il dialogo interiore

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Dialogo interiore Redazione My Zine Categoria Lezioni Generiche Il dialogo interiore è formato dalle parole che diciamo a noi stessi sia mentalmente sia oralmente. Queste parole influenzano le nostre reazioni emotive senza che noi ce ne accorgiamo. E’ la famosa “vocina” che accompagna continuamente con i suoi commenti tutto quello che percepiamo e condiziona i nostri comportamen ti o il nostro umore. Nel libro “Una realtà separata” di Carlos Castaneda, il personaggio principale, Don Juan, offre una splendida definizione di dialogo interiore: “Parli troppo con te stesso. Non sei l’unico a farlo, tutti noi lo facciamo, portiamo avanti un discorso interiore. […] Ogni qualvolta parliamo di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo: è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose. Un Guerriero è consapevole di questo atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore. Questa è l’ultima cosa che devi sapere se vuoi vivere come un Guerriero”. 1. Ascolta le parole che dici a te stesso. Se sei una di quelle persone che parlano spesso con se stessi, è bene che tu ti concentri per individuare le frasi che sei solito dirti. Molto spesso, infatti, accade che, per via della velocità dei nostri pensieri, non siamo consapevoli di quello che effettivamente ci diciamo (considera che, nel nostro cervello, circolano circa 2 milioni di dati al secondo!). Eppure, il dialogo interiore ha una grossa influenza sui nostri stati d’animo. Parlando a noi stessi ci possiamo motivare o demotivare, potenziare le nostre idee o trovare problemi anche inesistenti, criticare le situazioni o aumentare l’autocritica, etc. etc… 2. Individua se ci sono più parole potenzianti o depotenzianti. Quando parli a te stesso, che tipo di parole usi? Ci sono spesso delle negazioni? Sei solito usare frasi che contengono le parole: mai, sempre, tutti, ma, però, sebbene? Sono frasi che ti fanno entrare in una specie di loop circolare dal quale non riesci a uscire trovando una soluzione? E soprattutto, in che stato d’animo ti mettono? Il dialogo interiore può essere potenziante o depotenziante. Ti faccio un esempio: “Non ce la farò mai … anche questa volta andrà come tutte le altre … a tutti va sempre bene tranne che a me …”. Secondo te, questa frase ti metterà in uno stato positivo o negativo? Ti spingerà all’azione o a chiuderti? Fai attenzione a ciò che ti dici, perché quello che dici a te stesso determinerà il tuo stato d’ani mo e lo stato in cui sei determinerà le azioni che farai o che non farai. Come Ridurre gli Schemi Mentali Distruttivi – prima parte 21 December 2012 Spesso siamo alle prese con pensieri negativi ed impulsivi, cioè che ci sfuggono dal controllo e che ci spingono ad agire o comunicare in modi non desiderati. Una delle prime “soluzioni” nel cammino di crescita personale o spirituale è cercare di pensare positivo, di coltivare pensieri d’amore e di perdono. Questa soluzione sembra funzionare solamente per un breve periodo di tempo, oppure funziona sempre per piccoli conflitti facilmente controllabili, ma anche voi avete notato che alla lunga i vecchi schemi mentali, i pensieri negativi e distruttivi, affiorano nella nostra mente e quindi anche nel nostro atteggiamento? Quante volte, dopo aver lavorato per anni su dei nostri schemi negativi assorbiti o copiati p.es. da nostra madre, ci rendiamo conto che gli schemi sono sempre lì? E’ come se li avessimo coperti con tanta conoscenza, esercizi, speranze e credenze, ma alla fine, sotto sotto, siamo sempre la. Credo che modificare questi schemi ereditari, oppure acquisiti dopo aver ripetutamente vissuto gli stessi traumi nell’infanzia, sia una delle cose più difficili da compiere. Per molti psicologi questi sc hemi fanno parte del carattere e non è possibile eliminarli, ma solamente ridurre il loro effetto dannoso, ed usarli a piccole dosi nelle circostanze appropriate. P.es. se ho uno schema di irascibilità che mi rovina le relazioni di coppia e di amicizia, non va bene, ma se riesco ad usarlo quando devo difendere chi amo, allora ecco che abbiamo trovato una risorsa nello schema

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Page 1: Il Dialogo Interiore

Dialogo interiore

Redazione My Zine Categoria Lezioni Generiche

Il dialogo interiore è formato dalle parole che diciamo a noi stessi sia mentalmente sia oralmente. Queste parole influenzano le

nostre reazioni emotive senza che noi ce ne accorgiamo. E’ la famosa “vocina” che accompagna continuamente con i suoi

commenti tutto quello che percepiamo e condiziona i nostri comportamenti o il nostro umore. Nel libro “Una realtà separata” di

Carlos Castaneda, il personaggio principale, Don Juan, offre una splendida definizione di dialogo interiore: “Parli troppo con

te stesso. Non sei l’unico a farlo, tutti noi lo facciamo, portiamo avanti un discorso interiore. […] Ogni qualvolta parliamo di

noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli

infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo: è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le

stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose. Un Guerriero è

consapevole di questo atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore. Questa è l’ultima cosa che devi sapere se

vuoi vivere come un Guerriero”.

1. Ascolta le parole che dici a te stesso.

Se sei una di quelle persone che parlano spesso con se stessi, è bene che tu ti concentri per individuare le frasi che sei solito

dirti. Molto spesso, infatti, accade che, per via della velocità dei nostri pensieri, non siamo consapevoli di quello che

effettivamente ci diciamo (considera che, nel nostro cervello, circolano circa 2 milioni di dati al secondo!). Eppure, il dialogo

interiore ha una grossa influenza sui nostri stati d’animo. Parlando a noi stessi ci possiamo motivare o demotivare, potenziare le

nostre idee o trovare problemi anche inesistenti, criticare le situazioni o aumentare l’autocritica, etc. etc…

2. Individua se ci sono più parole potenzianti o depotenzianti.

Quando parli a te stesso, che tipo di parole usi? Ci sono spesso delle negazioni? Sei solito usare frasi che contengono le parole:

mai, sempre, tutti, ma, però, sebbene? Sono frasi che ti fanno entrare in una specie di loop circolare dal quale non riesci a uscire

trovando una soluzione? E soprattutto, in che stato d’animo ti mettono? Il dialogo interiore può essere potenziante o

depotenziante. Ti faccio un esempio: “Non ce la farò mai … anche questa volta andrà come tutte le altre … a tutti va sempre

bene tranne che a me …”. Secondo te, questa frase ti metterà in uno stato positivo o negativo? Ti spingerà all’azione o a

chiuderti? Fai attenzione a ciò che ti dici, perché quello che dici a te stesso determinerà il tuo stato d’animo e lo stato in cui sei

determinerà le azioni che farai o che non farai.

Come Ridurre gli Schemi Mentali Distruttivi – prima parte

21 December 2012

Spesso siamo alle prese con pensieri negativi ed impulsivi, cioè che ci sfuggono dal controllo e che ci spingono ad

agire o comunicare in modi non desiderati. Una delle prime “soluzioni” nel cammino di crescita personale o

spirituale è cercare di pensare positivo, di coltivare pensieri d’amore e di perdono. Questa soluzione sembra

funzionare solamente per un breve periodo di tempo, oppure funziona sempre per piccoli conflitti facilmente

controllabili, ma anche voi avete notato che alla lunga i vecchi schemi mentali, i pensieri negativi e distruttivi,

affiorano nella nostra mente e quindi anche nel nostro atteggiamento?

Quante volte, dopo aver lavorato per anni su dei nostri schemi negativi assorbiti o copiati p.es. da nostra madre, ci

rendiamo conto che gli schemi sono sempre lì? E’ come se li avessimo coperti con tanta conoscenza, esercizi,

speranze e credenze, ma alla fine, sotto sotto, siamo sempre la.

Credo che modificare questi schemi ereditari, oppure acquisiti dopo aver ripetutamente vissuto gli stessi traumi

nell’infanzia, sia una delle cose più difficili da compiere. Per molti psicologi questi schemi fanno parte del carattere e

non è possibile eliminarli, ma solamente ridurre il loro effetto dannoso, ed usarli a piccole dosi nelle circostanze

appropriate. P.es. se ho uno schema di irascibilità che mi rovina le relazioni di coppia e di amicizia, non va bene,

ma se riesco ad usarlo quando devo difendere chi amo, allora ecco che abbiamo trovato una risorsa nello schema

Page 2: Il Dialogo Interiore

negativo. Anche raggiungere una tale padronanza di sè è molto difficile, e ci vogliono anni di lavoro interiore per

trasformare un “buco nero” della coscienza in una risorsa utile ed efficace.

Questo articolo desidera condividere un esercizio semplice nella spiegazione, ma impegnativo nella pratica, che

propone un metodo avanzato per identificare lo schema distruttivo e per

allontanarlo o per trasformarlo in una risorsa. L’esercizio si ispira da una delle tante pratiche iniziatiche del

MaestroMikhael Aivanhov. Prima di passarvi la parte pratica, proviamo a spiegare come dovrebbe funzionare a

livello teorico.

Molte volte abbiamo sentito che quando si nasce si è come una pagina bianca di un libro, liberi da schemi ed

innocenti e puri come gli angeli. Da una parte è vero, perchè il nostro ricordo delle vite passate non è più cosciente,

e perchè il nostro ego è ancora praticamente inesistente, ma dall’altra, secondo molti Maestri e psicoterapeuti,

siamo pieni di influssi, sia positivi che negativi dei nostri antenati. Se nell’epoca moderna abbiamo appurato tramite

numerosi scienziati, che tutto è energia e che nulla si crea e nulla si distrugge, significa che anche dopo la nostra

morte qualcosa di energetico rimane.

Questa energia (o anima) secondo Roberto Zamperini (e molti altri) è ricca di informazioni, che verranno

tramandate alle future generazioni. Ecco come si spiega come possa un bambino di 5 anni suonare il pianoforte

come un insegnante con decenni di pratica ed esperienza alle spalle: gli antenati ci donano la loro ricchezza di

talenti, risorse, passioni, ma purtroppo allo stesso tempo riceviamo anche qualche malattia o schema interiore

distruttivo, o almeno limitante. Ovviamente non tutti gli schemi negativi sono stati ereditati dai nostri antenati,

perchè tutti noi abbiamo il potere di scegliere di pensare ed agire diversamente nella vita, ma sicuramente gli

antenati ci portano ad avere una certa predisposizione verso un problema, soprattutto se è stato vissuto in più di

una generazione (p.es. hanno sofferto di cancro alla mammella sia la nostra nonna, che la nostra mamma).

Allora, eccoci finalmente cresciuti, siamo degli adulti, e spesso ci troviamo a combattere con delle forze sconosiute,

però di cui soffriamo le conseguenze. Esistono moltissime terapie per affrontare e risolvere questi blocchi, ma

l’esercizio di Aivanhov porta secondo me il lavoro di trasformazione ad un livello diverso. Ognuno di noi ha un

carattere (ego) con certe caratteristiche croniche: qualcuno vuole essere a tutti i costi accettato dag li altri, un’altro

vuole essere bravo, il terzo vuole avere sempre ragione, un altro ancora vuole essere sempre profondo e vero nella

comunicazione, poi ci sono i controllori, i manipolatori, le vittime, ecc. L’aspetto che ci interessa maggiormente è

che ogni volta che siamo identificati in una di queste parti del carattere, lo stiamo alimentando con la

nostra energia.

In generale le terapie cercano di identificare e guarire il trauma emotivo sottostante, oppure cercano di vedere il

problema sotto un’altra angolazione, altre tecniche cercano di sviluppare risorse interne per gestire meglio il

conflitto, ma Aivanhov lo vede anche nel seguente modo (prima di proseguire vorrei aggiungere che le spiegazioni

di Aivanhov sono interpretate da me , dove a volte aggiungo qualcosa di mio, quindi prego i sostenitori di Aivanhov

di non volermene, grazie) : il nostro pensiero crea e se alimentiamo troppo un pensiero negativo, si può creare una

forma pensiero con una propria energia indipendente, che ripete cronicamente e senza sosta lo schema negativo (è

il discorso spiegato da Vadim Zeland in termini di pendoli). Dall’altra parte, possono esserci anche antenati

disincarnati, ma sempre connessi con noi, e che ci tramandano pensieri negativi. Non basta: esiste anche la

possibilità che con i nostri pensieri negativi abbiamo attirato ed alimentato entità negative, che godono e

prosperano delle nostre emozioni negative, create dallo stato mentale, appunto, distruttivo (questo è il punto

principale a cui fa riferimento Aivanhov).

Page 3: Il Dialogo Interiore

E’ possibile affrontare questo bel casino con un’esercizio che ora andiamo a spiegare. Il problema secondo

Aivanhov è che non siamo consapevoli dello schema, nel senso che non lo vediamo. Lo percepiamo, lo sentiamo,

ma è come se si lavorasse costantemente nel buio, e anche se ci esercitiamo a beccarlo in anticipo tramite l’auto-

osservazione, troppo spesso ci sfugge dal controllo, ed ecco che ci ritroviamo a dire:”Noooo, sono sempre la con lo

stesso palloso problema!”

Aivanhov suggerisce di visualizzare una forte e grande luce che illumina il nostro mondo interno ed allo stesso

tempo ci consiglia di farlo con amore. In questo modo chiunque stia lavorando al buio, dietro le quinte, a nostro

sfavore, verrà VISTO da noi (è un vedere intuitivo o di immaginazione spontanea). La luce così scaccia le tenebre,

quindi la copertura, e così la negatività non può più operare liberamente perchè stato colto con le mani nel sacco!

Essere consapevoli (vedendo) = portare luce dove c’è buio.

Nell’esercizio dobbiamo continuare a riempirci di luce finchè non iniziamo a sentire che lo schema sta perdendo

forza ed intensità. Purtroppo non basta farlo una volta, perchè la forma pensiero/entità è stato alimentato per anni,

ma se abbiamo l’abitudine quotidiana di fare Sherlock Holmes con una lampada (luce), la sofferenza, il dolore, la

paura o lo schema possono guarire. (per gli antenati ci vogliono altre tecniche, che se interessati, posso dedicarvi

un articolo a parte)

Dalla mia esperienza vi passo ancora due trappole che ho finora incontrato con questo esercizio:

1. essendo curioso di vedere chi o cos’è questa energia che ci fa male, a volte mi sono ritrovato a guardare quella

energia invece di continuare a vedere la luce; alimentavo quindi il buio invece della luce. Basta sapere che li c’è

qualcosa di negativo, ma dobbiamo rimanere sempre focalizzati sulla luce e non preoccuparci se la “cosa” se ne

andrà o meno;

2. visualizzavo la luce ma senza risultati, perchè non ho portato la luce con sufficiente forza nelle parti egoiche in

cui mi identificavo. P.es. mi chiedevo “Come mai non funziona?” quando in verità era l’ego controllore del risultato,

che se lo chiedeva e quindi bloccava il processo.

Page 4: Il Dialogo Interiore

Se per caso questo esercizio risulta troppo faticoso o difficile, non preoccupatevi: esistono altri modi più facili per

lavorare sul mondo interno (questo è avanzato) fra cui un modo efficace viene descritto nella seconda parte di

questo articolo. In caso questo esercizio avanzato non funzioni, lasciatelo da parte, e forse un giorno arriverà il

momento di ricordarsi di questo articolo e vi sarà nuovamente utile. ;-)

Come Ridurre Schemi Mentali Distruttivi – 2a parte 21 December 2012

Se l’esercizio precedente proposto per ridurre schemi mentali distruttivi è stato considerato come avanzato, quello

qui presentato dovrebbe essere alla portata di tutti. Riassumendo il punto principale dello schema negativo, il

problema è nella nostra identificazione conscia o inconscia in un costante flusso di pensieri che costantemente

rigenerano il nostro stato di malessere psicologico o fisico. Cercare di dis-identificarsi con l’esercizio dell’auto-

osservazione, ovvero dell’osservare i nostri pensieri senza commentarli, lasciandoli venire ed andare, necessita di

molta applicazione e di ore di meditazione al giorno. Nonostante reputi necessario una pratica del genere per chi

mira versa il risveglio, sicuramente è poco applicabile con stress eccessivi e durante gli impegni quotidiani.

Ecco che potrebbe venirci in aiuto questo esercizio, che mira a fare soprattutto una cosa: inserire nel flusso mentale

una sorta di dialogo interiore, un insieme di pensieri ripetitivi, che probabilmente non ci siamo mai detti nella vita, o

almeno non con una seria e consapevole intenzione.

Se p.es in generale non ci sentiamo sicuri e soffriamo di irrequietezza o di ansia o di intolleranza, uno degli schemi

mentali negativi potrebbe essere il voler avere tutte le risposte e subito, prima di agire. Il cercare di avere tutto

perfetto e sotto controllo prima di entrare nel vivo di un’esperienza è un compito arduo. Diciamo che vog liamo

iniziare una nuova attività e proprio a causa di una spinta ansiosa interiore, cerchiamo quasi con affanno o con

isteria tutte le risposte per poter decidere se intraprendere l’attività o meno. La mancanza di pazienza e l’ansia ci

tiene in uno stato di superficialità e di stress, in cui non riusciamo a considerare e valutare bene tutte le opzioni, e

visto che secondo noi il tempo corre, facciamo scelte troppo sbrigative.

Magari nel profondo sentiamo un “no, aspetta un attimo, qui puzza di bruciato”, ma il desiderio di realizzare

velocemente qualcosa ci offusca il sentire intuitivo, e poi ci rendiamo conto che il collaboratore, il socio, l’azienda,

ecc. non si rivelano all’altezza della situazione, oppure peggio, ci fregano i soldi. Il costante flusso negativo ci ha

creato molti danni fra cui:

- la perdita dell’intuizione e del sentire interiore;

- perdita di tempo e di soldi;

- stress e delusione emotiva;

- a lungo andare, danni alla nostra salute.

Questo schema o carattere potrebbe essere chiamato il Controllore, e chi ne soffre solitamente ha la tipica

sensazione di essere diviso a metà nella zona attorno all’ombelico. E’ come se la mente ed il corpo non andassero

avanti di pari passo: uno spinge sull’acceleratore, l’altro tira su il freno a mano. Questo attrito continuo crea ansia,

tensione, irascibilità, attacchi di panico, ecc. Il compito di questo carattere è di unire la testa con i piedi o con la

zona viscerale.

Page 5: Il Dialogo Interiore

Cosa dovrebbe rendersi conto il Controllore per uscire da questo tunnel?

Il Controllore dovrebbe realizzare che non può controllare tutto e che è naturale non controllare. Tutto in natura

necessita di tempi di maturazione. Se oggi pianto un seme di mela, non posso raccogliere la mela lo stesso giorno,

e nemmeno il giorno dopo. Il Controllore deve accettare che ci vuole tempo affinchè l’idea della nuova attività

sedimenti in lui e che le informazioni accumulate vengono ben digerite, affinchè diano il frutto di una buona

decisione. Una mia terapeuta una volta mi disse:

“Se vuoi prendere troppo presto una decisione importante, è come raccogliere un fiore dall’albero invece di una

bella mela maturata al punto giusto. Finisci con qualcosa in mano che in verità non volevi.”

Ecco perchè il corpo rallenta creando ansia, tensione o insoddisazione, perchè vuole farci evitare delusioni, scelte

sbagliate e sofferenze. La parte bassa del nostro corpo è il nostro alleato e NON il nostro nemico che ci rovina tutti i

nostri sogni. Ecco che per unire l’alto con il basso, ovvero la mente con il corpo, o con il ventre, significa usare le

parole del ventre/corpo per calmare la mente che blocca o limita, con il suo logorante chiacchiericcio, il legame

naturale con la zona bassa del corpo.

Vi passo degli esempi di brevi frasi o domande da dirsi mentalmente ogni qualvolta sentiamo di essere in uno stato

da Controllore:

“E’ naturale non avere il controllo su tutto.”

“E’ sicuro per me non avere controllo.”

“E’ sicuro per me che la Vita si occupi della maturazione della situazione.”

“Posso permettermi di sentire questa voglia di controllare?”

“Posso accettare questa voglia di controllare in me?”

“Posso lasciarla andare ora?”

“Va bene non avere tutte le risposte subito.”

“Tutto andrà bene, l’Universo sta lavorando per me.”

“Mi fido della Vita, quindi accetto i suoi tempi di maturazione che sono sempre quelli giusti.”

“La Vita mi sostiene, basta che le lasci il controllo.”

“Non è compito mio controllare, questo è compito di Dio. Rilassati e goditi il viaggio.”

Nel caso il nostro schema sia legato invece al volere sempre approvazione, sicurezza, ragione, essere bravi, ecc.

dobbiamo capire qual’è il bisogno profondo dello schema e soddisfare quel bisogno. Probabilmente lo abbiamo

perchè non è mai stato soddisfatto/vissuto nell’infanzia, quindi con questo dialogo interiore è come se noi facessimo

i genitori a noi stessi per guarire la paura o il dolore.

Non sia come identificare i tuoi schemi? Il libro Le 5 ferite e come guarirle di Lise Bourbeau è un ottimo aiuto. ;-)

L’INSEGNAMENTO DI EDGAR CAYCE 15 luglio 2010 — Sebastiano Tringali

Page 6: Il Dialogo Interiore

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Edgar Cayce

EDGAR CAYCE, IL PROFETA DORMIENTE

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Insegnamenti tratti liberamente dalla filosofia di vita di Edgar Cayce. Cayce fu definito il più grande profeta del nostro tempo. Soprannominato “Il profeta dormiente”. Egli riceveva le sue comunicazioni in uno stato di trance, in uno stato di autoipnosi che egli stesso si induceva nell’arco di 30″. Il suo maggiore successo e fama le derivano dalla sua capacità di individuare una malattia e proporre i rimedi adatti ai malati che si rivolgevano a lui. Questo contatto con la Fonte Divina forgiò la sua filosofia di vita, di cui qui diamo un breve estratto. . MENTE, SPIRITO E MATERIA

.

La mente è il costruttore. La mente crea il nostro futuro. La mente è il ponte, il tratto d’unione, tra il regno dello Spirito e il mondo fisico. “Lo Spirito è la vita, la Mente il costruttore, e la materia ciò che ne deriva”. Lo Spirito è la Forza Vitale, la Forza Creatrice, la Fonte e l’Essenza della Vita, l’Origine di tutto ciò che è. . MENTE E FORME-PENSIERO

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La Mente è lo strumento dello Spirito per esprimersi, utilizzando forme-pensiero. Le forme-pensiero sono reali, esse modellano il mondo fisico, anche se non sembrano avere alcuna concretezza. Le forme-pensiero sono tanto reali quanto uno spillo conficcato in una mano. . Quanto tempo impiega un pensiero per concretizzarsi in realtà? .

Quanto tempo impiega la Mente Costruttrice per trasformare una forma-pensiero in realtà fisica? Lo spazio di tempo occorrente dipende da due fattori. La grandezza dell’idea che si vuole realizzare, e la perseveranza e l’intensità impiegate per la realizzazione dell’idea.

Page 7: Il Dialogo Interiore

L’ostacolo maggiore è rappresentato dalla pigrizia, dalla tendenza a rimandare gli impegni, cioè dalla mancanza di uno sforzo continuo e costante proteso alla realizzazione dell’idea. . COME UN PENSIERO DIVENTA REALTA’

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Il procedimento esatto è questo: l’idea va prima concepita, poi viene incubata come un uovo da covare per permettere a questo embrione di idea di crescere e rafforzarsi, quindi, al momento giusto, al termine della covata, l’uovo forma-pensiero si schiude e si concretizza in realtà. Il periodo di incubazione che precede lo schiudersi dell’uovo, non è un periodo di oziosità, ma di lavoro interiore in vista delle opportunità che si manifesteranno come conseguenza del lavoro di costruzione mentale. . Il pensiero è il cibo della mente, i pensieri plasmano e rinnovano continuamente la Mente.

. Auto-osservazione e Dialogo Interiore costruiscono il Corpo Mentale.

. L’Auto-osservazione ci consente di individuare il momento in cui si forma un pensiero. L’Auto-osservazione ci può fare scoprire il nostro Dialogo Interiore, e la sua qualità. Pensieri ed emozioni forti intensificano e velocizzano la Costruzione del Corpo Mentale. Amore ed odio sono emozioni forti che forniscono energie supplementari alla Costruzione del Corpo Mentale. . Che tipo di Corpo Mentale vogliamo costruirci?

.

Quali pensieri e quali emozioni vogliamo utilizzare per costruire il nostro Corpo Mentale? L’Auto -osservazione è sempre illuminante per scoprire il nostro Dialogo Interiore. Potremmo scoprire di stare nutrendo la nostra Mente con frasi tipo: “Questo non lo so fare”, “Questa materia non fa per me”, Non ci riuscirò mai”, “Come sono stupido”, “Non posso”, “Questo non lo posso proprio soffrire”, etc. Tutti pensieri limitanti che bloccano le nostre possibilità e capacità. . Riorientare la propria Mente

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Se scopriamo di avere un dialogo interiore di questo tipo, è tempo di riorientare la nostra mente, sforzandoci consapevolmente di nutrirla con nuovi pensieri, stavolta positivi, del tipo: “Se mi impegno posso farcela”, “Male che va, avrò imparato un sacco di cose nuove”, “Posso provarci”, “Sto facendo progressi ogni giorno”, etc. Abituiamoci a vedere sempre il classico bicchiere mezzo pieno. Per piccoli che possano sembrare questi sforzi, essi sono l’inizio di un cambiamento della nostra mente. Ricordiamoci il saggio detto Taoista: “Un viaggio di mille miglia comincia dal primo passo”. . Proviamoci con questo esercizio

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Page 8: Il Dialogo Interiore

Un esercizio proposto da Edgar Cayce per ricostruire la propria mente è basato sulla pratica dell’Auto-osservazione. Cayce definiva l’Auto-osservazione “Mettersi da parte e guardarsi passare”. L’Auto-osservazione mette in luce il nostro dialogo interiore. E poichè è proprio questo dialogo interiore che ciba e costruisce la mente, possiamo ricavarne degli utili suggerimenti sul come riprogrammare la nostra mente. . Di che tipo è il nostro Dialogo Interiore?

. Ottimista? Polemico? Pieno di vittimismo? Negativo? Recriminatorio? Speranzoso? Disfattista? etc. Il nostro Dialogo Interiore ci fa comprendere che genere di Mente ci stiamo costruendo e che tipo di futuro ci stiamo creando. Comunque sia, qualunque sia il nostro stato, questo è il momento opportuno per iniziare a migliorare il nostro Dialogo Interiore, e con questo la nostra mente e il nostro futuro.

.

Visita il mio nuovo sito http://www.scuoladellasalute.it/ . Sebastiano

.

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Pubblicato in EDGAR CAYCE. Etichette: Auto-osservazione, Autoipnosi, Corpo Mentale, Dialogo Interiore, Edgar

Cayce,Filosofia di Edgar Cayce, Fonte della Vita, Forme Pensiero, Forza Creatrice, Forza Vitale, Il Profeta

Dormiente,Insegnamento di Edgar Cayce, Mente Spirito e Materia, Riorientare la Mente, Riprogrammare la

Mente, Stato di Trance.Lascia un commento »

DIALOGO INTERIORE: LE 7 LEGGI DELLA MANIFESTAZIONE 5 marzo 2010 — Sebastiano Tringali

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1. CALMATI, RILASSATI E VIVI NEL PRESENTE

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Essere consapevole di questo momento eterno è uno dei requisiti di base più

importanti per la Manifestazione . La mente può saltare dal passato al futuro e di

nuovo al passato, distraendoti dall’infinita Sorgente che è solo qui e ora.

.

La mente (l’ego) è uno strumento straordinario ed è utilizzabile per Manifestare i

nostri desideri.

.

Se la mente non viene distratta da pensieri che riguardano il passato e il futuro,

allora il meraviglioso nucleo del tuo potere magico ha la possibilità di emergere!

Page 9: Il Dialogo Interiore

Calmandoti puoi spegnere le chiacchiere inutili della mente e collegarti direttamente

alla Sorgente, che è disponibile SOLO in questo momento.

.

Il respiro è strettamente associato alla mente, quindi se stai respirando lentamente

e profondamente potrai sentire meglio i tuoi pensieri e controllare con più facilità la

tua mente. Quando siamo rilassati, siamo più ricettivi e aperti a ricevere ciò che

desideriamo .

.

Quello che ti invito a fare consiste nel camminare più lentamente, mangiare più

lentamente, parlare più lentamente (in realtà, semplicemente, controlla il modo in

cui esprimi le tue parole) e comincia a guidare sotto il limite massimo di velocità (è

un limite massimo, non minimo! :-p). Questo esercizio ti farà diventare più profondo,

rilassato e saggio nel tuo essere… Goditelo!

. 2. ESERCITATI NELL’IMMOBILITA’ OGNI GIORNO

.

Per fermare il costante “chiacchiericcio” della mente, necessitiamo una cosciente e

giornaliera pratica di Meditazione , una sorta di allenamento mentale. Esercitati

focalizzandoti su una cosa soltanto (il tuo respiro) per abituare la tua mente ad

obbedire ad ogni tuo comando.

.

La Manifestazione ha luogo istantaneamente nel momento in cui hai sottomesso la

mente e TU ne sei diventato il padrone. Più a lungo riuscirai a mantenerti

concentrato sul tuo respiro, più velocemente manifesterai i tuoi obiettivi. Il tempo

esatto necessario alla Manifestazione è direttamente proporzionale al numero di

minuti in cui riesci a concentrarti su ciò che vuoi senza distrazioni. Sei una

meravigliosa e potente consapevolezza. Diventa padrone dei tuoi pensieri,

appropriati di questa consapevolezza interiore.

. 3. CREA UN CONTATTO CONSAPEVOLE CON L’UNIVERSO

.

Il primo passo consiste nel rendersi conto che c’è una grandissima forza dentro di

te in questo momento e che ti è molto facile utilizzare. Il secondo passo è essere

aperti a questa Sorgente estremamente intelligente e onnipresente che si manifesta

continuamente ovunque tu sia. Credici e impara a conoscere la tua personale

connessione cosciente a questa sacra e onnipresente Sorgente di potere.

.

Concediti un momento speciale ogni giorno in cui poter stare immobile, calmo e

connesso a questo potere, in totale consapevolezza. Nell’istante in cui senti una

qualsiasi forma di contatto, chiedi all’Universo di dare forma ai tuoi desideri . Se la

tua richiesta è fatta con sincerità, Manifesterai risultati meravigliosi.Migliorando la

tua relazione con questa vera intelligenza divina, poni la tua mente più vicina al tuo

Page 10: Il Dialogo Interiore

cuore. Ti renderai conto che l’Universo è molto più vicino a te che il tuo cuore, la tua

mente o il tuo prossimo respiro.

. 4. CREDI NEL PROCESSO MAGICO DELLA VITA

.

Sii infinitamente paziente! Scopri una profonda saggezza dentro di te che possa

aiutarti a eliminare ansia, credenze negative e dubbi. Decidi e credi che il tuo

obiettivo sta per essere realizzato. L’Universo supporta sempre ciò che vuoi e se

affermi ciò che vuoi ti aiuterà sempre a realizzarlo . Più riuscirai ad arrenderti a

questa profonda, saggia e potente sensazione di fiducia e rilassamento, più

l’Universo ti aiuterà. L’Universo ci ha sempre fornito tutto ciò che abbiamo nella

nostra intera vita. È importante radicare e gustarsi questa sacra Fiducia.

.

Se hai difficoltà a fidarti, indirizza la mente lontato dai vecchi schemi di paura e

dubbio, quindi gentilmente sposta l’attenzione su un flusso di pensieri

positivi.Quando riuscirai a trovarti in una posizione di infinita fiducia nell’Universo,

immediatamente Manifesterai i tuoi desideri. Sperimentare la Fiducia è veramente

la più grande e profonda forma di sottomissione al volere dell’Universo da parte

dell’ego che tutti noi abbiamo.

. 5. SAPPI CHE TUTTI SIAMO CAPACI DI MANIFESTARE (e specialmente tu!)

.

Sii consapevole della tua potenzialità estremamente magica ovunque tu sia.

Qualunque cosa è possibile per coloro che credono. Ritagliati del tempo ogni giorno

per esplorare consapevolmente quella parte della tua mente che ci crede. Rivela ad

altri quegli aspetti giocosi di te stesso grazie a cui situazioni magiche, miracoli e

sincronismi accadono nella tua vita. Se la mente scettica dubita che tu sia magico e

interamente potente, rilassati!

.

Lascia che la luce della tua divina consapevolezza vi brilli attraverso! Osserva che

la magia è ovunque nel mondo e esiste in tutte le cose. Dal momento in cui ti

renderai conto che questa magia è sempre con te, qualsiasi cosa tu faccia, vedrai

dentro di essa il magico potere della Manifestazione.

.

6. FOCALIZZATI SUL RISULTATO SENZA ATTACCAMENTO AD ESSO

.

Quando permetti alla tua mente di avere SOLO pensieri positivi rivolti al risultato

desiderato, stai dicendo all’Universo che tu sei devoto alla Manifestazione del tuo

sogno . Essere in profonda, positiva, aperta connessione con il risultato voluto

senza provare attaccamento è una dei più importanti segreti per Manifestarlo.

L’immaginazione attraverso i 5 sensi è un modo per inviare direttamente un

messaggio all’Universo che dice che ciò che vuoi è importante e sacro per te .

.

Page 11: Il Dialogo Interiore

Il potere più grande in te è l’Amore… usalo! Visualizza, senti e immagina che il tuo

sogno più grande si sta realizzando, senza aggrapparti ad esso. Supponi che la tua

immaginazione sia la realtà! Onora e rispetta i tuoi obiettivi nella vita come se ti

fossero stati donati dal più alto e potente essere che tu possa immaginare.

Restando continuamente focalizzato sull’amore e sull’amare, stai in realtà

spedendo fuori trilioni di potenti atomi di energia nell’Universo che si

Manifesteranno fisicamente nella forma che desideri.

. 7. AMA TE STESSO SEMPRE E IN OGNI MODO

.

Dando semplicemente e profondamente Amore a te stesso ogni giorno in ogni

modo, stai dicendo all’Universo che sei degno di conseguire qualsiasi sogno,

visione o obiettivo . Immediatamente scaccia ogni bisogno di amore, accettazione e

approvazione da parte di altri e sostituiscilo con amor proprio. La migliore posizione

che possiamo ottenere è indipendente dall’opinione che altri possono avere di noi.

.

Lasciati alle spalle i giudizi su di te di chiunque e usa questo tempo e questa

energia cruciali per inviarti pensieri amorevoli e elogiativi. Migliorerai la tua abilità e

il tuo potere di Manifestazione trasformando i sentimenti che provi per te stesso da

negativi e scettici in amorevoli. La più grande energia manifestante deriva

dall’Infinita Sorgente di pensiero del tuo essere che è essenzialmente Amore

Assoluto.

.

Fonte: http://www.immaginazionecreativa.it/articoli/7leggimanifesting

.

Sebastiano.

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respiro,Dialogo Interiore, Leggi della Manifestazione, Meditazione, PENSIERI POSITIVI, Visualizzare. Lascia un

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AUTOMATISMI NEGATIVI DEL SUBCONSCIO 4 marzo 2010 — Sebastiano Tringali

-

IL SUBCONSCIO COME GIUFA’

.

Page 12: Il Dialogo Interiore

Scrivo quest’ultimo articolo su questo tema allo scopo di identificare la maniera letterale di agire del nostro Subconscio.

.

Giufà è un personaggio mitico del folclore siciliano, protagonista di tante argute

storielle popolari. In questa fiaba Giufà è un bambino, sciocco e furbo allo stesso

tempo, ubbidiente alla mamma, ma considerato quasi come lo scemo del villaggio.

Questa è brevemente la storia.

. LA FIABA DI GIUFA‘

.

La mamma manda Giufà a comprare una scatola di fiammiferi dal tabaccaio.

Davanti alla porta gli fa le ultime raccomandazioni: “Mi raccomando

Giufà, accertati che quel briccone del tabaccaio non ti dia dei fiammiferi inservibili,

come l’ultima volta.” Una luce si accende nel cervello di Giufà, e risponde: “Ho

capito, non ti preoccupare, mamma.”

.

Giufà compra i fiammiferi, si siede sotto un albero, e comincia ad accendere i

fiammiferi uno per uno per verificare che siano buoni. Completato con successo la

sua verifica, torna allegramente a casa, trionfante, con questa scatola di fiammiferi

usati: “Ecco, mamma, i fiammiferi sono tutti buoni, li ho provati uno per uno!” La

storia finisce qui. Giufà ha eseguito alla lettera l’ordine della mamma: “Mi

raccomando Giufà, accertati che quel briccone del tabaccaio non ti dia dei

fiammiferi inservibili, come l’ultima volta.”

. IL SUBCONSCIO AGISCE ALLA LETTERA

.

Ecco, il nostro Subconscio si comporta alla stessa maniera. Agisce alla lettera. Sta

a noi imparare a conoscerlo, e a dargli suggerimenti ben precisi, tenendo conto

della sua maniera letterale di eseguirli.

. IPNOSI E SUBCONSCIO

.

Le tecniche per influenzare il nostro Subconscio sono veramente tante, non c’è solo

la Legge d’Attrazione. Quello che dobbiamo tener conto è che il nostro Subconscio

è influenzato sia dai nostri pensieri coscienti che dal nostro dialogo interiore, ma

soprattutto dai nostri pensieri dominanti.

. UN TEST DI IPNOSI

.

Nel prossimo articolo vedremo un esempio pratico di come si possa influenzare

coscientemente il nostro Subconscio usando una tecnica di ipnosi. Vi proporrò un

esperimento di ipnosi online, in modo che possiamo dare un’occhiata diretta sul

modo di operare del nostro Subconscio. Alla prossima. Sebastiano.

.

Page 13: Il Dialogo Interiore

P.S. Questo mi pare proprio un test originale, navigando per il Web non ho trovato

niente su qualcuno che abbia tentato un esperimento di ipnosi per mezzo di un

post.

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Ipnosi,Folclore Siciliano, Giufà, Influenzare il Subconscio, Ipnosi OnLIne, Legge di Attrazione, Pensieri

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CARO AMICO TI SCRIVO – HO’OPONOPONO 26 febbraio 2010 — Sebastiano Tringali

. LETTERA APERTA AL CORPO UMANO

.

Caro amico, ti scrivo: Tu sei per me una persona speciale, sei il mio amico più

prezioso e fedele.

. Elogio al corpo umano

.

Lavori instancabilmente per me, 24 ore su 24.

Mi permetti di fare le mie esperienze nel mondo.

Mi fai camminare, correre, vedere, ascoltare, toccare, gustare, odorare.

Ti affatichi a digerire ciò che mangio, e in cambio mi restituisci forze sempre nuove.

.

Sei una sentinella che veglia sulla mia salute, sempre pronto a difendermi da

microbi, batteri e virus.

Tu sei sempre impegnato a guarirmi, anche quando io non me ne accorgo, tu mi

stai proteggendo.

. Ingratitudine verso il corpo

.

Ed io? Io non ti ho mai ringraziato.

Ho preso tutto come una cosa dovuta.

Non ti ho mai detto: “Grazie, sei più che un amico!”

Non ti ho mai detto: “Ti voglio bene! Ti Amo!”

.

Page 14: Il Dialogo Interiore

Non ti ho mai detto: “Mi Dispiace per tutte quelle volte che ti ho fatto soffrire,

ingoiando sfrenatamente cibo in eccesso, o ingerendo volontariamente sostanze

velenose (Alcool, sigarette, droga).

.

Non ti ho mai detto: “Per favore, Perdonami, per averti trattato peggio di una bestia

da soma.

.

Non ti ho detto neanche una volta: “Mi Dispiace, Perdonami, Grazie, Ti Amo mio

prezioso e fedele corpo.

. Faccio tutto io

.

Io, con la mia Mente Razionale, ho sempre preteso di poter fare tutto da solo.

Ti ho ignorato, come se tu non esistessi. Ho ignorato il tuo immenso potenziale.

Ti ho lasciato solo, in balia di tante false credenze limitanti.

Inconsciamente ho rinunziato al tuo aiuto ed a una tua più piena collaborazione.

. Aloha, Dio in te

.

Non riuscivo a scorgere che dietro le apparenze della materia, si celava una

perfetta riproduzione della Divinità.

Tu sei un’estenzione della Inesauribile Fonte Divina .

.

Tu sei connesso alla Inesauribile Fonte Divina, da cui sgorga Energia e Intelligenza.

Tu sei Colui che guarisci te stesso. Tu hai delle capacità illimitate di guarigione e di

ringiovanimento.

. Assenza di un dialogo interiore

.

Ed io non ho mai avuto nessun dialogo con te, eppure tu mi hai sempre amato.

Mi hai sempre servito fedelmente, nonostante io non ti abbia considerato.

. Grazie, Mi Dispiace, Perdonami, Ti Amo

.

Oggi voglio dirti un enorme “Grazie”, per tutti i grazie che non ti ho detto mai.

Voglio dirti “Mi Dispiace! Scusami!” per averti trattato come una cosa senza valore.

.

Voglio dirti “Per Favore, Perdonami!” per non averti compreso.

Voglio dirti “Ti Amo! Ti Voglio tanto bene!” Voglio toccarti e accarezzarti con gioia.

Voglio manifestarti il mio amore e la mia gratitudine.

. Noi siamo UNO

.

Page 15: Il Dialogo Interiore

Mio caro corpo ti amo, mio caro corpo mi amo, Ti voglio bene, Mi voglio bene.

Ti apprezzo, Ti accetto e Ti approvo così come sei. Mi apprezzo, Mi accetto e Mi

approvo così come sono.

Non c’è più nè tu nè io. Perchè tu ed io siamo Uno.

.

Sebastiano

.

Definizione: IL DIALOGO INTERIORE È LA SOMMA TOTALE DI TUTTE LE ATTIVITÀ MENTALI ED EMOZIONALI DIRETTE AL MANTENIMENTO DELLA NOSTRA VISIONE DEL MONDO.

Se vogliamo cambiare la nostra visione del mondo, o sradicarla completamente, allora dobbiamo cambiare il nostro dialogo interiore, oppure fermarlo.

Logicamente si afferma anche che se cambiamo il nostro dialogo interiore, non solo cambiamo la nostra visione del mondo, ma anche la nostra storia personale.

Allo stesso modo, se fermiamo il dialogo interiore non solo la nostra visione del mondo crolla, ma si cancella anche la nostra storia personale. Questo è qualcosa che i Toltechi compresero già molto tempo fa, ma non avendo colto pienamente lo scopo del dialogo interiore, o la vera natura dell’intento, svilupparono ogni sorta di rituali bizzarri e

meravigliosi per fermare il dialogo interno. Uno di questi rituali, chiamato il modo giusto di camminare, è stato descritto completamente da Carlos Castaneda in uno dei suoi libri.

Un altro di questi rituali, chiamato la passeggiata di meditazione, è ancora oggi praticato da certi buddhisti. Ci sono molti di questi rituali che sono buoni e funzionano, in particolare i due menzionati sopra.

Tuttavia, alla resa dei conti, tutti i rituali sono troppo goffi e pesanti, soprattutto per l’uomo moderno che vive nell’ambiente di città. Non è semplicemente possibile o sicuro praticare tali rituali mentre si cammina su un affollato marciapiede in una città, né è sempre pratico cercare un ambiente deserto, dove il rituale può essere praticato con successo.

Oggi i Toltechi comprendono molto di più il dialogo interiore e di conseguenza nel presente schema di insegnamento tutti i rituali, inclusi quelli per fermare il dialogo interno, sono stati eliminati. Questo

principalmente perché i rituali non sono in essenza molto pratici, e secondariamente perché l’unica cosa di reale importanza è l’attivazione dell’intento.

I rituali di per sé non hanno assolutamente alcun potere eccetto quello di consentire ai praticanti di focalizzare la propria attenzione, e quindi aiutarli nel processo di attivazione dell’intento. Pertanto, invece di sprecare tempo prezioso nell’insegnare rituali agli apprendisti, oggi si pone l’accento su quelle tecniche che portano l’apprendista alla capacità di attivare il suo intento.

A questo proposito è importante sottolineare che l'unico modo per fermare il dialogo interiore è quello di guadagnare abbastanza potere personale con cui intenderlo. Un rituale come il modo giusto di camminare è

stato concepito essenzialmente per fare questo, ma nessuna quantità di passeggiate in qualunque modo, non importa quanto oscuro o strano sia, fermerà il dialogo interno, a meno che l’apprendista non intenda

fermarlo. Inoltre adesso sappiamo che non è saggio fermare bruscamente il dialogo interiore, come se fosse qualcosa di inutile da scartare. Pur essendo vero senza ombra di dubbio che alla fine tutti i guerrieri devono fermare il loro dialogo interno se vogliono essere liberi dalle restrizioni auto-imposte, tuttavia non è una cosa buona voler volare quando

non si ha ancora imparato ad apprezzare, o perfino a comprendere, l’atto di camminare. Impariamo così tanto dal camminare, quanto dal volare, e se gli Antichi Veggenti fossero stati disposti a riconoscere questo

fatto, avrebbero potuto evitare molti errori.

(Theun Mares - Il Grido dell'Aquila)

Yagannath

Inviato il: 14/5/2011, 15:32 Citazione

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Raccontai a don Juan che avevo praticato per anni quella tecnica senza verificare alcun cambiamento: del resto, non me ne aspettavo alcuno. Un giorno, però, mi ero accorto sconcertato d'aver

camminato per circa dieci minuti senza dire una sola parola a me stesso.

Dissi poi a don Juan che, in quell'occasione mi ero inoltre reso conto che l'interruzione del dialogo interno comportava qualcosa di più della semplice sospensione delle parole rivolte da me a me stesso. Tutto il mio processo del pensare si era interrotto e mi ero trovato praticamente sospeso, fluttuante. Da questa consapevolezza era nato un senso di panico, per cui, come antidoto, avevo dovuto

riprendere il dialogo interno.

"Vi avevo detto che il dialogo interno è ciò che ci fonda" osservò don Juan. "Il mondo è cosi e cosi, o diverso, perché noi parliamo a noi stessi del suo essere così e cosi, o in modo diverso."

Don Juan spiegò che il passaggio nel mondo degli stregoni si apriva dopo che il guerriero aveva imparato a interrompere il suo dialogo interno. "Mutare la nostra idea del mondo è il punto cruciale della stregoneria" disse. "E interrompere il dialogo interno è l'unico modo per riuscirci. Il resto sono parole vuote. Ora voi siete in grado di

sapere che nulla di quanto avete visto o fatto, ad eccezione dell'interruzione del dialogo interno, avrebbe potuto di per sé mutare qualcosa in voi o nella vostra idea del mondo. La condizione è,

naturalmente, che quel mutamento non sia disturbato."

Castaneda - L'Isola del Tonal

Yagannath

Inviato il: 28/5/2011, 22:39 Citazione

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"Non ne parleremo oggi, sarà l'argomento di una spiegazione successiva; si tratta comunque dell'aspetto più serio dell'arte degli sciamani dell'antico Messico. Nello sciamanesimo, il silenzio

interiore è il punto da cui nasce ogni cosa. In altre parole, tutto ciò che facciamo ci guida verso tale stato che, come sempre accade nel mondo degli sciamani, non emerge se non veniamo scossi da qualcosa di gigantesco" mi spiegò.

Aggiunse poi che gli sciamani dell'antico Messico erano soliti elaborare un'infinità di sistemi per scuotere se stessi o i loro colleghi, fin nelle fondamenta, per raggiungere la condizione tanto ambita

del silenzio interiore.

Essi ritenevano che i gesti più disparati, apparentemente più lontani da tale obiettivo, come per esempio saltare in una cascata o passare la notte appesi a testa in giù sul ramo più alto di un albero, fossero i punti chiave per realizzarlo.

Page 16: Il Dialogo Interiore

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Basandosi sulle spiegazioni di questi sciamani, don Juan dichiarò con estrema sicurezza che il silenzio interiore viene accumulato. Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio

interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere,istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede

una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia.

"Qual era il segno che indicava agli sciamani che il silenzio interiore funziona?" volli sapere.

"II silenzio interiore inizia ad agire nell'attimo stesso in cui cominci ad accumularlo. Gli antichi sciamani volevano ottenere il risultato supremo, il raggiungimento cioè di quella soglia individuale di

silenzio. Ad alcuni di loro, molto esperti, bastavano solo pochi minuti di silenzio; altri, meno capaci, ci riuscivano solo dopo periodi più lunghi di silenzio, magari più di un'ora di completa tranquillità.

E tale risultato era ciò che gli antichi sciamani chiamavano fermare il mondo, l'attimo in cui tutto ciò che ci circonda cessa di essere ciò che è sempre stato." Carlos Castaneda - Il Lato Attivo

dell'Infinito

Futch

Inviato il: 20/1/2012, 19:37 Citazione

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Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere,istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli

sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere

mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia.

che significa?

Yagannath

Inviato il: 20/1/2012, 21:25 Citazione

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Costruire un nucleo di silenzio interiore = esercitarsi costantemente per aumentare il tempo passato senza pensare. Viene spiegato, mi sembra, da Carol Tiggs.

La soglia = la quantità di tempo passata senza pensare necessaria per potere fermare il mondo, ovvero uscire dalla descrizione comune di ciò che viene percepito, per percepire in modo diverso: il

cosiddetto "vedere".

Futch

Inviato il: 2/2/2012, 13:17 Citazione

CITAZIONE (Yagannath @ 20/1/2012, 21:25) Costruire un nucleo di silenzio interiore = esercitarsi costantemente per aumentare il tempo passato senza pensare. Viene spiegato, mi sembra, da Carol Tiggs.

La soglia = la quantità di tempo passata senza pensare necessaria per potere fermare il mondo, ovvero uscire dalla descrizione comune di ciò che viene percepito, per percepire in modo diverso: il cosiddetto

"vedere".

Page 17: Il Dialogo Interiore

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cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o forse sto

sbagliando qualcosa?

faccio esercizi di ricordo di sè e di silenzio interiore

grazie per la risposta

Yagannath

Inviato il: 2/2/2012, 21:57 Citazione

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CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17)

cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

Funziona in modo simile all'esercizio fisico. Se si fanno esercizi, per esempio si corre, puoi passare da fare 500 metri ad alcuni km. Ovviamente se smetti di allenarti perdi ciò che hai guadagnato.

CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17)

oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o

forse sto sbagliando qualcosa?

Non ho capito cosa vuol dire "qualcosa cambiare sparisce" e "perso tante percezioni"? Solitamente fermando il dialogo interno le percezioni aumentano.

Futch

Inviato il: 3/2/2012, 12:32 Citazione

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CITAZIONE (Yagannath @ 2/2/2012, 21:57)

CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

Funziona in modo simile all'esercizio fisico. Se si fanno esercizi, per esempio si corre, puoi passare da fare 500 metri ad alcuni km. Ovviamente se smetti di allenarti perdi ciò che hai guadagnato.

CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o forse sto

sbagliando qualcosa?

Non ho capito cosa vuol dire "qualcosa cambiare sparisce" e "perso tante percezioni"? Solitamente fermando il dialogo interno le percezioni aumentano.

pensavo che le percezioni aumentate si stabilizzassero invece le ho riperse per via della paura

ma allora è possibile che in uno o due tre mesi di ricordo di sè un seme lo metto? O perdo tutto? Cioè la disciplina è questa no? So che dopo un po' di tempo una disciplina diventa una sensazione ecco perchè non capisco che significa "nucleo di silenzio interiore che cresce pian piano" come dice castaneda

Yagannath

Inviato il: 3/2/2012, 21:26 Citazione

Le percezioni sono percezioni. Funzionano bene con emozioni "alte" le emozioni "basse" come la paura fanno di tutto per avere te stesso al centro della scena. Questo significa che sei introvertito su te

stesso e non vedi più quello che ti accade intorno. Ma - in effetti - non hai perso le percezioni. Si tratta di sconfiggere l'importanza personale e il riflesso di se.

Page 18: Il Dialogo Interiore

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Non ho capito invece cosa intendi con il ricordo di sè.

Futch

Inviato il: 4/2/2012, 00:36 Citazione

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CITAZIONE (Yagannath @ 3/2/2012, 21:26)

Le percezioni sono percezioni. Funzionano bene con emozioni "alte" le emozioni "basse" come la paura fanno di tutto per avere te stesso al centro della scena. Questo significa che sei introvertito su te stesso e non vedi più quello che ti accade intorno. Ma - in effetti - non hai perso le percezioni.

Si tratta di sconfiggere l'importanza personale e il riflesso di se.

Non ho capito invece cosa intendi con il ricordo di sè.

il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore

avevo visto l'ambiente in modo diverso, percezioni diverse ma forse era soltanto il non giudizio, cioè l'attenzione alle sensazioni e l'osservazione dei pensieri, una volta ricavata energia non mi sono ricordato di

me e ho rialimentato il tutto e ho riperso energia ritornando allo stato di prima...

non sempre sono riuscito a fare le due pratiche bene sono solo agli inizi

sto seguendo lo sfidante, guardati il video, devo capirci ancora delle cose

Si mi hai illuminato, non riesco a guardare un monitor mentre scrivo, non focalizzo l'attenzione sulle percezioni e invece ho alimentato la paura e ho riperso le percezioni cioè ritorno a vedere come prima

sono chiuso su me stesso, introvertito, introverso, ma magari è che c'è una motivazione inconscia che mi spinge a non abbandonarmi alle cose, giudico costantemente

ora mi sto allenando con il ricordo di sè e ho notato che l'ho accumulato un poco

il mio dubbio è che se si accumula o si può riperdere per via di nuovi ulteriori giudizi

quello che fa la differenza però sono le emozioni positivo che sto creando perchè vanno ad agire su quelle negative

intanto proseguo con la disciplina e lo sforzo Modificato da Futch - 4/2/2012, 09:18

Yagannath

Inviato il: 4/2/2012, 13:16 Citazione

Page 19: Il Dialogo Interiore

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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36)

il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore.

Non sono molto ferrato su Gurdjeff, ma non penso avesse voluto dire quello che hai scritto. Orientare l'attenzione della mente verso il corpo = introvertirsi. Se hai qualche problema che non abbandona

la tua mente non c'è niente di meglio che fare qualcosa che ti metta a contatto con l'ambiente, guardare, sentire, toccare ecc. Vale a dire estrovertirsi.

Il guardare il corpo porta a dare valore all'importanza personale, a io sono così, ecc. E' abbastanza ovvio che per percepire il mondo esterno usi i sensi forniti dal corpo. Ma non è che il mettere

l'attenzione sul corpo ti fa percepire. E' mettendo l'attenzione sull'ambiente che si percepisce.

Per quanto riguarda essere presenti. Presente significa essere in questo momento, nell'adesso. E' ovvio che se tu stai pensando che cosa mangerai per cena non sei nell'adesso ma parte di te è all'ora di

cena. Se pensi a come è stato bello fare a palle di neve non sei totalmente qui ma una parte di te è a fare a palle di neve.

Fermare il dialogo interiore ti fornisce la possibilità di essere (al) PRESENTE e quindi percepire totalmente quello che c'è li.

Quindi a mio avviso - essere presenti a se stessi - significa essere completamente nel presente e percepire quello che c'è nell'ambiente del presente.

Yagannath

Inviato il: 4/2/2012, 17:57 Citazione

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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36) il mio dubbio è che se si accumula o si può riperdere per via di nuovi ulteriori giudizi

quello che fa la differenza però sono le emozioni positivo che sto creando perchè vanno ad agire su quelle negative.

Giudizio --- Leggi qui: #entry454141486 il Terzo Accordo

Emozioni --- Leggi qui: #entry454139628

Futch

Inviato il: 4/2/2012, 21:34 Citazione

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CITAZIONE (Yagannath @ 4/2/2012, 13:16)

CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36)

il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore.

Non sono molto ferrato su Gurdjeff, ma non penso avesse voluto dire quello che hai scritto. Orientare l'attenzione della mente verso il corpo = introvertirsi. Se hai qualche problema che non abbandona la tua mente non c'è niente di meglio che fare qualcosa che ti metta a contatto con l'ambiente, guardare, sentire, toccare ecc. Vale a dire estrovertirsi.

Il guardare il corpo porta a dare valore all'importanza personale, a io sono così, ecc. E' abbastanza ovvio che per percepire il mondo esterno usi i sensi forniti dal corpo. Ma non è che il mettere l'attenzione sul

corpo ti fa percepire. E' mettendo l'attenzione sull'ambiente che si percepisce.

Page 20: Il Dialogo Interiore

Per quanto riguarda essere presenti. Presente significa essere in questo momento, nell'adesso. E' ovvio che se tu stai pensando che cosa mangerai per cena non sei nell'adesso ma parte di te è all'ora di cena. Se

pensi a come è stato bello fare a palle di neve non sei totalmente qui ma una parte di te è a fare a palle di neve.

Fermare il dialogo interiore ti fornisce la possibilità di essere (al) PRESENTE e quindi percepire totalmente quello che c'è li.

Quindi a mio avviso - essere presenti a se stessi - significa essere completamente nel presente e percepire quello che c'è nell'ambiente del presente.

no forse gurdjeff dice giusto sono io ad aver fatto confusione

gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa

percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo, o meglio

non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito

ora tutta quella energia persa chi me la da? E in più forse è per questo che non riesco a lavorare sulle emozioni, perchè sono agitato nel farlo

non dico poi alle percezioni, li sono incapace, però ultimamente lo faccio meglio degli anni scorsi e di quando iniziai il lavoro

Yagannath

Inviato il: 4/2/2012, 21:45 Citazione

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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 21:34)

gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa

percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo,

o meglio non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito

Forse ti ho già risposto qui. #entry488572542

Quello che dice lo sfidante sono solo alcune delle percezioni a tua disposizione. Non devi mettere l'attenzione sullo strumento (corpo) ma sul campo di azione (ambiente). Quando guidi metti l'attenzione sulla strada e su ciò che avviene li fuori, non la metti sul pedale dell'acceleratore ne su quello del freno ne sul volante.

Futch

Inviato il: 4/2/2012, 22:18 Citazione

Dragon Knight

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CITAZIONE (Yagannath @ 4/2/2012, 21:45)

CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 21:34) gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa

percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo, o meglio

non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito

Forse ti ho già risposto qui. #entry488572542

Quello che dice lo sfidante sono solo alcune delle percezioni a tua disposizione. Non devi mettere l'attenzione sullo strumento (corpo) ma sul campo di azione (ambiente). Quando guidi metti l'attenzione sulla

strada e su ciò che avviene li fuori, non la metti sul pedale dell'acceleratore ne su quello del freno ne sul volante.

si ma perchè dice "qual'è la nostra postura?" intende di percepire la sedia? ma h sono confuso è in questa confusione che sto cercando di capirci qualcosa...e per capirci sto nella mente e sono punto e da capo

è per questo che sto avendo difficoltà a lavorare sulle emozioni

il fatto è che io per percezione non ne uso neanche una nemmeno quella della vista...io vedo con la mente con il dialogo interiore e l'interpretazione meccanica delle percezioni e non attraverso il momento

presente, sono sempre sul chi va là e quindi su di me

Page 21: Il Dialogo Interiore