dicendo che «non sioccupa più di politica» se non per mera passione, com'èsuccesso nei giorni scorsi a Gioiosa Jonica quando erain platea ad ascoltare l'ex ministro Fabrizio Barca ospitedel locale circolo del Pd. Insomma, in superficiesuccede poco o nulla. Dal canto loro, i due comitati civici affermano di essereimpegnati in un lavoro di riallacciamento delle fila di undiscorso politico che dal 25 luglio 2011, giorno in cui si

insediò la terna commissariale, è rimasto senza parole.Certamente il paese è scosso, sta ancorametabolizzando lo shock del blitz della polizia,sentendosi oltremodo ferito e punito. Punito in qualche misura anche dallo Stato, che hascelto il pugno duro per tentare di debellare il crimine,sospendendo la regolare prassi e proponendo anche laproroga del commissariamento durante gli ultimi seimesi. Tutto sta nel capire se ciò ha funzionato. Gran partedella risposta spetta alla cittadinanza, che adesso èchiamata a mostrare l'intelligenza di cui dispone.

A.N.

In totale sono tredici le città della Locride chiamate alle urne: soltantoper Marina di Gioiosa Jonica la tornata è prevista già il 17 e 18novembre, mentre per tutti gli altri centri occorre attendere il 2014.

Gli incandidabili e i sindaci uscenti

Natalino Cusato Domenico Lucano Giovanni Pittari

Maria Carmela Lanzetta

Sandro Autolitano

Giorgio Imperitura e Sisinio Zito inuna nostra vecchia vignetta

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 08

CONTINUA DALLA PRIMA

Certo, i tempi cambiano e un grande Filosofoinvitava a comprendere di ogni cosa “il suonascimento”.Il consiglio comunale per far dimenticare alle “AlteSfere” la colpa di essere africoti, aveva deliberato lacostituzione di parte civile nei processi di mafia,aveva contribuito al finanziamento per larealizzazione della statua al Carabiniere, il sindacoaveva partecipato, con tanto di fascia tricolore, atutte le manifestazioni antimafia.Tutto inutile, Africo è, e sarà, “paese di mafia”e nonvale “né merito quadrilustre né zelo di arcaniuffici”. Non so se avremo ancora un altro paese incui la democrazia sarà sospesa in aperto contrastocon la lettera e lo spirito della Costituzione,certamente, nell'intera Locride si fa affermandouna lucida e levigata “non democrazia” Dopo S.Luca, Platì, Careri, Samo, Casignana ecc. ecc.probabilmente Africo completerà il quadro. I“paesi di 'ndrangheta” non hanno diritto alla libertàdi scegliersi una classe dirigente che, nel bene e nelmale, sia genuina espressione di un popolo. I partitihanno rinunciato alla battaglia politica e ad essereportatori e palestre di libertà e di partecipazione.La politica vile scappa dei paesi di ndrangheta, ipolitici non vogliono contaminarsi con il popolo dicui sono rappresentati e da cui traggono la lorolegittimità, tutto è affidato al braccio secolare.Nessun imbarazzo, per noi che consideriamo ungrande onore rappresentare il nostro popolo,raccogliere la bandiera della libertà, battendoci contutte le nostre forze affinché la Locride nonprecipiti in una specie di nuovo medioevoantecedente alla civiltà comunale. PS. Visto l'alto numero dei comuni commissariatinon sarebbe male che l'associazione dei sindacidella Locride cambiasse nome.

Ilario Ammendolia

Africo figliadel peccatooriginale

Tatiana èuna di noi

Per la gente raccolta nelle vie e nelle piazze del paese a sbagliare non è stata una genia ma una singola persona, Gianluca Bevilacqua, freddo e calcolatore.

COPERTINA

L’EDITORIALE

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 09

GIOVANNI DROGO

Tatiana Kuropatik è una di noi. È il senso della reazionecivile del popolo di Brancaleone al brutale assassinio dellabadante ucraina di 41 anni stuprata, uccisa a colpi di pie-tra e poi bruciata da Gianluca Bevilacqua, 22 anni, origi-ne rom ma animo nero, nulla a che fare conla sua identità culturale. E questo la gente diBrancaleone lo sa, essere rom non vuol direessere di indole assassina, anzi, ogni comu-nità ha le sue pecore smarrite, che a voltecommettono errori irrimediabili. Per lagente raccolta nelle vie e nelle piazze delpaese a sbagliare non è stata una genia mauna singola persona, Gianluca Bevilacqua,freddo e calcolatore. Ma il flusso copioso diumanità che ha unito i cittadini diBrancaleone in questa spiacevole situazioneè iniziato lunedì 15 settembre, quando ilcadavere di Tatiana è stato rinvenuto tra irovi di un torrente che sfocia nel blu dellojonio. Un mare troppo bello e affascinanteper pensare che sulle sue rive si possanocommettere atrocità del genere. Eppurecosì è stato. Allora serviva trovare subito il colpevole di unsimile gesto, consegnarlo alla giustizia perché scontasse lasua pena e perché liberasse il paese dall'ombra che unuomo capace di tanta violenza potesse ancora circolareindisturbato tra figli, mogli e madri inconsapevoli. I

Carabinieri volevano il colpevole, la comunità volevavederlo in faccia. Così si sono uniti gli intenti e da ogniparte sono arrivate le dritte dei cittadini verso le forze del-l'ordine. Una “caccia all'uomo” civile e composta, accordata sullanota del fare giustizia e in breve. La sinergia ha funziona-

to, il caso è stato risolto. Tra i cittadini diBrancaleone è tornata una parvenza diserenità, troppo duro il segno della vio-lenza per scomparire con la cattura di ungiovane assassino. Ma per Brancaleone èstata una grande prova di solidarietà ecoraggio. Uniti per dire no alla violenza euniti nel raccogliere i fondi che hannoconsentito alla salma di Tatiana di torna-re in patria. Ecco una Locride che cresce, che si com-patta nel dolore e nelle difficoltà dimo-strando umanità e spiritualità da vende-re. Anche dalle vie oscure di un omicidioè nato un fiore nuovo sullo jonio. Esserecittadini vuol dire partecipare, alle sven-ture come agli onori. Il peso di una comu-nità va diviso e portato insieme, agli

ucraini, ai rom, ai nigeriani e chiunque sia essere umanosu questa terra. Tatiana è diventata donna di Brancaleone,amica di tutti, la Calabria e la Locride ha regalato a tuttiun senso nuovo di civiltà, qui Tatiana ha trovato la mortema il suo sacrificio non è stato vano.

FRANCESCA DIENI

È ancora molto forte lo sgomento gettato sulla collettività diBrancaleone dalla drammatica vicenda della morte della donna ucrai-na uccisa dieci giorni fa da un giovane rom, membro della comunitàresidente da anni a Brancaleone. Nonostante l'arresto del colpevoledell'orrendo delitto, le indagini sono tutt'ora in corso per individuareeventuali complici. Ma ciò che colpisce, ciò che emerge tra le chiac-chierate al bar dei non più giovani come tra i commenti di chi appar-tiene alla stessa generazione del giovane omicida, è un forte senso diincredulità. La prima impressione di chi scrive è che si è consumata, inquella mattina di due domenica fa, un’assurda vicenda di follia, un’in-controllata sopraffazione della ragione da parte degli istinti umani piùbassi: una donna come tante (non importa la sua nazionalità), piena divita e desiderosa di trascorrere qualche ora in totale relax, viene aggre-dita barbaramente da una mano violenta che non ha saputo controlla-re la propria indole. Un fatto di cronaca come tanti, troppi, purtroppo,che hanno come protagoniste donne innocenti ed indifese che per ilsolo fatto di essere “donne” vengono colpite da mani rabbiose, dimen-tiche della razionalità che dovrebbe distinguere l'uomo dagli animali. Al di là della confusione, dello sgomento, appunto, dell'incredulità chequesta vicenda ha gettato sul piccolo centro ionico di Brancaleone, ciòche risalta soprattutto è la reazione della comunità locale a tutto que-sto orrore. Innanzitutto, ha colpito lo spirito di collaborazione con leforze dell'ordine, il desiderio di contribuire alla scoperta della veritàche sin dai primi momenti delle indagini è emerso, forte e deciso. Nonsolo da parte dei locali ma, in un momento successivo, anche la comu-nità rom, da anni stabilitasi in pianta stabile a Brancaleone e che contapiù generazioni nate e cresciute proprio nel nostro comune, non hafatto quadrato, come ci si poteva aspettare, intorno al colpevole peroffuscare la realtà terribile di quanto compiuto. A dimostrazione cheun orrore è tale sempre e comunque, anche quando a commetterlo èun giovanissimo. E poi, il senso di commozione verso la vittima ed isuoi familiari lontani, che aspettavano proprio in questi giorni il ritor-no della loro cara e che sì, la vedranno ritornare in patria, ma non sor-ridente come avrebbero voluto bensì lacerata da una morte tanto stra-ziante quanto ingiusta ed incomprensibile. Commozione che ha spin-to qualcuno a credere di avere il dovere morale di contribuire in qual-che modo a che la povera Tatjana potesse ricongiungersi coi suoi cari;commozione che ha anche stretto la comunità di Brancaleone in ungrido di denuncia e rifiuto di ogni forma di violenza alle donne, in par-ticolare, che troverà la sua espressione nella fiaccolata e nell'incontrodi preghiera previsti per venerdì 27 c.m. Per far sentire la voce dellagente di Brancaleone che è una voce che urla pace e solidarietà.

Una comunitàche reagisce

BRANCALEONE

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Polaroid

PRIMO PIANO

ELEONORA ARAGONA

«Un accumulatore urbano, un poloche interpreta e rende visibile l'energiache percorre la città». Questo doveva essere il nuovo teatrodi Siderno nel disegno di FrancoPurini, capogruppo dei progettisti chevinsero il concorso per la realizzazionedella struttura. Nel giugno 2004 era questa l'idea chegravitava intorno a quel lotto in ViaAmendola su cui doveva sorgere unedificio a pianta rettangolare,57,60m*21,60, tre piani che avrebberoospitato attori e spettatori dellaLocride. Doveva essere un luogo in cui poteraccrescere la propria cultura, magarifare corsi per aspiranti giovani attori,

registi, costumisti, sceneggiatori, ecc.Invece si è rivelato l'ennesimo proget-to monco. Ma d'altra parte era già nato con undeficit. Per l'effettiva realizzazionedella struttura infatti erano stati previ-sti due differenti progetti, quindi duegare d'appalto e due finanziamenti. Ilprimo lotto riguardava la costruzionedella struttura, la predisposizione del-l'impianto di climatizzazione, la realiz-zazione dell'impianto elettrico, dei ser-vizi, della pavimentazione e degli into-naci. Nel secondo lotto invece erano previ-sti i lavori per il completamento degliinterni e tutte le spese per i macchina-

ri necessari, gli arredamenti e le scene. Il primo appalto, da 4 miliardi delle

vecchie lire, quindi è stato vinto e por-tato a termine dalla società secondoquanto richiesto dal bando di concor-so. Ma adesso sono due anni che la strut-tura è ultimata e abbandonata a sestessa in attesa di rintracciare i finan-ziamenti necessari a organizzare ilsecondo bando e ultimare i lavorinecessari al completamento reale delteatro. Per questo secondo stralcio l'ex com-missario di Siderno, Luca Rotondi,aveva chiesto a Provincia e Regione 3milioni di euro, ma secondo stime diaddetti del settore in realtà servirebbe-ro circa 4 milioni di euro. Senza con-tare però che anche la struttura princi-

pale dopo due anni di abbandono avràbisogno di nuovi lavori e saranno quin-di necessari ulteriori fondi. Decidere di avviare un progetto così,essendo già coscienti che non si hannole risorse per portarlo a termine, chesenso ha? Magari si poteva contare suquel finanziamento e l'amministrazio-ne ha pensato di iniziare a lavorareche tanto i soldi per continuare poi liavrebbero trovati? Intanto il teatro sene sta lì, incompiuto e recintato. Unecomostro. Finora non è stato unaccumulatore urbano, tutt'al più, comeabbiamo visto è diventato una stalla.

PINO ROMEO

Realizzare nuove opere è sempre sinonimo di crescita e diadeguamento dei luoghi e dei servizi ad esigenze che richie-dono attenzione e a domande di maggior qualità della vita.Una qualità a cui ogni servizio destinato a migliorarne lacondizione dovrebbe tendere. Ora, se dovessimo guardareal Sud e, in particolar modo alla Calabria e, in ulteriore par-ticolare attenzione alla Locride ci si accorge che ogni qual-volta si parla di fare, di innovare, di realizzare opere sicura-mente importanti non si va oltre caserme e tribunali o isti-tuti di prevenzione. Non che tali servizi non siano da ade-guare, tutt'altro. Ma ciò che salta agli occhi di un osservato-re attento è che, di fronte al deserto delle opere pubblicheche riguardino sanità, scuole, trasporti, investimenti in atti-vità produttive e in logistica avanzata - per favorire l'attra-zione di merci e la loro movimentazione su mercati medi-terranei - ci si preoccupa solo di un aspetto del servizio pub-blico e non dell'insieme. Un limite di prospettiva, ed un'immagine di particolarepreoccupazione, dal momento che si supera quel normalesignificato che fa si che per pubblico servizio si intenda unaggregato di plurime offerte sinergicamente coordinate eraccordate per offrire al cittadino tutto ciò di cui ha neces-sità per condurre, secondo standard di crescita consolidati econdivisi, la propria esistenza. Certo, il commento che difronte a simile realtà si esprime nella sua evidenza è che inCalabria, come al Sud - se l'attenzione è riposta solo sudeterminati aspetti della qualità di strutture piuttosto che dialtre - certamente non vi possono essere modi diversi perscansare il dubbio che il solo servizio che funziona, e l'eco-nomia che ne deriva, sia quello giudiziario: tribunali, istitutidi prevenzione e pena, caserme ecc... Sanità, istruzione, tra-sporti sono differibili. D'altra parte, un Sud ed una Calabriasiffatta, che parla solo di indagini e criminalità non ha gran-

di prospettive di poter dislocare al meglio risorse che ven-gono assorbite su servizi sicuramente importanti comequelli giudiziari. Tuttavia, restano servizi, questi, che al difuori di un sistema di reciproca legalità e di reciproca fidu-cia su cui si costruisce tutta la comunità rischiano, nonostan-te le vesti esteriori, di rimanere sterili se non si inserisconoin un quadro di crescita civile partecipata dove fare impre-sa, curarsi, andare a scuola, muoversi e muovere, diventanoaspetti strutturali e …infrastrutturali che devono esprimerepari dignità per il solo fatto che sono, questi unitamente aiprimi, certamente fattori decisivi per dimostrare il vero,reale, livello di crescita di una società. In fondo, se per unaccreditato vocabolario italiano una struttura è da ritenersicome il complesso degli elementi costitutivi di un organi-smo, di una costruzione o di un sistema considerati nei lororapporti, nella loro reciproca interdipendenza, ci si interro-ga su quale sia il nesso di “interdipendenza sociale” che sicrea tra lo strutturare fine a se stesso, ancorché ispirato agiusti motivi di maggior funzionalità e ospitalità per alcuni,o il lasciar destrutturare per comoda inerzia ciò che andreb-be a sua volta “strutturato”, o anche solo ri-strutturato perpriorità di vita collettiva per altri. Insomma, per essere ele-ganti, sembra quasi di poter riproporre una riflessione daLevi-Strauss in un contesto antropologico singolare chedivide la società e i suoi servizi, oggi, tra il potere del nuovoe l'impotenza del consunto.E, così, per tornare sul semplice, ci si chiede in molti, che

significato “sociale” dovremmo dare, al di là dell'evidenzadella necessità, alla particolare attenzione che si pone per lacostruzione di un tribunale, di un carcere o di una casermanuova se a loro contorno altre strutture pubbliche o infra-strutture di pubblico servizio - a cui si dovrebbe affidare ofar favorire la crescita e la produttività futura di una società- non sono degne di pari attenzione?

Servizi pubblici, più pubblici di altri

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UNA QUESTIONE DI PARI DIGNITÀ PER UN’IMMAGINE DI CRESCITA

Il teatro di SidernoIncompiute

L’ecomostro di via Amendola

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ILARIO AMMENDOLIA

Ho letto con incredulità prima estupore dopo, le intercettazioni incarcere ascoltate nel corso di uncolloquio tra l'avvocato GiovanniPellicanò e il suo assistito LucianoLo Giudice, capo dell'omonimacosca e detenuto per associazionemafiosa.Durante l'incontro si fa il nome diun autorevole magistrato, comeamico e protettore di Lo Giudice.Contemporaneamente si fa riferi-mento ad “amici politici” a cuirivolgersi per ottenere l'impunità equindi la scarcerazione. Le parolesul magistrato non lascerebberodubbi circa un rapporto di confi-denza, anzi di tutela e di fiducia diQuesti nei confronti del capo dellacosca dei Lo Giudice. Infatti l'uo-mo di ’ndrangheta arriva al puntodi dire «Se vedi don Ciccio gli daiun bacetto da parte mia». Parolesottili che, in linguaggio mafioso,potrebbero essere interpretate

come un inquietante messaggio.Non conosco personalmente ilmagistrato in questione, né ha alcu-na importanza il suo nome ma ho ildovere di credere che sia una per-sona perbene, integgerrima e one-sta. Non possono bastare le bru-cianti allusioni di un uomo di’ndrangheta per compromettere lacredibilità e l'onore di una personasia esso un bracciante o magistrato.

Dobbiamo sempre mettere inconto che si potrebbe trattare diuna pantomima studiata e messa inatto da ambienti malavitosi e diret-ta proprio a colpire una personaperbene.Le garanzie costituzionali debbonovalere per tutti, nessuno escluso. Inoltre sono sicuro che essendo leintercettazioni del 2009 la magistra-tura avrà indagato con scrupolo eparticolare serietà escludendo daogni responsabilità penale il magi-strato in questione. Se così nonfosse sarebbe un fatto di inauditagravità e iniziare oggi le indaginisarebbe assurdo ancorché inutile.Relativamente ai “potenti amicipolitici” in grado di intervenire sullamagistratura, le indagini sicura-mente avranno stabilito che si trat-ta di una millanteria del Lo Giudicee del suo ex avvocato perché se tali“amici” fossero in circolazione cisarebbe poco da stare allegri.Qualora invece non si fosse indaga-to la cosa è ancora più grave.

Questa la premessa.Però, ed è un però grande quantouna casa, ci sono, e ci sono stati,uomini in galera per molto meno.Qualche centinaio di nomi hannoalle spalle anni di carcere e poi sen-tenze definitive di assoluzione.L'intercettazione di cui parliamorisale a quattro anni fa e, da allora,è stata gelosamente custodita alriparo da occhi ed orecchie indi-screte.Immaginate se queste stesse parolefossero state pronunciate verso unpiccolo commerciante di paese,verso un dipendente della forestaleo nei confronti di un consiglierecomunale di Samo o di Ciminà.Senza alcun dubbio, sarebbe statosbattuto in prima pagina con tantodi fotografia, sarebbe sfilato inmanette senza alcun rispetto per lamoglie o per i figli e senza alcunatutela per la dignità della personaumana. Infine sarebbe stato porta-to in carcere e tenuto in cella quan-tomeno fino alla celebrazione del

processo.Ricordate Don Milani, parroco diBarbiana, e il suo sdegno nei con-fronti dei doppi cromosomi dei“Pierini”?Don Milani non ha avuto vita faci-le, ha subito persecuzioni, denuncee finanché una grave condanna. Lasua colpa è stata la lotta senza quar-tiere contro la divisione del mondoin “Pierini” e gente del popolo. Noinon riconosciamo i Pierini anzi cicollochiamo, senza se e senza ma,per l'uguaglianza sostanziale dei cit-tadini dinanzi alla legge e non solo.Se una preferenza dovessimo fare èsempre verso i deboli ed agli emar-ginati che il “Potere” tende a crimi-nalizzare e distruggere senza pietà.Le regole debbono essere ugualiper tutti, ed in ogni angolo dellaRepubblica. Doverosa la prudenzae il rispetto delle garanzie costitu-zionali nel caso in questione, ma lostesso metro dovrebbe essere usatoin ogni occasione.Non si può fare strame di una per-

sona “normale” perché appenacitata in una intercettazione e pren-dere a prestito dalla mafia il detto“nulla ho visto e nulla ho sentito”quando si tratta di possibili Pierini.In democrazia non esistono mafio-si per nascita, ma neanche personeal di sopra di ogni sospetto. La lottapartigiana, le battaglie democrati-che del dopoguerra sono statecombattute perché tutti i cittadinifossero realmente uguali dinanzialla legge, né mi tranquillizza ilfatto che possano essere in circola-zione “amici politici” in grado ditutelare i mafiosi ed ovviamente incondizioni di rovinare degli inno-centi perché scomodi.Nella Repubblica democratica natadalla Resistenza nessuno, né tanto-meno la magistratura, può usaredue pesi e due misure. Non è indiscussione il destino di singole per-sone ma la credibilità della demo-crazia e della Costituzione in Italiae soprattutto in Calabria.

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PRIMO PIANO

IN EVIDENZA

Sarà intitolata al professorePasquino Crupi, la sezione“Calabria” del Polo culturale“Mattia Preti” che verrà inaugu-rato a novembre nella sala“Nicholas Green” di PalazzoCampanella, dove troverannodimora pregevoli libri e pubblica-zioni acquistati negli anni dalConsiglio regionaleLo ha comunicato ufficialmente ilpresidente del Consiglio regiona-le della Calabria FrancescoTalarico all'iniziativa in ricordodello studioso che amava definirsi“intellettuale in trincea e meridio-nalista senza conversione”.Crupi fu anche giornalista diprim'ordine, un operatore del-l'informazione che non esitava adinsorgere contro la stessa stampaquando sembrava adagiarsi supi-namente alle direttive del potere;ed egli insorgeva anche contro ilpotere che tentava di screditare lastampa per farne uno strumentoai suoi ordini.Nell'incontro coordinato dal gior-nalista Mimmo Nunnari, portavo-ce del presidente del Consiglioregionale, sono riecheggiate tantememorie della nostra storia. Ledifficoltà e le speranze dell'Italiapostunitaria, le tribolazioni deipiù deboli, i patimenti degli emi-grati, braccianti, contadini, arti-giani, che salivano sui “battellidella morte”, gente povera, anal-fabeti che, dopo l'America latina,andava verso gli Stati Uniti: era lafuga dalle campagne, il “sognoamericano”.Nei suoi libri, Crupi accusa gliscrittori nazionali che non si sono

mai occupati dell'emigrazione.«Perchè mai - si chiedeva Crupisferzante - quella classe dirigentee la sua letteratura avrebberodovuto occuparsi dei lavoratoriitaliani quando erano all'estero, senon se ne occupavano nemmenoquando erano in Italia?»Le opere del prof. Crupi - hadetto il Presidente del Consiglioregionale, Francesco Talarico -resteranno un punto di riferimen-to per la vita sociale e culturaledella Calabria. Crupi rimarrà persempre una delle figure intellet-tuali di maggior prestigio. È riu-scito a rappresentare la Calabriaper quello che realmente è. Durante il corso dell’incontro inmolti hanno ribadito uno dei con-cetti più cari a Crupi: «La questio-ne meridionale era e resta que-stione sociale contro chi voleva

invece derubricarla ad invenzioneo peggio a questione criminale».Nel suo intervento il GovernatoreGiuseppe Scopelliti ha annuncia-to il progetto di una Fondazioneper gli studi meridionalistici:«Credo che “il coronamento delpercorso ed il successo dell'uomosia racchiuso nel suo senso diappartenenza al territorio diver-samente da molti intellettuali chesi sono trincerati in un recintopolitico. Egli è stato fedele allapropria storia politica ma fuoridagli schieramenti. Ecco credoche proprio intorno a questa ideadell'appartenenza al territorioabbiamo il dovere di costruire unabattaglia meridionalista».La subalternità culturale è il rifles-so della sudditanza politica edeconomica. Nella sala Levato èstato un susseguirsi di testimo-nianze. Anche Ilario Amendolia e

Rosario Condarcuri, rispettiva-mente editorialista ed editore de“la Riviera” - di cui Crupi fu diret-tore - e Giuseppe Bombino,Presidente dell'Ente ParcoNazionale dell'Aspromontehanno confermato l'importanzadel ruolo e dell'impegno delloscrittore che fu anche docentenella scuola pubblica, e spese annidella sua esistenza fra i banchidegli istituti superiori. “Un com-battente”, “un uomo libero”,“grazie a lui - è stato detto - gliautori e la letteratura calabresehanno trovato il giusto riscattonella dimensione nazionale”.Lo scrittore avrebbe potuto rega-lare ancora molte opere allaCalabria. Intanto restano le sueferme denunce contro le dissen-natezze della classe dirigentedello Stato unitario, cui va impu-tata la politica di sperequazione adanno del Sud e a favore delNord. Un carico tributario ecces-sivo e la subordinazione economi-ca furono gli strumenti utilizzati -ripeteva Crupi - per lasciare ilMezzogiorno in una condizionedi sottosviluppo. E restano ledenunce per l'assedio subito perlungo tempo dalla ragnatela diavventurieri e speculatori chehanno manomesso le risorse pub-bliche. Saranno ascoltati il monitoe gli appelli di un intellettuale sar-castico e tagliente che amando laCalabria ripeteva spesso: «Forsenon sarei diventato scrittore se nofossi nato qui».L'ultimo ricordo commosso è toc-cato al figlio Vincenzo che ha infi-ne voluto ringraziare i vertici dellaRegione.

Una giustizia per “Pierini”?

La Calabria ricorda Pasquino Crupi

Nella Repubblica natadalla Resistenza nessu-no, né tantomeno lamagistratura, può usaredue pesi e due misure.Non è in discussione ildestino di singole perso-ne ma la credibilità dellademocrazia e dellaCostituzione in Italia

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LOCRIDE

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TERME ANTONIMINA

DANIELE MANGIOLA

Rimodellato il CdA del Consorzio ter-male Antonimina-Locri e l’ammini-strazione comunale locrese presenta isuoi due araldi: Francesco Macrì eVittorio Zadotti.Il complesso termale ha urgente biso-gno di una seria cura ricostituente, ilcronico malessere che lo affliggerischia di condurlo alla morte e finoranessun terapeuta chiamato al suocapezzale ha saputo portare una curaadatta. Non c’è riuscito DiGiorgio acui si era affidata la commissariadott.ssa Crea, non c’era riuscito primadi lui Pino Pelle, imprenditore antoni-minese.A proposito di Pelle si era a suo tempoespresso l’ex sindaco Macrì, ironizzan-do sulla sua competenza in fatto diterme, visto che è “uno che producepanini”. Ora prende il suo posto: dopoil pane il companatico, vien subito dadire. Dopo i panini, formaggio, vino earance per dessert.Di accostamenti azzardati il mondo

della finanza ce ne ha sempre offerti inabbondanza, dalle lattine di pelati conil pallone, alle banche vaticane conanticoncezionali e industrie belliche,giusto per dirne qualcuna. In fondo i soldi son sempre soldi e

sono sempre dello stesso colore e seuno ha il fiuto per gli affari riesce afarne dovunque. Dunque nulla impedisce che Macrì eZadotti, due imprenditori navigati, traun panino imbottito e un bicchiere di

vino, riescano davvero a far sviluppareil sito termale in tutta la sua eccezio-nale potenzialità.Nominato Francesco Macrì presidentedel CdA così costituito, altri quesiti cironzano in testa. Ad esempio sulla

figura di Zadotti, ideatore delCall&Call di Locri, alla quale è stret-tamente legata la figura del sindacoGiovanni Calabrese. Come è da inter-pretare la nomina di Zadotti?Industriale sicuramente capace, masenza alcuna connessione con il nostroterritorio, lui ligure. Non è certo unsegreto che la democrazia sia soltantouna veste gentile sotto la quale ipotenti continuano a fare interessi,continuano a gestire dinastie familiarie amicizie personali.Il fatto in questo caso però è talmenteevidente da permetterci almeno unpiccolo “ooh” di stupore, se non diindignazione.E i più maliziosi potrebbero anche

chiedersi che altro c’è dietro. Chemanovre si preparano per il futuro delcomplesso termale di Antonimina-Locri? . Attendiamo rassegnati e un poco disil-lusi augurando ogni successo al nuovoCdA e che un florido domani possaarridere alle nostre terme.

Il progetto formativo ha coinvolto più di 60 lavoratori in mobilità della Provincia

1000 euro per i giovanigiornalisti della Locride

Pane, companatico e che altro?

“Formazione ed innovazione per la mobilità in Calabria”

Rotary Club

Il Rotary club di Locri ha istituito un pre-mio per giovani giornalisti. Il concorsoindetto dal distretto della Locride è rivol-to a giornalisti, pubblicisti o professionisti,di età inferiore ai 40 anni che si sianodistinti con inchieste e articoli finalizzati almiglioramento della qualità della vita edella vivibilità della Locride. Il premio si suddivide in due sezioni, unaper la carta stampata e i web l'altre per iservizi radio televisivi, e ai vincitori di cia-scuna andranno un assegno da 1.000 Û eun attestato. A selezionare i pezzi, inviatientro e non oltre il 15.02.2014, e a decre-tare i due migliori giovai giornalisti è stataistituita una commissione di valutazione

composta da: Enzo Romeo, responsabiledella redazione estera del Tg2; PasqualeTavernese, presidente area progetti ClubRtary; Giuseppe Mirarchi, vice presiden-te area progetti club Rotary; GiorgioBotta, segretario club Rotary; LuigiBrugano, componente are progetti clubRotary; Francesco Archinà, presidentearea pubblicazione relazioni club Rotary. La commissione si riserva inoltre disegnalare ulteriori elaborati meritevoli dimenzione.I vincitori del concorso saranno premiatiil 29 marzo 2014 dal presidente delRotary Club di Locri, Salvatore Cilea.

“Formazione ed innovazione per la mobilitàin Calabria”, è questo il titolo del progetto for-mativo che ha coinvolto più di 60 lavoratori inmobilità della Provincia di Reggio Calabria. Laformazione, finanziata dal fondo interprofes-sionale Fondimpresa nell'ambito dell'Avviso2/2010, è stata finalizzata alla riconversionelavorativa nel settore turistico alberghiero dilavoratori iscritti nelle liste di mobilità, appar-tenenti ad alcune delle imprese aderenti aFondimpresa che sono state oggetto di proce-dure di mobilità nel triennio 2011- 2013. Ilfondo interprofessionale nazionale per la for-mazione continua Fondimpresa, travalicandogli ambiti tradizionali di finanziamento dellaformazione, ha inteso, con questa iniziativa dicarattere straordinario, destinare cospicuerisorse alla riqualificazione di lavoratori inmobilità, finalizzata all'occupabilità ed al rim-piego degli stessi anche in ambiti professiona-li diversi rispetto al bacino di provenienza. Ilpercorso formativo, iniziato a novembre 2012e conclusosi nel mese di agosto 2013, ha vistoquale soggetto promotore ed attuatore l'ATStra Formitalia srl, Formamentis Soc.Coop. eSicur.con, che congiuntamente hanno realiz-zato e gestito in sinergia il percorso formativofinanziato da Fondimpresa. Le attività formative previste nel progettohanno mirato a potenziare le qualità dell'of-ferta turistica calabrese, qualificando i poten-ziali addetti al turismo tradizionale, al turismo“verde”, al turismo rurale, enogastronomico e

vitivinicolo, consentendo ai lavoratori coin-volti nel percorso di riqualificazione, di acqui-sire delle competenze trasversali che comun-que potranno essere utilizzate anche nellarealizzazione di progetti autonomi quali l'a-pertura di piccole attività imprenditoriali.Nello specifico i percorsi formativi realizzatisono stati: Corso di Addetto al ricevimentoalberghiero; Corso di Addetto al turismo rura-le ed enogastronomico;Corso di Cameriere;Corso di addetto alla promozione turistica.I percorsi formativi si sono caratterizzati permetà delle ore in aula e per l'altra metà in for-mazione on the job presso aziende del setto-re turistico - alberghiero. Proprio quest'ultimaparte ha conseguito una duplice finalità, daun lato ha consentito ai discenti di mettere sulcampo le competenze acquisite durante laformazione in aula e, dall'altra parte, ha con-sentito alle aziende di intercettare una forzalavoro qualificata per le proprie esigenze. Il progetto, condiviso da CONFINDUSTRIA,CGIL, CISL E UIL di Reggio Calabria, si con-cluderà lunedì 30 settembre alle ore 17.30presso la “Tenuta il Palazzo” di contradaMoschetta, con la presentazione della signifi-cativa esperienza maturata e la contestualeconsegna - alla presenza dei Rappresentantidelle parti sociali - da parte dell'Università diSalerno del “Libretto formativo del cittadino”,documento che raccoglie e certifica le compe-tenze acquisite.

lr

La triade e la stampaSiderno

La triade commissarialeche attualmente gestisce ilcomune di Siderno ha

incontrato la stampa perun primo bilancio dopocinque mesi d’attività.

Divani e DivaniSiderno

Bisognerebbe fare unapplauso al cittadino cheha abbandonato un nuovomodello della linea Divani

e Divani davanti ad un cas-sonetto della spazzatura adimostrazione del suogrado di civiltà.

foto di Luigi Errigo

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La Riviera

ILARIO AMMENDOLIA

Il Circolo del PD di Gioisa Jonica, unodei più autorevoli della Locride, mi ha

invitato ad introdurre la conferenza delprofessor Fabrizio Barca , tecnico di spes-sore, già ministro nel governo Prodi, auto-re di un interessante documento politicosull’organizzazione di un partito di sinistrache poi dovrebbe essere il Pd. Ammirevolel’impegno di Barca che nel tentativo didelineare i contorni del partito ha sentito ilbisogno di girare l’Italia alla ricerca di unconfronto positivo.E’ arduo tentare la sintesi del documentodi Barca, per cui mi limiterò solo ad alcuneconsiderazioni Secondo l’ex ministro unpartito non dovrebbe essere una scuoladi vita, bensì una palestra aperta in cui gliiscritti hanno la possibilità di elaborarecollettivamente ed influenzare la vita

della Nazione. Infatti Barca vuole“ unpartito di sinistra”, che, con un forteancoraggio alla Costituzione e dovreb-

be sollecitare la partecipazione e alavorare allo scopo di promuovere

una società democratica giustadove gli individui, indipen-

dentemente dalle condizio-ni “di sesso, di razza, di

lingua, di religione, di opinioni politiche, dicondizioni personali e sociali” (Cost. art 3),possano realizzare gli obiettivi ai qualidanno valore nelle molteplici dimensionidella vita: dalla dignità sociale all’impegnoper il bene comune, dal benessere fisico aquello intellettivo, dal lavoro alla relazionecon gli altri e con la natura”.Ed infatti il PD dovrebbe impegnarsi perrealizzare la Costituzione e soprattuttol’articolo 3 per rimuovere: “gli ostacoli diordine economico e sociale, che, limitandodi fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadi-

ni, impediscono il pieno sviluppo della per-sona umana e l’effettiva partecipazione ditutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale”Obiettivo ambizioso per un PD, cheattualmente rischia di confondersi con unapolitica grigia, senza progetti, senza ideali esenza passione.Un partito non può vivere di scadenze elet-torali e di queste morire, non può vivere inuna lacerante scissione tra il gruppo diri-gente del partito ed il suo popolo.Ci sono azioni simbolo, che non costereb-bero niente e che potrebbero essere realiz-zati in 24 ore. Faccio solo qualche esempio:la fine del finanziamento pubblico ai parti-ti e dei gruppi, l’abolizione dei vitalizi aiconsiglieri regionali, la restituzione dellalibertà di scelta dei propri parlamentariimpedita da un vergognoso scippo dellademocrazia, realizzato dal governoBerlusconi, ma che ha fatto comodo a tuttile oligarchie dei partiti, la sensibile riduzio-ne delle indennità dei parlamentari e deiburocrati di Stato. L’obbligo dei parlamen-tari di essere almeno una volta la settima-na nel proprio collegio elettorale, non percomiziare ma per sentire gli umori , lo statod’animo, le necessità, le proposte dellagente.

Sono fatti simbolici che avrebbero però unimpatto immenso sul recupero di fiducia.Senza questo recupero, come ho avutomodo di dire, il PD rischia di fare la fine delvino Folonari “ il sole d’Italia in bottiglia, ilbuon vino per ogni famiglia”, un marchioun tempo diffuso finchè non s’ è scopertoche piuttosto che d’uvai era un prodotto dilaboratorio. Da allora per il marchio non cifu salvezza.Ci pensi il Pd. E’ tempo di battaglie idealie politiche su temi sensibili quali l’ugua-glianza, la democrazia, l’asoluto disinteres-se personale.La Destra berlusconiana è semicotta ma lasinistra non si adagi sulle rose.Un’ultima annotazione. Nel corso deldibattito un giovane “compagno”, Angelo,piuttosto che parlare del documento diBarca ha trovato il modo per attaccare imiei articoli, a suo , dire eccessivamentegarantisti, quasi una difesa degli uominidella ndrangheta. Trovo legittime le suecritiche ma mi consenta di dire che la diffe-renza tra me e lui è questa: Lui dinanzi adun ‘imponente frana che minaccia di tra-volgere uomini e cose, pensa di toglierequalche sasso dal manto stradale , io vorreiimpedire la frana e bonificare il territorio.Tutto qui!

rappresenta il "Fare", naturalmente leva viatutte le erbacce inutili da ogni cosa e poi lascial'odore del pulito. Morale della favola: se nonci alziamo dalla sedia per affrontare i probleminon cambierà mai nulla. Se per molti la"pichetta" è uno strumento inadeguato peraffrontare i problemi ambientali, non hannocapito niente del significato del gesto che èsolo un modo per sensibilizzare Cittadini eIstituzioni e per differenziarci da quelli che siriempiono la bocca di belle parole e poi non

fanno niente per la collettività. Siamo consa-pevoli che non dovremmo essere noi a pulirele strade, ma la nostra azione è rivolta agliamministratori locali che dovrebbero provve-dere alla gestione del servizio di pulizia (il ser-vizio è appaltato e pagato!) e ai cittadini chedovrebbero mantenere pulito davanti la pro-pria casa ed evitare azioni incivili come butta-re qualsiasi cosa per strada dal finestrino dellapropria auto. Siamo tutti bravi a lamentarci ea rivendicare i nostri diritti, ma dimentichiamo

che come Cittadini abbiamo anche il dovere dirispettare le regole. Il nostro obiettivo è quellodi allargare la partecipazione alla puliziavolontaria e coinvolgere un numero semprecrescente di cittadini in questo gesto d'amoreverso una città che ha voglia di risveglio civico.Il volontariato è il farsi carico di qualcosa chenessun altro cura con lo stesso spirito disinte-ressato, con la stessa forte ma gratuita motiva-zione. La partecipazione attiva dei cittadiniperò non si è vista, a parte la nostra amica

Esterina, nessuno si è presentato a collabora-re. Molti Cittadini si sono fermati per compli-mentarsi, altri per portarci da bere e ringra-ziarci. Spero che domenica si uniscano al grup-po altre persone e invito personalmente leassociazioni di volontariato e i miei amici apartecipare. Io purtroppo non ci sarò per qualche meseperchè sono all'estero, ma spero che l'iniziativacontinui e che il numero dei partecipantiaumenti. Siderno ne ha bisogno.

NINO TARZIA

Domenica 1 settembre alle 8 di mattina mistavo recando in auto da casa verso il lungo-mare. Prima di superare la rotonda di viaAmendola intravedo due persone con una"pichetta" in mano che pulivano le erbacce sulmarciapiede. Ho pensato:"Ma che ci fannoqui gli operai del Comune? La domenica???".Ma il mio stupore aumenta nel momento incui riconosco i fantomatici operai: il mioamico Luigi "Mandingo" Errigo e mio cogna-to Antonio "Biona" Commisso!!! Gli chiedocosa fanno lì e loro mi rispondono di andare a

prendere una "pichetta" e di tornare ad aiutar-li. Così ho fatto, portando anche una "pala" euna "carretta". Mi è subito piaciuta l'idea didedicare qualche ora ad una attività volontariache ha al suo centro la presa in carico di situa-zioni difficili come la cura di beni di interessegenerale, soprattutto in questo periodo buio etriste che sta attraversando la mia amataSiderno. La giornata è nata quasi per scherzo,ma come dice Luigi la "pichetta" rappresentadavvero il nostro stato d'animo. Innanzitutto

Domenica con la pichetta

Fai da teSIDERNESI

IN EVIDENZA

Barca va, la nave noObiettivo ambizioso perun Pd, che rischia diconfondersi con una politi-ca grigia, senza progetti.Un partito non può viveredi scadenze elettorali e diqueste morire, non puòvivere in una lacerante scis-sione tra il gruppo dirigentedel partito ed il suo popolo.

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2 Roccella blu come la sua bandiera,pulita come una cartolina di saluti.Ma è la Roccella by night quella chenon si vede e che le toglie il primoposto nella nostra classifica di fineestate che la vedeva Juventus. Il jazz èjazz, la differenziata è la differenzia-ta, ma l'estate chiede di più, chiedel'incontro di sorrisi, non solo il dialo-go da salotto; il tormentone, non soloRumori Mediterranei. Il problema èche la marina più bella della Locrideriesce ad essere più brava dei suoi“rivali” prossimi nel pubblico, marimane una mezza frana nelle iniziati-ve private. PRINCIPESSA

V o t o 93 Bianco, la sorpresa. Ritmo alto,fascino buono per l'ombelico deldistretto sud della Locride. Tanti glieventi promossi dall'Amministrazione

comunale, guidata dal SindacoAntonio Scordino. Un'estate ricca diiniziative seppur con un budget basso.Serate all'insegna della cultura, dellosport, della solidarietà, teatro, musicae balli oltre a serate enogastronomi-che che hanno accontentato un po'tutte le fasce d'età. Fiore all'occhiellocome ogni anno è stato lo spettacolopirotecnico, attrattiva di migliaia dipersone che hanno affollato la spiag-gia e il lungomare. LEONESSA DI BRONZO

V o t o 84 Locri è la regina della notte vip, traLe Club e Scialai, ma tanta quantità epoca, pochissima, qualità. Ci si diver-te in tanti, ma si dialoga poco, distrat-ti dalla fretta di caricare su Facebookla foto col cocktail d'ordinanza inmano. Gli eventi istituzionali, invece,si appoggiano a Rumori Mediterranei

Jazz Festival e Magna Graecia TeatroFestival. Presente e confermatissimoMimmo Cavallaro, il BruceSpringsteen born in the jonica. Si puòdare di più. CI PIACE

V o t o 7 , 55 Bovalino. Il vecchio borgo superio-re risplende grazie all'impegno diarciconfraternita e ragazzi, così comeuna ravvivata pro loco si immerge nonsolo in classiche ludiche organizzazio-ni di eventi ma anche in importantiprogetti sociali, ambientali e culturali(giornate ecologiche, messa a dimoradi piante floreali nel lungomare, spet-tacoli teatrali e collaborazioni con lafacoltà di architettura di Reggio C.).Male invece la "marina". Pessima l'or-ganizzazione della festa patronale,poca e incattivita la socialità nellafesta dei rioni, quasi latitante l'asses-sorato allo spettacolo e alla cultura.Elogio solo al trio RFA, che con deci-ne di concerti ammorbidisce l'impa-zienza dei marinari e al Savica. PERICLE DI RAME

V o t o 76 Gioiosa Jonica che da seconda inclassifica passa a sesta con un volopindarico. Seppur un'estate ricca d'e-venti di ogni genere, ha fatto differen-za rispetto ai primi classificati per nonaver fatto da calamita ai giovani in

2

1 9,5CauloniaRoccella

3 8Bovalino

4Bianco

5 7Casignana

6 7Ardore

7 7-Locri

8 10

ESTATE 2012

9 6+Africo

«Che la sfida cominci» eraquesto l'invito fatto dallanostra redazione quandoguardandoci intorno percepi-vamo che la Locride avessebisogno di un bello scossoneper risvegliarsi da quellafase di sonnolenza acuta. C'è stato chi con grinta hacercato di mettersi in gioco,chi è entrato in campo soloper partecipare, chi ha assi-

stito dalla panchina echi ancora ha fatto laparte della “bellaaddormentata” atten-dendo il fatidicobacio del principe chela risvegliasse. Ma

per quest'estate niente di fatto, nonresta che sperare nel 2014.

Voto 9,51

Clamoroso nella Locride: Miss Cauloniabatte allo sprint la favoritissima Roccella

2013estate Classifica

La nostra classifica viene stilata in base a parametridiversi e non solo per la qualità delle iniziative, tieneconto dell’investimento economico rapportato allagrandezza della località e alle esperienze precedenti

8Gioiosa Jonica

1 Caulonia, che l'anno scorso si è contesacon Roccella il titolo di Miss Locride, per il2013 vince battendo allo sprint la favoritalarivale storica. Lungomare colorato, punto diincontro di persone razza, età, colore e clas-se sociale differenti. Per l'Ushuaia, paese deibalocchi di ogni teen-ager, per il Blu Tango,ritrovo degli over 25 e per il Moontribe,jukebox di buona musica dal vivo. Cilieginasulla torta, Piazza Mese che per i cinquegiorni di tarantella è stato il cuore pulsantedi tutta la Calabria. Un piazza estiva pertutti i gusti. COMPLETA 7,5 6,5Stignano,Placanica,

Mammola 6-Monasterace

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cerca di serate mondane. Non stavivendo nel punto di non ritorno comela sorella Gioiosa Marina, ma se nonfosse per San Rocco sarebbe peggio di... GERACE

V o t o 77 Siderno, 250 000 persone dal quattroall'otto settembre nella più grandefiera della Calabria, per il primo annoaddirittura superiore a quella diCrotone nonostante nessun nome dirichiamo artistico previsto dalla freddae disaffezionata triade commissariale, aparte il Premio Trichilo con la premia-zione a Pasquino Crupi. E poi…tutto ilresto è noia. PORTPOSALVO

V o t o 7 -8 Eolo, dio del vento, non ha fatto ilsuo dovere con Portigliola, visto chenessuna ventata di novità ha spinto lacittadina della Locride, che però rima-ne stabile in classifica grazie a qualcheserata culturale che ha allietato l'estateportigliolese. “Compagna di classifica”Stilo meta ambita e d'obbligo per colo-ro che amano immergersi nell'ambien-te storico che bene rappresenta ormaida tanti anni il Palio di Ribusa, attra-zione per migliaia di turisti. CALMA PIATTA

V o t o 6 +

9 Mammola come Stignano fanno unlieve salto in giù. Ma il baricentro delTorbido ha perso un primato importan-te: è la Cittanova di Capossella la capi-tale italiana dello stocco. Essere secon-di non è mai bello. Bisogna lottare,tenere duro e rischiare. I secondi nonse li ricorda nessuno. MOSTARDA

V o t o 61 0 Ricca l'estate benestarese. Le sera-te sono piacevoli e la gestione dellacosa pubblica si mantiene all'altezzadegli altri anni. Una piccola roccaforteculturale e sociale che accontenta tuttii target e punta decisa su eventi "alti" dicultura (Nino Racco, compagnie di tea-tro popolare, presentazioni di libri) esociali (feste dei popoli, dibattiti sullacondizione delle donne, festa dei bam-bini, progetti di cittadinanza attiva). ABenestare si affiancano Placanica conl'evento Borghinfiore un po' sfigato peril maltempo l'ultima serata, e Gerace,che ha brillato solo per il baffi del suosindaco e per il Borgo.INCANTATA

V o t o 6 -N.C. E poi sarà come morire... l’estateè finita, ma per chi gli altri anni ci siastato un sussulto degno di nota,Ardore, Casignana, Africo,Monasterace, Sant'lario.

1 2

5

9 107 8

6

3 4

Foto di Pino Curtale. Ci scusiamo conl’autore per esserci dimenticati di citarlonell’articolo del festival jazz

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LaGerenza...

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHE

Cartolinedi Antonio Calabròmeridional-mentedi Enzo CarrozzaBrigantidi Serena IannapolloLoqui e sproloqui di Filomena CataldoMessaggi nel tempo di Daniela FerraroArte e dintornidi Domenico Spanò

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONEDirettore editoriale: ILARIO AMMENDOLIAIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA

AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, NINO SIGILLI.Art Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORIErcole Macrì,Anna Laura Tringali, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,Franco Blefari, Daniele Mangiola, Angelo Nizza, Domenico Angiletta.

NOTE E SCHERMAGLIE

Nella ricorrenza del trigesimo dallascomparsa del prof. FrancescoCommisso, la moglie, Joy, ed i figli,Domenico, Erminia, Erin, e Jennifer,rivolgono i più sentiti ringraziamentia tutti coloro i quali, e sono stati vera-mente tanti, hanno manifestato unimmenso affetto nei suoi confronti edella famiglia tutta, e tengono adesprimere quanto segue:Siamo stati molto colpiti per le bellis-sime parole spese nella memoria delnostro amato padre e marito, ciò ci èdi grande aiuto nell'affrontare undolore per noi così forte. Ci teniamo a rivolgere un ringrazia-mento particolare all'amico e sindacoGiovanni Calabrese per il continuoaffetto e sostegno, per averlo onora-to dell'accoglienza avuta con l'allesti-mento della camera ardente pressola sala del consiglio comunale ed

avergli così consentito un suo ultimosaluto in un luogo a lui estremamen-te caro, circondato da persone a cuiera molto legato. Per avergli dedica-to un minuto di raccoglimentodurante il successivo consiglio comu-nale, ed averlo sempre ricordato concommovente affetto. Lo ringraziamoinoltre, e ne siamo molto orgogliosi,per aver proposto una edizione spe-ciale del Giugno Locrese, a cui luiteneva tanto, nel giorno della ricor-renza del suo compleanno il 24 feb-braio prossimo.Un pensiero particolare è rivoltoall'ex sindaco e suo fedele amicoFrancesco Macrì; a TommasoRachellà che ha combattuto al suofianco durante la sua lunga e doloro-sa malattia sostenendolo amorevol-mente; alla cara Maria ElenaFilippone per tutto ciò che con gran-

de sensibilità ha sempre fatto e a cuilui ha voluto bene come un membrodella famiglia; a DomenicaBumbaca, Peppe Napoli, e PinoLombardo per i toccanti ricordi pub-blicati; e a Enzo Lacopo per l'ina-spettato e commovente video in suamemoria.Infine, a tutti i familiari, amici, exalunni, ex colleghi, conoscenti, cheveramente tanto sostegno ci hannodato e tanta stima gli hanno dimo-strato. Non lo dimenticheremo mai.Grazie di cuore.

Ci teniamo, anche, a pubblicare unestratto del discorso che fece in occa-sione del suo ultimo Giugno Locresenel 2010, perché lo consideriamo comeuna sorta di testamento ed è rivolto atutti coloro i quali sapranno ricono-scersi nelle sue parole.

Noi della Destra Sociale-Fiamma Tricolore, da sem-pre attenti alle problematiche ambientali, sociali eterritoriali inerenti particolarmente il comune diRoccella Jonica, dobbiamo questa volta chiederescusa per la nostra disattenzione, ai cittadini ed atutti i turisti che questa estate si sono bagnati nelleacque del litorale roccellese.Non ci siamo accorti che l'AmministrazioneComunale ha fatto apporre sul lungomare, in bencinque punti prospicienti la spiaggia, dei tabellonicon la dicitura :“Spiaggia libera attrezzata con servizi di salvamen-to e assistenza bagnanti con personale dalle ore08.00 alle 15.00” - dal 15 maggio al 15 settembre.Continua questa Amministrazione a prendersi giocodei cittadini, delle Istituzioni, delle Forze dell'Ordinee dei turisti, perché quanto dichiarato con i summen-zionati tabelloni sarebbe falso poiché il servizio disalvamento tanto pubblicizzato non sarebbe maistato effettuato.Non è sufficiente porre su tre punti della spiaggialibera una torretta di osservazione con due bandiereper garantire la sicurezza e l'incolumità dei bagnanti,occorre la presenza attenta e costante di un bagninoqualificato con tanto di scialuppa di salvamento, sal-vagente e quant'altro, come da Ordinanzedell'Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella e daLeggi dello stato. Se questo è il prezzo da pagare perottenere la Bandiera Blu, gli onesti cittadini di que-sta comunità non ci stanno a pagare un prezzo cosìalto ed a tal proposito abbiamo presentato unarichiesta di chiarimenti al sig. Sindaco, inoltrata perconoscenza a S.E. il Prefetto, alla FEE ed alla

Capitaneria di Porto di Reggio Calabria.Chiediamo alla Capitaneria di Porto di RoccellaJonica, istituzione preposta alla tutela delle costedella cittadina, a volersi attivare per accertare leresponsabilità di una simile presunta illegale e peri-colosa dichiarazione sulla sicurezza delle spiagge.Ringraziamo quei turisti e quei cittadini che ci hannosegnalato il caso, anche se a fine stagione balneare,ed a coloro i quali ci hanno fornito ampia ed artico-lata documentazione.Qualora per questa incresciosa vicenda fosse accer-tato il dolo, sicuramente per l'ottenimento dellaBandiera Blu, crediamo che l'AmministrazioneComunale di Roccella Jonica debba calare il siparioe terminare anzitempo questa legislatura.

DIMISSIONI SUBITOClaudio Belcastro

www.fiammareggio.it

FIAMMA TRICOLORE&PROBLEMATICHE AMBIENTALI

IL RICORDO

Noi abbiamo l'Allaro, che è molto più di una dellemaggiori fiumare della Calabria per l'estensione, laportata e i meandri possenti, incuneati e divagantidalle Serre allo Ionio. Attraversa, insieme, la storia ela religione, la cultura, la vita millenaria con le sue lesue forze generatrici e distruttive, si conforma allatipica corsa delle vallate verso il mare con i paesi ingroppa alle dorsali.L'Allaro rievoca l'antico fiume Sagra, e con esso laciviltà magno greca che sul nostro territorio costierolasciò orme indelebili; sovviene l'epica vittoria deilocresi sui crotoniati, quando un piccolo esercitosconfisse quello tredici volte più grande per farsi mitoe leggenda. In epoca medievale, laddove il suo corsos'invalla dopo aver scolpito gole e salti fragorosi epozze silenti, dalla coltre coriacea di un enormemonolite aprico e prominente su un'ansa dell'alveomontano nacque, come un faro risalente dai secolibui a nuova luce, un romitorio ancora meta dei devo-ti, la prima forma di vita ascetica nel culto diSant'Ilarione Abate. Così l'Allaro e le sue genti parte-ciparono a quel movimento religioso e di culto deldopo anno mille che ebbe al centro San GiovanniTherestis nella vallata dello Stilaro e San Brunone diColonia nell'altopiano delle Serre.E sulle pendici e le sponde dell'Allaro, seminascostidalle fratte e dalle piante erratiche cresciute sulle cre-ste, spuntano i ruderi dei casolari sparsi delle secola-ri sofferenze e della definitiva resa all'estranea civiltàindustriale di altri luoghi. Ma Allaro fu, pure, fattoredi insediamento fornendo la pietra ai nuclei abitativifatti di tuguri e case basse, nonché di trasformazionedal germogliare dei gelseti per i bachi da seta di epocabizantina e feudale alla più recente fioritura dellezagare da cui le fatiche contadine trassero la soprav-vivenza, e tornarono a ricostruire ad ogni torbida enefasta esondazione.Oggi la “cascata”, la porta che conduce al tempioeretto dalla natura alla bellezza primigenia, è meta dimigliaia di turisti e i più avventurosi s'inerpicanoincantati tra rocce monumentali alla ricerca dellamitica “gurna nigra”, la forra senza fondo da cui l'ac-qua risale dalle viscere della terra per ingravidareogni zolla e rigenerare l'ecosistema della vallata.

Noi abbiamo e vogliamo conservare respingendoogni disegno di devastazione. L'Albe Sud sas, che disud non ha nulla giacché la sua sede è a Genova,vuole costruire una centrale idroelettrica con le opereidrauliche che dovranno trasportare la “grande deri-vazione” delle acque nel tratto tra i comuni diNardodipace e Caulonia. Pretende di sventrare lafalda della montagna in coincidenza della “cascata”per riporre al suo interno le turbine e poi scavare persvariati chilometri la catena ininterrotta dei monolitiin cui sono incisi le gole, i salti, le pozze, la “gurnanigra”. Potremmo parlare di studi mai compiuti pervalutare l'impatto, di deflusso minimo vitale per man-tenere integro l'ecosistema, di effetti sul sistema pree-sistente di irrigazione delle colture, sul ripascimentonaturale della spiaggia in accentuata erosione, mainorridiamo di fronte all'invasione vandalica di mezzimeccanici, macchine pneumatiche, frese, esplosionidi mine, possenti vibrazioni che scuoteranno glianfratti, le falesie, i dirupi, la base dei versanti ripididella montagna da cui si elevano le macchie degli ilici,delle eriche, delle felci e trovano sicuro rifugio i cin-ghiali, le melogne, i ghiri, le serpi, gli uccelli migrato-ri e stanziali. Non abbiamo nulla contro l'iniziativaprivata, né contro le centrali idroelettriche, nonsiamo indifferenti alla necessità di espandere le fontidi energia pulita, ma non vogliamo lo scempio diquei luoghi, la compromissione del fragile e delicatoassetto orografico, il precario equilibrio idrogeologi-co che lo sorregge e che già a stento resiste ai contrac-colpi inflitti della natura stessa.Non ci convince la logica colonialistica che accompa-gna il progetto. La Calabria consuma solo un terzodell'energia prodotta, il resto è esportato, non è fatto-re propulsivo del suo sviluppo. Produce energia per ilsuo oscurantismo economico e ambientale, giacché èevidente la depredazione delle più preziose risorse, ilsacrificio dei paesaggi, della vocazione naturalisticadel territori.No! Noi vogliamo coniugare sempre al presente ilverbo avere, lo sentiamo denso e sapido di un altrofuturo ancorato solidamente al rispetto e alla valoriz-zazione dei paradisi terrestri della Calabria.

Francesco Tuccio

Proteggiamo l’Allaro del mito

L'Amore è per me ancora più importante dell'ariache respiriamo. L'amore è tutto: è fons vitae. Ioamo la vita e di conseguenza io amo tutto ciò chemi sta intorno: amo le persone, i luoghi, il miomare, la campagna, Gerace, le nostre tradizoni, lanostra cultura. Io amo mia moglie, amo la miafamiglia, i miei figli, i miei nipoti. Amo la mia terra, amo Locri che mi ha dato inatali. Vivere a Locri è stato un atto d'amore, lapresenza è un atto d'amore perché amare non èricevere o possedere ma è dare, è avere rispettodelle persone o cose che si amano, è avere rispet-to per quello che siamo.Mi congedo da voi tutti con una riflessione: si dicesolitamente che ogni rosa ha le sue spine.Proviamo a pensare che è proprio tra quelle spineche c'è La Rosa.

Ab imo corde (dal profondo del cuore)Francesco Commisso

*Estratto dal discorso del Giugno Locrese 2010

Un pensiero per Francesco Commisso

«L’amministrazione di Roccella si prende gioco dei cittadini»

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Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,

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COPERTINE

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Un viaggio senza ritorno

Caro direttoreIl governo Letta, a parte una nuova legge elettora-le, che avrebbe dovuto avere la priorità su tutto,fino-ra, non ha speso una parola sul tema della libertà distampa e il suo legame diretto col conflitto di inte-ressi,con tutte le conseguenze che ne derivano.Non è un caso, secondo i ragguagli internazionali,ariguardo di tale problematica, se l'Italia è uno tra iprimi paesi,in Europa, a indossare la maglia nera.Nel 2012,secondo i dati delle agenzie internaziona-li, il numero dei cronisti ammazzati nel mondo sonostati circa un centinaio. Eppure,l'Italia,nello specifico, ha alle sue spalle unlungo elenco di giornalisti uccisi: Pippo Fava ,Peppino Impastato, Beppe Alfano, Ilaria Alpi,Giancarlo Siani,di cui proprio ieri è ricorso il28°anniversario della sua morte, e molti altri. Tuttimorti ammazzati perché cercavano di fare un po' dichiarezza e,con le loro inchieste, portare allo scoper-to le trame dei misteri italiani,primo fra tutti il san-guinoso intreccio che da sempre lega mafia masso-neria e politica. Oggi,con una strategia molto per-versa e infame, si ricorre alle minacce e alle intimi-dazioni, per mettere a tacere quei cronisti coraggio-si che ancora hanno voglia di esercitare il mestierefino in fondo,e che non sono assoggettati al potere.L'ultima invenzione del sistema,per intimorire i

giornalisti scomodi, sono le cosiddette “quereletemerarie” esposte,per così dire in modo avventatoe spericolato senza nessun valido motivo,ma soloper scoraggiare preventivamente. Questa vergogno-sa classifica nasce dalla mancata risoluzione del con-flitto di interessi da parte di tutti i governi fin qui suc-cedutisi,ma anche da una vecchia logica che ancoraoggi vuole molti giornalisti sottopagati e sfruttati edal ripetuto tentativo di introdurre leggi bavaglio.Bisogna far rispettare e proteggere il diritto fonda-mentale alla libertà d'espressione e d'informazio-ne,perché è un diritto garantito dallacostituzione,all'art.21,e che,quindi, va difeso dalleingerenze dei poteri forti e da qualsiasi forma di cen-sura,revisione o limitazione. Il pluralismo e il giorna-lismo indipendente sono i cardini su cui si regge unavera democrazia.Se al più presto, non si affronterà il problema e,inpiù si stravolgerà la carta costituzionale a propriouso e consumo,come in tanti hanno intenzione difare,e il metodo prepotente e quasi mafioso di con-cepire e formare l'attuale governo conferma questaimpressione, l'Italia non solo non si leverà di dossoquesta maglia nera, ma è destinata a portarla anco-ra per lungo tempo.

Pasquale AielloPlacanica RC

Sembrava che qualcosa si stesse muovendo dentroquel bosco selvaggio, dietro una grande siepepiena di ragnatele c'era un uccellino intrappolatonel centro di quell'erba selvatica e non potevavolare, cercava aiuto, Enzo cercò di spezzare queifili che erano così duri, ma non riuscì perché nonaveva più forza, allora andò a cercare qualcosa pertagliarli, il povero uccellino piangeva Enzo lo guar-dava e voleva fare qualcosa per salvarlo ma era giànotte e nel cielo le stelle brillavano. Si udivano vociche dicevano “ricorda quanto tu ci hai sparato,quel grosso uccello era uno di noi e fu ucciso e tulo hai ammazzato un'altra volta”. Enzo urlò “aiuto!Abbi pietà di me!” camminando dentro al boscocon in testa il solo pensiero di trovare un qualcosaper poter aiutare quell'uccellino, dalla paura tre-mava come una foglia soffiata dal vento.Camminava dentro quella pineta e vide in cima adue alberi un tavolone che faceva da sostegno traun albero e l'altro per poter scendere qualcosa. Siudì nell'aria un rombo di elicottero, da una funescendevano uomini su quel pontile. Sulla terrasilenziosamente camminavano per non farsi vede-re, quando arrivarono sotto un albero si fermaronoguardando a destra e sinistra, presero una chiavesotto delle foglie secche e aprirono una porta daun albero secolare, entrarono all'interno, era unimmenso nascondiglio che nessuno mai potevascoprire e immaginare. Dentro quell'albero teneva-no consiglio; erano più di venti persone, dopo averchiuso la porta si poteva sentire tutto quello chedicevano: “Fratello noi siamo qui questa sera per-ché il dovere ci chiama, dobbiamo parlare di poli-tica”, Enzo guardava dalle fessure di quell'alberoantico e da lì si vedeva una massa di uomini tutti

vestiti di nero e con un cappuccio rosso sulla testa,quello che parlava era vestito tutto di bianco, eranoseduti attorno a un tavolo circolare, ognuno occu-pava il suo posto. Enzo pensò che quelli fosserodei fantasmi “Vergine Maria, salva la vita mia, se miscoprono questi maledetti sicuramente mi uccido-no”. Ascoltò il loro dire, poi si ricordò del poverouccellino che aveva bisogno di aiuto e stava sof-frendo. Dopo tre colpi di martello si alzò dal tavo-lo l'uomo vestito di bianco, era il grande maestroche cercava di insegnare ai suoi discepoli ad altavoce “la politica è un albero che frutta se uno lo sacoltivare, acquista potere per ingannare la popola-zione, se nel vostro paese ci sono diecimila votan-ti fate ventimila schede, diecimila le distribuite aicittadini e le altre le tenete voi, quelle schede che

il popolo vota le distruggerete e le altre le utilizza-te a vostro piacimento secondo chi deve prenderele poltrone. Così non vi sbaglierete mai e nessunodei cittadini si potrà accorgere di ciò che date damangiare alle camicie bianche, casi mai possonovotare contro di voi, sono loro che hanno il poterein tutti gli uffici del paese, sono loro che decidonoche deve essere il nuovo governatore. Radunatitutti i poteri occulti dategli da mangiare e fate unbanchetto di carne di maiale, zuppa, bistecche aiferri e vino in quantità, così quando avrete qualcheproblema chiederete a loro che risolveranno qual-siasi cosa. Questi chiudono tutte le porte e buttanola chiave negli abissi del mare e voi non vi dovetepreoccupare, oggi come oggi non sono più i tempidi mio padre, allora erano tutti analfabeti, oggiinvece tutti i cittadini hanno una laurea appesa almuro di casa e comprendono i difetti dei vostribrutti affari, dovete stare tutti all'erta mi raccoman-do! Mio nonno che era governatore del paese eproprietario di terreni e abbandonati così miononno fece una proposta alle camicie bianche “vidono mille metri di terreno se ognuno di voi miapre delle strade e valorizzate così i mieti terreni”,così fu fatto e nessuno dei cittadini si accorse diniente, si sono arricchiti sia il governatore che lecamicie bianche dopo di che con un'altra truffamandò tutti i suoi dipendenti a casa accusandoli dilatrocinio e vinsero la causa a peso d'oro e ognunoebbe la sua parte”. Batté di nuovo il martello, sialza dalla sedia un uomo alto e magro, sembravauna stecca da bigliardo, aveva barba e capelli lun-ghi e il suo volto era nero come il carbone, preseuna falce e la batté tre volte poi disse “fratelli, il miocollaboratore è partito per l'Europa per portare a

termine una missione segreta, deve ritirare un pre-mio Nobel, e con una canzone ha vinto il festival diSan Remo e ha avuto un grande successo nellaquarta dimensione. Ci sono in ballo milioni dieuro, ora sta a voi giudicare il mio lavoro”. Tutti ifratelli lo applaudirono e il suo volto diventò rosso,non gli era mai successo, occhi lucenti e viso illu-minato di felicità, cominciò a guardare tutti e sorri-dendo disse “sono io l'uditore cari fratelli, avete inmezzo a voi un grande poeta, un angelo mi hainvogliate a scrivere opere buone, e prima di ciòavevo gli occhi di fuoco e la volontà di distruggerequalsiasi cosa”. Si alzò il maestro dello spirito mali-gno e si mise a dire “fratelli cari vi vorrei dare unconsiglio politico, purtroppo il tempo vola e lofaremo la prossima seduta. Vi voglio raccomanda-re di seguire gli ordini. La seduta è sciolta, potetetornare a casa. Un abbraccio e un bacio sullabocca. Chi sbaglia paga con la vita”. Quando usci-rono l'elicottero li stava già aspettando, scompar-vero nell'aria come una nuvola. Enzo pensava semai avessero dimenticato qualcosa, qualche docu-mento, qualche riconoscimento ma lì era pulitocome se dentro a quella taverna non fosse maientrato nessuno. Enzo si guarda intorno tutto ilgiorno e sul tavolo vide una falce, e si ricordò diquel povero uccellino intrappolato in mezzo aquelle siepi pungenti e non poteva volare libera-mente, allora prese quella falce e si mise a gridare“ti salverò, farò il mio meglio per renderti libero”.Come un matto si mise a correre seguendo le ormeche lui stesso aveva lasciato per salvare quel pove-ro uccellino.

(continua...)Domenico Ubaldo

Roberto Scarfo' vive a Roma, ma ogniestate viene a Siderno. Una sera cisiamo incontrati per caso e così hoavuto modo di spiegargli di come i suoiscritti, a volte, mi lascino un po' perples-so. Parlano di amore verso il prossimo edi come si debba fare sempre del benenella vita. Feci presente che in alcuni cir-costanziati casi, la società non era stata

certo benevolacon lui.Ricordai l'annoin cui un suofratello avevaperso la vita inun incidentestradale e natu-ralmente gliultimi mesi distudio in unI s t i t u t oSuperiore nonfurono facili: i

professori, implacabili, lo bocciarono.Chiesi : “ Roberto, nutri sentimenti diodio o rancore verso quei professori?”-Rispose: “ Nessun odio, da vero creden-te in Dio!”. Mi parlò anche dei suoi rap-porti sinceri che ha verso i suoi amici.Caro Roberto sono contento che tuabbia questi sentimenti, per me difficilida comprendere in assoluto.

Franco Parrello

Letta e la libertà di stampail direttoreRisponde

SECONDA PUNTATAColloquio conlo scrittoresiderneseRoberto Scarfò

LA RISPOSTA

Concordo con lei che sono tempi dif-ficili per chi ha effettivamente vogliadi svolgere con rigore l'attività gior-nalistica. In quanto alla libertà distampa, le ricordo che l'Italia attual-mente occupa il 130° posto a livellomondiale. Siamo addirittura indietroa molte nazioni africane. Da noiquasi tutti gli editori hanno altre atti-vità più remunerative. Utilizzano letestate giornalistiche solo per rag-giungere determinati obiettivi. Sonoquelli che intascano milioni di eurodallo Stato come contributi e rim-borsi per l'editoria. Si avverte, in defi-nitiva, la mancanza di editori “puri”,quelli che dovrebbero garantire asso-luta libertà ai giornalisti . La Rivieraed il suo editore potrebbero essereun esempio di editoria “pura”. Se

poi ci mettiamo che in Italia le tariffeper singolo articolo applicate dallesocietà editrici e riconosciute ai colla-boratori sono “ridicole”, il dado ètratto. In queste condizioni, anche setutti i cittadini si aspettano dal gior-nalista una funzione quasi “eroica”appare più che comprensibile l'atteg-giamento di chi non vuol “rischiare”per la propria incolumità personale efamiliare perché non ha nessun tipodi gratificazione personale. Vivere inalcuni paesi con il prepotente diturno accanto induce spesso il croni-sta a fare una valutazione d'opportu-nità che è questa : “ma vale la penadenunciare fatti eclatanti se poi il tuogiornale, quello per cui tu vorrestidare l'anima, neanche ti paga e addi-rittura non ti riconosce neppure glielementari diritti della categoria ?Auspico, pertanto, una riforma che

possa effettivamente difendere lacategoria giornalistica dai poteriforti, dalla censura (in alcuni casiaddirittura preventiva) o da qualsiasilimitazione perché la stampa peressere credibile deve essere libera edindipendente come generalmentedovrebbe essere in uno Stato demo-cratico ma ricordiamoci sempre chel'Italia è l'unica nazione al mondoche, col vecchio sistema analogicotelevisivo, ha consentito ad un sog-getto unico di diventare l'effettivoproprietario di ben 6 reti nazionali (tre finanziate dalle famiglie italiane etre dagli inserzionisti commerciali)senza che nessuno sentisse la neces-sità di approvare in tempi rapidi, puravendone i numeri in Parlamento,una legge che ponesse fine all'evi-dente conflitto d'interessi.

Antonio Tassone

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il reChi è della serie A?

Era ampiamente prevedibile, èsuccesso e succederà chissà quantealtre volte, Mario Balotelli restacomunque il valore aggiunto delcalcio italiano, un ragazzo non da perdonare e giustificare di frontea ogni evidente sbaglio, ma daprendere per mano e condurre sulla retta via.

A Tevez tutto questo riesce benissimo e, anche meglio di lui,questo compito sa svolgerlo GonzaloHiguain che ha dimostrato di valere seancora non del tutto, almeno granparte dei 37 milioni di euro. SuperMario è di nuovo nell'occhio del ciclone, ecco che i suoi detrattori sonodi nuovo saliti in cattedra a esporre e aostentare conclusioni in toto campatein aria, al pari di loro.

SPORT

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A?ANGELO LETIZIA

Cinque giornate sono ancora poche per estrapolarefondate indicazioni e plausibili "tendenze" di stagione,tra i protagonisti c'è ancora molto da collaudare e roda-re, servono più tempo e più lavoro, e nell'attesa ogni giu-dizio è sospeso e da rinviare al tempo opportuno. Ciòche il campionato sembrerebbe invece avere già accer-tato è che la Serie A 2013/14 è agonisticamente meno"povera". Sia chiaro, il gap con altre realtà - PremiereLeague e Liga su tutte - è sempre ampio, la "forbice"però si è attenuata e, anche se a sprazzi, si comincianoad avvertire i sintomi di una certa controtendenza. Leprime gare in calendario hanno evidenziato

una qualità media più elevata rispettoal recente passato e a questo livel-lamento verso l'alto ha certa-mente contribuito losbarco

s u lp i a n e t a

Serie A di "stel-le" prima troppo

lontane e, come tali,osservate con ammirazione e

incanto, ma pure con evidente rasse-gnazione, come galassie splendenti ma

irraggiungibili e distanti. Nel cielo però d'untratto si è aperto uno squarcio e già dalla seconda

metà della scorsa stagione, sono così iniziati di nuovo gliavvistamenti e, poi, finalmente i primi atterraggi. Adinaugurare la galleria di E.T. è stato Mario Balotelli, chedopo essere sbarcato sull'astronave Milan, ne è diventa-ta parte integrante, ne ha assunto il comando e l'ha con-dotta di corsa in Champions League, facendo perfinoluccicare quello che fino a poco prima non solo non eraparso oro, ma nemmeno dell'infima bigiotteria, vedi lasquadra sbiadita e spenta precedente al suo innesto.Quest'estate dai rossoneri-società sarebbe stato lecitoattendersi un intervento più deciso sul mercato, con un"nome" all'altezza d'affiancare a Balo, un pari grado concui fondere e, di conseguenza, elevare e sprigionare deltutto le potenzialità, invece si è finito per fare poco e orache Super Mario è di nuovo nell'occhio del ciclone, eccoche i suoi detrattori sono di nuovo saliti in cattedra aesporre e a ostentare conclusioni in toto campate in

aria, al pari di loro. Era ampiamente prevedibile, èsuccesso e succederà chissà quante altre volte,Mario Balotelli resta comunque il valore aggiuntodel calcio italiano, un ragazzo non da perdonare egiustificare di fronte a ogni evidente sbaglio, ma daprendere per mano e condurre sulla retta via. Adalcuni, se non impossibile, potrebbe apparireun'ardua missione, ma è comunque la strada daseguire, l'unica per salvaguardare un talento che peril calcio italiano è al contempo garanzia per il futuro eicona di vittoria, il palmarès di Balotelli a soli 23 anni èlì a testimoniarlo. Se il Milan a luglio e agosto è stato

a dormire, Juve e Napoli sono invecerimaste ben deste e attente,

così mentre Mario venivalasciato solo a Milano, a

Torino e Napoli hanno spalan-cato le porte (e anche i borsoni)

dando il benvenuto a Carlitos Tevez eGonzalo Higuain. Due star, due su due, suquesto non ci piove. A chiarire le idee a chiancora le avesse annebbiate, sono stati sufficien-ti pochi minuti e le prime giocate d'alta scuolasubito tramutate in gol pesanti, belli e mai banali, apartire da quello a porta vuota e apparentemente"scontato" messo a segno dalla'Apache alla prima gior-nata a Genova contro la Samp, invece palese dimostra-zione del fatto che la vera abilità del fuoriclasse non èsolo segnare ma sapersi trovarsi al posto giusto nelmomento giusto ed essere in grado di fare altrettantocon i compagni di squadra. A Tevez tutto questo riesce benissimo e, anche megliodi lui, questo compito sa svolgerlo Gonzalo Higuain che- tuffo carpiato sullo scoglio a parte e conseguenti puntidi sutura in testa ma, nel caso, non in classifica - hadimostrato di valere se ancora non del tutto, almenogran parte dei 37 milioni (più 3 di bonus eventuale)spesi per lui, senz'altro un eccesso ma imprescindibiliper le ambizioni e le velleità di un calcio spietato, irri-guardoso dal punto di vista economico e concorrenzia-le all'eccesso come quello attuale. Juve e Napoli hannopuntato sugli uomini giusti e possono sorridere, i tifosibianconeri e azzurri hanno gli idoli che meritano. E,nonostante il brutto periodo, lo stesso possono fare ilMilan e i fan rossoneri, perché Mario Balotelli è "oro"ed è loro. E, soprattutto, è il migliore dei tre.

Ciò che il campionato sembrerebbe invece già accertato è che la Serie A 2013/14 èagonisticamente meno "povera". Sia chiaro, il gap con altre realtà - Premiere League e Ligasu tutte - è sempre ampio, la "forbice" però si è attenuata e, anche se a sprazzi, si comincianoad avvertire i sintomi di una prima controtendenza. Juve e Napoli hanno puntato sugliuomini giusti e possono sorridere, i tifosi bianconeri e azzurri hanno gli idoli giusti.

Nome Mario Barwuah BalotelliSoprannome:Super MarioData di nascita:12/ago/1990 (Età 23)Luogo di nascita:PalermoNazionalità:ItaliaAltezza: 189 cm.Peso: 88 Kg.Ruolo: AttaccanteMaglia: 45Nazionale: Italia

Nome Carlos Tévez Soprannome:El ApacheData di nascita:05/feb/1984 (Età 29)Luogo di nascita:Fuerte Apache, Buenos AiresNazionalità: ArgentinaAltezza: 170 cm.Peso: 72 Kg.Ruolo: AttaccanteMaglia: 10

Nome Gonzalo Gerardo HiguaínSoprannome:PipitaData di nascita:10/dic/1987 (Età 25)Luogo di nascita:Brest, Finisterre, FranciaNazionalità: ArgentinaAltezza: 184 cm.Peso: 75 Kg.Ruolo: AttaccanteMaglia: 9Nazionale: Argentina

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Parlandodi...

SPORT

In altre circostanze il derby traMarina di Gioiosa e Sidernoavrebbe favorito ben altro inter-esse mediatico, in questo perio-do, invece, le due squadre nonstanno attraversando un belmomento della loro storia calcis-tica sia in termini di risultati esia in termini di gioco. Perquesto motivo la gara odiernasembra non presentare i grandimotivi d’interesse del passatoallorquando le due compagini siaffrontavano per le alte sferedella classifica e non, comeaccadrà oggi, per la zona bassa.Il Marina di Gioiosa, nella garapersa a Bianco, ha dimostrato di

essere in palla e anche se haperso nei titoli di coda, ha gios-trato alla pari rispetto alla piùblasonata squadra di casa parti-ta, lo ricordiamo, con i favori deipronostici. Il Siderno, dal cantosuo, grazie alla ritrovata vena

realizzativa del suo leader caris-matico, Peppe Carabetta, haottenuto la sua prima vittoriastagionale battendo la matricolaSoriano. Una partita, quella dioggi, i cui punti in palio serviran-no ad entrambe le formazioni

per cercare di ottenere quelliche sono gli obiettivi stagionali.Mister Pasquale Rotondo, allaguida del Marina di Gioiosa,ancora non è riuscito a vincereuna partita e per questo motivoproporrà almeno inizialmenteuna formazione votata all’offen-siva mentre il Siderno cercheràdi opporsi puntando tutto sulleveloci ripartenze dello sgus-ciante Riccardo Rumbo e sulleintuizioni di Cosimo Figliomeni.La nota positiva del Siderno èche quest’anno ha puntato tuttosui giocatori del posto. Forse èquesta la strada giusta.

lr

Lunedì 30 settembre alle ore 17:30, presso il Palazzodella Provincia sito in Piazza Italia a Reggio Calabria,l’Associazione Italiana Arbitri e l’AssociazioneItaliana Allenatori Calcio, organizzano un incontrotecnico per approfondire gli aspetti del Regolamentodel Giuoco del Calcio alla presenza degli Arbitri edegli Allenatori impegnati nei campionati dilettantidella provincia di Reggio Calabria. Durante i lavori,saranno proiettati alcuni filmati.Parteciperanno, perl’Associazione Italiana Arbitri Giacomo Idone

Èil giorno di M.di Gioiosa- Siderno

Sei punti in due partite per il Roccella dimister Galati. Dopo la sconfitta alla primadi campionato con l’Isola Capo Rizzuto,sono arrivate le due vittorie consecutive diRizziconi contro la Taurianovese e quella didomenica scorsa contro il Corigliano. Duecolpi di testa di Pizzoleo e Saffioti con-sentono alla compagine amaranto di viag-giare alla volta di Paola con la segreta sper-anza di poter ottenere l’intera posta inpalio. Un Roccella sorprendente che harotto rispetto al passato rinnovando l’or-ganico e puntando tutto su giovani di qual-ità che garantiscono anche un futuroimportante per la società jonica. Sottoquesto punto di vista la presenza di misterGalati è sinonimo di professionalità, com-petenza e rigore sul lavoro che sicuramentenon potrà che portare nell’entourage della

squadra benefici effetti. La trasferta diPaola giunge a puntino per saggiare le realiambizioni del Roccella che, in caso di vitto-ria, potrebbe davvero pensare di inserirsinelle posizioni che contano anche se si èancora all’inizio della stagione. Ma i repartisembrano ben collaudati, la squadra sem-bra avere un assetto tattico ben definito esono in molti a pensare che il Roccella siesprima meglio fuori casa quando può lib-erare l’estro e la fantasia di un calciatoreimportante come Matteo Carbone. Laritrovata vena realizzativa di Saffioti e lafrizzante verve di Femia potranno crearegrossi problemi alla difesa della Paolanache sinora ha ottenuto solo un punto inqueste prime tre gare di campionato. Ma adecidere tutto, come al solito, sarà il campo.

A..T.

Minuto di raccoglimentoin memoria

di Paolo Zantelli

In relazione all’indicazione del Presidente delConi, Giovanni Malagò, si è disposto l’effet-tuazione di un minuto di silenzio, in occasionedelle gare di tutti i campionati, in programmafino a domenica scorsa, in memoria di PaoloZantelli, tragicamente scomparso domenica sulcircuito dell’Idroscalo di Milano durante la garadel Campionato Europeo Formula 2.

Le designazioni per la 4°di Eccellenza

Le designazioni arbitrali dellaPromozione

La BenestarNatilese domenica scor-sa ha ottenuto la sua prima vttorianel campionato di Promozione. L’haottenuta nella maniera più bella bat-tendo la Bovalinese. E’ stata unagara giocata meglio dall’undici diProcacciante, che hanno soffertosolo i primi 20 minuti, prima di pas-sare meritatamente in vantaggio conSergi e poi raddoppiato conCostanzo. Per la Bovalinese, invece,un passo indietro dopo la bella vitto-ria contro il Siderno. Ieri laBenestar-Natilese ha giocato intrasferta contro il Soriano mentre laBovalinese riceverà tra le muraamiche la Deliese.

La Benestar-Natilese ottiene la prima vittoria in campionato

Roccella: i conti iniziano a tornare1) BOCALE NAUSICAA MUSUMECI DAVIDE CAT2) ACRI SERSALE VARACALLI DOMENICO LOC3) CASTROVILLARI SAN LUCIDO DE NAPOLI IPPOLITO COS4) CORIGLIANO TAURIANOVESE MASSARIA DOMENICO VVA5) ISOLA CR A. ROSSANESE MORABITO SALVATORE TAU6)PALMESE GALLICO-CATONA CAVALIERE ERMES FABRIZIOPAO7) PAOLANA ROCCELLA MICHIENZI ROSARIO LAM8) SAMBIASE GUARDAVALLE CASTORINA SALVATORE ACI

Il sidernese Massimo Cataldo,classifica 4.2. FederazioneItalana Tennis ha vinto il tor-neo di tennis ospitato dal ten-nis club di Ardore Marina di4° categoria che ha visto scen-dere in campo 31 tennisti perlo più appartenenti a circolitennistici della locride. Neltabellone iniziale il testa diserie numero uno Ferragina4.1. di Catanzaro è stato elim-inato da Filippone in semifi-nale e il milanese Morè 4.1 diMilano che si è recato nel nos-tro territorio appositamenteper partecipare al torneo econoscere i luoghi, purtroppoper lui in semifinale è statosconfitto da Massimo Cataldoche poi, in una finale caratter-izzata da buoni contenuti ago-nistici particolarmenteapprezzati dal pubblico pre-sente si è aggiudicato la mani-festazione con il punteggio di6-3 - 6-2.

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Cataldo ok ad Ardore

1) BAGNARESE VILLESE FRANCO EMANUELE LOC2) BRANCALEONE TAUREANA SIGNORELLI STEFANIA PAO3) SORIANO BENESTARNATILESE D'AGOSTINO ANTONIO CZ4) BOVALINESE DELIESE ESPOSITO PINO CRT5) FILOGASO GIOIOSA J INNOCENTE MATTIA COS6) M.DI GIOIOSA SIDERNO GATTO LUCA LAM7) POLISTENA REGGIO M MANDARADONI ANTONINO VVA8) RIZZICONI BIANCO CATANZARO GIANLUCA CZ

Domani a Reggio CalabriaAIAe AIAC insieme in unconvegno di approfondimento

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Presidente della Sezione A.I.A. di Reggio Calabria,Stefano Archinà Presidente del Comitato RegionaleArbitri Calabria e Francesco Milardi Vice Resp.Nazionale del Settore Tecnico dell’A.I.A. Perl’Associazione Italiana Allenatori di Calcio invecepresenzieranno Raffaele Pilato Presidente A.I.A.C.Calabria, Mommo Mesiti Pres Prov Rc e DirigenteNazionale A.I.A.C. prevista anche la presenza delPresidente del C.R. Calabria della L.N.D. SaverioMirarchi.

Ritorna, dopo la pausa estiva, l'appuntamento con il programmasportivo NtaCalabria Sport, un'esclusiva del giornale on linewww.ntacalabria.it Lunedì 30 settembre, dalle ore 20.30 saranno instudio il direttore responsabile Francesco Iriti e la caporedattriceMaria Cristina Condello. L'evento potrà essere seguito in direttastreaming su www.ntacalabria.it, sul digitale terrestre al canale 632,sulle frequenze della radio e sui siti radiostudio95.it, gioiasport.come strettoweb.com

Abbiamo incontrato in D.T. del CentroStudi Karate, cintura nera 4° dan,Vincenzo Ursino, accompagnato dalDirettore dell'Hotel “Casa delGourmet” di Siderno, MimmoFigliomeni, che sponsorizzerà il prog-etto “Karate Giocando” mettendo adisposizione i propri locali . Il Progetto- esordisce il D.T. Ursino - si rivolge abambini e ragazzi compresi nella fasciad'età tra i 6 e i 13 anni ed è offerto informa Gratuita.Quali sono le finalità del Progetto“Karate Giocando” ?Fondamentalmente, il voler offrire airagazzi una proposta operativa, relati-va ad una pratica sportiva ben radicata

nel territorio, che ha le caratteristichedel gioco sportivo educativo e formati-vo. Tale attività motoria è realizzatacon la partecipazione attiva di tuttiragazzi/e, senza discriminazione alcu-na, nel rispetto delle regole e dellepotenzialità di ognuno. Peraltro - con-tinua Vincenzo Ursino - nei program-mi ministeriali della Scuola, il movi-mento viene definito “linguaggio total-mente integrato nel processo di matu-razione dell'autonomia personale chetiene presente gli obiettivi formativi daperseguire in rapporto a tutte ledimensioni della personalità”; inquest'ottica, il karate si presenta comepratica sportiva che armonizza in

modo completo l'area morfologico-funzionale, l'area intellettivo-cogniti-va, l'area affettivo-morale e l'areasociale per lo sviluppo della personal-ità”. Per concludere cosa vogliamo aggiun-gere?Che, comunque, terremo conto dei piùpiccoli senza tralasciare gli adulti.Infatti si svolgeranno corsi per attivitàAgonistiche, Amatoriali, diAvviamento allo Sport e di DifesaPersonale con la possibilità di unPersonal Trainer. Insomma, ce ne saràper tutti, all'insegna dello sport.

Sporting Locri, oggi l'esordio in campionato col Castellana Grotte Inizia stasera il campionato diserie A Figc di calcio a 5 femmi-nile che quasi sicuramentevedrà lo Sporting Locri prota-gonista in una stagione sportivache si preannuncia calda edimpegnativa con 26 partite ingiro per l’Italia meridionale. LoSporting Locri, al secondo annonella massima serie, punta dav-vero in alto in questa stagione,con l’obiettivo chiaro di esseretra le prime squadre a conten-dersi i play off. La compaginelocrese, tra le cinque calabresiche militano nel campionato delgirone C, si presenta tra le piùattrezzate con una panchinaguidata dall’allenatrice

Nicoletta Sergiano, un mistercapace di trasportare il gruppodelle atlete a raggiungere meteimportanti. Il mercato delloSporting gestito e seguito daldirettore generale FerdinandoArmeni, è stato ricco di colpi discena. Sono giunte a Locri atle-te giovani, straniere, qualificate,esperte e determinate a farbene e a rinforzare la rosa giàben solida delle amaranto. Adisposizione di mister Sergianoci saranno Giusy Ceravolo (con-fermata), Greta Guerra(nuova), Sandra Buitrago(nuova), Daniela Babuscia(confermata), Cecilia Roldan(nuova), Imma Sabatino (con-

fermata) Antonella Sabatino(confermata), Antonella Corio(confermata), Lina De Vita(nuova), Lucia Ponzo (nuova),Azzurra Agostino (conferma-ta), Chiara Loiacono (nuova),Maria Antonietta Todarello(confermata), Francesca Ierardi(confermata), Gigia Capalbo(nuova), Daniela Marzano(nuova) e gli ultimi acquistiSamanta Fragola e CostantinaCucciniello. Alle ore 17.00 alPalazzetto dello Sport si gio-cherà contro la squadra delCastellana Grotte.

lr

la Riviera

Due giornate per onorare la memoriadel mitico campione olimpico PietroMennea, scomparso prematuramentea marzo di quest’anno, ricordandone legrandi doti umane e sportive e traen-done il giusto stimolo per rifletteresulla necessità di contrastare il semprepiù diffuso ricorso al doping nellosport. E’ quanto si propone l’evento daltitolo “Ricordando Pietro Mennea,l’Uomo, l’Atleta. La lotta al doping”,organizzato dall’assessorato allo Sportdel Comune di Roccella Jonica pervolontà dell’ assessore GabrieleAlvaro, in collaborazione conl’Oratorio parrocchiale. L’iniziativa si

svilupperà attraverso una tavola roton-da e un successivo incontro - dibattitocon gli studenti delle scuole superiori,programmati rispettivamente nellegiornate di domenica 29 (ore 17.00 Saladel Consiglio comunale) e lunedì 30settembre (ore 8.15 Auditorium comu-nale) nella cittadina jonica. A ricordarela figura dell’indimenticato velocista diorigini pugliesi, soprannominato la“Freccia del sud”, ci saranno degli ospi-ti che gli sono stati accanto nella vita enella carriera e degli esperti del mondodella medicina, dello sport e del gior-nalismo, impegnati anche nella lotta aldoping. Ai lavori della tavola rotonda e

dell’incontro – dibattito, dopo i salutidel sindaco di Roccella Jonica,Giuseppe Certomà e l’introduzionedell’assessore allo Sport GabrieleAlvaro, interverranno: l’avvocatoManuela Olivieri Mennea, moglie delcampione olimpico, vicepresidente eco-fondatrice della “Fondazione PietroMennea”; il prof. Dario D’Ottavio,biochimico clinico, referente delConsiglio nazionale chimici per il dop-ing e consulente della Procura dellaRepubblica per i reati di doping; il prof.Ciro Indolfi, direttore della Cattedra diCardiologia dell’Università “MagnaGraecia” di Catanzaro e dirigente

dell’Unità operativa di Cardiologiaemodinamica Utic dell’aziendaospedaliera “Mater Domini” diCatanzaro; il campione olimpico emondiale di canoa Daniele Scarpa (29titoli assoluti e 10 di categoria di cui 2Coppe del Mondo, 2 Campionati delmondo, 1 Oro e 1 Argento alleOlimpiadi di Atlanta); la campionessaparaolimpica di tiro con l’arco SandraTruccolo (due volte Campionessa delMondo, una volta d'Europa, 2medaglie d'Oro ad Atlanta e Sydneynelle Paraolimpiadi); il giornalista diTele Radio Stereo e Tele Roma 56 NinoSantarelli. (lr)

Roccella, un week end per ricordare Pietro Mennea

Partirà in Ottobre a Siderno “Karate Giocando”

Ritorna NtaCalabria Sport

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Polaroid

Libri

AMEDEO MACRÌ

Recensire un libro non è mai una cosasemplice, soprattutto quando si cono-sce l'autore, ma la pubblicazione di “Lascuola a pezzi” di Antonio De Leoedito nella collana “I libri saggi” dellaCasa Editrice Robin Edizioni costitui-sce un appetibile momento di riflessio-ne rispetto a quello che è (o meglio èstato) il mondo della scuola.Generalmente le recensioni rivestonoun carattere “mieloso” che spesso evolentieri nascondono le reali conside-razioni intorno alle tematiche trattate,ma forse servono ad accattivarsi la sim-patia dell'autore o per vendere qualchecopia in più.Il tentativo che cercherò di fare nelriflettere sul contenuto del libro è quel-lo di rifuggire da qualsiasi forma di“accomodamento culturale” nel con-fronti dell'autore, al quale sono legato,non foss'altro, da una fattiva ventennalecollaborazione scolastica presso l'ITC“Marconi” di Siderno.Già la immagine della copertina è unprogramma, difatti la presenza del mar-telletto (sembrerebbe quello di unortopedico alle prese con i riflessi alginocchio) è in perfetta contraddizionecon la rigorosità del titolo e per la qualesi sarebbe potuto associare meglio un“mazza” da fabbro. Non sappiamo chi abbia creato lacopertina, certo è che ha interpretatobene il carattere dell'autore nel senso diuna “doppia”o “ambigua” volontà, cioèquella di descrivere una scuola comple-tamente in rovina, ma al contempolascia trasparire il desiderio di qualcosache potrebbe essere rimessa in sesto.Quello che l'autore vuole trasmetteredalle pagine del libro è una provocazio-ne a tutto campo, che per alcuni versisembrerebbe non guardare in faccianessuno e lo fa proprio lui che già intenera età respirava aria di scuola permotivi parentali. La sua disamina del mondo scolastico èimpietosa; sembrerebbe che tutto siauno sfascio e di citazioni ne fa tante inun mix statistico che verrebbe da rabbri-vidire se dovesse essere realmente veroquanto sostiene. Proprio su questoaspetto non possiamo non condividerequanto detto da Vito Pirruccio (dirigen-te scolastico) nella presentazione dellibro a Roccella: come si fa a non tene-re conto delle dinamiche sociali che sisono avute nel corso del tempo? Comesi fa a ritenere la scuola un “isolotto”

(non ci riferiamo a quella di Barbianadi don Lorenzo Milani- altri tempi)perennemente sovrastato da ondedistruttive? E così di seguito.La sua disamina è senza peli sulla lin-gua e benché sia suffragata da dati sta-tistici, di essi viene data una asettica let-tura in un “groviglio” tematico difficileda sbrogliare. Non pare che ci sianodelle precise indicazioni delle responsa-bilità attribuibili ad alcuno sul livellodello sfascio della scuola. Non parealtresì che ci siano delle indicazionirispetto al valore culturale dei contenu-ti didattico-disciplinari strettamentecollegati con i cambiamenti che repen-tinamente avvengono nella società.Non è stato l'autore ad affermare che cisono alunni che conoscono l'uso delcomputer meglio dei professori (anchequelli di informatica)?Certo, sembrerebbe molto disdicevole,che una valutazione totalmente negati-va provenga dall'autore che, piaccia ono, è stato, quantomeno a livello regio-nale, uno dei protagonisti attivi dellascuola, e che possiede un impareggiabi-le patrimonio politico (… che andavaoltre la sinistra tradizionale).E allora, seppur schematicamente, ci sichiede come sia stato possibile neglianni '70, sull'onda della rivoluzione stu-dentesca, a margine della nascita deidecreti delegati, sostenere una anomalaforma di trasversalismo pseudo-politiconei distretti scolastici - guarda un po' -per una gestione “democratica” dellascuola. Si obietterà: è colpa dei partitipolitici. No comment!

E allora, bisogna scoprire l'acqua caldaper saper che l'edilizia scolastica rap-presenta uno dei mali endemici dellascuola italiana e che il livello di sicurez-za e di incolumità degli utenti è ridottaa zero ( lei ricorderà la laguna che sicreava al 1° piano della nuova strutturadell'ITC nelle giornate di pioggia). Idati statistici sono inoppugnabili, ma lecriticità sono rimaste. Si obietterà: ècolpa delle istituzioni e dei partiti politi-ci.E allora perché considerare inefficaci eimproduttive le varie attività progettua-li extra-curriculari (Pon-Por e quant'al-tro) che si sono sviluppate nelle regionimeridionali riconducendole alla elargi-zione di miserie economiche non solo adocenti, ma anche a dirigenti scolasticie a direttori amministrativi. Valutazioninon pienamente veritiere se si tieneconto delle esperienze formative effet-tuate (vedi ad esempio corsi di lingua etirocini all'estero).E allora è proprio vero che oggi il Ds lopuò fare anche un collaboratore scola-stico? Senza nulla togliere ai collabora-tori scolastici ci pare estremamenteriduttiva l'affermazione e non certa-mente professionalmente qualificanterispetto allo spirito della normativa sul-l'autonomia scolastica e sul modo diconcepire la gestione di una o più istitu-zioni scolastiche. Si obietterà: è compli-cato coordinare le attività delle scuole,soprattutto quando si tratta di accorpa-menti verticali e/o scuole poste in sitidiversi. Ma il “manager” non potevanon sapere quali sarebbero stati glioneri e gli onori con i quali si andava acozzare se è vero che, come afferma lostesso autore “ … Anch'io, per esseretecnologizzato e diventar manager , hofrequentato uno di quegli inutili corsitenuti da una delle tante sconosciuteagenzie formative, affidataria delMinistero e lautamente pagate.Ricordo che l'unica preoccupazione dinoialtri aspiranti manager era quella diassicurarci le presenze per aver ricono-sciuta la validità del corso….”. Certo“vista la sua completa inefficienza” nonsi poteva pretendere da parte di tanticorsisti un rinnovato spirito “rivoluzio-nario sessantottino di contestazioneglobale”, epperò - visti i presupposti for-mativi manageriali si poteva anchericorrere ”all'istituto della rinuncia”.E allora se quanto detto sopra rispondeal vero, non ci si può meravigliare deglieffetti a cascata che si incontrano nelcorpo docente. Sarebbe stato molto

fantasioso ritenere immune la classeinsegnante rispetto al concetto dellameritocrazia dell'“appartenenza”. È unconcetto che purtroppo coinvolge lasocietà nel suo complesso che privilegiaappunto l'appartenenza e non l'essere.E' sotto questo profilo che le denuncedell'autore sul livello di preparazionedella classe insegnante è sempre piùbasso e demotivante e si domanda “…se esiste un insegnante ideale…” ocome Paola Mastrocola determinare“… quanti sono bravi…”.Non è semplice per nessuno risponderea simili quesiti, né tantomeno utilizzaremetodi comparativi con altri paesi stra-nieri (Finlandia, Corea del Nord, ecc.),né ancor di più pensare di traslaremodelli di istruzione da altrettanti paesistranieri, senza tenere in opportunaconsiderazione una serie di differenzia-li elementi storici, politici , ambientali,culturali, sociali e quant'altro.“Il libro di De Leo”, afferma RenatoGargiulo (DSGA - I.I.S. “Marconi”) -“è una foto in bianco e nero ….. doveprevale il nero senza fine. E non si trat-ta di pessimismo, ma di nuda e crudarealtà”. Quindi una “nuda e crudarealtà” che vuole trasmettere sapendoche non si tratta del “più certo modo ditrasferire agli altri i confini del propriosapere e di non trapassarli. (PensieriLXXXVI-Giacomo Leopardi)”E' stata una provocazione la stesura diquesto libro, che purtroppo avviene inmaniera tardiva rispetto alla sua vita“dentro la scuola”, come se l'autorefosse stato per tutta la sua vita scolasti-ca un “allogeno” ossia un forestiero delluogo. Come dire un'analisi ex-post, quasi conaria distaccata. Ma com'è strano questopaese. La responsabilità è sempre diqualcun altro. Pazienza. Tuttavia questolibro, sebbene di non facile lettura,rimane uno strumento utilissimo perriflettere. De Leo - tanto per riprende-re un adagio ambientale - ha ritenuto di“pensare globalmente e agire local-mente”. Così è stato?“La scuola è un luogo di rivalità accani-te” scrisse Lev Trockji ne La mia vita.Non sappiamo quanto ci sia di rivolu-zionario in questa affermazione, certo èche sarebbe una vero disastro per lenuove generazioni se ciò dovesse esserevero e perpetuarsi nel tempo.

RECENSIONE:LA SCUOLA A PEZZI DI ANTONIO DE LEO

Giosofatto Pangallo,Ondina dai capelli fluenti e le allegreamicheProfili di donne seducenti.Calabria Letteraria Editrice, 2013.

Un cadeau letterario veramente inconsuetoe stupefacente quello dell'amico scrittoreGiosofatto Pangallo (Ondina dai capellifluenti e le alle-gre amiche Profili di donneseducenti).In questo volume di recente pubblicazione,ma dalla lunga e sofferta medi-tazione(come annota lo stesso Pangallo nella notaintroduttiva), l'autore, nei panni di Giorgio -un ex compagno di scuola ritornato in paeseper le festività natalizie - esplora il mondodella donna, un universo complesso evariegato da qualunque angolazione lo siscandagli.Innanzitutto appareopportuno sottolineare, inprimis, che si tratta di un li-bro coraggioso, nient'affattodi tenore maschilista,dall'andamento introspetti-vo-catartico-rigeneranteancorchè patologico peraltri versi, in cui confluisco-no, in simbiosi virtuosa colprocesso autoanalitico delprotagonista-narratore(“Ti confesso… cheraccontare… è stato perme salutare”) eliberatorio (“libe-razione di qualcosa cheportavo dentro… comeuna zavorra”),tramature in-dubbiamentepsicopedagogiche nel senso più ampio deltermine, nonché un fondo di religiosità-spiritualità forse inibente ovvero salvifico.Come in una lunga e voluttuosa dissolvenzasi materializzano, nei ricordi di Giorgio,quindi, le figure di Ondina (remissiva egarbata), di Clara (insa-ziabile, inquieta espregiudicata), di Rosa (di modestaintelligenza e vanitosa), di Vilma (impulsivae insolente), di Stella (sorniona edisponibile) di Eloisa (smaniosa esuperbiosa).Sembra di sfogliare, a tutto tondo, l'universofemminile di un quotidiano non stereotipatoe neppure molto lontano né nel tempo nénello spazio, quello secretato nei millesotterfugi per raggiugere lo scopo(degradarsi in maniera forsennata e senzavergogna), il leit-motiv, in fondo, di ciascunadelle prota-goniste. Interessanti e pertinentirisultano i richiami letterari.Mi pare opportuno, infine, a chiosa di questebrevi note, sottolineare come si percepisca,pagina dopo pagina, carattere dopocarattere, la ricerca spasmo-dica del tempoperduto o delle occasioni svanite.

Agostino Formica

Ondina daicapelli fluenti e leallegre amiche... Ovvero i pezzi

della scuola

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 28

I bambini noncercano più

le conchiglie

CULTURA E SOCIETÀ

Anche quest'anno il Kaulonia Tarantella Festival èstato un successo. Gente da vicino e lontano,attratta dalla musica, dai laboratori, dall'atmosferanarcotizzante della terzina zoppa e frenetica.Non se ne poteva più dei concerti di vecchie star inpensione con dentiere e parrucche che le ammini-strazioni locali ci proponevano ad ogni angolo finoa un decennio fa. Tutte d'oltre Pollino, rigorosa-mente, con minimo 4\500 km di viaggio alle spalle.Oggi ci gustiamo la musica della nostra terra,ascoltiamo canzoni nel nostro dialetto, finalmenteun poco fieri di quello che siamo.Per la verità se andiamo a guardare il cartellonedel Kaulonia Festival ci rendiamo conto che conti-nuano a dominare le realtà musicali d'oltrePollino, quest'anno, come l'altr'anno, come quelloprima. C'è sicuramente la presenza del nostroMimmo Cavallaro, la cui crescita artistica procedea passi da gigante, da cantante e ricercatore, a lea-der di un vero e proprio movimento musicale, adirettore artistico. Per il resto più che tarantella c'ètanta taranta, al Festival di Caulonia, tanta musicacampana e pugliese.Lasciamo perdere i discorsi dei puristi che vorreb-bero vedere e sentire soltanto lire calabresi, zam-pogne e chitarre battenti, che vorrebbero danzaresoltanto al ritmo dell'organetto. Un festival è nonsoltanto un contenitore ma anche e soprattuttooccasione d'incontro e confronto, di esplorazionedei limiti, di sperimentazione.Ci siamo confrontati sulla questione con gliInvece. Definire la band di reggae bovalinese sem-plicemente un gruppo musicale significa fare untorto alla loro storia. In anticipo su tutti, gli Invece ci hanno aperto leorecchie sul mondo, con testi che hanno resoonore al nostro dialetto, dimostrando che eracapace di esprimere concetti ben più complessidelle storie d'amore o di sdegno, dimostrando che

era capace di dire la contemporaneità. Uo-Cìricorda il Peruzzi Gino di Gaber.A loro il Kaulonia Tarantella Festival ha riservatouna mezz'oretta di concerto tre anni fa, non retri-buito, come un gruppo emergente qualsiasi.«Forse ci doveva essere un rimborso spese e inve-ce neanche la cena promessa ci hanno offerto»,dice Peppe De Luca, segno dello scarso rispettocon cui sono stati accolti. «E' inutile, siamo fatticosì noi calabresi, con quest'abitudine a prendercitutta la torta e senza condividere una fetta con chici sta vicino», commenta Sasà Scoleri. Perché aben vedere qualche nome calabrese appare nel

circuito del festival, ma sono sempre gli stessi. ConSasà e Peppe è difficile parlare di cose locali senzache poi il discorso si apra al mondo e si rivolga lon-tano nello spazio o nel tempo.L'esempio degli Invece è emblematico anche sel'elenco degli esclusi si potrebbe allungare (adesempio citando i Koralira). Esiste il circuito diCalabria Sona che i maligni descrivono come chiu-so a chi non vi faccia parte. Triste. Dice Sasà: «LaCalabria ha bisogno di cambiare, se non riusciamoa darlo noi con la musica, un segnale di cambia-mento, come speriamo che avvenga?»

Daniele Mangiola

Stamattina il mare era in tempesta; nientebarca, niente nuoto, ho fatto una lunga pas-seggiata sulla spiaggia ammirando l'attorci-gliarsi delle onde e il loro stanco spegnersisulla battigia. Il mare è meraviglioso, qua-lunque sia il suo incedere mi dà un senso dipace; forse è l'ineluttabilità del movimento;forse è la vista dell'orizzonte, forse è la per-cezione terrena dell'infinito. Da questi pen-sieri, che mi tenevano immerso in una sortadi mistica contemplazione, sono stato distol-to da un rumore strano, che diventava sem-pre più nitido man mano che mi avvicinavoal lido. A poca distanza da me c'era un ragaz-zino, dall'apparente età di 10 - 12 anni, ilquale aveva in mano un attrezzo infernale,penso uno smartphone con touchscreenn,sul quale le dita lavoravano a una velocitàraccapricciante mentre con i piedi calciava,

senza pause e con adeguata abilità, una bot-tiglia di plastica, regalo improbo degli umanialla natura inerte. Da anni non cerco piùconchiglie; non ci sono più, al loro posto cisono mozziconi di sigarette, buste bottiglie,bicchieri e ogni indistinta sporcizia, metico-losamente posizionata con l'unico scopo diimbrattare e distruggere la spiaggia.Qualcuno dirà: dove è la novità? È vero,ormai dappertutto è così anzi la montagna èanche peggio; da Mangiatorella a SerraS.Bruno non c'è spiazzo vicino la strada chenon sia coperto da plasticume vario, con l'ag-giunta di lattine, di copertoni, carcasse diautovetture e elettrodomestici dismessi.Guardando quel ragazzino, però, mi sonovenute a mente le parole di una mia cono-scente: «Mio figlio è un genio; pensa non hanemmeno quattro anni e usa lo smartphone

meglio di me, per non parlare del compu-ter...». Il ragazzino non scrutava il mare; ilsuo sguardo era assorto nella contemplazio-ne di un oggetto, super tecnologico, magi-stralmente colorato, dai suoni delicati masempre “oggetto”! Il ragazzino non cercavaconchiglie, non guardava la spiaggia e il suolento rimodellarsi, accarezzata dalle ondedel mare ma si distraeva solo per prendere acalci la bottiglia di plastica. Ho aspettato esperato che raccogliesse quella cazzo di bot-tiglia e la buttasse in uno dei cestini del lidoma si è trattato di una speranza vana. Holetto, a suo tempo e faticosamente, ilCapitale di Marx; uno dei pochi passi chericordo è questo: “ Il capitalismo maturoprodurrà mostri”! Chi di noi ha veramente ilcoraggio di dargli torto?

Pietro Alvaro

È stato presentato mercoledì 25 settembre a Largo San Nicolello(Badia) nel centro storico di Caulonia, in occasione del 150° anniver-sario della nascita di Vincent Raschellà, cauloniese artista, inventoree pioniere dell'aviazione, il progetto “La memoria ritrovata”. Il dibattito è stato moderato da Maria Teresa D’Agostino e sonointervenuti Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura RegioneCalabria, Giovanni Riccio, Sindaco di Caulonia, Enzo Di Chiera,responsabile progetto, Mimmo Candido, esperto di aviazione, Mario

Vasile dell'associazione sportiva “38° FlyZone”, Mimmo Cavallaro, musici-

sta, Paolo Imperitura, videomapping e reading, Karla

Licano, traduttrice, PinoCircosta, videoproiezione.

Poco si sapeva, soprat-tutto nella sua cittànatale e in Calabria, diVincent (Vincenzo)Raschellà, nato aCaulonia il 25 set-tembre 1863 emorto nel NewJersey nel 1957,eccezionale pionieredel volo e antesigna-no dei fratelli Wright.

Dopo anni di vanitentativi, il 25 settem-

bre 1889, in localitàScrongi, Vincenzo

Raschellà, in paese detto“Vici u pacciu”, con un alian-

te da lui costruito e battezzato“Il falco”, vede finalmente realizza-

to il suo sogno, ben tredici anni primadello storico volo dei fratelli Wright.

Spetta ad Enzo Di Chiera, curioso e appassionato di storia dell'e-migrazione, il merito di aver riportato alla luce questa incredibile sto-ria. In seguito a meticolose e approfondite ricerche, grazie alla prezio-sa collaborazione di Maria Elisa Campisi, Pino “Puccio” Circosta ealla pazienza di Maria Roccisano, responsabile dell'ufficio anagrafe,con questa straordinaria scoperta si apre un nuovo e inedito scenariosulla veridicità storica del primo volo, ufficialmente effettuato il 17Dicembre 1903.

Presentato il progetto “La Memoriaritrovata”

Vincent Raschellà, il pioniere dell’aviazioneviene ricordato a Caulonia

sulla cresta dell'ondaTarantella

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DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 29

Quale futuro per la Festa di Portosalvo?

Rave party.Ognuno è artefice del

proprio destino

Bisogna remare sulla barca della Madonna

Siamo seri. No, dico, siamo seri. C’èqualcosa in tutta la fiera diPortosalvo, ma dico tutta tutta, chenon si potesse trovare a minor prezzoin un negozio vicino o su internet, ingaranzia, senza spese di spedizione econ reso gratuito? Se parliamo di mandorle caramellatee mostaccioli, siamo d’accordo. Ma ildiluvio di ciabatte, mutande, anellinidi plastica, borse che più finte non sipuò…ne sentivamo davvero il biso-gno? Sentivamo il bisogno di dvd piratatinell’epoca dello streaming? Di pan-taloni della taglia sbagliata, di calzecinesi vendute come cotone italiano? Di certo non ho trovato quello che miserviva: una city mug col tappo davve-ro ermetico e un copriteiera imbotti-to. Magari qualche libro fuori catalo-go, di quelli che devi “scatarnare” sueBay. O una compostiera sottocosto. Macché. Solo custodie per telefoninie tovaglie che a comprarle da catalo-go spendi meno. Che tipo di acquirente può essereattirato dalla fiera di Portosalvo?Solo i distratti, quelli che casualmen-te passano in un posto e compranoqualcosa. Chi, in poche parole, escetanto per uscire, in maniera un po’

apatica, solo per sentirsi parte delpaese trasformato in un interminabi-le mercatino. Non ci si ferma nean-che più a parlare con gli amici, tantogli “amici” quando possono di accol-tellano alle spalle. Non c’è un realesenso dell’appaesamento né nellafesta religiosa, né nella fiera commer-ciale. E a Siderno si devono soppor-tare quattro giorni di rumori, schia-mazzi, musica, sporcizia, per ottenerepoi cosa? Un diluvio di porcherioleche neanche regalate e un trafficoschizofrenico? No, grazie. Quando finisce la danna-ta fiera, io ritorno a respirare. Nonche il traffico torni alla normalità:ormai la “normalità” non esiste più. Per avere un senso, la fiera commer-ciale dovrebbe prendere due strade:o quella della varietà dei prodottiesposti e dell’economicità dell’offer-ta, o quella dell’artigianato locale dialta o altissima qualità. In brevedovrebbe arrivare ad essere una sortadi “Amazon” popolare, o un luogodove trovi ciò che non puoi trovarealtrove. Un po’ come una volta,quando c’era il mercato del bestiame,il vasaio, il cestaio. A farlo. Ci vogliono soldi e strutture. Un sacco di paesi, specie della zona

della Toscana, hanno letteralmentecostruito la loro fama nazionale einternazionale su eventi di tipo folk-loristico e religioso. E dietro allafama è venuto il commercio, che nonè solo quello spicciolo dei souvenir,ma quello grosso, del turismo tuttol’anno, delle foto sulle riviste patina-te, del commercio immobiliare. Allora, signori miei, bisogna saliretutti insieme sulla barca dellaMadonna e iniziare a remare. Perchéla Festa di Portosalvo questo ha: laregata con la Madonna. Bisogna cheattorno a questa celebrazione si creiaura, mistero, attesa, happenning,evento.Il mare, che per noi è stata via dicomunicazione e via commerciale,potrebbe essere la soluzione a quelloche tra pochi anni diventerà un verorompicapo. Se si darà slancio a questo aspettoetnologico e religioso, che è in assolu-to il più affascinante tra le celebrazio-ni, anche perché avviene in acqua,che per un mediterraneo è come unaseconda casa, potremmo pensare diavere qualche carta da giocare. Ora come ora non abbiamo neancheun tris.

Lidia Zitara

Giunti al termine dell'estate prendiamocoscienza di una problematica o, per alcu-ni, particolare estivo: i rave party. Possiamoporci delle domande per quanto riguardal'antitesi "problematica-particolarità".Effettivamente affermiamo che un qualco-sa sia particolare quando c'è un quid che lorende diverso o, per meglio dire, qualcosache lo faccia distinguere. Per la verità sideve affermare che da anni ormai l'affluen-za dei rave party regna sovrana tra i canonidello spirito giovanile ed è proprio questoil punto debole della società: lo spirito gio-vanile. Animo colmo di iniziative, voglia divivere e spasmodica ricerca di divertimen-to. Sono questi i caratteri che rendonounici i giovani. Sete di divertimento chescade nel pericolo e per tale si intende"movida". Qui non si tratta di un luogo in

rilievo tra tanti, ma è una questione di tuttal'area ionica. Chissà che tipo di bevandealcoliche sono state vendute nei locali not-turni. Chissà se di qualità o meno?Innumerevoli le bottiglie di vodka vendute.Qui un appello di rilevante importanza vaai genitori. Dov'è finito il ruolo del paterfamilias? Dove sono i valori della fami-glia?-tutte cose antiche-direbbe così granparte della popolazione. Eppure, i suddet-ti, sono interrogativi di un certospessore.nella società odierna un ruolo dirilevante importanza viene occupato anchedalla figura materna, la quale dovrebbeessere rigida nello svolgimento della pro-pria carica. Si deve però considerare il fattoche la figura materna tende ad essere piùduttile rispetto a quella paterna. Ciò vale adire che la complicità in famiglia, soprat-

tutto tra i genitori è di fondamentaleimportanza e che quest'ultima spesse volteviene meno per svariati motivi. In contrap-posizione alla complicità tra genitori,vi èquella tra genitore e figlio, la quale tende adanneggiare la crescita e lo sviluppo deiragazzi. Penso che sia meglio sentirsi biasi-mati da un figlio che non possa esagerarein ciò che fa piuttosto che vederlo starmale, nella migliore delle ipotesi per uncoma etilico. Vogliamo veramente ingloba-re nel concetto di emancipazione cose chenon stanno ne in cielo ne in terra? Forsealcuni lo farebbero solo per dimostrare allamassa, e dico massa perché può esseredefinita solo come tale, l'evoluzione deltutto negativa di questo popolo.Comprendere che adolescenti di quindicianni tornino a casa all'alba e sotto effetto

alcolico è del tutto svenevole. Capire a cosaporta l'omologazione è una profonda delu-sione. Al giorno d'oggi tutto quello che suc-cede ha come causa l'omologazione,conformazione giovanile, ma non solo! Chipuò essere garante del fatto che i giovaniingeriscano bevande accuratamente con-trollate? Chi in un rave party potrebbe maigarantire la salute dei vostri figli?nessuno!Pertanto: dobbiamo allontanarci dall'u-niformazione, la quale ormai sta diventan-do un vero e proprio cancro sociale edessere meno flessibile nei confronti deivostri figli al fine di garantire loro un futu-ro sano, ma soprattutto una vita futura! Lamia non è un esortazione, ma semplice-mente un invito a fare dei vostri figli dellepersone vigorose. Ognuno è artefice delproprio destino, a voi la scelta!

Per il terzo anno consecutivo, il volonta-riato di Protezione Civile, le istituzioni eil mondo della ricerca scientifica si impe-gnano insieme per “Terremoto io nonrischio”, la campagna informativa nazio-nale per la riduzione del rischio sismico:oltre 3.200 volontari di 14 associazioninazionali di protezione civile hanno alle-stito nella giornata punti informativi “Ionon rischio” in 215 piazze, distribuite suquasi tutto il territorio nazionale, persensibilizzare i propri concittadini sulrischio sismico. L'iniziativa è promossa dalDipartimento della Protezione Civile edall'Anpas-Associazione Nazionaledelle Pubbliche Assistenze, in collabora-zione con l'Ingv-Istituto Nazionale diGeofisica e Vulcanologia e con ReLuis-Consorzio della Rete dei Laboratori

Universitari di Ingegneria Sismica e inaccordo con le Regioni e i Comuni inte-ressati. Ieri e oggi, domenica 29 settembre, dalleore 9:00 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00alle ore 20:00 in contemporanea con lealtre piazze in tutta Italia, i volontari del-l'associazione L.A.Do.S. in collaborazio-ne con il CIPC (centro italiano protezio-ne civile) di Siderno - Camini - Natile diCareri partecipano alla campagna“Terremoto io non rischio” con puntiinformativi allestiti in piazza Zaleuco aMarina di Gioiosa Jonica nella regioneCalabria per distribuire materiale infor-mativo, rispondere alle domande dei cit-tadini sulle possibili misure per ridurre ilrischio sismico e sensibilizzarli a infor-marsi sul livello di pericolosità del pro-prio territorio.

“Terremoto - io nonrischio”la campagna nazionale per la riduzionedel rischio sismico

International Police AssociationIncontri a Lamezia e a San Marino(con Michele Galluzzo per la Locride)Simpatico incontro a Lamezia Terme trala delegazione I.P.A. della Calabria e unqualificato esponente dell' I.P.A. diMontreal, Gilles Theberge, presidentedel sodalizio canadese, in vacanza in Italiacon sua moglie, accolto in un piacevoleconvivio serale dal comitato localeCatanzaro - Lamezia (presidente RosarioMessone, vicepresidente ParavatiGioacchino) e dal presidente della 18aDelegazione Calabria, VincenzoSeverino. Il Comitato della Locride erarappresentato dal suo vicepresidenteMichele Galluzzo (accompagnato dallamoglie Giuliana), che in assenza del pre-sidente Giuseppe Cusumano ha porto ilsaluto di rito. Alla serata ha partecipatoanche il dottor Francesco Marcianò, dellaPolizia di Stato. Al tesoriere del sodaliziocalabrese, Carlo Cilento, è stato conse-gnato un “attestato di fedeltà” all'IPA, anome del comitato nazionale.L'IPA della Locride è particolarmente

attiva: ultimamente il suo vicepresidenteMichele Galluzzo si è recato, con i rap-presentanti dell'Associazione di PompeiCarlo Cozzolino e Orazio Gualtieri, invisita ufficiale alla delegazione dellaRepubblica di San Marino. Sono statiaccolti dal comandante del Corpo delleGuardie della Rocca Livio Lettoli e, pres-so la sede nazionale della Polizia Civile(dove opera anche una struttura diProtezione Civile), da membri del diretti-vo IPA (Sabrina Paoletti, Peter Guerra eMaurizio Taddei). Visita di amiciziaanche al comitato di Cesena, presiedutodal carabiniere in pensione MaurizioGiannini. L'I.P.A. è un'associazione apoli-tica, presente in 61 Stati nei cinque conti-nenti. Conta nel mondo oltre 375.000aderenti, di cui circa 15. 000 solo in Italia.Persegue scambi culturali, turistici e pro-fessionali tra appartenenti alle diverseForze di Polizia, attraverso manifestazionidi vario genere.

Errata corrige

La settimana scorsa a pagina 20 c’era un errore nel

titolo della lettera della signora Maria Giovanna

Sassone. Il titolo corretto era “Il Trenino risponde

all’assessore Giurleo”. Ci scusiamo con i nostri lettori.

NAZARENO MURDACA

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All’ attacco!!!

Parlandodi...

Spassosi

A.A.A.Abbracciatissimi

Un bacio dalla Riviera Maya

Se la musica ce l’hai nel sangue

Che stress...

ATTUALITÀ

Eterna giovinezza

L'affascinante racconto dello scrittorecalabrese è un percorso intenso ed affas-cinate, attraverso la scoperta di un raffi-nato simbolismo che circonda ogni indi-viduo nella propria vita.Demaria scrive: “Dal desiderio diconoscere e dal coraggio nascono quelleche poi vengono definite imprese o scop-erte. Dalla paura non nasce mai niente”.Questo testo rappresenta la consapev-olezza interiore di poter trarre da tuttociò che ci circonda intimamente, il verosignificato dell'esistenza umana. E' la stel-la, simbolo per antonomasia, la guida chesin dai tempi antichi ha indirizzato l'u-manità verso un percorso di coscienza ecredibilità. In questa storia è un simboloche funge da espediente per guardarealdilà di ogni cosa, appunto non lascian-dola mai sola in trincea. E' la volontàintrinseca di poter imparare a farla splen-

dere e illuminare la propria realtà in ognisituazione. Voltare lo sguardo oltre l'oriz-zonte per scoprire nuovi ed affascinantiscenari. Scoprendo così i tanti perché allenostre domande sulla vita, sin troppevolte rimaste senza risposta.“Una Stella in trincea” è il titolo del

primo libro scritto da AlessandroDemaria, edito da marzo 2013 dalla casaeditrice Marco Serra Tarantola. Il giovanescrittore è nato a Molochio (RC) nel1977. Laureato in Giurisprudenza pressol'Università Mediterranea di ReggioCalabria è un avvocato del foro di Palmi(RC) ed Insegnante presso l'I.C. diMazzano in provincia di Brescia.Demaria racconta con un linguaggio sem-plice ma elegante una storia suggestiva,estremamente metaforica ma perfetta-mente ambientabile alle difficoltà, alladurezza ed atrocità della vita odierna.

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 30

Gioiosi

Volenterosi

Finalmente. Dopo anni di miopiee tagli, per fortuna, sarebbe torna-ta la luce sulla scuola italiana.Così parrebbe secondo quantosostenuto da Giorgio Napolitanodurante l'inaugurazione dell'annoscolastico al Quirinale, tenutasilunedì 23 cm. E' necessario - haribadito Napolitano - che la politi-ca non faccia spreco di questomomento positivo e si mobiliti perpromuovere valide azioni di ripre-sa. Insieme alla politica ed alleforze valide sarebbe stata annove-rata anche la scuola. Giammai,verrebbe da esclamare!Poiché ilpresidente dimentica, o fa finta,che la scuola non è mai stata con-siderata dalla politica luogo dialcunché né foriera di alcuna ini-ziativa interessante. Quello chebasisce e disturba, oggidì, nelcampo dell'Istruzione, è la calantecredibilità del mondo universita-

rio che, preda anch'esso delladisillusione generale in cui è pre-cipitata la classe giovane italiana,vede - quasi irrimediabilmente -vacillare molte illustri cattedre.Ragion per cui si è mossa la poli-tica, sensibile notoriamente allecattedre illustri, come alle poltro-ne! Non possiamo, noi che ci aggi-riamo fra le scuole d'Italia, curan-do l'amaro prodotto di anni di cat-tiva politica, non ravvisare questiintendimenti come fasulli e stret-tamente legati ad una dialetticadell'apparenza. Non possiamo piùaccettare che il luogo primo dellaformazione dell'uomo e del citta-dino sia diventato un non luogo. Illuogo dell'integrazione, in realtà,non la favorisca. Le parole delPresidente e della MinistraCarrozza fannosperare!Purtroppo non ci è anco-ra chiaro in che cosa.

eLoquiSproloqui di Filomena Cataldo

Arte dintorni...e di Domenico Spanò

Il Presidente Napolitanoe la ministra Carrozza,ora ci vedono chiaro!

Lo scrittore calabreseAlessandro Demariaela sua ”stella in trincea”

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la Riviera

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA 31

a musica ce l’hai nel sangue

Tre amici al barSmile Man

Chi cerca trova...

Sotto la stessa bandiera???

Tre amici in piazza

Questo libro invita, insegna a non abbat-tersi nei momenti di dolore e di sconfor-to. Aiuta ad affinare ed attingere unaparticolare oculatezza su ogni situazione,traendone cosi sempre un messaggiopositivo. Fa evadere dalle insignificanti esuperficiali certezze su cui l'uomo odier-no cementa facilmente la propria vita:potere, ricchezza, bellezza. Tutte con-dizioni transitorie ed evanescenti che nellungo percorso di un uomo non garantis-cono la felicità. Un ritorno ad assaporarele cose essenziali e semplici come statofondamentale ed indispensabile per lavera felicità. E' la luce, la stella di questoracconto a portare armonia e certezza, adare il significato del percorso di vita cheogni individuo ricerca continuamente.Una vita fatta di dure salite e rapidediscese. Una vita senza mai rinunciare adalzare lo sguardo verso la propria meta,verso la propria stella, anche quandoapparentemente vi è nascosta.

Alessandro Demaria ha regalato ai pro-pri lettori in questo esordio brillante, unmanuale di sopravvivenza interiore,estrapolando da ogni situazioneemblematica regole di saggezza e matu-rità. Insiemi di formidabili riflessionidalle quali poter trarre sempre un giova-mento, ognuno a proprio modo in basealle situazioni che si ripercuotono quo-tidianamente. Sempre con forza, speran-za, consapevolezza che nessuno inquesto duro mondo è solo e senzadirezione. Una stella in trincea ha dapoco ricevuto il suo primo PremioLetterario come 2° classificato al PremioLetterario Nazionale Città di Rimini2013, grazie all'approvazione piena da

parte della Giuria composta da impor-tanti personaggi del mondo culturale edello spettacolo, capitanati dalPresidente di Giuria la GiornalistaRosanna Cancellieri.Incontro Alessandro per porgli tre sem-plici domande sul suo primo lavoro let-terario e su cosa l'ha spinto a scriverlo:o Cosa ti ha spinto a raccontare questastoria nella tua opera prima?“Una Stella In Trincea” più che un libro,lo considero una piacevole avventuraculturale nata la scorsa estate a Molochio(RC) dal condividere alcuni percorsi divita con gli Amici di sempre. Sono statiloro che mi hanno incitato a “scrivere”; amettere per iscritto un viaggio ricco diarguti riferimenti culturali utili e tali da

fornire spunti meditativi ai lettori-viag-giatori ed indicazioni per ritrovare la pro-pria Armonia con la vita.o Il simbolismo e la metafora sono perte veicolo di trasferimento di episodi divita vissuti da ritrasferire ai lettori consapienza?Il simbolismo e le metafore sono da sem-pre uno strumento esplicativo per facil-itare la comprensione degli argomentitrattati, sotto questo aspetto “Una StellaIn Trincea” può benissimo essere consid-erato un libro di letteratura filosofica; unlibro sui generis, “aperto” alle più dis-parate interpretazioni, poiché ogni let-tore nei vari simboli e metafore presenti,riesce non solo ad immedesimarsi attra-verso il protagonista, ma anche a riveder-

si ed a ritrovare diversi aspetti del pro-prio vivere quotidiano. Del resto ognunodi Noi purtroppo vive la propria“Trincea” e per fortuna ha la propria“Stella”. Forse è proprio per questo cheè stato definito: ”Un libro culturalmenteintrigante, appassionante, coinvolgente eformativo”. o Quali le sensazioni e le emozioni nelricevere il primo riconoscimento letter-ario con il 2° posto al ConcorsoLetterario Nazionale Scrivi Rimini2013?Salito sul podio ero davvero emozionato,ed alla domanda del presentatoreMassimo Giletti: “ Che cos'è una StellaIn Trincea” ? Ho risposto che è un picco-lo-grande libro, scritto a Molochio, pub-blicato a Brescia e premiato a Rimini!Nel ricevere gli applausi del pubblico hopensato a tutte le persone che mi sonostate vicine e che hanno permesso larealizzazione del libro. Raggiungere ilsecondo posto ad un premio letterarionazionale con il mio primo libro ed apochi mesi dalla pubblicazione è un qual-cosa di impensabile e straordinario.Evidentemente la giuria premiandolocon il secondo posto ne ha compreso edapprezzato la particolarità letteraria. E'stata un'esperienza fantastica ed emozio-nante, un riconoscimento competenteche non fa altro che “certificare” la bontàe le potenzialità culturali della mia operache quotidianamente riceve attestati distima da parte dei lettori, che considerola vera anima di quest'avventura e con iquali interagisco attraverso l'appositapagina creata su Facebook.

Domenico Spanò

Messaggitempo

nel

di Daniela Ferraro

Una rada assolata che sovrasta la cittadina diCampana (CS) cui fa corona il lussureggian-te profilo della Sila Grande. Siamo a oltre600 metri di altezza, il sole picchia inclemen-te ma la curiosità tutto regge e sopporta. Edecco ,finalmente ,i due monoliti fronteggiar-si alla distanza di circa 5 metri l'uno dall'al-tro. Si tratta di pareidolia o…? E riviviamol'enorme stupore dell'architetto DomenicoCanino quando, nel 2002, in perlustrazionesul luogo alla ricerca di monete antiche ,s'imbatté casualmente nei due colossi. Unfatto naturale o dovuto all'azione umana?Davanti a noi s'innalza , sovrastandoci daisuoi oltre 6 metri di altezza, un enorme ele-fante di pietra fronteggiato da un altromonolite ( il“Ciclope”) riproducente partedi una figura umana, seduta, tronca dal baci-no in su e che richiama nell'immediatezza laparticolare postura delle statue di Memnonea Tebe. Sotto i due monoliti circondati daciottoli forse da loro provenienti, due picco-le grotte. Il dott. Domenico Canino, anche aseguito di studi approfonditi e ricerche, nonnutre alcun dubbio in relazione che si trattidi vere e proprie sculture. Lo dimostrereb-bero, ad esempio, la perfetta simmetria delleforme e le tracce rilevate di modellazionescultorea .Il ritrovamento di mappe geogra-fiche della zona attribuite a G. AntonioMangini e risalenti al 1603, inoltre, eviden-ziano questo punto della Sila indicandolocome “Il Cozzo del gigante” e, dal momentoche Mangini non era mai venuto in Italia, ciòfa ritenere che si sia rifatto a mappe ancoraprecedenti e più antiche! Secondo il Canino,le due statue sarebbero di origine preistoricae identifica l'animale con l' Elephans anti-quus, estinto alla fine del pleistocene, 12.000anni fa. Diversa invece è la teoria a proposi-to del dott.Carmine F.Petrungaro che consi-dera le due statue non preistoriche ma ditempi molto più recenti. E la mente ritornaalla sbarco di Pirro, re dell'Epiro, in Puglia eai suoi “grandi buoi lucani”(come li chiama-rono i Romani),26 elefanti indiani da com-battimento. Sbarcato in Puglia nel 281 a.Cr.,dopo la prima vittoria ad Eraclea, Pirrosarebbe passato in Calabria per contrastare iCartaginesi, alleati dei Romani. Ancora vit-torioso, si fece dichiarare re…Potrebbero,quindi, essere le due statue un omaggio alcondottiero e ai suoi “divini” animali? Lericerche continuano. Mi allontano dal“Cozzo dei giganti” con nella mente i duemonoliti stagliarsi misteriosi tra brume prei-storiche e clamori di battaglie, mentre i pinicontinuano a scintillare al sole nel loro silen-zio che nulla chiede e tutto sa.

Misteri di Calabria

Il cozzo dei Giganti

Page 32: La Riviera n°40 del 29-09-2013