il rito – celebrazione nella comunità · 2017. 3. 30. · il rito – a santa monica...

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DOMENICA, 3 GIUGNO 2012 17 SPECIALE ASSEMBLEA IL RITO – A SANTA MONICA UN’ESPERIENZA DI BATTESIMO «A TAPPE» Celebrazione nella comunità I segni del sacramento durante le Messe domenicali, in tre settimane razione alla Prima Comunione, alla Cresima, poi preparazione ad altri eventuali sacramenti, come il matrimonio – ad una catechesi per la vita di fede, in relazione a Cristo da annun- ciare e accogliere nell’intera famiglia, con la catechesi 0-6 anni o pastorale battesimale, la catechesi 7-14 anni e la cateche- si con gli adolescenti, i giovani e gli adulti. Le tappe della cate- chesi vanno ben raccordate tra loro a formare un ponte a tre arcate, che si sostiene e svolge la sua funzione o servizio solo nel momento in cui gli archi sono progettati e realizzati insieme, solidi e uniti. Emanuele CIANCIO Antonio FARETRA Andrea FUSO Luca ICARDI, Elena LEPORE Stefania LUPO Elisabetta NEGRO Raffaella PRIASCO Gli animatori laici Dodici anni fa, nella parrocchia di Santa Monica in Torino, ci siamo domandati che senso avesse un battesimo «mordi e fuggi», senza importanza, a volte senza un’anima. Ci siamo detti che oltre ad una maggiore attenzione rivolta alla fase di ac- coglienza dei genitori, quando si fossero presentati in parrocchia a chiedere il Battesimo; oltre agli incontri di preparazione, era ne- cessario pensare ad una celebra- zione che toccasse davvero la vita delle persone. Così siamo partiti riflettendo sull’importanza di coinvolgere la comunità in queste celebrazioni. Celebrare il Battesimo senza la presenza della comunità sem- brava svuotare le prime parole pronunciate dal celebrante: «La comunità vi accoglie». Come rendere concreta, visibile, tangi- bile questa presenza? Così si è scelto di strutturare la celebra- zione dei battesimi intorno alla Messa domenicale o vespertina della vigilia, distribuendo in varie tappe i diversi momenti del rito. Ogni mese si sceglie un orario diverso, tra la Messa del sabato sera e le Messe della domenica per coinvolgere alter- nativamente l’intera comunità. Nei due sabati o domeniche pre- cedenti il giorno del battesimo, vengono celebrati i riti dell’ac- coglienza (nome, domanda del battesimo, segno di croce, nei riti di inizio della prima messa), e l’unzione con l’olio dei catecu- meni (nell’atto penitenziale della seconda). Finalmente, la terza domenica (o il terzo sabato) del cammino, con il cero pasquale acceso, si svolge il rito sacramen- tale (battesimo e unzione), dopo l’omelia. Dopo la comunione, colui che presiede invita il padre o il padrino ad accendere una candela al cero pasquale. Duran- te la preghiera dei fedeli è previ- sta una preghiera per i bambini battezzati: si chiede sempre ai genitori di scriverla o leggerla. La scelta di distribuire in più tappe i riti battesimali è dovuta alla costatazione che spesso il Battesimo «travolge» le famiglie, le quali, prese dalla preparazione della festa, perdono di vista il centro, il senso del Sacramento. Così tutto scorre addosso senza lasciarsi toccare spiritualmente, impermeabili a questo dono che Dio fa al loro figlio. Le tre Messe diventano così un’occasione di bilancio per genitori e padrini di quello che è il proprio cammino personale e di coppia, un tem- po di riflessione dei motivi che eventualmente hanno portato un tempo a lasciare la Chiesa e oggi, invece, a ricercare un rap- porto con il Signore. Quante persone ci hanno comunicato di aver «gustato», di aver ritrovato, di aver sentito la nostalgia, op- pure di sentirsi immaturi e biso- gnosi di crescere… Anche da parte della comunità, l’ospitalità dei battesimi è un modo per «rispolverare» la pro- pria responsabilità di annuncio, esempio e testimonianza, non- ché di sostegno nel cammino di fede di questi bambini e del- le loro famiglie. L’animazione del coro, presente per la Messa domenicale, insieme al calore che circonda immediatamente questi bambini, dona inoltre alla celebrazione un bel clima di festa. Non da ultimo, si favorisce quella dimensione informale di incontro tra i membri della comunità e le famiglie dei bat- tezzati, così che incontrandosi nei negozi, ai giardini e poi all’a- silo, ci si possa riconoscere. Tre domeniche consecutive sono una bella occasione per iniziare a stringere legami che potranno crescere ed essere poi fondamen- tali man mano che i problemi, le gioie, le fatiche dell’educazione e della fede, si faranno più gravosi. Anche in questo caso, «insieme» è più facile… Certo non sono tutte rose e fio- ri! Accanto alla maggior parte di coloro che finiscono il percorso con un po’ di movimento nel cuore, altri esprimono tutta la loro riluttanza. Ed è stata una sorpresa scoprire che tra questi ci sono alcuni genitori che sono cresciuti, senza problemi, all’om- bra di un campanile… È poi mol- to faticoso avere a che fare con chi non solo non vuole capire, ma non è interessato. In questo caso, come nel caso di problemi concreti che sono all’ordine del giorno nelle giovani famiglie, si cerca di essere flessibili, semplifi- cando la proposta. La cura della preparazione e dell’animazione della celebrazio- ne è «a carico» del parroco, del diacono, dell’équipe di anima- zione liturgica della celebrazione domenicale e dei laici impegna- ti nella pastorale battesimale. Dopo tanti anni si preparano le cose necessarie: se manca qual- cosa, ci si parla con gesti discreti e occhiate. Certamente è lonta- no il tempo nel quale il parroco doveva fare tutto da solo! Anna BOANO Nella prima settimana l’accoglienza, nella seconda l’unzione, poi il sacramento La Voce del Popolo è nelle edicole di Torino città Puoi acquistarla dal venerdì mattina Prelum srl, corso Matteotti 11, Torino Tel. 011.545768 Abbonamento: euro 45 annuale, euro 23.50 semestrale

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  • domenica, 3 giugno 2012 17s p e c i a l e a s s e m b l e a

    il rito – a santa monica un’esperienza di battesimo «a tappe»

    Celebrazionenella comunitàI segni del sacramento durante le Messe domenicali, in tre settimane

    razione alla Prima Comunione, alla Cresima, poi preparazione ad altri eventuali sacramenti, come il matrimonio – ad una catechesi per la vita di fede, in relazione a Cristo da annun-ciare e accogliere nell’intera famiglia, con la catechesi 0-6 anni o pastorale battesimale, la catechesi 7-14 anni e la cateche-si con gli adolescenti, i giovani e gli adulti. Le tappe della cate-chesi vanno ben raccordate tra loro a formare un ponte a tre arcate, che si sostiene e svolge la sua funzione o servizio solo nel momento in cui gli archi sono progettati e realizzati insieme, solidi e uniti.

    Emanuele CIANCIOAntonio FARETRA

    Andrea FUSO Luca ICARDI, Elena LEPORE

    Stefania LUPOElisabetta NEGRO

    Raffaella PRIASCOgli animatori laici

    Dodici anni fa, nella parrocchia di Santa Monica in Torino, ci siamo domandati che senso avesse un battesimo «mordi e fuggi», senza importanza, a volte senza un’anima. Ci siamo detti che oltre ad una maggiore attenzione rivolta alla fase di ac-coglienza dei genitori, quando si fossero presentati in parrocchia a chiedere il Battesimo; oltre agli incontri di preparazione, era ne-cessario pensare ad una celebra-zione che toccasse davvero la vita delle persone.Così siamo partiti riflettendo sull’importanza di coinvolgere la comunità in queste celebrazioni. Celebrare il Battesimo senza la presenza della comunità sem-brava svuotare le prime parole pronunciate dal celebrante: «La comunità vi accoglie». Come rendere concreta, visibile, tangi-bile questa presenza? Così si è scelto di strutturare la celebra-zione dei battesimi intorno alla Messa domenicale o vespertina della vigilia, distribuendo in varie tappe i diversi momenti del rito. Ogni mese si sceglie un orario diverso, tra la Messa del sabato sera e le Messe della domenica per coinvolgere alter-nativamente l’intera comunità. Nei due sabati o domeniche pre-cedenti il giorno del battesimo, vengono celebrati i riti dell’ac-coglienza (nome, domanda del battesimo, segno di croce, nei riti di inizio della prima messa), e l’unzione con l’olio dei catecu-meni (nell’atto penitenziale della seconda). Finalmente, la terza domenica (o il terzo sabato) del cammino, con il cero pasquale acceso, si svolge il rito sacramen-tale (battesimo e unzione), dopo l’omelia. Dopo la comunione, colui che presiede invita il padre o il padrino ad accendere una candela al cero pasquale. Duran-

    te la preghiera dei fedeli è previ-sta una preghiera per i bambini battezzati: si chiede sempre ai genitori di scriverla o leggerla.La scelta di distribuire in più tappe i riti battesimali è dovuta alla costatazione che spesso il Battesimo «travolge» le famiglie, le quali, prese dalla preparazione della festa, perdono di vista il centro, il senso del Sacramento. Così tutto scorre addosso senza lasciarsi toccare spiritualmente, impermeabili a questo dono che Dio fa al loro figlio. Le tre Messe diventano così un’occasione di bilancio per genitori e padrini di quello che è il proprio cammino

    personale e di coppia, un tem-po di riflessione dei motivi che eventualmente hanno portato un tempo a lasciare la Chiesa e oggi, invece, a ricercare un rap-porto con il Signore. Quante persone ci hanno comunicato di aver «gustato», di aver ritrovato, di aver sentito la nostalgia, op-pure di sentirsi immaturi e biso-gnosi di crescere…Anche da parte della comunità, l’ospitalità dei battesimi è un modo per «rispolverare» la pro-pria responsabilità di annuncio, esempio e testimonianza, non-ché di sostegno nel cammino di fede di questi bambini e del-le loro famiglie. L’animazione del coro, presente per la Messa

    domenicale, insieme al calore che circonda immediatamente questi bambini, dona inoltre alla celebrazione un bel clima di festa. Non da ultimo, si favorisce quella dimensione informale di incontro tra i membri della comunità e le famiglie dei bat-tezzati, così che incontrandosi nei negozi, ai giardini e poi all’a-silo, ci si possa riconoscere. Tre domeniche consecutive sono una bella occasione per iniziare a stringere legami che potranno crescere ed essere poi fondamen-tali man mano che i problemi, le gioie, le fatiche dell’educazione e della fede, si faranno più gravosi. Anche in questo caso, «insieme» è più facile…Certo non sono tutte rose e fio-ri! Accanto alla maggior parte di coloro che finiscono il percorso con un po’ di movimento nel cuore, altri esprimono tutta la loro riluttanza. Ed è stata una sorpresa scoprire che tra questi ci sono alcuni genitori che sono cresciuti, senza problemi, all’om-bra di un campanile… È poi mol-to faticoso avere a che fare con chi non solo non vuole capire, ma non è interessato. In questo caso, come nel caso di problemi concreti che sono all’ordine del giorno nelle giovani famiglie, si cerca di essere flessibili, semplifi-cando la proposta.La cura della preparazione e dell’animazione della celebrazio-ne è «a carico» del parroco, del diacono, dell’équipe di anima-zione liturgica della celebrazione domenicale e dei laici impegna-ti nella pastorale battesimale. Dopo tanti anni si preparano le cose necessarie: se manca qual-cosa, ci si parla con gesti discreti e occhiate. Certamente è lonta-no il tempo nel quale il parroco doveva fare tutto da solo!

    Anna BOANO

    nella prima settimana

    l’accoglienza,nella secondal’unzione, poi il sacramento

    La Voce del Popoloè nelle edicole di Torino città

    Puoi acquistarla dal venerdì mattina

    Prelum srl, corso Matteotti 11, TorinoTel. 011.545768Abbonamento:

    euro 45 annuale, euro 23.50 semestrale