la natura ha inventato la piÙ bella delle storie

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DAL 18 NOVEMBRE 2005 AL CINEMA LA DEI ARCIA INGUINI M P LA DEI ARCIA INGUINI M P RACCONTATA dA FIORELLO RACCONTATA dA FIORELLO LA NATURA HA INVENTATO LA PIÙ BELLA DELLE STORIE LA NATURA HA INVENTATO LA PIÙ BELLA DELLE STORIE

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DAL 18 NOVEMBRE 2005 AL CINEMA

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INFORMAZIONI SUL FILM

SCENEGGIATURA . . . . . . . . . . . . . . . .LUC JACQUETADATTAMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . .LUC JACQUET

MICHEL FESSLERFOTOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . .LAURENT CHALET

JEROME MAISONPOSTPRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . .JEAN-CHRISTOPHE BARRETMONTAGGIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . .SABINE EMILIANISUONO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .LAURENT QUAGLIOMUSICA ORIGINALE . . . . . . . . . . . . .EMILIE SIMONUN FILM PRODOTTO DA . . . . . . . . . .YVES DARONDEAU

CHRISTOPHE LIOUD EMMANUEL PRIOU

UNA PRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . .BONNE PIOCHECON LA PARTECIPAZIONE DI . . . . . .BUENA VISTA INTERNATIONAL

FILM PRODUCTION FRANCECANAL +

IN COPRODUZIONE CON . . . . . . . . .APCIN COLLABORAZIONE CON . . . . . . .INSTITUT POLAIRE FRANÇAIS

PAUL-EMILE VICTORDISTRIBUZIONE ITALIANA . . . . . . . .LUCKY REDDURATA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80 min.

É la storia di un’avventura, di un sogno.

La narrazione del destino dei Pinguini Imperatore e le

numerose metafore entusiasmeranno i ragazzi, ed allo

stesso tempo miglioreranno la loro comprensione

dell’importanza della salvaguardia dell’ambiente e dello

straordinario Patrimonio Naturale dell’Umanità. Al centro

della narrazione ci sono la vita in Antartide e valori

fondamentali dell’esistenza come la solidarietà, il coraggio

e la perseveranza.

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CAPITOLO 1INTERVISTA A LUC JACQUET 6

CAPITOLO 2UNA LUNGA MARCIA 9

CAPITOLO 3

IL PINGUINO IMPERATORE 131. SEGNI PARTICOLARI

INDIRIZZO

CLASSE E FAMIGLIA

TAGLIA E PESO

ALIMENTAZIONE

BIOLOGIA GENERALE

PERCHÉ I PINGUINI CAMMINANO OSCILLANDO

PREDATORI NEMICI

2. UN ANIMALE MODELLO

UN MODELLO DI ECONOMIA ENERGETICA

UN MODELLO DI SOBRIETÀ E RESISTENZA

UNA MODALITÀ RIPRODUTTIVA ECCEZIONALE

UN MODELLO DI FEDELTÀ

UN MODELLO DI TOLLERANZA

CAPITOLO 4L’ANTARTICO 17

CAPITOLO 5

SPUNTI DI RIFLESSIONE DIDATTICA 18LABORATORIO 1

LABORATORIO 2

LABORATORIO 3

LABORATORIO 4

LABORATORIO 5

LABORATORIO 6

SITI INTERNET CONSIGLIATI 21

GLOSSARIO 22

SOM

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Come si diventa registi di un filmcome “La Marcia dei Pinguini”?Ovviamente per caso. La storia è iniziata conun annuncio che sostanzialmente diceva«cercasi biologo che non abbia paura di nien-te, pronto a partire per quattordici mesi ai con-fini del mondo»… Naturalmente avevo fattodegli studi di biologia sul comportamentodegli animali, e volevo diventare ricercato-re. Essendo per indole portato alla natura eall’avventura, così come alla lotta e allecondizioni estreme, questo genere di pro-

posta non poteva che interessarmi. D’altron-de, già in quel periodo si trattava di ottene-re delle immagini di Pinguini Imperatore…L’unico problema era che non avevo mai usa-to una cinepresa in vita mia. Ho cominciatoallora con un periodo di formazione al35mm, più o meno una decina di giorni.Dopo di che c’è stato il mio primo soggior-no presso la base di Dumont d’Urville. Condue missioni: inanellare degli uccelli e redi-gere una lista precisa delle inquadrature daeffettuare. All’epoca avevo 24 anni.

Iniziare in condizioni così estreme non l’ha un po’ “raffreddata”?No, perché essendo nato a Jura, ho inizia-to a sciare a tre anni. Questo ha fatto sìche sperimentassi un poco il freddo. Poco attratto dalla ricerca che privilegiavala lettura del terreno, è grazie ad un ami-co, di ritorno dall’isola di Crozet, termina-te le riprese di un documentario sulle orche,che è nata l’idea del mio primo film, “Léo-pard des mers, seigneurs des glaces”. Dopo-diché, si è scatenata una reazione a catenae i viaggi in Antartico si sono susseguiti.Dodici anni dopo continuo ancora e a vaga-bondare per il 66° parallelo.

Com’è nato il progetto de “La marcia dei pinguini”?Il Pinguino Imperatore è il più grande, ilpiù bello, bisognava che ne fossi all’altez-za, e poi servivano i mezzi. Ho iniziato ascrivere la storia quattro anni fa e il proget-to è maturato poco a poco, nel corso deimesi. Poi c’è stato l’interessamento imme-diato e senza riserve dei produttori (Bon-ne Pioche). Siccome eravamo in agosto ebisognava partire a gennaio, tutto si è svol-to molto rapidamente. A metà dell’inver-no la storia è cambiata. Di comune e taci-to accordo, e soprattutto con un entusia-smo generale iper motivato, da film per la

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C’ERA UNA VOLTA NELL’ANTARTICO…

“Narrando la storia del più umanodi tutti gli uccelli, il PinguinoImperatore, volevo raccontare una storia infinita, che è cosìsemplice come la vita. Volevotrasportare gli spettatori in un altro mondo, come un padre o una madre che,raccontando una storia,cominciano a fare sognare il proprio figlio ancora prima che si addormenti.”

Luc Jacquet

INTERVISTA A LUC JACQUET

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televisione, il progetto si è trasformato inlungometraggio. Tutto ad un tratto diven-tava un’avventura eccezionale, sotto tutti gliaspetti della produzione. Una gigantescacongiunzione di volontà concordi dirette dauna determinazione e un’energia simile a unoperazione di commando. A partire daquel momento ci siamo divertiti moltissimo.Avevo la storia, pura, semplice, senza ingan-ni (visto che si tratta di sopravvivenza) di unpopolo maledetto. Sapevo precisamentedove e quando girare. La scaletta era pron-ta, la sceneggiatura era stata elaborata minu-ziosamente e tutto ciò che restava da fareera… scommettere sugli attori. Sapevamociò che sarebbe accaduto, dove e con chi,ma non obbligatoriamente “come”; nonbisogna dimenticare che si tratta dell’Antar-tico e che i pinguini sono degli animali.

Perché dice “un popolo maledetto”?Perché il Pinguino Imperatore è un anima-le favoloso, oceanico, capace di immerger-si a 400 metri di profondità e restare inapnea per 20 minuti e, per potersi ripro-durre, non si sa per quale motivo, “pagapegno”, costretto a camminare come unpenitente per chilometri e chilometri sinoall’estrema punta della costa antartica, lon-tano dal mare, per deporre un uovo nel luo-go più instabile possibile, facendo da spo-la per tutto l’inverno tra la colonia in cuivive un calvario e il mare in cui c’è tutto ciòche gli serve! Esistono solo una quaranti-na di luoghi adatti, non di più. Il PinguinoImperatore è il confine della vita. Dopo dilui non c’è più nulla. Si entra in ambito bio-tico. In quest’orizzonte bianco a perdita

d’occhio è l’ultima vedetta, l’ultimo ele-mento di vita del pianeta. Sempre che que-sto non sia già di per sé un altro pianeta.Perché se non ci troviamo effettivamentenello spazio, non ci troviamo neppure piùsulla terra! Ci troviamo tra realtà e fantasia.

Pinguini Imperatore, nomadi, tuareg…lanatura crea dei miraggi. Tutti i riferimentisono scomparsi o si sono invertiti. Le sta-gioni stesse sono invertite. A meno di nonaverlo vissuto, nessuno può immaginarecosa sia un vento glaciale di 150km/h.È con tutti questi aspetti fantastici che hocercato di giocare. Ho creato l’irreale conil reale, desiderando coinvolgere lo spet-tatore come un padre o una madre puòfar sognare suo figlio prima che si addor-

menti. Inoltre il pinguino è molto simpati-co. Per quanto sia animale, alle volte èanche un po’ “uomo”. E in materia cine-matografica, non sono certo gli sviluppi amancare. In alcuni anni, l’ottanta per cen-to dei pulcini rischia di morire.

Ci sono stati dei rischi imprevisti?Sì, come avvicinarsi alla colonia un po’ trop-po bruscamente e mandare al tappeto due-cento uova. Una cosa del genere ti obbli-ga a sentirti responsabile. Per quanto con-cerne i rischi di aggressione, non ne ho maicostatati. Sicuramente perché è un com-portamento che il pinguino non può per-mettersi. Richiederebbe troppe energieed i suoi problemi gli danno già abbastan-za da fare. Il Pinguino Imperatore è un

animale che ha un rapporto particolare conl’uomo. Può lasciarti avvicinare un giornoe quello dopo no. Tutto questo serve adinstaurare un codice di buon comporta-mento. Chi non lo rispetta non otterrà nes-suna immagine. Bisogna venire a patti. C’èun proverbio che dice «se vuoi dominarela natura, ubbidiscile», questo ti obbliga adessere scaltro.

Quanto tempo sono durate le riprese?Un anno e 120 ore di immagini. Il tempodello svernamento, del ciclo di un pingui-no. Senza vedere mai il girato, la pellicola egli uomini non hanno mai lasciato il luogodelle riprese prima della fine della storia.Ho poi impiegato un anno per rimetterci lemani. Il riadattamento è lungo.

Il surriscaldamento del pianeta (dai 2 ai 5 gradi secondo i luoghi), rappresenta un rischio per i pinguini?Se è innegabile il fatto che riducendo labanchina il surriscaldamento semplifiche-rà il compito dei pinguini permettendoloro di camminare meno, in cambio avran-no meno da mangiare. Molte specie sinutrono di krill – le foche, le balene, i pin-guini, per citare solo le più note - e loscioglimento della massa di ghiaccio inver-nale, ha comportato una diminuzione diquesto krill che d’inverno si nutre di algheche crescono nel ghiaccio del mare. È laprova evidente che un cambiamento di cli-ma comporta immediatamente delleconseguenze.

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FEBBRAIO-APRILE

Febbraio, segna la fine dell’estate nell’An-tartico e il mare è libero.Uno stormo gigantesco di pinguini impera-tore si muove con grazia in un’acqua blu scu-ra per raggiungere la luce che irradia la super-ficie. Qua e là, degli iceberg giganteschi lacui parte inferiore affonda a grande profon-dità diffondono una luce opalescente.

A marzo, tra i blocchi di ghiaccio di acquagrigia e vischiosa, gli imperatori sfreccianocome dei siluri. Con pesantezza, cadono sul-la neve molle che ricopre i tratti di banchi-na di cui il mare è ricoperto sino ad un oriz-zonte indistinto.

Quasi subito persi nella tormenta di un uni-verso bianco, i pinguini formano ora dei pic-coli gruppi sparsi. Dal bordo estremo dellabanchina, riuniti in un’interminabile filaindiana, a piccoli passi, come una proces-sione verso qualche luogo santo, migliaiadi individui si apprestano ad affrontare letemperature più estreme.

Intorno all’Antartico, l’oceano sta gelando…Carovana immensa in un deserto bianco,

centinaia di pinguini avanzano al passo, e insilenzio. Ogni anno, per riprodursi, questaprocessione ha un appuntamento con unodei peggiori inverni del pianeta.

All’inizio di aprile, dopo giorni e giorni dimarcia, decine di chilometri percorsi e unaserie interminabile di ostacoli sempre piùpericolosi, la processione in movimentoha, come ogni anno, ritrovato la strada.Nell’arcipelago di Pointe Géologie, per i pin-guini ora riuniti sull’oamok, è il momentodegli amori e dei canti di seduzione.

Nonostante l’incredibile brusio dei cantiromantici che si mescolano tra loro, ognipinguino ha registrato con precisione la «firma vocale» del suo compagno ed è ingrado di identificarlo tra mille. Nell’atto dicantare un pinguino declina il suo «codice»di riconoscimento personale, come pure ilsuo sesso e senza dubbio il suo desiderio diriprodursi. Al colmo della raffinatezza, unuccello che canta inibisce il canto dei con-simili che si trovano nei suoi pressi.

Dopo il balletto seduttivo al quale segue l’ac-coppiamento, alcuni piccoli gruppi lascianoi luoghi e ripartono verso l’orizzonte.

Sono le femmine che, non avendo trovatoun compagno, lasciano la colonia e rigua-dagnano il mare prima che arrivi il pienoinverno.

MAGGIO-LUGLIO

La fine di Aprile e il mese di maggionon hanno nulla da invidiare ad una lunadi miele.Mentre le notti durano circa quattordici ore,senza nulla da mangiare, la giovane coppianon vive altro che d’amore, confidando, persopravvivere, nelle riserve di grasso accumu-late da dicembre.

Alla fine del mese di maggio, dimagritasino al punto di aver perso un terzo del suopeso, la femmina depone un uovo, uno solo.L’uovo non deve assolutamente rotolaresul ghiaccio; in pochi secondi si gelerebbeirrimediabilmente. La femmina lo fa scivo-lare sulle zampe e lo nasconde in una pie-ga della sua pancia, la sacca incubatrice.

Meno dimagrito della sua compagna, ilmaschio le darà il cambio e coverà a sua vol-ta il frutto della loro unione.

Il giorno seguente la deposizione dell’uo-vo, una prima prova attende la coppia, unaprova che richiede grande delicatezza ecoordinazione: il passaggio dell’uovo dallezampe della femmina a quelle del maschio.Nessuno deve sbagliare: l’uovo è fragile, ilterreno incerto, e l’esercizio tanto pericolo-so quanto fatale in caso d’errore. Dopo diver-si canti, danze e posture, la femmina indie-treggia, fa rotolare l’uovo sulla banchinamentre il maschio lo spinge immediatamen-te con il becco sulle sue zampe. Anche qui,il minimo errore e l’uovo si congela.

Una volta adempiuta la prova, indebolita pernon aver mangiato dal giorno della loro par-tenza, quaranta giorni prima, ma libera perun periodo dai suoi obblighi di covare, lafemmina deve assolutamente raggiungereil mare per nutrirsi di nuovo.Ancora una volta il cammino sarà lungo, dif-ficile e pericoloso.

Per i maschi comincia un vero calvario. Sonogià due mesi che non mangiano, devonoaspettare ancora due mesi per il loro pros-simo pasto. Camminando sui talloni, conl’uovo sulle zampe, si stringono poco a pocoper far fronte al cattivo tempo.

UNA LUNGA MARCIALA STORIA DEI PINGUINI IMPERATORI E DEL LORO CICLO RIPRODUTTIVO È UNICA AL MONDO. RIUNISCE AMORE, DRAMMA, CORAGGIO E AVVENTURE NEL BEL MEZZO DELL’AN-TARTICO, LA REGIONE PIÙ ISOLATA E INOSPITALE DEL MONDO. UNA STORIA OFFERTA DALLA NATURA, CHE SI PERPETUA DA MILLENNI E CHE GLI UOMINI HANNO SCOPERTO SOLOALL’INIZIO DEL XX SECOLO. LA STORIA DI UN POPOLO PRONTO A QUALUNQUE SACRIFICIO PER GENERARE LA VITA.

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Per resistere al blizzard, i Pinguini Impera-tore si raggruppano in formazione «tarta-ruga». Si stringono gli uni contro gli altri,testa contro testa. Questi pinguini volumi-nosi si comprimono, sino a dieci esempla-ri per metro quadrato, formando un grup-po compatto che ondula dolcemente: pernon lasciare sempre gli stessi con la schie-na al vento, la formazione si arrotola su sestessa come una conchiglia di lumaca.Impercettibilmente, coloro al centro si ritro-vano all’esterno, e viceversa. Il tutto conestrema dolcezza, poiché oltre alla violen-za del vento e alla banchina irregolare siaggiunge la difficoltà di restare in equilibriosui talloni, con un uovo tra le zampe.

Giugno. Nel frattempo, le femmine cam-minano in piena notte sulla banchina allaricerca del mare. Il cammino non è facile,la banchina non è affatto piatta e liscia.Superano con estrema difficoltà le zone dihummok, una sorta di argine di ghiaccio tradue placche di banchina. Lottano sui sastru-gi, quelle onde modellate dal vento chedanno al loro procedere l’andatura di unanave in mezzo alla tempesta. Troppo pro-vate, alcune di esse non sopravvivranno alleintemperie e alle trappole tese dall’univer-so dei ghiacci. Poiché oltre all’ostilità deglielementi e del terreno, percorrere i duecen-to chilometri che possono separarli dal-l’acqua salvatrice significa anche, una vol-ta giunte, sfuggire ai leoni di mare anch’es-si in cerca di cibo.

Giunte in una zona d’acqua non ghiaccia-ta in mezzo alla banchina (polynie), baste-

rà qualche settimana affinché le femmineImperatrici ritrovino le forze e stipino nelloro stomaco di che nutrire il loro piccolo.

Le femmine resteranno lì sino a quandonon avranno ricostituito le loro riserve digrasso; poi pescheranno per mettere daparte del cibo nel loro gozzo. In seguitoarriverà il momento di tornare alla colo-nia per ritrovare e alimentare il loro pic-colo pinguino.

Nella rookerie, i maschi continuano a digiu-nare, con le uova sulle zampe. Ora la not-te è totale. L’inverno è al suo apice. Conl’uovo sempre bloccato tra le zampe, imaschi diventati celibi resistono valorosa-mente alle condizioni climatiche eccezio-nalmente aspre con blizzard che possonosoffiare così forte da abbassare la tempe-ratura fino a –100°.

Metà luglio. Ora sono quasi centoventigiorni che, stoicamente, il Pinguino Impe-ratore digiuna. Sessantaquattro giorni cheassicura ad una temperatura costante di35° l’incubazione dell’uovo affidatogli dal-la compagna. Alla fine l’uovo si schiude. Oltre al fatto che,fragile, bisogna proteggerlo ancora dal fred-do e dal vento, il piccolo Pinguino Impera-tore ha fame. E la secrezione nutritiva cherigurgita suo padre non gli basta di certo.Il maschio resisterà ancora pochissimi gior-ni, poi se la femmina ancora non è torna-ta, abbandonerà il pulcino e lascerà lacolonia prima di aver raggiunto lo stadiodi magrezza critica oltre il quale non

avrebbe più la forza di ripartire per andarea nutrirsi.Quando finalmente la femmina riappare(con tre o quattro chili di cibo), ritrovan-do il compagno tra mille altri grazie allafirma vocale stabilita alla partenza, il suoprimo gesto sarà quello di rigurgitare peril suo bebè il frutto prezioso della sua gita.

Una volta sazia, la progenie dovrà nuova-mente passare da un genitore all’altro. Conla stessa precauzione della prima volta: serestasse esposto al freddo troppo a lungogli sarebbe fatale.

AGOSTO-NOVEMBRE

Finalmente libero dai suoi obblighi, ilpadre Imperatore ora penserà a sé e par-tirà “per recuperare la salute”: ha persotra i 12 e i 15 chili. Ma prima di partiredeve assolvere un ultimo importante com-pito: inculcare il suo canto al piccolo. Ilpulcino deve assolutamente memorizza-re il suo canto, perché quando il maschiofarà ritorno il piccolo sarà solo, si troveràin una sorta di nido d’infanzia, in mezzoad altri piccoli che gli assomigliano comegocce d’acqua.

Tornato alla fine del mese di agosto (ilmaschio si è allontanato solo per unaventina di giorni), toccherà nuovamen-te alla madre partire per approvvigio-nare il suo piccolo che ormai è passatoal nido d’infanzia, una specie di «tarta-ruga» ante litteram, dove bisogna rag-

grupparsi tra piccoli per scaldarsi gliuni con gli altri.Sino a quando il loro piccolo non saràsufficientemente autonomo per provvede-re ai propri bisogni, maschio e femmina sialterneranno così nei tragitti a mare e nutri-mento.

DICEMBRE- FEBBRAIO

A metà dicembre, l’acqua ridiventa ban-china. È il disgelo nel vero senso dellaparola. Nella colonia, le uscite dei pulcini si gene-ralizzano. Si mescolano sempre di più algruppo degli adulti. Tornano dalla madresolo per mangiare…

Una grande procellaria si stabilisce in pros-simità dei pinguini per qualche settimanaper prelevare ogni giorno la sua parte di pul-cini isolati. Per colmo di sventura, questoavvoltoio attacca i pulcini vivi quando cisono decine di piccoli cadaveri morti di fred-do disseminati per la banchina. Irrimedia-bilmente congelati, questi ultimi non pos-sono essere ingoiati dal predatore.

Se nell’arco di tre settimane il piccolo pin-guino diventato grande (10/15kg) saràcapace di immergersi e pescare da solo,dovrà però aspettare quattro anni prima dipoter, a sua volta, prendere la strada dellacolonia per riprodursi.

Febbraio. È estate, gli ultimi giorni di pace,poi a marzo… tutto ricomincia.

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In acqua, il Pinguino Imperatore assomigliamolto più ad un delfino che ad un uccello.Emerge dalla profondità dell’acqua velo-cemente ed in maniera aerodinamica, comeuna freccia, con un breve movimento cir-colare ed affusolato del suo corpo, scivolaagilmente sul ghiaccio, si alza e si posa

infine sulle proprie zampe. Da questomomento in poi questo uccello maldestroe goffo è esposto a qualsiasi ostacolo. Per quale ragione questo particolare uccel-lo acquatico decide di lasciare l’acqua, incui si muove con tanta eleganza? Un’unicaragione, decisiva e vitale: la sopravvivenza

della propria specie. Ma in Antartide è dif-ficile trovare dei posti adatti alla riproduzio-ne; durante l’inverno, il mare intorno allaterraferma si congela fino ad una distanzadi 100-200 Km dalla costa. A Nord: ghiac-cio marino instabile, oceano e cibo; a Sud:enormi blocchi di ghiaccio stabile – ed in

mezzo il Pinguino Imperatore. Affrontan-do innumerevoli pericoli, percorre centi-naia di chilometri attraverso il gelo inverna-le, facendo avanti e indietro, senza sosta,tra la fonte di cibo ed i suoi piccoli affama-ti. LA MARCIA DEI PINGUINI raccontaquesta storia eroica…

CLASSE e FAMIGLIASottotipo: VertebratiClasse: UccelliOrdine: Sfenisciformi Famiglia: SfeniscidiGenere: AptenoditiSpecie: Forsteri

IL PINGUINO IMPERATOREUN ANIMALE DA SCOPRIRE

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1. SEGNI PARTICOLARI

INDIRIZZOAttualmente disseminati nella circonferen-za del continente antartico, ed in partico-lare nella Terra Adélie, i pinguini abitava-no i mari del sud molto prima della forma-zione della calotta glaciale, più di 50milioni di anni fa.

CLASSE e FAMIGLIASottotipo: VertebratiClasse: UccelliOrdine: Sfenisciformi Famiglia: SfeniscidiGenere: AptenoditiSpecie: Forsteri

Popolazione: circa 400.000 esemplari sud-divisi in 44 colonie conosciute, la più gran-de delle quali è costituita da 80.000 esem-plari e si trova a Cap Washington.Durata media della vita: trent’anni.

TAGLIA e PESOLa loro taglia media è di 1,15m. il “SignorImperatore” pesa tra i 35 e i 40 chili. La“Signora Imperatrice” pesa tra i 28 e i 32chili (ma sia uno sia l’altro, si sciolgono let-teralmente d’inverno e arrivano a perde-re sino alla metà del loro peso).

ALIMENTAZIONEPredatore d’alto mare, il Pinguino Impe-ratore si nutre essenzialmente di krill (pic-coli crostacei), pesci e calamari.

BIOLOGIA GENERALEPessimo camminatore (0,5 km/h di media),

ma molto resistente, il Pinguino Imperatoreè invece un eccellente nuotatore. Dotato diali rigide, vere palette natatorie appiattite chegli servono da remi, e di un corpo affusola-to particolarmente idrodinamico, è un eme-rito tuffatore. Record misurato: 565 metri! Oltre a queste due possibilità di spostar-si, grazie ai suoi piedi palmati il PinguinoImperatore è anche in grado, sul ghiaccio,di scivolare sul ventre (da 6 a 8 km/h).

PERCHÉ I PINGUINI CAMMINANO OSCILLANDOAvete mai notato quell’andatura un po’buffa che hanno i pinguini mentre cammi-nano? Se la natura ha selezionato questostrano modo di camminare, un motivo cideve essere: a loro serve per risparmiareenergia, fino all’80% rispetto ad una deam-bulazione tradizionale. Il principio è sem-plice: loro si muovono sfruttando il motoarmonico, una specie di pendolo inverti-to. Durante il moto di un pendolo (idea-le...) c’è una continua trasformazione dienergia potenziale in energia cinetica (dimovimento); l’unica energia dissipata èquella dovuta agli attriti. Ecco, i pinguini,oscillando lateralmente ed avanti e indie-tro, sfruttano l’effetto del pendolo, mini-mizzando l’energia spesa per muoversi. Delresto, se si pensa agli ambienti in cui vivo-no, appare chiaro come una simile solu-zione risulti quanto mai vantaggiosa.

PREDATORI NEMICI Orche, leoni marini e, sulla terraferma, gran-di procellarie, e skua antartici che attacca-no i pulcini.

2. UN ANIMALE MODELLO

UN MODELLO DI ECONOMIA ENERGETICAIl pinguino è un animale omeotermo, ossiaa temperatura costante, e a sangue caldo,in grado di conservare la sua temperaturainterna in condizioni climatiche estreme.Questo grazie in modo particolare a unpiumaggio impermeabilizzato da un olioche produce esso stesso (che si spalma sulcorpo con il becco, e che, imprigionandouna gran quantità d’aria, funge da stratoisolante), a uno strato di grasso sotto-cutaneo (che impedisce al loro calore cor-poreo di dileguarsi), ma anche ad un’ali-mentazione ricca di grassi.L’organismo del pinguino regola anche il suocalore giocando su due livelli di temperatu-re interne: il centro del corpo è caldo,mentre le estremità sono fredde comequelle di un animale a sangue freddo.

UN MODELLO DI SOBRIETÀ E RESISTENZA Una delle caratteristiche più sorprendentidel Pinguino Imperatore, e che non trovaequivalenti presso gli altri animali, è la suaattitudine a vivere con le sue riservequando si trova costretto al digiuno.

Questo digiuno, che dura tutto il tempodelle parate, dell’accoppiamento, delladeposizione dell’uovo, dell’incubazionee dell’allevamento del pulcino può far per-dere ad ogni uccello fino ad un terzo delsuo perso. Va da 115 a 125 giorni per ilmaschio e 64 per la femmina.

UNA MODALITÀ RIPRODUTTIVA ECCEZIONALE Dall’accoppiamento deriva un solo uovo,covato senza nido, nel periodo più fred-do dell’anno (inverno australe), imponen-do ai progenitori settimane di digiuno edi sforzi, un uovo fragile al quale bisognaevitare il contatto con il ghiaccio. Un uovoche bisogna tenere al caldo se non lo sivuole vedere spaccato o esposto al beccodei predatori che spiano - è il caso di dir-lo – ogni passo falso.

UN MODELLO DI FEDELTÀLe coppie formatesi restano fedeli pertutto il periodo della riproduzione.

UN MODELLO DI TOLLERANZA La nozione di territorialità non esistepresso i pinguini imperatori, (come diver-samente accade per il Pinguino Reale e ilPinguino Adélie).L’assembramento a “tartaruga“, promi-scuità vitale, sarebbe impossibile sedifendessero un nido o un territoriocome gli altri uccelli.

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Le parole “Antartico” e “Artico” derivanoda Arktos, che in greco significa orsi. Arktosè il nome dell’Orsa Maggiore, costellazionedalla forma d’orso (o di casseruola) che sipuò facilmente osservare nel cielo stellatodell’emisfero nord. Da qui “Artico”, che desi-gna Polo Nord.

Antartico è composto da anti (opposto a)e arktos (L’Orsa Maggiore); l’Antartico desi-gna quindi il continente australe che si situaal Polo Sud.

Composto da una banchina che rivestel’oceano e di una calotta di ghiaccio anticatrentacinque milioni di anni, il continenteAntartico si situa a 2000 km dalla NuovaZelanda e 975 dall’America del Sud.

Con i suoi 14.000.000 km2, ghiacci com-presi, il continente australe si trova al quin-to posto tra i continenti.

La sua copertura di ghiaccio e neve varia dai2100 a oltre i 4700 m.

INFORMAZIONI GENERALI

Trattato sull’Antartico e Protocollo diMadrid Oltre a contribuire alla biodiversità mondia-le, l’Antartico occupa un ruolo centrale peri sistemi oceanici e climatici del pianeta. Cir-ca l’80% dell’acqua dolce esistente al mon-do è imprigionata nei ghiacci dell’Antarti-co. Come l’Artico, l’Antartico è un sensibi-le indicatore dei cambiamenti planetari. Unapiccola variazione di temperatura dovuta acambiamenti climatici ha delle conse-guenze gravi per lo scioglimento dei ghiac-ci, il quale, a sua volta, incide sul livello deimari su scala mondiale, cosa che nuoce albenessere dell’uomo in tutto il mondo.Dopo aver sconvolto l’ambiente antarticoa livello locale (prima con la caccia e lapesca, poi più recentemente con l’esplora-zione, la scienza e il turismo), l’attività uma-na sugli altri luoghi della Terra ha contribui-to enormemente ai cambiamenti climaticiproducendo un buco nello strato di ozonosopra l’Antartico.

Durante la prima metà del XX secolo, diver-si paesi hanno rivendicato alcune parti del-l’Antartico. Al fine di evitare i problemi postida rivendicazioni conflittuali e con lo sco-po di favorire una collaborazione scientifi-ca constante su scala internazionale, il Trat-tato sull’Antartico (firmato nel 1959 emesso in atto nel 1961), ha riconosciuto“che era nell’interesse dell’umanità intera chel’Antartico venisse riservato per sempre allesole attività pacifiche e non diventasse né tea-tro né motivo di dispute internazionali”. I principali propositi internazionali sono:

la Convezione per la protezione dellefoche dell’Antartico (CCAS,1972);

la Convenzione sulla conservazione della fauna e della flora marine dell’Antartico (CCAMLR, 1980)

e il Protocollo di Madrid (1991)

ratificato da 44 paesi, entrato in vigore nel1998, in virtù del quale, oltre alla protezio-

ne globale dell’ambiente, le Parti si impe-gnano a sorvegliare le attività delle spedi-zioni, scientifiche o logistiche, organizzatesul loro territorio o che partono da lì, cosìcome le attività delle loro navi, aeromobilie stazioni nell’Antartico. Oltre a vietare alcu-ne attività, in particolare la distruzione deisiti storici e le interferenze nocive alla florae alla fauna, esige che tutte le attività con-dotte in Antartico siano oggetto di una valu-tazione delle loro incidenze sull’ambienteed esige in oltre lo stabilirsi di un piano d’ur-genza per intervenire in caso di necessitàambientale.

L’ANTARTICOIl continente più freddo e più ventoso, il più secco e tetro del pianeta (Ernest Shackleton, esploratore)

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L’Antartide sintetizza il concetto della tute-la dell’ambiente, essendo essa l’ultimaregione al mondo in cui è proibito all’uo-mo qualsiasi forma di sfruttamento incon-trollato. Gli ambienti spettacolari del film rappre-sentano una buona occasione per affron-tare in classe - nell’ambito dei laborato-ri di ricerca 1, 2 e 3 - i temi della salva-guardia dell’ambiente, rispetto per la natu-ra, cambiamento climatico e progressosostenibile.

LA MARCIA DEI PINGUINI rappresentaun’ottima lezione sul tema della vita inuna comunità, in cui ogni singola azio-ne solidale contribuisce alla sopravviven-za ed alla protezione dell’intero gruppo.In classe, i ragazzi possono affrontarequeste questioni nell’ambito dei labora-tori 4, 5 e 6.

LABORATORIO 1

Ciao! Sono un Pinguino Imperatoree vivo in Antartide. Mi chiamo “impe-ratore” perché sono il più grande ditutti i pinguini. Ho avuto questonome nel 19° secolo, quando gliesploratori ebbero l’esigenza di defi-nire nuove specie animali.

PROPOSTE PER CONOSCERE MEGLIO

L’ANTARTIDE ED I PINGUINI IMPERATORI:

Cercate l’Antartide su una cartina geogra-fica. Consultando un’enciclopedia, racco-gliete ulteriori informazioni su questa par-te del pianeta e sugli uccelli marini che viabitano.

Sapete se esistono anche altri animali che vivono in Antartide?

I pinguini vivono anche nell’emisfero nord, in Artide?

Disegnate un pinguino per sviluppare ilvostro talento di disegnatore (o disegna-trice) di animali! E se lo ritenete appro-priato potete dividervi in piccoli gruppi perprogettare un calendario decorato con ledifferenti fasi del viaggio dei pinguini.

LABORATORIO 2

Le temperature in Antartide sonosempre molto basse, sotto lo zero.Esistono solo due stagioni. L’estatedura dai tre ai quattro mesi, daNovembre a Febbraio. Durante qua-si sei mesi il sole non tramonta mai.Durante il resto dell’anno, l’invernoavvolge tutto in una notte gelida.

PROPOSTA PER UN ESPERIMENTO IN CLASSE:

Esaminando un mappamondo, potetevedere che la Terra ruota intorno ad un asseleggermente inclinato. Usando una lam-pada da scrivania, che fungerà da ‘sole’,potete ora verificare che il Polo Sud rima-ne in oscurità per vari mesi invernali, eche si trova invece costantemente illumi-nato dalla luce del sole durante il resto del-l’anno.

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SPUNTI DI RIFLESSIONE DIDATTICAIl concetto della tutela dell’ambiente

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LABORATORIO 3

Io vivo in un deserto di neve e ghiac-cio. Per voi uomini, questa regione èun importante simbolo ambientale.Per nostro grande sollievo, qui nonpotete costruire né strade, né città, néfabbriche. Questa regione è severa-mente protetta, e le persone cheincontriamo sono quasi sempre ricer-catori (o ricercatrici).

IDEE PER LA DISCUSSIONE IN CLASSE

L’Antartide fa parte del Patrimonio Natura-le dell’Uomo. Sapete per quale ragione? Fate delle ulteriori ricerche per capire megliol’importanza di un ambiente sano e dellatutela della natura.

PROPOSTA PER UN ESERCIZIO

Preparate un questionario di domande erisposte sul tema della protezione dell’An-tartide e dell’ambiente raccogliendo tutte leinformazioni che vi sono sembrate impor-tanti vedendo il film o leggendo questomateriale.

LABORATORIO 4

Lo ammetto, con le mie piccole gam-be e le mie ali troppo corte mi muo-vo in maniera strana, e sembro unpo’ ridicolo. Però sono un ottimo nuo-tatore! Come vedete, anche gli anima-li hanno dei difetti e dei pregi.

IDEE PER LA DISCUSSIONE IN CLASSE

Siamo tutti diversi? Cosa significa tolleranza?

Cosa significa avere rispetto deglialtri?

Descrivete delle situazioni in cui notate for-me di discriminazione o mancanza di tolle-ranza.

LABORATORIO 5

Appartengo ad una tribù molto corag-giosa, che percorre lunghe distanze. Pri-ma che io nascessi, i miei genitori vive-vano nell’ampio oceano dell’emisferosud. Pescavano e nuotavano allegra-mente. A causa delle tempeste, miamamma non riusciva a partorire i suoipiccoli in sicurezza, e per questa ragio-ne la tribù ha percorso lunghe distan-ze per arrivare in un posto asciutto esicuro, dove io potessi rompere il gusciodel mio uovo e nascere in sicurezza.

IDEE PER LA DISCUSSIONE IN CLASSE

Rispondete in 20 minuti alle seguentidomande sul Pinguino Imperatore. Para-gonate le risposte con il resto della classe,attraverso la discussione orale.

I Pinguini Imperatori migrano per centina-ia di chilometri prima di raggiungere il luo-go in cui si riproducono.

Perché non rimangono vicino alla costa?

Da cosa devono proteggere i loro piccoli?

Notate delle somiglianze tra gliuomini ed i pinguini imperatori?

LABORATORIO 6

Il nostro gruppo è molto unito. Nonso come potrei sopravvivere da solo inquesto freddo. Penso che insieme sia-mo molto più forti, e così ci sentiamoprotetti. E voi? Siete solidali tra di voi,vi sostenete a vicenda? Vi aiutate gliuni con gli altri? Quando io ho fred-do, per esempio, tutti gli altri siaccostano a me per riscaldarmi.

IDEE PER LA DISCUSSIONE IN CLASSE

Cos’è la solidarietà? Perché si diceche “l’unione fa la forza”?

Conoscete delle persone che si sen-tono sole ed abbandonate?

Cosa pensate che si dovrebbe farein queste situazioni?

PROPOSTA PER UN LAVORO DI GRUPPO IN CLASSE

La classe viene divisa in vari gruppi di lavoroper mettere a punto un manifesto delle “10regole d’oro della solidarietà e dell’aiuto reci-proco”. A seguire, la classe stabilisce ed evi-denzia insieme la regola più importante.

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www.pinguini.tkSito di un appassionato in cui si trovano informazioni generali sututte le specie di pinguini, sul loro habitat e le loro abitudini, completo di una ricca galleria fotografica.

www.pnra.itSito ufficiale del Programma nazionale di Ricerche in Antartide.

www.mna.unisi.itIl Museo Nazionale dell’Antartide.

www.esteri.it/ita/4_27_54_27.aspSito del Ministero degli affari esteri ricco di informazioni sul Trattato Antartico.

www.ifremer.fr/ifrtpSito internet dell’Istituto Polare Francese Paul-Emile Victor (in lingua francese ed inglese), con ampie informazioni di fondo.[francese-inglese]

www.ifremer.fr/ifrtp/pages/ddu.htmlSito internet della base polare francese Dumont d’Urville.[francese-inglese]

www.awi-bremerhaven.de/index-e.htmlSito internet dell’istituto per la ricerca polare e marina Alfred-Wegener di Bremerhaven, con dettagliate informazioni di fondo. [inglese]

www.darwinfoundation.orgSito della Darwin Foundation, che si dedica alla tutela dell’ecosistema delle Galapagos. [inglese]

www.sanccob.co.zaSito di un’organizzazione sudafricana senza scopi di lucro che sioccupa della riabilitazione di tutti gli uccelli marini (ed in particolar modo del pinguino africano) colpiti dal petrolioche fuoriesce dalle petroliere in transito nel mare del Sud Africa.[inglese]

www.penguin-place.comPenguin Place, New York, sito di on-line shopping dedicato al mondo dei pinguini.[inglese]

www.mbayaq.org/efc/efc_splash/splash_cam.aspCollegamento alla webcam della vasca dei pinguini del Monterey Bay Aquarium.

www.martingrund.de/pinguineCollegamento alla prima webcam antarticasituata presso la base di O’Higgins.

SITI INTERNET CONSIGLIATI

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Blizzard: vento violento, spesso carico diparticelle di ghiaccio.

Banchina: La banchina è una distesa dimare ghiacciato. Si forma durante l’invernopolare, quando la temperatura dell’acquadel mare scende al disotto dei -1,8°C. Inpieno inverno, lo spessore del ghiaccio puòraggiungere diversi metri. A nord, una partedella banchina non si scioglie.

Disgelo: Quando la temperatura risale, labanchina perde poco a poco di spessore.Una volta tornata soggetta ai movimentidel mare, si frammenta in grandi placchepoi in pezzetti sempre più piccoli. Questeplacche servono frequentemente aimammiferi marini, come le foche, perprendere il sole e riposarsi.

Gelo: Gelo dell’oceano che causa laformazione della banchina.

Ghiaccio: Il ghiaccio è acqua solida,cristallizzata, gelata. È uno dei tre statinaturali dell’acqua. L’acqua pura gela a 0°C. gli altri due stati sono quello liquido equello gassoso (a 100 °C, il vapore).

Hummok: piega di ghiaccio tra dueplacche di banchina.

Oamok: Nato dall’associazione (libera) diOasis Hummok per designare l’areaoccupata dai pinguini nel momento dellaloro riproduzione.

Krill: Tipo di piccolo gamberetto,crostaceo dai 6 ai 7 cm di lunghezza delpeso di 2 g, dal corpo quasi trasparenteleggermente verdastro perché si nutrefiltrando il fitoplancton, pigmentato dipuntini rossi e con due grandi occhi neri.Vive fino a sei anni. Ne esistono 85 specie sparse nel mondo,vive in branchi giganteschi nella partesuperiore dell’oceano, formando alcunevolte banchi di due milioni di tonnellateche si estendono 450 km2.

Polynie: Zone di acqua non ghiacciata alcentro della banchina.

Grande Petrella: Uccello palmipedemangiatori di carogne iscritto nella listadelle specie minacciate presenti neiterritori francesi d’oltremare.

Rookerie: Colonia di pinguini (imperatori e altri)

Sastruggis: Rilievi e onde di ghiaccioscolpiti dai venti.

Venti Catabatici: (dal greco cata chesignifica « verso il basso»); questi ventimolto freddi si possono osservare sottotutte le latitudini del mondo quandol’ascensione di aria fredda incontra unapendenza sensibile (più l’aria è fredda, piùè forte), ma da nessuna parte sono cosìviolenti come in Antartico.

GLOSSARIO

Da sinistra a destra:LAURENT CHALETJÉRÔME MAISON

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VIA CHINOTTO, 16 - 00195 ROMATEL. 06 37352296 - FAX 06 37352310

www.luckyred.it

Per tutte le scuole che desiderino organizzare

proiezioni dei film LUCKY RED

è attivo il numero verde

800050662.