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QUANDO LA GILERA IMPERVERSAVA SULLE PISTE

IROS$ BOLIDIDELLA BRIANZA

ll <Pepin, do opprendisto mecconico divenne pilotopoi fomosissimo costrutl-ore I di Ezio Pirazzini

RICORDAIE i famosi duali-smi nello sport, quelli che han-no fatto storia? Nuvolari-Varzi, Binda-Guerra, Coppi-Bartaìi, ma forse quello più no-to ed eclatante, anche se nonriguardava I'uomo ma la mac-china, era senza alcun dubbioquello che opponeva la GileraallaGuzzi. Non troviamo altrecase che nello sport abbianosuscitato tanti clamori di popo-larità e anche di amarezza, nelcaso specifico quando decise-ro, assieme alla Mondial, di ab-bandonare I'attività nel 1957.Pensate:34 anni or sono, eppu-re il loro ricordo è ancora vivi-do e, soprattutto, carico di glo-ria. La nascita, l'esistenza e laprosperità della famosa Casad'Arcore sono legate essenzial-mente ad un nome: quello diGiuseppe Gilera. Nato nel 1BB7

a Zelobuonpersico, Gilera di-mostrò subito una chlara pre-dilizione per la meccanica eparticoìarmente per la costru-zione dei motori a scoppio. Ap-

pena quindicenne entrò a farparte, quale apprendista, dellaDitta Edoardo Bianchi. perpassare poi alla Moto Rève italiana e, successivamente, allaBùcher &Zeda.

Poco più che ventenne, nel1909, progettava Sià il suo primo motore a scoppio e intra-prendeva la costruzione delleprime motocicìette, iniziandoI'attività in proprio in una pic-cola officina a Milano. Da quelmomento I'azienda venivasempre più potenziata sino aquando, anche per necessità dispazio, si trasferiva ad Arcore,dove raggiungeva lo sviluppoben noto a tuttl.

Poco meno di un secolo fa, ilCavaliere del Lavoro GiuseppeGiìera non era soltanto un pro-gettista, ma anche un valorosocentauro. Nel 1909 avevainfatti vinto con la Bùcher laperigliosa Como-Brunate e sipuò dire che in ogni competi-zione la sua perizia nella guidavenisse in luce. La vera attivi-

tà della Gilera ebbe inizio incampo regolaristico; infatti nel1929 e nel 1930 le già note moto-ciclette si aggiudicavano la vit-toria nella <Sei Giorni Interna-zionaìe>. Poco prima del con-flitto mondiale il titolo euro-peo fu appannaggio della fa-mosa Gilera con compressore,con la quale Dorino Serafini siprese il lusso di dominare igrandi conduttori di quei tem-pi, da Meier a Woods.

RIENIRO - Il resto è noto erimane soltanto il rammaricodi non avere più rivisto dal1957 al 1962 i prestigiosi bolidiin gara.Solo nel 1963 si regi-strava una clamorosa rentréenella Coppa ShelÌ di Imola conMinter e Hartle. Ma si trattavadi un ritorno ufflrcioso, pergentile concessione di Gilera aDuke.

Ci fu anche un ulterioresprazzo, ai tempi di Hailwood,con l'argentino Benedicto Cal-darella, def,tnito il <Fangio del-

le due ruote>, eclatante ma benpoca cosa rispetto a tanto iÌlu-stre passato.

Giuseppe Gilera non ebbe laforza di continuare anche per-ché, nel frattempo, gli era ve-nuto a mancare il figlio Fer-ruccio, morto lontano da casaper un male implacabile. Fer-rucci.o si era dimostrato unabile progettista, costruendouna 125 da competizione deno-minata <Gilly,r, che stava fa-cendo la sua parte nella cilin-drata. Prima di venire assorbi-ta dalla Piaggio nel 1969, ìa Gi-Ìera aveva dominato sulle pi-ste di tutto il mondo. Proprio iprimi titoli mondiali della 500,gli unici prima deìla MV-Agusta, sono intestati alla Ca-sa di Arcore, che li conquistònel 1950 e 1952 con UmbertoMasetti. Alla Gilera sono poilegati gli anni d'oro del famosoGeoffrey Duke, il <duca di fer-ro> che, sottratto alla Norton,realizzò un famoso trittico nel1953, 1954 e 1955. Anche nel1957, Ì'anno del famoso addioalle armi, la Gilera fu iridatacon Libero Liberati.

Pure i successi di grand prixsono molti per la Casa d'Arco-re, ben 47, cosi ripartiti: 1 nella125. 4 nella 350. 34 nella 500 e B

nei sidecars. Ottenuti dai se-guenti conduttori: Duke (14),Liberati (5), Albino Milani (a),Alfredo Milani e Mclntyre (3),Nello Pagani, Frigerio e Arm-strong (2), Ferri, Colnago, Mer-Ìo, Monneret, McCandless,Hartle e Camathias (1). Quindi24 con gli italiani e 23 con glistranieri. n

CAIIIAUÎORE -

GIUSEPPE GILERANON SCRIVEVA

CANZONI MACOSTRUIVA MOTO E

LE COLLAUDAVAPERSONALMENTE INPISTA. NELLA FOTO

UNA CORSA AMILANO NEL 19I2;

GILERA E LA SUAMOTO SONO I

SECONDI DASINISTRA

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PARIGI.DAKARIL COMMENTO

TRIONFO FRANCESE CON STEPHANEPFIERHANSEL PRIMO DAVANTI A LALAY E

MAGNALDI, ALL'AMAREZZA PER LA SCCNFITTAITAL|ANA SI AGGIUNGE L'IMPORTANTE

INTERROGATIVO SUL FUTURO DI UNA GARA INCRISI tr Dario Ballardinidi

DAKAn Il tè neì deserto non è soìoun film. Per un tuarefr è la norrnalità.un gesto tluotidiano ed alìo stesstltempo solenne. Cìi vogliono ore. se'condo una tradizione che va rispetta-ta per non offendcrc ì'ospitt' L'infusttfìrrtissimo e lievemente amartlgnoìo.quasi verde. si beve tre volte. parlan.do c lasciando trascorrt're moÌto tern-po. Alla terza è iì mornento di andar'-sene.

Ma tradizione e guadagno fbrmanoun binomio tutt'altro che perfetto, emolte volte anche il tè tuareg diventasolo un'occasione di lucro, un modoper spillare quaìche soldo a turisti ve-nuti ad Agadez in cerca di emozioni.Non bisogna stupirsene: ì'Afiica cam-bia al contatto con il mondo piu civilee vi si adegua con velocità spavento-sa. Ritrovarne la poesia ed il misterodiventa \empre piu difficile. È quanto

sta succedt-ndo alla Parigi-Dakar'. chedopo I lì ann i ha perst-r paì'tc d(Ìl sutt f :1.

st:ino avventuroso. della sua magìa.Non è diventafa ìììen{) dura. sia clri:r-ro. Poro non e piir r,issula con lo spirito di una .,ol1a. qucllo s(.csso spit'itosusc'itato dal suo ('l'e :ìtore Thieln' S;r-binc'.

La vittoria di Stephane l)eterhanselrischia di passare pÉ.'r' ltn qrtalsi:rsi t'i-sultato sportivo I ;r Parìgi llakar èuna gara contro se stessi pt'ìma r:ht'contro gìi avversat'i. pet'r incct e i pro'pri limiti ed aver ragione di un ambiente difficile e pieno di sorprese. rnafa corsa alìa specializtar,ione sta mu-tando il r.olto dcl yaìlv tthe sta diven-tando sempre piit compctizionc e sem-pre meno avvtnltrt'a. rrna specie digran prenrio deì dost-'t-to.

Fanno bene le f'asl ;t darsi cla farcnella t'rlrsa :trì lttta ol'ganizzariott-

seìnpr-e pirì professionale. ò nt'll'ordine delle cose: per'ò bisogna lnrc molt;rattenzione aflìnche la r:onrpetitìr'itiìnon si ritor'<'Íì vriì'so i srroi t'reatori. In-s()mrna. è eirrnio il nromcnto di rir,e-dcrc un po'lu fìrrmula. pet't'itortrare aqucllo spirito primitivo clre'ha reso ilt'allr un irr r t'rtitncttlo tttrir'o. un ('\ (,rìto in grado di catalizzare I'interesscdel grande pubbìico e non solo dergliappassionati. In Itali:r c'è stato un calo di interessr. rispetto agli anni scor'-si. hisognir quirrdi mtrovct si pcr lc('u.perare lo spazio perduto. senza pcrde-re tempo. per inrpedire la r'risi del ral-

MAGICO . It TRAMONTO IN AFRICA HACOIORI MFRAVIGtlOSI, PIENI DI POESIA, PERORl\.-rGN^ aFt tA DAl.4B 51 o'1.ttt6Vt o1R6Ht-

NC\I F NISCA PER TRAMONTARE L'INTERA(,ARA A DFSTRA, LA FESTA PER IL VINCITORFPETERHANSEL, AFFIANCATO DA G]LBERTSABINF F CIRCONDATO DALLA FOl.LA

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aJapuor rad auIqBS up elr.{€tsur ouorz-BBr^Bu tp pllocullp at oqc e^atuol rS

'TId Ip aroparrlr olnlod aqqarBs rs uoN'rsJò^[p rlolrd onburJ uaq rlBuJo][e ou-os rs BJllrssulc ellB €rurJ uf pù 'Àele.lolrrJlJrssÈ[J opuoras Ma losuuqJd]-ad oIolrcur^ lI erl orJulsrp lp .,gg,glBuadde olerUtuErs i)uuBq eJl4Vur ruJor8 gI :aleuolzoJcd úllopordun í, ùludruBcrlsruotsv vuv9 v.l

-BÌlo{ ur pg 'o}eztrlerrads oud(rr oJ-ilqqnd [óp assdJdlul,l o.\]^ ù.lòuo]uBluodttrdl obsdls ollB pa Bssals as eJe^-oJlrr rod 'SutUtl un rp ou-8osrq eq JBì-e(l tst eultuosrrl 'd[e]ua.uepuoJ Q rlz-uùsi'r(t rnJ el 'dpudlut.s 'rlerJuln dJp-enbs o1 aJopnlJs., ezuùS 'ernluo.\^e.Ì-IOp etulueg el opuùpu€rJJeu !BzuaJdJ-Jrpur.lou reqeq-rFund eI arrJoru Jop-o.4. rp drelr^g 'opuoru lap ollaq rlld .{I

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Iap uou Eru 'olrcsnrJ a rc a olqrssodoualu II aJBrISBqs rp aJecrac opuaJaJaJd'ouolzBsuas B rdloc olBcrac €q uoN '06, IopaIBrcrJJn e^Irec €un uoc ua^elBls uBafruBal Iep oleJarqcs aJBIoSaJ a aluelsocElolrd 'saIeJoIN cJPIN Q.c rnl B rlue^Bo'Bdde] Eun aluaruplonu olur^ Bq 'rrurJd

rEp olBccEls oddoJl'ofirnbuBJl opeJSIBurons olBuJol BIIOA Bun oqc oJa^ Q.1uB,L'Elnlosse Elrcola^ EI uou ouac'Eeu€Iu 13olualuolu I Jad oqJ olsanb a :Bre8 BIIapouorsr^ rorSSeur Bun rp 'BzuarJadsa aJ-oÉ8eur 1p ouSosrq BH 'al1urll U arllo olep-uB Q pa BzJoJ Jod aJocul^ Ja^op E olBAoJlQ rs 'oluaruecrSolocrsd olBJpdoJd EJa uoN'ErJollr.t e1 rad BnoI BIIpp ossaruoJlsaouueq oI alnpec annJq anp rod 'e11o.rrp aJoJJa un eurud :olIo^BJl olBls Q auqlqrqusuodsal BIIBp olrlsa^ur aJasso aqc(rrd eur 'rlue,reJluac B aJosuegrp ep odurec1ns ossouro.rd'suorecJv IpJof B elessedq elpd q u;penbsrdec anp r ocor8 uong'o^811o osnlcuoc eq pa rlrqJrú B ErJollr^

Bun aJecueru ezues Jnd 'rlorurls 1p orlr.rdo olu^rloruap aluaruer^^o eru 'olrn8aso.rdBH 'aJo anburc rsenb opuap.rad zepe8y1p eurr.rd aJoloru I olloJ eq 'eluaur.ror8-8uur urrelund rs apnb Ins oruon,I 'IoIJOIpg :euollrrr u1 .rad eilol EIIep orcsn Qpe 'ou.ror8 opunb 1ocr.r11e1e euralqord un.rad a.ro pa aro osrad Eq naloN pf3 'or-13

-Bsraq IBp oueluol elepue ? Bru'rcola^ rlol-rd e eluuaduroc oloru 'aluarcr;;e ureal unIp aUoJ'asolocr.rad erd a.rpenbs a11op Bunatuoe esalle era elr8e3 E'I - lllvllvlt

'ouorzrladrJ e olrdlocouuBq ouue,lsanb aqc '4srnardurr rddorlrv 'azzalJacur addo4 e,r8 aIIp ruorzednc-coe.rd e.ra8unrSSe ouossod rs uo1q 'qua.r-rocuoc rap elsal Bflou rrorsuod relp peorzeds arercsel qnd uou o8unl ISoc a oJnplsoc rt1e.r un gqcrad 'auorzerluacuoc IpBru 'assaJalursrp Ip ouorlsanb q uou irlolrdr oluel rp (trd oleccol ouueq uou elelrodalel Ip quarurua^^B aqcuB arndde'ouBJlsBJqruaS 'odrcque ur qlqua aleor eI olr-n1ule^a^B ounssau rnc rp qocrJad 'ou.ralo8a 8aren1 e.r1 e.r.ran8 eilop ocrcse4s oun:oconJ Bp etuJe rp rdloc e oslccn'auEqBOsaIJBr{c asaeuB4 e}sluorrrrBc Iap rIEIN uIapotu BIIop earde agqrr.ra+ 1r uoc 'o1go.rdolsanb oilos oIcgJIp Je{BO Bun Blels g

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JORDI ARCARONS E L'OCCASIONE PERSA

1{O]I ERO PREPARAIO

DAKAR - A sentire Napoleone nellozaino di ogxuno dei suoi soldati c'era ilbastone del comando. L'ha trovato an-che Jordi Arcarons, ma non è riuscito areggerne il peso.

Promosso bruscamente da assistenteveloce a pilota di punta, ha sentito trop-po la responsabilità ed ha esagerato, ca-dendo due volte rovinosamente. Scari-cargli addosso tutte le colpe però sareb-be ingiusto.

tNon ero preparato psicologicamentea questo ruolo - ammette - non ho ca-pito quando era il momento di forzare equando inuece bisognaua andare tran-quilli. Doueuo uincere a tutti i costi ed hofinito pey strafare: mi è mqncata I'espe-rienza. E stata dura, però ora ho impara-to: questi errori non li commetterò piùn.

Errori che pesano sul morale del gio-vane pilota spagnolo.

<Quando si è cosi uicini alleader della gara non ci si puòpermettere di sbagliare. E sedopo auerlo fatto una uolta siha la fortuna di tornare incorsa per la uittoria finalenon si può sperare che il mira-colo si ripeta. Spero che tuttoquesto mi seruaper ilfuturo>.

- Significa che nel '92 po-tresti essere in grado di vin-cere?

rrPosso pensare di si, ma peril momento ho bisogno di ri-flettere. Mi serue un mese di

- C'è chi dice che tu sia un pilota più i:.,,.adatto al Faraoni che non alla Dakar, at- ...1.1$

tualmente. *

tranquillità per rimettermi un po'. AdAgadez credeuo di arriuare nei primi tre,inuece ho concluso quinto. Ríspetto alloscorso anno ho migliorato, è un piazza-mento che mi sarebbe andato benissimose me I'auessero pronosticato prima deluia; ma dopo auer auuto la possibilitù diuincere non è la s/esso cosa. .. r.

<E vero, ma è sempre per la questionedell'esperienza . E poi in Egitto la navi-gazione non è importante come qui. IIfatto è che iI road book è scritto in fran-cese ed io ho problemi ad interpretarìo,purtroppo non conosco molto bene lalingua. Se il road book fosse in spagnolomi troverei meglio anche con la naviga-zlone)).

CAGIYÀ -ARCARONS, NELLAPAGINA A FIANCO,AVREBBE POTUTOVINCERE LA DAKAR,MA E STATO VITTIMADI DUE BRUTTE

CADUTE, DISASTROSEANCHE PER LAMOTO, ED HA FINITOQUARTO. COSì LE

MAGGIORISODDISFAZIONISONO VENUTE DAMORALES, ASINISTRA, QUARTODOPO UNA GARAREGOLARE. NEVEU,SOPRA DURANTE UNRIFORNIMENTOEFFETTUATO CONMEZZI RUDIMENTALI,HA PERSO MOLTOTEMPO ALL'INIZIOPER PROBLEMIELETTRICI, RESTANDOSUBITO ESCLUSODALLA LOTTA

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EDI ORIOLI

ARCAROl{SVA CAPIIO

DAKAR - Che vinca o meno, EdiOrioli non perde mai ìa testa. Non siagita se le cose gli vanno bene né si di-spera se succede il contrario. L'arrivoa Dakar non è stato quello che sogna-va, ma non se ì'è presa piu di tanto peril suo ottavo posto.

uLa spiaggia del Lago Rosa è sempreemozionante, comunque cí si arciuin.

Edi non ha certo gradito la rotturache lo ha estromesso dalle prime posi-zioni. Ma è sereno.

rrlo hofatto il mio douere; ero in testaalla classifica generale: se la moto s'èrott(t non è colpa mia. Certo, dopo nonho dqto il massimo, ma a quel punto laconcentrazione non era più la stessat.

E andata maìe per tutto il TeamCagiva, non solo per te.

trll problema è nato dai guai miei e diNeueu. Era rimasto solo Arcarons, mauurebbe douuto recuperare 10 minutied inuece ha perso un'orq. Ci uuoleesperienza, non possiamo pretendere imiracoli all'improuuiso. Anch'io hoauuto bisogno di rodaggio prima diriuscire a uincereu.

Quest'anno la navigazione ha riservato meno sorprese del solito, ma èanche vero che iI piu deìle volte seistato tu a fare la strada per il gruppo.

uNon sono I'ultimo ínfatto di naui-gazione, me nemmeno l'unico. Se laca-uano molto bene anche Peterhansel e

Magnaldi ad esempio, e poi è anchequestione di auer fortuna. Certo che se

fossi stato secondo in classifica micaaurei fatto strada agli altri: mi sareinascosto e li aureifatti passare per se-guire poi la mia rotta da solo, comequando uinsi due annifan. I

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FESTEGGIAilEI'TI

DAVIDE POLLINIA BAGNOMARIA

Davide Pollini, che in passatoaveva portato a termine la Dakarin moto, quest'anno ha fatto assistenza a Winkler, Surini e Bignar-di, e, prima del ritiro, anche a Mer-candelli, alla guida di un'autoschierata dal Team Assomoto. Co-me premio per I'appoggio ha rice-vuto... un bel tufîo nel Lago Rosa,vestito di tutto punto, ad opera deipiloti che hanno proweduto a fe-steggiare I'impresa compiuta asuon di spumante.

XAYIGAZIOIIE

PERDERELA BUSSOLA

La navigazione crea problemi atutti, compresi i piloti aeronauticia volte. Incredibilmente duranteIa difhcile tappa Nema-Tichit i primi nove della classifica che proce-devano compatti hanno visto at-terrare uno degli elicotteri dell'e-mittente televisiva La Cinq, ed ilpilota ha chiesto loro in quale pun-to si trovasse al momento. Se siconsidera che spesso sono i pilotia seguire gli elicotteri per ottenerela giusta direzione...

GIIER,A - ANCHE QUATTRO GILERA PRIVATE SONO ARRIVATE A DAKAR, GUIDATE DA QUATTROITALIANI. SI TRATTA DI QUAGLINO, L'UNICO IN ROSSO DEL GRUPPO, E DEI TRE PILOTI DEL TEAMASSOMOTO. DA SINISTRA ALDO WINKLER, WALTER SURINI E BRENNO BIGNARDI. MANCA SOLOCARLO ALBERTO MERCANDELLI, RITIRATO. NELL'ALTRA FOTO, RED RONNIE INTERVISTA DANIELE PAPI

vl.Diversamente ci si arrangia. A Roberto

AzzaJin, team manager della Cagiva, I'a-genzia Temet ha proposto un preventivo diuna ventina di milioni per raddrizzare ilMercedes 19.36 ribaltato in prova specialetra Dirkou e Gossololom. Invece è arrivatoil camion scopa ed ha provedduto gratis, sesi escludono i danni provocati dal capotta-mento.

Perdere un camion vuol dire rischiare dinon avere ricambi suflicienti, soprattuttole gomme che nei team uffrciali vanno viacome il pane. Certo, in passato Carlo Flo-renzano, allora team manager della Hon-da-Italia alla Dakar, riuscì a far chiuderevittoriosamente la gara ad Orioli organiz-zando un'assistenza pirata da libro giallo.Però non sempre è possibile, ed allora è undisastro. Si può quindi immaginare la tre-pida attesa dei team manager che restanosvegli scrutando le batterie di fari che arri-vano aì campo squarciando la notte, talvol-ta sorprendendo chi aveva approfittato delbuio per un <bisogrrino> nel mezzo di unalanda piatta come un biliardo.

Non sempre comunque arrivare signifi-ca anche dormire: quest'anno nelle primetappe, complice il guasto della pompa elet-trica del rifornimento, le chiìometriche fr-

le per il carburante sono andate avanti tut-ta la notte senza interruzione, per la gioiadei camionisti costretti ad ore ed ore di co-da invece di andare a letto. Dunque biso-gna capirli se qualche volta sono un pochi-no agitati...

Ne sa qualcosa I'equipaggio di una Nis-san spagnola che qualche anno fa, in unatappa verso Agadem, rimase insabbiatoproprio sull'unico valico tra le dune. Dopouna lunga attesa Groine, alla guida del pri-mo camion della lunga f,rla formatasi nelfrattempo, si spazientì, ingranò la retro-marcia, prese la rincorsa e si lanciò comeun bisonte infuriato in direzione della mal-capitata jeep. I1 pilota, capita al volo Ia si-tuazione, tentò di frapporsi facendo scudoalla macchina col suo corpo ma fu un ten-tativo poco fortunato. SoIo un bel tuffo car-piato gli evitò di restare tra il camion e lamacchina, sparata in un colpo al di là delladuna per la gioia di tutti gli altri piloti cheattendevano. Certo non per la sua, visti ibassi compensi pagati dagli sfasciacarroz-ze per le carcasse da demolizione...

Del resto I'importante è arrivare in qual-siasi modo al bivacco dove i meccanici at-tendono per cominciare il lavoro. E biso-gna riuscirci in tutti i modi, anche aI costodi passare suÌ tetto della Nissan del team

Repsol che in Guinea era sprofondata inun guado rimanendo completamente som-mersa.

Ma gli aneddoti... camionistici si spreca-no, viste Ie condizioni cui si è costretti adoperare. Beppe Belotti, responsabile del-I'assistenza del Team BYRD, racconta chein Guinea era su un camion che si perse ecapitò in un villaggio nel quaÌe le auto era-no una cosa sconosciuta quanto gli UFO.Ci volìe un'ora prima che i piu coraggiosiuscissero dai nascondigli, ed altrettantoprima di cominciare a parlare con qualcu-no per chiedere informazioni sulla strada.Il coraggioso che salì sul predellino guidando i camion nelìa notte, attraverso laforesta, chiese come compenso... un albe-ro che era rimasto incastrato in posizioneperfettamente verticale nel roll bar dell'U-FO, uguale a tutti quelli che circondavanoiÌ suo villaggio. Ma si sa, l'erba deÌ vicino èsempre più verde.

Per i camionisti però sono più le fatichedegli aneddoti, ed i sacrifici non si conta-no. Basti pensare che spesso manca il tem-po per dormire, figurarsi quello per lavar-si.

Forse è per quello che i trasporti costanocari. Chi non può permettersi un camiond'assistenza spesso riesce a noleggiare unpo'di spazio in quello di un altro: 10 milio-ni di lire in cambio di una cassa da un me-tro cubo nella quale sistemare le ruote,qualche ricambio e magari anche il sacco apelo. S'intende, nella speranza che il mez-zo arrivi presto e sia possibile mettere lemani sul materiale in tempo utile. l l

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