il can ie e m icale - conservatorio niccolò paganini

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nel paese della musica Questo numero del “Cantiere” arriva alla conclusione di un anno molto denso di avvenimenti per il Conservatorio e alla vi- gilia di un nuovo anno accademico che si preannuncia, per ragioni diverse, altret- tanto ricco di appuntamenti. Il “Paganini” ha festeggiato con tante ini- ziative i suoi 50 anni di statizzazione. Nel- le pagine seguenti si propongono immagini e cronache del concerto cele- brativo del 13 luglio, dei Concerti dedicati a Beethoven e ospitati al Teatro Sociale di Camogli, della recentissima realizzazione di due operine (“L’attesa” e “Il telefono”) al Chiabrera di Savona e nel foyer del Car- lo Felice. E, infine, si ricorda l’uscita del terzo numero della nostra rivista “Il Paga- nini” interamente dedicato alla storia del- l’Istituto. Un anno faticoso, ma che ha regalato emozioni e soddisfazioni: vale la pena ri- cordare che il “Paganini” ha avuto due vincitori e due finalisti nella edizione 2017 del “Premio delle Arti”: e non va neppure dimenticato che nei mesi scorsi (se ne è già parlato in un precedente nu- mero di questo foglio) si è preso possesso della nuova sede aggiuntiva, Palazzo Se- narega, da ottobre abitato anche dall’Ac- cademia Ligustica di Belle Arti. Il 2018 si prospetta particolarmente im- portante non tanto per l’attività artistica (che proseguirà sia pure in misura più ri- dotta rispetto agli ultimi mesi) quanto per aspetti didattici e organizzativi. Sono infatti in arrivo da Roma alcuni De- creti che imporranno cambianti probabil- mente non lievi. Dopo anni di immobilismo denunciato con forza ma inutilmente dalla Conferenza dei Direttori (si legga a pag. 3 l’intervista al Presidente della Conferenza, Antonio Li- gios) il Ministero sembra voler accelerare la definizione di alcuni aspetti che atten- dono una regolarizzazione dal lontano 1999 quando la legge 508 di Riforma ha totalmente modificato la natura dei Con- servatori. >>> SEGUE A PAGINA 3 Rivista del Conservatorio Niccolò Paganini Autorizzazione Tribunale di Genova n. 10/2006 del 21 aprile 2006 Genova - Anno III, n. 2 (nuova serie) DICEMBRE 2017 il Cantiere Musicale ISSN 1972-3865 è stato un triplo colpo di grancassa (incarico affidato al presidente della Consulta degli studenti, Michele Carraro) ad aprire ufficialmente il nuovo anno accademico, venerdì 1° dicembre scorso. Vuole la tradizione che la cerimonia inaugurale sia una festa di musica e di parole, per fare il punto su quanto avvenuto e per proiettarci in un futuro non sempre chiaro e facilmente interpretabile. Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata anche se il rischio neve (qualche fioc- co nel pomeriggio e l’allerta annunciata fino a tarda notte) ha tenuto lontano parte del pubblico e obbligato i docenti che abitano fuori Genova a disertare l’incontro. Per la parte musicale ci si è affidati ai quattro studenti che nei mesi scorsi hanno vinto o sono entrati nelle finali del Premio delle Arti, il prestigioso riconoscimento che il Mi- nistero riserva agli allievi del settore AFAM. In apertura, quindi, il pubblico ha ascoltato l’organista Tomas Gavazzi (allievo del prof. Matteo Messori), finalista nella sua disci- plina: la Toccata BWV 540 di Johann Sebastian Bach ha ottenuto un lungo applauso, così come calorose accoglienze sono state riservate ai successivi interventi musicali. >>> SEGUE A PAGINA 2 Una bella festa tra mUsica e parole

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Page 1: il Can ie e M icale - Conservatorio Niccolò Paganini

nel paesedella musica

Questo numero del “Cantiere” arriva allaconclusione di un anno molto denso diavvenimenti per il Conservatorio e alla vi-gilia di un nuovo anno accademico che sipreannuncia, per ragioni diverse, altret-tanto ricco di appuntamenti.Il “Paganini” ha festeggiato con tante ini-ziative i suoi 50 anni di statizzazione. Nel-le pagine seguenti si propongonoimmagini e cronache del concerto cele-brativo del 13 luglio, dei Concerti dedicatia Beethoven e ospitati al Teatro Sociale diCamogli, della recentissima realizzazionedi due operine (“L’attesa” e “Il telefono”)al Chiabrera di Savona e nel foyer del Car-lo Felice. E, infine, si ricorda l’uscita delterzo numero della nostra rivista “Il Paga-nini” interamente dedicato alla storia del-l’Istituto.Un anno faticoso, ma che ha regalatoemozioni e soddisfazioni: vale la pena ri-cordare che il “Paganini” ha avuto duevincitori e due finalisti nella edizione2017 del “Premio delle Arti”: e non vaneppure dimenticato che nei mesi scorsi(se ne è già parlato in un precedente nu-mero di questo foglio) si è preso possessodella nuova sede aggiuntiva, Palazzo Se-narega, da ottobre abitato anche dall’Ac-cademia Ligustica di Belle Arti.Il 2018 si prospetta particolarmente im-portante non tanto per l’attività artistica(che proseguirà sia pure in misura più ri-dotta rispetto agli ultimi mesi) quanto peraspetti didattici e organizzativi.Sono infatti in arrivo da Roma alcuni De-creti che imporranno cambianti probabil-mente non lievi. Dopo anni di immobilismo denunciatocon forza ma inutilmente dalla Conferenzadei Direttori (si legga a pag. 3 l’intervistaal Presidente della Conferenza, Antonio Li-gios) il Ministero sembra voler accelerarela definizione di alcuni aspetti che atten-dono una regolarizzazione dal lontano1999 quando la legge 508 di Riforma hatotalmente modificato la natura dei Con-servatori.

>>> SEGUE A PAGINA 3

Rivista del Conservatorio Niccolò PaganiniAutorizzazione Tribunale di Genova n. 10/2006 del 21 aprile 2006

Genova - Anno III, n. 2 (nuova serie)DICEMBRE 2017

il Cantiere Musicale

ISSN 1972-3865

è stato un triplo colpo di grancassa (incarico affidato al presidente della Consulta deglistudenti, Michele Carraro) ad aprire ufficialmente il nuovo anno accademico, venerdì1° dicembre scorso. Vuole la tradizione che la cerimonia inaugurale sia una festa dimusica e di parole, per fare il punto su quanto avvenuto e per proiettarci in un futuronon sempre chiaro e facilmente interpretabile.Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata anche se il rischio neve (qualche fioc-co nel pomeriggio e l’allerta annunciata fino a tarda notte) ha tenuto lontano partedel pubblico e obbligato i docenti che abitano fuori Genova a disertare l’incontro.Per la parte musicale ci si è affidati ai quattro studenti che nei mesi scorsi hanno vintoo sono entrati nelle finali del Premio delle Arti, il prestigioso riconoscimento che il Mi-nistero riserva agli allievi del settore AFAM. In apertura, quindi, il pubblico ha ascoltatol’organista Tomas Gavazzi (allievo del prof. Matteo Messori), finalista nella sua disci-plina: la Toccata BWV 540 di Johann Sebastian Bach ha ottenuto un lungo applauso,così come calorose accoglienze sono state riservate ai successivi interventi musicali.

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Una bella festatra mUsica e parole

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2 | il cantiere musicale • dicembre 2017

notizie

Era il 1977 quando ricevetti l’invito daparte di Edward Neill (musicologo,profondo conoscitore di Paganini,nonché appassionato bruckneriano eassiduo ricercatore nel campo dellamusica popolare) di partecipare a unprogramma di Radio 3, “Discoclub”dedicato alla presentazione di dischi.L’idea era quella di alternare alla con-duzione tre voci diverse: oltre a Neille al sottoscritto, avrebbe partecipatoClaudio Tempo.Iniziò così un periodo di stimolanti fre-quentazioni: ci si vedeva in via San Lu-ca nel tenebroso studio di Neill,affollato di dischi, di libri, di partituredi ogni genere. Davanti a un bicchierino, ci scambia-vamo i dischi e si conversava. Caratte-rialmente diversi, Neill e Tempo eranoperò accomunati dal piacere della po-lemica e della discussione. E per il sot-toscritto, allora giovane critico quasi

esordiente, quelle serate erano splen-dide occasioni per riflettere su variaspetti del mondo musicale del pas-sato e del presente.Neill è scomparso nel 2001, ClaudioTempo se ne è andato dieci anni fa enelle scorse settimane la GOG lo ha ri-cordato con una articolata manifesta-zione.Nato ad Alessandria nel 1937, ClaudioTempo aveva iniziato la sua carrieragiornalistica al “Corriere Mercantile”:si divideva fra il lavoro del capocroni-sta e quello del recensore musicale,professione svolta con una formazionesolida alle spalle (era un brillante pia-nista). Seguiva con interesse tutte leattività concertistiche, non solo quelledelle grandi Istituzioni, ma anche del-le associazioni più piccole che all’epo-ca erano numerose e fungevano dapreziosa palestra per giovani debut-tanti. I gusti di Tempo erano chiari e

dichiarati: il Novecento nelle sue tantesfaccettature, con particolare attenzio-ne alla contemporaneità. Era amicopersonale di compositori illustri comeBerio o Manzoni.Dopo la collaborazione per “Disco-club” le nostre conversazioni si dirada-rono sensibilmente. Capitava, di tantoin tanto, di scambiarci qualche opinio-ne durante l’intervallo di un concerto.Ricordo nel ’93 una discussione suuna “Turandot” diretta da Zoltan Pesko(bacchetta credo a lui particolarmente

gradita): una lettura in chiave nove-centesca che a me era piaciuta e a lui(sorprendentemente) no. Me nespiegò lucidamente e criticamente lemotivazioni, convincendomi che pro-babilmente aveva ragione lui.Nel frattempo era passato, ormai daanni, al “Secolo XIX” e io avevo presoil suo posto al “Mercantile”.Le sue critiche erano sempre punti-gliose, dilatate, costruite su una prosanon immediata, stimolante se purcomplessa. Non scendeva mai a com-promessi né nella forma dei suoi arti-coli, né nei contenuti. Realisticamentepessimista, era però pronto ad applau-dire qualsiasi iniziativa tesa a innovaree a stimolare l’ambiente culturale aduscire dalla sua cronica pigrizia. Una bella lezione etica, la sua, da ricor-dare accanto a quella di altre firme delmondo del giornalismo culturale ge-novese di quegli anni ormai lontani,da Carlo Marcello Rietmann a MauroManciotti a Tullio Cicciarelli.

r.i.

ricordo di claudio tempo

CONTINUA DA PAGINA 1 >>>

Jacopo Famà (classe della prof.ssa ElenaCecconi), primo premio nella sezione flau-to, ha offerto una brillante lettura della“Fantasie su Mignon” di Taffanel, accom-pagnato al pianoforte dal fratello Lorenzo.Il baritono Liangchen He (classe dellaprof.ssa Gloria Scalchi), finalista nella suacategoria, accompagnato al pianoforte dalvicedirettore Tiziana Canfori, ha regalatouna intensa interpretazione di “Oh Carloascolta… io morrò” dal “Don Carlos” diVerdi. Infine, il violinista Oleksandr Pushka-renko, primo premio, ha entusiasmato ilpubblico con due Capricci di Paganini (il n.9 e il n.24). è stato il presidente dell’Istitu-to, prof. Giuseppe Pericu, a rivolgere unbreve discorso di benvenuto ricordando larecente “occupazione” di Palazzo Senare-ga in coabitazione con l’Accademia Ligu-stica e soffermandosi rapidamente su quelche attende il settore AFAM in un prossi-mo futuro, fra decreti annunciati e emen-damenti messi e poi tolti dalla legge distabilità. Il Rettore dell’Università, prof. Paolo Co-manducci, ha sottolineato l’importanzadella stretta collaborazione esistente or-mai fra l’Ateneo genovese e il “Paganini”.

Il direttore Roberto Iovino ha ricordato iprincipali appuntamenti che hanno caden-zato l’anno accademico trascorso per lecelebrazioni per il cinquantesimo anniver-sario della statizzazione. Ha sottolineato lanecessità di avere ulteriori spazi in Albaro(Palazzo Senarega, ha detto, è una sedeprestigiosa nel centro storico, ma non ri-solve tutti i problemi dell’Istituto), si è ri-volto al Rettore auspicando il trasferimentidi Ingegneria agli Erzelli (soluzione che po-trebbe liberare spazi a breve distanza da

Villa Bombrini). Ha denunciato la difficoltàin cui si muovono i Conservatori in attesadi decreti vitali come quelli relativi allamessa a ordinamento dei bienni o alla co-stituzione dei propedeutici. La cerimoniasi è conclusa con la consegna degli atte-stati (da parte del presidente e dell’on.Mara Carocci) ai diplomati (vecchio ordi-namento, triennio e biennio) nell’ultimoanno. Poi tutti in Biblioteca a gustare fo-caccia, torte salate e torte dolci con qual-che bicchiere di vino bianco.

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| 3il cantiere musicale • dicembre 2017

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Nella Legge Finanziaria (ed è curioso che si usi questostrumento legislativo per intervenire in materie cosìdelicate che richiederebbero provvedimenti ponde-rati, dibattuti e ad hoc) è contenuto un emendamentofinalizzato alla statizzazione degli Istituti Pareggiati(in diciotto rischiano la chiusura), mentre è vergo-gnosamente saltato quello che riguardava la messain ruolo dei tanti precari che da anni attendono inva-no di regolarizzare la loro posizione.Pare ormai in dirittura di arrivo il decreto per la messaa ordinamento dei Bienni. Arriva con almeno 4 annidi ritardo rispetto alla Legge 228/2012 che aveva fis-sato in non più di 12 mesi dall’uscita della legge stes-sa la conclusione dell’iter sperimentale. Il “Paganini”,nel gennaio 2015 con propria delibera del ConsiglioAccademico aveva informato il Ministero di volersiadeguare al dettato di quella legge, chiudendo la fa-se sperimentale. Da Roma era arrivata una telefonatadi protesta, ma mai nulla di scritto! Ora sembra chesi vadano a normalizzare i corsi accademici. Nel De-creto c’è tuttavia un punto che avrà non poche conse-guenze. Si parla infatti della costituzione di Comitatidi Coordinamento Territoriale che avranno il compito

di armonizzare l’offerta formativa sul territorio. Comesaranno formati? Quali compiti effettivi avranno? Chili gestirà? Pare pronto anche un altro Decreto, quello di istitu-zione dei corsi propedeutici, preparatori, dunque, aicorsi accademici di primo livello (Trienni). La istituzione di questa fascia dimostra che il Ministe-ro ha preso atto della insufficienza dei licei musicalia fungere da serbatoio per i Conservatori. Non si di-scute sulla qualità di alcuni licei, ma sulla loro quan-tità e sulla loro distribuzione nel territorio. Bastaricordare che in Liguria ci sono due Licei (a Genova eLa Spezia: niente a Imperia e Savona) contro i 23 inCampania, i 16 in Lombardia, i 12 nel Lazio, gli 8 inCalabria.I propedeutici (di durata forse triennale) dovrebberoprendere il posto dei preaccademici che i Conserva-tori hanno istituito in autonomia (nel rispetto dellaLegge 508) per assicurare in via transitoria la forma-zione iniziale dei futuri musicisti. Questa fase transitoria per qualcuno è finita, per altrino. Personalmente ritengo che laddove si dovesse ri-nunciare ai preaccademici (o a soluzioni formativeanaloghe) ci troveremmo in estrema difficoltà perchénon avremmo più un serbatoio sufficiente e soprat-

tutto si rischierebbe l’estinzione di alcuni strumenti.In Liguria ci sono 36 scuole medie di primo grado aindirizzo musicale: a parte una distribuzione irrego-lare sul territorio (15 fra Genova e Provincia, 2 solenell’estremo ponente) mancano alcuni dei 14 stru-menti previsti per l’insegnamento in quella fasciascolare: non ci sono classi di arpa, corno, fagotto,oboe.Bisognerà dunque rivolgersi alle scuole private pergarantire un serbatoio e ad esempio la continuitàdelle attività di musica d’insieme e d’orchestra?Non ho nulla contro i privati ma credo che il doveredello Stato sia garantire innanzitutto una formazio-ne “pubblica”.E dunque il Conservatorio cercherà in tutti i modidi trovare soluzioni in linea con la legge, natural-mente, ma tese ad assicurare anche la formazionedei musicisti ai primi anni.Una scommessa da vincere se si vuole garantire unfuturo alla musica in un Paese come l’Italia che,ogni tanto sarebbe bene ricordarlo, registra ognianno ingenti arrivi di studenti stranieri interessatia studiare nei nostri Conservatori. Per loro, l’Italiaresta il Paese della musica.

r.i.

notizie

- Nelle scorse settimane sono corse voci preoccupanti sugliemendamenti che erano stati inseriti nella Legge finanzia-ria e che parevano essere svaniti. Si parlava di statizzazio-ne, di messa in ruolo dei precari, di riordino del settore…

“Del DDL Martini la Commissione Bilancio del senato ha mante-nuto il punto relativo alla statizzazione degli Istituti Pareggiati.Non c’è traccia né della messa in ruolo dei precari, né del riordi-no del settore. Ma del riordino si parlerà sicuramente molto pre-sto. Si ipotizzava una prima fase in cui dovrebbero nascere Poliesclusivamente musicali ai quali tutti gli Istituti musicali dovrannoaderire su base regionale o interregionale. Poi, dopo tre anni, sipotrà confluire in strutture più grandi, i Politecnici, fondendosianche con altre Istituzioni dell’AFAM. In linea di principio miglio-rare la distribuzione dell’offerta formativa del sistema su baseterritoriale può essere positivo. L’importante è che non si rivelipoi solo un espediente per risparmiare”.

- Cosa ci aspetta, dunque, nel 2018?

“Mi pare che finalmente si voglia dare una accelerazione al set-tore. Abbiamo visto la bozza per la messa a ordinamento deibienni: dovrebbe passare in tempi brevi perché c’è un accordofra le parti. E subito dopo dovrebbe uscire il decreto sui pro-pedeutici che è stato previsto dal DL60. Ma il problema pertutti noi sarà, quando passerà il discorso sul riordino, ripensareai rapporti fra le Istituzioni”.

- Da ottobre, nella Sua veste di Presidente della Conferen-za, frequenta con assiduità il Ministero. Che idea si è fattadel Palazzo?

“La prima impressione è di estrema lentezza: un atteggiamentoche nasconde una scarsa conoscenza del nostro settore. L’abo-lizione della direzione generale del nostro sistema ha creato in-discutibili problemi. E poi si avverte la grande difficoltà neldover affrontare nodi che sono irrisolti da troppo tempo”.

- Un aspetto che mi pare interessante riguarda il rapportofra licei e Conservatori. L’introduzione dei propedeutici co-me fascia preparatoria al triennio è una implicita ammis-sione del fallimento dei Licei come struttura preposta apreparare gli studenti per l’Alta formazione. Certamenteci sono Licei eccellenti, ma non possono essere il nostroserbatoio anche per una questione numerica…

“I licei a indirizzo musicale sono 140 e mal distribuiti. I Conser-vatori debbono continuare a svolgere il proprio ruolo nel set-tore preaccademico, su questo non ci sono dubbi. Tuttavia sipossono e si debbono creare sinergie nei singoli territori: coni licei, con le scuole medie musicali, con istituti privati, con lebande. Occorre fare rete, fermo restando il mantenimento del ruolodel Conservatorio anche nella fascia propedeutica a quella ac-cademica”.

Roberto Iovino

intervista al presidente della conferenza dei Direttori

Antonio Ligios: i Conservatori e la riforma

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Yesenia Vicentini

Forse la parola “operina”, che pur siadatta bene a due spettacoli di circamezz’ora ciascuno, è in realtà ridutti-

va per “L’attesa” di Mikael Tariverdiev e“Il telefono” di Gian Carlo Menotti. Inrealtà sono lavori complessi da interpreta-re e da mettere in scena, soprattutto sead affrontarle è un Conservatorio, struttu-ra didattica per cui la produzione è unaprospettiva di lavoro, ma non la principa-le. Conscio delle difficoltà e consapevoleche le sinergie sono sempre un terreno dicrescita, il Conservatorio Paganini ha tro-vato, in questa operazione, due partnerche della produzione musicale sono inve-ce protagonisti: il Teatro dell’Opera Gio-cosa di Savona e il Teatro Carlo Felice diGenova. Le due opere, unite in un solospettacolo, sono così andate in scena alTeatro Chiabrera in forma scenica, con unallestimento completo, costumi, luci epersino sovratitoli, il 23 novembre; poi so-no state replicate, con scena ridotta, nelfoyer del Carlo Felice, il 25 e 26 novembrecome apertura della rassegna “Domenicain musica”. Per “L’attesa”, un lavoro del 1984 natodalle suggestioni di un poema di RobertRozhdestvensky, si trattava anche di unaprima rappresentazione italiana, che dob-biamo alla passione e alla tenacia della re-

gista Mariya Chamkina, capace di convin-cere il Conservatorio della validità di un’o-pera apparentemente “difficile”: un solopersonaggio in scena, accompagnato dalpianoforte, una trama esile, un testo inrusso… Invece l’operazione è stato unsuccesso pieno, che ha coinvolto il pub-blico sia nella versione scenica più sontuo-sa, con effetti di luce elaborati, con laneve e un grande orologio sul fondo ascandire i pensieri della protagonista, sianella versione “da concerto”, dove la sce-na era minima e le luci fisse. Merito certa-mente dei due splendidi interpreti, ilsoprano Mirella Di Vita, che ha saputotendere il filo dell’emozione in modo effi-cace, coinvolgendo il pubblico nel testorusso e nella difficile tessitura vocale delbrano con naturalezza, e il pianista DarioBonuccelli, unico sostegno della voce inscena, ma capace di sviluppare una ric-chissima tavolozza di colori musicali.Un lavoro sobrio e intenso, basato su unostato d’animo più che su una storia: laprotagonista arriva al luogo di un appun-tamento, ma “lui” si farà attendere, sca-tenando in lei una serie irrisolta diconsiderazioni sulla vita, sull’essere don-na, sul peso dell’età, sulla solitudine. Ladovremo lasciare lì, questa “lei”, davantiall’orologio, ma in realtà la porteremo an-

che a casa con noi, nelle nostre emozionie nelle nostre domande più profonde. è fonte di soddisfazione vedere che un la-voro nato per una tesi di Diploma accade-mico (che già qualche anno fa avevacoinvolto con la regista i due interpreti)riesce a trovare nuove energie e a raffinar-si fino a diventare una vera chicca per unpubblico più allargato. In questa matura-zione ha trovato il suo spazio anche la col-laborazione con la costumista ElisaNavacchi, che ha contribuito allo spetta-colo con costumi sobri quanto efficaci.Di tutt’altro tenore “Il Telefono”, felice ac-costamento sul tema dell’attesa, ma tuttogiocato su toni leggeri e ironici. Qui è“lui”, cioè il povero Ben, che soffre perché

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1) la regista Lorenza Codignola con Renata Scotto;

2) il baritono Liangchen He 3) il direttore Antonio Tappero Merlo

e i cantanti Valeria Saladino e Riccardo Montemezzi:

4) e 5) gli interpreti di “L’attesa”; 6) il baritono Alberto Bonifazio

e il soprano Giulia Filippi

Due operine fra savona e Genova1

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Yesenia Vicentini

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notizie

Ancora fresco di stampa, è uscito alcuni giorni fa il terzonumero del Quaderno dell’Istituto, “Il Paganini”. Intito-lato “La storia del conservatorio”, consiste, al contrariodei precedenti, in un numero monografico, che riper-corre il passato della scuola, ne analizza il presente edelinea possibili prospettive future. L’idea della tematicanon è casuale, ma deriva dal fatto che nel 2017 ricorreil Cinquantesimo anniversario della statizzazione delconservatorio, celebrato nei mesi scorsi con una riccaserie di eventi, e il cui logo, realizzato da una studen-tessa dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, EleonoraSqueri, è stato pubblicato in copertina. Firmati da do-centi, studenti e studiosi esterni che hanno offerto la lo-ro collaborazione, gli articoli proposti nel volume sonodivisi in diverse sezioni tematiche: a una breve introdu-zione con interventi del Presidente Giuseppe Pericu,dell’Assessore al Marketing Territoriale, alla Cultura e al-le Politiche per i Giovani Elisa Serafini, e del DirettoreRoberto Iovino, segue la sezione dedicata alle originidel Conservatorio, con scritti a cura di Cinzia Faldi e Ma-rina Garau Chessa (“Il contesto storico”), Gian Enrico Cor-

tese (“Gli antecedenti della Scuola Gratuita di Canto eStrumenti a Genova” e “La struttura didattica dell’Istitutodi Musica di Genova durante la direzione di Antonio Co-sta”), Salvatore Pintacuda (“Da Scuola Gratuita di Cantoa Conservatorio: la storia del “Paga-nini”, capitolo ripreso da una vec-chia pubblicazione del 1980) eFlavio Menardi Noguera e Mauri-zio Tarrini (“La Scuola gratuita dicanto poi Istituto di musica nella“Gazzetta di Genova”, 1829-1849). Si prosegue quindi con laseconda parte intitolata “Le ulti-me sedi”, in cui si parla del Palaz-zo della Meridiana (DavideViziano), delle ville in Albaro(Sara Rulli), e del recentissimonuovo “acquisto”: Palazzo Se-narega (Camilla Piccardo). Se-gue una trattazioneriguardante i “beni dell’Istituto”,

dagli strumenti (Tiziana Canfori), all’archivio storico(Maurizio Tarrini), al fondo “anonimi” risalente agli anni1770-1840 ca. (Carmela Bongiovanni). Dopo unasplendida galleria fotografica che offre preziose testi-monianze lungo un esteso arco temporale (dal 1901

al 2017), si procede con articoli riguar-danti la storia più recente, nella sezio-ne intitolata “Il Conservatorio neglianni Duemila”, cui hanno contribuitoAngelo Guaragna, Patrizia Conti e Clau-dio Proietti (“Le testimonianze degli ul-timi Direttori”), Anna Maria Bordin (“LaRicerca Artistica: appunti per un’agendaitaliana”), Caterina Picasso (“Verso l’ar-monizzazione del sistema musicale na-zionale: il caso genovese”), e RobertoIovino (“Il Conservatorio nel XXI secolo”).In conclusione alcune appendici schema-tiche a cura di Maurizio Tarrini.

Clarissa Leonardini

“Il Paganini” numero 3 - La storia dell’Istituto

Il frustrato Ben cerca invano di chiederela mano della sua amata Lucy. La ragazzapare disinteressata ed è continuamentedistratta dagli squilli del telefono. Ben do-vrà però partire presto e, in cammino ver-so la stazione, si fermerà in una cabinatelefonica per chiamare Lucy e finalmentefarle la proposta di matrimonio.E’ “Il Telefono”, detto anche “L’Amour àtrois”, l’operetta comica scritta dal contem-poraneo Gian Carlo Menotti che il Conser-vatorio Paganini ha messo in scena nelsavonese Teatro Chiabrera per replicarlopoi in forma di concerto nel Foyer del Car-lo Felice di Genova.Al Chiabrera, nelle due recite proposte (lamattina per le scuole, la sera per un pub-blico adulto) l’orchestra, diretta dal Mae-stro Antonio Tappero Merlo, ha potutosperimentare “l’effetto” buca, in cui lasuggestiva atmosfera buia e irreale, dà al-lo strumentista una particolare sensazio-ne di isolamento narcotizzante. Cantantie orchestra lavorano insieme, certo, manello stesso tempo sono calati in un con-testo differente che li porta naturalmentea vivere la rappresentazione con stati d’a-nimo completamente diversi. Sopra le teste di noi strumentisti, in un’al-tra dimensione che unisce i personaggial pubblico, il rumore del legno del palcocon tacchi che risuonano, oggetti scagliatia terra, un tonfo e un acuto infinito. Maecco che il direttore dà l’ultimo attacco,una frazione di secondo per togliere lasordina e inizia l’impetuoso crescendo,l’accelerando prende velocità, incalza ilritmo, portando al tremolo finale e scop-pia l’applauso.

Yesenia Vicentini

All’operanell’opera

desidera fare la sua proposta di matrimonioall’amata Lucy, ma deve aspettare tutta unaserie di telefonate che la distraggono e in-terrompono i timidi approcci del fidanzatocon l’urgenza degli squilli e di ripetuti, ar-gentini “hello, hello”. Questo lavoro ha vi-sto la brillante e sicura regia di LorenzaCodignola Bo, alla guida di cinque studen-ti della sua classe di Arte scenica, che si so-no avvicendati nelle diverse recite; per ilruolo di Lucy i soprani Giulia Filippi e Vale-ria Saladino; per il ruolo di Ben i baritoniAlberto Bonifazio, Liangchen He e Riccar-do Montemezzi. L’impegno corale delConservatorio era testimoniato anche dallapresenza dell’orchestra degli studenti, gui-data da Antonio Tappero Merlo, e dallapreparazione al pianoforte a cura di LuciaMichela Forgione. Ad arricchire ancora di più questa espe-

rienza, cinque illustri “prime parti” dell’or-chestra del Teatro Carlo Felice si sono al-ternate agli studenti alla guida delle file:Elisabetta Garetti (Spalla violini I), Pier Do-menico Sommati (Spalla violini II), Giusep-pe Ambrosini (Prima viola), FedericoRomano (Primo violoncello) e GianpaoloRota (Primo Corno).La collaborazione con due importanti Teatriha stimolato inoltre il confronto con figureprofessionali specifiche, che vanno dai Di-rettori artistici ai responsabili di Produzione,dagli Ispettori d’orchestra ai macchinisti, daitecnici luci ai direttori di scena, dagli “ad-detti musica” ai maghi dei sovratitoli… C’èstato da imparare ovunque e questo, oltreal successo degli spettacoli, è un secondogrande risultato.

Tiziana Canfori

Due operine fra savona e Genova

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Page 6: il Can ie e M icale - Conservatorio Niccolò Paganini

Yesenia Vicentini

6 | il cantiere musicale • dicembre 2017

lo scorso 13 luglio al teatro carlo felice

Come momento culminante delle celebrazioni per il cin-quantesimo anniversario della statizzazione del nostroIstituto (1967-2017), si è svolto lo scorso 13 luglio al Car-

lo Felice un concerto aperto alla città, organizzato con il con-tributo della Regione e di Fondazione CIF Formazione, e cheha visto come protagonisti i migliori allievi di ieri e di oggi riunitiin un orchestra creata ad hoc per l’occasione: l’Orchestra “Pa-ganini”. A condividere una serata densa di emozioni vi eranoquindi musicisti di diverse generazioni (si andava dai 14 annidel violinista più giovane ai 79 di ex allievo e ex docente vio-loncellista), molti dei quali professionisti affermati a livello na-zionale e internazionale. Tutti hanno accolto con entusiasmol’iniziativa, e in diversi casi sono tornati appositamente da cittàitaliane e straniere per prendervi parte. A fianco degli studentivi erano numerosi professori dell’Orchestra del Carlo Felice edi altre orchestre italiane e straniere, docenti del conservatorio,liberi professionisti e neodiplomati. Sul podio è salito il M° Mar-co Guidarini: anch’egli ex allievo (diplomato in violoncello) edex docente, vanta una carriera eccezionale come direttore d’or-chestra nei maggiori teatri di tutto il mondo, dal Metropolitandi New York alla Scala di Milano, dall’Opera di Sidney al TeatroBolshoi di Mosca, dalla Deutsche Oper di Berlino allo Staatso-per di Monaco, per citarne alcuni, e conta nel suo repertoriooltre settanta titoli operistici e più di duecento lavori sinfonici.Sotto la sua guida è stato proposto un programma di intramon-tabile bellezza ed indiscutibile richiamo: l’Ouverture dal “FlautoMagico” di Mozart, poi l’imponente Concerto per violino e or-chestra di Brahms op.77, tra i più ardui per difficoltà tecniche

e per il continuo confrontocon un’orchestra mai rele-gata a ruolo di mero ac-compagnamento, e perconcludere la Sinfonia n.7di Beethoven, da Wagnerdefinita “apoteosi delladanza”, in quanto caratte-rizzata in tutti i suoi tempidalla presenza di celluleritmiche ripetute ed elabo-rate con maestria. In qua-lità di violinista solista si èesibita la giovane MashaDiatchenko, diplomatasinel nostro conservatoriocon massimo dei voti, lodee menzione d’onore nel

2007, ad appena dodici anni, quando già era una solista affer-mata sulla scena nazionale e internazionale e aveva conquistatoprestigiosi premi e riconoscimenti. Nonostante il precocissimosuccesso, parallelamente all’attività concertistica Masha ha con-tinuato gli studi, ottendendo il Diploma del Corso di Perfezio-namento presso l’Accademia di Santa Cecilia, e attualmentestudia in Olanda e all’Accademia Chigiana di Siena. A rendereancora più unica la serata è stata la gentile concessione deldott. Stefano Arancio, collezionista ed ex studente del conser-vatorio, che ha prestato alla violinista lo Stradivari ex Bello Ma-rie Low del 1687. Il concerto, conclusosi nel migliore dei modicon applausi scroscianti in una sala gremita, costituisce in veritàl’approdo di un denso lavoro individuale e collettivo durato piùgiorni, che, nonostante il limitato numero di prove e il fatto nonindifferente che si trattava di un complesso neoformato e nondi un’orchestra consolidata, ha portato a un risultato finale digrande soddisfazione per tutti. Essendo stata presente sia alleprove che al concerto, ho potuto notare come si sia creataun’atmosfera complessivamente gioiosa, piacevole e seria alcontempo: si respirava voglia di fare e soprattutto di fare bene,per rendere onore a un’Istituzione che rappresenta o rappre-sentava un po’ una “seconda casa” per tutti coloro che vi si so-no formati. Ciò che ha reso l’esperienza davvero speciale èstato proprio il fatto che eravamo tutti accomunati da un per-corso simile, a prescindere da cambiamenti di sedi, di tempi odi ordinamenti. Un percorso fatto di sfide e difficoltà, di pas-sione, di dedizione, di piccoli traguardi e grandi successi, cheaiuta a crescere inseguendo un sogno e lascia nel cuore diognuno di noi ricordi indelebili di momenti preziosi.

Clarissa Leonardini

Studenti di ieri e di oggi insiemeper la festa del Conservatorio

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Yesenia Vicentini

notizie

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Vinzenz Lachner: chi era costui? Eper quale ragione dovremmooccuparci oggi di questo Car-

neade dei compositori? Proviamo a ri-spondere a una domanda per volta:Vinzenz Lachner (1811-1893) prove-niente da una famiglia di musicisti te-deschi, fu attivo soprattutto comedirettore d’orchestra e didatta aMannheim. Amico di Brahms, si oppo-se al wagnerismo e pagò di persona leconseguenze del suo schieramento,venendo in pratica costretto a ritirarsiquando la lunga ombra di Wagner siproiettò fino a Mannheim. Autore pro-lifico, trascrisse molte opere per gli or-ganici più disparati. E qui arriviamoalla seconda domanda: oggi Lachnerci interessa proprio perché ha trascrit-to i cinque Concerti di Beethoven perpianoforte e quintetto d’archi, e que-sta versione è stata eseguita dai nostristudenti a Genova e a Camogli. Comeè noto, nell’Ottocento la trascrizionepermetteva di suonare in ambito ca-meristico grandi lavori sinfonici, irrea-lizzabili dove non fosse a disposizioneun’orchestra. Le numerose riduzioni aquattro mani di gran parte del reper-torio classico e romantico, dovute auna schiera di artigiani come Lachner,ne consentivano una fruzione addirit-tura domestica. A questo punto, però, la storia deiConcerti di Beethoven-Lachner si tingedi giallo: infatti, nel corso degli anni,

queste trascrizioni (nate per qualcheoccasione contingente) si dispersero.Recentemente, le classi di composizio-ne del Conservatorio di Milano si sonomesse al lavoro, restaurando partituree parti di ogni Concerto come se sitrattasse di un affresco. Grazie a unprogetto europeo, questo prezioso la-voro è stato pubblicato: dopo la primaesecuzione milanese (e grazie alla me-diazione della nostra docente AnnaMaria Bordin), il materiale è arrivato alPaganini. Durante lo scorso anno accademico sisono svolte le selezioni per i pianisti esi sono formati i quintetti: naturalmen-te, le parti solistiche sono quelle origi-nali, mentre i quintetti hanno dovutoaffrontare una scrittura ben poco ca-meristica. Il dipartimento archi ha lavo-rato molto seriamente, mettendoinsieme tre solide formazioni in cui do-centi e studenti suonavano fianco afianco, cercando di fornire al solista diturno la necessaria compattezza: nonpotendo elencare tutti i nomi, sottoli-neiamo la coesione di ogni gruppo. Sisono così succeduti al pianoforte Nic-colò Scudieri, Gianluca Faragli, Chri-stian Pastorino, Clarissa Carafa eAlberto Bonifazio (in ordine di Concer-to). Bisogna comunque sottolineareche l’iniziativa aveva raccolto molteadesioni nelle classi di pianoforte, eche il livello di tutti gli aspiranti era ele-vato: i cinque prescelti hanno dimo-

Beethoven e Lachner:valore della trascrizione

I Concerti di Beethoven

Conservatorio Paganini, 12 settembre 2017Teatro Sociale di Camogli, 15 settembre 2017

Concerto n.1 op. 15 in do magg.Nicolò Scudieri, pianoforte

Concerto n. 3 op. 37 in do min.Christian Pastorino, pianoforte

Roberto Spilotros, violino - Diego Pagliughi, violinoMassimo Coco, viola - Carola Puppo, violoncello

Franco Pianigiani, contrabbasso

Conservatorio Paganini, 13 settembre 2017Teatro Sociale di Camogli, 16 settembre 2017

Concerto n. 2 op. 19 in si bem. magg.Gianluca Faragli, pianoforte

Concerto n. 4 op. 58 in sol maggioreClarissa Carafa, pianoforte

Valerio Giannarelli, violino - Camilla Dioli, violinoLuciano Cavalli, viola - Paolo Ognissanti, violoncello

Elio Veniali, contrabbasso

Conservatorio Paganini, 14 settembre 2017Teatro Sociale di Camogli, 17 settembre 2017

Trio op. 1 n.3 in do minoreGloria Merani, violino - Giovanni Lippi, violoncello

Enrico Stellini, pianoforte

Concerto n. 5 op. 73 in mi bem. maggioreAlberto Bonifazio, pianoforte

Gloria Merani, violino - Diego Pagliughi, violinoPietro Romagnoli, viola - Giovanni Lippi, violoncello

Valentina Rosasco, contrabbasso

il programma dei concerti

strato non comuni doti professionali, sapendo-si adattare a un sostegno orchestrale dove tal-volta Lachner aveva eliminato importantisezioni tematiche.Nella prima metà di settembre si è così giuntiall’esecuzione in pubblico, prima in Conserva-torio, poi al Teatro Sociale di Camogli, da po-co riaperto. I Concerti sono stati suddivisi intre serate: op. 15 e op. 37 nella prima, op. 19e op. 58 nella seconda, op. 73 nella terza, con-clusa dal Trio op. 1 n. 3 affidato ai docenti Glo-ria Merani, Giovanni Lippi ed Enrico Stellini.Folta la partecipazione, sia a Genova che inRiviera, notevole la maturità interpretativa deisolisti e dei quintetti, grande la soddisfazionedi aver potuto programmare un’integrale diquesto genere, il cui valore formativo è dav-vero alto per tutti.

Marco Vincenzi

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Yesenia Vicentini

8 | il cantiere musicale • dicembre 2017

Guido Fiorato, lavorare con i giovani nel ricordo di LuzzatiLo scenografo e costumista genovese è subentrato da alcune settimane

a Osvaldo Devoto alla guida dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Lo abbiamo incontrato nel suo studio nella storica sede di piazza De Ferrari.

notizie

- Raccoglie un’eredità importante: qualisaranno i suoi primi passi?

Abbiamo una Accademia in forte svilup-po e formazione, che ho sempre co-munque accompagnato come vice nell’ultima gestione di Devo-to. Vi sono vari discorsi iniziati che in-tendo completare, a partire dalpassaggio allo Stato già firmato dal Mi-nistro. Se avverrà, come ci auspichiamo,sarà un forte segno per la città e il suoterritorio, e per noi come istituzione.

- Come vede la collaborazione con ilConservatorio?

Il Conservatorio Paganini ci ha aiutati aconsolidare l’opportunità dell’arrivo diPalazzo Senarega. Questo è diventato un punto di riferi-mento fondamentale, che aumenterà ildialogo di sempre che avviene tramitescambi di idee, studenti e convenzioni.

- A che punto sono i lavori nella nuova se-de condivisa?

Purtroppo noi siamo entrati solo a otto-bre. Il riscontro è positivo, ma abbiamoancora tanto lavoro da fare. Un aspettoimportante è la caratterizzazione del luo-go perché essendo una formazione arti-stica, manca un segnale tangibile dellapresenza di giovani che creano arte.

- Sarà un tradizionalista o un rivoluzio-nario e il suo incarico sarà compatibilecon l’attività teatrale?

Dovrei sapere quali sono le tradizioniper poter rispondere!. Sono un divisio-nista che agisce con la propria mente eche vuole allargare gli orizzonti; neces-sito di una squadra coesa a fianco a mee al momento mi sento appoggiato, equindi soddisfatto. In ogni caso è anco-ra presto per rispondere, la mia attivitàcome docente e il lavoro al Carlo Feliceora sono gestibili, in primavera non losaranno! Ma ogni cosa avvicenda l’altra,ne sono convinto.

- Tra i suoi primi passi nella carriera qua-li ricorda fra i più significativi?

A 11 anni ho iniziato a frequentare LeleLuzzati, che mi ha permesso di andarenei laboratori di attrezzeria del Teatrodella Tosse. La mia formazione eraavanti rispetto alla mia età anagrafica enon avevo studiato da nessuna parte,ma il costumista è quello che ho semprevoluto fare. A 25 anni sono andato all’e-stero con Hayden Griffin, al quale hofatto da assistente e sostituto. Collabo-ravo anche con Gallione all’Archivolto.Tornato in Italia ho avviato i miei pro-getti.

- In che modo la sua carriera influisce suisuoi pensieri da didatta?

Intanto non avrei mai pensato in vitamia di diventare didatta. Sono stato unprivilegiato: Luzzati mi ha trasmessouna leggera creatività che applico quo-tidianamente. Per studiare sarei dovutoandare a Milano, ma non ci ho mai pen-sato per un momento. Quando ci si ri-trova con un buon didatta, non c’èbisogno di andare in un luogo con unnome magari più noto, per confondersifra un’infinità di studenti.

- Ha un progetto che le sta particolar-mente a cuore?

Vorrei più visibilità sul territorio per glistudenti per introdurli nel mondo del la-voro. è nostra responsabilità formarli,sostenerli, aprire loro le menti perché illavoro artistico è il più difficile, richiedemolto fervore e creatività, ma questedebbono essere acquisite come esigen-ze interiori.

- Come si può indirizzare un giovaneverso la professione artistica?

Il docente manda continuamente stimo-li e il ragazzo, se ha i presupposti, li re-cepisce, se no significa che si trova nelposto sbagliato. A noi tocca individuarei punti di forza, ma se non c’è un inte-resse in partenza…sono così tante leprofessioni al mondo!

Yesenia Vicentini

intervista al neo direttore dell’accademia ligustica di belle arti

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Yesenia Vicentini

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notizie

L'edificio

L'edificio cinquecentesco della Loggiadella Mercanzia (o Loggia dei Banchieri,anche nota come “Loggia dei Banchi” o“Loggia dei Mercanti”) è situato nell'an-tico sestiere della Maddalena tra piazzaBanchi, piazza Senarega, via Banchi e l'i-nizio di via san Luca ed è uno degli edificipiù significativi di Genova. Le sue originirisalgono al Medioevo, quando in quellazona, adiacente al porto, venivano effet-tuate contrattazioni di merci e valute. Dopo alterne vicende, che avevano vistoun precedente edificio seriamente dan-neggiato da un incendio nel 1455, ven-gono presentate al Senato dellaRepubblica tre proposte ad opera deiDeputati alle Fabbriche: il progetto ap-provato sarà quello di Andrea Vannone,detto il Ceresola, esponente tra i più qua-lificati di una nuova generazione di ar-chitetti, con la collaborazione di GiovanniPonzello. La soluzione proposta è quelladi un'unica grande volta in canniccio suun perimetro di colonne binate apertocon le grandi arcate su piazza Banchi esulla via omonima. Ennio Poleggi, nel suo esaustivo testosulle vicende urbanistiche della città diGenova, considerava questo edificio ePalazzo Ducale come i due più significa-tivi esempi coevi di autorappresentazio-

ne dei ceti dominanti.Nel 1855 l'edificio diviene sede dellaBorsa Valori e della Borsa Merci. Lo saràsino al 1912 quando questa viene trasfe-rita nel nuovo edificio di Dario Carbonee Adolfo Coppedè in Piazza De Ferrari.Dopo i consistenti danni dovuti ad un in-cendio causato dai bombardamenti ae-rei nel 1942, la volta originale vennesostituita con una volta mista con arma-tura metallica e canniccio mentre la co-pertura fu realizzata in laterizio ecemento sorretto da leggere capriatemetalliche Polonceau.Nel 1950 fu riaperta al pubblico e desti-nata ad attività culturali.

Il progetto

Ancora oggi la Loggia è utilizzata perospitare mostre ed eventi culturali e con-tinua a rappresentare un riferimento digrande prestigio per Genova e il suo cen-tro storico.Il Conservatorio Niccolò Paganini di Ge-nova e l’Accademia Ligustica di Belle Arti,hanno avviato da tempo un progetto dicollaborazione didattica, amministrativae culturale che si propone di realizzare ilPolitecnico delle Arti di Genova. A questo fine, nella ricerca di uno spaziocomune dove organizzare eventi e pro-muovere le proprie attività, entrambi

hanno individuato nella Loggia di Ban-chi una sede potenzialmente adatta aquesto scopo. I nuovi spazi comuni perla didattica del Conservatorio e dell'Ac-cademia situati nel contiguo palazzo Se-narega rendono inoltre questa sedel'ideale sbocco per le proprie esigenzedidattiche e laboratoriali e per proporrealla città gli eventi organizzati delle dueIstituzioni. Mostre, spettacoli musicali e teatrali, spa-zi di lavoro ed altro sono le attività chesono state individuate come prioritarieper l'utilizzo di questo luogo nelle attivitàcomuni.Attualmente l'edificio si presenta comeun contenitore indifferenziato per mo-stre e manifestazioni; il progetto di alle-stimento proposto - consapevole dellemolteplici e diversificate esigenze che ilPolitecnico delle Arti richiede - tenta, at-traverso l'inserimento di elementi tecnicie spaziali, di adeguarsi alle esigenze diflessibilità necessarie per risponderecorrettamente alle diverse modalità d'u-so, inserendo anche alcuni correttivi sulpiano acustico per permetterne l'utilizzo,quando necessario, come auditoriummusicale.L'estrema flessibilità delle disposizionipossibili trae origine dall'idea di inseriresu quello attuale, rifacimento recente delprecedente, un pavimento sopraelevato

in legno di ciliegio che dovrebbe conte-nere tutti i punti elettrici e i cablaggi ne-cessari alle varie attività pensate per laLoggia (oltre a migliorare le qualità acu-stiche dello spazio). Un congruo numero di armadi-parete inlegno, progettati specificamente, divi-derà e modulerà lo spazio in relazione al-l'utilizzo specifico, differente di volta involta, ma sarà anche utilizzato per con-tenere le sedute per gli spettacoli stessie il materiale illuminotecnico necessarioprincipalmente alle attività espositive. Tende fonoassorbenti motorizzate servi-ranno ad oscurare lo spazio e a miglio-rarne l'acustica, unitamente ad altrianaloghi interventi nel soffitto. Alcune“americane” mobili lo attraverserannoorizzontalmente supportando un secon-do sistema di illuminazione più precisa-mente destinato agli spettacoli, ma nellostesso tempo estremamente funzionalee utile anche per le mostre e i laboratori. La grafica e le immagini pensate per levetrate serviranno a segnalare all'esternola presenza del nuovo spazio “Politecnicodelle Arti”.

Pietro Millefiore

Progetto: Pietro Millefiore con la collaborazione di Simone Farerie Gabriele Mangeruca

Un proGetto per la loGGia Della mercanzia in piazza bancHi

Uno spazio per orGanizzare eventi e promUovere attività

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Yesenia Vicentini

Borse di studio: i premiatiFesta del pianoforte, sabato 2 di-cembre scorso nella Sala dei Con-certi del Conservatorio che haospitato l’esibizione dei premiati al-le borse di studio “Giuseppe Ponta”e “Renzo Mantero”.Da anni il Conservatorio annoveraamici generosi che mettono a di-sposizione degli studenti somme indenaro per aiutarli nel loro iter for-mativo. In particolare la Borsa “Pon-ta” stanziata dalla Sig.ra Iris Gradi apartire dall’anno accademico2009/2010 per la durata di vent’an-ni, è destinata agli Studenti iscrittinelle classi di Pianoforte, mentre laBorsa “Prof. Renzo Mantero” si rivol-ge per decisione della vedova del-l’illustre medico, a uno Studenteparticolarmente meritevole iscrittonei corsi di Vecchio Ordinamento,oppure del Corso Accademico diPrimo Livello (Triennio), oppure delCorso Accademico di Secondo Livel-lo (Biennio) nelle classi di Pianofor-te, Violino, Viola, Violoncello e Arpa. Entrambi i procedimenti concorsua-li si sono svolti in un’unica provache prevedeva l’esecuzione di unprogramma libero di durata com-presa fra i 30 e i 40 minuti.La Borsa “Ponta” è stata assegnataex aequo a Christian Pastorino e aGiovanni Pisanu: quest’ultimo haottenuto anche il primo premio allaborsa “Renzo Mantero”.Per la “Ponta” sono stati poi asse-gnati altri due premi a Gianluca Fa-ragli e a Giovanni Magnozzi.I quattro giovani vincitori hannodunque animato il pomeriggio del2 proponendo un’ampia antologiadi pagine pianistiche, da Chopin aLiszt, da Bach a Musorgskij.Va infine ricordato che il 21 ottobrescorso si è riunita la commissionepreposta a formulare la graduatoriaper l’assegnazione della Borsa diStudio “Fondazione Giorgio e LilliDevoto”, riconoscimento che vieneassegnato a una composizionescritta da uno studente dell’Istitutoe ispirata ai versi di un poeta di vol-ta in volta indicato dalla FondazioneDevoto. Quest’anno è stato scelto ilpoeta palestinese Mahmud Darwi-sh e il premio è andato alla compo-sizione di Francesco Raspaolo. Ilconcerto con l’esecuzione del branoè previsto in febbraio.

Melissa Del Lucchese

10 | il cantiere musicale • dicembre 2017

notizienotizie

Ogni anno il Conservatorio perde qualche docente che si trasferisce o va in pensione lascian-do il posto a nuovi insegnanti.Quest’anno è andata in pensione la pianista Michela Forgione che tuttavia continuerà a col-laborare con il nostro Istituto, mentre hanno ottenuto il trasferimento ad altra sede LucianoCavalli, docente di viola, Pasquale Spiniello, docente di teoria e solfeggio e Roberto Doati,“storico” fondatore della nostra scuola di Musica e Nuove Tecnologie.Ecco, dunque i nuovi arrivi ai quali “Il Cantiere” formula gli auguri di buon lavoro e di un pro-ficuo e sereno inserimento nel nostro Istituto.

i nuovi docenti dell’istituto

Carla Magnan • Teoria e solfeggio

Compositore e didatta, formatasi nel nostro Conservatorio dove si è diplomata incomposizione, pianoforte e clavicembalo, si perfeziona all’Accademia Nazionale diSanta Cecilia e all’Accademia Chigiana con Azio Corghi. Altre esperienze formativeincludono quelle con Giorgio Gaslini, Carlo Savina, John Harbison e Mauricio Ka-gel. Vincitrice di concorsi internazionali, condirettore della rivista “SuonoSonda” evicepresidente dell’Associazione “Pasquale Anfossi”, pubblica per Casa Ricordi, Rai-com e Sconfinarte edizioni.

Antonio Abete • Canto

Diplomatosi in canto con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Novara,ha iniziato la carriera vincendo il concorso As.Li.Co di Milano e debuttando nelruolo di Lunardo ne I Quattro Rusteghi di Wolf-Ferrari. Si dedica con assiduità alrepertorio barocco e classico: si segnalano La clemenza di Tito con ChristopherHogwood, Barcellona; Orfeo ed Euridice di Haydn con Cecilia Bartoli, Parigi; Ta-merlano di Händel con Trevor Pinnock a Parigi e Londra. Tra gli impegni più recentiBartolo ne Le nozze di Figaro all'Opéra de Montpellier.

Daniele Ghisi • Musica e nuove tecnologie

Laureato in matematica all’Università di Milano-Bicocca con il massimo dei voti ela lode, si diploma in composizione all’Istituto “G. Donizetti” di Bergamo, con ilmassimo dei voti, la lode, e il premio “Mayr”. Nel 2012/13 è compositore in ricercaall’Ircam (Parigi). Nel 2013/14 è assistente di ricerca alla Haute École de Musiquedi Ginevra. È ideatore, con Andrea Agostini, di “Bach: automated composer’s hel-per” (www.bachproject.net), una libreria di composizione assistita da computer intempo reale. Dal 2011 collabora con Casa Ricordi.

Leonardo Nicassio • Accompagnamento pianistico

Ha studiato pianoforte, composizione e direzione. Avvertita la necessità di una for-mazione più ecclettica, prima di “consacrarsi” alla lirica è stato pianista di piano-bar, per il cinema muto, per la danza classica ed è stato polistrumentista in gruppipop/rock. Da qualche anno collabora con l’Accademia della Voce di Torino, comeaccompagnatore delle master classes di cantanti come R. Bruson, R. Blacke, M. De-via, e R. Scotto. Come korrepetitor per cantanti e pianisti, è stato docente in nume-rosi stages internazionali.

Flaminia Zanelli • Viola

Diplomata in Viola, Musica da Camera e Didattica della musica con il massimo deivoti si è perfezionata in viola all'Accademia Stauffer con Bruno Giuranna e in quar-tetto d'archi all'Accademia Chigiana con Piero Farulli e Andrea Nannoni. Non ancoradiplomata è stata diretta come prima viola da Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini eGiuseppe Sinopoli. Ha fatto parte delle Orchestre della Scala e del Maggio Musi-cale Fiorentino. È la prima viola del Puccini Festival e membro del Quartetto di Fie-sole. Suona una viola Marino Capicchioni del 1950.

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Yesenia Vicentini

| 11il cantiere musicale • dicembre 2017

èdifficile dire con precisione quali sa-ranno i prossimi impegni di produ-zione del Conservatorio: il 2018 si

annuncia già molto ricco, ma sappiamoche ulteriori nuove attività sono in cantie-re e che un certo numero di eventi colla-terali prenderà fatalmente forma,accanto alle date più importanti. Nel cor-so del mese di dicembre questo calenda-rio andrà chiarendosi e il nuovo ConsiglioAccademico, eletto in ottobre, potrà sta-bilire un cartellone più preciso. Alcuni dati sono però già chiari, essendostati approvati dal precedente Consiglioo trovandosi sulla linea delle collabora-zioni istituzionali più stabili. Possiamo quindi anticipare che a partiredal 20 gennaio 2018 riprenderà la seriedi appuntamenti nella Sala dei Concertiche all’incirca ogni due settimane presen-terà concerti degli studenti a cui collabo-rano docenti o ospiti esterni; anche ilsalone di Palazzo Senarega è ormai abi-tuato a un buon successo di pubblico,tanto che sono previste nella sede delcentro storico una serie di presentazionidi libri e altre manifestazioni musicali.Dal 20 al 28 gennaio il Conservatorio saràpresente, insieme all’Accademia Ligusti-ca di Belle Arti, fra le opere in mostra ad“Antiqua”, il salone dell’antiquariato inprogramma alla Fiera di Genova. Si trattadi un appuntamento che si ripete, ma in-cludendo quest’anno interessanti novità:piccoli concerti, conferenze su arte e mu-sica all’ora del tè, in collaborazione conla storica pasticceria “Poldo”, collega-menti con Palazzo Reale e con Villa Du-razzo Pallavicini di Pegli, il suo parco e isuoi tesori artistici, una serie di spunti

musicali dedicati alle automobili del pas-sato, fornite in mostra dal Veteran CarClub di Genova... Le iniziative con l’Accademia, nel quadrodel Politecnico delle Arti, proseguono ingennaio con un concerto barocco curatoda Barbara Petrucci nell’ambito della mo-stra dedicata a Domenico Piola: “Bizzarriee contrappunti barocchi” prenderanno vi-ta nella sala del Museo dell’Accademia il18 gennaio alle ore 17.Una parte significativa nelle collaborazioniesterne del Conservatorio è quella legataall’Università di Genova: una convenzionegenerale promuove ormai da alcuni anniogni iniziativa didattica che possa far cre-scere le esperienze comuni con i Diparti-menti universitari, ma dallo scorso anno lavicinanza del Rettorato si è manifestataanche nella promozione di diverse inizia-tive artistiche. In tre domeniche dicembri-ne gli studenti del Conservatorio terrannobrevi presentazioni degli strumenti per ilaboratori di “UniversiKids”, la manifesta-zione che, in collaborazione con PalazzoDucale, presenta ai ragazzi i corsi univer-sitari. Per il 2018 si prevede di rinnovareinoltre gli appuntamenti di febbraio eaprile (concerti presso il Rettorato in oc-casione delle giornate dei Rolli); in giugnol’Università sosterrà il concerto finale dellanostra Orchestra al Teatro Carlo Felice,mentre per la fine del mese è allo studioun grosso spettacolo che porterà in scenaanche il nuovo coro creato dall’Ateneo eguidato dal collega Fabio Macelloni. Sempre più saldi anche i rapporti con ilTeatro Carlo Felice: due gruppi del Con-servatorio saranno protagonisti in dicem-bre della rassegna “Domenica in musica”

e nuovi spettacoli in co-produzione sonoprevisti, dopo le due operine del novem-bre scorso. Il Teatro Stabile può invece contare sullacollaborazione del Conservatorio nei bre-vi concerti che precedono le prime rap-presentazioni degli spettacoli di prosaprodotti dal Teatro; è inoltre allo studio,proprio in questo momento, la terza edi-zione dello spettacolo dedicato all’8 mar-zo, curato da Raffaella Rocca e GiannaSchelotto, che quest’anno inviterà in sce-na donne che si sono distinte per il lorocoraggio sociale.Fra i Teatri con cui il “Paganini” prevededi mantenere rapporti stabili ci sono an-che l’Opera Giocosa di Savona e il TeatroSociale di Camogli.Dobbiamo citare infine le attività previ-ste con la sede Rai di Genova: il buonesito della partecipazione a “Buongior-no Regione” fa sì che la Rai abbia inten-zione di ripetere l’esperienza fatta con inostri studenti. Molte altre iniziative prenderanno forma,facendo anche da stimolo a progetti diricerca: è il caso del Festival delle Geo-grafie di Levanto, che ha già invitato ilnostro Conservatorio per la seconda edi-zione. Per questa occasione, che pren-derà vita all’inizio di aprile, si prevede diorganizzare un viaggio musicale baroccoattraverso la “Carte du Tendre”, una sor-ta di carta geografica emozionale conte-nuta in un romanzo di M.lle de Scudérydella metà del Seicento. Sarà questo lospunto per un lavoro sul repertorio anti-co che vedrà anche illustri ospiti esterni.

Tiziana Canfori

la produzione artistica

La nuova programmazione

notizie

Ensemble jazz del Conservatorio e coro dell’Università diretti da Pietro Leveratto al Teatro Carlo Felice

per la “Lodi’s Night”, 3 novembre 2017

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12 | il cantiere musicale • dicembre 2017

dischi&libri

il Cantiere Musicale Comitato di Redazione

Tiziana CanforiMarco VincenziMelissa Del LuccheseClarissa LeonardiniYesenia Vicentini

Impostazione graficae impaginazione

Nunzia Santomauro

Stampa

Antica Tipografia LigureGenova

ISSN 1972-3865

Conservatorio “Niccolò Paganini”Villa Bombrini - Via Albaro 38

16145 GenovaTel. 010 3620747 – fax 010 3620819

www.conspaganini.it

Presidente

Giuseppe Pericu

Direttore (Direttore responsabile)

Roberto [email protected]

Maurizio Tarrini

Organi a Genova. Personalità e strumenti dell’arte organaria ligure

Genova, De Ferrari, 2017 (Collana Sestante), con allegato CD della rassegna “Andarper organi”. ISBN 9788864059013.

Il volume offre un sintetico ma dettagliato excursus sulla storia organaria ligure, documentataa partire dal Trecento, che viene qui raccontata attraverso i suoi personaggi e gli strumenti dimaggiore interesse. Il testo è corredato da 65 illustrazioni comprendenti organi, documenti,disegni e ritratti. Al volume è allegato un CD con una selezione dei quattro concerti della rasse-gna “Andar per Organi” tenuti tra febbraio e marzo 2017 su quattro diversi strumenti, due storicie due moderni: l’organo Antonio Alari 1773 dell’abbazia di S. Matteo, l’organo a trasmissioneelettrica di William George Trice 1890-Balbiani 1927/28 della basilica di S. Maria Immacolata,l’organo del salone dei concerti del Conservatorio (Dell’Orto & Lanzini 2005) e quello del San-tuario del Santo Bambino Gesù di Praga di Arenzano (Mascioni 1966). Si tratta di un’antologiadi esperienze stilistiche differenti, dal barocco tedesco, italiano e francese, alla produzione orga-nistica genovese del Novecento (Bellando, Polleri, Gualco, Pedemonte).L’iniziativa, nata su proposta dell’editore De Ferrari con il sostegno de La Generale, ha coinvoltotre docenti del Conservatorio Paganini (Matteo Messori e Luisella Ginanni, oltre all’autore del vo-lume), un allievo (Tomas Gavazzi) e un ex allievo (Fabrizio Fancello) attualmente organista dellacattedrale di S. Lorenzo e docente al Conservatorio di Benevento.La presentazione dell’opera si è tenuta a Genova il 30 novembre scorso, alle ore 17.00, nella chiesadi S. Torpete.