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IL RISVEGLIO INIZIATICO NOVEMBRE 2018

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXX–N.11 Novembre2018

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IL RISVEGLIO INIZIATICO NOVEMBRE 2018 2

SOMMARIO

LACRISIDELL'UOMOMODERNOILS∴G∴H∴G∴ S∴G∴M∴ ...............................................3

APPROFONDIAMOILSIGNIFICATOESOTERICODELLALEGGEN-DADIHIRAMABIFF

Francesco...........................................................................................8PAROLEEAZIONI

Franco...............................................................................................13 MASSONERIA AZZURRA ED ALBERO DELLA VITA (parte 4)

Enzo..................................................................................................16

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini


LA CRISI DELL'UOMO MODERNO

oramai acquisito, quale datocerto e incontrovertibile, comela crisidiquestanostramoder-

naumanitàsiadovutaaunaforteca-renza di valori tradizionali. Natural-mente non parliamo in questa sededi quei valori legati alle leggi, alleconsuetudini, agli usi e ai costumidegli uomini e continuamente can-gianti in relazione al piano storico,climatico,genetico,sociale,familiare,politicoeallospecificoecontingentecontesto in cui vengono a manife-starsi,bensìaquelnucleoeternoedimmutabile di valori trascendenti ilpiano della materia, al di sopra deltempoedellospazio,provenientidi-rettamente dal piano dello Spirito echeraccolgonoinséstessi lequalitàelapossibilitàdiunritornoall'origi-ne, al puntometafisico, alla Gerusa-lemme Celeste. Questi Valori, nono-stante tutti i veli e le sovrastruttureaccumulatisinelcorsodella"caduta",sono sempre presenti nel cuoredell'Uomo, impressi attraverso il"soffio"dellacreazionesindall'origi-ne dei tempi a caratteri indelebili edestinati all'eternità sotto forma discintilla immateriale di "fuoco". Essisono la lealtà, l'onore, l'amoreversoilprossimointesoinsensolatocomeNaturasottoformadiognicosacrea-ta emanifestata per Volontà divina.E,ancora,ilsensodiresponsabilitàedi stima verso quelle gerarchie1 che 1 Spesso prima viene la famiglia, poi lascuola,quindi,pergliesserichetendonoadevolversispiritualmente,ilpassaggioadun

cipermettonodiapprenderelerego-lebasilaridiunacivile convivenzaechediverrannoinseguitoilprontua-riodell'esperienzainiziatica, svilup-pandosi attraverso una lenta operadirettificazioneepurificazionedellapropria personalità profana chepermetterà alla morale di distillarsiin Etica, perfezionandosi e subli-mandosiinultimonelleVirtù,summae traguardo dell'Uomo che desideraritrovareséstesso.Rinunciando al sacrificio e al duro efaticoso lavoro che si pone necessa-riamente come preliminare alla ri-conquista dei suddetti valori, cono-sciuto nel simbolismo della LiberaMuratorìa come il lavoro della tra-smutazione della Pietra Grezza inPietra Cubica a punta o anche, nelgergo ermetico-alchemico, della tra-

Maestrospiritualeall'internodiunOrdineIniziatico.

È

Figura1–VitanelXXI secolo (dettaglio)–SteveCutts


sformazione del Piombo in Oro,l'uomomoderno finisce per rivolge-re,alcontrario,tuttelesueattenzio-ni a quei cantori della Contro-Iniziazione che gli promettono im-mediati poteri. Si affermano e dila-ganocosì, sull'ondadell'irrazionalitàe delle basse pulsioni dell'ego infe-riore, "legioni" di pseudo valori conallatestaillorocapopiùpericolosoetemuto, quell'energia diabolica e di-struttiva definita esotericamente"Volontà di Potenza". Essa è il piùgrandemalee ilpiùgrandepericolocheaffliggeoggil'umanità,ponendo-si sempre in agguato anche quandotutto appare sotto il controllo e ildominio della ragione e dell'intelli-genza. Il saggio e l'Iniziato devonotemerla sino all'ultimo istante dellalorovitaperchépuòridestarsi"daldidentro" in qualsiasi momento, nefa-

sta,subdola,sottile,abilenelconfon-derelecarteintavolaeleregoledelgioco.Essa illude, inganna e alimenta neltempo l'egocentrismo con la super-bia, l'orgoglio dell'intelletto e la su-premazia assoluta della ragione,creandounaferitaeunadivaricazio-neinsanabilicolpianodellospiritoedandonelcontempovitaaunapseu-do cultura fatta di cumuli inutili didati, informazioni e teorie che fatal-mente, quasi sempre, subisconocambiamenti repentini nel brevevolgere di qualche tempo! Non vo-lendopiùpiegarsi in sé stesso,nellamutaedefficacepreghiera,nellacon-templazione e nellameditazione deldivino che è celato nella interioritàprofondadelproprioessereeneldu-ro lavorodirettificazioneepurifica-zionedellescorielegateaidifettidel-la propria personalità, l'uomo mo-derno non si affida più al SupremoArteficeDeiMondi,illudendosidipo-ternefareameno,impedendodifat-toalpotentissimoanticorpochiama-to Umiltà di ripararlo dai pericoliconnessialrisvegliodellaControIni-ziazione!Èciòchenonmutaadave-revalore,nonciòchemuta!I trattidicolorochesonostati infet-tatidaquestomorboantico,mapursempre attuale perché connaturatoaborigineallospiritodell'uomo,evi-denzianouna forteanimosità verba-le, un atteggiamento continuodi sfi-da a colpi di citazioni filosofiche eculturali, una particolare propensio-neneltentaredidominarepsicologi-camentee,ancorpeggioepiùgrave,psichicamenteipropriinterlocutori.

Figura 2 – Tratto daDisney, "Complete Story ofWaltDisney’sSnowWhiteandtheSevenDwarfs"(GrossetandDunlap:NewYork,1937)


Coloro che, comenoi, sentono ilDe-sideriodi varcare la sogliadelTem-piodellaVeritàsonospintiintaledi-rezione perché si sentono mutili diqualcosa,mancandoun"senso"dellavita capace di appagare, tranquilliz-zare,renderciconsapevolichesiamotutti figliecreaturediDio!Raggiun-gere la certezza della nostra imper-fezioneumana,deinostridifetti,del-le nostre impurità dalle quali vo-gliamo emendarci per progrediresulla strada del risveglio iniziaticoequivale a cum-prendere lamassimasocratica che ribadiva come l'acqui-sizione della consapevolezza del"saperedinonsapere"fosseilprimopassorealeversolaConoscenza.En-trareinunOrdineeinunRitocomeilnostrosignificaaccettareumilmen-tequestodatodi fatto,dalqualeco-minciare il lavoro di sgrossamentodella Pietra Grezza avvalendosi delMaglietto, dello Scalpello, dellaSquadra e del Silenzio, strumentisimbolici che dobbiamo ridestareanalogicamentenelle lorovalenzediVolontà, Intelligenza, Necessità eUmiltà.IMaestripassaticihannodettoeri-petuto in varie occasioni che il veroMaestro è nella nostra interiorità,nella nostra coscienza profonda, imaestriesteriori tracciano lavia, in-segnanounmetodomanonpossonorivelarci laveritàontologicasigillataaborigineinognunodinoi!Alla luce di queste considerazionivogliamoribadirechelapresunzioneporta l'uomo moderno a credere diesserel'arteficeelaguidadeipropriprocessi di mutazione e delle scelte

ad essi inerenti ma, a ben vedere,forseunamanoinvisibileedioriginedivina concorre nel determinarle edanzi, spesso, èmolto probabilmenteaddiritturadecisiva!Ciòvaleancheesoprattuttonell'Ini-ziazionedove,perragionidicaratte-resuperiore,ogniattoedognigestoassumonoun'importanzaparticolarechedeveesserebencompresaeme-ditataa fondo:emetteregiudizi fret-tolosiepocoponderati,colrischiodicrearefrattureinsanabilitrailpianovisibile e quello invisibile, significaricadere all'indietro senza avernecompreso i motivi! Anche una solaIniziazione abortita ed interrotta èquanto di peggio possa abbattersisull'umanità intera, poiché i suoi ef-fetti negativi si tradurranno in unaumento esponenziale della Volontàdi Potenza. La vera Libertà, quellachenoiintendiamo,nonèunconcet-to legato alla sfera mentale e mate-riale dell'esistenza ma ad un terzofattorechesiponealdisopraealdilàdeglioppostidualisticieantagoni-stici.SitrattadellaLibertàdaicondi-zionamenti, dai vincoli dei bisognimateriali ed anchedai legami che ciavvinghianoall'orgogliointellettuale:è la Libertà che passa attraversol'Obbedienza e l'Umiltà, il Silenzio e

Figura3–RefinemyHeart–JenniferStone


l'Amore,chenoncercanédesiderailcontraddittorio come nutrimentospirituale ma la Pace Profonda deiFratelliRosaCroce,l'Atanoralchemi-co, il Graal del Cavaliere, lo stato diGrazia del mistico in preghiera, perrealizzare finalmente in noi stessi eper noi stessi la sacra ierogamia colPrincipioPrimo,l'EnteSupremo,chenoiinvochiamoall'inizioealterminedei nostri lavori rituali. La nostra"diversità" (si badi bene non la no-stra superiorità) consiste nell'accet-tare"tuttiinomidiversi"attraversoiqualilegenerazionipassate,presentie future di uomini hanno cercato,cercanoecercherannodicogliernelaSua presenza nel piano visibile, affi-dandoci adun credo chenonpreva-ricanésiassumeilruolodiunicaviadirealizzazione.Nonaccettarequesta visione signifi-ca entrare in rotta di collisione colnostro Eggregore per cui presto otardisubentreràunacrisicheporte-ràamaturazione scelte che soloap-

parentemente dipenderanno da noi,come erroneamente vorremmo cre-dereepensare,masarannodovuteareazioni dall'alto che ci costringe-rannoadandarceneperché ilnostrocentroindividualenonèpiùallineatoarmonicamente col centro universa-le,ilmicrocosmoconilmacrocosmo.L'uomomodernofaticaenormemen-te a comprendere il compitoontolo-gico affidatogli di creatura posta inequilibriotrailSupremoArteficeDeiMondieleLeggidiNatura,trailpia-nodellaProvvidenzadivinaeleleggidel fatoedeldivenire.Nonèpiùar-bitro e giudice di sé stesso e dovràperciòattendere il tempoincuiper-derà il suo involucro materiale peresplorare e percorrere vie spiritualisempremenodenseegrossolane.

IlS∴G∴H∴G∴ S∴G∴M∴

a,

Figura 4 – Holy Grail – Alla Shliakhova Anna-MariavonBaden-Durlach


Figura5–BeforemeOsiris–TauPalamas


APPROFONDIAMO IL SIGNIFICATO ESOTERICO

DELLA LEGGENDA DI HIRAM ABIFF

a morte di Hiram Abiff rappre-senta un elemento importante e imprescindibile all'interno della

Tradizione e dei rituali massonici. L'avvenimento leggendario vuole rap-presentare un momento di frattura, ri-tenuto necessario all'interno di un pro-cesso formativo. Tale presupposto è un elemento comune a molte religioni che, fatte salve le diversità distintive, indi-viduano nella morte di un eroe o di un elemento divino un passaggio necessa-rio per la ricostruzione del cosmo o della società secondo nuovi parametri. Se si vuole capire il pensiero del mae-stro e far proprio il significato del suo operato, non ci si può esimere dall'ana-lizzare in maniera esoterica la storia del sacrificio legato alla sua morte. Tuttavia non ci dilungheremo nel rac-conto particolareggiato della leggenda tramandata, soltanto ne richiamiamo in modo sintetico i punti salienti. "Hiram Abiff è il grande architetto a cui era stata affidata dal re Salomone la costruzione del tempio. Quando i la-vori di edificazione erano ormai quasi terminati, tre compagni d'arte, appar-tenenti alla classe appositamente no-minata per dirigere i costruttori, es-sendo essi ancora lungi dall'aver ac-quisito i genuini segreti di maestro, nella leggenda rappresentati dalla "pa-rola segreta", ordirono una congiura per impossessarsene a qualsiasi costo, senza escluderne il ricorso alla violen-za. I cospiratori, di efferata natura e determinati a perseverare nei propri propositi sacrileghi, si acquattarono

rispettivamente alle entrate sud, ovest ed est del tempio, dove il maestro Hi-ram si era appartato, allo scoccare delle dodici ore com'era suo costume, per venerare l'altissimo. Quand'egli si apprestò a ritirarsi, si avviò verso la porta sud, dove fu avvi-cinato dal primo dei tre furfanti che, armato di un regolo a piombo, minac-ciò il Maestro, ordinandogli di rivela-re, pena la morte, i segreti autentici di maestro massone. Fedele al proprio dovere, il maestro rispose che soltanto tre persone al mondo erano a cono-scenza di tali misteri e che egli non avrebbe voluto e nemmeno potuto ac-consentire a divulgarli senza il bene-stare degli altri; egli dichiarò inoltre che a tempo debito, la pazienza e la

L

Figura6–HiramAbif–AriRoussimoff


perseveranza avrebbero conferito al costruttore valente il diritto ad acce-dervi. Per quanto lo riguardava, egli avrebbe preferito affrontare la morte piuttosto che deludere la sacra fiducia riposta in lui. Insoddisfatto da tale risposta, il malfat-tore passò alla violenza tentando di sferrare un colpo violento alla fronte del Maestro; tuttavia sbigottito dalla ferma risposta nella condotta di que-st'ultimo, sbagliò mira cogliendo solo di striscio la tempia destra, così da far barcollare e cadere a terra sul ginoc-chio sinistro l'onesto e fedele Hiram. Rimessosi in piedi, il Maestro si preci-pitò verso la porta di occidente, dove incontrò il secondo congiurato al qua-le, alla stessa richiesta, confermò la stessa risposta con invariata fermezza, cosicché costui, armato di livella, gli inferse un violento colpo alla tempia sinistra, e il povero Hiram cadde sul ginocchio destro. Avendo trovato due delle uscite blocca-te, debole e sanguinante, il Maestro si

diresse vacillando verso oriente, nel punto in cui il terzo ribaldo lo aspetta-va. Ricevuta dal maestro, che non ven-ne meno al proprio vincolo persino in tale drammatico frangente, un'analoga replica alla sua insolente richiesta, lo scellerato lo percosse violentemente con un pesante maglietto in pietra, proprio nel mezzo della fronte, la-sciandolo esanime ai suoi piedi. Ecco come venne ucciso il maestro." Se vogliamo esplicitare ciò che ci tra-smette la narrazione della vicenda della morte di un personaggio così importan-te per la massoneria e come possiamo individuarne la saggezza, dobbiamo esaminare le azioni del maestro e i si-gnificati esoterici e simbolici di cui è densamente impregnata la leggenda. La prima riflessione parte dal fatto che Hiram svolge un grande compito affi-datogli dal re Salomone: la costruzione del Tempio. L‘idea compete a Salomo-ne, l'attività del grande architetto è su-bordinata a quella ideativa del Re. Ergo

Figura7–Jubela,JubeloeJubelum–Anonimo


l'azione dell'uomo illuminato risulta necessariamente dipendente dal pensie-ro. Lo sforzo fatto dall'architetto nel cogliere l'essenza dell'ideazione, fa si che la sua mente si armonizzi al meglio con la mente dell'ideatore ottenendo un universo che risulterà perfetto ed equi-librato, buono e bello. Un'altra riflessione prende spunto dal fatto che nel racconto, il momento della venerazione del divino è il mezzodì. Anche oggi noi massoni iniziamo i no-stri lavori a mezzogiorno cioè con i ca-ratteri universali dell'ordine per cui il sole in quel momento si trova sempre al suo meridiano. Tutto appare quindi come la rievocazione di un rito masso-nico e nel modo in cui noi lo viviamo. Cogliamo inoltre alcuni riferimenti numerici importanti. I tre compagni che decidono di affrontare il maestro corrispondono ai tre segni dell'autunno (bilancia, scorpione e sagittario) che anticipano il solstizio invernale e che quindi, progressivamente, ci portano verso le tenebre. Il sacrificio del Maestro si compie con un senso orario conformemente al moto solare in direzione delle porte poste nelle zone illuminate dal sole.

Il comportamento dei tre assassini ri-prende i concetti di individualismo e di egoismo che hanno carattere simbolico dei vizi oppressori dell'anima umana: la corruzione, l'ambizione, l'ignoranza, la tentazione, vizi che Hiram rifiuta. Al tempo stesso il numero tre ricondu-ce all'unità, al se stesso che, in questo caso, rappresenta la "individualità" che deve morire nei confronti di un'eleva-zione del se stesso cosmico. E così l'«iniziando», nel ruolo di Hi-ram, finisce per rappresentare, per ana-logia inversa, la morte di se stesso, quando, dopo aver lottato contro la propria ignoranza, fanatismo e ambi-zione, la sua parte migliore arriverà a prevalere su quei «difetti» che, impe-dendogli di riconoscere la vera Identità che si incontra oltre il velo del suo ef-fimero «io», lo mantenevano prigionie-ro del «desiderio dell'esistenza indivi-duale». Un altro spunto di riflessione riguarda la similitudine, a prima vista blasfema, tra le posizioni dei tre assassini e quelle delle tre luci di loggia: come il primo assassino alla porta sud armato di filo a piombo, sta nella nostra loggia il Se-condo Mistagogo; come il secondo as-sassino alla porta ovest armato di livel-la, sta ora qui seduto il Primo Mistago-go; mentre l'ultimo colpo viene inferto da un uomo posto ad oriente e armato di maglietto, come la nostra principale Luce. Approfondendo il significato esoterico, pensiamo che le prove a cui l'iniziato viene sottoposto dalle tre luci di loggia nella stessa successione, possano qui essere rievocate come tentazioni che il maestro si trova ad affrontare e riesce a superare sino ad arrivare alla purezza.

Figura8–TempiodiSalomone–IsraelTruths


La massoneria insegna la redenzione individuale e la salvazione, come com-pito che è nelle possibilità e nelle re-sponsabilità di ogni singolo individuo massone. Hiram salva moralmente se stesso e può essere considerato un esempio; egli indica che ogni uomo è il salvatore e redentore di se stesso e sol-tanto salvando se stesso, egli arriverà alla liberazione. I tre assassini rappre-sentano il vizio, la corruzione, le tenta-zioni. Hiram traccia quindi la via per la rinascita, dopo ogni morte, che può ve-

rificarsi nella nostra esistenza fino a quella biologica. Dal maestro apprendiamo il significato di morte e di rinascita. Egli accetta il più estremo dei sacrifici; ha preferito la morte al tradimento della sacra fiducia riposta in lui. Per l'uomo giusto e retto la morte non deve essere più temibile. La vera saggezza che si intravede in Hiram è quella di non aver reagito alle provocazioni, alle tentazioni, aver quindi risposto correttamente durante le prove che la vita gli ha presentato. Non cede, non si distrae, non odia ma continua a consigliare, per il bene, i suoi carnefici; trova applicazione il passo dal vangelo di Luca "…fate del bene a coloro che vi odiano…". Hiram, in virtù della sua saggezza, por-ta a compimento la propria esistenza agendo consapevolmente, con il mas-simo della rettitudine morale. In qualsiasi modo si possa considerare la saggezza del maestro Hiram, una co-sa risulta certa: quella saggezza do-vrebbe essere da tutti noi ricercata, ri-conosciuta ed imitata.

Francesco

Figura9–UnquadrodiLoggiadel terzogrado(1876ca.)–FotografiadiJack1956


Figura 10 – Labore et Constantia –Marca tipografica dello stampatore Christopher Plantijn(1583)


PAROLE E AZIONI

nnegare nella conoscenza, cer-care di riscuotere qualcosa at-traverso l'atto conoscitivo ed

esclusivamente mentale non fa parte della concezione di crescita dell'uomo desideroso di risvegliare il seme della consapevolezza completa. Questa è al di là di ciò possiamo cono-scere o capire con la mente (che men-te), quello che serve veramente è utiliz-zare correttamente la parola come vet-tore di verità e trasparenza, consolidar-la profondamente come concetto di crescita e di sviluppo, ed infine agire secondo principi Puri e veritieri; mis-sione apparentemente impossibile. Mo-tivo per il quale un iniziato deve, con tutte le sue forze, lottare e far emergere le scorie larvitiche, scartando ciò che è oscuro nel suo essere. Ci sono periodi nella vita nei quali si studia, si legge, periodi nei quali si cerca di scavare a fondo nella conoscenza dell'universo, nella natura delle dottrine ermeti-co/esoteriche, occulte e magiche, ma a un certo punto tutto questo materiale letterale ci serve per capire veramente noi stessi? Nulla in contrario a riguar-do, ognuno è libero e deve esserlo poi-ché una buona cultura è fondamentale ed utile, ma che questa non sia prevari-cante rispetto al fondamentale corpus delle tre domande sul "Chi sono?", "Da dove vengo?", "Dove vado?". Bisogna cercare di accorciare le distan-ze, non perdersi solo ed esclusivamente nello studio, bisogna rimboccarsi le maniche e saper discernere tra noi stes-si e in noi stessi quello che serve da

quello che non serve, il lavoro è prati-co! Il lavoro è spiritualmente materiale, ogni singolo giorno, ogni eterno momento! Solo co-sì l'inizio del processo alchemico di spoliazione delle nostre scorie avrà un reale inizio ed una reale realizzazione, se saremo sinceri con noi stessi, saremo sinceri con i principi eterni. Come per tutti i libri letti anche le pa-role e le azioni bisogna consolidarle per importanza ed utilità, non tanto per il loro numero, ma per il loro valore. L'intera vita è piena d'inganni, ma se si riesce a percepire dentro di noi il valore del potenziale umano, si imparerà an-che a discernere la verità dalle cose su-perflue, che distorcono a livelli sottili e a livelli grossolani tutte le possibili ca-ratteristiche evolutive interiori, facendo

A

Figura11–Words&Action–GKustomKuhl


germogliare l'ingannevole opera di au-to-convincimento e limitando i processi evolutivi. Seneca diceva: "ciò che è un bene è senz'altro necessario ma ciò che è necessario non è necessariamente un bene". La differenza sostanziale è nell'uso che si fa delle cose/azioni e delle parole. L'uomo (anche l'iniziato rimasto virtuale non solo profano) ten-de ad abusare di ogni cosa, e ciò che dovrebbe essere inizialmente sporadi-co, col tempo e la debolezza, diventa quotidiano e irrinunciabile, invertendo così la sanità dei principi fondamentali sui quali ci si dovrebbe ancorare per progredire a 360°. La parola è vettore e contenitore di trasmissione e per questo va dosata, mai sprecata. Essa può tra smettere amore così come odio e con-fusione, solarità oppure ombrosità. Piuttosto che parlare e dire qualcosa di sbagliato è meglio stare in silenzio e

attendere che da questo silenzio nasca interiormente e spontaneamente una voce, la "voce del silenzio". Meglio un silenzio vero che una parola falsa. Que-sto silenzio interiore, se capito e carpito nella sua essenza, vale più di mille libri e più di mille parole inutili. Come per il nostro aspetto fisico dobbiamo lavorare costantemente in modo completo e per-fetto per perfezionarci a livello esterio-re, similmente o anche maggiormente, dobbiamo lavorare nella nostra interio-rità, per perfezionarci, senza barare né tanto meno creare situazioni incomple-te e false. L'Azione è il fine ultimo di un risultato di eventi precedentemente attivati in un lasso di tempo a volte breve a volte lungo, ciò che ne risulta è a tutti gli effetti il materializzare, ren-dere pratico, un qualcosa di preceden-temente costruito e strutturato; l'azione nel contesto ermetico è la consolida-zione, l'atto ultimo. Agire però è anche il non agire… Il paziente lavoro di os-servazione interiore senza alcun moto né tanto meno l'avere un obiettivo da raggiungere, questo è chiamato l'agire senza agire, la scelta di non scegliere, il distacco che pochi sanno capire. Atten-zione a non confondere questa azione non azione, con la rassegnazione o su-perficiale indifferenza. Il non agire risulta, a volte, l'azione più concreta dell'azione materiale diretta, poiché chi è inserito e connesso col principio che è uno sa che la provvi-denza è la naturale perfezione evolutiva di ogni cosa. Le Parole che trasmettono verità contengono, in modo latente, le future azioni veritiere, le parole conte-nenti falsità, invero e logicamente, sa-ranno succedute da azioni false e crea-trici di disarmonia.

Figura12–Lightningstrikes–CindyBeadman


Il processo è semplice. Cercare di pen-sare nel giusto porterà meditando a par-lare meno, ma meglio, e le azioni suc-cessive saranno in armonia con l'uno. Bisogna meditare, sudare sangue e si-curamente sacrificare una parte dalla nostra personalità. L'ego è sempre in agguato ma siamo sempre noi stessi, siamo noi l'ego, la separazione, ma noi non siamo un'entità separata dal tut-to. Se ci si trova in difficoltà ricordia-moci sempre che i maestri camminano vicino a noi, in noi, e aspettano solo le nostre domande per poterci aiutare, impariamo a cogliere i segni tangibili di realtà invisibili nelle piccole cose, così facendo, otterremo gradualmente l'umiltà e la dignità per poter procedere in modo corretto e giusto. L'ermetista, il ricercatore vero, deve saper parlare e agire secondo principi giusti e puri ma deve anche sapere

quando è necessario stare in silenzio e non agire! La provvidenza lavorerà quindi secondo giustizia, indipenden-temente o con il nostro piccolo ma utile contributo, l'importante è che questo sia giusto e conforme al vero. La tradizione insegna anche questo.

Franco

ô

Figura13–HidingTheTruth–MareenHaschke


MASSONERIA AZZURRA ED ALBERO DELLA VITA

–Riflessionisuiprimitregradi-ParteQuarta:ilMaestrod'Arte–

ffrontare il tema della Mae-stria non è certo impresasemplice, specialmentequalo-

rasipretendessedidarneunquadrocompletoedesaustivo.Per convincersene basti pensare aquantosiadifficilediscuteredelcon-cetto di centro senza una circonfe-renza "visibile" di riferimento: biso-gnerebbeconsideraretuttigliinfinitipunti appartenenti a tutte le infinitecirconferenze, approccio anch'esso,perovvieragioni,pocopraticabile.Cilimiteremo,dunque,aconsideraresolo alcuni aspetti della Maestria,quelliche,agiudiziodell'autore,pos-sonoconsiderarsisignificativi.Allet-tore viene invece lasciata l'indaginesulla costellazione degli altri poten-zialipuntivistache,magari,possonorisultare maggiormente consoni allapropria,personalesensibilità.Iniziamoallorariepilogandoinbrevequantoespostonellepartipreceden-tidelpresentelavoro.Abbiamo immaginato l'uomo profa-nochedallagrossolanitàdelquater-nario elementale di Malkuth, ad untratto,alzagliocchialCieloe,osser-vando simbolicamente la sfera luna-re di Yesod, intuisce l'esistenza dipianisuperioridiconsapevolezza.Yesod, si rammenta, è la sede degliaspetti astrali più prossimi all'espe-rienza ordinaria e, nei termini dellapsicoanalisimoderna,puòessereas-

sociataalsubconscio,correlatoall'o-nirismo, connubio di ragione edemozione.Talesferasarà,perilneofita,oggettodi lavoroa seguitodella sua ricezio-neinCameradiApprendistad'Arte.In grado di Compagno d'Arte sarànecessario,attraversounprocessodi"analisi"(daintendere,nelsensopiùetimologico del termine, come uno"spezzare"), scomporre suddettamescolaoniricanellesuecomponen-ti, quella razionale e quella emotiva.Ciò non perché tali componenti va-danotenuteseparatemaperfavorire

A

Figura14–L'AlberodellaVita, iTriangoli fun-zionali e la Massoneria Azzurra (dettaglio) –Alpha


la comprensione degli effetti appor-tatidaciascunadiesse.«Ciòcheèspezzatotorneràintero1»–scriveva Lao Tze – e mai frase po-trebbeadattarsimeglioall'operativi-tàdelgradodiMaestrod'Arte.Contestualizzando meglio, potrem-mo tentare di attutire l'inevitabileapofatismo intrinseco dell'espres-sionedelfilosofocinese,traducendo-lainterminipsicologiciecabalistici.Come detto, l'amalgama ragione-emozione, mente-cuore, indissolubi-le in Yesod, deve essere "spezzata"percomprenderel'azionedellecom-ponentiingioco.

1LaoTze–TaoTehChing

Sull'Albero della Vita, ciò equivale asperimentare la sfera di Hod-Mercurio (correlata alla razionalità)equelladiNetzach-Venere(correlataall'emotività).Tuttavia, tale processo di "analisi"non dovrebbe mai arrestarsi a que-sto stadio, se non si vuole incorrerein una frammentazione dell'ego checondurrebbe a fenomeni connotatida schizofrenia psicologica e spiri-tuale.Per usare una metafora medica, sa-rebbe come se un intervento di car-diochirurgia non si concludesse conun'opportunasuturacheripristinilostato iniziale e si lasciasse invece ilpazientea"cuoreaperto".Il cerchio deve essere chiuso e "ciòcheèspezzato"deveesserericompo-sto, opera di "sintesi" che non puòavvenireneiterminidiunsempliceegrossolanoaccorpamentodipolaritàmadovrebbeesserevissutanell'otti-ca dell'assioma vedantino "Neti neti,Iti iti", traducibilecome"Nonl'unool'altromal'unoel'altro".Rammentiamo che le due Sephirothin questione, Hod e Netzach, sonoconnesse, attraverso il sentiero diPeh (p). Le caratteristiche "dure" diquesto sentiero, retto da Marte edassociabile alla lama della Torre,suggeriscono come il bilanciamentoditaliapparentioppostidifficilmentepossa avvenire su tale piano ove lamente non accetta la mollezza delcuorecomeilcuorelarigorositàdel-lamente.D'altro canto – concettodi caratteregenerale – la riconciliazione dellaDualità si manifesta sempre attra-

Figura15–HermesandVenusgazingintoaMir-ror–WalterCrane


verso un Terzo elemento che tra-scende entrambe le polarità. Cabali-sticamente parlando, tale Terzo ele-mento corrisponde a Tiphareth ov-vero, planetariamente, alla sfera delSole.Èpropriolarealizzazionedita-le consapevolezza "solare" che equi-vale, massonicamente, al raggiungi-mentodelgradodiMaestrod'Arte.A tal proposito, c'è unpuntodi fon-damentale importanza che va com-presoemeditato.

Osservando l'Albero della Vita, sievincecheancheYesod,perviadellasuanaturadi"mescola"trarazionali-tàedemotività,costituisceunasinte-sidelbinomioHod-Netzach.Pur essendo ciò vero, non si deve,tuttavia, pensare che la tipologia disintesi operata in Yesod abbia lastessanaturadiquellaoperatainTi-phareth.Infatti,mentrelaprimaèdinatura discendente ed agisce sulTriangolo Astrale, quella di Ti-phareth è invece ascendente ed agi-scesulTriangoloEtico.Inaltri termini,parliamodiprocessisimilimasupianidiconsapevolezzaassolutamentedifferenti.Ineffetti,lalucedellamaestriadiTi-phareth si svela essere la vera sor-gente di quella luce già ricevuta inpotenza durante l'apprendistato diYesod,luceche,nell'iniziazionemas-sonica, corrisponde alla rimozionedellabendacherappresenta lostatodioscuritàincuiviveilprofano.Relazione questa confermata, plane-tariamente,dalfattochelaluceluna-realtrononèsenonilriflesso"infe-riore"diquellasolare.Tra Tiphareth e Yesod sussiste cioèun rapporto analogico in senso er-metico, un rapporto che, pur corre-lando l'Altoed ilBasso,nonaffermal'identitàtraleduecose2.UnexcursussuTipharethvaaquestopunto doverosamente introdotto alfine di una più precisa contestualiz-zazionedelleriflessionicheseguono.Comeaccennatoinprecedenza,ase-conda della prospettiva adottata, a 2SiconfrontinoinmeritolaTavoladiSme-raldoelaTavoladiRubino.Figura16–AlberodellaVita–Anonimo


Tipharethpuòessereassociatotantoil Pentalfa (la Stella a cinque punte)quanto l'Esagramma (la Stella a seipunte): cerchiamo di comprenderemeglioilsensodiquestaaffermazio-ne.A Tiphareth viene spesso correlatauna triplice immagine costituita daun Re maestoso, un Bambino ed unDiosacrificato.ScriveinmeritoDionFortune3:«Esistono tre importanti chiavi dellanatura di Tiphareth. Prima: esso è ilcentrodiequilibriodell'interoAlbero,trovandosial centrodelPilastroCen-trale;seconda:essoèKethersuunar-co inferiore e Yesod suunarco supe-riore;terza:essoèilpuntoditrasmu-tazionetraipianidellaforzaeipianidella forma. Gli appellativi che glivengono assegnati nella nomenclatu-racabalisticaloconfermano.Dalpun-todivistadiKetheressoèunbambi-no;dalpuntodivistadiMalkuthessoè un re; dal punto di vista della tra-smutazionedellaforzaèundiosacri-ficato.»Naturalmente,ilpuntodivistaespo-sto descrive un'interpretazione"emanativa" dell'energia, nel sensodel processo che da Kether ha con-dottoaMalkuth4.Ilcamminoiniziaticova,invece,con-sideratoindirezioneinversaaquellocreativo, conducendo potenzialmen-tedalmoltepliceall'Unità.Inquest'ottica, l'aspettodel "Dio sa-crificato" ed il relativo processo ditrasmutazione della Forza, corri- 3D.Fortune–LaCabalaMistica4Cfr.perulterioridettaglilateorialuriani-cadelloTzim-Tzum.

sponderebbe a quanto era stato po-sto comeorizzonteultimodel gradodi Compagno d'Arte, ovvero il rag-giungimento della consapevolezzadellaStellaaCinquepunte.Si parla di quanto magistralmenteespressodaGrillotdeGivry:«Inchinatiedungiornotitransfigure-raietirisveglierai,brillanteeradioso,nell’abbraccio del Re di Gloria, il ReOrientale assiso sul suo trono, comediconogliantichimaestri,edentrerainelMarePurpureocheé ilMagiste-rodeiFilosofi.Matu,ancora,nonseiche ilMercurio lebbroso che ha fattomorire il Sole di Giustizia sull’effigedelquaternario,ricordalo.»L'accesso alla reale Maestria, a quel"MagisterodeiFilosofi", corrispondeal fiorire,nel centrodellaCroceEle-mentale (il quaternario per l'appun-to),diquellaRosaPurpureachetan-toispiròinostriFF£dellaRhC.Tale è il senso più intimo sotteso alprofondo simbolo della Stella Fiam-meggiantemassonica: il superamen-to delle forze elementali di Malkuth

Figura 17 –The Rose-cross – Heinrich Khun-rath


attraverso l'equilibrio del centro so-larediTiphareth.Dopo la morte simbolica, la Fenicerisorgedallepropriecenerieritrovauna nuova immacolata consapevo-lezza: è questo lo stato pseudo-edenicodelBambinodicuisidicevaprima.Eglièl'Uomocheharestauratolasuaoriginariapurezza:ilFigliohaadessoripristinatolapropriaintegritàspiri-tuale ed è ora degno di essere nuo-vamentelospecchiodelPadre.IlMaestrohaallorafattorinascereinsé ilBambinod'Oro,per ilqualenelVangelodiMarcosilegge:«TuseiilFigliomioprediletto,intemisonocompiaciuto5».Taleritrovatadignitàlorendetrami-te mercuriale tra Alto e Basso, unPontecheconnettel'UnoalMoltepli-ce,Dioall'Uomo.Per usare le parole evangeliche diGiovanni:«Io sono la Via, la Verità e la Vita.Nessuno viene al Padre se non permezzodime6».In altri termini, nella piena realizza-zione di Tiphareth, convivono all'u-nisono tratti umani e tratti divini,originando uno stato iconografica-mentebenrappresentatodall'intrec-ciodeiduetriangolidell'EsagrammaSalomonico il cui punto centrale ed"invisibile" costituisce il segreto delnumero7edellaMaestria.Una simile rappresentazione graficae simbolica emerge anche dalla so-vrapposizionediSquadraeCompas-

5Mc1;116Gv14;6

soedallamisteriosa lettera"G"rap-presentatanelpuntocentrale.Benché non sia stato ancora esplici-tamentedetto,risultaevidentecomelecaratteristichedescrittecipermet-tano di associare la sfera di Ti-phareth aimisteri dimorte e resur-rezione, nonché a tutti i culti solari,iviinclusiquellocristicoequelloosi-rideo.

Atalimisterisirifà,nellasuaessen-za, il gradodiM£L£M£ attraverso ilmito hiramitico, nella MassoneriaAzzurra in generale, e quello osiri-deo,nellaspecificitàdiquellaEgizia.Sempre nel Vangelo di Marco, leg-giamoinmerito:«Allora il centurione che gli stava difronte, vistolo spirare in quel modo,disse: “Veramente quest'uomo era Fi-gliodiDio!”7».Nonèdifficileravvederenelmartirioevangelico del "Maestro" un inse-

7Mc15;39

Figura18–Fenice–miniaturatrattadalbestia-riodiAberdeen


gnamento sovrapponibile al mitomassonicodelMaestroHiram, tradi-to ed ucciso dai propri stessi disce-poli perpoi risorgere, come la Feni-ce,dopotregiorni.Ciò conferma la plausibilità dell'as-sociazionetral’operazionespiritualedelMaestrod'ArteelasolaritàdiTi-phareth.Peranalogia,allora, laMaestriacon-duce alle porte della conversazionecon ilSantoAngeloCustode chepre-siede lasferadiTiphareth,da inten-dere questo come lo stabilimento diun canale di comunicazione conl’aspetto più alto della coscienza in-dividuata.Coerentemente, anche il simbolismodell’Acacia, di hiramitica memoria,risulta fortementecorrelatoaquellosolare nel suo aspetto della purezzadi spirito, lo stesso cui si riferisce ilBambinodicuisièprimadiscusso.Atalproposito,valelapenadisegna-lare come il nomeacacia, di originegreca, trova ilproprioetimonel ter-mineakakov(akakos),compostodaa- (alfa privativo, “non”) e kakov(kakós, “cattivo”), da cui akakia(akakíā)8, "assenza di cattiveria","innocenza".I sentieri che connettonoHod e Ne-tzach a Tiphareth sono, rispettiva-mente,quellodiAyin(e)equellodiNun(n),l'unooperantesulpianodel-la Forma, l'altro suquellodella For-za, e corrispondono alla lama delDiavolo edquelladellaMorte delLi-brodiThoth. 8Sinotiche,coerentementeaquantodetto,Kakiaèilnomeladeagrecadellapeccami-nositàedellatentazionedelvizio.

Il Diavolo e laMorte potrebbero es-sere considerati come due simbolici"Guardiani" che impediscono il rag-giungimento di Tiphareth a colorochenonsonoancorapronti.La lama del Diavolo, intesa nel suosenso esoterico, rammenta la neces-sità di spezzare le catene dellaTen-tazione cheancorano l'uomoalla ra-gione e a quanto è razionalmentecomprensibile.

SitengaancheamentecheallasferadiHod(dacuioriginailSentierodelDiavolo), essendo essa correlata aMercurio,sonoattribuitilaVirtùdel-laVeridicità,comeilViziodellaFalsi-tà.Dunque, lecatenedicuisidicevasonoquellechepongonol'Intelligen-

Figura19–LamaXV:IlDiavolo–Alpha


zaalserviziodell'ego:ilSignoredellePorte della Materia, titolo attribuitoalla lama del Diavolo, ammalia conun uso distorto della parola, gene-rando il "grande inganno" dellama-teria. Eppure, quando la "Parola"vienesacralizzata,quandononvieneposta al servizio del proprio egoicointeresse, allora essadiviene ilmez-zopergiungereallaVeridicità.Associatoal sentierodiAyin, trovia-moilsegnozodiacaledelCapricorno,rettodaSaturno,conMarteinesalta-zione.Un'interessante descrizione dellepulsioni sottostanti al Capricorno,bencalzanticonitrattidellalamadelDiavolo,cièdatadaCiroDiscepolo9:«IlCapricornoèsospintodaunafortebase complessuale che cerca nel pre-stigiosocialelagiustacompensazionea tutti i suoimotividi frustrazione.Èunesserelentocheaccarezzaundise-gnoalungascadenza,chesaattende-reecostruirsi ilpropriofuturopietrasupietra.Ilsuorapportoconilpotereè caratterizzato dal massimo quo-ziente di libido che egli è disposto ariversaresull'obiettivo.»Specularmente,nellalamadellaMor-te, è custodito il gran segreto delBambino che, sacrificando l'egodell'uomo vecchio, rinasce, dalleproprie ceneri, comeUomoNuovoereintegrato.Questo sentimento di sacrificio ècoerenteancheconilsegnozodiaca-leassociatoal sentierodiNuncheèloScorpione,governatodaMarte.SinoticomeilpianetaMartericorrain varie forme in questo Triangolo 9C.Discepolo–Nuovaguidaall'Astrologia

Astrale: governa il sentiero di Peh(Hod-Netzach),èesaltatoinquellodiAyin e regola lo Scorpione in quellodiNun.Ciò conferma lanaturamar-zialedell'energiarichiestaall'iniziatonellasperimentazionedeisentieri incausa,comunquelisivogliaconside-rare.AllasferadiNetzach,dacuiemergeilsentiero della Morte, sono associatila Virtù dell'Altruismo ed il Viziodell'Impudicizia(oLussuria).Correlata a Venere, tale sfera ha, adunsoltempo,forticonnotatiferiniedartistici. Si parla, naturalmente, diaspettidell'ego,benché,inquestoca-so, non legati alla logica ed alla ra-zionalità bensì all'istinto ed agli im-pulsidinatura.

Figura20–LamaXIII:LaMorte–Alpha


L'Altruismo di Netzach è la chiaveche conduce al sacrificio di Ti-phareth, il donare ed il donarsi aglialtri, anche qui, senza anteporre ilproprioegoicointeresseche,sulsen-tierodiNun,condurrebbeallaLussu-ria,nelsensopiùlatodeltermine.Sutalesentiero,lamarzialitàdicuisidiceva, simanifesta attraverso il co-raggiodifarsipungeresenzatimore,nel centro del proprio petto, dalpungiglione velenoso dello Scorpio-ne. Ciò rappresenta, simbolicamenteparlando,l'attoestremodicolorochesonodisposti ad affrontare laMortetrasmutando il veleno in farmaco,anelandoallaBellezzadelSolediTi-phareth.Estremamente significativa è in talsensol'epopeadiGilgamesh,ilre,co-struttoreederoediUruk lacittàini-

ziaticadallesettecinte.Di particolare interesse è l'episodioincuiGilgamesh,messosiincercadelmaestroUtnapishtim,suoavoeunicouomo cui gli dei hanno donato l'im-mortalità,deveaffrontareunacoppiadi creature per metà umane e permetà"scorpione".Egli riuscirà in tale impresa dappri-ma invocandoShamash10, ildioSole,epoiricorrendoaduninnoallaLuce.Incontrerà quindi Siduri, tavernieradivinaecustodedelgiardinodiSha-mash che tenterà invano di dissua-derlo dalla sua impresa, spiegandochesoloilSolepotevaattraversareilperiglioso mare delle "acque deimorti". Sarà la determinazione diGilgamesh a condurlo, infine, tra di-savventure e purificazioni, a rag-giungere l'immortale maestro Utna-pishtim.I risvolti simbolici di quest'epopea,assai più antica persino degli eventibiblici di Re Salome, sono davveromolteplici e richiedono una tratta-zionedettagliataaséstante.Bastino,tuttavia, i pochi riferimenti dati inquesto contesto a comprenderequanto i contenuti simbolici sianocoerenti, nonostante la distanzatemporaleeculturale.Inmerito allaMorte, un catechismomassonicocosìrecita:D.–QualèilfinedellaMaestria?R.–CercareilMaestrocheèinnoial-lostatodicadavereinanimato,farri-vivereilmorto,affinchéagiscainnoi.

10 Si noti che, anche in ebraico, shemesh(sms)significa"sole".

Figura21–Gilgamesh–MomaDjmomo


A tale "ri-animazione" post-mortemfa riferimento l'intera simbologiamassonicadelterzogrado.Unacostellazionedi riferimentisim-boliciqualilosmembramentodiOsi-ride in14pezzi11e lasuasuccessiva"reintegrazione", la pianta di Acaciache nasce dal cadavere di Hiram,nonchélanotoriafrase"Mac-Benak",tradizionalmente tradotta come "lacarna che si stacca dalle ossa" o "fi-gliodellaputrefazione".Da quanto detto deriva che soltantoquandosisaràingradodisacrificarela logica, come dimettere a freno ilfuoco dell'emotività, quando il vivosarà morto ed il "morto rivivrà", siaprirannolebracciadiquelReOrien-tale cui si riferiva probabilmente ilDeGivry.Verrebbe da chiedersi come mai sistato escluso un "salto coscienziale"direttodaYesodaTiphareth, essen-dotaliSephirothconnesseattraversoilsentierodiSamech(o).Larispostaa tale domanda può essere approc-ciata sotto varie prospettive. In pri-mis, non si dimentichi che non esi-stono "sconti" lungo il cammino ini-ziatico: ciò significa che comunquepercorrereilsentierodiSamech,ret-todalsegnodelSagittario(governa-todaGiove),necessitaimplicitamen-telacomprensionedelleenergiechesimuovonolungoisentieridiAyineNun.Insecundis,bisognachiedersisetalesentierosiacoerenteomenoconl'o-perativitàmassonica. 11 Si noti che la quattordicesima letteradell'alfabeto ebraico è proprio laNun (n),valorenumerico50.

La terna di sentieri Tav, Samech eGhimel individuano, infatti, la cosid-dettaViadellaFrecciachesiinerpicalungoilPilastroMedianodell'AlberodellaVita.

È questa una via fortemente devo-zionale, asciutta e contemplativa,scevradi coinvolgimenti intellettualiedemozionali,piùadattaadunper-corso individuale e mistico che adunodigruppoerituale.

Figura22–ViadellaFreccia(PilastrodiMezzo)–Alpha


Possiamo immaginare che, percorsoil sentiero di Tav (da Malkuth aYesod), il "Sagittario"scocchi lapro-pria"Freccia"indirezionedelSolediTiphareth (lungo il sentiero di Sa-mech) per poi proseguire (lungo ilsentiero di Ghimel) fino alla CoronadiKether.Essacostituiscealloraunaviarealizzativapiùprossimaallami-sticaOrientale;contutteleeccezionidelcaso, l'occidente ingenerale,e lamassoneria in particolare, per tuttauna seriedi ragioni che ciportereb-berolontanodaltemainquestione,èpiùinclinealpropinareuniterspiri-tuale"umido"nelqualesicombinanoelementipsicologiciedemotivi.Ricorrendo ad una metafora, la Viadella Freccia equivale a recarsi dauna"città"adun'altrafacendousodiunaereoche"sorvoli"tuttelelocali-tà intermedie. Di per contro, la ViadellaSaetta, chesegue l'ordineema-nativo delle Sephiroth, è una via"umida" e può essere vista comeunviaggio effettuato in automobile: sisperimentano così tutte quelle "tap-pe intermedie" simbolicamente rap-presentate dal conferimen-to/raggiungimento dei vari gradi ri-tuali.Naturalmenteinquestiambitinonvisonoregolerigideedesattenéconfi-ninetti tragiustoe sbagliato: è solounaquestionediapproccimetodolo-gici.Tornando al tema in questione, unodegli strumenti per eccellenza delMaestro d'Arte è il Compasso che,combinato al simbolismo solare edalla posizione baricentrica di Ti-phareth, rammenta il tracciamento

delleorbitecurvilineedeipianeti in-torno al Sole, traiettorie queste cheemergono sottilmente anche nellemovenzeritualidell'accensionedellaMenorahpostasull'AraSacra.Un altro interessante strumentosimbolicomassonicoèlaCazzuola.Tale strumento, tradizionalmenteutilizzato dagli Apprendisti per im-pastare la malta destinata a cemen-tare le parti dell’edificio e dai Com-pagniperstenderlatraunmattoneel'altro, viene adoperato dai Maestriinmododecisamentedifferente.Sileggeinuncatechismomassonico:D.–IMaestricheusofannodellaCaz-zuola?R. – Essa serve loro a coprire le im-perfezioni del lavoro, degli Apprendi-stiedeiCompagni.D.–Dichecosaèl'emblema?R. –Dei sentimentidi indulgenza cheanimano l'uomo illuminato nei con-fronti di tutte le debolezze di cui di-scernelecause.Tali "sentimenti d'indulgenza" nonderivanocertamentedaunostatodimelensa compassione bensì dallaTolleranza cheproviene,asuavolta,dall'acquisita comprensione di quelfluireenergeticotraAltoeBassoche,simbolicamente, abbiamo descrittoattraverso l'intreccio dell'Esagram-maSalomonico.In molti rituali massonici troviamoespressionideltipo:«ChelaSapienzailluminiilnostrola-voro.ChelaForzalorendasaldo.ChelaBellezzaloirradielocompia.»DunquelaBellezza,daintenderepiùche altro come "Armonia", rappre-


sentailcompimentodelLavoromas-sonico.È interessantealloraricordarecheaTipharethsonoattribuitilaVirtùdel-laBellezzaedilViziodell'Orgoglio.Ciò significa che, interagendo con leenergie solari, bisogna fare grandeattenzione a non incorrere nel Viziodell'Orgoglio, che potrebbe infettarel'animadelMaestrod'Arteponendo-lo sul tronodella saccenza tosto chesuquellodellaSapienza.Il vero Maestro deve quindi esseresempre disposto alla Tolleranza, amettersi in discussione ed accettareilconfronto. Eglideveessereconsa-pevole che quanto accade in Bassononè"assoluto"marappresentasolounaproiezionetangibilediquantosimuove in Alto. Egli, infine, è consa-pevoleche lacomprensionedell'unocontribuisce a quella dell'altro e vi-ceversa… per fare il miracolo dellacosaUna.Questo spiritodiTolleran-zaediConciliazionecompletanocosì

l'eptade delle qualità massoniche,idealmente manifeste, nella loromassima espressione, nel Maestrod'Arte: Fede, Speranza, Carità, Vigi-lanza, Devozione, Tolleranza, Conci-liazione.

dConcludendoquantodettonel corsodi queste astruse riflessioni, po-tremmo riassumere i tre gradi dellaMassoneriaAzzurrasovrapponendo-liallefatidichedomandedellaSfinge:Dadoveveniamo?Èquestal'OperaalNero svolta dall'Apprendista. Egli,dalpuntodivistasimbolicodiYesod,devecomprenderelanaturaelemen-taledel luogodacuiproviene, l'inte-riora terrae sperimentato attraversoilRegnodiMalkuth.Chisiamo?Èl'OperaalBianco,quelladelCompagnochedevelavoraresul-la mistura polare di elementi dellasuapersonalità,menteecuore,HodeNetzach.IlmondooniricodiYesodèstato scomposto nelle sue compo-nenti.Dove andiamo? È l'Opera al Rossoche ilMaestro compie anelando allaconsapevolezza superiore di Ti-phareth.Così facendo, come il corposmembrato di Osiride, la sua perso-nalità viene ricomposta al cospettodella nuova Luce Solare: ciò che eraspezzato è tornato così nuovamenteintero!Nero, Bianco e Rosso… et hi tresunumsunt12!

Enzo 12 Comma Johanneum contenuto nella Pri-maLetteradiGiovanni(1Gv5:7-8).

Figura23–Ripley'sDragon–AdamMcLean


Figura24–Osiris–JasonEngle


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