il piano dei controlli nella produzione e valorizzazione...
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Denominazioni geografiche:
sistemi si controllo e di certificazione
Il piano dei controlli nella
produzione e valorizzazione di
DOP e IGP
Gianni CombaDir. Istituto Nord Ovest Qualità (INOQ) - Moretta, CN
Resp. Sede CSQA Certificazioni - Nord Ovest
“Valorizzazione del prodotto agroalimentare”
Qual è l’origine di questo prosciutto?
Prosciutto
italiano?Prosciutto
spagnolo?
LL’’approccioapproccio EUEU• Le indicazioni geografiche sono uno strumento che deve
essere disponibile per i produttori di tutti i paesi.
…Effetti economici positivi• produzione, prezzo
• redditività, distribuzione
• turismo
L’esperienza EU dimostrache le Indicazionigeografiche hanno…
…Effetti positivi sul lavoro• Lavoro diretto e indotto
• Qualifiche Professionali
• aumenta il legame con I
territori svantaggiati.
…Positivo per la tradizione• qualità
• know-how tradizionale
…Positivo per l’ambiente• Biodiversità
• Preservazione dell’ambiente
• paesaggio
FOODFOOD--QUALITY: LEGGI COMUNITARIE QUALITY: LEGGI COMUNITARIE
INDICAZIONI GEOGRAFICHE
PROTETTE &
DENOMINAZIONE
DI ORIGINE PORTETTERegolamento (CE) N. 510/2006 del
Consiglio del 20 marzo 2006 relativo alla
protezione delle indicazioni geografiche e
delle denominazioni d’origine dei prodotti
agricoli e alimentari.
Regolamento (CE) N. 1898/2006 della
Commissione del 14 dicembre 2006 recante
modalità di applicazione del regolamento (CE)
n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla
protezione delle indicazioni geografiche e
delle denominazioni d’origine dei prodotti
agricoli e Alimentari
SPECIALITA’
TRADIZIONALI
GARANTITE
Regolamento (CE) N. 509/2006 del
Consiglio del 20 marzo 2006 relativo alle
specialità tradizionali garantite dei prodotti
agricoli e alimentari
Regolamento (CE) N. 1216/07 della
Commissione del 18 ottobre 2007 recante
modalità di applicazione del regolamento
(CE) n. 509/2006 del Consiglio, relativo alla
protezione specialità tradizionali garantite
dei prodotti agricoli ed alimentari.
I prodotti ad oggi certificati in
Europa sono: 984
• DOP 499
• IGP 454
• STG 31
• GIs 27 (3 caffè,
9 formaggi svizzeri)
Italia
IGP: 81
DOP: 134
STG: 2prot transitorie: 27
(18 dop e 9 igp)
IN ITALIA: Ca. 130.000 aziende coinvolte
Quasi 2milioni tonn.
Fatturato al consumo di ca 10miliardi€
DOP/IGP IN EUROPA(al 15.11.2010: 984)
27G.I’s
3-231STG
649981454IGP
7679134499DOP
SPAGNA
143FRANCIA
178ITALIA
217Registrazioni
Tra le IGP, due sono i prodotti extracomunitari registrati in CE ai sensi del reg CEE 510/06:
Café de Colombia IGP Colombia
Longkou Fen Si IGP Cina - paste alimentari
La Cina ha presentato la richiesta di registrazione per altri 10 prodotti.
DOP PIEMONTESI
13 DOP OTTENIBILI IN PIEMONTE
FORMAGGI
6 esclusivamente piemontesi (Bra DOP, Robiola di Roccaverano DOP CastelmagnoDOP, Raschera DOP, Murazzano DOP, Toma Piemontese DOP)
3 interregionali (Taleggio DOP, Grana Padano DOP, Gorgonzola DOP)
CARNI LAVORATE
1 esclusivamente piemontese (Crudo di Cuneo DOP)
1 interregionale (Salamini Italiani Alla Cacciatora DOP).
PRODOTTI ITTICI
1 (Tinca Gobba Dorata Del Pianalto Di Poirino DOP)
CEREALI
1 Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
IGP PIEMONTESI
6 DOP OTTENIBILI IN PIEMONTE
4 PRODOTTI FRUTTICOLI esclusivamente piemontesi
Nocciola del Piemonte IGP
Castagna Cuneo IGP
Fagiolo Cuneo IGP (in PNT)
Marrone della Valle di Susa
2 CARNI LAVORATE interregionali
Mortadella Bologna IGP
Salame Cremona IGP
REGREG. (CE) N. 510/2006. (CE) N. 510/2006
SCOPI
1. INCORAGGIARE LE PRODUZIONI AGRICOLE
2. PROTEGGERE I NOMI DEI PRODOTTI CONTRO ABUSI ED IMITAZIONI
3. GARANTIRE I CONSUMATORI FORNENDO LORO INFORMAZIONI SUL CARATTERE SPECIFICO DEL PRODOTTO
REGREG. (CE) N. 510/2006. (CE) N. 510/2006Art 13Art 13
Le denominazioni registrate sono tutelate Le denominazioni registrate sono tutelate contro:contro:
a) qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto di una denominazione registrata per prodotti che non sono soggetti a registrazione;
b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l’origine vera del prodotto è indicata o se la denominazione protetta è una traduzione oppure da espressioni quali “genere”, “tipo”, “imitazione” o simili;
c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all’origine, alla natura o alle qualitàessenziali dei prodotti usati;
d) qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine dei prodotti.
REGREG. (CE) N. 510/2006. (CE) N. 510/2006
Art 10Art 10Controlli ufficialiControlli ufficiali::
1. Gli Stati membri designano l'autorità o le autorità competentiincaricate dei controlli in relazione agli obblighi stabiliti dal presente regolamento a norma del regolamento (CE) n.882/2004.
2. Gli Stati membri provvedono affinché gli operatori che ottemperano alle disposizioni del presente regolamento siano coperti da un sistema di controlli ufficiali.
3. La Commissione pubblica il nome e l'indirizzo delle autorità e degli organismi di cui al paragrafo 1 o all'articolo 11 e ne aggiorna periodicamente l'elenco.
REGREG. (CE) N. 510/2006. (CE) N. 510/2006
Art 11Art 11VERIFICA VERIFICA DIDI CONFORMITACONFORMITA’’ AL DISCIPLINAREAL DISCIPLINARE::1 . Per quanto riguarda le indicazioni geografiche e le denominazioni
d'origine relative a zone geografiche all'interno della Comunità, la verifica del rispetto del disciplinare è effettuata anteriormente all'immissione del prodotto sul mercato da:
— una o più delle autorità competenti di cui all'articolo 10, e/o
— uno o più organismi di controllo ai sensi dell'articolo 2 del regolamento(CE) n. 882/2004 che opera come organismo di certificazione dei prodotti.
I costi di tale verifica del rispetto del disciplinare sono a carico degli operatori soggetti a tale controllo.
2. ….
3. Gli organismi di certificazione dei prodotti di cui ai paragrafi 1 e 2 sono conformi alla norma europea EN 45011 o alla guida ISO/CEI 65 (Requisiti generali relativi agli organismi che gestiscono sistemi di certificazione dei prodotti) e, a decorrere dal 1 maggio 2010, sono accreditati in conformità delle stesse.
4. ….
Procedura di controllo
art. 11 reg. CE n. 510/2006
• Gli Stati membri scelgono l’autorità designata in materia di controlli sul rispetto dei requisiti dal disciplinare di produzione.
• In Italia l’autorità è il MIPAAF, affiancato da enti pubblici notificati o da organismi privati autorizzati;
• L’autorizzazione agli organismi privati è subordinata alla dimostrazione della conformità alla norma EN 45011, a garanzia dei criteri di indipendenza, imparzialità, terzietà e competenza
• A PARTIRE DAL 1 MAGGIO 2010 GLI ORGANISMI PRIVATI DEVONO ESSERE ACCREDITATI
• Gli enti pubblici devono fornire garanzie di obiettivitàe imparzialità ed avere risorse qualificate.
CERTIFICAZIONE
“atto mediante il quale una terza parte
indipendente dichiara che, con ragionevole
attendibilità un determinato prodotto o servizio è
conforme ad una specifica norma”
Procedura di controllo
art. 11 reg. CE n. 510/2006
concerne l'accertamento tecnico finalizzato all'individuazione:
• dell'origine della materia prima e delle sue caratteristiche;
• delle tecnologie e metodologie di produzione/trasformazione;
• la designazione della denominazione (e relativo logo) solo su prodotti che rispondono per caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche previste dal disciplinare di produzione.
Procedura di controllo
art. 11 reg. CE n. 510/2006
• IN ITALIA ogni denominazione non può essere soggetta al controllo di più Organismi, mentre ogni Organismo di Controllo può operare su piùdenominazioni.
Procedura di controllo
art. 11 reg. CE n. 510/2006
• In Italia il controllo èprevalentemente affidato ad enti privati, su 217 prodotti DOP/IGP :
– 187 sono controllati da 22 enti privati autorizzati e accreditati
– 30 prodotti DOP/IGP sono controllati da 17 autorità pubbliche designate (prevalentem. per oli di oliva)
Procedura di controllo
art. 11 reg. CE n. 510/2006
• in virtù dei regolamenti regionali e nazionali vigenti, l’organismo di controllo deve essere indicato dall’ente richiedente la protezione della DOP/IGP, inserendolo nell’istruttoria per la richiesta di registrazione della specialità protetta.
Sistema di Controllo
Il sistema di controllo si fonda:– sull’esistenza di regola tecnica, in questo caso
rappresentata dal disciplinare di produzione
– sulla dimostrazione da parte delle aziende che utilizzeranno il marchio della costante rispondenza del processo e del prodotto finito ai requisiti previsti nel disciplinare, (attraverso la predisposizione ed il mantenimento di un sistema di autocontrollo aziendale)
– sulla sorveglianza periodica dell’organismo di controllo dell’effettiva rispondenza ai requisiti.
REGREG. (CE) N. 510/2006. (CE) N. 510/2006
Articolo 4
IL DISCIPLINARE DEVE CONTENERE IL DISCIPLINARE DEVE CONTENERE
ALMENO I SEGUENTI ELEMENTI:ALMENO I SEGUENTI ELEMENTI:
• Il nome del prodotto;
• La descrizione del prodotto;
• La delimitazione della zona geografica;
• Il legame con il territorio; (in modo sintetico)
• Il legame con la storia; (in modo sintetico)
• La descrizione del processo produttivo;
• La struttura di controllo;
• L’etichettatura;
• Eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie e/o nazionali.
IL PIANO DI CONTROLLO
• Sulla base del Disciplinare di Produzione, l’ente di controllo segnalato, deve redigere il “Piano dei Controlli”.
IL PIANO DI CONTROLLO
Il Piano di controllo si prefigge i seguenti scopi:
1. definire il prodotto controllato;2. elencare i punti necessari per accertare la
conformità del prodotto alla Norma Disciplinare di riferimento;
3. indicare le modalità di accesso al sistema di controllo
4. indicare il sistema di garanzia di conformità(autocontrollo) richiesto alle aziende controllate;
5. illustrare le modalità di effettuazione delle verifiche documentali, ispettive, sensoriali e analitiche attuate dall’organo di controllo per concedere e rinnovare alle aziende controllate l’autorizzazione all’impiego della DOP.
IL PIANO DI CONTROLLO
In Italia il piano di controllo deve essere redatto da ciascun ente terzo, sulla base delle “Istruzioni per la redazione del Piano dei Controlli dei formaggi DOP” (Gennaio 2001) oppure delle “Istruzioni per la redazione del Piano dei Controlli delle carni trasformate DOP e IGP” (febbraio 2002) o redatte dal Ministero delle Politiche agricole e Forestali allo scopo di armonizzare a livello nazionale, la modalitàoperativa di controllo di conformità fra i vari enti autorizzati.
DEFINIZIONE DELLO SCHEMA DI DEFINIZIONE DELLO SCHEMA DI CERTIFICAZIONECERTIFICAZIONE
In particolare dovranno essere definite:• la filiera coinvolta nella produzione/ elaborazione del
prodotto DOP - IGP• le caratteristiche del prodotto DOP, IGP oggetto di
certificazione• le fasi critiche dei processi di produz/ trasformazione• Il piano di autocontrollo e cioè le attività di verifica
attivate dal produttore/trasformatore sul processo e sul prodotto per assicurare il rispetto dei requisiti specificati
• le modalità di gestione delle non conformità che inevitabilmente si generano in ogni processo produttivo (INCLUSA LA GESTIONE DEI RECLAMI).
• 1. Premessa
• 2. Scopo e campo di applicazione
• 3. Documenti di riferimento
• 4. Definizioni e abbreviazioni
• 5. Accesso al sistema di controllo e certificazione– 5.1 Modalità di presentazione delle domande.
– 5.2 Criteri generali di applicabilità
– 5.3 Domanda presentata da soggetto singolo (All.1: Allevatori; All.2: raccoglitori, trasformatori,
– affinatori/stagionatori)
– 5.4 Modifiche intervenute sulle situazioni descritte nella domanda iniziale
Indice generale di un piano di controllo
• 6. registrazione e/o Riconoscimento dei soggetti produttivi della filiera disciplinata
• 6.1 Valutazione della domande di accesso 6.2 Procedura di registrazione
• 6.2.1 Verifica ispettiva iniziale
• 6.2.2 Registrazione dei soggetti
• 6.3 Riconoscimento e rilascio idoneità
• 6.4 Validità della registrazione e del riconoscimento
• 6.4.1 Verifica ispettiva di mantenimento/sorveglianza
• 6.4.2 Recesso dal sistema di controllo (rinuncia) e cancellazione dagli elenchi
• 6.4.3 Ricorsi
• 7. Disciplina produttiva • 7.1 Zona di produzione
• 7.2 Alimentazione del bestiame e produzione del latte/carne - coltivazione
• 7.3 Modalità di produzione
• 7.4 Caratteristiche del prodotto finito
• 7.4.1 Caratteristiche specifiche tecniche per il prodotto
• 7.4.2 Autocontrollo sul prodotto finito
• 7.4.3 Gestione del lotto sottoposto ad analisi
• 7.4.4 Controllo di conformità sul prodotto finito
• 7.5 Confezionamento e modalità di presentazione del prodotto DOP /IGP
• 8. Non conformità• 8.1 Rilevate dall’azienda
• 8.2 Rilevate da INOQ
• 9. ALLEGATI
• 10. SCHEMA DEI CONTROLLI
REQUISITI ENTE ACCREDITATOREQUISITI ENTE ACCREDITATOA NORMA EN 45011A NORMA EN 45011
TERZIETÀ
INDIPENDENZA
TRASPARENZA
IMPARZIALITÀ
COMPETENZA
VALUTATORI
STRUTTURA
LABORATORI
C.E.C.
Da interessi economici legati
a consorzio,
filiera produttiva, etc.
Rapporti fra ispettoriResp. Di schema e CEC
Piano dei controlli
Tariffario e MQ approvati
dal Mipaaf
Accesso a tutti gli aventi diritto
COMITATO SALVAGUARDIA
DELL’IMPARZIALITA’
Rappresentativo delle parti
interessate
Curriculum al Mipaaf
Accreditati
CRITICITACRITICITA’’ RICORRENTI RICORRENTI DIDI UN UN PIANO PIANO DIDI CONTROLLOCONTROLLO
• NECESSARIAMENTE SPECIFICATI ANCHE REQUISITI SENZA VALORE AGGIUNTO, RITENUTI “GRAVOSI”
• REQUISITI DEL PRODOTTO FINITO, POCO “CENTRATI” O E POCO OGGETTIVI
• NECESSITA’ DI INTEPRETARE SUL PIANO TUTTI I REQUISITI NON ESPRESSI IN MODO ESTESO DAL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE, CON IL RISCHIO DI EVIDENZIARE SORPRESE (CONDIZIONI DICONFEZIONAMENTO E DI ETICHETTATURA, CONDIZIONI DIVENDITA, STATO FISICO DEL PRODOTTO)
• CRITERI DI CAMPIONAMENTO BASATI SU NORME SETTORIALI
• COMUNICAZIONE MENSILE DEI DATI PRODUTTIVI E COMUNICAZIONE DI OGNI VARIAZIONE SOSTANZIALE AL SISTEMA DI PRODUZIONE (ALL’OdC)
• SISTEMA SANZIONATORIO SPECIFICATO ATTRAVERSO UNO SCHEMA COMPLESSO (SCHEMA DEI CONTROLLI)
10. PIANO DEI CONTROLLI
SOGGET
TO (1)
PROCEDURA O
FASE DI
PROCESSO (2)
AUTOCONTROLLO
(4)
ID ATTIVITA' DI
CONTROLLO (5)
Tipo di
controllo
(6)
Entità del
controllo per
anno (in %)
Elemento
controllato
documentaz.
COMUNICATA AL
MIPAF (7)
NON
CONFORMITA' (8)
GRAVITA' DELLA
NON
CONFORMITA' (9)
TRATTAMENTO
DELLA NON
CONFORMITA' (10)
AZIONE CORRETTIVA
(11)
Categoria DescrizioneRiconoscimento
iniziale
Ubicazione
aziende agricole e
castagneti
In territorio delimitato
Requisito 1
produrre specifica
richiesta di accesso
al sistema di
controllo.
1 controllo documentaz. D ad ogni
riconos.
agricoltori
richiedenti
Elenco completo, alla
fine di ogni anno solare,
degli agricoltori registrati
specificando per ognuno:
l'elenco degli
appezzamenti (dati
catastali), la tipologia
delle coltivazioni (nr.
piante, varietà), le
produzioni ottenute
fuori zona Diniego
riconoscimento
iscrizione castagneti
fuori zona
adeguatezza
impianti di
coltivazione
Allegare alla
richiesta idonea
documentaz. come
da § 5.2
2 controllo completezza
documentaz.
D ad ogni
riconos.
agricoltori
richiedenti
carenze della
documentaz.
Sospensione
procedura di
riconoscimento
richiesta integrazione o
completamento
documentaz. o
adeguamento del requisito
3 controllo ALL 3
"Registro castagneti"
D ad ogni
riconos.
agricoltori
richiedenti
castagneti con
requisiti non
rispondenti al
disciplinare
esclusione terreni non
idonei
richiesta presentazione
nuova domanda con
esclusione terreni non
idonei
4 verifica ispettiva I ad ogni
riconos.
agricoltori
richiedenti
inadeguatezza
impianti di
coltivazione
esclusione
appezzamenti non
idonei da sistema di
controllo
richiesta presentazione
nuova domanda con
esclusione terreni non
idonei
Mantenimento dei
requisiti
Anagrafica
agricoltore
Comunicare ad
INOQ le variazioni
anagrafiche
intervenute entro 15
giorni dal loro
accadimento (§ 5.4)
5 controllo variazioni
comunicate
D ad ogni
comunic.
agricoltori
registrati
Elenco completo degli
agricoltori
registratispecificando per
ognuno: l'elenco degli
appezzamenti (dati
catastali), la tipologia
delle coltivazioni (nr.
piante, varietà), le
produzioni ottenute
mancata
comunicazione
variazione
anagrafica
intervenuta
Lieve Richiesta
adeguamento
anagrafica
Verifica documentale ed
aggiornamento elenco
produttori.
ubicazione delle
aziende agricole
In territorio previsto
delimitato
Requisito 1
Comunicare (entro
15 gg.) variazione
ubicazione siti
produttivi o
castagneti
6 controllo variazioni
comunicate
D ad ogni
comunic.
agricoltori
registrati
aggiornamento elenco
agricoltori
Nuova ubicazione
sede aziendale o
nuovo
appezzamento
fuori territorio
delimitato
Grave Diniego
riconoscimento o
Esclusione
appezzamento da
circuito IGP
7 mancata
comunicazione
variazione entro i
15 giorni in
territorio delimitato
Lieve Esclusione del
prodotto da circuito
IGP fino a verifica
dell'adeguatezza del
nuovo appezzamento
Attesa comunicazione e
verifica ispettiva nuovo
appezzamento
8 mancata
comunicazione
dopo sollecito in
territorio delimitato
Grave Esclusione del
prodotto da circuito
IGP fino a verifica
dell'adeguatezza del
nuovo
appezzamento.
Trasmissione NC a
ICCQPA
Attesa comunicazione e
verifica ispettiva nuovo
appezzamento
Ag
rico
lto
ri PIANO DEI CONTROLLI
"Castagna Cuneo"
PC9.1a/9Rev.2
Redatto da: RCP. Verificato da: RAQ Approvato da: DIG Data: 10/10/2008
Varietà: Req. 2
Altitudine: Req. 3
Densità: Req. 4
REQUISITO (3)
SOLUZIONI PER SEMPLIFICARE IL SOLUZIONI PER SEMPLIFICARE IL SISTEMA DEI CONTROLLISISTEMA DEI CONTROLLI
• DI COMPETENZA ASSOCIATIVA
• SCELTA OCULATA DEI REQUISITI VALORIZZANTI
• REQUISITI SPECIFICATI IN MODO CHIARO E INEQUIVOCABILE
• VALIDAZIONE DEL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PRIMA DELLA REGISTRAZIONE DI UNA DENOMINAZIONE GEOGRAFICA.
• INFORMAZIONE DEGLI OPERATORI IN MERITO AI CONTENUTI DEL PIANO
• DI COMPETENZA ISTITUZIONALE
• ULTERIORE AFFINAMENTO DEGLI SCHEMI DI CERTIFICAZIONE, (anche in coerenza con DM 297/04)– PROCEDURE DI CONTROLLO.
– STRUMENTI (SCHEDE DI REGISTRAZIONE) PER L’AUTOCONTROLLO AZIENDALE.
• MANTENIMENTO DELLE AUTORIZZAZIONI AL CONTROLLO IN ESCLUSIVA (UN PRODOTTO – UN ODC)