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COMUNE DI ROMA LA CONDIZIONE GIOVANILE A ROMA Sintesi stampa Febbraio 2003

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COMUNE DI ROMA

LA CONDIZIONE GIOVANILE A ROMA

Sintesi stampa

Febbraio 2003

La condizione giovanile a Roma Sintesi stampa

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r Struttura, metodologia, strumenti e obiettivi dell’indagine

L’indagine, realizzata dall’Eu.r.e.s. Ricerche Economiche e Sociali con il contributo di Risorse per Roma SPA, si pone come occasione di osservazione e di analisi approfondita delle dimensioni maggiormente significative della condizione giovanile a Roma.

Partendo dalla osservazione degli aspetti relazionali e valoriali dell’universo giovanile romano, l’indagine si concentra sulla dimensione sociale, economica, dei consumi e del tempo libero, ponendosi al tempo stesso l’obiettivo di esaminare il rapporto percepito ed atteso tra i giovani e le istituzioni.

Uno degli aspetti originali del lavoro è costituito dall’analisi del rapporto tra i giovani e la città di Roma, inteso sia in termini fisici (servizi, quartieri, piazze, spazi per i giovani, offerta culturale), sia nei suoi contenuti immateriali (l’appartenenza, la socializzazione, l’integrazione possibile, le reti sociali).

Un ulteriore elemento centrale è inoltre costituito dal rapporto centro-periferia, analizzato nei suoi significati simbolici e nel suo portato di relazioni sociali.

Attraverso la lettura dei fabbisogni, il percorso di ricerca perviene inoltre alla costruzione di una scala delle priorità circa le aspettative espresse dai giovani rispetto alla pubblica amministrazione.

L’Indagine è articolata in tre sezioni: il contesto sociodemografico, volto ad inquadrare le dimensioni e le caratteristiche dell’universo giovanile a Roma; l’indagine qualitativa (attraverso i focus group) sull’identità, gli elementi distintivi, i comportamenti, i modelli e i valori dei giovani; l’indagine campionaria sulla condizione giovanile a Roma.

L’indagine campionaria è stata realizzata attraverso la somministrazione diretta di un questionario semistrutturato a un campione rappresentativo di 1.000 giovani residenti nel comune di Roma con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni. Il campionamento a più stadi è stato innanzitutto costruito sulla base del peso demografico dei giovani tra i 15 e i 29 anni, distinti in tre fasce di età e per composizione maschile e femminile. Il campionamento ha poi tenuto conto della condizione occupazionale dei giovani: il 29,8% dei questionari è stato quindi somministrato a giovani occupati, mente il 70,2% ha riguardato la popolazione giovanile non occupata.

La somministrazione è stata effettuata presso numerosi punti di rilevazione al fine di garantire una effettiva casualità delle unità campionarie.

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Parte I Il contesto socio-demografico

r Diminuisce l’esercito dei giovani

L’evoluzione demografica della città riflette le caratteristiche ed i cambiamenti nella struttura della popolazione riscontrabili a livello nazionale, evidenziando un andamento caratterizzato da un progressivo calo delle nascite, dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle aspettative di vita.

Osservando i dati relativi alla popolazione giovanile di età compresa tra i 15 ed i 29 anni residente a Roma si rileva che, tra il 1999 ed il 2001, il numero di giovani è diminuito di oltre 35.000 unità attestandosi, nel 2001, a 464.185 unità, con un’incidenza sulla popolazione residente che è passata dal 18,9% nel 1999 (quando i giovani erano 499.252) al 17,4% nel 2001. Tabella - Incidenza della popolazione giovanile per fasce d’età sulla popolazione residente a Roma - Anni 1999-2001. Valori assoluti e percentuali

1999 2000 2001 Diff. 2001-1999

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % 15-19 124.030 4,7 122.287 4,6 119.758 4,5 -4.272 -0,2 20-24 158.937 6,0 149.903 5,6 142.140 5,3 -16.797 -0,7 25-29 216.285 8,2 212.052 7,0 202.287 7,6 -13.998 -0,6 Totale 499.252 18,9 484.242 18,2 464.185 17,4 -35.067 -1,5 Fonte: Elaborazione EU.R.E.S - Ricerche Economiche e Sociali su dati Ufficio Statistico del Comune di Roma

A livello municipale, nel 2001 il Municipio con la maggiore presenza di giovani è l’VIII (40.301 pari al 20,3% della popolazione residente nel Municipio), seguito dal V (34.522 con un valore percentuale del 18,6%), dal XIII (34.988 pari al 18%) e dal IV (34.521 pari al 17%).

Sono i due Municipi “centrali” (I, II) a segnare la minore presenza dei giovani, con un valore del 14,1%; infine il III, con 8.706 giovani, segnala il valore assoluto inferiore.

r Matrimonio fuori moda. I ragazzi scelgono la mamma. Le ragazze l’autonomia

Nella città di Roma, così come avviene a livello nazionale ed europeo, si rileva tra le

giovani generazioni una crescente disaffezione verso il matrimonio, un aumento del numero di convivenze ed il calo complessivo delle nascite. In tutti i casi, coloro che scelgono di sposarsi tendono a farlo in una fase della vita più avanzata rispetto al passato, rinviando quindi nel tempo l’esperienza coniugale.

I dati relativi al 2001 evidenziano che il 90,8% dei giovani romani tra i 15 ed i 29 anni non è sposato. L’85,7% degli intervistati vive ancora in famiglia mentre il 14,3% ha lasciato definitivamente la famiglia di origine per intraprendere una nuova vita. Sono le ragazze, molto più dei loro coetanei (16,3% rispetto al 12,4%), a segnalare una maggiore propensione all’autonomia e all’indipendenza dalla famiglia di origine.

r L’occupazione giovanile

Nella provincia di Roma, contrariamente a quanto è avvenuto a livello nazionale, negli ultimi cinque anni si è registrato un trend positivo costante del tasso di occupazione giovanile con una crescita, rispetto al 1997, del 3,7%. Ciò nonostante, il dato provinciale

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risulta ancora molto al di sotto della media nazionale (nel 2001, 17,5% a Roma, contro il 25,9% in Italia). L’aumento del tasso di occupazione giovanile è determinato da una maggiore partecipazione delle giovani donne romane al mercato del lavoro.

Nel 2001 si registra infatti un aumento del tasso di occupazione giovanile femminile rispetto all’anno precedente (+3 punti percentuali) mentre per quello maschile si assiste ad una leggera flessione (-0,4 punti percentuali). Questo ha fatto sì che nel 2001 si rilevasse una situazione di equilibrio tra la componente femminile e quella maschile, i cui relativi tassi di occupazione giovanile sono pari al 17,3% e al 17,6%.

L’aumento del tasso di occupazione ha inoltre prodotto un calo della disoccupazione giovanile nella provincia di Roma (-10,3 punti percentuali rispetto al 1997 e -5 punti negli ultimi due anni), soprattutto da parte della componente femminile.

Nel complesso, però, il tasso di disoccupazione giovanile a Roma rimane alto (37,4% nel 2001) se confrontato con lo stesso dato a livello nazionale (28,2%). r Giovani stranieri immigrati a Roma

A Roma la presenza complessiva della popolazione immigrata rispetto al 1991 risulta quadruplicata, da 41.168 a 180.237 unità nel 2001. In questo aumento è incluso anche quello dei minori immigrati che nell’arco dei due anni sono aumentati di 6.634 unità (passando da 19.606 nel 1999 a 26.340 nel 2001). Nel 1999, sul totale della popolazione immigrata a Roma, i minori immigrati incidono per il 13%, mentre nel 2001 l’incidenza sale al 14,6%; occorre inoltre considerare che i minori stranieri che effettivamente vivono a Roma sono in numero maggiore rispetto a quanto risulta dai dati disponibili: infatti in Italia la registrazione che viene loro rilasciata è parziale, perché, se accompagnati, non ricevono un’autorizzazione individuale ma vengono iscritti nei registri insieme ai genitori, non figurando quindi nelle rilevazioni ufficiali.

Considerando invece la popolazione straniera residente tra i 15 ed i 29 anni, i Municipi in cui i giovani immigrati sono più numerosi sono in ordine il I, il XX, il VI e il II, in cui incidono rispettivamente per il 15,9%, il 10,1%, il 7,8% e il 7,6%, rispetto al totale dei giovani residenti.

I minori stranieri presenti a Roma, così come in Italia, sono in forte aumento e, nonostante l’importanza della scuola nel processo di integrazione, solo una contenuta percentuale di minori stranieri la frequenta. La Caritas ha stimato che su 23.244 minori stranieri residenti nella città di Roma, solo 8.785 risultano iscritti a scuola (il 37,8%); la maggior parte di questi non assolve quindi l’obbligo formativo previsto dalla legge.

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Parte II Indagine Campionaria

r L’interesse personale regola le scelte scolastiche. Forti condizionamenti dalle famiglie Concentrando l’attenzione sui giovani che frequentano o che hanno frequentato le

scuole superiori (dato che si riferisce al 96,5% degli intervistati a fronte del 3,5% che si è fermato alla media inferiore), i motivi che hanno determinato la scelta del tipo di scuola sono costituiti in primo luogo dagli interessi personali (65,9%); tale motivazione prevale all’interno della componente femminile del campione (68,7% contro il 63,1% dei maschi). I ragazzi, nel decidere, si sono mostrati invece più pragmatici, considerando - oltre agli interessi personali - anche le prospettive di lavoro offerte dalla scuola prescelta (21,7% contro il 16,2% tra le ragazze e il 18,9% complessivamente registrato).

Molto consistente inoltre il peso esercitato dalla famiglia (19,9% che sale al 20,2% tra i soli maschi), ma anche il fattore amicale (7,8%). Scarso, invece, il peso delle iniziative promozionali avviate dalle scuole (3,7%) e quello della ubicazione degli istituti (0,3%), evidenziando pertanto una adeguata offerta in questa direzione.

Analizzando inoltre i motivi che hanno portato il 3,5% del campione alla scelta di non proseguire gli studi, questi sembrano riguardare in prevalenza ragioni di carattere “soggettivo” (scarso interesse e rifiuto per l’ambiente scolastico, rispettivamente con il 57,1% e il 22,9%), mentre più contenute appaiono le motivazioni di carattere “oggettivo” cioè esterne alla volontà dei ragazzi (famiglia, salute e lavoro).

I giovani che hanno optato per un liceo hanno preso tale decisione considerando, in circa il 74% dei casi, gli interessi personali, collocandosi così circa 8 punti percentuali al di sopra della tendenza del campione totale (65,9%); le prospettive di lavoro invece sono state maggiormente considerate dai giovani che hanno frequentano un istituto tecnico o professionale (con il 39,5% rispetto al 18,9% espresso dal totale del campione).

L’influenza della famiglia, invece, al secondo posto fra le priorità indicate dal campione, ha assunto un maggior peso per i giovani che si sono iscritti al liceo classico (quasi il 30% dei casi rispetto al 19,8% dell’intero campione), segnalando ancora la presenza di una diffusa esigenza di affermazione sociale espressa dalle famiglie romane.

r Anche per l’Università l’interesse personale conta più del lavoro

Oltre un terzo dei giovani intervistati non frequenta l’Università o perché frequenta ancora la scuola superiore (25,5%) o perché ha scelto di non proseguire gli studi (9,2%); il 5,5% non ha concluso gli studi universitari, abbandonando l’Università; i giovani che invece stanno svolgendo studi accademici sono quasi la metà del campione (47,2%); infine i giovani che hanno conseguito la laurea rappresentano il 12,5% del campione.

Anche per le motivazioni che hanno indirizzato i giovani nella scelta della facoltà universitaria, queste hanno riguardato in primo luogo gli interessi personali (81,7%); con forte distacco (30,2%) seguono le prospettive di lavoro offerte dal corso di laurea prescelto.

Va inoltre sottolineato che, a differenza di quanto rilevato per la scelta della scuola superiore, il ruolo della famiglia è – al momento della scelta del percorso accademico – nettamente ridimensionato (5,9%) così come avviene per il fattore amicale (1,9%).

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r I giovani e il lavoro L’importanza del lavoro e il ruolo cardine all’interno della collettività ha posto

l’esigenza di un approfondimento al fine di individuare e analizzare le principali aree di criticità e di positività che caratterizzano il percorso di ricerca e di approccio con il mondo del lavoro.

La maggior parte dei giovani intervistati, pari al 65,8% si è dichiarato studente, quindi soltanto parzialmente coinvolto nei processi lavorativi; anche a questi è stato tuttavia richiesto di esprimere giudizi, anche sulla base di piccole esperienze di lavoro svolte. Accanto al 4,3% degli intervistati che ha dichiarato di essere attualmente disoccupato, il rimanente 29,8% si presenta così distribuito: il 13,4% svolge un lavoro dipendente in strutture private e il 3,8% è dipendente di amministrazioni pubbliche; inoltre il 3,8% svolge un lavoro autonomo e una percentuale pari al 3,2% è un lavoratore in proprio. Infine il 3,2% dei giovani intervistati dichiara di essere praticante, e di svolgere uno stage o un tirocinio, e una quota ancora inferiore (pari al 2,5%), è un libero professionista.

r Le esperienze di lavoro maturate

Molto più numerosi dei giovani occupati sono gli intervistati che hanno comunque

avuto almeno una esperienza di lavoro retribuita: più di sette intervistati su 10 (il 70,8%). Anche in questo caso è più ampia la percentuale riscontrata tra i ragazzi (il 73,4%) che

non tra le ragazze (68,1%). Analizzando l’età della prima esperienza di lavoro tra i giovani, la fascia d’età

maggiormente indicata è quella dai 18 ai 20 anni (36%) e in seconda battuta quella relativa ai due anni precedenti (16-17 anni), che ha raccolto il 26% delle segnalazioni. Seguono i due estremi opposti: oltre i 20 anni, con il 19,2% delle indicazioni e fino ai 15 anni, con il 18,8%.

r Non si vive di solo pane: la soddisfazione prima del reddito. Posto fisso? Anche in nero

va bene… Entrando nel merito di ciò che i giovani cercano nel lavoro “vero”, al di là delle

esperienze vissute, assumono una valenza centrale gli aspetti che riguardano la soddisfazione e la gratificazione professionale (63,8% delle indicazioni) e, a seguire, la retribuzione (indicata nel 42,8% dei casi). Non mancano però altri fattori quali l’opportunità di crescere professionalmente, indicata nel 29,2% dei casi, così come l’ambiente di lavoro (considerato importante nel 20,5%).

La stabilità del lavoro, intesa come posto fisso sembra invece perdere la sua valenza ricevendo il 19,1% delle indicazioni. I giovani sembrano dunque avere interiorizzato le profonde modificazioni che hanno investito il mercato del lavoro e, al tempo stesso, tendono a vedere nel posto fisso una condizione di scarsa dinamicità e crescita professionale.

Altri fattori che raccolgono un numero significativo di indicazioni sono le opportunità di carriera (18,4%), gli orari e i tempi di lavoro (14%), l’autonomia decisionale (13%) e il fatto che il lavoro possa offrire la possibilità di vivere esperienze all’estero (10,8%).

Le ragazze attribuiscono maggior peso all’aspetto contenutistico del lavoro e al livello di gratificazione e di crescita professionale che questo può offrire; i maschi invece appaiono maggiormente legati a fattori più materiali e pragmatici.

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r Cercare lavoro: un mestiere difficile ma efficace

Emerge tra gli intervistati una consistente attività di ricerca del lavoro: 7 intervistati su 10 (il 72%) sostengono infatti di aver cercato lavoro nell’ultimo anno.

Il canale preferenziale nella ricerca del lavoro è rappresentato dalle conoscenze personali e/o familiari. A tale canale, indicato nel 68,8% dei casi, seguono, con percentuali molto inferiori, la risposta ad annunci di lavoro (41,4%), l’invio di curriculum vitae ad aziende (31%) e la ricerca attraverso Internet (22,5%). Rivestono invece un ruolo secondario la partecipazione ai concorsi pubblici (12,6%), l’università e la scuola (11,9%) e soprattutto gli Enti preposti a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, come i Centri per l’Impiego (6,5%), i Centri Informagiovani (3,2%) e i Centri per l’informazione e l’orientamento al lavoro (1,1%). Leggermente più alto rispetto a queste ultime è il ricorso alle agenzie di lavoro interinale (8,3%).

Nel percorso di ricerca di un posto di lavoro, il 40,7% degli intervistati dichiara di non aver incontrato alcuna difficoltà, contro il 59,3% che riporta l’esperienza contraria.

I principali ostacoli incontrati citati sono direttamente riconducibili alle difficoltà del sistema di far incontrare domanda e offerta di lavoro, richiamando quindi le istituzioni e gli enti preposti ad adottare strumenti e strategie volte ad agevolare tale incontro.

Le indicazioni degli intervistati si sono infatti concentrate sulla carenza di rapporti e di contatti con il mondo del lavoro (35,7%), e sulla mancanza di canali informativi (20,9%), segnalando inoltre le difficoltà legate ad offerte inferiori alle aspettative (29,3%).

Altre difficoltà segnalate dai giovani, in misura leggermente inferiore, investono invece il sistema scolastico e formativo spesso distante dalle esigenze del sistema economico-produttivo; in questo contesto i giovani segnalano la mancanza di una professionalità spendibile sul mercato del lavoro (10%), una inadeguatezza della formazione alle opportunità offerte (9,1%) e una mancanza di opportunità nel settore di specializzazione dell’intervistato (8,4%).

Nonostante le difficoltà incontrate, per il 93,6% del campione esaminato la ricerca del lavoro ha avuto un buon esito, mentre una percentuale contenuta, pari al 6,4%, dichiara di non essere ancora riuscito a trovare un’occupazione.

r La famiglia, regina del collocamento

I contatti personali e amicali, precedentemente segnalati come primario riferimento

nella ricerca del lavoro, rappresentano di gran lunga il canale più efficace, consentendo a oltre 6 giovani su 10 di inserirsi positivamente nel mercato del lavoro (64,6%). Anche la risposta agli annunci di lavoro sul giornale sembra rappresentare un utile strumento per un buon esito della ricerca: tale canale ha infatti consentito al 12% del campione esaminato di trovare una occupazione. Seguono l’invio di curriculum ad aziende (che ha consentito al 6,1% dei giovani di trovare lavoro), i concorsi pubblici (5,1%), la scuola e l’università (4,9%), le agenzie di lavoro interinale (2,8%), internet (1,2%), i Centri per l’impiego (0,6%) e i CILO (0,1%). Il 2,4% dei giovani ha invece avviato una attività imprenditoriale.

r Virtuale o atipico il contratto di lavoro per i giovani

Per quanto riguarda inoltre l’aspetto contrattuale nel rapporto di lavoro, è elevato il

numero di giovani che pur lavorando (o avendo lavorato) non ha (o non ha avuto) un vero e proprio contratto di lavoro: tale quota raggiunge il 43,1% del campione esaminato, più elevata tra le ragazze (il 44,7% contro il 41,8%).

Per i “regolari” emerge con forza l’assoluta predominanza e diffusione dei contratti a termine o “atipici” rispetto a quelli a tempi indeterminato; tale dato risulta in linea con le

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tendenze attuali del mercato del lavoro dove tra i nuovi contratti, quelli flessibili incidono in maniera rilevante.

Il lavoro a tempo indeterminato “interessa” solamente l’11,9% del campione intervistato, mentre in tutti gli altri casi sono stati stipulati contratti di collaborazione occasionale (16% dei casi), di collaborazione coordinata e continuativa (9,2%), di formazione lavoro (5,2%), di apprendistato (3,7%) e infine l’interinale (1,8%).

Relativamente al tipo di impegno richiesto in termini di tempo, risulta elevatissima la quota di giovani che svolge un lavoro part-time (56%).

r “Auto-formatevi” e partite ...!

La formazione individuale sembra inoltre aver contato più di quella universitaria e

ancor più di quella scolastica all’interno del mondo del lavoro. Gli intervistati sottolineano quindi, sulla base della loro esperienza lavorativa attuale o passata, l’importanza centrale dell’“auto-formazione” (nel 54,2% dei casi) piuttosto che di quella ricevuta a scuola (8,8%) o all’università (14%).

Inoltre, una quota nel complesso importante di ragazzi, pari al 23%, si distacca notevolmente da queste posizioni dichiarando che nell’esperienza di lavoro che sta vivendo o che ha vissuto non ha contato alcuna preesistente formazione.

Importante, in questo contesto, la conoscenza linguistica: l’89,1% degli intervistati dichiara infatti di conoscere almeno una lingua a livello superiore all’elementare. Tra le lingue conosciute, la più diffusa è l’inglese con l’84% delle risposte, seguita dal francese (25,2%) e dallo spagnolo (11,6%); il tedesco interessa il 4,4% degli intervistati e il 2,4% studia altre lingue straniere. r Due giovani su tre soddisfatti del lavoro svolto. Bene i colleghi, meno la retribuzione

Il livello di soddisfazione per la condizione lavorativa si presenta, nel complesso, elevato, con il 66,7% dei giovani occupati che si dichiara molto (15,4%) o abbastanza soddisfatto (51,3%). Alcune differenze si riscontrano in base al sesso degli intervistati, con gli uomini che presentano un maggior livello di soddisfazione (il 70,8%), rispetto alla componente femminile (62%). Non mancano ovviamente situazioni di insoddisfazione, segnalate da un terzo dei giovani occupati che si dichiarano poco (23,5%) o per niente (9,8%) soddisfatti.

I principali motivi di soddisfazione riguardano l’ambiente di lavoro, segnalato nel 45,9% dei casi, il contenuto del lavoro svolto (27,8%), la retribuzione (23,5%) e gli orari e i tempi di lavoro (20,6%).

Gli stessi motivi, pur segnalati in maniera diversa, sono i principali fattori alla base dell’insoddisfazione; in questo caso è però la retribuzione il principale elemento negativo (45,8%), seguito dal contenuto del lavoro svolto (35%), dall’ambiente di lavoro (17,8%) e dagli orari e tempi di lavoro (16,4%).

r I giovani promuovono l’esperienza di stage

Un importante strumento finalizzato all’inserimento lavorativo è lo stage aziendale,

attraverso il quale i giovani possono vivere un’esperienza lavorativa e acquisire nuove conoscenze e competenze professionali. La crescente diffusione dello stage è testimoniata dai dati di Roma, dove il 12,3% degli intervistati ha avuto una esperienza di stage, mentre l’8,5% ne ha avuta più di una.

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Almeno uno stage è stato svolto dal 25,3% degli over 24, mentre tra i più giovani tale valore scende al 17%. La maggior parte dei tirocini sono stati svolti all’interno del settore privato (59,1%), anche se non mancano giovani che hanno vissuto questa esperienza nel settore pubblico (32,2%) o in entrambi i settori (8,7%).

La maggior parte dei giovani riferendosi all’esperienza dello stage, ne indica i benefici ottenuti: nel complesso il beneficio più frequentemente indicato è legato alla possibilità di arricchire il proprio curriculum vitae (42,8%). Molto alta è anche la quota di giovani che dichiara di aver conosciuto attraverso il tirocinio la realtà e la cultura aziendale (26,9%), a testimonianza delle differenze esistenti tra mondo formativo e universitario e il mercato del lavoro. Quest’ultimo aspetto è ribadito anche dai giovani che dichiarano di aver acquisito una professionalità spendibile nel mercato del lavoro (21,6%) Se per questi giovani gli effetti dei benefici saranno vissuti nel tempo, per il 15,4% che è riuscito a trovare subito lavoro sono stati immediati.

Sono pochi i giovani che non sono riusciti ad ottenere alcun beneficio dalla partecipazione allo stage (10,6%); il fallimento dell’esperienza è tuttavia frequentemente legato al carente impegno del giovane, segnalato dal 36,4% degli insoddisfatti. In altri casi la responsabilità ricade sull’azienda considerata poco professionale (27,3%) o poco interessata alla formazione del giovane, al quale assegna mansioni poco qualificanti e qualificate (18,2%). Significativo, infine, il fatto che il 22,7% dei giovani che non ha ottenuto alcun beneficio consideri l’esperienza fallimentare in ragione del fatto che al termine dello stage non ha ricevuto offerte o opportunità di lavoro. r Sport, amici, musica e lettura: ecco come si divertono i giovani

I giovani di Roma dedicano il proprio tempo libero ad una ampia gamma di attività: tra

quelle più segnalate risaltano in particolar modo la pratica sportiva, menzionata dal 51,4% del campione e la compagnia degli amici (49,4% degli intervistati); segue l’ascolto della musica, (34,1%), la lettura di libri e riviste specializzate (25,4%), mentre la compagnia del partner è una priorità per un intervistato su cinque (20,8%).

Seguono poi le attività a “pagamento” come andare al cinema, al teatro o ad altri tipi di spettacolo (18,8%), attività artistiche e culturali (14,6%) e la frequentazione di locali e discoteche (14,5%). La gamma delle attività preferite è inoltre arricchita dalle passeggiate per le strade romane (con il 6,3% delle risposte fornite), dai videogames (6%), dalla navigazione in internet e dalle chat lines (5,6%), dallo shopping (5,1%) e, infine, dalla televisione (5%).

Meno diffusa è l’abitudine di utilizzare il tempo a propria disposizione per visitare mostre, musei, gallerie o monumenti (4,6%), per svolgere attività di volontariato (3,7%) o per leggere fumetti (2,1%).

Alcune delle attività menzionate presentano inoltre una netta caratterizzazione di genere: l’attività sportiva ottiene il 60,4% delle preferenze fra i ragazzi, mentre fra le ragazze tale percentuale si attesta sul 42,1%; queste ultime si mettono in evidenza invece per la predilezione verso le attività a carattere culturale: il 31,5% di loro infatti ama leggere libri e riviste specializzate (a fronte del 19,5% dei ragazzi); il 22,4% ama assistere a spettacoli cinematografici e teatrali (il 15,4% tra i ragazzi); infine le visite a musei e mostre sono citate fra le attività preferite dal 7,3% delle ragazze a fronte del 2% dei ragazzi; allo stesso modo sono attività prevalentemente femminili le passeggiate in giro per Roma (8,7% delle ragazze, 3,9% dei ragazzi) e lo shopping (8,5% a fronte del 1,8% dei ragazzi).

Attività prevalentemente maschili sembrano invece essere, oltre allo sport, quelle connesse all’uso del computer: videogames e computer in generale raccolgono l’11% delle

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preferenze maschili a fronte dello 0,8% delle ragazze; internet e chat lines l’8,9% contro il 2,2% delle ragazze. r Immaginazione e conoscenza: due buone ragioni per leggere

Tra le attività culturali un dato positivo sembra riguardare la lettura dei libri (oltre a

quelli utilizzati per motivi di studio): nel corso degli ultimi 12 mesi la popolazione intervistata ha letto in media 5,8 libri.

Si rileva ancora una volta una maggiore propensione femminile per la cultura: la popolazione femminile infatti ha letto in termini medi 6,5 libri contro i 5 dei ragazzi.

Inoltre al crescere dell’età infatti aumenta la “sete di sapere: gli under 20 hanno letto in un anno in media 4,8 libri, mentre tra i 20 ed i 24 anni tale valore sale a 5,9, raggiungendo i 6,3 libri letti annui tra gli over 24.

Il 72,8% dei lettori ha scelto la narrativa e la letteratura; inoltre più di uno su quattro (26,6%) ha letto testi di saggistica, mentre gialli e noir hanno attratto il 18% del campione; segue la storia, con il 16,3% dei lettori, l’area di attualità, cronaca e politica (13,8%) e la fantascienza (13,1%); ciascuno degli altri generi è stato letto da percentuali di intervistati inferiori al 10%. Notevole importanza è attribuita dai giovani alla conoscenza della storia e dell’attualità, basi fondamentali per una corretta osservazione della realtà in cui si vive e per un’interpretazione avveduta e partecipata della politica che la governa. r Cronaca e politica: le priorità nell’informazione seguita

La fonte principale di informazioni è rappresentata, per i giovani romani, dai

telegiornali nazionali, seguiti dall’84,3% del campione; anche i quotidiani nazionali svolgono un ruolo importante per oltre la metà degli intervistati (56,2%). Sempre a livello nazionale, il meno seguito è il radiogiornale, che col solo 6,7% delle indicazioni risulta meno seguito sia dell’informazione televisiva locale sia della stampa locale (rispettivamente 16,6% e 7,7%).

Notevole invece il ruolo informativo svolto dal web, che rappresenta una delle fonti primarie di informazione per il 19% dei giovani, superando così i media tradizionali come la radio e, a livello locale, anche la televisione ed i quotidiani. Degno di nota, infine, anche il risultato raggiunto dal televideo, cui fa ricorso l’8% degli intervistati. A non informarsi affatto è invece il 3,1% del campione.

All’interno dell’ampia definizione di “informazione”, gli argomenti privilegiati dai giovani sono la cronaca (41,2%) e la politica (39,9%) a carattere nazionale. Si riafferma qui l’interesse delle nuove generazioni per l’attualità e la politica rilevato a proposito delle letture favorite. Segue con un certo distacco lo sport, tema caro ad un intervistato su quattro (pari al 25,5%); anche cultura e tempo libero (22,6%) e politica estera (18,8%) sembrano risvegliare un interesse piuttosto diffuso.

Minore l’interesse verso la moda e il costume (11,4%), la cronaca locale (9%), l’economia (8,1%), i servizi ai cittadini (5,8%) e la politica locale (3,3%).

L’informazione televisiva, citata come fonte primaria, è seguita quotidianamente da 7 intervistati su 10 (70,2%); 2 su 10 (9,7%) affermano inoltre di seguire l’informazione televisiva 3-4 volte alla settimana e appena il 7,1%, si informa attraverso la televisione in una o due occasioni ogni settimana. Residuali, invece, le percentuali di quanti seguono l’informazione televisiva con frequenze ancora inferiori. Riguardo alla lettura dei quotidiani, meno della metà degli intervistati (il 44%), vi si dedica giornalmente mentre un intervistato su tre (33,1%) lo fa 2 o 3 volte alla settimana: si può quindi affermare che il 77% dei giovani legge i quotidiani con una certa frequenza, mentre il 16,7% del campione si

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dedica sporadicamente alla lettura dei quotidiani (da 1 a 5 volte al mese); è invece il 6,2% degli intervistati a non leggere mai o quasi mai i giornali.

r Che fare a Roma? Il ventaglio delle fonti e delle opportunità

Relativamente alla informazione sulle iniziative realizzate nella città di Roma,

solamente il 5,2% del campione dichiara di non informarsi affatto, mentre gli altri elencano una certa varietà di fonti di informazione al riguardo.

Il canale primario per sapere cosa succede, cosa è possibile fare, cosa Roma offre è il quotidiano, strumento cui fa ricorso un intervistato su due (50,7%). Seguono i tg locali (37%) ed i rapporti interpersonali, che emergono questa volta con una certa evidenza (35,1%).

Accanto ad internet, cui si rivolge oltre un intervistato su 5 (24,3%), sono molte altre le fonti cui accedono i giovani romani: il 9,3% visita il sito del Comune di Roma, mentre il 15% si informa attraverso altri siti, primi fra tutti i più noti motori di ricerca. Anche il televideo vede confermato il proprio ruolo per quanto riguarda le notizie relative alla Capitale: il 12,9% dei giovani è infatti solito farvi ricorso. Le radio locali rappresentano un canale informativo sulla città per il 12,6% degli intervistati, mentre scuola e università vengono segnalate dall’11,8% del campione. Residuali (0,8%, pari a 8 intervistati) le segnalazioni relative all’informazione tramite iniziative circoscrizionali.

Tabella – Canali di informazione sulle opportunità offerte da Roma per età

15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni Totale* V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Quotidiani 103 37,5 153 51,9 251 58,4 507 50,7 Telegiornali locali 118 42,9 106 35,9 146 34,0 370 37,0 Famiglia/amici 100 36,4 104 35,3 147 34,2 351 35,1 Televideo 36 13,1 33 11,2 60 14,0 129 12,9 Radio locali 33 12,0 43 14,6 50 11,6 126 12,6 Scuola/Università 47 17,1 45 15,3 26 6,0 118 11,8 Sito web del comune 22 8,0 30 10,2 41 9,5 93 9,3 Altri siti/quotidiani on line 31 11,3 39 13,2 80 18,6 150 15,0 Trovaroma/Roma c'è 9 3,3 11 3,7 34 7,9 54 5,4 Altri giornali/riviste 4 1,5 2 0,7 10 2,3 16 1,6 Iniziative circoscrizionali 1 0,4 2 0,7 5 1,2 8 0,8 Altro 2 0,7 7 2,4 3 0,7 12 1,2 Non mi informo 21 7,6 11 3,7 20 4,7 52 5,2 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002 - * Il totale è superiore a 100 in quanto erano possibili più risposte. r I “luoghi” dei giovani: a Roma trionfano cinema e pub

Tra i “luoghi” di cultura e di spettacolo, il cinema è la scelta più frequente fra i giovani

di Roma. Il valore medio relativo ai mille intervistati è pari a 15,2 serate annue pro-capite: ciò significa che in media ogni intervistato è stato al cinema, nell’ultimo anno, poco più di una volta al mese. Al secondo posto si trovano le biblioteche, frequentate in media da ogni membro del campione, 8,9 volte l’anno. Con un forte distacco, seguono le manifestazioni sportive (4,3 volte l’anno).

Seguono poi i centri sociali (3,7 volte l’anno), e musei, gallerie, mostre e monumenti, visitati in media 3,5 volte all’anno ed i concerti di qualsiasi genere (3,1 volte l’anno, ad esclusione della musica classica). Fanalini di coda sono gli spettacoli teatrali, balletti e

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concerti classici, che il giovane romano medio frequenta una volta ogni sei mesi (2 volte l’anno).

Prestando attenzione alle diverse fasce d’età dei giovani romani, emerge una prima mappa delle attività preferite: ad esempio al cinema si va di più al crescere dell’età; allo stesso modo anche le attività quali visitare musei e monumenti o assistere a concerti o spettacoli teatrali, ossia intrattenimenti più “elevati” e allo stesso tempo più onerosi, vengono intrapresi con frequenza superiore al crescere dell’età.

A frequentare le biblioteche con maggiore assiduità sono i ragazzi tra i 20 ed i 24 anni, nel pieno del percorso universitario, per evidenti motivi di studio.

La frequentazione dei centri sociali, infine, è anch’essa prerogativa dei giovani d’età intermedia: se tra gli under 20 è stata rilevata una media di 3,7 occasioni pro-capite in un anno, nella fascia d’età successiva la media è superiore (4,8), mentre scende sensibilmente fra gli over 24 (3,1 volte).

Tabella – Attività svolte e luoghi frequentati nell’ultimo anno, frequenza media annua per età

Media

15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni Totale Cinema 11,1 15,3 17,7 15,2 Biblioteca 2,5 13,4 9,9 8,9 Manifestazioni sportive 4,5 5,0 3,8 4,3 Centro sociale 3,7 4,8 3,1 3,7 Musei, gallerie, mostre, monumenti 3,0 3,4 3,8 3,5 Concerti (esclusa musica classica) 2,5 3,5 3,2 3,1 Spettacoli, balletti, concerti musica classica 1,5 2,1 2,3 2,0 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002

Per quanto riguarda invece le occasioni e i punti di ritrovo, bisogna innanzitutto

sottolineare che a prevalere di gran lunga sono le scelte verso ambienti che permettono il dialogo, lo scambio e l’interazione diretta.

Risalta soprattutto il ruolo predominante di pub, birrerie ed enoteche: in termini medi infatti ogni intervistato vi si reca più di una volta a settimana (5,7 volte al mese); molto apprezzate sono anche caffetterie e sale da tè, anch’esse frequentate in media oltre una volta a settimana (5 al mese). Quasi settimanale inoltre la presenza dei giovani in ristoranti e pizzerie (3,7 volte al mese). Altri punti di incontro frequentati dai giovani sono i fast-food e le discoteche o i disco-pub, in cui i giovani si ritrovano in media più di due volte al mese (rispettivamente 2,5 e 2,3 volte). Molto più sporadica, infine, la frequentazione di altri tipi di sale da ballo, sale giochi e internet caffè, posti in cui i giovani vanno in media fino ad una volta al mese. Tabella – Luoghi frequentati nell’ultimo mese, frequenza media mensile per età

Media

15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni Totale Pub/birrerie/enoteche 4,8 6,8 5,5 5,7 Caffetterie/sale da tè 5,6 4,8 4,7 5,0 Ristoranti/pizzerie 3,5 3,6 3,9 3,7 Fast-food 4,2 2,3 1,5 2,5 Discoteche/disco-pub 2,7 2,7 1,8 2,3 Sale giochi 2,6 0,4 0,3 1,0 Altri locali da ballo 0,5 0,7 0,4 0,5 Internet caffè 0,6 0,5 0,2 0,4 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002

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r Si afferma l’homevideo. I cd meglio se contraffatti Un ulteriore capitolo fondamentale per capire la vita dei giovani è quello relativo al

cinema e alla musica così come vengono vissuti al di fuori delle sale cinematografiche o dei concerti.

Il dato di consumo mensile di videocassette e dvd è molto elevato: il consumo medio mensile è pari a 4,4 cassette e/o dvd a persona. Inoltre è particolarmente interessante sottolineare il dato relativo al noleggio, che copre il 65,9% del materiale video qui esaminato: dei 4,4 prodotti video visti in media mensilmente , 2,9 vengono noleggiati.

Il valore medio di consumo mensile è, tra i ragazzi, pari a 5, mentre le ragazze si fermano al di sotto dei 4 prodotti video al mese.

Per quanto riguarda compact disc e musicassette l’acquisto in questo caso si attesta sui 13,3 prodotti l’anno: tra i ragazzi questo valore sale a 16,3 “pezzi” (1,4 al mese) a fronte del 10,3 delle ragazze.

Particolarmente interessante appare inoltre il dato relativo alla propensione ad acquistare prodotti “piratati”: in questo caso solamente il 36,1% di CD e musicassette acquistate nell’ultimo anno è originale. I rimanenti due terzi sono costituiti da prodotti contraffatti (63,9%).

r Promossa l’offerta di servizi della Capitale; meno adeguata in periferia

Nella definizione della mappa dell’offerta dei servizi del territorio romano i giovani

intervistati appaiono complessivamente soddisfatti dell’offerta: le strutture indicate in misura maggiore come adeguatamente presenti nel territorio romano sono le scuole e gli asili (93,8%), cui seguono la rete commerciale (82,2%) e i trasporti pubblici (82%).

Largamente adeguata risulta inoltre la presenza di ristoranti, pizzerie o fast-food (con il 78,6% delle segnalazioni), di servizi socio-sanitari (71,5%), di impianti sportivi (69,7%), e di verde pubblico (68,8%). Più carente, nelle singole zone, l’offerta di strutture e spazi teatrali (20,3%), di spazi e sale per concerti (14,6%) e di musei, gallerie e mostre (13,6%). In particolare, l’offerta di impianti sportivi risulta più adeguata nelle aree periferiche (77,7%, contro il 58,6% delle indicazioni dei residenti nelle zone centrali e semicentrali).

Al contrario, maggiore risulta la presenza di un’ampia serie di servizi nel centro e semicentro della Capitale; lo scarto, infatti, è di 33 punti percentuali per quanto riguarda la presenza di cinema (adeguatamente presente per il 78,6% dei residenti delle aree centrali e semicentrali e soltanto per il 45,7% di quelli delle zone periferiche), di 23 per quella di biblioteche e librerie (64,9% contro il 42%), ed infine di circa 18 per le strutture adibite a manifestazioni teatrali, a musei, gallerie e mostre.

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Tabella – Strutture e servizi per i giovani presenti in misura adeguata per zona di residenza

Centro/Semicentro Periferia Totale* V.A. % V.A. % V.A. %

Scuola e asili 344 91,0 512 95,7 856 93,8 Negozi/Centri commerciali 361 85,7 450 79,5 811 82,2 Trasporti pubblici 347 84,4 452 80,3 799 82,0 Ristoranti/pizzerie/fast-food 367 87,2 407 72,2 774 78,6 Servizi socio-sanitari 230 68,5 356 73,6 586 71,5 Impianti sportivi 231 58,6 428 77,7 659 69,7 Parchi/verde pubblico/parchi giochi per bambini 286 67,8 395 69,5 681 68,8 Cinema 335 78,6 260 45,7 595 59,8 Pub/birrerie 269 63,9 241 43,3 510 52,1 Biblioteche/librerie 253 64,9 221 42,0 474 51,7 Discoteche/disco-pub/altri locali da ballo 115 29,3 83 15,5 198 21,3 Strutture e spazi teatrali 115 30,8 67 12,8 182 20,3 Spazi e sale per concerti 59 16,9 69 13,1 128 14,6 Musei, gallerie, mostre 96 23,8 33 6,0 129 13,6 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002 - *Il totale è superiore a 100 in quanto erano previste più risposte.

r Cultura, svago e lavoro: il cuore è al “Centro” di Roma

Lo squilibrio segnalato contribuisce ad allontanare i giovani delle aree periferiche dalla

vita nel proprio quartiere ed a cercare le occasioni di svago principalmente nelle zone del centro. Dall’analisi dei dati ottenuti, infatti, si osserva che il principale motivo per cui i giovani frequentano i quartieri centrali e semicentrali di Roma è costituito dalla possibilità di svago e tempo libero (73,8%) che, invece, occupa solo il quarto posto nell’elenco di ragioni che inducono a frequentare le zone periferiche (con il 20,6% delle citazioni, indicate in misura maggiore da coloro che risiedono nelle zone del centro).

Anche le opportunità di studio e di lavoro appaiono più frequenti nel Centro della città (53,6% rispetto al 22,4%, con oltre 30 punti percentuali di scarto). Sono invece i rapporti amicali (33,5% contro il 30,9%) e quelli familiari (9,9% contro il 3,1%) a motivare la frequentazione delle periferie più che quella del centro.

r I “vantaggi” di vivere a Roma: cultura, svago e relazioni sociali

Il 49,6% dei giovani ritiene che la città di Roma offra, in primo luogo, la ricchezza del

proprio patrimonio artistico e museale, seguita dalla maggiore possibilità di relazioni sociali (36,6%) e dalla varietà di locali di svago (36,5%); più distanziata, ma con percentuali comunque significative, è segnalata la vitalità culturale (24,1%), l’ampia offerta di scuole e università (22,4%) ed il clima mite (20,3%), che da sempre è considerato uno degli aspetti più “piacevoli” di Roma. Percentuali molto basse registrano gli items che fanno riferimento al benessere economico diffuso (2,6%), all'elevato livello di sicurezza (1,3%) ed alla diffusa cultura civica dei cittadini romani (0,9%).Incrociando i dati con l’età degli intervistati, si osserva che ciascuna fascia d’età tende a segnalare i vantaggi più “pertinenti” alle proprie esigenze: sono soprattutto i giovanissimi (15-19 anni) a segnalare l’aspetto del divertimento (44,7%: +9,8 punti percentuali rispetto alla fascia 20-24, +12,4 rispetto a quella 25-29), quello dell’offerta di scuole ed università (29,1%) e di quella commerciale (21,5%). I giovani tra i 25 ed i 29 anni, al contrario, danno maggiore importanza alla ricchezza del patrimonio artistico (51,4%) ed alla vitalità culturale di Roma (27,2%), nonché al suo clima mite (27,9%).

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Tabella – Vantaggi del fatto di vivere a Roma per classe d’età

15-19 20-24 25-29 Totale* V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Ricchezza del patrimonio storico-artistico e museale 126 45,8 149 50,5 221 51,4 496 49,6 Occasioni di vita e relazioni sociali 85 30,9 115 39,0 166 38,6 366 36,6 Ricchezza di locali di svago/intrattenimento 123 44,7 103 34,9 139 32,3 365 36,5 Vitalità culturale 57 20,7 67 22,7 117 27,2 241 24,1 Ampia offerta di scuole/università 80 29,1 73 24,7 71 16,5 224 22,4 Clima mite 35 12,7 48 16,3 120 27,9 203 20,3 Contatti con popoli e culture diversi 48 17,5 56 19,0 78 18,1 182 18,2 Ampia offerta commerciale 59 21,5 48 16,3 66 15,3 173 17,3 Dimensione internazionale della città 31 11,3 41 13,9 62 14,4 134 13,4 Ampia offerta di lavoro 23 8,4 34 11,5 42 9,8 99 9,9 Posizione geografica 19 6,9 22 7,5 41 9,5 82 8,2 Ampia offerta di parchi pubblici e di spazi verdi 34 12,4 27 9,2 17 4,0 78 7,8 Contatto diretto con le istituzioni 5 1,8 10 3,4 13 3,0 28 2,8 Benessere economico diffuso 10 3,6 6 2,0 10 2,3 26 2,6 Elevato livello di sicurezza 2 0,7 5 1,7 6 1,4 13 1,3 Diffusa cultura civica dei cittadini 7 2,5 - - 2 0,5 9 0,9 Altro - - - - 1 0,2 1 0,1 Nessuno 2 0,7 1 0,3 5 1,2 8 0,8 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002 - * Il totale è superiore a 100 in quanto erano possibili più risposte.

r La Roma che non va: traffico e inquinamento i “nodi” della città

Per quanto riguarda invece gli svantaggi derivanti dal fatto di vivere a Roma, il fattore

principalmente percepito come negativo è l'inquinamento acustico ed atmosferico (63,6% degli intervistati); numerose segnalazioni riguardano inoltre lo “svantaggio” del traffico (47,9%), fattore strettamente collegato al precedente, ed i lunghi tempi di attesa per accedere ai servizi (37,9%). Segue con il 29% delle indicazioni l’elevato costo della vita avvertito soprattutto dai giovani delle fasce d’età più elevate (il 32,9% degli intervistati tra i 20 ed i 24 anni, il 27,9% di quelli tra i 25 ed i 29 anni, il 26,5% di quelli tra i 15 ed i 19 anni).

Roma si conferma, inoltre, città sicura, visto che soltanto il 17,2% dei giovani intervistati indica come svantaggio il rischio criminalità (il 19,7% tra le donne e il 14,8% tra gli uomini).

r Al Comune si richiedono lavoro e casa

Provando a comprendere quali siano le domande che i giovani rivolgono all’Amministrazione Comunale per migliorare la propria qualità della vita, la prima richiesta fa riferimento ad un aspetto fondamentale quale è quello del lavoro che, in particolare negli ultimi anni, viene percepito come momento di difficoltà e di precarietà: il 44% degli intervistati ritiene che il Comune di Roma dovrebbe aumentare gli incentivi per l’occupazione giovanile.

Questa domanda si lega al rapporto che oggi i giovani esprimono rispetto al lavoro che, come è ampiamente emerso nel corso dell’indagine è un rapporto carico di aspettative.

Il lavoro non è un “lavoro qualsiasi” e deve riuscire a soddisfare non solo le attese economiche ma anche quelle di espressione delle capacità e del percorso formativo individuale.

La città di Roma, quindi, offre molte opportunità se il giovane è alla ricerca di “un lavoro”, ma presenta maggiori criticità quando la domanda si esprime in maniera più dettagliata e selettiva. Lo stesso tipo di considerazioni fatto per la dimensione lavorativa può essere riferito alla richiesta di maggiori agevolazioni per la casa, segnalata dal 23,9% degli intervistati. La gamma delle iniziative auspicate appare comunque molto ampia e

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diversificata e comprende, ad esempio, il miglioramento della viabilità e dei trasporti pubblici (41,5% delle segnalazioni), le iniziative culturali a prezzi ridotti (24,6%), la pulizia della città (20,1%), ma anche la riqualificazione delle periferie (19%).

Incrociando i dati con l’età degli intervistati è possibile osservare come, al crescere dell’età, aumenti la percentuale di domande più qualificate e complesse, che richiedono all’Amministrazione Comunale un maggiore impegno ed una politica di sviluppo locale in grado di determinare un reale e duraturo cambiamento nella qualità della vita dei cittadini.

Si è visto, infatti, che gli intervistati al di sopra dei 20 anni fanno riferimento in misura maggiore alle iniziative legate al sostegno per l’occupazione ed alle agevolazioni per la casa. Quelli più giovani (15-19 anni) avanzano invece alcune richieste maggiormente associate alla dimensione dello svago e del divertimento, aspetti che più si adattano alle esigenze della propria età: rivendicano, infatti, più degli altri, la necessità di spazi destinati alla musica (28,4%, contro il 10,5% dei giovani tra i 25 ed i 29 anni) e di nuovi impianti sportivi (19,3%, contro il 6% dei giovani tra i 25 ed i 29 anni). Tabella – Iniziative che il Comune di Roma dovrebbe adottare per migliorare la qualità della vita dei giovani

15-19 20-24 25-29 Totale* V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Incentivi per l'occupazione giovanile 100 36,4 128 43,4 212 49,3 440 44,0 Migliorare la viabilità e i trasporti 106 38,5 127 43,1 182 42,3 415 41,5 Iniziative culturali a prezzi ridotti 62 22,5 75 25,4 109 25,3 246 24,6 Agevolazioni per la casa 20 7,3 71 24,1 148 34,4 239 23,9 Pulizia della città 70 25,5 66 22,4 65 15,1 201 20,1 Riqualificazione delle periferie 45 16,4 54 18,3 91 21,2 190 19,0 Spazi destinati alla musica 78 28,4 45 15,3 45 10,5 168 16,8 Manutenzione stradale 32 11,6 40 13,6 55 12,8 127 12,7 Impianti sportivi 53 19,3 37 12,5 26 6,0 116 11,6 Vigilanza sul rispetto delle norme della vita civica 22 8,0 32 10,8 49 11,4 103 10,3 Attenzione al disagio 23 8,4 34 11,5 45 10,5 102 10,2 Informazioni sulle iniziative realizzate 26 9,5 27 9,2 34 7,9 87 8,7 Piste ciclabili e zone pedonali 24 8,7 25 8,5 30 7,0 79 7,9 Illuminazione e arredo urbano 5 1,8 6 2,0 10 2,3 21 2,1 Luoghi di aggregazione giovanile 2 0,7 6 2,0 13 3,0 21 2,1 Altro 6 2,2 6 2,0 11 2,6 23 2,3 Non so 17 6,2 5 1,7 9 2,1 31 3,1 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002 - * Il totale è superiore a 100 in quanto erano possibili più risposte.

r Salute, famiglia ed amici, le condizioni del benessere: 9 su 10 i “soddisfatti”

Nel delineare la gerarchia dei fattori che i giovani ritengono importanti per garantire

un’adeguata qualità della vita, la pre-condizione, ovvero il principale aspetto emerso, segnalato da poco più della metà degli intervistati (50,2%), è quello della salute. Seguono la famiglia (con il 29,7% delle segnalazioni), le amicizie (con il 28,2%), l’amore (19,4%), il lavoro (17,5%) e l’assenza di stress (15,7%). Minore importanza è inoltre data al denaro (10,7%), alla cultura (10,1%), ai valori (9,8%) e al tempo libero (3,7%), forse in considerazione del maggiore “controllo” che i giovani esercitano su questi fattori.

In particolare, il 37,8% dei giovani tra i 15 ed i 19 anni, con uno scarto consistente rispetto alle fasce d'età successive (+10,3 e +11,8 punti percentuali rispettivamente per le classi d’età 20-24 e 25-29 anni) indica la famiglia come aspetto fondamentale, mentre il 35,3% indica le amicizie, percentuale che diminuisce gradualmente nelle fasce d’età successive (rispettivamente, 26,8% per quella 20-24 e 24,7% per quella 25-29 anni).

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I giovani tra i 25 ed i 29 anni citano invece, con percentuali più elevate rispetto alle altre fasce d’età, il lavoro (21,9%) e l’assenza di stress (17,2%).

In generale, la quasi totalità degli intervistati (91%) si definisce “molto” (25,7%) o “abbastanza” (65,3%) soddisfatta della propria qualità di vita. Inoltre, il livello di soddisfazione risulta indirettamente correlato all’età degli intervistati: sono soprattutto i giovani tra i 15 ed i 19 anni, rispetto a quelli delle classi d’età successive, ad affermare infatti di essere “molto soddisfatti” (34,2%, contro il 27,5% dei giovani tra i 20 ed i 24 anni ed il 19,1% di quelli tra i 25 ed i 29 anni)

Sono le amicizie il principale fattore di soddisfazione per tutto il campione (43,6% delle segnalazioni), seguito dalla famiglia (42,2%), dalla salute (38%) e dall’amore (18,5%).

Tra i 90 intervistati che si sono dichiarati “insoddisfatti”, il primo fattore di insoddisfazione è lo stress (35,6% delle segnalazioni), seguito dal lavoro (28,9%), dal denaro (25,6%), dall’amore (25,6%), dalla famiglia (14,4%) e dalla posizione sociale (14,4%). Tra gli ultimi posti nella “scala di insoddisfazione” si segnalano le amicizie ed il tempo libero (entrambe con il 5,6%) e, in misura ancora più marginale, la salute (4,4%), i valori (4,4%) e la cultura (1,1%).

r Il “contributo” dei giovani alla vita sociale

L’ultima sezione dell’indagine campionaria è volta ad approfondire la conoscenza circa il livello e il grado di partecipazione alla vita sociale e politica da parte dei giovani residenti a Roma. A tal riguardo 6 intervistati su 10 dichiarano di non prendere parte abitualmente alle attività di alcuna organizzazione a carattere associativo, contro 4 che dedicano una parte consistente del proprio tempo ad almeno una di queste organizzazioni. Tra chi dichiara di partecipare in maniera abituale ad una associazione o organizzazione si riscontra un maggiore interesse verso l’associazionismo sportivo, indicato in modo prevalente (nel 16,3% dei casi); segue, con una quota di segnalazioni inferiori, l’associazionismo culturale (8,8%), studentesco (5,1%) e religioso (3,4%).

Raccolgono invece un minore interesse da parte dei giovani le associazioni ambientaliste (3%), quelle politiche e sindacali (2,7%), e ancora meno quelle ricreative (2,1%), scoutistiche (1,9%) e infine quelle di pubblica assistenza (1%).

L’impegno di ciascun ragazzo nell’ottica di un complessivo miglioramento della qualità della vita cittadina appare inoltre direttamente connesso al proprio modo di comportarsi più che ad una condivisione soltanto teorica o di principio di una “missione” che devono essere poi altri a realizzare.

Una grande maggioranza di ragazzi intervistati afferma infatti di partecipare e contribuire all’innalzamento della qualità della vita nella città di Roma orientando il proprio comportamento al rispetto delle regole della vita civica (indicazione che ha complessivamente raccolto il 73,6% delle segnalazioni).

Direttamente connesso a questo aspetto, anche se in presenza di un numero di molto inferiore di indicazioni, risulta la seconda modalità indicata che riguarda la sensibilizzazione delle altre persone al rispetto delle regole sociali (aspetto questo indicato in via generale nel 22,4% dei casi). La partecipazione attiva alle iniziative e alle attività socio-culturali della città (10,3%), così come alle attività di volontariato a sostegno delle persone (7,8%), e alla vita politica della città (7,1%), sembrano tutte ricoprire un ruolo secondario, nel momento in cui hanno raccolto un numero di indicazioni nettamente inferiore rispetto alle due principali modalità indicate.

Soltanto l’11% del campione intervistato afferma invece di non contribuire affatto al miglioramento della qualità della vita di Roma; tale atteggiamento risulta molto più

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diffuso tra la componente maschile del campione (14,8%) rispetto a quanto non emerge per quella femminile (7,1%).

r Conoscenza della Giunta e percezione delle attività realizzate

Il numero di giovani che conosce il nome del Sindaco risulta più elevato rispetto a

coloro i quali sono informati sull’orientamento politico della Giunta Comunale: se infatti, il colore politico è conosciuto in maniera corretta dal 73,1% del campione, il nome del primo cittadino è ricordato dal 90,9% degli intervistati.

L’elevato livello di informazione politica tra i ragazzi romani non sembra tuttavia accompagnato da un adeguato livello di conoscenza delle iniziative che vengono promosse e realizzate dal Comune di Roma: il 74,2% del campione non ricorda infatti alcuna iniziativa realizzata dalla amministrazione comunale vigente.

Tra le iniziative più frequentemente ricordate, il maggior numero di indicazioni riguarda quelle a carattere culturale e ricreativo, probabilmente più vicine e più direttamente vissute dalla fascia più giovane della popolazione romana. Hanno infatti raccolto un numero di indicazioni maggiore le iniziative culturali e ricreative, indicate in via generale nel 25,5% dei casi; accanto a queste, i ragazzi intervistati hanno saputo specificare alcune iniziative comunali, sempre a carattere culturale, come l’Estate Romana, (indicata nel 15,8% dei casi), la manifestazione Enzimi (nel 10,8%), l’Auditorium della musica (10%), la Go card (5,8%) e infine il Festival della letteratura (2,7%). Accanto alle attività in ambito sociale (12%), gli altri interventi ricordati investono l’area ambientale come le domeniche ecologiche (8,1%) e le altre iniziative ambientali (11,2%); in misura inferiore vengono inoltre ricordate dai giovani intervistati le iniziative volte a migliorare la viabilità e i trasporti (7,3%), il piano di riorganizzazione per l’assetto dei mercati rionali (5%), le infrastrutture (3,5%); seguono le iniziative di riqualificazione della città, attraverso interventi di arredo urbano (3,1%) e nelle zone periferiche (2,7%). Tabella – Iniziative realizzate dalla Giunta Comunale per sesso degli intervistati

Maschio Femmina Totale* V.A. % V.A. % V.A. %

Iniziative culturali e ricreative 34 24,5 32 26,7 66 25,5 Estate romana 28 20,1 13 10,8 41 15,8 Iniziative sociali 16 11,5 15 12,5 31 12,0 Altre iniziative ambientali 14 10,1 15 12,5 29 11,2 Enzimi 13 9,4 15 12,5 28 10,8 Auditorium 11 7,9 15 12,5 26 10,0 Domeniche ecologiche 11 7,9 10 8,3 21 8,1 Trasporti 12 8,6 7 5,8 19 7,3 Go card 8 5,8 7 5,8 15 5,8 Piano dei mercati 9 6,5 4 3,3 13 5,0 Infrastrutture 3 2,2 6 5,0 9 3,5 Arredo urbano 4 2,9 4 3,3 8 3,1 Manutenzione stradale 2 1,4 5 4,2 7 2,7 Festival della letteratura 4 2,9 3 2,5 7 2,7 Riqualificazione periferie 3 2,2 4 3,3 7 2,7 Piano regolatore 3 2,2 1 0,8 4 1,5 Fonte: EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali 2002 - * Il totale è superiore a 100 in quanto erano possibili più risposte

La quasi totalità delle iniziative segnalate raccoglie inoltre elevati consensi tra i ragazzi

romani. Una maggiore area di consenso è legata alla gran parte delle iniziative a carattere culturale e ricreativo, in precedenza ricordate dai ragazzi, come l’Estate Romana, Enzimi,

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la Go card, e il Festival della letteratura che hanno raccolto tutte consensi superiori al 90% e sembrano quindi avere ottenuto tra i ragazzi romani un vero e proprio “successo”.

Il 100% delle valutazioni positive è stato inoltre attribuito alla riorganizzazione dei mercati rionali e alla manutenzione delle strade.

Le attività promosse in ambito sociale, ricordate nel 12% dei casi, hanno ottenuto un livello di consenso leggermente inferiore (86,4%) a quanto riscontrato per le precedenti iniziative, così come gli interventi infrastrutturali (83,3%) e la definizione del piano regolatore (83,3%).

Una minore area di consenso viene invece espressa per il settore dei trasporti, giudicato in maniera positiva dal 55,6% del campione e negativa dal 44,4%, a sottolineare come tra i cittadini romani la viabilità rappresenti ancora un effettivo ostacolo all’innalzamento della qualità della vita nella città. r Il Municipio, questo sconosciuto

Diversamente da quanto avviene per l’amministrazione comunale, il livello di

informazione sul Municipio di residenza risulta complessivamente basso. Infatti soltanto il 64,7% dei giovani intervistati ricorda il numero del Municipio di

residenza; in questo caso si riscontra un più elevato livello di informazione tra i ragazzi piuttosto che tra le ragazze (71,1% contro il 63,6%); tra i non occupati (68,4% e 65,1%) e infine tra i ragazzi nella fascia di età centrale (il 71,2% riscontrato tra gli intervistati dai 20 ai 24 anni; il 68,8% tra gli over 24; il 61,1% tra gli under 19).

Il basso livello di conoscenza della realtà amministrativa municipale è confermato anche dalla quasi totalità degli intervistati che non conosce il nome del Presidente del proprio Municipio (il 91,5%), pur sapendone indicare il numero.

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Parte III: L’indagine qualitativa Identità, conoscenza e bisogni dell’Universo Giovanile

r Le Caratteristiche del Giovane

L’analisi delle caratteristiche del giovane e degli elementi di differenziazione rispetto al

“non giovane” è stata preliminarmente realizzata attraverso alcuni parametri di carattere principalmente culturale, ma anche di comportamenti e valori, finalizzati a valutare le differenze di orientamento e di comportamento che contribuiscono a tracciare una linea di demarcazione tra i due universi.

r Il fattore anagrafico: non conta l’età ma l’esperienza

Il fattore anagrafico appare soltanto parzialmente in grado di rappresentare il limite tra il giovane ed il “non giovane”, che sembra piuttosto soprattutto segnato dalla quantità e dalla gamma delle esperienze vissute. Si tratta tuttavia, in larga misura, di esperienze che sembrano esprimere continuità piuttosto che rottura o innovazione rispetto a quelle delle generazioni precedenti.

La domanda di esperienza è infatti soprattutto indirizzata verso le “cose nuove che gli adulti già sanno”, piuttosto che verso una possibilità-altra di attraversare il cammino verso la vita adulta. r Il cambiamento: un desiderio senza origine e senza destinazione

Anche il cambiamento è percepito dai giovani come questione di atteggiamento più che come dimensione qualitativa; il cambiamento sembra pertanto rappresentato dal numero delle opportunità e delle esperienze possibili più che dal risultato di un percorso selettivo e incrementale.

Attraverso questa particolare prospettiva e chiave di lettura, gli intervistati si definiscono “aperti”, “favorevoli”, “disponibili” e “pronti”, attribuendo invece all’universo degli adulti un atteggiamento di “riluttanza”, di “difficoltà”, di “timore” e, in sintesi, di “conservazione”.

Passando tuttavia ad approfondire il tema della direzione e della origine del cambiamento, si rileva tra i giovani intervistati un forte disorientamento ed una forte contraddittorietà: la “disponibilità al cambiamento” e la “flessibilità”, più volte segnalata, lasciano emergere una scarsa percezione della possibilità di un cambiamento prodotto rispetto ad un atteggiamento che sembra rimandare al cambiamento subito, nel senso di una adesione scarsamente critica ed elaborata del problema del cambiamento: in nessun caso, infatti, gli intervistati hanno indicato il giovane come soggetto attivo, portatore o comunque causa del cambiamento. r Il futuro dei giovani tra speranze e timori

Si rileva su questo fronte una forte concentrazione delle indicazioni degli intervistati,

che vedono i giovani e gli adulti dividersi e contrapporsi sulla base delle dimensioni della fiducia e della incertezza.

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• i giovani: appaiono sospesi tra una prevalente insicurezza e l’energia delle prospettive e della speranza; vedono nel futuro una dimensione che sanno di non controllare e che, per questo, li rende profondamente “confusi” e “timorosi”; al tempo stesso, tuttavia, questo timore non riesce a limitare l’energia dei “sogni”, della “speranza”, della “fiducia” e della “volontà”. La dimensione della insicurezza si declina, infine, come “curiosità” e “ingenuità”, sottolineando ancora una volta la dimensione della inesperienza;

• gli adulti: hanno, in primo luogo, “meno futuro”, ed hanno in larga misura visto

diradarsi le speranze e le prospettive della giovinezza; rispetto al futuro, quindi, anche gli adulti sembrano non possedere più capacità di cambiamento ma vedono prevalere la “disillusione”, il “pessimismo” e la “rassegnazione”; il solo, ma consistente, elemento di vantaggio riconosciuto dai giovani al mondo adulto riguarda la “integrazione” e la “sicurezza” che questi hanno: il “non giovane” è infatti “instradato” e più capace di programmare (“pianificare”) il proprio futuro.

r Le tecnologie: competenze e linguaggi dei giovani e difficoltà per gli adulti

Anche il fattore tecnologico, se non altro per la sua elevata componente generazionale, costituisce una netta soglia di separazione tra giovani e adulti. La cesura si snoda attraverso due assi: il primo, prevalente, riguarda l’atteggiamento verso le nuove tecnologie, mentre il secondo si configura come forte scarto nel livello di competenza.

Entrambi i fattori segnano fortissime distanze tra i giovani e gli “altri”, in quanto lo strumento tecnologico/informatico per i giovani non è soltanto un fattore strumentale, ma costituisce per molti una componente importante anche in termini espressivi, in quanto portatrice di nuovi linguaggi e modelli originali, spesso alla base di “comunità” di utenti.

Per queste ragioni, nei confronti delle tecnologie: il giovane è “esperto”, “all’avanguardia”, “predisposto” e “ricettivo”; il non-giovane è “diffidente”, “chiuso” e “poco interessato”: i giovani sembrano dunque vincere la sfida tecnologica e voler mantenere tale vantaggio.

r Tempi e orari di vita: il tempo è libero se “sregolato”

Anche i tempi e gli orari di vita separano nettamente la vita di un giovane da quella delle generazioni adulte: sotto questo aspetto, infatti, il giovane si caratterizza per una generale maggiore disponibilità di tempo, di tempo per sé o di tempo libero, nonché per un rapporto nel quale la possibilità del soggetto di gestire il proprio tempo è ancora fortemente prevalente. Il giovane quindi, rispetto al tempo, si definisce libero, mentre l’adulto sembra subire il tempo. Lo stesso elemento di “sregolatezza”, indicazione prevalentemente utilizzata dai giovani per definire il proprio rapporto con il tempo, sembra essere un modo di affermare la libertà, il controllo e la capacità di gestione di questo fattore.

r Tutti stressati dalla città: maggiore l’adattamento dei giovani

Tra le condizioni che caratterizzano la vita della città, la dimensione dello stress è una

quasi costante per la maggior parte dei suoi cittadini di tutte le età. Questo fattore, tuttavia, secondo quanto affermato dai giovani intervistati, riguarda in misura molto maggiore gli adulti, che sembrano subire i ritmi ed i tempi della città.

I giovani, al contrario, pur consapevoli del fatto che la grande offerta di opportunità, di interessi, di punti di svago, locali e servizi ha, come rovescio della medaglia,

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l’affollamento, il traffico e, in sintesi, un certo “caos”, indicano una quasi totale prevalenza di fattori positivi, quindi del divertimento e delle attività che la città consente.

I giovani segnalano inoltre, ancora una volta, una grande capacità di adattamento, che consente loro di non vivere negativamente le quotidiane difficoltà che la vita metropolitana produce; inoltre, in alcuni casi, i ritmi della città rappresentano simbolicamente il ritmo stesso della vita dei giovani, definito “movimentato” e “frenetico”.

r Il rapporto di coppia: i grandi sentimenti solo dopo i 20 anni

Da una ricostruzione complessiva delle indicazioni fornite, il vissuto dei giovani nei

confronti del rapporto di coppia, e gli elementi di differenziazione rispetto all’universo adulto, si sviluppano lungo 4 assi: atteggiamento generale; impegno; qualità del rapporto; emotività.

• i giovani con meno di 20 anni sottolineano in particolare la “immaturità”, la

“impreparazione”, la “scarsa fedeltà” ed il “bisogno di fare esperienza”; non si sentono in alcun caso pronti a costruire un rapporto stabile o duraturo, a prescindere da qualsiasi riferimento a rapporti formalizzati (convivenza o matrimonio). Anche il peso della componente emotiva appare irrilevante per i giovani di questa fascia di età, evidenziando dunque un salto rispetto alle generazioni precedenti, per le quali la componente irrazionale, sentimentale, guidava incontrastata la gerarchia dei fattori alla base di una relazione di coppia;

• sono invece i giovani tra i 20 ed i 29 anni a mettere in primo piano il peso del

sentimento e delle emozioni, evidenziando il carattere “prorompente” e “impulsivo” dei propri vissuti. Sempre tra questi giovani appare più solida ed attenta la lettura del rapporto di coppia tra gli adulti, del quale segnalano il carattere spesso “formale” e “abitudinario”, ma anche una maggiore “qualità”, dell’intesa e dalla solidarietà, e quindi dal sostegno materiale, psicologico ed emozionale, che due soggetti adulti sono in grado di offrirsi proprio grazie alla durata, e quindi alla profondità del rapporto.

r La solidarietà da valore a funzione nel pragmatismo giovanile

Per la solidarietà, non emerge tra i giovani intervistati una linea di demarcazione

rispetto alle generazioni precedenti: il rapporto tra solidali e indifferenti appare infatti piuttosto bilanciato sia tra i giovani sia tra i “non giovani”, non assumendo in alcuno dei due target particolari elementi distintivi.

Si denota quindi una quasi-consapevolezza della mancata crescita della forza propulsiva di questo concetto-valore, accompagnata da una ricalibratura che, senza negarlo, lo rende più vicino ai modelli attuali dei giovani: la solidarietà, infatti, tra i giovani si configura come “mutuo soccorso”, come rapporto di scambio (e non come dono), espressa in più occasioni come una modalità di relazione e di reciproco sostegno (materiale ma anche immateriale) tra amici.

La solidarietà perde quindi la sua forza di proiezione verso l’esterno, di apertura e disponibilità verso l’altro in quanto tale, e si posiziona invece all’interno di gruppi ristretti, come “regola condivisa” ma anche come “strumento” che serve a consolidare e sostenere ad un tempo i singoli soggetti ma anche il gruppo di appartenenza.

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r La politica: preparazione e competenza pre-condizione dell’impegno giovanile Negli ultimi anni si è costantemente sottolineata una crescente distanza tra i giovani e

la politica, che ha trovato soltanto sporadiche situazioni in controtendenza; anche i nuovi movimenti che caratterizzano oggi la vita politica nazionale, vedono ancora una presenza parziale delle generazioni più giovani o, quanto meno, non hanno ancora raggiunto quel livello di pervasività necessario a divenire un riferimento diffuso nella cultura, nei valori e negli stili di vita dei giovani.

In tutti i casi appare molto sfumato il ruolo della “ideologia”, e soprattutto associato ad un rapporto ormai superato tra i cittadini e la politica.

Più in particolare, nei confronti della politica emergono tra i giovani due posizioni principali, che fanno riferimento alla sola variabile dicotomica interesse/partecipazione, e che non hanno trovato momenti di sintesi all’interno del confronto realizzato su questo tema nel corso dei focus group:

• disinteresse/disimpegno: costituisce l’indicazione prevalente nella definizione del

rapporto tra i giovani e la politica, citata dalla maggioranza dei giovani. Tra i giovani che indicano il disimpegno come fattore che regola il rapporto tra i loro coetanei e la politica è anche forte il richiamo alla ignoranza e alla impreparazione verso questa materia, che renderebbe comunque scarsamente significativo l’apporto delle generazioni più giovani all’analisi ed alla dialettica politica più in generale;

• interesse/impegno: di opinione opposta alla precedente una quota significativa (ma minoritaria) dei giovani intervistati nei focus group, che ha portato una percezione e una esperienza diretta di impegno e di partecipazione, opponendosi al “luogo comune” del disinteresse. A ciò si accompagna un crescente interesse ad acquisire una maggiore preparazione e competenza, come presupposto necessario alla comprensione della storia recente, ma anche dei presupposti teorici e dei meccanismi che regolano i rapporti, gli equilibri e le decisioni politiche; irrilevante risulta invece la dimensione della illusione e della idealità associata alla politica, nel senso che, oggi, nessuna teoria o dottrina politica è giudicata dai giovani, in sé, capace di rendere “felici” o, quanto meno, di migliorare radicalmente la qualità della vita degli individui.

r Sostegno dalla famiglia e tutela dell’interesse generale dalle Istituzioni, per una migliore qualità della vita dei giovani

• La famiglia: si conferma come primo interlocutore e soggetto chiamato a rispondere ai bisogni dei giovani, sia in termini materiali sia in termini immateriali; rimane custode e garante del benessere interiore ma anche costante e fidato supporto per il giovane rispetto alle esigenze economiche (garantendo una base sicura per le esigenze elementari) e nella ricerca di una posizione sociale. I giovani intervistati pensano quindi comunque alla famiglia anche come primo interlocutore per la ricerca del lavoro (offrendo direttamente opportunità, ma anche attivando canali e contatti e indirizzando il giovane verso le scelte più adeguate.

• Le Istituzioni: gli intervistati, nel pensare ai fattori principali per la qualità della vita dei giovani ed agli interlocutori più idonei a sostenerli, indicano un ruolo delle Istituzioni concentrato su aspetti principalmente materiali ma segnalano per esse anche un riferimento valoriale non di secondo piano. Colgono l’esigenza di un coinvolgimento e di un supporto delle Istituzioni senza saper tuttavia individuare, a

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tale riguardo, alcun soggetto o livello istituzionale specifico (centrale, locale, governo o parlamento); al contrario, auspicano per l’Istituzione (genericamente intesa) un ruolo “super partes”: il ruolo di un soggetto-terzo che interviene nel processo di divisione sociale del lavoro ponendosi come tutore dell’interesse generale, garantendo criteri “meritocratici” e quindi valorizzando i giovani più meritevoli secondo una logica “di mercato” (prescindendo cioè dall’appartenenza sociale e dalla logica clientelare dei favori e degli “appoggi”) rendendo così più corretta (o, più esattamente, meno condizionata) la competizione sociale. Non sono quindi richiesti alle Istituzioni interventi “ad personam” ma incentivi, contributi e politiche di sviluppo tese a moltiplicare le opportunità ed a consentire al più alto numero possibile di giovani di lavorare in ambiti, settori e posizioni quanto più omogenei alla preparazione dei singoli ed al percorso formativo seguito.

Più sfumato, ma comunque presente, appare inoltre il ruolo degli amici ai quali si

riconosce una funzione vicaria e parallela a quella della famiglia, sia per gli aspetti immateriali (serenità, benessere interiore, sostegno morale, condivisione di modelli e valori, comunicazione e dialogo), sia per quanto riguarda quelli materiali (denaro, e lavoro).

r Roma nel cuore dei giovani: fascino e atmosfera di una città “bellissima”

Chiamati a realizzare una descrizione di Roma (raccontando la città attraverso una

lettera ad un amico immaginario), tutti i giovani intervistati nei gruppi hanno espresso un profondissimo attaccamento ed un elevato senso di appartenenza alla città.

Di particolare interesse è inoltre risultata la forte condivisione degli elementi costitutivi delle caratteristiche e dello spirito della città, spesso descritti dai diversi intervistati con i medesimi termini.

Le indicazioni complessivamente raccolte, mostrano un quadro descrittivo di Roma determinato in larga misura da quattro elementi forti, tra loro strettamente collegati: Bellezza, fascino e grandezza; storia e simboli; opportunità e attrattiva; atmosfera, spirito e “clima”.

- Bellezza, fascino e grandezza

È la prima, più immediata e diffusa caratteristica che tutti segnalano per Roma:

“bellissima”, “stupenda”, piena di fascino e di atmosfera. È una città “magica”, “la più bella del mondo”. - Storia e simboli

La grandezza di Roma, in termini qualitativi, è strettamente legata ai suoi “simboli”

che appartengono in larga misura alla sua storia ed ai suoi monumenti, ma che riguardano allo stesso modo le sue Vie e le sue Piazze. L’insieme di questi simboli produce nei giovani romani un forte senso di appartenenza ed una positiva gratificazione per il fatto di essere parte di un contesto che ricorda costantemente“il passaggio della storia”.

I monumenti-simbolo di Roma si confermano il Colosseo e San Pietro, ma anche Castel Sant’Angelo e il Circo Massimo hanno un forte impatto sulla “fisionomia” storica della città; plebiscitaria nell’immaginario dei giovani anche l’indicazione delle piazze e dei luoghi-simbolo della città che sono, per eccellenza, Piazza Navona, Piazza di Spagna e Fontana di Trevi.

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- Opportunità e attrattiva Tra i punti di forza che caratterizzano Roma, vi è sicuramente anche il fatto di offrire ai

giovani, ma anche a tutti coloro che vengono a visitarla, numerose opportunità in termini di svago, offerta di servizi, arte, cultura, spettacoli, locali, ristoranti e, più in generale, per occupare al meglio il tempo disponibile.

- Atmosfera, spirito e “clima”

L’elemento che forse più di tutti gli altri gratifica e coinvolge direttamente i giovani è il

“clima” di Roma, cioè la sua atmosfera, il suo “spirito”. Questo aspetto è infatti citato dalla quasi totalità degli intervistati come punto di eccellenza della città, come un aspetto da far conoscere e da condividere, come ulteriore elemento di attrazione e di valore.

L’atmosfera è definita “magica”, e vive della compresenza della grandezza - delle dimensioni, del ruolo, della storia -, e di spazi e situazioni a dimensione degli individui; è un’atmosfera che si crea nel passaggio netto ma gradevole dalla imponenza dei simboli di Roma alle vie, agli scorci, alle piazzette, ai piccoli locali ed al senso di intimità che questo ambiente sollecita e garantisce, ricostruendo una armonia nei rapporti tra i cittadini e la città.

Elemento fondante dell’atmosfera di Roma è la dimensione serale e notturna: da un lato, infatti, giovani indicano nei locali, nei pub, nelle birrerie, nei bar, nei ristoranti, nelle gelaterie, una serie ampia di opportunità e di luoghi che, insieme, rendono “allegra”, “vivace”, “accogliente” e, in sintesi, “unica”, l’atmosfera; dall’altra, la sera e la notte, con la diminuzione del traffico, del caos, del rumore, esaltano la dimensione intima della città, i suoi panorami, i suoi scorci, i suoi simboli.

Lo “spirito” di Roma è, naturalmente, anche nei suoi cittadini, ed in una cultura dell’accoglienza che fa’ sentire chiunque a proprio agio; una cultura capace di rendere inavvertita la differenza, e di metabolizzare il cambiamento in maniera non conflittuale. r Il “rovescio della medaglia”: la fatica (ripagata) di vivere a Roma

Il generale e forte attaccamento alla città evidenziato dai giovani e la loro grande capacità di adattamento sembrano rendere più “leggere” le difficoltà, pur diffusamente segnalate, del fatto di vivere a Roma.

La valutazione ampiamente condivisa è quindi quella, intuitivamente prevedibile, che indica Roma come “città caotica”, dove “c’è sempre traffico e smog”, dove “non si trova mai parcheggio” e dove, infine “si deve fare la fila per qualunque cosa”.

A fronte dei problemi riscontrati, che comunque non modificano in alcun modo l’attaccamento dei giovani verso Roma, il messaggio che questi sembrano voler inviare è che “ci vuole certamente pazienza per cogliere gli aspetti che rendono Roma unica”; anche perché, “anche se da altre parti si stesse meglio, chiunque sceglierebbe di rimanere qui”.