inserto speciale giorgiana masi

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria Inserto speciale Giorgiana Masi.....un delitto di stato E’ trascorso tanto tempo da quei lon- tani anni ’70 che segnarono la data di nascita del così detto “Movimento studentesco” in Italia. “Strategia della tensione”, Piazza Fontana e Piazza della Loggia, Italicus, rogo di Primavalle. Furono gli anni della morte di Giorgiana Masi, di Francesco Lo Rosso, dell’agente Custrà e poi di Guido Rossa, sinda- calista, di Fulvio Croce, presidente degli avvocati e delle piazze incendi- ate dagli estremisti. Il lancio di pietre verso il palco dove parlava Luciano Lama alla Sapienza, il ferimento di Indro Montanelli e poi I Volsci, C.l., Radio Alice, Radio Onda Rossa. La P38 era il simbolo della sinistra rivo- luzionaria. Nudi dati anagrafici, dietro ai quali si celava tuttavia un lungo processo di incubazione. Le lotte operaie con pochi operai e stu- dentesche. I no global, i movimenti ambientalisti e la sinistra radicale e libertaria non nascono dal nulla, ma hanno il loro epicentro, storicamente significativo, nel Lazio, Lombardia, Emilia, Calabria. Regioni chiave per lo sviluppo di una coscienza libera, per i diritti, per la lotta politica e ideale, per un mes- saggio che viene raccolto in ogni contrada del paese, dagli operai agli studenti, agli intellettuali. Numerosi intellettuali affluiscono in queste fila con un folto stuolo di giovani e di donne. Dario Fo, Felix Guattari, Alain Guillaume, Sartre. Tutto era sur- reale, alternativo, radicale: gli amori, gli amici, la compagnia, la Scuola, il Privato, la libertà prima di tutto e da tutto. Il desiderio al potere se si può sintetizzare. Studiavo Giurisprudenza alla “Sapienza”, mi mantenevo vendendo giornali. Partecipai al Movimento studen- tesco senza tanta intensità. Portavamo come dice Guccini “un eskimo innocente, dettato solo dalla povertà, non era la rivolta perma- nente, diciamo che non c’era e tanto fa”. Leggevo Allen Ginsperg, Kerouac, Re Nudo . Ascoltavamo Jefferson’s Airplane. “Cazzo” era la parola più usata a quel tempo. Il ’77 non è stato il folclore come dice Francesco Merlo su “la Repubblica”. Piuttosto ha ragione Asor Rosa quando parla di “due società”. Da una parte dice lo storico della letter- atura “c’erano i garantiti, coloro che avevano un reddito sicuro, dall’altra una vasta massa di giovani precari, marginali, senza prospettiva di inser- imento sociale”. Si faceva di neces- sità virtù. Questo l’ex direttore di “ Rinascita” lo scriveva nel 1977 su “ l’Unità”. Poi le Br distrussero il sogno e i desideri. L’azione politica di com- pagni come Oreste Scalzone, Franco Piperno, Lanfranco Pace si dispiegava nella società civile con le lotte per la libertà ed il progresso dei lavoratori, per la difesa della democrazia e delle libertà, contro le repressioni autoritarie che raggiun- sero la fase più acuta con il c.d. “teo- rema Calogero” del 1977. A Bologna dove si riunì il movimento per l’ultima volta c’è una grande novità: svanisce il sogno e tutto si dissolve. Oltre a Scalzone che era stato incriminato di banda armata e condannato, anche altri compagni conobbero in quegli anni il carcere e vennero processati e condannati. Insieme ai provvedimenti che vieta- vano ogni tipo di manifestazione pubblica si decretava in pratica lo stato d’assedio e la sospensione delle libertà di associazione, di espressione libera. Il giovine min- istro Cossiga fece arrestare il movi- mento ed i loro capi, tra i quali appunto l’Oreste. Contro le misure repressive della libertà di associ- azione, di sciopero, insorsero solo i socialisti come Giacomo Mancini, i radicali come Marco Pannella ed i veri democratici . Si era contro il compromesso storico e come scrive Lucia Annunziata nel suo libro 1977 “Noi odiavamo i comunisti”. Il vec- chio Psi assunse una politica auton- omista, conferma Craxi alla guida del partito; più tardi Pertini verrà elet- to presedente della Repubblica. Poi le Br, l’uccisione di Moro hanno definitivamente distrutto e cancellato il “Movimento”. Dopo 26 anni di latitanza in Francia, l’ex leader di Potere Operaio torna in Italia. Era stato condannato dal Tribunale di Milano nel 1981 per partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata nell’am- bito del processo “7 aprile” su Autonomia operaia. Nell’immaginario dell’epoca si meritò l’appellativo di “ rivoluzionario” non di mestiere. Processato in più occa- sioni, Scalzone trascorse in carcere alcuni anni. Costretto ad imboccare la via dell’esilio, per altri 26 anni girò in cerca di ospitalità per se e per le sue idee: Corsica, Olanda, Sud America, Francia, Parigi; il presi- dente socialista Mitterand diede ospitalità a tutti gli esuli ed i rifugiati politici. Si attraversava, da libertari A Giorgiana …se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggio se tu vivessi ancora se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio se la mia penna fosse un’ar- ma vincente se la mia paura esplodesse nelle piazze se l’averti conosciuta diven- tasse la nostra forza se i fiori che abbiamo regala- to alla tua coraggiosa vita nella nostra morte almeno diventassero ghirlande della lotta di noi tutte, donne.. se…. non sarebbero le parole a cercare di affermare la vita ma la vita stessa, senza aggiungere altro Giorgiana Masi Foto archivio WIKIPEDIA A 30 anni dalla sua uccisione, una strage di verità Giorgiana Masi: L' altro ‘77 Marco Pannella: Un delitto di Stato >>> segue

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Anno I n°5 - Maggio 2007

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Page 1: Inserto speciale Giorgiana Masi

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E’ trascorso tanto tempo da quei lon-tani anni ’70 che segnarono la datadi nascita del così detto “Movimentostudentesco” in Italia. “Strategiadella tensione”, Piazza Fontana ePiazza della Loggia, Italicus, rogo diPrimavalle. Furono gli anni dellamorte di Giorgiana Masi, diFrancesco Lo Rosso, dell’agenteCustrà e poi di Guido Rossa, sinda-calista, di Fulvio Croce, presidentedegli avvocati e delle piazze incendi-ate dagli estremisti. Il lancio di pietreverso il palco dove parlava LucianoLama alla Sapienza, il ferimento diIndro Montanelli e poi I Volsci, C.l.,Radio Alice, Radio Onda Rossa. LaP38 era il simbolo della sinistra rivo-luzionaria. Nudi dati anagrafici,dietro ai quali si celava tuttavia unlungo processo di incubazione. Lelotte operaie con pochi operai e stu-dentesche. I no global, i movimentiambientalisti e la sinistra radicale elibertaria non nascono dal nulla, mahanno il loro epicentro, storicamentesignificativo, nel Lazio, Lombardia,Emilia, Calabria. Regioni chiave per lo sviluppo di unacoscienza libera, per i diritti, per lalotta politica e ideale, per un mes-saggio che viene raccolto in ognicontrada del paese, dagli operai aglistudenti, agli intellettuali. Numerosiintellettuali affluiscono in queste filacon un folto stuolo di giovani e didonne. Dario Fo, Felix Guattari, AlainGuillaume, Sartre. Tutto era sur-reale, alternativo, radicale: gli amori,gli amici, la compagnia, la Scuola, ilPrivato, la libertà prima di tutto e datutto. Il desiderio al potere se si puòsintetizzare. StudiavoGiurisprudenza alla “Sapienza”, mimantenevo vendendo giornali.

Partecipai al Movimento studen-tesco senza tanta intensità.Portavamo come dice Guccini “uneskimo innocente, dettato solo dallapovertà, non era la rivolta perma-nente, diciamo che non c’era e tantofa”. Leggevo Allen Ginsperg,Kerouac, Re Nudo . AscoltavamoJefferson’s Airplane. “Cazzo” era laparola più usata a quel tempo. Il ’77non è stato il folclore come diceFrancesco Merlo su “la Repubblica”.Piuttosto ha ragione Asor Rosaquando parla di “due società”. Dauna parte dice lo storico della letter-atura “c’erano i garantiti, coloro cheavevano un reddito sicuro, dall’altrauna vasta massa di giovani precari,marginali, senza prospettiva di inser-imento sociale”. Si faceva di neces-

sità virtù. Questo l’ex direttore di “Rinascita” lo scriveva nel 1977 su “l’Unità”. Poi le Br distrussero il sognoe i desideri. L’azione politica di com-pagni come Oreste Scalzone,Franco Piperno, Lanfranco Pace sidispiegava nella società civile con lelotte per la libertà ed il progresso deilavoratori, per la difesa dellademocrazia e delle libertà, contro le

repressioni autoritarie che raggiun-sero la fase più acuta con il c.d. “teo-rema Calogero” del 1977.A Bologna dove si riunì il movimentoper l’ultima volta c’è una grandenovità: svanisce il sogno e tutto sidissolve. Oltre a Scalzone che erastato incriminato di banda armata econdannato, anche altri compagniconobbero in quegli anni il carcere evennero processati e condannati.Insieme ai provvedimenti che vieta-vano ogni tipo di manifestazionepubblica si decretava in pratica lostato d’assedio e la sospensionedelle libertà di associazione, diespressione libera. Il giovine min-istro Cossiga fece arrestare il movi-mento ed i loro capi, tra i qualiappunto l’Oreste. Contro le misurerepressive della libertà di associ-azione, di sciopero, insorsero solo isocialisti come Giacomo Mancini, iradicali come Marco Pannella ed iveri democratici . Si era contro ilcompromesso storico e come scriveLucia Annunziata nel suo libro 1977“Noi odiavamo i comunisti”. Il vec-chio Psi assunse una politica auton-omista, conferma Craxi alla guidadel partito; più tardi Pertini verrà elet-to presedente della Repubblica. Poile Br, l’uccisione di Moro hannodefinitivamente distrutto e cancellatoil “Movimento”.Dopo 26 anni di latitanza in Francia,l’ex leader di Potere Operaio torna inItalia. Era stato condannato dalTribunale di Milano nel 1981 perpartecipazione ad associazionesovversiva, banda armata nell’am-bito del processo “7 aprile” suAutonomia operaia.Nell’immaginario dell’epoca si meritòl’appellativo di “ rivoluzionario” nondi mestiere. Processato in più occa-sioni, Scalzone trascorse in carcerealcuni anni. Costretto ad imboccarela via dell’esilio, per altri 26 anni giròin cerca di ospitalità per se e per lesue idee: Corsica, Olanda, SudAmerica, Francia, Parigi; il presi-dente socialista Mitterand diedeospitalità a tutti gli esuli ed i rifugiatipolitici. Si attraversava, da libertari

A Giorgiana…se la rivoluzione d’ottobrefosse stata di maggiose tu vivessi ancorase io non fossi impotente difronte al tuo assassiniose la mia penna fosse un’ar-ma vincentese la mia paura esplodessenelle piazzese l’averti conosciuta diven-tasse la nostra forzase i fiori che abbiamo regala-to alla tua coraggiosa vitanella nostra morte almenodiventassero ghirlande dellalotta di noi tutte, donne..se….non sarebbero le parole acercare di affermare la vitama la vita stessa, senzaaggiungere altro

Giorgiana Masi Foto archivio WIKIPEDIA

A 30 anni dalla sua uccisione, una strage di verità

Giorgiana Masi: L' altro ‘77Marco Pannella: Un delitto di Stato

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Page 2: Inserto speciale Giorgiana Masi

ABOLIRE LA MISERIA della calabriaInserto specialetutte le lotte operaie degli anni settantain Italia, partecipavamo all’occu-pazione di Valle Giulia con Pace ePiperno, leaders del Movimento stu-dentesco, ci si scontra in piazza con lapolizia e con i fascisti. Erano gli annidel “Potop” del potere operaio, comerecitavano gli slogans di quel tempo.Erano gli anni dei cinema “d’essai”,degli scontri anche con quelli di” LottaContinua”. Era la stagione delleassemblee permanenti, degli espropriproletari. Erano gli anni di forte e veraopposizione alla guerra, gli anni delladifesa dell’internazionalismo liber-atario, socialista e radicale. Chi incar-nava il libertario in Italia era ribelle,bandito, sovversivo. Si è sempreritrovato contro ogni tipo di potere.Sulla fiancata della barca diGianmaria Volontè che portava inFrancia Scalzone c’era scritto un versodi Paul Valery: “Il vento si alza, bisognatentare di vivere”. Lui ha sempre incar-nato queste parole. Sempre sulle bar-ricate. Scalzone oratore formidabile,lo ricordo sempre sommerso di libri,carte e giornali. Non è mai stato uncomunista anche se da giovane è statoiscritto alla Fgci: nei fatti anticipa quel-

li che oggi si chiamano no global daCaruso in giù. A fianco degli operai cheoccupano le fabbriche e nelle lotte stu-dentesche come a Roma, Napoli,Bologna, Milano. Viveva tra gli operai econ gli studenti: una sorta di icona delmovimento studentesco. Poi vennesepolto vivo in esilio e continuamentesorvegliato come una bestia peri-colosa. Farà ancora paura? Adessoche farai?” farò una compagnia di giro,composta da me stesso e da chi civuol stare. Farò agitazione filosofica,culturale e sociale”. Farà, dice il sinda-calista dei rifugiati. Marco Pannella,destinato a diventare per molti unasorte di voce profetica che più a con-tribuito a distruggere gli stereotipiborghesi della morale e dell’etica inbase al suo atteggiamento nei confron-ti della nonviolenza del potere politicoe industriale, dello stato assassino. IlPartito radicale e compagnia possiamodire che hanno sconvolto linguaggio,

percezione e visione del mondo per lalibertà, contro le ingiustizie, le guerre,l’odio e le incomprensioni. AndreaCasalegno dice che “per un giovane dioggi non è facile capire di che lacrimegrondi e di che sangue la storia del1977. Quei fatti sembrano un bruttosogno: il susseguirsi delle manifes-tazioni che ogni volta ci scappava ilmorto. Ammazzare era un gioco. Ilvero lavoro era uccidere”.Un esempio per tutti : l’uccisione diGiorgiana Masi. In un bel libro, abbastanza raro,prestatomi da Salvatore Colace, radi-cale calabrese da sempre, elaboratodal Centro di iniziativa giuridica PieroCalamandrei si raccolgono testimoni-anze e fotografie del fatidico 12Maggio 1977 della morte di GiorgianaMasi, diciannovenne simpatizzanteRadicale. “La meccanica dell’assas-sinio di Giorgiana, si legge in questolibro, si può riassumere come un omi-cidio di Stato”. “E’ vostra, dicevaAntonello Trombadori, la responsabil-ità della tragedia”. “ Un delitto di Stato”tuonava Marco Pannella. “Voglionocriminalizzare l’opposizione democrat-ica, parlamentare ed extraparla-mentare; l’opposizione laica, libertaria,socialista, non violenta ,alternativa;quella del progetto, del referendum. Laviolenza è stata solo dello stato.Disobbedire era necessario. Il movi-mento femminista di Roma dice:“Giorgiana Masi è stata assassinatadal regime di Cossiga. Rivendichiamoil diritto di scendere in piazza, a ripren-derci la libertà, la vita. Nessuna donnaresterà in silenzio”.

Ecco perché ancora serve il suoesempio, da libertari, nonviolenti,laici,socialisti, liberali e radicali .

Filippo Curtosi.

Foto archivio WIKIPEDIA

CONOSCERE X DELIBERARE

DA WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA

GIORGIANA MASI

(? 1958 - Roma, 12 maggio 1977)Giorgiana fu una studentessaromana del liceo Pasteur uccisa adiciannove anni durante una mani-festazione di piazza.

Il 12 maggio 1977, terzo anniver-sario del referendum sul divorzio, iradicali indirono un sit-in in PiazzaNavona nonostante fosse in vigore ildivieto assoluto di manifestazionipubbliche decretato dopo la morte, il21 aprile, dell'agente SettimioPassamonti.

Le PolemicheIl ministro dell'interno FrancescoCossiga fu coinvolto in asprepolemiche per l'esistenza di un pre-sunto complotto (vi sono fotografieche mostrano agenti in borghesemimetizzati tra i manifestanti cheparrebbero, secondo alcune inter-pretazioni, sparare ad altezzauomo), e si dichiarò pronto a dimet-tersi "se avessi avuto le prove che lapolizia aveva sparato". Nel 2003dichiarò, però, "non li ho mai dettialle autorità giudiziarie e non li diròmai - i dubbi che un magistrato e fun-zionari di polizia mi insinuarono sullamorte di Giorgiana Masi: se avessipreso per buono ciò che mi avevanodetto sarebbe stata una cosa tragi-ca.".

Riapertura delle indaginiLa riapertura del caso è stata neglianni sollecitata da più parti. Per l'expresidente della commissione stragiGiovanni Pellegrino, le parole diCossiga pronunziate sull'accadutoconfermerebbero come "quel giornoci possa essere stato un atto distrategia della tensione, un omicidiodeliberato per far precipitare unasituazione e determinare unasoluzione involutiva dell'ordinedemocratico, quasi un tentativo dianticipare un risultato al quale pervia completamente diversa si arrivònel 1992-1993".

Il deputato verde Paolo Cento hapresentato una proposta di legge performare una commissione che sioccupi di "abbattere il muro diomertà, silenzi e segreti attornoall'assassinio della giovane e perindividuare chi ha permesso l'im-punità dei responsabili".