iris.unipa.it...la campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] l’idea...

146

Upload: others

Post on 25-Feb-2021

4 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 2: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 3: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 4: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 5: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

4

Questo libro è il risultato di un lavoro che hacoinvolto moltissime persone che, in forme di-verse, sono state coinvolte nella ricerca. Il rin-graziamento va innanzitutto al gruppo di lavoroe a coloro che hanno elaborato i contributi e leproposte progettuali che danno pregio al vo-lume, molti dei quali hanno preso parte alleGiornate di studio STRADA PAESAGGICITTÀ svoltesi a Palermo i giorni 13-14-15maggio 2013, in cui si sono discussi i temidella trasformazione del paesaggio sicilianonel rapporto tra infrastruttura, campagna ecentri urbani.Approfitto per ringraziare anche coloro chehanno partecipato a questo significativo mo-mento dell’attività di ricerca: Roberto Lagalla(Rettore dell’Università di Palermo), AntoninoBartolotta (Assessore Regionale alle Infrastrut-ture e Mobilità), Giuseppe Trombino (Coordi-

Crediti

FotografieTutte le fotografie sono di Giovanni Palazzo, tranne: 26, V. Vassallo; 36 (in alto) e 40, G. Princiotta; 54, Archivio TCI Milano; 62 P. Galletta; 66A. Margagliotta. Le foto dell’Album storico Palermo-Girgenti: Misilmeri, Villafrati, Vicari, Lercara, Campofranco - Collezione Margagliotta; Marineo, Cefalà, Man-ganaro, Castronovo, Comitini – Archivio TCI Milano; Casteltermini - Collezione V. Gugliotta.

Immagini 20 Strada di Sicilia, in “Le vie d’Italia”, anno LXV n.1, gennaio 1959, p. 52; 34-35 ANAS Regione Sicilia; 54 in E.C.L.S., Il latifondo siciliano, Pa-lermo 1942; 116 P. Klee, Paesaggio siciliano e Sicilia, in T. Sparagli e M. Margozzi, Paul Klee e l’Italia, Milano 2012, p. 81 e p. 91; 117: a) Stral-cio ortofoto Sicilia, Geoportale Regione Siciliana; b) Sicilia, in Touring Club Italiano, Guida itineraria Italia insulare Possedimenti e Colonie,Milano 1931, p. 8; c) Bivio Manganaro - Palermo, Guida del T.C.I., 1956; d)Carta d’Italia del Touring Club, Foglio 50 (1919); 118: a) Carta stra-dale della Sicilia allegata alla relazione del 20 Agosto 1865 dell’Ispettore del Genio Civile Commendatore Carlo Possenti; b) Isola di Sicilia, Ar-chivio E.S.A. - Palermo; c) Road Map Sicily - U.S. Army (1943), Collezione privata; d) Carta Stradale della Sicilia (1968), Ufficio Cartografico delT.C.I. - Milano; 119: a) Stralci della Carta della Sicilia di S. von Schmettau, in L. Dufour, La Sicilia disegnata. La carta di Samuel von Schmettau(1720 - 1721), Palermo 1995; b) Elaborazione Tavolette 1:50000 (1975), Dipartimento di Architettura di Palermo; 126-137: Ortofoto volo E.S.A.(1955), Archivio E.S.A. - Palermo, Ortofoto Geoportale Regione Siciliana.

ElaborazioniSchemi, disegni ed elaborazioni grafiche degli apparati di F. Sedia; 20 e 28 A. Margagliotta; 26 D. Giannola, G. Triolo, O. Salvo; 57-58 A. Sarro;114-115, Allievi del Laboratorio 5 di Progettazione architettonica, a.a. 2012-13 (prof. A. Margagliotta); 117 Modello tridimensionale, D. Piazza eM. Provenzano; 126-137 Schemi crescita urbana, Allievi del Laboratorio di Progettazione architettonica 2, a.a. 2012-13 (prof. A. Margagliotta).

natore del CdS Ingegneria edile - Architettura),João Nunes (architetto paesaggista, Proap);Nicola Giuliano Leone, Marcello Panzarella eAndrea Sciascia (Università di Palermo); Ro-berto Sordina (IUAV); Maurizio Aramini (Dire-zione centrale ANAS). Sono grato, inoltre, aimiei collaboratori che contribuito alla riuscitadella manifestazione e fatto da tramite nellefasi di redazione dei progetti: Gianni Geraci,Giada Marchese, Ignazio Saitta, FrancescoScrudato, Antonino Davide Siragusa, Vin-cenzo Spataro, Francesco Paolo Testagrossa.Il ringraziamento va pure ai miei studenti delCdS in Ingegneria edile - Architettura di Pa-lermo e del CdS in Architettura, sede di Agri-gento che, nell’anno accademico 2012-13,sono stati coinvolti nelle esercitazioni e nelladidattica del progetto sui temi della ricerca.Lo studio si è avvalso della collaborazione di

ANAS Sicilia e dell’Assessorato Regionale alleInfrastrutture e Mobilità (con cui è stato attivatoun protocollo di intesa); alcune attività di docu-mentazione, inoltre, sono state svolte pressol’archivio dell’E.S.A. di Palermo (grazie alla di-sponibilità dell’ing. Benedetto Mirto e dell’ing.Angelo Morello) e l’Archivio del Touring ClubItaliano di Milano (con il valido supporto delladott.ssa Luciana Senna).Desidero, infine, ringraziare Fabrizio Micari eMarcella Aprile, allora rispettivamente presidedella Facoltà di Ingegneria e direttore del Di-partimento di Architettura. Non può mancare ilsentito ringraziamento al coordinatore nazio-nale del PRIN Luigi Ramazzotti, per il soste-gno offerto all’unità di ricerca, e ad AntonellaFalzetti, per il coordinamento dell’attività reda-zionale del volume.

Ringraziamenti

Page 6: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 7: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 8: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

7

La città in estensione (in seguito CinE) è una congettura suuna forma inedita di città, latente quanto plausibile. A quasiquarant’anni di distanza gli enunciati di G. Samonà costitui-scono ancora un punto di riferimento fecondo? È comuneconvincimento che Samonà, con formidabile intuizione eadeguate argomentazioni, abbia indicato una direzione di ri-cerca che dischiude scenari nuovi e inesplorati1.La CinE prende avvio da un problema ancora attuale e scot-tante: il consumo onnivoro di territorio da parte delle forma-zioni urbane/metropolitane e la scomparsa dei suoli agricoli,in uno con le formazioni economiche e sociali che li hannostoricamente amministrati. Molte condizioni sono cambiaterispetto all’Italia degli anni ’70, mentre restano, irrisolte, lequestioni di fondo sollevate. Vale la pena allora mettere allaprova la capacità di tenuta della CinE, che consideriamocome una teoria generale della città, e sviluppare una partedella ricerca come procedimento teso a confermare, o even-tualmente a confutare, gli enunciati in essa avanzati. Non è probabilmente casuale il fatto che G.S., nonostante al-cune articolate descrizioni, non abbia lasciato modelli o progetti.Le ‘motivazioni architettoniche’ si manifestano per mezzo discritture e narrazioni, che spiegano i valori iconico-figurativi deiluoghi-spazio. Un ‘linguaggio secondo’ che viene istituendo unrapporto inedito tra le parole e le cose, mentre rovescia il pro-getto sul versante dei codici comportamentali, dove le intenzionidell’architetto sono precisabili e nominabili. Il valore strumentaledel nominalismo di Samonà tiene insieme ipotesi e risultati, inun procedimento aperto, fondato sulla pre-comprensione dellerelazioni tra le cose salienti dei differenti contesti. Si tratta ancora di un immaginario che sollecita l’esperimento,di una congettura architettonica e socio-economica che ine-vitabilmente eccede i limiti della propria attuazione. Il tentativodi mettere alla prova gli enunciati teorici, assunti come previ-sione e nuovo soggetto urbano, richiede puntuali riscontri inregioni geografiche determinate. E qui insorge un primo pro-blema, che riguarda i criteri di demarcazione del campo: comedelimitare l’ambito morfologico di applicazione, come indivi-

duare i confini, a quale estensione geografica fare riferimento,come riconoscere eventuali specializzazioni topologiche? Il piano di lavoro rischia di impigliarsi nella problematicità dellastessa ipotesi di partenza. Nell’area vasta sono molteplici leconfigurazioni, le scale, le differenze stanziali che possiamo ri-condurre al modello virtuale della CinE. La questione è insiemeteorica e pratica. Una, nessuna, centomila sono, a ben vedere,le formulazioni possibili per tale città virtuale. Discendono dal-l’ampiezza o meno dello sguardo, dalle prospettive euristiche,dalle priorità assegnate ai fattori in gioco, dalla capacità di alle-stire strumenti di controllo. Il modello concettuale indica più fi-gure possibili, che si vengono modulando sulle forme concretedi un territorio geografico. Subordinata alla totalità regolata perparti, discendente dello spazio naturale immutabile o, vice-versa, di quello umano mutevole, la CinE assume più volti.Estensione lineare che asseconda il dettato dei percorsi, si-stema di relazioni visive e immateriali tra unità topologiche,insieme morfologico specializzato per parti in ragione deiluoghi spazio nei quali si invera. Parti di un tutto in ogni caso.Il procedimento scalare, e le correlate dispersioni nel pro-getto, resistono solo come sistema relazionale, passaggiostrumentale e diluizione temporale per l’impiego dei nostristrumenti separati, che designano altrettante immagini delmondo, attraverso le quali operiamo. La visione d’insiemeresta pur sempre sullo sfondo, come aspirazione o disin-canto, se non altro per avvertirci che la ricerca dell’unità edell’interezza organica del tutto presuppone un alto grado divigilanza sui nostri apparati descrittivi e operativi.La campagna può essere concepita e rappresentata comeuna nuova forma di città. Nello scritto del 1980 G. Samonàriprende e precisa alcuni punti che non erano affrontati nellaConferenza del 1976. Una prima questione riguarda la me-todologia urbanistica tradizionale, caratterizzata da

«[…] un’impostazione decisamente deduttiva […] autoritaria e sche-matica […] che livella le differenze e privilegia la regolarità dei modiattuativi predisposti per attenuare il più possibile il valore individua-

LUIGI RAMAZZOTTI

La campagna e l�inconscio della città

Page 9: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali del territo-rio, sia fisiche che antropologiche, nelle loro reali articolazioni eassumerle come punto di partenza per definire la loro struttura ur-banistica nei particolari più importanti e trainanti, con programmi diintervento stanziale, stimolati dalla possibilità di sviluppo produttivoe di benessere dello stato di fatto localizzato, quale protagonista dinuove caratteristiche formali e sostanziali affondate nella realtà»2.

Si rappresenta in questo scritto la necessità di rivedere posi-zioni e strumenti disciplinari per la modificazione del territorioantropo-geografico. Sono individuati con chiarezza i limiti diun procedimento piramidale, gerarchico e semplificatore, chetende all’omologazione e al determinismo normativo. Le re-gole costituiscono il problema. La ‘pianificazione regolatrice’,riducendo la realtà a generalizzazioni che impoveriscono ledifferenze, assoggetta la complessità del reale alle logiche diprogramma. La ‘nuova forma di piano’ dovrà viceversa pro-cedere per passaggi differenziali, per tentativi, in modo da for-mare più ‘ampie associazioni’ tra condizioni particolari. Laglobalità della visione viene delineandosi induttivamente, nelrispetto delle singolarità dei luoghi e dei problemi stanziali. La seconda questione, che non compare nello scritto del1976, riguarda i grandi interventi territoriali e le infrastrutture.

«D’altra parte, gli interventi di pianificazione territoriale ed econo-mica, programmati per grandi estensioni geografiche con infrastrut-ture molto estese e di forte intensità, travalicano lo spessorequalitativo e quantitativo della struttura fisica e stanziale delle areedifferenziate del territorio e tendono a elidere le loro differenze, pri-vilegiandone gli aspetti più generalizzabili […] Tra gli interventi digrande scala geografica, i più comuni sono quelli di sistemazionedel territorio, nei problemi di difesa geologica ed idraulica, di quel-l’agricoltura e in quelli della localizzazione delle industrie»3.

Le estensioni coltivate assumono una precisa centralità in que-sta visione, non più ‘territorio di sfruttamento’ ma spazio rurale

considerato come ‘ambiente di vita’. Per Samonà tutto il territorionazionale, esclusa la città, è campagna agricola composta didue parti, «quella coltivata e coltivabile, con case isolate e conpiccoli nuclei edilizi, e quella non abitata in modo permanente,formata da grandi aree geografiche di riserva ecologica»4.

La CinE prefigurata nel 1975 e nel 1980 si basa su quattrocontenitori concettuali: - nuclei edilizi più o meno grandi ma non grandissimi;- campagna agricola, che include questi nuclei e le case iso-late che vi sono sparse;

- grandi aree geografiche non abitate;- infrastrutture molto estese e di forte intensità.A questi contenitori si accompagnano apparati descrittivipuntuali, che possiamo intendere come materiali tematici,regole comportamentali, criteri, impronte e scenari visivi, utiliall’esplicitazione operativa dei punti precedenti.Tali temi e regole sono così riassumibili: - tra edilizia e campagna agricola va riconosciuta una “re-golazione spaziale comune”;

- è necessaria la ricerca di nuove tipologie sia per i nucleiedilizi che per gli insediamenti agricoli;

- la forma è il punto di incontro di questa regolazione spa-ziale comune;

- la campagna può essere progettata e organizzata comelo è la città, per parti che vanno individuate e concepite inun sistema unitario;

- la “giusta dimensione” delle parti;- le parti si caratterizzano per il prevalere della dimensioneorizzontale sulla terza;

- va trovato un denominatore comune tra gli elementi sem-plici della campagna e il paesaggio naturale, rintracciabilenel campo di relazioni stabilite in uno schema visuale dicarattere generale, che ricostruisce i perimetri apparenticon una linea che ne segna il contorno;

- tutte le cose di un territorio aperto hanno un particolare va-lore insediativo. Ogni sottoinsieme (campagna agricola,

8

presentazione

Page 10: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

9

L. Ram

azzotti La campagna e l’nconscio della città

reti, infrastrutture, nuclei edilizi, aree non abitate) va ricon-dotto a un’idea architettonica di città, nel senso che unanuova forma di campagna diventa una nuova forma di città;

- il disegno pertinente degli spazi geografici abitati e orga-nizzati della città aperta nel territorio dovrà essere legatoal paesaggio geografico e ai centri minori inclusi in esso;

- va capito e sostenuto il ruolo dei centri minori in questo di-segno;

- il paesaggio naturale rientra come componente visiva e fun-zionale della città-campagna, contribuisce al senso urbano in‘estensione’. I valori misteriosi del paesaggio come sintesi, in-tervengono in questo grande affresco, che diventa un fatto dinuova architettura per un nuovo spazio artificiale del territorio;

- le differenze stanziali vanno riconosciute, interpretate emantenute in quanto valori non omologabili, irriducibili aordinamenti tassonomici;

- la ricerca di una tecnica progettuale per la trasformazione delpaesaggio richiede espressioni normative pertinenti per ilcontrollo dei grandi spazi dal punto di vista dell’architettura.

Al paradigma qui prefigurato si affianca inoltre il nuovo imma-ginario territoriale che G. Samonà suscita con la forza evoca-trice di descrizioni allusive, capaci di reinventare lo sconosciutoquotidiano. L’ipotesi teorica assume allora la forza di una vi-sione, onirica forse, ma puntualmente coincidente con problemiancora aperti ed attuali. L’autorevolezza e la consequenzialitàdelle argomentazioni rifuggono tuttavia dall’esplicitazione dimodelli conclusi, da formulazioni totalizzanti e utopiche. Piut-tosto ci invitano a ragionare ancora e, se possibile, ad andarepiù a fondo, sperimentando espressioni normative e strumentiprogettuali appropriati.Riteniamo che gli enunciati di questa teoria su una nuovaforma di città in estensione possano essere confermati empi-ricamente sul terreno sperimentale del progetto, atteso che,in questo caso, la stessa nozione di progetto andrebbe par-zialmente riformulata. Una “congettura” che compendia un’i-dea di città, che come tale non andrebbe sottoposta a unaverifica in merito alla verità o falsità delle asserzioni in essa

contenute, in quanto, per i nostri fini, è più rilevante descri-verne le condizioni operative che potrebbero accreditarla.Il laboratorio più idoneo per condurre tali esperimenti è di con-seguenza quello del progetto. Inteso nella sua doppia naturadi procedimento euristico orientato e di tecnica specifica perla trasformazione del territorio dal punto di vista dell’architet-tura. Come processo concatenato di azioni conoscitive parzialiil progetto rimanda a una struttura di racconto che si avvale discritture narrative e grafiche. Come rifigurazione concettualee descrittiva del dato morfologico-spaziale dei luoghi, indica lecondizioni di legittimità della forma, insieme ricercandola echiarendone le relazioni costitutive. Le formalizzazioni e i mo-delli architettonici non hanno in questo caso pretesa di solu-zioni compiute, non negoziabili. Quanto piuttosto valore diesperimento che fa apparire le figure inedite e i mondi ine-spressi, adombrati dalla congettura iniziale.I sei ambiti di applicazione, individuati autonomamente dalleunità di ricerca, restituiscono un primo repertorio di casi e pro-blemi. Ognuno segnato da legittime differenze, dovute alla pe-culiarità del dominio territoriale indagato, alle differenti strategieconoscitive, dovute ancora alle numerose intersezioni discipli-nari che di volta in volta hanno accompagnato gli studi. Le dif-ferenze, evidenti, costituiscono il limite fisiologico di questi lavorisperimentali. I nostri territori potrebbero essere ancora unavolta ripercorsi e attraversati, mentre sotto i nostri passi le prov-visorie certezze si disunirebbero, a indicare che un nuovo inizioè possibile nella ricapitolazione di quanto appena concluso.

1 Tale prospettiva viene delineatain due scritti. Il primo, La città inestensione, è stato pubblicato su«Spazio & Società», 1975, n. 2 epresentato nella Conferenza te-nuta presso la Facoltà di Architet-tura di Palermo il 25 maggio1976; il secondo, Come ricomin-ciare. Il territorio della città inestensione secondo una nuova

forma di pianificazione urbani-stica, è stato pubblicato su «Pa-rametro», 1980, n. 90.2 G. Samonà, Come ricominciare.Il territorio della città in estensionesecondo una nuova forma di pia-nificazione urbanistica, in «Para-metro»,1980, n. 90, p. 15.3 Ibidem.4 Ivi, p. 16.

Page 11: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

10

presentazione

The countryside and the unconsciousness of the city

The extended city (hereafter CinE) is a hypothetical idea of anunusual urban form, as latent as it is plausible. Almost forty yearslater, are the concepts put forward by G. Samonà still a fertilepoint of reference? Everyone is firmly convinced that Samonà,with his formidable intuition and apt arguments, indicated a fieldof research which opened new and unexplored horizons.1

CinE was inspired by a still topical and burning issue: theomnivorous consumption of land by urban/metropolitansettlements, and the loss of agricultural soil and the economicand social organisms historically responsible for theiradministration. Many things have changed in Italy since theseventies, but these key issues have remained unsolved. It’sworth testing the validity of CinE (which we consider a generalurban theory) and develop part of the research as a procedureintended to confirm, or possibly disprove, its claims.It’s probably no accident that although G.S. left several very detaileddescriptions, he didn’t leave any models or designs. ‘Architecturalinspiration’ reveals itself in texts and narrations and explains theiconic and figurative values of places/space. It is a ‘secondlanguage’ that creates an unusual relationship between words andobjects, and overturns the behavioural codes of design whichdefine and name the intentions of the architect. The instrumentalvalue of Samonà’s nominalism includes theories and results in anopen procedure based on pre-comprehension of the relationshipsbetween the most important objects present in different contexts.It involves the imagination which begs experimentation, anarchitectural and socio-economic hypothesis which inevitablyexceeds the limits of its implementation. Trying to test thesetheoretical statements (considered as a vision and new urbanobject) requires that precise proof be sought in certaingeographical regions. The first problem involves the criteria usedto limit the field of research: how can we define the morphological

field of application or identify boundaries? What geographical areashould we take as reference, and how do we identify any specialtopological issues? The work plan runs the risk of becomingenmeshed in the problems which inspired the idea in the first place.In a large area, there are many configurations and scales, andendemic differences can be associated with the virtual CinEmodel. The issue is both practical and theoretical. For this virtualcity we can formulate thousands of possible options, or none at alldepending on the angle of vision, on heuristic perspectives, on thepriorities assigned to the factors involved, and on the ability to setup controls. The conceptual model indicates more than one optionbased on the tangible forms of a geographical territory. The CinEhas many forms and depends on a whole regulated by its parts,the result of unalterable natural space or, vice versa, alterablehuman space. Linear extension following the requirements of theroutes; a system of visual and immaterial relations betweentopological units; a morphological ensemble with specialised partsdepending on the places/space in which it materialises. In anycase, parts of a whole. The scalar procedure and correlateddispersion in the design remains only as a relational system, aninstrumental stage and temporal dilution enabling us to use ourindividual tools. Which create the same number of images of theworld; images we use to work. The overall vision remains in thebackground, as a goal or disenchantment, if for no other reasonthan to warn us that the search for unity and an organic whole ofthe ensemble requires careful monitoring of our descriptive andoperational equipment. The countryside can be conceived andrepresented as a new urban form. In his paper dated 1980,Giuseppe Samonà focuses on certain points not presented duringthe 1976 conference and provides more detailed information:firstly, traditional town planning methods characterised by

“[…] a decidedly deductive approach […] authoritarian and schematic

[…] that evens out differences and privileges the regularity of the

Page 12: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

11

L. Ram

azzotti La campagna e l’nconscio della città

implementation modes developed to reduce, as far as possible, the

individualising value of analytical facts […] The new planning concept

should recognise the basic physical and anthropological differences of

the territory and their distribution, and then use them as a starting point

to define their most important and primary structural features, using local

intervention programmes boosted by the possibility to create localised

productive growth and wellbeing as the backbone of new, reality-based

formal and substantial characteristics”.2

This book focuses on the need to review disciplinary positions andtools used to modify the anthropogeographical territory. It clearlyidentifies and sets out the limits of a pyramidal, hierarchical andsimplified procedure which tends towards homologation andregulatory determinism. The rules are the problem. By reducingreality to generalisations which impoverish differences, ‘regulatoryplanning’ subjects the complexity of reality to programming logic. Viceversa, the ‘new planning method’ should be based on differentialstages, trial and error, so as to create ‘broader links’ between specificconditions. The global vision is developed inductively in full respectof the uniqueness of the sites and local problems.The second issue he did not tackle in the volume published in 1976involves large-scale territorial interventions and infrastructures.

“On the other hand, territorial and economic interventions planned for

large geographical areas with high-density extended infrastructures

surpass the qualitative and quantitative features of the physical and local

structure of different areas in the territory and tend to cancel out their

differences by privileging the more general aspects[…] The most

common large-scale geographical interventions are the ones involving

territorial improvement to solve geological, hydraulic, and agricultural

problems, as well as interventions regarding the location of industries”.3

Cultivated areas play a key role in this vision: no longer ‘exploitedterritory’ but a rural space considered as a ‘life environment’.

Samonà believed that, apart from cities, the rest of the country wasall agricultural countryside which could be divided into two parts:“one which is cultivated and can be cultivated, with isolated housesand small settlements, while the other is a large, temporarilyoccupied geographical area used as an ecological reserve”.4

The CinE elaborated in 1975 and 1980 was based on fourconceptual boxes: - a group of more or less large, but not very large housingsettlements;

- agricultural countryside, including the above settlements andisolated houses in these areas;

- large uninhabited geographical areas;- large-scale, high-density infrastructures.We consider the accurate descriptions of these conceptualboxes to be thematic material, behavioural rules, criteria,footprints, and visual scenarios useful to operationally explainthe above-mentioned points. These topics and rules can be summarised as follows: - a “common spatial rule” should be acknowledged betweenhousing units and agricultural countryside;

- new typologies should be developed for both housing unitsand agricultural settlements;

- form is the contact point in this common spatial rule;- the countryside can be designed and organised like a city, withparts identified and designed as a unitary system;

- the “right size” of the parts;- the parts are characterised by the fact that the horizontaldimension prevails over the third;

- a common denominator should be found from amongst thesimple elements of the countryside and natural landscapecontained in the field of relationships established in a generalvisual diagram, and recreating the apparent perimeter using aline that follows the outline;

Page 13: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

should be at least partially reformulated. An “assumption”epitomising the concept of city which as such should not bereviewed to verify whether or not the statements are true or falsesince it is more important to describe the operational conditionswhich may validate it.Therefore the field of design is the best place in which to conductthese experiments. Design considered in its double role as afocused heuristic procedure and ad hoc technique to architecturallytransform the territory. As an interlinked process of partial cognitiveactions, design recalls the structure of a story that uses words andimages. Design as the conceptual and descriptive refiguration ofthe morphological and spatial nature of places indicates theconditions of legitimisation of form by searching for it and clarifyingits basic relationships. In this case the formalisations andarchitectural models do not pretend to be completed, non-negotiablesolutions, but rather experiments conjuring up unusual figures andunexpressed worlds, overshadowed by the initial assumption.The six fields of application, independently identified by theresearch units, have provided an initial repertoire of examplesand problems each with its own peculiarities; the latter dependon the type of territory and different cognitive strategies. Thiswas due to the numerous intersectoral disciplines used duringthe studies. Our territories should once again be travelled andexplored so that our temporary certainties dissolve under ourfeet; this will indicate that a new beginning is possible afterrecapitulation of what has just been concluded.

12

presentazione

- all objects in an open territory have a special settlementvalue. Every subgroup (agricultural countryside, networks,infrastructures, housing settlements, and uninhabited areas)should be linked to an architectural concept of the city, in otherwords a new rural form should become a new urban form;

- the plan of the inhabited and organised geographical spaces ofthe open city in the territory must be linked to the geographicallandscape and smaller centres in that area;

- the role of smaller centres must be understood and supportedin this plan;

- the natural landscape is a visual and functional component ofthe city-countryside contributing to the urban sense of‘extension’. The mysterious values of the landscape incombination intervene in this huge fresco which becomes anew architecture for a new artificial territorial space;

- local differences should be acknowledged, interpreted, andmaintained as non-homologous values which cannot beconsidered as taxonomic groups;

- the search for a design technique to transform the landscaperequires appropriate regulatory terms to architecturally controllarge spaces.

The paradigm illustrated here is accompanied by the newterritorial image that G. Samonà conjures up with the evocativeforce of allusive descriptions capable of reinventing the unknowneveryday routine. The theoretical hypothesis turns into a vision,perhaps an oneiric vision, but one which accurately coincides withstill unsolved problems. His authoritative and consequentialarguments do not however include explanations about completedmodels, totalising and utopian formulations. Instead they invite usto go on thinking and, if possible, to delve deeper and experimentwith regulatory terms and appropriate design tools.We believe that the concepts in this theory about a new form ofextended city can be empirically confirmed in the experimentalfield of design given that, in this case, the concept of design

1 This approach is outlined in twopapers. The first, La città inestensione, was published inissue n. 2 of “Spazio & Società”1975 and presented at theConference held at the Faculty ofArchitecture in Palermo on May25, 1976; the second, Comericominciare. Il territorio della cittàin estensione secondo una nuova

forma di pianificazioneurbanistica, was published in“Parametro”, 1980, n. 90.2 G. Samonà, Come ricominciare.Il territorio della città in estensionesecondo una nuova forma dipianificazione urbanistica, in“Parametro”,1980, n. 90, p. 15.3 Ibidem.4 Ivi, p. 16.

Page 14: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

13

La riappropriazione degli spazi che esprimono le contraddi-zioni del presente costituisce una delle tematiche più sugge-stive che si offrono alla ricerca architettonica contemporanea;la consapevolezza della modernità, infatti, interroga sulla na-tura morfologica e dimensionale dei luoghi e investe l’interoterritorio, includendo la disarticolazione della città e la scom-parsa dei caratteri identitari della campagna, la presenzadelle infrastrutture e la difficoltà di queste a interagire con ipaesaggi antropici e naturali.1

In modo particolare la campagna, abbandonata e privatadella sua principale funzione produttiva, sfruttata impropria-mente e sfigurata dal dilagare dell’inurbamento, non si offrepiù come espressione del lavoro della terra ma si presentacon i caratteri della città dispersa. L’argomento, che è statoaffrontato dalla ricerca Prin 2009 (Dalla campagna urbaniz-zata alla “città in estensione”: le norme compositive dell’ar-chitettura del territorio dei centri minori) coordinata da LuigiRamazzotti, si è rivelata di grande attualità ed ha messo inatto rinnovate strategie per opporsi all’inesorabile destinodella campagna, la cui condizione è certamente adesso piùcompromessa e complessa rispetto agli anni in cui GiuseppeSamonà scriveva il saggio La città in estensione, la cui primaredazione risale al 1975, e che è stato assunto come stru-mento di riflessione e fondamento scientifico dell’intera ri-cerca.2

Samonà prospetta la rivalutazione dell’ambiente rurale conuna nuova visione della campagna ripensata come «cittàaperta nel territorio», desumendo dalla città le regole com-positive per la riorganizzazione della campagna. In questomodo città e campagna pur restando nella dialettica dellacontrapposizione, vengono a rapportarsi attraverso nuove re-lazioni. Infatti, se la città è densa (definita e circoscritta, luogodella concentrazione, della densità di cose e di uomini) lacampagna è invece estesa (ampia e non delimitabile, luogodel diradamento e della bassa consistenza di segni e di per-sone); e tuttavia, l’architettura della città stabilisce le normeper il ridisegno della campagna nel vasto territorio. La città

in estensione, quindi, si sviluppa in orizzontale e appartieneall’agricoltura; ed essa si contrappone alla città verticale cheappartiene invece alla costruzione.L’approccio di Samonà ad una problematica tanto complessa(che investe questioni di ordine economico, tecnico, sociale,politico) ha una portata che travalica le questioni strettamentedisciplinari: esalta, infatti, la multisciplinarietà e restituisceall’architettura l’autorevolezza di comprendere nella visioneestetica le forme dello sviluppo economico e culturale del ter-ritorio e la capacità di proporre un progetto sociale. Forse non è astratto collocare la concezione de La città inestensione dentro una specificità siciliana, o quanto menoall’interno della questione meridionale;3 nell’elaborare unastrategia operativa il saggio restituisce, infatti, la realtà socio-economica dell’intero Mezzogiorno che sul finire della guerrae nei primi anni Cinquanta era stato scosso da movimenti diprotesta, sfociati dapprima nella occupazione delle terre epoi nella Riforma agraria che, con la distribuzione delle terreai contadini, avrebbe dovuto porre fine al latifondo e al brac-ciantato. Ma ormai negli anni Settanta l’abbandono dellacampagna ha sancito la fine dell’economia basata sulle pro-duzioni agricole e il fallimento delle politiche per lo sviluppodei territori agrari; sono pure tramontate le prospettive di ri-strutturazione del territorio agricolo in chiave imprenditorialee consortile, anche attraverso strategie di pianificazione e in-terventi di tipo urbanistico-architettonico.4 La Sicilia ha già co-nosciuto l’esperienza della colonizzazione della campagnacon la costruzione di circa tremila case coloniche, sparsenell’intero territorio, e la fondazione dei borghi rurali (a cui silavora sino agli anni Sessanta) che costituiscono nuclei fon-dativi urbani nella vastità della campagna con l’intento di in-trodurre regole per il ridisegno e lo sviluppo dei territori agrari.La riflessione di Samonà è consapevole di quanto è avvenuto(o non si è riuscito a fare) e in continuità con il percorso di ri-cerca avviato sin dagli anni Quaranta da Edoardo Caraccioloche, nella elaborazione di una metodologia preposta alla bo-nifica del latifondo siciliano, proponeva la città rurale come

ANTONINO MARGAGLIOTTA

Continuità del pensiero e discontinuità del fare

Page 15: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

modello per la riorganizzazione della campagna secondo un«armonico insieme» e prospettava l’ideale della nuova urba-nistica attraverso l’eliminazione dei «due termini del pro-blema, da secoli antitetici, città e campagna, per sostituirviun organismo nuovo che possiamo considerare o come lapolverizzazione del centro urbano sulla superficie agricola ocome l’organizzazione a carattere urbano di vastissimeestensioni rurali».5

Ma per Samonà campagna e città devono mantenere spa-zialità e identità specifiche e autonome, anche per arginaree dare senso alle trasformazioni che sono nel frattempo in-tervenute: «Si forma così una nuova immagine di città con-ferita alla campagna, che resta in sé formalmente campagna,ma trova un senso nuovo negli elementi caratteristici dei suoinuovi valori spaziali».6 I riferimenti non vanno però individuatinelle grandi strutture urbane in quanto, come si è cominciatoad avvertire da qualche decennio, bisogna «evitare che siportino alla campagna – scriveva già nel 1956 R. Musatti inuno studio della città e dell’agro di Matera - quanto la cittàrappresenta di organizzazione e di moto, quanto nella stessacittà è dura sopraffazione, squilibrio, caotico cozzo di inte-ressi in lotta».7 Sono, quindi i centri minori - le città-paese 8

con cui la campagna ha storicamente interagito dal punto divista economico, sociale e culturale - a fornire le coordinateper determinare le regole da estendere alla campagna; delresto la perdita di valore della campagna ha trascinato nellacrisi gli stessi aggregati urbani che risultano sempre più mar-ginalizzati dai processi produttivi e avviati al declino e allospopolamento per l’esodo degli agricoltori verso le grandicittà e i centri industrializzati del nord. In questo modo il sag-gio di Samonà affronta differenti realtà in sofferenza e, attra-verso processi di inclusione (di estensione, sarebbe il casi didire) propone una visione estesa che comprende città e cam-pagna: la città risignifica la campagna fornendo non solo lenorme compositive ma anche i modelli organizzativi, dato chei legami di solidarietà e di interazione che contraddistinguonole comunità urbane si possono mutuare nei rapporti di coo-

perazione di cui necessita la nuova organizzazione del lavoroagricolo. Ripensare la campagna traguardando la città costituisceanche un atto di fede nei principi di una cultura proiettataverso la polis, assunta come modello di socialità e che puòanche proporsi come progetto politico.9 In questo modo sitenta di ricostruire la continuità spaziale ed economica tracittà e campagna, per cui la campagna, seguendo a modellola città, è abitata e non abbandonata, è connessa e non fram-mentata, è retta da vincoli e patti di solidarietà e non dall’iso-lazionismo degli operatori: seguendo un modello dicomplessità il suolo diventa «elaborazione umana che è con-testo di città e di campagna di colture e di cultura… forma fi-sica, insomma, che costituisce l’emblema concretissimo dellaforma sociale»,10 come scrivevano quasi negli stessi anniCarlo Doglio e Leonardo Urbani ne La fionda sicula (1972)che costituisce un importante riferimento nel dibattito sullariorganizzazione del territorio siciliano. Attraverso la criticaagli interventi pianificatori del tempo, il libro proponeva unastrategia di sviluppo utilizzando gli strumenti della cultura ur-banistica e della pianificazione territoriale. Lo scritto di Sa-monà ne assume il respiro di scala e potrebbe interpretarsicome il contributo della cultura del progetto di architettura edella Composizione agli stessi problemi del territorio. Delresto, non a caso, quando nel 1980 Samonà ripubblicherà ilsaggio sulla rivista Parametro, proporrà nel titolo in manieraesplicita la città in estensione come «una forma nuova formadi pianificazione urbanistica»11 che rivela, tra l’altro, il pen-siero di Samonà sull’unità tra architettura e urbanistica. Ma l’intuizione de La città in estensione come immagine estrumento che dà forma allo sviluppo del territorio è da porreanche in continuità con altri importanti studi che segnano ildibattito culturale di quegli anni: la lettura dei fenomeni del-l’architettura, con uno sguardo che estende il progetto urbanoe di architettura ad una realtà fisica dilatata (sin anche alladimensione geografica) rimanda infatti al Territorio dell’archi-tettura che Vittorio Gregotti ha pubblicato nel 1966; mentre

introduzione

La strada Palermo-Agrigento:individuazione del sistema

Nella pagina accanto.Il corridoio interno da costaa costa

Page 16: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

15

la rilevanza assunta dalla struttura spaziale urbana è un rife-rimento a L’Architettura della città, pubblicato da Aldo Rossilo stesso anno, che delinea i fondamenti della scienza urbanae la possibilità di estenderli alle scienze umane.Riparlare oggi di valorizzazione e ridisegno della campagnaattraverso il concetto di città in estensione, induce a due con-siderazioni: la prima rimanda all’attualità dell’intuizione di Sa-monà e alla continuità di pensiero dell’architettura verso iproblemi del territorio; la seconda mette dinanzi ai fallimenti,all’inefficacia e alla discontinuità dell’azione. Ne consegueche, a fronte della perdita di forma delle città e della campa-gna, dell’estendersi dei luoghi ibridi e dei caratteri della cittàdiffusa, è necessaria una rinnovata operatività, che l’archi-tettura deve sollecitare e comprovare. È questo il senso della ricerca condotta dall’unità locale diPalermo (Facoltà di Ingegneria) che ha elaborato un quadrointerpretativo e progettuale nel territorio siciliano, con l’intentodi indicare una elaborazione estetica della campagna, di sup-portare e verificare il pensiero teorico sullo stato presente esul destino di particolari luoghi della modernità. L’ambito stu-diato è il sistema definito dall’infrastruttura stradale che con-giunge Palermo e Agrigento, rappresenta un importanteattraversamento dell’Isola e definisce un corridoio interno dacosta a costa. La strada ha introdotto una nuova variabile perstudiare l’organizzazione della campagna e definire strategiedi sviluppo e, nello stesso tempo, ha conferito al sistema unadimensione geografica tale da consentire la lettura e l’inter-pretazione del paesaggio siciliano della contemporaneità. Lastrada aiuta a descrivere e a significare la vastità della cittàcontemporanea e della campagna la cui modificazione è as-soggettabile alle regole della composizione. La strada di-segna, quindi, la città in estensione e definisce, come in unanarrazione, la struttura di questa campagna.L’estensione delle problematiche ha imposto un approcciomultidisciplinare, testimoniato dai numerosi contributi di que-sta pubblicazione: alcuni, con differenti narrazioni descrivonoil sistema e altri riconnettono alle questioni generali del pro-

getto di architettura; alcuni, ancora, offrono altre visioni a so-stegno della ricerca e altri, tramite la concretezza del pro-getto, vedono nella campagna il punto di vista privilegiato perogni possibile trasformazione del paesaggio. E tutto per unanuova prospettiva di sviluppo e di bellezza del territorio sici-liano.

A.Margagliotta Continuità del pensiero e discontinuità del fare

1 Cfr., G.F. Tuzzolino, Il paesaggiodelle dissonanze, in “La poetica dellimite”, Ila Palma, Palermo 2001.2 Il saggio è la trascrizione dellaconferenza tenuta presso la Fa-coltà di Architettura di Palermo il 25maggio 1976. Cfr. G. Samonà, Lacittà in estensione, STASS Edizioni,Palermo 1976. La prima redazione,con diverse articolazione e accen-turata attenzione alle questioni so-ciali risale al 1975, pubblicatanell’edizione italiana della rivistafrancese Espaces et Sociétès(Spazio e società, n. 2, ott. 1975,pp. 81-86). La rivista rappresen-tava un luogo di dibattito sui pro-blemi dell’organizzazione delterritorio, della città e della società. 3 Andrea Sciascia, alla luce degliimpegni professionali di Samonà inSicilia, ha ricostruito i contatti chenegli anni in cui scrive il saggio hacon la campagna siciliana. Cfr. A.Sciascia, La seconda natura e losforzo sapiente, in A. Sciascia (a c.di), “Costruire la seconda natura.La città in estensione in Sicilia fraIsola delle Femmine e Partinico”,Gangemi Editore, Roma 2014, p.29. 4 Cfr. Regione Siciliana, Legge n.105 del 1950 (Riforma agraria in Si-cilia). L’ultimo intervento legislativoche segna l’esaurimento dell’a-zione urbanistico-architettonico neiriguardi della campagna siciliana è

la Legge 21 del 1965 che tra-sforma l’Ente per la Riforma Agrariain Sicilia - ERAS, in Ente per lo Svi-luppo Agricolo - ESA.5 E. Caracciolo, La nuova urbani-stica nella bonifica del latifondo si-ciliano, Ministero Agricoltura eForeste. Ente di colonizzazione dellatifondo siciliano, Palermo 1940, p.286.6 G. Samonà, op. cit., p. 8.7 R. Musatti, Motivi e vicende di unostudio, in “Saggi introduttivi allo stu-dio della città e dell’agro di Ma-tera”, Giunta, Roma 1956, p. 75.8 Cfr. L. Natoli, La città-paese di Si-cilia, Quaderno n. 7 della Facoltà diArchitettura dell’Università di Pa-lermo, ottobre 1965.9 Il saggio testimonia anche dell’im-pegno politico di Samonà che pro-prio in quegli anni (1972-1976) èsenatore della Repubblica, elettonelle fila del Partito Comunista Ita-liano, componente della Commis-sione permanente dei lavoriPubblici e della Commissione spe-ciale per i problemi ecologici. 10 C. Doglio, L. Urbani, La fionda si-cula, Il Mulino, Bologna 1972, p.14.11 G. Samonà, Il territorio della cittàin estensione secondo una nuovaforma di pianificazione urbanistica,in “Parametro” n. 90, 1980, pp. 15-16.

Page 17: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

16

introduzione

Continuity in thought and discontinuity in practice

One of the most appealing topics for contemporary architectonicresearch is the re-appropriation of spaces which convey the con-tradictory aspects of present time; as a matter of fact, the aware-ness of modernity implies the analysis of morphological anddimensional aspects of spaces and involves the entire territory,thus including urban dislocation, disappearance of countrysidedistinguishing nature, existence of infrastructures as well as theirdifficult interaction with natural and anthropic landscapes.1

More particularly, the neglected countryside which is deprived ofits main productive function, not properly exploited and spoiledby the spread of urbanization is no longer a synonym for landwork, but it shows instead the characteristics of the urban sprawl.This proves to be a very topical issue which has been also di-scussed in Prin 2009 research project (From urbanized country-side to the “city in extension”: rules of architectural compositionof smaller urban centres territory) coordinated by Luigi Ramaz-zotti and which has urged the implementation of renewed strate-gies to tackle the inevitable fate of countryside whose currentconditions are surely more complex and jeopardized than thosedescribed by Giuseppe Samonà in his essay La città in esten-sione (The city in extension), first published in 1975, representingthe scientific basis of the whole research project as well as a va-luable framework for discussion.2

Samonà suggests that a re-evaluation of the rural environmentshould be achieved through the development of a new image ofthe countryside defined as «a city open in the territory», thusadopting for the reorganization of the countryside itself the samecomposition rules valid for city construction. As a result, city andcountryside could establish a new relationship even if one willinevitably stand in contrast with the other. Indeed, if the city maybe depicted as dense (delimited and defined, a place characte-rized by concentration as well as density of human beings andthings) the countryside instead, may be defined as extended (wi-despread and unlimited, a scattered place characterized by alow consistency of human beings and signs); however, it is the

urban architecture that establishes the principles for reshapingthe countryside within the widespread territory. Therefore, the cityin extension is horizontally developed and belongs to agricultureand nature while its counterpart, the vertical city, belongs insteadto construction.Perhaps, to place the concept of The city in extension within theSicilian background or at least within the framework of theSouthern Question is not a mere abstract effort;3 while developingan operational strategy, the essay indeed acknowledges thesocio- economic aspects of Southern Italy where, at the end ofthe World War II and in the early Fifties, huge protests took placeleading first to land occupation and secondly to the implementa-tion of a Land Reformaimed at distributing land among small far-mers in order to break up the large estate system and the use ofday labourers. In the Seventies however, the abandonment ofcountryside determined the end of an economic system basedon agricultural production as well as the failure of rural territorialdevelopment policies; even the rural territorial restructuring pro-grammes based on entrepreneurial and consortium businessmodels were also disregarded because of planning strategiesand urban-architectural interventions.4 Sicily has already facedcountryside colonization characterized by the construction of ap-proximately three thousands farmhouses scattered in the wholeterritory and the establishment of rural villages (where farmerswill keep working until the Sixties) which can be considered asurban settlements located in the widespread countryside andaimed at introducing rules for the reorganization and develop-ment of rural territory. Samonà’s point of view is based on theawareness of what has actually happened (or has not been pro-perly achieved) and stands in continuity with Edoardo Carac-ciolo’s research project launched in the Forties which, with theaim of developing a method for the Sicilian large estates rehabi-litation programmes, suggested the idea of a rural city as a modelfor the reorganization of the countryside within the framework ofa «harmonised system»; the ideal of a new urban planning wasthen proposed and «the two terms that have been diametricallyopposed for centuries, city and countryside, should be replaced

Page 18: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

17

A.Margagliotta Continuità del pensiero e discontinuità del fare

Ideogrammi:Corridoio tra i due mari.Collegamento.Città-paese.Sequenze urbane.Attrazioni.Continuità territoriale.

Nella pagina seguente.Campagna e strada nella Fiumara diSan Pietro (Castronovo di Sicilia)

by a new system that could be either considered as the disinte-gration of the urban settlement over the rural surface or seen asthe urban reshaping of widespread rural territories».5

According to Samonà’s point of view instead, city and countrysideshould retain their own specific and independent dimensions ofspace and identity, also to contain and give a correct interpreta-tion to the transformation processes that meanwhile have occur-red: «A new concept of city is now embodied by the countrysidewhich formally remains itself, but acquires a new significance th-rough its new spatial characteristics».6 However, proper referen-ces should not be found within large urban environments since,as it has already been stated for a few decades now, we must«prevent from bringing to the countryside – according to what R.Musatti wrote in 1956 in his study about the city of Matera and itssurrounding countryside – anything that duplicates the urban or-ganizational and movement patterns, as well as anything that inthe city itself is identified with oppression, inequality and chaoticstruggles among competing interests».7 Therefore, smaller urbancentres – the so-called city- villages8 which the countryside hashistorically interacted with from an economic, social and culturalpoint of view – are the ones that may provide the elements nee-ded for the development of those principles to be extended to thecountryside; indeed, the diminished importance of the country-side has also negatively affected the same urban aggregateswhich are increasingly excluded from production processes andheading towards decline and depopulation because of farmers’migration to large cities and northern industrialised areas. As aresult, Samonà’s essay deals with several distressed situationsand, through proper inclusion processes, (or extension processesas it would be more appropriate to say) an extended perspectiveincluding both, the city and the countryside, is then suggested:the city gives a new significance to the countryside providing notonly the composition rules but also the organizational patterns,considering that solidarity and interaction ties which distinguishurban communities may also be adopted for the cooperative re-lations needed by the new organization of agricultural work.The act of reconsidering the idea of countryside while looking at

the city shows loyalty to those cultural principles based on theconcept of polis (Greek word for city), which represents a socialmodel and may also be considered as a political project.9 In thisway, spatial and economic continuity may be rebuilt and thecountryside, having the city as its model, is then inhabited andnot abandoned, connected and not fragmented, is based on so-lidarity ties and agreements and not on the isolationism of singleoperators: by adopting such a complex model, the land may beconsidered as «a human development thus constituting the com-mon background where city and countryside, as well as cultiva-tions and culture stand... in other words, a physical form whichprecisely symbolizes the social form»,10 according to what CarloDoglio and Leonardo Urbani in the very same years wrote in Lafionda sicula (1972), this latter being an important reference pointin the discussion for the re- organization of Sicilian territory. Th-rough the critical appreciation of planning interventions of thattime, this book promoted indeed a new development strategy byusing the instruments of urban culture and territorial planning. Sa-monà’s essay is influenced by the above discussion and may beconsidered as the contribution given by the culture of architecturalcomposition project to the same territorial issues. Moreover, it isnot by chance that, when Samonà’s essay is published again in1980 on the magazine Parametro, the author more clearly statedin the essay’s heading the concept of the city in extension as «anew form of urban planning»11 which also shows Samonà’s con-cern about the unity between architecture and urban planning.However, the idea of the city in extension as the image and in-strument shaping the territorial development is also consistentwith other important studies characterizing the cultural debatethat took place in those years: the analysis of architectural expe-riences which moves the urban and architectural project towardsa broader conception of physical reality (thus including also itsgeographical dimensions) reminds of Territorio dell’architetturaby V. Gregotti published in 1966; while the importance given tothe urban spatial structure is a clear reference to L’Architetturadella città, a volume by A. Rossi which was published in the sameyear and where urban science key elements are described along

Page 19: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

18

introduzione

with the possibility of applying them also to human science.Contemporary discussion about the enhancement and reorga-nization of the countryside through the concept of the city in ex-tension leads to the following considerations: Samona’s intuitionis still currently relevant and shows the continuity of architecturalanalysis focusing on territorial issues; the evidence that failures,ineffective practices and discontinuous action have inevitably fol-lowed. As a consequence, following the loss of shape experien-ced by the city and the countryside, the development of hybridspaces as well as the growth of urban sprawl, a more operationalapproach is then needed which architecture should promote andvalidate.This is the main objective pursued by the local unit based in Pa-lermo (Department of Engineering) which conducted a researchproject developing an interpretative and design framework withinthe Sicilian territory, with the aim of suggesting an aesthetic de-finition of countryside, as well as supporting and verifying theoriesdealing with the present and future state of specific modern spa-ces. The framework under study is the road infrastructure systemwhich links Palermo to Agrigento, an internal corridor that stret-ches from coast to coast thus representing an important thorou-ghfare crossing the island. The road system has introduced anew variable for the study of countryside organization as well asthe definition of development strategies and, at the same time, ithas also given a geographic dimension to the system which ena-bles the study and interpretation of contemporary Sicilian land-scape. Indeed, the road system gives its contribution to thedescription and definition of large contemporary city and coun-tryside whose modifications are subjects to the rules of compo-sition. Therefore, like a storytelling process, the road systemoutlines the city in extension and determines the countrysidestructure.The wide range of issues involved has implied a multidisciplinaryapproach, as shown by the several contributions to this publica-tion: in some of them a description of the system is given, evenif different explanations are provided while in the others the ge-neral issues of architectural project are addressed; still, in some

contributions different points of view are offered to support re-search while in the others countryside is seen as the privilegedpoint of view for each possible landscape transformation. And allof the above stands for the enhancement of a new perspectiveof development and beauty of Sicilian territory.

1 Cf., G.F. Tuzzolino, Il paesaggiodelle dissonanze, in “La poetica dellimite”, Ila Palma, Palermo 2001.2 The essay is the transcription of theconference held at the Departmentof Architecture in Palermo on 25thMay 1976. Cfr. G. Samonà, La cittàin estensione, STASS Edizioni, Pa-lermo 1976. The essay’s first edition,showing several enunciations andfocusing its attention on social mat-ters, is dated back to 1975 and waspublished in the Italian edition of theFrench magazine Espaces et So-ciétès (Spazio e società, n. 2, ott.1975, pp. 81-86). The magazine re-presented the instrument where thedebate about territorial, urban andsocial organizational problems tookplace.3 Andrea Sciascia, in view of all Sa-monà’s professional commitmentsin Sicily, has retraced all contactsSamonà had with the Sicilian coun-tryside during the years he was wri-ting his essay. Cf. A. Sciascia, Laseconda natura e lo sforzo sapiente,in A. Sciascia (a c. di), “Costruire laseconda natura. La città in esten-sione in Sicilia fra Isola delle Fem-mine e Partinico”, Gangemi Editore,Roma 2014, p. 29.4 Cf. Regione Siciliana, Legge n.105 del 1950 (Riforma agraria in Si-cilia). The last legislative interventionwhich determines the end of urbanand architectural measures concer-

ning Sicilian countryside is the Law21 of 1965 which transforms theAuthority for the Rural Reform in Si-cily (ERAS) into the Authority for theAgriculturalDevelopment (ESA).5 E. Caracciolo, La nuova urbani-stica nella bonifica del latifondo si-ciliano, Ministero Agricoltura eForeste. Ente di colonizzazione dellatifondo siciliano, Palermo 1940, p.286.6 G. Samonà, op. cit., p. 8.7 R. Musatti, Motivi e vicende di unostudio, in “Saggi introduttivi allo stu-dio della città e dell’agro di Matera”,Giunta, Roma 1956, p. 75.8 Cf. L. Natoli, La città-paese di Sici-lia, Quaderno n. 7 della Facoltà diArchitettura dell’Università di Pa-lermo, ottobre 1965.9 The essay also emphasizes Sa-monà’s political commitment as inthose years (1972-1976) he is Sena-tor of Italian Republic, elected in thelist of Italian Communist Party, anda member of the Permanent Com-mission of Public Work and of theSpecial Commission for EcologicalProblems.10 C. Doglio, L. Urbani, La fionda si-cula, Il Mulino, Bologna 1972, p. 14.11 G. Samonà, Il territorio della cittàin estensione secondo una nuovaforma di pianificazione urbanistica,in “Parametro” n. 90, 1980, pp. 15-16.

Page 20: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

LA DEFINIZIONE DI UN CONTESTO

Linee di attraversamento

Suolo

Luoghi Urbani

Altre visioni

Page 21: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

… la Sicilia, l’ambiente, il clima, ilpaesaggio. Queste sono le forzeche insieme… hanno formato l’a-nimo: questo paesaggio cheignora le vie di mezzo fra la mol-lezza lasciva e l’asprezza dannata;che non è mai meschino, terraterra, distensivo, umano. Comedovrebbe essere un paese fattoper la dimora di esseri razionali…questo clima che c’infligge seimesi di febbre a quaranta gradi…e poi l’acqua che non c’è o che bi-sogna trasportare da tanto lontanoche ogni sua goccia è pagata dauna goccia di sudore; e dopo an-cora le piogge, sempre tempe-stose che fanno impazzire i torrentiasciutti, che annegano bestie euomini proprio lì dove una setti-mana prima le une e gli altri crepa-vano di sete. Questa violenza delpaesaggio, questa crudeltà delclima, questa tensione continua…

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo (1954-57)

Strada di Sicilia (1959).

Page 22: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

21

Nella città in estensione la strada si offre come elemento pri-vilegiato per la determinazione del sistema; di fatto (e perprincipio) è linea in grado di definire un ambito esteso, cuidanno spessore la contiguità spaziale della campagna e lemutevoli sezioni trasversali definite dagli elementi al con-torno;1 nel contempo la strada, con l’interpretazione delle suestratificazioni e trasformazioni, rappresenta uno strumentoidoneo a indagare e comprendere il rapporto tra l’uomo e iluoghi, le dinamiche insediative, le trasformazioni della cam-pagna.La strada tra Palermo a Agrigento connette tutto quanto esi-ste su questo territorio (paesaggi naturali, agrari e antropici,centri abitati, altre infrastrutture), collega due mari (il Tirrenoe il Canale di Sicilia) e definisce una fascia geograficamentee storicamente ben identificabile: un corridoio tra due pola-rità (le due città terminali), due direzionalità (il sud e il nord),oltre che due continenti (l’Europa e l’Africa) verso cui pro-tendersi. È classificata come strada a scorrimento veloce,formata dalla parte iniziale della Statale 121 Catanese 2 (daPalermo al bivio Manganaro) e dalla Statale 189 Valle delPlatani (da Manganaro a Porto Empedocle, dopo aver lam-bito Agrigento).La strada ha la persistenza di un itinerario antico che si pre-senta come risultato di sovrapposizioni, tanto da poter dirsiche il percorso non è mai mutato se si eccettuano le variantilegate ai cambiamenti dei mezzi e delle tecniche di tra-sporto, oltre che alle finalità della strada stessa. In questaidea di permanenza esprime il carattere di tutta la viabilitàsiciliana, sviluppatasi con una stabilità di tracciato sin dall’e-poca romana, che costituisce il periodo in cui si attua laprima significativa organizzazione viaria. La strada romanada Palermo ad Agrigento, tagliando l’isola da nord a sud, èuna struttura di mobilità per la difesa dai cartaginesi, ma co-stituisce anche un collegamento per il trasporto delle produ-zioni, del grano soprattutto; si mantiene per secoli, almenosino a quando ne viene garantita la manutenzione, ed è uti-lizzata in epoca bizantina, araba e normanna. La presenza

di un tratto del percorso è testimoniato nel Settecento dagliitinerari postali mentre nelle famose carte che Samuel vonSchmettau disegna intorno al 1720 l’attraversamento apparemolto frammentato. La costruzione della rotabile ha inizio sul finire del XVIII se-colo, ad opera dei Borboni, dato che sino ad allora la seco-lare struttura economica dei territori interni, fondata sullecoltivazioni estensive e sul predominio del latifondo cereali-colo, non aveva imposto la realizzazione o il miglioramentodi specifiche strutture viarie; i pochi interventi avviati per ini-ziativa locale erano stati concentrati per potenziare il territo-rio delle miniere di zolfo e, nella aree di Agrigento, quasiesclusivamente nell’ambito del distretto. Il diffondersi dinuove idee, l’aumento della popolazione e l’incrementato nu-mero di comuni spingono a realizzare una moderna rete distrade, indispensabile per lo sviluppo della Sicilia: per inco-raggiare l’agricoltura e gli scambi commerciali dei prodottiagricoli dall’interno verso le grandi città costiere, avviareun’azione di industrializzazione, valorizzare le attività mani-fatturiere tradizionali, insediare nuove attività e abitanti nellacampagna. «Nuovi villaggi e nuove popolazioni - sostenevanel 1777 un professore palermitano di Economia politica - sivedranno alzare e stabilire a’ fianchi delle strade maestre».3

Nel 1778 si delibera la realizzazione di otto strade che de-vono irradiarsi da Palermo verso le più grandi città e, conbracci, raggiungere i porti sulla costa. Il collegamento conGirgenti (che include una diramazione verso il caricatore diSiculiana) prevede un primo tratto costituito dalla cosiddettaVia Messina per le Montagne (un tracciato tutto interno devesnodarsi fino alla città dello Stretto) da cui, in un punto in-termedio, si innesta il tronco verso Girgenti. I lavori iniziano nel 1779 e per complesse vicende (che com-prendono difficoltà tecniche, perenne esiguità di risorse, ri-voluzioni e cambiamenti, continui trasferimenti dicompetenze) la strada può percorrersi nella sua interezzasolo nel 1859, malgrado restino da costruire ancora alcuniponti, che saranno realizzati dopo l’Unificazione tra il 1862

ANTONINO MARGAGLIOTTA

Sulla strada tra Palermo e Agrigento

Page 23: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

e il 1865.4 L’infrastruttura che viene così a completarsi, at-traversando città, campagna coltivata e luoghi impervi, po-nendoli in successione spaziale, aveva costruito ilpaesaggio. Analoghi effetti consegue la ferrovia, la cui costruzione è av-viata dal governo borbonico nel 1860 con un tracciato indi-pendente dalla strada: costeggia dapprima il litorale tirrenico,attraversa poi da nord a sud tutta l’Isola dentro le valli deifiumi Torto e Platani, che costituiscono la naturale via di at-traversamento utilizzata nell’antichità. La linea ferrata nelsuo percorso lascia fuori i centri abitati che ritrovano peròuna proiezione nelle rispettive stazioni, spesso posizionatein punti di tangenza con la strada, che assumono allora lafunzione di avamposti urbani e diventano occasione per ur-banizzare la campagna.Negli anni Sessanta inizia la trasformazione in strada a scor-rimento veloce che riguarda la parte della Catanese e, nelSettanta, il successivo tratto che costituirà la S.S. Valle delPlatani: entrambi i tracciati continuano ad appoggiarsi alleprecedenti Statali ma spostano la strada nei fondovalle deifiumi San Leonardo e Platani per evitare l’attraverso degliabitati. Oggi, da Bolognetta fino al bivio Manganaro, è og-getto di un intervento ammodernamento che probabilmentemetterà in sicurezza e razionalizzerà ancor più la strada,senza cura però dell’ambiente e del paesaggio.La storia del collegamento viario da Palermo ad Agrigentoevidenzia come tra strada e città ci sia stato un rapporto,come in un antico mito, di corteggiamento: fino ad una certaepoca la strada insegue gli insediamenti urbani inerpican-dosi sulle montagne, attraversandoli e direzionandone lacrescita, fino a quando, spostandosi nei fondovalle, spettaalle città rincorrere la strada e trasferire in prossimità di essaattività e nuovi servizi. La strada antica, infatti, si determinae si modifica in dipendenza delle produzioni locali e degli in-sediamenti; è una linea a serpentina che tende ad adattarsial suolo e si percorre curva dopo curva, salendo e scen-dendo di continuo, segnando tappe, consentendo incontri e

22

SS 121 verso Palermo (Portella di Mare-Villabate).SS 189 verso Agrigento (Bivio di Lercara Friddi).

linee di attraversamento

1 Nella città in estensione «ognielemento della campagna di-venta parte di una città in cuisonoprevalenti le due dimensioni oriz-zontali sulla terza». G. Samonà,La città in estensione. Conferenzatenuta presso la Facoltà di Archi-tettura di Palermo il 25 maggio1976, STASS Edizioni, Palermo1976, p. 8. Sul concetto di spes-sore cfr. B. Secchi, Lo spessoredella strada, in “Casabella” 553-554, gen.-feb. 1989, pp. 38-41.2 La SS 121, fino all’apertura

dell’autostrada A19 Palermo-Ca-tania, costituiva il più importantecollegamento stradale tra la Sici-lia orientale e quella occidentale,attraversando l’interno dell’Isola. 3 V.E. Sergio, Lettera sulla puliziadelle pubbliche strade di Sicilia(1777) in C. Trasselli, op. cit., p. 8.4 Nei diversi dispositivi nornativi lastrada è classificata consolare(1808), regia (1824), nazionale(1865), di prima classe (1923),statale (1928).

rivelazioni. L’attraversamento di quasi tutte le città assumecome valore la lentezza e la digressione consentendo il rac-conto puntuale dei luoghi; questo carattere le conferisce unospessore trasversale a volte profondo, per cui la strada è ingrado di definire grandi spazi intorno a sé.In epoca recente, invece, si rende indipendente dagli ele-menti locali; tende alla linea retta per definirsi unicamente inrapporto alle esigenze tecniche della mobilità e della velo-cità, privilegiando il viaggio della lunga distanza. La stradadiventa auto-referenziale e sovrasta il suolo senza aderirealle realtà fisiche e culturali che esso esprime, fino a stac-carsi dai suoi stessi bordi che, senza più spessore, si atro-fizzano in cigli, cunette, guard-rail. La stessa rapidità dipercorrenza opera per riduzioni di spazio e tempo: mentrela velocità del mezzo impedisce all’occhio di soffermarsi edi vedere, la contrazione della durata dell’attraversamentoopera un restringimento spaziale e tutto quel che sta dentroil percorso si raccorcia, si mescola e perde identità, tantoche le due coste tendono ad avvicinarsi e, come in un’ana-morfosi, la strada sembra comprimere la forma dell’Isola. Sela strada, antica e lenta era un invito ad attraversare, quellamoderna e veloce è diventata una sollecitazione ad arrivare!Ma il ridisegno e la valorizzazione della campagna, compa-gna continua della strada, possono ridare consapevolezzaal percorso.

Page 24: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

23

Come è noto dagli studi sulla viabilità della Sicilia (da PaoloOrsi a Biagio Pace, fino alle più recenti ricerche di GiovanniUggeri), la ricostruzione del sistema viario dell’antichità sifonda anzitutto sul riconoscimento delle direttrici viarie, cheseguono di norma la rete degli assi naturali rappresentati davie fluviali e percorsi paracostieri. Sono percorsi spesso inuso fin da età preistorica, stabilizzati in età greca e romanaanche in rapporto ai fenomeni di colonizzazione, di contattotra poleis coloniali e popolazioni locali, tra civitates, munici-pia, vici e territorio; percorsi rivitalizzati in occasione dellariorganizzazione del servizio postale voluta da Augusto, eforse anche a seguito delle limitate iniziative di Adriano, Set-timio Severo e Valentiniano I. In alcune aree della Sicilia, rispetto al sistema di età grecae romana consistenti si riveleranno le trasformazioni di etàbizantina e medievale, collegate al mutato assetto poleogra-fico. Dalle strade principali si dipartivano numerose vie se-condarie (diverticula nelle fonti itinerarie di età romana), checontribuivano a comporre un’articolata rete viaria, in alcunezone della Sicilia probabilmente non dissimile dal sistemadelle Regie Trazzere che, in età borbonica, costituirono ilcuore del sistema postale.Di questa rete antica rimangono labili tracce: le strade eranoprobabilmente a fondo naturale, ed anche i ponti raramentesono anteriori al XV-XVI secolo; tuttavia, i toponimi arabicome Cantara (da qantarah, ponte, e gli analoghi Cantera,Alcantara, Cantarella) suggeriscono l’esistenza di strutturepiù antiche, presumibilmente di età romana. Non meno im-portanti sono i toponimi come Fondaco e Fondachello, sem-pre da un termine arabo (funduq) che designa luoghi disosta, anch’essi talvolta in località occupate in età romanada una mansio (o statio). Alla ricostruzione della viabilità antica concorre inoltre, siapure con riserve, la documentazione cartografica di età mo-derna, dalla accurata Carta della Sicilia di Samuel von Sch-mettau del 1720-21, alle cartografie prodotte dall’IstitutoGeografico Militare dopo l’Unità. Il riconoscimento puntuale

dei tracciati viari antichi è comunque estremamente difficile,e i dati desunti dalle fonti storico-letterarie e toponomastichedevono essere integrate con l’analisi della geomorfologia,delle fotografie aeree, e soprattutto con l’indagine archeolo-gica diretta sul terreno.La percezione che oggi si ha del sistema viario antico puòdunque essere fallace, ed è improprio parlare di un modellovalido per tutta l’antichità: in età arcaica e classica, e in partein età ellenistica, e di nuovo a partire da età bizantina, le esi-genze difensive richiedevano che ci si arroccasse in localitànaturalmente fortificate; al contrario, in età romana (maanche in età islamica) sono numerosi i siti rurali, fattorie evillaggi, anche molto estesi, in aree aperte, pianeggianti,spesso alla confluenza tra corsi d’acqua; e tuttavia non man-cano centri abitati e fiorenti città in posizioni arroccate.Tra Palermo e Agrigento si snodava quella che per l’età ro-mana viene chiamata via Aurelia, dal console Aurelio Cotta,il cui nome è iscritto nel miliario rinvenuto in località Zucca-rone, presso Corleone. Si tratta della più antica strada della Sicilia, poiché il consoleera impegnato nella prima guerra punica, e quindi il docu-mento epigrafico va datato tra il 252 ed il 244 a.C.; le 57 mi-glia indicate sul miliario sono compatibili con una distanzacalcolata da Agrigento. Altre informazioni si ricavano dallepiù tarde fonti itinerarie di età imperiale: l’Itinerarium Antonini(secoli III-IV) annovera tra i percorsi del cursus publicus unavia da Agrigento a Palermo lunga 85 milia passum; certa-mente essa coincide con la via Aurelia, tanto più che 28 m.p.separano Zuccarone da Palermo. L’Itinerarium segnalaquattro stazioni: Pitiniana a 9 m.p. da Agrigento, Comicianadopo 24 m.p., quindi Petrina (4 m.p.), Pirama (24 m.p.), equindi ulteriori 24 m.p. per Palermo. Le prime due stazioni,Pitiniana e Comiciana (o Comitiana) corrispondono a esteseproprietà terriere (un po’ impropriamente, i latifondi di etàmoderna), come indicano i toponimi prediali.Da Agrigento la strada doveva procedere verso NNO, tran-sitando presso la contrada Amagione e i centri abitati di Ara-

AURELIO BURGIO

Le direttrici varie dell�antichità tra Palermo e Agrigento

Page 25: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

24

gona (Poggio del Fondaco, e sito di età imperiale in contradaScichilone) e Comitini (dall’insediamento di età imperiale diPuzzu Rosi-Scaglinuta proviene forse un frammento di te-gula sulphuris), per raccordarsi alla valle del Platani in loca-lità Salto Poriano (da saltus?) e Passu Funnutu, vicino ilbivio di Casteltermini, seguendo fino alla zona di Cammarataun tracciato non molto diverso da quello dell’attuale SS 189.In questo tratto erano le stationes di Pitiniana e Comitiana,non è chiaro se in quest’ordine, o se la sequenza dei duenomi sia errata nell’Itinerarium, sicché Comitiana andrebbelocalizzata presso l’odierna Comitini, e Pitiniana più a Nord,verso Cammarata. Tra i dati archeologici collegabili alla plausibile direttrice an-tica vanno segnalate: il toponimo Cantarella; un ponte sulfiume Gallodoro, i cui piloni potrebbero risalire nella parte in-feriore ad età romana; il sito di Fontana Fredda-S. Antoninovicino la zona archeologica di c.da San Giovannello-Roveto,non lontano dal bivio per Casteltermini (Termine potrebbeda parte sua riferirsi alla presenza di terme di età romana);la villa/fattoria presso la stazione ferroviaria di AcquavivaPlatani; un pavimento a mosaico, pertinente ad una villa (oalla statio Comitiana/Pitiniana ?) ca. 3 km a Nord della sta-zione ferroviaria di Cammarata, a 33 miglia da Agrigento;Ponte Saraceno (forse qui un casale Cantara) presso SanPietro, dove si trovava l’ecclesia S. Petri in flumara Castri-novi, menzionata in documenti della fine dell’XI secolo;tombe ad arcosolio presso la stazione ferroviaria di Castro-novo. Lungo questa direttrice va cercata anche la stazionedi Petrina, 4 miglia oltre Comitiana, forse alle pendici di Ca-stronovo, che per posizione e caratteristiche potrebbe es-sere stata secondo Uggeri l’antica Petra.Castronovo era tra i più importanti snodi viari della Siciliacentro-occidentale, in collegamento a NE con la valle del S.Leonardo e la zona di Thermae Himeraeae, e ad Est conVerbumcaudo e l’area delle Madonie. Da Castronovo, la viaquae tendit Corniglon (Corleone) è menzionata nei docu-menti normanni di fine XI secolo, e ben presto assume la

denominazione di magna via Francigena; inoltre, in un di-ploma della fine del XII secolo è definita, nel suo tratto piùsettentrionale, oltre Corleone, tarîq al ‘askar (via dei soldati)e via exercitus.Superata Castronovo, la direttrice principale transitavapresso l’attuale Filaga (dal greco phylakion, posto di guardia,dove tra XII e XIII secolo fu costruito dai Normanni un ospe-dale) e Montagna dei Cavalli (Hippana, importante centrofortificato abitato da età arcaica al III sec. a.C.), per volgerequindi verso Cozzo Spolentino, Zuccarone e Pizzo Nicolosi,all’estremità occidentale della Rocca Busambra. Anche ilPizzo fu abitato fino alla metà del III sec. a.C., ma l’area fufrequentata fino al III sec. d.C.: secondo G. Uggeri qui po-teva trovarsi la statio di Pirama, 4 miglia a Nord di Zuccaronee a 24 da Palermo, e nell’area è presente il toponimo Ca-sale.Oltre Pizzo Nicolosi si potevano seguire due percorsi: unoaggirava a NO l’altopiano di Piana degli Albanesi, l’altro loattraversava, per arrivare a Palermo seguendo la valle del-l’Oreto. Nel primo caso la strada avrebbe lambito Monte Iato(antica Iaitai), e raggiunto l’Oreto tramite Portella della Pa-glia; sarebbe stata questa forse la via seguita da Pirroquando nel 277 a.C. da Iatai mosse verso Palermo. L’altradirettrice sarebbe passata per Portella S. Agata e l’omonimacontrada, dove si trova un importante sito di età imperiale(più tardi l’oratorium S. Agnes, citato da papa GregorioMagno alla fine del VI secolo, dove i Normanni costruironoun ospedale dedicato a S. Agnese, sulla via quae ducit aCorilione ad Panormun); questa direttrice taglia trasversal-mente l’altopiano fino alla Portella di Rebuttone, ovvero sitiene un po’ più ad Ovest fino alla Portella del Pozzillo, perscendere così all’Oreto all’altezza di Cozzo Paparina, altrosito a carattere strategico attivo da età arcaico-classica adetà ellenistica.

Ponte Nuovo e Casale San Pie-tro (Castronovo di Sicilia).

linee di attraversamento

Page 26: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

25

La linea Palermo-Termini-Lercara, primo tronco del collega-mento fra Palermo e Agrigento, fu aperta all’esercizio il 1°settembre 1870. I 76 km di strada ferrata richiesero più disette anni di lavoro, nell’ambito dei quali si iniziò con il trattoPalermo-Bagheria (13 km inaugurati il 28 aprile 1863) e sichiuse con il tratto Roccapalumba-Lercara (7 km) che, ap-punto il 1° settembre, resero disponibile l’intero tronco. I la-vori ferroviari in Sicilia erano stati intrapresi ai sensi dellalegge 28 luglio 1861, che approvò la convenzione con laditta Adami & Lemmi; è naturale, quindi, concludere che iltronco anzidetto richiese, per essere aperto all’esercizio,quasi un decennio, cioè tutto il lungo intervallo di tempocompreso fra il 1861 e 1870.1 Nonostante l’apertura deltronco, però, i lavori erano ben lungi dall’essere totalmentecompiuti: molte e gravi divergenze insorsero con l’impresacostruttrice sulla entità dei lavori che restavano da compieree si dovette addivenire alla convenzione del 10 marzo 1873,mediante la quale fu imposto all’impresa di definire le operenon completate.A quello tra Palermo e Lercara fece seguito il tronco da Ler-cara a Porto Empedocle di 66,793 km, alla cui esecuzionesi provvide con la legge n. 5858 del 1870, suddiviso in piccolitratti. A giustificare i ritardi e la gravosa entità delle spese di co-struzione basti citare le eccezionali difficoltà dei luoghi tantoper le accidentalità del suolo quanto per la natura dei terreniattraversati per cui non fu raro il caso di guasti alle opered’arte, specialmente alle gallerie per le enormi pressioni chei terreni argillosi esercitavano sulle masse murali; frequentefu pure il caso di trincee e di rilevati che non ressero benchéeseguiti con scarpate munite di adatti rivestimenti; come fre-quentissimi in ogni tronco furono i casi di frane per le qualioccorsero sistemi di fognature e di drenaggio nelle tratte amezza costa, nonché robuste opere di protezione laddovela ferrovia era insidiata da corsi d’acqua. Di tutti i tronchi della linea Palermo-Porto Empedocle, lemaggiori difficoltà costruttive si manifestarono in quello dal

torrente S. Pietro (attuale fiume Platani) a Passofonduto,della complessiva lunghezza di circa 14 km, alla cui estre-mità si dovettero realizzare due stazioni provvisorie a con-tatto immediato con la strada provinciale Palermo-Girgenti,sicché si fu costretti a percorrere 14 km utilizzando la car-rozza postale in coincidenza degli arrivi e delle partenze deitreni.2 Gli impedimenti costruttivi fra le stazioni provvisorie aS. Pietro (Spina) e a Passofonduto, furono superati nel1877; e ciò sia per le 17 frane che si dovettero affrontare frail S. Pietro e la stazione di Campofranco, sia per un tratto dicirca un 1 km fra Campofranco e Passofonduto, nella localitàdenominata Fondaco Petix, dove la strettissima golena la-sciata dal fiume Platani, con falde franose, lasciò incerta perun certo tempo la tecnica meno difficile e meno costosa.Quantunque aperti all’esercizio, i suddetti tronchi della Pa-lermo-Porto Empedocle richiesero molti lavori di consolida-mento e di completamento sui quali si operò duramente edispendiosamente finché non si poterono trasferirli in rego-lare e definitiva consegna alla Società esercente. La data diapertura all’esercizio dell’intera linea da Palermo a PortoEmpedocle è il 16 dicembre 1876.La linea ferroviaria Palermo-Girgenti-Porto Empedocle ha ilprimo tratto comune con la litorale Messina-Palermo (daPalermo a Bivio Fiumetorto). Dopo 43 km, a Fiumetorto,volge a sud internandosi nell’isola, incontra nella provinciadi Palermo 6 stazioni e 1 fermata: Cerda a 9 km dal paese,Sciara a 3 km dall’abitato, la fermata di Causo (presso cavedi gesso), Montemaggiore Belsito a 8 km dal paese, Rocca-palumba-Alia stazione comune dei due centri distanti, rispet-tivamente, 5 e 9 chilometri, Lercara Friddi a 5 km dal paesecon vicine miniere di zolfo e cave di gesso, Castronovo diSicilia a 6 km dall’abitato. Per tutta la linea, i collegamentitra le stazioni ed i paesi, costituiti in genere da strade mulat-tiere, avvenivano prevalentemente tramite cavalcature, neiprimi anni del ‘900 sostituiti da corriere. Dalla stazione di Roccapalumba la linea si biforca: quella didestra va a sud diretta a Porto Empedocle, quella di sinistra

SALVATORE AMOROSO

La linea ferroviaria Palermo-Girgenti

Page 27: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

26

corre per un po’ quasi parallelamente alla prima e poi volgead est e, attraversando l’interno della Sicilia, si dirige versoCatania. Entrando nella provincia di Agrigento, a circa 90km da Palermo, la ferrovia incontra la stazione di Camma-rata-S. Giovanni Gemini a 8 km dai due paesi; di seguito iltreno trova sul suo percorso, dentro la vallata del Platani, lestazioni di Acquaviva Platani (inizio della breve incursionenel territorio provinciale di Caltanissetta, assieme alle dueseguenti) a 6 km dal centro abitato, di Sutera a 6 km dalpaese, di Campofranco a 3 km dal comune; tornando quindinel territorio agrigentino, ferma alle stazioni di Comitini a 4km dall’abitato,3 di Aragona-Caldare a 4 km dal paese e ubi-cata in una zona Le Caldare, ricca di vulcani di fango salatodetti macalube. A 134 km da Palermo si arriva ad Agrigento(Girgenti), la cui stazione originaria fu quella distante 2 kmdalla storica città; dal 28 ottobre 1933 venne aperto all’eser-cizio il breve tratto a scartamento promiscuo (che richieselo scavo di due gallerie) fra Agrigento Bassa e Agrigento Altacon l’inaugurazione della nuova stazione di Agrigento Cen-trale. 4

Il privilegio dato alle linee ferroviarie interne rispetto a quellelitorali della Sicilia fu dettato dalla necessità di fare defluirecon continuità, sicurezza e facilità il minerale di zolfo dall’al-tipiano interno verso i più vicini scali portuali. La concorrenzadei trasporti automobilistici negli anni ’50 diventa fortissima,mentre il trasporto ferroviario si manifesta ancora lento: daTermini Imerese ad Agrigento occorrono tre ore per percor-rere solo 113 km. Infatti, la rete di linee ferroviarie, costituitada quella principale (da Palermo a Girgenti) e da quella com-plementare, ricca e complessa nell’area centrale e nell’alti-piano agrigentino, ha avuto, pur con le sue limitazionistrutturali e organizzative, un ruolo importante per connet-tere gli insediamenti abitativi e quelli industriali (principal-mente miniere) e togliere, quindi dall’isolamento, anche perla carente rete viaria esistente, molte piccole e medie città,ulteriormente supportata in periodi più recenti dallo sviluppodella rete stradale e della rete di collegamenti extraurbani

su gomma.L’elettrificazione della linea e la sua velocizzazione, che èobiettivo di un’iniziativa recente delle FF.SS., mirano a ren-dere più facili i collegamenti tra i centri abitati toccati dallalinea e, principalmente, i due terminali che, sicuramente, ma-nifestano un intenso interscambio multiforme e importanteper l’economia dei territori attraversati e della Sicilia, in ge-nerale.

Strada e Ferrovia (Comitini).

linee di attraversamento

1 Tale risultato fu dovuto non soloalle difficoltà tecniche che si dovet-tero vincere, ma anche alle vicendee modificazioni che dovettero su-bire gli atti amministrativi. Alla con-venzione citata, infatti, succedettequella di concessione alla SocietàVittorio Emanuele (con capitalefrancese), approvata con la leggedel 25 agosto 1863; ma questa so-cietà nel 1866 si trovò ridotta in si-tuazioni finanziarie tanto difficili dacostringere il Governo a concederealla Società importanti anticipazioniestese agli altri interventi in corso inSicilia e in Calabria. Allo sciogli-mento della Società Vittorio Ema-nuele subentrò l’appaltoall’Impresa Vitali-Charles-Picard &C.2 Secondo l’orario in vigore nel pe-riodo centrale degli anni ’70 venivaofferta una corsa con partenza daPalermo alle 6.30 e arrivo a PortoEmpedocle alle 16.50 (più di 10ore) e, in senso opposto, una corsacon partenza da Porto Empedoclealle 08.15 e arrivo a Palermo alle16.50 (più di 8 ore).3 Comitini era dotata di un’altra sta-zione (denominata Comitini-Zol-fare) sulla linea Canicattì-Caldare,adibita quasi esclusivamente altraffico degli zolfi

4 Oltrepassata Girgenti, la ferroviafaceva un ampio giro attorno all’a-bitato ed uno sulla Valle dei templi,attraversando l’Akragas per di-scendere dalla quota 203 fino almare. Da Girgenti, infatti, aveva ini-zio una linea delle complementarisicule, che si indirizzava in discesaa Porto Empedocle, con tratti a cre-magliera; procedeva quindi lungola costa toccando Realmonte, in-ternandosi poi per Siculiana, Mon-tallegro, Cattolica Eraclea e BivioGreci, dove la linea si biforcava: alnord andava per Cianciana, Ales-sandria della Rocca, Bivona, S.Stefano, Bivio Filaga (diramazioneper Prizzi e Palazzo Adriano) a Ler-cara; l’altra verso ovest per Riberaandava a Sciacca, ecc. Da Gir-genti, inoltre, si staccava una lineaa scartamento ridotto la quale,svolgendosi parte ad aderenza na-turale e parte ad aderenza artifi-ciale, passava per Favara e per lezolfare di Favara; faceva poi capoa Naro dove si biforcava: un troncoverso nord diretto a Canicattì (sullalinea principale S. Caterina-Cal-dare), un altro verso sud, con deitratti a dentiera, che toccava Ca-mastra, Palma di Montechiaro,Torre di Gaffe e Licata.

Page 28: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

27

Spostarsi non è viaggiare.In tempi ormai trascorsi, quando, non frequentemente, si an-dava fuori città per lavoro o per diletto, era sempre un viag-giare, un trasferirsi nello spazio e nel tempo con attenzionee lentezza. Muoversi con un mezzo era l’occasione utile per osservareil circostante, assimilare impressioni e sensazioni, analizzaregli usi e valutare le trasformazioni dei territori, elaborareidee, mettendo in discussione le nostre conoscenze nel con-fronto con un altrove che scoprivamo magari non lontano dacasa. Le andate festive fuori porta, dopo percorsi sinuosi e faticosesalite in strade a servizio delle necessità dei paesi, appro-davano sovente in luoghi con viste panoramiche dai quali losguardo, ampio, spaziava su vasti panorami di campagna ocittà che ci sembrava amplificassero ed acuissero le nostrecapacità di percezione. I sommovimenti euforici nei nostrianimi sorpresi si tramutavano, poi, in ricordi dell’evento edelle sensazioni di bellezza appagante che riportavamo in-dietro per conservarli, fruttuosamente, nella nostra memo-ria.Allora come ora, sono queste alcune delle ragioni per cui al-cuni luoghi visitati sono legati indelebilmente ai nostri viaggi,luoghi che ci hanno impressionato, che ci hanno indotto anuovi pensieri, riflessioni verso maturazioni e cambiamenti,che ci hanno in qualche modo sospinto ed aiutato ad essere,poco per volta, diversi e migliori.Oggi le strade di collegamento veloce fra i grandi agglome-rati urbani, come le Strade Statali 121 e 189 da Palermo adAgrigento, sono finalizzate, prevalentemente, agli sposta-menti piuttosto che ai viaggi e, piene di traffico, impongonoconcentrazione nella guida, senza distrazioni neppure versoil paesaggio e la natura circostante.Il viaggio si eclissa, i luoghi diventano spazi attraversati. Ipercorsi non riservano più sorprese e, spesso noiosi, per-mettono soste e riposo soltanto nelle stazioni di servizio.L’imperativo categorico sembra essere quello di arrivare al

traguardo con il minimo sforzo. Per raggiungere la meta non è più necessario faticare pertrovare la strada, non è più necessario utilizzare le cartestradali né la segnaletica alternativa offerta, a giro d’oriz-zonte, dalla natura e dalle trasformazioni antropologiche deiluoghi. Grazie alle moderne tecnologie il guidatore è indiriz-zato automaticamente da visori e voci narranti e così, dere-sponsabilizzato dal trovare i luoghi cercati, perde la capacitàdi elaborare le mappe cognitive individuali, indispensabili perla creazione di un rapporto con le località e per la loro me-morizzazione. Si guida, oggi, oltre che con la vista anchecon l’udito, guardando soltanto in avanti sulla strada.Il viaggio, nel significato più proprio dello stesso, è diventatauna scelta rara. L’andata festiva fuori porta è spesso dedi-cata alle perlustrazioni di luoghi come le città mercato, inuna distratta prosecuzione dei riti e dei ritmi quotidiani e nor-mali di vita. Anche il teorico tempo libero diventa un praticotempo da dedicare alla produzione, al lavoro, alla soluzionedi necessità. Nella nostra ricerca ci siamo posti, allora, uninterrogativo retorico. Nel caso della strada Palermo - Agri-gento con quali prerogative si può ancora viaggiare?La risposta è che si può ancora viaggiare se percorriamo lastrada senza fretta, se, improvvisamente, magari sollecitatidalla vista, sentiamo la necessità irresistibile di trovare deivarchi che ci portino verso nuove avventure e curiosità, setorniamo ad essere esploratori di territori e città, se pen-siamo ad accumulare esperienze nel ruolo di attenti risco-pritori di ibridazioni di culture, di forme di civiltà e di relazionifra gli uomini. Con brevi deviazioni dalla grande via, rimet-tendoci su percorsi antichi, moderando la nostra velocità edintroducendo delle soste, proviamo a guardarci intorno, asentire lo spirito dei luoghi, ad immedesimarci e calarci nelletrame dimenticate. Proviamo a viaggiare ragionando, lavorando di sguardo,scoprendo i numerosi elementi attrattori eredità di un pas-sato tangibile e ben presente, evidenziato, sia dai segni fortie consistenti dell’uso del suolo, sia dai segni sparsi di una

GIOVANNI PALAZZO

Da Palermo ad Agrigento in viaggio sulle statali

Page 29: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

28

rilevante presenza monumentale nella campagna. Sonoqueste le tracce della nostra lunga storia regionale, degli in-trecci di differenti dominazioni e civiltà, delle contese, dellevicende politiche, economiche e sociali di paesi, castelli,masserie, mulini, dei sistemi di comunicazione di strade,ponti, vie d’acqua, presenze tutte significative ed utili, qualirisorse da riscoprire, recuperare e valorizzare.Proviamo a ritrovare la peculiarità di paesaggi armoniosi,che ancora esistono, intreccio appagante di forme della na-tura, colori, luci, trasparenze dell’aria, intersecati dai segnie dalle elaborazioni dell’uomo; proviamo a rimettere in motola macchina della loro tutela come bene collettivo inaliena-bile e come valore primario sancito anche dalla nostra Co-stituzione; proviamo a guardare al paesaggio come origineper il disegno di un progetto di riequilibrio territoriale ed am-bientale che trova nelle strade primarie gli assi portanti disviluppo.Proviamo anche a cogliere, nel contempo, criticamente, isegni negativi dell’abbandono vistoso di campagne e divaste aree di industrializzazione fallimentare, del collassodelle economie locali, dell’alterazione della stratificazionestorica delle forme urbane attraverso una residenzialità con-temporanea senza principi e senza regole, divoratrice delterritorio, anche contro i criteri di salvaguardia e tutela del-l’ambiente.Ma il fascino talvolta anche ambiguo e contraddittorio deiluoghi e dei viaggi è anche questo, la proposizione all’osser-vatore di situazioni che lasciano intravedere ad un tempo ir-risolte contemporanee positività e negatività, demandandoallo stesso l’individuazione critica della sottile linea, talvoltaimpalpabile, che distingue una condizione di presenza an-cora significativa ed utile da una di abbandono tutta da ri-pensare.Si può quindi viaggiare partendo dalla strada veloce, sequalcosa o qualcuno torna a sollecitarci, ad indurci in curio-sità che meritano risposte, a suggerirci percorsi e mete perriscoprire le ragioni ed i significati dei luoghi.

In questa fase della ricerca si è quindi proceduto ad effet-tuare quelle ricognizioni territoriali e quelle documentazioniconoscitive indispensabili per la messa a punto di problema-tiche e temi di lavoro su cui indagare, al fine di pervenire alinee guida per una progettualità nell’ottica degli usi molte-plici della strada a partire dalle risorse dei territori stessi at-traversati.Le linee guida dei temi di progettazione sono intese comela base preventiva per l’avvio di un raccordo con le struttureamministrative regionali, i singoli comuni, gli enti proprietari,i privati interessati, finalizzato ad un lavoro concorde per unprogetto unitario negli obiettivi comuni di un sistema siner-gico moderno, integrato nei ruoli, nelle funzioni e nell’eco-nomia. La ricerca in questa sezione di studio, che già consente lamessa a fuoco di ulteriori approfondimenti e nuove temati-che da portare avanti con fasi successive di lavoro, ha pro-vato ad individuare le questioni ed i caratteri primaannunziati utilizzando come strumento descrittore la fotogra-fia. Attraverso sopralluoghi, visite, spostamenti sul territoriosono stati indagati i più evidenti segni di questa particolarerealtà, cogliendone, attraverso gli aspetti figurativi, le poten-zialità ormai dimenticate, le caratteristiche di connotazione,le suggestioni.Si è lasciato alla fotografia il ruolo di documentare e raccon-tare, nei possibili contenuti, una prima selezione di ambitiparticolari, significativi e specifici, sia antichi che contempo-ranei, sia vicino alla strada che a più grande distanza. Si èaffidato, invece, al fotografo il ruolo di mediatore fra più livellidi scrittura, fra la rappresentazione della realtà così comesembra potersi cogliere e l’interpretazione della stessa, at-traverso la selezione dei punti di vista e la combinazione deitagli di immagine, attraverso l’inquadratura dei soggettistessi e l’individuazione dei loro punti di forza e di carattere,in un fraseggio compositivo di elementi naturali, artificiali,luci e colori raccolti a conformare i contenuti estetici dellerappresentazioni.

SS 189 e Casale San Pietro (Castronovo di Sicilia).

Nella pagina accanto e successiva. Itinerario attraverso castelli e luoghi fortificati (Palermo, Misilmeri, Marineo, Cefalà Diana,Vicari, Margana, Castronovo, Melia, Cam-marata, Mussomeli, Torre del Salto, Racal-muto, Favara, Porto Empedocle).

linee di attraversamento

Page 30: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

29

G Palazzo, Da Palermo ad Agrigento in viaggio sulle statali

Page 31: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

30

linee di attraversamento

Page 32: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

31

La programmazione Regionale nel settore dei trasporti si basasul Piano Regionale dei Trasporti e della Logistica (PRTL),sugli Accordi di Programma Quadro (strumenti di attuazionedell’Intesa Istituzionale di Programma istituita con la Legge662/1996), relativi alle quattro Modalità di Trasporto ed al Tra-sporto Merci e Logistica, e sulla Programmazione Nazionaledelle Infrastrutture Strategiche (Delibera CIPE 121/2001,Legge Obiettivo).1 La Regione Siciliana ha identificato un pro-cesso di pianificazione nel settore dei trasporti che così si ar-ticola: Piano Direttore (2002); Piano Attuativo delle Quattromodalità di trasporto (2004); Piano Attuativo del Trasportomerci e della Logistica (2004). Il Piano Regionale dei Trasportie della Logistica, nella sua interezza, è pertanto costituito dalPiano Direttore e dai Piani Attuativi. Il Piano Direttore è stato redatto utilizzando il modello pianifi-catorio indicato dal Piano Generale dei Trasporti e della Logi-stica, in modo da rendere la pianificazione regionale in lineae coerente con i riferimenti metodologici dettati a livello nazio-nale. La programmazione è finalizzata a: orientare e coordi-nare le politiche di intervento nel settore trasportistico, incoerenza con gli indirizzi di pianificazione socio-economica eterritoriale della Regione Siciliana; perseguire obiettivi di effi-cacia, efficienza, compatibilità ambientale e sicurezza del si-stema dei trasporti.Il Piano per il sistema stradale, individua interventi (medianteopere di completamento e di ammodernamento) per recupe-rare l’efficienza di base del sistema di trasporto su gomma,aumentare il livello di connettività della rete stradale, velociz-zare i collegamenti tra nodi urbani e tra aree costiere e del-l’entroterra, migliorare l’accessibilità con le autostrade, favorireinfine gli scambi produttivi e la mobilità delle persone e dellemerci.La strategia delineata dal Piano prevede la chiusura di unanello di viabilità perimetrale, in buona parte con caratteristi-che autostradali, ed il potenziamento dei collegamenti trasver-sali (Palermo-Agrigento, Santo Stefano di Camastra-Gela,etc.), di connessione dei principali centri tra loro e con l’entro-

terra ed in grado di mettere in comunicazione i versanti tirre-nico e ionico. Alle direttrici principali (est-ovest e nord-sud) sicollegano le reti secondarie di raccordo con i sistemi locali erurali.I Piani Attuativi, in linea con la politica europea dei trasporti,contengono le scelte di dettaglio che affrontano le tematichespecifiche di ogni modalità di trasporto nel rispetto delle stra-tegie generali volte a privilegiare l’intermodalità e l’interopera-bilità, oltre allo sviluppo del trasporto sostenibile dal punto divista sociale e ambientale.Il Piano attuativo del trasporto stradale fissa gli obiettivi e lestrategie d’intervento, lo scenario di programmazione istitu-zionale di lungo periodo (2015) con gli interventi sulla rete in-frastrutturale. Gli obiettivi fissati sono: perequazionedell’accessibilità al territorio regionale e classificazione funzio-nale della rete stradale; contestualizzazione degli interventi(attraverso una progettazione integrata con il territorio, siasotto il profilo ambientale che socio economico); sicurezza insintonia con i Programmi Nazionali sulla Sicurezza stradale,eliminazione dei punti neri; agibilità della rete in caso di cala-mità (attraverso l’adozione di tracciati e soluzioni costruttive egestionali che tengano conto del rischio sismico e idrogeolo-gico).L’Assessorato Regionale Infrastrutture e Mobilità, sin dal2010, ha avviato gli aggiornamenti delle indicazioni e degliobiettivi del PRTL,2 per cui dovrà fornire indicazioni chiare inrelazione a come coprire la coerenza temporale sino al 2020,come inserire gli standard ambientali e l’inter-operabilità ri-spetto alle reti TEN-T, quali progetti realizzare secondo precisicronogrammi. Chiaramente, il nuovo Piano dovrà fissare gliindirizzi affinché sia garantita la sostenibilità delle opere nonsolo nella fase di realizzazione ma, soprattutto, in fase di ge-stione, garantendo l’efficienza dei servizi erogati. Tale Pianorivisitato dovrà essere sottoposto a Valutazione AmbientaleStrategica. Il collegamento trasversale principale dell’Isola è l’itinerarioPalermo-Agrigento S.S. 121 e S.S. 189. Previsto dal PRTL,

VINCENZO FALLETTA

Strategie di programmazone della Regione Sicilia

Page 33: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

32

ha assunto una valenza strategica per la Regione Sicilia conla Legge Obiettivo, sia sotto il profilo economico che sociale:la strada, infatti, si presenta a due corsie ed è caratterizzatada innumerevoli immissioni, non regolamentate, che insiemead alcune anomalie geometriche del tracciato, contribuisconoad abbassare il livelli di sicurezza stradale elevando l’inciden-talità.L’arteria risulta a servizio di rilevanti infrastrutture (tra cui l’ae-roporto di Punta Raisi ed i porti di Palermo, Porto Empedoclee Licata) e rappresenta l’opera principale per il collegamentodegli agglomerati industriali di Porto Empedocle, Aragona, Fa-vara e Casteltermini-Valle del Platani con gli agglomerati in-dustriali di Lercara Friddi e Termini Imerese. Inoltre, garantiscel’accessibilità ai centri direttamente toccati e ad altri importantiagglomerati urbani. Un’ampia porzione di territorio regionaledi particolare importanza nell’economia isolana è servita pre-valentemente da questa arteria. Sin dagli anni 80 la RegioneSiciliana avviò approfondite analisi sull’attuale collegamentoal fine di individuare le soluzioni più efficaci alle problematicheevidenziate che riguardavano sia elevata incidentalità siaflussi di traffico maggiori della capacità della sezione stradalenel tratto Palermo-Bolognetta.La progettazione dell’asse ha avuto una accelerazione solo apartire dal 2001; l’ANAS, quale soggetto gestore della strada,ha predisposto il progetto preliminare del tratto Palermo-Ler-cara, avviando la procedura di approvazione prevista dallaLegge Obiettivo, per un costo complessivo di 1.218,4M euro,al netto dell’IVA. Dopo un lungo e travagliato iter tecnico-am-ministrativo, il CIPE, con delibera n. 84 del 1.8.2008, ha ap-provato il progetto preliminare Ammodernamento della trattaPalermo-Lercara Friddi 1° stralcio funzionale: lotto 2-sub lotti2a e 2b dal Km 14,40 (rotatoria di Bolognetta inclusa) al Km48,00 (svincolo di Manganaro incluso) dell’importo di euro296.435.132,42. Il progetto definitivo redatto dal ContraenteGenerale è stato approvato con prescrizioni a marzo 2012; ilCipe, infatti, in sede di approvazione ha raccomandato la pos-sibilità dell’utilizzo delle eventuali economie che si dovessero

verificare in sede di progettazione esecutiva o nel corso deilavori, per la riqualificazione della viabilità secondaria. Sono previste le compensazioni ambientali, prescritte dal Mi-nistero dell’Ambiente (per un importo del 3%), al fine di risar-cire le popolazioni locali per il peggioramento ambientale chela struttura procurerà in fase di cantiere e di esercizio che ri-guardano: opere a verde con funzione di mitigazione acusticaed atmosferica; opere di riqualificazione delle aree sottostantii viadotti e rinverdimento svincoli; ripristini di aree interessatedai lavori; interventi diretti sul ricettore; bonifica dei siti inquinatilungo il tracciato progettuale. Il progetto esecutivo redatto dalContraente Generale è stato approvato dall’ANAS in linea tec-nica e la consegna dei lavori è avvenuta a fine giugno 2013.Dell’intero itinerario restano da progettare il lotto 1 Palermo(nuovo svincolo A19) - Bivio Bolognetta, il lotto 3 Bivio Man-ganaro - Lercara Friddi sud e il tratto Lercara Friddi sud - Agri-gento. Per il primo e il terzo lotto sono state accantonate lerisorse per la progettazione preliminare ad opera di ANAS; peril tratto agrigentino, in forza dell’Accordo di Programma stipu-lato nel 2010 fra Regione Siciliana, Provincia Regionale diAgrigento e ANAS S.p.A, la progettazione è in capo alla pro-vincia di Agrigento che ha già attivato le relative procedure.3

linee di attraversamento

1 Tali strumenti sono coerenti allaprogrammazione Nazionale, inparticolare con il Piano Generaledei Trasporti e della Logistica(Legge 245/1984) e correlati alloscenario Comunitario (QuadroComunitario di Sostegno 2000-06), nonché allo Strumento Ope-rativo per il Mezzogiorno, al PON2000-06, al POR Sicilia 2000-06.2 Gli aggiornamenti derivano dalrecepimento dei successivi orien-tamenti di politica dei trasportidella Regione, correlati allo sce-nario comunitario delineato nelQuadro Strategico Nazionale

2007-13, dal POR F.E.S.R. Sicilia2007-13, dal PON ConvergenzaReti e mobilità, dal Piano del Sud.L’aggiornamento è oggi ancorapiù urgente alla luce del Nuovociclo di programmazione comuni-taria 2014-20 e della cosiddettaCondizionalità ex Ante che indivi-dua le condizioni che lo Stato e leRegioni devono rispettare.3 Le caratteristiche della stradasaranno del tipo C1. Il costo pre-visto dallo studio di fattibilità am-monta a 275,29M euro. L’Anascurerà l’appalto e la direzione deilavori.

Page 34: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

33

La realizzazione del cosiddetto scorrimento veloce PA-AGrisale al dopoguerra, quando l’aumento irrazionale e incal-zante dei volumi di traffico, conseguente al boom econo-mico, aveva palesato l’inadeguatezza della rete stradaleesistente che ricalcava ancora, essenzialmente, l’impiantoviario lasciato in eredità dall’epoca imperiale romana.Successivamente, negli anni settanta, a seguito della costru-zione dell’autostrada A19 PA-CT, sia la SS 121 sia la SS189, hanno subito lo svuotamento del flusso veicolare da eper Catania, continuando ad assicurare la funzione di rac-colta e di smaltimento dei traffici provenienti dai comprensoriinterni della Sicilia centro-occidentale verso le aree metro-politane di Palermo e di Agrigento. Il tratto di strada in que-stione si colloca infatti nella porzione occidentale della Siciliacollegando, con direttrice Nord-Sud, i due capoluoghi ed èa servizio di infrastrutture quali l’aeroporto di Punta Raisi edi porti di Palermo, Porto Empedocle e Licata, oltre che a ser-vire come infrastruttura di trasporto prioritaria per il collega-mento degli agglomerati Industriali di Porto Empedocle,Aragona, Favara e Casteltermini-Valle del Platani con gli ag-glomerati Industriali di Lercara Freddi e Termini Imerese, as-sumendo quindi una rilevante importanza a supporto deltessuto produttivo di questa parte di economia isolana. Alle evidenze territoriali sopra individuate si aggiunga la con-siderazione discendente dai postulati fondamentali dellamacro-economia e degli studi di pianificazione trasportistica,che si distilla compiutamente nel concetto che lo sviluppoeconomico di una zona non può prescindere, sia comecausa sia come conseguenza di un intimo ed inestricabilerapporto causa-effetto, da un sistema di trasporti adeguatoalle sfide di un mercato sempre più globalizzato, onde con-sentire di fondere in un rapporto sinergico e produttivo le at-tività agricole, commerciali ed imprenditoriali in manierarapida e conveniente. In virtù delle considerazioni sopra ri-portate, il potenziamento dell’itinerario PA-AG è stato inse-rito nelle previsioni programmatiche di realizzazione delleinfrastrutture strategiche individuate dalla Legge Obiettivo

del 2001, cui ha fatto seguito un complesso iter approvativosviluppatosi a livello territoriale regionale e a livello ministe-riale, che ha portato all’approvazione del CIPE di un primostralcio di interventi, individuato nel tratto Bolognetta-Ler-cara-Friddi.Dal punto di vista strettamente tecnico-progettuale, l’operadi ammodernamento è stata concepita e sviluppata comeun intervento di restauro conservativo e migliorativo, aventeil fine ultimo di eliminare tutte le criticità diffuse e note cherendono la strada oggi estremamente insicura, ad alto tassodi incidentalità e difforme dal punto di vista geometrico alledisposizioni delle Norme geometriche e funzionali per la co-struzione delle strade di cui al D.M. 6792 del 5/11/2001.È opportuno a tal proposito sottolineare che il prioritarioobiettivo progettuale non è stato soltanto quello di incremen-tare la velocità di percorrenza, traguardo forse di forte im-patto mediatico ma insoddisfacente in termini dimiglioramento del livello di servizio offerto, bensì di assicu-rare condizioni di comfort e sicurezza agli utenti lungo il tra-gitto percorso a velocità omogenea, all’interno di un datointervallo di velocità di progetto di ampiezza limitata.Sono, infatti, note le condizioni di scarsa efficienza e sicu-rezza dell’attuale arteria dovute a fattori geometrici dellastrada (piattaforma non omogenea lungo il percorso, suc-cessione di curve e rettifili non ben calibrata, cattive condi-zioni di visibilità, mancanza di coordinamentoplano-altimetrico), alla presenza diffusa di accessi privati,alla configurazione delle intersezioni ed a condizioni struttu-rali della pavimentazione assolutamente insufficienti, quindioggettive condizioni di criticità che costituiscono principalecausa della elevata incidentalità che si registra.L’intervento di ammodernamento è stato sviluppato attra-verso l’adeguamento della strada (che nella configurazionegeometrica attuale non è classificabile secondo le Normegeometriche e funzionali per la costruzione delle strade -D.M. 6792/2001) alla categoria C1 strada extraurbana se-condaria con funzionalità di collegamento regionale.

FEDERICO MURRONE

Trasfromazioni recenti della strada

Page 35: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

34

In particolare, il progetto prevede una piattaforma tipo C1 acarreggiata unica dallo svincolo di Bolognetta al bivio Vicarinord e una piattaforma a carreggiate separate, assimilabilealla categoria B, nel restante tratto fino al bivio di Borgo Man-ganaro. Il ricorso alla piattaforma di categoria B, pur mante-nendo i parametri della progettazione plano-altimentricadell’asse sempre riferiti a quelli della categoria C, è scaturitodalle particolari condizioni orografiche dei luoghi che condi-zionano l’andamento altimetrico di questo tratto stradale, ca-ratterizzato, appunto, da elevate pendenze per lunghi tratti.L’ipotesi di ovviare a tale situazione attraverso l’inserimentodi una corsia per veicoli lenti, per una lunghezza di tracciatodi circa 5 km, è stata presa in considerazione in fase pro-gettuale ma è stata poi scartata poiché considerata criticasotto il profilo della sicurezza: si è ritenuta, infatti, circostanzafacilmente prevedibile l’uso improprio e dannoso della corsiacentrale (ossia la corsia di marcia normale in salita) da partedegli utenti soggetti al sorpasso impedito e, pertanto, si èoptato per la soluzione di separare fisicamente le correnti ditraffico, inserendo un apposito spartitraffico ed assumendouna composizione della piattaforma stradale analoga aquella prevista per le strade extraurbane principali.La necessità di contenere i costi dell’intervento di ammoder-namento, di minimizzare l’impatto ambientale e di conser-vare la testimonianza storica dell’arteria viaria, ha indirizzatoverso lo studio di un tracciato molto prossimo e, in alcunicasi, coincidente con l’attuale sede stradale; le verifiche divisibilità sul tracciato, progettato secondo questo criterio,hanno evidenziato condizione generalizzata di visuale liberacorrelabile ad una velocità di sicurezza lungo tutto il troncoammodernato di 80 Km/h e ciò significa che, a tale velocità,le verifiche di visibilità per l’arresto sono soddisfatte e, per-tanto, essa rappresenta una velocità di sicurezza.Gli interventi in progetto prevedono altresì il restauro con-servativo e l’adeguamento strutturale delle opere d’arte esi-stenti, anche attraverso l’utilizzo di materiali innovativi qualiil calcestruzzo fibrorinforzato, la riconfigurazione geometrica

degli svincoli nonché la realizzazione di nuovi viadotti per iquali sono stati previste soluzioni omogenee con impalcatiin acciaio-calcestruzzo realizzati con travi metalliche incli-nate in acciaio corten, soluzione progettuale che coniuga ef-ficacemente il pregio tecnico di una manutenzione ridotta -in quanto l’acciaio corten non è soggetto ad alcuna corro-sione elettrochimica - al pregio estetico incentrato sulla fortecaratterizzazione di modernità delle realizzande nuove strut-ture. In sostanza, al di là degli aspetti puramente specialisticidella progettazione geometrica dell’asse stradale, il progettodi ammodernamento della SS 121 rappresenta un interventomolto complesso, frutto della ricerca della migliore coniuga-zione delle esigenze di rispetto delle geometrie e della sto-ricità dell’asse viario esistente con l’esigenza indifferibile diinnalzare i livelli di funzionalità e di sicurezza di questo col-legamento regionale strategico. Così operando si riuscirà a restituire a questa arteria il suoscopo prioritario, ossia la circolazione di mezzi, persone, cul-ture ed idee, rendendo il territorio regionale meno disgregatoe la Sicilia più globalizzata.

Progetto dell’ANAS perl’ammodernamentodella Strada Statale121:Planimetria generale.Particolare: progettodello svincolo diBaucina.

linee di attraversamento

Page 36: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Schemi e stralcidel progetto.

Page 37: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

36

linee di attraversamento

L’infrastruttura e lacampagna abitata(area metropolitanadi Palermo-Villabate,Bolognetta, Villafrati,Mezzoiuso, Vicari,Acquaviva, Campo-franco).

Page 38: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

37

A. Margagliotta / On the road between Palermo and AgrigentoThe ground connection between Palermo and Agrigento is an an-cient path already existing in Roman times and well documentedeven in the following centuries. The road was first built in 1779 du-ring Bourbons reign and was completed only after Italian unifica-tion.The road’s history and its transformations allow the definition of itsinteractions with the landscape, the human settlements spreadingaround the crossing route and most of all the countryside whichhas always been the road’s continuous companion.

A. Burgio / Ancient connection pathsThrough the explanation of archaeological, toponymy, topographicand cartographic data, the more significant aspects of the road sy-stem stretching between Palermo and Agrigento are taken intoconsideration.The main routes which were popular either in Greek and Romantimes or under Norman-Arab-Byzantine domination are described.Some features constantly arise from this framework of study thuscharacterizing the route landscape: the reiterated selection of spe-cific road junctions; the relevance of some toponymy classifications(of predial origin or lodging related); the reinforcement of municipalboundaries along some routes in particular. It will then be possibleto recognize the uniqueness and peculiarity of this road systemwhose significant value should be acknowledged within its histori-cal, and environmental background.

S. Amoroso / The Palermo-Girgenti railwayIn 1860 Bourbon government decided to build three large railwaysystems in Sicily which, departing from Palermo, should have beenheading towards Catania, Messina as well as Girgenti and Terra-nova (Gela), thus connecting the Thyrrenian Sea with the IonianSea and the Strait of Messina. Following the fall of the Kingdom ofthe Two Sicilies, Garibaldi’s government made all efforts to providethe island with the necessary means of communication.On the Pa-lermo-Girgenti-Porto Empedocle railway huge problems appeareddue to land characteristics and the presence of malaria.The di-stance between railway stations and human settlements as well asthe poor quality of road network and services could not satisfyneither travellers’ nor municipalities’ needs.

crossing lines

G. Palazzo / Travelling on the state roads from Palermo to Agri-gentoIn the past, whenever work or leisure travel outside the town tookplace, which did not happen very frequently, it always implied acareful and slow journey through space and time. Even nowadays,visited places still remain permanently bound to journeys, alsowhen the travelled route is subject to road shifts and, being busywith traffic, demands concentration while driving and also requiresno distraction by surrounding nature and landscape. With regardto the Palermo-Agrigento state road the main characteristics en-suring a truly travel experience are slowness, curiosity and a longfor discovery. It will then be possible to determine the guidelinesfor the achievement of planning skills focusing on the multiple usesof the road system starting from the resources provided by thesame territories crossed by.

V. Falletta / Sicilian Region planning strategiesThe Regional Department of Infrastructures and Mobility has al-ready launched the inevitable updating process in order to employthe resources allocated in the EU new programming cycle for2014-20. Although considerable work has already been done inorder to fill Sicilian Region’s infrastructure gap, significant invest-ments are still needed along with a new planning approach basedon the enhancement of the landscape so that the large route sy-stem (the perimeter ring as well as the cross connections, such asthe Palermo-Agrigento itinerary) and both completed while securitylevels of existing routes may be increased.

F. Murrone / Recent transformations of the road systemIn the internet age a similarity exists between route network andvirtual network which is also evident through the paradigmatic useof the term infrastructure. Through the critical appreciation of thetwo systems, the existence of two essential instruments is thus ack-nowledged whose role is to establish a physical or virtual connec-tion among spaces and most of all among human beings whowould otherwise be separated by physical and cultural barriers.The Palermo-Agrigento itinerary facilitates the connection betweentwo seas and stretches along the internal areas of Sicily island,where different ruling governments have throughout time determi-ned the physical and cultural characters of landscape and popu-lation.

Page 39: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

A qualche distanza oltre Girgenti entrammo nelle zone di terrefertili: non vaste pianure, ma un dolce susseguirsi di dossi mon-tani e collinosi, tutti coltivati a frumento e ad orzo; è una massa difecondità ininterrotta quella che si presenta all’occhio. Il terrenoadatto a queste coltivazioni è sfruttato così intensamente e cosìaccuratamente che non si vede neppure un albero; perfino i pae-selli e le case sorgono sulle creste dei colli, dove un filone di roc-cia calcarea rende il suolo inutilizzabile.

J.W. Goethe, Viaggio in Italia (1787)

Page 40: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

39

Il diffuso fraintendimento dell’idea di progresso ha spesso in-dotto a pensare alle (poche) strade siciliane in termini funzio-nali, nell’illusione di migliorare velocità e comodità deglispostamenti. A parte questi obiettivi, a dire il vero quasi mairaggiunti, e tralasciando il rassegnato convincimento che le in-frastrutture siano oggi un privilegio raro per questa terra, è fa-cile constatare come non si rifletta abbastanza sulla stradacome luogo o sui luoghi che la strada determina. Le strade checon grande sapienza hanno nel tempo irrorato il territorio sici-liano, costituiscono un’armatura funzionale ma anche esteticadel paesaggio, silenziosa e discreta, un’architettura reticolareestesa con cui accedere a un entroterra denso e difficile.Hanno consentito di organizzare uno spazio complesso, ren-dendolo riconoscibile secondo la misura dell’appropriatezza.Hanno pure svelato la preziosa intensità dei luoghi, orientan-done la visione e arrivando addirittura a condizionare losguardo stupito dei viaggiatori romantici al cospetto di una ric-chezza incontaminata, alimentando l’ermeneutica della bel-lezza coltivata sul piano letterario. Nell’orizzonte simbolico esenza tempo di Vittorini1, nei viaggi iniziatici descritti da Paso-lini2 o nelle narrazioni di Levi3. La cultura profonda che ha sem-pre intrinsecamente legato a doppio filo strada e paesaggio,da molti anni a questa parte, non ha più avuto un’opportunaelaborazione. Eppure la strada che irrompe prepotente nellecampagne arse dal sole tra il Tirreno al Mare africano, che at-traversa lentamente valli e colline mescolando il nero asfaltocon la terra bruna o ingiallita dei campi di grano, che gioca anascondersi, intrecciarsi, rincorrersi con la linea sinuosa dellaferrovia, che costeggia e corteggia il San Leonardo e il Torto,è la rappresentazione più viva e interessante di una stratifica-zione di segni. In essa può cogliersi l’immagine del presenteambiguo dei luoghi di Sicilia, che si muove sul solco antico dispazi e di storie, di geologie profonde di argille, salgemma ezolfo, di morfologie morbide e ruvidi altipiani, di tracce di cosee uomini, impresse per sempre nella sostanza materiale di pic-coli paesi. Realtà urbane lambite dalla strada, percepite comemiraggi lontani, paradisi sospesi custodi di una memoria ormai

nascosta ai più. La strada rappresenta un attraversamento fisico ma ancheumano, che ha sfidato tempo e distanze, favorendo l’impiantodi un fitto tessuto di relazioni sociali e politiche che hannospesso cambiato il destino dell’intera Isola, corrodendo, dise-gnando e trasfigurando la superficie complessa di un territoriotrasversale. Racconta, infatti, di un passato avido di futuro, diantiche carovane a dorso di mulo e, soprattutto, di spostamentiche aprivano poco per volta il locus conclusus dei piccolissimirecinti urbani a un’inedita dimensione geografica, producendoun cambiamento di scala, lo sconfinamento di luoghi in altriluoghi, del semplice nel complesso. Per questo anche la viaper Palermo è stata conquista di spazio, promessa di sviluppoe certezza di un riscatto personale e collettivo, imprimendo sulsuolo lo slancio ottimistico di una società, rappresentando forseil progetto sospeso d’intere generazioni. Negli anni ’70, quandoil tracciato ha subìto uno dei suoi più importanti rifacimenti, al-lontanandosi definitivamente dai centri abitati e utilizzando lar-gamente il cemento armato nella costruzione delle suestrutture (muri, viadotti), si registrava lo scarto più critico nellastoria di quest’attraversamento. Il suolo cominciava a eviden-ziare le lacerazioni di un’incontenibile espansione edilizia el’abbandono repentino di una coerente strategia agricola, nellapiccola come nella grande dimensione.4 Un intero territorio erapervaso da un’energia immanente che determinava un movi-mento entropico inarrestabile, una mutazione di senso i cui ef-fetti sono ancora in atto e tutti da comprendere. Da allora, nell’alveo ingrossato del rinnovato tracciato viario, inun contesto aperto e indefinito sono nate tante nuove città in-visibili, sistemi di relazioni sovrapposte che hanno coinvoltocampagna e infrastrutture, natura e artificio. Si tratta di città an-ticonvenzionali, distribuite lungo un’estensione geografica maiconsiderata prima, generate dal connettere, dal moltiplicarsidelle reti, che sfuggono a una semplice definizione formale ogiuridica, ma vive e pulsanti.5 Città dello scambio (le cui polaritàsono i grandi centri commerciali e il cui tessuto minuto è costi-tuito dagli insediamenti-vetrine diffusi ai margini del tracciato

GIOVANNI FRANSCESCO TUZZOLINO

Tra Palermo e Agrigento. Note per una poetica della deriva

Page 41: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

stradale), città dello svago (che comprendono una nutrita seriedi discoteche, parchi ludici, piscine, ristoranti), città della pro-duzione (i cui elementi principali sono le piccole fabbriche, i ca-pannoni, le concentrazioni industriali e artigianali). Insieme aqueste città, in cui vivono e si muovono ogni giorno migliaia diabitanti, potremmo leggerne altre, secondo la natura dei si-stemi in gioco e l’attitudine dei luoghi. In questo stato di cose, chi desidera riconoscere forme con-suete rimarrà deluso. Il mondo che si apre al viandante del XXIsecolo è un luogo che evolve secondo dinamiche imprevedibili.In esso prevalgono topologie spaziali momentanee, spazi fluidiche si perdono nel nulla, vuoti aperti, regole effimere che val-gono solo per precisi ambiti d’influenza e nell’arco di un limitatociclo d’uso. Tutto è pienamente immerso nella funzionalità di-namica e frugale dell’attraversamento. Tutto è sovrabbon-danza di fatti e, insieme, metafisica dell’assenza, luogostraripante di oggetti ipersignificanti e muti allo stesso tempo,il cui linguaggio paradossale è la sommatoria di una moltitudinedi linguaggi. E gli spazi che risentono dell’indifferenza della loro costitu-zione, i frammenti urbani sfuggiti alla logica inclusiva dei tes-suti, le scatole edilizie e le infrastrutture che avidamenteconsumano i luoghi vissuti e spavaldamente continuano a oc-cupare ciò che un tempo era pura campagna, acquistano unqualche senso nel divenire casuale che ogni percorso deter-mina. In ciò si realizza una condizione di duplicità. Da una partela fissità di una traiettoria viaria consolidata nell’uso (come seil passaggio di ogni viandante ne rimarcasse appropriatezza enecessità), mantenendo identità e forma, dall’altra la variabilitàdel racconto che in essa si svolge, giorno dopo giorno, inclu-dendo parole e vicende sempre nuove e diverse, come nuovae diversa appare sempre la prospettiva di un viaggio.Sulla strada, ancora oggi, si esprime la forza violenta di unatrasformazione sempre più sorda e indifferente, alimentatacom’è da un’atopia globalizzante. Ma è proprio in questo pae-saggio della deriva6 e in perenne divenire, nella definitiva am-

40

elem

enti di paesaggio

1 Mi riferisco al romanzo Le cittàdel mondo, di Elio Vittorini, in cui,come scrive R.Corvi, si narrano«vicende che s’intrecciano in unlungo andirivieni di uomini edonne per la Sicilia». Cfr. E. Vit-torini, Le città del mondo, Einaudi,Torino 19691.2 Nel 1959 Pier Paolo Pasolinirealizza un reportage per la rivistaSuccesso. Al volante di una FiatMillecento percorre le strade co-stiere italiane arrivando fino in Si-cilia. È interessante leggerecome egli ha visto, sentito e inter-pretato il paesaggio siciliano. Cfr.P.P. Pasolini, La lunga strada disabbia, ed. originale La longueroute de sable, 20051 , Contrasto,Roma 2014.3 Anche Carlo Levi racconta ilpaesaggio siciliano nel romanzoLe parole sono pietre. Cfr. C.Levi, Le parole sono pietre, coll.“ET Scrittori”, Einaudi, Torino19551, 2010.4 Un interessante ragionamentosulla dimensione agricola delpaesaggio e sulle sue trasforma-zioni si trova in L. Ricci, Diffusioneinsediativa territorio e paesaggio.Un progetto per il governo delletrasformazioni territoriali contem-

poranee, Carocci editore, Roma2005. Cfr. G.F. Tuzzolino, “Nelluogo di mezzo, in La misura e losguardo. L’architettura nel pae-saggio delle differenze, coll. “Mo-saico”, Librìa, Melfi 2012, p. 51.5 Secondo Tony Smith, espo-nente dell’arte minimale ameri-cana, la strada può essere intesacome segno su cui avviene l’at-traversamento, ma anche lostesso attraversamento può es-sere inteso come attitudine chediventa forma. When attitudesbecames form è anche il titolodella mostra curata da H. Szee-mann alla Kunsthalle di Berna del1969.6 Già nel 1953, Gilles Ivain nelsaggio Formulaire pour un Urba-nisme Nouveau scrive di una cittàin continua trasformazione, in cuigli abitanti sono gli artefici dellasua perenne mutazione, una de-riva continua. 7 Mi piace associare l’idea diprofondità e leggerezza, alla poe-tica del compiuto che si realizzaall’interno di un tempo indefinito,alla Fantaisie impromptu, in Do#min, Op. post. 66, composta nel1834 da F. Chopin.

missione dell’effimero e del precario, in uno spazio che vuoldimenticare il tempo, che si annida la chiave ermeneutica delprogetto. E l’architettura, nella logica della deriva, come Fan-taisie impromptu7, in un tempo dalle infinite storie e dai signifi-cati antagonisti, dovrà esprimere profondità e leggerezza,dovrà dilatare la Bellezza nell’estetica dell’attimo, nello slitta-mento continuo delle possibilità.

La campagna trasformata: Misilmeri

Page 42: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

41

L’asse infrastrutturale Palermo-Agrigento attraversa un mosaicopaesaggistico complesso riconducibile in prevalenza ad unamatrice di tipo agricolo, che comprende diverse tipologie di col-ture erbacee e legnose, e ad elementi della preesistente matricenaturale caratterizzata da espressioni vegetazionali seminaturalie/o sub-naturali. Tale configurazione è il risultato dell’eserciziodi una millenaria attività agro-silvo-pastorale che ha notevol-mente ridotto e alterato la struttura della vegetazione spontanearelegando quasi ad un ruolo marginale gli elementi più espres-sivi della vegetazione nativa. Dalle interazioni tra l’eterogeneitàecologica e l’uomo ha avuto origine l’elevata biodiversità di que-sto territorio che è al contempo naturale e etno-colturale. I pae-saggi naturali e quelli agricoli di tipo tradizionale, cioè Natura eCampagna, vanno esaminati e compresi per una oculata ge-stione del territorio in grado di coniugare le esigenze di sviluppocon quelle connesse alla conservazione degli elementi portantidel paesaggio e delle manifestazioni più significative della bio-diversità. Volendo analizzare il territorio, possiamo individuarequattro tipologie di paesaggio.Paesaggi naturali: la matrice è caratterizzata da comunità ve-getali indigene che conservano la struttura orizzontale e verti-cale nonché la composizione floristica delle cenosi climaciche.Vi rientrano sia le formazioni primarie (boschi, arbusteti, praterie)sia le comunità sub-naturali cioè aspetti di vegetazione chemantengono la fisionomia e la composizione floristica delle fito-cenosi naturali, sebbene la complessità strutturale originaria ri-sulti modificata dalle attività umane. Paesaggi seminaturali: la matrice è determinata da un disturboantropico presente in maniera più o meno intensa, nella qualele dinamiche del paesaggio sono ancora determinate da pro-cessi naturali. Si tratta di aspetti di vegetazione che hanno persosia la struttura che la fisionomia originaria mantenendo, tuttavia,una composizione floristica espressa da taxa indigeni.Paesaggi agricoli: sono il risultato dell’attività dell’uomo. La co-pertura vegetale non è più quella originaria ma è costituita es-senzialmente da specie coltivate in genere esotiche.Paesaggi artificiali: sono il risultato dell’attività umana più in-

tensa. La matrice prevalente è costituita dal suolo denudato, ce-mentificato o impermeabilizzato; le poche specie vegetali pre-senti sono per la maggior parte coltivate, mentre la vegetazionespontanea è costituita quasi esclusivamente da specie nitrofile. La Natura: paesaggi naturali e seminaturali La Natura del territorio è espressa da paesaggi residuali costituitida boschi, ripisilve, aree rupestri, arbusteti e praterie. Le attualiformazioni forestali, localizzate in aree submontane e montane,mostrano una marcata contrazione spaziale e, in alcuni casi, al-terazioni a livello strutturale e nella composizione floristica. Essecomprendono boschi e boscaglie a prevalenza di querce cadu-cifoglie termofile e mesofile e/o di leccio. Tra le specie piùespressive si ricordano quelle afferenti al ciclo della roverella.Ad esse si associano altre specie come il Leccio, l’Orniello, ilCiavardello, il Carpino nero, l’Acero campestre e montano, varieentità di Olmo; numerose sono, inoltre, le entità che compon-gono lo strato arbustivo ed erbaceo. Sui substrati caratterizzatida rocciosità affiorante si riscontrano i boschi di Leccio; si trattadi formazioni che hanno perso l’antica continuità distributiva pereffetto della pratica del legnatico e oggi sono in fase di appa-rente recupero essendo venute meno le utilizzazioni. Le miglioriespressioni si conservano in alcuni settori di Monte Cammaratae della Ficuzza. Apparentemente rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico sono ipopolamenti forestali artificiali impiantati negli ultimi cin-quant’anni in diverse aree collinari e montane. Le specie impie-gate sono quasi sempre aliene e tra esse predominano pini,cipressi, cedri ed eucalipti. Lungo le rive dei corsi d’acqua che solcano questo territorio, ilpaesaggio vegetale è marcato da strette fasce di vegetazionecostituite da specie arboree decidue tra le quali hanno rilevanzae frequenza i pioppi, i salici, gli olmi, il Frassino meridionale, ilSambuco nero e il Caprifico. Nei tratti con greti ampi e ciottolosi,in condizioni di maggiore xericità, la vegetazione è fisionomiz-zata dalle vivacissime fioriture dell’Oleandro, cui si associanopochi altri arbusti come la Ginestra comune, la Ginestra spinosa,il Rovo. Gli ambiti poco disturbati, con substrati subsalsi, ricchi

RICCARDO SCHICCHI, GIUSEPPE BAZAN

Natura e campagna coltivata

Page 43: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Notevole valenza estetico-percettiva hanno le colture arboreeche improntano il paesaggio dei rilievi collinari, dal litorale all’in-terno. Tra esse gli oliveti costituiscono elementi fortemente iden-titari del paesaggio, soprattutto nelle aree marginalicaratterizzate da impianti estensivi, con sesto irregolare, bassadensità per ettaro ed individui secolari, spesso di dimensioni edetà ragguardevoli, noti sia comunemente che in campo artistico-letterario come Ulivi saraceni.2 Una componente importante deltradizionale paesaggio agrario è il seminativo arborato che sicontraddistingue per la presenza di individui o piccoli gruppi diolivi e mandorli, spesso vetusti. Il paesaggio delle colture inten-sive è espresso principalmente dagli agrumeti, dai vigneti e daifrutteti. Gli agrumeti ricadono nella Conca d’Oro e laddove lecondizioni ambientali favorevoli e la disponibilità di acqua irriguahanno consentito di ottenere storici paesaggi, spesso terrazzati,di particolare valenza paesistica, in cui si coltivano prevalente-mente il Mandarino e arance del gruppo delle ombelicate. Par-ticolarmente espressivi sono anche i frutteti a Kaki diffusi nellecampagne di Misilmeri, i pescheti dell’alta Valle del Platani, gliimpianti a pero e albicocco, a pistacchio e i ficodindeti. La viti-coltura specializzata è diffusa soprattutto nella parte centro-me-ridionale del territorio, mentre piccoli appezzamenti a caratterefamiliare, distribuiti fra i coltivi, si rinvengono su tutto il resto del-l’area. Si tratta di uno dei comparti più rilevanti del comprensorioesaminato sia per l’estensione che per l’aspetto economico.42

in limo e argilla, sono occupati soprattutto da alcune specie diTamerice. Ai margini dei boschi, come anche nelle aree rispar-miate dalle attività antropiche, soprattutto per la notevole accli-vità, sono frequenti arbusteti e boscaglie che rappresentano, inmolti casi, aspetti di degradazione delle preesistenti formazioniforestali native. Tra gli aspetti seminaturali più frequenti figuranole praterie e le garighe, costituite in prevalenza da specie erba-cee perenni eliofile e da cespugli e piccoli arbusti. Particolar-mente espressive e diffuse sono praterie ad Ampelodesma, unagraminacea cespitosa con foglie tenaci e taglienti, dotata di no-tevole capacità di ricaccio che le permette di ricostituire, in pocotempo, la parte epigea danneggiata dal passaggio del fuoco. Lepraterie e le garighe, che dal punto di vista dell’uso del suolosono aree pascolive, sono stati gli aspetti maggiormente sotto-valutati dalla Pianificazione ambientale perché non possiedonoapparentemente le valenze naturalistiche proprie delle forma-zioni forestali e nemmeno la redditività delle aree agricole.1

La Campagna: paesaggi agricoli e artificiali Il paesaggio agricolo prevalente delle aree collinari interne èquello dei seminativi rappresentati soprattutto dal Grano duroe, in minor misura dall’Orzo e dall’Avena. Esso è caratterizzatoda un’apparente uniformità interrotta da elementi naturali comesingoli alberi di Olivo, Mandorlo, Carrubo o dalla roccia affio-rante. Si tratta di aree caratterizzate da modesta diversità bio-logica, per via della semplificazione degli agrosistemi, e daelevata vulnerabilità per la natura fortemente erodibile del suolo. La biodiversità è maggiore in alcuni ambiti come le creste roc-ciose, che si ergono dalla matrice argillosa, i cumuli di pietre, lezone umide e le formazioni calanchive che ospitano diversespecie endemiche o rare. Tali ambiti interrompono la continuitàe la monotonia del seminativo e determinano aspetti moltoespressivi. Notevole è l’incidenza, inoltre, delle colture foraggereavvicendate come i prati di Trifoglio, Trigonella, e, in modo par-ticolare, quelli di Sulla che conferiscono al paesaggio primaverileeffetti cromatici suggestivi. L’ambiente del seminativo costituisceanche l’habitat ideale per numerose specie commensali comeil comune Papavero rosso, il Gladiolo dei campi, il Loglio.

elem

enti di paesaggio

1 In realtà si tratta di ecosistemi aelevata biodiversità, generati emantenuti dalle millenarie attivitàsilvo-pastorali che ne hanno pla-smato la fisionomia. Proprio perquesta ragione i sistemi semi-na-turali sono stati attenzioni dallaDirettiva Habitat che all’internodelle aree della Rete Natura 2000li ha considerati come habitatd’importanza comunitaria.2 Il Mandorlo, insieme all’Olivo, èuno dei principali protagonisti del

paesaggio agrario siciliano alquale imprime caratteri inconfon-dibili soprattutto nel periodo in-vernale, allorquando i nudi ramivengono coperti da migliaia difiori bianchi o rosati. La sua pre-senza è particolarmente sugge-stiva nella provincia di Agrigento,dove i mandorli si presentano insfolgorante e precocissima fiori-tura al cospetto delle grandiosetestimonianze della storia e del-l’arte della Valle dei Templi.

Page 44: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

43

L’idea di paesaggio che ricorre sovente è di certo un’imma-gine poetica di uno splendore tale da divenire, alle volte,quasi insostenibile: come una cartolina.Di conseguenza la realtà che si prospetta davanti ai nostriocchi è profondamente diversa da quella poetica, anche secontiene elementi poetici: «è in noi che i paesaggi hannopaesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono;se esistono li vedo… La vita è ciò che facciamo di essa. Iviaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che ve-diamo, ma ciò che siamo».1 Questa citazione di FernandoAntonio Nogueira Pessoa ci fa comprendere che il viaggiopotrebbe essere inteso come la conoscenza del paesaggionon nell’atto di vederlo, ma come scenario che sovrappone:storia, cultura, economia e storie di chi lo abita.Perché la metafora del viaggio? Perché è proprio da questoche è iniziata l’analisi della strada che collega Palermo adAgrigento. Si proprio un viaggio, con l’automobile che «si ètrasformata in questi anni da mezzo meccanico all’avvol-gente ideale di un abitacolo che si sposta nel paesaggio»,2

fatto per immagini, che attraggono e che sconvolgono pas-sando da una città (quella di Palermo o Agrigento dipendeda dove si parte) che si rarefa dopo una serie di chilometri,a paesaggi incontaminati, a consumo del suolo per attivitàproduttive di diversi generi. Utilizzando l’immaginazionecreativa di Pessoa ci ritroviamo con un nucleo verde, quasidel tutto incontaminato non stravolto dalla presenza del-l’uomo, che scolorisce sempre più, affiancato da chiazze digrigio, in altre parole costruzioni e infrastrutture, fino ad ar-rivare a due macchie quasi nere ai margini: le città. Bisogna precisare che il paesaggio siciliano è fortementevariato da quello tracciato dagli artisti del Novecento. Una società in continua e rapida metamorfosi sta costruendonuovi paesaggi, spesso ibridi, muniti di nuove e modernestrutture che rivestono funzioni fino a qualche decennio fasconosciute. Questi nuovi spazi, oggi, modificano il paesag-gio delle città che si sono sempre più dilatate lungo le diret-trici di traffico. Queste non vanno più intese come nucleo

denso, ma come una porosa dilatazione. La città contempo-ranea, negli ultimi anni, ha spinto fuori per prime le attrez-zature industriali, e in seguito funzioni importanti comequelle del commercio, i centri direzionali e infine i luoghi dellosvago. La città non è più il luogo esclusivo dei servizi per icittadini. Infatti, gli stessi sorgono in aperta campagna, ge-nerando un forte contrasto tra le nuove urbanizzazioni epaesaggi tradizionali. La rete e i nodi (per reti s’intendono levie di comunicazione e i nodi sono questi nuovi luoghi) di-vengono manifestazione estetica della globalizzazione chesi estende, ramificandosi, su micro paesaggi diversi tra lorotanto da rievocare spesso la metafora del mosaico. Tra laforza del mercato che quasi impone la trasformazione e larichiesta, da parte di molti, di conservazione il paesaggiomuta rapidamente e attraversando il territorio, oggetto di stu-dio, si percepiscono paesaggi che raccontano diverse storierimandando a diversi modelli economici e sociali. Muovendosi in questo paesaggio, solamente con mezzimeccanici, emerge uno scenario che è allo stesso tempoanomalo e prevedibile, «l’immagine di questi luoghi non sifonda su parametri di natura spaziale. Il loro perimetro nonè visibile, né direttamente rappresentato. Essi sono piuttostointerni senza esterno. La loro riconoscibilità è fondata su at-tributi».3 Infatti, questi non sono caratterizzati da forti identitàdi carattere storico-sociale, ma da elementi che insiemecreano nuove identità: edifici in mezzo al nulla che ripren-dono i caratteri stilistici di edifici di città; aree di sosta che siidentificano come piazze di un centro abitato; interi lotti diterreno che divengono vetrine di una attività che si trova al-l’interno del comune più vicino; vaste aree impiegate per laproduzione di energia elettrica, dai tralicci ai pannelli foto-voltaici passando per le pale eoliche; centri commerciali;sale gioco etc. Superluoghi4 e iperpaesaggi,5è così che oggi vengono defi-niti questi nuovi luoghi, che coesistono in un territorio sem-pre più espressione di contrasti anziché di sfumature dicolore. Questi, sono presenze puntuali e ripetute che en-

SALVATORE RUGINO

Paesaggi consumati

Page 45: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

44

trano in sinergia con il territorio e si pongono come nodi delleattività quotidiane, esercitando un alto grado d’influenza,sono addossati alla rete infrastrutturale viaria principale enon alle zone agricole che di solito vengono parzialmente,in altri casi del tutto, cancellate con un colpo di spugna.I superluoghi strutturano una nuova geografia dei luoghi epossiamo considerarli come l’espressione più viva della mo-dernità.Le strutture per lo svago e il commercio divengono,lungo la strada oggetto di studio, luoghi di relazione sia pergli abitanti dei vicini centri sia per chi si muove lungo l’assestradale spostandosi da una città all’altra. Come si è accen-nato in precedenza, questi territori si percepiscono muoven-dosi con l’auto all’interno di questi canali che in alcuni puntipresentano una quasi continua cortina edilizia piuttosto chedi centri per il commercio. Eppure se voltiamo le spalle oguardiamo avanti percepiamo con soluzione di continuità ilpaesaggio agricolo. È come se questo in qualche manieracontinuasse ad esistere anche nelle interruzioni; la sua pre-senza rivivesse nell’assenza.Ci muoviamo nello spazio e nel tempo alla ricerca delle op-portunità che l’ambiente offre. Sembrerebbe quindi che il tra-scorrere del tempo e il contesto vadano appropriandosi dellospazio e dei nonluoghi, caricandoli di familiarità e riabilitan-doli a luoghi da vivere, dove intrattenere relazioni, incontri,magari fugaci, ma pur sempre in sintonia con la vita contem-poranea. Il concetto di luogo si rivela mutevole: lo stessoposto può essere diverso a secondo di come è percepito.L’inclinazione umana alla progettualità fa della città, con lasua vita che scorre dentro ai luoghi, ai nonluoghi e ai super-luoghi, lo spazio di continui ripensamenti. La ricerca haesplorato questi speciali paesaggi ibridi e i superluoghi, sitratta di paesaggi disomogenei, contraddittori, frutto dell’at-tuale società di consumatori più che di produttori. Questispazi continuano, a grande velocità, a trasformarsi e ad am-pliarsi con funzioni che sono sempre legate al commercio eallo svago. A questo punto è possibile porre dei quesiti:primo se questi paesaggi della modernità, spazi in continua

trasformazione, hanno un valore estetico per la società; se-condo se sono capaci di costruire un nuovo contesto diversodal tradizionale.Potremmo dire che il paesaggio contemporaneo, soprattuttoquello oggetto di studio, è un ambiente in cui si vedono ele-menti antichi affiancati da spazi moderni. Difatti, non può piùessere letto come un insieme di segni coerenti sul territorio,ma come luoghi incerti che possiedono una forte contrap-posizione tra innovazione e tradizione, decentrati lungo ladirettrice Palermo - Agrigento e in alcuni casi sembrano ge-nerare nuovi tessuti come nel caso del Villaggio Faina.Quindi, i paesaggi ibridi o ibridati da questo tipo di spazi,come stanno modificando il paesaggio lungo la direttrice?È indubbio che sono l’effetto di un tipo di accelerazione, vo-luto dall’uomo, che hanno avuto e che continuano ad averela capacità di trasformare l’ambiente.Il territorio lambito dalladirettrice di traffico si presenta come un paesaggio disomo-geneo dove, tra i nodi più importanti continuano a persistereframmenti di paesaggio originario, attività agricole locali, pic-coli centri agricoli storici etc. In definitiva, questo territorio vainterrogato come un testo nel quale riconoscere la societàin cui viviamo attraverso le nostre esperienze.In conclusione, possiamo affermare che oggi dare una let-tura esaustiva e unitaria delle trasformazioni, in atto, è im-possibile e ogni novità si colloca sul territorio come unframmento dell’opera umana pronto a essere contraddettopoco dopo.

elem

enti di paesaggio

1 F. Pessoa, Il libro dell’inquietu-dine, Feltrinelli, Milano 1996, p.98.2 M. Zardini (a c. di), Paesaggiibridi, Skira, Milano 1996, p. 25.3 Ivi, pp. 28-29.4 L’architetto Mario Paris defini-sce il superluogo come uno spa-zio emergente polifunzionale,

vissuto nelle ventiquattro ore,che si lega alle condizioni pecu-liari di un contesto, sfruttandoflussi locali e sovralocali.5 Il termine iperpaesaggio ri-manda all’ipertesto e identifical’aspetto di quei territori che nonsono leggibili come un ambienteunitario.

Page 46: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

45

La Strada Statale Palermo – Agrigento è un tracciato profon-damente radicato nel territorio con cui si relaziona sin dal-l’antichità e ne ha in parte determinato e strutturato iprocessi di stratificazione. Il paesaggio ha preso attiva-mente parte alla vita della strada, in quanto soggetto in con-tinua trasformazione, costituito da una pluralità di elementicorrelati tra loro. Questa grande direttrice penetra la Sicilia da Nord a Sud,attraversa le provincie di Palermo, Caltanissetta e Agrigento,intersecando più ambiti paesaggistici così come definiti dalleLinee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale.1

La viabilità costituisce una delle componenti fondamentaliper la fruizione economica, sociale, culturale e ambientaledel paesaggio, interagisce con le altre parti costitutive del si-stema antropico e del sistema naturale. Sullo studio dellerelazioni tra sistemi e sui rapporti tra processi sociali e natu-rali si fonda la metodologia di elaborazione del Piano Pae-saggistico. Questo strumento di pianificazione, come volutodal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio rappresenta ilmomento finale di un percorso evolutivo che si caratterizzaper l’introduzione di azioni volte ad individuare e salvaguar-dare non solo le bellezze naturali esteticamente intese, maanche tutta una serie di aree particolarmente sensibili, inbase alla loro natura, alla loro storia, alla loro posizione.2 Inconsiderazione delle evoluzioni introdotte ad oggi dalla le-gislazione sui Beni Culturali (come quelle derivate dalla Con-venzione Europea del Paesaggio) e dal Codice dei BeniCulturali e del Paesaggio, il Piano Paesaggistico, con unavisione decisamente innovativa, riconfigura le aree soggettea vincolo superando la geometria delle categorie definite opelegis dalla Legge Galasso e definisce le trasformazioni com-patibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e di ri-qualificazione degli immobili e delle aree sottoposte a tutelanonché gli interventi di valorizzazione del paesaggio, anchein relazione alle prospettive di una equilibrata cooperazionetra politiche del paesaggio e politiche del territorio e dellosviluppo locale sostenibile.

Il paesaggio attraversato dal tracciato della S.S. Palermo -Agrigento, si presenta molto articolato e complesso dalpunto di vista fisico e antropico. Incorniciato dalle vette mon-tuose delle propaggini dei monti Sicani ad Ovest e delle Ma-donie ad Est e solcato dai fiumi Platani, San Leonardo,Milicia ed Eleuterio. Esso è qualificato da numerosi e signi-ficativi valori naturalistici, che hanno trovato il loro giusto ri-conoscimento con l’istituzione delle Riserve Naturali, quasitutte anche Siti di Interesse Comunitario, tra le quali le Mac-calube di Aragona, Monte Conca a Campofranco, MonteCammarata, la Sorgente dell’Acqua Fitusa a San GiovanniGemini, le Serre di Ciminna, il Bosco della Ficuzza, RoccaBusambra a Mezzojuso e i Bagni di Cefalà Diana. Altra com-ponente paesaggistica di grande rilevanza sono i fiumi che,hanno condizionato le dinamiche del popolamento antico edell’ insediamento moderno. Gli intricati meandri nei quali simuovono, accompagnano il corso della strada statale e allostesso tempo hanno costituito in passato naturali vie di pe-netrazione verso l’interno. Sulle creste delle loro vallate elungo i versanti più ripidi hanno trovato posto numerosi in-sediamenti indigeni dell’età del Bronzo e insediamenti forti-ficati di epoca tarda; sui più vasti pianori in cima alle collineo lungo le loro pendici sono localizzati insediamenti indigenie di età Greca e Romana, spesso legati alle fasi della colo-nizzazione del territorio. In particolare il Platani, doveva fareda guida per la via che congiungeva l’antica Agrigento conla costa settentrionale dell’Isola, e di cui abbiamo notizianell’Itinerarium Antonini e nella Tabula Peutingeriana, fon-damentali fonti per la ricostruzione della viabilità storica. Ab-bondante di acque, fertile e ricca di boschi, quest’areamostra le tracce più consistenti della sua antropizzazione inrelazione al periodo di occupazione musulmana, per la qualenumerosi toponimi confermano una cospicua presenza di in-sediamenti sparsi a servizio dell’agricoltura. In seguito all’af-fermarsi del sistema feudale introdotto dai Normanni, siassiste ad un processo di spopolamento delle campagneche vengono in gran parte destinate alla coltura cerealicola

SERENA SANZO

Riferimenti normativi-carta del paesaggio

Page 47: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

di tipo estensivo. Acquistando sempre più importanza i luo-ghi strategicamente idonei al controllo territoriale, in prossi-mità dei castelli si vanno formando i borghi feudali. A partiredal XVI secolo il fenomeno delle nuove fondazioni legato allosviluppo dell’economia agricola modifica profondamente l’a-spetto del paesaggio urbano e rurale e contribuisce a confi-gurare l’assetto attuale del territorio. L’abbondanza di materie prime come il sale, lo zolfo e l’al-lume ha costituito un altro elemento determinante per la ric-chezza del territorio. In corrispondenza dei giacimentiminerari si ritrovano i segni delle attività estrattive. Le mi-niere, attive fino quasi ai nostri giorni, che in alcuni casi letestimonianze archeologiche fanno risalire ad epoca Impe-riale Romana, sono state risorse strategiche per l’economiadel territorio determinando la storia e le difficili condizioni divita delle comunità locali, descritte dalla letteratura sicilianadel novecento. Alcune miniere sono oggi parchi minerari, siricordano contrada Pozzillo a Comitini, Cozzo Disi a Castel-termini e Lercara. Lo sfruttamento dei giacimenti ha pla-smato il territorio, determinando, attraverso il deposito delloscarto di lavorazione, una successione di morbide colline dalcaratteristico colore rosso del rosticcio, mentre ai loro piedisono nati i villaggi dei minatori. Anche la strada statale ha costituito uno strumento di co-struzione del paesaggio, di diffusione e crescita dell’urba-nizzazione, mettendo in relazione il locale con il sovralocaleha determinato la nascita e lo sviluppo, nonché la pianifica-zione di piccoli agglomerati, aree industriali, espansioni ur-bane, come l’area ASI di Aragona-Agrigento-Favara o icentri abitati di Villafrati, Bolognetta, Misilmeri lambiti dallastatale, che non si pone come vera e propria barriera, ma sifa permeare garantendo comunque alle parti del territoriouna continuità trasversale. Nella pluralità delle forme che ilpaesaggio assume (centro abitato, periferia, città diffusa, ter-ritorio extraurbano, area industriale) la strada si configuracome potenziale strumento di connessione, colonizzazionee valorizzazione di nuovi spazi e funzioni. In definitiva, il pae-

saggio che attraversa non è una sommatoria di valori da tu-telare, ma una totalità di segni e di esperienze che la stradaconsente di fruire. E’ un paesaggio che si forma in modo di-namico dalla combinazione dei caratteri identitari locali chesi fondono in una figura specifica, riconoscibile per il suosenso d’insieme: luoghi dell’eccellenza ma anche valori dif-fusi e ordinari, visibili o latenti, che contribuiscono a confi-gurare i paesaggi della quotidianità come paesaggi culturalia pieno titolo, capaci di evocare e di offrire agli abitanti comeai viaggiatori la percezione e l’esperienza dei luoghi.

46

Il paesaggio dei mulini.Mulino Nuovo e mulinoContessa (Castronovo).

elem

enti di paesaggio

1 Cfr. Codice dei Beni Culturali e

del Paesaggio, artt. 131, 134,

135, 142, 143; Convenzione Eu-

ropea del Paesaggio, Firenze

2000; R. Tamiozzo, La Legisla-

zione dei Beni Culturali e Paesag-

gistici, Varese 2004; AA. VV.,

Linee guida del Piano Territoriale

Paesistico Regionale, Palermo

1999; A. Terrana (a c. di), Piano

Territoriale Paesaggistico Agri-

gento. Tematiche paesaggistiche.

Guida alla Lettura, Caltanissetta

2009.2 La Regione Sicilia accogliendo

le disposizioni della Legge

431/1985, attraverso l’Assesso-

rato Regionale Beni Culturali ed

Ambientali, nel 1993 ha avviato

un percorso che ha condotto in

prima istanza alla redazione delle

Linee Guida del Piano Territoriale

Paesistico Regionale, successi-

vamente, fatti propri anche i prin-

cipi del Codice, alla redazione

vera e propria dei Piani Paesag-

gistici Provinciali (attualmente in

corso di adozione alcuni e di ap-

provazione altri).

Page 48: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

47

G.F. Tuzzolino / Between Palermo and Agrigento. Notes on apoetics of being adriftThe route which breaks into the sunburnt countryside stretchingbetween the Tyrrhenian Sea and the African Sea is a form of ex-tended architecture characterized by a stratification of signs. It re-presents not only a physical but also a human crossing path whichhas defied time and distance by eroding and designing the com-plex surface of a transversal territory.In the past times, this route disclosed a new geographic dimensionto the locus conclusus (Latin for “enclosed space”) of the verysmall urban enclosures. For entire generations it has representeda pledge for development as well as a suspended project. New in-visible cities did arise from it, systems made of overlapping rela-tions which involved countryside and infrastructures, nature andartifice. Nowadays, the violent forces of an increasingly indifferentand insensitive transformation process still find their expression insuch route system which takes its nourishment from a globalizingatopy.The adrift landscape subject to continuous transformation, wherethe ephemeral and precarious forms have been definitely admittedwithin a space that neglects time, is the hermeneutical key that un-locks the project. As a result, architecture, like Fantaisie im-promptu, should give Beauty back to the ever changing placeswhich progressively shift towards new possibilities.

R. Schicchi — G. Bazan / Nature and cultivated countrysideThe essay takes into consideration the complex patchwork patternof landscapes characterizing the infrastructural connection systembetween the urban polarities of Palermo and Agrigento. This pat-chwork landscape is mainly of a rural origin and characterized byseveral types of ligneous and herbaceous plants, only sporadicallyinterrupted by natural elements deriving from its previous origin.The naturalness of vegetation is the parameter used to determinethe landscape grade of conservation which enabled the identifica-tion of four different types of landscapes: natural and semi-naturallandscapes characterized by woods, riparian vegetation, rockyareas, shrubs and prairies; rural landscapes mainly constituted byarable fields and extensive arboreal cultivations; artificial landsca-pes which result from a more intensive human activity practicedon the territory.

S. Rugino / Transformation processes and new forms of consump-tionIn the last few years, first industrial and then trade equipment havebeen driven away from the contemporary city and new spaceshave been thus created. As a matter of fact, roads and such newplaces represent an aesthetic expression of globalization sprea-ding out through micro-landscapes which are different from eachother. The landscape is changing rapidly while lying between tradeforces which almost impose transformation processes and the pu-blic’s demand for conservation and by crossing the territory whichis under study, several landscapes are thus perceived telling sto-ries which refer to different social and economic models. This ter-ritory stretching along the busy thoroughfare is characterized by anon-homogeneous landscape where fragments of the originallandscape, local rural activities, small historic rural settlements etc.still exist. In short, such territory should be questioned like a writtendocument in which the society we currently live in may be reco-gnized through our own experiences.

S. Sanso / Regulatory references. Landscape mapThe route system represents one of the landscape distinguishingfeatures. The methodology followed for the development of the Re-gional Landscape Plan is based upon the analysis of the interac-tions among systems and the relationships between natural andsocial processes. The landscape crossed by the S.S. Palermo -Agrigento state road is characterized by significant naturalisticaspects such as the rivers which influenced ancient populationand modern settlement dynamics thus constituting a natural pathfor territory penetration. The road itself represented one of the in-struments for landscape construction as well as urban growth andsprawl leading to the appearance, development and planning ofsmall agglomerations, industrial areas and urban expansions.Being a privileged crossing path, the road also represents a pos-sible instrument for the connection and enhancement of new spa-ces and functions. The landscape thus crossed is dynamicallyshaped through the combination of characters expressing the localidentity which merge in a specific figure: places of excellence, po-pular and ordinary values which model the everyday landscapeinto a cultural landscape able to evoke the feeling and the expe-rience of places.

landscape elem

ets

Page 49: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

I villaggi in Sicilia, sono come piccole città, perché in essi vi abitano anche i contadini che lavoranola terra attorno per molti chilometri… Di mattina presto prima che si alzi il sole, nel silenzio del villaggioaddormentato si sente il trotterellare di questi muli sul selciato, e in groppa tentennano i contadiniche vanno al lavoro dei campi lontani. La struttura delle strade è uguale per tutti i villaggi, vi è ungrande corso, dove alla sera la popolazione fa la sua passeggiata ambiziosa. A questo corsoconfluiscono dai lati i vicoli, selciati con grosse pietre, percorribili solo a piedi o col mulo. Ogni famigliaabita una casa… Abbondano in ogni angolo dei vicoli i ciabattini, che formano dopo i bottegai, icontadini e i pescatori un’altra categoria del villaggio, quella che non ha mai emigrato avendo nelproprio paese un lavoro incessante, perché tra il duro selciato dei vicoli e il sempre andare e veniredai campi lontani le scarpe in Sicilia si logorano più che in ogni altra regione.Giovanni Comisso, Sicilia (1953)

Page 50: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Il sistema urbano-territoriale che si estende dalla costa set-tentrionale a quella meridionale della Sicilia, da Palermo adAgrigento, costituisce un esempio di metropolizzazione1 ascala regionale in fase di formazione ed è caratterizzato dallatendenza all’aggregazione, all’integrazione e alla ricomposi-zione delle differenze dei territori ai diversi livelli. Costituisconoquesto sistema tre macro strutture urbane - l’area metropoli-tana di Palermo, il sistema urbano di Agrigento e quello dellaSicilia interna - che tendono ad integrarsi attraverso processidi diffusione e dispersione della popolazione, delle attività pro-duttive (distretti industriali e turistici) e dei servizi, e ad orga-nizzarsi per specializzazioni diversificate e diffuse, secondocentralità forti negli ambiti costieri e deboli e variabili in quellipiù interni.Un uso sempre più estensivo ed intensivo del territorio, pro-cessi tradizionali e nuove dinamiche danno origine a nuoveattività e a nuove morfologie insediative, costituite dall’aggre-gazione di elementi morfologici diversi. Forme tradizionali di crescita, concentrate o disperse, coesi-stono insieme a nuove forme insediative che hanno caratteridi discontinuità ed eterogeneità spaziale. Elementi emergentidi queste nuove forme del paesaggio urbano metropolitanosono le recenti localizzazioni del terziario, attrezzature e ser-vizi, che costituiscono dei poli che si inseriscono a ridossodella strada statale Palermo-Agrigento. L’offerta di servizi, in-fatti, tiene conto di un ampio bacino di utenti (accentrati neipaesi collinari o dispersi nel territorio) che permette di rag-giungere risultati economicamente positivi e pone molta at-tenzione alla scelta della localizzazione, non tanto vicina alladomanda ma prossima alla strada statale in modo da con-sentire una facile accessibilità. Una relativa integrazione delleofferte di servizi diversi quali ad esempio commerciali e per iltempo libero è funzionale a potenziare tale strategia. La Palermo-Agrigento è un elemento fondamentale di questoprocesso di urbanizzazione essendo, insieme alla ferrovia,l’unica infrastruttura significativa che attraversa e mette in re-lazione i diversi territori: costruisce interrelazioni e interdipen-

denze, offre opportunità economiche e definisce punti e lineedi contatto e di integrazione tra aggregati urbani consolidati enuovi modelli di insediamento. I fattori che sono all’origine di questo processo di metropoliz-zazione a scala regionale sono: l’intensa mobilità, la disper-sione della popolazione e delle attività, le modifiche delsistema produttivo, risultato dei processi di modernizzazioneindotti tra cui la rivalorizzazione agricola, le innovazioni delletecnologie di telecomunicazione, la trasformazione della strut-tura sociale e i cambiamenti negli stili di vita delle cosiddettecittà rurali.2

L’area metropolitana di Palermo costituisce in Sicilia la piùgrande concentrazione di popolazione, di attività economichee di servizi. Ha struttura monocentrica anche se comprendecentri (Bagheria, Termini Imerese, Monreale) di una certa ri-levanza sotto il profilo demografico e funzionale. L’urbanizza-zione più o meno compatta e continua è geograficamentedelimitata dalle colline costiere e dal mare e, colmata la pia-nura, si diffonde verso l’interno nelle valli dell’Oreto e se-guendo la direttrice segnata dalla statale per Agrigento nellevalli dell’Eleutero e del San Leonardo.Palermo, capitale regionale, è l’elemento ordinatore ed eser-cita un primato netto rispetto al rango e alla qualità dei ser-vizi.Il sistema urbano di Agrigento comprende un’area che siestende lungo la costa da Realmonte a Porto Empedocle eAgrigento, e all’interno fino a Favara, Aragona, Comitini,Grotte e Racalmuto. Ha una struttura policentrica dominatadalla città di Agrigento, centro principale e capoluogo di pro-vincia, intorno alla quale sorgono e si sviluppano città e nucleidi medie e piccole dimensioni, che sono in un rapporto di re-lativa dominanza e a volte complementare con la città cen-trale. E’ una struttura caratterizzata da una gerarchia deboleche sviluppa la sua influenza sulla costa e verso l’interno. Alleforme urbane convenzionali caratterizzate dalla compattezzae dalla contiguità spaziale, centri storici, periferie consolidatee successive espansioni, si aggiungono nuovi insediamenti

DOMENICO COSTANTINO

Processi di urbanizzazione e forma urbana

49

Page 51: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

luoghi urbani

diffusi ed autonomi con una commistione di destinazioni d’usoe di funzioni: aree industriali, poli di servizi e attrezzature, areeresidenziali di prime e seconde case. La Sicilia interna, defi-nita dai modelli geografico-territoriali in rapporto al divariosocio-economico tra aree interne ed aree costiere, era consi-derata in passato omogenea e segnata da marginalità eco-nomica e arretratezza sociale.3 Si è andata, in questi anni,differenziandosi, aprendosi e integrandosi nel mercato dell’economia metropolitana con l’offerta di servizi, di prodottiagroalimentari e artigianali e l’offerta di risorse ambientali (par-chi, riserve naturali) e beni culturali. Le colline e le valli dise-gnano morfologie naturali ed ambienti che mantengono alcunicaratteri dell’insediamento storico, del paesaggio e della cul-tura del latifondo e dello zolfo. Lo sfruttamento minerario hasegnato fortemente questi territori e ha provocato arretratezzaeconomica e povertà come ampiamente documentato e de-scritto dalla letteratura del fine ottocento e del novecento.Questi caratteri naturali e storici definiscono dei contesti in-sediativi - il Corleonese, il Lercarese, la Quisquina e le collinedel Platani - che conservano ancora delle chiare identità so-ciali e culturali anche se si differenziano per forme ed intensitàdei processi di urbanizzazione.La nuova urbanizzazione, concentrata in punti o dispersa inaree più o meno vaste, si struttura e distribuisce in rapportoal tracciato della strada Palermo-Agrigento, che offre un ra-pido collegamento con i principali centri costieri e propone op-portunità di localizzazione ad attività produttive, residenziali eservizi. La prima percorre le valli dell’Eleutero e del San Leo-nardo e costituisce la via di penetrazione e propagazioneverso l’interno degli effetti urbani dell’area metropolitana diPalermo. Su essa gravitano i centri del Corleonese (Marineo,Bolognetta, Cefala Diana, Villafrati, Godrano, Campofelice diFitalia) e quelli del Lercarese (Vicari, Lercara Friddi, Rocca-palumba); che si propongono come mediatori tra l’area me-tropolitana di Paler mo e l’entroterra montuoso, caratterizzatoda un’agricoltura povera e da vie di comunicazione lente. La seconda percorre la valle del Platani e connette questi ter-

ritori con il sistema policentrico di Agrigento; su essa gravitanoi centri urbani della Quisquina e delle colline del Platani (Ca-steltermini, Acquaviva Platani, Sutera, Campofranco). La Qui-squina si articola essenzialmente at torno a due poli:S.Stefano Quisquina e il binomio Cammarata-San GiovanniGemini, che rappresenta la componente più urbana.Nel suo percorso la strada si pone come attrattore, connettoree mediatore della domanda di relazioni, di servizi e attrezza-ture dei centri più prossimi della prima fascia collinare e diquelli più interni che hanno difficoltà di comunicazione fra loroe con la costa a causa dell’insufficiente e lenta rete stradalesecondaria. Fenomeni di ripopolamento e dispersione dellaresidenza, delle attività produttive, dei servizi generano in-torno a questa strada tessuti urbani diffusi e nuovi poli spe-cializzati e diversificati, integrati funzionalmente ma nonspazialmente con i centri urbani collinari più interni, configu-rando nuove morfologie territoriali, alcune in fase di forma-zione altre in forme più mature.

1 Con il termine metropolizzazionesi intende indicare la tendenza al-l’integrazione di aggregati urbanie territori ad urbanizzazione dif-fusa. Un’integrazione comples-siva, che riguarda le attivitàeconomiche, le relazioni sociali, leattività legate alla vita quotidiana,alla cultura, ecc. Cfr. F. Indovina,La metropolizzazione del territorio.nuove gerarchie territoriali, in“Economia e società regionale” 2-3, 2003.2 Fra i tratti peculiari di questo tipodi insediamento sono da annove-rare: un relativo isolamento; un nu-mero di abitanti elevato per uncentro fondamentalmente agricoloe per di più addensati in un inse-diamento compatto; un contenutoimmobiliare piuttosto povero, ca-ratterizzato da un tipo di costru-

zione serrata e uniforme. Cfr. R.Monheim, La città rurale nellastruttura dell'insediamento dellaSicilia centrale, in “Annali del Mez-zogiorno” vol. XIII, 1973, pp. 83-209.3 «Sull’infinito ondulare di bassimonti e colline si stendono a per-dita d’occhio e in solitudine campiprivi di alberi e di abitazioni, chedenunciano il prevalere del la-tifondo o comunque delle sue per-duranti conseguenze: unpaesaggio, intervallato da un inse-diamento a maglie larghe e ac-centrato in grossi agglomerati,situati in posizione dominante e anotevole distanza l’uno dall’altro».A. Sestini, Il paesaggio. Conoscil’Italia, Touring Club Italiano, Mi-lano 1963, p.185.

50

Urbanizzazioni.Intorno al castello (Misilmeri).Dispersione (Villabate).

Page 52: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

51

Il tracciato stradale che attraversa il territorio siciliano e con-nette Palermo ad Agrigento oltre che ad essere infrastrutturatout-court, può essere visto come un nastro che si svolgelungo situazioni molto diverse. Attraversando a volte, ammi-rando da lontano altre, oltre che il paesaggio inteso banal-mente come territorio naturale, non antropizzato, anche lageografia del suolo costituita dalla trama dei campi dellacampagna agricola, il sistema degli insediamenti rurali, learee industriali, e diversi piccoli centri urbani che hanno conla strada a volte rapporto di prossimità, altre di lontananza.Centri, cosiddetti minori molto diversi per loro localizzazionetopografica e fisica ma anche per tradizioni e specificità cul-turali.Il territorio attraversato è come un luogo - percepito in movi-mento - della cosiddetta città diffusa, dell’eterotopia e, per-tanto, delle potenzialità da rendere palesi.I centri minori, serviti dalla strada e dalla linea ferrata, sem-brano appartenere a identità lontane, a luoghi molto diversidalle condizioni metropolitane e dalle sue criticità di oggi.La condizione dell’essere rimasti piccoli centri urbani dipendeda tutti quei fattori fisici e non, che hanno determinato neltempo un progressivo spopolamento e impoverimento deglistessi. Lo spopolamento deriva in ottima parte dalla man-canza di spazi ad uso collettivo (intendendo con questi siaedifici che spazi aperti, come strutture di servizio e ricreative),di elementi nuovi pensati secondo le peculiarità locali e chepossono accrescere l’interesse al vivere e ad andare in queldeterminato luogo e che possono fare da volano per la ri-presa economica.Se si analizzano le singole situazioni, si trovano ovviamentele distinzioni date dalle peculiarità di ogni singolo centro (cul-turali, paesaggistiche, geo-morfologiche, naturali, architetto-niche) ma in linea generale è possibile, al contrario, trovaredelle costanti nelle criticità che trovano nel progetto di ognisingola situazione declinazioni e forma di tipo specifico. Criticità. Queste si possono riassumere in alcuni principalitemi che riguardano: l’accessibilità e la mobilità: differen-

ziando le condizioni geografiche, topografiche e morfologichedei diversi contesti è necessario distinguere tra due differentitematiche: le scarse connessioni con le aree limitrofe che ri-guarderebbe il progetto di green ways e piste ciclabili, lad-dove possibile, e lo spesso difficile sistema di accesso alcentro stesso. L’ambiente: Spesso risultano carenti polmonidi verde che potrebbero occupare le attuali aree dismesse oi vuoti prodotti da crolli all’interno del centro urbano, e la de-finizione di parchi e aree protette nelle fasce di territorio cheattualmente sono terra di nessuno tra la strada principale e iCentri stessi. I margini fisici. Molto spesso il vero vincolo allosviluppo degli impianti urbani originari è la geografia stessadel territorio circostante.Lavorare, dunque, in questi brani di territorio al margine si-gnifica raccogliere la complessità ivi esistente, dove la strut-tura urbana a maglie regolari si sfrangia, dove tutto diventacompresenza quasi casuale di abitazioni di varie tipologie,tracciati ibridi, brani di campagna. È il luogo del limite tra na-turale e artificiale, scommessa accattivante per stimolare lacreatività progettuale attraverso linguaggio e forme d’usocontemporanee. Si tratta di unire «elementi esistenti con con-nessioni nuove, che siano utili».1 «La città della creatività -scrive C. Landry - vuole modellare i propri spazi; si trova aproprio agio nei territori del dubbio, dell’incerto e dell’impre-vedibile; è pronta ad adattarsi».2

Localizzazione. Per localizzare le criticità così come gli ele-menti resistenti portatori di senso e di identità dei luoghi ènecessario descrivere la natura dei singoli contesti utiliz-zando le forme di rappresentazione della nostra disciplina.La descrizione è qui intesa non come mera operazione co-noscitiva in sè ma come strumento di lavoro per una meto-dologia il più possibile «adeguata ai contesti specifici». Si puòdescrivere il contesto attraverso: il (ri)disegno selettivo dellearee attraverso delle planimetrie o stralci di esse in cui si ope-rano delle semplificazioni, anche drastiche, degli elementirappresentati. Un disegno che, attraverso la riduzione, provaa renderne più precisa – più tendenziosa – la descrizione.

VALENTINA ACIERNO

Declinazioni e strategie di progetto nei centri minori

Page 53: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

La sezione: una sequenza di sezioni perpendicolari ai princi-pali tracciati stradali che ne mettono in evidenza l’accentuatacondizione orografica e il tipo edilizio (o i tipi) più ricorrente.La fotografia: una sequenza di immagini che esplora i rap-porti tra il sistema degli elementi costitutivi e l’osservatore,consentendo tra l’altro un’estensione della descrizione alpiano del carattere. Sono, come si vede, tre rappresentazioni distinte ma che, al-meno potenzialmente, possono illuminarsi reciprocamente,costituendo una rete di rimandi in grado di fornire una descri-zione del territorio; di individuare delle situazioni.La descrizione, pur fondandosi su dati che potremmo definireoggettivi, finisce per dar luogo a molteplici interpretazionipossibili: non c’è una sola descrizione. La descrizione non èinfatti una mera elencazione di cose, anche se dall’elencopuò significativamente avvalersi; la descrizione è indissolu-bilmente legata ad un progetto di senso e, pertanto, di voltain volta, fissa i suoi obbiettivi, trova i suoi strumenti specifici,un certo grado di precisione, una sua adeguatezza.In questo senso la descrizione costituisce il primo movimentoverso il progetto. Come afferma Wurman: «Ogni volta che,nella storia, si sviluppa o viene inventato un mezzo per pre-sentare le informazioni, il mezzo influisce sulla progettazioneeffettiva».3 Anche nell’interpretazione di De Matteis «i più re-centi sviluppi ci orientano verso modelli di razionalità debole,che negano la possibilità di un livello fondamentale di descri-zione a partire dal quale tutto ciò che esiste può in linea diprincipio essere dedotto»,4 e che invece di un ordine dato econoscibile a priori presuppongono una continua formazionedi ordine a partire dal disordine, attraverso un «ruolo creatoredella contingenza e un ruolo organizzatore del caso».5 A unarazionalità revisionale debole viene così a corrispondereun’analoga debole razionalità progettuale.6 Appare quindi evi-dente che la lettura della città, di un territorio organizzato,prevede il disvelamento delle sue potenzialità oltre che dellasua complessità, nella convinzione che un buon progetto ur-bano piuttosto che una semplificazione di ordine deduttivo-

razionale debba misurarsi e portare avanti tale complessitàin modo induttivo. Per atteggiamento induttivo qui si intendeavere una strategia precisa, prevedere l’esatto posiziona-mento del progetto a grande scala all’interno della città affin-ché possa produrre effetti «oltre l’area di intervento», significainoltre prevedere un programma funzionale complesso e nonmonotematico in modo da rendere flessibile e contempora-nea la sua fruizione; significa infine proporre spazi ad usocollettivo che riescano a conciliare lo spazio pubblico conquello privato nella convinzione di una ormai inevitabile inte-razione tra essi.Alla luce di queste considerazioni, è il carattere affabulatorio,narrativo, che contraddistingue un progetto con tali caratteri-stiche di base. Come afferma M. de Solà-Morales «intenderela progettazione come narrazione, significa avere un puntodi partenza da cui far derivare progressivamente le idee».7

In questa ottica, il terreno di elaborazione progettuale verràinteso non solo come contesto ma come testo che viene ag-giunto alla già complessa realtà senza il bisogno astratto outopico di mettere ordine. Ciò non significa calare su unarealtà precisa un’idea astratta. È piuttosto vero il contrario.Significa accettare e interpretare la complessità, navigarvidentro, rintracciando regole e situazioni locali e contestualiche possano dettare anche i modi del linguaggio, determi-nare nuovi rapporti tra le cose: spazi ad uso collettivo, abita-zioni, tracciati.

52

Osservazioni.Campagna - città (Marineo).Città - campagna (Vicari).

luoghi urbani

1 Cfr., H. Poincaré, Scienza e me-todo (1908), ed. it., a c. di, C. Bar-tocci, Einaudi, Torino 1997.2 C. Landry, City Making, CodiceEdizioni, Torino 2009, pp. 396-297.3 R.S. Wurman, Rilievo e carto-grafia nelle aree metropolitane,in “Atlante metropolitano”, Qua-derni di Lotus n. 15, Electa, Mi-lano, 1991.4 I. Prigogine, I. Stenders, La

nuova alleanza. Metamorfosidella scienza, Einaudi, Torino1981.5 J.P. Dupuy, Ordres et De-sordres. Enquète sur un nouveauparadigme, Seuil, Paris 1982.6 Cfr. G. Dematteis, La scompo-sizione metropolitana, in “Atlante… cit.”7 M. Solà-Morales, Progettarecittà, Quaderni di Lotus, Milano1999, p. 11.

Page 54: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Una nuova interpretazione del concetto di paesaggio ur-bano, che si estende alla dimensione geografica, e la crisidell’economia agricola hanno prodotto, negli ultimi anni, uninteresse nei confronti di una nuova idea di città dove cam-pagna e centri minori giocano un ruolo fondamentale neiprocessi di rinnovamento urbano ed economico di un interoterritorio. Già negli anni ’70, in piena crisi dell’economia agricola, Giu-seppe Samonà ipotizzava una forma di città in estensionein cui centri minori, campagna agricola, aree geografichenon abitate e nuove forme di insediamento fossero messein rete per realizzare, un’evoluzione urbana della campagnamodellata secondo le regole e le forma della città.1

Il territorio agricolo siciliano era ed è caratterizzato, oltredalle città-paese, da una punteggiata di piccoli insediamentiurbani, masserie, bagli, mulini, borghi rurali che, già con-nessi tra loro da una fitta rete di antiche linee di attraversa-mento, costituiscono il tessuto di una forma di città e dieconomia in estensione ante-litteram che anticipa, supportae rafforza quanto già proposto e formalizzato da Samonà.«Una rete non ancora urbana di attività legate all’uso del ter-ritorio agricolo che hanno dato origine a delle forme di urba-nità rurali intorno alla quali sono nati i primi nuclei di vitacollettiva sub-urbana».2

Nel territorio compreso tra Palermo e Agrigento, a partire daquesti elementi generatori si è costruito, fin dall’antichità, unfitto tracciato viario che ha strutturato, nel tempo, la tramadi un sistema commerciale legato sia alla produzione agri-cola che allo sfruttamento delle risorse naturali presenti nellavalle del Platani. Si è consolidato, in questo modo, un riccopaesaggio fatto di trame, orme, antichi tracciati e nuove in-frastrutture, che attraversano, lambiscono e servono borghi,centri minori e aggregati urbani differenti per natura e performa, strutturando un rapporto dialettico tra città e campa-gna, tra urbano e rurale.Un ruolo fondamentale, nella costruzione di questo fitto tes-suto extraurbano, è rivestito dalla costituzione dei borghi ru-

rali che affondano le loro radici nel dibattito sociale, politico,architettonico successivo alla fine della grande guerra. Il di-battito si concentrò sul ritorno alla terra3 e sulle questioni cheriguardavano le strategie da adottare per definire nuovi mo-delli colturali e tipi architettonici atti alla colonizzione dellecampagne per migliorare, sia le capacità produttive dei la-tifondi, sia le condizioni di vita sociali ed economiche deicontadini. Con la Legge 2 gennaio 1940-XVIII, N. 1, venneistituito l’Ente Colonizzazione del Latifondo Siciliano (ECLS)che avviò un vero e proprio piano di trasformazione agraria,adottando come modello la struttura della città rurale pro-prosta da Edoardo Caracciolo.4 Questo modello individuavadue elementi essenziali: la residenza, costituita da piccolecase coloniche sparse nel territorio, con un podere di perti-nenza; le attrezzature di servizio, concentrate in una seriedi borghi, distinti in tre tipi (grande, medio e piccolo), dislocaticon frequenza assegnata e nei quali erano sempre presentila chiesa e la scuola. Ogni casa colonica sorgeva entro unraggio di influenza del borgo stesso di circa 5-6 chilometri eogni borgo doveva essere distante dall’altro dai 10 ai 12 chi-lometri. L'ubicazione dei borghi, doveva tener conto delle caratteri-stiche e delle risorse delle zone afferenti. Questi venivanocollocati in prossimità degli incroci stradali, vicino alle sta-zioni ferroviarie e si modellavano a partire dalla caratteristi-che peculiari locali con alcune invarianti: i servizi, la piazza,la posizione della chiesa e del campanile, che assumeva ilruolo urbano della torre medievale. Il disegno urbano, la di-stribuzione delle masse degli edifici e il rapporto tra tessutoe infrastruttura ne costituivano la centralità. Nella composi-zione urbana dei borghi c’è sempre la piazza italiana, chiusacome quella delle antiche masserie o aperta al paesaggiocome quelle dei piccoli centri urbani. Gli architetti che li pro-gettarono, elaborarono la propria idea di sicilianità rurale at-traverso una sintesi tra tradizione e modernità eprefiguravano una città a grande scala che corrispondevaall’intera area del territorio siciliano, costituita da aggregati

FABIO SEDIA

MicrourbanitàUna forma di Dispersione ante-litteram

Page 55: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

54

urbani diversi per dimensione e funzione, distribuiti nellacampagna e collegati tra loro da una fitta rete di infrastrut-ture.«Il progetto si informa... a schemi compositivi di masse e divolumi aderenti allo spirito delle costruzioni che costituisconol’ambiente edilizio dei paesi prossimi alla località dove sor-gerà il borgo. Trarne l’ispirazione da tale ambiente... non si-gnifica però adeguare le composizioni architettoniche alleforme e motivi dominanti in quell’ambiente, ma percepire, diquelle costruzioni, sorte con ingenuità contadine per soddi-sfare i più immediati bisogni, la nota dominante indicativadel loro carattere e rivelare con forme plastiche, aderenti alnostro comportamento moderno, il rapporto armonico tra ar-chitettura e ambiente naturale... ».5

Dopo la seconda guerra mondiale fu istituito, in sostituzionedell’ECLS, l’Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (ERAS)che proseguì nella costruzione di cose coloniche, borghi ru-rali, strade, elettrodotti, acquedotti, bevai e impianti irrigui.6

La crisi dell’economia agricola degli anni ’70 ha determinatoun progressivo allontanamento dalla campagna e dai centriminori e il fallimento della struttura urbana immaginata daCaracciolo e dalle questioni legate alla Riforma agraria, spo-stando il dibattito sociale e architettonico sulla città. La cam-pagna ha così perso il suo carattere di ambiente di vita ruralee produttivo proiettandosi verso un territorio di e del con-sumo. Il processo è stato accelerato dallo scollamento delsistema di penetrazione nel territorio dai centri minori. Lenuove strade veloci collegano i grandi centri urbani esclu-dendo dal loro percorso l’attraversamento di quelli più pic-coli. Samonà parte da questi presupposti ed elabora unprogramma di recupero che ricuce, in un unico sistema-reteorganico, l’intero arcipelago urbano del territorio siciliano.7

Nella definizione di questa città in estensione assumono unruolo fondamentale la fitta rete infrastrutturale che lega lapunteggiata di cui abbiamo parlato, quest’ultima, i centri mi-nori e le nuove strade veloci di attraversamento, che assu-mono il ruolo di elemento di ricucitura dei differenti tessuti di

questo complesso territorio.Gli spazi fra, che si sono costituiti tra il tessuto dei centri mi-nori e queste strade, rappresentano i luoghi privilegiati in cuistrutturare la nuova idea di città. Stavolta, contrariamente aquanto successo nella storia, è la strada che fa il tessuto enon viceversa.Il principio ordinatore di questa città definisce nuove formedi insediamento tra nuovi tipi di coltivazione, nuovi tipi di ser-vizi urbani ed exra-urbani. Ogni parte della campagna di-venta un tassello di questa città orizzontale in cui la strada,che rimette insieme le cose, torna ad essere elemento dicontinuità e nuova unità. Questa rinnovata forma urbana ècosi costituita da numerose discontinuità e paesaggi, in cicampagna e città si configurano come un unico organismoche struttura le complessità del paesaggio geografico con-temporaneo siciliano.Perimetri apparenti, bordi indistinti e sfrangiati, luoghi flessibilie in continua trasformazione fanno emergere elementi di fa-miliarità della città insieme ad elementi della campagna. Unanuova natura antropizzata che non parla più di interessi indi-viduali ma si struttura sulla cooperazione e la partecipazione.

Urbanizzazione della campagna. Schema della città rurale di E.Caracciolo (1942):citta esistente, borgo rurale, casa colonica.

Borgo Manganaro a Vicari (1941-43).

luoghi urbani

1G. Samonà, La città in esten-sione. Conferenza tenuta pressola Facoltà di Architettura di Pa-lermo il 25 maggio 1976, STASSEdizioni, Palermo 1976. 2 Ibidem, p....3 Cfr. L.Dufour, Nel segno del Lit-torio: Città e campagne sicilianenel Ventennio, Lussografica, Cal-tanissetta 2005.4 Cfr. E. Caracciolo, La nuova ur-banistica nella bonifica del la-tifondo siciliano, Ministerodell’Agricoltura e delle Foreste.Ente di colonizzazione del la-tifondo siciliano, Palermo 1940, .5.G. Spatrisano, Relazione borgorurale in località “Madonna del

Rosario”, (1940), Archivio ESA.6Con la legge regionale 27 di-cembre 1950 l’eredità dell’EnteColonizzazione venne affidataall’Ente Riforma Agraria in Sici-lia.Successivamente una leggeregionale del 65, emanata in me-rito ala bonifica del latifondo sici-liano, trasformò l’ERAS in ESA(Ente per lo sviluppo agricolo)che bloccò la costruzione dicase e borghi rurali)7Sulla definizione di arcipelagourbano cfr. F.Indovina (a c. di)Dalla città diffusa all’arcipelagometropolitano, Franco Angeli, Mi-lano 2009

Page 56: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

55

La percorribilità lungo la linea stradale PA-AG, fa sicura-mente riflettere su questa porzione di territorio siciliano, sultema del viaggio lungo un paesaggio, oggi, frutto di trasfor-mazione dell’azione dell’uomo.Il viaggio attraverso i luoghi, dove si passa velocemente oci si ferma ad annotare, costituisce uno strumento indispen-sabile per il nostro operare che ci consente di capire le tra-sformazioni dei luoghi, della città e del paesaggio.Nell’attraversare la Sicilia, infatti, da un punto all’altro, si ve-dono numerose città, grandi e piccole, insieme a magazziniagricoli, resti di edilizia, luoghi atopici e dove, il nostro terri-torio è stato trasformato da strade, che hanno interrotto lereti che connettevano i diversi insediamenti e dove nellostesso tempo si è avviato un cambiamento.Nell’era della globalizzazione e dei rapidi cambiamenti, ab-biamo il compito di interrogarci per leggere il rapporto tra ar-chitettura e paesaggio, alla luce della salvaguardia delle loroqualità insediative e estetiche, attraverso il disegno permezzo dello sguardo e della mente.Come dice Augustin Berque «il paesaggio è un punto divista, lo sguardo che noi riportiamo su di esso. La realtà concui ci confrontiamo è un’interpretazione e ciò che perce-piamo come paesaggio dipende dal nostro punto di vista edal contesto».1

Il viaggio, infatti, permette di leggere, descrivere, annotare,guardare il territorio e il disegno permette di rintracciare glielementi del paesaggio, della città visibile e invisibile e nellostesso tempo ne conferma alcune parti.Come Italo Calvino nelle Città invisibili descrive il percorsodi viaggio di Marco Polo tra le città inventate, invisibili mapiene di memoria, di ricordo nascosti nelle città infelici.«Al di là di sei fiumi e tre catene di montagne sorge Zoracittà che chi la vista una volta non può più dimenticare. Manon perché essa lasci come altre città memorabili un’imma-gine fuori dal comune nei ricordi, Zora ha la proprietà di re-stare nella memoria punto per punto…».2

La Sicilia, da sempre, è stata osservata e raccontata a par-

ADRIANA SARRO

Attraverso i luoghi

tire da viaggiatori stranieri degli anni oscuri, fino ai nostrigiorni, come nei viaggiatori arabi Ibn Giubair, Al-Idrisi, IbnHawqal e successivamente dai viaggiatori del Grand Tourfino agli architetti degli anni ’20, che attraverso i loro disegnihanno descritto l’immagine del Mediterraneo.Ibn Giubair, viaggiatore arabo della Spagna musulmana, de-scrive il suo viaggio nel Mediterraneo3 come Al-Idrisi nelLibro di Ruggero dove nel suo viaggio in particolare neipaesi dell’entroterra, visita molte città lungo la strada perAgrigento, come Misilmeri, Cefalà, Vicari, Castronovo, Ca-strogiovanni, Cammarata, etc e ne evidenzia l’architettura eil paesaggio agricolo «Cammarata, casale di vaste propor-zioni e ricco di campi coltivabili, è dotato di una fortezza ele-vata, robusta ed atta alla difesa; molti sono i suoi giardini,gli orti… Castrogiovanni, posta sulla vetta di un alto montepossiede un castello che è un massiccio fortilizio… le sueterre coltivabili sono ubertose, ambiti i prodotti del suolo».4

Successivamente un’ondata di viaggiatori giunse in Siciliatra il 1776 e il 1780: l’economista Roland de la Platiere(1776), il naturalista Conte de Borch (1777), il poeta Swin-burne (1777), lo scrittore Dominique Vivant Denon (1778) alseguito di Richard Saint-Non (1777) l’architetto e pittoreJean Houel (1776), Goethe (1787) e Schinkel (1803), etc.Queste riflessioni, vengono riportate in opere come ilVoyage pittoresque ou Description des Royaume de Napleset de Sicile dell’abate Saint-Non e nel Voyage pittoresquedes isles de Sicile, de Malte et de Lipary di Jean Houel.Le numerose testimonianze di viaggio hanno consentito diricostruire una conoscenza della Sicilia e dei suoi luoghi dicui il panorama urbano e ambientale è il riferimento conti-nuo. Ricordiamo inoltre i riferimenti ad Agrigento nell’opera di DeLa Salle in cui descrive la città «il fiume Acraga circondavadal lato occidentale e seguiva poi le mura della città dallastessa parte. Al mezzo dì partiva dal piede delle mura unacollina e inclina vasi verso il mare d’Africa …».4

Lo stesso Goethe nel 1787 nel suo viaggio in Sicilia, con il

Page 57: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

56

Nella pagina a fianco.Paesaggi e strada: Villabate, Belmonte Mezzagno,Misilmeri, Bolognetta, Marineo,Cefalà Diana, Mezzoiuso, Vicari.

Nella pagina a seguire.Paesaggi e strada: Vicari, Manganaro, Lercara Friddi,Cammarata, Casteltermini - exMontedison, Campofranco, Comitini,Aragona

luoghi urbani

disegnatore Kniep, dichiara la complessità dell’isola definitacome chiave di tutto teatro dell’Italia, e nel suo percorso trale città siciliane esalta la geografia della città. «La città è si-tuata ai piedi di alti monti…sopra la città».5 Lo stessoSchinkel, nel 1803, avvierà uno studio sulle architetture clas-siche e sulla natura a partire dal suo viaggio in Italia, da cuiestrasse elementi base per le sue composizioni classicheevocati dall’architettura mediterranea. Anche Viollet-Le Ducnel 1836, visita la Sicilia che descrive con i suoi numerosi erapidi schizzi nei suoi carnets. 6

Il paesaggio Mediterraneo viene abbondantemente descrittodagli architetti del movimento moderno che trovano inte-resse verso le architetture vernacolari e classiche, come LeCorbusier, Alto, Kahn, Asplund, etc, che riempiranno i lorocarnets di viaggi e osservazioni come una sorta di repertorioda cui attingere. Come scrive Le Corbusier nell’osservare ilpaesaggio nel 1963 «la chiave è questa: guardare – osser-vare – vedere – immaginare – inventare – creare… evidenteper esempio nei disegni paesaggistici per Rio de Janeiro…di fronte ai paesaggi sublimi dell’America latina e dell’Alge-ria».7

Anche architetti contemporanei come Alvaro Siza, DimitrisPikionis, Alberto Campo Baeza, Pasquale Culotta e altri,hanno prestato molta attenzione al disegno come strumentoper interrogare la storia e i luoghi.Voglio ricordare a tal proposito un viaggio di Pasquale Cu-lotta lungo la costa di Cefalù «trovo costruzioni nuove daquelle del giorno prima. La bellezza del luogo che attraversoè indicibile; sono tante le architetture che non si riesce a fis-sarne il numero, le allusioni ed il rimando al repertorio… latraslitterazione dei viaggi e del camminare sui sentieri tor-tuosi sulla spiaggia».8

Il tema del viaggio continua ad essere presente nella con-temporaneità nei saggi di scrittori, cineasti e fotografi di cuiricordiamo Elio Vittorini, ne Le città del mondo, Calvino conLe città invisibili fino al Viaggio di Rossellini, ma anche nellenumerose foto di Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Luigi

Ghirri, Bruce Chatwin, Giovanni Chiaramonte, etc, e dovel’esplorazione del territorio costituisce uno strumento di co-noscenza, per descrivere il visibile e l’invisibile.Queste riflessioni rimandano a quello che rappresenta ilviaggio tra i luoghi, lungo la strada, che oggi risulta esseredisegnata per connettere paesaggi e città, insieme a mace-rie della contemporaneità a cui speriamo viene affidato ilcompito di svolgere il ruolo di rigenerazione urbana «se c’èqualcosa di evidente, nello scenario in divenire che esce dauno sguardo rivolto ai fenomeni in atto nelle città del mondo,e che opere come quelle infrastrutturali, ancor oggi simbolodel paesaggio della modernità, non potranno evolversiesclusivamente attraverso il progresso della tecnica o la loroillimitata espansione.Ad esse è oggi richiesta una mutazione genetica, il farsi ca-rico di qualcosa in più rispetto a quella risposta funzionale,magari sempre più tecnicamente perfezionata, che ne hadeterminato la nascita. Il valore aggiunto che si richiede lororiguarda, come già detto, la possibilità di influire sui luoghi».9

1 A. Berque, All’origine del pae-saggio, in “Lotus” n.101, 1999, p.115.2 I. Calvino, Le città invisibili, Ar-noldo Mondadori, Milano 1983,p.15.3 I. Giubair, Viaggio in Ispagna, Si-cilia, Siria, Palestina, Mesopota-mia, Arabia, Egitto, (a c. di C.Schiapparelli), Edizione Sellerio,Palermo 1979, pp. 232-233.4 G. De La Salle, La Sicilia pittore-sca, antica e pittorica, trad. it A.F.Falconetti, Antonelli, Venezia1840, p. 28.5 J.W. Goethe, Viaggio in Sicilia,Edi.b.si., Palermo 2000, pp. 20-21.6 Il viaggio pittoresco nell’800: Le

voyage d’Italie de Eugene Viollet-Le Duc 1836-1837, Catalogodella mostra, Firenze 1980.7 P.A. Croset, Occhi che vedono,in “Casabella” n. 531/532, 1987,p. 4.7 P. Culotta, I sentieri tortuosidell’addestramento e la fonda-zione dello spazio, in P. Culotta,G. Gresleri, G. Gresleri, “Città difondazione e plantatio ecclesiae”,Edizioni Compositori, Bologna2007, p. 9.8 A. Ferlenga, Nervature di luoghiin cambiamento, in A. Ferlenga,“L’architettura del mondo. Infra-strutture, mobilità, nuovi pae-saggi”, Editrice Compositori,Bologna 2012, p. 18.

Page 58: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

57

Page 59: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

58

luoghi urbani

Page 60: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

59

D. Costantino / Urbanization processes and urban shapeAn interpretation is given of the regionalization of urbanization pro-cesses in Western Sicily according to which the established geo-graphic and temporal interpretative models based on the dualismbetween inland and coastal areas may be overcome. An increa-singly extensive and intensive use of the territory which is due tothe modernisation of agricultural sector and the territorial scatteringof dwelling places, services and production activities (industrialand tourist districts) creates new concentrated and scattered set-tlements as well as new territorial morphologies which are locatedalong the Palermo-Agrigento road: this latter becomes a polarisingand connecting element between the crossed-by hilly territoriesand the coastal ones.The concepts of city in extension, territorial scattering, economicand life style changes are given an interpretation on the basis ofmetropolization processes with the aim of establishing meaningfulconnections among each other.

V. Acierno / Project variations and strategies in the smaller urbancentresThe territory crossed by the Palermo-Agrigento road, being per-ceived as a moving space, has to be considered as a heterotopiaplace and therefore a place full of possibilities that need to be ex-pressed. A particular role is given to the smaller urban centreswhich are different from each other not only because of their to-pographic and physical localization but also for their traditions andcultural peculiarities. By analyzing them on an individual basis, di-stinctive features and, in general, also permanent characteristics,may be identified and recognized in critical situations which ac-quire specific forms and variations in the project with regard toaccessibility, mobility, environment and physical boundaries.

F. Sedia / Micro-urbanity. Forms of “extension” ahead of their timeA new interpretation given to the urban landscape as to includegeography matters and the crisis of agricultural economy have sti-mulated interest in a new concept of city where the countrysideand the smaller urban centres play a key role in the urban and eco-nomic innovation processes of a territory. In the Seventies, Samonàalready described a form of city in extension where small urbancentres, rural countryside, unpopulated geographic areas and newforms of settlement should set up a network in order to achieve, by

means of a new organization of agricultural production, the urbandevelopment of countryside based on the very same rules andform of the city. Within our rural territory lying between Palermo andAgrigento, it already exists an area characterized by small urbansettlements, manor farms, “bagli” (ancient buildings once used asfortresses and then used as farmhouses) and most of all ruralvillages which are connected to each other through a thick networkof ancient crossing routes, thus constituting the structure shapinga form of a city in extension well ahead of its time and supportingwhat Samonà already stated and anticipated.

A. Sarro / Landscapes through placesThe article emphasizes the sense of seeing through one’s glanceby means of travel drawings realized along the Palermo-Agrigentoroute. The description of Mediterranean landscape which resultsfrom historical events occurred throughout time enables to under-stand the transformation processes of places. Cities, places andlandscapes arise with their strength as well as their discontinuityand dissimilarity and seem willing to tell their stories derived fromboth, ancient and recent historical stratifications. «With this in mind— as Vittorio Gregotti writes — even if, in our times, there is someonestating that historic translation is what sets the permanent into mo-tion and sends it through time or someone else confirming insteadthe existence of a historic plurality compared to the idea of anoriented progressive history … the historical truth not only is whatactually happens but also is what we deem to be an importantevent for our own actions. The point of view of the present lies inthe judgement of history facts and movements».

urban places

Page 61: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

II vecchio motore scaldava tropponelle salite: bisognava fermarsi ognitanto per farlo raffreddare... ci adden-trammo per valloni e per monti sem-pre più solitari, con lontani villaggiappollaiati sulle costiere, passammosotto rocce diritte, in conche larghedove le greggi lontanissime siconfondevano con le pietre, incro-ciammo qualche raro pastore, qual-che carrettiere, qualche stradino,intento, a torso nudo, a colmare lebuche. II silenzio del mezzogiorno sispargeva su quelle solitudini; in cielovolavano i corvi: la terra era avvolta,come in un manto nero, nella tristenobiltà dei paesi abbandonati… Sulbordo della campagna, al limite delpaese, si leva, su un bastone, un car-tello: «Si vende per fabbricare». Chivorrà fabbricare, pensavo, in questideserti? Ma, poco più in su, una fa-miglia di contadini era intenta a co-struirsi la casa. Lavoravano tutti,donne, uomini e bambini…

Carlo Levi, Le parole sono pietre(1955)

Page 62: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

61

ROBERTA TORRE

Il paesaggio siciliano: quando Marylin incontra Plutone

Uno spiraglio che mostra l’infinito: idea per un viaggio nelpaesaggio siciliano.Un paesaggio attraversato da un punto di vista che lasciascrutare la bellezza nascosta o la lascia percepire attraversosquarci spaziotemporali. La crepa è anche ciò che produce il terremoto e quello cheresta dopo il terremoto. Così si può partire in un viaggioideale proprio dal cretto di Burri a Gibellina. La memoria ci conduce qui in un viaggio pieno di fessure,crepe, crepacci dove lasciarci scivolare, noi ricordiamo acrepe. Non esiste la luce perfetta nei ricordi e neppure l’ampiezzadello sguardo che è propria della storia dell’arte, delle grandivisioni classiche. Qui si viaggia nel frammento dove la nostra memoria si ma-nifesta attraverso le metafisiche crepe, anzi è lei stessa chesi fa squarcio. Se non fosse così ci sarebbe un’assurda continuità. Come la madeleine era per Proust il conduttore del proprioindurre a ricordare, noi possiamo spiare dalle crepe attra-verso la nostra memoria e partire per questo viaggio. Parto da una crepa ideale per essere fatta inizio: mi trovo aGibellina, è l’estate del 1992 sul cretto di Burri con HannaSchygulla mentre la intervisto, si parla di Fassbinder e siamoparecchio oblique rispetto all’asse della Storia e anche ri-spetto all’asse dell’orizzonte. Stiamo su quel grande cimiterobianco e parliamo di cinema, del grande cinema. Anche leisi ricorda. Di Fassbinder e di quanto non possa più liberar-sene. È molto strano che affidi a me e al cretto i suoi ricordi,parlando quasi di una tela di ragno, una prigionia del vissutoche non potrà più cambiare.C’è malinconia nelle sue parole, c’è amore ma anche rabbiaper quell’artista che ha per sempre determinato la sua storia.Il qui ed ora del paesaggio così come il qui ed ora del ci-

nema, fotogramma dopo fotogramma, ci porta in un viaggioche muore ad ogni istante per continuare in eterno. Il tempo ha poi ingrigito il grande lenzuolo bianco di Ghibel-lina, anno dopo anno e restituito appartenenza anche a quelluogo. Un’appartenenza bislacca che non fa giustizia dei suoi morti.Nulla a che vedere con la maestosità del Dio Plutonequando aveva sollevato la coltre terreste e gettato all’aria inun istante le vite di quei piccoli uomini che siamo al suosguardo capriccioso. Pochi metri più in là camminando su stradine sterrate cheun tempo erano le strade del paese, miEro ritrovata tra le mani frammenti di lettere sparse, tracce,ferite, grida di quel tempo strozzate dalla terra. Di quegli uo-mini che avevano consegnato al tempo il loro ultimo anelitoprima di essere inghiottiti.

Tradimento e tradizione, stessa radice etimologica.

In Sicilia queste due strade vengono percorse ampiamentein una e altra direzione. Tutta la Sicilia si arrovella da sempresu questo binario del del tutto cambi perché nulla cambi, laspinta al movimento è forte e altrettanto forte è quella all’im-mobilismo. La duplice forza si annienta in un gioco perico-loso dove tesi e antitesi non giungono mai alla sintesi. Questo è il mistero profondo che credo sia proprio della mi-tologica terra di Sicilia, una terra dove Hegel poco avrebbepotuto in quanto i due poli della sua visione avrebbero subitoil triste destino di non essere mai davvero ricomposti nellaterza e riconciliante via che entrambi li accoglie e supera. La Sicilia contiene in sé, imperturbabile, ogni cosa e il suoopposto esatto senza che questo costituisca scandalo malasciando selvaggiamente inesplorata la possibile sintesiche porterebbe inopinatamente al progresso. Un concetto

Page 63: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

62

altre visioni

profondamente estraneo a una terra che interpreta questoconcetto in massima parte nella sua accezione svalutante. Anche il paesaggio segue dunque questo destino tragico,non potrebbe essere altrimenti. C’è nell’immobilismo olim-pico del paesaggio siciliano una sorta di contaminazione chegli Dei sembrano permettere agli umani in modo irrazionalee cieco: gli concedono di costruire disordinatamente, senzacriterio apparente e soprattutto senza tensione alla sintesidi cui sopra.

Cerco di addentrarmi in qualche visione che possa raccon-tare meglio.

Autostrada Palermo Mazara del Vallo, uscita al casello sulladestra grande autogrill che espone in vetrine immense sta-tue di eroi americani, uno su tutti troneggia Elvis Presley, poil’immancabile Marylin Monroe e ancora Gorge Bush e poiindiani e cowboy. Fermata di un percorso che si avvicina alteatro dell’assurdo architettonico quando si raggiunge la pe-riferia di Selinunte e sulla sinistra costeggiando la strada ap-paiono rifacimenti in puro stile ellenico di templi selinuntinitramutati in patii di case estive. Colonne bianche e frontoni a profusione anche potendo con-tare sul tufo prezioso materiale della zona. Ecco la Storia farcapolino in modo prepotente e travalicare il senso di unaqualsiasi organizzazione estetica che tenga conto della con-sueta doppia valenza natura cultura. Qui siamo invece dalle parti del pop più spinto, che reinter-preta, omaggia, integra disperatamente e sconclusionata-mente tramutando la zona in set da peplum film.

Tradimenti.Sciacca (Agrigento).

Variante autostradale a PortoEmpedocle (Agrigento).

Pista d'atletica a Giarre (Catania).

Page 64: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

63

PAOLA NICITA

Le strade del paesaggio

La geografia della Sicilia è il disegno di un paesaggio chia-mato a rappresentare la storia: è attraverso l’osservazionedel dato reale che si modifica la nostra percezione delle cosenel segno di una esperienza pregressa che guida il nostropensiero/visione. Questa occasione di studio è preziosa per imparare ad os-servare (guardare?) ciò che conosciamo: e così la strada Pa-lermo-Agrigento diviene pre-testo per riflessioni sul senso delsegno e della narrazione, aprendosi a nuovi innesti. Perché dentro al paesaggio si trovano molte vie, che qui pro-viamo brevemente ad indicare e suggerire: attraversandosentieri appena battuti e accennati, per frammenti di stradestatali e ambizioni autostradali, tra terra e cemento, in questaalternanza grigioverde pulsante, dove strada non è mai meroconsumo di suolo, oppure semplice sguardo sul paesaggio.A volte può anche essere spazio prospettico, dunque simul-taneamente immagine e progetto del reale. A tal proposito, per questo frammento di itinerario siciliano,appare congrua la definizione di “territorio lento” proposta daArturo Lanzani1 dove la lentezza non è solo quella dell’ata-vica arretratezza del Mezzogiorno d’Italia- e qui è la politicaa disegnare le strade o a cancellarne la configurazione- mapiuttosto la volontà di fare i conti con le differenze che con-notano i luoghi: con buona pace di chi, alternando giudizi op-posti, propone di individuare la forza del paesaggio italianonel suo essere composto da un mosaico di tessere poli-crome, giudicando altre volte insormontabile la differenza. Occorre riflettere sul fatto che le eccezionali condizioni oro-grafiche e naturali del nostro territorio sono divenute paesag-gio perché si fondano su una maglia culturale che le puòdefinire immagine, nutrendosi di idee figurative fondamentali.Ed è qui che il corpo in movimento si pone in relazione conlo spazio tra silenzio, rallentamento, accelerazione. RenatoBarilli ci insegna che l’intera storia dell’arte (e dunque l’inven-zione del paesaggio) può essere letta in una prospettiva cheabbia il traino forte dell’economia, ancora prima che la bel-lezza del colore o la forza delle architetture.2 La cultura ma-

teriale, ovvero le modalità adottate nelle varie epoche perprodurre merci e farle circolare insieme alle persone, rappre-senta un attraversamento differente (nel senso autentico deltermine, ovvero dell’allontanamento in altra direzione) delcontesto creativo. Le reti stradali che innervano il territorionon sono altro che una promanazione visibile della modalitàeconomica, e gli eserciti e i mercanti sono gli apripista distrade predisposte all’incontro e allo scontro, più che dise-gnatori di mappe e reti viarie che posseggano una propria in-sita bellezza. E a proposito della Sicilia e del suo essereun’isola, appare efficace anche quanto scrive Franco Fari-nelli: «Nusquama era il primo nome che Tommaso Moroaveva dato all’isola di Utopia. E proprio al <paese che se-condo il nome non esiste> bisogna rivolgersi, per compren-dere come la modernità allo stato nascente avesse ancorapiena coscienza che la mappa è una mente». Sottolineando,alcune pagine dopo: «Mappa è un termine che deriva dal pu-nico e indica un pezzo di stoffa che serve ad avvolgere lecose e a trasportarle con sé».3

Così se l’idea stessa della raffigurazione di un luogo è natu-ralmente connaturata all’idea del viaggio e dello sposta-mento, è fuor di dubbio che esistano alcuni luoghi che perstorie (e poligeografie) siano assurte a mitografie del viaggioe della scoperta. La Sicilia è tra questi luoghi, ieri emblemadel Gran Tour e protagonista delle gouaches degli artisti-viaggiatori, oggi paesaggio d’ispirazione per opere contem-poranee. Ecco allora, sebbene incompleta e parziale, una piccolamappa pronta ad avvolgere e far viaggiare le opere, se-guendo tracce emotive, segni e immagini. Le isole dell’Isola, quelle che la circondano, ad esempio,sono molto frequentate come luogo d’ispirazione: l’artista eperformer Marina Abramovich, si fotografa ai piedi del vul-cano di Stromboli, con sua madre tra le braccia, per unaPietà sullo sfondo di lapilli, nel 2006; sempre in questa isoladelle Eolie, Giovanni Anselmo realizza Studio per la miaombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante

Page 65: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

l’alba del 16 agosto 1965. Paola Pivi fotografa Alicudi dalmare e a pelo d’acqua, con sguardo tremolante e liquido cheimpasta il colore in bolle, Emanuele Lo Cascio realizza unaserie di lavori fotografici ispirati a Lipari, Island (2012) Melan-cholic Metaphisica (2012), mentre all’isola di Lampedusa de-dica Salat (2012) scultura in marmo raffigurante unframmento di mare, delle dimensioni di un tappeto di pre-ghiera. Ancora Lampedusa ispira Sislej Xhafa per la una co-lonna di mani in argilla poste l’una sull’altra “i manu” (2012),detentrice di una iconografia che si muove tra gioco, solida-rietà e violenza latente, e ancora l’isola delle Pelagie ispiraFrancesco Arena che nel 2012 realizza un camminamentodalle connotazioni numeriche corrispondenti ad una memoriapersonale e collettiva, «Corridoio, perimetro da percorrere 93volte e mezzo».4 Due i luoghi che hanno segnato le direttricidell’arte contemporanea in Sicilia, Gibellina, ricostruita dopoil terremoto del 1968 con un progetto voluto da Ludovico Cor-rao e che oggi vede opere sparse sul territorio del Belìce,musei e architetture, con opere, tra gli altri, di Joseph Beuys,Richard Long, Pietro Consagra, Ludovico Quaroni, Carla Ac-cardi. Più recentemente, il Cretto - opere di Land Art in ce-mento che avvolge l’intero paese distrutto realizzato daAlberto Burri ha ispirato Maurizio Ruggiano e Kali Jones perun videoritratto del poeta Adonis. Sposandoci sulle Madonie,l’esperienza di Antonio Presti e della Fiumara d’Arte, negli ul-timi quarant’anni, ha modificato il paesaggio nel segno con-temporaneo: tra i tanti artisti che vi hanno collaborato, TanoFesta con la Finestra sul mare, il Labirinto di Arianna di ItaloLanfredini, Una curva gettata alle spalle del tempo di PaoloSchiavocampo, La materia poteva non esserci di Pietro Con-sagra, la Piramide di Mauro Staccioli, l’Atelier sul Mare, constanze d’artista. Ma gli artisti sanno che la Sicilia contempo-ranea ha un po’ perduto la sua Arcadia: e così ecco le im-magini, fotografie e film del gruppo Alterazioni Video, teoricidell’Incompiuto siciliano, che alla Biennale di Architettura diVenezia del 2010 hanno portato un pilastro di cemento e ton-dini in ferro: economia e cultura, venati dalla riflessione so-

ciologica, ovvero denuncia del malaffare che governa moltaparte d’Italia.Non più la romantica decadenza del paesaggio di rovine, ti-pica di certa cultura anglosassone, ma piuttosto la rovina delpaesaggio: Anne Clemence de Grolée realizza foto e instal-lazioni con le immagini degli ecomostri e del litorale sfregiato.Ma il mito ritorna in vesti tecnologiche: Stefano De Luigi harealizzato un progetto fotografico dedicato all’Odissea- car-tografia per parole del libro dei libri dedicato al viaggio e allaconoscenza- che si chiama iDyssey: De Luigi si muove sulleorme di Victor Bérard, traduttore dell’Odissea, che nei primidecenni del Novecento ripercorrere le tappe della rotta diUlisse, riconoscendo i luoghi dalla descrizione dei paesaggi.La Sicilia è uno dei luoghi narrati, ed ecco le fotografie delleMura di Tramontana a Trapani, dove, secondo Bérard, ebbeluogo l’episodio dell’Isola del Sole, e della grotta di Polifemonella terra dei Ciclopi, in provincia di Catania. Tutte le foto-grafie e i video sono realizzati con l’iPhone: nel momento delsovraffollamento dell’immagine e della sua crisi, dettata dal-l’ipericonicità diffusa, la forza del racconto e dell’idea sottoli-neano quanto il presente possa essere vivificato dal passato,e viceversa. Le strade del paesaggio possono essere percorse nellastessa maniera di tanti secoli fa, guidate da uno sguardo pre-sente che potrebbe rivelarsi una nuova modalità per l’econo-mia, con mappe e percorsi per scoprire il tempo senza tempodell’Isola.

64

1A. Lanzani, In cammino nel pae-saggio: questioni di geografia eurbanistica, Carocci, 2011.2 R. Barilli, Arte e cultura materialein Occidente, Bollati Boringhieri,2011.3 F. Farinelli, La crisi della ragionecartografica, Piccola biblioteca fi-losofia Einaudi, 2009.4 Le opere citate ispirate a Lam-

pedusa sono state realizzate inoccasione della mostra Più aSud, Un progetto per Lampe-dusa, a cura di Paola Nicita,Museo d’Arte contemporanea Pa-lazzo Riso, Palermo, 2012, ed.Mousse; testi della curatrice,George Didi-Huberman, KhaledFouad Allam.

altre visioni

Fiumara d’Arte, Tusa (ME).T. Festa, Monumento per unpoeta morto (1989).I. Lanfredini, Labirinto diArianna (1990).

Page 66: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

65

ANDREA PIRAINO

UNA NUOVA GOVERNANCE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

La palese insufficienza degli interventi di natura contabile perarginare la deriva dell’attuale sistema finanziario fortementesquilibrato da dinamiche speculative ha nei tempi più recentifatto riscoprire la irrinunciabilità del riferimento all’economiareale, alla produzione trasformazione e commercializzazionedei beni e dei servizi che costituiscono il fondamento verodello sviluppo che, peraltro, com’è noto, non è mai esclusi-vamente economico, legato cioè al solo rapporto produ-zione/consumo, ma sempre strutturalmente comunitario, talecioè da includere tutte le altre dimensioni dei sistemi umani. Ciò, com’era inevitabile, ha conseguentemente imposto unaconsiderazione del territorio completamente altra rispetto aquella tradizionale di un’unità solo geo-fisica o politico-am-ministrativa, elevandolo a contesto di valore intrinseco ed ir-ripetibile, luogo di incontri, di relazioni, di dialoghi e dicooperazione tra popolazioni ed istituzioni.1 Insomma, unarealtà nella quale si concretizza uno spazio «anche immate-riale, composto di persone, gruppi ed organizzazioni, tuttiportatori di un’idea politica, in senso lato, di sviluppo e di pro-pri convincimenti su ciò che è da considerare adeguato, so-stenibile ed orientato al futuro».2 Naturalmente, non in unadimensione globale ma con un ancoraggio locale che leghilo sviluppo ad un processo dal basso (bottom up), condivisoda parte delle Comunità di riferimento e caratterizzato dallevocazioni proprie del territorio. Ora, senza potere in questasede approfondire oltre i termini del cennato cambiamento,ciò che invece si deve evidenziare è che questa nuova visiondel territorio e delle sue dinamiche di sviluppo ha portato al-l’inevitabile conseguenza che anche il modello di governanceche vi è strettamente connesso non può essere più quellodella mitica età comunale con la sua dimensione autonomainterpretata per di più come sfera di potere separato ed au-toreferenziale, ma deve essere quello del più moderno indi-rizzo federale che, a differenza del primo, pone l’enfasiistituzionale su una razionalità aperta che struttura un vero eproprio sistema dall’assetto a rete. Circostanza, quest’ultima, che l’attuale dibattito politico-isti-

tuzionale fa molta fatica a comprendere. Anzi, in alcuni fran-genti, mostrando di ignorarla completamente, insiste con ilproporre riforme istituzionali con l’obbiettivo di ottenere unasignificativa riduzione dei costi di funzionamento degli enti in-vece che la riorganizzazione di un apparato eccessivamenteframmentato e, soprattutto, diviso in enti autarchici incapacidi mettersi in connessione per offrire i propri servizi alla cre-scita e allo sviluppo del territorio. In ogni caso, non allonta-nandosi dall’idea di pensare alla riorganizzazione delgoverno locale sempre in termini di Comuni e Province, lacui vicenda istituzionale è giocata in modo indipendente gliuni dalle altre e, comunque, trascurando di prendere in con-siderazione, ad esempio, la nuova politica di coesione euro-pea (2014-2020) che punta invece sulle Città come motoredello sviluppo e, quindi, richiede, sì, di rivedere ed allargareil processo aggregativo dei territori affinchè raggiungano di-mensioni adeguate all’esercizio efficiente delle funzioni e ca-pacità all’altezza di partecipare alle dinamiche dello sviluppo3 ma anche e soprattutto invoca un nuovo modello di gover-nance che segni un salto di qualità nel collegamento stabiletra Comuni e nuovi organismi intermedi facendoli passare dauna struttura per enti separati ad un sistema per istituzioniintegrate.Tutto ciò, in Sicilia, significa che l’abolizione delle Province ela loro sostituzione con i liberi Consorzi comunali e le Cittàmetropolitane è, deve essere, la fine di un ente creato conl’intento di sovraintendere alle attività comunali e diventatonel tempo istituzione di governo autoreferenziale ma di settorimarginali e poco rilevanti della vita delle Comunità locali che,peraltro, per la gestione di tutte le altre attività la cui ammini-strazione i Comuni non sono in grado di esercitare per paleseinadeguatezza organizzativa, fanno tradizionalmente ricorsoad organismi delle più svariate dimensioni sovra-comunali(ASI, ATO, IACP, Aziende, Società, Distretti, Parchi, etc.) masempre diversi dalle Province. Dunque, lo scioglimento delle Province e la istituzione deiConsorzi comunali e delle Città metropolitane costituiscono

Page 67: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

66

una ‘rivoluzione’ che per la prima volta tenta concretamentein una Regione importante del nostro Paese di costruire unmodello di governo non più ancorato all’autonomia rivendi-cata dai singoli enti rappresentativi delle Comunità di basequanto piuttosto centrato sul federalismo adottato dai Co-muni in attuazione del principio di sussidiarietà. 4 Lo confermatutto ciò la previsione, da parte della legge regionale siciliana7/2013, dell’elezione degli organi di governo di queste ultimeistituzioni con sistema indiretto di secondo grado. E, soprat-tutto, lo rendono indiscutibile le profonde innovazioni appor-tate allo storico istituto del Consorzio dalla legge statale142/1990 di riforma dell’ordinamento locale che lo declinacome il nuovo principio dell’agire dei pubblici poteri non piùancorato a manifestazioni autoritative unilaterali ma ad ac-cordi consensuali tra soggetti diversi. Cosa che significa che il ricorso al libero Consorzio comunaleda parte del legislatore siciliano per introdurre un nuovo si-stema di governo comunitario di base è dettato dalla consa-pevolezza che esso trova il suo specifico contenutonell’indicazione di un inedito modello di comunicazione tra leistituzioni locali che rappresenta l’evoluzione della loro orga-nizzazione verso un modo di essere integrativo che è quali-tativamente diverso dall’agire unilaterale e soggettivo dellevecchie Province. Dunque, la istituzione dei liberi Consorzi edelle Città metropolitane rappresenta la introduzione nontanto di organismi associativi tra enti che restano separati econflittuali quanto di organizzazioni di collaborazione e coo-perazione che tendono sempre più ad integrarsi e ad agirein comune ma non trasformandosi in enti soggettivati e quindiin strutture di potere che infrangono la paritarietà delle istitu-zioni voluta dal nuovo art. 114 della Costituzione. Insomma, la previsione dei liberi Consorzi e delle Città me-tropolitane non evoca la nascita di soggetti autonomi diversidai Comuni ma l’approntamento di una struttura di collega-mento tra questi ultimi che non separi ma tenga legata l’or-ganizzazione di governo locale per fornire servizi piùeconomici, efficienti ed adeguati alla soddisfazione dei biso-

gni delle Comunità di base.Solo che proprio questa nuova fisionomia dei Comuni qualiorganizzazioni di un sistema integrato di governance localepone il non più eludibile problema della loro riforma. Che cer-tamente non è meno rilevante di quello delle Province e che,com’è noto, si trascina senza soluzione da tempi lontani chepotrebbero farsi risalire all’unificazione del Paese.Com’è facile intuire, il problema di fondo al quale ci si riferisceè quello della cd polverizzazione della stragrande maggio-ranza dei Comuni che, come Massimo Severo Gianniniaveva sottolineato già nei lontani anni ’60 del secolo scorso,5

non sono in grado di esercitare in modo adeguato nessunadelle funzioni essenziali loro assegnate dall’ordinamento at-tualmente vigente e quindi difficilmente possono considerarsiespressione di autentica autonomia comunitaria e di verapartecipazione democratica alle politiche di sviluppo del ter-ritorio. Circostanze, queste ultime, che portano altresì ad ag-giungere che così il costo economico-finanziariodell’apparato burocratico istituzionale di questi enti assumedimensioni esorbitanti, tali che in tempi di spending reviewnon è possibile sostenere.Ora, senza star qui a fare troppi discorsi, ciò che bisognaaver chiaro è che almeno i 201, in Sicilia, ed i 5.719, nell’in-tero Paese, Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abi-tanti e dimensione territoriale minimale devono dare vita aprocessi di aggregazione territoriale ed organizzativa tali daconsentire di raggiungere grandezze ottimali per l’eserciziodelle competenze fondamentali inerenti il welfare personalee famigliare secondo principi di efficacia, efficienza, econo-micità e per la incisiva partecipazione ai processi di sviluppodelle vaste aree territoriali che connotano i liberi Consorzi ele Città metropolitane. Senza un’operazione di questo ge-nere, difficile ma indispensabile, costituirà semplicementeuna illusione credere che i Comuni con un esiguo numero diabitanti e un territorio limitato possano svolgere, poche omolte che siano, funzioni pubbliche ed offrire efficienti servizisociali. Non solo. Ma, in un momento come questo, si dovrà

altre visioni

Page 68: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

1 Cfr R. D’Amico e G.S. Marto-rana, Carta dello sviluppo locale,Catania, Università, 2013, 14.2 R. D’Amico e G.S. Martorana,op. e loc. citt..3 Vd. S. Fattore e L. Gallo, Dall’u-nione alla federazione dei Co-muni: il caso (di successo) delCamposampierese in “Ammini-strare”, 2013, n. 2, 337.4 A. Piraino, Dall’autonomia al fe-deralismo. L’istituzione in Sicilia

dei liberi Consorzi comunali edelle Città metropolitane in “Fe-deralismi.it”, 2013, n. 13.5 M.S. Giannini, I Comuni in ID. (acura di), L’ordinamento comunalee provinciale. I Comuni, Vicenza,Neri Pozza Editore, 1967.6 A. Margagliotta, Architetturadell’insediamento e sistema in-frastrutturale in “FAmagazine”, a.IV, n. 23, Luglio-Agosto 2013,pp.48-55.

67

A. Piraino, Una nuova governance

per lo svluppo del terr.altresì riconoscere che il Paese non tollera più una organiz-

zazione della governance locale strutturata su Comuni terri-torialmente frammentati e quindi incapaci di svolgere un ruolodi indirizzo nei processi di sviluppo e di guida della ricostitu-zione del tessuto connettivo delle Comunità anche sotto ilprofilo storico-culturale.In sostanza ed in poche parole, per i Comuni sotto i 5.000abitanti obbligatoriamente, mentre per gli altri facoltativa-mente, si dovrà passare ad una loro agglomerazione dal ri-sultato non inferiore ai 15.000/20.000 abitanti che darà vitaad un nuovo Comune di tipo non più monocentrico ma poli-centrico (la “Città diffusa” degli urbanisti), la cui natura giuri-dica non potrà essere quella di un ente chiuso in sé, secondola vecchia logica municipalistica, ma dovrà corrispondere adun nuovo sistema di organizzazione aperto alla collabora-zione amministrativa e gestionale. Il che significa che nondovrà operarsi l’incorporazione di uno o più Comuni in unaltro, magari il più grande, ma dovrà crearsi appunto unnuovo Comune, comprensivo di tutti quelli che vi partecipano,la cui identità sarà data dalla messa a sistema delle organiz-zazioni che costituivano i vecchi uffici comunali.Solo così si potrà avere, oltre che una significativa ricompo-sizione del territorio sia in termini morfologici che dimensio-nali, una innovativa riqualificazione della sua governancesecondo linee di efficienza e funzionalità sempre più insisten-temente richiesti dai processi di sviluppo glocale.Insomma, concludendo. È una nuova prospettiva della go-vernance del territorio quella che si deve perseguire se sivuole pensare alla elaborazione di un paradigma urbano chetramite un ripensamento della campagna e della sua ruralità,possa dare nuovo significato agli insediamenti soprattutto deicentri minori aggregati, ad esempio, intorno ad una infrastrut-tura stradale come la Palermo-Agrigento che costituisce unafascia di territorio siciliano geograficamente e storicamenteben identificabile come corridoio d’ingresso di due continenti(l’Europa e l’Africa) e quindi capace di definire e guidarenuove strategie di sviluppo.6

Nella pagina precedente.Visioni in viaggio nelle divere stagioni.

Strada e nuove infrestrutture impianto eolico a Vicari).

Page 69: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

68

R. Torre / The Sicilian landscape: when Marylin meets PlutoAn ideal journey in the Sicilian landscape may depart from TheCretto by Alberto Burri in Gibellina. The landscape is embracedby a point of view which allows the hidden beauty to be entirelyobserved or just perceived through spatial and temporal lacera-tions. This is a journey carried out within fragments where memorymanifests itself through metaphysical fissures thus becoming itselfa laceration. Through a poetic narration which is pervaded by re-collections and visions, some features of the Sicilian landscapeand the mystery of this mythological land are thus defined; a landcharacterized by dual and opposed forces which destroy themsel-ves in a dangerous game where thesis and antithesis never reachthe synthesis; even Hegel himself could not have successfully in-tervened since the two poles of his thought would have inevitablyfaced the sad destiny of never being able to recreate the third pat-tern of reconciliation which contain and overcome both terms ofduality .

P. Nicita / The landscape roadsA contemporary itinerary is dedicated to Sicily where the Palermo-Agrigento road gives the opportunity to focus on the meaning ofsign and narration, thus leading to new interpretations. As a matterof fact, many different paths run within the landscape which we arenow going to briefly mention and suggest: tracks barely beatenand outlined, fragments of state roads and highways soon to be-come, stretching between land and concrete, surrounded by thispulsing grey-green alternation where the road never represents amere consumption of soil or a simple glance thrown on the land-scape. Sometimes, the road could also be a perspective space,thus simultaneously being the image and project of reality. It isparticularly with contemporary art that artists find in the island ofSicily, its landscapes and its contradictions a fruitful occasion forinspiration. Through the works of art of a few artists - Alberto Burri,Pietro Consagra, Carla Accardi, Marina Abravamovic, Giovanni An-selmo, Richard Long, Joseph Beuy - the signs are drawn for a dif-ferent and possible representation of a place whose landscape isdestined to portray history.

A. Piraino / A new governance for territorial developmentThe evident inadequacy of financial interventions to contain theeconomic crisis spreading across Europe has brought to our at-

tention the undeniable role of real economy in re-launching territo-rial development processes, certainly without addressing a globaldimension but focusing instead on a local approach linking the de-velopment process to a bottom up movement.According to such new territorial vision which also involves territo-rial development dynamics, the related governance model can nolonger be the one referring to the Communal Age and its autono-mous dimension, but the model connected with the more modernfederal orientation should be applied instead. This is clearly evi-dent in Sicily where the implementation of Free Municipal Consortiaas well as Metropolitan Cities represents a sort of revolution whichfor the first time is trying to implement a proper institutional networksystem.As a result, such new perspective of a local governance integratedstructure draws attention to the issue of Municipalities Reformwhich can no longer be avoided: indeed, Municipalities need toconvert from monocentric institutions into polycentric organizationsable to reconstruct the morphological and dimensional aspects ofterritory as well as reorganise their governance according to effi-ciency and functionality principles.

other visions

Page 70: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

DENTRO I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE

Progetti

Page 71: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

In venti anni della assenza del mio paese natale Bolognetta Sicilia Italia io sentivo nostalgia di rive-derla... Al mio arrivo a Palermo ho trovato mio fratello Salvatore con i suoi figli e spose… Caricate levaligie ci siamo inviate tutti per il nostro paese nativo Bolognetta, dove io sono cominciato la miavita dalla nascita fino a 38 anni della mia età. Durante il viagio da Palermo a Bolognetta vedevotutto cambiato. Dove prima eravano giardini di arance e limoni adesso vi erano cespugli ed imparteabbandonate, dove eravano campagne crude e roze adesso vi erano casini, fabbricate con villinidi fiore e pergole di uva. Mi sembrava tutto strano. Siamo arrivati a Bolognetta. La casa nostra doveio sono nato non più la riconoscevo. Ho trovato per il paese tutto cambiato, più moderno e bello:dei bei palazini, le strade ben fatte, la fonte dell’acqua. Veramente tutto il paese bellissimo, è statomesso come paese turista, figurate.

Tommaso Bordonaro, La spartenza (1988)

Strada e campagna dalla Rocca diVicari

Page 72: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

71

ANTONINO MARGAGLIOTTA

LA RICERCA NEL PROGETT0

Il progetto resta sempre lo strumento privilegiato per indagareil ruolo dell’architettura e la sua responsabilità etica e socialenei riguardi del territorio e dei suoi abitanti; assunto comemezzo di conoscenza e di interpretazione consente di riflet-tere sulla necessità e sul senso del fare, cioè sul ruolo e sullemodalità di intervento nei paesaggi della contemporaneità;come strumento operativo costruisce luoghi e dà forma ai bi-sogni dell’uomo e del territorio. In questa occasione, partendo dalla lettura del sistema e dimolteplici configurazioni ambientali, dall’analisi di particolariambiti e dall’interpretazione di alcuni fattori, il progetto intendere-interpretare i luoghi e conferire ad essi qualità e significato,definendo relazioni che corrispondano alle necessità e alleistanze della modernità che, nello specifico, possono contri-buire alla valorizzazione e alla ripresa della campagna, conle sue potenzialità culturali ed i suoi ordinamenti produttivi. Attraverso il progetto, dunque, si delinea una strategia di svi-luppo (oggi più che mai necessaria per la crisi che coinvolgei territori marginali nei confronti dei quali è indispensabile ela-borare nuovi modelli di crescita), ri-fondata sulla riorganizza-zione della campagna e sulle relazioni con l’ambiente,attraverso un’ipotesi, cioè, eco-compatibile. Questa inten-zione, però, non muove più dalle sole questioni economichee sociali o urbanistico-territoriali ma si avvia attraverso una ri-comprensione di tipo spaziale che solo il progetto di architet-tura è in grado di concepire ed attuare. L’intento (suggestivo e ambizioso) diventa, allora, quello di ri-pensare il territorio come un sistema che re-intepreta sestesso e, come scrive lo stesso Samonà, «coinvolge con l’a-gricoltura le attività connesse industriali e commerciali, il cuicomplesso aggiunge nuovi modi vitali a questo tipo di città inestensione».All’interno di una regia complessiva che offre una visione ge-nerale, che assume i cambiamenti in atto e si definisce attorno

a questioni prioritarie (il ruolo della campagna, i rapporti chele città innescano con il loro intorno, la presenza delle grandiinfrastrutture) i progetti promuovono un’azione di rivitalizza-zione dei centri urbani e delle campagne circostanti, ripen-sando ai temi della ruralità e dell’agricoltura, delle risorsenaturali e paesaggistiche, di quelle economiche e produttivedisseminate lungo l’intero ambito di studio. Sotto questa lucei progetti diventano occasione per dare senso alla nuova ur-banità diffusa, per definire brani di città, per legare le infra-strutture al paesaggio, per offrire ad un vasto e ricco bacinodi utenza non solo prodotti di una riscoperta filiera produttivalocale, ma anche servizi collettivi a scala sovracomunale, luo-ghi per la cultura, spazi per le attività turistiche, spazi per ilsostegno sociale del territorio, strutture atte a supportare unrinnovato uso agricolo della vasta campagna. Per il progetto di alcuni nodi emblematici, sono stati coinvoltidocenti di Università italiane e straniere, al fine di mettere aconfronto sensibilità, approcci, metodologie differenti, assu-mendo come ricchezza irrinunciabile i differenti punti di vista,da cui emerge la volontà di connettere le variabili in gioco cer-cando di delineare le questioni identitarie, di esplicitare le esi-genze di completamento delle realtà urbane cheinterferiscono con l’infrastruttura stradale da Palermo ad Agri-gento, di attribuire soprattutto valore alla campagna, tema pri-vilegiato per lo sviluppo economico del territorio e per ognipossibile trasformazione del paesaggio. Le singole soluzioni e i ragionamenti svolti sui nodi diventano,poi, esemplificativi per una procedura di carattere generale,dentro l’esteso paesaggio della campagna siciliana, intesacome sistema da riabilitare rispetto alle distorsioni e agli usiimpropri, alle espansioni edilizie che hanno contrassegnatola formazione della città diffusa, alle potenzialità inespresseo dimenticate.

Page 73: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

72

prog

etti

L’intricato nodo infrastrutturale viario di Villabate si caratte-rizza per un’interessante condizione di dualità di scala: allascala urbana, lo svincolo-rotatoria di ingresso a Villabate,dalla S.S.121 e dalla S.P.76, rappresenta la porta di accessoalla città; alla scala territoriale, il sistema costituito dallo svin-colo tra A19 e S.S.121 segna l’accesso al territorio metro-politano di Palermo. Gli ispidi profili delle Madonie - a sud - e l’orizzonte del Tir-reno - a nord - sono gli scenari su cui si misura questa eroicae espressiva geografia. Il degrado del paesaggio costruitodel margine urbano di Villabate, reso caotico dall’eteroge-neità del tessuto edilizio e da una costellazione di superfe-tazioni, determina una condizione di forte disorientamento.Il progetto, pertanto, prevede: 1) la semplificazione del pae-saggio urbano attraverso l’impiego di un unico materiale ve-getale (quinte uniformi e compatte di sempreverdi) cheridefinisce un sistema unitario di margini, profili e orizzontidel l’area dell’accesso alla città di Villabate; 2) l’introduzionedi nuovi elementi primari del progetto urbano: un nuovo com-plesso del mercato ortofrutticolo, in sostituzione di quello esi-stente e la nuova torre-silos polifunzionale, che si sostituiscealla fabbrica del mulino. Il primo elemento, orizzontale, defi-nisce il nuovo fondale dell’accesso alla città dalla S.S.121,configurandosi come porta di accesso al centro urbano diVillabate. Il secondo, verticale, corrisponde alla torre-silosdell’ex mulino: un landmark, riferimento territoriale che con-nota l’accesso alla città di Palermo, per chi proviene dallaS.S.121 e dall’A19; 3) l’introduzione di due nuovi dispositividi connessione urbana: il primo elemento, orizzontale, è unapergola che ristabilisce una relazione tra insediamenti di edi-lizia residenziale pubblica e la nuova centralità urbana diprogetto e articola un nuovo riferimento per il completamentodel tessuto urbano e edilizio esistente; il secondo, verticale,è una torre ascensore che connette dli insediamenti a vallecon il promontorio di Figurella, liberato dalle incongrue co-struzioni fuori scala di ville private, restituendo un giardinobelvedere alla collettività.

VILLABATE LA PORTA DI PALERMOBruno Messina, Università di Catania, Scuola di Architettura di Siracusacon Fabrizio Foti, Francesco Cacciatore collaboratori: Alessandra Candarella, Sebastiano Gange, Giancarlo Lamia

Page 74: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

73

Schizzi di studio preliminari.

Vista del progetto dallastrada di arrivo con nuovi in-terventi di riconfigurazionedegli edifici del mercato e delmulino.

B. M

essina

, Villab

ate

Page 75: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

74

prog

etti

Page 76: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

75

B. M

essina

, Villab

ate

Page 77: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

7676

Proporre come campo di riflessione di un interventoinfrastrutturale una città, per quanto piccola, comporta diricollocare il disegno stradale entro una proposta relativaall’intera struttura urbana e territoriale, riorganizzandone lagerarchia e le relazioni: solo così un interventoinfrastrutturale sviluppa le potenzialità intrinseche ,superando quella dimensione di abbellimento e minimadotazione di servizi per la mobilità con cui di solito èinterpretato. È al fine di valorizzare i caratteri strutturali e morfologici delleparti urbane, di introdurre aggiornate centralità, di svilupparela dimensione paesaggistica della struttura insediativa, dipotenziarne le relazioni territoriali che il progetto interviene. L’impianto seicentesco è considerato una parte urbana finitabenché incompiuta, la cui morfologia è largamenteidentificata dalla bella e costante sezione stradale,valorizzata attraverso la sua conservazione, cioè il ripristinodelle antiche salite laterali gradonate: il loro carattere,intermedio tra una sequenza di piccoli gradini semiprivati eun sistema di scalinate pubbliche, viene conservato,ricomponendo le gradinate e implementandone il disegnocon fioriere, sedili…Poiché sull’attraversamento della S.P. 77 gravitano lacittadina e le sue relazioni territoriali, si propone di attrezzarequest’infrastruttura come il viale di Bolognetta. Tuttavia ilviale non può sviluppare tutte le potenzialità tipiche di questofondativo elemento urbano a causa della sezione, deimanufatti che lo delimitano, della lontananza sia da alcunefunzioni e luoghi centrali, sia dall’affaccio sul paesaggio. Perquesto il nuovo viale incrocia un sistema di figure/spazicivici, che connettono la chiesa alla valle sottostante in unapasseggiata/molo pubblico, nel quale sono poste le funzionisociali e culturali, gli accessi al parco e alle nuove piscine.Questi due percorsi formano una crociera di centralità, cheintegra le preesistenze in nuove relazioni territoriali epaesaggistiche.

BOLOGNETTA LE INFRASTRUTTURE COME STRUTTURE URBANE E TERRITORIALISerena Maffioletti e Roberto Sordina, Università IUAV di Veneziacollaboratori: Federica Alberti, Francesco Paolo Testagrossa

prog

etti

Page 78: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

77

S. M

affio

letti e R. S

ordina

, Bolog

netta

Page 79: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

787878

prog

etti

Page 80: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

79

S. M

affio

letti e R. S

ordina

, Bolog

netta

Page 81: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

808080

prog

etti

Page 82: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

81

S. M

affio

letti e R. S

ordina

, Bolog

netta

Page 83: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

8282

L’attraversamento Palermo-Agrigento lascia scorgere inte-ressanti paesaggi che non valorizza. Il progetto propone uninsieme di sistemi segnaletici, fisici, telematici e alcune tra-sformazioni sostenibili del paesaggio che spingano alla cu-riosa penetrazione verso i territori. Date le interessantipreesistenze (Castello e Borgo di Cefalà Diana, Termearabe, R.N.O. Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella), oltre alcentro di Villafrati e al suo territorio, il progetto riguarda l’in-tero sistema: 1) l’ingresso all’area è caratterizzato da duetotem telematici (uno per ogni direzione di marcia) che, oltrea costituire un segnale visivo forte, trasmettitono informa-zioni multimediali, anche attraverso il sistema radio dell’auto;2) i totem colorati spingono il passeggero a fermarsi in unapiazzola dello stesso colore, da cui è possibile ascoltare ovedere su tablet o smartphone le informazioni trasmesse eindividuare, attraverso il meccanismo della realtà aumen-tata, i poli territoriali cui si può accedere con brevi tragitti; 3)dalla piazzola-belvedere è visibile ilgiardino labirinto QR-code, inquadrando il quale si ottengono filmati sulle attrattiveculturali, architettoniche, gastronomiche, di svago; 4) al vi-sitatore che si incammini verso Villafrati, al di sotto del ponte,si propongono muri colorati (quasi opere di land art) che se-gnano l’ingresso al paese; 5) il contesto paesaggistico èrafforzato dalla reintroduzione di essenze arboree locali(agrumi, viti, olivi) disposte con geometria ordinata, trasver-sale alla strada, rafforzata ritmicamente da filari di pioppi edeucalipti, alcuni dei quali diventano percorsi ciclo-pedonaliche, attraversando i giardini QR code; 6) il sistema dei muricolorati accompagna il visitatore verso il principale percorsodi attraversamento di Villafrati, riqualificato dal disegno uni-tario delle pavimentazioni, dall’introduzione di un sistema il-luminotecnico, di gestione automatica dell’accensione, ditelecontrollo, di colorazione variabile, fotovoltaico; 7) sigiunge quindi al Palazzo del Principe Filangeri, per il qualeil progetto rafforza le funzioni già presenti, assumendo ilruolo di polo culturale, di belvedere, di punto di partenza perle ulteriori escursioni sul territorio.

VILLAFRATI VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA DI INGRESSO E ATTRAVERSAMENTOVito Cappiello, Università Federico II di NapoliCollabotatori Stefania Brancaccio, Rosa Nave, Antonino Davide Siragusa, Pierluigi Turco

prog

etti

Page 84: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

83

nella pagina precedenteSchizzi planimetrici

dell’intervento.

in questa paginaa destra

Schizzo dell’accesso a Villafratidalla statale

in bassoEsploso assonometrico con i

layer dell’intervento.Effetti illuminotecnici.

V. C

appiello, V

illafrati

Page 85: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

848484

prog

etti

Page 86: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

85

nella pagina precedentein alto: schizzi di progettoal centro: totem telematici e giar-dino QR codein basso: muri land d’art di ac-cesso al paese.

in questa paginain alto:reimpinato essenze localisecondo geometrie ordinatrici in basso: rendere dei principalitemi dell’intervento.

V. C

appiello, V

illafrati

Page 87: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

86

Situata in posizione equidistante tra la costa tirrenica e il ca-nale di Sicilia, Lercara è il cuore di un paesaggio culturalecomposto da frammenti, paesaggistici e culturali, non strut-turati. NET MY (GREEN) WAY - da Lercara emigrò il nonno diFrank Sinatra - è la nostra proposta per la strada Palermo-Agrigento: una rete verde intelligente e partecipativa che tra-sformi la città di Lercara in un grande parco centralestratificato in paesaggi, usi e attività variabili nel tempo e col-legati al sistema di riserve naturali presenti nel territorio.Concepito come un Green Belt, il parco dovrà essere strut-turato in connessione con il tessuto urbano e agrario esi-stente, potenziando gli assi viari e, in particolare, l’assevalle-monte come una high street con offerta legata ai pa-lazzi storici, al commercio e alle attività tradizionali locali. Incima al colle Croce, il deposito d’acqua esistente può diven-tare un Centro d’Interpretazione del parco con visibilità nelterritorio.Il Green Belt avrà anche la funzione di:contenere lo Sprawl;promuovere una gestione sostenibile dell’acqua;stimolare attività intergenerazionali variabili nel tempo, ludi-che, turistiche e culturali (tradizioni locali, letteratura legataalla storia dei luoghi, alle miniere, all’emigrazione);collegare tra loro i frammenti di mosaici culturali esistenti: ilParco Archeologico del Colle Madore (catalizzatore urbanoper una parte di tessuto attualmente periferico), il Parco delleMiniere delle Zolfo con attività ludiche e culturali, il ParcoAgrario con attività produttive locali in reti eno-gastronomi-che, didattiche e di condivisione di orti urbani.Il successo della proposta dipenderà dalle scelte formali(che potrebbero ispirarsi alle geometrie cristallografiche ag-gregative dello zolfo che costituisce un elemento identitariodella zona) e soprattutto dalla gestione partecipata delle fasidi progettazione, realizzazione e manutenzione nel tempo,implicando, anche con l’uso di piattaforme digitali, gli agentipubblici e privati presenti nel territorio.

LERCARA FRIDDI MY (GREEN) WAY Graziella Trovato Moya, Universidad Politecnica de Madrid collaboratori: Victor Muñóz Sanz, Carlos Fernadez Salgado

prog

etti

Page 88: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

87

G. T

rova

to, L

erca

ra Frid

di

1. Centralità infrastrutturale.2. Centralità pasaggistica.3. Orografia e iconografia.

Page 89: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

88

1. Centralità infrastrutturale.2. Green Blet.3. Tessutos.

prog

etti

Page 90: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

89

G. T

rova

to, L

erca

ra Frid

di

1. Gates.2. Net Palazzi. 3. Main street.

Page 91: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

90

Aranda / Lasch and Matthew L.Scullin, Rules of six (2007).Strand Associates, Water tower.Zolfo.

prog

etti

Page 92: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

91

Sketch.W. Christaller, Das System derZentralen Orte.

G. T

rova

to, L

erca

ra Frid

di

Page 93: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

92

La filosofia del progetto si spiega con estrema efficacia at-traverso i concetti chiave del testo di Francesco Careri Walk-scapes. Camminare come pratica estetica (2006).Il camminare è la prima pratica di costruzione di un paesag-gio. Il camminare come forma simbolica che ha permessoall’uomo di abitare il mondo.Il percorso è la prima azioneestetica che ha penetrato i territori del caos costruendovi unnuovo ordine sul quale si è sviluppata l’architettura degli og-getti.Il PERCORSO come:atto dell’attraversamento [azione del camminare];linea che attraversa lo spazio [oggetto architettonico];racconto dello spazio attraversato [Struttura narrativa].È il percorso, quindi, il concetto attraverso il quale si è co-struito il processo d’interpretazione del ricco e complessopaesaggio di Cammarata e San Giovanni Gemini, con unapproccio multi-scalare (dal territorio all’oggetto), che neesplicitasse le relazioni articolate tra insediamento e infra-strutture, tra paesaggio naturale e produttivo, ossia ne evi-denziasse le eccellenze come paesaggio culturale: «Unpaesaggio, essendo un oggetto estetico, non è mai naturale,ma sempre culturale» (A. Roger, Paysage et Environne-ment: pour une théorie de la dissociation, 1994).WALK IN PROGRESS è un progetto a valenza architetto-nica e programmatica, che cerca di dare nuova evidenzaalle molteplici occasioni di relazione tra i diversi elementi dieccellenza, attraverso una proposta a elevato contenutod’immediata fattibilità: un’attenta interpretazione morfologicaha permesso di costruire, con pochi segni, nuovi equilibri for-mali e di senso tra tutti gli elementi presenti. Attraverso ilconcetto operativo di rete, Walk in progress si struttura sul-l’organizzazione di una fruibilità alternativa e articolata delterritorio che crei occasioni di (ri)scoperta del patrimonio cul-turale e naturale, la rivitalizzazione delle attività produttiveesistenti e opportunità per l’introduzione di nuove che per-mettano di prefigurare economie competitive fondate sulpaesaggio.

CAMMARATA GEMINI WALK IN PROGRESS Cesarina Siddi, Università degli Studi di Cagliaricollaboratori: Francesca Delunas, Silvana Carbone, Francesco Scrudato

prog

etti

Page 94: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

93

I diversi elementi di eccellenzasono rapportati agli assi infra-strutturali principali attraversouna rappresentazione matri-ciale che ne evidenzia con im-mediatezza alcuni datifondamentali per il progetto.

93

C. S

iddi, C

ammarata Gem

ini

Page 95: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

94

L’interpretazione morfologica a scala territo-riale ha permesso di esplicitare con estrema

chiarezza i caratteri e i rapporti tra elementi in-sediativi, le forme naturali, le trame produttivee infrastrutturali: la composizione trova le sueragioni su questo palinsesto, senza gesti auto-referenziati… Il paesaggio si offre al progetto

e attende che questo lo metta in luce…Masterplan.

prog

etti

Page 96: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

95

In forma programmatica e dia-grammatica la struttura e i con-tenuti della rete di percorsi. LaWIP MAP riassume la rete e isuoi valori rispetto alle diverseforme di fruibilità che il progettopropone.

C. S

iddi, C

ammarata Gem

ini

Page 97: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

96

PARKGRILL è la reinterpreta-zione del nodo SS189/SP26 at-

traverso il temadell’AUTOGRILL. Nuovi valorialla “sosta del viaggiatore” e

nuovo senso ai manufatti com-merciali presenti, che ora fanno

sistema con la piazza/parcoche si offre (anche) all’organiz-zazione di eventi per la promo-zione a km 0 dei prodotti del

paesaggio circostante.

prog

etti

Page 98: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

97

La definizione architettonica sifonda sull’uso di materiali eco-nomici e naturali: terre stabiliz-zate con opportunepigmentazioni cromatiche cherendano chiare e sicure le di-verse percorrenze, allestimentiminimali che garantiscono ilconfort della fruizione (segnale-tica, sosta, …), materiali vege-tali che completano eri-compongono la vegetazioneesistente.

C. S

iddi, C

ammarata Gem

ini

Page 99: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

98

Aragona è li, alla fine del viaggio. Del lungo viaggio che dalmare italiano, il Tirreno, ci porta al mare africano. Verso Agri-gento, di cui Aragona è quasi una porta, a soli 16 km in linead’aria. I luoghi sono fatti dalle persone che ogni giorno li abi-tano, li animano. Ma quando un luogo si spopola e non è piùtestimonianza dell’accadere, cosa diventa? Questa è oggiAragona. Invisibile, seppure geograficamente visibilissima,collocata sui declivi del Monte Belvedere. Un ossimoro perla città d’Italia con il più alto spopolamento ed emigrazione.Triste primato dei nostri giorni. Abbandonata, ma bellissimaancora, degna e nobile nelle sue mille crepe.Qui città e paesaggio intrattengono un rapporto figura-sfondo, un gioco di piani visivi nel quale non si riconosce ilprotagonista. Perché Aragona, come scriverebbe Calvino,«si distingue meglio in lontananza». Se l’ubicazione topo-grafica è coerente alle scelte della fondazione, l’architetturaè condizionata dalla configurazione, un’opposizione arche-tipa alto/basso. Come dunque pensare una porta per Ara-gona? Già in molti, troppi, si sono allontanati dalla città: adAragona oggi bisogna fare ritornare. E chi mai? turisti? cu-riosi? giovani o vecchi? Il progetto si fa carico di queste domande. Il rapporto tra lucee ombra è fortissimo: il sole incendia un paesaggio forte perla luce ma morbido nelle linee, che ricorda la Sicilia dise-gnata da Guttuso. Al paesaggio guarda il progetto, defi-nendo una semplice linea di piantumazione a palme cheindica dalla statale che qualcosa sta accadendo, un land-mark arboreo regola l’avvicinarsi dalla S.S. 189. Un paesag-gio suggestivo, impossibile dalla strada da guardare conattenzione.Un punto di osservazione diviene necessario per cogliere ladolcezza delle colline, la città sullo sfondo, l’orizzonte. Il pro-getto individua una sosta, usufruendo del plateaux artificialesullo snodo tra le infrastrutture, strada e ferrovia. I colorisono quelli esistenti, calcare solferino, argilla, fango, le formeappartengono al luogo, maccalube, sconnessioni, frattali.

ARAGONA VERSO IL MARE AFRICANOChiara Visentin, Università degli Studi di PisaCollaboratori: Francesco Bortolini, Gianni Geraci

prog

etti

Page 100: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

99

Ora vedeva in alto il Castello, chiaramente stagliato nell’aria limpida (...). K. seguitò il cam-mino, con gli occhi fissi al Ca-stello; null’altro lo interessava. Franz Kafka, Il Castello.

C. V

isen

tin, A

rago

na

Page 101: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

100

prog

etti

Page 102: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Il progetto immagina una civiltàdi spazi da percorrere, per lagente, citando l’intorno. Un av-vicinarsi a quelle preesistenzeambientali di rogersiana memo-ria che leggono il luogo comecompresenza di esperienze, fa-cendosi condurre da una poe-tica minimale per una nuovapossibilità di interpretare qual-cosa di straordinariamente sug-gestivo quale è il paesaggiosiciliano.

C. V

isen

tin, A

rago

na

Page 103: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

102

1. Villabate. Residenze e servizi tra strada e autostrada2. Belmonte Mezzagno. Definizione del perimetro urbano tra co-struito e spazi per l’agricoltura3. Misilmeri. Parco agrario e servizi lungo l’asta del torrente Sant’An-tonio4. Bolognetta. Risignificazione del parco esistente tra margine ur-bano e SS 1215. Marineo. Stazione di sosta per il turismo alternativo e landmarksulla strada6. Baucina. Orti urbani tra margine costruito e SS 1217. Villafrati. Residenze nel verde tra città e SS 1218. Cefalà Diana. Nuovo svincolo della SS 121 e sistemazione dell’a-rea commerciale9. Mezzojuso. Belvedere sulla valle e definizione del margine urbanoverso la SS 121.10. Campofelice di Fitalia. Attività culturali e turismo alternativo nel-l’antica Masseria Fitalia11. Vicari. Riconversione di edifici dismessi per la vendita di prodottia kilometro-zero 12. Roccapalumba. Stazione di sosta per il turismo alternativo elandmark sulla strada13. Lercara Friddi. Orti urbani tra margine urbano e SS 18914. Castronovo. Centro per la commercializzazione dei prodotti agro-alimentari dei comuni dell’Alto Platani15. Cammarata Gemini. Valorizzazione della vecchia statale e cen-tro termale all’Acqua Fitusa.16. Cammarata Gemini. La città del tempo libero: riorganizzazionedell’area commerciale17. Casteltermini. La città dello sport nell’area dell’ex Montedison18. Acquaviva. Centro visitatori del parco fluviale del Platani nell’exstazione ferroviaria19. Mussomeli. Parco agrario e nuovi servizi sul margine urbano20. Sutera. Stazione di sosta per il turismo alternativo e landmarksulla strada21. Campofranco. La città sulla strada: ri-composizione del villaggioFaina22. Comitini. Museo dello zolfare nell’ex stazione ferroviaria23. Aragona. Parco agrario e valorizzazione dell’ingresso alla città24. Favara. Definizione dell’area industriale Aragona/Favara/Agri-gento lungo la SS 189.25. Arrivo ad Agrigento. la stazione degli autobus

Facendo confluire gli argomenti della ricerca nella didattica,i temi della città in estensione e della campagna urbanizzatasono diventati, nell’a.a. 2012-13, occasione di studio e diesercizio sia nel Laboratorio di Progettazione architettonica2 del Corso di Laurea in Ingegneria edile - Architettura di Pa-lermo sia nel Laboratorio 5 di Progettazione architettonicadel Corso di Laurea in Architettura di Agrigento. Il lavoro e l’impegno degli studenti hanno consentito la rico-gnizione sistematica e la descrizione del vasto territorio de-finito dalla strada tra Palermo e Agrigento, in cui si sonoindividuati e approfonditi i caratteri della campagna e le re-lazioni con i centri urbani minori.L’attenzione si è concentrata, soprattutto, in quegli ambiti incui sono ancora oggi presenti spazi destinati all’agricolturacompromessi dalla espansione incontrollata della città, cre-sciuta senza regole e attratta dalle infrastrutture viarie ascala territoriale.L’azione didattica, al di là dell’esito delle soluzioni propostedagli allievi, assevera le finalità della ricerca che ha definitocriticamente alla grande scala una visione generale entrocui i progetti si sono poi avviati a partire dalle problematicitàe dalle vocazioni dei luoghi, dalle relazioni tra la campagnae le infrastrutture, dai rapporti tra le città e i loro margini. Il risultato è un unico progetto che definisce polarità diffusenell’ampio territorio, dentro il quale si definiscono presidii chesi dispongono come fonte di consapevolezza della presenzarurale e, nello stesso tempo, diventano occasione per spe-cializzare la campagna (con servizi ambientali, ricreativi eculturali; attrezzature a scala sovracomunale; luoghi la va-lorizzazione del paesaggio e del turismo alternativo), per de-finire brani di città, per dare senso alla nuova urbanitàdiffusa, per legare al paesaggio le infrastrutture presenti edi nuova previsione.I progetti attualizzano il pensiero e i risultati esprimono unastrategia che rende il progetto di architettura consapevole dipoter immaginare e organizzare una ipotesi di sviluppo del-l’intero territorio.

PROGETTI DIDATTICI TRA PALERMO E AGRIGENTOAntonino Margagliotta Università degli Studi di Palermo

Laboratorio di Progettazione architettonica 2 (Palermo)collaboratori: Fabio Sedia, Francesco Paolo Testagrossa

Laboratorio 5 di Progettazione architettonica (Agrigento)collaboratori: Antonino Siragusa, Pietro Turco

prog

etti.

Page 104: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

103

1 Villabate. G. Bonfardeci, A. D’amore, R.Rizzuto, V.Sofia2 Belmonte. C. Di Laura, G. Inchiappa, S. LoMauro3 Misilmeri. A. Castrogiovanni, A. Bondì, C. Lo Forte, G.Princiotta 4 Bolognetta. G. Canalicchio, P. Corrado, I. Ingardia

3

1 4

2

Labo

ratorio

di P

roge

ttazion

e Architetto

nica

II-Palermo

Page 105: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

104

5 Marineo. L. Caleca, M. Cutrì, C. Lo vecchio6 Baucina. R. Marinaro, S. Piazza Palotto, G.Barone7-8 Villafrati. A. Calabrese, L. Li vecchi, F. Vallone

Cefalà. M. Bilello, C.Caldarella, E. Cascino

7-8

6

5

prog

etti

Page 106: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

105

9 Mezzoiuso. Y. Alogna, G. Caravello, A.D. Ilardi10 Campofelice. P. Borruso, S. Polizzi, R.Raimondi11 Vicari. L. Rappa, G. Romeo, E. Suca-meli

Labo

ratorio

di P

roge

ttazion

e Architetto

nica

II-Palermo

9

11

10

Page 107: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

106

12 Rocapalumba. D. Cappellano, D. Dones, S. Pagnotta13 Lecara Friddi. T.E Agliata, A. Calvaruso, E. Civiletto14 Castronovo. D. Giardina, C. Di Maggio, L. Manno

12

13

14

prog

etti

12a

12b

Page 108: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

15 Cammarata Gemini. A.Tomasino,A.Parisi, A.Perez16 Cammarata Gemini. I. Centinaro,C. Lo Cicero, S. Monzù17 Casteltermini. L. Battaglia, A. Cal-varuso, V. Majorana, S. Torregrossa

107

Labo

ratorio

di P

roge

ttazion

e Architetto

nica

II-Palermo

15

16

17

Page 109: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

108

18 Acquaviva. M. Ardizzone, A.De Carolis, G. Maggio19 Mussomeli. A. Di Perna, M. E. Favata, M.Karra20 Sutera. A. Baudo, A. Natoli, C.Spina21 Campofranco. S. Curcio, A. Giordano, A. Sunseri

18

19

20 21

prog

etti

Page 110: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

22 Comitini. D. Giancola, G. Triolo, O. Salvo 23 Aragona. D. Di Franco, F. Di Salvo, V. Peritore24 Favara. A. Leone, C. Inzerillo, D. Piazza, M. Provenzano

109

Labo

ratorio

di P

roge

ttazion

e Architetto

nica

II-Palermo

22

23

24

Page 111: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

110

25 M. Molinari 26 A. Hadi 27 S. Lo Bello 28 G. Lentini29 R.Gioia 30 S. Di Maggio 31 R. Bevilacqua 32 A. M. Iacono33 R. Requirez 34 V. Vassallo

25

26

27

28

29

prog

etti

Page 112: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

111

Labo

ratorio

di P

roge

ttazion

e Architetto

nica

v-Agrigen

to

30

31 32

33

34

Page 113: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Alle otto e mezzo il sole fu in ogni parte della Sicilia il più limpido eallegro che si fosse avuto almeno da un anno, e due che sembra-vano un altro padre e un altro figlio si trovarono a svoltare lungo latesta di un vallone che si apriva, in un fuggevole scorcio, verso unterritorio sterminato. Il padre teneva il figlio per la mano, se lo ti-rava dietro… e il padre si fermò dinanzi all’improvvisa visione perdire al figlio: «Ora entriamo nella terra di Canaan…».

Elio Vittorini, Le città del mondo (1969)Campagna nella Valle dell’AltoPlatani (Aquaviva)

Page 114: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Difficilmente questo scritto avrà la pretesa di trarre conclusionidefinitive vista la complessità delle questioni aperte e la molte-plicità delle argomentazioni affrontate, come del resto testimo-niano l’articolazione ed i contributi del libro. Le stesse propostedi progetto, elaborate da docenti di università italiane e stra-niere, non intendono fornire soluzioni risolutive ma si offronocome riflessioni che evidenziano le variabili in gioco ed il ruolodel progetto di architettura come strumento critico di cono-scenza e interpretazione della realtà presa in considerazione.A maggior ragione, le elaborazioni progettuali degli studentisono da considerare come spunti per delineare le relazioni trale specificità del sistema ed una visione generale. Tuttavia, lavastità dei temi e del territorio indagato hanno consentito di de-lineare un processo ed un percorso: prefigurando obiettivi etracciando una metodologia, infatti, la ricerca si presenta comeun contributo aperto ad altre potenziali considerazioni; a suavolta, propone una riflessione sul ruolo della Composizione ar-chitettonica in ragione allo sviluppo (economico, culturale e so-ciale) di un territorio, a partire dalla rivalutazione erivitalizzazione della campagna agricola: un tema affascinanteper il progetto che si interroga sulle problematicità del presentee su un possibile futuro.1

In questa prospettiva, la metodologia per il progetto ripensa ilrapporto tra architettura e contesto, cerca di comprendere finoa che punto l'architettura possa estendere il sistema delle suerelazioni nel territorio e quale sia la misura della sua intrinsecacapacità di modificazione. Il concetto di città in estensione di-venta, in tal modo, un approccio per produrre esiti qualificantisul territorio contemporaneo, poiché consente di operare su si-stemi: il dilagare dei fenomeni che hanno distrutto l’ambiente ela qualità dell’ambiente (costruito e naturale) impone che si ra-gioni su aree vaste per elaborare macro-visioni; forse questa ècondizione necessaria per definire nuovi equilibri formali e rag-giungere obiettivi evidenti, duraturi, in grado di generare altretrasformazioni. La possibilità di operare sul territorio esteso di-venta, quindi, premessa di metodo e di operabilità del progetto,riconoscendo che i territori frammentati, le risorse puntuali

(anche di grande valore) non sono in grado (e forse non lo sonostati mai) di generare processi; solo l’ipotesi di una riqualifica-zione spaziale a grande scala, la determinazione di una rete ofiliera con nodi reali (che sono luoghi e sono spazi, che ricon-ducono poi a operare sui micro-paesaggi) che concatena e ina-nella tutte le azioni e le potenzialità potrà prefigurare una nuovaspazialità e favorire la rigenerazione economica, la crescita cul-turale, l’assunzione di una nuova consapevolezza sociale. Attraverso il concetto di città in estensione di Giuseppe Sa-monà la ricerca ha avviato una ipotesi di rivitalizzazione deicentri urbani e delle campagne circostanti, ripensando al ruolodell’infrastruttura stradale, ai temi della ruralità urbana, alla va-lorizzazione dell’agricoltura, delle risorse naturali, di quelle eco-nomiche-produttive esistenti. Il progetto è stato pertantoassunto per determinare una visione strategica che dà formaallo sviluppo del territorio esplicitandone vocazioni culturali,economiche e ambientali.La dimensione geografica dell’ambito territoriale (composto daun succedersi di campagne e di piccole città, che la strada Pa-lermo-Agrigento aggrega e organizza in sistema) consente diparlare in termini di paesaggio ed ha reso possibile l’esplora-zione e la descrizione di una varietà di situazioni spaziali, cheregistrano la geografia ambientale e urbana della Sicilia: su unalinea di circa 120 chilometri, circa 30 centri abitati sono con-nessi tra loro e al territorio più esteso in cui si individuano diffe-renti densità urbane e intensità di urbanizzazione, spazi digrande naturalità in cui predomina la campagna (a volte colti-vata a volte abbandonata), ambiti che sono l’espressione dellacontaminazione e della perdita della identità: la ricostruzionegrafica del sistema, con solo i segni del costruito, restituisceuna via lattea dotata delle sue costellazioni!2

La crisi dell’agricoltura e l’abbandono della campagna, la di-spersione delle città e l’assunzione dei caratteri della periferianei territori extra-urbani, l’eccessiva antropizzazione e l’inse-diamento di attività artigianali-industriali (avviate per pocotempo e presto abbandonate disseminando rottami in prossi-mità del nastro della strada e nella campagna), il proliferare di

ANTONINO MARGAGIOTTA

VERSO UNA NUOVA CITTA�

113

Page 115: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

114

conc

lusion

i

linguaggi incoerenti, hanno reso questo paesaggio complesso,frammentato e incoerente, spesso luogo della disgregazione edella perdita di forma. In tale scenario s’inserisce l'interesse perdifferenti fenomeni, che l’architettura ha inteso significare e ri-mettere in questione attraverso l’elaborazione di un paradigmaurbano:- gli insediamenti urbani considerati minori, sia in ordine allestrategie gerarchiche legate all'uso e al consumo del territorio,sia per le ridotte capacità attrattive legate alle attuali condizionieconomiche e occupazionali; molti di questi stanno perdendola propria capacità organizzativa sul territorio anche per la pro-gressiva diminuzione di popolazione e per l'indebolimento dellerelazioni spaziali interne ed esterne;- le infrastrutture esistenti, che costituiscono importanti organi-smi capaci di coinvolgere e dare struttura al contesto territoriale;rappresentano segni autonomi che si estendono in paesaggipotenzialmente a prevalente connotazione agricola e/o natu-ralistica; come catalizzatori, hanno la possibilità di configurarsicome strumenti di intersezione contestuale;- la campagna che riacquisisce la funzione strutturante deinuovi paesaggi e della dimensione economica, sociale e cul-turale del territorio.In questo scenario, la nuova progettualità si oppone alle fram-mentazioni e alle gestioni autoreferenziali (cui peraltro inducel'attuale congiuntura economica) e si avvia a partire dalla presadi coscienza della crisi dello spazio e dalla necessità della ri-composizione dei paesaggi; il progetto svela e utilizza le regolesuggerite dalle tracce presenti (o latenti) nel territorio e rimettetutto in movimento, come del resto l’immagine della strada, maanche della città stessa, suggeriscono. Le operazioni architet-toniche, a sostegno delle città sono indirizzate a definire branidi città, intervenendo sulle configurazioni di margine (per ac-cordare-raccordare l’edificato alla campagna) e a ricontestua-lizzare i localismi, in modo che ciascuna città possa definire unparadigma che ne esalti la specialità, che può essere poi as-sunta come attrattività dentro il sistema; un ruolo importantel’architettura lo svolge nel rappresentare l’identità e la memoria

dei luoghi i luoghi nella valorizzazione delle risorse storico-ar-tistiche che arricchiscono il presente attingendo al passato. Le operazioni riguardanti la campagna si finalizzano alla rior-ganizzazione in termini di produzioni e di spazio, per cui sirende necessaria una capacità del territorio ad accogliere pro-cessi diffusi e moderni nel campo dell’agricoltura, per recupe-rare le aree agricole e ridare vigore e valore alla terra inrapporto alle vocazioni degli ambienti naturali. I benefici sa-ranno economici, culturali e sociali ma produrranno anche be-nefici sulla salvaguardia dei sistemi idro-geologici, dato che ildegrado del suolo è causato dall’abbandono e dalla scomparsadelle coltivazioni tradizionali; si entra così nell’ambito dellagreen economy che rappresenta un «modello di sviluppo eco-nomico e sociale imperniato su un paradigma produttivo chefa perno sulla creatività, sull’intelligenza e sulla bellezza, pre-miando chi investe su conoscenze, nuove tecnologie, capitaleumano, innovazione». Un tema chiaramente diventato di ampiacondivisione che, continua infatti il giornalista Giovanni Valentini«può anche essere una risposta alla crescente domanda glo-bale di valori e di equità innescati dalla crisi, alla ricerca di unanuova sobrietà contro il consumismo senza limiti e la finanzasenza regole».3 In questo modo l’uomo è ritorna a inventarenuove forme organizzative e si oppone allo spreco (che ha in-vece contrassegnato spesso la sua azione) mentre la terra che,attende di essere coltivata, torna a produrre. L’architettura sirende presente per rivalutare le filiere produttive della tradizioneagricola e le nuove economie (che peraltro in questi territori of-frono produzioni di eccellenza nel campo caseario, vinicolo,nella zootecnia biologica, in attesa di uno sguardo attento chele metta a sistema), oltre che per valorizzare il paesaggio na-turale, per un turismo consapevole e sostenibile sapendo chela qualificazione dell’offerta dipende dalla qualità degli spazi.Ci sono, quindi, i temi per dare senso alla nuova urbanità dif-fusa (da strutturare in rapporto al paesaggio agricolo e alle in-frastrutture) che implicano operazioni di sottrazione (pereliminare, ad esempio, quanto di superfluo, inutile o inutilizzatosi è nel tempo accumulato nel territorio), di riciclo delle aree e

Page 116: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

delle strutture abbandonate o non conciliabili alle nuove visioni,di delimitazione e di concentrazione di quanto si oppone allacampagna (ma che tuttavia necessita al territorio) come le areeper attività artigianali e industriali, che bisogna riferire ad unascala intercomunale. Questa dimensione rimanda anche allaquestione dei servizi che se per un verso si dispongono comepresidii della presenza rurale, per altro si situano (in rapportoalle vocazione dei luoghi) come attrezzature a sostegno del ter-ritorio vasto. Resta infine il bisogno di fare spazio alla natura.In questo modo l’architettura cerca di costruire un grande rac-conto (come l’idea stessa del saggio di Samonà suggerisce):la strada trasforma la campagna e le innumerevoli piccolerealtà urbane in una città in estensione, assumendosi l’impor-tante funzione di connettere, di facilitare la mobilità, di garantirel’accessibilitàLa visione conduce verso una nuova città, che non è lo spaziofisico di una struttura densa e nemmeno quella discontinua,frammentaria e labile che contrassegna molte realtà territorialicontemporanee; è una città puntuale con densità diverse, chenel sistema diffuso emerge poi laddove lo scambio e gli ele-menti di forza diventano visibili; è anche espressione della mo-derna stanzialità in cui i termini di continuità/discontinuitàdell’abitare sono messi in discussione e trovano nuove solu-zioni dato che gli abitati hanno perso valore in rapporto agli abi-tanti che, del resto, la mobilità spinge fuori dalle città: la facilitàdi movimento e l’accessibilità, che la strada e le moderne tec-nologie, consentono, favoriscono la fruizione di servizi qualifi-cati distribuiti per l’intera sua estensione.La nuova città che si percorre da Palermo ad Agrigento diventauna visione che rivaluta (spazialmente, culturalmente, econo-micamente) il territorio interno e si oppone alla tendenza cheprivilegia gli insediamenti nelle aree metropolitane e nelle fascecostiere, che rappresentano dei processi che impoveriscono emarginalizzano le aree interne; semmai rafforza i centri minoriche garantiscono condizioni del vivere a contatto con la cam-pagna e con la natura, con assenza di inquinamento, costi divita contenuti, facilità di relazioni, finanche forse maggiore se-

renità; senza contare che la nuova città, nonostante sia fondatasul movimento, radica la gente alla propria terra.4

La nuova città è una polis che esprime i vincoli di una nuovasocialità e, pertanto, spazio di relazione che pretende nuovetecniche di gestione, anche di tipo spaziale, e di una innovativagovernace in cui si annulla l’artificiosità e labilità dei confini(anche quelli amministrativi che condizionano dal punto di vistadella burocrazia e di una distorta cultura campanilistica), superal’approccio localizzato e induce alla dimensione collettiva attra-verso la forma della complementarietà: la nuova città è spaziodi condivisione delle risorse e il luogo dell’interazione in cui sicondivide e si compone quanto di meglio ciascuna realtà di-spone. La nuova città non potrà certo avviarsi senza l’interessee il coinvolgimento dei decisori politici, degli operatori economicie sociali, con i responsabili della programmazione comunitaria.Tuttavia l’architettura, orientando su cosa ci si debba occuparee su come si possa agire, con la specificità del saper mettereinsieme, è in grado di costruire la crescita del territorio.

115

A. M

arga

gliotta

e G

.F.Tuz

zolin

o, Verso

una

nuo

va città

1 François Lyotard esprime la diffi-coltà della cultura contemporaneaa pensare al futuro nella «fine deigrandi racconti». Cfr. F. Lyotard, Lacondizione postmoderna, Feltri-nelli, Milano 2001.2 La strada, in effetti, non ha gene-rato filamenti urbani (come li defini-sce il demografo Hervé Le Bras) néeffetti di rurbanizzazione, quell’edi-ficazione della campagna, cioè,che determina l’attraversamentocontinuo di paesaggi costruiti. Nonpresenta neanche i caratteri dellungo viale urbano, tema di pro-getto e di ricerca avviato da Pa-squale Culotta sin dagli anni ’80(Un viale urbano di 120 km). Unacapacità urbanizzante la stradal’ha assunta in corrispondenza deicentri maggiori ed ha esercitato

un’attrazione insediativa nei con-fronti delle attività terziarie, in cercadi delocalizzazioni o di proiezionecommerciale di tipo territoriale. 3 G. Valentini, in “La Repubblica” 3ott. 2013, p. 21. 4 Altre due volte la storia della Siciliaha vissuto trasformazioni dei terri-tori interni che ne hanno poi con-trassegnato le vicendeeconomiche e spaziali. Il recuperodell‘agricoltura e delle risorse natu-rali durante la dominazione arabaportò, infatti, alla utilizzazione deiterritori interni, alla organizzazionedella campagna e alla costruzionedelle strade; a sua volta, la politicaspagnola delle città di fondazionedei secoli XVI-XVII determinò il po-polamento e lo sfruttamento siste-matico delle campagne.

Page 117: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

116

conc

lusi

oni

Stralcio dell’ortofoto della Sicilia

Towards a new city

From the peculiarities of the route system stretching betweenPalermo and Agrigento, the book leads the discussion towards amore generalized strategy intended for the spatial reorganizationof the territory which also includes the idea of development. Thegreat extent of the subject under study provides for the defi-nition of intervention methods which help reconsidering the re-lationships between architecture and its context, try to determinethe extent to which architecture may develop its relationship sy-stem within the territory and understand the nature of its intrinsicmodifying abilities.Within this scenario, it has been developed a study of different phe-nomena that the architectural project has intended to signify andre-question: the urban centres considered as minor; the existinginfrastructure that constitute important organisms able to involveand structure a wide territory; the countryside that gets back itsstructuring function not only in terms of new landscapes, but alsoas regards the economic, social, and cultural dimension of the ter-ritory.The concept of the city in extension is the instrument through whichqualifying effects are produced in the contemporary territory: thespreading of phenomena which destroyed the rural countryside aswell as the quality of the environment (both, built and natural one)requires that large systems should be applied in order to developmacro-visions whose different complications and problemsimply multiple disciplinary contributions; while the extension of theterritory which is subject to modification processes is the require-ment needed for the achievement of evident and long-lastingobjectives which are also able to generate other transformationprocesses. The macro- vision therefore, also includes the possibi-lity of working on the micro- landscapes which bring architecturescale back to the normal concept of place and operability.

Page 118: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

ICONOGRAFIA E CARTOGRAFIA

117

Se la strada è l’infrastruttura che dà origine ad alcune dinami-che delle trasformazioni, il paesaggio può essere consideratocome l’altra infrastruttura che tiene insieme tutto quanto sta nelterritorio. Anche se è un paesaggio mutevole e stratificato (dicui alcuni contributi e le citazioni letterarie che cadenzano illibro hanno aiutato a conoscere la complessità), dato che in Si-cilia esso è un palinsesto plurale, con la sua variabilità morfo-logica, le differenti culture e colture stratificatesi nel tempo, gliinflussi e le sensibilità diverse…Resta ancora un’altra descrizione da fare attraverso sequenzedi immagini, con sovrapposizioni o sovraimpressioni (di temi edi tempi) che, quasi come dei layers, offrono una visione delterritorio e del paesaggio fisico, storico e culturale: le modifi-cazioni della strada, i segni della viabilità, la superficie tetto-nica, i solchi dei fiumi, il manto vegetale, gli insediamenti isolatie quelli collettivi, le trasformazioni delle città-paese, le ormeimpresse dalla storia, le architetture... Ogni immagine-mappa-layer è supportata da elementi precedenti, con una relazionedi causa che offre ragioni di comprensione. Le immagini (originali o rielaborate, molte frutto dello studio edelle indagini d’archivio) restituiscono un paradigma del terri-torio siciliano e, certamente, di altre situazioni del vivere e del-l’abitare contemporaneo. Come ogni ritaglio è frammento diuna realtà più estesa, così l’intera descrizione diventa metaforadi una realtà più ampia: del resto la Sicilia, ha suggerito Leo-nardo Sciascia che in questi luoghi è nato, è essa stessa me-tafora del mondo. A loro volta i centri urbani, con le rispettivecampagne, costituiscono una campionatura di città del mondo,prendendo a prestito il titolo del libro in cui Elio Vittorini, attra-verso un viaggio nei paesaggi e nelle piccole città dell’Isola,costruisce una mappa della Sicilia alla ricerca di un ideale dibellezza. La bellezza che oggi è necessario ritrovare o, più probabil-mente, ri-costruire.

Page 119: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Carta stradale della Sicilia (1865).Isola di Sicilia (primi anni del ‘900).Road Map Sicily - U.S. Army (1943).Carta stradale della Sicilia (1968).

Nella pagina seguente.Unione tavole Carta della Sicilia -Samuel von Schmettau (1719-1721).Elaborazione Carta d’Italia 1:50000(1973).

118

Page 120: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 121: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

120

appa

rati

Page 122: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 123: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

122

appa

rati

Strade e città-paese Strada ferrata

Page 124: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Icon

ografia

e cartografia

Masserie, mulini, insediamenti agricoli Preesistenze archeologiche e storiche

123

Page 125: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

124

appa

rati

Paesaggi agrari Paesaggi naturali, parchi, riserve

Page 126: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

La città dispersa Struttura capillare delle strade

Icon

ogra

fia e

car

togr

afia

125

Page 127: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

126

MISILMERISviluppatosi sulla direttrice dell’antica strada,ha una tradizione di campagna fatta di orti egiardini (permane ancora la memoria.Ancora oggi ha economia agricola i cuiprodotti principali sono olive, fichidindia,ortaggi, kaki (portato dal botanico F. Cupaniche nel nel 1692 impianta a Misilmeri l’HortusCatholicus. La presenza del fiume Eleuterio edella originale produzione agroalimentarerende possibile ridisegnare i margini urbani ela campagna circostante con un parcoagrario dominato dal Castello dell’Emiro.

VILLABATECittà esplosa dell’area metropolitana diPalermo, di cui può essere considerata unaporta. Subisce la presenza dell’infrastruttura(nel frattempo diventata autostrada) ecostituisce un’area di svincolo ed accesso alcapoluogo. È ancora possibile tentare laricostruzione del paesaggio con l’uso didispositivi vegetali e con il disegno delleconnessioni al sistema agrario della Concad’Oro e del Golfo di Palermo. Necessità dilimitare l’edificazione e di riconfigurarespazialmente il nodo infrastrutturale.

appa

rati

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Page 128: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

BELMONTE MEZZAGNOVanta produzioni agricole di uliveti,mandorleti, vigneti e seminativi. L’abitato,che come comunità organizzata nasce nel1752, presenta comparti regolari su tramaviaria ortogonale. La condizione attuale èquella di centro agricolo ulivi, mandorle emandarini della valle del Landro e di luogoresidenziale per i pendolari del terziarioverso l’area metropolitana di Palermo.Appare necessaria la riqualificazionespaziale delle aree di recente espansionecon una netta delimitazione dalla campagna.

Icon

ografia

e cartografiaBOLOGNETTA

Città di fondazione (fino al 1882 chiamataOgliastro) si è cresciuta seguendol’andamento della strada rotabile (divenutanel tempo il principale asse urbano) e lungola quale si è estesa la zona industriale ecommerciale. Appare oggi necessario unsistema di connessione tra vuoti urbani,piazze e campagna. Un importante ruolo diraccordo può assumerlo il verde pubblicoesistente, tra margine costruito einfrastruttura stradale per nuove attrezzaturea scala territoriale.

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

127

Page 129: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

128

BAUCINADi fondazione moderna (1624), la campagnaproduceva grano, orzo, olio, vino, lino epascolo per il bestiame; ma il maggiorecommercio di esportazione riguardava ilfrumento e l’olio. Anche oggi il territoriopresenta una economia esclusivamenteagricola e zootecnica. La presenza dinumerose fasce coltivabili offre la possibilitàdi incentivare i giovani a condurre una attivitàagricola (sfruttando anche l’aiuto dellapopolazione locale anziana) per una finalitàche è economica e sociale.

MARINEOCittà di antica origine il cui impiantomedievale si forma intorno alla Rocca, su cuisorge il castello e che determina lamorfologia e lo sviluppo successivo. Ilterritorio ha posizione strategica per laprossimità alla Riserva N.O. Bosco diFicuzza (con la reggia borbonica), al Boscodel Cappelliere (con Rocca Busambra).La vocazione turistica impone, all’internodello spazio urbano, la valorizzazione dellearchitetture storiche; nella campagna piùprossima piccole strutture ricettive.

appa

rati

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Page 130: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

VILLAFRATICittà di fondazione sorta intorno ad un’anticamasseria, è oggi a contatto con la strada,anche se quest’area (su cui si sono insediatele attività terziare) appartiene al comune diCefalà Diana. Le recenti espansioni hannotradito l’impianto urbano a scacchiera conrigidi e chiari allineamenti e la stessacampagna per cui è necessario riconfigurarei margini e le connessioni con la strada: unruolo lo assumono i percorsi che definisconoorti e spazi verdi, intercettando direttrici eluoghi della struttura urbana.

Icon

ografia

e cartografia CEFALA’ DIANA

Ricordata dal geografo arabo Edrisi, nascecome luogo fortificato a protezione dellacampagna. Il centro urbano ha una strutturageometrica proporzionata sul quadrato dellapiazza principale. Sul paese e sullacampagna (la cui coltivazione ha garantitoun paesaggio incontaminato), si ergono iresti del castello. Nelle vicinanze sono iBagni Arabi, forse l’unica architettura fatimitarimasta in Sicilia. La nuova progettualitàrimanda alla valorizzazione del patrimonioarchitettonico e delle produzioni locali.

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

129

Page 131: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

130

CAMPOFELICE DI FITALIAFondata agli inizi dell’800 (un antico borgoancora esistente è documentato già nel1093) in un territorio fertile (il termine fitaliaindica in greco una terra fruttifera) haautonomia amministrativa dal 1951. La crisidella campagna ha causato una pesanteemigrazione e l’abbandono. La rivalutazionedel paesaggio agricolo (riprendendo latradizione produttiva, sfruttando la presenzadel fiume San Leonardo e della fertilePianotta) possono determinare nuove formeoccupazionali e invertire lo spopolamento.

MEZZOJUSOVillaggio normanno, si sviluppaparticolarmente con l’insediamento di esulialbanesi che trasformano anche lacampagna (hanno l’obbligo di piantare unvigneto per famiglia). La città confina conboschi e castagneti ed il paesaggio è statocompromesso dalle seconde case. Perarrestare il fenomeno serve la definizione diun confine chiaro tra densità urbana e spazioestensivo della ruralità. Potenzialità offrono letradizioni greche, le uniche presenti nelsistema tra Palermo e Agrigento.

appa

rati

1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Page 132: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

VICARIAbitato e castello dominano la Pianotta, unavolta immensa valle fertile da cui risaliva lastrada «con lodevole magistero tagliata, edisposta costantemente a lumaca». Se lospostamento della strada nel fondovallenegli anni ’70 ha secato la valle e causato laterziarizzazione, i movimenti di terra degliattuali lavori ne stanno determinando losconvolgimento. Un futuro possibile valorizzal’insediamento urbano (notevoli il Castello ela Cuba ciprigna) e l’agricoltura, riciclando lenumerose strutture abbandonate.

Icon

ografia

e cartografiaROCCAPALUMBA

Se il vicino borgo Manganaro(amministrativamente appartenente a Vicari)costituisce il nodo tra la SS 189 e la SS 121che si dirige definitivamente verso Catania, ilvicino abitato di Roccapalumba è cernieraper il collegamento interno a Termini Imeresee alla costa tirrenica e snodo ferroviario dellalinea Palermo-Agrigento-Catania. Inizia purela campagna a connotazione cerealicola conpochissima antropizzazione. Di recente si èsviluppata la coltura del fichidindia che hafatto di questo territorio un’eccellenza.

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

131

Page 133: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

132

CASTRONOVODi origini antichissime presenta un rilevantepatrimonio architettonico e archeologico: sulKassar c’è il più esteso insediamento militarebizantino che si conosca in Sicilia, sul colleSan Vitale sono le tracce della cittànormanna, la chiesa di San Pietro, dasempre è crocevia nella storia e nellacampagna. ll patrimonio legato alle risorsenaturali può orientare il ridisegno delpaesaggio (la via dei mulini, quella deiformaggi, la tradizione degli orti, la culturadel suolo e dei suoi prodotti).

appa

rati

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

LERCARA FRIDDICittà di fondazione in prossimità di antichiinsediamenti (notevole l’area archeologica diColle Madore), si sviluppa in rapporto aminiere di zolfo che ne regolano la crescita el’economia sino agli anni ’60. Il centro abitatooffre molti servizi a scala territoriale. Il temadei servizi, della memoria e persistenza delpaesaggio minerario, della campagnacoltivata intorno all’abitato si offre per unparco agrario che serva anche a connetterestrada, campagna e città, intercettandoambiti e luoghi di differenti nature.

Page 134: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

CAMMARATA GEMINICammarata e San Giovanni Geminicostituiscono un’unica realtà di cui noncolgono i benefici, restando due differentientità amministrative. Notevoli potenzialitàderivano dalla morfologia dell’abitato, dalMonte Cammarata, da una vivaceimprenditoria sviluppatasi nei settori agro-alimentare, zootecnico, terziario e anche inambito industriale. La prospettiva di futurosta nella capacità di ridefinire la governace enella consapevolezza di essere porta delParco dei Monti Sicani.

Icon

ografia

e cartografiaACQUAVIVA PLATANI

Sorge nella campagna tipica dell’entroterrasiciliano segnata da rilievi non molto elevati econ pochi spazi pianeggianti. L’abitatopresenta un assetto regolare, negato dallarecente espansione che necessita di unariorganizzazione spaziale (con eliminazionedel superfluo) per ridare senso alla formaurbana e alle relazioni con la campagna.Come altri paesi vicini ha vissuto il problemadell’emigrazione (al punto che è stato istituitoil Museo dell’Emigrazione) da arginare conl’offerta di adeguati spazi ai giovani.

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

1800 1900 1970 configurazione attuale

133

Page 135: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

134

CASTELTERMINIIl territorio in superficie fertile e ricco nelsottosuolo di minerali (zolfo e potassio), haregolato lo sviluppo dell’abitato e dellacampagna. Le miniere di Cozzo Disi e diSerralonga, tra le più grandi di Europa, attivesino al 1964, hanno consentito lo sviluppoeconomico di un passato recente chepotrebbe (attraverso la cultura delle miniere)proiettarsi nel futuro. La riconversione dell’exMontedison (una possibile città dello sport)costruisce un nodo della città in estensioneprossimo alla strada, alla ferrovia, al fiume.

MUSSOMELICittà medievale ha nel Castellochiaramontano il monumento di eccezionalerichiamo. Un’attenta pianificazioneurbanistica ha preservato il centro anticoseparandolo dall’espansione recente. È sededi servizi territoriali e la campagna producegrano, olio e vini. Componendo lepotenzialità economiche e culturali, disocialità e di residenzialità, la campagnaritrova la sua forma purché difesadall’eccesso di antropizzazione, specie nellearee paesaggisticamente più suggestive.

appa

rati

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Page 136: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

CAMPOFRANCOCittà di fondazione, diventa comuneautonomo nel 1812. Le strade per Sutera everso la SS 189 ne hanno direzionato lacrescita. Il territorio vantava una produzionemineraria (zolfo e sali alcalini) rimasta attivasino agli anni ’90. Presenta oggi unavastissima (e poco fruita) area industriale(provvista di opere di urbanizzazione) fuoriscala e impropriamente estesa nell’alveo delfiume Platani che ne richiede larinaturalizzazione insieme ad operazioni didelimitazione e concetrazione.

Icon

ografia

e cartografia

SUTERADi origini antiche, si sviluppa nel Rabato,Rabatello (di formazione araba) e Giardinello(di edificazione più recente). La morfologiadell’abitato (una collana che cinge il monte diSan Paolino che nel 2013 è stato inseironell’elenco dei Borghi più belli d’Italia), ilcontesto naturale e paesaggistico induconoalla trasformazione per l’ospitalità diffusa, acondizione che si riqualifichino le slabbraturerecenti e la campagna più prossima, per laquale si può ipotizzare un sistema di piccoligiardini per l’orticultura.

1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

135

Page 137: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

136

COMITINI Città di fondazione (1627) edificata in cimaalla collina dove si trovano la piazza e lachiesa-palazzo. L’economia, dal Settecentoagli anni Sessanta, è legata alle miniere dizolfo. Ne sono testimonianza il Museo e ilParco delle miniere a partire dai quali si puòimpostare un progetto di sviluppo. Tenendoanche conto che la piccola dimensione, laconservazione del patrimonio architettonico,la tranquillità e facilità di movimento possonocostituire garanzia di qualità della vita epremessa per l’avvenire.

ARAGONAFondata nel Seicento mantiene l’impianto delcentro storico che si espande dapprima perlo sviluppo economico legato alle miniere dizolfo, poi, per la vicinanza ad Agrigento indirezione della SS 189. I nuovi scenaricomprendono un processo interno diriqualificazione del centro storico ed unoesterno attraverso la valorizzazione delpaesaggio e della campagna, con ilridisegno del rapporto con la strada, con imargini dell’edificato recente fino al famososito naturalistico delle maccalube.

appa

rati

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Page 138: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

FAVARADi origine araba, con impianto medievaledominato dal castello chiaramontano. In annirecenti la città è esplosa nella campagnadivenendo simbolo dell’abusivismo e deldegrado urbano. La ricomposizione delpaesaggio impone un ridisegno complessivoripensando al ruolo della campagna, delleattrezzature e delle infrastrutture a scalasovracomunale. Sulla strada l’areaindustriale di Agrigento-Favara-Aragona è unimportante polo produttivo che si proponecome una città nuova nella città estesa.

Icon

ografia

e cartografia

prima del 1700 1800 1900 1970 configurazione attuale

Nelle due pagine seguenti.Album strorico della strada Palermo-Girgenti(Misilmeri, Bolognetta, Marineo, Cefalà Diana,Villafrati, Vicari, Manganaro, Lercara Friddi,

Castronovo di Sicilia, Casteltermini-Montedison,Campofranco-Villaggio Faina, Comitini)

I centri urbani lungo la strada Palermo-Agrigento: un arcipelago dipiccole città, dissimili per storia e dimensioni ma spesso, senzaconsapevolezza, affini nella cultura e nelle sensibilità, insistendodel resto su un territorio fatto di terre comunicanti. Le origini risal-gono agli insediamenti sparsi sin dall’antichità nell’indiviso territo-rio, anche se l’organizzazione urbana si compie sotto il dominiodegli arabi e dei normanni o successivamente quando, a partiredal XVI secolo, si ricominciano a fondare le città. La loro forma è definita da occasioni strutturanti (l’orografia, lamorfologia dei siti, la presenza della strada) che ha determinatola specificità del principio insediativo, diventato nel tempo vissutoriconoscibile e trama, urbana sedimentasi con lentezza; le confi-gurazioni attuali, invece, sono state raggiunte improvvisamente econ rapidità, causando l’annullamento di limiti e l’alterazione dellacampagna, oltre che la perdita dell’equilibrio spaziale interno. Al-l’immagine della città (anche di quella storica) si è sovrapposta l’a-nonima periferia, priva di carattere, uguale sempre a se stessa. Un importante ruolo resta, tuttavia, al paesaggio la cui persistenzapercettiva è ancora richiamo alla terra, al lavoro e alla produzioneagricola che per secoli ha dato sostegno e sostentamento alle cittàstesse.

137

Page 139: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

138

appa

rati

Page 140: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

139

Icon

ografia

e cartografia

Page 141: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

140

BIBLIOGRAFIA

appa

rati

L’antico attraversamento Palermo-AgrigentoADAMESTEANU D., Note su al-cune vie siciliote di penetra-zione, in “Kokalos” VIII, 1982.BELVEDERE O., Sulla via Agri-gento-Palermo, in AA. VV., “Via-bilità antica in Sicilia”, Atti del 3°Convegno di Studi (Riposto 30-31 maggio 1987), Giarre s.d,pp. 71-73.CUCCO R.M., MAURICI F., Unviaggio nella storia. Via Palermo— Messina per le montagne,Edizioni d’arte Kalòs, Palermo2014. SE SERVE SPAZIO SIPUO’ ELIMINAREDI VITA A., Un miliarum del 252a.c. e l’antica via Agrigento-Pa-normo, in “Kokalos” I, 1955, pp.10-21.DUFOUR L., La Sicilia dise-gnata. La carta di Samuel vonSchmettau (1720-1721), Pa-lermo 1995.IDRISI, Il libro di Ruggero. Il di-letto di chi è appassionato perle peregrinazioni attraverso ilmondo, trad. di U. Rizzitano,Flaccovio Editore, Pa-lermo1994.EMANUELE E GAETANI F.M.(marchese di Villabianca),Strade antiche e moderne di Si-cilia, ms. Biblioteca Comunaledi Palermo, sec.XVIII, Qq E 90.FARDELLA DE QUERNFORT V.,Le stazioni di Posta Arabo-mu-sulmane in Sicilia (secoli IX-XII),in “Studi di Storia Postale dalmedioevo all’unità d’Italia”, ed.

AZIZ, Palermo 1989.GRECO C., MAMMINA G., Unsito tardo-romano sulla via Agri-gentum-Panormus: scavi nellanecropoli di Contrada S. Agata(Piana degli Albanesi), in“Kokalos” XXXIX-XL, II, 2, 1993-1994, pp. 1143-1163.PRAG J. R. W., Il miliario di Au-relius Cotta (ILLRP n. 1277):una lapide in contesto, in “Attidelle V Giornate Internazionalidi Studio sull’area Elima” (Erice,12-15 ottobre 2003), Pisa 2006,II, pp. 731-744.SANTAGATI L., Viabilità e topo-grafia della Sicilia antica, voll. I-II, Edizioni Lussografica,Caltanissetta 2006-2013.TESORIERE G., La viabilità an-tica in Sicilia, in “Urbanistica” n.3, 1949.TESORIERE G., Viabilità anticain Sicilia, dalla colonizzazionegreca all’unificazione (1860),Selezione Tecnica, Palermo1994.UGGERI G., La viabilità dellaSicilia in Età Romana, in “Rivistadi Topografia Antica”, suppl. II,Galatina 2004.VASSALLO S., Pizzo Nicolosi, in“Sicilia Archeologica” 57-58,XVIII, 1985, pp. 115-148.VASSALLO S., Montagna deiCavalli, in AA.VV., “Di terra interra. Nuove scoperte archeo-logiche nella provincia di Pa-lermo”, Palermo 1993, pp.116-136.

La strada Palermo-AgrigentoABBATE E MIGLIORE S., Guidaper Palermo, Tipografia Clamise Roberti, Palermo 1844.AMOROSO S., CANNAROZZOS., Le ferrovie in Sicilia, in“Quad. dell’Ist. di Trasporti”, Pa-lermo 1979.BALSAMO P., Appunti del viag-gio fatto in Sicilia e particolar-mente nella contea di Modica,Reale Stamperia, Palermo1809.O. CANCILA, Il problema stra-dale sino all’unificazione, in“Storia di Sicilia”, vol. II, Pa-lermo 1978.C. CARDAMONE, Contributi glistudi sulla viabilità siciliana:saggio di bibliografia, in GIUF-FRÈ M. (a c. di), “Città nuove inSicilia, XV-XIX sec.”, Vittoriettieditore, Palermo 1979.DI SALVO B., Progetto diRiforma della strada consolareda Palermo a Messina per leMontagne, Tipografia France-sco Abbate, Palermo 1813.GASTONE C. conte della Torredi Rezzonico, Viaggio della Si-cilia, Tipografia eredi Abbate,Palermo 1828.GIACHERY G., Memoria de-scrittiva della Sicilia e dei suoimezzi di comunicazione fino al1860, Palermo 1861.GUERRA C., Memoria sullepubbliche strade in Sicilia, Na-poli 1784.GUERRIERI M., MARINO R.,CRISAFULLI A, La pianifica-

zione stradale in Sicilia primadell’Unità d’Italia, in D’AGO-STINO S. (a c. di), “Storia del-l’Ingegneria”, Atti del 2°Convegno Nazionale, Cuzzolineditore, Napoli 2008, pp. 1205-1214.JAFORTE E., Lavori Stradali inProvincia di Palermo, in “LeStrade” n. 2, 1947.LO FARO F.M., Ingegneri e la-vori pubblici in Sicilia tra Settee Ottocento, in BUCCARO A.,FABBRICATORE G., PAPA L.M.(a c. di), “Storia dell’Ingegne-ria”, Atti del 1° Convegno Na-zionale (Napoli 8-9 marzo2006), vol. II, pp. 921-932.PEREZ G., La Sicilia e le suestrade (1861), in TRASSELLI C.,“Un secolo di politica stradalein Sicilia”, S. Sciascia Editore,Caltanissetta-Roma 1962.PERSICHELLI (consulta del bri-gadiere), Napoli gennaio 1789,Archivio di Stato di Palermo(busta 5.500).POSSENTI C., Relazione al Si-gnor Ministro dei Lavori Pub-blici in visita delle opere di pontie strade e di porti, spiagge efari nelle province siciliane, Ti-pografia Internazionale, Milano1865.PRATELLI A., I lavori dellaprima conferenza sulla viabilitàin Sicilia, in “Le Strade” n. 10,1947.SCROFANI S., Sicilia. Utilizza-zione del suolo nella storia, neiredditi, nelle prospettiva,

Page 142: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

Bibliografia

E.S.A., Palermo 1962.SERGIO V.E., Lettera sulla puli-zia delle pubbliche strade di Si-cilia (1777) in n C. Trasselli (a c.di), “Un secolo di politica stra-dale in Sicilia”, S. Sciascia Edi-tore, Caltanissetta-Roma 1962.TESORIERE G., Le strade e leferrovie in Sicilia, Zedi Italia, Pa-lermo 1995.TESORIERE G., CELAURO B.,GIUFFRÈ O., Piano decennaledella Viabilità di Grande Comu-nicazione, Il contributo dellaRegione Sicilia, Palermo 1984.TOCCHETTI L., La viabilità nel-l’Italia Meridionale, in “LeStrade” n. 3, 1947.TOURING CLUB ITALIANO,Strade d’Italia. Paesaggi, itine-rari, luoghi, Touring Editore, Mi-lano 2013.ZECHINI Q., Le strade italianenel primo centenario dell’Unitànazionale, in “Autostrade” di-versi numeri, 1961-62.

Campagna e cittàBARBERA G., BIASI R., MA-RINO D., I paesaggi agrari tra-dizionali, Franco Angeli, Milano2014.BAZAN, G., BAIAMONTE, G.,RAIMONDO, F.M., Analisi dellanaturalità del mosaico territo-riale in Sicilia. Atti 12a Confe-renza nazionale ASITA. Bari2009.BAZAN, G., BRULLO, S., RAI-MONDO, F.M., SCHICCHI, R.,Le serie di vegetazione della

Regione Sicilia, in “La vegeta-zione d’Italia”, Palombi Editori,Roma 2010, pp. 429-470.BASIRICÒ T., Architettura e tec-nica nei borghi della Sicilia oc-cidentale, Edizioni fotograf,Palermo 2009.BONANNO L., Architetture delpaesaggio. Ponti di Sicilia, Me-dina, Palermo 1999.CARACCIOLO E., La nuova ur-banistica nella bonifica del la-tifondo siciliano, in EnteColonizzazione del LatifondoSiciliano, “Il latifondo siciliano”,Pezzino, Palermo 1942.DUFOUR L., Nel segno del Lit-torio. Città e campagne sici-liane nel ventennio,Lussografica, Caltanissetta2005.GIUFFRÈ M. (a c. di), Cittànuove di Sicilia XV-XIX secolo,Vittorietti editore, Palermo 1979. MARINO P., CASTELLANO G.,BAZAN G., SCHICCHI R., Cartadel paesaggio e della biodiver-sità vegetale dei monti Sicanisud-orientali (Sicilia centro-oc-cidentale), in “Quad. Bot. Am-bientale Appl.” 16, 2005, pp.3-60.NATOLI L. La città-paese di Si-cilia, Quaderno n. 7 della Fa-coltà di Architetturadell’Università di Palermo, otto-bre 1965.PROVENZANO I., Città e cam-pagna in Sicilia: le trasforma-zioni del paesaggio,Pubblisicula, Palermo 1998.

RAIMONDO, F.M., Carta delpaesaggio e della biodiversitàvegetale della provincia di Pa-lermo, in “Quad. Bot. Amb.Appl.” 9, 1998, pp. 1-160.RAIMONDO F.M., SCHICCHI R.La dimensione vegetazionale,in TERRANA A. (a c. di) “Pianoterritoriale paesaggistico Agri-gento - Tematiche paesaggisti-che, Guida alla lettura”,Assessorato BB. CC. AA. e P.I.Soprintendenza di Agrigento,Caltanissetta 2009, pp. 39-48.VICARI N., L’urbanistica rurale,in N.G. Leone (a c. di),“Edoardo Caracciolo. Urbani-stica, architettura, storia”,Franco Angeli, Milano 2014,pp. 99-104.

Paesaggi e luoghi della contemporaneità AUGÉ M., Tra i confini, Città,luoghi, integrazioni, Bruno Mon-dadori Editori, Milano 2007.CARAVAGGI L., MENICHINI S.,PAVIA R., Strade paesaggi,coll. Babele, Meltemi Editore,Roma 2004. CASSATELLA C., Iperpae-saggi, testo & immagine, Torino2001.GREGOTTI V., La strada: trac-ciato e manufatto, in “Casa-bella” 553-554, gen.-feb. 1989,pp. 2-5.ISOLA A. (a c. di), in.fra Formeinsediative e infrastrutture, Mar-silio Editori, Venezia 2002.LEONE N.G., Itatour. Visioni ter-

ritoriali e nuove mobilità, FrancoAngeli, Milano 2012.MAFFIOLETTI S. (a c. di), Pae-saggi delle infrastrutture, Il Po-ligrafo, Padova 2005. MAFFIOLETTI S., SORDINA R.,Spazi, figure, paesaggi dellestrade contemporanee, Il Poli-grafo, Padova 2009.MAGNAGHI A. (a c. di), Il terri-torio dell’abitare. Lo sviluppo lo-cale come alternativastrategica, Franco Angeli, Mi-lano 1994.MARGAGLIOTTA A., TUZZO-LINO G.F., Spazi di città. Spazidi natura, Edizioni Abadir, Pa-lermo 2007. MARGAGLIOTTA A., Aprire re-cinti, in “Progetto e costru-zione”, Ila Palma, Palermo2004, pp. 115-116. TUZZOLINO G.F., La poeticadel limite, Ila Palma, Palermo2001.TUZZOLINO G.F., La misura elo sguardo. L’architettura nelpaesaggio delle differenze,coll. “Mosaico”, Librìa, Melfi2012.SECCHI B. (a c. di), On Mobi-lity. Infrastrutture per la mobilitàe costruzione del territorio, Mar-silio Editori, Venezia 2010.TERRANA A. (a c. di), Paesag-gio in attesa: temi del piano ter-ritoriale paesaggisticoAgrigento, Regione Siciliana,Ass. Beni Culturali, Ambientalie della Pubblica Istruzione, Cal-tanissetta 2009.

Page 143: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

142

NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI

appa

rati

Valentina AciernoRicercatore di Progettazione architettonica del Dipartimento diArchitettura di Palermo. È docente di Progettazione architetto-nica e Architettura degli Interni, in Seminari internazionali, work-shop e master. La sua ricerca è volta soprattutto al progettourbano. Nell’attività professionale ha avuto riconoscimenti inambito dell’architettura degli interni e del design.

Salvatore AmorosoProfessore ordinario di Teoria e Tecnica della Circolazionenella Scuola Politecnica di Palermo. Ha una vasta produzionescientifica nel campo dei trasporti; ha curato studi nel settorestorico, con particolare riguardo alla Sicilia. Ha pubblicato: Il tra-sporto pubblico a Palermo (1985); Le stazioni ferroviarie di Pa-lermo (2000); 150 anni di aeronautica in Sicilia (2011).

Giuseppe BazanProfessore associato di Botanica Ambientale e Applicata,presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chi-miche e Farmaceutiche di Palermo, insegna Botanica applicataed Ecologia del paesaggio. Svolge attività di ricerca nel campodella floristica, della scienza della vegetazione, dell’ecologia delpaesaggio e della cartografia geobotanica in ambiente G.I.S.

Aurelio BurgioDottore di ricerca in Archeologia-Topografia, è ricercatore diTopografia antica all’Università di Palermo; insegna nel CdS inBeni Culturali e nel CdS in PTUA. Si occupa di topografia e sto-ria del paesaggio antico; sui territori di Himera e Alesa ha pub-blicato: Resuttano, Forma Italiae 42 (2002), Il paesaggioagrario nella Sicilia ellenistico-romana: Alesa e il suo territorio(2008).

Domenico CostantinoProfessore associato di Urbanistica, ha insegnato fino al 2011nel CdS in Ingegneria edile - Architettura di Palermo. È autoredi saggi, articoli e monografie sulla città storica e contempora-

nea e sul paesaggio siciliano, tra cui: The landscape of the si-cilian islands: development perspective (2010); Verso la smartcity (2012); Urbans smartness:Tools and experiences (2014).

Vincenzo Falletta Ingegnere é Dirigente della Regione Siciliana e dal 2007 dirigeil Servizio delle Infrastrutture Viarie – Sicurezza Stradale del-l’Assessorato Infrastrutture e Mobilità - Dipartimento Infrastrut-ture, Mobilità e Trasporti. Si occupa principalmente diprogrammazione e attuazione delle infrastrutture viarie nell’am-bito dei Programmi comunitari e nazionali.

Antonino MargagliottaProfessore associato di Composizione Architettonica, insegnanei CdS in Ingegneria edile - Architettura di Palermo e in Ar-chitettura di Agrigento. Responsabile dell’unità di ricerca localePRIN 2009 e di altre iniziative di Ateneo, è autore di saggi, ar-ticoli e monografie sul progetto di architettura. Tra i suoi libri:Le forme del dialogo (2006), Aesthetics for living (2010), Com-posizione Musica Architettura (2013).

Federico MurroneDottore di ricerca in Ingegneria Idraulica, è Dirigente TecnicoProgettazione e Nuove Costruzioni presso la Direzione Regio-nale Sicilia di ANAS S.p.A. e dal 2000 Responsabile del Pro-cedimento e Direttore dei Lavori di importanti opereinfrastrutturali. Già professore a contratto di Costruzioni Idrau-liche e di Idraulica Ambientale presso l’Università di Salerno.

Andrea PirainoProfessore ordinario di Diritto Costituzionale presso la Scuoladelle Scienze Giuridiche ed Economico-Sociali di Palermo, èstato assessore del Governo della Regione Siciliana, segretariogenerale dell’AnciSicilia, consigliere comunale di Palermo. Trale sue pubblicazioni: Il Governo Locale in Sicilia (2014); Dal-l’Autonomia al Federalismo. L’istituzione dei liberi consorzi edelle città metropolitane in Sicilia (2013).

Page 144: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali

143

Paola NicitaStorica dell’arte e curatrice, si occupa di temi legati al paesaggio,al corpo, all’indagine sociale. Tra i progetti recenti, Jean- LucNancy: la danza, Biennale Danza di Venezia; L’avant garde eu-ropéenne après la seconde guerre mondiale, Giornata interna-zionale di studi, Centre André Chastel, UniversitéParis-Sorbonne.

GiovannI PalazzoProfessore associato di Composizione architettonica, ha inse-gnato fino al 2011 nel CdS in Ingegneria edile - Architettura diPalermo. Ha collaborato con le Soprintendenze per i Beni Cul-turali della Regione Si ciliana in ri cerche sul pa trimonio storico-arti stico. Ha fatto parte del Consiglio Nazionale per i BeniCulturali e Ambientali; collabora alla reda zione della rivista KalòsArte in Sicilia ed è cu ratore delle mo nografie Luoghi di Sicilia.

Salvatore RuginoDottore di ricerca in Progetto architettonico e Analisi urbana. Haconseguito il Master in Architettura Digitale ed è stato titolare diun assegno di ricerca. Professore a contratto presso la Facoltàdi Architettura di Palermo, è curatore e autore di articoli e libri.Ha partecipato a numerosi concorsi di progettazione ottenendopremi e segnalazioni.

Serena SanzoPresso l’Università di Palermo ha conseguito la laurea in Con-servazione dei Beni Culturali e il Master in Sistemi InformativiTerritoriali;all’Università La Sapienza di Roma ha conseguito laspecializzazione in Archeologia classica. È consulente pressola Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Agrigento per la stesuradel Piano Paesaggistico Provinciale.

Adriana SarroProfessore associato di Composizione architettonica, svolge at-tività didattica nel CdS in Architettura di Palermo. È responsabiledi workshop e ricerche sulle città del Mediterraneo. Tra i suoi

libri: Mutazioni Urbane Villard 12 un progetto per la città di Pa-lermo (2012), Architetture e progetto urbano nella città di Tunisie nel Mediterraneo (2013), Nei luoghi dell’accoglienza, progettiper Lampedusa e Palermo (2014).

Rosario SchicchiProfessore ordinario di Botanica sistematica presso l’Universitàdi Palermo, Direttore del C.I.R.I.T.A. e del Museo NaturalisticoF. Minà Palumbo di Castelbuono. Ha coordinato progetti di ri-cerca sulla salvaguardia del germoplasma di specie agrarie eforestali in pericolo di estinzione e la redazione di Piani di Ge-stione. È autore di monografie e articoli riguardanti biodiversitàe paesaggio vegetale

Fabio SediaAssegnista e dottore di ricerca Europaeus in Composizione ar-chitettonica presso l’Università di Palermo e la ETSAM di Ma-drid. Svolge attività di ricerca in l’Italia e Spagna. Ha partecipatoa concorsi di progettazione e relazionato in convegni e seminariinternazionali. Ha pubblicato diversi saggi e articoli.

Roberta TorreRegista di cinema, teatro e arte visuale, ha realizzato lungome-traggi premiati in festival internazionali e vincitori di numerosiDavid di Donatello (Tano da Morire, Sud Side Story, Angela,Mare Nero, I baci mai dati). Ha insegnato al Centro Sperimen-tale di Cinema di Palermo e all’Università di Bloomington, In-diana. Ha pubblicato il libro I baci mai dati (2011).

Giovanni Francesco TuzzolinoProfessore associato di Composizione architettonica, insegnanei CdL in Architettura di Palermo e di Agrigento. Ha pubblicatosaggi e monografie tra cui: Cardella, Pollini. Architettura e didat-tica (2001), La poetica del limite (2001), La misura e lo sguardo.(2012), City and desert (2012), Nei luoghi dell’accoglienza, pro-getti per Lampedusa e Palermo (2014). È direttore della collanaArchitettura e Progetto per le edizioni Ila Palma.

Note biog

rafiche

deg

li au

tori

Page 145: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali
Page 146: iris.unipa.it...La campagna e líinconscio della citt‡ lizzante dei fatti analitici […] L’idea nuova della pianificazione do-vrebbe essere di riconoscere le differenze fondamentali