il fatto n. 046

32
pagina 6 Politica Primarie del PD: vince Bersani. E Minervini? pagina 10 Cronaca Polizia Municipale al lavoro: tra etilometro e pass per disabili. pagina 21 Cultura Rinasce il Teatro Petruzzelli di Bari: ve lo raccontiamo noi. pagina 24 Sport Via alla stagione dell’Hockey Club. Il sogno comincia. Così è morta nonna Giulia Donne e violenza: cosa succede Inchiesta n° 46 giovedì 29 ottobre 2009 Molfetta Quindicinale gratuito di informazione. P.I.P.: capiamo cos’è www.ilfatto.net Un tentativo di scippo finito tragicamente con la morte di una arzilla vecchietta di novant’anni. In manette i diciottenni Michele de Bari e Pietro Gadaleta. La città riscopre la violenza e si interroga su un crimi- ne ed una morte che ha commosso tutta Italia. Un centro per l’ascolto attivo in tutto il nord barese pronto ad offrire as- sistenza alle vittime di violenza. Episodi che si susseguono e che spesso si consumano nel silenzio delle mura domestiche. Donne sole che oggi hanno la possibilità di chiedere aiuto e di farsi ascoltare. pag. 7 pag. 13

Upload: il-fatto

Post on 08-Mar-2016

235 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

www.ilfatto.net

TRANSCRIPT

Page 1: Il Fatto n. 046

pagina 6

PoliticaPrimarie del PD: vince Bersani. E Minervini?

pagina 10

CronacaPolizia Municipale al lavoro: tra etilometro e pass per disabili.

pagina 21

CulturaRinasce il Teatro Petruzzelli di Bari: ve lo raccontiamo noi.

pagina 24

SportVia alla stagione dell’Hockey Club. Il sogno comincia.

Così è morta nonna Giulia Donne e violenza: cosa succede

Inchiesta

n° 46giovedì 29 ottobre 2009Molfetta Quindicinale gratuito di informazione.

P.I.P.: capiamo cos’è

w w w . i l f a t t o . n e t

Un tentativo di scippo finito tragicamente con la morte di una arzilla vecchietta di novant’anni. In manette i diciottenni Michele de Bari e Pietro Gadaleta. La città riscopre la violenza e si interroga su un crimi-ne ed una morte che ha commosso tutta Italia.

Un centro per l’ascolto attivo in tutto il nord barese pronto ad offrire as-sistenza alle vittime di violenza. Episodi che si susseguono e che spesso si consumano nel silenzio delle mura domestiche. Donne sole che oggi hanno la possibilità di chiedere aiuto e di farsi ascoltare.

pag. 7 pag. 13

Page 2: Il Fatto n. 046
Page 3: Il Fatto n. 046

Diventa sempre più sottile quella pericolosa linea rossa che esiste tra pubblico e privato. Un confine che sempre più spesso si supera, si salta, si sfonda. Tutto è pubblico quando fa notizia. Il privato diventa qualcosa di impalpabile e da ignorare facilmente. E allora può capitare che le “debo-lezze” di qualcuno finiscano all’im-provviso sulle prime pagine dei gior-nali e possano causare crisi non solo morali, ma soprattutto politiche.L’ultimo caso che la cronaca ci rac-conta è quella del “signor” Piero Marrazzo, giornalista diventato fa-moso grazie alla trasmissione “Mi manda Rai Tre” (ereditata da Miche-le Lubrano) e poi datosi alla politica per ritrovarsi a guidare una delle più importanti regioni d’Italia: il Lazio. Alle sue spalle il Partito Democrati-co e la voglia, dichiarata nel corso della ormai lontana campagna elet-torale, di moralizzare la politica, di

dare nuovo slancio alla regione, di rimettere le cose a posto. Salvo poi scoprire, e pensare, che è un po’ dif-ficile credere ad uno che nemmeno nella sua vita privata le cose riesce a metterle a posto. Lo “scherzetto” del ricatto tesogli da quattro “delin-quenti in divisa” entrati in possesso del famoso video in cui Marrazzo si accompagna a un trans, gli è costato per il momento la poltrona di gover-natore, certamente la ricandidatura alle prossime elezioni regionali e, soprattutto, uno sconvolgimento del-la vita privata che potrebbe provo-care conseguenze ben più gravi. Ed ecco quindi ampiamente sorpassato il confine tra pubblico e privato. Era successo qualche tempo fa con Silvio Sircana, anche lui esponente del Partito Democratico “pizzicato” con una “signorina particolare”. Succede quotidianamente con il pre-mier Silvio Berlusconi al centro di

inchieste, accuse e processi mediati-ci che ruotano attorno a feste, escort e compagnie femminili (ed in questo caso per lo meno il premier dimostra di non avere gusti tanto “strani”!). Insomma, la caccia allo scoop non si arresta e, del resto, sono i prota-gonisti stessi di queste vicende che sembrano non rendersi conto del ruolo pubblico rivestito e delle con-seguenze che ogni loro gesto, sep-pure privato, è capace di provocare. In Puglia è successa praticamente la stessa cosa: le debolezze “cor-porali” di qualche assessore regio-nale hanno rischiato di assestare un duro colpo alla giunta guidata da Nichi Vendola. Ma in quest’ultimo caso la situazione, seppure in questo momento sotto silenzio, ha avuto ri-svolti ben più gravi con un intreccio tra politica e malaffare che è ancora tutto da rivelare.Certo è che se il risalto mediatico è tanto significa che agli italiani del privato dei loro rappresentanti poli-

tici interessa poco: per la serie, “se sei presidente del consiglio, rappre-senti tutti noi, sempre e comunque”. E quindi ciò che fai devi farlo con scienza e coscienza. E se ci fosse qualcosa che il tuo ruolo pubblico di sconsiglia di fare, beh sarebbe il caso che tu lasciassi stare. Concetti che il collega di Telesveva Roberto Straniero ha ben sottolineato nel botta e risposta (che vi invito a vede-re cercando in internet su YouTube) con il sindaco di Canosa e presiden-te della Bat, Francesco Ventola: “Tu sei un personaggio pubblico e cer-te cose non le puoi fare”, diceva il giornalista al suo interlocutore. An-che se, forse, in fondo in fondo pen-sava: “Tu falle, che noi le raccon-tiamo alla gente”. Perché la gente, ormai è certo, il termine “privato” l’ha cassato dal vocabolario. Tutto è pubblico. A patto che riguardi gli altri. Così è la vita!

Corrado Germinario

La vicenda che ha coinvolto il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, ha riaperto il dibattito sulla situazione morale ma anche sulle garanzie di privacy concesse a chi riveste incarichi pubblici.

Pubblico e privato: che differenza c’è?1484Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

�Corsivogiovedì 29 ottobre 2009

Page 4: Il Fatto n. 046

Politica giovedì 29 ottobre 2009�

Molfetta fa scuola: incarichi alle donne1485Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Alla provincia di Taranto imposta la nomina di un assessore donna, così come al Comune di Maruggio. Analoga sentenza nel Lazio ed in Calabria la metà dei comuni non hanno rappresentanza femminile.

Molfetta continua a fare scuola. Nel bene e nel male. A riportare agli ono-ri delle cronache nazionali le vicen-de della nostra città, ci ha pensato la stampa commentando le ultime vicen-de che hanno coinvolto diversi comuni ed enti locali italiani finiti sotto accusa per aver dimenticato di tutelare “il di-ritto” alla parità dei sessi negli organi di rappresentanza istituzionale.A Molfetta, come si ricorderà, il caso scoppiò all’indomani della decisione del sindaco Antonio Azzollini di no-minare una giunta comunale composta da soli uomini, ignorando così la di-sposizione dello statuto comunale che prevedeva la presenza di entrambi i sessi. Una decisione fortemente soste-nuta dal sindaco Azzollini che dovette cedere solo dopo la decisione della magistratura amministrativa chiamata ad esprimersi in seguito ad un ricorso presentato dalla Consulta Femminile Regionale e da alcune associazioni. E così, in quel caso, il primo cittadino fu praticamente “costretto” ad affida-

re un incarico assessorile ad Anna Ma-ria Brattoli “smistando” l’assessore “rimosso”, Domenico Corrieri, in un incarico altrettanto prestigioso (e assai più remunerativo) come quello di diri-gente del settore affari generali.Nel resto d’Italia le cose non vanno poi così diversamente da Molfetta. È notizia degli ultimi giorni che il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del sindaco del Comune di San Giorgio a Liri, in provincia di Frosinone, che aveva attribuito deleghe assessorili solo a uomini. Stessa cosa che potreb-be accadere alla giunta provinciale di Rieti, anche quella formata da soli maschietti. Ed un decreto del Tar di Lecce nelle scorse settimane aveva imposto la presenza femminile anche nella giunta di Maruggio, così come è stato necessario l’intervento della ma-gistratura per portare “il gentil sesso” a sedere al tavolo dell'amministrazio-ne della Provincia di Taranto. Quella della “mancanza di rappre-sentatività” non è evidentemente una

cosa tanto rara. Secondo una indagine commissionata dalla commissione re-gionale pari opportunità, su un totale di 367 assessori nominati nei vari co-muni pugliesi le donne sono solo 52 ovvero il 14,17 % mentre gli uomini sono 315. Sempre secondo questa indagine, i comuni più virtuosi dal punto di vista delle quote rosa sono quelli in provin-cia di Lecce in cui le donne in giunta sono 26. Spetta invece alla provincia di Taranto il record negativo di una sola donna che, con la nomina ad as-sessore provinciale di Katia Marinò, fa due in tutto. Della parità tra i sessi può invece farsi vanto il comune di Sammichele che, con tre donne e tre uomini in giunta, pareggia il contro tra i due sessi. Non va sicuramente meglio per ciò che riguarda le amministrazioni pro-vinciali. La percentuale infatti scende al 12,5 % con solo sette donne contro 49 uomini. Anche in questo caso è la provincia di Lecce a farsi notare in po-

sitivo grazie alle tre donne in giunta. Le province di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto, registrano ognuno una sola presenza femminile. Insomma, mentre l’Italia continua a fare i conti con la crisi economi-ca che sembra non andare via, con i problemi di disoccupazione e in-digenza, sembra che a molti l’unica cosa che interessi sia quella di assi-curarsi che “maschietti e femminuc-ce” abbiano le stesse poltrone. Cosa giusta se non fosse che appare un po’ strano che per garantire tutto ciò siano necessarie le carte bollate e le sentenze dei giudici. Così, dopo che hanno privato gli italiani del piacere di scegliere “sul serio” i loro rap-presentanti in parlamento, dopo che gli elettori sono costretti ad assiste-re impotenti ai cambi di casacca dei politici di tutti gli schieramenti, ecco che la composizione di giunte ed or-gani amministrativi deve passare per le mani dei magistrati. Anche questa è democrazia.

Page 5: Il Fatto n. 046

Pensando alla signora Giulia1486Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

L’opinionegiovedì 29 ottobre 2009 �

Rischiamo di dimenticarla, forse, a qualche giorno dal fattaccio, la si-gnora Giulia, uccisa da due scippato-ri balordi all’angolo di casa, mentre andava dal medico a farsi “scrivere le medicine”, come probabilmente avrebbe detto lei. Novantenne e la fortuna di poter badare a se stes-sa, senza dipendere da nessuno per comprare il pane o la frutta, anche di abitare in un quartiere popoloso, in cui a fare il giro del palazzo si può

trovare quanto serve, certo non la morte, quella no. Facile immaginare che la conoscessero tutti e che a sua volta lei conoscesse tutti, che si sen-tisse sicura, nonostante gli anni e gli acciacchi, a camminare in un territo-rio noto palmo per palmo.In questo mondo in cui pare che ad allontanarsi si corrano tutti i perico-li, da quello terroristico al contagio di malattie varie, la signora Giulia se ne stava tranquilla sul marciapiede

di casa, senza dar fastidio a nessuno, quando due ragazzacci, nel tentativo di strapparle la borsa, l’hanno trasci-nata per terra e uccisa. Non le è stata risparmiata l’agonia, il trasporto da un ospedale all’altro, l’autopsia a constatare il decesso avvenuto per complicazioni respiratorie. Chissà quanto s’era raccomandata a Dio e ai suoi cari, di poter morire a casa, sotto l’occhio vigile e amorevole dell’altarino che sicuramente aveva sul comò, con le figurine dei parenti che l’hanno preceduta nell’altra di-mensione. Invece no, per lei un’altra sorte. Due balordi, che non si capi-sce cosa potevano aspettarsi dalla borsetta di una persona anziana, lo strappo, la reazione inconscia di te-ner stretta la sacca e i propri tesori, l’urto fatale per le sue ossa fragili di uccellino.Dopo, come si suol dire in questi casi, il cordoglio è stato unanime, ma prima, questi sono i fatti, prima, questa città forse non ha fatto tut-to quello che poteva e doveva per difendere Giulia. Dopo è partito il solito festival e dei luoghi comuni, la giustizia che non funziona, i de-linquenti che in galera poi non ci rimangono e non si capisce allora come mai quelle italiane siano tanto piene, senza farsi mancare la richie-sta della pena di morte, per finire al progetto di armare i vigili urbani, quando si potrebbe cominciare dalle cose più ragionevoli, cioè ad averli i

vigili urbani necessari, mentre sono sott’organico da anni e costretti a misurarsi con una città che vede au-mentare di pari passo l’estensione e l’illegalità diffusa. Molte parole, dopo, facili da spende-re, e tutto rimane uguale a sempre. Ad uscire di casa, anche in quartieri completamente diversi, si viene av-visati di tener stretta la borsa, che più avanti o nella strada parallela, il giorno prima o quello prima ancora una signora è stata inseguita fin nel portone di casa per strapparle la bor-sa o un’altra, anziana, trascinata sul marciapiede ed è una fortuna che se la sia cavata solo con una contusio-ne e un gran spavento. E i colpevo-li, quando catturati, come nel caso dei responsabili dell’uccisione della signora Giulia, non sono neppure i capri espiatori preferiti degli ultimi anni, non extracomunitari, ma pro-dotti locali, del sottoproletariato che si tollera finché casi come questo non fanno scoppiare il problema o che è comodo serbatoio di consensi elettorali.Una comunità, il pubblico e il pri-vato, dovrebbe farsi carico di tutti, dei più fragili, da qualunque parte stiano, delle regole, della crescita collettiva, della bellezza, della spe-ranza, cui tutti hanno diritto, e che ci vien meno, pensando alla signora Giulia.

Lella Salvemini

Page 6: Il Fatto n. 046

In tendenza con il dato nazionale, an-che a Molfetta Bersani ha vinto le pri-marie per la scelta del gruppo dirigen-te del Pd. I votanti sono stati in tutto 2.107, all’incirca gli stessi di due anni fa. Questi i dati per quanto riguarda il segretario nazionale: Bersani 1.306 voti (63, 12%); Franceschini 642 voti (31%); Marino 121 voti (5,85%). Inve-ce per la scelta del segretario regionale Blasi (mozione Bersani) ha ottenuto 996 voti, pari al 48,39%; Guglielmo Minervini (mozione Franceschini ) 890 voti (43,24%); Michele Emiliano 172 preferenze (8,35%).Affluenza superiore alle aspettative, domenica 25 ottobre; per tutta la gior-nata, c’è stata la fila davanti al seggio collocato nella sede cittadina del par-tito a Corso Margherita, anche se, per la migliore organizzazione, non si sono ripetute le scene di due anni fa, quando code lunghissime segnarono a Piazza Cappuccini il debutto delle primarie per

l’individuazione del primo segretario del nascente Partito Democratico. I ri-sultati parlano chiaro: le primarie sono servite anche a contare il peso locale dei vari esponenti. Guglielmo Minervi-ni non ne esce benissimo, visto che lui, candidato alla segreteria regionale, nel-la sua sezione è stato battuto da Bersa-

ni e dal suo candidato pugliese Sergio Blasi, sponsorizzati non tanto dagli ex diessini, ma da Piero De Nicolo. Anche la suddivisione delle preferenze fra le varie liste in appoggio ai candidati of-fre un’immagine precisa su come sia-no distribuite le forze nel partito e ne mette in discussione gli equilibri fino

ad ora costituiti. Le primarie si sono svolte senza problemi, grazie al lavoro paziente dei volontari, tranne qualche mugugno e qualche reciproca accusa fra le diverse anime del partito, di voti non proprio spontanei, ma, come dire, pilo-tati e portati in blocco dai vari maggio-renti, separati dalla scelta di appoggiare opposti candidati alla segreteria. È pur vero che pazientemente in fila e disposti a sborsare i due euro si sono visti molti giovani e riconosciuti i volti di coloro che a Molfetta da sempre si identifica-no in questa parte politica, che magari la tessera del partito non l’hanno pre-sa e mugugnano contro di dirigenti del centro sinistra e li criticano un giorno sì e l’altro pure, ma che hanno colto il senso dell’operazione primarie e forse ancor più che contribuire a scegliere il segretario hanno voluto far sapere che ci sono, che non si sono rassegnati, che un’altra Italia e un’altra Molfetta e la vogliono ancora.

Primarie: vince Bersani. Perde (forse) Minervini1487Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

� Politica giovedì 29 ottobre 2009

Anche i simpatizzanti molfettesi hanno scelto il neo segretario nazionale del Partito Democratico. Fa notizia la sconfitta di Guglielmo Minervini nella sua città.

Page 7: Il Fatto n. 046

�Politicagiovedì 29 ottobre 2009

Il gruppo sempre più attivo e presente nella vita politica e sociale della città.

Azzurro Donna: un anno di impegno1488Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Tenaci e combattive. Soprattutto con tanta voglia di impegnarsi nel socia-le per aggiungere un po’ del loro en-tusiasmo, delle loro esperienze pro-fessionali e della loro “femminilità” alla quotidianità di questa città. Sono pronte al confronto le componenti di “Azzurro Donna” che incontriamo in un locale del centro storico di Mol-fetta. Fuori piove e a poche decine di metri, nell’aula consiliare di Palazzo Giovene, è in corso una interminabile quanto noiosa riunione di Consiglio Comunale in cui si parla troppo di burocrazia e sempre meno di politica. Della politica della gente. “E noi pro-prio dalla politica della gente siamo partite – rompe il ghiaccio Nicla Ar-

dito, che del gruppo molfettese è vice coordinatrice – quando abbiamo ini-ziato la nostra avventura nel settembre 2008 eravamo in tre. Oggi siamo venti donne legate non solo da una comune ispirazione politica che ci vede collo-cate nell’ambito del PdL ma anche e soprattutto dalla voglia di essere pro-tagoniste.” Un protagonismo che sino-ra si è concretizzato in incontri aperti alla città e nell’impegno per segnalare alle istituzioni problemi e mancanze che rendono difficile la vita dei citta-dini. “Abbiamo parlato in passato di stalking – interviene la nuova coordi-natrice del gruppo, Antonella Picerro – oggi ci prepariamo a discutere di un tema importante nel convegno dal

titolo “Le malattie sessualmente tra-smissibili – Ascoltiamo gli esperti” che abbiamo organizzato per il pros-simo 14 novembre alle 18 nella sala “Finocchiaro” della Fabbrica di San Domenico e nel corso del quale inter-verranno ginecologi, oncologi, ricer-catori universitari. Ci rivolgeremo so-prattutto ai più giovani che sappiamo, purtroppo, essere i meno informati su questi temi”. L’incontro sarà introdot-to proprio da Antonella Picerro, men-tre la moderatrice sarà la dottoressa Olga Labianca. Al tavolo dei relatori si alterneranno il dottor Giuseppe Gra-gnagniello, specialista in ginecologia del consultorio familiare di Corato-Ruvo-Terlizzi, la dottoressa Rossella

Decio, dirigente medico dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Corato, il dottor Ni-cola la Forgia, oncologo e responsa-bile della sezione locale della LILT, il dottor Mauro Altomare, specialista in urologia dell’ospedale di Molfetta e la dottoressa Valentina Spano, dottoressa in psicologia. Concluderanno il dottor Luigi Roselli, assessore alla socialità, e il dottor Francesco Schittulli, presi-dente della Provincia di Bari e della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori.Ma “Azzurro Donna” non è solo il simbolo che rappresenta donne pron-te a fare “cultura” sul territorio, ma anche il punto di unione tra idee an-che diverse tra loro: “Non chiudiamo affatto le porte del nostro gruppo ad amiche provenienti da esperienze po-litiche diverse dalla nostra: ci piace il confronto e ci piace sentirci protagoni-ste”. Ed a proposito di protagonismo, cosa ne pensano le “donne azzurre” delle polemiche sollevate a Molfetta, ma anche in altre parti d’Italia, sulla mancata presenza di donne negli or-gani di governo? “Fatti poco concreti: le donne sono impegnate in politica e non è detto che solo con incarichi assessorili possa essere riconosciu-to il loro valore. È anche vero che a Molfetta il sindaco Antonio Azzolli-ni aveva giustamente deciso di dare ascolto all’elettorato che aveva dato la sua fiducia a degli uomini chiamati poi a rivestire la carica di assessore. Noi comunque sappiamo che il ruolo delle donne in questa amministrazione co-munale è fondamentale: al di là di ogni incarico ufficiale, non bisogna ricorda-re che dietro ogni uomo c’è una gran-de donna”. Non può quindi che venir fuori la classica domanda sul rapporto tra il premier Silvio Berlusconi ed il gentil sesso, almeno secondo quanto si apprende dai media. “Fatti di vita pri-vata che non ci interessano e che non dovrebbero certamente interessare né gli italiani né certa stampa”. Risposta secca senza possibilità di replica.

Page 8: Il Fatto n. 046

Cronaca giovedì 29 ottobre 2009�

Michele de Bari e Pietro Gadaleta sono i due giovani che hanno provocato la morte di Giulia Samarelli nel tentativo di sottrarle la borsa.

Dallo scippo all’omicidio: due in manetteCronacagiovedì 29 ottobre 2009 �

Concluso a tempo di record il processo sulla strage che a marzo del 2008 stravolse l’intera città.

Truck Center: arrivano le condanne1489Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Arrestato dai Carabinieri un venticinquenne molfettese. I militari hanno sequestrato numerose dosi di marjuana.

Droga e cartoni animati1490Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Si aggirava con atteggiamenti sospetti tra le vie del centro storico di Molfetta e per questo ha attirato l’attenzione di una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri. I militari hanno quindi deciso di procedere ad un controllo ma il giovane, Giovanbattista Pasculli, molfettese di 25 anni, alla vi-sta dei militari si è dato alla fuga a pie-di. Dopo un lungo inseguimento tra le

vie del quartiere Catacombe, il ragazzo, che aveva tentato di nascondersi sotto una macchina in sosta, è stato raggiun-to e bloccato dai militari. Perquisito è stato trovato in possesso di quattro dosi di marjuana e venti euro. Successiva-mente i militari hanno anche recuperato un involucro, abbandonato dal giovane nel corso della fuga, all’interno del quale sono state ritrovate altre 53 dosi di sostanza stupefacente. Il giovane è stato quindi arrestato e denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e anche per calunnia nei confronti dei militari dell’Arma. Infatti Pasculli aveva sostenuto che l’involu-cro recuperato dai carabinieri non fos-se suo. Ad incastrarlo invece è stato il particolare tipo di confezione utilizzato per ogni dose: sulle bustine, sia su quel-le contenute nell’involucro che su quel-le ritrovate addosso al ragazzo, c’era scritto “enjoy freedom”, viva la libertà. Una frase a cui Pasculli avrà modo di pensare dal carcere di Trani dove è sta-to condotto su disposizione del magi-strato di turno dottor Buquicchio.

Il giudice monocratico del tribunale di Trani, Lorenzo Gadaleta, ha emesso nel pomeriggio del 26 ottobre la sentenza del processo sulla strage della Truck Center, la tragedia in cui nel marzo del 2008 persero la vita Vincenzo Altoma-re, Guglielmo Mangano, Luigi Fari-nola, Biagio Sciancalepore e Michele Tasca, intossicati dalle esalazioni di acido solfidrico nel tentativo reciproco di salvarsi dalla morte.In primo grado sono stati condannati a quattro anni di reclusione e cinque anni di interdizione dalle attività di dirigen-za sanitaria Alessandro Buonopane e Mario Castaldo, responsabili della Fs Logistica e Pasquale Campanile, diri-

gente della La 5 Bio Trans. Assolto in-vece Filippo Abbianante, l’autista che trasportò materialmente la cisterna dal-la stazione di Bari alla Truck Center.Il giudice ha anche disposto sanzioni amministrative per cifre che variano da 1.400.000 euro per la Fs Logistica a 400.000 euro a carico della La 5 Bio Trans e Truck Center. Accolte anche le richieste di provvisionali dai 150mila ai 300mila euro in favore dei familiari degli operai deceduti. Disposto infine l’invio degli atti alle procure di Taranto, Grosseto e Bari affinché si possa proce-dere a carico dell’Eni, della Nuova Sol-mine e della Meleam contestando loro i reati di omicidio colposo, lesini aggra-vate e mancato rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.Per il pubblico ministero Giuseppe Ma-ralfa si è trattato di una sentenza giusta e che rende merito al lavoro della pubbli-ca accusa. Delusi invece i familiari del-le vittime che si aspettavano maggiore severità del giudice. “Sentenza attesa” ha invece dichiarato l’avvocato della Truck Center, Maurizio Altomare.

Hanno ammesso davanti al giudice le loro responsabilità i diciottenni Michele de Bari e Pietro Gadaleta, i due accusati di aver tentato di scippare lo scorso 14 ottobre la 90enne Giulia Samarelli che, a causa delle gravi lesioni riportate al capo ed al torace, è deceduta dopo aver lottato tra la vita e la morte per circa 30 ore in un letto degli Ospedali Riuniti di

Foggia. I due furono arrestati grazie alle indagini serrate condotte dai Carabinieri della locale Compagnia, guidati dal Ca-pitano Domenico Del Prete, che hanno consentito a distanza di poche ore dal tragico episodio di sottoporre a fermo i due giovanissimi accusati in un primo momento di tentata rapina impropria e successivamente di omicidio colposo.Erano circa le 20.30, quando una telefo-nata giunta sul “112” ha fatto convergere una “gazzella” del Nucleo Radiomobile presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Molfetta, dove era giunta un’anziana donna, in fin di vita per un trauma crani-co e toracico. Giunti sul posto per i necessari accerta-menti, i militari hanno appurato che la donna era stata vittima di un tentativo di scippo avvenuto in via Immacolata. In particolare, due individui a volto sco-perto, a bordo di un ciclomotore privo di targa, nel tentativo di scippare la bor-sa all’ignara 90enne, ne provocavano la caduta procurandole delle lesioni tanto gravi da ridurla in stato di incoscienza.

Avviate le indagini, i Carabinieri hanno riscontrato su quella via, la presenza di alcune telecamere di sorveglianza, in-stallate in punti differenti. Dalla visio-ne delle immagini è stato possibile non solo ricostruire esattamente la dinamica dell’azione delittuosa, ma anche risali-re all’identità dei due responsabili, ri-conosciuti dagli stessi operanti, poiché già noti per i loro precedenti alle Forze dell’Ordine. Intraprese immediatamente le ricerche, il primo ad essere rintracciato è stato il giovane di Terlizzi, raggiunto pres-so la propria abitazione nel corso della notte. La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare gli indumenti indossati dal giovane durante la rapina e chiaramente visibili nelle im-magini estrapolate dai sistemi di video-ripresa. Il secondo, invece, è stato inter-cettato, alle prime luci dell’alba, a bordo di un’autovettura per le vie del centro cittadino. Anche in questo caso, la per-quisizione dell’abitazione ha permesso ai militari di rinvenire e sequestrare gli

abiti indossati durante lo scippo. Grande commozione ha suscitato nel-l'intero quartiere la morte di Giulia Samarelli, ex sarta che da anni viveva sola e che era totalmente autonoma. Ai funerali della donna, celebrati dal ve-scovo Luigi Martella, hanno preso tante persone che conoscevano l’anziana e, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Azzollini che si è detto “assolu-tamente sconvolto da quanto accaduto” impegnandosi a continuare “a lavorare per aumentare il livello di sicurezza in città”. Censurabile invece il comporta-mento dei gruppi giovanili dei più im-portanti partiti. Dopo aver diffuso co-municati di sdegno e di solidarietà nei confronti della vittima, si sono ben guar-dati dal prendere parte al funerale. Mag-giore impegno dell’amministrazione è invece stato chiesto dal movimento civi-co Liberatorio Politico che ha invitato il sindaco ad assumere decisioni forti per ripristinare lo stato di legalità specie in alcune zone della città che sono oramai fortemente controllate dalla criminalità.

Page 9: Il Fatto n. 046

Cronaca giovedì 29 ottobre 2009�

Michele de Bari e Pietro Gadaleta sono i due giovani che hanno provocato la morte di Giulia Samarelli nel tentativo di sottrarle la borsa.

Dallo scippo all’omicidio: due in manette1491Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Cronacagiovedì 29 ottobre 2009 �

Arrestato dai Carabinieri un venticinquenne molfettese. I militari hanno sequestrato numerose dosi di marjuana.

Droga e cartoni animati

Si aggirava con atteggiamenti sospetti tra le vie del centro storico di Molfetta e per questo ha attirato l’attenzione di una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri. I militari hanno quindi deciso di procedere ad un controllo ma il giovane, Giovanbattista Pasculli, molfettese di 25 anni, alla vi-sta dei militari si è dato alla fuga a pie-di. Dopo un lungo inseguimento tra le

vie del quartiere Catacombe, il ragazzo, che aveva tentato di nascondersi sotto una macchina in sosta, è stato raggiun-to e bloccato dai militari. Perquisito è stato trovato in possesso di quattro dosi di marjuana e venti euro. Successiva-mente i militari hanno anche recuperato un involucro, abbandonato dal giovane nel corso della fuga, all’interno del quale sono state ritrovate altre 53 dosi di sostanza stupefacente. Il giovane è stato quindi arrestato e denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e anche per calunnia nei confronti dei militari dell’Arma. Infatti Pasculli aveva sostenuto che l’involu-cro recuperato dai carabinieri non fos-se suo. Ad incastrarlo invece è stato il particolare tipo di confezione utilizzato per ogni dose: sulle bustine, sia su quel-le contenute nell’involucro che su quel-le ritrovate addosso al ragazzo, c’era scritto “enjoy freedom”, viva la libertà. Una frase a cui Pasculli avrà modo di pensare dal carcere di Trani dove è sta-to condotto su disposizione del magi-strato di turno dottor Buquicchio.

Hanno ammesso davanti al giudice le loro responsabilità i diciottenni Michele de Bari e Pietro Gadaleta, i due accusati di aver tentato di scippare lo scorso 14 ottobre la 90enne Giulia Samarelli che, a causa delle gravi lesioni riportate al capo ed al torace, è deceduta dopo aver lottato tra la vita e la morte per circa 30 ore in un letto degli Ospedali Riuniti di

Foggia. I due furono arrestati grazie alle indagini serrate condotte dai Carabinieri della locale Compagnia, guidati dal Ca-pitano Domenico Del Prete, che hanno consentito a distanza di poche ore dal tragico episodio di sottoporre a fermo i due giovanissimi accusati in un primo momento di tentata rapina impropria e successivamente di omicidio colposo.Erano circa le 20.30, quando una telefo-nata giunta sul “112” ha fatto convergere una “gazzella” del Nucleo Radiomobile presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Molfetta, dove era giunta un’anziana donna, in fin di vita per un trauma crani-co e toracico. Giunti sul posto per i necessari accerta-menti, i militari hanno appurato che la donna era stata vittima di un tentativo di scippo avvenuto in via Immacolata. In particolare, due individui a volto sco-perto, a bordo di un ciclomotore privo di targa, nel tentativo di scippare la bor-sa all’ignara 90enne, ne provocavano la caduta procurandole delle lesioni tanto gravi da ridurla in stato di incoscienza.

Avviate le indagini, i Carabinieri hanno riscontrato su quella via, la presenza di alcune telecamere di sorveglianza, in-stallate in punti differenti. Dalla visio-ne delle immagini è stato possibile non solo ricostruire esattamente la dinamica dell’azione delittuosa, ma anche risali-re all’identità dei due responsabili, ri-conosciuti dagli stessi operanti, poiché già noti per i loro precedenti alle Forze dell’Ordine. Intraprese immediatamente le ricerche, il primo ad essere rintracciato è stato il giovane di Terlizzi, raggiunto pres-so la propria abitazione nel corso della notte. La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare gli indumenti indossati dal giovane durante la rapina e chiaramente visibili nelle im-magini estrapolate dai sistemi di video-ripresa. Il secondo, invece, è stato inter-cettato, alle prime luci dell’alba, a bordo di un’autovettura per le vie del centro cittadino. Anche in questo caso, la per-quisizione dell’abitazione ha permesso ai militari di rinvenire e sequestrare gli

abiti indossati durante lo scippo. Grande commozione ha suscitato nel-l'intero quartiere la morte di Giulia Samarelli, ex sarta che da anni viveva sola e che era totalmente autonoma. Ai funerali della donna, celebrati dal ve-scovo Luigi Martella, hanno preso tante persone che conoscevano l’anziana e, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Azzollini che si è detto “assolu-tamente sconvolto da quanto accaduto” impegnandosi a continuare “a lavorare per aumentare il livello di sicurezza in città”. Censurabile invece il comporta-mento dei gruppi giovanili dei più im-portanti partiti. Dopo aver diffuso co-municati di sdegno e di solidarietà nei confronti della vittima, si sono ben guar-dati dal prendere parte al funerale. Mag-giore impegno dell’amministrazione è invece stato chiesto dal movimento civi-co Liberatorio Politico che ha invitato il sindaco ad assumere decisioni forti per ripristinare lo stato di legalità specie in alcune zone della città che sono oramai fortemente controllate dalla criminalità.

Page 10: Il Fatto n. 046

Estate finita oramai da qualche settimana e tempo di bilanci per la Polizia Munici-pale di Molfetta guidata dal comandante Mauro Giuseppe Gadaleta e impegnata nel corso dei mesi caldi, tra le altre cose,

nella operazione “Estate Sicura”. Nei mesi di luglio e agosto, ogni fine setti-mana dal venerdì alla domenica e dalle 22 alle 2 della notte, oltre quaranta tra agen-ti, ufficiali e sottufficiali del corpo, hanno

pattugliato le strade della movida cittadina, allestendo posti di controllo e facendo uso anche dell’etilometro. Il bilancio dell’ope-razione parla di 215 autoveicoli sottoposti a controllo, 83 persone controllate con il test dell’etilometro con due di esse trovate oltre i limiti consentiti dalla legge ed a cui sono state sospese le patenti di guida. Ri-tirati anche 10 libretti di circolazione e 4 veicoli sono stati sottoposti a sequestro.In questi giorni, inoltre, è terminato il primo anno di controlli straordinari per debellare il fenomeno dell’uso abusivo di pass per disabili. La municipale di Molfetta ha de-nunciato alla Procura della Repubblica di Trani quattordici persone accusate di con-traffazione, alterazione o uso improprio dei pass (nella foto tre pass, falsi, riportanti tutti lo stesso numero identificativo). Deci-ne i controlli avviati nell’ottobre del 2008, coordinati dal maresciallo maggiore Cosi-mo de Robertis, e che sino ad oggi hanno consentito di ridurre drasticamente il nu-mero di contrassegni non regolari presenti in città oltre che di ritirarne molti utilizzati

da parenti di persone oramai decedute a cui il pass era stato legittimamente assegnato. I controlli continueranno nelle prossime settimane e contemporaneamente prose-guirà la sostituzione dei vecchi pass con i nuovi dotati di bollino ologrammato anti falsificazione. “Fino ad ottobre del 2008 – ha ricordato il maresciallo de Robertis – in città circolavano circa 1600 pass per disabili, molti di questi poi venivano ripro-dotti illegalmente. Immaginate cosa acca-deva: migliaia di veicoli che esponevano illecitamente il pass”, con tutte le relative conseguenze. “Oggi abbiamo ridotto il numero di pass regolari a circa la metà e stiamo continuando le operazioni di verifi-ca: non si tratta della volontà di punire ma della necessità di tutelare prima di tutto i veri disabili e poi gli onesti cittadini”. Tra i tanti casi strani da segnalare, il sequestro di un pass disabili falsificato fotocopiandone uno rilasciato in Russia e la denuncia di un automobilista “pizzicato” con quasi dieci riproduzioni di un contrassegno: insomma pass sempre pronti per l’uso.

Comunicato il bilancio dell’attività estiva della Polizia Municipale. Sempre alta l’attenzione per debellare il fenomeno dell’utilizzo illegittimo dei pass per disabili.

Estate Sicura e pass sotto controllo1492Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Cronaca giovedì 29 ottobre 200910

Page 11: Il Fatto n. 046

11Attualitàgiovedì 29 ottobre 2009

Il Comune di Molfetta sta adottando un metodo sperimentale per tentare di salvare le palme della città dall’insetto “killer”.

Punteruolo Rosso: una soluzione?1493Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Chi a Molfetta non si è ancora fatto una cultura circa il “Punteruolo rosso”, l’insetto killer delle palme? Purtrop-po in città moltissime piante risultano seriamente, se non irreversibilmente, compromesse dalla presenza di questo micidiale coleottero. Il “Rhynchopho-rus ferrugineus”, questo il suo nome scientifico, originario dell’Asia Mino-re, man mano ha cominciato a popolari territori sempre più ad occidente sino a raggiungere alcune regioni italiane. L’insetto vive all’interno delle palme per tutta la durata del suo ciclo vitale, in cui l’esemplare femmina comincia a deporre le uova alla base delle nuove foglie o in quelle che presentano feri-te e in alcune cavità. Le uova mutano nel giro di pochi giorni in larve le quali cominciano a vagare all’interno della pianta scavando piccoli tunnel ovunque e cibandosi di tutto il materiale fibroso al loro interno. Il ciclo dura circa 4 mesi sino a che la larva non raggiunge la maturità mutando nello stato definitivo. Ogni palma può contenere più genera-

zioni di “punteruolo” che difficilmente la abbandonano prima della sua totale distruzione, che avviene con il collasso su se stessa.Il Settore Lavori Pubblici del Comune di Molfetta, diretto dall’ingegner Enzo

Balducci, resosi conto del problema, diffusosi a macchia d’olio coinvolgen-do anche le piante molfettesi, ha deci-so di intraprendere una dura battaglia contro l’insetto, pur di salvare la palma prima di dover arrivare alla soluzione

più drastica, il suo abbattimento. Per questo ha affidato alla ditta “France-se Agricolture” di Giuseppe Francese, il compito di curare le numerosissime piante molfettesi “ammalate” con una terapia del tutto sperimentale. Si tratta di un vero e proprio metodo innovativo che sta riportando risultanti soddisfa-centi soprattutto su esemplari non del tutto compromessi e con uno stato di infestazione non molto avanzato. Una soluzione preventiva in sostanza che potrebbe salvare le palme, le più dif-fuse piante ornamentali di Molfetta. Il metodo consiste nel trattare la base del-le chiome e il “cuore delle cime”, luogo in cui si annidano le larve, prevede la somministrazione a distanza di 10-15 giorni di alcune dosi di Abamectina e di Thiamethoxan. Soltanto il tempo però potrà dire se il trattamento avrà il sopravvento su questo micidiale insetto ma quel che è certo è che la battaglia intrapresa sarà veramente dura.

Francesco Tempesta

Page 12: Il Fatto n. 046

Attualità giovedì 29 ottobre 200912

È sotto gli occhi di tutti che ultimamen-te la situazione dell’arredo urbano, delle strade e dei marciapiedi di Molfetta la-scia un po’ troppo a desiderare. La zona di espansione è perennemente nell’oc-chio del ciclone, ma il suo trascurato stato di manutenzione trova attenuanti nel fatto che si tratta di quartieri di nuo-va costruzione non ancora del tutto ter-

minati, con strade provvisorie e con la sostanziale mancanza di diversi servizi. Purtroppo non si tratta di disagi limitati soltanto alle nuove zone dato che questi sono diffusi in tutta la città anche in vie che dovrebbero costituire il salotto di Molfetta, zone destinate ad un piacevo-le passeggio, fra le vetrine dei negozi e fra gli incantevoli monumenti. Pren-diamo come esempio via Borgo. Strada trafficata in tutte le ore del giorno ma vittima dell’incuria soprattutto dei cit-tadini stessi. A chi non è mai capitato di calpestare dei regalini maleodoranti lasciati qua e là dai soliti cani portati a spasso dai padroni che non si prendono nemmeno la briga di pulire?L’altra zona centralissima della città, ovvero quella compresa fra le strade via Felice Cavallotti e viale Pio XI non se la passa di certo meglio. Queste stra-de, molto gettonate per la presenza di diversi negozi di abbigliamento e di al-cuni pub, sono costante fonte di disagio per i cittadini. Questo perché le condi-zioni dei marciapiedi, che dovrebbero

essere un luogo sicuro per passeggiare, mettono a inevitabile rischio l’inco-lumità della gente. Infatti questi sono pieni di avvallamenti e buche che si ri-velano causa di cadute e traumi artico-lari. Sinistri che avvengono soprattutto lungo viale Pio XI. Qui ormai le radici degli imponenti alberi hanno addirittura sollevato completamente le mattonelle. In verità la zona avrebbe dovuto gio-varsi di un profondo restyling che do-veva riportarla al suo antico splendore. Il progetto, risalente al gennaio del 2006 e approvato dalla giunta dell’al-lora sindaco Tommaso Minervini, ave-va previsto, infatti, lo stanziamento di ben 465.000 euro che sarebbero dovuti servire in primis per la ripavimenta-zione dei marciapiedi nonché per la sistemazione di panchine e cestini (at-tualmente una rarità). Parte di questi fondi sarebbe dovuto essere destinato anche all’innesto di una nuova vegeta-zione meno infestante di quella attuale e all’installazione di nuovi corpi illu-minati. Ma come succede ultimamente

e troppo spesso in città molti progetti approvati rimangono concreti soltanto sulla carta e non nei fatti. Ecco perché oggi ci ritroviamo a condannare l’en-nesimo problema trascurato da questa amministrazione, guidata adesso da Antonio Azzollini che all'epoca di que-sta delibera “fantasma” era assessore al Bilancio.

Francesco Tempesta

Lascia sempre più a desiderare lo stato di manutenzione dell’arredo urbano. Disagi per i cittadini e progetti dimenticati.

Corsa ad ostacoli sui marciapiedi1494Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Page 13: Il Fatto n. 046

1�Attualitàgiovedì 29 ottobre 2009

Centro Antiviolenza “RiscoprirSi…”, un aiuto concreto1495Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Da giugno del 2009 ha inizio l’attività del Centro Antiviolenza “Riscoprir-Si…”, un progetto che vede cooperare professionalità differenti in materia di educazione, pedagogia, psicologia, psicoterapia e legge, provenienti da esperienze vissute sul nostro territorio, a contatto con storie di violenza e soprusi su donne e minori.

Fare violenza, quasi per assonanza, è un po’ come “violare” la sfera dell’altro, di-struggere le sue barriere e colpirlo con forza nel corpo, nella mente, nell’anima. Troppe volte ciò si consuma in silenzio, ad esempio tra le mura domestiche, in quella che dovrebbe essere una fortezza sicura; lui carnefice, lei vittima. Oppure per strada tra i vicoli bui, tra i banchi di scuola, tra i volti noti di un gruppo di amici, un rapporto sessuale strappato con ferocia. E poi immagini incancella-bili, ferite che mai si rimargineranno e magari anche la beffa di essere additata dagli stupidi del villaggio come la fem-mina tentatrice, colei che ha provocato e che di conseguenza “se l’è cercata”. La violenza ai danni del “presunto ses-so debole” è da sempre un problema

sociale, talvolta mascherato da culture e tradizioni chiuse e poco evolute, perpe-trato da quel sesso che si è auto-consi-derato forte, ma che evidentemente non lo è affatto se ha bisogno di ricorrere a tali mezzi per esibire la propria virilità. Cambiare le teste di certi maschi sembra un’ardua impresa, ma aiutare le vittime di quest’orrore è sempre possibile e rea-lizzabile. Da giugno del 2009 ha inizio l’attività del Centro Antiviolenza “RiscoprirSi…”, un progetto che vede cooperare professio-nalità differenti in materia di educazio-ne, pedagogia, psicologia, psicoterapia e legge, provenienti da esperienze vissute sul nostro territorio, a contatto con storie di violenza e soprusi su donne e mino-ri. L’Associazione, che annovera tra le

socie fondatrici la dottoressa molfettese Giovanna Pisani, vice presidente, la dot-toressa Patrizia Lomuscio, presidente, e la dottoressa Antonella Marzano, segre-tario, mira a promuovere una cultura del-la non-violenza, a sradicare ogni forma di violenza dal tessuto sociale, auspica fi-nalmente una totale e reale rivalutazione della figura femminile, verso il riscatto di un genere con pari dignità, diritti e poten-zialità. Vari sono gli aiuti concreti offerti, come l’ascolto telefonico 24 ore su 24 (ai numeri 0883/764901 – 380/3450670), attività di sportello (lunedì 09:00-13:00, martedì e giovedì 15:00-19:00), sostegno psicologico e conselling individuale e di gruppo, percorsi volti al potenziamento di autostima e autonomia, assistenza legale, creazione di progetti individualizzati,

promozione della rete tra i diversi servizi del territorio, gestione delle emergenze, tutti servizi contraddistinti dalla garanzia di anonimato, riservatezza e gratuità. Il progetto trova il suo punto d’inizio e la propria sede nella città di Andria, in via Quarti 21, ma, come ci spiegano dal nu-cleo organizzativo, “le attività vengono presentate nelle zone limitrofe alla no-stra, avendo anche a disposizione una li-nea telefonica sempre attiva e usufruibile da persone di altri paesi; questo perché nelle località vicine non esistono centri specializzati per la ‘lotta’ alla violenza e ciò porta a notevoli problematiche”. È questa sicuramente una piccola oasi nel deserto, un’ancora di salvezza gettata a chi ogni giorno è costretto a nascondere lividi visibili e non visibili, a chi viene logorato e si logora silenziosamente. Il progetto è, inoltre, vincitore del bando “Principi Attivi: giovani idee per una Pu-glia migliore” pubblicato dalla Regione Puglia, Assessorato alla Trasparenza e alla Cittadinanza Attiva, nell’ambito del Programma Regionale per le Politiche Giovanili “Bollenti Spiriti” e dell’accor-do di Programma Quadro “Giovani idee per una Puglia migliore”, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 85 del 29/05/2008, per l’ambito di in-tervento concernente l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva; “Il fatto di aver potuto usufruire di un contributo econo-mico per lo start-up dell’iniziativa, pari a 25.000 euro, è stato per noi fondamenta-le, in quanto ci ha permesso di realizzare un sogno presente nelle nostre menti già dal 2007”. Finora solo una decina di utenti hanno fatto riscorso ai servizi del Centro, utenti italiani con un’età media di circa 35 anni. Tanti i fattori da tenere in considerazio-ne, a partire dal recente avvio delle atti-vità. Importante invece è conoscere che un aiuto esiste, che una piccola luce di salvezza è stata accesa e si spera che a questa se ne aggiungano presto altre.

Isabel Romano

Page 14: Il Fatto n. 046

Attualità1� giovedì 29 ottobre 2009

Violenza contro le donne: inquietanti i dati ufficiali1496Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Numeri “inquietanti” raccontano l’attualità di un problema che ha origine nella notte dei tempi.

Secondo il grande storico del Medio Oriente Bernard Lewis “la violenza contro le donne è una violenza contro il mondo intero perché, se il 50% del-l’umanità è tenuto in uno stato di mino-rità e soggezione, il danno che si crea è enorme e si ripercuote a livello econo-mico, educativo, culturale”. L’8 marzo 2009 il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon ha affermato che “la vio-lenza sulle donne non può essere tolle-rata, in nessuna forma, nessun contesto, nessuna circostanza, da nessun leader e nessun governo” e persino il nostro Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, l’8 settembre scorso, nel di-scorso di presentazione della Conferen-za Internazionale contro la violenza alle donne (molti i temi trattati: violenza in famiglia, tratta delle schiave, mutilazio-ni genitali femminili, aborto selettivo, acidificazione, stupri durante i conflitti armati, ecc.), tenutasi alla Farnesina a Roma, ha definito quest’ultima “la cima di una montagna che proietta la sua om-bra sulla società intera”: una società, aggiungiamo noi, per certi versi sorda e muta, perché il grave fenomeno della violenza alle donne, in particolar modo quella domestica, in gran parte ancora sommerso e taciuto, antico quanto il mondo ma anche moderno, variabile e sfaccettato, diversamente espresso e perpetrato, a volte irriconoscibile e subdolo, solo negli ultimi dieci anni è diventato tema di un reale dibattito pub-blico nonostante il movimento femmi-nista lo avesse, già negli anni Settanta, prepotentemente portato alla luce e po-sto all’attenzione delle istituzioni. Tra l’altro, fino ad allora, era stata conside-rata violenza contro le donne solo quel-la sessuale, agita da un estraneo, men-tre percosse, ricatti, insulti, privazioni economiche ai danni di moglie e figli venivano visti come manifestazioni di semplici conflitti familiari e privati, di nessuna rilevanza penale e giuridica. Cos’è cambiato dopo oltre 30 anni? Ben poco, a giudicare dagli inquietanti, ma non reali, dati ufficiali che continuano a raccontare la paura e la tristezza di mi-

lioni di donne, in ogni tempo e in ogni luogo, in differenti contesti sociali, eco-nomici, lavorativi, ancora pieni di segni e di ombre, e le vedono raggomitolate, rannicchiate dentro pseudo-amori o “malamori” pericolosi, nocivi, deleteri, suddite di rapporti, o, meglio, di non-rapporti, sbilanciati, malati, dove il linguaggio della violenza viene decodi-ficato in termini di passione estrema, e le varie forme di controllo ed abusi letti come indissolubile ed atavico senso di possesso ed appartenenza l’uno all’altra, entrambi a qualcosa di ineluttabile e ir-risolvibile. Tutti sappiamo che ben poco ha a che fare l’amore con tutto questo e, forse, lo sanno persino le donne che ne sono vittime ma che spesso si perdono nel mare dell’incredulità, del sospetto e dell’indifferenza istituzionale ogni qual volta chiedono di essere seriamente aiutate e sostenute, soprattutto quando, dopo essere state convinte a denunciare, si ritrovano da sole a seguire un pesante iter giudiziario, mentale e psicologico. Il fenomeno, a detta di chi lo studia e lo rileva, è endemico e trasversale: vittime ed aggressori appartengono a tutti i ceti sociali ed economici; questi ultimi tor-

mentano e perseguitano a nord come a sud, sono acculturati e non, giovani ed anziani, professionisti ed operai, arriva-no all’omicidio ed al suicidio se abban-donati, diventano ancor più bambini-aguzzini nel momento in cui si spezza il legame complesso ed ambivalente che hanno tessuto con tanta maestria. Secondo l’ONU una donna su cinque è stata vittima di abusi fisici e sessuali durante la propria vita e statistiche della Banca Mondiale segnalano che, per le donne tra i 15 e 44 anni la violenza è la prima causa di morte e di invalidità, an-cor più del cancro, della malaria e degli incidenti. I dati ISTAT 2006, relativi ad un’indagine su violenza e maltrattamen-ti contro le donne, condotta per via tele-fonica su un campione di 25.000 donne, comprese tra i 16 e 70 anni, confermano che in Italia sono 6 milioni 743mila le donne vittime di violenza, di cui 1104 in Puglia. Il sommerso rimane elevatis-simo dappertutto e le donne che non de-nunciano la violenza sono circa il 96% se essa è stata inferta da un non partner mentre sono il 93% quelle che non de-nunciano la violenza del proprio partner. In Puglia non esiste ancora un’adeguata

risposta ad un’esposizione così elevata di casi e di sommerso, non c’è copertura dei servizi di prevenzione e di presa in carico dei casi di abuso e addirittura le province di Lecce e di Foggia risultano sprovviste dei centri antiviolenza che dovrebbero essere ubicati in ciascuna provincia , secondo quanto disposto dalle linee guida attuative della Legge Regionale 17/2003: da qui l’esigenza di strutturare azioni ed interventi nonché una rete capillare di servizi per preveni-re e contrastare la cosiddetta “violenza di genere”. Il 18 novembre del 2008 la Giunta Regionale ha approvato un pia-no triennale di interventi (2009-2011) per favorire la conoscenza del fenome-no, promuovere campagne diffuse di sensibilizzazione, avviare un confronto strutturato tra i diversi livelli di gover-no regionale, locale e del terzo settore, incrementare la dotazione di strutture e servizi territoriali, potenziare le compe-tenze degli operatori pubblici e privati, garantire l’indipendenza economica alle donne vittime di violenza per favorire autonome e consapevoli scelte di vita.

Beatrice De Gennaro

Page 15: Il Fatto n. 046

Un territorio destinato ad attività pro-duttive che continua ad estendersi ed una città che, forse, non ha ancora ca-pito fino in fondo quale tesoro e quale ricchezza sia oggi a disposizione. Mol-fetta continua a vivere un periodo di crescita imprenditoriale in controten-denza con quanto avviene in molte altre aree del Paese. Certamente è, in questa fase storica, una delle poche aree del Mezzogiorno d’Italia che può vantarsi di avere i requisiti giusti per risollevarsi dalla crisi e cavalcare i futuri e auspica-bili anni di rilancio economico che in molti già vedono all’orizzonte. Quello che forse manca è una informazione completa, asettica e soprattutto ragio-nata su ciò che oggi la nostra città sta diventando. Una città che ha pian piano abbandonato la sua vocazione marina-ra e agricola per dedicarsi ai servizi, alle piccole e medie industrie, ai grossi

centri commerciali. Attirando investi-menti notevoli non solo da parte degli imprenditori locali ma anche dei gran-di investitori che hanno forse capito quali sono effettivamente le risorse del territorio. Un territorio che, al di là di fisiologici fenomeni criminali, appare ancora “vergine” dai poteri malavitosi, che può vantare vie di collegamento efficienti e, speriamo, un nuovo porto commerciale che per alcuni potrebbe essere una nuova “cattedrale nel deser-to” ma per molti altri il volano che farà definitivamente esplodere l’economia dell’area.Certo, ci sono anche i tanti problemi che uno sviluppo come quello che sta investendo Molfetta presenta: l’aumen-to del traffico veicolare, dei costi di “gestione” delle grandi aree produttive. I posti di lavoro che rimangono ancora troppo pochi e spesso “macchiati” dal

lavoro nero. Però si può crescere e mi-gliorare. Anche investendo ancora sulle grandi aree di sviluppo. È quello che ha voluto fare il Comune di Molfetta con il nuovo Piano per gli Insediamenti Produttivi. Un piano che porterà all’ul-teriore ampliamento della zona artigia-nale con la realizzazione di 105 nuovi lotti in cui troveranno spazio parte del-le oltre 100 aziende che hanno risposto al bando comunale per l’assegnazione dei terreni. Un’area di cui negli ultimi mesi si è parlato tanto: tra favorevo-li e contrari è quindi nato un dibattito che, ne siamo convinti, non può che far bene alla comunità. A chi in quel piano crede ciecamente e a chi solleva dub-bi: nel confronto si possono trovare le soluzioni migliori per la nostra terra. È per questo che oggi vi proponiamo i dubbi di chi segue la vicenda del nuovo P.I.P. ma anche le relazioni e i pareri dei tecnici che al progetto hanno lavorato e che ora sperano di vedere realizzati

i loro sogni e le loro idee. Un’area in cui troveranno spazio grandi strade, parcheggi, aree verdi e un nuovo ac-cesso alla zona artigianale. Ma anche le oramai famose “torri” del centro dire-zionale che, nelle intenzioni dei proget-tisti, dovranno diventare un elemento caratterizzante della città. Un piano che prevede anche interventi ecocompati-bili con l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile e soprattutto che vuol far si che la zona produttiva della città pos-sa essere sempre più vivibile per chi in essa dovrà lavorare o per chi, per varie altre ragioni, dovrà frequentarla.A breve il comune assegnerà i nuovi lotti disponibili. Poi, i progettisti lo sperano, dopo la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, gli acquirenti potranno dare il via ai lavori. La speranza è che, entro il 2015 l’area possa essere finalmente viva. E con essa possano trovare nuova vita la città ed i cittadini. Staremo a vedere.

1�Inchiestagiovedì 29 ottobre 2009

Una nuova era per la città?1497Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il nuovo piano per gli insediamenti produttivi della Zona Artigianale potrà modificare positivamente il futuro della città. cerchiamo quindi di capire effettivamente di cosa si tratta.

Page 16: Il Fatto n. 046

Inchiesta1�

Chi è il signor “P.I.P.”?Visto da... Francesco Tempesta

1499Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

1498

Lame e Zona P.I.P.: parola al tecnicoL’ingegner Corrado Altomare si è occupato in prima persona di redigere uno studio idrologico-idraulico con lo

scopo di analizzare il problema e valutare gli interventi progettuali necessari.

Vi proponiamo integralmente la relazione presentata dal gruppo di lavoro che ha redatto il P.I.P. e che riteniamo possa essere utile per documentarsi sull’attività dei tecnici, sui loro obiettivi e sulle prospettive del progetto, senza “opinioni” di sorta e in maniera del tutto “asettica” da preconcetti

di natura politica o ambientale.

Gli allarmi per possibili rischi idrogeo-logici lanciati nei mesi scorsi dall’Au-torità di Bacino (AdB), da Legambien-te e da molti cittadini molfettesi, non hanno scoraggiato affatto il Comune di Molfetta che continua ad andare per la sua strada come un mulo difendendo con tutti i mezzi il nuovo piano “P.I.P.”. Tante sono state le polemiche circa questo terzo “piano di insediamento produttivo” lanciato dall’amministra-zione allo scopo di poter allargare la già avviatissima zona artigianale. La nuova zona produttiva nascerà in una zona tagliata da più di una lama e con-siderata a forte rischio idrogeologico dal Pai (Piano assetto idrogeologico) deliberato dall’AdB. Il sindaco di Mol-fetta dopo aver annunciato il ricorso contro quest’ultimo piano al “Tribu-nale delle acque” nei giorni scorsi ha anche posto la sua firma in calce al bando che assegnerà i lotti della zona in questione agli imprenditori aven-ti i requisiti che lo richiederanno. Le domande di richiesta d’insediamento sono state consegnate in busta chiusa entro lo scorso 22 ottobre. Secondo molti aderenti ad associazioni ambientaliste e a partiti di opposizione, ci si trova difronte al ripetersi dell’en-nesima situazione paradossale nella nostra città, una situazione che abba-stanza diffusa in Italia, Paese conside-rato fra quelli a più alto rischio idro-geologico nel mondo. A detta del mini-stro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, dopo la tragedia di Messina verranno assegnati maggiori poteri decisionali alle varie AdB e con-temporaneamente scatteranno controlli sempre più rigidi nei confronti del co-siddetto abusivismo edilizio autorizza-to, una piaga atroce della nostra bella Italia. Si tratta in poche parole delle autorizzazioni a costruire concesse troppo facilmente, specialmente dal-le autorità comunali, in luoghi in cui non si dovrebbe affatto costruire per svariati motivi, onde evitare possibili ripercussioni per l’incolumità uma-na. Adesso qualcuno si chiederà cosa ne penserebbe il Ministro se venisse a conoscenza che un suo illustre colle-ga di partito, nonché presidente della Commissione Bilancio del Senato, si è messo a fare causa nientemeno che all’Autorità di Bacino per costruire in una zona in cui il rischio idrogeologico persiste da millenni soltanto perché a Molfetta lo spazio per edificare indu-strie si è ormai esaurito?

All’atto delle scelte urbanistiche e fun-zionali, che hanno condotto alla reda-zione del progetto per l’ampliamento del P.I.P. di Molfetta, il gruppo di pro-gettazione, con onestà intellettuale e ri-gore professionale, si è posta tra i primi obiettivi l’analisi idrogeomorfologica dell’area, essendo perfettamente a co-noscenza delle possibili problematiche che, in modo semplice e a volte sempli-cistico, vengono correlate alla esistenza delle cosiddette “lame”. Tanto si è detto e scritto sulle lame e dunque non mi di-lungherò nella loro descrizione: sempli-cemente esse possono essere conside-rate come letti di antichi corsi d’acqua, ormai privi di qualsiasi deflusso super-ficiale, data la natura carsica e dunque estremamente permeabile del nostro suolo. Tuttavia in seguito ad eventi pio-vosi di rara intensità ed occorrenza, è possibile, sotto certe condizioni, che le acque defluiscano lungo questi percorsi, provocando danni a persone o cose. Il sottoscritto si è occupato in prima persona di redigere uno studio idrologi-co-idraulico con lo scopo di analizzare

il problema e valutare gli interventi pro-gettuali necessari.La zona di interesse, come gran parte del territorio, è in molti punti caratterizzata da un reticolo idrografico poco marcato, in cui le vie di deflusso delle acque su-perficiali sono incerte e non ben defini-te. Va considerato inoltre che anche tutta l’area a monte di Molfetta è un’area di tipo carsico, caratterizzata, di norma, da grande capacità di infiltrazione e poco deflusso. L’analisi condotta ha necessi-tato continui rilievi di campo atti a ve-rificare le condizioni del suolo, l’uso, le colture, ecc., parametri questi fonda-mentali, specialmente nell’analisi di una zona carsica e con cliviometria modesta come la nostra. Il tutto ha condotto alla conclusione che per l’unica formazione rilevante, la lama Marcinase, deflussi di natura eccezionale non interessassero l’area di progetto. Questa risulta inve-ce influenzata dalla presenza della lama del Pulo e di quella che oggi si vuole continuare a definire lama Scorbeto, in realtà non più di un avvallamento lungo qualche centinaio di metri e senza alcu-

na continuità idrualica a monte o a valle. Dall’analisi è emerso che potenzialmen-te modesti deflussi nella lama del Pulo potessero caratteirzzare l’area, mentre per la zona dove si vuole identificare la lama Scorbeto, le portate eventuali sono smaltibili da una idonea rete di drenag-gio. Pertanto l’ubicazione di aree a ver-de e la progettazione di fogna bianca con vasche di laminazione per le acque sono apparse le scelte adatte affinché non si determinassero problemi di sicurezza legati alla imminente urbanizzazione dell’area. Si può affermare che da parte dei progettisti e dell’Amministrazione è stata posta sempre attenzione a tali pro-blematiche, ma che la conoscenza del territorio in ogni sua parte, delle notizie storiche, dei caratteri tipolgici delle aree, sono condizioni fondamentali affinché vengano sciolte le incertezze altrimenti certamente presenti nei risultati ottenuti con l’ausilio di un software commer-ciale. Questo forse è ciò che non hanno pienamente fatto i tecnici di enti sovra-comunali preposti. Mi sono occupato e mi sto occupando di siuazioni analoghe

su tutto il terriotorio, e posso asserire con tranquillità che esiste un inutile e forse in parte pilotato allarmismo, lega-to al problema delle lame di Molfetta. In generale la permeabilità del suolo, il suo uso, le modificazioni subite nel cor-so degli anni, sono tali da non svilupa-re quegli eventi catastrofici di cui tanto qualcuno continua a parlare.È pur vero che nella città di Molfetta, specialmente in alcune zone di espan-sione, a seguito di copiose precipitazio-ni si verificano problemi di allagamento, ma non vanno confusi i problemi legati ad una cattiva progettazione e realiz-zazione della fognatura pluviale, con quelli legati alle acque provenienti dal territorio retrostante l’abitato e dalle incisioni morfologiche in esse presenti. Le due cose non sono correlate, non è l’acque delle lame che socrre in città, ma quella che non può essere smaltita dalla fogna!

Ing. Corrado AltomareComponente del Gruppo

di Progettazionecontinua a pag. 18

Il nuovo Piano degli Insediamenti Produttivi del Comune di Molfetta interviene su aree destinate dal P.R.G.C vigente a zone per la realizzazione di sedi produttive per aziende industriali, artigianali, commerciali, di produzione di energia con processi ambientali alternativi, direzionali e di servizi nonché permet-te la creazione delle attrezzature sociali di servizio all’attività produttiva ivi comprese le attività ricettive. Attraverso la pia-nificazione l’Amministrazione Comunale mette in campo la risorsa disponibile – il territorio – e la distribuisce con l’obiet-tivo di esaltare le differenze che normalmente ci sono tra i vari soggetti coinvolti nella trasformazione della città, per ottenere il massimo risultato possibile, cercando di avviare quel pro-cesso virtuoso per cui allo stesso processo evolutivo siano in-teressati più soggetti. Il Piano Urbanistico diviene, pertanto, non solo quello della domanda, della risposta cioè al cosiddetto fabbisogno. Esso deve essere anche il Piano dell’offerta, di op-portunità di sviluppo. Deve creare condizioni di competitività e concorrenza tra gli operatori non appiattirsi tra gli adempimenti burocratici e notarili di assegnazione del lotto.L’impianto urbanistico del Piano risente della delimitazione della variante e richiama la disposizione a maglie regolari con strade ortogonali. L’asse principale di scorrimento, nella parte a sud, taglia di netto l’intera area e raccorda, quasi fosse già predeterminato, le strade esistenti e la comunale Fondo Fava-le. Sarà un lungo viale con isole alberate, parcheggi, rotatorie stradali e verde di decoro privato su entrambi il lati. Nessun accesso carrabile sarà consentito lungo questa arteria. Alla re-golarità infrastrutturale corrisponde una ottimale distribuzione dei lotti. Questa risulta tanto razionale per contenere i costi di urbanizzazione riducendo al minimo l’estensione delle strade, il che si ottiene disponendo i lotti su entrambi i lati stradali in modo da presentare il lato minore verso la strada mantenendo più basso possibile il rapporto tra larghezza e profondità del lotto. Particolare attenzione è stata posta nella progettazione dell’area centrale per il direzionale caratterizzata da una siste-mazione urbanistica particolare e di grande impatto destinata alle attrezzature collettive, asili nido, scuole materne, attrezza-ture amministrative e commerciali, centri sanitari, assistenziali, sindacali, ricreativi, servizi di ristoro, attrezzature di soggior-no, servizi consortili, associativi e di formazione professionale, e in generale, attività poste al servizio degli impianti produttivi. L’intero impianto direzionale e per servizi coniuga i caratteri della monumentalità con quelli propri delle caratteristiche co-struttive locali assumendo valenza di opera di interesse pubbli-co e componente dell’azione del piano strategico comunale.Quale elemento caratterizzante la zona artigianale e la città intera, le due torri si pongono come studio del nuovo corso dell’edificazione pugliese: immagini spaziali che integrano ar-chitettura, ingegneria, ambiente e concezioni bioclimatiche. La luce, l’acqua, l’aria e il verde saranno gli elementi base del “funzionamento” dello spazio interno ed esterno. L’edificio che prevede una vocazione tipologica mista con settori differenzia-ti dovrà consentire, anche nel sistema strutturale, una grande

libertà nell’articolazione degli spazi a garanzia di un’ampia flessibilità. Il nucleo centrale delle due torri ac-coglie un sistema di collegamento verticale – scala a doppia elica so-vrapposta – liberamente ispirato alla famosa scala di Leonardo da Vinci realizzata nel castello di Chambord in Francia. All’interno di esse oltre al sistema di elevazione per la parte alberghiera, si allocheranno tutte le montanti tecnologiche e il sistema di ventilazione interno che, grazie alle terrazze verdi poste a diverse altez-ze consentirà il recupero dell’area esterna in modo naturale e non mec-canico. Le torri dovranno prevedere un sistema alternativo e innovativo di produzione energetica, flussi di circolazione e diffusione dell’aria e della luce naturale e innovazioni nel campo della domotica.Per la prima volta in un Piano per Insediamenti Produttivi regionale si tenta di avviare un processo costrut-tivo che verticalizza le funzionalità. Le torri, a forte presenza per la loro non comune altezza (circa 100 metri) e per la molteplice disponibilità in-terna, diventeranno riferimento visi-vo e relazionale della nuova zona ar-tigianale. A differenza di altri edifici

Page 17: Il Fatto n. 046

giovedì 29 ottobre 2009 1�

Chi è il signor “P.I.P.”?

Lame e Zona P.I.P.: parola al tecnicoL’ingegner Corrado Altomare si è occupato in prima persona di redigere uno studio idrologico-idraulico con lo

scopo di analizzare il problema e valutare gli interventi progettuali necessari.

1500Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

All’atto delle scelte urbanistiche e fun-zionali, che hanno condotto alla reda-zione del progetto per l’ampliamento del P.I.P. di Molfetta, il gruppo di pro-gettazione, con onestà intellettuale e ri-gore professionale, si è posta tra i primi obiettivi l’analisi idrogeomorfologica dell’area, essendo perfettamente a co-noscenza delle possibili problematiche che, in modo semplice e a volte sempli-cistico, vengono correlate alla esistenza delle cosiddette “lame”. Tanto si è detto e scritto sulle lame e dunque non mi di-lungherò nella loro descrizione: sempli-cemente esse possono essere conside-rate come letti di antichi corsi d’acqua, ormai privi di qualsiasi deflusso super-ficiale, data la natura carsica e dunque estremamente permeabile del nostro suolo. Tuttavia in seguito ad eventi pio-vosi di rara intensità ed occorrenza, è possibile, sotto certe condizioni, che le acque defluiscano lungo questi percorsi, provocando danni a persone o cose. Il sottoscritto si è occupato in prima persona di redigere uno studio idrologi-co-idraulico con lo scopo di analizzare

il problema e valutare gli interventi pro-gettuali necessari.La zona di interesse, come gran parte del territorio, è in molti punti caratterizzata da un reticolo idrografico poco marcato, in cui le vie di deflusso delle acque su-perficiali sono incerte e non ben defini-te. Va considerato inoltre che anche tutta l’area a monte di Molfetta è un’area di tipo carsico, caratterizzata, di norma, da grande capacità di infiltrazione e poco deflusso. L’analisi condotta ha necessi-tato continui rilievi di campo atti a ve-rificare le condizioni del suolo, l’uso, le colture, ecc., parametri questi fonda-mentali, specialmente nell’analisi di una zona carsica e con cliviometria modesta come la nostra. Il tutto ha condotto alla conclusione che per l’unica formazione rilevante, la lama Marcinase, deflussi di natura eccezionale non interessassero l’area di progetto. Questa risulta inve-ce influenzata dalla presenza della lama del Pulo e di quella che oggi si vuole continuare a definire lama Scorbeto, in realtà non più di un avvallamento lungo qualche centinaio di metri e senza alcu-

na continuità idrualica a monte o a valle. Dall’analisi è emerso che potenzialmen-te modesti deflussi nella lama del Pulo potessero caratteirzzare l’area, mentre per la zona dove si vuole identificare la lama Scorbeto, le portate eventuali sono smaltibili da una idonea rete di drenag-gio. Pertanto l’ubicazione di aree a ver-de e la progettazione di fogna bianca con vasche di laminazione per le acque sono apparse le scelte adatte affinché non si determinassero problemi di sicurezza legati alla imminente urbanizzazione dell’area. Si può affermare che da parte dei progettisti e dell’Amministrazione è stata posta sempre attenzione a tali pro-blematiche, ma che la conoscenza del territorio in ogni sua parte, delle notizie storiche, dei caratteri tipolgici delle aree, sono condizioni fondamentali affinché vengano sciolte le incertezze altrimenti certamente presenti nei risultati ottenuti con l’ausilio di un software commer-ciale. Questo forse è ciò che non hanno pienamente fatto i tecnici di enti sovra-comunali preposti. Mi sono occupato e mi sto occupando di siuazioni analoghe

su tutto il terriotorio, e posso asserire con tranquillità che esiste un inutile e forse in parte pilotato allarmismo, lega-to al problema delle lame di Molfetta. In generale la permeabilità del suolo, il suo uso, le modificazioni subite nel cor-so degli anni, sono tali da non svilupa-re quegli eventi catastrofici di cui tanto qualcuno continua a parlare.È pur vero che nella città di Molfetta, specialmente in alcune zone di espan-sione, a seguito di copiose precipitazio-ni si verificano problemi di allagamento, ma non vanno confusi i problemi legati ad una cattiva progettazione e realiz-zazione della fognatura pluviale, con quelli legati alle acque provenienti dal territorio retrostante l’abitato e dalle incisioni morfologiche in esse presenti. Le due cose non sono correlate, non è l’acque delle lame che socrre in città, ma quella che non può essere smaltita dalla fogna!

Ing. Corrado AltomareComponente del Gruppo

di Progettazionecontinua a pag. 18

libertà nell’articolazione degli spazi a garanzia di un’ampia flessibilità. Il nucleo centrale delle due torri ac-coglie un sistema di collegamento verticale – scala a doppia elica so-vrapposta – liberamente ispirato alla famosa scala di Leonardo da Vinci realizzata nel castello di Chambord in Francia. All’interno di esse oltre al sistema di elevazione per la parte alberghiera, si allocheranno tutte le montanti tecnologiche e il sistema di ventilazione interno che, grazie alle terrazze verdi poste a diverse altez-ze consentirà il recupero dell’area esterna in modo naturale e non mec-canico. Le torri dovranno prevedere un sistema alternativo e innovativo di produzione energetica, flussi di circolazione e diffusione dell’aria e della luce naturale e innovazioni nel campo della domotica.Per la prima volta in un Piano per Insediamenti Produttivi regionale si tenta di avviare un processo costrut-tivo che verticalizza le funzionalità. Le torri, a forte presenza per la loro non comune altezza (circa 100 metri) e per la molteplice disponibilità in-terna, diventeranno riferimento visi-vo e relazionale della nuova zona ar-tigianale. A differenza di altri edifici

Numeri e nomi del Progetto

Superficie territoriale: ���.��� metri

quadrati

Volume privato realizzabile per in-

sediamenti produttivi: 1.���.��2

metri cubi

Volume privato per insediamen-

ti direzionali/commerciali/servizi:

10�.�2� metri cubi

Progetto e R.u.p.: Ing. Rocco Altomare

– Dirigente Settore Territorio

Collaboratori esterni: Ing. Corrado Al-

tomare, Arch. Marta De Giglio, Geom.

Nicolò De Simine, Ing. Gaetano Di

Mola, Ing. Gianluca Porcelli, Arch. Mi-

chela Zaza. Collaboratori interni: Ing. Onofrio De Bari, Geom. Sergio Ciannamea, Geom. Sergio E. Gervasio.

Page 18: Il Fatto n. 046

le torri ospiteranno “funzioni della città” capaci di offrire dalla terrazza all’ultimo piano una nuova prospet-tiva del territorio urbano e del mare.L’area a sud prevede un insediamen-to di circa 104 aziende esclusi i lotti per il direzionale. L’area a nord non è stata suddivisa in lotti per facili-tare l’insediamento di quelle aziende di particolare dimensione operativa che abbisognano dell’intera area per il progetto specifico. Particolare at-tenzione è stata rivolta alle proble-matiche ambientali. Con lo studio e regolamentazione delle acque del bacino di competenza della lama in-teressante l’area di intervento, si è ipotizzata una raccolta, trattamento e smaltimento delle acque superficiali dell’intera area a sud. Sotto diverse rotatorie stradali saranno realizzate delle vasche di laminazione con due impianti di trattamento delle acque a valle nei pressi dell’area a servizi per la mobilità, e a monte verso lama Marcinase. Questi impianti tratteran-no tutta l’acqua che ruscellerà sulle strade del P.I.P. e, dopo il trattamen-to, le immetterà in vasche di accu-mulo con troppopieno in pozzi dre-nanti. La maggior parte dell’acqua

stoccata sarà utilizzata per il verde e per la pulizia stradale. Il progetto per ciascun intervento, pena l’irrice-vibilità della richiesta di Permesso di Costruire, dovrà prevedere la rea-lizzazione di un sistema completo di

raccolta, trattamento e riutilizzo al-meno ad uso irriguo dell’acqua pio-vana del lotto. Ai concessionari che realizzeranno un impianto come sopra indicato ma con il riutilizzo dell’acqua an-

che per uso sanitario della propria azienda sarà concessa una riduzione del 10% sulle spese per la gestione e la manutenzione nell’area PIP delle opere di urbanizzazione, dei servizi comuni, delle aree a verde pubbliche attrezzato e del verde di arredo po-sto all’interno delle rotatorie stradali (rondò), previste nella Convenzione. Il Comune si farà carico di quella aliquota del 10% ridotta alle azien-de. Ciascuna azienda dovrà produrre la propria acqua sanitaria (bagni e mense) esclusivamente con pannelli solari, mentre parte dell’energia elet-trica – almeno 6 Kw – dovrà essere prodotta da pannelli fotovoltaici. La particolarità sta nella possibilità dei concessionari di ottenere un “pre-mialità edilizia” con aumento di cu-batura del 5% per ogni 3Kw instal-lati in più. Questa quantità proverrà dalla volumetria comunale esprimi-bile dalle rotatorie stradali. Tutte le fonti di rumorosità dovranno essere protette e le strutture dell’edificio dovranno comunque assicurare un potere di fonoisolamento non infe-riore ai 2/3 di quanto previsto per le costruzioni di civile abitazione.L’impianto normativo è completa-mente cambiato rispetto a quello de-gli altri P.I.P. precedenti.

Inchiesta1� giovedì 29 ottobre 2009

continua da pag. 16

Page 19: Il Fatto n. 046

1�In Cittàgiovedì 29 ottobre 2009

Il “dramma” dei grattini per un cittadino esasperato1501Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Nicolò Lucivero ha avviato una vera e propria “battaglia” con l’obiettivo che ci si attivi per risolvere un problema che colpisce molti molfettesi.

Nei giorni scorsi quasi tutti i media locali hanno parlato della lettera di protesta inviata dal signor Nicolò Lu-civero che denunciava la mancanza di organizzazione e probabilmente anche di correttezza nel sistema dei parcheg-gi a pagamento. In altre parole Luci-vero riteneva di essere stato vittima, come altri, di una serie di ingiustizie “burocratiche” e non aveva esitato a denunciare tutto prima alla redazio-ne del famoso programma televisivo “Striscia la notizia” e poi a quelle dei media molfettesi. Il nocciolo della questione probabilmente sta nelle mo-dalità di pagamento degli accertamen-ti da parte degli ausiliari della sosta. Le “mini multe” vengono lasciate sul parabrezza dell’auto in caso di manca-ta esposizione del “grattino” orario e ammontano a 1,20 euro all’ora. Il pro-prietario della vettura trovata la “mini multa” ha tre giorni dei tempo per re-

carsi presso gli uffici siti nei locali del-la Polizia Municipale per pagare, pena la trasformazione dell’accertamento in verbale che di conseguenza passa a 34 euro. Ed è proprio qui che nascono le varie controversie di cui non è sta-ta vittima soltanto il Lucivero, ma un lungo elenco di molfettesi. Andiamo per ordine. Il sistema considerato per-fetto da molti ma in realtà molto anti-quato presenta già i suoi primi difetti nelle modalità di accertamento della sanzione lasciata o meglio abbando-nata a se stessa sull’auto in difetto. Chiunque potrebbe impossessarsene e di conseguenza l’ignaro proprietario non saprebbe mai di avere i tre gior-ni di tempo per evitare di pagare i 34 euro e si vederebbe dopo alcuni mesi recapitare la notifica di verbale a casa. Per evitare questo problema, probabil-mente, sarebbe necessario adeguarsi tecnologicamente, inserendo sistemi

automatizzati come quelli di Giovi-nazzo o magari recapitare a domicilio dell’automobilista una lettera a suo carico che avrebbe il compito di av-visarlo, concedendoli qualche giorno di proroga, di un accertamento fatto dall’ausiliare della sosta a suo cari-co. Ma vi è anche gente che, conscia di aver parcheggiato sulle strisce blu senza il grattino, anche non trovando nessuna notifica, si reca presso l’uffi-cio preposto per chiedere notizie circa eventuali sanzioni ricevute. Purtroppo neanche questa cosa potrebbe salvare dalla sanzione di 34 euro i poveri mal-capitati dato che le matrici dei bloc-chetti utilizzate dagli ausiliari per le loro notifiche sono depositate presso la sede della “Multiservizi”. Lucive-ro non si è fermato alla sola lettera di protesta. Sentito un legale, è venuto a conoscenza che sono innumerevoli le cause in Italia per la questione posteg-

gi a pagamento, che sono stati definiti addirittura illegittimi da una sentenza del 27/03/2006 del Giudice di Pace di Roma, il dott. Romano, che ha riba-dito come le strisce blu poste all’in-terno della carreggiata violino l’art.7 comma 6 del C.d.S. (Codice della Strada) D.lgs n. 235 del 30/04/1992. Di conseguenza tutte le multe elevate per questa infrazione risulterebbero il-legittime. Si auspica che il Comune di Molfetta abbia voglia di fare chiarezza circa la questione e cominci a pensare seriamente a rimodernare un sistema ormai vecchio, pieno di cavilli buro-cratici, che non fa altro che mettere a dura prova la pazienza dei cittadini. In una città definita dai suoi stessi am-ministratori turistica e all’insegna del progresso è il minimo che ci si possa attendere.

Francesco Tempesta

Page 20: Il Fatto n. 046

In Città20 giovedì 29 ottobre 2009

Ex militari: possibilità di lavoroAnche a Molfetta sono tanti i giovani congedati dalle Forze Armate e in cerca di occupazione.

Ecco un’interessante novità.

1502Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

“Le chiamate per lo svolgimento del servizio di leva obbligatorio sono sospese, a decorrere dal 1° gennaio 2005”. È quanto detta la legge del 23 agosto 2004, n. 226. Con il provvedi-mento legislativo numero 331 del 14 novembre 2000 arriva un’innovazione nelle Forze Armate: i militari di truppa diventano un corpo volontario, formato da uomini e donne professionisti, a cui vengono ampliate le funzioni. Oltre alla difesa del territorio dello Stato Italiano, hanno il compito di operare e interve-nire nei teatri caldi in cui necessita la tutela della pace e della sicurezza. Con la sospensione della leva obbligatoria, nelle Forze Armate si è creato un vuoto di uomini. Per colmarlo generalmente ogni anno il Ministero della Difesa sta-bilisce, con bandi concorsuali, il reclu-tamento di volontari. Per illustrare le promozioni dei reclutamenti: selezio-ne VFP1, concorsi VFP4, iscrizioni a scuole e accademie militari, e per avvi-cinare i cittadini alle istituzioni militari, l’Esercito esce dalle caserme e organiz-

za manifestazioni di piazza, conferenze nelle scuole, seminari, mostre. Ragazzi e ragazze si possono arruolare con la prerogativa, dopo aver prestato almeno un anno di servizio, di optare tra la car-riera militare o il congedo. Col progetto “Sbocchi Occupazionali” – promosso dal Ministero della Difesa – si vuole tener fede alla promessa di non lasciare soli i militari congedati con merito, ma agevolarli e aiutarli a trovare un’occu-pazione stabile sia nella Pubblica Am-ministrazione, dove per legge si ha di-ritto ai posti riservati (VFP4 Volontari ferma prefissata 4 anni – VFB Volontari ferma breve 3 anni), che nell’impresa privata. Il 14 ottobre presso la Caserma “Picca” di Bari il Comando Militare Esercito “Puglia”" e la Confcommer-cio di Bari hanno siglato un protocollo d’intesa. Obiettivo: facilitare l’incontro tra domanda e offerta lavoro. L’inizia-tiva prevede l’inserimento di una banca dati: SILD (Sistema Informativo Lavoro Difesa) presso la Sezione Collocamen-to ed Euroformazione, ubicata nella ca-

serma “Picca” Bari. Qui un consulente raccoglie i dati necessari per la compi-lazione di un curriculum vitae utile per quei militari, ora civili, in cerca di oc-cupazione, tenendo conto dell’attitudi-ne e della professionalità che intendono intraprendere. Nel medesimo tempo le imprese interessate potranno accedere al database per cercare i profili lavo-rativi di cui hanno bisogno. Lo stesso ufficio militare, fungendo da mediato-re, provvederà a organizzare colloqui

di orientamento e incontri tra aspiranti lavoratori ed eventuali datori di lavoro. Il Comando Militare Esercito “Puglia” ha siglato lo scorso anno, con la Regio-ne Puglia, un protocollo d’intesa in cui si stabiliva, tra gli altri obblighi, una riserva pari al 10% di posti disponibili per la frequenza di corsi professionali, di riqualificazione, tirocini, aiutare l’in-serimento nel mondo del lavoro.

Pantaleo de Trizio

Page 21: Il Fatto n. 046

21Cultura & Spettacoligiovedì 29 ottobre 2009

Teatro Petruzzelli: ritorno al passatoÈ tornato a splendere il teatro dei baresi. La riapertura nel corso di una serata magica documentata anche

dalle immagini de “il Fatto”.

1503Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Dopo esattamente diciassette anni da quel terribile rogo che lo divorò com-pletamente tra la notte del 26 e 27 ottobre 1991, il Teatro Petruzzelli di Bari torna a risplendere davanti agli occhi di adoratori e appassionati. Un ritorno all’antico splendore celebrato in una serata magica (documentata anche dalla telecamera de “il Fatto” che ha realizzato uno speciale visibile nella sezione web tv del nostro sito) nel corso della quale i baresi e non hanno potuto riappropriarsi del loro teatro assistendo ad una meravigliosa serata di musica nel corso della quale ha avuto un ruolo da protagonista la cantante lirica molfettese Sara Alle-gretta che, dopo aver preso parte al concerto per la riapertura del teatro “la Fenice” di Venezia, ha bissato con il Petruzzelli.I lavori per la ricostruzione del tea-

tro Petruzzelli hanno avuto inizio nel giugno del 2007 e, come da program-ma, sono stati ultimati il 6 dicembre 2008. Il cantiere ha visto costante-mente all’opera circa 120 operai di età compresa tra i 30 e i 35 anni, oltre ai circa 30 modellatori e restauratori, coordinati da tre architetti: Giorgio Funaro, Maurizio Lorenzoni e Nun-zio Tomaiuoli. Il gruppo ha operato in un laboratorio di 2000 metri quadrati apposita-mente attrezzato a Bari per ricreare tutti gli elementi seriali dell’apparato decorativo del politeama. La ricostruzione degli elementi de-corativi è avvenuta nel pieno rispetto degli ori-ginali andati distrutti nell’incendio, un risultato reso possibile dalla ricca documentazione fo-tografica esistente e dall’utilizzo di frammenti recuperati e catalogati dopo l’incendio tra i ruderi del teatro. Il gruppo scultoreo dell’arco di proscenio, invece, è stato realizzato nel la-boratorio di scenotecnica “Studio De Angelis”

negli studi di Cinecittà a Roma.Il teatro è rinato esattamente com’era nei suoi spazi fondamentali ma con strutture all’avan-guardia, adeguate sia sotto il profilo della sicurezza che delle tecnologie impiantistiche e scenotecniche. Ricostruito può accogliere 1482 spettatori, 450 dei quali in platea e i re-stanti 1032 nei sei ordini di palchi e gradinate. È dotato di un sistema di rilevamento e spe-gnimento dei focolai di incendio che copre tut-ti i settori, anche quelli non accessibili come l’intercapedine tra cupola esterna e controcu-pola interna e il plenum posto al di sotto della platea. Notevolmente migliorato anche il con-fort degli spettatori grazie all’installazione di un impianto di aria condizionata caldo/freddo e di ascensori che garantiscono la piena ac-cessibilità del teatro anche ai cittadini diversa-mente abili. Le sedute sono state fornite dalla Frau mentre il sipario e gli arredi dalla TMA, ditta che ha curato anche le dotazioni della Scala di Milano. Particolare attenzione è stata posta per garantire l’acustica ideale: la cupola interna è stata realizzata con una struttura in legno lamellare, “appesa” alla cupola esterna in ferro, e trattata con intonaco acustico su pannelli isolanti. La platea poggia su un siste-ma di travi in legno lamellare ed è interamente realizzata in legno. Il sistema palcoscenico è stato adeguato alle più recenti esigenze di tipo

scenotecniche: è stata ampliata la graticcia e sono stati previsti tiri (motorizzati e contrap-pesati) con passo di 36 centimetri. Il palco, di 620 metri quadrati, è di tipo completamente sbotolabile, la fossa orchestrale è stata am-pliata e dotata di pedane mobili, modulari e motorizzate, che consentono, a seconda delle esigenze, anche di ampliare la scena o au-mentare il numero dei posti in platea. Oltre alla regia centrale, posta al quarto ordine, sono state previste due ulteriori postazioni di regia: una sul palcoscenico e una seconda a fondo sala. Tutti i sistemi di controllo luci e suono sono computerizzati. È stata inoltre realizzata un’intercapedine che corre lungo tutto il perimetro del teatro consentendo di di-stribuire dall’esterno tutte le reti impiantistiche le cui centrali sono poste nell’interrato realiz-zato sotto il piazzale sul retro del teatro. E, infine, il teatro Petruzzelli vanta oggi un siste-ma di proiezione ad alta definizione sui campi della cupola un tempo occupati dall’affresco di Armenise. È stata affidata all’artista Gian-franco Iannuzzi, che opera tra Venezia, Parigi e Tokio, la creazione di un “affresco dinamico” che consente la proiezione di un’elaborazione del dipinto originario distrutto nel 1991 dalla violenza dell’incendio.

Marilena Farinola

Page 22: Il Fatto n. 046

Cultura & Spettacoli22 giovedì 29 ottobre 2009

Da Molfetta a Kos per ricordare i caduti1504Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Una “Campana del Ricordo” sarà portata nell’isola greca per onorare la memoria dei militari caduti.

Ha avuto luogo il 9 ottobre scorso, a Spigno Saturnia, cittadina di circa 3.000 abitanti in provincia di Lati-na, la cerimonia commemorativa “Tra Cefalonia e Kos” in memoria degli ufficiali, sottufficiali e militari della Divisione “Acqui” e “Regina” che, obbedendo ad un preciso ordi-ne dello Stato Maggiore dell’epoca, combatterono contro l’esercito te-desco all’indomani dell’8 settembre 1943 e per questo, dopo l’inevitabile resa, furono uccisi per l'onore della Patria. Nella circostanza, con lo sco-primento e la benedizione della Stele in bronzo in memoria dei Fanti della Divisione “Acqui”, caduti o disper-si nelle isole greche di Cefalonia e Kos, unitamente alla Commemora-zione dei Caduti, è stata conferita al Gonfalone del Comune di Spigno Saturnia la Medaglia d’Argento al Merito Civile per gli eventi bellici 1943-44, durante i quali la cittadina venne interamente distrutta dai bom-bardamenti, subì l’occupazione tede-sca e la fucilazione di inermi cittadi-

ni. Con l’arrivo degli alleati il paese fu ancora pesantemente provato da numerosi atti di efferata violenza da parte delle truppe marocchine. Par-ticolarmente sentito è stato un pas-saggio dell’intervento del Presidente della Provincia di Latina che ha vo-luto nominare tutti i Caduti a Cefalo-nia e Kos originari della provincia. La cerimonia rientra in un “percor-so della memoria” e rappresenta la decima tappa nel corso della quale vengono resi gli onori ai caduti del secondo conflitto bellico, con rife-rimento ai caduti di Cefalonia e di Kos. La cerimonia, curata intera-mente dalla Provincia di Latina, ri-veste carattere di particolare solen-nità perché la Provincia ha esteso la propria testimonianza a tutti i caduti e dispersi della Divisione Acqui a Cefalonia e ai 103 ufficiali della Di-visione “Regina” che vennero passa-ti per le armi dai tedeschi nell’Isola di Kos. Il Generale di Corpo d’Ar-mata Francesco Tarricone, ha avuto in consegna dal Presidente della Pro-

vincia le due Campane del Ricordo realizzate dall’Antica Fonderia Ma-rinelli di Agnone che saranno suc-cessivamente collocate a Cefalonia e Kos. Le campane sono state be-nedette dall’Arcivescovo di Gaeta, Mons. Bernardo D’Onorio, assistito dal cappellano militare Don Claudio Recchiuti. È necessario ricordare che tra gli invitati è stato presente il dottor Michele Spadavecchia, pre-sidente della Ass. Culturale “Eredi della Storia” ed il col. P. Liuzzi che insieme organizzarono a Molfetta nel novembre 2008 un Convegno su “Kos, una tragedia Dimenticata”, de-rivato dal titolo del libro di cui il col. Liuzzi è autore. Ebbene, durante quel convegno il dottor Spadavecchia si è impegnato personalmente affinché la Città ricordi l’arduo compito di alcuni concittadini che partirono per quell’isola, per bonificare le locali paludi salmastre e farne un terreno fertile e rigoglioso. Ben 12 nuclei famigliari, composti da 6-8 persone (padri, mogli, figli) fondarono un

villaggio agricolo in località Lambi a pochi chilometri di distanza dal ca-poluogo dell’isola. Rimpatriati per eventi bellici la terra ritornò paludo-sa e sterile ma su quei terreni furono poi fucilati per rappresaglia 103 uf-ficiali italiani dopo aver lottato con-tro le forze tedesche nei giorni se-guenti l’ armistizio dell’ 8 settembre 1943. Il colonnello Liuzzi e il dottor Spadavecchia, con insistenza e per-severanza, hanno ottenuto che una campana del ricordo, oggi deposita-ta presso la caserma del reggimento Brigata Bari/ Regina di Trani, ven-ga trasferita nel cimitero italiano di Kos. Le autorità greche hanno dato il loro benestare all’unanimità ed ora è il turno delle nostre autorità locali provvedere a porre tra gli argomenti da discutere in Consiglio Comuna-le il trasferimento della campana e continuare ad alimentare il rapporto Molfetta-Kos per un gemellaggio tra le due cittadine.

m.s.

Page 23: Il Fatto n. 046

In risposta al severo monito “For-se il tuo amore è grande, ma non è gioioso” e al più crudele tra i di-vieti – “Smetti di scrivere quanto, quanto, quanto mi ami, perché al terzo ‘quanto’ comincio a pensare a qualcos’altro” – Victor confezio-na per la sua amata Alja ventuno lettere che divagano sul mondo letto, visto e vissuto: una misce-

la bilanciata di parole e pensieri sul parlare d’altro per non parlar d’amore che distilla il più innamo-rato e sincero dei romanzi episto-lari.È il 1923 e Victor, un infelice e disilluso trentenne in esilio dalla Pietrogrado bolscevica e dalla pa-tria della poesia, arriva a Berlino “come un cane lanoso ai tropici” e si stabilisce nei pressi dello Zoo. S’innamora di Alja e inizia a scri-verle lettere a senso unico, esone-randola da ogni convincimento a ricambiare il suo amore e distraen-do i suoi sentimenti in modi diver-sissimi: racconta della vita nella città tedesca dei giovani esiliati russi, colmi di nostalgia per la pa-tria, frappone una serie di aneddoti dal sapore futurista sul mondo di ghisa e ferro di automobili e nodi ferroviari, o si concentra su pun-tuali analisi critiche di storia let-teraria. Come nelle riflessioni sul senso di trazione della storia che scaturiscono dal confronto della trazione di una quattro ruote Fiat con una Mitchell o nella quarta lettera, forse la più lirica e coin-volgente, interamente dedicata alla vita e alla poesia di Vaelemir Chlebnikov, “presidente del globo terrestre” – dall’iscrizione incisa

sulla sua tomba. Si parla di ogni cosa nelle lettere. Alcune sono firmate da Alja, altre sono solcate da una croce rossa perché non vanno lette: un inganno retorico, che se inizialmente risul-ta straniante per il lettore, ben pre-sto lo coinvolge nel gioco narrato-logico e divertito del formalismo russo, di cui Šklovskij è maestro indiscusso. Un romanzo inevitabilmente au-tobiografico, dove la condizione esistenziale dell’emigrato esule sofferente si sovrappone alla fra-gilità dell’innamorato costretto ad abbandonare persino le sue parole d’amore; una scrittura ingabbia-ta ma capace di mostrarsi libera quando urla che “sono proibiti i fiori, la luna, gli occhi e intere se-rie di parole che parlano di ciò che è piacevole a vedersi”. Lettere che si formano sull’artificio della ne-gazione e del rifiuto: quale miglio-re dichiarazione d’amore?

Viktor Šklovskij, nato a Pietrobur-go nel 1893 e morto a Mosca nel 1984, critico letterario e scrittore, è stato uno dei maggiori rappre-sentanti del formalismo. Una volta ha scritto: “L’arte poetica è ren-dere strano l'oggetto descritto. Le

persone che vivono in riva al mare s'abituano talmente al mormorio delle onde che non lo sentono mai. Così come noi sentiamo appena le parole che pronunciamo... noi non ci guardiamo gl'uni gl'altri, ma spesso neanche ci vediamo. La no-stra percezione del mondo è sva-nita, non ne resta che la semplice azione di riconoscere”.

a cura di Angela Teatino

2�Recensionegiovedì 29 ottobre 2009

Il SegnaLibro. Zoo o Lettere Non d’Amore1505Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

“Il conférencier risulta l’eroe, il cui destino congiunge le singole parti dell’opera. In un teatro ceco, di questo tipo di divertissement mi capitò di vedere un altro procedimento, applicato già da tempo nei circhi. Un clown alla fine del programma mostra tutti i numeri, parodiandoli e smascherandoli. Per esempio, i giochi di prestigio li fa vedere volgendo la schiena al pubblico, che vede dove va a finire la carta sparita”. Viktor

Šklovskij, Zoo o lettere non d'amore, tr. it. Maria Zalambani, Palermo, Sellerio 2002, pp. 188.

Page 24: Il Fatto n. 046

Avvio positivo per l’Hockey ClubUna vittoria ed una sconfitta di misura per i ragazzi

del presidente Massimo de Palma.

1506Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Real, matricola terribileDoppia vittoria per gli uomini di mister Lupone che si

confermano nei piani alti della graduatoria.

1507Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Virtus: finalmente la vittoriaDue punti che non servono però a scacciare il fantasma della crisi.

1508Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Sport2� giovedì 29 ottobre 2009

Forse sarà prematuro ma già qual-cuno ha cominciato a chiamarla “matricola terribile”. Certo è che il Real Molfetta inizia a stuzzicare le fantasie di addetti ai lavori ed appas-sionati di calcio a 5. I ragazzi di mi-ster Lupone dopo l’ottimo esordio in campionato contro il Loreto, hanno detto a chiare lettere che la vittoria iniziale non è stata un caso. Lo han-no ribadito sciorinando nelle succes-sive due gare un gioco fatto di tec-nica, qualità e tanto agonismo. Con due vittorie che hanno dimostrato quanto il gruppo stia dando chiari ed ampi segnali di crescita.Nell’incontro del 17 ottobre contro un Modugno giunto al “PalaPoli” con il chiaro obiettivo di portare via i tre punti, ci hanno pensato Rodrigo Rosa con la sua personale tripletta e Marengo a chiudere l’incontro sul 4 a 1 per la gioia dei numerosi sosteni-tori locali. Sostenitori che non hanno fatto mancare il loro affetto nemme-no nella vittoriosa trasferta di sette giorni dopo contro il Team Matera sconfitto per 2 a 1 grazie alla dop-pietta di Perrusi. Sabato prossimo, il

31 ottobre, i biancorossi torneranno di scena in casa ospitando il Barletta, poi il 7 novembre nuova trasferta pu-gliese in quel di Manfredonia.

Dopo settimane dedicate alla prepa-razione atletica e hockey più parlato che giocato, ha finalmente preso il via il campionato di Serie A1 che vede il Goccia di Sole Molfetta tra le forma-zioni accreditate a recitare un ruolo da protagonista nel più importante torneo nazionale. I biancorossi allenati da mi-

ster Josè Vianna, dopo aver provato schemi e automatismi nelle gare vali-de per il torneo di coppa Italia, si sono confrontati immediatamente con due avversari dalle indubbie qualità.Il ghiaccio è stato rotto nella gara in-terna del 17 ottobre contro i toscani del Viareggio. Una partita in cui i molfette-si l’hanno spuntata con il risultato di 4 a 1 grazie alle tre marcature di Cirilli e all’assolo di Ambrosio mettendo in pi-sta tanto cuore e tanta grinta oltre che un gioco spumeggiante ed aggressivo. Proprio come piace all’allenatore ve-nuto dal Sud America. Una prestazione che ha meritato gli applausi del pubbli-co presente e del sempre “critico” pre-sidente de Palma. Meno bene è andata invece nella prima trasferta esterna sta-gionale. A Valdagno, contro la squadra da tutti indicata come la più forte del torneo, i molfettesi hanno ceduto solo per 2 a 1 dopo aver venduto carissima la pelle e meritando i complimenti anche degli avversari. I prossimi impegni per i pattinatori del “don Sturzo”, saranno il 31 ottobre in casa contro gli storici rivali del Giovinazzo e il 7 novembre in trasferta contro il Bassano 54.

Nemmeno la vittoria “strappata” per i capelli sul neutro di Barletta contro il San Severo può servire per scrivere la parola fine alla crisi che da inizio sta-gione sta interessando la Nuova Virtus Basket Molfetta. La squadra guidata da coach Sergio Carolillo non riesce anco-ra a far vedere di che pasta è fatta e le umiliazioni subite nelle prime quattro giornate di campionato non possono certamente venire riscattate da una vit-toria conquistata quando oramai tutti si attendevano il quinto stop consecutivo. Ma, andiamo con ordine.Dopo le “scoppole” subite da Matera,

Perugia ed Ostuni, i biancoazzurri gui-dati in campo da Andrea Maggi hanno ancora una volta alzato bandiera bianca nella sfida interna del 18 ottobre contro i siciliani dell’Agrigento. I molfettesi, avanti anche di 16 punti e in vantaggio fino a metà dell’ultimo quarto, decide-vano di spegnere improvvisamente il motore ed assistere alla vittoria degli ospiti, giunta puntuale con il risulta-to di 69 a 75 di fronte ad un pubblico “scandalizzato” per la pochezza men-tale, tecnica e tattica vista in campo e per la incapacità da parte della panchi-na di trovare i giusti correttivi ad una

gara che si stava perdendo di mano. Risultato ancora uno zero in classifica e nubi scure sul futuro dell'allenatore monopolitano alla guida dei molfettesi da sei stagioni.Un futuro in cui si vede qualche debo-le schiarita solo all’indomani dei primi due punti conquistati grazie ad un vero e proprio “miracolo” chiamato Maggi. Il capitano, per la prima volta in questo campionato al top delle sue possibilità, era il vero trascinatore di una squadra che, partita bene, stava rischiando di perdere l’incontro con i foggiani all'ul-timo secondo. La tripla mancata dei pa-

droni di casa sul risultato di 78 pari e il successivo canestro del play di Gorizia erano i momenti più importanti di un incontro a tratti largamente dominato dal Molfetta fino al consueto stop che oramai caratterizza la squadra.Domenica prossima, il primo novem-bre, Molfetta tornerà a giocare in casa contro i siciliani del Barcellona: biso-gnerà vincere ancora a tutti i costi. Poi sette giorni dopo trasferta a Ruvo per un derby che forse avrà perso lo splendore delle passate stagioni ma che in ogni caso entrambe le formazioni avranno tanta voglia di conquistare.

Page 25: Il Fatto n. 046

Liberty: che ti succede?La squadra di mister del Rosso con le polveri bagnate. Perso il primato in classifica è ora necessario tornare

a raccogliere punti importanti.

1509Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

L’Azzurra reagisce, la Pallavolo si fermaLe ragazze della Matera vincono contro il Benevento dopo lo stop di Sarno. Prima sconfitta in campionato

per gli uomini di Lorenzoni.

1510Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

HOCKEY BASKETSerie A1 Serie A dilettantiBassano ��ValdagnoR. BassanoSarzanaGiovinazzoA. LodiSeregnoViareggioFollonicaMOLFETTAForte dei MarmiTrissinoBerganzeCorreggio

����������0000

PalestrinaFerentinoPerugiaOstuniSienaAgrigentoTrapaniSan SeveroMateraBarcellonaSant’AntimoMOLFETTARuvoPotenza

1010��������2220

PALLAVOLOSerie B1 Maschile Serie B2 Femminile

SarnoNapoliArzanoSan Pietro V.A. PotenzaBattipagliaMOLFETTAL. AltamuraA. BeneventoTarantoOriaL. PotenzaV. BeneventoAcquavivaV. AltamuraSalerno

1�1�1�121212121111�����20

TuriE. GelaAtripaldaMOLFETTAReggio CalabriaChietiOrtonaGalatinaBroloH. GelaCasoriaPotenzaAlberobelloBlue CollegeCatania

1�1�1�1�����������0

CALCIO A5 CALCIOSerie B Eccellenza

NardòTerlizziCopertinoMOLFETTALuceraManduriaBisceglieTraniSoglianoCasetellanaCoratoCerignolaTaurisanoMassafraMaglieLocorotondoAltamuraTricase

21201�1�1�1�1�1�1�1�11101010����

PescaraD. MateraMOLFETTAModugnoOrtonaBarlettaT. MateraLoretoGiovinazzoBisceglieVenafroManfredoniaAltamura

12�������22210

Sport 2�giovedì 29 ottobre 2009

Copertina del mondo pallavolistico mol-fettese dedicata alle ragazze dell’Azzurra Volley che in meno di quindici giorni co-noscono la sconfitta e poi tornano alla vit-toria ma, soprattutto, ad essere consapevo-li dei notevoli mezzi di cui sono padrone. Le ragazze allenate da Annagrazia Matera perdono il match contro le forti rivali del Sarno per 3 a 0 (parziali 25-22, 25-17, 25-12) causando la rabbiosa reazione del presidente Vincenzo Giancaspro, ramma-ricato non tanto per la sconfitta, quanto per la mancanza di reazione psicologica mes-sa in campo dalle sue atlete. Una reazione che società e staff tecnico avevano chiesto arrivasse già nell'incontro di sette giorni dopo contro l’Associazione Volley Bene-vento. Un incontro interpretato dalle pa-drone di casa nel migliore dei modi e con-quistato con un rotondo e importante 3 a 0 (parziali 25-19, 25-20, 25-15). Prova del

nove per le molfettesi nelle prossime due settimane. Il primo novembre importante match ad Oria poi il 7 si torna in casa per sfidare l’A. Potenza, squadra attualmente nella parte alta della classifica.Sul fronte maschile a fare notizia è invece la prima sconfitta per la Pallavolo. Dopo la vittoria del 17 ottobre per 3 a 0 (parziali 19-25, 17-25, 22-25) nella trasferta laziale contro i giovani del Blue College, mister Lorenzoni e compagni hanno alzato ban-diera bianca contro l’Atripalda, allonta-nandosi così dalla testa della classifica ma senza perdere di vista l’obiettivo promo-zione. I molfettesi sono quindi tornati a casa con un “doloroso” 3 a 0 (parziali 25-21, 27-25, 25-16) sul groppone e soprattut-to con la riprova che nessuno è invincibile. Obiettivo vittoria nelle prossime due gare: si comincia sabato 31 ottobre ospitando il Gela poi, dopo la giornata di riposo del 8

È una Liberty Molfetta a corrente alterna-ta quella esibitasi sul rettangolo verde ne-gli ultimi quindici giorni. Dopo una par-tenza lanciata capace di proiettare i bian-corossi di mister Vincenzo del Rosso al vertice della classifica, ecco l’improvviso rallentamento e la testa della graduatoria lontana tre lunghezze. Messo per il mo-mento da parte il torneo di Coppa Italia, con i biancorossi qualificatisi per le semi-finali dopo aver superato anche nella gara di ritorno dei quarti il Locorotondo per 3 a 1, l’interesse di tutto l’ambiente è rivol-to al campionato. I molfettesi nelle ultime due uscite hanno racimolato la miseria di un punto. Nella gara interna del 18 otto-bre, contro un Taurisano non certo irre-sistibile, ecco arrivare l’inattesa sconfitta per 2 a 0. I salentini avevano la meglio sui molfettesi imponendo il loro gioco e non concedendo alcuna possibilità agli attaccanti Suarez e Caracciolese apparsi comunque con le polveri bagnate.. Man-

canza di gioco e soprattutto difficoltà nel finalizzare alla base anche del pareggio di sette giorni dopo contro i giovanissimi del Corato. Solo una bella rete di Loseto ha consentito alla Liberty di non capitola-re per la seconda volta consecutiva dopo essere passata in svantaggio con la rete dell’ex molfettese Cesareo.Adesso è necessario invertire la rotta e tornare a conquistare il bottino pieno nelle prossime due gare. A cominciare dal sentito derby contro il Bisceglie in programma il primo novembre. Gli ospiti giungeranno in città senza la tifoseria cui verrà vietata la trasferta. La Liberty do-vrà puntare a bissare l'ottima prestazione contro i nerazzurri sfoderata nel match valido per la Coppa Italia. Poi si potrà pensare alla trasferta del 8 novembre: ad Altamura contro il Real non è difficile prevedere che i molfettesi dovranno su-dare le proverbiali sette camice per avere la meglio sull'ostico avversario.

Page 26: Il Fatto n. 046

Mangiando bene si vive meglio1511Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Nel mondo occidentale molte delle fan-tasie e dei luoghi comuni più diffusi sul-lo Yoga riconducono all’idea del rilas-samento magari conquistato attraverso un percorso quasi etereo, che affonda le proprie radici e trae nutrimento da una filosofia ed un modo di vivere tutto sommato parecchio distante dal nostro e che forse proprio per questo intimorisce, perché sembra bisbigliare la necessità di abbracciare uno stile di vita altro che non ci appartiene rimandando a qualco-sa che non si sa bene se annoverare tra le religioni orientali o tra i riti esoterici. Patanjali, un grande maestro vissuto in India nel II secolo A.C. (datazione in-certa), spiega: “Quando l’attività menta-le cambia, quando la mente diventa più attenta e concentrata e completamente interiorizzata, allora si realizza lo stato di Yoga”. Questo stato si raggiunge gra-dualmente e poiché per la cultura orien-tale il corpo e la mente sono due delle tre componenti (corpo-mente-spirito) indissociabili dell’individuo, si giunge

a modificare gli stati mentali parten-do da ciò che abbiamo di più facile da manipolare: il corpo. Si comincia così a praticare, a piccoli passi, “sperimentan-do” il corpo in movimento, prima e in posizioni statiche (Asana) poi, usando più propriamente il respiro che veicola l’energia (Prana). Al termine di ogni seduta il praticante sente che l’energia del proprio corpo si è accresciuta. Chi pratica Yoga in maniera costante stabi-lizza la propria energia su valori più alti, aspetto che può essere collocato a pieno titolo tra le forme di prevenzione contro molte malattie e, talvolta, persino tra le terapie. Praticando, quindi, si interviene sui molteplici aspetti della persona, con l’obiettivo ultimo, sottinteso nella de-finizione, della piena realizzazione del Sé attraverso il controllo delle attività mentali. Chiunque può praticare Yoga e ognuno, calibrandolo sulle proprie possibilità, potrà conseguirne benefi-ci. Si può paragonare il percorso dello Yoga ad una strada da esplorare: lungo il suo tragitto, man mano che si pratica, si scoprono cose nuove su sé stessi e sugli altri, sulle relazioni che legano l’indivi-duo alla Natura ed agli altri esseri uma-ni. È una strada fertile, ricca di novità piacevoli in cui ci si imbatte nei “doni” elargiti da un corpo e da una mente che diventano sempre più “uniti”. Lo Yoga, per queste sue caratteristiche, è una di-sciplina libera da legami con religioni e filosofie riconducendosi ad un’unica convinzione: quella di praticare per il proprio benessere psicofisico.

Yoga: ginnastica alternativa?Con il metodo Naturhouse puoi risolvere i tuoi problemi di soprappeso in maniera graduale, efficace e definitiva. Anche a Molfetta Naturhouse, un servizio di con-sulenza alimentare che rappresenta un’in-teressantissima novità nel campo della Nu-trizione e della Dietetica. Più di tre milioni di clienti soddisfatti, più di 1700 centri già operanti con successo tra Europa e Ameri-ca, ed un ritmo di crescita esponenziale co-stituiscono un ottimo biglietto da visita per un metodo lanciato appena nel 1997 da un gruppo consolidato, già operante nel setto-re dal 1989. “Abbiamo intrapreso l’avven-tura in Italia nel 2005 e ad oggi contiamo già più di 100 centri” dichiara soddisfatta Floriana Camporeale, affiliata e consulente Naturhouse. “La mission del sistema Na-turhouse è l’educazione alimentare” con-tinua “l’obiettivo è risolvere i problemi di sovrappeso in maniera graduale ma defini-tiva, attraverso un percorso di rieducazione alimentare, la cui efficacia è ottimizzata da complementi dietetici venduti esclusiva-mente presso i centri Naturhouse”. “A seguito di un’attenta valutazione delle abitudini alimentari del cliente e dopo aver concordato assieme a lui l’obiettivo del dimagrimento, realizziamo un program-ma dietetico ottimizzato, che abbinato agli esclusivi prodotti Naturhouse, consente di raggiungere il peso forma in maniera gra-duale ma definitiva e, soprattutto, senza fatica.” Tutti i prodotti Naturhouse sono basati su principi attivi di origine naturale e la loro efficacia è tanto maggiore quanto più il cliente si attiene scrupolosamente ai consigli dietetici, dispensati dal professio-

nista Naturhouse e viceversa. Una volta raggiunto il peso forma il consulente nutri-zionista fornisce un programma di mante-nimento che, unitamente agli insegnamenti di educazione alimentare acquisiti attra-verso il sistema Naturhouse, consentono al cliente di mantenere il benessere psico-fisico raggiunto per tutta la vita ed è questo il valore aggiunto più prezioso del Metodo Naturhouse. Prendersi cura di sé è fonda-mentale, ma la base deve essere un’alimen-tazione razionale, sana ed equilibrata; per questo motivo le persone che si rivolgono ai Centri Naturhouse imparano a render-si conto dei vantaggi di un'alimentazione corretta attraverso la rieducazione delle abitudini alimentari e dello stile di vita. La filosofia Naturhouse è quella di creare piani alimentari ottimizzati in accordo con ogni particolare esigenza dei suoi clien-ti, per raggiungere l'obiettivo di ridurre e controllare il peso. Il segreto dichiarato è insegnare a mangiare per non ingrassare di nuovo grazie ad esperti in nutrizione e die-tetica, che personalizzano l’alimentazione e offrono un servizio su misura per ogni cliente. La grande diffusione mondiale dei centri Naturhouse è dovuta all’estrema ef-ficacia del sistema e alla qualità dei prodot-ti, punto di forza è la professionalità delle Consulenze Nutrizionali (sempre a titolo gratuito), che consentono di ottenere otti-mi risultati attraverso un piano alimentare equilibrato integrato dagli esclusivi com-plementi e dalla continuità del confronto con la Consulente Nutrizionista attraverso incontri settimanali basati sulla rieducazio-ne alimentare.

1512Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Benessere e Salute giovedì 29 ottobre 20092�

Page 27: Il Fatto n. 046

Oltre la Realtà 2�giovedì 29 ottobre 2009

Da tempi immemorabili stuzzicano le fantasie dell’uomo, ispirando leggende e racconti da brivido. Spaventosi o irri-verenti, invadenti o riservati che siano, essi si portano dietro il proprio carico di tristezza, storie, amori e tragedie. I fan-tasmi, apparizioni o manifestazioni che gelano il sangue di chi li vede e metto-

no a dura prova le convinzioni dei più scettici. Proviamo a capire le cause di un fenomeno, documentato anche fotogra-ficamente, che attrae sempre più curio-si ma con il relativo rispetto verso una questione che potrebbe andare ben oltre le nostre limitate e cieche menti. La teo-ria negazionista archivia le manifesta-

zioni ectoplasmatiche (come vengono anche definite) come frutto di menzogne o semplicemente spiegabili mediante le leggi della fisica e della natura. Purtrop-po questo tipo di spiegazione dimostra soltanto che molte volte la scienza è sof-focata dal suo ragionamento dogmatico e troppo razionale. Alcuni studiosi defi-

niscono i fantasmi frutto di proiezioni mentali telepatiche da parte di individui particolarmente sensibili. Questa teoria potrebbe essere applicata solo ad alcuni tipi di apparizioni, ma come si spieghe-rebbero la comparsa dal nulla di oggetti, di figure umane appartenenti ad epoche passate, di urla strazianti e di terrificanti frastuoni? Sono proprio queste caratte-ristiche che fanno sì che il mistero degli spettri possa essere ancor oggi inaffer-rabile dalle nostre “umane” teorie. Non è, invece, così improbabile la tesi di diversi tecnici, fra cui illustri scienzia-ti, che questi fenomeni possano ricolle-garsi a spiriti di gente ormai defunta ri-masti “indietro” (stay behinds) durante il trapasso in un'altra vita. Questo stato è attribuito soprattutto a casi di morte violenta in cui il malcapitato comincia vagare nei luoghi in cui è spirato senza tuttavia essere a conoscenza di essere morto. Ma per quante ci si sforzi, le va-rie teorie rimangono sempre incomplete e non spiegheranno mai a fondo il feno-meno. Un giorno, forse, ci avvicineremo alla verità ma questo lo scopriremo solo, ahimè, “morendo”!

Francesco Tempesta

I fantasmi: un mistero eterno1513Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Sommario: Comincia con questo numero de “il Fatto” l’appuntamento quindicinale con il “paranormale”. Per tentare di spiegare, di far capire o semplicemente di stimolare la curiosità dei lettori.

Casale Navarino (nella foto) è situato a circa 9 chilometri dal centro urbano, nel-l’agro molfettese. Il luogo è noto per una triste vicenda avvenuta nel 1749 quando tre uomini, dopo aver chiesto ospitalità all’allora proprietario del casale, l’aba-te Gadaleta, lo derubarono di tutti i suoi averi. I ladri furono in seguito catturati e, per disposizione di Carlo III, furono fatti impiccare su tre alberi di ulivo all’interno del podere di Navarino. Il luogo venne chiamato da quel momento “Macchia delle Forche” o “Piscina delle lacrime”. Da allora si susseguono voci circa l’ap-parizione di alcuni spettri all’interno della torre e numerosi testimoni giurano di averli visti vagare fra le stanze. Una

di queste testimonianze proviene da un gruppo di tre ragazzi che riportano una storia da brividi:“Arrivati presso Nava-rino, notammo la presenza di un uomo e di suo figlio. I due decisero di scende-re nel seminterrato della torre e noi tre li seguimmo. Sotto era buio e vi era un corridoio che terminava in prossimità di un crollo con una stretta finestra da dove filtravano i raggi del sole che creavano un effetto ottico di penombra che sfocava i contorni. L’uomo e suo figlio risaliro-no e noi decidemmo di fare lo stesso. In due eravamo affiancati vicino alle scale e decidemmo di avvisare l’altro nostro amico che si trovava, secondo noi, vicino alla finestra. Non distinguevamo i suoi

contorni ma, sicuri che fosse lui, lo chia-mammo più volte. Il sangue si gelò nelle nostre vene quando sentimmo la sua voce provenire dal vano superiore. Quindi chi era il tizio alla fine del corridoio? Anco-ra oggi non ci spieghiamo l'accaduto!”. Una testimonianza, vera o presunta tale, davvero significativa. Sulla torre pende anche la credenza che, all'interno della sua chiesa sconsacrata, un tempo venis-sero celebrate messe nere. Verità o leg-genda, è difficile attestarlo, ma è bene ricordare che in tutte le credenze popolari un fondo di verità ci sta sempre!

Francesco [email protected]

Le apparizioni molfettesi di Casale Navarino

Page 28: Il Fatto n. 046

1514Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

YouTube a disposizione delle università

Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: [email protected]

ANNUNCI DIRETTI

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazio-

ne non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

CASA EDITRICE GIURIDICAoperante attivamente sul territorio nazionale, cerca per la sua sede di Molfetta stagisti da formare per successivo inserimento nell’or-ganico. Per le candidature inviare i curricula a [email protected] CASA EDITRICE GIURIDICAoperante attivamente sul territorio nazionale, cerca per la sua sede di Molfetta GRAFICO con competenze da impaginatore da inserire con contratto di lavoro part-time nel proprio organico. Richiesta massima serietà. Per le candidature inviare i curricula a [email protected]

IL PUB “LA PINTA” in occasione dell’avvio della stagione 200�/2010 previsto per il 2� settembre, cerca CAMERIERI e CAMERIERE di età compresa tra i 20 e i �� anni anche alla prima esperienza.Per informazioni è possibile contattare Damiano ai numeri te-lefonici ����0��0�� o �����1�2�1 oppure chiamare il numero 0�0����2��.

AZIENDA DI TELECOMUNICAZIONIleader nella Fiera del Levante, cerca ambosessi.Presentarsi giorno � settembre 200� presso agenzia specia-lizzata Fastweb. Viale Pio XI ��/� - Molfetta. Dalle ore 1�.00 alle ore 1�.�0

SWING PUB Cerca cameriere/a con minima esperienza tel. 0�0 �������

IMPRESA EDILEcerca operaio qualificato, muratore. Min. �� anni.Infotel. �202��1���

STAGE - NEL DIRITTO EDITOREOperante nel settore dell’editoria giuridica offre stage trimestra-le nel settore Marketing, comunicazione, pubbliche relazioni.Per colloquio inviare curriculum a [email protected]

AZIENDA INFORMATICA Situata in pieno centro a Molfetta, cerca Assistente Informa

tico e Tecnico Hardware. Inviare CV a PANGEA Informatica e Tecnologia - via F. Cavallotti, 1 a Molfetta. [email protected]

NELDIRITTO EDITORERicerca magazziniere part-time, anche prima esperienza.Età 1�-�0 anni. Per colloquio inviare curriculum vitae a: [email protected] - con oggetto: MAG

AGENZIA VIAGGICerca personale con esperienza. Prego inviare curriculum all’indirizzo [email protected]

CATTOLICA PREVIDENZACerchiamo giovani laureati con laurea in discipline economiche,

giuridiche o umanistiche, età massima �0 anni, elevato grado di autonomia e capacità organizzative, buona attitudine all’ascolto e sensibilità ai rapporti interpersonali, spirito imprenditoriale e

forte orientamento ai risultati.I candidati che avvieremo al ruolo di consulente previdenziale junior saranno giovani intraprendenti, con un buon bagaglio culturale, che insieme a noi vorranno costruire il loro futuro pro-fessionale su due elementi chiave: formazione e crescita. Invio candidatura http://cattolica.hrweb.it/candidatura.php?id_an=1�1�1&track=jobcrawler

2� Lavoro in chiaro giovedì 29 ottobre 2009

Dopo aver riscosso grande succes-so negli Stati Uniti, YouTube Edu (centro educativo su YouTube) è fruibile, da poche settimane, in altri sette paesi: Italia, Francia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Russia e Israele. La possibilità, utilizzando la popolare video community del web, di accedere velocemente ai canali di tutti gli atenei aderenti consente di ricercare al loro interno contenuti educativi e informativi. Tra i primi atenei italiani ad aver aderito all’in-consueta comunità di formazione universitaria, abbiamo la Bocconi e il Politecnico di Milano. I canali YouTube, messi a disposizione del

popolo di internet, costituiscono un vero e proprio luogo di dialogo e scambio formativo e informativo su scala internazionale. YouTube Edu, quindi, può essere considerata una sorta di “bacheca globale” che va ad includere contenuti di vario interesse collegabili al mondo delle università, messi a disposizione per chi è alla ricerca di informazioni sui corsi e sui campus o per i neolaureati intenzionati a mantenersi in contat-to con la vita e le iniziative culturali dell’università di provenienza.Il livello di interattività risulta mol-to elevato nella comunità di YouTu-be, permette agli utenti-studenti di esprimere il grado di apprezzamento dei video. Tutto questo può essere integrato con un’argomentazione co-stituita da contenuti testuali o rispo-ste tramite video con la possibilità di caricare questi ultimi su altri social network. In seguito all’acquisizione di una dimensione internazionale, i creatori del progetto YouTube Edu, stanno ideando un menù linguistico che avrà la finalità di rendere possi-bile all’utente la ricezione del video solo nelle lingue di sua conoscenza.

Si potrà, quindi, scegliere il proprio “canale linguistico”, oltre a poter se-lezionare la lingua di ricezione dei video. Inoltre, gli ingegneri infor-matici di YouTube, stanno provve-dendo a rendere ancora più precisi i metodi di ricerca per soggetti in modo tale da facilitare ulteriormente la ricerca mediante il criterio tema-tico. Tale strumento potrebbe essere ad esempio utilizzato anche dai vari rettori delle università con lo sco-po di instaurare un rapporto diretto con i propri studenti cogliendo così un’occasione imperdibile: annullare le distanze imposte dalla posizione gerarchica del ruolo di rettore. Tutto ciò renderebbe possibile un’intera-zione diretta e creerebbe un modello comunicativo non più verticale ma orizzontale. Inoltre risulta interes-sante notare come, tale progetto, contrariamente a quanto si possa pensare, è stato creato fuori da ogni logica del fare “business”. YouTube Edu, infatti, è un progetto formati-vo che deriva dal programma “20% percent time”, ideato da Google che consente ai dipendenti di Google e YouTube di dirottare una parte delle

ore di lavoro ad un progetto “extra-lavoro”, operando così in completa autonomia. Tutto ciò consente di avere delle motivazioni in più, rea-lizzando una sorta di spazio collo-cato al confine tra pausa ricreativa e impegno produttivo. In conclusione questa “bacheca globale” rappresen-ta uno strumento utile non solo per gli utenti, che hanno la possibilità con un solo click di avere a dispo-sizione tutti i contenuti informativi di tutte le università del mondo ma utilizzabile anche da parte del cor-po docenti e rettori per implemen-tare l’attuale modello comunicativo utilizzato per interagire con i propri studenti.

Marco Roberto Spadavecchia

L’invidia è un impulso naturale del-l’uomo: ma è al tempo stesso un vi-zio e una disgrazia!Perciò dobbiamo considerarla una nemica della nostra felicità e cer-care di soffocarla come un demone maligno.

Arthur Schopenauer

Page 29: Il Fatto n. 046

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì.

w w w . i l f a t t o . n e t

Bar Bayron piazza RomaBar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11Bar Astoria corso Umberto 16Bar Blues via Dante 49Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6Bar Caffetteria, via Salvucci 46Bar Camera Cafè via XX Settembre 43Bar Cavour via Fornari 47Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17Bar Crystal via F. Campanella 33Bar degli Artisti, via Gesmundo 4Bar del Ponte, via Ruvo 18Bar Euro via San Francesco d’AssisiBar Europa, via Cavallotti 10Bar Fausta, corso Umberto 150Bar Filisia via M. di Savoia 67Bar Football, via la Malfa 11Bar Gabbiano, corso Umberto 48Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via TerlizziBar Kennedy, via Germano 49Bar la Fenice, corso UmbertoBar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6Bar Minervini, via Pio la Torre 33Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè 6^ strada ovest Lama MartinaBar Moka via Annunziata 68Bar Mongelli via Baccarini 35Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto MarioBar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via S. F. d’AssisiBar Peter Pan, via Monda 48Bar Rio, via Bari 92Bar Roma 2, via San Domenico 4Bar San Marco, corso Umberto

Bar Seven via Germano 33Bar SeventyBar Snack, via Giovinazzo 1Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza MoroBar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San DomenicoBlanc la Nuit lungomare M.A. ColonnaBuffetti piazza GaribaldiCaffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX SettembreCaffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via PiazzaCaffetteria Manattan viale dei CrociatiCaffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6Calì Caffè via Puccini 7Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via TerlizziEdicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della RosaEdicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza GaribaldiEdicola Spazio Libero via gen. PoliEdicola Stazione piazza A. MoroEdicola via Cormio rione ParadisoEdicola via Dante Edicola via Einaudi rione ParadisoEdicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella

Edicola via Giovinazzo 1Edicola via Giovinazzo 45Edicola via PaniscottiEdicola via ten. SilvestriEdicola via Togliatti zona 167Edicola viale Pio XIFamm Immobiliare, via de Luca 15Farmacia Grillo, largo Sant’AngeloFlory’s Cafè via gen. Poli 3Lido Alga Marina, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia, località Torre RotondaLido Belvedere, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Lafayette, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Marina Piccola, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Nautilus, ss16 Molfetta-GiovinazzoLido Nettuno, ss16 Molfetta-BisceglieLido Scoglio d’Inghilterra, località Torre RotondaMattia’s Cafè, via Dante 14Medi Max via TerlizziMister Toto via LositoMondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12Note&Book Cartolibreria, via Tommaso Fiore 24Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via FaniPanificio Annese via Cappellini 28Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41Panificio Cangelli via cap. de Candia 49Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155Panificio de Pinto via Edoardo GermanoPanificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36Panificio Europa via Rattazzi 41Panificio Il Cugino Via D’Azeglio Massimo,91Panificio il Forno zona 167Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15 Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri

Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via MascagniParrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62Parrocchia Madonna della Pace viale XXV AprileParrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19Parrocchia Sacro Cuore di Gesù c.so UmbertoParrocchia San Berardino via TattoliParrocchia San Corrado Duomo, banchina SeminarioParrocchia San Domenico via San Domenico 1Parrocchia San Gennaro via S. PansiniParrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIIIParrocchia Santa Teresa piazza V. Emanuele 3Parrocchia Sant’Achille via A. SalvucciPlace Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4Pizzeria I Monelli, via Madonna dei Martiri 112 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via GiovinazzoStazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Ar tigianaleSupermercato Granrisparmio v. M. della ResistenzaSwing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via GiovinazzoTabaccheria corso Umberto 74Tabaccheria piazza Garibaldi 6Tabaccheria piazza Roma 4Tabaccheria via Azzarita 65Tabaccheria via Bari 68Tabaccheria via Fiorini 41Tabaccheria via Fornari 66Tabaccheria via G. Salvemini 124Tabaccheria via Hugo 3Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67Tabaccheria via Margherita di Savoia 5Tabaccheria via Pansini 52Tabaccheria via Paradiso 2Tabaccheria via Roma 32Tabaccheria via Rossini 12Tabaccheria via Silvestri 68Tabaccheria viale Pio XITenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico

Rubriche 2�giovedì 29 ottobre 2009

Page 30: Il Fatto n. 046

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI

FACILE DIFFICILE

Consigli per una sana alimentazioneIl segreto di braccio di ferro

1515Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

�0 Rubriche giovedì 29 ottobre 2009

Braccio di Ferro ci ha insegnato che il ferro rende forti e che per averne tanto bisogna man-giare molti spi-

naci. Questo è vero, ma se avesse avuto nelle sue scatolette carne o legumi forse sarebbe stato ancora più forte. Ma vedia-mo perché. Innanzitutto è vero che il ferro è importantissimo per il nostro organismo: è uno di quei microelementi indispensabili per la vita. Per capirlo basta pensare alla sua funzione: è l’unico elemento in grado di prendere l’ossigeno dai polmoni ed è l’unico in grado di consentirne l’utilizzo a livello cellulare essendo associato a diver-se proteine ed enzimi. Stanchezza, perdita di interessi, riduzione della concentrazione possono essere segnali di una insufficienza di questo nutriente. Nel nostro organismo il ferro viene immagazzinato e costantemen-te riciclato. Tuttavia ogni giorno si ha una perdita di circa 1 mg attraverso la desqua-mazione delle cellule intestinali, ma anche attraverso pelle e urine ed è quindi questa

la quantità che va reintrodotta. La donna ha una perdita maggiore durante il ciclo me-struale. Carenza di ferro può insorgere se si ha una aumento delle perdite come accade dopo una emorragia, in gravidanza o in al-tre situazioni patologiche o se l’introito è insufficiente per errata alimentazione o per patologie che ne riducono l’assorbimento. La dose di assunzione raccomandata è di circa 10 mg al giorno per gli uomini e 15 mg per le donne. Ricordiamoci però della biodisponibilità, cioè della reale quantità di ferro che da un alimento viene assorbito: fino al 35% se è di origine animale, ancora meno se di origine vegetale (2-10%). Ecco perché gli spinaci, pur essendo ricchi di ferro, ‘ce ne danno’ meno di una bistecca. Carni rosse, legumi, frutta come le prugne e verdura come gli spinaci sono in ordine decrescente gli alimenti più ricchi in ferro. Sappiate poi che la vitamina C ne aumenta l’assorbimento: un pranzo con pasta e len-ticchie e una cena con bistecca e spinaci conditi con limone sicuramente ci proteg-gono da carenze!

dott.ssa Annalisa MiraBiologa Nutrizionista

Page 31: Il Fatto n. 046

w w w . i l f a t t o . n e t

FAVE DEI MORTIIngredienti

Procedimento

Chef: de Chirico Nicolò

100 gr. di mandorle pelate 250 gr. di zucchero a velo25 gr. di farina 2 uovaBuccia di limoni grattugiata Un pizzico di cannella

••••••

ARIETE LEONE SAGITTARIO

Sarà inutile continuare a pensare se sia-te capaci o meno di raggiungere un ob-biettivo troppo ambizioso, dovreste inve-ce iniziare a provarci seriamente, senza troppe elucubrazioni mentali. Soltanto in questo modo scoprirete la verità, ossia se ne sarete in grado oppure no.

La vostra immaginazione potrebbe aiutarvi e fungere da stimolo per organizzare me-glio la vostra vita quotidiana. Delle volte avete proprio delle idee geniali che, però, andrebbero subito messe in pratica, men-tre voi lasciate tranquillamente che siano gli altri a mettere in pratica i vostri progetti.

Avrete l’occasione per potenziare alcuni rapporti con persone che vi piacciono, poiché la comunicazione è l’aspetto più importante e voi lo sapete bene. Riuscirete a capire molte sfuma-ture del carattere delle altre persone e altrettanto queste con voi.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Sarebbe meglio restare fuori da alcune questioni, da alcuni affari o da alcune discussioni sulle quali non siete partico-larmente ferrati e soprattutto non siete sicuri In questo modo eviterete di dover-vi giustificare, di dovervi preoccupare ed infine, anche di dovervi scusare.

Riflettere sui propri errori potrebbe es-sere un’attività che vi sarà molto più che utile per non commetterne più in futuro, tuttavia non sempre rimuginare sul passato aiuta il vostro umore, quin-di potreste ottenere dei benefici da una parte e degli svantaggi dall’altra.

Qualcuno potrebbe leggermente ri-sentirsi di alcune vostre impressio-ni lasciate senza troppo curarvene. Queste persone potrebbero non capire proprio il vostro ragionamen-to o le vostre affermazioni. Sarà il caso di chiarire.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Sarà bene che vi affidiate al vostro sesto senso, in quanto vi troverete a dover risolvere delle questioni che, anche se non vi riguardano, dovranno avere una fine e soltanto voi sarete in grado di trovarne una che vada bene a tutti.

In questo periodo siete molto attivi e avendo parecchio da fare e non potrete dedicarvi troppo al relax e ai momenti aggregativi come vorreste. Saprete ritrovare il vostro equilibrio e non sarete di peso agli altri.

Non date troppo retta ai pettegolez-zi che potrebbero girare sul vostro conto, dopo che siete stati avvistati in atteggiamenti ambigui, per qualcuno, con persone che solitamente non fre-quentate. Lasciate che si sgonfi tutto normalmente e senza intervenire.

CANCRO SCORPIONE PESCI

È il periodo giusto per lavorare in grup-po o per condividere qualcosa tutti in-sieme, l’unica pecca potrebbe essere la foga di alcuni nel voler a tutti i costi far presente le proprie idee, presentan-dole come innovative e rivoluzionarie, migliori insomma, di tutte le altre.

Non avrete alcuna scusa per non prendere sul serio le parole delle persone che vi saranno vicino e che tenteranno si spiegarvi alcune cose. Se si tratta soprattutto di questioni amorose, dovreste lasciarvi andare un tantino di più.

I vostri stessi sogni potrebbero mo-strarvi quale sia la strada più dritta per raggiungerli e per realizzarli in breve tempo, senza aiuto da parte altrui. Tuttavia, chi vi vuole bene sa che deve starvi accanto, quindi potete sempre contare su di loro.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 29 ottobre 2009 �1

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva S.r.l. con unico socio

PRESIDENTEGiulio Cosentino e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILECorrado Germinario

COLLABORATORIAngela Teatino, Pantaleo de Trizio, Isabel Romano, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

REDAZIONEVia degli Antichi Pastifici,Zona Artigianale A/8 · [email protected]

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONENELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

STAMPAMASTER PRINTING S.R.L.VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096

Macinare le mandorle con lo zucchero molto finemente, impastare con gli altri ingredienti fino ad ottenere una pasta morbida e plastica. Con la pasta formare delle palline grandi quando una fava allungarle leggermente arrotolarle nello zucchero semolato e appoggiarle su una teglia da forno, ap-piattendole un poco. Cuocerle in forno a 170°c per circa 25 minuti.

Page 32: Il Fatto n. 046