introduzione alle grafologia

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Brevi note introduttive alla Grafologia di metodo Francese

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Page 1: Introduzione alle Grafologia

Cenni storiciL’etimo è solenne, consacrato da due radici del greco classico: usare il logos, la ragione discorsiva, per

interpretare la grafia umana, anzi per interpretare la persona umana – lo scrivente – a partire dalla sua grafia.

Lo reputava già possibile Aristotele, se ne parla nel Corpus Iuris Civilis Giustinino, vi si dedicavano i monaci medievali e gli alchimisti rinascimentali in modo più o meno proibito ed esoterico, era divertimento non disdegnato anche da Goethe nei salotti illuministi e romantici.

Ma solo tra fine Ottocento ed inizio Novecento diviene a poco a poco il più possibile scienza, con grandi nomi come Crépieux Jamin in Francia, Saudek in Inghilterra, Pulver in Svizzera, Klages in Germania, padre Moretti in Italia. Essi formulano teorie e le verificano, sperimentano, si confrontano con diagnosi mediche e psichiatriche, con reattivi di intelligenza, con test proiettivi.

La Grafologia tedesca e quella francese trovano ben presto correlazioni con la Psicologia del Profondo che proprio in quegli anni si va sviluppando: servendosi di Freud, Jung, Adler ed altri si impara a vedere dall’esame del grafismo non solo il comportamento della persona ma anche il suo inconscio, il Super-Io, i meccanismi di difesa, le pulsioni, le motivazioni e compensazioni, l’attitudine intro o estrovertita, il gioco delle funzioni.

Oggi il grafologo studia una precisa tecnica ed insieme si apre al discorso più lieve del simbolo, per riuscire a ricavare da una scrittura il ritratto di una persona, evidenziandone i punti di forza e le linee di fragilità.

Ciò può essere utile per fornire al singolo un valido strumento di autoconoscenza; può servire in sede di consulenza aziendale per la migliore gestione delle risorse umane (assunzioni, trasferimenti, promozioni…); è in grado di aiutare in scelte scolastiche e professionali evidenziando le attitudini, la volontà, il tipo di intelligenza; è di ausilio alla coppia; può affiancare il lavoro di équipes medico-psicologiche anche nel delicato compito di diagnosi di (psico)patologie.

La Grafologia giudiziaria è poi al servizio di giudici, avvocati, notai e dalla polizia per l’effettuazione di perizie di autenticità su testamenti, assegni, lettere anonime, documenti di controversa attribuzione.

Page 2: Introduzione alle Grafologia

La GrafologiaGuardate e confrontate queste due scritture:

Figura 1: Uomo, 65 anni, laurea

Figura 2: Uomo, 38 anni, laurea

Page 3: Introduzione alle Grafologia

Credo che nessuno se la sentirebbe di negare che queste due persone siano profondamente diverse. Chiunque ricaverebbe dalla scrittura di Figura 1 un senso di grande forza, veemenza, esagerazione. Specie se confrontata con la scrittura di Figura 2, che appare invece più equilibrata.

Questo è, in nuce, il lavoro del grafologo.

Una definizione della Grafologia potrebbe essere: la disciplina che studia le corrispondenze (psicologiche) dei modi in cui si esplica la grafia di una persona.1.

Dico grafia – e non calligrafia, che in realtà significa bella scrittura – per sottolineare come quello che noi facciamo, scrivendo a mano, sia un esprimersi due volte: da una parte c’è il significato espresso dalle parole, che tutti sanno leggere. Ma dall’altro c’è il messaggio trasmesso dalla forma delle parole: più grandi, più piccole, angolose o morbide, veloci o lente, variabili o costanti, …

Il grafologo è l’interprete di tutte queste sfumature che, come abbiamo visto negli esempi precedenti, tutti sanno cogliere ad un certo livello, ma che richiedono studio e passione per essere compresi appieno.

D’altra parte, che la scrittura sia qualcosa di personalissimo non è mai stato messo in dubbio: in tutto il mondo la firma è tuttora il mezzo attraverso il quale si attesta la propria identità.

Alla domanda, “ma la Grafologia è una scienza?”, la risposta dovrebbe essere un cauto “non ancora, e probabilmente mai”. Ma ovviamente tutto dipende dalla definizione di “scienza”.Quando si studia un oggetto complicato, sfuggente e ricco talvolta fino alla contraddittorietà come l’uomo non si può pretendere di essere scientifici se si vuole dire qualcosa di sensato – altrimenti si rischia di impoverire e restringere troppo il campo di indagine. Questo non vuol dire che la Grafologia sia tutto un discorso campato per aria: anch’essa ha un metodo e degli strumenti (statistici, psicologici, …), ed in particolare quelli propri alle cosiddette scienze umane come la Psicologia del Profondo, che tanto le è affine.

Per questi motivi il vero grafologo non può limitarsi allo studio della tecnica grafologica, che rimane pur sempre la base indispensabile: egli deve avere una preparazione “umana” (umanistica) che gli permetta di affrontare il problema della comprensione di una persona(lità) non dico in modo non parziale, ma quantomeno il più aperto ed “in ascolto” possibile.

Noi ora ci concentreremo tuttavia sulla parte prettamente grafologica.

I quattro elementi costitutiviIl punto di partenza del grafologo è uguale a quello dello scrivente: un foglio bianco.2 Chi scrive

“mette nero su bianco” qualcosa: un’espressione che nel linguaggio comune denota impegno e “presa di posizione”.

Per il grafologo il bianco, lo Spazio, è il primo (e più importante) dei quattro elementi costitutivi del grafismo. Esso ha un duplice significato. Da una parte è lo “spazio a disposizione”, ovvero il margine di libertà che la persona ha per agire: lì può scrivere/vivere. È lì che lo scrivente mette il nero, che lo rappresenta e che gli permette di rivendicare la sua presenza nello spazio.

Grazie a questo passo si spiega il secondo significato: lo spazio, il bianco, è tutto ciò che è al di fuori dell’Io dello scrivente – che si tratti degli altri o, più significativamente, dell’inconscio.

1 La parentesi intorno a “psicologiche” vuol mettere in guardia dal fatto che alcune scuole di Grafologia hanno ritenuto – e pare tuttora ritengano – che anche la fisicità della persona è ricavabile dalla scrittura.

2 Le analisi di personalità si fanno preferibilmente su un foglio bianco, non rigato, in modo da lasciare alla persona la massima libertà (o da costringerla ad essa).

Page 4: Introduzione alle Grafologia

In Figura 1 vediamo la scrittura dello scopritore dell’inconscio, Freud. Si noti con che energia, slancio e forza il bianco viene tartassato dal nero: una foga indagatrice che non sembra andare molto per il sottile. Appropriata alla visione terrifica dell’inconscio che Freud aveva: portatore di istanze da tenere a freno, potentissime. Qualcosa, insomma, da affrontare ben armati e ben difesi.

In Figura 2 invece la scrittura di Jung. Il respiro di questa grafia è assai diverso: l’equilibrio e la misura non affondano/squassano il bianco, ma si pongono anzi in dialogo con esso. E si vede come l’inconscio arricchisca il nero, chiaro e luminoso – per Jung il mondo dell’inconscio è sì infinito e pericoloso, ma deve essere pian piano saggiamente integrato nella personalità.

Il secondo elemento costitutivo è la Forma. La scrittura è, non bisogna mai dimenticarlo, strumento di comunicazione; in quanto tale è codificata in forme convenzionali per poter essere letta da tutti.

Lo studio della Forma chiarisce al grafologo il “vestito” che la persona indossa (sceglie di indossare) nel comunicare: un completo giacca e cravatta per far bella figura; jeans bucati ma confortevoli per correre meglio; maniche corte anche con la neve d’inverno; o magari contraddizioni come un borsetta di Chanel insieme ad una camicetta logora e sporca.

Figura 3: Uomo, 40 anni, laurea

Figura 4: Donna, 50 anni, studi superiori

La Figura 3 ci mostra una forma pesante, curata, quasi immobile e tutta costruita: poca spontaneità, molta rappresentazione. Una bella maschera ornata, dietro alla quale pochi riescono a vedere.

La Figura 4 invece è segnata da una grande libertà e trasparenza: la forma, ricreata ed agile, è al servizio della danza nello spazio. Vestiti leggeri che non impacciano i movimenti – spesso non convenzionali ma sempre con stile.

Page 5: Introduzione alle Grafologia

Il terzo elemento è il Movimento. Possiamo gestire il nostro tempo a disposizione, nella vita, in tanti modi: preparando un piano di massima degli obiettivi e seguendolo tranquilli; saltando da una cosa all’altra correndo senza concludere nulla; impegnandoci senza sosta per raggiungere un obiettivo al di fuori della nostra portata; rinunciando fin dall’inizio ad ogni aspirazione; aspettando l’occasione improvvisa e sfruttandola; passando la vita a cercare una perfezione irraggiungibile nelle cose più banali perdendo di vista il vero obiettivo; …

Figura 5: Donna, 40 anni, laurea (Hillary Clinton)

Figura 6: Uomo, 45 anni, laurea (Bill Clinton)

In Figura 5 il movimento è rapido, propulsivo, lanciato verso l’azione. Una camminata decisa che non ammette pause e sa sempre riprendersi dalle difficoltà.

La Figura 6 parla invece di un continuo trattenersi, timore di agire impulsivamente. Ma più come paura ingiustificata e “bloccante” che come prudenza. Un passo alla volta, indeciso, che tasta il terreno prima di appoggiarsi.

Page 6: Introduzione alle Grafologia

L’ultimo degli elementi costitutivi è il Tratto, ovvero il segmento di traccia d’inchiostro lasciato dalla penna. È allo stesso tempo la materia con cui costruiamo il nostro Io “al lavoro” nel mondo, e ciò che ci lasciamo alle nostre spalle dopo il nostro passaggio.Può essere acciaio, freddo ma solido; oppure calda lana. Può essere elastico e garantire resistenza, oppure spezzarsi al primo colpo.

Può servire a costruire monumenti in marmo oppure catapecchie che crollano quando si alza il vento.

Figura 7: Uomo, 40 anni, laurea

Figura 8: Uomo, 45 anni, laurea

In Figura 7 è riportato un tratto debole, poco resistente e poco consistente, sopraffatto dal bianco. Una casa dalle pareti di vetro. Totalmente diverso dal tratto della Figura 8: caldo, resistente ed elastico, sa danzare e seguire il Movimento, senza rigidità ed al contrario creando una Forma originale e spontanea.

Questi elementi sono ciò di cui ogni scrittura è fatta.Il compito del grafologo è di descrivere le interazioni di questi quattro elementi. Egli lo fa in due

modi: simbolicamente e tecnicamente.

Simbologia spazialeEntrambi i modi sono guidati dalla simbologia spaziale. Essa associa le direzioni dei quattro punti

cardinali alle loro valenze simboliche archetipiche, ed aiuta ad interpretare le caratteristiche delle scritture in quanto privilegianti o meno una delle direzioni.Riassumendo molto brevemente:

• L’alto rappresenta l’ascesa, gli ideali, il mondo della conquista – spesso intellettuale. Il punto dal quale si osserva;

• Il basso è la miniera, ricca ma pericolosa, l’istintualità, ciò che è sotterraneo e nascosto;• La sinistra è l’origine, il punto di partenza dal quale ci si dovrebbe affrancare con serenità;• La destra è l’obiettivo, il futuro, la meta da raggiungere.

Ogni scrittura non può far altro che fare delle scelte nel rapportarsi con questi archetipi.

Page 7: Introduzione alle Grafologia

Questo tipo di discorso, che è puramente spaziale e che quindi considera in modo diretto solamente il primo degli elementi costitutivi (lo Spazio) può (e deve) però essere approfondito sapendo che la scrittura è anche Forma.

In particolare, quando impariamo a scrivere ci viene insegnato che la scrittura è divisa in tre “aree”, che in Grafologia si chiamano zone: quella centrale che contiene le ‘a’, le ‘e’, le ‘r’, tutte le “pance” delle lettere come la ‘d’, eccetera… – che viene chiamata zona media.Ci sono poi due aree, una sotto ed una sopra quella centrale, che contengono le aste – queste vengono chiamate rispettivamente zona inferiore e zona superiore. (Figura 9).

Figura 9: Le tre zone della scrittura

Ad esempio, la ‘g’ è una lettera che contiene una pancia in zona media ed un allungo in zona inferiore, mentre la ‘h’ ha un allungo in zona superiore.

La simbologia delle zone è molto potente, anche se molto difficile da descrivere completamente. Semplificando molto, la zona media (che deve sempre essere presente affinché ci possano essere le altre) viene normalmente intesa come il punto di partenza dell’esplorazione, dell’alto o del basso che sia. Ed anche il punto di ritorno, il campo base sicuro e tranquillizzante al quale si riportano tutte le esperienze che si sono vissute “là fuori”, e dove si prendono ordini o si decidono strategie.

La zona superiore racconta di salite verso l’alto, conquiste di cose nuove, superamento di limiti, scoperta dell’ignoto. O di conquista di un punto di osservazione privilegiato, che permette di vedere di più e più lontano.

La zona inferiore è dualmente la (spesso pericolosa) discesa nelle viscere della terra, alla ricerca dei tesori delle miniere. Non si tratta più della splendente ed evidente luminosità del sole, cui ci si avvicina con la zona superiore, ma piuttosto dello scavare faticoso tra fango e terra, a tentoni, senza vedere dove si va: ma tra tanti detriti è ogni tanto possibile trovare (per puro caso) qualche preziosissima e bellissima pietra.

Gli indici globali…Il primo dei due modi di indagine, quello simbolico, avviene principalmente attraverso lo studio di

due indici globali: l’Armonia ed il Formniveau. Il primo è un indice della riuscita integrazione della personalità, in sé stessa e nell’ambiente – esso valorizza qualità quali l’equilibrio, la misura, la sobrietà, la scioltezza, l’ordine… (Figura 10).

Il Formniveau invece prende in considerazione le capacità creative, innovative della persona – valorizzando la forza e le componenti apportatrici di un (relativo) “disequilibrio” creativo (Figura 11).

Entrambi questi indici sono valutati sinteticamente dal grafologo, grazie all’esperienza ed all’“occhio” allenato, e sono tra i più difficili.

Page 8: Introduzione alle Grafologia

Figura 10: Uomo, 50 anni, laurea (C.S. Lewis)

Figura 11: Uomo, 50 anni, laurea

…e quelli puntualiPer tentare invece di descrivere tecnicamente le modalità degli elementi costitutivi si utilizzano le

specie. Esse rappresentano caratteristiche atomiche delle scritture – ad esempio, Grande, Inclinata, …Le specie si raggruppano in famiglie, chiamate Generi. Per la Grafologia Francese, i Generi sono otto: Impostazione, Dimensione, Inclinazione, Forma, Continuità, Velocità, Direzione, Pressione.

È questa la parte più facile del lavoro del grafologo, poiché prettamente tecnica e descrittiva. Non si pensi però di poter tradurre univocamente una lista di specie in una lista di caratteristiche della personalità dello scrivente!Questo per due motivi. Innanzitutto nessun segno grafologico ha una interpretazione univoca: tutte le specie devono essere interpretate alla luce della visione d’insieme della scrittura – la cosiddetta Impressione Generale – e in continuo dialogo le une con le altre. Inoltre, è della massima importanza gerarchizzare le specie in ordine di importanza, e questo richiede pratica.

Page 9: Introduzione alle Grafologia

Ma soprattutto si deve assolutamente capire che, a parte casi eccezionali, ogni persona è psicologicamente una: non si può pretendere di redigere un profilo che consiste di fatti sparsi, non legati tra loro. I singoli segni e le loro interpretazioni psicologiche, anche se esatte, devono comunque essere ricondotte ad una coesione che spieghi le dinamiche psicologiche della persona, poiché questa è tutta la sua ricchezza.

Mostriamo tutto questo con un esempio: riprendiamo in considerazione la Figura 3, esempio della specie Grande. Il significato generale di questa specie è legato ad una appunto grande dimensione (vera o percepita) del proprio Io. Essa è inoltre tipicamente associata ad una certa tendenza all’esteriorizzazione e quindi alla facilità di contatti e rapporti. Decliniamo ora questa specie nella scrittura.

Essa è in prevalenza trattenuta, regressiva e si mostra molto controllata. Si presenta inoltre ornata di gesti eccessivi. Sarebbe difficile accordare in questo caso il significato prima descritto per la Grande – o meglio, esso va chiarito: qui l’Io si costruisce una rappresentazione che vuol apparire grande e bella, ma che è tutt’altro che spontanea. L’estroversione di cui parla la specie è sì presente, ma anch’essa costruita e controllata: è un’affabilità di superficie; delle belle maniere che vogliono da una parte piacere ed attirare, e che allo stesso tempo tengono lontano.

Figura 12 : Italo Calvino

Confrontiamo questo con la scrittura riportata in Figura 12. Anch’essa è Grande, ma qui l’ambiente grafico è molto diverso: arioso, progressivo, ricombinato, lucente. Una spontaneità viva ma controllata in scioltezza. Non si potrebbe qui parlare di desiderio di apparire e di piacere: sebbene il risultato sia proprio quello, esso non è ricercato. Succede e basta.

Semmai qui la Grande indica l’effettiva e confortevole consapevolezza della dimensione dell’Io e, associata con la gentile curvilineità e col calore del tratto, può parlare di capacità di contatto e di ascolto.

Page 10: Introduzione alle Grafologia

La Grafologia infantileCome già detto, la Grafologia ha molte applicazioni. Ci concentreremo, a titolo di esempio, sulla

Grafologia infantile.

Ben prima di imparare a scrivere, il bambino scarabocchia e in un secondo tempo disegna. Poi, solitamente a scuola, avviene l'apprendimento dell'alfabeto, della lettura e scrittura.

Il grafologo si accosta a queste prime forme di espressione e alla grafia del periodo scolare con interesse ed insieme con grande cautela. La Grafologia infantile non è semplice come si potrebbe ingenuamente pensare – agli inizi era infatti ritenuta impossibile: come studiare infatti una scrittura ancora in via di organizzazione? e come leggere i disegni, che possono esprimere soprattutto uno stato d'animo momentaneo?

Eppure negli ultimi cinquant'anni, seguendo le tracce di autori come la de Gobineau e Ajuraguerra, i grafologi hanno iniziato anch'essi a portare un po' di luce nella comprensione del bambino, in dialogo con i contributi della Psicologia dell'Età Evolutiva.

Il campo di studio è vasto e vario. Si possono infatti osservare anche nella produzione del bambino e poi dell'adolescente quei quattro elementi costitutivi del grafismo (Spazio, Forma, Movimento, Tratto/Pressione) di cui parlavamo a proposito dell'adulto. Si può valutare se le abilità grafiche corrispondono all'età anagrafica dello scrivente, anche per evidenziare eventuali problemi di disgrafia. È utile rintracciare nelle scritture le specie grafologiche, non appena è possibile e con gli opportuni adattamenti, sino a procedere verso qualche tentativo di tipologia. È interessante e fecondo interrogare con l'occhio del grafologo i disegni.

Va subito detto che il grafologo infantile sente l'importanza di lavorare su più documenti, e non solo del periodo in cui è richiesta la sua consulenza: grazie ad un confronto diacronico può rintracciare infatti qualche costante della personalità senza sopravvalutare possibili momenti transitori del bambino – ma anche, al contrario, può cogliere eventualmente in qualche improvvisa diversità un segnale di allarme.

L'abbondanza di documenti su cui lavorare può essere utilmente eterogenea: è particolarmente utile nel caso della Grafologia infantile richiedere non solo la scrittura – le scritture di vari periodi – ma anche vari disegni, possibilmente strutturati secondo le consegne dei test di cui faremo cenno.

Lo scarabocchioAttorno all'anno di vita il bambino inizia giocosamente a fare scarabocchi, in tutte le occasioni

possibili e con i più vari materiali scrittori e supporti. Sino ai due anni prevale in lui il piacere di lasciare una traccia, muovendosi nel foglio con segni

orizzontali o verticali spesso senza staccare la matita e senza coordinate spaziali (né alto né basso, né destra né sinistra).

Fra i due e tre anni poi il bambino rappresenta nello scarabocchio emozioni intensamente vissute e non verbalizzabili: allora stacca bruscamente la matita, sparpaglia i segni – che si fanno più complessi con l'aggiunta di cerchi ed angoli.

Dopo i tre anni lo scarabocchio assume una valenza più sociale, diventa una complessa pre-scrittura che vuole comunicare qualcosa con le forme più varie: archi, anelli, … Ed anche, in concomitanza con quella che Freud chiama la fase fallica, compaiono tracciati verticali, croci, sbarre.

Alla fine dei tre anni, dopo i primi tentativi di raffigurare la casa e il sole, s'inizia il disegno vero e proprio.

Che cosa studia il grafologo negli scarabocchi? Sempre tenendo conto dell'età precisa del piccolo autore nelle varie espressioni grafiche, si studia innanzitutto lo spazio: se il bianco del foglio è lo spazio vitale, è rilevante osservare con quanta espansione o ritrazione sia vissuto, con quale senso della propria “dimensione” (la dimensione anche quantitativa del proprio nero), privilegiando quale zona del foglio (delle quali conosciamo il valore simbolico). Il movimento, sempre in rapporto all'età, può poi essere più o meno continuo o frammentato, esitante o vigoroso, e può avere una direzione privilegiata. Il tratto può essere più leggero o appoggiato, luminoso e difeso o morbido e aperto al bianco; la pressione può bucare il foglio, macchiarlo, sfiorarlo appena. La forma infine, variando attraverso le fasi evolutive,

Page 11: Introduzione alle Grafologia

può comunque privilegiare le curve (più accoglienti ed accondiscendenti) o gli angoli (più chiusi ed aggressivi).

Figura 13: Scarabocchio di un bambino di 15 mesi

Consideriamo la Figura 13: si può ad esempio osservare che questo scarabocchio percorre in larghezza il foglio con linee curve e qualche spigolo, espandendosi seppure con linee non continue e smarginando soprattutto verso l'alto. Il movimento è veloce, con qualche impuntatura. L'appoggio è differenziato, il tratto è comunque sempre deciso. La dimensione è grande, ma lascia spazio al bianco. Il temperamento del bambino è espansivo, va un po' dappertutto, con bisogno di muoversi, ma anche con qualche freno e discontinuità.

Esplorativo, con volontà – e minore tenacia. Abbastanza conciliante, con qualche spigolosità

Qualche test del disegno

Il test stelle ed onde (U. AvéLallemant)Il test permette di costatare le caratteristiche del bambino dai tre anni in avanti. La semplicissima

consegna è “Disegna un cielo stellato al di sopra delle onde del mare”, a matita, su di un foglio A5 con cornice. Come afferma l'autrice, “quando il bambino rappresenta le stelle crea delle forme, quando disegna le onde produce un movimento, se rappresenta il cielo stellato sopra il mare lo distribuisce nello spazio” (AvéLallemant, Il test stelle ed onde).

Nella valutazione dei disegni, si considerano armonia o disarmonia, ordine e regolarità; si valuta il simbolismo spaziale, il rapporto tra mare e cielo e l'eventuale dominanza di uno dei due, il simbolismo degli elementi ed anche degli elementi aggiunti, il tratto con cui il tutto e le parti sono disegnati.

Nel caso del disegno riportato in Figura 14 si possono notare stelle circolari, arrotolate ed annerite – disegnate però con tratto leggero e a volte un po' sfibrato, lasciate un po' sullo sfondo da onde più o meno angolose ripiegantisi all'indietro e tracciate con pressione in solco che buca il foglio.

È evidente il carico di emozioni ed anche la forza impiegata nel contrapporvisi da parte di questa bambina i cui genitori si stanno separando, mentre l'alto non è luminoso e non fa da punto di riferimento o di attrazione.

Page 12: Introduzione alle Grafologia

Figura 14: Stelle ed onde di una bambina di quattro anni e mezzo

Il test dell’albero (R. Stora)In realtà dei tre alberi, che vengono fatti disegnare successivamente. Il grafologo li interroga con i

consueti parametri, in particolare tenendo conto che secondo l'autrice il primo disegno registra il comportamento in un ambiente sconosciuto; il secondo in un ambiente abituale (quello del quale il bambino vive, la famiglia); il terzo, detto l'albero del sogno o albero di fantasia, informa sulle tendenze rimaste insoddisfatte e sulla soluzione adottata dal soggetto per porvi rimedio. Solo nel caso dell'adulto (ricordiamo che questi test non sono riservati ai bambini, ma possono essere un sussidio all'esame della grafia di ogni età) si richiede anche un quarto albero – che fornisce indicazioni sui conflitti vissuti nell'infanzia e non ancora risolti.

Presentiamo i tre alberi di un bambino di seconda elementare, cui è stata diagnosticata dai medici una psicosi infantile.

Figura 15

Page 13: Introduzione alle Grafologia

Il test del paesaggio (A. Arthus e F. Lefebure) “Disegna un paesaggio in cui ci siano il Sole, dell'Acqua (sotto qualsiasi forma), una Casa ed un

Serpente. Puoi aggiungere o meno qualsiasi altra cosa tu voglia”. Questa è la consegna del Test del Paesaggio (o dei Quattro Elementi), formulato dall'analista junghiano André Arthus, che, come appare in una sua lettera del 1973, se ne avvaleva insieme con altri test per decidere se prendere in analisi un paziente o dirottarlo verso altra terapia psicologica. Fanchette Lefebure, psicologa e grafologa, l'ha ulteriormente studiato ed amministrato a bambini, adolescenti, adulti, trovandolo rivelatore in particolare dei problemi inconsci che riguardano la curiosità (sessuale, intellettuale e spirituale) e di quelli che concernono le figure parentali – problemi spesso rimossi, negati o avvertiti ma non espressi3. Come nella scrittura anche nel disegno trova infatti talvolta la sua espressione il “non detto”, in questo caso in rapporto con archetipi del pensiero umano come il Sole, l'Acqua, la Casa e il Serpente.

Figura 16: Test di Arthus di un bambino di otto anni

Consideriamo la Figura 16: disegno verticale, fallico (secondo la terminologia freudiana), vivacizzato da colori brillanti. La costruzione della casa si pone come obiettivo centrale – una casa luminosa rossa e gialla ma dal tetto aguzzo e porte e finestre ben serrate. Tuttavia la comunicazione è garantita dal camino, che lascia uscire una calda traccia dell'affettività sicura che regna all'interno. Il serpente un po' la minaccia, vorrebbe entrare apportando scompiglio. Sempre a sinistra si erge un monte aguzzo con neve e nuvola sormontante, mentre a destra fa da parallelo un sole un po' incombente ed ispido dai raggi scuri: non è agevole la tensione costruttiva verso l'alto, ha i suoi scogli e le sue durezze, le sue minacce ed insidie. Ma la fontana verde a destra in basso, aguzza ma aperta, capace di far scorrere la giusta quantità di acqua dissetante, apporta un elemento di movimento e di rassicurazione.

Il bambino, che ha imparato a scrivere in stampatello, sta ora facendo i suoi primi esperimenti di passaggio al corsivo. La scrittura (Figura 17) è molto verticale, ristretta, crescente, con lo sforzo di una

3 Lefebure F., Expression graphique et test des quatre éléments.

Page 14: Introduzione alle Grafologia

pressione in solco che nel disegno si alleggerisce e con la normale difficoltà a tenere il rigo. Ci sembra che il disegno fornisca qualche elemento in più e con maggiore immediatezza.

Figura 17: Scrittura dell’autore del paesaggio di Figura 16

La grafia infantileI grafologi distinguono tre fasi: • precalligrafica (dai 5/6 anni sino agli 8/9): è quella dell'apprendimento del modello, con sforzo,

tensione. La messa in pagina è caotica, l'inclinazione e la direzione sono mal controllate, c'è difficoltà a tenere il rigo, la dimensione è estremamente variabile, le lettere sono legate in modo maldestro, con incollamenti, saldature, buchi.

• calligrafica (dagli 8 anni sino agli 11): incomincia una certa scioltezza, anche nei legamenti. È riprodotto il modello, ma con maggiore padronanza ed agilità, rispettando anche margini e rettilineità. Si possono incominciare a vedere soluzioni più personali e veloci, ad indicare il cammino intrapreso verso l'autonomia.

• postcalligrafica (dopo gli 11 anni): l'equilibrio raggiunto è subito messo in discussione dall'inizio dell'adolescenza ed anche la grafia diventa meno “bella” ed armoniosa.

In questa sede ci basta mostrare come già si presentino diverse – ed eloquenti – le grafie di bambini della medesima classe di quarta elementare:

Figura 18: Il confort sicuro e morbido di Marta

Figura 19: La concentrazione di Alessia

Page 15: Introduzione alle Grafologia

Figura 20: La voglia di riuscire di Cristiano (non ben avvalorata dalla pressione)

Figura 21: L'esibizionismo contestatario di William

Terminiamo questa rapida carrellata mostrando ancora una scrittura, questa volta di una dodicenne, ed insieme il suo disegno nel test dell'albero.

Ancora vicina al modello calligrafico, arrotondata ed allargata, la scrittura (Figura 22) dà una prima impressione di dolcezza e femminilità. Presenta nello stesso tempo scatti, saldature, sospensioni, lettere schiacciate ed altre ripassate, ritocchi, errori, che parlano di ansia un po' inibente. È danzante sul rigo, variabile in inclinazione: non è così agevole il contatto con la realtà ancora da sperimentarsi, di cui si sente fortemente attrazione ed insieme repulsione.

Ben più determinato appare il paesaggio (Figura 23). Elemento centrale è il serpente, completamente risvegliato dal letargo e con tutta la curiosità e voglia di andare. La tenuta danzante del rigo della grafia è qui resa dalle sinuose spire con cui egli avanza: gli elementi circolari sono ornamenti delle pelle, non molto di più. È quasi trionfale in un percorso che sormonta le due case (forse quella paterna e quella materna, dato che i genitori sono separati?), lontano dall'acqua, al di sopra, se è il caso, dello scoglio delle montagne che sono più sfondo che ostacolo. Resta però un sole dai raggi appuntiti, unico elemento che incombe sul serpente e vorrebbe schiacciarlo (regole?, doveri?, centralità di qualcosa di esternamente oggettivo e razionale?): in ogni caso con lui bisogna fare i conti, anche se il desiderio è quello ansioso di annuvolarlo ed annerirlo e non certo di averlo come oppressivo punto di riferimento.

Page 16: Introduzione alle Grafologia

Figura 22

Figura 23

Page 17: Introduzione alle Grafologia

Glossarioarmonia: proprietà globale di una →grafia che ne descrive il grado di integrazione ed equilibriobianco: la parte di →spazio non occupata dal →nerocalligrafia: →grafia intenzionalmente “bella”, e quindi spesso non spontaneacorpo centrale: tutta la lettera per ‘a’, ‘c’, ‘e’, … la “pancia” per ‘b’, ‘d’, ‘g’, ‘h’,…elementi costitutivi: le quattro componenti base di cui ogni →grafia è composta: →spazio,

→forma, →movimento e →trattoforma: la componente statica (“impressiva”) della →grafia, che struttura il →bianco per poter

comunicare in modo comprensibileformniveau: proprietà globale di una →grafia che ne descrive il grado di creatività, forza ed energia

vitalegenere: insieme di →specie che descrivono diverse modalità di una stessa caratteristica della grafia

(ad esempio la dimensione)grafia: il risultato dell’atto scrittorio. Non solo, quindi, la traccia d’inchiostro (→nero), ma anche il

suo rapporto col →bianco, la sua →pressione, …Grafologia: lo studio delle corrispondenze tra →grafia e personalità dello scriventelinea di base: la linea (immaginaria o stampata) sulla quale la base delle lettere si appoggialinea di cresta: la linea immaginaria individuata dal punto più alto del →corpo centrale delle lettere movimento: la componente dinamica (“espressiva”) della →grafia, che anima il →nero e costruisce

la →forma nello →spazionero: la traccia d’inchiostro lasciata dallo scriventespazio: la componente potenziale della →grafia, il supporto dove lo scrivente mette il →nero. Per

estensione, il rapporto del →nero con esso, e quindi con il →biancospecie: proprietà oggettiva e puntuale che descrive una →grafia (ad esempio grande o piccola)tratto: la componente attuale (“materica”) della →grafia, che fornisce la sostanza di cui il →nero si

componezona inferiore: la parte di ogni riga di →grafia al di sopra della →linea di crestazona media: la parte di ogni riga di →grafia compresa tra la →linea di base e la →linea di crestazona superiore: la parte di ogni riga di →grafia al di sotto della →linea di base

Page 18: Introduzione alle Grafologia

Bibliografia

Opere di carattere generalePeugeot J., Lombard A., De Noblens M., Manuale di Grafologia, Masson, 1992Urbani Paola, Manuale di Grafologia, Newton ComptonDesurvire M., Quaderni di Grafologia (3 volumi), Jupiter, Pisa, 2003Crépieux-Jamin Jules, ABC della Grafologia, Messaggero, Padova, 2001Boille Nicole, Il gesto grafico, gesto creativo. Trattato di grafologia, Borla, Roma, 1998Gille-Maisani J. – Ch, Psicologia della scrittura, Liguori, 1990

In francese:Catherine C. e Jacqueline P., Traité de Graphologie, Expansion Scientifique Française, Parigi, 2002Blanquefort d'Anglard Madeleine, Motivations et compensations, Masson, Parigi, 1994Saint Morand H., L'écriture et la typologie planétaire, Parigi, 1973Simond A. M., La graphologie planétaire, A. Michel, Parigi, 1990

Grafologia infantileAvé Lallemant U., Segnali d'allarme. Grafologia e diagnosi psichica della personalità, Armando, Roma, 1997 AvéLallemant U., Il test stelle ed onde, Otium ac negotium, Salerno, 1995Lefebure F., Expression graphique et test des quatre éléments – Test du Paysage d'André Arthus, Masson,

Paris, 1992

Riviste“Grafologie e sue applicazioni”, Ce.S.Graf“Il Giardino di Adone. Scrittura, simbolo, segno”, Arigraf-Agif

In francese:“La Graphologie”, Société Française de Graphologie

Siti internetCe.S.Graf – Centro Studi Grafologici. www.mondoweb.it/cesgrafCe.S.Graf – sede di Genova. www.village.it/ce.s.grafArigraf – www.arigraf.it, www.arigrafpisa.it