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D. RODOLFO ATZENI, d. D. LA BIBBIA LIBRO Dl DIO E DELL'UOMO n. 8 - flgosto EVANGELIZARE pauperibus misit me

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D. RODOLFO ATZENI, d. D.

LA BIBBIA LIBRO Dl DIO E DELL'UOMO

n. 8 - flgosto

EVANGELIZARE pauperibus misit me

Evangelizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO

D'lTALIA DIRETTA DALLA CONGREGAZIONE RELIGIOSA DE "I DISCEPOLI"

Dixezione - Redazione - Amministrazione: Via dei Pianellati 7 - Tel. 6541409 - C.c.p. 1-9019

_ R O M A

INDICE

Prefazione Pag. 2

PRIMA PARTE, La Bibbia libro di Bio:

Ritorno alia Bibbia » 3

Nomi della Bibbia » 4

Struttura della Bibbia » 6

La Bibbia, libro divino . . . . . . » 8

La Bibbia, libro ispirato . . . . . » 10

SECONDA PARTE, La Bibbia libro dell'uomo:

I libri storici (Pentateuco) » 14

Gli altri sedici libri storici » 21

I libri sapienzali » 23

I libri profetici . . . . : . . . » 27

Direttore Responsabile: Don ROMEO PANZONE Redattore Capo: Patuelli Egisto; Redattori: Cbouquer Mario, D'Angelo Francesco, lacobellis Salvatore, Molinaro Tommaso, Vanetta Franco. Segretario di Amministrazione: Angela Alasciotta.

Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 febbraio 1962 - Sped, in Abb. postale Gruppo I I I - 70%

Stampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 42065 - S. Elia Fiumerapido (FR)

D. RODOLFO ATZENI, d.D.

LA BIBBIA LIBRO DI DIO E DELL'UOMO

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PREFAZIONE

La nostra fede poggia sulla parola di Dio. La nostra intelligenza acconsente alle verita che la Chiesa ci propone a credere. Nella pratica della vita cristiana ci conformiamo alle norme che pure la Chiesa ci propone, perche noi sappiamo che quelle verita e questa legge « sono state rivelate da Dio ». Per questo motivo il fatto della rivelazione e il fondamento della nostra fede e della nostra vita cristiana.

Dio ha veramente parlato aU'uomo, la sua creatura di predilezione. Gli ha parlato nell'Eden: Adamo innocente udiva la sua voce, conver-sava famiriarmente con Lui. E dopo la fatale caduta, Dio non abbando-no l'uomo alia sua miseria, ma continuo a parlargli ammonendolo, istruen-dolo, guidandolo nel doloroso itinerario che doveva ricondurlo a ritro-vare Lui. Gli parlo per mezzo dei suoi profeti, finche Egli stesso, Dio, per mezzo di Gesu Cristo, « comparve sulla terra e converso con gli uomi-ni ». (Baruc I I I , 38).

Ebbene c'e un libro nella letteratura umana, un libro che da ogni altro si distingue, per caratteri inconfondibili, per fascino irresistibile, per una presenza ostinata, un libro che ha la straordinaria pretesa di con-tenere, anzi di essere la Parola di Dio. Questo libro straordinario e unico e la Bibbia, il libro sacro degli Ebrei e dei Cristiani.

La Bibbia ha ragione nella sua straordinaria pretesa? E' essa vera­mente un libro ispirato, nel senso che ha dawero Dio per autore e parla agli uomini in suo nome?

L'incredulita, in nome della scienza, ha sempre rinnovato i suoi tentativi per screditare quel libro...

Ma l'incredulita e le sue ideologic non hanno altro fondamento che I'orgoglio, non possono soddisfare ogni spirito sincero e riflessivo, e il preteso conflitto tra Bibbia e Scienza non e mai esistito.

La verita e una sola. Percio la Bibbia non ha mai cessato di interessare e influire; ad essa,

oggi come ieri, come sempre, si volge lo spirito di ogni uomo ansioso in cerca di luce fra tante tenebre.

Ci accosteremo dunque nelle pagine seguenti con riverenza ed umil-ta al « Libro di Dio », per domandargli il suo segreto e riconcscerne il volto luminoso.

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PRIMA PARTE

LA BIBBIA, LIBRO DI DIO

1. RlTORNO ALLA BlBBIA

Vi fu un tempo non molto lontano dal nostro, in cui la Bibbia poteva chiamarsi « la grande sconosciuta » o, almeno, poco e male cono-sciuta fuori della cerchia ecclesiastica.

Per molti la conoscenza non andava piu in la dei Vangeli domenicali. Qualche altra cosa del Nuovo Testamento, come di un certo Paolo, che aveva scritto delle lettere piuttosto oscure... Peggio quanto alPAntico Te­stamento; al piu si aveva qualche familiarita con i Salmi, ma anche in questi, quante oscurita, talora sconcertanti.

Eppure per tanti secoli la Bibbia era stata il libro della formazione religiosa e morale dell'umanita, tutti i problemi della vita avevano cer-cato e trovato nelle sue pagine soluzione tranquillante: pensatori e uomi­ni di azione, poeti e nlosofi, teologi e artisti, grandi e umili si erano chinati riverenti su quelle pagine in cerca di luce e di conforto.

Oggi, in verita, non si potrebbe piu chiamare « sconosciuta » la Bibbia.

Il felice rinnovamento liturgico ha familiarizzato in certa misura i fedeli con molti testi biblici. La Bibbia si e ancora rivelata nella sua perenne attualita, ha ancora molte cose da dire e la sua testimonianza e tutt'altro che trascurabile. E' lo spirito deluso da altri pascoli, e sem­pre ansioso di verita, che torna a cercare luce e forza in quelle vetuste pagine.

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Due spaventosi conflitti mondiali, tristemente fecondi di lutti e di rovine, hanno scosso la fiducia nello scientismo presuntuoso, nella tecni-ca senz'anima, nella filosofia esistenzialista ed egoista die ha reso possi­b l e quegli errori e minaccia di rinnovarli in piu vasta misura. In ve-rita, il progresso tecnico rettamente inteso e certo un gran bene perche voluto da Dio. Ma separato dalla religione e alia stessa contrapposto, si rivela come idolo dell'orgoglio e, come tutti gli idoli, e destinato a crollare. Si risente allora il bisogno di una parola vera, di una promessa fedele, di una presenza consolante.

II Dio vivente rinnegato o negletto fa sentire ancora il suo mes-saggio inchinandosi con tenerezza sulla creatura smarrita e infelice, la sua parola eterna risuona attraverso gli antichi testi, parola divina che domina il tumulto delle mille voci profane.

Questo crescente felice interesse per la Bibbia si esprime da noi, come in altre nazioni, oltre che in lavori dotti e scientifici, nel molti-plicarsi di opere e collane di volgarizzazione, intese a mettere alia por-tata del pubblico colto, e anche dei ceti medi, con le inesauste ricchezze spirituali della Bibbia, i problemi di varia natura ad essa inerenti as-sieme alle soluzioni acquisite o prospettate.

Anzitutto e necessario guidare la lettura stessa della Bibbia, sta-bilendone la fisionomia, l'oggetto, il valore divino e umano, la storia, la norma di interpretazione.

Tutto rid, con termine tecnico, viene designato come « l'introdu-zione generale » alia proficua lettura della Bibbia.

Proprio a questo fine tende a mirare il presente lavoretto, con in-tento preciso di volgarizzazione e d'informazione rapida, ma anche, per

Proprio a questo fine tende il presente lavoretto, con intento pre­ciso di volgarizzazione e d'informazione rapida, ma anche, per quanto e possibile, accurata e completa.

2. N O M I DELLA BIBBIA

Questo libro cosi distinto da ogni altro per la sua indole, origine, contenuto e intento, si presenta con titoli singolari e solenni, indici tutti di una nobilta originale, di una funzione unica e di una incomparabile ricchezza e bellezza di contenuto.

Essi sono tre: Bibbia, Scrittura, Testamento.

a) Bibbia: e il nome piu corrente entrato nell'uso di tutte le lingue moderne.

Deriva dal greco « ta biblia » e cioe « i libri ». Cosi il termine « Bibbia »,

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singolare nella forma e plurale nel contenuto, sta ad indicare « il Libro per eccellenza al disopra di ogni altro, il Libro uno e multiplo ad un tempo », con intima allusione alia sua stessa essenza e cioe all'origine divina.

Infatti gli scritti che la Bibbia contiene, pur essendo varii, com-posti da diversi autori umani e in un lungo arco di tempo prima e dopo Cristo, hanno, oltre l'uomo, un altro autore a tutti egualmente comune, Dio, che ne e anzi l'autore principale.

b) Scrittura: e una designazione antica, spesso con l'aggiunta degli aggettivi:

« santa, sacra, divina » che ne qualificano il carattere e l'origine. Dio in­fatti e « l'unica fonte della Rivelazione » che si manifesta agli uomini in due modi: o con « la parola scritta » detta comunemente « Scrittura », o con « la parola parlata » detta anche « Tradizione ».

« Scrittura » e « Tradizione » si completano a si confermano a vicenda.

c) Testamento: e il nome piu denso di significato teologico. Sta ad indicare la su-

prema volonta di Dio di rendere partecipi « dei suoi beni eterni » sol-tanto coloro che « sono fedeli al patto di alleanza stabilito tra Dio e l'uomo ». Dio, infatti, dopo la caduta originale, aveva stretto questo « patto di alleanza » con l'umanita a piu riprese: con Noe dopo il Di-luvio; con Abramo capostipite del popolo ebreo, e poi via via con tutti i Patriarch! sino alia « solenne alleanza » stabilita con Mose sul monte Sinai ed estesa a tutto il popolo ebreo destinatario di questo « Testa­mento » perche restasse fedele a Dio, alle sue promesse, alia sua legge.

Ma « il popolo eletto » non fu fedele, trasgredi ripetutamente il patto, e la prevaricazione giunse al punto da meritargli l'esilio e la schia-vitu di Babilonia.

II rigetto non doveva essere assoluto e definitivo; i Profeti; col castigo, avevano anche predetta la restaurazione e un « nuovo Patto », universale, perenne e perfetto, che avrebbe preso il posto dell'« antico Patto » particolare, provvisorio e imperfetto.

Antico e Nuovo Testamento o Patto indicano allora le due tappe successive della economia divina della Rivelazione e della Redenzione: l'alleanza gia stretta da Dio col suo popolo Israele ed estesa poi nel Cri­sto Redentore a tutto il genere umano per l'acquisto dei beni divini.

C'e tra i due Testamenti intima relazione e continuita vitale: PAntico prepara il Nuovo, e questo ha le sue basi in quello, come a mo-strare Punita e la meravigliosa armonia del piano divino di salvezza, che si svolge storicamente incentrato in Gesu Cristo Redentore.

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3. STRUTTURA DELLA BIBBIA

La Bibbia, considerata nel suo aspetto esteriore e materiale, si pre-senta come un insieme di libri di diversa origine, argomento, indole letteraria, composti in epoche e ambienti diversi, lungo il corso di una quindicina di secoli e, propriamente, da Mose (XV secolo a.C.) a San Giovanni Apostolo (fine I secolo d.C). La Bibbia e distinta in due grandi sezioni, ineguali per estensione: l'Antico e il Nuovo Testamento.

L'Antico Testamento include i libri scritti prima dell'epoca cri-stiana e riflette l'economia religiosa e la vicenda storica del popolo ebreo; il Nuovo Testamento riporta le origini del cristianesimo.

LIBRI DELL'ANTICO TESTAMENTO

I Libri dell'A.T. sono distinti in tre gruppi: Libri storici, didattici e profetici.

a) Libri storici: N. 21

Sono complessivamente 21 cost nominati: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosue, Giudici, Rut, due Libri di Samuele, due Libri dei Re, due Libri delle Cronache, Esedra, Neemia, Tobia, Giu-ditta, Ester, due Libri dei Maccabei.

b) Libri didattici: N. 7

Sono cost nominati: Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoelet, Cantico dei Cantici, Sapienza, Siracide.

c) Libri profetici: N. l b

Questi sono suddivisi in: Quattro Profeti detti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Dodici Profeti detti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona,

Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. Tutto il Vecchio Testamento e composto in to tale di 44 Libri (o 46

se si contano a parte le « Lamentazioni » e « Baruch » che sono in cal-ce al Libro di Geremia).

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LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO

Anche i Libri del N.T. sono distinti in tre gruppi:

a) Libri storici: N. 5

Comprendono i Vangeli di S. Matteo, S. Marco, S. Luca, S. Gio­vanni e gli Atti degli Apostoli.

b) Libri didattici: N. 21

Comprendono 14 Lettere di S. Paolo Apostolo: ai Romani, due ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, due ai Tessa-lonicesi, due a Timoteo, a Tito, a Filemone, agli Ebrei.

Tra i Libri didattici del N T . , oltre le Lettere di San Paolo, sono elencate anche 7 Lettere dette « Cattoliche » per il particolare carattere di encicliche perche dirette alia Chiesa universale o a gruppi notevoli di Chiese. Eccole: lettera di S. Giacomo, due di San Pietro, tre di San Giovanni, una di San Giuda Taddeo.

c) Libri profetici: N. 1

E' uno solo: « L'Apocalisse » di San Giovanni Apostolo. Nelle nostre Bibbie leggiamo il testo diviso in capitoli, ed ogni

capitolo diviso in versetti numerati. Tale divisione non e nei testi ori-ginali.

L'attuale divisione in capitoli rimonta al sec. XIII, ed e opera di Stefano Langton, cancelliere della universita di Parigi e poi cardinale. L'attuale divisione e segnatura numerica dei versetti e assai posteriore, opera del domenicano Sante Pagnini agli inizi del sec. XVI.

L'una e l'altra divisione sono piuttosto artificiali e di uso pratico, e spesso non corrispondono alle divisioni logiche del testo.

Questa dunque e la struttura esteriore della Bibbia, in forma semplice e schematica, ma quanto mai espressiva della sua intima anima! Aveva ben ragione San Girolamo di chiamarla « Divina biblio-teca ». Non ce n'e altra uguale per varieta di libri, di stili, di lingue, di argomenti.

Sorgono questi libri lungo un millennio e mezzo di storia, hanno la loro patria in Palestina, in Babilonia, ad Alessandria, in Grecia, a Roma.

C'e in essi la storia piu interessante, la phi antica, la piu sicura, la piu veneranda. Storia dei primi passi delPumanita, del suo decadi-mento, dispersione; storia di un popolo dal carattere e dalla missione uni-ca, storia degli antenati del Messia, storia di Gesu, della sua vita terrena, degli inizi della Chiesa, storia della nostra salvezza.

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E accanto alia storia la poesia piu elevata, poesia religiosa, espres-sione della fede e della speranza di un popolo nel suo anelito appassio­nato al Dio della sua giovinezza.

C'e ancora dramma, poema, meditazione filosofica, lirica, saggezza, oratoria sublime, oracoli misteriosi.

C'e soprattutto il Vangelo, avveramento e sublimazione di tutto 1'Antico Testamento.

Patriarchi, condottieri, legislatori, re, profeti, saggi, evangelisti, apo-stoli, sono i grandi personaggi della Bibbia, che fondono le loro voci solenni e commoventi in un unico coro, dal pianto di Adamo caduto nel peccato al grido di speranza del veggente di Patmos: « Vieni, Signore Gesu! » (Apocalisse XXII, 20).

Varieta e molteplicita che tuttavia si risolvono nell'unita di un unico oggetto, di un unico autore, di un unico piano, di un solo Spirito, la cui voce risuona in tutte le pagine della Bibbia.

Giustamente Pumanita, in cio che ha avuto di piu nobile, si e sem-pre piegata riverente e pensosa su quelle pagine cercandovi luce, forza e conforto, al punto che quella « divina Biblioteca » ha generato a mi-gliaia i libri che parlano di quel Libro, il libro per eccellenza, « La Bibbia ».

4. LA BIBBIA: LIBRO DIVINO

La Bibbia contiene, anzi e « la parola di Dio ». In cio sta il suo aspetto centrale, la sua essenza, cio che la pone al di sopra di ogni altro libro umano e che le conferisce una autorita sovrana, espressa con for-mule solenni come: « lo il Signore ho parlato » — « Sta scritto » — « La bocca di Dio ha parlato » — « Parola di Dio ». Un popolo intero, ben noto per il suo profondo senso religioso e per la tenacia, fu sempre fermissimo nella persuasione di avere in quel libro « l'autentica parola di Dio » e l'ha considerato e difeso come l'intangibile patrimonio re­ligioso, portandolo come una bandiera lungo le vie dolorose del suo molteplice esilio.

I cristiani ereditarono, a loro volta, quella persuasione e quel ge-loso attaccamento, mentre il Magistero autorevole della Chiesa ha piu volte solennemente autentico e affermato « l'origine divina della Bib­bia » facendone la base e la fonte, assieme alia Tradizione, del suo inse-gnamento dogmatico e morale.

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La Bibbia « parola di Dio » che cosa ci dice? Anzitutto sono chiari il suo carattere e la sua finalita religiosa. La

Bibbia parla di Dio, dei suoi attributi, della sua provvidenza, della sua misericordia, dei suoi interventi nella storia umana. Parla del mondo opera di Dio, dell'uomo creatura di Dio, ne determina i doveri reli-giosi, morali, sociali.

Anche quando sembra riportare vicende umane profane, e sempre sotto un punto di vista religioso che le considera e in quanto soggette all'azione di una provvidenza superiore. Anche altri libri eccellenti par­lano di religione. Ma la Bibbia parla di Dio e della religione con una autorita e una forza speciale e originale.

Se i libri buoni e pii sono nutrimento dell'anima, la Bibbia molto piu di quelli. Essa e la fonte, e l'acqua e sempre piu fresca, piii pura quando si attinge direttamente alia sorgente. Questa straordinaria effl-cacia e questa autorita sovrana derivano dal fatto che essa « non solo contiene ma e la Parola di Dio ». A chi Dio ha parlato?

Dio ha parlato all'uomo. Non solamente con i segni ammirabili che ha impressi sulla terra

e nei cieli, ma ancora per bocca dei « suoi messaggeri » viventi e pensan-ti, « uomini ripieni del suo spirito, scaglionati come suoi araldi lungo la scia dei secoli, da Lui accreditati con segni e prodigi, e piu ancora per mezzo del suo Figlio, Cristo Gesu, e della sua Chiesa « colonna di verita ».

E Dio ha voluto che questa sua parola « fosse scritta e tramandata » a istruzione di tutte le generazioni sino alia fine dei secoli, servendosi percio di uomini da Lui mossi a scrivere fedelmente le sue divine ri-velazioni.

La prima « rivelazione » Dio la fece ai nostri progenitori: Adamo conobbe tutto cio che riguarda la natura e il destino dell'uomo, nonche la sua elevazione alio stato soprannaturale. Adamo peccatore raccolse dal libro misericordioso di Dio, con la condanna severa, la « promessa della redenzione »: la sua posterita non sarebbe stata abbandonata sul cammino penoso dell'espiazione, un Liberatore sarebbe venuto un giorno.

Questa primitiva rivelazione e questa promessa consolante stanno alia base del cammino religioso dell'umanita, e lasciarono la loro orma nelle tradizioni che l'uomo ramingo porto con se come patrimonio della sua speranza. Intanto trascorsero i millenni... e poi Dio riapparve sul cammino dell'umanita.

La promessa iniziale « fu rinnovata e confermata » ai grandi amici di Dio, i Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Dalla loro discendenza, Dio si costitui un popolo particolare, il suo popolo di elezione, con una missione speciale, e su di esso veglio sempre con provvidenza particolare.

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Quando con Mose quel popolo divenne nazione, furono man mano scrit-te le primitive e le susseguenti rivelazioni e promesse e, con esse, anche le leggi e i precetti che dovevano formare il popolo alia vita religiosa e civile. In seguito Dio suscito i Profeti, che dovevano richiamare le antiche rivelazioni e promesse, confermarle, specificarle, annunziare il Messia e il Nuovo Patto.

Molte di tali promesse, oracoli e rivelazioni, vennero per divina disposizione aflidate alio scritto; si and6 cosi sviluppando la raccolta dei Libri Sacri. Questi divennero come il patrimonio della nazione e il conforto nelle ore di crisi.

Finalmente, nella pienezza dei tempi, venne il Messia, Gesu Cristo, il quale annuncio la « Buona Novella » cioe « il Vangelo » sviluppando, completando e perfezionando tutto il messaggio divino del Vecchio Te-stamento, e inviando gli Apostoli e in essi i loro successori a predicarla sino alia fine del mondo. Con gli Apostoli ebbe termine la rivelazione pubblica, destinata cioe al bene di tutta l'umanita.

Per divina disposizione, parte della vita e della predicazione di Nostro Signore, nonche delle ultime rivelazioni fu scritta nei Vangeli, Atti e Lettere di Apostoli, assieme alle visioni dell'ultimo Apostolo San Giovanni. In tal maniera e sorta storicamente e si e formata, per divino volere e sotto Pafflato dello Spirito Santo, tutta la raccolta dei Libri Sacri: « la Bibbia ».

Essa contiene pertanto, con la rivelazione scritta, anche la storia del suo sviluppo da Adamo alia morte dell'ultimo Apostolo San Giovanni.

Dio ci park nella Bibbia, ed era d'altra parte conveniente che Dio, parlando all'uomo, gli parlasse anche a mezzo di libri scritti. Cio era secondo la potenza, sapienza e bonta di Dio, e ancora corrispondeva al bisogno e all'utilita dell'uomo, che viene cosi istruito in modo facile e concreto, conforme alia sua natura razionale, nel libro scritto ritrovan-do un linguaggio umano, familiare, accessibile alia sua istruzione, edifi-cazione, conforto.

5. LA BIBBIA LIBRO ISPIRATO

Questa asserzione e contenuta nella precedente a cui equivale: « La Bibbia e libro divino », anzi e, dall'inizio alia fine, « la Parola di Dio » contenendo la successione storica delle rivelazioni con cui Dio attua il piano della salvezza, che si ricapitola in Cristo Gesu Redentore, centro e oggetto della Bibbia.

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II fatto della ispirazione dice la relazione di origine che la Bibbia ha con Dio, « come sua opera personate », per cui « Dio e I'autore della Bibbia nel senso proprio e stretto letterario, quale vera causa efficiente del suo essere ».

II fatto della ispirazione e la caratteristica propria ed esclusiva del­la Bibbia, il costitutivo della sua essenza, cio che spiega « la sua unita » nella varieta degli elementi, che associa in un tutto armonioso e indis-solubile e, al tempo stesso, spiega la sua posizione di assoluta supre-mazia su ogni altro libro: proprieta esclusiva della Bibbia, non essendoci alcun altro libro ispirato fuori di essa.

Bisogna ora determinare con precisione e con semplicita il con­cetto di ispirazione.

In questo concetto sono inclusi due soggetti: « Dio e Vuomo » con la risultanza di un unico oggetto: il Libro Sacro.

Papa Leone XIII, nella Enciclica « Providentissimus Deus », in una felice formula, spiega cosi: « Dio con la sua virtu soprannaturale eccito e spinse gli scrittori sacri, e li assistette mentre scrivevano, in maniera tale che concepissero rettamente nella mente tutte quelle cose, e quelle sole, che Egli comandava, le volessero scrivere fedelmente, e le esprimes-sero in maniera adatta con verita infallibile; altrimenti non sarebbe Egli autore di tutta la Sacra Scrittura ».

1) Dunque nel fatto della ispirazione c'e anzitutto Dio « che ha t'iniziativa », perche e Lui « a eccitare e spingere gli Autori sacri a scri­vere « con la sua virtu soprannaturale », cioe mediante lo Spirito Santo, spirito di amore, di verita, di santita.

2) Ma accanto all'agente divino, nella composizione del libro ispi­rato, entra « Vuomo », l'agiografo, vero autore anch'egli con la sua atti-vita intelligente e libera.

II lato misterioso ma reale della ispirazione consiste appunto « nella coesistenza » di questi due agenti, Dio e l'uomo, e nella « simultanea » azione di essi, il cui unico effetto e il Libro Sacro, ispirato, che, sotto diversi aspetti, e tutto di Dio e tutto dell'uomo.

« Tutto di Dio » in quanto Egli e I'autore principale che muove, ispira; « tutto dell'uomo » in quanto, pur agendo sotto l'influsso divino, impegna e conserva tutta la sua personality e autorita. Nella ispirazione Dio ottiene infallibilmente il suo effetto senza ledere la liberta dello scrittore sacro. Insomma: ogni spiegazione sulla natura dell'ispirazione deve tener conto di questi due elementi: Dio e l'uomo, e del diverso grado della loro attivita, riconoscendo sia i diritti di Dio che deve sem-pre restare autore principale, sia i diritti dell'uomo che, pur essendo autore secondario, e pur sempre vero autore, non mai cieco automa.

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3) Frutto di questa misteriosa collaborazione e unica nel suo ge-nere, e la Bibbia: libro sacro, libro divinamente ispirato, « libro divino-umano ».

Dio e li, in quel libro, ma al tempo stesso c'e I'uomo, l'agiografo con la sua anima, col suo carattere, con le sue idee, col suo linguaggio. Quest'uomo sara una figura illustre: un Profeta o un Apostolo, Mose, Isaia, Davide, Giovanni e Paolo, o anche una persona sconosciuta il cui nome non ci e stato tramandato.

Non importa, Dio e li che illumina, muove, dirige; nulla si fa sen­za di Lui, il soffio invisibile del suo Spirito scende dall'alto, un'anima umana lo riceve, traduce ed esprime a suo modo; scrive la Parola di Dio col suo messaggio di verita, di amore, di redenzione per tutte le generazioni future, che attingeranno a quelle pagine divine luce, forza, conforto.

Per questo motivo la Bibbia e il libro religioso dell'umanita: dot-trina, storia, oracoli ed elevazioni, tutto in essa e grande, nobile, atto a svegliare nell'uomo la coscienza della sua dignita e dei suoi doveri, tutto conduce a Dio. II divino e l'umano si fondono in essa aprendo orizzonti sconfinati.

Alio spirito del lettore si presentano personaggi di una grandezza sublime, uomini di Dio dalla fedelta mai smentita, tenaci nella vera religione, pieni di alto senso religioso, luminosi di virtu: Abramo, capo-stipite del popolo eletto e padre di tutti i credenti, dalla generosa fedelta e tqtale dedizione, vero amico di Dio; Isacco, mite e paziente; Giacobbe, forte e costante nelle tribolazioni; Giuseppe, intemerato e casto, prov-vidente e generoso con gli indegni fratelli; Mose, liberatore, legislatore, condottiero, taumaturgo, profeta; Davide, magnanimo col suo avversa-rio Saul; i Profeti, araldi di Dio e vindici dei suoi sacri diritti, inflessi-bili censori di ogni ingiustizia, annunziatori del Messia e del suo regno; gli eroici Maccabei, difensori della religione e della patria; senza contare gli Apostoli, gli Evangelisti e i Discepoli del Signore nel Nuovo Te-stamento.

Dei suoi eroi la Bibbia non tace gli errori, le debolezze e le colpe... Non c'e pertanto narrazione piu sincera e istruttiva di quella biblica: es­sa ci fa conoscere Dio e la sua volonta, guidando I'uomo a Dio, verso il suo fine soprannaturale. La Bibbia e la storia di « una chiamata d'amore » sempre rinnovata e di « una risposta d'amore » sempre attesa, chiamata e risposta che sono l'espressione dell'ascetica piu forte e soave, di una mistica sublime che attinge le vette della unione con Dio.

Non ci resta allora che concludere questa prima parte con le parole dell'Apostolo San Paolo: « Siano rese grazie a Dio per l'ineffabile suo dono » (2 Cor. 9, 15).

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SECONDA PARTE

LA BIBBIA, LIBRO DELL HOMO

La Bibbia ha due grandi attori: Dio e I'uomo. Nella prima parte di questo lavoretto, abbiamo esaminato in forma semplice e schematica « la parola di Dio » che essenzialmente e « una chiamata d'amore » rivolta all'uomo, chiamata che si prolunga con appassionata insistenza nel corso dei secoli. In questa seconda parte vedremo insieme « la parte deU'uomo » che, essenzialmente purtroppo, « non e sempre stata una risposta d'amore ».

Nella storia, I'uomo sfugge sovente « all'amore divino », lo conte-sta, si ribella, lo tradisce. E' qui il dramma della Bibbia, dramma del-l'uomo di ogni tempo, da Adamo all'Apocalisse. Per divina misericordia, questo dramma non si risolve in una catastrofe, ma nel trionfo dell'Amo-re Divino che, in Cristo Gesu morto e risorto, trova la sua soluzione, Tunica e vera, qui in terra e su in cielo.

Per questi motivi la Bibbia: « Libro di Dio » e giustamente chia­mata anche: « Libro deU'uomo », perche in essa I'uomo di ogni tempo si puo specchiare e riconoscere se stesso. Nella lettura attenta, devota, assidua della Bibbia egli rivedra la grandezza della sua origine e della sua vocazione alia vita divina; la fragilita della sua natura, l'abisso delle sue colpe con tutte le tristi conseguente, il faticoso cammino della sua redenzione, la sua vittoria nel trionfo finale del bene sul male.

Mettiamoci insieme con sincera umilta davanti a questo specchio: ritroveremo noi stessi e, in noi, ritroveremo Dio. Esaminiamo, a volo d'uccello, il contenuto dei Libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, tenendo presente il capitoletto antecedente su la «Struttura della Bibbia». Spero ed auguro sia una « pregustazione » che invogli il benevolo let-tore a esaminare personalmente e interamente il contenuto dei singoli Libri Sacri.

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CONTENUTO DEI LIBRI DEL VECCHIO TESTAMENTO

I LIBRI STORICI

IL PENTATEUCO

Con questo nome sono designati i primi cinque libri storici e cioe: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.

Autore del Pentateuco e Mose. Questi 5 libri sono fondamentali per la comprensione di tutto il

Vecchio e Nuovo Testamento. Ecco il loro contenuto:

— G E N E S I

Contiene la storia dell'umanita primitiva. Dio, dopo aver creato l'universo, crea sulla terra Adamo ed Eva. Li pone in un « giardino di delizia ». Essi sono « amici di Dio » perche hanno il dono sopranna-turale della Grazia oltre ai doni e favori naturali. Dio vuole da loro una prova d'amore, di riconoscimento.

Purtroppo la prova fallisce. I progenitori disobbediscono e cadono nel peccato perdendo la grazia e l'amicizia di Dio. Logica conseguenza: la condanna, il dolore e la morte. Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di origine. Ma Dio promette un Redentore, che, vincendo il peccato, riportera la grazia e l'amicizia di Dio.

E' la prima luce di speranza. Luce che e offuscata dal primo delitto: Caino, per invidia, uccide il fratello Abele. II rimorso spinge Caino alia disperazione: « La sua faccia si sconvolse, ma il Signore gli disse: Per­che vai con la testa bassa? Se tu fai bene, forse non potrai tener aha la testa? Mentre se fai il male, il tuo peccato non ti sta forse alia porta per lanciarsi su di te? Le tue passioni son rivolte a te, ma tu puoi domi-narle » (Gen. IV, 7).

II peccato originale « non ha dunque corrotto totalmente I'uomo »: egli puo sempre dominare le sue passioni. Anche questa e un'altra luce di speranza e di conforto.

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Dopo Caino, l'umanita seguira il suo triste esempio: idolatria, su-perbia, lussuria, avarizia attireranno sulla terra il diluvio distrut-tore. Ma su la cresta dei marosi della storia emergono Noe, Serse, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, uomini che sanno dominare le loro passioni per mantenersi fedeli a Dio. A questi Patriarchi Dio rinno-va piu volte, e in modo piu circostanziato, l'antica promessa ad Adamo: la venuta di un Redentore che nascera dalla loro stirpe. La stirpe di Abramo con i dodici figli di Giacobbe si trasferisce dalla Palestina in Egitto dove restera per 300 anni schiavo dei re Faraoni.

Nessun problema e piu attraente di quello che tratta la Genesi: l'epopea e, nello stesso tempo, il dramma delle nostre origini. Dal punto di vista teologico, la Genesi e il libro piu fondamentale dellAntico Te­stamento. Gli arcani, tormentosi interrogativi della nostra esistenza, il mondo, I'uomo, la vita e la morte, la felicita e I'angoscia, il peccato e la grazia, la perdizione e la redenzione, sono decisamente affrontati e divi-namente risolti in radice fin dalle sue prime pagine. La Genesi racchiude in se i dogmi fondamentali della religione cristiana. Tutto l'universo, ogni essere inanimato e animato, trae da Dio la propria esistenza, la propria vita, il proprio sviluppo. Tutto dipende dalla volonta infinita-mente sapiente e potente del Creatore. L'uomo, superiore a tutto il mondo che lo circonda, e da Dio creato in corpo ed anima, con intelli-genza e volonta, spirituale e immortale, dotato di Grazia santificante e di doni preternaturali. Egli e il capolavoro del creato.

La donna, simile all'uomo per natura e dignita, e costituita suo complemento per continuare, nella maternita, l'opera e il fine della crea-zione. Ne deriva « l'unita, la indissolubility, la santita del matrimonio » la socialita dell'uomo e della famiglia, base di ogni forma di societa.

I nostri progenitori, lasciati al loro libero arbitrio, decideranno li­ber amente della loro sorte. Tragica conseguenza: perdita della Grazia e della felicita originale, insorgenza di tutte le passioni, il tormentoso dramma della lotta tra il bene e il male con gli abissi della morte e del-l'inferno e le vette della santita e del paradise

Ma la promessa del Redentore proietta nella storia una luce di spe­ranza. Tutto il Vecchio Testamento mira a Cristo Gesu come a suo Liberatore, a suo compimento. Egli e il centro di tutte le promesse, di tutti i vaticini dei Profeti. Cristo Gesu e il filo conduttore che da signi-ficato e valore ad ogni avvenimento, Egli e la chiave che risolve ogni problema.

E ' vero che « L'ignoranza della Sacra Scrittura e ignoranza di Cri­sto » (S. Girolamo), ma e altrettanto vero che la Bibbia diventa un enigma indecifrabile per chi ignora Cristo Gesu.

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— ESODO

La famiglia di Giacobbe, quando emigro in Egitto, era un nucleo di 70 persone. Dopo 300 anni di permanenza in quella terra stra-niera, quel nucleo era cresciuto in numero di « 600.000 uomini adulti » (Numeri: 11, 21). Eranp troppi per non destare preoccupazione e invi-dia da parte del Faraone... Percio fu decretata la loro distruzione con lavori estenuanti e con la uccisione sistematica dei figli maschi appena nati. II popolo gemeva e supplicava Dio. Ed egli suscito Mose, il piu grande legislature, condottiero e prof eta di tutto il Vecchio Testamento.

10 penso che tutti i nostri cari lettori abbiamo visto il film: « I Die-ci Comandamenti », un kolossal americano che illustra fedelmente tutto il contenuto storico dell'Esodo. In breve, si tratta di questo: Mose, ap­pena nato, e liberato dalle acque del Nilo e viene adottato dalla figlia del Faraone. Cresce alia corte, educato come un principe nelle let-tere, nell'arte di governare, di organizzare e comandare un esercito. La civilta egizia e la piu raffinata e perfetta prima dell'epoca greco-romana.

In eta adulta gli e svelata la sua origine e arde di sdegno per la crudele oppressione del suo popolo. E ' perseguitato e fugge nel deserto dove Dio gli parla da un roveto ardente con l'ordine perentorio di presentarsi al Faraone e ottenere la liberazione, cioe l'uscita (Esodo) del popolo ebreo dall'Egitto per condurlo in Palestina, la terra Promessa da Dio ad Abramo. Ma quel numerosissimo esercito di schiavi era troppo utile alle ambizioni del Re. La sua perversa volonta e piegata da tremendi castighi, « le died piaghe » che colpiscono tutto l'Egitto. L'ultima e la piu dolorosa: in una notte muoiono tutti i figli primogeniti, anche il principe ereditario.

Finalmente Mose ottiene la liberazione. Incomincia un viaggio che durera quarant'anni in una continua alternativa di fedelta e di ribellioni del popolo verso di Dio; di castighi, di prodigi, di benefici di Dio ver­so il popolo.

Dinnanzi al suo cammino si aprono le acque del Mar Rosso; una nube misteriosa protegge tutti dagli ardenti raggi solari e, di notte, illu-mina gli accampamenti. Ogni giorno scende dal cielo « la manna », spe­cie di farina nutriente e sostanziosa; dalle rocce Dio fa sgorgare fiumi d'acqua. j j}i?j

11 fatto centrale di tutto l'Esodo e la solenne, apocalittica appari-zione di Dio a Mose sul Monte Sinai, dove e stretta una alleanza di fedel­ta col « suo popolo » e dove e promulgata la « Legge dei Died Coman­damenti, scritta col dito di Dio su due tavole di pietra ».

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Chi vuol seguire su la Carta Geografica le varie tappe del lungo viaggio dall'Egitto al Giordano, consulti il cap. XXXIII del Libro dei Numeri.

L'Esodo e un libro ricco di contenuto teologico e tipologico.

a) Contenuto teologico:

1. Al cap. 3, 14 c'e la rivelazione del Nome di Dio; alia do-manda di Mose: qual'e il tuo Nome? Dio disse a Mose: "Io sono colui che sono". Poi soggiunse: Cosi dirai ai figli di Israele: "Io sono" mi ha mandato a voi. (Esodo 3, 14).

Dio dunque e VEssere per eccellenza, YEssere Assoluto, un con-tinuo eterno presente, senza principio e senza fine.

2. « I Died Comandamenti » sono la piu alta espressione di mora-lita oggettiva universale. Essi sono validi, attuali, obbligatori per tutti gli uomini. Dio li ha stampati nella coscienza di ciascuno di noi prima ancora di scolpirli sulla pietra.

b) Contenuto tipologico:

Si dice « tipo » o « figura » una persona o un avvenimento che in se rappresenta una persona o un fatto che verra in futuro. In genere tutto il Vecchio Testamento e « tipo » del Nuovo cioe di Gesu Cristo e degli avvenimenti intimamente connessi con la Redenzione.

Nell'Esodo i « tipi » di maggiore interesse sono i seguenti:

1. II popolo ebreo che da secoli soffre in schiavitu e « tipo » di tutta l'umanita che, dopo il peccato originale, e schiavo del male.

2. Mose « il liberatore » e tipo di Gesu Redentore.

3. « II sacrificio dell'Agneilo pasquale » e « tipo » del sacrificio di Gesu Crocifisso, che con la sua immolazione segna il passaggio dalla morte del peccato alia vita della Grazia.

4. « La Manna » e tipo dell'Eucaristia: il Pane di vita.

5. L'alleanza sancita nel sangue tra Dio e il suo popolo e tipo dell'AUeanza stabilita nel Sangue di Gesu tra noi e Dio Padre.

6. II fatto stesso dell'« Esodo », cuore del Vecchio Testamento e la piu mirabile gesta di Dio, e « tipo » della Redenzione di Cristo, cuo­re del Nuovo Testamento, l'espressione piu alta della potenza miseri-cordiosa di Dio.

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7. La tradizione cristiana inline vede nella peregrinazione degli Ebrei nel deserto « la marcia della Chiesa e delle singole anime dalla schiavitii terrena verso la liberta celeste ».

— LEVITICO

E' il terzo libro del Pentateuco, cosi chiamato da « Levi » che, con la sua famiglia ed i suoi discendenti, fu deputato da Mose al culto divino sotto le dipendenze di Aronne. Le due Tavole della Legge erano custodite nell'Arca dell'Alleanza che, sotto il Tabernacolo, specie di tenda mobile, sostava in mezzo agli accampamenti. Dinnanzi air Area, Levi ed i suoi figli offrivano a Dio preghiere e sacrifici in nome di tutto il popolo. Purtroppo il Levitico e uno dei libri piu aridi e meno letti di tutta la Bibbia. Pero ha un suo valore spirituale perenne, specie nei ca-pitoli 17-25 circa « la santita dei sacerdoti ». E qui e l'anima di tutto il Libro. Quando e santo il sacerdote, e santo anche il popolo.

NUMERI

II quarto libro del Pentateuco e cosi denominato dal centesimo dei figli di Israele riportato nel primo capitolo.

II suo contenuto e la storia di lunghi 38 anni di cammino dal monte Sinai alle rive del Giordano. La vita nel deserto e triste e faticosa: malinconia, scoraggiamento, ribellione, disperazione sono i suoi amari frutti.

II libro dei Humeri descrive tutti questi stati d'animo: ingratitudine e infedelta del popolo e insieme la giustizia, la fedelta, la pazienza di Dio. Scoppiano ribellioni e insurrezioni contro Mose; popolazioni selvagge ostacolano il duro cammino. II grande condottiero soffre, prega, castiga e incoraggia. II popolo si agita, ma e Dio che lo conduce.

La Bibbia e veramente « II Libro dell'uomo » nel quale ciascuno di noi si puo specchiare e rivedere se stesso.

— DEUTERONOMIO

In vista della Terra Promessa, Mose fa sostare il popolo nella pia-nura di Moab e con quattro lunghi discorsi riepiloga sostanzialmente la storia dei quarant'anni nel deserto.

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Egli vuole dare spiegazione del « per che », (in apparenza assurdo), Dio ha voluto per il suo popolo il lungo travaglio dell'Esodo.

E ' 1'eterno « perche » della vita che sta alia base di tutti i nostri problemi. Si tratta di questo: « Dio mette sempre alia prova coloro che ama perche siano purificati nel dolore come 1'oro nel fuoco, e perche si uniscano sempre piu intimamente a Lui in un amore indefet-tibile ». E' la logica dell Amore; e Dio e Amore.

II Deuteronomio, nel suo insieme, e il libro del Vecchio Testa-men to che piu si avvicina alio spirito e alia lettera del Huovo Testamento. La lettera e questa: « Dio e uno solo » non esiste altro Dio. Lo spirito e questo: « Amare Dio e amare il prossimo ».

Nel Monoteismo si compendiano tutte le verita di fede; nell'Amore si compendiano tutte le leggi del Decalogo e dell'Alleanza.

Questi sono i temi centrali dei quattro Discorsi di Mose con una oratoria affascinante e lapidaria. Bisogna leggerli per gustarli. Ecco al-cuni passi salienti:

« O Israele, ascolta le leggi e le prescrizioni che io sto per inse-gnarti, e mettetele in pratica, amnche possiate vivere ed entrare in pos-sesso del paese che il Signore, Iddio dei vostri padri, vi da. Hon aggiun-gete ne togliete nulla, ma osservate i Comandamenti del Signore, Iddio vostro, tali e quali ve li prescrivo... Questo costituira la vostra sapienza e il vostro senno davanti a tutti i popoli...

O Israele, considera bene e tieni bene a mente, che il Signore e Dio, lassu nel cielo e quaggiu in terra, e che non ce n'e alcun altro. Dio e uno solo. Hon farti nessun idolo che il Signore, Iddio tuo, ti ha proibito. Poi-che il Signore, Iddio tuo, e un fuoco divoratore, un Dio geloso...

Quando cercherai il Signore, Iddio tuo, lo troverai se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l'anima tua. Hella tua angoscia, ritornerai al Signore, e darai ascolto alia sua voce; poiche il Signore, Iddio tuo, e un Dio pietoso; egli non ti abbandonera, ne ti distruggera; non di-mentichera il patto che giuro ai padri tuoi » (Deut. 4, 1-40).

« Ascolta, Israele, il Signore, Iddio nostro, e 1'unico Dio. Amerai dunque il Signore, Iddio tuo, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze. Questi Comandamenti rimangono bene impressi nel tuo cuore, insegnali ai tuoi figli, parlane loro e quando te ne stai in casa tua, e quando cammini per via, e quando ti corichi, e quando ti alzi » (Deut. 6, 4-7).

« Hon andar seminando la diffamazione... Hon odiare in cuor tuo il tuo fratello... Hon vendicarti e non serbar rancore...; anzi Ama il pros­simo tuo come te stesso-. Io sono il Signore » (Levitico 19, 16-18).

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« Quando ci sara in mezzo a te, o Israele, qualcuno che sia biso-gnoso, non indurare il tuo cuore, non serrare la mano in faccia al tuo fratello bisognoso, ma aprigli volentieri la mano... Dagli con generosita quello di cui ha bisogno... I bisognosi purtroppo non mancheranno mai, percio io ti do questo comandamento e ti dico: Apri con generosita la tua mano al tuo fratello povero e bisognoso » (Deut. 15, 7-11).

Qui siamo in clima perfettamente evangelico. Ascoltiamo ancora: « Quando nel tuo podere starai a mietere la tua messe e avrai di-

menticato un manipolo nel campo, non tornare indietro a prenderlo, ma lascialo per il forestiero, per l'orfano e per la vedova, affinche il Si­gnore, Dio tuo, ti benedica in ogni opera delle tue mani. Quando bac-chierai gli ulivi non ricercare le ulive rimaste sui rami... E quando ven-demmierai la tua vigna, non racimolare i grappoli rimasti dietro a te, ma lasciali per il forestiero, per l'orfano e per la vedova. Ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto, e percio io ti comando di mettere in pratica questo precetto » (Deut. 24, 19-22).

« Guarda, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Se tu ascolti gli ordini del Signore, amando il tuo Dio e cam-minando per le sue vie, osservando i suoi Comandamenti, allora tu vi-vrai, ti moltiplicherai e il Signore, Dio tuo, ti benedira... » (Deut. 30, 15-16).

II compito del grande condottiero e profeta e ormai terminate: « Allora Mose, dalle steppe di Moab, sali sul monte Nebo e il

Signore gli fece vedere tutto il paese oltre il Giordano fino al Mar d'Oc-cidente e gli disse: « Questo e il paese che io giurai di dare ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe,... io te l'ho fatto vedere, ma tu non ci entrerai ». E Mose, servo del Signore, mori lassu... e Dio lo seppelli nella valle, nel paese di Moab, ma nessuno, fino al presente, ha mai saputo dove sia la sua tomba. Mose, quando mori, aveva 120 anni; tuttavia la vista non gli si era indebolita e il vigore non gli era venuto meno. Non e mai piu sorto in Israele un Profeta pari a Mose, col quale il Signore abbia parlato faccia a faccia, sia per la quantita di segni e di miracoli, per tutte le sue potenti gesta e i tanti terribili prodigi, che Mose opero agli occhi di tutto Israele » (Deut. 34, 5-12).

Eppure Mose vaticino la venuta di un altro Profeta piu. grande di se stesso « il Profeta per eccellenza ». E il Signore confermo la sua vi-sione dicendo: « Io suscitero al popolo d'Israele un "Profeta" e mettero le mie parole nella sua bocca, ed egli annunziera tutto quello che gli avro comandato. Se uno non ascoltera le parole che egli dira in nome mio, io stesso gliene domandero conto » (Deut. 18, 15-19).

Questo Profeta e Cristo Gesii! Solo in Cristo Gesu si compie tutto il Vecchio Testamento.

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— G L I ALTRI 16 LIBRI STORICI DEL V.T.

Tutta la storia del popolo Ebreo, dalla morte di Mose sino alia ve­nuta di Gesu, e « una proiezione » del Pentateuco e, nel suo sviluppo, un avveramento. Nel Pentateuco c'e « il tipo, la figura » di tutto il V.T. Infatti noi vedremo che, nel corso della storia, ogni volta che il popolo Ebreo si mantiene fedele a Dio, raggiunge l'apice della parabola di ogni bene; al contrario, ogni volta che e infedele a Dio, tocca il fondo di ogni abiezione civile e morale.

La storia del popolo Ebreo e di ogni altro popolo e « di una mono­tonia quanto mai stucchevole ». Cambiano i tempi, le persone, le cir-costanze, i modi di vivere e di essere, « ma i fatti » sostanzialmente « son sempre quelli » perche « Vattore della storia e sempre quello: I'uomo »: impastato di bene e di male, di virtu e di peccato ». Uno solo ha rotto questa stucchevole monotonia: Cristo Gesu, il Figlio di Dio fatto uomo.

Dopo questa breve considerazione ritorniamo al popolo d'Israe­le che, sotto la guida di Giosue, entra trionfante in Palestina, terra pro-messa. Tutto il territorio e presto conquistato e diviso tra le 12 Tribu discendenti di 12 figli di Giacobbe. Siamo neU'eta preomerica: circa il 1000 a.C. Ma le popolazioni vinte e quelle circostanti mai sopporta-no il predominio degli invasori. Israele e costretto a vivere in continuo assetto di guerra combattuta su due fronti intimamente collegati: cam-pale e morale.

Vittorie e sconfitte, progressi e regressi dipendono sempre « dalla fedelta o infedelta del popolo e dei suoi capi alia Legge Santa di Dio ». Lo scrittore ispirato del Vecchio Testamento ha « una visione teologica della storia: con Dio c'e il bene e la vittoria, senza Dio c'e il male e la sconfitta ». I personaggi non sono giudicati in relazione alia grandiosita delle gesta, ma in base alia fedelta a Dio.

Quando le 12 Tribu confederate vogliono unirsi in nazione con la elezione di Saul primo re, il Profeta Samuele awerte: « Ricordati, o po­polo, che il tuo Re e solo Dio ».

II Regno di Israele, dopo Saul e Davide, raggiunge il suo massimo splendore col re Salomone. Purtroppo il benessere corrompe il Capo ed i sudditi: l'idolatria soppianta il culto del vero Dio, l'immoralita, a tutti i livelli, fa dimenticare la pratica della legge di Dio.

Logica conseguenza: le passioni sfrenate generano ribellioni e divi-

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sioni alPinterno del Regno, invasioni e distruzioni dai nemici esterni. Nel 721 a.C. una parte del popolo e condotto schiavo a Ninive dagli Assiri; nel 586 a.C. un'altra numerosa parte e trascinata schiava nei territori di Babilonia dal Re Nabucodonosor. E la dura schiavitu si protrae per lunghi e dolorosi 70 anni!

Ma se il popolo « dalla dura cervice » e sovente infedele, Dio, dal cuore misericordioso, e sempre fedele alle sue promesse. Egli manda i suoi Profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele tra i deportati per ridestare « I'antica fiamma » del pentimento e della conversione all'unico vero Dio.

E' bene osservare che « il piano del Regno di Dio sulla terra » si attua lungo tutto il Vecchio Testamento, nonostante le alternative, i continui contrasti drammatici sino « alia prima venuta del Salvatore Gesu; e, dopo di Lui, si attua egualmente tra tenebre e luci, sino alia seconda venuta di Cristo stesso per porre fine e fare giustizia. Dio scrive dritto anche su le righe storte ».

Cristo Risorto e il grande trionfatore della storia; la sua vitto-ria finale segna per sempre la sconfitta del peccato e della morte e l'inizio del Regno stesso della Grazia e della Vita.

Dice Paul Claudel che « la Bibbia e uno dei piu affascinanti roman-zi d'amore »: Amore di un Dio che crea l'uomo per la sua felicita; infe-delta dell'uomo che, nella storia dei secoli, fugge quasi sempre da Dio; Amore infinito di Dio che « insegue, persegue » la sua creatura lungo il corso dei secoli « per attuare il suo piano d'amore, di misericordia, di intimita ». Sfugge soltanto chi « volontariamente » gli volta le spalle e rinnega per sempre l'Amore. E' il delitto piu grande della storia.

Durante l'esilio in Babilonia trionfa la misericordia di Dio. Agli appelli appassionati dei Profeti risponde il pianto, il pentimento, la conversione del popolo. Dio persuade Ciro re della Persia a dare liberta ai deportati. Circa il 538 a.C. essi ritornarono in Patria. Sotto la gui. da di due saggi governanti: Esdra e Neemia, il popolo d'Israele rifiorisce civilmente e religiosamente. Con l'invasione di Alessandro Magno en-tra in Palestina il culto e il costume pagano e, con essi, la corruzione e il decadimento.

La valorosa famiglia dei Maccabei tenta di arginare. E' seguita da pochi e la famiglia e distrutta in battaglia.

L'ondata dei Greci prepara l'invasione romana. Nel 63 a.C. le legioni romane, guidate da Pompeo, conquistano e assoggettano la Palestina a Roma. E' la pienezza dei tempi messianici. Dice S. Paolo nell'Epistola ai Romani: « Tutti hanno sbagliato perche su tutti trion-fasse la misericordia di Dio! ». La misericordia ha trionfato con l'lncar-nazione di Gesu Cristo nostro Redentore.

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I LIBRI SAPIENZIALI

I libri Sapienziali del V.T. sono i seguenti: « Giobbe, Salmi, Pro-verbi, Libro di Qoelet, Cantico dei Cantici, Sapienza, Libro di Sirac o Siracide. Sono libri didattici o morali per lo scopo che essi hanno di insegnare « la vera Sapienza » in forma semplice, proverbiale, anedottica.

Tra tutti i Libri del V.T. sono « i piu alia mano » alia portata an­che delle persone sprovviste di ogni cultura. Per questo motivo hanno esercitato un profondo influsso morale sul popolo ebreo, su quello cristiano e sugli uomini di tutti i tempi; sono i piu letti, i piu pratici, i piu sapienti.

La « Sapienza », in essi cliffusamente trattata in forma poetica e attraente, non e « una virtu intellettuale, ma pratica, morale ». Essa certo ha la sua radice nelle verita rivelate, ma consiste essenzialmente « nella pratica della volonta di Dio » volonta che talvolta, al nostro corto in-telletto, sembra assurda « ma e sempre santa e santificante perche vuole il nostro vero bene ».

Gli Autori di questi Libri insegnano che l'uomo sapiente e « l'uomo saggio » colui cioe che sa come comportarsi nelle piu disparate e varie occasioni della vita; colui che conosce la Legge di Dio e sa praticarla, conformando ad essa la propria condotta, uniformandovi la vita intera. L'uomo saggio non e mai un egoista, ma si impegna a far conoscere agli altri le sue esperienze per indurli alia pratica della sapienza divina.

Nei Libri Sapienziali sono toccati e messi a fuoco tutti i problemi esistenziali dell'uomo di ogni tempo, non sono risolti in disqui-

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sizioni filosofiche o letterarie, ma con il senso sano, comune, equilibrato, sofferto e pratico che prende luce e consistenza dall'anima profondamen-te religiosa del popolo.

Cerchiamo di esemplificare brevemente dai 7 Libri Sapienziali.

— I L LIBDO DI GIOBBE

Si apre con una domanda: « Perche soffre il giusto? ». E' spiega-bile il dolore che colpisce l'ingiusto. Ma, umanamente parlando, non e spiegabile il dolore, la sorferenza del giusto. La domanda e senza risposta ed il problema senza soluzione. Qui e il dramma.

L'Autore sacro spiega che il dolore rientra nei misteriosi disegni di Dio e aderisce alPuomo, anche giusto, per la sua stessa condizione di creatura. Per il giusto il dolore « non e mat un castigo », ma « una prova, anzi « una prova d'amore » che tende a purificarlo.

Bisogna dunque non discuterlo, ma accettarlo con amorosa ed umile riconoscenza. Qui sta il grande valore didattico del Libro di Giobbe. II protagonista, di fronte al dramma del dolore, si esprime cosi: « Tu puoi tutto, o Signore »... « io taccio e accetto »... « perche, davanti a Te, sono piccino »... « mi umilio in polvere e cenere ».

— LIBRO DEI SALMI

Sono 150 composizioni liriche in forma di preghiera. Davide, autore principale, fa vibrare a Dio tutte le corde del cuore umano in una sinfo-nia di note che non ha eguali in nessuna letteratura. Ma il valore spiri-tuale e molto superiore a quello letterario. Dice S. Agostino che « I Salmi furono ispirati da Dio affinche l'uomo potesse piu degnamente lodarlo ».

Percio i Salmi sono come « il manuale di preghiera » che Dio stesso ha voluto dare alle sue creature perche, in ogni circostanza, potessero tivolgersi a Lui « con la sua stessa parola » ed essere esauditi. I Salmi sono come il riflesso di tutta la vita religiosa di Israele. Essi divennero « il libro » della preghiera collettiva e individuale, il piu usato, il piu letto, a preferenza di ogni altro della Bibbia di cui e come il compendio teologico, storico e morale.

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E 1'unita di Dio, la sua giustizia e onnipotenza, la sua misericordia e prowidenza, sono esaltate nelle forme liriche piu belle; le vicende nazionali ora liete e calamitose, tutta la gamma dei sentimenti umani tengono sempre viva la speranza nel Redentore promesso; i richiami all'osservanza del Decalogo, alia pratica della giustizia e della bonta non portano mai alio sconforto, ma alia sconfinata fiducia nella misericordia divina. II Libro dei Salmi, citato piu di ogni altro nel Nuovo Testamento, servi di preghiera a Gesu, agli Apostoli, a Maria S.S., penetro con moto spontaneo nelle prime comunita cristiane e la Chiesa ne ha fatto il suo manuale di preghiera e di meditazione, in cui il cristiano di tutti i tempi trova l'espressione di una fede piu salda, una speranza piu certa, un vincolo di amore piu intimo con Dio e con gli uomini.

— G L I ALTRI LIBRI SAPIENZIALI

Trattano e sviluppano, sotto diversi punti di vista, gli argomenti dei primi due.

II Libro dei Proverbi, mette in risalto le piu svariate manifestazioni dell'umana esistenza: la saggezza e la follia, l'amore e l'odio, la ricchezza e la poverta, la prodigalita e l'avarizia, i rapporti tra figli e genitori, servi e padroni, uomo e donna, amici e nemici. Ogni situazione e risolta alia luce di Dio, della sua Legge, della sua Sapienza... « La Sapienza vale piu delle perle, il suo valore e superiore a tutti i gioielli » (Prov. 8, 11).

II Libro di Qoelet: dopo aver esaminato le varie situazioni del­la vita, come nel Libro dei Proverbi, conclude con questo ritornello: « Tutto e vanita ».

Io penso che Qoelet, grande pensatore, non sia stato un Giacomo Leopardi dei suoi tempi. Egli infatti, dal cap. IX al XII, dopo aver detto che la vita e un mistero e un rischio « al lume della ragione », afferma pure che la vita e una gioia, che cosi deve essere vissuta « alia luce di Dio ».

Conseguenza logica: tutto e venita » senza Dio; ma « tutto ac­quis t a valore » solo con Dio.

« Per l'uomo che conduce la sua vita in una valle scura, incassata tra due grandi assoluti: « La vanita delle cose che non sono » e « I'As-soluto di Dio che e » Qoelet consiglia « la morale del giusto mezzo » che e una morale tutta impregnata di pieta e di buon senso » (Buzy). E di buon senso ce n'e tan to bisogno!

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II Cantico dei Cantici: sembra il libro piu strano della Bibbia e per l'argomento che tratta e per essere annoverato tra i Libri Sapienziali. L'argomento e quanto mai semplice: e un idillio amoroso tra un pastore ed una pastorella. I dialoghi e l'azione spesso drammatica, ha il suo sfon-do nell'aperta campagna. La tensione amorosa si risolve con il trionfo dello sposo che riesce a conquistare per se tutto l'amore della sposa.

La spiegazione piu comune e piu accreditata vede nel « Cantico dei Cantici » l'Amore eterno di Dio verso la sua cratura, il suo popolo. La Sapienza consiste in questo: nel riconoscere l'Amore divino per ricam-biarlo in un abbandono totale e per sempre.

II Libro della « Sapienza »: oltre agli argomenti gia trattati dagli Autori dei libri precedenti, presenta questa caratteristica: il forte accento su « I'aspetto personale della Sapienza » (cap. XVIII, 14-15) « mentre un placido silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era gia a meta del suo corso, l'onnipotente tua Parola, o Dio, discese dal cielo, dal tuo trono regale, in mezzo a questa terra... ». E' il chiaro preannun-cio al Prologo del Vangelo di S. Giovanni: « La Parola di Dio si fece came, e fisso la sua dimora fra noi ». Questa « Parola » e Cristo Gesu, la Sapienza di Dio incarnata piena di luce, di vita, di grazia, di verita.

II Libro del Siracide (Sapieza del figlio di Sirac): e l'ultimo tra i Sapienziali e ne assomma e conferma il contenuto. Alia base del-l'insegnamento dell'Autore sacro, denominato « figlio di Sirac », c'e il timore di Dio, fatto di rispetto, obbedienza e fiducia in Lui. I nemici piu sottili dell'uomo saggio sono sempre la debolezza, la doppiezza, il disimpegno. Tutta la sapienza dell'uomo deve essere animata dalla fede in Dio, fede che si concretizza in una testimonianza di opere giuste e misericordiose.

Al cap. XXIII, 1-4, c'e questa nota evangelica: « Dio deve essere pre gat o come Padre » e piu innanzi al cap. XXVII soggiunge: « Per dona al tuo prossimo i suoi torti, e cost quando tu preghi, ti saranno rimesse le tue colpe ». E' una gradita e dolce anticipazione della Preghiera inse-insegnata da Gesu.

II figlio di Sirac ha un tono dimesso, popolare, ma ricco di espe-rienza e di psicologia. E' un'antologia dei piu vari casi della vita che, messi insieme, formano un manuale di saggezza che sorprende per la sua concreta aderenza alia realta. Ecco un breve esempio.

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Affanni di un padre per la figlia

« Una figlia e per il padre un affanno segreto e il pensiero che ella gli da non lo lascia dormire: nubile, teme che non debba sposarsi, maritata, che possa essere odiata.

Se vergine, potrebbe essere sedotta, promessa sposa, potrebbe essere infedele, maritata, non aver figli.

II padre, sopra una figlia indocile, raddoppia la sua vigilanza, perche non diventi la favola della citta...

E tu, davanti a qualunque donna, non considerare solo la bellezza, e in mezzo ad esse non ti mettere a sedere; come da panno vecchio esce la tignola, cosi da donna esce "malizia di donna" » (42, 9-14!

II figlio di Sirac, nel Prologo del suo libro scrive: « Vi esorto a leggerlo con benevolenza e attenzione... Non ho risparmiato ne veglie, ne fatiche per condurre a termine questo libro e pubblicarlo a vantaggio di coloro che desiderano istruirsi, riformare i loro costumi e vivere secondo la Legge di Dio ».

E' un Prologo che sta bene come conclusione e, sopra tutto, come invito a una pensosa lettura.

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I LIBRI PROFETICI

A proposito di « profezia e di Profeti » nel cap. IV del Vangelo di San Luca leggiamo che « Gesu andato a Nazareth, entro nella Sina-goga e, dopo aver letto e commentato un passo del Profeta Isaia, Egli fu oggetto di incomprensione, anzi di furore sanguinario, tanto che fu trascinato fuori del paese nel tentativo di precipitarlo in un burrone... » e Gesu amaramente commenta: « In verita vi dico: « Nessun Profeta e accetto nella sua patria ».

II lamento di Gesu esprime una triste realta: i Profeti del Vecchio e del Nuovo Testamento sono i meno letti e quindi i meno conosciuti e compresi e, il piu delle volte, sono disprezzati e ripudiati. II motivo di fondo e semplice e cioe: tutti gli altri Autori ispirati ci danno « un riflesso, una immagine di Dio e della sua parola » mentre i Profeti, co­me aquile che fissano il sole, ci danno « la presenza viva, diretta, toccan-te della Persona di Dio e della sua parola ».

Mose, nella sua visione profetica, afferma che « II Signore Dio e un fuoco divoratore » (Deut. 4, 24).

Percio la parola dei Profeti e « abbagliante come quella del sole », « e rovente come il fuoco », e « afilata come una scure che batte alia radice ».

Per logica conseguenza i Profeti sono sempre stati « gli uomini piu scomodi, piu scomodanti » e percio i meno accetti, i piu contrastati, i piu perseguitati e sovente condannati a morte. Esempio tipico e la mor-te di Gesii « il Profeta per eccellenza » che tutti li impersona, li avvera.

A questo punto e bene domandarci:

— Chi sono i Profeti? — Perche sono incompresi e perseguitati?

— Qual'e il valore del loro messaggio? — Chi sono i principali Profeti del Vecchio Testamento?

Cerchiamo di rospondere con breve chiarezza:

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— Chi sono i Profeti?

I Profeti sono coloro che, ricevuta una particolare missione da Dio, e, dotati, a tal fine, di particolari carismi, parlano agli uomini in nome di Dio. Sono quindi i portavoce di Dio.

Tipico e l'esempio di Mose, al quale il Signore dice: « Vedi, io ti ho costituito quale Dio di fronte al Faraone; tu dirai a lui tutto quel-lo che ti comandero » (Esodo 7, 1-2)). « Io saro con la tua bocca e ti insegnero quello che dovrai dire » (Esodo 4, 12).

E ' chiaro dunque che i Profeti sono gli interpreti di Dio, la bocca di Dio che riferisce agli uomini la Parola di Dio. I profeti sono inoltre « i veggenti », coloro che vedono, che contemplano cio che e nascosto agli uomini e che Dio loro mostra, rivela affinche ne parlino agli uomini. In Dio non c'e « passato e futuro » ma tutto « e presente ». Percio i Profeti vedono, « nella luce di Dio » il passato e il futuro come « pre-senti » in uno schermo.

Questa visione « fuori e contro tempo » e sovente causa di incom­prensione e di avversione. Eppure essi sono grandi perche rappresenta-no le vette, le antenne piu alte e piu sensibili dell'umanita. Sono i capo-lavori di Dio perche « lo vedono a faccia a faccia e lo trasmettono alia umanita « vivo, toccante, sconvolgente e santijicante ».

— Perche i Profeti sono incompresi e perseguitati?

I motivi principali sono due: furono uomini « fuori serie » e « con­tro corrente ».

a) « Fuori serie » perche erano santi, dotati di una statura morale senza compromessi. II mondo, moralmente tenebroso, li respinse perche non comprese la luce della loro vita virtuosa.

b) « Contro corrente » perche il loro era un messaggio di verita contro la menzogna, di virtu contro le passioni, dei diritti di Dio contro il libertinaggio degli uomini, dei diritti dei poveri contro le angherte dei ricchi.

Quando Geremia fu chiamato al profetismo, il Signore gli disse: « Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca; ecco, in questo giorno ti stahilisco sopra le nazioni e sopra i regni, per sradicare e per distrug-gere, per disperdere e per rovinare, per edificare e per piantare... Tu dunque cingi i tuoi fianchi, alzati, e di loro tutto quello che io ti ordinero.

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Non temere la loro presenza: io ti stabilisco come una citta forte, come colonna di ferro, come muro di bronzo contro tutta la terra, contro i re, i principi, i sacerdoti, il popolo. Se vorranno farti guerra, non avranno il soprawento, perche Io sono con te per liberarti ». E' quanto dire! (Geremia: 1, 10-19).

Ecco perche i Profeti furono « il segno di contradizione », « gli atle-ti di Dio » ; « le scogliere contro cui si infransero i violenti marosi di tut-te le passioni umane ». Eppure furono vincitori: Dio era con loro per­che essi furono fedeli a Dio nella vita e nella morte.

— Qual'e il valore del loro messaggio?

II loro messaggio ha tutto il valore che ha la Parola di Dio che, essenzialmente, e « Parola di Verita e di Amore ». L'uomo, dopo il pec-cato originale, e l'eterno assetato di verita, e l'insaziato mendicante deU'amore. Ma Verita e Amore non vengono daU'uomo ingrovigliato nell'errore e nell'egoismo, sono dono gratuito di Dio: « Verita che tutto assomma e Amore che tutto awiva ».

Tutta l'umanita « finche il mondo dura » e debitrice ai Profeti del loro messaggio. Non esiste civilta, non esiste religione, non esiste alcun fine nella vita senza i tesori divini della Verita e dell'Amore.

« Verita e Amore » nel profetismo si concretano e convergono in un punto focale, il « leit motiv » di tutta la Bibbia: « la conversione dell'uomo a Dio », nel passaggio deciso dalla morte del peccato alia vita della grazia, dalla schiavitu del dominio alia liberta dei figli di Dio. In questa conversione si attua il Regno di Dio.

II valore del messaggio dei Profeti si ha nella conferma concisa della prima predicazione di Gesu: « II tempo e compiuto e il regno di Dio e vicino-. convertitevi e credete alia buona novella » (Marco I, 15).

La conversione e la fede sono « il lievito » del Regno di Dio, e fin­che questo Regno non e giunto al suo perfetto compimento, esso resta sempre valido, sempre attuale, sempre impegnativo, sempre assoluta-mente vitale... « finche il mondo dura ».

— Chi sono i principali Profeti del Vecchio 1 estamento?

La domanda e legittima perche il profetismo accompagna tutta la storia del popolo ebreo. Molti sono nominati « Profeti » nel cor so della Bibbia, anche tre donne: Maria sorella di Mose, Debora (Giudici IV-V), Ulda (II Re: XXII, 14).

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I principali sono: Elia ed Eliseot870 a.C.) che non hanno lasciato nessuna profezia scritta. Gli altri principali sono 16, chiamati « Profeti scrittori » perche la Bibbia conserva i loro scritti.

In ordine cronologico sono:

— Nel Regno di Israele: Amos e Osea (750 a.C). — Nel Regno di Giuda: Isaia e Michea (740 a.C); Geremia, So-

fonia, Nahum, Baruch, Abacuc (630 a.C). — Durante Vesilio in Babilonia: Ezechiele e Daniele (580 a.C). — Dopo Vesilio di Babilonia: Aggeo e Zaccaria (520 a.C); Abdia

e Malachia (450 a.C); Giona (400 a.C); Gioele (350 a.C). Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, sono detti « Profeti maggiori »

perche i loro scritti sono piu voluminosi e piu importanti per la storia della salvezza; tutti gli altri sono detti « Profeti minori ».

II profetismo non e una carriera, ma dipende unicamente dalla libera volonta divina mediante una chiamata positiva, senza alcun riguardo a meriti personali, a condizioni sociali, alia cultura, al senno, all'eta: Isaia era nobile, Geremia ed Ezechiele sacerdoti, Samuele levita, Eliseo con-tadino, Mose ed Amos pastori. I loro scritti sono densi di contenuto dogmatico, morale, storico, poetico. Complessivamente solo pochi capi-toli in Ezechiele e Daniele sono oscuri o difficoltosi. Tutto il resto pud essere compreso e gustato da un lettore di media cultura. Per conto mio, la difficolta maggiore non e « dentro ma fuori della Bibbia » cioe nell'uomo. Bisogna anzi tutto « voler leggere » poi cominciare, poi assi-duamente e progressivamente continuare. Impiegando un quarto d'ora al giorno, in due anni, possiamo leggere tutta la Bibbia per trarne, con le dovute disposizioni, i frutti della Verita e della Santita. G o vale so-pratutto per i Libri Profetici. Leggiamoli con fede raccolta, leggiamoli tutti, ma in particolare Isaia « il quinto evangelista » che « sopra gli altri come aquila vola ».

— Quali sono le dovute disposizioni per una lettura fruttuosa della Bibbia?

In breve sono le seguenti: « ha Bibbia si deve leggere con lo stes-so spirito con cui e stata scritta ».

Ora noi sappiamo che la Bibbia e « la Lettera di Dio » a noi in-viata con cuore di Padre e con la precisa intenzione di insegnarci la via della salvezza. Noi dunque dobbiamo leggerla « assiduamente » con cuo­re di figli, con viva fede, umilmente raccolti e gioiosamente convinti di ascoltare, nelle parole della Bibbia, « la voce di Dio » che ci manifesta

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le sue verita, la sua volonta perche possiamo camminare nella via della

vita per ritornare a Lui.

In questo cammino, non sempre facile, ci guida e ci conforta si-curamente « la voce della Chiesa, nostra Madre » a cui Dio ha affidato il tesoro della sua Rivelazione.

Come conclusione, facciamo nostro l'ammonimento di Dante: « Ave-te il Vecchio e il Nuovo Testamento j e lo Pastor del gregge che vi gui­da: j questo vi hasti a vostro salvamento ».

PICCOLA BIBLIOGRAFIA

— « La Sacra Bibbia», Edizioni Paoline - Roma, 1971. — Enciclica: «Providentissimus Deus», Papa Leone XIII. Edizione italiana della Poliglotta

Vaticana - Roma. — « lntroduzione generate alia Sacra Bibbia », P. PERRELLA - Torino. — «La Lettera di Dio », A. PENNA - Brescia. — « Pagine difficili dell'A. T. », GALBIATI-PIAZZA - Genova. — « L'inenarranza della Sacra Scrittura », G. CASTELLINO - Torino. — « Ispirazione biblica », E. FLORIT - Roma.

ISTITUTI MASCHILI

Istituto « P. G. Minozzi » — AMATRICE (RI) Seminario dei Discepolini — OFENA (AQ) Collegio Universitario « P. G. Minozzi » — ROMA Istituto « Figli d'ltalia » — CASSINO (FR) Istituto « P. G. Semeria » — GIOIA DEL COLLE (BA) Istituto « Princioe di Piemonte » — POTENZA Istituto « P. G.'Minozzi » — BARILE (PZ) Istituto « Lo Sassc » — PALAZZO S. GERVASIO (PZ) Istituto « P. G. Minozzi » — GELA (CL) Istituto « P. G. Semeria » — S. MARTINO DELLE SCALE (PA) Istituto « Roberto Darmon » — NAPOLI AI CAMALDOLI Istituto « P. G. Minozzi » — CASTELLAMARE DEL GOLFO (TP)

ISTITUTI FEMMINILI

1st. « P. G. Semeria » — COLDIRODI (IM) 1st. « Principessa di Piemonte » — GREVE (FT) 1st. « P. G. Minozzi » — AMATRICE (RI) 1st. « P. G. Minozzi » — TORRE DEI PASSERI (PE) 1st. « P. G. Minozzi » — ANTRODOCO (RI) 1st. « S. Vincenzo de' Paoli » — L'AQUILA 1st. « Giustino Fortunato » — RIONERO IN VULTURE (PZ) 1st. « P. G. Semeria » — SPARANISE (CE) 1st. « Vittorio Veneto » — CASTROVILLARI I'CS) 1st. « Madonna degli Orfani » — ROGGIANO GRAVINA (CS) 1st. « Maria Immacolata » — CATANZARO LIDO 1st. « D. Salvatore Riggio » — RIESI (CL)

CASE DI RIPOSO

Casa di Riposo « Mons. Pasquale Leone » — OFENA (AQ) Casa di Riposo « Madonna della Pace » — FRANCAVILLA A MARE (CH) Casa della Letizia per Signore Anziane — SAN PIETRO DI POGGIO

BUSTONE (RI) Casa di Riposo « P. G. Semeria » — MONTEROSSO AL MARE (SP)

SCUOLE MAGISTRALI

« Padre Giovanni Semeria » — ROMA « Padre Giovanni Minozzi » — L'AQUILA

PENSIONATI UNIVERSITARI

Collegio Universitario « P. G. Minozzi » — ROMA 1st. « S. Vincenzo de' Paoli » — L'AQUILA

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