il ne bis in idem del p.m. antonio clemente

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Tutti conoscono il dott.Antonio Clemente per essere passato alla storia del porto delle nebbie beneventano (alias, Tribunale) come il paladino della legalità e dell'uguaglianza della legge anche per i potentati locali, come Mastella, Zamparini etc. Eppure, molte vicende arrivate al suo esame non sono state vagliate con attenzione almeno media, piuttosto con superficialità, come le carte dimostrano e di cui volenti o nolenti abbiamo dovuto solo prendere atto.Non è interessata al dott. Clemente neppure una corposa denuncia temporalmente datata post maxi incendio Barletta del 2009 ma non riguardante l'evento incendiario.La formula con cui il grande magistrato se ne uscì fu che alcuni fatti erano già stati sottoposti all'attenzione dei colleghi (Iannella e Cusani) tra cui il primo - udite, udite- aveva scomodato in fase di richiesta di archiviazione il brocardo della legittima difesa a favore del clan in nome del diritto di proprietà e di passaggio: VIM VI REPELLERE LICET.Non fu tenuta in considerazione l'opposizione alla richiesta di archiviazione inndirizzata al GIP Cusani e al Procuratore Capo dot.Maddalena.Poi, lo stesso Antonio Clemente ha detto ma sciattamente senza puntualizzare nel contesto in esame:"nel nostro ordinamento vige la prescrizione" . E poi: trattasi di abusi edilizi da parte della Immobiliare Sannita s.r.l.(alias, Barletta) contro i quali era emessa, in fase di indagini, ordinanza di demolizione ad opera dell'arch.FUSCO dell'UTC di San Giorgio del Sannio,ORDINANZA "CHE SI IGNORA SIA STATA ESEGUITA".N.B.All'UTC e all'Ufficio Tributi del Comune era stato denunciato l'abuso ed altri reati quali l'usurpazione e il falso ideologico in atti pubblici di compravendita immobiliare sin dal 06 aprile 2009 con prot. comunale n.8140.Quanta solerzia, non c'è che dire. Risultati ictu oculi molto interessanti per un'audizione della giustizia rappresentata nel caso in esame dal dott. Clemente. Da restar basiti. Perchè forse per ottenere pronunciamenti più obiettivi e consoni alla vicenda de qua, avremmo dovuto fare "Mastella" di cognome. (?)Non si tratta di Kafka e della lotta contro la burocrazia giudiziaria,come i non addetti potrebbero pensare a cospetto dei chierici. Questa chiave di lettura è tanto banale quanto macroscopicamente SBAGLIATA !Il meglio però il pm Clementelo ha espresso invocando il ne bis in idem:"premesso che il pm Iannella ha richiesto e OTTENUTO l'archiviazione, al promuovimento dell'azione penale osterebbe il principio del NE BIS IN IDEM"!!!!!Pensate: Clemente invoca - IN FASE DI INDAGINI -, (motivandone la chiusura con la scadenza del termine e la RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE) il "ne bis in idem" .Ciò è qualcosa che non esiste nel nostro ordinamento giuridico: occorre una sentenza passata in giudicato ! Il collega Iannella ha invocato invece per dare sfoggio alla cultura e alla civiltà giuridica di cui si fa portavoce in nome del popolo italiano il Vim vi repellere licet, Ovvero e in soldoni: Barletta è legittimato a difendersi usando violenza(su cose e persone) dalla violenza.(che subirebbe).Violenza di chi ? Della sottoscritta! La cui unica pretesa è che le cc.dd.autorità facciano osservare a tutti (erga omnes) un'ordinanza contingibile e urgente di loro diretta emanazione. Risultato? L'abuso edilizio (il capannone fatto passare in atti comunali e catastali come tettoia....sic!) è ancora lì, non è stato demolito!Notate bene: il porto delle nebbie se non fa giustizia, fa almeno "squola" !P.S. Prossimamente,faremo uscire dalle grette stanze del palazzo di giustizia beneventano e dei malloppi cartacei, che gli operatori di giustizia neppure leggono...anche la singolare richiesta di archiviazione del collega di Clemente, il pm Iannella, la opposizione della persona offesa alla richiesta di archiviazione di costui, altre interessanti amnesie del paladino della giustizia Antonio Clemente e di altri suoi colleghi.Cosa significa che "i grumi di malaffare" espellono Clemente da BN ?