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IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2019

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXXI–N.12 Dicembre2019

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IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2019 2

SOMMARIO FINALITÀ INIZIATICA

ILS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴..............................................................3 GLI SCACCHI

Giovambattista.................................................................................6 AMORE E ODIO

Francesco...........................................................................................8 LA PAROLA PERDUTA, IL MAESTRO HIRAM

Franco...............................................................................................12 AL MIO MAESTRO: UN PENSIERO SOLSTIZIALE

Enzo..................................................................................................14

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini


FINALITÀ INIZIATICA

a ricerca iniziatica è un iter diritornoall'origine,unviaggioaritroso,unpercorsodi risalita,

unprogressivoprocessodiristruttu-razionedell'essere,unacostantepu-rificazionedatuttelescorie,imetalli,lestorturecheneltemposisonoac-cumulate dentro di noi formando lapersonalità storica. Imprigionatoall'internodi questo "tenebroso car-cere"fattodi fisicità, tempoespaziol'uomo ha perduto la percezione diunmondoincuiogni formadiener-gianonèseparatadalrestomabensìcompenetrata con tutte le altre, inogniordineegradonaturale, inunagerarchia che può essere cum-presasolo risvegliando in noi un senso dicarattereuniversale,il"sestosenso",unafacoltàdicaratteresuperiorecheciintroduceall'UnoilTutto!La finalità dell'Iniziazione è trascen-dere il relativo per ricongiungersiall'Assoluto, ritrovare innoi stessi ilpunto di contatto col piano divino,conlafonteoriginariadituttelecosechenoichiamiamoSupremoArteficeDeiMondieperrealizzarlaabbiamobisognodirecuperare la formamen-tiscorretta,necessariaeadattaaso-stenerciinquestoduroefaticosola-voro,ovverolaMentalitàTradiziona-le. Il primo passo nella giusta dire-zione è dato dalla partecipazionecontinuaaiSacriLavoriiquali,attra-versolasacralitàdelRito,cipermet-tono di assorbire lentamente maconcretamente, la confortante con-sapevolezza di non essere "soli" in

questonostro viaggiodi ritorno,maaccompagnati da una mano provvi-denziale pronta a sostenerci neimomenti inevitabilidi crisineiqualisaremo chiamati a superare durissi-meproveedifficoltàdivarianatura.A ciò dovremo aggiungere lo sforzonell'apprendimento dell'uso del lin-guaggiosimbolico,unlinguaggiocheci suggerisce che solo attraverso laleggedelleanalogiepotremo,di tan-tointanto,valicareilconfinetrapia-no degli effetti e piano delle cause,trailvisibileel'invisibileperottene-re la "visione unitaria", e compren-derecheisimboliesteriorisonorap-presentazionidi forzeedenergievi-veepalpitantipresentianchedentroognuno di noi: le prime, una voltastimolateerichiamate,perobbligodicostumanza, concorrono all'accen-sioneealrisvegliodiquelleinteriori!LaMentalità Tradizionale ci insegnache la Conoscenza iniziatica non è

L

Figura1–DallaCollezione"Night"–P.Barlow


unamerasommadivaloriedipara-metrispaziotemporali,essadevein-tendersi come immedesimazione to-talizzante e senza distrazioni conl'oggetto e col soggetto che deside-riamo conoscere. Entraredentro, vi-vere dall'interno, esattamente comesuggerito dal famosissimo detto po-stosulfrontonedeltempiodiApolloaDelfi:"conoscitestesso".Il passaggio annuale della terranell'ellitticaattornoalsole–nelsuoincessanteperiplo–inconcomitanzacol solstizio d'inverno, ci stimola arifletteresulvaloretra-smutatorio della Fides,dellaSpesedellaChari-tas, virtù indispensabiliatutticolorochenonsirassegnano a passarel'esperienza di questamanifestazione terrenaunicamenteinrelazioneai bisogni primari edelementari.L'Iniziazione è altresìunpercorso"artificiale"precognitivodi quanto potrà accaderci nel postmortem naturale. Da ciò ne derival'importanzadisperimentarneleva-rie fasi, i vari "gradini"quali statidicoscienza che vanno dal "denso" al"sottile"inunsusseguirsidiemozio-ni e conquiste spirituali. In altri ter-mini l'Iniziazione definisce la so-spensione dello spazio-tempo e deiloro effetti, aprendo la porta ad unterzo elemento chehavaloredi sin-tesi che trascende la dualità, comesuggerito anche dal simbolo del dioGiano bifronte che occulta la terzafaccia,quellapostaalcentro,invisibi-

le, peraltro mai come ora attinente,in chiave analogica e considerata laprossimità dell'evento solstiziale, al"dies natalis solis invicti". L'attimodellarinascita,del risveglio,della ri-conquista dello stato edenico è l'e-quivalente ENERGETICO dell'attocreativoeperciònonpuòesservi, intale istantedi eternità, alcuna sotto-missionealle leggidel tempoedellospazio:essononpuòavvenireall'in-ternodeltempopoichéiltempononpuò che esserne il suo effetto, cosìcome tutte le cose non possono esi-

stere dentro lo spaziomasono,essestesse, lospazio. Parole che pur-troppo non possono dasole bastare a spiegareconcetti che trascendo-no il piano del linguag-giobabelicomachede-vono incoraggiare aproseguire con perse-veranza nel progettointrapreso. Di tanto in

tanto,dentroognunodinoisirivele-rà il "secretum", incomunicabile persua natura agli altri ma ugualmentereale,vero,efficace,pontetral'uomoe Dio, Sole di Mezzanotte, StellaFiammeggiante, simbolo di Amore edi realizzazione spirituale, l'Emma-nuel che brilla nella grotta di Bet-lemme sempre pronto a indicarci lagiustadirezione fra le tenebredell'i-gnoranza e della superstizione nellequali siamoprecipitatiperavere,ungiorno lontano, desiderato la "cono-scenzadelbeneedelmale"...

IlS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴

Figura2–Gianobifronte


Figura3–Bastet–RowenaMorrill


GLI SCACCHI

li scacchi, si presume siano na-ti in Cina intorno al 1° sec. a.C., ma conobbero grande

successo in India, dove si pensa siano stati successivamente codificati dal Re brahamino Balhit. Secondo alcuni studiosi arabi e persia-ni, da questo re, non solo furono codi-ficati, ma furono risvegliati del sacro che nel tempo si era perso. Come sap-piamo, il gioco degli scacchi presuppo-ne una tastiera con spazi bianchi e neri alternati e due eserciti, uno bianco e l'altro nero. Il numero delle caselle è di 64, 8x8, (anche se alcune volte è stata usata una base di 144, 12x12, com'è descritto nei Bawishya Purana ) e con due eserciti di 16 pedine ciascuno. La scacchiera può rappresentare il mandala, l'universo, ridotta a tal punto da formare una sintesi del tutto, il ma-nifesto (vedi l'I King), nei due com-plementari più semplici, il bianco e il nero perfettamente intrecciati tra loro e sopra questo piano due eserciti l'uno di fronte all'altro, in attesa. Questo man-dala viene chiamato Manduka, la rana, che è l'animale che sostiene l'universo per la tradizione indù. Nella Bhagavad-Gita, questi due eser-citi rappresentano Krisna-Ariuna con-tro i parenti-kshatria, nel Corano, gli infedeli contro i fedeli, nei Veda, i De-va contro gli Asura, nell'Avesta, il bene contro il male, ecc… C'è da far notare che il bianco e il nero del tappeto definiscono le complemen-tarità, mentre i pedoni definiscono la dualità, pur avendo il riflesso uguale

identico, tranne il colore, di fronte a sé. Le pedine sono 16 figure uguali, quindi anche il significato è uguale per ognu-no dei due eserciti. Il pezzo più importante è il Re, segue la Regina e a seguire tutti gli altri. Nei simboli il Re rappresenta sé stesso, la regina, invece, era chiamata il consi-gliere, gli alfieri erano gli elefanti, i ca-valli erano i cavalieri, le torri sostitui-rono i carri e i pedoni erano la truppa. A questo punto, se trasformiamo i sim-boli in qualità, penso che si possa dire che: il re corrisponde al cuore, il consi-gliere alla coscienza, gli elefanti all'in-telligenza, i cavalli all'intuizione, le tor-ri alla razionalità e i soldati all'istinto.

G

Figura4–Chess–KevinAita


Il Re è il più protetto, come il cuore, si muove da ogni parte nei limiti di questa manifestazione, è quel pezzo che se ca-de, la partita è finita, è la morte del gioco. Il consigliere, la coscienza, pezzo im-portantissimo e libero di muoversi a suo piacimento, vive vicino al re e sta-ziona sul suo colore opposto. L'elefante, la memoria, è il primo pez-zo sdoppiato; uno staziona su un colore dalla parte sinistra del re, l'altro sull'opposto colore alla parte destra. Il cavaliere, l'intuizione che permette di saltare da una casella all'altra e mai del-lo stesso colore. Il carro, il razionale, che a prescindere dai colori delle caselle, segue sempre una via assiale, logica e virile. I pedoni sono il corpo, col suo equili-brio, 4 sul bianco e 4 sul nero, lenti e

destinati a procedere sempre avanti, senza ripensamenti, per giungere, se possibile prima della morte dalla parte opposta, dove avverrà una trasforma-zione.

Giovambattista

Figura5–EgyptianChessPlayers–SirLawrenceAlma-Tadema


AMORE E ODIO

esiderointrodurrel'argomen-to sottoponendo all'attenzio-ne del benevolo lettore una

citazione significativa tratta da DesEtangs(liberomuratore):«La Massoneria è nata dall'odio delmaleedall'amoredelbene.Dalmomentoincuisiebberodeglies-seri sofferenti, vi furono dei Massonichesidedicaronoalenirneidolori;daquando ci furono uomini ingiusti, visono stati dei Massoni per riparare iloro torti; da quando sono esistiti ifurbi, gli oppressori, vi sono stati deiMassoni per combatterli e alleviare imali coi quali essi spandevano la de-solazionesullaterra...LaMassoneriahaavutoiniziodovevifuunuomoperseguitato, làdove si ètrovatounuomochehaavutofameecheèstatospogliato,chehaavutobi-sognodeisuoisimili...».Allora affermiamo, senza paura diessere smentiti, che la Massoneriaaccoglieuominiedonneattornoaunideale:quellodiunaComunionefra-ternaedificatasullaverità, sull'amo-realtruistico, sulla libertàdipensie-roesullatolleranzaversoildissimi-le. Elementi, questi, che pur conte-nendoun'evidentecaricad'universa-litànonsono,però,damettereinre-lazione con il comune senso religio-so.Essere massoni significa orientarsi,ad ogni livello, grado e taratura ini-ziatica, verso una coerente praticadellavirtù,affermando l'esistenzadiun Ente Supremo-UNO, da cui tutto

proviene e a cui tutto torna, la cuiesistenza, però, non deve essere og-getto di fede, ma un'attestazione acuigiungereprimaperleviedelcuo-reepoiperquelledell'intelletto.La Massoneria ha tre grandi princi-pii:amorefraterno,caritàeverità.La professione di amore fraternoconsisteperognimassoneneldimo-strare tolleranza e rispetto nei con-frontidelleopinionialtruienelcom-portarsiconcortesiaecomprensioneversoiproprisimili.Carità intesa come l'azione costantediogniFratellonelcercarediaiutarechiavessebisogno.Ognuno, infatti, è chiamato a prodi-garsinellasocietàconoperedibene,offrendo contributi o meglio il pro-prio lavoro volontario. Aiutare unFratellocheèinstatodibisognoèunimpegnodelLiberoMuratore,anchese si evidenzia che le raccomanda-zioni e i favoritismi sono semprecontrariallamoralemassonica!Testimonianolenumeroseistituzionimassonichenelmondoche finanzia-

D

Figura6–TheShadowOfLoveIsHate–EdwinAlverio


no direttamente Istituti di ricerca,Ospedali, Istitutipergli anzianiegliorfani.Infine, la Verità. Il massone lavoradentrosestessoperconoscersiemi-gliorarsimoralmente e nella societàcomesingolo individuoperché si af-fermino i valoridellaverità,della li-bertàdipensieroedeidiritticivili.È prerogativa e dovere dell'Iniziatodedicarsicontutteleenergiedicuiècapace alla ricerca della verità. Ciòproduce una tensione evolutiva ver-so ipiùelevativalorimorali con l'a-spirazione finale di praticarli nellavitaquotidiana.Ladefinizionediodiovuolecheessosia "un sentimento umano che siesprimeinunaforteavversioneounaprofonda antipatia". Esprime la vo-lontàdidistruggere l'oggettoodiato,e la percezione della presunta e so-stanziale"giustizia"diquestadistru-zione: chiodia sente cheè giusto, aldi làdi leggi e imperativimorali,di-struggere ciò che odia. Si parla di"oggetto" odiato anche nel caso diodio verso persone, perché questenon vengono considerate propri si-

mili,esseriumanicomechiodia,maappuntooggettiinvecechesoggetti.Viene inoltre considerato comune-menteincontrapposizioneall'amore;difattoiduesentimentipossonoes-sereaccostatiperl'intensitàel'impe-to.Dalpuntodivistaemozionalel'o-dioètuttaviaunsentimentononap-partenente all'insensibilità nei rap-porti umani, più propriamente defi-nitacomeindifferenza.In realtà l'odio che rappresenta unlegametraunindividuoedunaltroèsimile all'amore per quanto attieneallacapacitàintensiva.Senell'amoreuna persona sente di aver bisognodell'altra sino a pensare di non esi-stere senza di essa, quest'ultima di-venta quasi un'ombra che lo segue.Così accade nell'odio: la personaodiataoccupa lo spaziomentale, co-lui che odia non sa più consideraretuttociòcherimaneesifissasulsuooggetto di odio. L'odio è quindi unlegame fortissimo paragonabileall'amore. È chiaro che gli effettidell'odio sono ben diversi da quellidell'amore.Essohacertamentedeglieffettisconvolgentisulsingoloosul-lesocietà–adesempiosuunpopoloo su una razza – però mantiene unvolto umano: è un qualcosa con cuituttiabbiamoache fareedobbiamoquindi imparare a conoscerlo beneper poterlo dominare. Non bisognamai operare una distinzione tra un"cattivo" – ossia chi odia – ed un"buono"–chiama–perchélastoriadell'umanità è formata da individuiche prima amano e poi odiano e vi-ceversa.

Figura7–LoveAndHate–ElinBogomolnik


"Odietamo",dicevaCatullonellasuapiù celebre poesia. All'epoca sem-bravaunacontraddizioneinsanabile,che però conviveva nell'animo delpoetainnamoratoeferito.Ad oggi, grazie a un recente studioinglese, sappiamo che amore e odioconvivono davvero nel cervelloumano,anzisonoattivatidallestesseareeedaimedesimimeccanismibio-chimici.Gliscienziati infatti,studiandolana-tura fisicadell'odiohannoriscontra-to che alcuni dei circuiti nervosi nelcervello responsabili del sentimentopiùnegativosonoglistessiche"atti-vano"ilsentimentodiamoreroman-tico.Una bellissima interpretazione dellarelazionetraamoreeodiochelascioin conclusione alla meditazione dellettore è tratta dalle parole dello

scrittore statunitense Nathaniel Ha-wthorne(1804-1864):«bisogna riconoscere un merito allanaturaumana:quandononèingiocol'interesse personale, è molto piùpronta ad amare che a odiare. E an-che l'odio, attraverso un processograduale e silenzioso, si può trasfor-mare in amore, a meno che il cam-biamento sia impedito da una conti-nua recrudescenza di nuovi stimolichevadanoairritarel'originariaosti-lità».

Francesco

K

Figura 8 – Give you my heart – Steven-MarkGlassner


Figura9–Osiris–FranciscoJavierCruzDomínguez


LA PAROLA PERDUTA, IL MAESTRO HIRAM

arola, davar, un qualcosa chenel vasto panorama "specula-tivo" è definito evento sonoro

di passaggioma, per chi desidera laluce,perchinonsifermasullasuper-ficiedellecose,siponecomemanife-stazione permanente di un concettosuperioredettoanchelogosoverbo.Nella Torah abbiamo "Dio disse"(vayomer), e ciò che disse sarà insuccessione creato attraverso il po-teredellaparola, la vibrazione crea-tricescaturitadall'Uno.Quiabbiamolaparolacomesimbolodicreazione,susseguita poi dall'evoluzione edall'involuzione determinata dallanatura insitaenativadi ciascunele-mentoedalfattore"tempo"checicli-camentesiriperpetua.NelvangelodiGiovanniabbiamo"laparolapressoDio, laparolaeraDio".Qui,manifestatore emanifestato so-no espressi come un unico pneumanondiviso.Nel panorama interpretativo dellaparola perduta si innescano moltirimandialmotivopercuisidetermi-na la perdizione della stessa, maprimadiognicosasidovrebbetene-reinconsiderazioneilfattorepiùin-timo in ciascuno di noi, incentratosul significato profondo per cui do-vremocercarediritrovarla.Sentirechequella"parola"èperdutacidàmotivodiproseguireattraversola percezione della mancanza dellastessa, unita alla percezione di ba-gliori derivanti dalla stessa. Questadinamica denota la ricerca dell'iden

titàspirituale, il riflessodiDioeDiostesso chiamato "la sua presenza".Ciòchesimanifestaattraversolapa-rola dovrebbe nascere da un'intelli-genza pura, poiché solo unpensieropuro genera la parola pura, che èpensieroespresso,liberato.Se nella Torah abbiamo la parolacome creatrice, nel vangelo di Gio-vanniabbiamolaparolacomesintesitra manifestatore e manifestato. Manullacambiainsostanza.Ora,indagandodentrodinoi,ponen-doci nella condizioni di ricercatoridella verità, possiamo tentare diammettere che questa parola è giàdentrodi noi, non sappiamo ricono-scerne il mistero ma ognuno nellapropria anima e in qualificazioni di-verselaportaconsé.Il fatto che essa sia perduta corri-spondealfattochel'uomoècorrotto.Lasuaricercacorrispondeallaricer-cadelGraal,oallascopertadelnomeimpronunciabilediDiooancoraallarealizzazione del piombo in oro. Laparola è il mistero manifesto della

P

Figura10–VayomerElhoim–SteffiRubin


lucedelS£A£D£M£chipiùchimenone trova il senso solo trascendendosilenziosamenteilraziocinio,essaèeresteràcelatafinchénonabbiamori-pulito di ogni scoria la caverna delnostroessere; semmai fosseritrova-tavorràdirechesaremounpoco il-luminati ed essa cambierà con noipoiché ora è unita a noi, cosicché sipossa continuare ad evolvere incar-nandola, illuminati dalla conoscenzaacquisita. Essa non va cercata fuorimadentrodinoi,fissandointerminialchemiciil"volatile".Hiramaveva in sé stesso la "parola"in qualità di maestro. Al di là dellabellissima storia, utile, dati i relativirimandi simbolico/spirituali, esso laporta nella sua tomba, significando

chelasaggezzadichisapevacostrui-re un tempio si è così smarrita. Oranoituttidobbiamoimmedesimarciinluiconsaggezza,inqualitàdiIniziati.Trovare la "parola" è riconoscerla equesto è fattibile solo se saremo in-nocentiepuri,diversamenteessare-sterà uno strumento non compreso,nonutilizzabileesenonlasiritrove-ràrimarràun'utopia.Nonsitrattadisuonosensibileall'u-ditointesocomesensoesteriore:ciòche la"parola"porta inséèun'idea,un progetto meta-sensibile e spiri-tuale,unaluce!

Franco

,

Figura11–Hiram,architettodelTempiodiGerusa-lemme–StJohn'sChurch,Chester(England)


AL MIO MAESTRO

– UN PENSIERO SOLSTIZIALE –

Figura12–Sunbond–NoahBradley

te,Maestromio,sonoimmensamentegrato,poichégettiLuceneimieigiornipiùoscuri,

peressermid'esempio,quandotuttosembraandato,quandomiperdoneimeandrimieipiùimpuri.Ate,vadailmiomassimorispetto,perilcalorcheapportiquandoilgelopiombanellavita,calorchescaldachiunquealtuocospetto,lemasseinformi,comel'Eremita.Atechenobilmentedai,senzachenullatitorniincambio,atechebellamenteSei,effigediColuidicuifufattoscempio.BattenelpettoiltuoCuoreradioso,sintesisublimediBontadeeGiustizia,Bello,accecanteefocoso,ForzaleoninadiOnoreediGrazia.

A


Atechesenzacessaveglisulmondo,suituoiFratellicomesuiprofani,enonrifiutiAmoreatuttotondo,nonaisapientiemancoaibaggiani.Epursetisoffermineisonnituoiserenielasciilpassoallatuasorellaesposa,unocchioaleirivoltosempretieni,sìch'ellariflettaeilluminiognicosa.SOL,perungiornoiltorporticoglie,SOL,perunanotteritorniallaFonte,SOL,inqueltemposiapronlesoglie,SOL,chetupossaritornarpiùfulgente.Einquellalungaegrevenotte,indegnamentesosterremoletuevecieaccenderemounFuococherischiariscaescaldi,innalzandoalPadrelenostrepiùsincerepreci.PossaquelFuocofugareilmaligno,rammentiilCalorelapuratuaessenza,iltuoanimodolce,atrattisanguigno,latuamitezzaelatuaveemenza.PossalanostraessertuaManofluiscailRespiro,tradenteeDente,stabileèilToroassisonelfano,edallaFinestraentribrezzafulgente.All'albaattendiamo,trairamid'acacia,traSquadraeCompassochesboccilaRosa,cheilSOLsorgainvictomostrandotenacia,cheLuceritornidiGioiacopiosa.

UnluminosoSolstizioebuonefesteatuttiVoi.

Enzo

IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2019

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