jambo kenya!by giancarlo parapini

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Jambo Kenya! by GIANCARLO PARAPINI Review by: T. F. Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 10, No. 1/2 (Gennaio-Febbraio 1955), pp. 54-55 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756503 . Accessed: 14/06/2014 11:16 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.49 on Sat, 14 Jun 2014 11:16:21 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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Jambo Kenya! by GIANCARLO PARAPINIReview by: T. F.Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa el’Oriente, Anno 10, No. 1/2 (Gennaio-Febbraio 1955), pp. 54-55Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756503 .

Accessed: 14/06/2014 11:16

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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54 AFFRICA

Le indennità ai carabinieri inviati in Eritrea.

L'on. JANNELLI ha chiesto di in. terrogare i ministri dell'Interno e della Ditesa per sapere il motivo per il quale è stato deciso di non corri, spondere alcuna indennità speciale ai militari dell'Arma dei Carabinieri inviati per servizio dall'Italia in E- ritrea, dal 1947 in poi, negando loro perfino l'indennità di missione allo estero prevista dalla legge del 29 giugno 1951, n. 489, con le maggio- razioni di cui al decreto legislativo del 7 maggio 1948, n. 860. L'interro- gante chiede inoltre di conoscere per quale motivo a suddetti militari è stato pagato in Italia soltanto lo sti. pendio metropolitano, come se fosse- ro stati presenti in Patria.

I danni di gruerra dei residenti in Libia.

L'on. CANTALUPO ha chiesto al Ministro del Tesoro per quale moti, vo non siano state inviate le comu- nicazioni relative alla rivalutazione dei danni di guerra ai danneggiati della Libia negli anni 1940, 1941 e 1942, e la ragione per cui le liqui. dazioni da essi a suo tempo percepite siano considerate definitive e non su- scettibili di revisione, in contrasto con l'art. 14 della legge 27 dicembre 1952 che considera definitive soltanto le liquidazioni effettuate in base agli articoli 15, 16, 17 e 18 della legge 26 ottobre 1940, n. 1543, riferentisi al solo territorio nazionale.

Completamento a Nyeri della Chie. sa Ossario.

Rispondendo ad una interrogazione dell'on. ROMANATO, il sottosegre. tario SULLO ha comunicato che è stata disposta l'erogazione di un con- gruo contributo per il completamen. to della chiesa-ossario di Nyeri (Ke. nia), destinata ad accogliere le sal- me degli italiani caduti in quel ter- ritorio e sono state impartite dispo- sizioni al Corpo di sicurezza della Somalia di inviare sul posto perso- nale specializzato per l'esumazione e la sistemazione delle salme stesse.

Vinicìo Araldi

RIVISTA LATINA

Ci è particolarmente graduo rivolgere un affettuoso saluto augurale alla "Rivista Lati- no,., che con il fascicolo di gennaio 1955 ha iniziato il suo 51* anno di vita. Fondata nel 1905 dal prof. Pietro Carducci e oggi diretta dal di lui figlio Nello, la vecchia rassegna mensile romana, che propugna l'unione dei Paesi latini d'Europa e d'America ed esalta i valori morali e spirituali della civiltà latino, è uno voce nobilissima che trova un crescente numero di ascoltatori di qua e di là dell'Atlan- tico. All'amico e collega Nello Carducci l'au- gurio che un sempre più chiaro successo ar- rida alla suo fatica.

CARLO GIGLIO: II primo tentativo di Mancini per Zeila e l'Harar - Estratto dalla Rivista «II Risorgi, mento« », ottobre 1954 - Milantp, Tip. A. Cordani, pag. 27.

Di Pasquale Stanislao Mancini, Mi. nistro degli Esteri durante il periodo della prima espansione coloniale ita- liana sulle coste del Mar Rosso, si sono generalmente formulati severi giudizi che hanno fatto di lui « il prototipo dei rinunciatari, in conse. guenza del suo rifiuto a cooperare a fianco dell'Inghilterra nella impresa d'Egitto (1882!) e delle sue dichiara- zioni parlamentari di intonazione an. ticoloniale nel corso degli anni 1882,-84».

Su questo giudizio negativo, Carlo Giglio, con l'acume e la serietà che gli sono propri, getta nuove e vive luci che - attraverso una interes- sante e finora non del tutto nota documentazione ufficiale - portano ad una radicale revisione di quel giu- dizio e ci presentano il Mancini sotto un aspetto ben diverso da quello fi- nora conosciuto.

L'azione da esso svolta nel 1884 per estendere l'occupazione italiana a Zeila e nell'Harar, se non sortiro- no - per l'atteggiamento assunto dall'Inghilterra e in specie da Gran- ville - l'effetto desiderato, ci rivela- no infatti un completo cambiamento di rotta nella politica del Mancini: « il suo anticolonialismo più appa- rente che reale, più di natura poli- tico parlamentare che diplomatica - scrive Carlo Giglio - si trasfor- mò in una decisa azione imperiali- stica. Egli concepì in quel tempo il primo e vero piano imperiaUstico italiano, non molto dissimile da quel- lo successivo di Crispi ».

Vale la pena di leggere questo stu- dio non solo per la chiara esposizione che della materia fa l'Autore, ma anche per la preziosissima documen. tazione ufficiale ad esso annessa e tratta non solo dagli Archivi storici dei Ministeri dell'Africa e degli Este- ri e dalle carte private del Mancini depositate al Museo Centrale del Ri- sorgimento, ma anche dagli archivi del Foreign Office, depositati al Pu- blic Record Office, ove si trovano anche le carte private di Granvüle, ministro degli esteri inglese dell'e- poca. Di questi studi che, basati su ricerche coscienziose e pazienti, ten- dono a collocare entro limiti veridici e onesti figure e fatti che apparten- gono alla storia, l'Italia non meno

di altri Paesi deve sentire non solo la curiosità ma il bisogno.

T. F

GUIDO ROEMER DE RABEN - STEIN: Avventure all'equatore - Tipografia Popolare Portoferraio, 1954, pag. 68, L 300. Racconti sciolti di avventure af-

fricane, attribuiti alla penna di Gui. do Roemer De Rabenstein, vissuto in Eritrea e nel Congo Belga nell'ulti- mo scorcio del secolo scorso e agli albori del '900.

Il libro vorrebbe rispecchiare gè. nuini episodi vissuti dall'Autore o da lui osservati nell'ambiente affrica. no, ma molta parte è affidata alla fantasia, che in taluni punti, sotto il fascino selvaggio dei luoghi, scivo- la nel tono della realtà romanzesca.

L'ambiente è descritto con efficacia e rende bene l'idea della vita tutt'al- tro che comoda e sicura alla quale erano costretti i viaggiatori che nel. l'ottocento si avventuravano in Af- frica. Narrativa scorrevole, anche se riveli qualche improprietà e non sia sempre convincente.

Le 68 pagine del libro, riportando, ci alla misteriosa Affrica dei nostri Padri, così come essi la vedevano, in definitiva si leggono volentieri. Ma volendo onorare la memoria di Guido Roemer De Rabenstein, che fu uno dei nostri eroi di Adua, sarebbe stato forse preferibile pubblicarne la biografia, compendiando in essa le più salienti note della sua vita.

Va comunque lode a chi ha cu. rato la pubblicazione del volumetto per aver sottratto all'oblìo queste pagine, cui il candore dell'anima ha impedito di ingiallire.

F. Z.

GIANCARLO PARAPINI: . Jambo Kenya! - Brescia, 1953 - pag, 312 con illustrazioni fuori testo. Questo libro, che l'Autore ha pub.

blicato per suo conto, è un libro che, a nostro avviso, qualsiasi Casa Edi- trice avrebbe potuto accogliere a brac- cia aperte, perché è un libro vivace, interessante e quanto mai attuale. Un libro che i profani troveranno indub. biamente attraente e che quanti con le cose del Chenia hanno una certa dimestichezza leggeranno con simpa- tia e con rispetto.

Si vede che il Parapini ha non so- lo vissuto lunghe esperienze nel Che. nia, ma che queste esperienze ha cer- cato di approfondire e di arricchire

II numero dei giornali aumenta Malgrado l'aumento del costo delle pubblicazioni, il numero dei giornali | aumenta, Dovreste avere gli occhi | di Argo, l'orecchio di Dionigi, le I braccia di Briareo per leggere tutto quello che vi riguarda. Ma non preoccupatevi! C'è l'ufficio che legge PER VOI migliaia di giornali: è L'ECO DELLA STAMPA Via Compagnoni 28, Milano. E l'ufficio al quale vi potete rivolgere con completa fiducia.

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AFFRICA 55

con uno studio sufficientemente do- cumentato dei problemi e della situa, zione di quel nevralgico territorio; il tutto presentato poi al lettore con simpatica ed efficace scioltezza, con molto ordine e con ammirevole sen. so della misura.

Chi ha sostato a lungo nel Chenia e ne ha conosciuto l'ambiente fisi- co ed umano ritroverà in questo li- bro un quadro fedele ed una diagno, si brillante dei mali che lo affliggono e dei motivi che li hanno originati; ritroverà il mondo naturale nel qua- le si muovono i Masai e i Wakikuyu, con i loro Capi spirituali e la loro organizzazione ancestrale, con i loro bisogni e con le loro insofferenze. Un mondo inquieto, che il sistema di co. Ionizzazione britannica non ha certo contribuito a rasserenare, ma che an. zi ha - forse senza rendersene pie- namente conto . esasperato fino al- le estreme conseguenze. Di questa e. sasperazione si sono serviti i Mau Mau per dare inizio alla loro tragica sarabanda, alla quale neppure i più moderni strumenti bellici sembrano in grado di porre termine.

L'A ha colto bene nel segno nel suo tentativo di far penetrare il let. tore in questi meandri senza annoiar, lo e senza indugiare troppo su facili tinte granguignolesche; ed anche le sue conclusioni sono tutte sensate, meno una: che l'Africa possa fare da sé, ma l'Europa no. Questo è da dimostrare e la dimostrazione ci sem- bra, a pensarci, molto diincile. Un'ultima amichevole avvertenza all'Autore: se avrà modo di rivedere l'errata corrige vi aggiunga queste correzioni che certamente debbono es. sergli sfuggite: a pag. 250 « muma » (giuramento) e non « numa » ; a pag. 302 « ex officio » e non « ex efficio » ; e meglio « Wakikuyu » (come del re- sto quasi sempre si trova corretta- mente nel testo) che non « Wikikuyu » come a metà della pagina 257. In un libro che veramente merita l'at- tenzione del pubblico, e per il qua- le noi auguriamo all'A. il miglior successo, anche questi piccoli nei ctonnn ttiqIp

T. F.

AFRIKA UND SEINE WIRTSCHAFT . HEUTE; Übersee- Verlag G.M.B.H., Hamburg, 1954 . pp. 72, 21 x 14,5, DM 2,50.

Chi desiderasse un'ennesima ripro. va della coscienziosità, della meti- colosità, della competenza tecnica, della serietà d'intenti, delle visua- li pratiche, nette, precise e realisti- che con cui i tedeschi, a poco me- no di un decennio da un crollo che pareva averne annientata ogni pos- sibilità di rinascita, affrontano il problema della « riconquista » econo- mico-commerciale dell'Africa non a. vrà che da scorrere le succinte ep- pur dense pagine di questo volumet- to pubblicato come « Quaderno n. 5 » dalla ben nota Ubersee-Verlag di Amburgo per cura di quell'associa- zione d'interessi africani che è la « Afrika-Verein Hamburg-Bremen ».

La pubblicazione si può conside- rare ripartita, grosso modo, in quat- tro distinte sezioni organiche, cui è da aggiungere una quinta (si direb- be, piuttosto, un'appendice) « Risul- tati e prospettive dell'economia afri- cana » (Ergebnisse und Aussichten der Afrika. Wirtschaft) limitata, per altro, all'Africa francese, belga e por- toghese; limitazione deliberata, in quanto i problemi dell'Africa britan- nica verranno trattati in altra pub. blicazione della stessa Afrika- Verein.

Delle quattro ripartizioni essenzia- li una prima (Afrika in internation, aler Sicht, pp. 7/1&) riguarda pro. blemi d'interesse generale, concer- nenti cioè la reciprocità tra il conti, nente africano nella sua unità po- litico-economica ed i paesi che ver- so di esso hanno responsabilità am- ministrative, e gli interventi e la po- sizione che le Nazioni Unite sono venute di volta in volta ad avere ri- spetto ai vari problemi africani. Que. stioni quasi essenzialmente politico- sociali vengono trattate in un suc- cessivo e più succoso capitoletto (Re- gionale Neuent wickungen und Krisen, pp. 16/33), che pone in luce l'aggior. natezza d'informazioni e l'acuta sen. sibilità d'esposizione di cui si avval- gono i redattori dell' Africa- Verein : unità della Nigeria, federazione cen. tro-africana, futuro dei protettorati britannici in Sud Africa, agitazioni e riforme nel Kenya, crisi istituzio- nale e sue conseguenze in Uganda, sviluppo sociale ed amministrativo del Sudan e prospettive future di questo paese.

La terza suddivisione (Investitio- nen . Verkehr - Marktentwicklung - Sozialpolitik, pp. 34/46) interesserà in particular modo i cultori di pro- blemi politico-economici e sociali, cui i sottotitoli apposti ai vari capitolet. ti daranno di per sé stessi un'idea più che sufficiente della materia in essa trattata: la banca mondiale e l'Africa, problemi finanziari dell'Afri- ca francese, investimenti nel Com- monwealth, problemi attuali del traffico, produzione agraria, prezzi e mercati e, infine, politica sociale inter.Africana. E* sintomatico come la Germania Federale, paese senza dirette responsabilità amministrative in Africa da ormai quasi un quaran. tennio, mostri notevole interesse, co- me appare dal tono con cui è esposto in questa pubblicazione a pagg. 45</ 46, per questo ultimo problema, su cui più si sofferma l'attenzione de- gli AA. per esporre e commentare brevemente i lavori di quella confe- renza di Lourenço Marques sul « Ru- ral Welfare »> indetta dalla Commis, sione per le attività tecniche a sud del Sahara, dalla quale l'Italia, che pur ha sì pesanti responsabilità tee. nico-economiche in Somalia, era as. sente. « L'esigenza di un'attività co. mune inter.africana (eine inter-afri. kanische Zusammenarbeit) nei terri, tori africani non deve essere sotto, valutata dall'Europa; le discussioni sui rapporti euro-africani non tengo, no sovente in debita considerazione l'adeguato sviluppo di questi paesi,

soprattutto trascurano la compren, sione di esigenze particolari e riflet- tono un interesse egocentrico per lo sviluppo dell'Africa. . . » .

Da pag. 47 a pag. 49, sotto il ti. tolo comprensivo di «Der Deutsche Afrikahandel 1953», la materia è ri. partita nei seguenti capitoletti: ri. sultati del commercio tedesco in A. frica, struttura delle esportazioni te. desche in Africa per il 1953, parte, cipazione dei « Lander » federali al- l'esportazione africana, situazione della concorrenza, partecipazione di società tedesche al commercio afri, cano, traffico marittimo con l'Africa, la trattazione di ciò che « am Herzen liegt », sta più a cuore ai tedeschi di oggi: la pacifica conquista di quel v&sto mercato dfassorbimento che può essere, nonostante i protezioni, smi e gli interessi precostituiti dei paesi detentori o di chi ha una più vasta attrezzatura industriale o di chi tenta attraverso la penetrazione economica quella ideologica, il con. t inente africano.

Diffuse note a pie di pagina, non poche tabelle statistiche, una cartina della ripartizione politica dell'Africa (pag. 6) ed una della rete di comu- nicazioni nell'Africa centro. occiden. tale (pag. 39) corredano in modo più che egregio questo aureo volumetto, che la nitidezza della stampa e la veste tipografica, modesta ma accu. rata, rendono ancor più piacevole e pregevole.

E. S.

UNITED NATIONS DEPARTMENT OF PUBLIC INFORMATION: Half Way to Indipendence . So- maliland Under Italian Admini- stration - New York, 1954, paç. 30 IH. Ecco un altro libricino di quelli

che il Dipartimento delle informa- zioni dell'O.N.U. manda, senza dan. no, in giro per il mondo. Dico senza danno perché, limitati i commenti al minimo indispensabile, esso mira es- senzialmente a dare un quadro al- l'opinione pubblica del territorio del- la Somalia e dell'opera svolta a fa. vore di quel territorio dall'Animi, nistrazione Fiduciaria Italiana nei suoi cinque anni di guida.

Il quadro dell'ambiente fisico, etni. co, sociale della Somalia è quello che è: scarse le ïisorse, vari i gruppi razziali e le tribù, ancorato alle an. tiche tradizioni il sistema di vita sociale. Trasformare un tale ambien. te nel giro di dieci anni fino a dar. gli una struttura capace di soste, nere i pesi e le esigenze di uno Sta. to indipendente, non è impresa da affrontarsi con troppo ottimismo. « Dieci anni - ammette la stessa pubblicazione dell'O.N.U. - sono, in verità, un troppo breve periodo di tempo per far fronte al tradizionale isolamento e costruire solide fonda- menta per uno Stato autonomo... Si tratta di uno dei più poveri paesi del mondo, nel quale i nove decimi della popolazione vivono ancora sot. to una organizzazione tribalizia che spesso ricorda i tempi biblici... ».

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