il centro ottobre 2014

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 Au t.n e Tr ib un al e Liv or no n ° 683 d el 02/0 3/ 20 05 - Sp ed iz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO  Anno XIV - n° 148 Ottobre 2014 Ottobre 2014 Ottobre 2014 Ottobre 2014 Ottobre 2014 L’Editoriale  di Enrico Dello Sbarba  Il nostr o non è un paese  per giovani  segue a pag. 2 Chiacchiere Un articolo dell’On. Ivo Butini Roma, 27 agosto 2014. Papa France- sco teneva l’udienza generale in Piazza S. Pietro. Disse, fra l’altro: “Quanto si chiacchiera nelle parrocchie! Se uno viene eletto Presidente d’una associa-  zione si chiacchie ra contro di lui. E se un’altra viene eletta Presidente della catechesi, le altre chiacchierano contro di lei. Questo è umano, ma non è cri-  stia no” (L’Osservatore Romano). Papa Francesco si è lamentato spesso del vizio delle chiacchiere. A me tornano in mente le sezioni demo- cristiane che non ci sono più. Il tessuto di convivenza era lo stesso, ma c’era  pure una passion e civile. Sono passat i vent’anni. Ettore Bonalberti fu democri- stiano. Oggi è il direttore responsabile della rivista “Il Governo delle idee” di Gianni Conti. Nel numero 126/2014 fir- ma un suo intervento come membro della direzione nazionale DC, non il par- tito, ma una associazione. Bonalberti ci informa che a gennaio si era tenuto un incontro, le cui conclusioni erano state Eh, si purtroppo! Gli eventi di questi ultimi giorni conferma- no, ancora una volta di più, quanto sia difficile modificare “un clichè, un abito mentale” che ormai costituiscono uno degli handicap maggiore che impediscono a questo nostro  pae se di scr ol lar si di dos so quelle antiche tossine che ne hanno impedito e condizionato lo sviluppo. Malgrado i reiterati tentativi del Presidente del Consiglio, sem-  pre più oggetto di rilievi e criti- che, anche pesantissime, basti  pensare a quelle assolut amen- te inattese del direttore del Cor- riere della Sera, autore di un editoriale sferzante ed in aper- ta e clamorosa contraddizione con “i ripetuti elogi” che la sto- rica testata milanese gli aveva riservato solo fino a pochi gior- ni fa. La Conferenza dei V escovi it a- liani (la CEI) ha duramente “bacchettato” Matteo Renzi in  segue a pag. 2 condivise da altre associazioni e gruppi d’ispirazione popolare e democristiana. In vista delle elezioni europee. Tutto “mi- seramente fallito” scrive “per il preva- lere di vecchie logiche e di insensati egoismi che non abbiamo mancato di denunciare prima del voto europeo”. Tutto chiaro. Dalle parrocchie alla poli- tica.  Nel mese di agosto Papa Francesco ave- va inviato al Meeting di Rimini un mes- saggio, firmato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, spiegando che la Chiesa “è chiamata ad uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quel- le esistenziali. Le periferie non sono soltanto luoghi, ma anche persone”. “Cristiani decentrati” aveva titolato L’Osservatore Romano. Sei mesi prima Giuseppe De Rita, ana- lizzando i problemi della rappresentan- za, invitava i leader politici a tornare nelle  piazze per ascoltare la società reale (Cor  Papa Fr ancesco  Ettore Bonalbert i

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 Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO  Anno XIV - n° 148  Ottobre 2014Ottobre 2014Ottobre 2014Ottobre 2014Ottobre 2014

L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba

 Il nostronon èun paese

 per giovani

 segue a pag. 2

ChiacchiereUn articolo dell’On. Ivo Butini

Roma, 27 agosto 2014. Papa France-sco teneva l’udienza generale in PiazzaS. Pietro. Disse, fra l’altro: “Quanto sichiacchiera nelle parrocchie! Se unoviene eletto Presidente d’una associa- zione si chiacchiera contro di lui. E seun’altra viene eletta Presidente dellacatechesi, le altre chiacchierano controdi lei. Questo è umano, ma non è cri- stiano”  (L’Osservatore Romano).Papa Francesco si è lamentato spesso

del vizio delle chiacchiere.A me tornano in mente le sezioni demo-cristiane che non ci sono più. Il tessutodi convivenza era lo stesso, ma c’era pure una passione civile. Sono passativent’anni. Ettore Bonalberti fu democri-stiano. Oggi è il direttore responsabiledella rivista “Il Governo delle idee” diGianni Conti. Nel numero 126/2014 fir-ma un suo intervento come membrodella direzione nazionale DC, non il par-tito, ma una associazione. Bonalberti ciinforma che a gennaio si era tenuto unincontro, le cui conclusioni erano state

Eh, si purtroppo! Gli eventi diquesti ultimi giorni conferma-

no, ancora una volta di più,quanto sia difficile modificare“un clichè, un abito mentale”che ormai costituiscono unodegli handicap maggiore cheimpediscono a questo nostro paese di scrollarsi di dossoquelle antiche tossine che nehanno impedito e condizionatolo sviluppo.Malgrado i reiterati tentativi delPresidente del Consiglio, sem-

 pre più oggetto di rilievi e criti-che, anche pesantissime, basti pensare a quelle assolutamen-te inattese del direttore del Cor-riere della Sera, autore di uneditoriale sferzante ed in aper-ta e clamorosa contraddizionecon “i ripetuti elogi” che la sto-rica testata milanese gli avevariservato solo fino a pochi gior-ni fa.La Conferenza dei Vescovi ita-

liani (la CEI) ha duramente“bacchettato” Matteo Renzi in

 segue a pag. 2

condivise da altre associazioni e gruppid’ispirazione popolare e democristiana.In vista delle elezioni europee. Tutto “mi-seramente fallito” scrive “per il preva-lere di vecchie logiche e di insensatiegoismi che non abbiamo mancato didenunciare prima del voto europeo”.Tutto chiaro. Dalle parrocchie alla poli-tica. Nel mese di agosto Papa Francesco ave-va inviato al Meeting di Rimini un mes-saggio, firmato dal cardinale Segretariodi Stato Pietro Parolin, spiegando chela Chiesa “è chiamata ad uscire da sestessa e ad andare verso le periferie, nonsolo quelle geografiche ma anche quel-le esistenziali. Le periferie non sonosoltanto luoghi, ma anche persone”.“Cristiani decentrati” aveva titolato

L’Osservatore Romano.Sei mesi prima Giuseppe De Rita, ana-lizzando i problemi della rappresentan-za, invitava i leader politici a tornare nelle piazze per ascoltare la società reale (Cor 

 Papa Francesco

 Ettore Bonalberti

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e-mail: [email protected] Politica

Il nostro non è 

un paese per giovani 

dalla prima pagina

Chiacchiere 

Periodico mensiledel Circolo Culturale

Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005

Redazione ed Amministrazione:

Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno

e.mail: [email protected]

www.circoloilcentro-livorno.it

DIRETTORE RESPONSABILE:

Enrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia il 3/10/2014

Hanno collaborato a questo numero:

Paolo Arzilli, Marcello Battini, Jaco-po Bertocchi, Ivo Butini, MassimoCappelli, Bruno Damari, ClaudioFrontera, Nicola Graziani, Luca Li-schi, Mario Lorenzini, Silvia Meni-cagli, Franco Spugnesi.

COMITATO DI REDAZIONE:

Massimo Cappelli,

Laura Conforti Benvenuti

Alberto Conti, Salvatore D’Angelo,

Francescalberto De Bari,

Davide Livocci, Mauro Paoletti,

Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

STAMPA:  Editrice «Il Quadrifoglio»,Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

vitandolo perentoriamente a lanciare

“meno slogan ed a rifare l’agenda; quel-li, infine, di Andrea Della Valle che nonfanno più notizia essendo una naturalereazione agli elogi rivolti da Marchion-ne a Detroit, in occasione della visitadel nostro Presidente negli Stati Uniti,all’azione del governo: com’è noto trail Della Valle, gli Agnelli e la FIAT, noncorrono, da tempo, buoni rapporti.In effetti, i risultati dell’azione gover-nativa, allo stato dei fatti, non sono sta-ti certamente esaltanti anche a causa del-

l’aggravarsi di una crisi, a livello euro- peo, che sembra non trovare limiti, uni-tamente alle crescenti resistenze che losclerotico e bizzantino sistema burocra-tico impone alla gestione della cosa pub- blica. Ne sono una palmare conferma ildibattito surreale sul mitico art.18 chesembra divenuto “il mantra” della poli-tica italiana. Non si è ancora capito che nè la suaconservazione nè il suo superamento o,

addirittura, la sua eliminazione (incredi- bile dictu!) saranno in grado di risolve-re il gravissimo problema della disoc-cupazione, in particolare di quella gio-vanile, veramente drammatica.Certo è un fatto tutto italiano osservare

come alcuni “sapientoni del sindacato,esponenti politici, specialmente della si-nistra barricadiera, ma non solo,” con-tinuino a scuotere la testa allorchè re-spingono, con inaudita tracotanza ed au-tostima, i tentativi di modificare, in al-cune parti, modelli di regolamentazionenelle assunzioni e di mantenimento del posto di lavoro, ormai completamentefuori dalle logiche di un mondo del la-voro in costante evoluzione.E quando si accenna alle palesi distor-

sioni insistenti all’interno di quel funam- bolico articolo, “questi soloni” si limi-tano ad affermare che “i problemi sono ben altri”, senza accennare quali.Costoro, i “soloni autosufficienti”, nonvogliano capire che una maggiore fles-sibilità all’inzio della vita lavorativa, conin cambio una serie di “tutele crescen-ti” rappresentano una buona mediazio-ne tra i diritti dei lavoratori e le esigenzedelle imprese.In effetti, una delle cause della indispo-

nibilità da parte degli investitori italianied, in particolare, stranieri, è rappresen-tata proprio dalla elevata rigidità esistentenel nostro paese in ordine alla regola-mentazione dei rapporti sul lavoro, ol-tre alla inconcepibile lentezza della giu-stizia civile. Non è assolutamente giustificaa questa“indisponibilità, questo volersi chiuderein un fortino, ormai assediato”, di nor-me e regolamenti datati e desueti e, cometali, meritevoli solo di essere eliminati.E chi ha pagato di più, in termini puniti-vi, questa lunga ed infinita crisi sonostati proprio i giovani come ha recen-temente affermato anche quel “nostrogrande giovane vecchio” - il Presidentedella Repubblica - offeso ed attaccatodal “citrullismo endemico dei 5Stelle enon solo da loro” che ha lanciato unnuovo messaggio sull’esigenza e l’ur-genza di quanto sia opportuno andareavanti nel progetto di rendere più ac-

cessibile il lavoro ai giovani.Questi giovani nemmeno sanno cosa sia“il fatidico art.18” e nemmeno pensanodi iscriversi al sindacato che ritengonoistituzione, in gran parte, superata daglieventi: essi ci chiedono, con insistenza,

riere della Sera). A luglio il settimanalecattolico “Toscana Oggi” pubblicaval’editoriale di Giuseppe Savagnone sot-

to il titolo “Cattolici semplici spettatoridel processo politico”. Lasciamo da parte il pluralismo e occupiamoci di piùdella natura umana. Magari sfogliando prima il catechismo poi la dottrina so-ciale.Correva l’anno 2008 quando nelle ele-zioni amministrative di Roma Gianni Ale-manno sconfisse Francesco Rutelli. Ilquotidiano “Il Riformista” pubblicò nel-l’aprile 2008 una conversazione conAndreotti di Paolo Rodari. Andreotti

aveva in mano un disegno dove pollicee indice reggono un cerino che si staspegnendo. Disse Andreotti che lo vo-leva regalare a Rutelli “perché è proprioquando il cerino si spegne che tutto passa e tutto può ricominciare”. Nel ballottaggio romano, Andreotti ave-va votato Rutelli. Poi disse di avere chiu-so con la politica quando la DC cambiònome. Una cosa che Andreotti dicevadi non capire. “I comunisti” osservò“forse avevano il dovere e l’interesse di

cambiare, noi no”.Penso io che ai più giovani interessatisarebbe utile una “rivisitazione” dei seianni che ci separano dal 2008. Servi-rebbe a capire il giuoco (grande?) che èin corso in Italia.

di abbandonare la logica perdente di “unanostalgia” per un mondo che non c’è più: il quasi novantenne Giorgio Napoli-tanolo ha capito da tempo mentre, altri politici e sindacalisti non si vogliono darsi pace!

A questo punto sarebbe utile che “gli ese-geti” dell’immobilismo pietrificato, de-cidessero di fare “un bel passo indietro” perchè la loro quasi perversa intolleran-za ad ogni processo di cambiamento co-stituisce una delle cause principali alladecadenza ed alla mancata ripresa del paese.Ecco, questo nostro editoriale si pone in perfetta continuità e simbiosi con quello pubblicato sul numero di settembre deIl Centro sul quale auspicavamo l’urgen-

za della crescita di un alto senso di soli-darietà: anche questo vuole essere uninvito, un incentivo a fare si che l’Italiacontinui ad essere non solo bellissimama cessi, alla svelta di essere solo un paese per vecchi.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  3 Politica

I giovani cattolici in politica di Nicola Graziani

Difficile immaginare che, quandoBenedetto XVI e il Cardinal Bagna-sco auspicavano “la nascita di unanuova generazione di cattolici inpolitica”, avessero in mente tuttoquesto. Il senso profondo della de-lusione è stato dato, sempre ai mas-

simi livelli della Cei, da monsignor Nunzio Galantino che, per metterein guardia il governo Renzi, ha usa-to parole molto significative. Ha det-to, più o meno: “Se si prosegue con

le barzellette e con gli slogan poi 

cosa gli diciamo, all’Europa?”.

Dilemma annoso, che ricorda da vi-cino la fase terminale dell’ultimogoverno Berlusconi. Quando, per intenderci, lo spread avanzava, laBce premeva e l’allora premier ri-

spondeva - per l’appunto - a colpidi slogan e barzellette (di dubbiogusto).Ma Berlusconi, in quel tempo, eraesaurito. Questo governo, rincrescericordarlo, è composto di quaran-tenni che magari fanno finta di es-sere trentenni che si comportano dacinquantenni navigati e arrivanodritti dritti alla sindrome del sessan-tenne, quando si tira a campare inattesa della meritata pensione. Con

in più quella dose di intolleranza chesta facendo di questo governo nonuna Nuova Frontiera di kennedianamemoria, ma una crociata dei bam-bini come quella che seminò strazie carneficine sulle pianure danubia-ne, sulla via della Terrasanta, pri-ma di finire dispersa e massacratasotto le mura di Costantinopoli. Per la cronaca, ad opera della potenzacontinentale più vetusta dell’epoca.Tutto qui, i giovani cattolici in politi-

ca? Speriamo di no. Se non altroperchè, nella sua saggezza bimille-naria che le ha permesso di esserepiù longeva dello stesso Impero Bi-zantino, la Chiesa ha una concezio-ne tutta sua della gioventù. Lo ha

dimostrato anche recentemente,quando Papa Francesco ha creatocardinale un centenario come Lo-

ora anche on linewww.circoloilcentro-livorno.it 

ris Capovilla. A voler dire: si è gio-vani anche a cent’anni, basta vo-lerlo essere nel cuore e nella men-te.Temiamo che il problema dell’attua-le gruppo dirigente del Pd sia pro-prio questo: idee sbandierate come

nuove ma in realtà stantie, un mo-dus operandi che non ha caso Pier Luigi Bersani ha stigmatizzato chia-mandolo Metodo Boffo.Non resta che continuare a spera-re nella mano invisibile della Prov-videnza. E magari prepararsi per lamaturazione dei tempi. Di sicuro,non continuare a sperare in formu-le consunte come quella di Todi(Uno, Due o Tre che sia). I movi-menti che vedono protagonisti uo-

mini come Passera e Bonanni han-no tutto l’aspetto e la fragranza diminestre riscaldate. Idee vecchie econfuse, incapacità di adattarsi allenuove esigenze. Sbagliare una vol-ta è legittimo, due è sintomatico, treimperdonabile.Nel frattempo la Chiesa continua amandarci segnali, quasi delle chia-mate. L’ultima in odine di tempo labeatificazione di Paolo VI, il 19 ot-tobre. Sarebbe bene essere tutti in

piazza San Pietro, quel giorno. Inmancanza di altro, almeno siamocicon la preghiera. Val più quella diuna slide. Poco ma sicuro.

 Paolo VI sarà proclamato Beatoil prossimo 19 ottobre.

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e-mail: [email protected] 4  Politica

 Negli anni settanta, il Partito Repubbli-cano Italiano, risorgimentale, antifasci-sta e nel dopoguerra, con Ugo La Mal-fa e Bruno Visentini, interprete dei va-

lori di una sinistra democratica, occi-dentale ed europeista, ebbe una impor-tanza che andò oltre gli esigui voti cheriusciva ad avere nelle tornate elettora-li.A livello governativo, dopo l’importan-te ruolo nei governi centristi, svolse lafunzione di “pontiere” tra la Democra-zia Cristiana e le forze di sinistra in essa

 presenti, facenti capo ad Aldo Moro, eil Partito Socialista, per la creazione dei

 primi esecutivi di Centro Sinistra.

Una risposta democratica di ampia par-tecipazione in uno dei periodi più buidella storia repubblicana, quello degli“anni di piombo”, dove la forza dellostato e della Repubblica doveva averela più ampia rappresentatività popola-re.

 Nella dialettica politica e ideologica siadoperò per far crescere una importanteriflessione nel Partito Comunista versouna sua necessaria evoluzione, da for-za di opposizione forte e organizzata a

 potenziale forza di futuri governi re-sponsabili della guida del Paese. Que-sto avvenne particolarmente negli scam-

 bi di opinione e negli scritti tra Ugo LaMalfa e Giorgio Amendola che costitu-irono quella che fu allora definita la “po-lemica a sinistra”.Due, tra le molte intuizioni, La Malfa so-stenne con forza. La prima era che un

 partito largamente popolare e rappresen-tativo come il PCI non poteva condan-narsi eternamente all’opposizione.

Era dunque necessario il compimentodi una evoluzione da posizioni marxisteleniniste legate all’Unione Sovietica, aquelle proprie delle forze moderne dellasinistra europea, ben interpretate dai la-

 buristi inglesi e dalle socialdemocrazie

di Massimo Cappelli

Una vecchia ‘polemica a sinistra’

scandinave. Nella maturazione del PCIe nel suo avvicinamento all’Occidentelo stimolo di La Malfa fu molto impor-

tante.L’altra riguardava le forze sindacali im- pegnate, specie dopo l’approvazionedello Statuto dei Lavoratori, a rafforza-re le proprie organizzazioni e a tutelaree migliorare le condizioni dei lavoratorioccupati nelle fabbriche, non conside-rando sufficientemente le masse di co-loro che, come diceva La Malfa, nonerano riusciti ad entrare nella “fortezzadegli occupati”.Evidente era il tormento dell’uomo del

sud che vedeva in Italia uno sviluppoeconomico ed occupazionale “a mac-chia di leopardo”, dove a zone del Cen-tro e del Nord con elevato tasso di oc-cupazione, corrispondevano vaste areedel Sud in preda ad una disoccupazionecronica.Quello che è poi accaduto lo abbiamovissuto. Il PCI, anche a seguito del crol-lo del comunismo nei paesi dell’EstEuropa, ha compiuto il suo avvicina-mento all’occidente divenendo Parti-

to dei Democratici di Sinistra- PDS, poi DS e infine, dopo varie esperienzedell’Ulivo, nel 2008 è stato fondato unnuovo partito, il Partito Democratico,nel quale sono confluiti parti del vec-chio PCI-PDS-DS, della sinistra de-

mocristiana, dei partiti della sinistralaica quali il PSI e PRI, oltre a tantenuove persone.

Oggi il PD, grazie anche al giovane lea-der Matteo Renzi (40,8% alle elezionieuropee), è divenuto asse e baricentrodei Partiti Socialisti Europei e quindi il

 percorso tracciato nella “polemica a si-nistra” tra La Malfa e Amendola si èconcluso.In questi giorni ferve il dibattito sull’al-tra intuizione lamalfiana. La tutela deidisoccupati e dei precari e la necessitàdi cambiare le regole del gioco, ancheall’interno del sindacato, per troppi anni

conservatore nella tutela di una parte dilavoratori sempre più esigua. Poco lun-gimirante a fronte della veloce evolu-zione della società e del mondo del la-voro.Il dibattito è in corso, Matteo Renzi ap-

 pare molto deciso nel voler cambiare leregole attuali per attrarre investimentianche stranieri e con essi la ripresa del-la economia e della occupazione..A mio avviso un cambiamento si impo-ne, siamo in Europa, abbiamo modelli

virtuosi a cui ispirarci, non dovrebbeessere difficile arrivare ad una soluzio-ne che spero possa essere di ampia sod-disfazione senza ricorrere a disastrosiscioperi, per altro arma poco efficacenei periodi di crisi economica.

 Dopo gli cambi di opinione e negli scritti negli anni Settanta tra Ugo La Malfa e Giorgio Amendola

che torna di attualità

Ugo La Malfa Giorgio Amendola

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  5 Economia

Perché i concetti economici moderni dimacroeconomia hanno avuto grosse dif-ficoltà a trovare degli estimatori, nel no-stro Paese, in particolare, in ambito loca-le? La storia, come sempre, può contribu-ire a dare una risposta

 Nel XVIII e nel XIX secolo, allorché inalcuni Paesi europei (segnatamente Inghil-terra e Francia), avveniva il primo proces-

so d’industrializzazione, legato all’inven-zione della macchina a vapore, l’Italia, coni suoi numerosi e piccoli stati, restava, inambito economico, del tutto legata all’at-tività agricola dove, peraltro, poteva van-tare degli eccellenti risultati. Non a casol’Italia era chiamata il “giardino d’Euro-

 pa”.Il mercato era essenzialmente locale, il di-ritto economico si occupava di tutelare la

 proprietà fondiaria, anche attraverso isti-tuti giuridici d’origine feudale ed aristo-

cratica, i rapporti commerciali erano disci- plinati da collaudate consuetudini locali.Il regime fascista che, non a caso, fu am-

 piamente sostenuto dalla proprietà agra-ria, non era certo il più idoneo ad intro-durre nel Paese i progressi scientifici, inambito sociale, contrari alla sua natura li-

 berticida (il capitalismo si richiama al con-cetto di libertà d’impresa, ma anche liber-tà tout court).Anche il secondo dopo guerra, caratte-rizzato dal forte successo politico di ideo-logie classiste o legate a richiami religio-si, non poté essere un periodo favorevo-le alla diffusione di massa di principi eco-nomici liberisti, basati sul concetto di li-

 bertà economica e sul diritto di proprietà privata, pure con tutti i condizionamentinecessari affinché la libertà dei singolifosse da supporto allo sviluppo comples-sivo della società.

 Non è un caso che, in tutti questi anni,nonostante la presenza di alcuni apprez-zabili studiosi d’economia (mi piace ricor-dare Sylos Labini, Andreatta, Carli), nes-

sun italiano sia mai stato selezionato per concorrere all’assegnazione del premio

 Nobel per l’economia, al contrario di quan-to è accaduto per altre discipline (Fisica,Letteratura, Medicina). L’intensificarsidegli scambi e dei rapporti internazionali

Quando il nostro paese era chiamato il “giardino d’Europa”

ha consentito di colmare, a livello d’élitequesto “gap” conoscitivo che, però, sten-ta ancora, a diffondersi tra i cittadini, an-che tra quelli più acculturati. Ed anchequesto non è frutto del caso.

 Nel periodo della guerra fredda, la lotta politica, in Italia, a causa della presenza diun forte partito comunista, al quale, peral-tro, vanno riconosciuti non pochi meriti

 per aver contribuito all’affermazione dialcune importanti conquiste sociali, è sta-

ta senza esclusione di colpi. In alcuni casi,si è sfiorata la guerra civile. Sempre e co-munque, nella selezione dei quadri opera-tivi, ha prevalso la fedeltà ideologica, sumerito, capacità personali, competenze edanche gli investimenti, più che seguirelogiche d’efficienza, hanno sovente segui-to logiche elettorali e spartitorie. Il risulta-to ultimo è sotto gli occhi di tutti: un enor-me debito pubblico, infrastrutture carentie di bassa qualità, servizi pubblici ineffi-cienti. Si è creato un welfare state inso-

stenibile ed iniquo, si è sviluppata, senzafreni, una vasta area economica, predadella criminalità organizzata e della corru-zione, si sono rafforzate le spinte corpo-rative che, nel nostro Paese, non sono maistate seriamente contrastate.Questo quadro desolante è particolarmen-te evidente in ambito locale, a cominciaredai Comuni. Le istituzioni, a livello centra-le, per la dimensione dei problemi e per l’intensità dei rapporti internazionali, non

 potevano non essere contagiati dal fer-vore culturale e scientifico che animava ildibattito mondiale, ma le istituzioni peri-feriche, a lungo limitate nelle loro compe-tenze (stato civile, censimenti, od altre at-tività di mero interesse locale, come illu-minazione pubblica, strade comunali, fo-gnature, acqua potabile, attività assisten-ziali) non avevano stimoli a confrontarsicon le regole del mercato che, peraltro,alcune ideologie osteggiavano.Quando, in seguito ad una improvvisatae discutibile riforma costituzionale, furo-no ampliate le competenze delle autono-

mie locali, nei contenuti (piani urbanistici,aziendalizzazione dei servizi pubblici, svi-luppo del territorio) e nelle modalità, leforze politiche ed amministrative del terri-torio non avevano maturato, né la compe-tenza, né la mentalità giusta, per affronta-

re queste nuove sfide, in ciò viziate anchedall’irresponsabilità economica, politica eistituzionale, derivante dall’intervento fi-nanziario dello Stato che pagava i debitidella PA locale a piè di lista (come un ma-turo ricco possidente, quelli della sua gio-vane ed avvenente amante) e dalla insuf-ficiente comunicazione mass-mediatica. Ilmaggior potere loro riconosciuto (per abi-tudine, per comodità o per convenienza),in assenza di un progetto politico per ilPaese, sovente è stato utilizzato dagli am-

ministratori locali, in netto contrasto conla volontà sostanziale dello Stato nazio-nale, piuttosto che con il dovuto spirito diservizio a favore dei cittadini.A livello locale si rispetta (non sempre) ladisciplina legislativa (la forma) a prescin-dere dai contenuti (la sostanza dei servizi

 pubblici ai cittadini). Da qui, il prevalereaccademico del pensiero giuridico, su quel-lo economico, o matematico, o ingegneri-stico, della psicologia piuttosto della so-ciologia, l’affermazione di una classe poli-

tica, alimentata dai settori più legati adesperienze in ambito sociale e del tempolibero e di una classe economica, conni-vente il sistema finanziario, più legata allosfruttamento delle risorse pubbliche (suo-lo ed infrastrutture), alla fornitura di benie servizi alla PA, ai consumatori finali, piut-tosto che ad attività produttive di trasfor-mazione.Così, per gli amministratori locali, la capa-cità di comprendere le conseguenze eco-nomiche delle scelte locali, era ed è, con ledovute eccezioni, molto scarsa. Ignorarele leggi economiche, più che una limita-zione, è tutt’ora vissuta come un vanto.Livorno non fa eccezione.

 L’Italia e le leggi dell’economia di Marcello Battini

FRATELLI NERIS.P.A.

LIVORNO - ITALY

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e-mail: [email protected] 6   Attualità

La Toscana atterra a Istambul

GAL ILEI - Oltre 12.000 passeggeri trasportati in meno di tre mesi con un load factor del 79%

Si è tenuta di recente, presso una gremitasala stampa del Radisson Blu Hotel diIstanbul, la conferenza stampa congiun-ta organizzata da Turkish Airlines in col-laborazione con SAT S.p.A. - la societàche gestisce l’Aeroporto Galileo Galileidi Pisa - e Toscana Promozione – Agen-zia di Promozione Economica della Tosca-na - finalizzata a valorizzare e promuove-re la destinazione Toscana sul mercatoturco.

 Nel corso della conferenza stampa, a cuihanno partecipato Ahmet Olmustur, Tu-rkish Airlines Chief Marketing Officer,Gina Giani, Amministratore Delegato eDirettore Generale di Sat S.p.A, e AlbertoPeruzzini, Dirigente del Servizio Turismodi Toscana Promozione, è stato più voltesottolineato l’interesse crescente da par-te del turismo turco verso la destinazioneToscana.A riprova, SAT ha resi noti i primi risultati

del volo Pisa-Istanbul, operato dal 26 giu-gno scorso da Turkish Airlines quattrovolte alla settimana con aeromobili Bo-eing 737 da 165 posti: più di 12.000 pas-seggeri trasportati in meno di tre mesi eun load factor (il fattore di riempimentodei posti a disposizione) pari al 78,7%.“Sono dati estremamente positivi – hacommentato Gina Giani, Amministratore

Il Consiglio di Amministrazione di SAT

S.p.A. ha deliberato di dare mandatoall’Amministratore Delegato Gina Gia-ni di incaricare, tenendo conto delleeventuali osservazioni di ENAC e del-le indicazioni della Direzione Tecnicadi Corporacion America Italia, il Rag-gruppamento Temporaneo di Progetti-sti One Works S.p.A./Manens TifsS.p.A. a procedere con la progetta-zione definitiva ed esecutiva delle fasi1 e 2 nell’ambito dell’ampliamento inquattro fasi del Terminal Passeggeridell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa.

I lavori di riqualifica ed ampliamentoprevisti dalle prime due fasi consenti-ranno entro il 2017 un incremento com-plessivo degli spazi del Terminal Pas-seggeri di 8.250 mq. (da 24.000 mq. a32.300 mq., pari ad un incremento di

Delegato di SAT - che con- fermano l’interesse del mer-cato turco verso la Toscanae la validità delle scelte stra-tegiche messe in campo daSAT. Col volo Pisa-Istanbul della Turkish Airlines, SAT infatti rafforza la sua strate- gia di sviluppo e ampliamen-to dell’offerta di voli verso

nuovi mercati ad alto poten- ziale turistico e commercia-le e offre a passeggeri e ad imprese toscane la possibi-lità di raggiungere con unvolo diretto una delle areeeconomiche con il più altotasso di crescita tra i paesidel Mediterraneo. Dopo il  successo ottenuto dal volonei mesi estivi, è molto importante esserequi oggi con Toscana Promozione e Tu-

rkish Airlines allo scopo di promuoverela Toscana sul mercato turco anche neimesi invernali”.Il collegamento diretto Pisa-Istanbul con-sente inoltre di partire alla scoperta del-l’ampio network globale di Turkish Airli-nes, comprensivo di ben 260 destinazioniin 108 Paesi del mondo, grazie alla posi-zione strategica dell’hub internazionale

 Da sin.: Alberto Peruzzini (Dirigente del Settore Turismo di Toscana

 Promoz ione) , Gina Giani (Amministratore Delegato e Direttore ge-

nerale SAT S.p.A.), Ahmet Olmustur (Turkish Airlines Chief Marketing 

Officer), Huseyin Cepni (General Manager Pisa Turkish Airlines).

Istanbul Atatürk Airport, da cui nel 2013sono transitati circa 50 milioni di passeg-

geri.Turkish Airlines è la prima compagnia almondo per numero di Paesi raggiunti ed èstata recentemente eletta per il quartoanno di fila Migliore Compagnia d’Euro-

 pa da Skytrax (2011, 2012, 2013 e 2014).Contatti: SAT S.p.A – Investor & MediaRelations - Tel. 050/849220 E-mail:[email protected]

 Investimentodi 25 milioni di E.

 per l’incremento

di 8.250 mq

del Terminal 

 Passeggerioltre il 34% delle attuali aree) portandola capacità aeroportuale del Galilei finoa 6 milioni di passeggeri annui. Con la

realizzazione di queste opere, che ri-

chiedono un investimento pari a circa25 milioni di euro, l’Aeroporto Galileisarà in grado di gestire la crescita deltraffico aereo con livelli di servizi ele-vati, migliorando la gestione dei flussidei passeggeri in arrivo ed in partenzae garantendo nel contempo nuovi spa-zi commerciali, incrementati di oltre1.700 mq. .L’ampliamento del Terminal Passegge-ri previsto dalle fasi 1 e 2a rientra in unpiù ampio programma d’interventi arti-colato in quattro fasi indipendenti (1,

2a, 2b e 3) ed in logica modulare, finoad un massimo di 7 milioni di passeg-geri/anno.Gli investimenti complessivi previsti per le 4 fasi realizzative sono pari a circa40 milioni di euro.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  7  Attualità 7 

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Un ricordo per Franca Falcucci, già Ministro della Pubblica Istruzione, recentemente scomparsa

 Nel mese di Agosto è mancata l’on. Fran-ca Falcucci che fu Ministro della PubblicaIstruzione nel periodo 1982-1987.Vogliamo ricordarla perché la Scuola ita-liana sta vivendo un momento piuttostovivace (basta aprire il sitowww.labuonascuola.gov.it).Alla Falcucci è legato il provvedimentorelativo all’inserimento nelle classi normalidegli alunni portatori di handicap come sidiceva allora.Un provvedimento di eleva-to valore sociale di cui la Scuola italianadeve vantarsi.E vogliamo portare alla ribalta anche unascuola cittadina - la Benci - che occoglieormai da parecchi anni un numero sempre

maggiore di alunni stranieri che parlano,quest’anno, ben 31 lingue. Conosciamo

 bene da parecchio tempo la direttrice Gian-na Valente e ne abbiamo sempre apprez-zato il lavoro svolto, i nsieme, ovviamen-te, al corpo docente, nell’intraprenderel’integrazione nella scuola di tanti alunnistranieri già da parecchi anni..Detto questo ci permettiamo di esprimere

 parecchia perplessità nei confronti diquanto è in atto,soprattutto come promes-se tutte da mantenere nell’arco di tre anni

che il nostro Presidente del Consiglio haannunciato.Chi scrive,nella sua ormai lunga vita, havisto parecchie riforme scolastiche. Dallariforma Bottai del fascismo alla riformadella scuola media del 1962 fino alle rifor-me della Gelmini che sono ancora invigore.Dall’Italia della ricostruzione a quel-la del miracolo economico e ora alla crisi.Lascuola questo cammino lo ha percorso eha formato parecchie generazioni di gio-vani oggi affermati professionisti e aggior-nati lavoratori.

La scuola tuttavia non ha perso la busso-la ma è andata avanti grazie agli insegnantiche hanno garantito, con stipendi dafame, il suo funzionamento anche nei pic-coli centri, quelli montani e delle piccoleisole.

Questo va riconosciuto e non tutti, com- presa la stampa, lo hanno rilevato.Quando si legge un titolo LA SCUOLASPIONA perché questo con i nuovi mezzi

 Fr anca Fa lc uc ci (R om a, 22 ma rz o 19 26 –  Ro ma , 4 se tt em br e 20 14) gi à Se na tr ic e e Minis tro della Pubblica. Istruzione .

 LA SCUOLA 2014-2015

UN ANNO TUTTO DA SCOPRIRE di Mario Lorenzini

informa i genitori ci si rende conto chedella scuola si ha un giudizio davvero mi-sero.Ma lasciamo perdere.

 Nella mensile collaborazione su Il Centroabbiamo sempre cercato di dare importan-za alla scuola e agli insegnanti.E quando leggiamo titoli come ANCHE ILLICEO CLASSICO DEVE APRIRSI ALMONDO DEL LAVORO (Sole 24 ore) eCOME PASSARE DALLE AULE ALL’IM-PIEGO (Corriere della Sera) abbiamo ildubbio che chi scrive non conosca benel’iter dello studente nei cinque anni di istru-zione secondaria superiore.

 Nelle scuole del Sud il liceo classico è an-cora il preferito e in quelle del Nord i pre-feriti son gli istituti tecnici.Basta leggere le statistiche.Il dopo gli studi oggi c’è il buio (ieri non

era cosi).E si cerca di andare fuori d’Italia.Ma questo è un altro discorso su cui cisoffermeremo.

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e-mail: [email protected] 8  Cinguettare

Cinguettare di Luca Lischi 

La “Buona Scuola” in 12 punti, lanciatadal Governo Renzi, si appella agli inse-gnanti, alle famiglie e agli studenti per offrire suggerimenti e idee. Sarà la volta

 buona? Di scuola si è sempre parlato,anche troppo, e con scarsissimi risultati.Alcuni punti sono innovativi: mai più precari nella scuola, basta supplenze,la valutazione e il merito  (quello veroche premierà il lavoro in classe), la scuo-la digitale (se ne parla da decenni), l’al-ternanza scuola-lavoro e una scuola per tutti e tutti per la scuola. Ecco, speria-mo che almeno quei “tutti” della squa-dra del Governo siano per la scuola e lodimostrino, con urgenza, con i fatti.

 * * *

La scuola e i suoi numeri: nel 2013 in Ita-lia sono state censite 8644 Istituzioniscolastiche statali e ben 41483 sedi. Sono728.325 mila gli insegnanti e altri 101.391mila quelli di sostegno su un totale di7.878.661 alunni di cui 207.244 disabili,suddivisi in tutto in 366838 classi. Glialunni stranieri sono 736.654. Tra le scuo-le secondarie di II° grado prevale la fre-quenza dei Licei (1.206.707) poi quella deitecnici (872.282) e infine i professionalicon 546.018 studenti. Le scuole paritarie

sono 13847 con una presenza totale dialunni di 1.036.312. Ed ora una sempliceconsiderazione: sempre nel 2013 le do-mande di inabilità al lavoro degli inse-gnanti sono triplicate. Il 3%, circa 25 mila,è inabile per patologie psichiatriche, unaltro 10%, circa 80 mila mostra segni pa-lesi di stanchezza e spesso di depressio-ne. Gli inidonei permanenti ammontano,al marzo 2013, a 3084 e circa 500 sonoquelli inidonei temporanei. Siamo ad ol-tre 100 mila insegnanti: ecco un esempiodella “buona scuola”.

 * * *

Lotto e gratta e vinci: lo Stato che conti-nua a promuovere i giochi e spende 50milioni di euro per pubblicità. Spese ne-cessarie dal momento che la pubblicitàserve per fare venire “appetito” e far ven-dere. E lo Stato deve pur bene incassaredai giochi e lotterie per affrontare le spe-se. Ma del peso e dei costi dei “cittadinimalati” di gioco e delle conseguenze difamiglie rovinate che cadono nel baratrodella povertà, qualcuno se ne sta ren-

dendo conto? O anch’esse sono “fun-zionali” alla spesa pubblica?

  * * *

Furbetti che usufruiscono di privilegi adismisura. Falsificazioni di dichiarazionie utilizzo di case popolari a prezzi irrisori

senza averne titolo e diritto. Occorre unamaggiore e più incisiva operazione di con-trollo attivando le miriadi di banche datiche possiedono i dati di ciascuno di noi.Come è possibile che nell’era iper-tecno-logica e digitale non si riesca a scovare ifurbetti?

  * * *

Morosi in aumento. Morosi per volontà,anche a causa della crisi, e morosi per inadempienze e furberie altrui. In questigiorni miriadi di persone abitanti in con-

domìni sono state coinvolte in forzosechiusure di gas e di acqua. Milioni dieuro da riscuotere dalle società erogatri-ci, che devono rientrare nei loro bilanci.Possibile che gli ignari condòmini, cheregolarmente hanno pagato, siano lasciatiin balia di “amministratori-predatori”?

  * * *

Attendiamo i fatti di un Governo che haannunciato tanto e che intende compiereuna vera rivoluzione copernicana nel no-stro paese a favore delle giovani genera-zioni. Occorre abbattere i troppi e nause-anti privilegi che ogni giorno vengonomessi in luce e che gridano vergogna difronte alle tante persone che operosamen-te lavorano. Per anni si sono innescate

 politiche, anche clientelari, a favore di al-cuni. Auspichiamo che “Robin Hood”-Renzi intervenga e ad esempio riveda i“vitalizi d’oro” che ci costano 170 milionid’euro l’anno!

 * * *

 La Corte di Conti nella relazione del 2012sul costo del lavoro pubblico, ha rilevato

che nel 2010 i permessi sindacali sonocostati 151 milioni di euro! No comment!

  * * *

Stenografi, barbieri e personale dei Pa-lazzi strapagati, con stipendi da Re! Ades-so basta con queste cifre da capogiro e

 basta con la variegata tipologia di perso-nale a servizio dei parlamentari. Ma bar-

 bieri eccellenti in centro a Roma non cene sono? Possibile che mai prima d’ora

qualcuno non abbia sindacalizzato per illavoro professionale degli artigiani bar-

 bieri che operano per strada e abbia tute-lato e protetto quelli del Palazzo con sti-

 pendi più altisonanti di quelli di uno stes-so parlamentare? Loro, i barbieri, comun-que, i tagli li hanno sempre fatti!

  * * *

La famiglia al centro. Una riflessione pro-fonda sulla famiglia è quella che la Chie-sa metterà in campo attraverso un Sino-

do specifico che partirà ad ottobre. E’ ne-cessario mettere in campo tutte le ener-gie e competenze possibili per ri-vederemolte delle politiche familiari inconclu-denti ed inoperose e ri-fondare politichenuove alla luce dei cambiamenti epocalidella nostra società. La famiglia generafuturo, da speranza e vita al nostro pae-se vecchio e stanco. Per questo occorreinnescare politiche familiari capaci didare ossigeno alle famiglie, di aiutare inmodo incisivo i giovani a realizzare, non

in tempi geologici, il loro nucleo familia-re.  * * *

Papa Francesco ha nella sua recente vi-sita in Corea ha detto che alla “ globaliz- zazione delle menti è necessario che cor-risponda una globalizzzione della soli-darietà”. La crisi che viviamo, e che pre-vede tempi lunghissimi di uscita, richie-de una maggiore cultura dell’incontro edella solidarietà. Guai a tenere i propritesori nascosti e non far circolare le ric-chezze. La tignola divorerà implacabile itroppi tesori inoperosi e quindi incapacidi realizzare ricchezza diffusa per tutti.Facciamo fruttificare tutte le ricchezze(materiali e immateriali) per uscire dallacrisi.

 * * *

La pace, tanto invocata, declamata e am- piamente desiderata ma comunque poco praticata. Stiamo vivendo anni difficili.Molti paesi in guerra e una carneficina dicristiani, uccisi perché professano la lorofede. Quest’anno si ricordano i 100 anni

della Grande Guerra, la prima guerra mon-diale, nella quale tantissimi nostri soldatigiovanissimi, hanno perduto la vita. Sof-fermiamoci sulle tante lapidi che riporta-no i loro nomi e a voce alta pratichiamo la

 pace: “mai più!”

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  9 Spigolature

  S  p  i g o  l a  t

  u  r e

presidente della Regione Enrico Rossi,con il Presidente dell’Autorità PortualeGiuliano Gallanti, con il Presidente della

Camera di Commercio Sergio Costalli;licenzia tutti i presidenti degli enti pub-blici; vuole uscire dall’ATO delle aziendeper la raccolta dei rifiuti urbani; non vuo-le, in assoluto, la costruzione del nuovoospedale seppure in un sito diverso daquello originariamente indicato. Sareb-be catastrofico, inoltre, se provocasse ilritardo nell’approvazione della variante delpiano regolatore generale del porto, cheattendiamo da ben 55 anni.Sapete cosa vi dico cari lettori? Di esse-re estremamente preoccupati per il futu-ro di Livorno!!

Mi hanno rifatto nuovo! Di ritorno da Roma proprio in questi gior-ni, per presenziare alla commemorazio-ne dell’amico e collaboratore di questoperiodico Bartolo Ciccardini, sono statoavvicinato da importanti personaggi del-la Prima Repubblica.“Ma è possibile che la tua città appaia

sulle colonne nazionali - e internazionali- solo per vicende in negativo? Nell’esta-te del 1984 per i “falsi di Modigliani”; nel-l’estate del 2014, unico caso in Italia,per l’elezione di un sindaco grillino”.

Nell'edizione di settembre de Il

Centro avevamo salutato il caro

amico Prof. Luciano Vizzoni in-

signito meritatamente della “Li-

vornina d’oro”: una testimonian-

za per i grandi meriti di un livor-

nese che ha veramente dato pre-

stigio alla città labronica.

Insieme all’intera redazione par-

tecipiamo al cordoglio ed al dolo-

re della intera comunità livorne-

se per la perdita di una personali-tà di alto livello professionale, po-

litico ed umano quale è stato sicu-

ramente il Prof. Luciano Vizzoni.

“Per non parlare - ha aggiunto un altro -del “Vernacoliere”...”.Non ho replicato, mi sono limitato ad

allargare le braccia...

Gran cordoglio

 per la scomparsa

del Prof. Vizzoni

“La vecchia guardia” Ci è piaciuto Il cambio della guardia diDavide Guadagni nella sua rubrica quo-

tidiana in prima pagina su Il Tirreno“Eppur si muove”.Ma lo avete sentito cosa ha detto il se-

gretario? Testualmente “non sono d’ac-

cordo con il sindacato che sento più

chiuso e sordo”.

La mobilità, la flessibilità, sono inna-

zitutto un dato della realtà.

Dobbiamo costruire nuove e più fles-

sibili reti di di rappresentenza e di tu-

tela. Se non ci mettiamo su questo ter-

reno, rappresenteremo sempre di più

soltanto un segmento del mondo del lavoro. No, non sono le parole di Ren-

zi, quelle che hanno fatto inferocire “la

vecchia guardia”, sono di D’Alema al 

congresso del PDS del 1997.

e a proposito di Renzi...Mentre Marchionne - amministratoredelegato della FIAT-Chrysler esaltaRenzi durante la visita negli Stati Uniti,nello stesso giorno su Il Corriere dellaSera - il direttore Ferruccio De Bortoli

nell’editoriale di mercoledì 24 settem-bre lancia critiche durissime nei con-fronti del nostro Presidente del Consi-glio.Confessiamo di non capirci più nulla ,anche perchè, fino a qualche tempo fa“il corrierone” si caratterizzava come unodei più “esagitati” sostenitori di MatteoRenzi.

Esemplari, bravissimi!! Solo 13 votazioni su 82 per i parlamen-

tari europei: queste le maglie nere cheesaltano la serietà e l'impegno nei con-fronti del nostro paese e dell'Europa.Si tratta del consigliere politico di Ber-lusconi - Giovanni Toti, di Raffaele Fit-to, entrambi di Forza Italia, di LorenzoCesa , segretario di quello che restadell'UDC ed infine di Matteo Salvini,leader della Lega Nord e notissimo fu-stigatore dei costumi altrui.Complimenti per la serietà con la qua-le svolgono la loro funzione, ben remu-

nerata.

Nel frattempo

il sindaco di Livorno.....Filippo Nogarin litiga con tutti: con il

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7/27/2019 Il Centro Ottobre 2014

http://slidepdf.com/reader/full/il-centro-ottobre-2014 10/24

e-mail: [email protected] 10  Livorno

Maersk torna sulla rotta Italia-UsaAngelo Roma: «Traff ico in crescita per merito dell’ euro debole» 

DAL 2015 DUE NUOVI SERVIZI TRANSATLANTICI CON MSC

Dopo più di un anno Maersk torne-rà a collegare direttamente l’Italiacon l’America settentrionale. È que-sta una delle novità principali cheporterà l’alleanza 2M fra Maersk e

Msc, di cui sono state rese note lenuove rotte operative a partire dal2015. La notizia va ad aggiungersia una serie di iniziative prese da al-tre compagnie, come Zim e Cma-Cgm per rafforzare i collegamenti fraEuropa e America settentrionale. Lamaggiore offerya di stiva corrispon-de ai dati del commercio fra le duearee, cresciuto dell’8,6% nei primi 7mesi del 2014 rispetto allo stessoperiodo del 2013. Le esportazionidall’Unione europea verso gli StatiUniti sono passate da 222.694 a242.924 milioni di dollari (+9%), men-tre le importazioni sono passate da150.609 a 162.714 milioni di dollari(+8%).I servizi di 2M verso gli Stati Uniti sa-ranno addirittura due, sempre chel’alleanza superi le verifiche antitrust.Il Transatlantic 5 (Ta5) dovrebbe toc-care GioiaTauro, Napoli, Livorno, La

Spezia e Genova. Il Transatlantic6,che arriverà anche in Messico, do-vrebbe invece scalare Gioia Tauro,Napoli e La Spezia. Il condizionale èd’obbligo, perché i porti di Napoli eLivomo non hanno ancora risolto ilimiti strutturali che impediscono allenavi maggiori di raggiungerne i ter-minal.L’attivismo delle compagnie segna-la un rinnovato interesse per la trat-ta transatlantica, come conferma

 Angelo Roma, già port manager diZim a Livorno e oggi consulente nelsettore marittimo. «Una cosa - diceRoma - è sicura: i traffici fra Italia eStati Uniti stanno aumentando, è in-discutibile. Merito del cambio fra

euro e dollaro (che oggi è sotto l,30dopo aver superato 1,39 lo scorsomaggio, ndr) che favorisce l’exportverso gli Stati Uniti e permetterà al-l’Unione europea di aumentare i traf-fici in quella direzione».L’interesse delle maggiori compa-gnie verso l’America è cresciuto inparallelo non soltanto con i traffici,ma anche con il progredire dei ne-goziati che stanno portando avantiWashington e Bruxelles per la crea-zione di un’area di libero scambio frai due mercati.I negoziati per arrivare a un accordotransatlantico per ilcommercio e gliinvestimenti (Ttip, “transatlantic tra-de and investment partnership”)sono cominciati nel luglio del 2013 e

hanno già registrato sei tornate diincontri. L’obiettivo, come spiega ilsito della Comnissione europea, è«rimuovere le barriere commercialiin un’ampia fascia di settori econo-mici per rendere più facile compraree vendere beni e servizi fra l’Unioneeuopea e gli Stati Uniti».Fra i settori più interessati c’è quellodell’automobile. Due settimane fa ilpresidente di Daimler, Dieter Zet-sche, ha chiesto di accelerare la

conclusione dei negoziati per crea-re al più presto la zona di liberoscambio. «Progressi -ha detto Zet-sche - sono stati fatti ma rimangonoalcuni punti di attrito. Ma la posta -ha aggiunto - è troppo alta perchéquesti punti non vengano risolti».Contrari invece Verdi e sinistra eu-ropea, una cui petizione contro il trat-tato è stata respinta una settimanafa dalla Commissione di Bruxelles.Secondo Angelo Roma le compa-

gnie marittime, nel potenziare i loroservizi transalantici guardano piùpragmaticamente ai dati di trafficoattuali che non alle prospettive chesi apriranno con l’accordo, perchéle mosse della nuova Commissione

che sarà guidata dal prossimo no-vembre da JeanClaude Juncker sono ancora troppo indefinite. Quel-lo che è certo è che le iniziative ma-rittime continuano a fioccare, conservizi sia nuovi sia riorganizati in-troducendo nuove toccate fraEuro-pa e Italia da un lato e America set-tentrionale dall’altro. Dal primo otto-bre prossimo, ad esempio la com-pagnia israeliana Zim tornerà a col-legare Livorno con New York con unservizio, che passa anche per Ge-nova, rinnovato grazie a una condi-visione di spazi e navi con la tede-sca Hapag Lloyd. Inoltre, Zim noleg-gerà slot sul servizio Mgx di HamburgSud fra il Mediterraneo e il Golfo esul servizio Mps di Hamburg Sud ed

Hapag-Lloyd fra il Mediterraneo e laWest Coast. A suavolta Hapag Lloydaggiungerà Miami come toccata alsuo servizio dall’Italia, che parte daLivorno e Genova. Anche Cma-Cgmaggiungerà Miami al suo servizio Amerigo Express che da Livorno eGenova arriva negli Stati Uniti. E nel2015 toccherà appunto alla 2M lanuova grande alleanza compostadai due principali operatori del set-tore, Maersk e Msc. La 2M ha appe-

na reso note le rotte che partirarmonel 2015 se riceveranno tutte le au-torizzazioni necessarie. L’esperien-za fallita della P3, l’alleanza fra le duecompagnie e la francese Cma-Cgmbocciata pochi mesi fa dalla Cina hasuggerito prudenza nel fare l’annun-cio. In questi giorni i vertici di Maerske Msc sono a Washington per con-vincere la Federal maritime commis-sion che l’alleanza non costituisce unaviolazione delle norme anntitrusta. La

Fmc aveva già approvato la P3, maprima di chiudere il dossier della 2Mha preferito avviare consultazioni conla Cina, in modo da evitare nuova-mente un giudizio discordante

Alberto Ghiara

 Riportiamo integralmente un articolo apparso su L’Avvisatore Marittimo del 20/9/14 a firmadi Alberto Ghiara.

Page 11: Il Centro Ottobre 2014

7/27/2019 Il Centro Ottobre 2014

http://slidepdf.com/reader/full/il-centro-ottobre-2014 11/24

periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  11 Livorno

Impazza da tempo in città la moda difustigare i livornesi per i loro inguaribilivizi. Che li fanno apparire maleducati,cialtroni, fannulloni e oltretutto incapa-ci di valorizzare, attraverso una adeguataaccoglienza, le grandi potenzialità turi-stiche della città. Sacrosanto proposi-to, di fronte allo sconfortante spettaco-lo dei poveri crocieristi che si aggiranotra negozi chiusi e di fronte al crescen-te livello di sciatteria di quella che è sta-ta definita “la città delle infradito”. Mail mantra si è fatto asfissiante e anchecon le buone intenzioni capita, a volte,di esagerare. C’è chi condanna l’uso,adottato in un bar, di affiggere bigliettiche chiariscono che “l’acqua si paga”(una volta tanto la non conoscenza del-le lingue straniere riduce il danno), chifa confronti con la gentilezza e la puli-zia di Cagliari, più pesanti del 7 a 1 su- bito dal Brasile, chi lamenta lo stile sgar- bato di camerieri e pizzaioli. Persino il più mite dei fustigatori (sia detto senzasarcasmo), Claudio Marmugi, vistal’aria che tira, si produce in una tiratad’orecchi, in stretto bagitto, a caricodegli adolescenti livornesi che, nella bagarre di Effetto Venezia, si sono per-messi addirittura di rincorrersi e di stre- pitare anziché frequentare mostre edesposizioni (Ohibò).Personalmente gradisco senza riserve

l’appello a modi più urbani, ma mi per-metto di lanciare qualche modesto av-vertimento agli autori che caldeggianoun cambio di mentalità (vasto program-ma) del popolo livornese, auspicio con-divisibile quanto audace.Primo avviso ai naviganti: rassegnate-vi. Con il legno storto (per parafrasareun grande filosofo) della livornesità nonsi fanno assi diritti. La livornesità, di cui, peraltro, anche commentatori alquantocolti, hanno avuto modo, di recente, di

esaltare inopitatamente il vivido gusto per lo sberleffo e per il gesto anticon-venzionale, è intessuta di volgarità, didisprezzo per le buone maniere, di esal-tazione della sincerità priva di riguardo.Livorno ha i suoi grandi pregi e i suoi

grandi valori, che la fanno amare a di-spetto di tutto, ma questi non hannomolto a che fare con la buona educa-zione. Non è nella storia locale il pro-verbio “se vuoi fa’ come ti pare, vai aLivorno” ? Non ci provò persino il Gran-duca Leopoldo a correggere le cattiveabitudini del livornesi emanando addi-rittura un editto che ingiungeva di noncamminare in mezzo alla strada, intral-ciando il passo delle carrozze e di usarei marciapiedi? Rassegnatevi, quindi, l’ef-fetto delle prediche sui livornesi è unosolo, quello di moltiplicare il numero dei predicatori.Già, perché dopo l’anticonformismo el’insofferenza per le buone maniere, l’al-tra grande componente della livornesitàè il conformismo (non sembri una con-traddizione) e l’imitazione. Se si sente parlare male delle abitudini dei livorne-

si, e allora qui tutti si parla male delleabitudini dei livornesi. Di quelle deglialtri, ovviamente. Ci sarà chi consideranon europeo fare casino nelle strade(perché vuole dormire) e chi consideranon europeo protestare per il rumore sesi promuovono eventi musicali d’esta-te, perché si vuole divertire. Ma tutti giùa condannare i difetti, degli altri. Men-tre a cambiamenti, si sta a zero.Secondo avviso ai naviganti. Non è conla bacchetta del maestro di tempi lonta-

ni che si può correggere ciò che è sba-

gliato nei comportamenti collettivi. Macon l’esempio. E chi ha più opportuni-tà, più potere, più funzioni, ruoli e visi- bilità pubblici, può fare di più. Cercan-do di essere aperto alla cultura, alla buona educazione, al rispetto. Colpi-sce in questi giorni la corale manife-stazione di dolore per la prematurascomparsa di un uomo come FrancoFerrucci. Ferrucci faceva cose e non proclamava precetti. Promuova i libri, promuoveva la cultura, promuoveva ladiscussione e per averlo fatto con co-stanza e passione, merita tutta l’ammi-razione che oggi gli viene tributata.Mille piccole e grandi iniziative, con-tatti, suggestioni, proposte, in cui si èimpegnato personalmemte e senza ri-sparmio. Se tutti coloro che oggi rico-noscono questo prezioso contributo,avessero speso un minuto in più, una

 parola in più per valorizzare, o sempli-cemente parlare di questa o quella ini-ziativa in libreria, sarebbe stato utile. Edi quanti, che come Franco operano ohanno operato per la cultura e per ilsenso civico, nella scuola, nell’arte,nelle istituzioni, ci si dimentica ognigiorno ?Sacrosanto il proposito dei fustigatoridei vizi e delle cattive abitudini dei li-vornesi, lo ripeto a scanso di equivoci.Ma gli esempi positivi sono quelli che

danno i risultati migliori.

 Livorno, la città delle infradito

Dal blog di Claudio Frontera

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e-mail: [email protected] 12  Livorno

 Interessante dibattito al Centro con Claudio Frontera, Cristiano Toncelli e Andrea Romiti

Lunedì 29 settembre ripresa in grandestile delle attività della nostra Associa-zione. In occasione dell’incontro a trevoci dal titolo “Dove va la politica (e la

città) dopo le elezioni?” si è registrato il“tutto esaurito”, esaurite le sedie ed an-che lo spazio fisico dove collocarsi inqualche maniera, ma la qualità delle tre“voci” di questa riflessione, e le osser-vazioni degli intervenuti hanno fatto passare in seconda linea gli eventualidisagi sopportati.Al tavolo sedevano Claudio Frontera, exdirigente dei Ds e presidente della Pro-vincia di Livorno a cavallo del secolo,Cristiano Toncelli - leader della lista ci-vica “Progetto per Livorno” ed ex vi-cesindaco (in quota IDV) nella passataamministrazione; Andrea Romiti – exconsigliere comunale ed esponente del Nuovo Centrodestra. Nell’introduzione il presidente del “Cen-tro”, Enrico Dello Sbarba, che fungevaanche da moderatore ha sottolinea le pre-occupazioni che sono largamente pre-senti nella popolazione per la vaghezzadell’opera di governo della nuova Am-

ministrazione. Chiede in particolare airelatori come interpretare il deciso NOal nuovo ospedale, se si tratta di sem- plice opposizione al location presceltanel passato o di un assoluto rifiuto dicostruire il nuovo nosocomio ad altaintensità di cura. Paventa anche che unaltro NO, quello pronunciato nei con-fronti del PRG del porto, atteso da ses-santa anni, abbia l’effetto di rimandarlo“sine die”.Claudio Frontera  premette che si deb-

 ba partire, per cercare di capire cosaaccadrà, dall’analisi delle cause di unasimile sconfitta del PD a Livorno.A suo giudizio l’esperienza della pluri-decennale amministrazione targata PDsi è esaurita perche percepita come esta-

blishment, cioè come una soffocanteconcentrazione di ogni carica e di ogni potere nel PD. E’ mancata la dialetticadentro e fuori il partito che facesse re-spirare e discutere. Due ipotesi sul fu-turo della politica in città, la prima è cheil PD ricostruisca il consenso con nuo-ve forme partecipative; la seconda checontinui pericolosamente a nutrire laconvinzione che gli elettori torneranno.Sembra, per adesso, che si sia sceltaquest’ultima strada, poiché i dirigenti delPD hanno preso atto del risultato elet-torale, ma non hanno sviluppato alcun progetto di rinnovamento. Il dato elet-torale significativo per il PD non è tantola vittoria di Nogarin ma quel 16% per-so al primo turno rispetto alle contem- poranee elezione europee. Non condi-vide invece eccessive preoccupazioni dinon governo; devono imparare a gover-nare e questo richiederà non poco tem- po.Cri stiano Toncell i  ricorda la sua espe-

rienza di Vicesindaco per affermare chei “cento giorni” sono troppo pochi per stilare un sia pur provvisorio giudizio:lui passò il primo mese a sgomberare lascrivania.Progetto per Livorno non si pente di aver 

votato Nogarin al ballottaggio (e non ilmovimento 5 stelle ci tiene a precisa-re), l’ha fatto per consentire alla città diavere un punto di vita diverso, un sas-so nello stagno che facesse perdere iriferimenti consueti a quei personaggi egruppi che hanno contribuito (con il PD)alla decadenza di Livorno .Obbligare tutti a cambiare, per nonmorire di troppa stabilità. Ormai Il PDnon faceva più politica ma era diventa-to il coordinatore delle lobbies cittadi-ne. Al sindaco Nogarin e al suo movi-mento bisogna dar tempo, sbagliandocostruiscono la loro esperienza. Un pa-rere ragionato sarà possibile esprimerloquando non giudicheranno quello chehanno trovato ma svilupperanno i loro progetti. Dubbi semmai per la possibileincapacità del movimento a muoversiunitariamente. Riguardo al futuro della politica in città è pessimista: Il PD nonfatto ancora nulla per superare lo smac-co, peggio ancora la destra che ha dato

un esempio di frantumazione unico;Buongiorno Livorno si gode la renditaelettorale della sinistra identitaria e nonfa altro; Cannito conferma il suo con-senso ma non è capace di creare coali-

Dove va la politica (e la città)

dopo le elezioni?di Franco Spugnesi

Claudio Frontera Cristiano Toncelli Andrea Romiti

 segue a pag. 13

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  13   Livorno

NELL’80 ANNIVERSARIO DELLA SUA NASCITA

 Piero Ciampi (Livorno, 28 settembre 1934 –  Roma, 19 gennaio 1980).

Serafino Fasulo,

 Assessore alla Cultura.

Tante iniziative per ricordare

 Piero Ciampi

zione intorno a “Città diversa”. L’areariformista e moderata poteva essere lanuova risorsa ma non riesce a decolla-re.

Andrea Romiti  – Ormai da qualche tem- po è l’economia che determina le scel-te politiche non viceversa e influenzaanche le scelte dei cittadini, sottolineaRomiti, il futuro è di quella formazione politica che supera le ideologie e valo-rizza l’imprenditorialità e l’iniziativa. IlPD è rimasto al tempo delle grandiaziende statali, delle masse sindacaliz-zate. E’ superato dagli eventi e difficil-mente potrà ritornare al ruolo avutonegli ultimi 60 anni. Certamente anche

la destra ha responsabilità nella deca-denza della città: 60 anni di non opposi-zione. Il primo cambiamento è l’ab- bandono delle ideologie; solidarietà eredistribuzione del reddito sono possi- bili solo se si favoriscono condizioni utilia produrre ricchezza. Certamente, af-ferma Romiti, c’è preoccupazione per l’efficacia della nuova Giunta, ma èanche un momento che può essere esal-tante, ci sentiamo, finalmente, liberi dalle pastoie che il PD aveva imposto allacittà. Riguardo al piano regolatore del porto il suo giudizio è che è tutto darifare, ed è giusto che chi deve gover-nare per i prossimi 5 anni sia messonella possibilità di farlo con mezzi poli-tici.Al termine degli interventi, numerosi equalificati interventi hanno animato il di- battito, tanto che il moderatore ha do-vute invitare alla brevità per permetterea tutti di parlare e, più che altro, agli

invitati di rispondere. Nella replica i relatori hanno affrontatoi molti argomenti, alcuni dei quali vera-mente ardui, posti in evidenza dai pre-senti: mancanza di lavoro, degradoambientale, povertà culturale e, nono-stante i percorsi personali diversi, si-mili sono stati i pareri. Questi anni de-vono servire a far crescere, ad opera ditutti i soggetti sociali, una cultura nonsolo politica ma di appartenenza allacomunità, che produca una nuova clas-

se dirigente, libera e capace.Comune è stata anche la condanna aun certo tipo di sgangherata “livornesi-tà” usata spesso per coprire ignoranza,vagabondaggine, maleducazione, mene-freghismo.

Piero Ciampi potrà essere cantato in fran-cese, inglese e chissà in quale altra lin-gua, e tanti suoi testi inediti, o poco cono-sciuti, verranno resi noti al pubblico. Sonosolo alcune delle idee scaturite nel cor-so di un incontro che si è tenuto a palaz-zo comunale a metà settembre in prepa-razione del Ventennale del Premio Ciam-pi, il Premio nazionale che vede ognianno, dal 1995, la canzone d’autore pro-tagonista a Livorno. Quest’anno il Pre-mio si terrà dal 25 ottobre all’8 novembre“Ho voluto riunire il mondo dell’associa-zionismo culturale livornese, in partico-

lare quello musicale ( circa 20 le asso-

ciazioni sedute intorno ad un tavolo) per 

raccogliere e formulare idee finalizzate

al rilancio di questo prestigioso Premio –

da pag. 12

afferma l’assessore alla cultura del Co-mune di Livorno Serafino Fasulo – un me-

todo partecipativo che dovrà valere an-

che per altre iniziative culturali che inve-

stono la città”.“L’obiettivo  – prosegue ancora l’asses-sore – è arricchire ulteriormente il cartel-

lone delle iniziative legate alla celebra-

zione del Ventennale della rassegna-

concorso, ma non solo, è mia intenzione

ascoltare e recepire suggerimenti di sog-getti locali per arrivare a raccontare Ciam-

 pi in più momenti nel corso dell’anno , in

spazi spettacolari cittadini, locali e libre-

rie , per riscoprirne la vitalità poetica e

musicale”.

Numerosi sono stati i suggerimenti rac-colti nel corso dell’incontro, tra cui, quellogià in calendario, di celebrarel’80°compleanno di Ciampi domenica 28settembre alla Terrazza Mascagni conconcerti, dibattiti e film. E sempre la mat-tina di domenica 28 settembre, un incon-

tro simbolico al cimitero della Purificazio-ne dove è sepolto il cantautore-poeta.Qui, sulla sua tomba, saranno depostiomaggi allo chansonnier labronico e avràluogo una performance poetica. Tra le tan-te idee che vedono Piero al centro di unariscoperta è importante segnalare l’at-tenzione alle nuove generazioni attraver-so l’istituzione di una borsa di studio, incollaborazione con l’Università di Pisa ,per la ricerca di te-sti inediti; e il coin-volgimento di gio-vani musicisti stra-nieri che interpre-tino le canzoni diCiampi nella lorolingua.Si è parlato anchedi probabili muralesa lui dedicati o pan-nelli da esporre.Si ricorda comun-que che il PremioCiampi già da al-cuni anni spaziaoltre gli ambiti mu-

sicali, ne sonoesempi il Premiol’Altrarte che dà un riconoscimento ad unautore nel campo delle arti visive o il “Premio Ciampi Valigie Rosse” dedicatoalla poesia.

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e-mail: [email protected] 14  Livorno

Dallo scorso15 settembre sisono aperte le iscrizioni a cor-si e laboratori della Università50&PIÙ di Livorno.Quest’anno, ai tradizionali cor-si di Inglese, Francese, Spa-

gnolo (tutti con insegnante ma-drelingua), di Informatica, diTeatro, di Canto Corale, di Sto-ria dell’arte, di Scrittura, di Ci-nema, di Ascolto della musica,di Cucina, di Cucito creativo, diGinnastica dolce, se ne aggiun-geranno altri, che riguardano laStoria delle religioni, la Filoso-fia, la Geografia politica ed eco-nomica, il Bridge, lo Yoga, la

Chitarra, la tastiera, il sax eBalli di gruppo.Inoltre domenica 12 ottobre,dalle 16 alle 22, si terrà l'inau-gurazione no-stop dell 'Anno Accademico 2014-2015.L'ingresso è libero.Informazioni e iscrizioni pres-so la sede centrale di via Gran-de 150, telefono 0586.898397,orario 16/19.

 Aperte le iscrizioni e nuovi corsialla 50&PIÙ UNIVERSITÀ

DOMENICA 12 OTTOBRE INAUGURAZIONE NO-STOP DELL’ANNO ACCADEMICO 2014/15

Con questa nota il nostro periodico apreun’utile ed interessante collaborazionecon UNIVERSITÀ 50 &PIÙ, un’associa- zione che sta assumendo un rilievo sem- pre maggiore nella realtà cittadina.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  15 Rosignano

 L’Associazione Onlus che ogni 15 giorni distribuisce pacchi viveri a 150 famiglie bisognose

4-domande-4 a Rossella Conforti,

- L'aggravarsi della situazione eco-nomica ed occupazionale rende sem-pre più precaria, ormai ai limiti della so-pravvivenza quotidiana, la vita di moltepersone e famiglie anche nel comunedi Rosignano. Il lodevole sforzo che stafacendo la Sorgente del VillaggioO.N.L.U.S. da lei splendidamente di-

retta, richiede intervento di sostegno per supportare giornalmente questa auten-tica tragedia sociale.Come riuscite a gestire questo compi-to così arduo?“Come Associazione cerchiamo di sta-

re accanto alle famiglie che vivono si-

tuazioni di emergenza, talvolta ai limi-

ti della sopravvivenza.

Ogni 15 giorni distribuiamo pacchi vi-

veri a circa 150 famiglie che ci sono

segnalate dai servizi sociali ed inter-

veniamo inoltre pagando alcune uten-ze; in più diamo un contributo ad al-

cuni per pagare l’affitto affinchè non

 perdono la casa.

Disponiamo anche di una mensa che

giornalmente distribuisce circa 20 pa-

sti caldi anche a persone residenti sul 

nostro territorio: si tratta di un feno-

meno recente in quanto fino a poco

tempo fa di questo servizio ne usufrui-

vano soprattutto i senza fissa dimora.

Il problema è dunque enorme e ogni 

giorno lo diventa sempre di più. Detto

questo, i contributi dell’Asl e del Co-

mune sono fermi da anni e risultano

essere insufficienti.

Da parte nostra cerchiamo di reperire

fondi con attività come la lotteria, cene

di beneficienza, spese solidali, ma i 

soldi non bastano mai perchè ogni gior-

no dobbiamo affrontare nuove emer-

genze”.

- Cosa possono fare gli organi di in-formazione, ed anche questo periodi-

co così legato al territorio, per venireincontro a questa emergenza che nonsia, purtroppo, legata a sostegni finan-ziari che non ci possiamo permettere?“Gli organi di informazione possono

giocare un ruolo importante, attraver-

so l’informazione e la sensibilizzazio-

ne dell’opinione pubblica che è fatta

dai cittadini; è fondamentale infatti che

questi siano al corrente di questa si-

tuazione che vive il nostro territorio,

spesso ritenuto (a torto) “un’isola feli-

ce”. Ritengo dunque che sia importan-

te attuare una campagna di sensibiliz-

zazione affichè in questo periodo di gra-

ve emergenza economica e sociale si 

cerchi di essere solidali con chi vive

nella disperazione.

Ognuno di noi è chiamato a farsi cari-

co, anche in piccola parte, di queste

famiglie in cui vivono circa 130 bambi-

ni: nel nostro Comune siamo circa

30.000 abitanti e se ognuno di noi con-

tribuisse anche con un solo barattolo

di pelati o di legumi riusciremmo a far 

fronte ai bisogni di molte persone.

Questo non risolverebbe del tutto il  problema: occorrerebbero infatti po-

litiche sociali forti, insieme alla con-

sapevolezza che queste persone

hanno la quotidiana necessità di man-

giare, dormire in un letto e mandare i 

bambini a scuola.

- La nuova struttura, insistente a Ro-signano M., costruita nei lontani anni‘50, dalla signorina Maria Zolli, con loscopo di ospitare una comunità di suo-re per assistenza ai bambini e forma-zione professionale alle giovani, attività

successivamente interrotta, consentesicuramente uno svolgimento più razio-nale per lo svolgimento di una attivitàdivenuta così prioritaria.È giusto questo giudizio, pensa sia que-sta una soluzione idonea e definitiva?“Sicuramente la struttura “Don Bosco” 

è più idonea per lo svolgimento dei 

nostri servizi; non so dire se questa

sia o meno definitiva: posso senz’altroaugurarmelo. Colgo questa occasione

 per ringraziare il Vescovo di averci per-

messo di svolgere la nostra attività inquesta struttura, perchè altrimenti sa-

remmo stati costretti a non fornire più

questi importanti servizi”.

- Quale messaggio e quali suggeri-menti, cara Presidente, intende lancia-re attraverso Il Centro  alle Istituzioni,alle Associazioni imprenditoriali ed ingenerale all’opinione pubblica del terri-torio?“Alle istituzioni vorrei dire che queste

emergenze hanno bisogno di essere

considerate come tali e dunque occor-

rerebbe un grado di priorità più impor-

tante; fra queste mi preme segnalere

l’emergenza abitativa in quanto ci sono

famiglie con bambini anche molto pic-

coli che rischiano di perdere la pro-

 pria casa: servono risorse importan-

ti.

 In generale vorrei invitare tutti, in que-

sto periodo cosi difficile, a non chiu-

derci nelle nostre case, e provare ad 

aprirci agli altri; chiediamo aiuto a tutti 

indistintamente!  Aiuti che possano essere di generi ali-

mentari, economici o semplicemente

mettere a disposizione un po’ del pro-

 prio tempo per aiutarci a svolgere le

nostre attività”.

direttrice della Sorgente del Villaggio

Rossella Conforti

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e-mail: [email protected] 16  Rosignano

La strada è interrotta da oltre sei mesi e sta creando notevoli disagi

 A quando la sistemazione

di via della Giunga?

Venerdì 10 Ottobre, h. 21 

Sala Don Nardini - Via dei LavoratoriRosignano Marittimo

Presentazione del libro

di Enrico Dello Sbarba

Editrice «Il Quadrifoglio» - Livorno

La mia Dc

 Moderatrice:Elisabetta Arrighi

 giornalista de Il TirrenoSaluti di Alessandro Franchi

Sindaco del Comune di Rosignano M.mo Relatori:

Francescalberto De Bari

 pubblicistaNicola Graziani

 giornalista quirinalistaPaolo Rotelli

ex Capogruppo Consiliare DcComune di Rosignano M.mo.

Spezzoni di vi ta poli tica e i r apporti con i l Sen. Andreotti 

Pensiamo che siano ormai ma-

turi i tempi per i la sistemazio-

ne di via della Giunca interrot-

ta da oltre sei mesi.

La inagibilità di questo tratto

stradale importante perchè

collega la 206 con Rosignano

M. e da qui con le altre località

del comune sta creando cre-

scenti disagi sia ai residentiche agli automobilisti di pas-

saggio per cui urge interveni-

re e porre fine a questa situa-

zione così chiaramente ano-

mala. Sollecitati da vari concit-

tadini abbiamo preso contatto

con gli organi responsabili

della Provincia.

La risposta è stata “assordan-

te”: l’Ente Provincia, così

come l'abbiamo conosciuta da

sempre, ha cambiato “faccia edimensioni” e per l’assoluta in-

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disponibilità di mezzi finanzia-

ri è impossibilitato ad interve-

nire.

In effetti tra i compiti di quello

che restarà delle antiche pro-

vince, i cui organi - presiden-

te e consiglio - saranno eletti

tra giorni, la manutenzione

stradale è confermata: è ovvio

però che la mancanza di fondirende difficile qualsiasi inter-

vento.

A questo punto sarà forse op-

portuno un coinvolgimento del

Comune di Rosignano che, an-

che se non tenuto, può svol-

gereuna funzione di sollecita-

zione, almeno sul piano di

un’analisi, con gli organismi tec-

nici della Provincia per trovare

una soluzione: è impensabile

protarre ancora una situazionecosì palesemente assurda.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  17 Rosignano

Enrico Dello Sbarba, il decano deigiornalisti livornesi, direttore del men-sile “Il Centro”, spesso opinionista nel-le lettere al direttore su Il Tirreno, cel’ha fatta. Dopo aver cullato da annil’idea di scrivere in un libro le vicendepolitiche che lo hanno visto in prima

linea negli anni ’70 a Livorno e provin-cia nelle file della Democrazia Cristia-na, finalmente si è deciso e ha butta-to giù un centinaio di pagine su aspet-ti importanti della sua storia politica.Ha vissuto quell’epoca molto intensa-mente, ricoprendo anche l’incarico diSegretario provinciale, battagliandocon grinta, determinazione e lealtà,anche contro una città la cui identità“rossa” allora era molto più sentitarispetto ad oggi.

Tra i suoi tanti aneddoti che si leggo-no nel testo c’è anche quello dellabordata di fischi che si prese in unaPiazza della Repubblica gremitissi-ma in occasione di una manifesta-zione di protesta, indetta dalle orga-nizzazioni sindacali, contro il terrori-smo neofascista che all’epoca esplo-se con la famosa “strage di Brescia”

La DC di Enrico Dello Sbarba Il decano dei giornalisti livornesi nonché direttore del mensile Il Centro ha dato alle stampe la sua storia politica

del 28 maggio 1974. In tale occasio-ne salì sul palco e prese la parola

dopo il discorso di apertura del sin-daco Bino Raugi e del primo oratore,il compianto Luciano Bussotti, en-trambi Pci. Quando Dello Sbarba citòil nome del segretario della DC Amin-tore Fanfani per riportare le sue di-chiarazioni rilasciate il giorno avantisul tragico evento, fu soffocato da unamarea di fischi. Ma lui imperterrito, aldiminuire degli stessi, per ben quat-tro volte, continuò a citare a tutta voce,il nome di Fanfani, alzando ancor piùil tono di disapprovazione di tutta la

piazza. Al che il buon Bino Raugi, glisi avvicinò e con una “nascosta” go-mitata gli sussurrò di soprassedereperché altrimenti “avrebbero passato

tutta la notte in piazza”.

Episodio, questo, uno dei tanti, cherende piacevole la lettura del libro eche ci fa capire l’aria che tirava a Li-vorno a quei tempi.Enrico Dello Sbarba ha svolto il suomandato politico come un “autenticoservizio”, senza certo coltivare interes-

si personali, ma con il chiaro convin-cimento di privilegiare sempre l’interes-se del partito e della comunità che lososteneva con il consenso elettorale.Nonostante il suo lavoro professionaledi funzionario dell’Agip, oltre alla Se-

greteria provinciale, Enrico Dello Sbar-ba è stato consigliere comunale a Ro-signano Marittimo dal 1960 fino al1975, ricoprendo anche l’incarico di ca-pogruppo. Ha poi seguito sempre inprima linea le vicende della DC e hatenuto una fitta corrispondenza con ilsen. Giulio Andreotti (che ebbe l’onoredi presentare nella campagna referen-daria al Goldoni): molti passaggi conl’illustre personaggio sono riportati sul

suo libro. A dire il vero Enrico lo chiama “libricci-no” ma lo fa per quel senso di pudore equella modestia che sempre lo hannocontraddistinto. In effetti, si legge tut-to d’un fiato e proprio per questo ha ilpregio di non stancare il lettore e diriproporre un autentico spaccato del-la vita dello scudocrociato scritto inmaniera genuina così come l’ha vis-suto l’autore.“La mia DC – Spezzoni di vita politica

e i rapporti con il Senatore Andreotti”  – questo il titolo del suo libro, stampa-to per i tipi della Editrice “Il Quadrifo-glio” – sarà presentato in prima asso-luta venerdì 10 ottobre, alle ore 21,nella sala Don Nardini di RosignanoMarittimo.

 Enrico Dello Sbarba

 La copertina del libro.

 Enrico Dello Sbarba in un volantino pubblicita-rio per le Elezioni comunali di Rosignano M.model 1960.

di Bruno Damari

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e-mail: [email protected] 18  Cultura

“Capire che cosa siamo stati capaci diessere per capire che cosa siamo capacidi diventare”.Ecco il perché di una rilet-tura della storia e della vita di un gran-de statista proposta da Giuseppe San-giorgi in “De Gasperi uno studio” (Ed.Rubbettino). Il sottotitolo, “La politica,la fede, gli affetti familiari”, ci indica il

 percor-

so del-l’auto-re per ridarcimemo-ria diu n astraor-dinariaavven-t u r aumana

che hasegna-to las t o r i adel no-

stro Paese.Ha presentato il libro Enrico Dello Sbar-

 ba , direttore de “Il Centro” a cui va ilmerito dell’iniziativa,”per ricordare il 60°Anniversario della morte (agosto 1954)di Alcide De Gasperi. Egli ne ha ram-mentato l’imponente funerale: il grandeaddio dello Stato ,ma anche della De-

mocrazia cristiana al suo leader .Era il saluto di “un Paese che lo piange-va come padre della Patria”, ha aggiun-to il presidente della Provincia Giorgio

Kutufà, che si è soffermato sui grandimeriti di uno statista che ha sollevatol’Italia dalle rovine della Seconda guer-ra mondiale e del fascismo, “un vero ri-formista” che ha lasciato un mondo mi-gliore di come l’ha trovato, un uomo difede, ma laico nell’assunzione delle pro-

 prie responsabili tà politiche (difese loStato dalle pressioni della Curia romana

 perché spostasse più a destra la sua po-litica). E poi, il suo europeismo. Che lo

 portò a lavorare incessantemente per rea-

lizzare il sogno di una Europa federale.“La visione che aveva della politica erainternazionale”, ha spiegato l’avv. An-gelo Mancusi , moderatore dell’incon-tro, soffermandosi poi sulla lezione digrande laicità che De Gasperi seppe of-frire. La sua concezione della democra-zia come “metodo democratico” era per lui un valore essenziale.Vi vedeva il di-ritto di ciascun cittadino di pensarla allasua maniera e di realizzare se stesso inconseguenza. “La fede era qualcosa di

 personale”, ha aggiunto Mancusi e “ilvalore della laicità derivava da una forteadesione alla fede cristiana”.Per Francesco Butini (Ist. Studi PoliticiR.Branzi -Firenze), De Gasperi è il pro-dotto di un’esperienza culturale e politi-ca: egli ha potuto fare quello che ha fat-to anche grazie alla Dc.In quanto al libro, pieno di nomi e di ri-cordi, “ci restituisce la vita dello stati-sta nella sua completezza”. E ci si rendeconto di quanto in essa siano presenti“contemporaneità spaventose”. Butini

ne elenca alcune: Quello che diceva del-l’Europa è quanto di più moderno oggisi possa dire; moderna la sua concezio-ne delle istituzioni, della laicità della

 poli tica, del metodo democratico.In quanto all’unità dei cattolici, ha pre-cisato Butini,” s’intende la proiezioneorganizzativa di una unità di contenutie di proposte concrete sui temi della vitacivile del Paese”. Finché questa c’é sta-ta, ha alimentata la Dc; quando è venutameno, è venuto meno anche il partitoche ne era l’espressione formale.Per Gianluca Della Maggiore (Ist. Isto-reco) De Gasperi è “l’uomo dell’equili-

 brio” : tra dimensione familiare , fede re-

ligiosa e politica. Con un breve excur-sus in area labronica, Della Maggiore haricordato la nascita della Dc livornesenel 1944 e la collisione della due animeche la componevano (quella dossettia-na e quella degasperiana). L’obiettivo di De Gasperi era di realiz-zare la democrazia possibile nelle con-dizioni dell’epoca, quello di Dossetti direalizzare una democrazia integrale, mar-catamente sociale-cristiana, “nonostan-te” le condizioni dell’epoca. Gli interven-ti dei relatori, condotti sul filo di unamemoria ricca di straordinari contenuti,hanno sollevato un interrogativo da par-te dell’autore : “Come si spiega, con unsimile passato, l’incredibile marginalitàdei cattolici oggi?”.Occorre decidere, ha osservato Sangior-gi, “se essere solo cattolici che fanno

 politica o essere cattolici che fanno una poli tica cristiana”. Può essere che “l’abbandono delle mo-tivazioni della presenza dei cattolici”spieghi la loro decadenza. Una cosa è

certa: senza la loro presenza difficilmen-te questo Paese restituirà consistenza aun sentimento alto e nobile della politi-ca, quale fu quello che nutrì De Gasperi.

PRESENTATO IL LIBRO DI GIUSEPPE SANGIORGI

 De Gasperi, uno studiodi Marisa Speranza

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 La copertina del libro di Sangiorgi

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  7 Cultura 19 

di Paolo Arzilli

Vi è un corto circuito nel sistema di ves-sazione e autorità della criminalità orga-nizzata, una sorta di questione irrisoltanella mente dei mafiosi per la quale chi sivuol zittire viene, d’inverso e immediata-

mente, messo in risalto.E’ il caso, ad esempio, dei morti eccellenti:dei Don Pino Puglisi, dei Peppino Impa-stato, dei Pippo Fava, dei Beppe Alfano,di tutti quei personaggi insomma che lamafia ha voluto render silenziosi, e che hainvece reso martiri ed eroi. Meglio anco-ra: ha creato emuli, seguaci, giovani vo-lenterosi di ripetere le gesta degli assas-sinati, e serve poco per capire che, dav-vero, il fine ultimo e criminale viene nellarealtà rovesciato dal riscontro pubblico

del delitto.Paolo non è Puglisi e non è Impastato, èun giornalista, uno dei tanti giornalisti chesi occupano di mafia nel 2014, quindi inun’epoca nella quale la mafia non è piùcosa taciuta, o sulla quale informarsi ècosa ardua; è un altro di quelli che la ma-fia metterebbe volentieri a tacere, e che,

 proprio la mafia, è riuscita a spedire sulle pagine di ogni quotidiano nazionale nelgiro di pochi mesi.Prima vittima di minacce, poi di un pestag-gio, poi di un incendio al portone di casa,Paolo Borrometi, collaboratore AGI e di-rettore della webzine siciliana La Spia, dàl’impressione di una persona che sa fareil proprio lavoro e che non ha nessunaintenzione di gettare la spugna: davanti

ad un caffè fuori da Palazzo Chigi, è luistesso a dirci che “non ho mai pensato difare un passo indietro, c’è un punto di nonritorno per chi scrive di mafia e quel punto

Paolo Borrometi non ha nessunaintenzione di gettare la spugna

 Nonostante le ripetute minacce da parte della mafia per la sua attività di giornalista

si presenta quando iniziano a farti intimi-dazioni per convincerti a non scrivere più:da quel momento non puoi più smettere,o la daresti vinta a quelli che hai scomo-dato”.Classe 1983, nato a Ragusa, da buon sici-liano Paolo sceglie accuratamente ogni

 parola; da giornalista abituato a leggere etrattare di mafia, ha preso l’abitudine dinon usare più parole di quante ne serva-no, e di optare sempre per concetti chiarie sintetici. Con ogni probabilità non amaessere intervistato, e certamente la sovra-esposizione causatagli dalle intimidazionisubite non lo mette a proprio agio. Colpi-sce la sua cordialità, ed in special modo lasincera gratitudine per gli uomini dellascorta che lo Stato gli ha assegnato e che,anche durante l’intervista, si appostano a

 pochi metri di distanza.

In un’inchiesta preparata per mesi e pub- blicata poi su La Spia, Paolo parla del co-mune di Scicli, 27000 abitanti a 30 minutida Ragusa, e delle famiglie mafiose chequa si spartiscono gli affari: fa i nomi e icognomi, riporta le intercettazioni ambien-tali e quelle telefoniche, cita fatti compro-vati, fa insomma il proprio lavoro e lo fa

 bene: qualcuno gli consiglia di lasciar per-dere, qualcuno suggerisce di occuparsi dialtro, qualcuno lo minaccia. Lui non la-scia perdere, continua ad occuparsi di

quello che meglio conosce, e senza alcuntentennamento spiega che, se potesse tor-nare indietro, rifarebbe esattamente quel-lo che ha fatto.In tutto questo, Paolo sorride, e la sua

 positività è facilmente contagiosa: “per raccontare di mafia, quindi per cercaredi fare qualcosa per cambiare la situa- zione, non puoi non credere che un cam-biamento sia davvero possibile”, ci spie-ga, tratteggiando l’ottimismo come unicaalternativa; e ancora sorride, questa voltacon una pacca sulle spalle, quando dice

che bisogna tener botta, che continuaread informarsi è l’unica via - qualcuno par-lava di “esercito di insegnanti”, per scon-figgere la mafia -, e davvero lascia la sen-sazione di avere incontrato un buon mae-stro, e una buona persona. La testata webzine de La Spia cui Paolo Borrometi è direttore

 Paolo Borrometi

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it  21 Cultura

Harborea, sempre più grandeIn programma a Villa Mimbelli dal 10 al 12 ottobre la 4ª edizione della mostra mercato delle piante, dei fiori e del vivaismo

Il sogno di molti di noi livornesi è quel-lo di vedere restaurata un poco alla vol-ta la nostra eredità storica e culturale,quel lascito di palazzi, ville , chiese emonumenti, espressione di epoche eculture diverse che hanno fatto cosìbella questa città in passato. Quandole istituzioni non sono in grado di so-stenere gli oneri di ristrutturazioni im-portanti ecco che devono entrare in gio-co le coscienze dei cittadini. Gli atti dimecenatismo del periodo rinascimenta-le sono oggi auspicati ed incentivati gra-zie alla neo legge Artbonus redatta dalministro alla Cultura Dario Franceschinima in piccolo può entrare in gioco, in unruolo non secondario, tutto il mondo del-l’associazionismo e del volontariato.E’ il caso del Garden Club di Livornoche incentrato sui valori di una colla-borazione tra persone con l’interesse

comune per la cura del mondo vegeta-le per se e nei contesti di giardini sto-rici, ha inventato la manifestazione Har-borea per raggiungere lo scopo di re-

cuperare il parco ed il teatrino dell’ot-tocentesca villa Mimbelli.

Ecco che il 10, 11, 12 ottobre prossi-mo, riapriranno i cancelli del parco, per la quarta edizione della mostra merca-to delle piante dei fiori e del vivaismo,

di Silvia Menicagli

 L'area espositiva di Villa Mimbelli e sullo sfondo la struttura del piccolo teatro che il Garden Clubdi Livorno vuol recuperare e ridare vita con l'incasso della vendita dei biglietti.

sperando di raggiungere con l’incas-so dato dalla vendita dei biglietti d’in-

gresso di quest’anno, la quota di50.000 euro (1/3 è già stato accanto-nato con le scorse tre edizioni) neces-saria per dare l’avvio alla ristruttura-zione del piccolo teatro. Un graziedeve essere rivolto anche al Comunedi Livorno che ci ha sostenuto ed af-fiancato nella realizzazione e che ciha dato nuovamente fiducia anche conquesta nuova amministrazione.Il programma espositivo è molto riccodi espositori, anche di nuove propo-ste, che nelle scorse edizioni non era-no presenti, sintomo di una popolaritàche la manifestazione livornese staavendo nel circuito delle esposizionidi florovivaismo.Il Caffè Letterario al centro dell’area dimostra, proporrà ospiti ed autori chetratteranno di temi attuali di agricoltu-ra familiare, come espresso dalla di-rettiva dell’ONU in risoluzione per l’an-no 2014, oltre che di storia, botanicae scienze. Degustazioni e una riccaofferta musicale renderanno il trascor-

rere delle tre giornate di Harborea unoccasione per perdersi in un eden lon-tano dai problemi quotidiani, contri-buendo con piacere al raggiungimen-to di un obiettivo comune, ridare vitaal teatrino di villa Mimbelli.

Ultimi due mesi per la raccolta di firme a sostegno de I luoghi del cuore 2014 del FAI(Fondo Ambiente Italiano) che vede quest’anno le Acque della Salute, meglio conosciutedai livornesi come Terme del Corallo, quale luogo da recuperare e riportare al passatosplendore. C’ è tempo fino 30 novembre infatti per sostenere la candidatura delle Termenel censimento nazionale dei Luoghi del cuore e per poter di conseguenza accedere (incaso di piazzamento tra i primi tre posti) ai finanziamenti di Banca Intesa San Paolo.Il Comune di Livorno , nel sostenere l’iniziativa che trova un forte interesse, e da parte deicittadini e da associazioni labroniche, ha deciso pertanto di collaborare alla raccolta dellefirme , diffondendo la relativa modulistica nelle sedi comunali. Non solo, sarà data ampiadiffusione della raccolta firme anche nelle prossime iniziative pubbliche promosse dalComune.Già in occasione di Harborea, in programma per il 10,11 e 12 ottobre nel parcoVilla Mimbelli, nel gazebo riservato al Comune di Livorno si potranno ricevere tutte leinformazioni su come votare e così pure nei vari appuntamenti in calendario per la setti-mana della cultura dal 9 al 19 ottobre.Si ricorda che da pochi giorni sono iniziati i lavori alla Chiesa degli Olandesi per il

risanamento igienico e restauro strutturale dell’immobile. Il Tempio della Congregazio-ne Olandese-Alemanna potrà essere recuperato grazie all’interesse che la città ha dimo-strato verso l’importante monumento . Il FAI-delegazione di Livorno -con l’edizione 2012de I Luoghi del cuore- raccolse infatti oltre 24 mila segnalazioni ottenendo il contributodi 25 mila euro da Banca Intesa San Paolo. Il Comune di Livorno, da parte sua, si è fattocoordinatore fin dall’inizio dell’operazione di recupero del bene, collaborando anche inquesto caso alla raccolta delle firme e destinando la somma di 80 mila euro per i lavori.

Terme del Corallo: ultimidue mesi per la raccolta firme

A sostegno de I luoghi del cuore 2014 del FAI 

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e-mail: [email protected] 22  Cultura

 Affascinanti visioni tra i 3 e i 25 metri di profondità dello splendido Golfo

Così in mare come in terra:le bellezze e i misteri di Baratti

di Jacopo Bertocchi

La Val di Cornia è conosciuta aimolti per la sua storia millenaria,dalla preistoria al Medioevo, altri ri-cordano i paesaggi e le campagne,

i vigneti e i borghi storici, pochi visi-tano la parte sommersa dal maredel golfo di Baratti, uno tra i più im-portanti centri commerciali del mon-do antico.Solo gli appassionati di subacqueahanno l’opportunità di “toccare ilfondo” e conoscere le profondità ei segreti che rendono unico questotratto di mare. Il golfo formato da unsottile arco di rena che giace ai piedidel bosco, abbraccia un fondo ma-

rino ricco di tesori: reperti archeo-logici e relitti fanno da cornice a unfondale roccioso poco profondo,luogo ideale per la sopravvivenzae la riproduzione di decine di spe-cie marine.La profondità ridotta non fa di cer-to pensare a un ecosistema affa-scinante ma questo è un mito chedobbiamo sfatare. Senza trattareargomenti da esperti come le tecni-che d’immersione o le attrezzature

da utilizzare, ci basti pensare chele immersioni ricreative raggiungo-no, in media, i 30 metri di profondi-tà e che esistono le Muck divers,immersioni a bassa profondità inambienti sabbiosi o fangosi ricchi dipiccoli organismi che sono una vera

e propria Eldorado per esploratorie biologi marini.Per il subacqueo sportivo invece, go-dersi “il bello” del mare significa sa-per individuare con chiarezza le ca-ratteristiche del popolo marino e diogni esemplare visibile durante l’im-mersione, a prescindere dalla quota.

 A pochi minuti di navigazione dalporto di Baratti, tra i 3 e i 25 metridi profondità, adagiati e pigri sullepareti di roccia, i nudibranco attira-no subito l’attenzione dei visitatori.Sono Gasteropodi, più precisa-mente Opistobranchi, semplice-mente molluschi privi di conchigliacon antenati vecchi di 300 milioni

di anni.Vivono in tutti i mari ma il Tirrenone ospita molte specie, possono ar-rivare a 70 cm di lunghezza (comela lepre di mare) e grazie alla lorocapacità mimetica, sono capaci di

sviluppare forme e livree incredi-bilmente enigmatiche. Si nutrono diorganismi poco mobili e sono in gra-do di conservare intatte le capaci-tà difensive delle loro prede, tra-

sformandosi in veri e propri segnalidi pericolo per i predatori.Nelle acque di Baratti ne sono sta-te avvistate e fotografate una de-cina di varietà; molte specie vivo-no in simbiosi con le spugne, ed èper questo che si possono trovareal punto immersione “la strada”così come “al dito” o alle “secchedelle gorgonie”. Il miglior periodoper l’avvistamento di molte specieè la fine della primavera e una cu-

riosità legata al sole riguarda lacapacità dei nudibranchi di sfrut-tare direttamente l’energia della fo-tosintesi (gli zuccheri) attraverso iresidui delle alghe che brucano,un’altra caratte

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