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● In un certo senso il debito pubblico non è tanto diverso dal debito privato: entrambi hanno origine da una spesa superiore al reddito finanziata con un prestito.
● L’accumulazione dei prestiti è il debito totale.
● Spesa e reddito sono quantità flusso.
● Il debito accumulato è invece una quantità stock.
Il Debito Pubblico e la Crisi del Debito
Il debito pubblico: interpretazioni tradizionali
● Effetti di lungo periodo di una diminuzione delle tasse con aumento del deficit: à aumento consumi à diminuzione risparmio nazionale à aumento tasso reale à spiazzamento totale investimento.
● Effetti di breve periodo di una diminuzione delle tasse con aumento del deficit: à aumento consumi à IS verso destra à aumento domanda aggregata à aumento tasso reale à spiazzamento parziale investimento à aumento reddito e diminuzione disoccupazione.
● In economia aperta: à aumento consumi à IS verso destra à apprezzamento cambio reale à spiazzamento totale esportazioni nette à reddito e disoccupazione invariati.
Il debito pubblico: interpretazione Ricardiana
● I consumatori sono previdenti e forward-looking: prendono le decisioni rispetto non al reddito disponibile attuale ma in base al reddito “permanente” (quindi anche futuro atteso).
● Quando il governo aumenta la spesa pubblica in deficit, i consumatori anticipano che saranno necessarie maggiori imposte in futuro à il maggiore reddito attuale è solo transitorio à i consumatori non consumano di più.
● Equivalenza Ricardiana: Finanziare la spesa pubblica con il debito non ha effetti diversi dal finanziarla con l’imposizione fiscale.
La sostenibilità del debito pubblico
● Il gettito fiscale (corrente e futuro) è la vera garanzia per chi presta risorse ad uno stato.
● Il gettito fiscale dipende positivamente dal livello di reddito di uno stato.
● Per questo motivo, il rapporto debito/PIL è preso ad indicatore della sostenibilità del debito di uno stato.
● Il debito pubblico evolve secondo: ΔD = iD + G – T.
● B = iD + G – T : deficit (o surplus) di bilancio totale (B) ● G – T : disavanzo (o avanzo) primario.
La sostenibilità del debito pubblico
● Perché il livello del debito sia sostenibile nel tempo, il rapporto D/Y deve rimanere più o meno costante intorno ad un valore di lungo periodo (NB: sia D che Y sono quantità nominali).
● Dal momento che Y cresce nel tempo à D deve crescere allo stesso tasso perché D/Y resti costante.
● Supponiamo che il Pil reale cresca al tasso g e l’inflazione al tasso π, allora perché il debito sia sostenibile: ΔD/D = g + π.
● Dalla definizione di deficit totale sappiamo che ΔD/D = B/D.
● Quindi: B/D = g + π.
La sostenibilità del debito pubblico
● Partiamo da B/D = g + π e dividiamo per Y:
● Interpretazione: per un dato livello di crescita del PIL nominale, il rapporto debito/PIL tende ad un valore proporzionale al deficit totale di bilancio.
● Come calcolare il disavanzo di bilancio sostenibile? Fissiamo un livello di D/Y target: 60% (Maastricht) e si consideri una economia che cresce al tasso nominale del g + π =4%/anno. Allora:
B/Y = 0.6x0.04 = 2.4%.
DY=
1g+π
BY
La sostenibilità del debito pubblico
● Parametri di Maastricht: ○ rapporto debito/PIL non superiore al 60% ○ deficit di bilancio prossimo al 3%.
● La BCE ha come obiettivo ○ inflazione prossima a 2%.
● Tasso di crescita reale che implica sostenibilità dei parametri di Maastricht:
g = (B/Y)/(D/Y) – π = 0.03/0.6 – 0.02 = 3%
La sostenibilità del debito pubblico
● Esprimiamo la relazione di sostenibilità del debito in termini di disavanzo primario (G – T):
● Interpretazione: il disavanzo primario deve essere uguale alla differenza tra la crescita del PIL reale e il tasso di interesse reale, moltiplicata per il rapporto debito/PIL di equilibrio.
● Per esempio, supponiamo che g = i – π = r: perché il rapporto debito PIL sia sostenibile l’avanzo primario deve essere in pareggio.
● Se invece g<r, allora il governo deve generare un avanzo primario.
YDrg
YDig
YTG )()( −=−+=
−π
Il debito pubblico e il premio per il rischio
● Gli investitori richiedono un premio per il rischio: ○ rischio di default
÷ i creditori non vengono rimborsati (in tutto o in parte) alla scadenza ○ inflazione
÷ i creditori sono rimborsati con denaro che ha perso valore reale. ○ svalutazione
÷ per i creditori stranieri il valore in moneta estera del credito si riduce ÷ original sin: impossibilità di emettere debito in valuta domestica per molti paesi
cosiddetti emergenti
● Europa pre-EURO: eterogeneità e sovranità monetaria ○ differenziali di produttività ○ differenziali di inflazione ○ rischio svalutazione
La dinamica dei tassi a lunga prima e dopo l’EURO
Fu vera gloria? La dinamica della produttività
Fu vera gloria? La dinamica della competitività
La dinamica dei tassi a lunga: la crisi
Italia e rischio default
Italia e rischio default
Le opportunità dell’EURO (1): la maggiore maturità
Le opportunità dell’EURO (1): la maggiore maturità
Le opportunità dell’EURO (2): l’ingresso di capitali esteri
Le opportunità dell’EURO (3): lo spread BTP-BUND10
Source: Thomson Reuters Datastream
Italy: 10-yr Spread on Germany
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IT BENCHMARK 10 YEAR DS GOVT. INDEX - RYBD BENCHMARK 10 YEAR DS GOVT. INDEX - RY
IT BENCHMARK 10 YEAR DS GOVT. INDEX - RY-BD BENCHMARK 10 YEAR DS GOVT. IN…
Il servizio del debito (% del PIL)
L’occasione sfuggita: il saldo primario (% del PIL)
L’occasione sfuggita: la dinamica della spesa (% del PIL)
L’occasione sfuggita: la dinamica della spesa (% del PIL)
Deficit = tasso d′interesse × Debito + Spesa Pubblica − Entrate Fiscali
● abbattimento immediato una tantum dello stock di debito esistente ○ dismissione quote di patrimonio pubblico ○ patrimoniale
● minori tassi d’interesse (ruolo delle aspettative) ○ politiche a livello europeo (eurobond, unione fiscale, revisione del SGP) ○ politiche a livello nazionale (convergenza reale, crescita di medio-lungo)
● riduzione della spesa pubblica ○ spending review, tagli di spesa corrente e improduttiva ○ minori effetti recessivi rispetto ad aumenti di imposte
La crisi del Debito: le strategie possibili
Deficit = tasso d′interesse × Debito + Spesa Pubblica − Entrate Fiscali
● aumento del potenziale di crescita del paese. ○ apertura dei mercati con rendite di monopolio ○ riforma mercato lavoro: flessibilità con protezione sociale ○ politica industriale su settori strategici ○ promozione di formazione e ricerca ○ riforma giustizia civile e certezza del diritto (evasione fiscale) ○ politica infrastrutturale (project bonds) ○ semplificazione amministrativa e fiscale
⇒ se credibili, queste misure favoriscono aspettative più favorevoli ⇒ minori tassi di interesse ⇒ minor costo del debito (a parità di stock)
La crisi del Debito: le strategie possibili
Fiscal Compact (entrato in vigore il 1/1/2013): il rapporto debito/PIL deve ridursi di 3pp all’anno (strutturale)
Due calcoli “back of the envelope”: ● tassi d’interesse degli anni 2000: 4% (BTP10) ● tasso di crescita reale moderato: 1% ● tasso di inflazione: 3% (previsione 2012-13, BCE) ● avanzo primario su PIL: 4% (previsione 2013, OCSE) ● rapporto debito/PIL: 120% (2013)
La dinamica del Debito e il fiscal compact