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Il tempo di Avvento Tempo del desiderio, dell'attesa La storia Nel tempo in cui incomincia a determinarsi l’esigenza di un periodo di preparazione alle feste della manifestazione del Signore, la Chiesa aveva già fissato le modalità di preparazione alle feste pasquali. Nel IV secolo il tempo pasquale e quaresimale avevano già assunto una configurazione vicinissima a quella attuale. L’origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale. Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo. Senz’altro non desta meraviglia il fatto che l’Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nel 380 il concilio di Saragozza impose la partecipazione continua dei fedeli agli incontri comunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio. In seguito verranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie. In questo periodo, come in quaresima, alcuni giorni vengono caratterizzati dal digiuno. Tale arco di tempo fu chiamato "quaresima di San Martino", poiché il digiuno iniziava l’11 novembre. Di ciò è testimone s. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo

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Il tempo di AvventoTempo del desiderio, dell'attesa

La storiaNel tempo in cui incomincia a determinarsi l’esigenza di unperiodo di preparazione alle feste della manifestazione del Signore,la Chiesa aveva già fissato le modalità di preparazione alle festepasquali. Nel IV secolo il tempo pasquale e quaresimale avevanogià assunto una configurazione vicinissima a quella attuale.L’origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti vieneindividuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione delNatale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secoloche si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazionealla festa del Natale. Per quanto la prima festa di Natale sia statacelebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo apartire dal VI secolo. Senz’altro non desta meraviglia il fatto chel’Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima,infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepitacome la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cuisi fa memoria della sua nascita. Nel 380 il concilio di Saragozzaimpose la partecipazione continua dei fedeli agli incontricomunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio. In seguitoverranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioninatalizie. In questo periodo, come in quaresima, alcuni giornivengono caratterizzati dal digiuno. Tale arco di tempo fu chiamato"quaresima di San Martino", poiché il digiuno iniziava l’11novembre. Di ciò è testimone s. Gregorio di Tours, intorno al VIsecolo

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tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidatoall'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.

L’attuale celebrazioneIl Tempo di Avvento comincia dai primi Vespri della domenica chequest’anno capita il 30 novembre o è la più vicina a questa data, etermina prima dei primi Vespri di Natale. È caratterizzato da unduplice itinerario - domenicale e feriale - scandito dallaproclamazione della parola di Dio.1. Le domenicheLe letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una lorocaratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore allafine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (Il e III domenica);agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Leletture dell'Antico Testamento sono profezie sul Messia e sultempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letturedell'Apostolo contengono esortazioni e annunzi, in armonia con lecaratteristiche di questo tempo.2. Le ferieSi ha una duplice serie di letture: una dall'inizio dell'Avvento finoal 16 dicembre, l'altra dal 17 al 24. Nella prima parte dell'Avventosi legge il libro di Isaia, secondo l'ordine del libro stesso, nonesclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono anche in domenica.La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata fatta in riferimentoalla prima lettura. Dal giovedì della seconda settimanacominciano le letture del Vangelo su Giovanni Battista; la primalettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un altro testo,scelto in riferimento al Vangelo. Nell'ultima settimana prima delNatale, si leggono brani del Vangelo di Matteo (cap. 1) e di Luca(cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che precedetteroimmediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono

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seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi" (Norme per l’annoliturgico e il calendario, 39: Messale p. LVI). Nella liturgia delleprime tre domeniche e nelle ferie sino al 16 dicembre si puònotare l’insistenza sul tema della seconda venuta di Gesù alla finedei tempi, mentre nei giorni compresi tra il 17 e il 24 tutta laliturgia è ormai tesa verso la celebrazione della nascita del Figliodi Dio. La novena di Natale cade pienamente nel secondo periododell’Avvento.Le novene sono celebrazioni popolari che nell’arco dei secolihanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nelgrande elenco dei "pii esercizi". "I pii esercizi - afferma J.Castellano - si sono sviluppati nella pietà occidentale delmedioevo e dell’epoca moderna per coltivare il senso della fede edella devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in unmomento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti dellabibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgentirimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano".La novena di Natale, pur non essendo "preghiera ufficiale" dellaChiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita dellenostre comunità cristiane. Proprio perché non è una preghieraufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma unindiscusso "primato" spetta alla novena tradizionale, nellanotissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusaanche nella versione italiana curata dai monaci benedettini diSubiaco.La domanda che ogni operatore pastorale dovrebbe porsi di annoin anno è: "come posso valorizzare la novena di Natale per ilcammino di fede della mia comunità?".Può infatti capitare che tale novena continui a conservare intattala caratteristica di "popolarità" venendo però a mancare ladimensione ecclesiale, celebrativa e spirituale. Tali dimensionivanno recuperate e valorizzate per non far scadere la novena in

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ha lo scopo di preparare il cuore del cristiano a vivere degnamentela celebrazione del Natale.2. Recupero della dimensione celebrativaLa novena di Natale è molto vicina alla celebrazione dei vespri. Vapertanto realizzata attraverso una saggia utilizzazione dei simbolidella preghiera serale: la luce e l’incenso. È bene che vi sia unaproclamazione della parola e una breve riflessione. L’intervento incanto dell’assemblea va preparato e guidato. È utile ricordare chel’esposizione del SS. Sacramento col solo scopo di impartire labenedizione eucaristica - usanza frequente nelle novene di Natale- è vietata (Rito del culto eucaristico n. 97).3. Recupero della dimensione spiritualeLa novena di natale è una "antologia biblica" ricca di nutrimentoper lo spirito. È quindi l’occasione per proporre non unaspiritualità devozionale ma ispirata profondamente dalla Parola diDio. Non è l’occasione per fare "bel canto" ma per lasciarsicoinvolgere esistenzialmente dalla Parola di Dio cantata.

Il colore liturgico di questo tempo è il viola.

Tempo di NataleLa gioia si è fatta uomo in Gesù, il Signore

Buon Gesù,ci siamo messi in cammino.adesso ti troviamo in una stalla, in una mangiatoia,perché da nessuna parte c'era posto per te.e tocca a noi prepararti un posto:in noi stessi, nella nostra vita.

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e ritrovare di nuovo l'orientamento.Buon Gesù,dalla tua nascita nella stalladio ha preso forma in noi.Noi possiamo incontrarti,allora potrai prendere forma in noi.E altri potranno leggere su di noi un poco meglio,quale è stato il regalo che tu hai fatto a noi uomini.

La festa del Natale ci riporta ai tempi dell'infanzia. Ha la forza diridestare in tutti gli adulti ricordi di un mondo lontano. Un mondofatto di tante piccole cose delle quali si può esser perso il senso. IlNatale, sempre, in tutti, allontana per un momento il buio, ledifficoltà per far balenare un tempo di pace, di gioia.Il messaggio del Natale è semplice, intelligibile anche alle personesemplici. Il mistero di un Dio che si fa uomo parla al cuore di ogniuomo, anche dell'uomo non credente. Lui pure è affascinato daquesta festa, con il rischio che venga scimmiottata e banalizzatain modo inverosimile.L'evento del Natale è affascinante: Dio si fa "prossimo" all'uomo,gli viene incontro per offrirgli la sua riconciliazione. Non un vanodesiderio, ma una realtà: la riconciliazione fra Dio e l'uomo, fra ilcielo e la terra."Gloria", dunque, come cantano gli Angeli davanti ai pastori.Gloria a quel Dio che ama in modo personale ed intenso gliuomini. Gloria e pace: sono i doni supremi che il Natale cipromette, ci dona. Sta a noi accoglierli, lasciarci illuminare dallasua luce, mantenere vivo il rapporto con questo Dio che viene acondividere la nostra vita, i nostri drammi.Vivere il Natale è riscoprire le radici della nostra chiamata perriportarle ad un rapporto di amicizia e di alleanza con Dio. Vivereil Natale è operare perché "la gloria di Dio" sia celebrata come

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decorre dai primi vespri di Natale la sera del 24 dicembre a cuisegue la Messa della Vigilia, la "Messa del gallo" a mezzanotte… eprosegue poi fino alla domenica immediatamente seguente la festadell'Epifania, 6 gennaio, che è la domenica del Battesimo di Gesù.L'ottava di Natale celebra la vita della Chiesa e la sofferenza perl'accoglienza di Cristo (s. Stefano, s. Giovanni evangelista e i ss.martiri Innocenti), per concludere con la celebrazione molto anticadella solennità di Maria, Madre di Dio. Una celebrazione fuori deltempo natalizio in quanto tale ma ad esso strettamente legata è lafesta della Presentazione dal Signore al Tempio, il 2 febbraio,detta anche della Candelora. Festa che ricorre 40 giorni dopo lanascita di Gesù.

· Gli atteggiamenti caratteristici sono la gioia, la speranza, lacondivisione, l'amore vicendevole… Torna il Gloria e la chiesa èilluminata a giorno e riccamente addobbata di fiori.

· I temi celebrativi sono la luce, la pace, la famiglia, l'universalitàdella chiamata alla fede… I prefazi delle tre messe di Natale(mezzanotte, aurora e giorno) evidenziano le dimensioni teologicheproprie di questa festa e di tutto il periodo natalizio: "Cristo Luce","Nell'Incarnazione Cristo reintegra l'universo" e "Il misteriososcambio che ci ha redenti".

Celebrazioni eucaristicheNatale del SignoreIn questo martoriato primo anno del nuovo millennio Cristo tornaa dire la sua parola, ad offrirci la sua presenza. "Gesù è la nostrapace" (Ef 2,14), solo in lui c'è sicurezza e futuro. Dobbiamorinnovare, in questo giorno, l'impegno per accoglierlo come unicoSalvatore di tutti gli uomini Solo così non perderemo la speranza

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Festa della Sacra Famiglia di Nazareth:Gesù è uomo a tutti gli effetti, ha una famiglia concreta,conosciuta e stimata. Solo così Gesù è uno di noi e come tale sicomporta. Con loro vive a Nazareth dove Giuseppe e Maria hannopreso dimora e lavoro pur essendo della tribù di Giuda e quindidiscendenti di Davide e di Betlemme… La sobrietà evangelica neldescrivere questa piccola famigliola ci aiuta a fissare meglio il suomodello di vita e di rapporti. La disponibilità a farsi carico diquesto Figlio loro affidato da Dio, li porta a nuovi sacrifici eaperture di cuore fino ad essere esuli come è esule l'uomo suquesta terra. Tutto è improntato a semplicità, servizio econdivisione nel rispetto, nell'attenzione e nell'aiuto vicendevoleimprontato a stima e ascolto. Un modello per noi, per le nostrefamiglie, per i nostri rapporti…

Maria Ss. Madre di Dio:Primo giorno dell'anno, giornata della pace (e quanto dobbiamoimplorarla!), conclusione dell'ottava di Natale con la celebrazionesolenne e allo stesso tempo antica della Madre. Lei è statapresente in tutti gli avvenimenti del Figlio ma finora è rimastanell'ombra. Ora la celebrazione fissa il suo obbiettivo su di lei, nefa emergere la grandezza, la invoca e a lei si affida perché i giorniche verranno siano sotto la sua protezione e la sua custodia… Lagrandezza di lei si manifesta non nell'essere stata fisicamente laMadre di Gesù, ma per la disponibilità all'ascolto e alla custodiadella Parola di Dio (cf LG 58). Tutto questo è stato così profondoche ha geminato in lei la Parola eterna, diventata carne. Ripartireo continuare a procedere ma sempre nel nome di Maria e con ilsuo aiuto per realizzare anche in noi quest'ascolto e generare cosìCristo in noi e nei fratelli. "Senza perdono non c'è pace", dice iltema della giornata mondiale della pace del 2002

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l'unica parola che i fratelli sentono, l'unica parola che leggono.Qui sta l'impegno missionario di ogni Chiesa o Comunità locale enostro: ricercare, trovare e comunicare…

Battesimo del Signore:Cristo dà inizio alla sua vita pubblica, si consegna agli uominiperché lo conoscano e lo accolgano. Giovanni si fa piccolo eppureè l'intermediario più qualificato tra Dio e noi, l'unico in grado diriconoscere il Cristo. Anche il Padre dà la sua testimonianza ed èveritiera! Gesù condivide in tutto la nostra condizione umana,chiede solo d'essere accolto, ascoltato e seguito con amore. Da quiparte anche il nostro cammino di fede con l'impegno a vivere ilbattesimo in risposta d'amore. Il risultato sarà la santità.

Quando è nato il NataleIl 25 dicembreNon è storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il25 dicembre.Anche nei vangeli di Matteo e di Luca, che forniscono unadescrizione di alcuni momenti legati alla Natività, non viene citatoné il giorno, né il mese, e neppure l'anno della venuta dei Figlio diDio, anche se sappiamo che Gesù nacque quando regnaval'imperatore Cesare Augusto.È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione della festa cristianadel Natale di Gesù il 25 dicembre. In merito a tale datazione, nelcorso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi.Alcuni studiosi ritengono che questa data venne scelta dallaChiesa in contrapposizione alla festa pagana del Sole invittovoluta dall'imperatore Aureliano, nel 275. Festa da celebrarsi, perl'appunto, il 25 dicembre, cioè quattro giorni dopo il solstiziod'inverno che cade il 21 dicembre. Dopo tale data la luce [il Sole]

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celebrazione della festa della Natività, ma un altro documentoromano la Depositio episcoporum (elenco liturgico contenuto nellostesso Cronografo) attesta che tale celebrazione era già presentenel 336 (sembra che inizialmente tale festa venisse celebratasoltanto nella Basilica di San Pietro).La scelta di questo giorno, comunque, fu sanzionata nel 354 daPapa Liberio

Tradizioni e curiositàIl presepioA Roma, nel 600 d.C., in una cappella all'interno della Basilica diSanta Maria Maggiore, esisteva già una riproduzione della grottadi Betlemme: «Sancta Maria ad Paesepem». E molti cristiani sirecavano a visitarla con la stessa devozione con la quale ipellegrini confluivano a Betlemme, in Giudea, alla grottaconsiderata luogo di nascita di Gesù e dove per desiderio disant'Elena (madre dell'imperatore Costantino) sorse, nel 326, laBasilica della Natività.Il racconto della Natività, inoltre, era già raffigurato, fin dal IVsecolo, sulle tombe paleocristiane e, successivamente, sarà ilsoggetto di numerosi dipinti che adorneranno gli interni dellechiese. Ma fu san Francesco d'Assisi che, nel 1223 a Greccio, inUmbria, per la prima volta arricchì la Messa di Natale con lapresenza di un presepio vivente.L'idea si diffonderà rapidamente finché si giungerà ai primipresepi familiari modellati con i materiali più diversi: legno, vetro,argilla, mollica di pane... sino ai più recenti realizzati con lematerie plastiche. L'opera ideata da san Francesco vennechiamata Presepio o Presepe, termine di derivazione latinaindicante la stalla, e anche la mangiatoia che si trova inquell'ambiente propriamente ogni recinto chiuso

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L'albero di NataleVerso il secolo XI, nell'Europa dei Nord, sì diffuse l'uso di allestirerappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) cheriproponevano episodi tratti dalla Bibbia.Nel periodo d'Avvento, una rappresentazione molto richiesta eralegata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiarel'albero «della conoscenza del bene e del male» del giardinodell'Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione,ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.Da quell'antica tradizione si giunse via via all'albero di Natale deigiorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certarisalente al 1512 in Alsazia. L'abete di Natale assunsegradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiarela figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre deipeccato: per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.

Cero di NataleLa luce del cero natalizio simboleggia Gesù, luce del mondo. Unaluce è nata nel mondo sono le parole della liturgia, e il cero con lasua fiamma richiama proprio questo significato.In Francia e in Gran Bretagna fa parte della tradizione accenderetre ceri fusi insieme alla base, come segno di adorazione allaTrinità.

Corona d'AvventoL'uso della Corona d'Avvento è da collegarsi ad un'anticaconsuetudine germanico-precristiana, derivata dai riti paganidella luce, che si celebravano del mese di Yule (dicembre).Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo diquesto periodo che precede il Natale.La Corona d'Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o

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Regali di NataleGli abitanti dell'antica Roma erano soliti scambiarsi, in occasionedi feste e a capodanno, dei regali chiamati strenne.Tale consuetudine si ricollegava ad una tradizione secondo laquale, il primo giorno dell'anno, al re veniva offerto in dono unramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna (dea sabina dellasalute?). Questo rito augurale si diffuse tra il popolo e, ben presto,i rametti di alloro, di ulivo e di fico vennero sostituiti da regalivari.Tale tradizione, presente ancora ai nostri giorni, si riveste inoccasione del Natale di nuovi significati richiamando, attraverso ilgesto del dono, l'amore di Dio che ha donato suo Figlioall'umanità intera.

Ceppo di NataleSoprattutto in passato, nella notte di Natale, si accendeva nelcaminetto un gran ceppo di abete per rendere confortevole (caldo)l'ambiente in segno di ospitalità, di accoglienza alla venuta delFiglio di Dio.Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre sifesteggiasse il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione delceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, unlegno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come eral'anno futuro. Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformatonelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade

La "rosa di Natale"L'Helleborus è una pianta che cresce spontaneamente nelle zonedi montagna (ma si acclimata con facilità anche in pianura e nellearee temperate) e i cui fiori sbocciano in pieno inverno Per tale

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bellezza in particolar modo al colore rosso vivo delle grandi battreefogliari disposte a forma di stella. Fiorisce da dicembre a marzo.

Un santo natalizio: san NicolaSan Nicola nacque verso il 270, forse a Patara, nella Licia (attualeTurchia). Rimasto orfano ancora giovinetto, venne accolto da unozio che risiedeva nella città di Mira (oggi Dembre). Ben prestoNicola si fece ammirare per la grande bontà e generosità cheanimavano il suo operato soprattutto verso i più poveri, ai qualidistribuì le ricchezze ricevute in eredità dai genitori.In seguito venne ordinato sacerdote dal vescovo di Mira e, allamorte di questi, ne divenne il successore. Anche in questo camposi distinse ben presto per lo zelo pastorale e l'amorevole cura conla quale seguì il suo «gregge», mentre la risonanza di grandimiracoli da lui compiuti si diffondeva ovunque accrescendo lafama di santo riconosciutagli dai suoi stessi contemporanei.L'indomito vescovo, alla sua morte avvenuta il 6 dicembre ma dicui non si conosce con esattezza l'anno (che si ritiene compresotra il 345 e il 352), venne sepolto nella cattedrale di Mira.Le reliquie rimasero a Mira fino al 1087 (la città intanto da diversianni si trovava sotto il dominio turco), allorché un gruppo dimarinai baresi le trafugarono e trasportarono a Bari dovegiunsero il 9 maggio 1087 e dove tuttora si trovano. Il fatto che inquesta città siano conservate le sue reliquie ha fatto sì che iltaumaturgo di Mira sia comunemente conosciuto anche come sanNicola di Bari, di cui venne proclamato patrono.In diversi paesi la profonda devozione verso questo santo ha datoorigine, inoltre, a tradizioni che si intrecciano con la grande festadella natività di Gesù.In Olanda, ad esempio, san Nicola che i bambini chiamanofamiliarmente Sinter Klaus, con l'abito rosso, la barba bianca e lamitra vescovile (cappello a punta) in testa era stato adottato dagli

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Santa Klaus (cioè san Nicola) di cui mantiene lo spirito e lacapacità di donare.

L’Epifania – La befanaNata nella regione orientale per commemorare il battesimo diGesù, fu presto introdotta in occidente dove assunse contenutireligiosi in parte diversi, come la celebrazione delle nozze di Canae il ricordo dell'offerta dei doni dei magi nella grotta di Betlemme;quest'ultimo aspetto ha poi finito per prevalere e,sovrapponendosi a precedenti tradizioni folcloriche, hadeterminato il nascere della figura della befana distributrice didoni.I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati da una stella,arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato aBetlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Successivamentevengono indicati come "re" e che il loro numero viene fissato a tre,con i nomi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. Questa festa da unsupplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo difesteggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, adisfare gli addobbi, e si prepara ad affrontare il Carnevale e il SanValentino.

Natale nel mondoIn Messico, i giorni che precedono il Natale sono caratterizzati dauna simpatica e popolare tradizione (risalente probabilmente allametà dei XVI secolo), las posadas, che ripropone l'episodiodell'arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria e della loro ricerca diun luogo dove alloggiare.«Dar posada» vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione

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Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nellastrada che domanda «posada» con un canto, risponde dall'internodell'abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta peraccogliere gli ospiti con Giuseppe e Maria.Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci ebevande. Si termina con il gioco della pinata, una pentola diterracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambinobendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignattesono piene di frutta, dolci e giocattoli.

In Polonia, la vigilia di Natale è chiamata Festa della Stella, e latradizione vuole che, sino a quando non compare in cielo la primastella, non si debba iniziare la cena.

In Finlandia, oltre al classico albero di Natale, viene preparatoall'esterno delle case un secondo alberello per... gli uccellini.Si tratta, infatti, di un covone di grano legato ad un paio eaddobbato con semi appetitosi.Anche in altri paesi c'è questo simpatico pensiero verso i piccolivolatili che riempiono con il loro cinguettìo le ore della giornata;ad esempio in Germania, soprattutto nel sud, la gente sparge deigrano sul tetto delle case affinché anche gli uccellini possano farfesta il giorno di Natale.In Svezia, invece, si mette un mazzo di spighe di grano suldavanzale della finestra.Nella città di Vienna, in Austria, i bambini (ma anche gli adulti)gettano briciole di pane agli uccelli durante l'ormai tradizionalepasseggiata nel parco.

In Francia, nella notte di Natale, Gesù Bambino passa nelle casea distribuire i regali che riporrà nelle scarpe dei bambini disposte,per l'occasione con tanta cura e trepidazione dai bambini stessi

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precisione e realismo anche nei minimi particolari, e poi, aseconda dei personaggio, si aggiungono i minuti attrezzi da lavoroo gli accessori che servono per identificare la statuina.Insieme a Gesù Bambino, Maria, Giuseppe e i re Magi trovanoposto altre statuette che rappresentano le persone più comunimentre svolgono la loro attività, proprio come si incontrano nellavita di tutti i giorni. La statuetta è chiamata Santoun che inlingua provenzale vuoi dire « piccolo santo». Ogni anno aMarsiglia, in occasione dei periodo natalizio, viene organizzata la:«fiera di santoun».

Le case in Germania sono rallegrate dalla presenza dell'albero diNatale, una delle tradizioni più vecchie, insieme alla coronad'avvento.Nelle camere dei bambini non manca, inoltre, il calendariod'avvento con le 24 finestrelle che scandiscono il tempo chemanca alla grande festa natalizia; ogni giorno, aprendo unafinestrella, il bambino promette di compiere una buona azione.Al termine dei calendario (sarà quindi il giorno di Natale) apparel'immagine del presepe.

In inghilterra, fu sant'Agostino da Canterbury (t 604) aintrodurre la tradizione natalizia allorché, con i suoi monaci, fuinviato da papa Gregorio Magno a svolgervi la propria missioneapostolica, verso la fine dei Vi secolo.In ogni casa l'albero di Natale occupa il posto d'onore. Persinol'austera città londinese si riempie delle festose luci di multicolorilampadine che addobbano un gigantesco albero allestito per lastrada. Mentre sarà Father Christmas (Babbo Natale), passandoper il camino con il sacco dei doni, a portare ai bambini inglesi iregali che riporrà nelle calze ordinatamente

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invalidi, emarginati sociali, ma anche stranieri bisognosi, come adesempio i profughi. Per la prima volta nel 1986 ha dato vita all'"Operazione Luce della Pace da Betlemme". Poco prima di Nataleun bambino, venuto appositamente dall' Austria superiore,accende una luce dalla lampada nella Grotta di Betlemme cheviene poi portata a Linz con un aereo della linea Austriaca. DaLinz con la collaborazione delle Ferrovie Austriache, la Luce vienedistribuita in tutto il territorio federale. Dal 1986 gli Scoutsviennesi hanno deciso di collaborare alla distribuzione dalla Lucedella Pace. Di anno in anno è cresciuta la partecipazione el'entusiasmo per la consegna della "Luce della Pace". Attraverso leferrovie dell'Europa quella luce e il suo messaggio di pace arrivain tutte le nazioni d'europa

La Luce della Pace in ItaliaLa Luce della Pace arriva in Italia già nel 1986, ad opera degliScout sud-tirolese di madre lingua tedesca. La diffusione dellafiammella rimane limitata al territorio dell'Alto Adige per diversianni, fino a quando un Gruppo AGESCI di Valenza Po si organizzaper andare a recuperala a Vienna. Nel 1996 c'è stata la primadistribuzione a livello nazionale della Luce della Pace, similare aquanto avviene in Austria, utilizzando il mezzo ferroviario con unastaffetta di stazione in stazione.

Stile della ManifestazioneLa luce della Pace va diffusa a più gente possibile: ricchi e poveri,colti e ignoranti, bianchi e neri, religiosi ed atei,….. La Pace èpatrimonio di tutti e la Luce deve andare a tutti. Si vorrebbe chela luce della Pace arrivasse in special modo nei luoghi disofferenza, ai gruppi di emarginati, a coloro che non vedonoSperanza e futuro nelle vita. L'occasione della distribuzione puòessere occasione di Buone Azioni: fare compagnia a chi è solo

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Pace significati diversi, ma deve dare identico valore. La Luce dellaPace non ha solo un significato religioso, ma traduce in sé moltivalori civili, etici, morali accettati anche da chi non pensa dicondividere una fede.

Fate che la Luce rimanga sempre accesa.Cercate di fare in modo che la LUCE resti accesa almeno fino all'Epifania, intervenendo direttamente o per mezzo di altre persone.Invitate a fare ciò anche a coloro cui la distribuite, senza obbligoalcuno. Il gesto di farla mantenere sempre accesa ci fa ricordareche la Pace deve essere sempre degna di attenzione e di vigilanza,affinché non si spenga nell' animo delle persone. Fintanto che laLuce sarà accesa nel nostro cuore, saremo portatori di Pace.

IL NATALE DEL GUASTAFESTE...di Fausto Marinetti

Siamo alla vigilia. Le vittime vivono di vigilia. La loro storia èferma nell'anticamera della vita. Un'eterna 'sala d'attesa'. Ed io misento così bene in loro compagnia. Come tra l'asino e il bue. Conloro vivo l'attesa: di dignità, pace, lavoro. E gioia, gioia di vivere. Epoi, anzi, prima, la cosa più banale per i popoli satolli: il pane! Unbel coraggio parlare di pane tra culti di regali, cenoni di fine anno,vacanze bianche e sogni d'oro! A noi, impoveriti, spetta vivere, disogno... solo di sogno possiamo alimentare i figli. La nostraeucarestia quotidiana. Sì, certo, si parla anche di poveri primo-mondiali, di nuove emarginazioni, di povertà emergenti... ma, se aloro manca il necessario, noi siamo privi dell'indispensabile. Ladifferenza non è di poco conto.Buon Natale! Ma tutti i "buon Natale" che ci siamo scambiati ache sono serviti? Che cosa impedisce al Natale di essere Natale

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di celebrarlo, vi impedisce forse di vedere noi, - l'Uomo - dicelebrare i sacramenti naturali - e più universali - della fame edella dignità?Sarebbe meglio augurarvi "Cattivo Natale", popoli sazi e annoiati!Che vi faccia male l'indigestione di capitali... che vi vada ditraverso il secolare bottino accumulato con il sacrificio di milionidi indios e di negri deportati! La vostra religione è migliore dellanostra non c'è dubbio. Migliore vuol dire più forte, più conniventecol potere economico che ci ha ridotti a pezzenti della storia.Per noi la vita non è che una vigilia. Siamo la vigilia di noi stessi.La placenta in cui la storia ci nutre e ci protegge. Senza attesanon saremmo più niente, non esisteremmo nemmeno. Cos'è unamamma se non l'attesa del nuovo, del futuro che diventa oggi?Allora noi, gli ultimi, siamo la mamma dell'umanità. Non siamoforse nati per alimentare la speranza nel domani?I pastori cercano ancora la grotta. Non siamo noi la spelonca diquel 'figlio dell'umanità' che vuol nascere 'Uomo' in troppi non-uomini?Siamo sinceri fino alla crudeltà: in fondo i figli dei poveri vi fannocomodo. Per commercializzare i loro organi, per il turismosessuale. Fino a ieri vi accontentavate delle nostre materie prime.Oggi avete bisogno degli occhi, del fegato, dei reni dei 'bambini distrada' per dare occhi, fegato, reni ai vostri bambini di lusso.Sottile, strana ironia: come vedrà il mondo un bambino ricco, cheguarda con gli occhi di un poveraccio? La nostra retina è piena difotogrammi in negativo: miseria, fogne, indegnità, criminalità,abiezione... Attenzione! non trapiantate i nostri cuori nel petto deigiovani occidentali: gli potrebbe scoppiare...Bambino che nasci: procedi a denti stretti sullo spigolo delduemila. Non lasciarti prendere dall'illusione di aver toccato ilfondo. Non esiste l' "Uomo" fino a quando ad un solo essereumano si impedisce di esercitare la sua umanità Il crederci

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Natale consumistico, banalizzato, orgia di doni inutili, di cenonidissacranti, di quotidiane pedofilie. I popoli ricchi non violentanocol potere economico i popoli-bambini?E siamo alla vigilia. Devo correre a comprare l'occorrente per ilPresepio 2001. Lo farò con l'arsenale-giochi di mio figlio. I barbutimujaheddin, i pastori; i soldati di Erode, chi con la mimetica, chicon il turbante nero; per il bambino infreddolito e senza pane,l'imbarazzo della scelta; Marie e Giuseppi in fuga, sette milioni. Ela cometa? Ci pensano le bombe intelligenti ad illuminare la nottedel mondo. Mi avanzano due statuine: dove mettere Bin Laden eG. W. Bush?

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Note per il servizio deichierichetti

AVVENTO si programmi un incontro del Gruppo Chierichetti nelle

settimane precedenti l’inizio dell’Avvento per informarli sulleparticolarità delle celebrazioni (segni e significati). Per fornireun piccolo strumento di preghiera personale (potrebbe essere ilfascicolo della diocesi oppure ci sono altri piccoli libri).

si può programmare (se non c’è gà in parrocchia!) un incontrodi preghiera per i soli chierichetti, all’inizio dell’Avvento persottolineare l’importanza di prepararsi anche con la preghiera.

proporre una raccolta di offerte (con opportuna cassetta) o didoni in vista del Convegno Chierichetti dove si è invitati ad unainziativa di solidarietà.

è un periodo in cui si potrebbe intensificare la preparazione“tecnica” per i nuovi chierichetti che hanno iniziato il loroservizio in settembre-ottobre.

nelle celebrazioni eucaristiche di questo periodo, mettersi alservizio dei segni e dei gesti che in parrocchia si intendonomettere in risalto: non di rado si chiede ai chierichetti diportare, si seguire, di aiutare… Non per forza, comunque, cideve essere qualcosa di specifico per i chierichetti! Concordarecon il parroco, per tempo, un eventuale coinvolgimento deichierichetti nelle liturgie.

Potrebbe essere indetta una gara di presepi tra i chierichetti(sempre che non ci sia già una inziativa in atto in parrocchia!)con la visita dell’animatore (un’occasione per conoscere edentrare in contatto con le famiglie!).

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Il carattere di “solennità” delle varie Messe, richiede l’usodell’incenso nei momenti canonici (inizio, vangelo, offertorio,consacrazione). Si concordi col parroco l’uso di questo segno: làdove l’uso dell’incenso nella liturgia è molto raro, si ricordi cheoggi soprattutto è un profumo che spesso irrita e, quindi,disturba gli stessi chierichetti. Perciò, o si abituano anche ichierichetti ad usarlo o è meglio non insistere molto! Un giustoequilibrio evita formalismi esteriori per puntare sul valore delsegno. L’Avvento potrebbe essere un tempo di formazione ariguardo per il gruppo chierichetti.

Informarsi se la messa «nella notte» di Natale è preceduta dallasolenne «veglia» e invitare i chierichetti a parteciparvi e non astarsene in sacrestia a chiacchierare.

Sottolineare presso i chierichetti l’importanza della messa«nella notte» di Natale invitandoli ad essere tutti presenti (nonsarà possibile a tutti il «fare» qualcosa ma è un momento diunità con la parrocchia). Questa partecipazione non li scusidalla partecipazione anche ad una delle S.Messe del giorno. Perfar questo è bene far arrivare alle famiglie una comunicazionescritta chidendo l’espressa adesione ad una delle celebrazioni.Nessuna delle Messe, per quanto possibili, rimanga senza ilservizio dei chierichetti. Ogni eucarestia del giorno di Natale è“solenne”: perciò l’uso dell’incenso, anche se ridotto soloall’ingresso e al Vangelo, ci sia sempre. Chi partecipaall’eucarestia, fosse anche quella della sera, deve respirarequalcosa di diverso!

Se si pensa, come parrocchia, di fare un segno-regalo aichierichetti: sia qualcosa di significativo e non tanto ungiocattolo o la classica calza a Befana. Di dolci e leccorni inquesto periodo sono tutti sazi. Meglio puntare a qualcosa disemplice che rimanga: un biglietto di auguri fatto e scrittodall’animatore o un librettino un crocefisso altro

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Nell’Epifania del Signore, troppo spesso ridotta a Festa dellaBefana, si ricordi il carattere di “solennità” e quindi si curi ilservizio a riguardo.

Per tutto questo, sarà bene predisporre una programmazionedelle presenze dei chierichetti nelle varie liturgie.