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ilPORTO Periodico di Sarnico - Numero 3 - Anno L - Marzo 2018 Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare. Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto. Nel silenzio maturano le grandi cose della vita: La conversione, l’amore, il sacrificio. Quando il sole si eclissa pure per noi, E il Cielo non risponde al nostro grido, E la terra rimbomba cava sotto i passi, E la paura dell’abbandono rischia di farci disperare, Restaci accanto. In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci parole d’amore. E sentiremo i brividi della Pasqua! (Tonino Bello)

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ilPORTOPeriodico di Sarnico - Numero 3 - Anno L - Marzo 2018

Solo quando avremo taciuto noi,Dio potrà parlare.Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:La conversione, l’amore, il sacrificio.Quando il sole si eclissa pure per noi,E il Cielo non risponde al nostro grido,E la terra rimbomba cava sotto i passi,E la paura dell’abbandono rischia di farci disperare,Restaci accanto.In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci parole d’amore.E sentiremo i brividi della Pasqua!

(Tonino Bello)

NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL

Direttore responsabile: Giuseppe Valli - Amministrazione: don Vittorio Rota - Casa parrocchiale Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971 - Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292Redazione: don V. Rota, don L. Fumagalli, don. A. Cambianica, A. Bonassi, D. Carrara, M. Dometti (Civis), R. Gusmini, M. Rossi, S. SerpelliniCollaboratori: don V. Salvoldi, G. Cadei, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, M. Gaspari, P. Gusmini, O. LazzariUfficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490Foto di copertina e quarta di copertina: Andrea Belussi

3 Le belle familgie di una volta 4 Editoriale 6 Ma non è una domenica come le altre 8 La luce del corpo glorioso 10 Calendario parrocchiale 11 Calendario settimana santa 12 Chiesa universale 14 Chiesa diocesana 16 Pagine dell'Oratorio 18 Sofferenza vissuta in relazione 20 Associazioni 28 Le pagine del Comune 33 Rassegna dialettale 34 Rascia campionessa di caffè 36 Casa di riposo: accordo con “Bau” per i nostri ospiti 37 Habilita: neuropsicologia in ospedale 38 L'archivio mutilato dei Savoia 40 Tar-Tax o Flat-Tax 42 Anagrafe parrocchiale

SOMMARIO

MARZO 2018 Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da Vener-dì 27 Aprile 2018. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre venerdì 13 Aprile 2018, a [email protected] o la consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale per-venuto oltre il limite stabilito potrà essere pubblicato solo nel mese successivo.

Parrocchia 035 4262490don Vittorio 328 7066575Oratorio 035 938827don Loris 328 3932361don Alex 339 5880654Sacrista 339 2087660Centro primo ascolto 035 910916Centro Quader 035 912420

Centro Famiglia 389 5885583parroco: [email protected] Loris: [email protected] Alex: [email protected]: [email protected] web Oratorio: http://oratorio.parrocchiasarnico.itsegreteria: [email protected]

Sito web: www.parrocchiasarnico.itE-mail sito: [email protected] C.SI.: www.csioratoriosarnico.itC.S.I.: [email protected]: [email protected] dialettale: 328 7567440 [email protected] Crazy Company for don John: www.crazycompany.it

ORARIO SANTE MESSE

Festivoore 8.00 - 9.00 (Ospedale) 9.30 - 11.00 18.00 e 20.00

Ferialeore 8.00 - 16.00 e 20.00 in parrocchia

Sabato o Vigilia di Festaore 8.00 - 16.00 (Casa di riposo) - 18.00 e 20.00 in parrocchia

CONFESSIONI

Giovedì dalle ore 8.45 alle 11.30 su richiesta, prima o dopo la celebrazione delle Messe

ORARIO SANTE MESSE

SEGRETERIA PARROCCHIALE

In caso di funerale la messa delle 16.00 è sospesa

Lunedì - mercoledì 9.00 alle 12.00Martedì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 Giovedì dalle 17.00 alle 19.00 - venerdì dalle 9.00 alle 11.30

Per chi desidera contribuire al fabbisogno della parrocchia e aiutarla nel servizio ai poveriIBAN PARROCCHIA IT20T 03111 53470 00000 0001668IBAN ORATORIO IT08C 03111 53470 00000 0011912

3 - IL PORTO - MARZO 2018

“Le belle famiglie di una volta...”Famiglia BonardiI Fratelli Bonardi di S. Antonio (ora “Cantieri RIVA”): da destra, Biagio, Angelina, Maria, Elisabetta, Celeste e Gina. Manca Pierina, deceduta investita da un Camion mentre tornava dal lavoro nel 1940.

EDITORIALE

4 - IL PORTO - MARZO 2018

a cura di DON VITTORIO ROTA

“Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.” (Gv 20, 1-9)

Durante le Via Crucis di questa quaresima abbiamo meditando il testo della passione secondo il Vangelo di Giovanni. Le nostre riflessioni - come sempre - si sono fermate al racconto della deposizione di Gesù nel sepolcro. Nella liturgia del giorno di Pasqua ascolteremo il seguito di quel testo (è il brano che apre questo articolo) che adesso vorrei meditare con voi per dare così compimento a tutto il percorso fatto in quaresima. Non voglio “lasciarvi all’esterno del sepolcro”, ma assieme ai tre protagonisti di questo brano, potervi entrare, per credere nella risurrezione del Maestro.

1. MARIA MADDALENAL’iniziativa è sua. Presente sotto la croce al momento della morte del Maestro; ora lei, da sola, si alza “quando è ancora buio” (cioè prima dell’alba o dell’aurora) e si precipita al sepolcro. Non qualcosa da fare, non ha con sé aromi o unguenti per ungere il corpo. Nemmeno ci

PASQUA: l'alba della fedetre figure bibliche

5 - IL PORTO - MARZO 2018

va per celebrare i “lamenti rituali” che erano parte della liturgia funebre del tempo. La Maddalena va da Gesù per un semplice slancio del cuore. Uno slancio che forse le ha impedito di dormire quella notte, che l’ha tenuta inquieta tutto il giorno del sabato, quando - obbligata al riposo - non ha potuto visitare le tomba.È uno slancio umano, quindi, quello che Giovanni ci racconta, un bisogno del cuore, un modo per “elaborare il lutto” che anche noi mettiamo in pratica qualche volta quando la morte ci colpisce vicino. Questo “slancio” non è ancora la fede, non è ancora incontro col Maestro, ma certamente la fede fiorisce anche grazie a questi slanci. La “com-passione”, cioè il sentire che quello che Gesù ha affrontato, l’ha fatto per me; sentire di essere coinvolti in quella sofferenza atroce e riconoscervi un amore grande, non è ancora credere, ma ne è il presupposto decisivo e indispensabile. E così Maria Maddalena ci interroga col suo atteggiamento: ci invita ad avere un “cuore che si scalda” per Gesù, non indifferente o gelido.Di fronte alla tomba aperta e alla pietra tolta dall’imbocco del sepolcro, Maria Maddalena reagisce con una logica ancora tutta umana. Con molto realismo ella deduce che qualcuno ha prelevato il cadavere. Non ha il minimo sospetto che possa essere avvenuto altro. Corre da Pietro e dal discepolo che Gesù amava e presenta le sue conclusioni. A loro non parla della pietra tolta, nemmeno del “corpo” di Gesù; dice subito le sue conclusioni: “hanno portato via il Signore”. Nella mente e nel cuore della Maddalena non è ancora balenato il pensiero della risurrezione; eppure davanti a Pietro e all’altro discepolo, osa chiamare Gesù col titolo di Signore: “Kyrie”, in greco. È già un passo! Ella riconosce che in Gesù ha agito la potenza di Dio, e che quindi Egli è Signore. È come dire: ancora non ho la fede, ma egli mi è tutt’altro che indifferente. Egli è nel mio cuore. Il suo ricordo e il suo pensiero sono ancora vivi in me! Maria mostra così di essere “attaccata” al Signore, ma allo stesso tempo si sente ancora prostrata per la “doppia perdita” subita (la morte di Gesù e il trafugamento del suo cadavere). Ella è ancora nella notte, l’alba non è ancora sorta.

2. PIETROSembra avere sempre la precedenza. La Maddalena corre ad avvisare lui per primo. È lui il primo che si mette a correre; è lui il primo che entra nel sepolcro vuoto... Questa “precedenza” stride con la “freddezza” con cui l’evangelista Giovanni ci ha raccontato (poche pagine prima) il rinnegamento di Pietro; sottolineandone la mancanza del pentimento e del pianto al canto del gallo. Ma non è Pietro che arriva per primo al sepolcro: e nemmeno è lui che crede per primo! Il discepolo che

Gesù amava è più veloce: l’amore è più veloce! L’amore capisce prima!Pietro non è il migliore dei discepoli, non è il più bravo tra gli undici. Tutti i vangeli però sono concordi nel definirlo il più istintivo, il più diretto, il più comunicativo, il più generoso e ardimentoso; il più capace a cogliere il cuore del Maestro e per questo il prescelto a guidare la sua Chiesa. Anche se le sue fragilità sono ben note, egli rimane la guida. Anche lui va al sepolcro per uno slancio del cuore, un bisogno di conferme. Ma tace! E questo suo silenzio è il secondo passo che occorre compiere nel cammino della fede. Davanti a quel sepolcro vuoto Pietro prova uno stupore silenzioso che è come un pensiero sospeso. Si resta col cuore e la mente sgombri, in attesa di una notizia, di una comprensione, che ancora non c’è! Qualcosa è accaduto, qualcosa sta per accadere, ci si sente sulla soglia di un momento importante, di svolta. Tutto di sé è teso verso un abisso che ancora non svela il suo volto. Questa “attesa sveglia” porta alla fede. Questo è il silenzio “abitato” da una presenza che piano piano possiamo impareremo ad accogliere e a riconoscere. Gli occhi e la mente vedono qualcosa che non è evidente, ma racconta più dell’evidenza.Pietro è come noi (o meglio, noi come lui...). Consapevoli del nostro fallimento, rimaniamo “sospesi” quando cogliamo che per noi Dio ha fatto qualcosa di sorprendente, che non ci aspettavamo, che non pensavamo di meritare. Questo ci fa stare “tesi” nell’ascolto, aperti alla comprensione, disponibili al cambiamento.

3. IL DISCEPOLO AMATOCosa ha visto in quel sepolcro per credere subito? Ha visto le stesse cose che ha visto Pietro: i teli posati e il sudario avvolto in un luogo a parte. Perché questo discepolo trova in questi segni le ragioni della sua fede, e Pietro non ancora? Innanzitutto perché ama, come ho già detto: e l’amore “legge” più in fretta di ogni altra cosa la realtà. Se per Pietro quelle bende sono un enigma, un rompicapo; per il discepolo amato sono l’evidenza che il corpo del Maestro non è stato trafugato (perché mai chi lo ha portato via doveva sbendarlo?), ma che il Maestro si è risvegliato e ha lasciato quel luogo di morte per sempre. Le bende non lo potevano legare a lungo in quel sepolcro, il sudario non poteva tener nascosto oltre il suo volto glorioso. Cristo è stato liberato dai lacci della morte: non è più qui, è nella vita. E la risurrezione diventa così coerente con tutti i gesti, con tutte le parole e i discorsi di Gesù. Certo - si sarà detto il discepolo amato - come ho fatto a non capire prima? Questa è la fede: vede la realtà

Buona Pasqua!

PENSIERI ATEI

Una domenica come le altre, ma con l’uovo di cioccolato e la colomba e senza l’obbligo degli interminabili pranzi con i parenti né lo stress da regalo che costringe ad affannosi safari tra le vetrine dei negozi. Con sprezzante semplificazione, si potrebbe dire che è questa la Pasqua dei non credenti come il sottoscritto. Vedremo che non è così.Intanto, la festa, esaminata con la lente laica. La Pasqua è meno impegnativa del Natale, scevra dalle aspettative che porta con sé il 25 dicembre, non incastonata in un lungo intervallo di ferie, festività e di atmosfere in cui tutti ci sentiamo più buoni quasi per riflesso pavloviano. Calendario alla mano, la Pasqua è un fine settimana con la propaggine di Pasquetta, buona anche per le gite fuori porta e con il suo valore simbolico eroso dagli stili di vita dettati dalla visione consumistica del mondo. In parole povere, e sempre parlandone dal punto di vista profano, rischia anch’essa di sprofondare in mezzo agli appuntamenti della liturgia commerciale, tra un cioccolatino di San Valentino e una zucca di Halloween. Una proliferazione di date speciali che sta mettendo in serio pericolo pure il Natale, divenuto – come scrive il monaco Enzo Bianchi – <una ricorrenza che più delle altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosità che gli derivava dal suo essere unica o quasi durante l’anno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati attraverso un “di più” di tutto: più spese, più regali, più cibi, viaggi più lontani, adunate più affollate>. Oggi che i centri commerciali tengono aperti anche il 25 dicembre, oggi che si tende a dare più importanza alle cose che hanno un prezzo rispetto a quelle che hanno

un valore, mi vengono in mente le autopiste e il calcinculo di piazza XX Settembre quand’ero ragazzo, con i giostrai che, la sera del Venerdì Santo mentre transitava la Processione, spegnevano momentaneamente le luci per rispetto e fors’anche per il senso di colpa di chi vendeva divertimento in un giorno di lutto per la comunità cattolica di Sarnico. La Processione portava in giro Gesù Cristo in Croce e mezzo paese, accarezzando il lago. Io

Ma non è una dome nica come le altrea cura di STEFANO SERPELLINI

La Pasqua di un non credente

6 - IL PORTO - MARZO 2018

Ma non è una dome nica come le altre

stavo nelle retrovie, tra il codazzo di perditempo che in Processione ci andava spensierato, per una passeggiata col sottofondo bandistico che arrivava da lassù in cima al corteo, e un po’ anche per fare il bucato alla coscienza. Si parlottava a bassa voce di calcio, in una sorta di bar sport peripatetico e mi ricordo che una volta a uno di noi era scappata un’imprecazione perché qualcuno aveva osato parlare male di Beccalossi, il fantasista

dell’Inter di cui il blasfemo era fanatico ammiratore. Eravamo - giustamente – stati investiti dagli sguardi di rimprovero della gente che in Processione c’era andata con motivazioni più nobili delle nostre e avevamo provveduto convulsamente a ridarci un’aria innocente e contrita, da lì in poi camminando in silenzio e pure noi, come i giostrai, con i nostri bei sensi di colpa. Bravate giovanili di cui conservo ancora un vago senso di vergogna. Perché, al di là della mancanza di rispetto mostrata in quella circostanza, alla fine - e qui arriviamo al cuore della questione -, la storia di Gesù Cristo non può lasciare indifferenti nemmeno gli atei. E’ capitato anche a me. Da un grezzo sentimento di repulsione verso tutte le cose imposte covato in gioventù, con gli anni mi sono ritrovato a ripensare il Vangelo in ottica laica. Quasi sicuramente le mie interpretazioni faranno sorridere chi ha qualche rudimento di dottrina o di teologia: insomma, il rischio è che passi per una specie di pittore della domenica che reinterpreta in chiave cubista la Venere del Botticelli. Però, vi assicuro, è un esercizio che giova. La Resurrezione, tanto per rimanere in tema pasquale, la cui esegesi cristiana mi trova scettico e che, però, lancia un messaggio di speranza anche a un non credente: e cioè che, pure di fronte al patibolo, un condannato a morte deve poter credere a una possibile salvezza. Io, per esempio (e scusatemi se posso inorridirvi o sembrarvi irrispettoso), la associo a un risarcimento morale per l’ingiusta condanna a morte patita da Gesù Cristo. E penso anche all’adultera per la quale il Cristo spese una delle frasi più rivoluzionarie del Vangelo: <Chi è senza peccato, scagli la prima pietra>. Il parere del forestiero di Gerusalemme per me è la più bella incursione dentro la norma: non l’abolisce, le offre invece un’altra applicazione. Non avrà fatto giurisprudenza, perché sentenze di lapidazione saranno probabilmente state eseguite contro altre adultere, ma è riuscita a scippare una vita dal carro della morte.Ecco perché la Pasqua non può essere una domenica come le altre.

7 - IL PORTO - MARZO 2018

ARTE

La Risurrezione di Cristo è un dipinto autografo di Matthias Grünewald facente parte della seconda faccia dell’altare di Isenheim, realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1512 ed il 1516. L'opera misura 269 x 143 cm. L’intero complesso dell'altare è custodito nel Musée d’Unterlinden a Colmar (la "Cappella Sistina del nord", come è stata definita dallo storico dell'arte Philippe Daverio). L'opera proviene dal Monastero di Sant'Antonio Abate sotto il Monte di Isenheim, a circa 25 km chilometri di distanza dalla stessa città di Colmar. Malgrado le tante e differenti proposte artistiche succedutesi nei secoli, il tema della Risurrezione non è raro, sia nell'arte occidentale che in quella orientale. Ciononostante Grünewald risulta, ancora oggi, uno dei più sfuggenti e tormentati creatori di immagini sacre di tutta quanta la storia dell'arte. Le figure di Grünewald non sono armoniche né proporzionate. Grünewald si tiene sempre a debita distanza rispetto al concetto di bellezza, come se per questo artista fosse un elemento di distrazione. Ciò che interessa all'artista di Würzburg è la perfetta aderenza alla Sacra Scrittura, alla Parola neotestamentaria e veterotestamentaria. In un momento molto delicato per la Chiesa, com'è quello intorno al fatidico 1517 (Lutero inizierà in quell'anno il percorso di Riforma che porterà alla rottura con il cattolicesimo romano), il pittore tedesco procede con determinazione lungo la via ufficiale dell'ortodossia cattolica, ma con un piglio e con un'energia sconosciute a qualsivoglia artista a lui contemporaneo. Così nella Risurrezione di Cristo il dogma del sepolcro senza più il corpo acquista una forza e una verità straordinaria. Il Risorto mostra i segni della crocifissione dimostrando, in tal senso, il Suo Corpo di carne gloriosa. Non è uno spirito, ma un Uomo Nuovo che non soffre più gli accidenti del tempo e dello spazio, della fame, della sete o della putrescenza. Cristo glorioso brilla di luce propria. Dietro di Lui una luce intensa squarcia

La luce del corpo glorioso

a cura di MASSIMO ROSSI

l'oscurità, quasi un arcobaleno dalle tinte commoventi: che cosa è? Forse è Dio che ha fatto risorgere Suo Figlio (se accettiamo un certa traduzione dal greco) oppure è l'alba di un mondo che è stato redento e che un giorno, dopo la croce, sarà destinato alla risurrezione. A terra stanno le guardie, tramortite e ancora immerse nell'oscurità. La loro corazza non è servita a nulla. Le nostre corazze non servono a Cristo. La Risurrezione è un fatto che va accettato e vissuto con gioia nell'attesa della nostra partecipazione al grande mistero del Corpo glorioso.

Risurrezione di Grünewald

8 - IL PORTO - MARZO 2018

Della vita del pittore tedesco Grünewald non si sa quasi niente. Probabilmente è vissuto tra il 1455 e il 1528 e forse si chiamava Mathis Gothart Nithart. Di lui sono rimaste poche opere, e la più importante e ben conservata è l’ Altare di Isenheim. Si tratta di un polittico con pannelli e ante dipinte da entrambe le parti che conformano quel meraviglioso ciclo pittorico che Philippe Daverio definisce come “la Cappella Sistina dell’Europa del Nord" per la “complessità pittorica” che riflette “quella cultura della riva sinistra del Reno dove follie e fantasmi si sposano in un immaginario che dura fino ai giorni nostri”. Mentre “la contemporanea Cappella Sistina era destinata alla gloria dei ricevimenti papali, questa è destinata all’istruzione del popolo che si ritrovava presso i monaci antoniani, dove la pala veniva articolata secondo i momenti liturgici. Siamo attorno al 1515 e fra poco Martin Lutero affiggerà le sue proposte di Riforma della Chiesa sulla porta della chiesa di Wittenberg”.

La luce del corpo glorioso

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PROTEZIONE CIVILESede operativa: tel. 035 911893 Responsabile operativo: tel. 338 5467160e.mail: [email protected]

Numeri utiliUFFICI COMUNALI

Uffici Amministrativi tel. 035 924111- centralino - e-mail [email protected](chiusura pomeridiana mesi di luglio e agosto)

• Ufficio stato civile/anagrafe/elettorale tel. 035 924126• Ufficio protocollo/cimitero/mensa tel. 035 924113-924159 • Ufficio segreteria tel.035 924150-924156 • Ufficio tributi/ragioneria tel.035 924112-924168 • Ufficio servizi sociali tel.035 924152• Ufficio di polizia locale tel.035 924121- 335 5454846Apertura tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30 e nei pomeriggi di lunedì, martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 18.30

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servizio 1: tel. 035 924145 lunedì dalle 17.00 alle 18.30ufficio tecnico - servizio 4: mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 12.30

EMERGENZAAmbulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco Polizia: tel. 112Caserma Carbinieri: tel. 035 910031 Guardia medica: tel. 035 3535Ospedale: 035 3062111Farmacia: 035 910152orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30

BIBLIOTECA COMUNALETel. 035 912134 Lunedì chiusoMartedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00 Giovedì 09.00-12.30 /15.00 -19.00 Venerdì 15.00 -19.00 Sabato 09.00 -12.30 / 15.00 - 17.00

APRILE 20181 PASQUA DEL SIGNORE Messe alle ore 8.00 9.00 (ospedale) 9.30 10.00 (casa di riposo) 11.00 18.00 20.00

2 DELL'ANGELO Messe alle ore 8.00 10.30 18.00 (chiesetta degli Alpini) 20.00

6 ore 21.00 Rassegna dialettale8 dalle ore 9.30 Family day Prima Confessione ore 15.00 Celebrazioni della Prima Confessione9 ore 20.45 Riunione Catechisti13 ore 21.00 Rassegna dialettale18 ore 17.00 Ministri straordinari 19 ore 20.45 Gruppo liturgico20 ore 20.45 Incontro padrini e madrine Cresima ore 21.00 Rassegna dialettale22 ore 20.00 Incontro vicariale giovani a Paratico27 ore 21.00 Rassegna dialettale 29 dalle ore 10.00 Ritiro famiglie della Prima Comunione

11 - IL PORTO - MARZO 2018

PARROCCHIA SAN MARTINO VESCOVO – SARNICO

SETTIMANA SANTA 2018

Lunedì 26 marzo Dalle 16.30 alle 19.00: Confessioni

Ore 20.30 Confessioni Vicariali ADOLESCENTI e GIOVANI a Predore. (Ritrovo e partenza dall’oratorio alle ore 20.00)

Martedì 27 marzo Ore 16.30: Confessioni con preparazione comunitaria per tutti Ore 20.30: Confessioni con preparazione comunitaria per tutti

Mercoledì 28 marzo Dalle 16.30 alle 19.00: Confessioni

Giovedì Santo – 29 marzo Ore 7.45 Celebrazione dell’Ufficio delle letture

Ore 16.00: Paraliturgia della Lavanda dei piedi per i ragazzi Dalle 17.00 alle 19.00: Confessioni

ORE 20.30 CENA DEL SIGNORE

CON IL RITO DELLA LAVANDA DEI PIEDI

Dalle 22.00 adorazione all’eucarestia nella chiesa di San Rocco, che resterà aperta tutta la notte

Si invitano tutti i gruppi parrocchiali ad impegnarsi in un tempo di adorazione. Presso la sacrestia sarà disponibile il foglio per segnare il turno.

22.30 SCOUT 23.30 3° MEDIA 00.00 1° E 2° SUPERIORE 00.45 3° E 4° SUPERIORE 01.30 5° SUPERIORE 02.15 GIOVANI

Venerdì Santo – 30 marzo Ore 8.00 Celebrazione delle Lodi

Adorazione all’eucarestia a classi: 9.00 2° MEDIA 9.30 1° MEDIA 10.00 5° ELEMENTARE 10.30 4° ELEMENTARE 11.00 3° ELEMENTARE 11.30 2° ELEMENTARE

Dalle 9.00 alle 12.00: Confessioni

Ore 15.00 Via Crucis in chiesa Dalle 16.00 alle 19.00: Confessioni

ORE 20.30 PASSIONE DEL SIGNORE

A SEGUIRE PROCESSIONE CON LA STATUA DEL CRISTO MORTO

Sabato Santo – 31 marzo Ore 8.00 Celebrazione delle Lodi

Visita e preghiera alla statua del Cristo Morto fino alle ore 17.00

Dalle 9.00 alle 12.00: Confessioni Dalle 15.00 alle 19.00: Confessioni

ORE 21.00 VEGLIA PASQUALE

Inizio della liturgia sul sagrato per tutti

Domenica della PASQUA del SIGNORE - 1 aprile

Messe secondo l’orario festivo

8.00: Parrocchia 9.00: Ospedale 9.30: Parrocchia 10.00: Casa di riposo 11.00: Parrocchia 18.00: Parrocchia 20.00: Parrocchia

Durante le messe benedizione delle uova pasquali

CHIESA UNIVERSALE

da AVVENIRE

Maria Madre della ChiesaLa decisione. Il Papa istituisce la festa di Maria

Madre della Chiesa

La memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa sarà celebrata il Lunedì dopo Pentecoste. La decisione nel decreto della Congregazio-ne per il culto divino. Nel 2018 sarà il 21 maggio Entra nel Calendario romano la "festa" della beata Vergine Maria Madre della Chiesa. E, come stabilito da papa Francesco, la memoria liturgica sarà celebrata ogni anno in modo obbligatorio nel Lunedì dopo Penteco-ste. È quanto si legge nel decreto della Congregazione per il culto di-vino e la disciplina dei sacramenti che è stato reso noto questa mattina ma che porta la data dello scorso 11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes. A firmare il testo sono il cardinale prefetto Robert Sarah e l’arcivescovo Arthur Roche, segretario del dicastero vaticano. L’ingresso di questa celebrazione nella preghiera liturgica della Chiesa «aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere anco-rata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti», spiega il decreto stesso. La memoria sarà inserita in tutti i calendari e libri liturgici per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore. E i testi in latino sono stati già allegati al documento, mentre le loro traduzio-ni spetteranno alle Conferenze episcopali nazionali. La memoria liturgica vale per il rito romano, quindi non per il rito ambrosiano ad esempio. Per questo 2018 la celebrazione cadrà lunedì 21 maggio. Già nelle Litanie lauretane – per volontà di san Giovanni Paolo II nel 1980 – la Madonna è venerata come Madre della Chiesa. Era stato comunque il beato papa Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, a dichiarare la Vergine «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei pastori, che la chiamano Madre amantissima» e a stabilire che «l’intero popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo soavissimo nome». In occasione dell’Anno Santo della Ricon-ciliazione, nel 1975, la Santa Sede propose una Messa votiva in onore della Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale romano. Ma ciò non era parte delle memorie del Calendario liturgico. E ancora nel 1986, sempre durante il pontificato di papa Wojtyla, vennero pubblicati altri formulari nella raccolta di Messe della beata Vergine Maria. Ed è ac-caduto anche che ad alcune nazioni (come Polonia e Argentina), diocesi e famiglie religiose che ne facevano richiesta fosse concessa la possibilità di

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aggiungere questa celebrazione nel loro Calendario particolare. Ades-so la celebrazione di Maria Madre della Chiesa diventa universale per tutta la Chiesa di rito romano e obbligatoria. La decisione vuole promuovere una «devozione» che può «favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana», chiarisce il decreto. Il titolo di Maria Madre della Chiesa ha radici profonde. Il fatto che la Vergine Maria sia Madre di Cristo e insieme Madre della Chiesa era già in qualche modo presente nel sentire ecclesiale a partire dalle parole “profetiche” di sant’Agostino e di san Leone Magno. Il pri-mo, infatti, dice che Maria è madre delle membra di Cristo, perché ha cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa; l’altro poi, quando evidenzia che la nascita del Capo è anche la nascita del Corpo, indica che Maria è al contempo madre di Cristo, Figlio di Dio, e madre delle membra del suo corpo mistico, cioè della Chiesa. Riflessio-ni teologiche scaturite dalla pagina del Vangelo di Giovanni (Gv 19, 25) in cui si narra che Maria stava ai piedi della Croce. E Cristo le affidò il discepolo prediletto, Giovanni, dicendo: “Don-na, ecco tuo figlio!”. E poi: “Ecco tua madre!”. La Madonna – sot-tolinea il decreto – «accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero». Già nel Cenacolo Maria ha iniziato la propria missione materna pre-gando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo. E la scelta della memoria liturgica nel Lunedì dopo Pentecoste è lega-ta proprio a questa presenza della Vergine nel Cenacolo. Nel corso dei secoli – aggiunge il documento del dicastero vaticano – «la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinasco-no in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”, come appare in testi di autori spirituali e pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII».di vivere, in quell’angolino di tutti i giorni.

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Lo statuto teologico delle conferenze episcopali, le risorse umane e il contenimento dei costi della Santa Sede, la protezione dei minori: sono stati questi i principali temi affrontati nella ventitreesima riunione dei cardinali consiglieri con Papa Francesco, svoltasi dal 26 al 28 febbraio. Lo ha riferito il direttore della Sala stampa, Greg Burke, nel corso di un briefing tenuto nella mattina del 28 febbraio.

Diversi i temi affrontati. I cardinali hanno approfondito il tema del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e sulle Con-gregazioni per le Chiese orientali e per l’evangelizzazione dei popoli.

La riflessione sul primo tema è iniziata dal n. 32 dell’Evangelii gau-dium: «non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle conferen-ze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria». Si tratta di rileggere il motuproprio Apo-stolos suos nello spirito di sana decentralizzazione di cui parla spesso il Papa, ribadendo che è sempre lui a custodire l’unità nella Chiesa.

I porporati hanno ascoltato l’arcivescovo Pawłowski sulla Terza se-zione della Segreteria di Stato, nata di recente per la selezione e la formazione del personale diplomatico, e da lui presieduta. Il cardinale Marx ha presentato il lavoro del Consiglio per l’economia, che ha allo studio proposte per delineare le competenze di una “cabina di regia” per le risorse umane. Il porporato ha anche riferito sui progressi po-sitivi nelle aree della presentazione dei bilanci, del contenimento dei costi e della riduzione del deficit della Santa Sede. In questo ambito, il Consiglio per l’economia ha deciso di redigere delle linee guida per gli enti della Santa Sede allo scopo di ridurre i costi.

I cardinali hanno anche discusso diverse opzioni per la Congregazione per la dottrina della fede nel processare in tempi brevi i casi di abusi sui minori. Inoltre hanno ascoltato il cardinale prefetto Appiah Turkson sull’andamento del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano in-tegrale e hanno fatto ulteriori riflessioni sulle Congregazioni per le Chiese orientali e per l’evangelizzazione dei popoli.

Conclusa la riunione del Consiglio dei Cardinali

Papa Francesco «ha in animo di visitare il Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra in occasione del 70° anniversario della sua fonda-zione». Lo ha detto il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke, confermando le notizie provenienti nei giorni scorsi dalla Svizzera.«La visita – ha aggiunto il portavoce vaticano - avrà luogo giovedì 21 giugno e sarà – ha precisato Burke nel corso della Conferenza stampa di presentazione delle iniziative per le celebrazioni del 70° anniversario del Consiglio - un pellegrinaggio ecumenico come quello effettuato dal Papa a Lund in Svezia nel 2016». Alla conferenza stampa prendono parte il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e il reverendo Olav Fykse Tveit, se-gretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese. I primordi dell'or-ganismo risalgono al 1937, ma solo dopo la II Guerra mondiale esso ebbe un'effettiva fondazione (1948). Attualmente consta di 349 membri di tutte le principali tradizioni cristiane, in gran parte protestanti, anglicane e ortodosse. La Chiesa Cattolica partecipa come «osservatrice», mentre è membro a pieno titolo della commissione “Fede e costituzione”.Il cardinale Koch ha anticipato che Francesco vedrà il presidente della Conferenza episcopale svizzera, visiterà la sede del Consiglio e celebre-rà la Messa per la comunità cattolica locale.Il reverendo Fykse Tveit ha anche aggiunto che il Pontefice «si rivolgerà al Comitato centrale. Pregheremo insieme e ci riuniremo nel centro ecu-menico. Vedremo anche di trovare il modo per raccontare tutto questo in diversi modi attraverso i media: per far partecipare non solo coloro che saranno presenti fisicamente, ma anche gli altri, i quali potranno così ve-dere ed ascoltare ciò che questa visita significa per il Consiglio ecumenico delle chiese e per tutto il movimento ecumenico».Secondo il segretario del Consiglio la visita è «una affermazione molto forte da parte di papa Francesco e della Chiesa cattolica romana del fatto che stiamo in realtà lavorando insieme. Ma non stiamo solo lavorando - ha aggiunto -. Allo stesso tempo, stiamo pregando e operando in-sieme. E questo sarà il tema della visita del Papa. Penso che sia una riaffermazione di qualcosa che è cresciuto nel corso di molti anni, a livello istituzionale, attraverso il “joint working group” e una rappresentanza all’interno delle nostre commissioni; con una presenza nel nostro lavoro».

Vaticanoil papa visiterà il Consiglio ecumenico

delle Chiese a Ginevra

Il viaggio avverrà il 21 giugno, in occasione dei 70 anni del Cec. Burke: «Sarà un pellegrinaggio ecumenico come quello a Lund del 2016»

da L'ECO DI BERGAMO

CHIESA DIOCESANA

Il ricordo del vescovo OggioniLa fede di un uomo autentico

A 25 anni dalla sua scomparsa monsignor Francesco Beschi

ha celebrato la Messa in Cattedrale

Il vescovo Giulio Oggioni, a 25 anni dalla sua morte, è stato ricordato nella Messa presieduta in Cattedrale dal vescovo Francesco Beschi. Il 26 febbraio 1993 monsignor Oggioni moriva dopo quattordici anni di mi-nistero episcopale nella diocesi di Bergamo e, prima, per cinque anni in quella di Lodi da dove per ricordarlo è giunto il vescovo Maurizio Malve-stiti. Accanto a lui, sull’altare del duomo, anche il vescovo emerito di Lodi Giuseppe Merisi. Monsignor Beschi ha delineato nell’omelia alcuni tratti della personalità del vescovo Oggioni e della sua missione in diocesi. «È con gioia che disse “È bello essere cristiani”- ha detto nell’omelia – esprimendo il suo essere uomo autentico in Cristo Signore. Ha vissuto il suo incontro con Cristo come chiamata a un’umanità vera». Il vescovo ha ricordato alcuni ambiti pastorali e alcune riflessioni che durante il tempo dell’episcopato ha sviluppato e consolidato nella nostra Chiesa. «Nei suoi ultimi anni ha approfondito la tematica del Battesimo e dei laici battezza-ti. Ha espresso attenzione particolare per la vocazione al sacerdozio e per il Seminario. Ha curato la Chiesa diocesana anche attraverso una deter-minata opera di legislazione nella consapevolezza di voler unire intorno al Signore la Chiesa di Bergamo». Monsignor Beschi ha ricordato anche il cammino sviluppato con le diocesi di altri continenti, dando «volto stabile alla cooperazione fra Chiese, in particolare con quella della Bolivia e della Costa d’Avorio», e la passione intensa per i tema della catechesi che contribuì a riformare, ravvivandola nei cammini per gli adulti. Ha inoltre evidenziato la sua figura di uomo di studio, teologo, capace di gustare la bellezza del pensare, del riflettere, del comunicare»». «So che molti di voi – ha detto ai presenti – lo hanno conosciuto e di lui possano in ciascuno restare vivi il ricordo, il profondo sentimento di riconoscenza e la testimonianza offerta alla Chiesa di Bergamo. Altri insegnamenti si potrebbero raccogliere dalla figura, dalle parole, dalle attuazioni e dai gesti pastorali del vescovo Giulio Oggioni. Ho scelto raccolto e proposto questi pochi, che possono aiutarci a farci crescere nella gratitudine, nella venerazione e nel ricordo affettuoso di un grande Vescovo, formatore nella fede e nella vita cristiana.Al termine della celebrazione i vescovi, i sacerdoti e i diaconi sono scesi nella cripta della cattedrale per benedire la tomba del vescovo Oggioni.

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Convegno missionarioLa carica dei 2000

La giornata che si è celebrata tra la basilica di Sant’Alessandro e l’au-ditorium dell’Istituto Palazzolo ha visto la partecipazione di 1400 ragazzi e 600 adulti. Il vescovo: «Occasione per scambiarsi una pas-sione che si rinnova» Il convegno missionario ha inondato di colori le vie del centro città. Mille-quattrocento ragazzi e 600 adulti hanno partecipato alle attività proposte durante tutta la giornata gremendo la basilica di Sant’Alessandro in colon-na per la Messa presieduta dal vescovo. In chiesa ancora colori, sventolati nei fazzoletti, luminosi nei grandi teli tesi fino all’altare, dipinti sulla veste bianca indossata dal vescovo e realizzata con le impronte delle mani dei bambini. «Di tutti i colori…comunicare la fede nel cuore dell’umano» è stato il titolo che ha dato spunto alla domanda rivolta da un papà al vesco-vo: come comunicare oggi la fede in Gesù ai ragazzi? «Davanti ai ragazzi – ha risposto monsignor Beschi – possiamo sicuramente fare qualcosa, senza spaventarci. Quando prendono vie diverse si prova un po’ di dolore, che non deve diventare paura e disperazione. I ragazzi ci guardano e ci chiedono se noi ci crediamo sul serio. La prima risposta da dare loro è credere veramente, anche nella notte e nelle tempeste della vita, anche quando il seme piantato sembra non germinare. Sorprendiamo i ragazzi, non con gli effetti speciali, ma con la nostra fede». Il vescovo ha solleci-tato gli adulti a vivere la gioia. «Un cristiano deve dare testimonianza di gioia non di noia. Per i ragazzi dobbiamo essere adulti cristiani che lascia-no trasparire la bellezza di credere». «Ci sto» è stata la risposta urlata da piccoli e grandi alla domanda del vescovo sull’intenzione di assumersi l’impegno a vivere con uno stile missionario. Gli adulti hanno seguito gli interventi nell’auditorium dell’Istituto Palazzolo. «Scambiamoci tra noi non solo idee e riflessioni – ha detto il vescovo – ma la passione missio-naria che si rinnova». «Nella passione della missione – ha aggiunto don Giambattista Boffi, direttore del centro diocesano missionario – andiamo alla scoperta dell’uomo e del suo cuore». Don Antonio Novazzi, direttore del Cmd di Milano ha delineato il volto di una Chiesa animata dallo spirito della missione. Nel pomeriggio la testimonianza di Padre Raffaele Manen-ti missionario bergamasco del Pime sul valore della vocazione missionaria «per tutta la vita». «Una vocazione per sempre significa essere missiona-rio ogni giorno». L’intervento conclusivo è stato quello di Enrico Fantoni direttore del Centro diocesano di Crema. La missione ci apre al mondo, a tutti senza distinzione. «Vivere la missione significa sapersi rallegrare del valore della virtù degli altri e valorizzarla».

CHIESA DIOCESANA

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Vorrei il BattesimoAvvicinarsi alla fede quando si è già adulti L’augurio di buon cammino ai 23 adulti che nella nostra diocesi

riceveranno il sacramento nella veglia Pasquale: la loro vita sarà trasformata

«Vorrei il battesimo». Sempre più adulti si rivolgono ai sacerdoti nella nostra diocesi con questa richiesta che nasce dai più svariati motivi: c’è chi si avvicina alla fede per la prima volta, e spesso grazie a qualche cristiano che ha incontrato nella vita; altre volte perché sono i figli che stanno compiendo un cammino di fede e questo non lascia indifferenti i genitori; altre volte è un riemergere di un sentimento religioso mai assente dalla vita ma che ora si fa esplicito e chiede il dono dei sacramenti. E potremmo raccontare molte altre motivazioni. La domanda del battesimo di parte di un adulto mette in questione, per certi versi «scompagina» chi se la sente rivolgere. In primis i sacerdoti. Spesso nasce un po’ di preoccupazione: come è il cammino? Che devo fare? Quali tappe? Quando i Sacramenti? Ma questa richiesta è segno della chiamata di Dio che continua ancora oggi e scuote le coscienze di molti adulti. Solo il prendere sul serio questa domanda trasformerà la domanda in dono per la vita... ma nel frattempo coinvolge anche te sacerdote che sei chiamato a presiedere la comunità. Gli stessi catecumeni dopo la loro domanda iniziale sono e devono essere mesi di fronte a un cammino serio, che la Chiesa ha pensato. Un cammino che accompagna e chiede assiduità, passione, costanza ma che trasformerà la richiesta in dono di Grazia. Anche catechisti, padrini e madrine ai quali i sacerdoti affidano l’accompagnamento di questi adulti sono «scompaginati»: come? Accompagnare un adulto? Fare catechesi con lui? Vivere momenti di preghiera e non solo? Spesso molti catechisti dicono: non sono adatto! Ma se si incamminano, al termine esclamano: «Ho fatto bene alla mia fede di adulto». L’occasione è unica anche per l’intera parrocchia. Nelle nostre comu-nità dove la fede è sempre più latitante, dove si fa fatica a accendere nel cuore delle persone il desiderio di un cammino serio di formazione cristiana, dove spesso l’adulto sembra il grande assente la grazia di avere un catecumeno è un’opportunità per tutti: si rivisita la propria fede, le proprie motivazioni; è occasione di testimonianza. Afferma Papa Francesco: «Dio ci cerca con pazienza. Venite da molti paesi diversi, da tradizioni culturali ed esperienze differenti. Eppure sentiamo di avere tra di noi tante cose in comune. Soprattutto ne abbiamo una: il desiderio di Dio. Quanto è importante mantenere vivo questo desiderio di incontrare il Signore e fare esperienza di Lui, del suo amore, della sua misericordia! Se viene a mancare la sete di Dio vivente, la fede rischia di diventare abitudinaria, rischia di spegnersi, come un fuoco che non viene ravvivato, rischia di diventare rancida, senza senso. Buon cammino a questi 23 catecumeni che nella nostra Diocesi riceveranno il Battesimo nella Veglia Pasquale 2018. La loro vita sarà trasformata, segnata per sempre dalla Pasqua di morte e resurrezione di Cristo. In realtà saremo stati trasformati anche noi in questo cammino che continueremo a fare con loro.

Gestione del patrimonio della Diocesi

Per la prima volta l’economo sarà laicoDa settembre don Mario Eugenio Carminati

diventerà vicario episcopale per l’amministrazione Mario Fermo Campana il professionista scelto

per l’operatività.Mons. Lucio Carminati sarà parroco a Verdello

Per la prima volta la diocesi di Bergamo avrà un economo laico. Si tratta di Mario Fermo Campana, 41 anni, di Trescore Balneario, direttore generale della società «Alex Servizi srl» carica che continuerà a ricoprire. L’indicazione arriva dal vesco-vo Francesco Beschi e la nomina, sentito il parere del consiglio diocesano per gli affari economici e il collegio dei consultori, diventerà operativo a settembre. Con la nomina di un laico a economo diocesano, il ruolo oggi ricoperto da monsignor Lucio Carminati, delegato vescovile per le attività economiche ed economo, si sdoppierà. Da un lato, l’incarico strettamente pastorale sarà affidato a don Mario Eugenio Carminati, attuale parroco di Verdello: sarà vicario episcopale per l’amministrazione. Dall’altro, gli aspetti più pratici relativi all’amministrazione del patrimonio diocesano saranno gestiti dall’economo Campana, come se si trattasse di una sorta di amministratore delegato. Diventando vicario episco-pale, don Mario Carminati lascerà la parrocchia di Verdello, dove gli subentrerà monsignor Lucio Carminati. A monsignor Carminati il vescovo Francesco Beschi esprime con affetto «profonda riconoscenza»d. Scindere la parte pastorale da quella più strettamente economica è una scelta che risponde alle indicazioni di Papa Francesco, che chiede di affidarsi alla professionalità dei laici in materie che richiedono competenze specifiche, come appunto quelle economiche. «L’e-conomo – spiega il vescovo – è chiamato ad amministrare il patrimonio della diocesi. Il vicario rappresenta direttamente il vescovo per la cura pastorale di tutte le realtà amministrative che afferiscono alla diocesi. Questo, ad esempio, vuol dire che anche la parrocchia, che ha una sua figura giuridica e ha i suoi organismi, viene accompagnata e sostenuta dall’azione del vicario episcopale» .Nominare un economo laico è una scelta storico per la diocesi di Bergamo. «È il riconoscimento –sottolinea il vescovo – alle necessarie competenze che sono proprio oggi di un laico e delle responsabilità che nella Chiesa anche i laici sono chiamati ad esercitare. Rappresenta poi, mi permetto di sottolinearlo, un messaggio, un invito, un segnale a tutte le comunità parrocchiali per un ricono-scimento e una valorizzazione della responsabilità dei laici. Il nuovo economo è Mario Campana, laureato in Economia e Commercio, ha maturato esperienze professionali nello studio di commercialista del padre e poi seguendo progetti di grandi infrastrutture. « Sono onorato di questo incarico e cercherò di fare del mio meglio. Essere il primo laico economo della diocesi è senz’altro una grande responsabilità».

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Questa gita è stata molto breve ma intensa e piena di attività. Ci sono stati momenti in cui scherzavamo, giocavamo, stavamo insieme, ci divertivamo e momenti più seri dove si discuteva, si pregava e si parlava di cosa significa stare in gruppo. Un grazie agli animatori, al don e alle cuoche che hanno reso indimenticabile questa breve avventura!

Ambra

Un'esperienza unica: tutti insieme in una casa, con la neve a nei campi a giocare; purtroppo è durata solo 2 giorni, anche se molto intensi.Un grazie va fatto al don che ha realizzato questo fantastico campo, agli animatori che hanno progettato i giochi e ci hanno fatto divertire e alle cuoche che hanno preparato un cibo fantastico.Grazie a tutti.

Francesco

Grazie per questi due giorni “lampo”, pieni di divertimenti, di giochi ma anche di riflessioni sullo stare insieme e sul significato del gruppo. Un grazie anche alle cuoche che non ci hanno mai fatto mancare niente.

Luca

E’stata un’esperienza fantastica e bellissima, mi sono divertita moltissimo anche grazie ai giochi divertentissimi che abbiamo fatto.Grazie a questa uscita sono riuscita a fare amicizie nuove con i ragazzi e ragazze con cui non avevo molta confidenza e ho fatto amicizia anche con gli animatori; sono riuscita anche ad aprirmi di più.Peccato che sia durata solo due giorni, ma mi sono comunque divertita.Grazie a tutti!

Ilaria

ORATORIO

WEEK- END TERZA MEDIA: Il bello di essere gruppo

Commenti e riflessioni di alcuni ragazzi dopo l'esperienza insieme

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Co.Vi.Gi ... un enigma, più che un nome. È molto più semplice di quello che si possa credere! È un gruppo di giovani coordinato dai alcuni preti del vicariato. Dopo l’esperienza del cammino di Santiago nella scorsa estate è nato un forte desiderio di continuità e di relazione. Il desiderio è stato principalmente mantenere, conservare, far crescere quel patrimonio di belle relazioni tra giovani di diversi paesi, nate lungo il pellegrinaggio. Ecco allora a piccoli passi (lenti e saggi...) un gruppo di giovani che desidera, propone, coinvolge, e lo fa in prima persona. Fino ad ora la Commissione Vicariale Giovani ha ascoltato sé stessa e i giovani con cui è entrata in contatto; ci sono state due occasioni di incontro (un’uscita di due giorni e una cena) per sondare il terreno. Ora arriva qualche proposta. Il solco nel quale si pone questo percorso è quello di tutto il cammino di preparazione della Chiesa al Sinodo dei Giovani, nell’ottobre del 2018.Come indica la locandina sono proposti alcuni incontri, a rotazione negli oratori del vicariato, e poi vengono lanciate due iniziative per l’estate.La prima iniziativa è quella diocesana, Il Cammino di San Tommaso. Un cammino per un centinaio di chilometri da Ortona, nei pressi di Pescara, fino a Roma all’appuntamento con Papa Francesco e tutti i giovani italiani. Lì nei giorni del 12 e 13 agosto la veglia e la messa con il papa.La seconda iniziativa nasce da una richiesta esplicita di alcuni giovani. In collaborazione con Caritas Diocesana stiamo organizzando un’esperienza caritativa di circa una settimana, nell’ambito delle proposte di Giovani X il Mondo, che potrebbe svolgersi o in Italia o all’estero. Le proposte si rivolgono ai giovani dal diciottesimo anno d’età fino ai 30 anni. Chi fosse interessato contatti i propri sacerdoti.

Proposte GIOVANI - VICARIATO - ESTATE 2018

“Le periferie del mondo”. È un’espressione cara a papa Francesco, allorché allude a quella povertà che spesso sconfina nella miseria, nei popoli impo-veriti. Ma da noi, occidentali, la stessa espressione si può riferire al dolore, alla sofferenza di ogni tipo, fisica, morale e spirituale: la malattia, la mancanza di senso della vita, la perdita della fede. E tra tutte le disgrazie, la peggiore è proprio il non riuscire a credere o il raffreddarsi della nostra fede.Da anni vado ripetendo un’esperienza che mi è ca-pitata in Nigeria. Una donna stava coprendo con la rossa terra il corpo di suo figlio, Kainde, morto per fame a cinque anni. Le chiesi chi le desse tanta forza nel compiere un rito così straziante che fa-ceva stare male me, prete che invano, con l’aiuto di un’infermiera, avevo cercato di salvare quel pic-

RIFLETTIAMO a cura didon VALENTINO SALVOLDI

SOFFERENZAVISSUTA IN RELAZIONE

colo con una flebo. In quel corpo consumato dalla fame, non eravamo riusciti a trovare una vena. E quella madre, senza versare una lacrima, mi rispo-se: «Padre, se non avessi la fede… Ma io credo. E ringrazio voi missionari che ci avete portato Cristo. Lui basta a riempire la mia vita».Mentre chi non ha fede, di fronte al dolore rischia d’impazzire, chi ha il dono di credere, nella soffe-renza intesa alla luce di Cristo può raggiungere vette sublimi di santità, mentre cresce grande-mente in umanità.La fede opera il miracolo: non ci viene tolta la sof-ferenza, ma ne scopriamo il senso. Aggrappati a Cristo comprendiamo che Egli non è venuto a can-cellare il dolore, ma a prenderlo su di sé per trasfi-gurarlo, per infondervi qualche cosa di divino, per

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trasformarlo in un trampolino di lancio verso l’eternità, per dare la forza – e spesso anche la gioia – di continuare a vivere.L’ho sperimentato ancora una volta, in questi giorni, in Burun-di: sono ritornato in quel Paese dopo quarant’anni dalla mia vio-lenta espulsione da quella mar-toriata terra. In questo periodo il Burundi, ogni volta che fa un piccolo progresso economico, ricade nella guerra fratricida, per cui mai nessun miglioramento è possibile. Eppure la gente sa vi-vere, non si rassegna al dolore, strappa dalla terra quelle misere erbe che, unite ai fagioli e alle banane, permettono di soprav-vivere. Partecipa in massa alla li-turgia domenicale e chiede solo spazi per poter danzare.Domenica scorsa, durante una messa che è durata due ore e mezza, stavo offrendo al Signo-re – oltre a un disturbo alla pan-cia… – il “sacrificio” di avere solo fagioli e banane come costante cibo. Ed ecco un ragazzo, duran-te le preghiere spontanee dei fe-deli, rivolgersi così a Dio: «Signo-re, ti ringrazio che mi vuoi tanto bene, perché posso mangiare tutti i giorni i fagioli e ogni tanto anche due volte al giorno».L’essere in relazione. Ciò che permette di trasformare il dolore

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in opportunità è la grazia di non doverlo affrontare da soli, ma di essere in relazione, di vivere di relazioni. Prima tra tutte quella con Dio. L’Infinito si è fatto carne per lasciarsi incontrare, toccare e amare. È passato accanto ai sof-ferenti toccandoli, come ha fatto con il lebbroso, accettando di di-ventare legalmente impuro. Ha mangiato con i peccatori, accet-tando di essere criticato da scribi e farisei come mangione, beone e colpevole delle stesse man-canze di quanti avvicinava. Ha perdonato adultere e prostitute accettando di essere sbeffeggia-to quando disse: «Le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio».Ha creato relazioni nuove, inse-gnandoci che l’“io” è rapporto, che nessuno può vivere da solo, che basta una stretta di mano, una carezza e un raggio di luce negli occhi per dare speranza a chi soffre. Certo: non si può dare agli altri se non se stessi. E gli al-tri da noi captano soprattutto la nostra fede e il nostro amore.Se ho incontrato Cristo, se lo tengo vivo nella mia esistenza lo posso donare agli altri, assieme alla mia presenza che crea vita in chi mi aspetta, in chi mi conside-ra amico, in chi attraverso di me intuisce la bellezza di un’amicizia che aiuta ad arrivare all’amore di

Dio. Quando poi da Lui ci si sen-te amati, ogni forma di dolore si relativizza. È quanto è capitato a Giobbe. Lì, sul letamaio, dopo l’i-niziale ribellione con parole che sanno quasi di bestemmia, nel dolore, sperimenta che gli basta sapere che Dio continua ad es-sergli amico: «Prima del dolore io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto».Ed è sempre grazie alla fede e alla presenza di una persona amata accanto a chi soffre che si scopre il senso del dolore, del peccato e della morte: io non sono la mia malattia. Io non sono il mio pec-cato. Io non sono la mia morte. In ogni situazione, anche nelle più banali ore dell’insignifican-za del vivere o nella monotonia del quotidiano, se si rivolgono gli occhi al cielo, entra un raggio di luce che può ribaltare tutto. La luce della grazia. La luce di un sorriso. La luce della speran-za che il Signore non nega a chi porta inscritto sul volto il «sì» a Dio, alla vita e alla mano che ac-compagna il sofferente.Il proprio «sì»… Lo stesso mono-sillabo che ha reso grande Maria, ha cambiato la storia e ha per-messo a tutti di iniziare, fiduciosi, il cammino verso l’Infinito.

“Bonardi Stefano sotto la neve”

Il sig. Bonardi Stefano si è laureato in fotografia presso la L.A.B.A. “Libera Accademia di Belle Arti” di Brescia, lo scorso 1° Marzo 2018.La mamma Leila e papà Roberto con i nonni e gli zii augurano a Stefano un felice avvenire.

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ASSOCIAZIONI a cura di PLINIO APOLLONIO

AVIS: un altro anno di ottimi risultati

senza massiccia dei nostri volontari alle donazioni del venerdì. sabato e domenica.

- Ultimo impegno dell’anno la tradizionale “Festa degli auguri” il 27 dicembre, con un “musical” che ha interessato un folto pubblico.

Una nota importante è la prenotazione della donazione che ha dato buoni risultati con partecipazione attiva dei donatori.Non ha voluto mancare all’appuntamento l’ex presidente Vittorio Marconi che ha ricevuto gli applausi dell’Assemblea e l’augurio di pron-to ristabilimento.Sono seguiti i ringraziamenti al Gruppo Giovani, a tutti gli avisini che formano questa grande famiglia, ai collaboratori e sostenitori sem-pre presenti alle nostre iniziative. Gratitudine particolare ad una persona speciale: il dott. Giovanni Paris, per tutti, il direttore sanitario. La sua opera è grande quanto il suo cuore. Approfondita e dettagliata anche quest’anno, la sua relazione sanitaria che, per motivi di spazio, potrete leggere integralmente sul nostro sito www.avissarnico.it. Il dott. Paris ha voluto ringraziare il presidente provinciale Artemio Trapattoni che, nonostante i molteplici impegni, ci ha gratificati della sua presenza in rappresentanza dell’AVIS Provinciale a testimoniare quanto gli sia a cuore la sezione di Sarnico. Artemio Trapattoni è poi intervenuto complimentan-dosi per le molteplici iniziative organizzate che hanno portato agli ottimi risultati raggiunti. Ha riferito quindi su programmi e problematiche, tra cui l’emergenza sangue che impegna l’AVIS a recuperare donazioni risultate in flessione. Il presidente provinciale ha concluso ricordando l’impegno a partecipare all’eccezionale evento dell’arrivo a Bergamo dell’urna di Papa Roncalli nel 60° anniversario della sua elezione a Pontefice (av-venuta il 28 ottobre 1958) del 55mo anniversario dell’Enciclica «Pacem in Terris» (11 aprile 1963) e della sua morte (3 giugno 1963)La presidente Natalie Danesi ha preso la parola esponendo le attività del gruppo giovani sottolineando, in particolare, il valore della loro co-

Con compiacimento, sono stati presentati all’Assemblea annuale dell’A-VIS Sarnico e Basso Sebino del 18 febbraio scorso, i dati che hanno caratterizzato il 2017. Le 1100 donazioni mantengono alto il trend in atto da alcuni anni e il merito è degli 826 soci, di cui 100 nuovi iscritti. Il dato più sorprendente è che di questi, 318 hanno un’età inferiore ai 35 anni, con ventenni veramente in gamba, che hanno già effettuato sei o sette donazioni. “Con questi numeri - ha rilevato il presidente Serafino Falconi - si ha la giusta dimensione di ciò che viene fatto sul territorio in nome dell’AVIS e della solidarietà”. Ecco il dettaglio:- La presenza nelle scuole, dove si è svolto un lavoro capillare col

coinvolgimento di quasi mille studenti delle scuole primarie, secondarie e superiori, con ottimi risultati sia di partecipazione sia di ritorno di donatori, mentre il progetto rosso sorriso si sta affermando in tutte le scuole, grazie all’impegno dei ragazzi.

- La giornata della vita nella Parrocchia di Sarnico, che ha visto coinvolte ben 35 associazioni del territorio.

- La partecipazione alla creazione della nuova AVIS di Credaro, che oggi ha superato i 50 iscritti.

- La sagra dei pesciolini fritti a giugno che ha portato migliaia di persone ad assaggiare le nostre specialità.

- La presenza in estate sul territorio con stand informativi in varie manifestazioni sportive, sagre, ecc…

- La castagnata a settembre: una “classica” che ha portato nei nostri gazebo altri 10.000 turisti e/o visitatori che hanno consumato quat-tordici q. li di castagne.

- La consegna simbolica di un maxi assegno di € 4.000, come aiuto economico per il completamento, a El Alto – La Paz, di una nuova sede dell’ABDS (Associazione Boliviana Donatori Sangue) di cui è responsabile don Sergio Gamberoni.

- La partecipazione alle iniziative della zona nove, oltre alla pre-

ASSOCIAZIONI

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donare attraverso una fiaba o tramite percorsi interattivi per far compren-dere, in modo semplice e intuitivo, l’importanza del dono, della solidarie-tà e dell’altruismo. Ha infine concluso citando la neonata collaborazione con i giovani dell’AVIS di Bergamo e il suo desiderio di ampliare ancora di più il gruppo.Si è proceduto quindi alla consegna delle onorificenze. Sono stati premiati Claudio Marsilio, Giovanni Vecchi, Fabio Selini, Ivan Besenzoni e Sil-vio Tallarini, ex donatori che continuano a collaborare.L’Assemblea ha poi approvato all’unanimità le relazioni associativa, fi-nanziaria, del Collegio dei sindaci, (si coglie l’occasione per ringraziare il presidente dott. Cesare Preti per la disponibilità e professionalità ininterrotte da vari anni), nonché il conto consuntivo 2017 e il bilancio di previsione 2018, entrambi presentati dall’amministratore Artemisio Belussi. Sono stati poi nominati i Delegati all’Assemblea provinciale e i Delegati proposti alle Assemblee regionale e nazionale.Ricco di eventi il programma 2018, che ricalca quelli degli ultimi anni, tra cui spiccano gli oltre 30 incontri programmati nelle scuole, la partecipazione alla manifestazione per l’arrivo a Bergamo dell’urna di Papa Roncalli. Presentata l’idea di un’iniziativa a favore della cultura alla donazione rivolta agli studenti dell'ultimo anno della scuola media e di quelle superiori: “Un corto per salvare una vita”, impegnerà i ragazzi alla stesura di un racconto sulle tematiche correlate all'importan-za di donare il sangue. Un altro anno efficace, reso importante dall’ap-provazione a livello nazionale del codice del Terzo settore, destinato a riordinare il mondo del volontariato con la soppressione di diverse norma-tive storiche e il raggruppamento in un solo testo di tutte le tipologie di quelli che si dovranno chiamare Enti del Terzo settore (Ets), tra cui l’AVIS.

stante presenza sia durante le collettive a supporto dei donatori nel corso delle operazioni di prelievo, che durante le manifestazioni sul territorio con gazebo per pubblicizzare sempre più la nostra associazione tramite materiale informativo. Utile e opportuna l’impegno nella gestione delle telefonate ai donatori per un migliore coordinamento del flusso delle do-nazioni. In gennaio c’è stata una folta partecipazione alla “Caspolada di Vezza d’Oglio”. Pienamente raggiunto l’obiettivo di “farsi notare” come gruppo per stimolare altri giovani a farne parte. Nella sua relazione ha parlato anche del “Progetto rosso sorriso”. Lo scopo di questi interventi nelle scuole elementari è quello di raccontare la meraviglia del

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ASSOCIAZIONI a cura di:CIVIS

FESTIVAL CINEMATOGRAFICO “C’è un tempo per… l’integrazione”CONCORSO FOTOGRAFICO "Ulisse Belometti"La XII edizione del Festival cinematografico “C’è un tempo per... l’integrazione” dal 10 al 13 maggio. Restano fissi gli “approdi” dell'evento: Sarnico e Bergamo. La prima edizione del Concorso fotografico “Ulisse Belometti” e relativa mostra, si terrà dal 12 al 20 maggio.Il Festival, promosso dalla Cooperativa Ruah (capofila di un nutrito numero di realtà che compongono l'organizzazione), rappresenta un momento di incontro per la presentazione e promozione di film e video di ogni nazionalità e genere sul tema "integrazione" tra persone, famiglie, popolazioni di diversa appartenenza culturale e provenienza, con particolare attenzione a cinematografie emergenti, giovani cineasti e autori indipendenti. Tre sezioni a cui partecipare: “Concorso internazionale” aperto a cortometraggi di finzione (durata massima di 20 min.), documentari (durata massima 52 min.); “Scuola” e “Territorio”, dedicate alle opere degli studenti e alle realtà del 3° settore. Iscrizione e invio opere entro il 30 aprile 2018. Bando e modulo di iscrizione su www.untempoper.com.Abbinato al Festival cinematografico è il Concorso fotografico “Ulisse Belometti”, intitolato alla memoria del fotoreporter del Basso Sebino protagonista di un’epoca. Collaboratore di importanti agenzia fotografiche e fondatore dell'"Agenzia Foto Studio San Marco" di Villongo. Il concorso è ispirato alla celebre terzina di Dante Alighieri “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. dove Dante fa capire l’importanza della conoscenza che non ha né età né limiti: infatti gli affetti più grandi non sono riusciti a vincere nell’animo di Ulisse il desiderio

di conoscenza, che sazia attraverso il viaggiare e l’entrare in relazione. Temi del concorso sono: mobilità umana e interazione tra diversi, con particolare attenzione all’anima attuale del Basso Sebino e dei suoi abitanti, sempre più multi-generazionale, -culturale, -linguistica, -religiosa…Il concorso "Premio Ulisse Belometti” è articolato in due sezioni: A) Nazionale B) Basso Sebino. Ogni partecipante può inviare in un’unica soluzione per ogni sezione del concorso (Nazionale e Basso Sebino) complessivamente da 1 a 5 (file) immagini che andranno inviate sul sito www.cooperativaruah.it.

a cura del Circolo FotograficoLE MOLERE

ASSOCIAZIONI

Il Circolo fotografico Le Molere ha organizzato presso l'ex Chiesetta di Nigrignano

la mostra dal titolo “PORTFOLIO”

L'inaugurazione si terrà sabato 24 marzo alle ore 15:00.

Giorni ed orari d'apertura:Domenica 25 marzo: dalle 10:00 alle 12:00 - dalle 15:00 alle 18:00Sabato 31 marzo: dalle 10:00 alle 12:00 - dalle 15:00 alle 18:00Lunedì 2 aprile: dalle 14:00 alle 18:00

Ingresso libero

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a cura di CIVIS

ASSOCIAZIONI

TENNIS COMUNALE SARNICO “SEMPRE PIU’ IN ALTO”Le nostre atlete campionesse provinciali e regionali

Dalla fine dello scorso anno ad oggi i successi per “Tennis Comunale Sarnico” sono stati tanti:Il sodalizio guidato dal maestro Oscar Sacella aveva nel 2017 aderi-to all’iniziativa del Comitato Regionale, inscrivendo le sue atlete: Sally Belotti, Tatiana Pauzzi e Siria Plebani, alla “Coppa Comitato 2018”, categoria serie C femminile.La squadra, inserita ne girone 1, ha vinto la prima fase battendo il Ten-nis Desenzano, Tennis Ranica, Tennis Mantova, Tennis Goito. Nella fase successiva (quarti di finale) le ragazze si sono imposte sul Tennis Borgo Bagnolo (Mi).Stessa musica in semifinale dove le ragazze, battendo il Tennis Club Lombardo, hanno avuto accesso alla finale contro la forte compagine del Tennis Desio (Mi) che hanno superato per 3 a 0 portando a casa il titolo regionale e la coppa destinata alle vincitrici.Indubbiamente una bella soddisfazione per le nostre tre atlete, per il Maestro Oscar Sacella, direttore della scuola di Tennis di via Cortivo, che le allena e le segue durante le manifestazioni agonistiche a squadre, ed anche per il Consiglio Direttivo del “Tennis Comunale Sarnico” che non ha mancato di congratularsi con atlete ed allenatore per la prestigiosa e importante vittoria ottenuta.Domenica 11 marzo, per coronare degnamente la “Festa della donna” altra grande prestazione delle atlete locali della squadra femmine che, a Osio ha vinto il Campionato Provinciale di 2a Divisione categoria serie C battendo per 3 a1, in campo neutro, l’”Accademia Mongodi” di Cividino. Con questo successo Sally Belotti, Tatiana Pauzzi hanno il doppio titolo di campionesse regionali e provinciali e, grazie a questa vittoria, dispute-

ranno presso il Foro Italico di Roma, nel corso degli internazionali d’Italia, il Campionato Nazionale di categoria per cercare di aggiudicarsi anche il titolo italiano. Il maestro Oscar Sacella è entusiasta per il successo ottenuto: “Ringrazio tutti: le nostre atlete in primis, poi i nostri grandi sponsor e i tifosi che, anche ieri, non hanno fatto mancare il loro sostegno per raggiungere l’obiettivo prefissato”.Auguri e in bocca al lupo per nuovi successi.

Tatiana e Sally

Un momento della premiazione

via Brugali 31, località Gazzenda, Adrara San Martino (BG)M +39 346 3281250 [email protected]

grammelot.it

Il servizio ristorante è aperto da giovedì a domenica, ore 12.00-14.00 e 19.00-22.00Gli alloggi con prima colazione o pensione sono sempre aperti.

Disponibile per gli ospiti, su prenotazione, il servizio bus navetta Grammelot-Sarnico.

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Augura Buona Pasqua

26 - IL PORTO - FEBBRAIO 2018

Sarnico Lo sci club “Sarnico 2001 Fabrizio Pedrocchi” ha iniziato il suo 18° anno di attività. Per festeggiare la raggiunta maggior età e la conclusione di questo anno sociale che ha visto il sodalizio del Basso Sebino centrare ancora una volta gli obiettivi sia sportivi che di solidarietà che si è prefisso fin dalla sua nascita, ha invitato domenica 25 febbraio alle ore 19.00 presso il Palazzetto dello sport, tutti gli associati con le relative famiglie e gli amici. Una serata di festa anche per ringraziare coloro che, in vari modi, hanno dato il loro contributo alla buona riuscita delle iniziative, prima fra tutte il corso per tutti al Passo del Tonale recentemente concluso. Gli sponsor saranno gli ospiti d’onore e la loro presenza sarà partico-larmente gradita in quanto hanno creduto nel sodalizio offrendo, non solo un fondamentale contributo finanziario, ma anche perché con loro brand, hanno donato prestigio e autorevolezza. Così come sarà giusto

riconoscere il lavoro dei circa trenta volontari al servizio di tutti gli iscritti in particolare dei bambini e di coloro che sono più fragili. “Ed è proprio a favore dei diversamene abili - ha precisato la presidente Marta Pedrocchi - che rientra l’impegno di solidarietà dello Sci Club. Anche quest’anno 35 ragazzi con disabilità psico-fisiche, hanno avuto l’opportu-nità, grazie ai volontari e ai maestri della Scuola sci Potedilegno-Tonale, preparati e motivati, di assaporare l’emozione dello sci in assoluta sicu-rezza supportati da attrezzature appositamente realizzate per loro dalla Besenzoni S.p.A.”

Da segnalare infine che due ragazze portatrici di handicap, una di Roma e l’altra di Siena, grazie alla generosità degli amici dello sci club “Sarnico 2001 Fabrizio Pedrocchi”, hanno potuto trascorrere una bellissima setti-mana sulla neve al passo del Tonale.

a cura di CIVIS

ASSOCIAZIONI

SCI CLUB CON IL CUORE D'ORO

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27 - IL PORTO - MARZO 2018

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ASSOCIAZIONI

28 - IL PORTO - MARZO 2018

Prosegue davvero a pieno ritmo l’opera di bonifica ed abbattimento dell’ex area Stoppani. Difatti, proprio in questi giorni, è stata completata la Fase 2, ossia l’abbattimento totale dei capannoni. A settembre 2017 era iniziata l’opera di smantellamento e bonifica di tutto l’amianto ed eternit presente in loco. Ora si passerà alla terza fase, ossia la rimozione totale di tutti i detriti con l’inizio della bonifica del terreno. A memoria del glorioso passato industriale di Sarnico, è rimasta al centro dell’area, solo la ciminiera storica in mattoni rossi a futura memoria nella piazza che verrà. Bonificato alla perfezione e ad arte tutto l’ethernit e l’amianto presente sotto i rigidi controlli di tutti gli Enti Preposti: Comune di Sarni-

co, Arpa, Ats, Provincia di Bergamo e Regione Lombardia. Pienamente soddisfatto il Sindaco Giorgio Bertazzoli: “La proprietà sta rispettando il cronoprogramma dei lavori concordato con il Comune, ed entro fine anno, inizieremo come Amministrazione comunale, anche i lavori del 6° ed ultimo lotto del lungolago, che vedranno la rimozione della passarella di legno ed il collegamento del lungolago dal Dehors alle Residenze sul Por-to, con inoltre la sistemazione a lago di 3.000 mq di parco. Una Sarnico che cambia volto, decisamente in meglio! Avanti quindi a tutta forza! Per una Sarnico che si rinnova e che guarda al proprio futuro!”

ECCO I RISULTATI DI VOTO DEL 4 MARZO DI SARNICO DELLE PRINCIPALI FORZE POLITICHE

LE PAGINE DEL COMUNE a cura del SindacoGIORGIO BERTAZZOLI

Elezioni politiche Sarnico:LEGA NORD = Senato: 1.233 - Camera: 1.337FORZA ITALIA= Senato: 645 - Camera: 675PD= Senato: 600 - Camera 659MV 5 STELLE= Senato: 495 - Camera: 529

Elezioni Regionali Sarnico: Attilio Fontana: 2.196 votiGiorgio Gori: 1.038Lega Nord: 1.324Forza Italia: 688Pd: 638Mov 5 Stelle: 374

PROSEGUONO A PIENO RITMO I LAVORI DI DEMOLIZIONE E BONIFICA DELL’EX AREA STOPPANI

29 - IL PORTO - MARZO 2018

QUINTO LOTTO LUNGOLAGO E PARCO DEI LAZZARINI: STATO AVANZAMENTO LAVORIStanno andando avanti a pieno ritmo anche i lavori di rifacimento del Quinto Lotto del Lungolago e del restyling del Parco dei Lazzarini, inizia-ti poco prima di natale 2017. L’intervento di oltre 600.000 euro per entrambi i lavori, prevede per il lungolago il rifacimento dell’intera pavi-mentazione per una lunghezza di circa 250 metri, con lo stesso disegno architettonico del Lungolago Lotto 4; inoltre sono previsti 2 belvedere, il primo di forma semicircolare in corrispondenza del chiosco del Parco dei Lazzarini con una bellissima vista sul parco dei Tassodi, mentre la

seconda piazzola belvedere a forma circolare sarà posizionata alla fine della passeggiata e permetterà una splendida vista della nostra diga. I lavori prevedono anche il consolidamento strutturale del muro di conte-nimento a lago, che ad oggi a causa delle fessurazioni esistenti presenta varie infiltrazioni d’acqua. Verrà sostituito anche tutto l’arredo urbano. E i lavori dovrebbero finire per il 30 aprile. In concomitanza, è stata iniziata la ripiantumazione di oltre 25 essenze del Parco dei Lazzarini con la sistemazione e sostituzione dei giochi per i bimbi.

LE PAGINE DEL COMUNE a cura del SindacoGIORGIO BERTAZZOLI

Il 27 febbraio a Sarnico c’è stata la storica visita ai Can-tieri Riva di Sarnico del Governatore uscente di Regione Lombardia Roberto Maroni, insieme al candidato Gover-natore entrante di Regione Lombardia candidato per il Centro-Destra Attilio Fontana, che ha poi vinto le elezioni del 4 marzo, voluta dal Sindaco Giorgio Bertazzoli e dalla dirigenza del Gruppo Ferretti/Riva. I due più importanti uomini politici lombardi, che si sono proprio avvicendati in questi giorni alla guida della Presidenza della Regione, hanno potuto appurare la bellezza, il design e l’eccellen-za delle barche più belle del mondo, vanto della nautica internazionale e del paese di Sarnico. “E’ stato per noi un grande onore poter accompagnare ed ospitare il Pre-sidente Maroni ed il Presidente Fontana – dichiara con orgoglio il Sindaco Giorgio Bertazzoli –, ad una visita ac-curata degli storici Cantieri Riva. Ho voluto personalmente così omaggiare il Presidente Maroni, grande appassionato di barche Riva, dell’impegno mantenuto con noi Sindaci per “The Floating Piers”, lasciando sui 16 paesi del lago d’Iseo, 10 milioni di euro che serviranno a tutti noi per gli investimenti futuri in ambito ricettivo-turistico, e spiegare al Presidente Fontana tutto ciò che Regione Lombardia ha fatto in questi anni sul Lago d’Iseo, ed iniziare ad intavo-lare le nuove trattative, iniziate con Maroni, la Dirigenza del Gruppo Ferretti e la famiglia Riva, per la creazione del progetto del Museo Riva”.

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Storica visita a Sarnico del governatore Roberto Maroni e del nuovo governatore di

Regione Lombardia Attilio Fontana

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MESSA IN SICUREZZA DEI PINI MARITTIMI IN ZONA COCCA E NUOVO IMPIANTO SEMAFORICO

Sono finiti da pochi giorni i lavori di potatura di alleggerimento della chioma dei pini marittimi lungo la pista ciclabile del Lido Cocca. In questo modo gli alberi sono stati messi in sicurezza nel caso di vento forte e temporali. Inoltre, su richiesta dell’Amministrazione Comunale alla Pro-vincia di Bergamo, è stato fatto installare il semaforo che diventa rosso se si superano i 70km/h (in entrambe le direzioni), visto che 2 mesi fa, a causa della forte velocità, c’era stato sul rettilineo in direzione Predore, vicino a villa Surre, un gravissimo incidente mortale. Ulteriormente si è voluto mettere in piena sicurezza l’attraversamento pedonale, con le uscite del sabato notte dallo Scacco Matto, così inoltre permettendo la discesa prioritaria ai residenti della collina. Tutti questi lavori rientrano nel nuovo “Piano Sicurezza Attraversamenti Pedonali” che verrà messo in atto in primavera, dall’Amministrazione comunale, insieme al Piano Dossi, su tutto il territorio di Sarnico, e che vedrà la quasi totalità degli attraversamenti essere dipinti di blu riflettente con pali a led ad illuminare le strisce, soprattutto di notte, con cartelli luminosi per i principali attra-versamenti più pericolosi.

32 - IL PORTO - MARZO 2018

LE PAGINE DEL COMUNE

I RAGAZZI IN VISITA A REGIONE LOMBARDIAIl 16 febbraio, per il secondo anno consecutivo, abbiamo accompagnato due classi di terza media in visita a Palazzo Pirelli a Milano, sede di Regione Lombardia.Dapprima una guida ha raccontato ai ragazzi la storia del “Pirellone”, nome affettuoso con cui i Milanesi ed i Lombardi più in generale chiamano l’edificio. Nel secondo dopoguerra l’azienda Pirelli spa incarica l’architetto Giò Ponti e l’ingegnere Luigi Nervi di progettare e costruire la propria nuova sede direzionale, da innalzarsi dove prima sorgeva la fabbrica “Pirelli/Bicocca”, nei pressi della stazione Centrale di Milano, fabbrica bombardata e distrutta durante la guerra del 1940/45. Alla fine dei lavori sarà il grattacielo in calcestruzzo armato più alto d’Europa ed il terzo del Mondo, rimanendo comunque, in segno di rispetto, più basso della “Madunina” del Duomo. Nel 2010 il nuovo edificio “Palazzo Lombardia” e l’anno successivo la “Torre Cesar A”, lo superano in altezza; la curiosità è che una copia della “Madunina” è stata posta sulla cima di questi grattacieli per confermare il primato di altezza del “Duomo”. Il “Pirellone” sarà acquistato nel 1978 dalla Regione Lombardia e da allora è sede della Regione stessa.Dopo l’interessante racconto con i ragazzi siamo saliti sul belvedere al 32° piano, da cui si gode una vista mozzafiato della città di Milano.Ci siamo poi divisi in due gruppi gestiti ognuno da una guida specializzata. Il primo gruppo ha visitato palazzo Lombardia e il secondo la sala del Consiglio Regionale al “Pirellone”.E’ stata un’esperienza importante e costruttiva per i ragazzi che hanno potuto avvicinarsi e capire il funzionamento dell’organo istituzionale di Regione Lombardia.Riproporremo la visita anche per il prossimo anno, perché riteniamo in questo modo di aiutare i ragazzi a sviluppare un senso civico che li possa far diventare cittadini migliori e più vicini alle istituzioni della loro Regione.

a cura dell'Assessore alla Famiglia e IstruzionePAOLA PLEBANI

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Sarnek che grégna 2018 - rassegna di teatro dialettale

XI edizione

premi alla: miglior regia - miglior attore

protagonista - miglior attrice protagonista - miglior attore non protagonista - miglior attrice

non protagonista - premio “Domenico Savoldi” alla memoria,

per la miglior interpretazione

Venerdì 6 aprile 2018il Gruppo teatrale

CRAZY COMPANY FOR DON JOHNdi Sarnico

“Tal e Qual” Commedia in 2 atti

testo e regia diMARIO DOMETTI

Venerdì 20 aprile 2018la Compagnia dialettaleSOTA ‘L PORTEC

di Cologne (Bs) “Diga che so mort”Commedia in 2 atti

di MARIA FILIPPINIregia di IVAN FORTUNATO

Venerdì 13 aprile 2018il Gruppo TeatraleLA SFONGADA

di Tavernola Bergamasca“Preost per tre de”Commedia in 3 atti

di FABRIZIO DETTAMANTIregia di BERNARDO FENAROLI

Venerdì 27 aprile 2018la Compagnia teatrale di Predore

DON MICHELE SIGNORELLIVa töt bé basta che i paghe

Commedia in 2 attidi LOREDANA CONT

regia di O. LANZA E V. FEDRIGHINI

Venerdì 11 maggio 2018SERATA DELLE PREMIAZIONIfuori concorso - il gruppo teatrale dialettale

Oltre i confinidi Paratico (Bs)

presentano“Ospedal, fidas o fidas mia?”

Commedia dialettale in due atti di Camillo Vittici

regia di Andrea Bono

Cineteatro Junior Sarnico inizio ore 21.00A favore della ristrutturazione della Chiesa

Venerdì 4 maggio 2018la Compagnia Teatrale Dialettale

ISOLABELLA di Villongo

“LASSOM PЀRD”Commedia in 3 atti

testo e regia didi FRANCO BRESCIANINI

patrocinio della

SCUOLA a cura di CIVIS

“È riuscita con assoluta dimestichezza ad amal-gamare fra loro l’aroma del caffè Panama, il gusto mediterraneo dell’arancio e i profumi dell’ibisco, il fiore della sua terra” così il prof. Gianni Fanara ha descritto la bevanda realizza-ta dalla quindicenne Raciratou Sambale (Rasci) studentessa presso l’istituto Serafino Riva, nata e residente a Sarnico ma originaria di Burkina Faso che, a colpi di espresso e cappuccino, ha vinto l’edizione 2018 di “Trismoka Challange disputatosi a Montichiari dal 24 al 26 febbraio scorso, nell’ambito dell’evento “Golositalia”. Rasci si è cimenta nella preparazione, in 15 minuti, di un espresso, un cappuccino e della bevanda personalizzata a base di caffè che ha realizzato ricordando appunto la sua terra. Inaspettatamente, ha superato 11 concorrenti e portato sulla riva bergamasca del Sebino l’am-bito trofeo. Una vittoria che vuole dire molto, non solo perché era la più “piccola” in gara, ma anche perché la sua, è una bella storia di integrazione che ha inizio vent’anni fa quando i genitori arrivarono dall’Africa in cerca di una

vita più dignitosa di quella che si prospettava nel loro paese. Rasci non ha mai dimenticato le sue origini e nel corso dei viaggi in Burkina Faso, ha portato in Italia i sapori della sua terra. Da nonna Aminata che vive nella capitale del piccolo stato africano ha imparato a preparare una bevanda molto fresca e tonificante chiama-ta Bissap, nome dato dagli abitanti del luogo all’Ibisco (karcadè) pianta tipica di Burkina Faso. Assaggiando l’infuso si coglie immedia-tamente l’aroma dell’espresso italiano, l’ingre-diente base, poi il tocco di acidità dato dal fiore dell’ibisco e come persistente retrogusto finale il sapore dolciastro della marmellata d’arancia preparata in casa dalla stessa Rasci. Un modo tutto suo per ed onorare il suo paese d’origine che ha visitato solamente due volte ma che mamma Setta e papà Harouna, operaio nelle guarnizioni ad Adrara San Martino gli ricordano spesso. «Ora, dopo questa vittoria – ha detto Rasci – grazie a Trismoka, inizierò un corso di approfondimento delle tecniche per diventa-re una professionista dell’espresso. Mi vorrei

inoltre cimentare nel “Latte Art”, la tecnica per decorare i cappuccini, che permette di realizza-re disegni sulla superficie e rendere ancor più piacevole l’aroma. Si, sono convinta che sia la strada che voglio intraprendere e ringrazio il mio profe Gianni Fanara che mi ha fatto ama-re il caffè in tutte le sue faccettature, il trainer Michael Boffelli, il tecnico Simone Esposito e l’amica Raffaella Belleca per i loro preziosi consigli. Ringrazio infine il dirigente scolastico prof. Salvatore Spagnolello e i miei docenti, per avermi dato fiducia mettendomi a disposizione le strutture della scuola per “allenarmi”. Per ac-quisire le capacità per eccellere anche in questo ambito, occorre esercitarsi, provare e sperimen-tare. Anche se in terza media ho avuto qualche “problemino” ormai dimenticato con qualche compagno poco comprensivo nei confronti del colore della mia pelle, al Serafino Riva di Sarni-co mi trovo benissimo, tutti mi vogliono bene, sono ben integrata nel tessuto sociale del paese e miei compagni sono fieri della mia vittoria. Molti di loro ed alcuni professori del Serafino

34 - IL PORTO - MARZO 2018

RASCI, studentessa del Serafino Rivacampionessa di caffè

Rasci premiata con l’insegnante Gianni Fanara, il tecnico Simone Esposito e l'amica Raffaella Belleca

SARNICO

VIA S. MARTINO 5

I N F O :

0 3 5 . 9 1 0 5 6 6

Auguri di Buona Pasqua

lunedi: chiuso;martedì: 08.30-12,00/14,00-19,30; mercoledì: 08.30-12,00/14,00-19,30; giovedì: 13,00-21,00;venerdi: 08,30-19,30;sabato: 08,00-19,30.

lunedi: chiuso;martedì: 08.30-12,00/14,00-19,30;

mercoledì: 08.30-12,00/14,00-19,30;giovedì: 9,00-21,00;

venerdi: 08,30-19,30;sabato: 08,00-19,00.

35 - IL PORTO - MARZO 2018

Riva che, da subito, hanno creduto nelle mie abilità mi hanno seguita in questa innovativa esperienza, erano presenti a tifare per me».Alla finale di “Golositalia”, Rasci è arrivata dopo una selezione all’interno della scuola. Segnala-ta dall’insegnante alla torrefazione di Paratico è stata inserita fra i migliori 25 studenti delle scuole ad indirizzo alberghiero sala bar, della provincia di Brescia e del “Serafino Riva” (unico istituto bergamasco presente). Dopo uno stage extrascolastico di due mesi è stata ulteriormen-te selezionata, insieme ad altri 11 colleghi per il “Trismoka Challange”, il palcoscenico che annualmente mette in mostra i migliori giovani talenti del caffè e che rappresenta un’occasione per mostrare le proprie abilità ai baristi e agli imprenditori della ristorazione che hanno visita-to la fiera. Un evento promosso da Paolo Uberti, general manager della torrefazione con sede a Paratico, in prima linea nel diffondere la cultura del buon espresso.

Rascia in gara

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CASA DI RIPOSO a cura della direzioneRSA FACCANONI

“Un cane sa ascoltare e sa persino leggere. Non i libri, quelli sono capaci tutti, tranne lui. Il cane sa leggere il cuore dell’uomo”. Molti dei nostri ospiti, nella loro esperienza di vita, hanno vissuto a contatto con gli animali domestici. Partendo da ciò, abbiamo contattato l’associazione BAU, esperta in “consulenza relazionale del benessere animale e uma-no”, per impostare un percorso terapeutico-animativo per i nostri Ospiti. Il percorso sperimentale, costruito per noi a fine 2017, ha coinvolto circa 14 persone e ha dato risultati positivi, in quanto i nostri Ospiti hanno accolto con entusiasmo la presenza degli animali e dei professionisti, aspettando con ansia il giorno previsto per l’attività. Il progetto proposto per il 2018 prevede 4 cicli da 8 incontri ciascuno della durata di 60

minuti, coinvolge circa 30 persone e si avvale del contributo dei 3 tecni-ci specializzati Consulenza Relazionale B.A.U. e di 4 cani. La presenza di cani diversi per temperamento e per taglia, permette a chiunque di partecipare utilizzando le proprie competenze. Gli ospiti lavorano in vari modi: con il cane in grembo, giocando e attivando una parte del sistema nervoso involontario simpatico o attraverso attività di cura, che favorisce una forma di rilassamento psicofisico. Per concludere l’attività svolta con e attraverso i cani, è una delle preferite dei nostri ospiti e ha permesso la partecipazione anche di coloro che all’inizio erano restii, favorendone l’apertura e la socializzazione.

Accordo con “BAU” per i nostri ospiti

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SALUTE

Neuropsicologia in ospedale

«Siamo uno dei pochissimi centri strutturati sul territorio che possono ga-rantire un servizio completo e puntuale grazie alla presenza di diversi professionisti con cui si lavora in sincronia». La Dott.ssa Paola Colombo, Neuropsicologa e Psicoterapeuta di Habilita Ospedale Faccanoni di Sarnico presenta così il servizio ambulatoriale di Neuropsicologia. «È importante sottolineare come il mio contributo sia integrato in un pro-getto multidisciplinare che prevede la presenza di un medico neurologo con cui potersi confrontare per una valutazione più completa e approfon-dita dei pazienti che si presentano da noi. L’attività diagnostica che viene effettuata nell’ambulatorio è finalizzata all’indagine e all’individuazione dei segni di deterioramento cognitivo. Viene infatti fornita una valutazione neuropsicologica per disturbi neurocognitivi. Si tratta di un’attività rivolta ai casi di persone affette da malattie neurodegenerative (come ad esem-pio l’Alzheimer), colpite da ictus, vittime di trauma cranici o con tumori cerebrali. La valutazione cognitiva ha sia una finalità diagnostica che bu-rocratica (ad esempio per il rinnovo della patente, per l’ottenimento o il rinnovo dell’invalidità civile o per la richiesta d’accompagnamento). È poi importante sottolineare anche l’importanza dei progetti di riabilitazione

mirata che vengono preparati per i pazienti vittime di patologie come quele sopraelencate. In questo modo viene tracciato un percorso impor-tante nell’ottica del recupero delle funzioni neuropsicologiche». In questo caso le visite vengono effettuate sia in regime SSN che privatamente.Esiste però un settore molto ampio più rivolto alla psicoterapia. «In questo caso – prosegue la Dott.ssa Colombo – viene applicato un orientamen-to cognitivo comportamentale, ovvero un modello ritenuto oggi tra i più affidabili nel trattamento dei disturbi psicopatologici. L’obiettivo è quello di migliorare le emozioni dei pazienti quando si creano dei circoli viziosi. Tra i disturbi più frequenti ci sono l’ansia, la depressione, gli attacchi di panico, l’ansia da prestazione, i disturbi dell’umore e i disturbi alimentari. Ritengo sia importante che tutti i medici di base del territorio siano infor-mati sulle prestazioni che vengono erogate, perché è proprio dai medici di base che arriva il maggior numero di pazienti. Questo servizio è molto davvero molto utile e, proprio per questo motivo, è importante che venga conosciuto sul territorio». La Dott.ssa Paola Colombo visita i pazienti sia in ambito neuropsicologico che psicoterapeutico ogni giovedì pomeriggio a partire dalle ore 14.00.

a cura di PAOLA COLOMBO

Per informazioni e prenotazioni: T 035 3062216 - E-MAIL [email protected]

a cura di GIUSI DOSSI

Il rientro delle spoglie di Vittorio Emanuele III e di sua moglie Elena, avvenuto nei mesi scorsi, ha offerto allo storico Fulvio Cammarano lo spunto per riaprire la polemica sulla “misteriosa sparizione” dell’archivio della dinastia di Casa Savoia che ha regnato in Italia dal 1861 al 1946.L’ha fatto in un circostanziato articolo su “La lettura” (n.319 del 7 gennaio 2018) nel quale, in breve, accusa gli eredi di aver programma-to sulla vicenda un vero e proprio intrigo. Nel suo testamento (1982), sostiene Cammarano, l’ultimo re Umberto II aveva destinato le carte dei Savoia allo Stato italiano (18 casse contenenti 217 cartelle) ma, poi, il materiale, anche a causa di lunghe prassi burocratiche, non fu possibile portarlo immediatamente in Italia; così venne sottratto e portato in Svizzera dove ancora risiede la figlia Maria Gabriella. Alla fine i documenti arrivarono in Italia nel febbraio 1993 ma, con sorpresa, al controllo dell’Archivio di Stato di Torino si scoperse che il materiale era costituito da solo 88 cartelle (invece delle 217). Lo storico Cammararo nella sua denuncia sottolinea che mancavano in particolare “i taccuini degli appunti quotidiani di Vittorio Emanuele III”, in sostanza quei docu-menti indispensabili per capire il ruolo della Casata durante il fascismo, la seconda guerra mondiale e l’avvento della Repubblica. Stranamente non fa alcun accenno al materiale scomparso dopo il 1861, cioè subito dopo l’Unità d’Italia. E ciò è molto grave perché ormai è noto che dalla ricerche effettuate da parte di molti storici, ma anche dalle inchieste giornalistiche del bergamasco Marco Nozza, che l’allora re Vittorio Emanuele II decise che le carte della Casa reale diventassero tutt’uno con quelle del nuovo Stato Italiano. Il re istituì per questo una Commissione scelta tra storici fidati ma che servì solo a sottrarre documenti scottanti da conservare nella sua biblioteca privata. Tra quei documenti vi erano sicuramente anche quelli intercorsi fra il re, il presidente del Consiglio Urbano Rattazzi

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e Garibaldi nel maggio 1862 quando avvennero i fatti di Sarnico. Ecco perché, come abbiamo scritto in varie occasioni , non si trova niente di ufficiale di quel che accadde in quel frangente a Sarnico. E men che meno del ruolo che, su ordine del governo di Torino, svolsero le autorità nella nostra Provincia ed in quella di Brescia, a cominciare dalle responsabilità dei due Prefetti. I fatti di Sarnico e l’uccisione di quattro dimostranti nella città della Leonessa, insomma, è stata messa a tacere. A pagare furono soltanto Nullo e i suoi volontari: si salvò Garibaldi perché non si volle correre il rischio di compromettere lo stesso Sovrano.A conclusione della sua ricognizione, lo storico Cammarano avanza una considerazione generale che merita di essere conosciuta: “Destinando, nel lascito testamentario, l’intero archivio alla Stato, Umberto riconosce-va, almeno simbolicamente, che con la sua morte si sarebbe conclusa la storia dei Savoia come sovrani italiani. D’altronde, ricorda Massabò Ricci, che ha descritto con precisione molti passaggi di questa imbaraz-zante vicenda, l’ultimo re d’Italia ha voluto essere sepolto con il sigillo reale proprio per mettere fine all’idea che possano esserci dei successori dinastici. Non aver dato immediato seguito alla volontà paterna di spe-dire l’archivio in Italia – conclude Cammarano - implica un più o meno consapevole tentativo di ribellarsi a tale prospettiva, tutta istituzionale e per nulla familistica”. -

STORIA

L'archivio mutilato dei SAVOIA

UNA PRIMAVERA DICHARM E ELEGANZANuova collezione primavera/estate 2018

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BUSSOLA FINANZIARIA a cura di OTTAVIO CANFORA

Tar-tax o Flat-tax?Non c’è dubbio: siamo davvero tar-tassati!In un simile contesto parlare di Flat Tax può sembrare ad alcuni un sogno e, ad altri, invece un incubo. Non è mio compito giudicare se questa solu-zione sia o meno una panacea. Ritengo, piuttosto, che sia utile spiegare ai lettori di cosa si tratta.La Flat Tax è un sistema fiscale ad aliquota unica, uguale per tutti. Non cresce progressivamente all’aumentare del reddito ma proporzionalmen-te restando “piatta” come il nome stesso dice .In Italia, le imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) vengono prelevate in base a un sistema di aliquote crescenti . Questo vuol dire che le aliquote sono diverse per ogni scaglione di reddito e aumentano al salire di questi.Nell'era moderna, la Flat Tax è stata proposta per la prima volta negli Stati Uniti dall’economista Milton Friedman nel 1956 ed è attualmente in vigore in una dozzina di Paesi al mondo tra cui Hong Kong, la Russia e alcuni Stati USA.Secondo i suoi sostenitori i pregi dell'aliquota unica sono la semplificazio-ne del sistema fiscale, lo stimolo dell'attività economica e della crescita, e la riduzione dell'evasione. Con un effetto complessivo di aumento del gettito fiscale.Secondo i suoi detrattori, invece, non è detto che con l’aliquota unica gli evasori corrano a dichiarare i loro redditi. E nemmeno che faccia nascere nuove imprese, crescere l'economia e generare in questo modo maggior reddito e maggior imponibile fiscale. Gli studi in tal senso sembrano es-sere contraddittori.A voi, cari lettori, la parola finale guardando agli scaglioni IRPEF e alla “no tax area” per il 2018: 23% reddito tra 0 e 15mila euro (per la parte eccedente la cosiddetta "no tax area", ossia un reddito imponibile non tassato );27% reddito tra i 15mila e i 28mila euro;38% reddito tra i 28mila e i 55mila euro;41% reddito tra i 55mila e i 75mila euro;43% reddito che eccede i 75mila euro.“No tax area” per il 2018:8.000 euro per i lavoratori dipendenti;8.124 euro per i pensionati;4.800 euro per i lavoratori autonomi.

Guardando questi numeri sembra che, alla fine, ci guadagnino davvero quasi tutti. Soprattutto i redditi più alti.

Ma quante tasse si pagano in Italia rispetto agli altri Paesi del mondo?Quando si parla di questo argomento gli italiani si mettono le mani nei capelli. L’Italia è, infatti, uno dei paesi con le tasse più elevate al mondo. A confermarlo è il rapporto dell’OCSE “Taxing Wages 2016” che fornisce ogni anno i dettagli sul peso fiscale nei paesi più industrializzati.Se consideriamo il cuneo fiscale, ossia quell’indicatore che misura l’impat-to del fisco sul reddito totale di una persona fisica, in Italia la pressione è pari al 47,8% rispetto ad una media europea del 36%. Su scala mondia-le, invece, il confronto appare meno semplice perché le leggi variano in base alle giurisdizioni nazionali e le aliquote fiscali non sono ugualmente applicate tra i membri della popolazione.Tuttavia, è possibile effettuare comunque un confronto internazionale utilizzando le aliquote più elevate applicate sulle seguenti categorie: im-prese, consumi e persone fisiche.In Italia la tassazione sugli utili d’impresa (IRES) sale al 31,4% posizio-nando il nostro paese al 15° posto in una classifica che vede gli Emirati Arabi Uniti in testa col 55% seguiti dagli USA col 40% rispetto ad una media mondiale del 23,63%. Solo in 7 paradisi fiscali (Bahamas, Isole Cayman, Bermuda, Bonaire, Isola di Man, Isola di Guernsey e Bahrain) non viene applicata alcuna aliquota fiscale sulle società.Le imposte che, invece, colpiscono la ricchezza nel momento in cui essa viene consumata come, ad esempio, l’IVA raggiungono da noi il 22% contro una media internazionale del 15,61% mentre, udite udite, negli Stati Uniti l’IVA addirittura non esiste!Infine, per quanto riguarda la tassazione in capo alle persone fisiche l’aliquota fiscale sullo scaglione di reddito più elevato da noi sale al 43% ossia quasi 10 punti in più rispetto alla media mondiale applicata ai red-diti più elevati pari al 33,24%.

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ANAGRAFE a cura dellaSEGRETERIA

42 - IL PORTO - MARZO 2018

10 LORENZI AVELLINO anni 95deceduto il 17/02/2018

11 SORA GENOVEFFA ved. Sonzogni anni 93deceduta il 20/02/2018

12 MORSELLI ADAMO anni 76

deceduto il 22/02/2018

13 VAVASSORI PAOLO anni 61

deceduto il 25/02/2018

14 AVANZI LUIGI anni 79deceduto il 27/02/2018

DOLORE E CORDOGLIO PER LA MORTE DEI CONIUGI POSSENTI

Profondo cordoglio nella nostra comunità per la morte dei coniugi Jean Paul e Noelle Possenti avvenuta a Plan de Cuques a tre giorni di distanza l'uno dall'altra. Jean Paul e Noelle erano rispettivamente papà e mamma di Eric Possenti attuale vice presidente del comitato gemellaggio della cittadina francese nei pressi di Mar-siglia, da 23 anni gemellata con Sarnico. Jean Paul in particolare era molto cono-sciuto nella capitale del Basso Sebino, lui è il figlio Eric essendo di origine italiana, erano fra i coordinatori dei vari incontri che annualmente avvenivano fra le due comunità.

Il sindaco Giorgio Bertazzoli ha espresso immediatamente il suo cordoglio per-sonale e della comunità di Sarnico per il grave lutto che ha colpito Eric e la sua famiglia. "Jean Paul e Noelle erano persone speciali - ha detto la presidente del comitato "Città unite" Giuseppina Sandrinelli - e rappresentavano insieme al figlio Eric un punto di riferimento importante per tutti noi". Alla cerimonia fune-bre a Plan de Cuques era presente una delegazione di amici sarnicesi.

Mario Dometti

NELLA CASA DEL PADRE

a cura di CIVIS

Una vacanza è sempre piacevole anche se è breve … E allora si parte … il bus è quasi al completo; c’è la vo-glia di stare insieme e godere del silenzio e della natura intatta di RIO BIANCO … tre giorni di chiacchierate, passeggiate, canti e risate . Amicizia è anche questo … ricordarci che se stiamo in amicizia ci sentiamo meno soli… ecco nella foto i fortunati partecipanti a questo breve fine settimana in Val Sarentino.

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TUTTE LE SERE A LOURDESE’ appena uscito Don Alex, venuto per portarmi la Santa Comunione : prego per tutti ,a tutti sono debitore. Mentre Gesù è ancora dentro di me mi è nata l’idea di parlare della Madonna di Lourdes dicendo quello che provo recitando tutte le sere il Santo Rosario. Su canale 28 ogni sera in diretta dalla Grotta di Lourdes prego per tutti e trovo questo momento degno di essere vissuto. La grotta di Lourdes , l’immagine della Madonna Santa , la gente che tutte le sere si dà appuntamento per la recita del Santo Rosario, è ora per me un bisogno. Dal tavolo prendo la corona e seguo il susse-guirsi delle AVE MARIA . non so da quanto tempo , ma ogni sera l’aspetto con ansia.Amici carissimi più o meno devoti della Madonna, perché non provate anche Voi la mia esperienza? Ogni sera alle 18 su canale 28 la Madonna ci aspetta per pregare assieme. Sono stato due volte a Lourdes e se fossi più in forze ci ritornerei.Pronta sul tavolo la corona seguo il Rosario guardando la Vergine: amici carissimi è una esperienza che ti conquista… Piano piano vedrete che da atto religioso diventa sempre più un bisogno e la Madonna dalla sua grotta vi sorriderà…Per me una esperienza decisamente positiva e con l’andar del tempo un bisogno gioioso… Avanti allora la Madonna ci aspetta tutte le sere a Lourdes...

Gaspari Gianfranco febbraio 2018