incontri - ottobre 2015

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Calendario Seminari OTTOBRE 2015 COUNSELING L’esperta di Counseling educativo ANIMATORE Voglio continuare su questa strada, mi piace troppo INGRESSI SOLIDALI I tanti volti dell’accoglienza Il giardino d’autunno Imparare giocando il Notiziario dell’Operatore Sociale incontri

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Page 1: Incontri - Ottobre 2015

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OTT

OBRE

2015

counselingL’esperta di Counseling educativo

AniMAToReVoglio continuaresu questa strada,mi piace troppo

INGRESSI SOLIDALI

I tanti voltidell’accoglienza

il giardino d’autunno

Impararegiocando

il Notiziario dell’Operatore Sociale

incontri

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Editoriale

Un autunno a tutta formazione

Tutti coloro che hanno a che fare con il sociale sanno bene quanto siano importanti la formazione e l’aggiornamento in questo settore in continua evoluzione. L’Istituto Cortivo, che in questo senso ha sempre offerto molto ai propri allievi ed ex allievi, per gli ultimi mesi del 2015 ha messo a punto un ricchissimo programma: vario, coinvolgente, perfetto per chi vuole apprendere o intraprendere, offre occasioni di alta qualità a tutti coloro che vogliono crescere assieme agli altri. Si inizia a Monteortone, Abano Terme, con il seminario “Aiutare nel Benessere”: condotto da Attilio Piazza e Marco Marson dal 24 al 26 settembre ha l’obiettivo di offrire strumenti concreti per avviare relazioni di aiuto ed efficace sostegno alla persona con maggior forza, competenza, consapevolezza delle proprie risorse. Sabato 3 ottobre sarà

invece la volta di Monica Colosimo che, presso il Centro Didattico di Via Clerici, a Milano, proporrà un affascinante viaggio fra i segreti della scrittura autobiografica e creativa. Quindi, il 16 ottobre, Gabriella Degrandi e Luciana Rossi gestiranno a Villa Ottoboni, Padova, la terza edizione di “Assistere, Accompagnare, Aiutare”, questa volta dedicata alle nuove tecnologie intese come prezioso supporto nelle attività educative e assistenziali. Il 17 ottobre, sempre nella stessa, suggestiva cornice, sarà Clara Galetto a condurre

“Imparare a Studiare”, incontro dedicato all’acquisizione di un metodo di studio finalizzato ad aumentare negli allievi il livello di comprensione e utilizzo efficace del materiale di apprendimento. A novembre, nel fine settimana del 13 e 14, si terrà ancora a Villa Ottoboni il tradizionale seminario sull’impresa sociale, questa volta però sdoppiato in due giornate: nella prima è prevista l’approfondita esplorazione dei passaggi finanziari, organizzativi, progettuali, burocratici e legislativi necessari per aprire una struttura assistenziale mentre nella seconda, dal significativo titolo “Imprenditore sarai tu!”, il tema sarà l’autoimprenditorialità, ovvero come valorizzare le proprie capacità sul mercato del lavoro e imparare a promuoversi, a coinvolgere altri, ad analizzare un territorio per proporre un progetto d’impresa, un’attività o un servizio innovativi… Stesso luogo, stesso mese e altro giorno, il 21, per l’ultimo appuntamento: “Parole leggere come nuvole”. Dopo il successo dello scorso anno Cristina Zuppel vi riporterà nel mondo delle parole del cuore e della memoria, quelle che raccontano la nostra storia, intime evocatrici della nostra identità perché ricordare è rivivere, in un altro tempo e da un’altra prospettiva. Ce n’è davvero per tutti i gusti e tutti gli interessi: vi aspettiamo!

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Sommario

01 EDITORIALE 04 ingressi solidali Dentro le strutture I tanti volti dell’accoglienza

06 arriVano i nosTri Parla la squadra Cortivo Dalla segreteria didattica

dell’Istituto Cortivo empatia e… passione per lo Shiatsu

08 CoUnseling L’esperta di Counseling

educativo

10 in praTiCa: sTimoli, Conferme,

sVolTe laVoraTiVe 12 INfANzIA Tirocinio con sorpresa finale 14 ANImATORE Voglio continuare su questa

strada, mi piace troppo

16 ANImATORE Due diverse esperienze e una riflessione…

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i

fiori e i bambini.

(Dante Alighieri)

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Istituto Cortivo EditoreStampa Litocenter srl - Zona industriale nuova 35016 Piazzola sul Brenta (PD)

Progetto grafico e impaginazione: immagina.biz

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26 2718 “CHe laVoro fai?”: eX allieVi raCConTano 18 PASSIONE E fORmAzIONE, IL BINOmIO vINCENTE 20 CHi semina raCCoglie: Speciale seminari

· Aiutare nel benessere · Autobiografia dell’essere · Assistere, accompagnare,

aiutare · Imparare a studiare · Fare l’impresa nel sociale · Imprenditore sarai tu! · Parole leggere come nuvole

22 edUC’aZioni Imparare giocando Il giardino d’autunno

24 il soCiale Tra CarTa e pelliCola Il libro Nel mare ci sono i coccodrilli Il film Stelle sulla terra

26 a pesCa di siTi Il sociale in rete 26 www.dongnocchi.it27 www.operasanfrancesco.it

28 serViZio segnalaZione allieVi Opportunità, indicazioni, soluzioni.

INCONTRI Ottobre 2015 3

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Mare nostro che non sei nei cielie abbracci i confini dell’isola e del mondo,

sia benedetto il tuo sale,sia benedetto il tuo fondale.

Accogli le gremite imbarcazionisenza una strada sopra le tue onde,

i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature,

che tornano al mattino con la pescadei naufraghi salvati.

Mare nostro che non sei nei cieli all’alba sei colore del frumento,

al tramonto dell’uva di vendemmia, ti abbiamo seminato di annegati

più di qualunque età delle tempeste.Mare nostro che non sei nei cieli, tu sei più giusto della terraferma,

pure quando sollevi onde a muraglia poi le abbassi a tappeto.

Custodisci le vite, le visite cadutecome foglie sul viale,

fai da autunno per loro, da carezza, da abbraccio e bacio in fronte

di padre e di madre prima di partire.4 INCONTRI - Ottobre 2015

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I tanti volti dell’accoglienzaSono intense le parole scritte da Erri De Luca nell’ottobre del 2015 a Lampedusa, isola di frontiera al centro del Mediterraneo che, dopo essere stata per millenni luogo di scambio proficuo fra popoli, è diventato oggi il mare in cui migliaia di profughi spesso perdono la vita in nome di una mercificazione dei corpi che ha tutte le caratteristiche della tra-gedia epocale. L’Europa non pare aprirsi all’accoglienza: preferisce far circolare le merci piuttosto che gli uomini sconfessando così quel senso di fratellanza che in una civiltà evoluta si dovrebbe dare per scontata. Il nostro Paese ha ancora per molti disperati il sapo-re della speranza: il nostro suolo rappresenta il loro primo approdo sicuro dove, per fortuna, trovano non solo chi li vorrebbe respingere a tutti i costi, ma anche persone e realtà che, come afferma De Luca, operano generosamente secondo una “economia del dono che, a tempo debito, soppianterà quella del profitto” (da intervista su Vita n° 06 2015). Vediamo allora chi sono queste persone che testimo-niano il valore dell’accoglienza attraverso azioni umanitarie poco “megafonate” ma molto attive e presenti. Il loro modo di agire non è “buonismo” ma consapevolezza che un fenomeno complesso come quello della fuga dalla povertà e dalla guerra va comunque gestito salvaguardando la vita e la dignità di chi in questo momento subisce

senza colpe il peso feroce della Storia. Un ruolo centrale lo svol-gono da sempre i Lampedusani, accoglienti e sempre pronti ad offrire soccorso così come stabi-lisce l’etica del mare. Lo fanno da oltre vent’anni con grande senso di responsabilità, pur chiedendo alla UE politiche d’intervento più efficaci e generose. Intanto, anche al nord i volontari non mancano come testimonia la Cooperativa Ruah di Bergamo (cooperati-varuah.it) che ospita circa 500 migranti in strutture capaci di accogliere dalle 35 alle 90 persone. Ultimamente è stata promotrice di un progetto che prevede l’impiego dei giovani migranti in attività socialmente utili, iniziativa par-tita nel 2014 in convenzione con Comuni, Prefetture e Sindacati. A Biella, invece, il Consorzio Filo da Tessere (ilfilodatessere.com) ha preso in carico 21 persone, tutte di età inferiore ai 25 anni, e le ospita in appartamenti e presso una struttura della comunità San Filippo. Ma il Consorzio non si limita a garantire un tetto, cerca anche di favorire momenti di socializzazione, organizza corsi di italiano e si spende per offrire inserimenti lavorativi attraverso tirocini e formazioni professio-nali. Il Ciac di Parma (ciacolus.org) non è da meno: qui è attivo il progetto “Rifugiati in famiglia” e attualmente sono circa venti i nu-clei familiari che hanno accolto un rifugiato in casa e, attorno a questa

forma di solidarietà, si aprono nuove disponibilità, dalla profes-soressa che offre la sua esperienza di insegnante per l’apprendimento dell’italiano al falegname che si propone per eventuali tirocini. A Padova c’è chi invece mette a disposizione la seconda casa sfitta ai richiedenti asilo, naturalmente a prezzi più che modesti. L’idea è coordinata da Percorso Vita (percorsovitaonlus.it) i cui ope-ratori, grazie anche al lavoro dei volontari, fanno miracoli con i fondi erogati dal Governo per l’E-mergenza Profughi garantendo un modello d’accoglienza sostenibile a un numero cospicuo di rifugiati. A Gassino, appena fuori Torino, ad accogliere i migranti è la Co-munità Famiglie. Il suo progetto si chiama Rifugio Diffuso e ha come ente di riferimento l’Orga-nizzazione Non Governativa Cisv (cisvfraternita.it). Il tutto è inizia-to nel 2011 con l’accoglienza di tre rifugiati dell’Africa Subsahariana a cui sono seguite numerose donne con bambini. Gli esempi sono tantissimi, sparsi in tutta Italia. In-somma, per chi attraversa indenne il Mediterraneo, la speranza ha il volto di operatori, famiglie e vo-lontari motivati e organizzati, con-sapevoli delle difficoltà ma pronti ad accogliere in modo strutturato chi ha bisogno. Il resto lo deve fare l’Europa, mettendo al centro delle sue scelte l’uomo, i suoi bisogni e il suo inalienabile desiderio di un futuro migliore.

ingressi solidali dentro le strutture

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Susanna Longhi lavora all’Isti-tuto Cortivo dal 1997 in stretta sinergia con la Direzione Didat-tica. Il suo compito è assicurare agli allievi un servizio infor-mazioni attento e dettagliato sull’intero svolgimento dell’at-tività formativa, soprattutto per quanto riguarda la fase relativa al tirocinio.

Un lavoro di relazione il tuo…“Sì, richiede non solo compe-tenze specifiche ma anche la capacità di instaurare rapporti significativi con le persone, sia con i colleghi, sia con gli allie-vi. Comunicare entusiasmo e valorizzare l’impegno sono due aspetti del mio lavoro che consi-dero molto importanti”.

Ti senti in sintonia con il clima collaborativo che da sempre contraddistingue l’Istituto Cor-tivo?“Certamente, anche nella vita privata coltivo interessi affini… Da sempre mi interesso di storia dell’arte e da anni mi dedico alla pittura figurativa. Inoltre, da circa trent’anni, mi interesso di vari ambiti connessi allo studio della dimensione psicologica dell’esistenza e alle attività umane nel ciclo di vita”.

Ti riferisci al fatto che è possibi-le evolvere a qualsiasi età?“Proprio così. La crescita, infatti, è un processo articolato e continuo, spesso gratificante e portatore di gioia. Con il trascorrere degli anni sorgono sempre nuove possibilità per realizzarsi e sperimentare le proprie abilità”.

E in questa tua ricerca quali ta-lenti hai scoperto di avere?“Non mi manca certo la capacità di mettermi in gioco: nonostante gli impegni familiari e l’età non più giovane ho pensato di appro-fondire i miei interessi personali e mi sono iscritta a un corso pro-fessionale per diventare operatore Shiatsu. L’ho considerato un ulteriore passo verso lo sviluppo personale”.

Raccontaci…“Pochi mesi fa ho ottenuto il titolo di Shiatsuka, con risultati eccellenti. Questo però è uno di quei percorsi che non hanno mai fine. Lo Shiatsu è una forma d’ar-te, una disciplina evolutiva che valorizza le risorse naturali delle persone coinvolte nella pratica, ovvero l’operatore e il ricevente. Genera una migliore qualità della vita a prescindere dall’età, dalla condizione e dallo stato di

Dalla segreteria didattica dell’Istituto Cortivoempatia e… passione per lo Shiatsu

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benessere o di disagio dei soggetti. In quest’arte, la relazione autentica è un vero e proprio strumento di lavoro, essenziale per ottenere un buon risultato. Un bravo Shiatsuka deve essere capace di stare con la persona trattata, di farla sentire accolta e accettata per ciò che è. Ri-chiede calma, serenità e capacità di accettare e affrontare con pazienza le difficoltà”.

La relazione al centro del trat-tamento, quindi, in puro stile Cortivo...“Si tratta di una relazione olistica: anche agli allievi che si apprestano a svolgere il tirocinio sottolineo sempre l’importanza di considera-re l’utente come persona nella sua interezza, non va mai identificato solo con il suo malessere. Un atteg-giamento, questo, che anche nello Shiatsu, consente all’operatore di entrare profondamente in contatto con i pazienti. Aiutare la persona che chiede aiuto significa accom-pagnarla, saper applicare la tecnica con il cuore e con autenticità. Le qualità positive del cuore che vanno coltivate sono la gentilezza, il rispetto, la sincerità, la conside-razione, la gratitudine, l’attitudine al sorriso, la generosità”.

Quale aspetto della pratica Shiatsu ti ha maggiormente coinvolta?“L’importanza del ‘con-tatto’; il tatto, infatti, è per eccellenza il senso della realtà. La pelle svolge un ruolo primario nelle esperienze del bambino, nel suo rapporto di scoperta del mondo. Durante il corso ho approfondito il tema dell’arte del tocco e la sua efficacia nel rafforzamento della relazione

affettiva tra madre e bambino. Le mani, come gli occhi e la voce, sono in grado di esprimere tutta l’amorevolezza dell’attenzione. Ho imparato quanto sia importante porsi in modo empatico con il pa-ziente, instaurare un dialogo non solo fatto di parole ma anche di gesti manuali. La comunicazione corporea è comunicazione non verbale: con le parole trasmettia-mo contenuti, ma la sostanza della relazione, in tutte le sue sfumature, è rivelata dal linguaggio del corpo. Toccare, quindi, è comunicare a tutti gli effetti, è accogliere l’altro riconoscendolo nella sua indi-vidualità e nell’unicità della sua esistenza”.

Una riflessione finale?“L’impegno e la costanza sono i cri-teri di base per realizzare qualsiasi progetto di crescita personale ma è la passione a fare la differenza. È la passione che mi dà la carica per proseguire con interesse, curiosità e amore il mio percorso di svilup-po, un viaggio alla scoperta dei tanti tesori nascosti dentro me stessa e negli altri”.

arrivano i nostri ParLa La squadra CortiVo

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Laureata in Pedagogia e Filoso-fia, Donatella Celli è Counselor sistemico con master sul Disagio Preadolescenziale, diploma in MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi e formazione in Comunicazione e Somatic Expe-riencing. Non solo: è anche inse-gnante elementare e organizza da anni laboratori teatrali e artistici in diversi contesti educativi. Condu-ce inoltre percorsi di formazione per insegnanti ed educatori, seminari e sessioni individuali di Costellazioni Familiari ed è anche autrice di numerosi testi. Lo scorso luglio ha condotto un seminario di approfondimento nell’ambito del Counseling educativo organizzato dall’Istituto Cortivo per gli iscritti al corso triennale di Counselor e per chiunque lavori in campo educativo.

“È stata la mia prima volta all’I-stituto Cortivo e devo dire che ho trovato una platea attenta e sensibile e un’atmosfera di grande energia: è stato un piacere condivi-dere con un gruppo così motivato la mia esperienza di formatrice ed educatrice. Ho parlato del mondo dei bambini, dei loro disagi, di come si possono aiutare a ritrovare il loro posto in famiglia attraverso uno sguardo sistemico, e a favorire il loro benessere aiutandoli a cre-scere in modo sano e completo”.

Un seminario che traccia inte-ressanti orizzonti di senso per chi si occupa di educazione ed assistenza all’infanzia…“Sì, chi lavora con l’infanzia e l’adolescenza si confronta spesso con il disagio dei bambini e le in-sicurezze dei genitori: è necessario

saperli ascoltare e offrire loro delle possibili soluzioni. Ho cercato di porre l’attenzione su ciò che può aiutare gli educatori e i genitori a sostenere i bambini lungo un percorso di crescita personale e relazionale ma ho anche dato spazio all’osservazione dei processi d’insegnamento-apprendimento nei diversi contesti in cui vive e si muove il bambino, dalla scuola alla famiglia alle varie associazioni e su come tali contesti possono intera-gire tra loro”.

Quale obiettivo ti eri posta?“Focalizzare l’attenzione dei corsi-sti sulle modalità e gli ordini che permettono di creare relazioni sa-lutari all’interno di sistemi diversi e in che modo aiutare i bambini a sciogliere disagi e malesseri deri-vati da eventi difficili. L’intento è di

L’esperta di counseling educativoFormatasi aLLa sCuoLa di attiLio Piazza, donateLLa CeLLi insegna, ConduCe Laboratori teatraLi, si oCCuPa di Formazione in ambito eduCatiVo, raCConta… i suoi Punti di Forza sono L’aPProCCio sistemiCo, Le CosteLLazioni FamiLiari e iL somatiC exPerienCing, strumenti metodoLogiCi FinaLizzati aLLo sViLuPPo armoniCo deL bambino e aL suPeramento di eVentuaLi traumi.

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aiutare il bambino ad essere sereno e a sentirsi accolto in un posto sicuro mentre scopre se stesso e il mondo”.

Come è andata?“Più che bene. Sono stati molti i corsisti che a fine seminario mi hanno avvicinato chiedendomi informazioni e consigli su come risolvere alcune situazioni sia per-sonali sia professionali”.

Quali difficoltà incontri più spes-so nella tua professione?“Dal punto di vista sistemico le difficoltà che spesso i bambini in-contrano sono legate al loro essere ‘fuori posto’. A volte è difficile per i genitori essere adulti e quindi per i bambini essere bambini. Questo genera confusione, senso di ina-

deguatezza, difficoltà relazionali. Può anche succedere che il bam-bino assuma il ruolo di qualcuno che nell’ambito familiare è stato escluso, allontanato, dimenticato, una posizione che gli richiede così tanta energia da compromettere seriamente l’evolversi di un’infan-zia serena. Ricordiamoci che un bambino farebbe qualsiasi cosa per garantire il benessere dei ge-nitori ma può succedere che i suoi tentativi falliscano provocando malessere e stress. È importante che madri e padri diventino consa-pevoli delle dinamiche relazionali sistemiche che si instaurano in fa-miglia e dei disagi personali che il bambino potrebbe vivere quando viene esposto a eventi difficili questo li potrebbe aiutare a rista-bilire un certo ordine e a sostenere

il bambino lungo il percorso della propria crescita”.

Lei ha scritto alcuni libri, tra l’altro disponibili anche online, che potrebbero essere utili per chi si occupa di Counseling educativo, ricchi di approfondi-menti teorici ma anche di tanti esempi pratici…“Con la casa editrice Tecniche Nuove ho pubblicato ‘I bambini, le relazioni, i traumi - Costella-zioni Familiari e Somatic Expe-riencing’ e ‘Il Sentire dei bambi-ni’. Con l’editore Magi è invece uscito ‘Oltre il limite’. Sempre con Tecniche Nuove è infine in via di pubblicazione un nuovo libro, a cui tengo in modo particolare: ‘Genitori imperfetti, bambini felici’”.

L’esperta di counseling educativo

counseling

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IN PRATICA:

sTImolI, CoNfeRme,

svolTe lAvoRATIve

Anche in questa occasione la nostra rubrica pone l’attenzione

sui tirocini che sempre più spesso si dimostrano efficaci cinghie

di trasmissione verso un inserimento lavorativo. Tre sono le

esperienze di cui potrete leggere nelle pagine che seguono, tre

storie differenti ma accomunate dal desiderio di sperimentarsi,

con il massimo impegno, nella pratica professionale. La prima è

quella di Martina Piffer, protagonista di un tirocinio in un asilo con

lieta sorpresa finale. La seconda è invece quella di Cristina Furtuna:

tirocinante in un villaggio turistico, ha dato il meglio di se stessa ed

è riuscita ad essere assunta con buone prospettive future. La terza

è infine quella di Shiva Villano, bergamasco con origini indiane e

tirocinio in due strutture molto diverse, un Centro per Disabili e un

resort Club Méditerranée…

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Tirocinio con soRPResA fINAle

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“Come ho già letto nelle interviste di altre allieve pubblicate su Incontri o sul sito dell’Istituto Cortivo - commenta Martina Piffer di Trento - anche per me l’esordio nel mondo del lavoro è stato per un po’ a zig zag sino a quando ho imboc-cato la direzione che meglio rispondeva alle mie inclinazioni e aspirazioni”.

Raccontaci…“Mi sono diplomata all’istituto socio psicopedagogico della mia città e già mentre studiavo avevo avuto i miei primi contatti con il mondo dell’infanzia, come baby sitter e come animatrice nei campeggi estivi organizzati dalla parrocchia. Poi avrei voluto conti-nuare con l’università ma non mi è stato possibile a causa di problemi familiari insorti nel frattempo. Così ho cominciato a cercare una qualsia-si via d’uscita verso un’occupazione e ho frequentato un corso per segreta-ria di studio legale alla fine del quale sono stata in effetti assunta da un avvocato, ma non riuscivo proprio a ingranare: ho resistito per nemmeno un anno e poi ho lasciato, decisamen-te non era la vita che faceva per me”.

E hai ricominciato daccapo…“Sì, ma stavolta ero più sicura di sapere cosa volevo e cosa no e, quando alcuni amici mi hanno parlato favorevolmente dei corsi dell’Istituto Cortivo, che peral-tro già conoscevo perché una ragazza mia coetanea l’aveva frequentato, ho pre-so seriamente in considerazione questa opportunità di formazione professionale. Mi sono messa in contatto e mi sono iscritta alla specializzazione Assistente all’infanzia”.

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Dritta all’obiettivo!“Ho capito subito che avevo fatto la scelta giusta. Ho frequentato la sede di Trento e gli studi sono andati bene. Alcune ma-terie erano per me un ripasso di quelle che avevo fatto alle superiori, altre invece erano nuove, ma tutte avevano un taglio interessante, professionalizzante, di im-mediata utilità: per esempio le nozioni che ho appreso studiando ‘Alimentazio-ne, cucina e dieta’ mi sono state preziose nella vita di ogni giorno. Ottimo è stato anche il rapporto con gli insegnanti che, oltre ad essere una fonte infinita di chia-rimenti e consigli, mi hanno dato una grossa mano nella messa a punto della relazione finale”.

Nella quale hai raccontato del tuo tiro-cinio. Come è andato?“Dopo aver fatto una ricerca territoriale grazie alla quale ho conosciuto buona parte dell’universo infanzia della città di Trento e dintorni, sono stata accolta nella Kinder House, un asilo a breve distanza da dove abito gestito da una signora calabrese che quando viveva in Calabria aveva un altro asilo nel quale aveva già inserito delle tirocinanti dell’I-stituto Cortivo. È stato tutto perfetto, i miei piccoli timori all’inizio sono stati immediatamente spazzati via dalle altre ragazze dell’équipe che mi hanno dato fi-ducia e, quando necessario, suggerimenti e stimoli. È stato un inserimento felice, stavo con i bambini più grandicelli, da un anno e mezzo a tre anni, e tutto è filato via liscio come l’olio con gradita sorpresa finale”.

Quale sorpresa?“Dopo aver concluso il tirocinio alla fine dello scorso febbraio ero stata chiamata qualche volta per delle sostituzioni ma non avrei mai potuto immaginare che, a maggio, sarei stata convocata dalla responsabile per dirmi che se mi andava bene potevo immediatamente comincia-re a lavorare lì, con contratto part-time a tempo indeterminato. Mi sembrava im-possibile, invece era tutto vero, un sogno che continua ancora adesso…”.

Lavori di mattino o pomeriggio?“Di pomeriggio dall’una e mezza alle cinque e mezza. Seguo i più piccolini, da tre mesi a un anno e mezzo: mi piacciono un mondo, tante coccole e sorrisi a tutto spiano. In pratica controllo il momento del risveglio dalla nanna, gli do la me-rendina e poi sto con loro facendo vari giochi e attività sino a quando arrivano i genitori per riportarli a casa. Una vera gioia, un successo che devo al Cortivo, un Istituto che mi sento di consigliare a chi leggerà queste righe perché ti forma, ti aiuta, ti indirizza, ti fa scoprire molto di te stessa e ti mette in grado di impegnar-ti, di percorrere una strada e di cogliere opportunità e soddisfazioni”.

inFanZia raCConti degLi aLLieVi

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voglio continuare su questa strada, mI PIACe TRoPPo

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animatore raCConti degLi aLLieVi

“Dopo essermi diplomata al Liceo Scientifico indirizzo linguistico - rac-conta Cristina Furtuna di Orvieto - avrei voluto continuare a seguire questo percorso di studi anche all’Università ma non mi è stato possibile e così ho deciso di cambiare strada. Da sempre facevo la baby sitter, mi piaceva molto stare con i bambini, con loro mi sentivo a mio agio, ricambiata di tutto l’affetto che gli dimostravo, era un’attività che sentivo giusta per me. È stato così che mi sono iscritta all’Istituto Cortivo per conseguire le due specializzazioni di Assistente all’Infanzia e Animatore”.

Come mai hai scelto il Cortivo?“Nel momento della decisione ho rispol-verato un quadernino che già ai tempi della scuola riempivo di indirizzi utili per il futuro e lì ho ritrovato l’Istituto Cortivo. Poi sono andata in internet, ho trovato tutte le conferme che cercavo, ho fatto il grande passo e devo dire che mi sono trovata benissimo”.

A che punto sei arrivata?“Mi manca qualche esame. Il tirocinio l’ho fatto presso il Villaggio di Napitia del Club Méditerranée a Pizzo Calabro, dove sono rimasta anche al termine del tirocinio”.

Sei rimasta lì?“Sì, mi hanno fatto un contratto di due mesi e ne ero felicissima. Quando sono arrivata mi hanno detto che se mi fossi impegnata avrei avuto una possibilità di essere assunta, ed io non mi sono certa-mente tirata indietro. Ho dato il massi-mo, seguendo i bambini del mini club dai quattro ai dieci anni. Ho appreso il francese a scuola e, essendo di origini moldave, conosco anche il russo, per

cui non ho avuto particolari problemi a socializzare con i piccoli”.

In cosa consisteva la tua attività lì?“Seguivo un programma ma con una certa libertà. Iniziavo alle nove di mattina con lavoretti manuali, tennis, piscina e giochi in spiaggia. Poi, dopo il pranzo e il riposino, caccia al tesoro e altre attività e quindi, dopo la cena alle sette, uno spettacolino sempre diverso e a nanna. Ma per noi dello staff non era finita perché la sera partecipavamo alle attività di animazione per gli adulti, musica, ballo e show organizzati da noi e supervisionati da una brava coreografa”.

Insomma si correva…“È stato impegnativo, ma molto diver-tente e professionalizzante. Ho imparato molto, ho seguito anche i corsi di forma-zione che il villaggio organizzava al suo interno, per lo staff grazie ai quali ho imparato le mie mansioni e l’organizza-zione della struttura nonché la storia del Club Med. Del resto c’erano più di mille ospiti e noi Animatori eravamo solo una decina. Sono stata molto aiutata dall’am-biente, che è magnifico, e dall’atmosfera di grande famiglia che ho percepito sin dal primo giorno, subito accolta e inte-grata nel gruppo”.

Cosa speri di fare da qui in avanti?“Vorrei continuare a studiare le lingue e poi partire, magari per fare l’animatrice in villaggi turistici in giro per il mondo. Adoro viaggiare, a casa mi annoio, e adesso che ho verificato che ce la posso fare non smetterei più. E pensare che ero venuta qua per fare un mese di tirocinio… Ho cambiato idea, voglio continuare su questa strada, mi piace troppo”.

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shiVa ViLLano ha Vissuto neL suo tiroCinio situazioni estremamente diVerse: un Centro Per disabiLi e un ViLLaggio turistiCo.

Due diverse esperienze e una riflessione…

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animatore raCConti degLi aLLieVi

“Quando ho lasciato la scuola avevo diciotto anni - racconta Shiva Villano di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo - e mi sono messo subito alla ricerca di un’alternativa più moti-vante che mi permettesse di entrare in un mondo che da sempre mi attraeva: quello dell’assistenza”.

L’hai trovata?“Sì, nell’Istituto Cortivo. Mi sono iscritto al corso di Animatore e adesso, conclusi gli esami e il tirocinio, sono a un passo dall’attestato. Ho frequentato la sede di Milano ed è stato tutto molto bello, interessante e coinvolgente. Mi sono trovato in un ambiente diverso da quello delle scuole superiori: non mi sono sentito un ragazzino ma una per-sona adulta e responsabile delle proprie azioni. Questo mi ha molto stimolato a studiare, a darci dentro, e quando non capivo qualcosa sapevo che avevo a mia disposizione le lezioni online e le consulenze dei docenti, e questo mi tranquillizzava molto. Poi è venuto il momento del tirocinio, che è stato un’esperienza sul campo diversificata e professionalizzante e che mi ha dato una visione più ampia e precisa su cosa potrei fare in un futuro prossimo”.

Da come parli mi sembri molto matu-ro per i tuoi diciannove anni…“In effetti ho già accumulato varie e si-gnificative esperienze di vita. Sono nato in India, a Bangalore, e quando avevo quattro anni sono stato adottato dai miei genitori italiani: sono cose, queste, che fanno maturare in fretta per quanto positive possono essere state”.

Torniamo al tirocinio. Dove l’hai svolto?“In due diverse realtà. La prima è stata con la Cooperativa Sociale Onlus Ca-stello presso il Centro Socio Educativo della cittadina dove vivo. Qui ero in

contatto con disabili adulti, che acco-glievo, assistevo e seguivo sia durante il lavoro di assemblaggio che facevano per conto di una ditta esterna, sia nel corso delle diverse attività ricreative, l’orto, la piscina, le visite al maneggio di asini…”.

E la seconda?“Tutto in un altro mondo, un mese presso il Villaggio di Napitia del Club Méditerranée, a Pizzo Calabro. Un luogo straordinario, dove mi sono dato molto da fare ma sempre con entusia-smo e divertimento. Il mio compito era di seguire i ragazzini del mini club da otto a dieci anni. Quasi tutti parlavano francese e io, che non conosco quella lingua, tentavo di farmi capire a gesti e con un linguaggio maccheronico che li faceva ridere. Erano simpatici, mi correggevano, mi aiutavano e devo dire che qualcosa di francese l’ho imparato grazie a loro”.

Ormai hai quasi l’attestato in mano: cosa ti piacerebbe fare dopo?“In futuro mi piacerebbe lavorare anche con i disabili, ma adesso per qualche anno avrei voglia di continuare con l’animazione nei villaggi. È una realtà estremamente dinamica che mi attrae molto!”.

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Passione e formazione, il binomio vincente

“Avevo scelto di iscrivermi alla facoltà di Economia e Ammini-strazione delle imprese - spiega Marta Ceccarelli di Terni - un po’ perché mi ero diplomata in ragioneria, un po’ per soddisfare i miei che volevano vedermi laureata in un settore che fosse spendibile sul mercato del lavoro. Dentro di me, però, continuavo a sentire la passione che avevo sempre provato per il lavoro con i bambini. E non era solo l’istinto

che mi guidava verso l’educazione dell’infanzia, ma anche la pratica che continuavo a fare da tempo. Sin da quando avevo otto anni, infatti, ho coltivato l’arte della danza e, appena sono stata un po’ più grandicella, ho iniziato a fare l’insegnante a tanti piccoli allievi con i quali mi trovavo benissimo. Ecco, diciamo che a partire da questa esperienza ero sicura che avrei potuto dare molto in quell’ambito ottenendo maggiori soddisfazioni personali di quelle che avrebbe potuto riservarmi una carriera da contabile”.

Come hai risolto la situazione?“Dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Ovvero ho concluso gli studi di Economia e subito dopo ho iniziato Scienze dell’Educazio-ne. Dal dovere al piacere, potrei dire, e non solo: nel 2013 mi sono iscritta anche alla specializzazione infanzia dell’Istituto Cortivo. Ave-vo deciso di intraprendere quella

strada e volevo dotarmi di vari titoli in modo da poter cogliere tutte le occasioni che mi si pote-vano presentare in futuro”.

E adesso a che punto sei arrivata?“Ho conseguito l’attestato dell’I-stituto Cortivo e sto concludendo il secondo anno all’Università. Ho fatto anche il tirocinio per l’attestato di Assistente all’infanzia presso l’Albero in Fiore di Terni. È un asilo nido e baby parking nel quale ho vissuto un periodo molto positivo: alla fine mi aveva-no anche chiesto la disponibilità a sostituire una collega andata in maternità ma non me la sono sentita di accettare, avevo troppe altre cose in ballo e non potevo permettermi di aggiungere un al-tro impegno che mi avrebbe preso tempo per mesi ma sono rimasta in eccellenti rapporti con l’équipe, ogni tanto vado da loro per salu-tarle e scambiare quattro piacevoli chiacchiere”.

“Che lavoro fai?” ex allievi raccontanoquesta rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’istituto Cortivo. storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale.

dagli studi di economia al lavoro con i bambini

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Stai facendo tirocini anche sul fronte universitario?“Sì, ne ho fatto un primo da ‘Papaveri e Papere’, una buona struttura ben gestita da una cooperativa, e poi un secondo presso ‘Io Bambino’, una vera e propria istituzione ternana, atti-va da 35 anni, con asilo e scuola materna. È stato proprio qui che mi è capitata un’altra occasione che ho pensato bene di non perdere: un’assunzione con contratto di apprendista per tre anni”.

Stai lavorando?“Certo, e sono davvero felice di farlo in un luogo così bello e così ben organizzato. Mi sono inserita perfettamente sin dai primi momenti, senza problemi. Con le colleghe, tutte brave e preparate, il rapporto è ottimo e con i bambini è una festa tutti i

giorni. La mattina sto con i pic-coli da sei mesi a tre anni, seguo il programma che prevede varie attività, disegno, manipolazioni, stimolazioni sensoriali e giochi di ogni genere. Fuori c’è un grande giardino attrezzato dove d’estate vengono installate anche delle piccole piscine e il divertimento è assi-curato. Nel pomeriggio, invece, gestisco il servizio doposcuola per bimbi dai sei ai dieci anni e anche in questo caso si fanno tante cose utili non solo per il successo scolastico ma anche per la loro armoniosa crescita”.

Cosa offre la struttura ai suoi piccoli ospiti?“Per favorire i genitori l’orario è flessibile: l’entrata va dalle 7.45 alle 9.30 mentre l’uscita è dalle 16.30 alle 17.00 con possibilità di prolungamento sino alle 18.30.

Il pranzo viene cucinato da una cuoca interna molto abile nel preparare cibi leggeri e nutrienti mentre le attività sono le più diverse grazie alla disponibilità di una palestra dove si fa anche il kung fu e di un teatro dove si fanno non solo spettacoli teatra-li ma anche danza e musica”.

Cosa pensi di fare da qui in avanti?“Continuare questo lavoro, cer-to, ma proseguire anche con la mia formazione. Quando finirò il corso universi-tario di Scienze dell’Educazione ho l’intenzione di intraprendere quello di Scienze della Forma-zione per poter coronare il mio sogno di diventare educatrice di scuola materna. So che ce la posso fare, sto bene e intendo stare sempre meglio facendo ciò che più mi piace: stare con i bambini”.

“che lavoro Fai?” ex aLLieVi raCContano

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La partecipazione ai seminari è come sempre gratuita.Per iscriverti, compila i form che trovi in fondo alle pagine dedicate nel nostro sito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 PadovaTel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: [email protected]

Seminari d’autunno

AuTobiogRAfiA dell’esseReSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivocondotto da Monica Colosimo

Un viaggio affascinante tra i segreti della scrittura autobiografica e creativa, per farci capire quanto le parole possano aiutarci a comprendere meglio noi stessi, le nostre potenzialità, i nostri talenti. La giornata è aperta a tutti

a milano, presso il centro Didattico di via clerici 10, il 3 ottobre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

AiuTARe nel benesseReSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo condotto da Attilio Piazza e Marco Marson

Il seminario fa parte del primo anno del Corso di Counseling ma è aperto agli allievi di tutte le specializzazioni

a monteortone, Padova, dal 24 al 26 settembre 2015

Evento accreditato Synesis: 20 crediti ECP

AssisTeRe, AccoMpAgnARe, AiuTAReSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo condotto da Gabriella Degrandi e Luciana Rossi

Seminario sull’utilizzo delle nuove tecnologie intese come strumento prezioso, spesso insostituibile, anche nell’attività educativa e assistenziale

a villa ottoboni, Padova, il 16 ottobre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

da settembre aLLa Fine deLL’anno, i seminari si susseguono a ritmo serrato Con una serie di ProPoste Che sPaziano tra argomenti e temi diVersi e tutti interessanti.

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iMpARARe A sTudiAReSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo condotto da Clara Galetto

Il seminario vuole fornire ai partecipanti strumenti pratici di aiuto nello studio, utili per aumentare il livello di comprensione e di memorizzazione dei testi

a villa ottoboni, Padova, il 17 ottobre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

La partecipazione ai seminari è come sempre gratuita.Per iscriverti, compila i form che trovi in fondo alle pagine dedicate nel nostro sito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 PadovaTel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: [email protected]

iMpRendiToRe sARAi Tu! Seminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo in collaborazione con la Cooperativa Progetto Now

Seminario su come valorizzare le proprie capacità sul mercato del lavoro.

a villa ottoboni, Padova, il 14 novembre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

fARe l’iMpResA nel sociAleSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo in collaborazione con la Cooperativa Progetto Now

Seminario sull’apertura di una nuova struttura assistenziale; verrano esplorate le varie necessità finanziarie, orga-nizzative, progettuali, burocratiche e legislative.

a villa ottoboni, Padova, il 13 novembre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

pARole leggeRe coMe nuvoleSeminario di formazione organizzato dall’Istituto Cortivo condotto da Cristina Zuppel

una giornata di gioco e divertimento, in cui si lavorerà con carta, forbici, penna, colori, immagini, post-it e tanta fanta-sia, per scoprire tecniche autobiografiche di base, applicabili nei luoghi di lavoro, dall’asilo nido alla residenza per anziani

a villa ottoboni, Padova, il 21 novembre 2015

Evento accreditato Synesis: 6 crediti ECP

per i seminari del corso di counseling e Mediatore familiare puoi trovare il calendario completo nell’Area Allievi del sito www.cortivo.it

chi semina raccoglie sPeCiaLe seminari

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Arriva l’autunno con i suoi colori accesi, i frutti saporiti, le foglie che scricchiolano sui viali… Lasciati la luce e il calore estivi, il clima si fa più mite e la terra regala gli ultimi bagliori prima del riposo invernale. Un periodo ricco di pathos che può essere festeggiato dedicando alla natura un angolino della struttura dove lavorate con i bambini (ma lo potete fare anche a casa se avete a che fare con figli e nipoti o, perché no, anche in una RSA per rievocare con gli anziani emozioni e ricordi autunnali).

come fare?

- Anzitutto individuate un angolo giusto, ben illuminato, dove sia possibile l’accesso a un ripiano non troppo alto o l’inserimento di un piccolo tavolo.- Trovate dei ritagli di stoffa dai colori autunnali: verde marcio, marroni, aranci accesi. Se andate in un negozio di scampoli, ottimi sono i tessuti utilizzati per le fodere degli abiti, lucidi e setosi. Drappeggiateli sul ripiano, magari mettendoci sotto qualcosa di morbido (un vecchio maglione o quant’altro) per simulare l’andamento mosso del terreno.- Coprite il ripiano con un grande telo creando così nei bimbi curiosità e aspettativa.- Date vita a un’atmosfera raccolta e, con voce sussurrante e un po’ misteriosa, avvicinate i piccoli all’angolino. Chiedete di fare silenzio assoluto e accendete una candelina (che naturalmente non lascerete poi accesa e incustodita).

le emozioni di una dolce stagione

Il giardino

d’autunno

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eDuc’aZioni imParare gioCando

le emozioni di una dolce stagione

Il giardino

d’autunno

- Coinvolgeteli raccontando una storia un po’ fantasiosa (ad esempio, gli gnomi hanno chiesto il vostro aiuto per il loro giardino d’autunno, la mamma Terra sarebbe felice che l’aiutaste a raccogliere i frutti e le foglie dell’autunno, il signor Autunno è lieto che vi ricordiate di lui e allora faremo così e così, ecc.) e spiegate ai bambini cosa si potrebbe fare per riempire l’angolino con i segni dell’autunno. - Ognuno di loro, nei giorni a venire, potrà portare una fogliolina caduta, un rametto secco, una ghianda, un frutto… Potrete iniziare con un giro in giardino, alla ricerca di qualche primo contributo autunnale. I bambini si scateneranno alla ricerca e saranno ben lieti di posare il loro raccolto nel magico angolino. - Pian piano arriveranno castagne, nocciole, ghiande, semi di mais, melograni, cachi… - Per lo sfondo potrete usare del cartoncino bristol dove disegnerete sagome di alberi a cui i bimbi potranno incollare foglie ritagliate e colorate da loro. A fine autunno il giardino si trasformerà in un paesaggio diverso, in un presepe o in un bianco manto di neve dove poserete un ramo nudo non privo di gemme… - Potrete tenere vivo l’interesse decidendo un appuntamento fisso tutti i giorni o una o più volte la settimana durante il quale leggerete una storia o una filastrocca o canterete insieme qualche canzone autunnale. È un bel modo per vivere insieme il trascorrere di questa meravigliosa stagione.

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È una storia esem-plare sulla fuga dalla guerra e dalla violenza quella nar-rata da Fabio Geda in “Nel mare ci sono i coccodrilli”. Rac-conta la vicenda di Enaiatollah Akbari, partito dall’Afgha-nistan a soli dieci anni e approdato in Europa a quat-tordici. È la madre a cambiargli il de-stino: per salvarlo

dall’indottrinazione forzata dei talebani lo conduce attraverso un viaggio avventuroso fino in Pakistan, dove lo lascia abbandonato a se stesso facendogli pro-mettere tre cose e cioè che non avrebbe mai rubato, usato armi e assunto droghe. Enaiatollah inizia così il suo percorso di sopravvivenza che lo vede attra-versare in quattro anni il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia, un viaggio all’insegna dell’infanzia negata durante il quale svolge lavori pesanti e vive momenti

molto drammatici ma trova anche persone di buona volontà che lo aiutano a superare numerosi ostacoli. Giunto in Turchia, il ragazzo riesce ad approdare in Grecia attraversando con terrore un mare in cui pensa “nuotino pericolosi coccodrilli”. Lavora inizialmente ad Atene alla costruzione del villaggio olimpico ma decide poi di partire nuovamente. Si nasconde su un traghetto di cui ignora la destinazione e al momento dello sbarco, scopre di essere a Venezia. Raggiunto un amico a Torino, viene infine adottato da una famiglia che gli permette di frequentare le scuole e di mettersi finalmente in contatto con la madre. La sua è una mo-derna Odissea, in cui Itaca si configura come la terra della speranza e della realizzazione. Oggi Enaiatollah lavora nell’ambito della mediazione culturale…

Fabio Geda

nel mare ci sono i coccodrilliStoria vera di Enaiatollah Akbari

Ed. Baldini Castoldi Dalai - 160 pagine

Il libroOltre i confini

Lo scrittore Fabio Geda con Enaiatollha Akbari, un incontro che si è trasformato in un’amicizia profonda e solidale.

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Con “Stelle sulla terra” Bollywood ci ha regalato una piccola perla di saggezza pedagogica, una pellicola diventata un cult fra insegnanti, educatori e genitori che per professione o per destino si sono trovati a confrontarsi con il problema della dislessia. La storia è quella di Ishaan (Darsheel Safari), un ragazzino gioioso e vivace bravissimo nel disegno ma piuttosto scoordinato nel movimento e con gravi difficoltà sco-lastiche, preso in giro dai compagni e poco considerato

dai maestri. Il padre, competitivo e autoritario, fiero del primogenito, bravissimo scolaro e atleta, non nasconde invece la sua delusione per gli insuccessi di Ishaan e decide di mandarlo in collegio, convinto che la soluzione sia una ferrea disciplina lontano dalla sollecita e trepidante protezione della madre. Ishaan, lontano da casa e dall’affetto materno, si intristisce isolandosi e chiudendosi in se stesso. Per sua fortuna arriva un nuovo insegnante d’arte (Aamir Khan, noto attore indiano e regista del film). Sensibile e attento, è l’unico ad accorgersi che i problemi del ragazzino sono causati dalla dislessia. Con amorevole sollecitudine lo aiuta a riguadagnare la fiducia in se stesso confessandogli che anche lui, da piccolo, soffriva dello stesso disturbo.

Poco alla volta Ishaan si apre, partecipa a un concorso pittorico e stupisce tutti con il suo talento. Ishaan ritorna pian piano a essere il bambino pieno di vita di un tempo e anche il padre inizia a guardarlo con occhi nuovi, pieni di affetto e ammirazione. Un film da vedere insieme, adulti e bambini, per imparare a conoscere e gestire meglio la dislessia, un problema più che risolvibile se affrontato nel giusto modo.

Il film

sTelle sullA TeRRA2007

regia di Aamir Khan

Dall’India un film sulla dislessia

diretto da aamir Khan e usCito neL 2007, “steLLe suLLa terra” è stato estromes-so daLLe nomination FinaLi agLi osCar Come migLior FiLm straniero soLo Per La Lunghezza deL FiLm (165 minuti) e iL Formato musiCaLe deLLa PeLLiCoLa.

il sociale tra carta e Pellicola

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Due storiche realtà al servizio dei più deboli

www.dongnocchi.itLa Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, meglio conosciuta come la Don Gnocchi, gode di larghissima e meritata fama a livello nazionale e internazionale. Tutti abbiamo sentito parlare di questa importante organizzazione, ma entrando nel suo sito si capisce meglio cosa rappresenta, la sua storia, i progressi, la situazione attuale… Nelle righe che seguono troverete una sintesi dei contenuti più importanti ma vi invi-tiamo comunque a visitarlo per saperne di più e per approfondire direttamente i tanti temi che tratta, tutti molto interessanti. Iniziamo dalla storia, che prende avvio nel 1945 per iniziativa di Don Carlo Gnocchi. Cappellano militare reduce dalla tragica ritirata di Russia, decide di dedicare la propria vita a una mis-sione: partire dagli ultimi, riscattare il loro “dolore innocente” e costruire una speranza per il loro futuro. Guadagnato sul campo il titolo di “padre dei mutilati-ni” per le sue iniziative a favore degli orfani di guerra e dei bambini mutilati, nel 1951 crea la Fondazione Pro Juventute, un progetto di rieducazione integrale dell’individuo che pone l’uomo al centro del processo terapeutico con il quale lotta contro la poliomielite e fonda i collegi per la riabilitazione dei giovani e la loro formazione come operai qualificati, meccanici, radiotecnici, tipografi, tecnici agricoli, cartotecnici, ceramisti, sarti… Don Gnocchi muore nel 1956 di-

cendo ai suoi successori “Amis, ve raccomandi la mia baracca…”, è una parola d’ordine, e la sua creatura continua a crescere. Dal 1963 estende le attività riabi-litative a ogni forma di disabilità e collabora al livello scientifico con varie Università sino a diventare una struttura pilota completa e autonoma sul piano della ricerca e delle terapie. Dal 1981 espande la propria azione di assistenza alle persone anziane e, dagli anni 2000, anche ai malati oncologici in fase terminale e alle persone con gravi cerebrolesioni acquisite o in stato vegetativo prolungato. Nel 2001, riconosciuta come Organizzazione Non Governativa, porta il suo intervento diretto nei Paesi in via di sviluppo. Oggi la Fondazione Don Gnocchi conta su oltre 5.700 opera-tori, svolge le proprie attività in 29 centri accreditati con l’SSN e in una trentina di ambulatori territoriali in nove regioni italiane offrendo oltre 3.600 posti letto e cure di alta qualità ad anziani, disabili, bambini, adolescenti e malati terminali. Un universo all’inter-no del quale ancora risuonano le parole del fondatore: “Sogno, dopo la guerra, di potermi dedicare a un’o-pera di Carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare. Desidero e prego dal Signore una sola cosa: servire per tutta la vita i suoi poveri. Ecco la mia “carriera”… Purtroppo non so se di questa grande grazia sono degno, perché si tratta di un privilegio”.

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a Pesca Di siti iL soCiaLe in rete

www.operasanfrancesco.itSiate egoisti, fate del bene! L’esortazione viene dall’ul-tima campagna promozionale dell’Opera San France-sco per i Poveri finalizzata a chiedere ai lettori con-tributi in beni, denaro e lavoro volontario per poter continuare a dare una mano all’uomo, tutti i giorni. Ed è dal 1959 che i frati Cappuccini di Viale Piave a Milano portano quotidianamente avanti questa realtà per dare alle persone bisognose di tutto, vitto, vestiti, igiene personale e cure mediche, un sostegno capace di restituire dignità e speranza attraverso la condivisione e la solidarietà. Quindi servizi di mensa, cure igieniche, ambulatorio medico e non solo: l’Area Sociale, infatti, quando la situazione di emarginazio-ne lo richiede, si occupa dell’accoglienza, dell’orien-tamento e dell’accompagnamento verso percorsi di inclusione sociale. Il tutto con grande attenzione alla persona, ottima organizzazione e alta professionalità, attraverso gesti gratuiti che trovano origine nell’e-nunciato evangelico “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Un principio che coinvolge non solo gli ospiti destinatari dell’accoglienza ma anche i benefattori, gli operatori e i volontari. Qui si cerca sempre di dare il massimo a chi ha il minimo, perché nutrirsi, coprirsi, lavarsi, curarsi e parlare con qualcu-no che ti ascolta sono i bisogni primari di ogni uomo,

necessari affinché l’essere umano possa definirsi tale. Come potrete vedere voi stessi il sito riserva un forte riconoscimento all’azione dei volontari, definiti come le vere colonne dell’Opera San Francesco. Oggi sono oltre 700, di cui circa 200 medici. Ricchi di entusiasmo e spirito di fratellanza, sono conside-rati collaboratori e amici, capaci di portare all’interno della struttura quella nota di freschezza che aiuta lo spirito di chi vive a contatto con la povertà e la soffe-renza. Disponibili e propositivi, pronti a dare consigli e suggerire soluzioni, hanno consentito all’Opera San Francesco di alleviare la situazione dei sempre più nu-merosi poveri della metropoli milanese raggiungendo numeri davvero impressionanti: nel 2014 hanno ac-colto 26.495 persone alle quali hanno fornito 869.516 pasti, 66.895 ingressi alle docce, 12.597 cambi d’abito e 40.188 visite mediche. E la statistica non racconta delle tante parole, degli aiuti, delle consolazioni, degli sguardi di gratitudine e dei sorrisi di ringraziamento. Milioni di emozioni che durano un attimo ma riempiono la vita, perché ogni minuto passato ad aiutare chi è povero e solo non è mai un minuto perduto, anzi, perché donare se stessi è il dono più grande che un uomo possa fare a un altro uomo.

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La storia di Donatella Bibi, residente a Roma, si snoda fra il sociale e altri contesti: espe-rienze e contatti diversi, fra cui anche quelli con l’Istituto Cortivo. “In effetti - spiega - ho vissuto vari passaggi, dagli

studi linguistici a un corso regionale per operatore turistico sociale che mi ha aperto una finestra sul mon-do dell’assistenza. Poi sono stata vice supervisore per Alitalia e Meridiana, ho lavorato in uno studio legale e in una casa farmaceutica. Nel frattempo mi sono spo-sata e ho avuto una bambina prematura: è stato grazie a lei che ho conosciuto anche la realtà dell’infanzia. In tutte queste situazioni ho potuto verificare la mia vocazione per l’ascolto e la mia capacità di risolvere le difficoltà, doti che nel 2005 ho messo a frutto apren-do una struttura dedicata all’assistenza di anziani e bambini. All’inizio è andato tutto bene, per la terza età organizzavo viaggi a tema spirituale mentre per bimbi e ragazzini tenevo corsi di inglese con un metodo ludi-co/sportivo che dava splendidi risultati. Mano a mano, però, l’aspetto linguistico e in particolare le attività di traduzione hanno preso il sopravvento e attualmente ci occupiamo per la gran parte di questi aspetti ma non solo: supportiamo anche i giovani che desiderano an-dare all’estero a lavorare dandogli maggiore conoscenza della lingua e aiutandoli nell’inserimento lavorativo”.

Nel 2011 ti sei iscritta al Cortivo e recentemente hai contattato il suo Servizio Segnalazione Allievi. Per quale motivo?“Sono diventata Assistente all’infanzia con il Cortivo nel 2014 e così ho potuto conoscere la serietà e l’affida-bilità dell’Istituto. Mi sono rivolta al SSA per due ragio-ni. La prima è che i miei genitori vivono a 250 chilo-metri da me, in Umbria, e hanno bisogno di assistenza. È per questo che ho pensato di affidarmi alla serietà e alla competenza degli allievi ed ex allievi del Cortivo. La seconda invece è che vorrei provare a impegnarmi come assistente in un asilo o in una scuola materna. So che potrei essere molto utile nella formazione dei bambini e avevo bisogno di qualche buon indirizzo a cui inviare il mio curriculum.”.

un punto d’incontro tra domanda e offertaAttraverso il Servizio Segnalazione Allievi le strutture possono chiederci – per tirocini o impiego – i nomi-nativi degli allievi che hanno concluso il percorso formativo, mentre gli allievi possono conoscere le richieste pervenute e segnalare il loro interesse e la loro disponibilità.

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