il viaggio di dante · ... (violenti contro dio) 1°cerchio 2°cerchio 3°cerchio 4°cerchio...
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Loffredo Editore
Itinerario interattivo per il web
Il viaggio di Dante
a cura di Bruno Aletta
La trama
I luoghi
I personaggi
Il viaggio di Dante
Itinerario interattivo per il web
a cura di Bruno Aletta
La trama
Indice
L’opera
L’Inferno
Il Purgatorio
Il Paradiso
La "Divina Commedia" è un poema in versi
composto da tre cantiche (la parola "cantica"
significa "raccolta di canti") e narra di un
immaginario viaggio che il poeta Dante compie
nei tre regni dell'aldilà: nell' Inferno (prima
cantica), nel Purgatorio (seconda cantica) e nel
Paradiso (terza cantica).
Viaggio fantastico e allegorico dello spirito
umano, "la Divina Commedia“ assume un
significato universale e morale e diviene
trattazione di come l'uomo, attraverso i suoi meriti
o demeriti, si renda degno di premi e castighi.
Sandro Botticelli , Ritratto di Dante, 1495
L’opera
La trama 1/8
Indice
Il poeta racconta che, nella notte tra il 7 e l'8
aprile del 1300, si smarrisce in un fitto bosco
e non riesce a ritrovare la strada per il
ritorno.
Giunto ai piedi di una collina illuminata dal
sole, decide di incamminarsi per quella
strada, ma incontra tre animali feroci (una
lonza, un leone ed una lupa) che gli
impediscono il passaggio per cui Dante
retrocede, impaurito e disperato, verso il
bosco.
William Blake (1757–1827)illustration to Dante The Divine Comedy, Inferno,
La trama 2/8
Indice
L’Inferno
Mentre il poeta fugge incontra un'ombra cui
chiede aiuto. È l'ombra di Virgilio , celebre
poeta latino, che si offre di aiutare Dante a
ritrovare la strada: il poeta per sfuggire alle tre
belve dovrà percorrere un cammino ben più
lungo e faticoso, dovrà visitare il regno dei
morti.
Solo dopo aver attraversato l'Inferno (regno
delle anime dannate), il Purgatorio (regno
delle anime che dopo aver espiato i loro
peccati potranno godere della luce di Dio) e il
Paradiso (regno delle anime beate), Dante
potrà ritornare alla vita.
Virgilio conduce quindi Dante per la strada che
porta all'Inferno.
Jan Van der Straet (detto Giovanni Stradano o Stradanus) Dante e Virgilio , 1587
La trama 3/8
Indice
L'Inferno per Dante è una voragine a forma di
imbuto rovesciato che partendo da
Gerusalemme, individuata quale centro delle
terre emerse, scende fin già al centro della
Terra dove Lucifero giace conficcato nel
ghiaccio.
Nella parte superiore c'è l'Antinferno, quindi
un fiume (Acheronte) che segna l'inizio
dell'Inferno vero e proprio.
L'Inferno è suddiviso in nove zone, chiamate
da Dante cerchi, e in ogni cerchio ci sono le
anime dei dannati: più ci si avvicina al centro
della terra, più i cerchi si restringono, e
progressivamente sono puniti i peccatori che
si macchiarono in vita delle colpe più gravi.
ANTINFERNO
La trama 4/8
Indice
Dal centro della terra, sede di Lucifero,
i due poeti si incamminano per una
strada che giunge in un'isola, in
posizione opposta a Gerusalemme
(potremmo dire con un linguaggio
geografico moderno, e del tutto
insignificante al tempo di Dante, al
"polo opposto").
In questa isola, unica terra emersa
nell'oceano, c'è la montagna del
Purgatorio.
Gerusalemme
Purgatorio
Emisferoaustrale
InfernoEmisferoboreale
La trama 5/8
Indice
Il Purgatorio
I due poeti dapprima giungono in una
spiaggetta, quindi risalgono la prima parte
della montagna, dove ha luogo
l'Antipurgatorio e dove stazionano le
anime prima di essere ammesse al luogo
dell'espiazione, cioé al Purgatorio vero e
proprio.
Varcata la porta del Purgatorio, Dante e
Virgilio salgono lungo sette zone,
chiamate cornici, quindi Dante accede al
Paradiso terrestre, situato alla sommità di
questa montagna.
La trama 6/8
Indice
Virgilio abbandona Dante, ma sarà Beatrice
a guidare il poeta per il resto del viaggio.
Fissando gli occhi di Beatrice, incontrata nel
Paradiso terrestre, Dante si ritrova, senza
accorgersene, nel primo cielo, il cielo della
luna, in Paradiso.
Comincia quindi l'ultima parte del viaggio,
l'ascesa tra le anime beate che condurrà il
poeta alla visione di Dio.
Anche il Paradiso è diviso in zone, in nove
"cieli" concentrici racchiusi nell'Empireo,
sede di Dio e delle anime beate.Jan G.Dorè, Dante incontra Beatrice, 1860 ca
La trama 7/8
Indice
Il Paradiso
Nel viaggio in Paradiso ogni cielo
"visitato" da Dante sotto la guida
amorevole di Beatrice rappresenta una
tappa di avvicinamento alla visione di
Dio.
Sarà san Bernardo l'ultima guida di
Dante, colui che condurrà Dante alla
contemplazione del mistero divino.
La trama 8/8
Indice
Indice
Il viaggio di Dante, oltre ad essere un viaggio
fantastico ed immaginario, è un viaggio
allegorico.
La Divina Commedia è ricca di allegorie, ma che
cosa è una allegoria? E' un significato più
profondo che sta dietro il significato letterale
dei versi. Per esempio quando Dante racconta
di essersi perduto in "una selva oscura" intende
dire che nel "mezzo del cammin" della sua vita
(all'età di 35 anni circa) era caduto in una vita di
peccato poiché aveva smarrito la giusta strada
(che la diritta via era smarrita) di una vita retta
vissuta nella grazia di Dio .
Tutto il viaggio di Dante è un'allegoria e il suo
viaggio è un'avventura dello spirito.
I personaggi che incontra, le vicende raccontate
nascondono significati più profondi e sono
l'occasione per il poeta per esprimere le sue
idee, la sua visione del mondo, i suoi valori, il
suo concetto di bene e male.
I valori espressi da Dante sono i valori di
un’epoca storica lontana; ogni epoca esprime i
suoi valori, i suoi modi di pensare e di vivere e
Dante è l'espressione di un periodo (il
Medioevo) dove c'era un fortissimo senso
religioso molto diverso da quello vissuto nei
nostri tempi.
La Divina Commedia: poema allegorico
La lonza, il leone e la lupa
Dante incontra nella selva in cui si è
smarrito tre bestie feroci che gli
impediscono il passaggio.
Le tre belve rappresentano i vizi che
impediscono al poeta di ritrovare la giusta
via.
La lonza, una specie di lince simile a una
pantera, rappresenta la lussuria, il leone la
superbia e la lupa l'avarizia.
Soltanto il viaggio nell'aldilà permetterà a
Dante di purificarsi e di ritornare ad una vita
vissuta nella grazia di Dio.
William Blake (1757–1827)illustration to Dante The Divine Comedy, Inferno,
I luoghi
Il mondo dell'oltretomba immaginato daDante è condizionato dall'idea che gli uominidel tempo avevano dell'universo. SecondoDante (e gli uomini del tempo) la terra sitrovava immobile al centro dell'universo eintorno ad essa ruotavano il sole e gli altricorpi celesti.Il pianeta terra era abitato solo nell'emisferosettentrionale (emisfero boreale), mentrel'emisfero meridionale (emisfero australe)era sommerso dal mare.Solo dopo le scoperte geografiche del XV edel XVI secolo e la nascita della scienzamoderna l'uomo avrà maggioreconsapevolezza della struttura del pianetaterra e dell'universo. E' sulla base di questeconvinzioni geografiche (o megliocosmologiche) che Dante disegna il suoimmaginario mondo dell'oltretomba.Al centro dell'emisfero boreale, sempresecondo Dante, si trovava la città diGerusalemme e alla parte opposta,nell'emisfero australe, sorgeva la montagnadel Purgatorio.
PARADISO
PURGATORIO
INFERNO
Indice
Selva oscura
ignavi
Fiume Acheronte
limbo
lussuriosi
golosi
avari e prodighi
iracondi e accidiosi
Città di Dite
eretici
BURATTO1°girone fiume Flegetonte (violenti contro gli altri)2°girone Selva (violenti contro se stessi)3°girone Landa (violenti contro Dio)
1° cerchio
2° cerchio 3° cerchio 4° cerchio
5° cerchio STIGE
6° cerchio
7° cerchio
8° cerchioMalebolge fraudolenti
POZZO DEI GIGANTI
traditori
LUCIFERO
9° cerchio
PORTA DELL’INFERNO
I luoghi
SELVA OSCURA
È il punto di partenza del viaggio di Dante nell'aldilà.
Smarritosi in un fitto bosco (una selva oscura), Dante
non riesce a ritrovare la strada.
L'unica via di uscita, un colle illuminato dal sole, gli è
negata da tre belve feroci, una lonza, un leone e una
lupa .
L'ombra del poeta Virgilio offre a Dante l'aiuto per
ritrovare la strada.
Solo attraversando il regno dei morti, l'Inferno, il
Purgatorio e il Paradiso, Dante potrà ritornare alla
vita.
Comincia quindi il viaggio di Dante all'Inferno verso il
centro della Terra.
Selva oscura
Indice Inferno
PORTA DELL’INFERNO
" Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina potestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate “.
PORTA DELL’INFERNO
"Attraverso me si entra nella città del dolore, / attraverso me si va nel dolore eterno,/ attraverso me si va tra la gente dannata./ Il senso di giustizia spinse Colui che mi creò (il mio alto fattore)[Dio];/ mi crearono il sommo potere del Padre (la divina potestate),/ la somma sapienza (il Figlio) e il primo amore [lo Spirito Santo]./ Prima di me non fu creato nulla/ che non fosse eterno e io durerò in eterno./ Perdete ogni speranza, voi che entrate" Indice
Inferno
Varcata la porta dell'Inferno Dante, sempre in
compagnia di Virgilio, giunge nell'Antinferno.
In questo luogo vi sono le anime degli "ignavi", cioè di
coloro che vissero senza mai prendersi responsabilità,
i vili che non ebbero coraggio di schierarsi a favore di
nessun ideale.
Tra queste anime dannate, che non meritano nessuna
attenzione, ci sono anche quegli angeli che non
parteggiarono né per Dio né per Lucifero quando
l'angelo Lucifero si ribellò a Dio.
Quindi Dante e Virgilio sulla barca di Caronte
attraversano il fiume Acheronte e approdano al
primo cerchio dell'Inferno.
Antinferno: gli ignavi
ignavi
Indice Inferno
Fiume Acheronte
Acheronte è il nome di alcuni fiumi della
mitologia greca, spesso associati al mondo
degli Inferi. Secondo il mito sarebbe un
ramo del fiume Stige che scorre nel mondo
sotterraneo dell'oltretomba, attraverso il
quale Caronte traghettava nell'Ade le
anime dei morti. Il suo nome significa
"fiume del dolore". Nell'Inferno (canto III) di
Dante il fiume Acheronte rappresenta il
confine dell'Inferno per chi arriva dall'Anti-
Inferno.
Fiume Acheronte
Indice Inferno
Nel primo dei nove cerchi dell' Inferno c' è il Limbo. In
questo cerchio ci sono le anime di coloro che non
ricevettero il Battesimo.
Queste anime, pur senza colpa, sono condannate a
vivere eternamente nel desiderio di Dio.
Vi sono le anime dei bambini morti prima di ricevere il
Battesimo e le anime di coloro che vissero prima
della venuta in Terra di Cristo.
In questo cerchio Dante incontra personaggi illustri
che condussero una vita meritevole ma che ebbero il
destino di vivere senza la grazia di Dio, non avendo
avuto la possibilità di conoscere la parola di Cristo.
Primo cerchio: Limbo
limbo
Indice Inferno
A guardia del secondo cerchio c'è il terribile Minosse .
Malgrado le minacce del giudice infernale, Dante
prosegue nel suo cammino.
In questo cerchio ci sono le anime dei lussuriosi, cioé
di coloro che non seppero frenare i loro istinti e
furono travolti dalla passione amorosa.
Queste anime sono condannate ad essere trascinate
in eterno da un vento impetuoso che non dà loro
tregua.
Tra queste anime Dante incontra Francesca da Rimini
e ne ascolta commosso la storia.
Secondo cerchio: i lussuriosi
lussuriosi
Indice Inferno
A guardia del 3° cerchio c'è Cerbero , orribile mostro a
tre teste, ma anche questa volta Dante riesce a
superare l'ostacolo del guardiano infernale con l'aiuto
di Virgilio. Nel 3° cerchio scontano la loro pena eterna
le anime dei golosi, e tra questi Dante incontra il suo
concittadino Ciacco .
La storia di Ciacco è al centro del VI canto dell'Inferno.
Nelle tre cantiche i "sesti canti" hanno una grande
importanza perché trattano di argomenti politici.
Dante era molto interessato alla vita politica della sua
città e alle vicende legate al potere dell'Impero e della
Chiesa sulle terre italiane e europee. In questo sesto
canto dell'Inferno Dante parlerà della sua amata città,
Firenze, delle questioni politiche che la riguardavano.
Vedrai come nel sesto canto del Purgatorio e nel sesto
canto del Paradiso il nostro poeta riprenderà
argomenti politici.
Terzo cerchio: i golosi
golosi
Indice Inferno
È il feroce Pluto che presidia il 4° cerchio.
E anche lui, come i guardiani dei precedenti
cerchi, è costretto a dar via libera a Dante.
In questo cerchio scontano la loro pena coloro
che nella vita furono avari e quelli che
dissiparono le loro ricchezze.
Queste anime sono condannate a scontrarsi in
eterno tra di loro rinfacciandosi i rispettivi
peccati.
Tra i bersagli di Dante, tra coloro che il poeta
riteneva avari, gli uomini di Chiesa, papi e
cardinali.
avari e prodighi
Quarto cerchio: avari e prodighi
Indice Inferno
A guardia del V Cerchio c'è Flegiàs,
traghettatore di anime lungo la palude
Stigia, luogo dove gli iracondi e gli accidiosi,
ovvero coloro che nella loro vita si
comportarono con arroganza e con poca
benevolenza verso il prossimo, sono immersi
nel fango.
Dante riesce a salire sulla barca di Flegiàs e,
navigando tra il fango, si avvia verso la città
di Dite. Tra i bersagli di Dante, tra coloro che
il poeta riteneva avari, gli uomini di Chiesa,
papi e cardinali.
iracondi e accidiosi
Quinto cerchio: iracondi e accidiosi
Indice Inferno
Attraversata sulla barca di Flegiàs la
palude Stigia, Virgilio e Dante si trovano
dinanzi alle mura della Città di Dite.
Il passaggio attraverso questo nuovo
sbarramento risulta più difficile degli altri.
Non bastano le parole di Virgilio a sedare i
demoni infernali e le Furie , occorrerà
l'intervento di un messaggero divino per
consentire a Dante di entrare nella Città di
Dite e poter raggiungere quindi il basso
Inferno..
La città di Dite
La Città di Dite
Indice Inferno
Al di là delle mura della Città di Dite Dante e
Virgilio raggiungono il sesto cerchio dove le
anime degli eretici sono sepolte in sepolcri
infuocati.
Gli eretici sono per Dante coloro che in vita
non credettero nell'immortalità dell'anima e
per questo la loro punizione è di essere morti
(in un cimitero) tra i morti dell'Inferno.
In questo cerchio Dante incontra il
concittadino Farinata degli Uberti, fiero capo
dei Ghibellini, condannato dopo morto di
eresia e Cavalcante dei Cavalcanti, padre del
suo amico Guido, condannato anch' egli per
essere stato eretico in vita.
Sesto cerchio: gli eretici
eretici
Indice Inferno
Per accedere nel 7°cerchio Virgilio e
Dante attraversano una ripida frana
presidiata dal Minotauro , guardiano con
corpo di toro e testa di uomo. Virgilio
pronunzia parole che imbestialiscono il
guardiano infernale che, impazzito dalla
rabbia, abbandona di fatto il posto di
guardia consentendo così ai due poeti di
entrare nel cerchio.
Buratto
Buratto
Indice Inferno
Il settimo cerchio è abitato dalle anime dei violenti
ed è diviso in tre zone, tre gironi.
Nel primo girone ci sono coloro che in vita furono
violenti verso gli altri. Costoro, che in vita sparsero
sangue altrui, sono ora condannati ad essere
immersi in un fiume di sangue bollente, il
Flegetonte.
Le anime di coloro che furono violenti contro se
stessi, per esempio coloro che morirono suicidi,
popolano il secondo girone del settimo cerchio. In
questo girone Dante si intrattiene a parlare con Pier
della Vigna , ministro dell'imperatore Federico II,
morto suicida.
Il terzo e ultimo girone del settimo cerchio è
popolato da coloro che furono violenti contro Dio,
bestemmiando e commettendo azioni contro di Lui.
Settimo cerchio: i violenti
1° girone Fiume Flegetonte (violenti contro gli altri)
2° girone Selva (violenti contro se stessi) 3° girone Landa (violenti contro Dio )
Indice Inferno
Per raggiungere il luogo dove sono
dannati i fraudolenti (coloro che
vissero con l'imbroglio e la frode)
Dante e Virgilio devono attraversare
un profondo burrone. Viene loro in
aiuto Gerione, un mostro volante che
carica i due viaggiatori sulle spalle e li
conduce nell'ottavo cerchio.
Indice Inferno
Ottavo cerchio: i fraudolenti
fraudolenti
L'ottavo cerchio è diviso in dieci bolge (le
Malebolge) ovvero dieci fosse dove sono
dannate le anime dei fraudolenti, cioé di
coloro che usarono l'intelligenza non a fin di
bene ma per imbrogliare il prossimo. Tra
queste anime dannate Dante incontra tra gli
altri Ulisse , confinato tra coloro che
consigliarono inganni. Ogni categoria di
frodatori subisce pene diverse, Ulisse per
esempio è avvolto dalle fiamme. di Lui.
Indice Inferno
Per raggiungere il luogo dove sono
dannati i fraudolenti (coloro che
vissero con l'imbroglio e la frode)
Dante e Virgilio devono attraversare
un profondo burrone. Viene loro in
aiuto Gerione, un mostro volante che
carica i due viaggiatori sulle spalle e li
conduce nell'ottavo cerchio.
Pozzo dei Giganti
Pozzo dei Giganti
Indice Inferno
Il 9°cerchio è costituito da un lago ghiacciato, il Cocito,
dove sono immerse le anime dei traditori. Il lago Cocito è
diviso in quattro sezioni. Vi sono i traditori dei parenti,
della patria, degli amici e dei propri benefattori. Dante in
questo cerchio incontra tra gli altri il conte Ugolino e ne
ascolta straziato la terribile storia. Al centro della Terra c'è
Lucifero , gigantesco mostro a tre teste che dilania tra i
suoi orribili denti i più grandi traditori del genere umano:
Giuda traditore di Cristo e Bruto e Cassio che tradirono
Cesare. Dante è chiamato all'ultima terribile prova prima
di lasciare il regno dei dannati. Per uscire dall'Inferno si
aggrappa con Virgilio al corpo di Lucifero e attraverso un
sentiero tortuoso finalmente raggiunge la superficie
terrestre dell'altro emisfero della Terra. Si conclude qui il
viaggio nelle tenebre infernali e la prima cantica e inizia il
percorso del Poeta in Purgatorio.
Nono cerchio: i traditori
traditori
LUCIFERO
Indice Inferno
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
Lo 'mperador del doloroso regno
da mezzo 'l petto uscìa fuor de la ghiaccia;
Inferno canto XXXIV, vv. 28 - 29
I personaggi dell’Inferno
Indice Inferno
I luoghi
Virgilio e Dante si trovano su unaspiaggetta quando va loro incontroun vecchio. E' Catone , custode delPurgatorio che, credendo che Dantee Virgilio siano scappati dall'Infernoviolando le leggi eterne, redarguisceaspramente i due poeti.Dopo che Virgilio spiega che Dante èlà per volere divino, il vecchioscompare non prima di aver ordinatoa Dante di lavarsi dal fangodell'Inferno, per purificarsi. I duesono ancora nell'Antipurgatorio edovranno percorrere molta stradaper giungere nelle cornici delPurgatorio.
Incontro con Catone
Indice Purgatorio
Dopo che Virgilio aiuta Dante apurificarsi nelle acque della marina,ecco sopraggiungere sulla spiaggiauna barca mossa dalle ali di unangelo: è la barca delle anime dicoloro che, appena morti, sonotrasportati dalle rive del Teverenell'isoletta del Purgatorio.Dante riconoscerà tra quelle animeil suo amico Casella ..
Arrivo della barca con le anime dei purganti
Indice Purgatorio
Dante e Virgilio si incamminano lungo isentieri dell'Antipurgatorio.Nel tragitto Dante nota sgomentocome sul suolo viene riflessa solo la suaombra e non quella di Virgilio; il poetalatino spiega a Dante che i mortihanno corpi aerei, per cui è evidenteche il suo corpo non copre la luce delsole e non produce ombra.Proseguendo nel loro cammino i duepoeti incontrano un gruppo di anime:sono coloro che furono scomunicatidalla Chiesa anche se si pentirono invita prima di morire.Tra queste anime Dante incontra il reManfredi che racconta la sua storia.
Scomunicati
Indice Purgatorio
Proseguendo il loro cammino verso laporta del Purgatorio i due poetigiungono sul primo balzo.Là espiano i loro peccati coloro chetardarono per negligenza a pentirsi eora devono restare in attesa per poterentrare in Purgatorio per un tempopari alla durata della loro vita.Continua la faticosa salita per i duepellegrini fino a che non giungono adun secondo balzo..
Primo balzo
Indice Purgatorio
Siamo ancora nell'Antipurgatorio e anchequi le anime sono in attesa di entrare nelregno dell'espiazione.Tra un gruppo di anime che in vita sipentirono solo in punto di morte e chemorirono di morte violenta si leva la vocedi una donna, Pia Tolomei , uccisa dalmarito, che si raccomanda alle preghieredi Dante.Sempre sulla strada che conduceall'ingresso del Purgatorio, Dante eVirgilio incontrano un'anima solitaria acui Virgilio si rivolge per chiedere lastrada.E' Sordello, mantovano e concittadino diVirgilio, che abbraccia affettuosamente ilpoeta latino.Quindi l'anima si offre di accompagnare idue poeti in un luogo dove potrannoriposare prima di riprendere il cammino.
Secondo balzo
Indice Purgatorio
Sordello accompagna i due poetinella Valletta dei Principi. In questoluogo vi sono le anime dei piùimportanti principi europei.Costoro, impegnati nei loro alticompiti, avevano trascurato la curadella propria anima fino in punto dimorte.I due poeti si riposano in questa valleessendo sopraggiunta la notte
Valletta dei principi
Indice Purgatorio
Al risveglio Dante si ritrova già alleporte del Purgatorio.Santa Lucia infatti aveva prelevatoDante nel sonno e lo avevatrasportato fin lì per agevolargli ilcammino.L' angelo guardiano del Purgatorio,prima di lasciar entrare il poeta nelregno delle anime espianti, gli incidesulla fronte sette "P".Esse rappresentano i sette peccaticapitali che le anime purgantiespieranno nelle sette cornici delPurgatorio.Ad ogni cornice il poeta espierà unpeccato e gli sarà cancellata una "P",solo purificato completamente potràaccedere alla cima della montagna,sede del Paradiso terrestre.
Porta del Purgatorio
Indice Purgatorio
Nella prima cornice espiano i loropeccati quelli che in vita furono superbi.Costoro in vita si pregiarono di grandiazioni e di grandi capacità, noncomprendendo che le qualità terrenepoco sono se non vissute con umiltà.Queste anime camminano lentamentecon dei grandi massi sulle spalle, il pesodel peccato.In questa cornice Dante incontra tra glialtri Oderisi di Gubbio, maestrominiaturista e amico di Dante che sitrattiene con i due poeti a parlare dellasua vita terrena.
Prima cornice: i superbi
Indice Purgatorio
Un angelo si avvicina ai due poeti, e conun colpo d'ala cancella la prima "P"dalla fronte di Dante che, alleggeritodal peccato della superbia, espiato nellaprima cornice, entra nella secondacornice.Più stretta della prima (come puoi benvedere dalla figura man mano che sisale le cornici si assottigliano), laseconda cornice è abitata da coloro chein vita furono invidiosi.Costoro hanno le palpebre cucite con fildi ferro e poggiati con le spalle sullepareti, ascoltano voci misteriose chepredicano umiltà.
Seconda cornice: gli invidiosi
Indice Purgatorio
Dante e Virgilio giungono quindi nellaterza cornice.In questa zona del Purgatorio ci sono gliiracondi, ovvero le anime di coloro chein vita si lasciarono accecare dall'ira eche ora sono avvolti da un fumo densoche impedisce loro di vedere.Dante si intrattiene a parlare con l'animadi Marco Lombardo che disserta sullacorruzione della Chiesa di Roma.
Terza cornice: gli iracondi
Indice Purgatorio
I due poeti giungono alla quartacornice al calar del sole.Qui espiano i loro peccati gli accidiosi,ovvero coloro che in vita nonmanifestarono sufficiente volontà eperseveranza nelle buone azioni.In questo luogo i due poeti si fermanoper la notte e Virgilio spiega a Dantecome le sette cornici del Purgatoriosiano luogo di espiazione dei sette vizicapitali.
Quarta cornice: gli accidiosi
Indice Purgatorio
Giunti nella quinta cornice, Dante eVirgilio entrano nella zona dove avari eprodighi (dissipatori di ricchezze)scontano la loro pena prima diraggiungere l'eterna beatitudine.Queste anime giacciono stese con ilvolto rivolto verso terra e preganorecitando salmi.Un improvviso terremoto scuote lamontagna del Purgatorio.La terra del Purgatorio trema ogniqualvolta un'anima, purificata dalpeccato, è pronta a salire in Pardiso.L'anima che ha concluso il periododell'espiazione è quella di Stazio , poetalatino.Stazio si presenta a Dante e Virgilio econ loro prosegue il cammino verso lasesta cornice.
Quinta cornice: avari e prodighi
Indice Purgatorio
Mentre i tre poeti proseguono il lorocamino, s'imbattono in uno strano alberodai frutti odorosi.Sono nella sesta cornice, la zona riservataai golosi.Queste sono anime magrissime e, proprioperchè furono golose in vita, espiano il loropeccato con il digiuno e con il desiderio delcibo.Tra queste Dante riconosce l'amicofiorentino Forese Donati che si intrattienea parlare delle donne fiorentine.
Sesta cornice: i golosi
Indice Purgatorio
Nella settima ed ultima cornice espiano iloro peccati coloro che in vita furonolussuriosi.Come hai potuto notare, nelle cornici delPurgatorio sono puniti per lo più gli stessipeccati che erano causa di dannazioneeterna nell'Inferno.I peccatori che popolano il Purgatorioebbero tutti modo di pentirsi delle lorocolpe per cui, dopo un periodo più omeno lungo di espiazione, potrannogodere della luce di Dio in Paradiso.I lussuriosi del Purgatorio, avvolti tra lefiamme, elevano canti inneggianti lacastità.Tra le anime che Dante incontra in questacornice, c'è anche quella di GuidoGuinizzelli, poeta del 1200, consideratoda Dante maestro di poesia.
Settima cornice: i lussuriosi
Indice Purgatorio
Per accedere all'Eden Dante attraversa insiemea Virgilio e a Stazio una barriera di fuoco cheavvolge la settima cornice.Lo scenario cambia totalmente: il Paradisoterreste si presenta come un'amena forestadove i fiori emanano un profumo intenso e leacque sgorgano limpidissime.Qui Dante incontra Matelda che spiega ai trepoeti la natura del Paradiso terreste.Finalmente su un carro trionfale appare aDante, con il volto velato, Beatrice.L'apparizione dell'anima beata coincide con lasparizione di Virgilio.La guida amorevole e paterna, che ha condottoDante nel viaggio attraverso l'Inferno e ilPurgatorio, ha esaurito il suo compito e tornadonde era venuto, nel limbo.Beatrice si rivolge a Dante con severitàesigendo dal poeta una confessione dei suoipeccati, quindi Dante è condotto da Matelda aimmergersi nel fiume Leté (dove si dimenticanoi peccati) e nel fiume Eunoè (dove si rafforza lamemoria del bene). Ora il poeta è veramentepronto per il viaggio in Paradiso.
Paradiso terrestre
Indice Purgatorio
PARADISO
1° cielo della Luna
2° cielo di Mercurio
3° cielo di Venere
4° cielo del Sole
5° cielo di Marte
6° cielo di Giove
7° cielo di Saturno
8° cielo delle stelle fisse
9° cielo Primo Mobile
I luoghi
1° cielo della Luna
Dante, fissando gli occhi di Beatrice , che asua volta rivolge lo sguardo in direzione delsole, ascende verso il primo cieloattraverso la sfera di fuoco.Dante può salire in cielo poiché è ormailibero da ogni peccato, e la sua anima puraè attirata dalla naturale tendenza a salireverso Dio.Il primo cielo è il cielo della luna.Dante qui incontra gli spiriti che, impeditida azioni violente, non potettero tenerefede ai voti monacali.Tra questi ascolta le parole di Piccarda cheracconta con serenità la sua terribile storia.
1° cielo della Luna
Indice Paradiso
2° cielo di Mercurio
Dante, sempre guidato da Beatrice, sale alcielo di Mercurio, cielo degli spiriti attivi,ciò è delle anime di coloro che meritaronofama e gloria.Qui incontra l'anima dell'imperatoreGiustiniano .Nel sesto canto del Paradiso Giustinianonarra le vicende dell'aquila, simboloimperiale, dai tempi dell'Impero romanofino alle vicende che ancora tormentavanol'Europa e l'Italia al tempo di Dante.
2° cielo di Mercurio
Indice Paradiso
3° cielo di Venere
Più Dante si avvicina all'Empireo, sede diDio, più il volto di Beatrice diventaluminoso.Nel terzo cielo, il cielo di Venere, vannoincontro a Dante gli spiriti amanti delbene, coloro i quali vissero sottol'influsso del pianeta dell'amore.Tra questi spiriti c'è quello di CarloMartello, giovane re della famigliaangioina, morto all'età di ventiquattroanni.
3° cielo di Venere
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4° cielo del Sole
Nel cielo del Sole Dante incontra lospirito dei sapienti, di coloro che sidistinsero per acume teologico, filosoficoe scientifico.Queste anime gli si presentano dispostein tre corone concentriche.Tra questi spiriti beati si leva la voce disan Tommaso d'Aquino che, purappartenendo all'ordine religioso deidomenicani e non dei francescani, tesseun memorabile elogio alla figura di sanFrancesco d'Assisi in una delle pagine piùcelebri della "Divina Commedia".Gli fa eco il francescano san Bonaventurache elogia la vita di san Domenico,fondatore dell'ordine domenicano.
4° cielo del Sole
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5° cielo di Marte
Nel cielo di Marte si trovano gli spiritidegli uomini che combatterono per lafede e che furono protagonisti di azionidegne di essere ricordate in eterno.E' qui che Dante incontra l'anima di unsuo avo, Cacciaguida, che combatté etrovò la morte in Terra Santa al tempodelle Crociate.Cacciaguida parla a Dante della Firenze altempo in cui era vissuto, città nobile e piatanto diversa dalla città in cui vive Dante,corrotta e violenta.Il trisavolo del poeta predice inoltre al suodiscendente il prossimo esilio.
5° cielo di Marte
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6° cielo di Giove
Dal cielo di Marte Dante e Beatricesalgono al cielo di Giove.Le anime di questo cielo sono quelledegli spiriti giusti. Esse si dispongonoformando un'immagine raffiguranteun'aquila.L'aquila è il simbolo dell'impero,giustizia divina in terra.La figura dell'aquila, composta daglispiriti, diviene unica voce e dissertasulla vera giustizia, accusando laChiesa e i regnanti europei del tempodi essere, con i loro comportamenti,contrari alla parola di Cristo.
6° cielo di Giove
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7° cielo di Saturno
Dante e Beatrice raggiungono quindi ilsettimo cielo, quello di Saturno, sededegli spiriti contemplativi.Tali spiriti non cantano e Beatrice nonsorride più, il canto degli spiriti e ilsorriso di Beatrice non potrebberoessere sostenuti da Dante. L'Empireo,dimora di Dio, si sta avvicinando e losplendore e la magnificenza dei luoghiva progressivamente aumentando.In questo cielo San Benedetto sirivolge a Dante, formulando un attod'accusa contro la corruzione deiconventi dell'ordine benedettino, dalui fondato.
7° cielo di Saturno
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8° cielo delle stelle fisse
Dante e Beatrice salgono lungo una scaladorata che conduce all'ottavo cielo, ilcielo delle stelle fisse.Da qui Dante riesce a scorgere inlontananza la terra che gli appare comeun punto piccolissimo.Questa visione dà al poeta il senso dicome siano insignificanti le vicendeterrestri in confronto allo splendore delcosmo e alla luce divina.In questo cielo Dante ha la visione diMaria e di Cristo che gli appaiono comefigure sfolgoranti: la luce che emanano ècosì abbagliante che Dante non riesce areggerne la vista.Le visioni di Cristo e Maria scompaionoper far ritorno all'Empireo e Dante vieneinterrogato dalle anime di San Pietro,Santo Iacopo e San Giovanni. Dantedovrà rispondere alle domande di questisanti per dimostrare di essere degno disalire fin al cospetto della luce di Dio.
8° cielo delle stelle fisse
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9° cielo Primo Mobile
Il nono cielo racchiude tutti gli altricieli.E' il primo mobile, ovvero è l'originedel movimento di tutti gli altri cieli.Questo è il cielo più vicinoall'Empireo, dimora di Dio, di lìDante intravede, riflesso negli occhidi Beatrice, un punto luminoso.Quando il poeta volge direttamentelo sguardo verso la fonte di luce, ècostretto a distogliere lo sguardo,tanto è abbagliante la luminosità diquel punto.E' la luce di Dio, origine di tuttol'universo.
9° cielo Primo mobile
Indice Paradiso
Dante, sempre guidato da Beatrice, giungenell'Empireo. I beati sono disposti in modo daformare l'immagine di una rosa.Le anime dei beati, che erano andate incontro aDante nel suo viaggio attraverso i nove cieli,appaiono nell'Empireo con le loro sembianze umanee sono ora riconoscibili al poeta.Beatrice riprende il suo posto nella candida rosa deibeati e affida Dante a san Bernardo, santoparticolarmente devoto alla Vergine Maria, perl'ultima parte del viaggio. San Bernardo rivolge allaVergine Maria una preghiera affinché sia concesso aDante il privilegio di godere da vivo della visione diDio. Quando Dante è invitato dai beati a rivolgere losguardo verso l'alto è folgorato dalla luce di Dio eriesce a penetrare nel mistero divino. Con questaimmagine si conclude il poema.Il nono cielo racchiude tutti gli altri cieli. E' il primomobile, ovvero è l'origine del movimento di tutti glialtri cieli. Questo è il cielo più vicino all'Empireo,dimora di Dio, di lì Dante intravede, riflesso negliocchi di Beatrice, un punto luminoso. Quando ilpoeta volge direttamente lo sguardo verso la fonte diluce, è costretto a distogliere lo sguardo, tanto èabbagliante la luminosità di quel punto.E' la luce di Dio, origine di tutto l'universo.
La Rosa dei Beati
Indice Paradiso
I PERSONAGGI
Beatrice
CacciaguidaTommaso d’Aquino
Piccarda Giustiniano
Catone Casella Manfredi Pia Tolomei Sordello
Oderisi Stazio Forese Matelda
Virgilio Caronte Minosse Francesca Cerbero
Ciacco Pluto Flegiàs Furie Farinata
MinotauroPier
delle VigneUlisse Ugolino Lucifero
PARADISO
INFERNO
Indice
Virgilio, grande poeta latino del I secolo a. C., è la
guida di Dante nel viaggio che il poeta compie
nell'Inferno e nel Purgatorio. Egli è collocato da Dante
nel limbo, zona dell'Inferno dove scontano le loro
pene coloro i quali, vissuti prima della venuta di Cristo
sulla terra, non avevano avuto la possibilità di vivere
nell'amore di Dio. Per volontà divina a Virgilio sarà
concesso di accompagnare Dante nel suo viaggio
anche in Purgatorio e solo alle soglie del Paradiso
terrestre il poeta sarà affidato ad altra guida. Virgilio
è visto come maestro di saggezza ed è guida
spirituale per Dante nella prima parte del suo viaggio.
Virgilio "poeta" è fonte di ispirazione per Dante anche
perché lo scrittore latino, nella sua "Eneide", parlò di
un viaggio dell'eroe Enea nell'Ade; Dante prese
spunto dal poema virgiliano per la caratterizzazione di
molti personaggi infernali della "Divina Commedia“.
Virgilio
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.
Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d'Anchise che venne di Troia,
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto.
Inferno canto I, vv. 70 - 75
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Caronte è il primo demone che Dante incontra nel
suo viaggio nel regno delle anime dannate.
Egli è il traghettatore delle anime che
dall'Antinferno devono attraversare il fiume
infernale Acheronte per raggiungere i luoghi di
dannazione.
Il vecchio Caronte non vuole che Dante salga sulla
barca, ma Virgilio lo zittisce: se Dante è lì è perché
ciò è voluto da Dio.
Caronte traghettatore infernale non è
un'invenzione di Dante, già Virgilio nell'Eneide fa
riferimento al terribile Charon che accompagnava,
con la sua barca, le anime nel regno dei morti. “.
Caronte
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: « Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i' vegno per menarvi a l'altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
Inferno canto III, vv. 82 – 87
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Minosse è uno dei demoni infernali che Dante
colloca a guardia delle varie zone dell'Inferno.
Terribile giudice delle anime dannate, presidia il
secondo cerchio dell'Inferno.
Minosse ha una lunghissima coda che avvolge
intorno al corpo per indicare a quale cerchio sono
destinate le anime che a lui si presentano.
Come per altri demoni infernali, anche per questo
personaggio Dante prende ispirazione dall'
"Eneide" virgiliana.
Minosse
Stavvi Minos orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch' avvinghia.
Inferno canto V, vv. 4 - 6
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Nel V canto dell'Inferno, uno dei più famosi del poema
dantesco, viene narrata la storia di Francesca e Paolo.
Francesca è un personaggio realmente esistito, ella fu
uccisa dal marito che l'aveva sorpresa con l'amante, il
cognato Paolo. Tale episodio avvenne al tempo in cui
Dante visse e il poeta trae spunto dalla vicenda per
parlare del peccato della lussuria, cioè del sentimento
che acceca la ragione e che allontana da Dio.
L'anima di Francesca, avvinghiata in eterno a quella
dell'amante Paolo, racconta a Dante la sua vicenda, il
suo genuino amore per il cognato e l'emozione del
loro primo bacio. Francesca è per Dante una
peccatrice, si è lasciata trasportare dalla passione e
quindi è dannata per sempre; il poeta però sembra
nutrire grande comprensione per la donna ed è tanto
commosso nell'ascoltare il suo racconto, che sviene
dall'emozione.
Francesca
Amor,ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Inferno canto V, vv. 103 - 105
4 - 6
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Cerbero, bestia con tre teste, è a guardia del
cerchio dei golosi.
Simbolo della voracità, questo demone tenta di
fermare il cammino di Dante, ma proprio l'
ingordigia lo distoglierà dal suo compito di
guardiano. Virgilio per distrarlo gli lancia
manciate di fango e l'orribile demone si
avventa su quel putrido pasto divorandolo.
In tal modo i due pellegrini possono continuare
indisturbati il loro viaggio.
Anche per il personaggio Cerbero, come per
altri demoni infernali, Dante prende spunto
dalla mitologia classica.
Virgilio per esempio nella sua "Eneide" pone il
mostro Cerbero a guardia dell'Averno.
Cerbero
Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e 'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.
Inferno canto VI, vv. 13 - 18 6
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
I "sesti canti" della Divina Commedia trattano di
argomenti politici. Nel terzo cerchio, Dante incontra
Ciacco e lo interroga sulle sorti dell'amata Firenze e sui
motivi per cui in quella città ci sia tanta discordia.
Ciacco parla delle lotte che insanguineranno Firenze e
del degrado morale in cui è caduta quella città,
divorata dall'invidia, dalla superbia e dall'avarizia dei
suoi cittadini. È evidente che Dante fa parlare un
personaggio della sua opera per esprimere il suo
punto di vista, le sue idee su ciò che accadeva in quegli
anni a Firenze. Dante era stato esiliato dalla sua città;
egli, pur appartenendo ad una fazione tra quelle in
lotta per il potere, condanna personaggi di ambedue
le fazioni. Infatti pone nell'Inferno gli uomini non per
le loro idee, ma per la loro avidità e tutti coloro che
avevano contribuito a creare discordia e odio.
Ciacco
Ed elli a me: «La tua città, ch'è piena
d'invidia sì che già trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena.
Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
per la dannosa colpa de la gola,
come tu vedi, a la pioggia mi fiacco.
Inferno canto VI, vv. 49 – 54
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Pluto nella mitologia classica era la divinità
della ricchezza.
D ante quindi lo pone a guardia del quarto
cerchio dove scontano la pena le anime di
coloro che in vita furono avari o dissiparono
le loro ricchezze.
Il demone infernale tenta di fermare Dante
con parole oscure e minacciose, ma ancora
una volta l'intervento di Virgilio zittirà il
terribile guardiano.
I due poeti così proseguiranno nel loro
cammino
Pluto
Pape Satàn, pape Satàn aleppe!»,
cominciò Pluto con la voce chioccia;
Inferno canto VII, vv. 1 - 2
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Personaggio mitologico già menzionato da
Virgilio nell' "Eneide", Flegiàs è simbolo dell'ira
violenta.
Nel poema dantesco è il nocchiero della palude
Stigia, quinto cerchio dell'Inferno, dove le
anime degli iracondi e degli accidiosi sono
sommerse nel fango.
Veloce come una saetta, compare dinanzi a
Dante rivolgendogli parole minacciose.
Sarà Virgilio a costringere Flegiàs a prendere
sulla barca i due pellegrini che altrimenti non
avrebbero potuto attraversare la melmosa
palude.
Dante e Virgilio in tal modo possono proseguire
il cammino verso la città di Dite.
Flegiàs
Corda non pinse mai da sé saetta
che sì corresse via per l'aere snella,
com'io vidi una nave piccioletta
venir per l'acqua verso noi in quella,
sotto 'l governo d'un sol galeoto,
che gridava: «Or se' giunta, anima fella!».
Inferno canto VIII, vv. 8 - 18
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Le terribili Furie sono a guardia della città di
Dite, luogo che segna l'ingresso nel basso
inferno.
Nella mitologia classica le Furie erano divinità
del mondo sotterraneo; orrende nell'aspetto
esse avevano serpenti al posto dei capelli.
Aletto rappresenta il furore, Tisifone la
vendetta e Megera l'ira.
Solo l'intervento di un messo divino sederà i
terribili mostri e permetterà ai due poeti di
proseguire il loro cammino.
Furie
Quest'è Megera dal sinistro canto;
quella che piange dal destro è Aletto;
Tesifón è nel mezzo»; e tacque a tanto.
Con l'unghie si fendea ciascuna il petto;
battiensi a palme e gridavan sì alto,
ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto.
Inferno canto IX, vv. 46 - 51
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Farinata degli Uberti era un uomo politico
fiorentino molto famoso ai tempi di Dante. Vissuto
poco prima del poeta, era stato il capo dei
Ghibellini della sua città (la fazione politica che
sosteneva l'impero nella sua lotta contro la Chiesa
per il predominio in Italia e in Europa).
Esiliato dalla sua città, Farinata fu condannato
dopo morto per eresia e le sue spoglie, che
riposavano nella Chiesa di S. Reparata, furono
dissotterrate.
Il colloquio di Farinata con Dante, oggetto del X
canto dell'Inferno, è incentrato sulle lotte politiche
della Firenze del tempo. Farinata, spiegando come
i dannati dell'Inferno pur non conoscendo il
presente possano predire il futuro, annuncia a
Dante il prossimo esilio che il poeta dovrà subire.
Farinata degli Uberti
«S'elli han quell'arte», disse, «male appresa,
ciò mi tormenta più che questo letto.
Ma non cinquanta volte fia raccesa
la faccia de la donna che qui regge,
che tu saprai quanto quell'arte pesa.
Inferno canto X, vv. 77 – 81
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezza bestia, è
anch'esso figura appartenente alla mitologia
classica.
Dante lo immagina come toro con la testa d'uomo,
al contrario della tradizione mitologica che lo
raffigura come uomo con testa bovina.
Il Minotauro è il custode del settimo cerchio, il
cerchio dei violenti.
Egli si presenta come enorme bestione immobile
disteso sulle rocce della rupe che separa il 6° dal 7°
cerchio.
Alle parole di Virgilio si imbestialisce e, perdendo il
controllo di se stesso, lascia via libera ai due poeti
che così possono raggiungere la zona infernale
dove scontano la loro pena i violenti.
.
Minotauro
e 'n su la punta de la rotta lacca
l'infamïa di Creti era distesa
che fu concetta ne la falsa vacca;
e quando vide noi, sé stesso morse,
sì come quei cui l'ira dentro fiacca.
Inferno canto XII, vv. 11 – 15
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Le anime di coloro che in vita furono violenti contro
se stessi, nel poema dantesco sono state
trasformate in piante.
Dante su invito di Virgilio, spezza il ramo di un
albero ed assiste ad una scena agghiacciante:
l'albero a cui ha divelto il ramo sanguina e si
lamenta.
Le parole che si odono sono quelle di Pier della
Vigna che racconta la sua storia; accusato
ingiustamente di aver tradito il suo signore,
l'imperatore Federico II, di cui era ministro e
consigliere, non seppe resistere al dolore e si tolse
la vita.
Pier delle Vigne
Allor porsi la mano un poco avante
e colsi un ramicel da un gran pruno;
e 'l tronco suo gridò: «Perché mi schiante?».
Da che fatto fu poi di sangue bruno,
ricominciò a dir: «Perché mi scerpi?
non hai tu spirto di pietade alcuno?
Inferno canto XIII, vv. 31 - 36
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Nel cerchio dove risiedono coloro che vissero con la frode
e l'imbroglio, Dante incontra gli eroi greci Ulisse e
Diomede. Essi si presentano a Dante come una fiamma a
due punte. La fama di Ulisse era grande nel medioevo,
ma probabilmente Dante non conosceva il testo
dell'Odissea dove erano narrate le vicende dell'eroe
greco; infatti Ulisse viene visto solo come colui che
ingannò i Troiani con lo stratagemma del cavallo di Troia.
Quindi è giudicato da Dante come un frodatore che
merita le pene dell'Inferno. L'anima di Ulisse racconta a
Dante l'evento che lo condusse a morte. L'eroe e i suoi
compagni morirono inghiottiti dalle acque nel tentativo
folle di superare con la nave le Colonne di Ercole (attuale
stretto di Gibilterra), ovvero quel luogo che gli antichi
consideravano essere il confine del mondo. In tal modo
Dio aveva punito la follia di un eroe che non seppe
frenare con l'umiltà la smisurata voglia di conoscenza.
Ulisse
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza'.
Inferno canto XXVI, vv. 118 - 120
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Nel nono cerchio, dove sono dannate le anime dei
traditori, agli occhi di Dante e Virgilio si presenta una
scena tra le più cupe di tutto il poema. Un uomo si sta
avventando sulla testa del suo vicino, addentandola con
ferocia. È il conte Ugolino che morde il capo
dell'arcivescovo Ruggiero degli Ubaldini. Interrompendo il
macabro pasto, Ugolino racconta la sua storia a Dante.
Rinchiuso con i figlioletti in una torre dall' arcivescovo
Ruggiero per divergenze politiche, il conte fu lasciato
morire di fame insieme ai suoi piccoli. La vicenda narrata
nella Divina Commedia si riferisce ad un fatto realmente
accaduto al tempo di Dante. Ugolino e Ruggiero
rappresentano gli esempi di coloro che, nella lotta politica,
non esitarono a tradire e a commettere i crimini più
efferati per la brama di potere. Ugolino è collocato nel
cerchio dei traditori proprio perché in vita fu accusato di
aver tradito la sua fazione politica per interessi personali.
Il conte Ugolino
La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto.
Inferno canto XXXIII, vv. 1 - 3
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
Lo 'mperador del doloroso regno
da mezzo 'l petto uscìa fuor de la ghiaccia;
Inferno canto XXXIV, vv. 28 - 29
I personaggi
I personaggi dell’Inferno
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
«Chi siete voi che contro al cieco fiume
fuggita avete la pregione etterna?»,
diss'el, movendo quelle oneste piume.
«Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna,
uscendo fuor de la profonda notte
che sempre nera fa la valle inferna?
Purgatorio canto I, vv. 40 - 45
CatoneI personaggi del Purgatorio
I personaggi
La figura del vecchio e austero custode del
Purgatorio non è frutto d'invenzione, ma fa
riferimento ad un personaggio storico ben
definito.
Si tratta di Marco Porcio Catone, detto
l'Uticense, acerrimo nemico di Cesare, che si
suicidò per non assistere alla caduta della
Repubblica, di cui era acceso sostenitore.
Per Dante quindi è un esempio di severità morale
e forza interiore.
Catone tenta di fermare Virgilio e Dante perché
pensa che i due siano fuggiti dall'Inferno,
violando le leggi di Dio: lascerà passare i due
pellegrini solo quando capirà che il viaggio di
Dante si sta compiendo per volontà di Dio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoCasellaI personaggi del Purgatorio
I personaggi
Io vidi una di lor trarresi avante
per abbracciarmi, con sì grande affetto,
che mosse me a far lo somigliante.
Ohi ombre vane, fuor che ne l'aspetto!
tre volte dietro a lei le mani avvinsi,
e tante mi tornai con esse al petto.
Purgatorio canto II, vv. 76 - 81
Casella, musicista fiorentino, era un amico di
Dante.
Il colloquio tra i due, nel secondo canto del
Purgatorio, è molto affettuoso, e permette di
confermare la non materialità dei corpi delle
anime.
Dante tenta tre volte di abbracciare l'amico e
per tre volte il tentativo fallisce proprio perché il
corpo di Casella è aereo (composto di aria).
A Dante che gli chiede come mai solo in quel
momento sia approdato al Purgatorio essendo
già morto da tempo, Casella risponde che
l'Angelo nocchiero che traghetta le anime in
Purgatorio accoglie nella sua barca chi e quando
vuole, seguendo il giudizio di Dio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoManfrediI personaggi del Purgatorio
I personaggi
Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperadrice;
ond'io ti priego che, quando tu riedi,
vadi a mia bella figlia, genitrice
de l'onor di Cicilia e d'Aragona,
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice.
Purgatorio canto III, vv. 112 - 117
Manfredi era figlio naturale dell'imperatore
Federico II.
Fu u re di Napoli e di Sicilia; scomunicato dalla
Chiesa in quanto accusato di aver usurpato il
regno del nipote, Manfredi fu osteggiato con
forza dai papi del tempo. Fu sconfitto e ucciso a
Benevento dall'esercito del francese Carlo
d'Angiò, chiamato dalla Chiesa per contrastarlo.
Dante incontra Manfredi nell'Antipurgatorio tra
coloro i quali erano morti scomunicati e si erano
pentiti in punto di morte.
Manfredi, nel suo colloquio con Dante, ammette
di essersi macchiato di colpe gravissime e
glorifica la bontà divina pronta ad accogliere i
sinceri pentimenti dei peccatori.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoPia TolomeiI personaggi del Purgatorio
I personaggi
«ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma».
Purgatorio canto V, vv. 133 - 136
Nel secondo balzo dell'Antipurgatorio Dante
incontra un gruppo di anime di coloro che ebbero
una morte violenta.
Tra queste anime si leva la voce di Pia Tolomei,
morta ammazzata dal marito, forse per motivi di
interesse.
In pochi e suggestivi versi, Pia fa solo un vago
riferimento alla sua morte.
In Purgatorio le anime hanno un tono molto più
distaccato rispetto a quelle dell'Inferno circa gli
eventi della loro vita passata: i loro pensieri sono
essenzialmente rivolti al momento in cui,
terminata l'espiazione dei peccati, potranno
godere della luce di Dio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoSordelloI personaggi del Purgatorio
I personaggi
surse ver' lui del loco ove pria stava,
dicendo: « O Mantoano, io son Sordello
de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
Purgatorio canto VI, vv. 73 - 78
Sordello, nato nel mantovano, era uno dei più celebri
poeti trovatori al tempo di Dante. In vita frequentò varie
corti e fu al servizio di Carlo d'Angiò. Questa
consuetudine a frequentare nobili e principi rende
Sordello il personaggio idoneo ad accompagnare i due
viaggiatori nella valletta dei principi, dove espiavano i
loro peccati i grandi della terra. Quando Sordello
riconosce in Virgilio un concittadino, lo abbraccia con
entusiasmo. L'affetto di due conterranei induce Dante a
riflettere sullo stato di degrado in cui è caduto il
territorio italiano: uomini delle stesse terre ora si
combattono ferocemente. L'incontro con Sordello è
quindi l'occasione per Dante per pronunziare la famosa
"Apostrofe all'Italia". L'Italia per Dante è ormai luogo di
vergogna, disordine e inciviltà e la colpa di questa
situazione è degli imperatori che si disinteressano di
questa terra e l' hanno lasciata in balia della violenza.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoOderisiI personaggi del Purgatorio
I personaggi
Di tal superbia qui si paga il fio;
e ancor non sarei qui, se non fosse
che, possendo peccar, mi volsi a Dio.
Oh vana gloria de l'umane posse!
com' poco verde in su la cima dura,
se non è giunta da l'etati grosse!
Purgatorio canto XI, vv. 88 - 93
Dante incontra l'anima di Oderisi nalla prima cornice
del Purgatorio, dove espiano le loro colpe i superbi.
Oderisi era considerato nella sua epoca il miglior
miniaturista (decoratore di codici e di pergamene)
del tempo.
Egli nell'XI canto del Purgatorio spiega a Dante
come la gloria terrena sia cosa vana, e come sia
destinata ad essere dimenticata.
Se era vero che lui, il grande Oderisi, in vita era stato
apprezzato da tutti, ora che era morto già tutti lo
avevano dimenticato ed erano pronti ad esaltare i
nuovi maestri del tempo.
Oderisi ricorda al poeta come la superbia generata
dalla fama, oltre che inutile, sia dannosa e allontani
gli uomini dall'amore di Dio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoStazioI personaggi del Purgatorio
I personaggi
Stazio la gente ancor di là mi noma:
cantai di Tebe, e poi del grande Achille;
ma caddi in via con la seconda soma.
Purgatorio canto XXI, vv. 91 - 93
Stazio, poeta latino vissuto nel I secolo d.C.,
incontra Dante e Virgilio nella cornice dove espiano
la loro colpa avari e prodighi.
Infatti egli confessa di essere stato dissipatore di
ricchezze.
In realtà, quando avviene l'incontro, Stazio ha
concluso il lungo periodo di espiazione e si accinge
ad essere ammesso in Paradiso tra le anime beate.
Per questo motivo si unisce ai due poeti e prosegue
con loro l'ascesa verso il Paradiso terrestre.
Stazio racconta la sua storia: convertitosi al
cristianesimo tardivamente, ha dovuto scontare
oltre milleduecento anni in Purgatorio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
LuciferoForeseI personaggi del Purgatorio
I personaggi
Tutta esta gente che piangendo canta
per seguitar la gola oltra misura,
in fame e 'n sete qui si rifà santa.
Purgatorio canto XXIII, vv. 63 - 66
Nella cornice dove espiano i loro peccati coloro che in
vita furono golosi, Dante incontra l'amico fiorentino
Forese Donati. In vita i due furono protagonisti di una
gara poetica dove i due poeti si rispondevano in versi; in
quell'occasione Forese era stato accusato da Dante di
golosità. Da questo riferimento autobiografico quindi
Dante prende spunto per collocare l'amico nella cornice
dei golosi. Forese, nel canto ventitreesimo del
Purgatorio, spiega a Dante la pena a cui sono sottoposti
i peccatori della gola: essi sono condannati al digiuno e
al desiderio di cibo, e sono ridotti ad una impressionante
magrezza. Forese si era pentito in fin di vita, ma la sua
permanenza nell'Antipurgatorio era stata ridotta al
minimo per le preghiere della moglie Nella, ritenuta da
lui unica donna virtuosa in Firenze. L'esaltazione della
moglie è l'occasione per Forese per parlare delle donne
fiorentine, da lui ritenute corrotte e senza virtù.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
MateldaI personaggi del Purgatorio
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace,
fé l'uom buono e a bene, e questo loco
diede per arr' a lui d'etterna pace.
Purgatorio canto XXVIII, vv. 90 - 93
Dante incontra Matelda nel Paradiso terrestre.
Matelda viene presentata come una donna
gentile, simbolo di purezza e di semplicità.
Il suo compito è quello di immergere le anime nel
fiume Letè (per perdere il ricordo dei peccati
commessi) e di condurle a bere le acque
dell'Eunoè (per rafforzare la memoria del bene) ,
dopo che queste hanno espiato i loro peccati
nelle cornici del Purgatorio.
Gli antichi commentatori della Divina Commedia
hanno identificato nella figura di Matelda un
personaggio storico realmente esistito: la
marchesa di Toscana Matilde di Canossa, vissuta
nel XII secolo.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
I personaggi del Paradiso
Beatrice
e cominciò: «Tu stesso ti fai grosso
col falso imaginar, sì che non vedi
ciò che vedresti se l'avessi scosso.
Tu non se' in terra, sì come tu credi;
ma folgore, fuggendo il proprio sito,
non corse come tu ch'ad esso riedi».
Paradiso canto I, vv. 88 - 93
Beatrice Portinari era una giovane donna fiorentina
che Dante conobbe negli anni della sua giovinezza.
Probabilmente il poeta fu innamorato di Beatrice, e
la figura di questa donna, morta molto giovane, fu
fonte di ispirazione della poesia di Dante.
Dante fa diventare Beatrice simbolo della "donna
angelicata", ovvero della donna intesa come angelo
che mette in comunicazione l'uomo con Dio.
Beatrice nella "Divina Commedia" è l'ispiratrice di
tutto il viaggio di Dante nell'aldilà.
È lei che invia Virgilio sulla terra in soccorso a Dante
che si è smarrito nella selva ed è lei che accompagna
il poeta tra i cieli del Paradiso e lo affida a San
Bernardo nell'ultima parte del viaggio quando Dante
raggiungerà il luogo dove contemplerà l'immagine
di Dio.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
I personaggi del Paradiso
Piccarda
I' fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben sé riguarda,
non mi ti celerà l'esser più bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera più tarda.
Paradiso canto III, vv. 46 - 51
Piccarda è la protagonista del terzo canto del
Paradiso.
Piccarda Donati apparteneva ad una famiglia
ben conosciuta da Dante, in quanto imparentata
con sua moglie Gemma Donati. Prese i voti
monacali ma fu costretta dal fratello Corso,
uomo politico fiorentino, a scioglierli per
contrarre un matrimonio vantaggioso.
Fu per questo rapita nel convento di Santa
Chiara e costretta quindi con la violenza a subire
una vita matrimoniale da lei non scelta.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
I personaggi del Paradiso
Giustiniano
Cesare fui e son Iustinïano,
che, per voler del primo amor ch'i' sento,
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano.
Paradiso canto VI, vv. 10 - 12
Nel cielo degli spiriti attivi Dante incontra l'anima
dell'imperatore Giustiniano.
Giustiniano fu l'imperatore d'Oriente nel VI sec. d.
C.; tentò di riunificare l'Impero romano e
riconquistare i territori occidentali sotto il dominio
delle popolazioni barbariche. Giustiniano fu autore
del Corpus iuris civilis, ovvero della raccolta delle
leggi romane, fondamento del diritto di tutto il
mondo.
Nel sesto canto del Paradiso lo spirito
dell'imperatore narra le vicende dell'aquila,
simbolo dell'Impero, dai re di Roma fino ai giorni di
Dante. In questo canto Dante, con le parole di
Giustiniano, riafferma le sue idee politiche e la
speranza che l'aquila imperiale possa riprendere il
potere che le compete anche nei territori italiani.
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
I personaggi del Paradiso CacciaguidaCacciaguida, personaggio incontrato nel cielo di Marte,
era un antenato di Dante. Nell'affettuoso incontro con il
suo discendente, Cacciaguida parla della Firenze del
tempo in cui egli era vissuto e loda l'onestà dei suoi
cittadini e la virtù delle sue donne. Quindi racconta a
Dante la sua esperienza di soldato alle Crociate dove
combattè contro gli infedeli e trovò la morte. Egli è
dunque un martire della fede ed è questo il motivo per il
quale è beato tra gli spiriti combattenti. Alla fine del suo
discorso Cacciaguida predice l'esilio di Dante e
raccomanda al poeta, quando ritornerà sulla terra, di
riferire tutto quanto conosciuto nel regno dei morti e di
non avere paura di dire tutta la verità. Ancora una volta
le parole di un'anima danno a Dante la possibilità di
esprimere il suo giudizio sul grado di corruzione a cui
era giunta la città di Firenze che, appena un secolo
prima, era esempio di concordia e di onestà.
Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l'arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
Paradiso canto XVII, vv. 55 – 60
Lucifero era il più bello degli angeli ma osò
ribellarsi a Dio e, sconfitto, precipitò al centro
della terra.
Simbolo del male è nel punto più profondo
dell'Inferno.
E' raffigurato da Dante come un gigantesco
mostro con tre facce e sei ali.
Dante e Virgilio sono costretti a passare sul suo
corpo, interamente conficcato nel ghiaccio, per
raggiungere il sentiero che li condurrà sull'isola
dove sorge il Purgatorio.
Lucifero
I personaggi
I personaggi del Paradiso
Tommaso d’Aquino
Io fui de li agni de la santa greggia
che Domenico mena per cammino
Paradiso canto X, vv. 94 - 95
Tommaso d'Aquino fu un grande filosofo cristiano
vissuto nel XIII secolo e ancora oggi la sua è la
filosofia ufficiale della Chiesa.
Dante lo incontra nel quarto cielo, tra gli spiriti
sapienti.
Tommaso apparteneva all'ordine domenicano, ma
nel canto XI tesse l'elogio di Francesco d'Assisi,
fondatore di un altro ordine religioso.
In questo elogio è esaltata specialmente la povertà
di Francesco, e anche in questo caso Dante utilizza
le parole di un personaggio per esprimere il suo
pensiero polemico nei confronti della Chiesa, tanto
occupata in questioni di potere temporale e tanto
lontana dall'insegnamento del frate di Assisi.