il bollettino del rosario perpetuo n.2 - maggio-agosto 2011

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nuova serie - anno XXVII - n. 2 - maggio - agosto 2011 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari IL BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO IL BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO

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IL BOLLETTINO DELROSARIO PERPETUO

IL BOLLETTINO DELROSARIO PERPETUO

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 20112

IL BOLLETTINO DELROSARIO PERPETUO

IN SARDEGNA

Supplemento a“DOMENICANI”autoriz. Tribunale di Firenzedel 4 Gennaio 1967 - n. 1800

Nuova serie - Anno XXVIImaggio - agosto 2011

c /c postale n. 15 38 10 98intestato a: Bollettino del

Rosario Perpetuo - Convento S. Domenico - 09127 Cagliari

Direzione & Redazione:P. Eugenio Zabatta o.p.

Collaborano: P. Christian Steiner o.p.

Paolo Macis.

piazza San Domenico, n. 509127 CAGLIARITel. 070 65 42 98Cell. 339 18 22 685

e.mail: [email protected]

Con approvazione Ecclesiasticae dell’Ordine Domenicano.

Anno XXVIImaggio - agosto 2011

quadrimestraledi collegamento dei gruppidell’Ass. Rosario Perpetuo

Regina del Santo Rosariovenerata in san Domenico

di Cagliari(statua in legno - sec. XV)

Lettera del direttore alle zelatrici.p. eugenio zabatta, responsabile.

Il Rosario contemplazione di Gesù nella vita di Maria.

P. E. Z.Nel Rosario il Vangelo di Gesù secondo Maria

p. eugenio zabatta op.Asterischi: lodi del Rosario.

a cura della Redazione.Con il Rosario al Congresso Eucaristico

marianus.La nostra esperienza nei misteri del dolore.

P. E. Z.

Nella Casa del Padre.Le nuove iscritte.Testimonianze varie.

Il Rosario Vivente: dalla Quaresima alla Pasqua di Resurrezione.

A cura della redazione.I misteri del dolore (immagini).

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Copertina: Lippo Memmi (1317-1356), Madonna con Bambino. Siena, San Clemente ai Servi.

Sommario

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 2011 3

Lettera alle gentili zelatrici e iscritte al Rosario Perpetuo

Quali fonti di grazia divina!

Con ogni mistero del Rosario la Ma-donna ci porta, come per mano, davan-ti a Gesù. Ogni mistero ci ricorda un evento della Sua Vita è l’influsso bene-fico che esercita per noi. È la sua grazia redentrice che ci dona vita nuova, vigo-re, salute, conforto.

Questi venti misteri del Rosario han-no una singolare pienezza di fede, per-ché sono un compendio della storia della salvezza; pienezza di speranza, perché sospingono l’animo verso mete mirabili a cui Dio ci chiama e infondo-no coraggio per impegnarci in ogni no-stro dovere. Essi sono fonti da cui sca-turiscono le numerose grazie che Gesù ci fa per l’intervento supplice della Ma-donna, come a Cana. La sua premura materna, nei nostri riguardi, si ripete sempre ed è inesauribile.

“Maria è colei che è carica di tut-ti i dolori del mondo”. Così chiamò la Madonna, in un suo libro sui “Santi di Francia”, lo scrittore Péguy.

Man mano che ci ascolta, ci sembra che la Vergine Maria si carichi dei nostri fastidi, delle nostre difficoltà, dei nostri scoraggiamenti, dei nostri peccati… E anche dei nostri desideri, delle nostre speranze per esaudirle.

Ella è sempre la madre «che si pren-de cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti tra pericoli e affan-ni». Ogni “Ave Maria” è un atto di fe-de che facciamo in Maria: è la certezza che Dio l’ha fatta grande, mirabilmen-

te! È in Lei che ha compiuto il suo ca-polavoro: l’incarnazione del suo Figlio.

Ogni “Ave Maria” ripete la nostra certezza che Dio l’ha fatta per noi, con una missione per noi. Certezza che Ella è buona e potente…: è come se ad uno scalatore di alte vette si affianca una guida esperta, competente, forte, sicu-ra… quale conforto!

Quanto manca a chi non sa l’Ave Maria, o non la dice! Proprio l’uomo d’oggi – orgoglioso delle sue capaci-tà o risorse, dei suoi progetti – sovente sperimenta la sua insufficienza, fino a disperarsi. Egli è troppo distratto o su-perbo per ripetere l’Ave Maria!

Non così per noi che sentiamo il bi-sogno interiore di preghiera! Nella pace della famiglia e in generale nel nostro ambiente rilanciamo sempre la propo-sta della recita del Rosario. Certamente coglieremo dei frutti di grazia!

Teniamo, in modo particolare, alla nostra Ora di preghiera in più, “l’Ora di Guardia”, con la recita del Rosario, una volta al mese, come abbiamo promesso alla Madonna iscrivendoci all’Associa-zione. Con quest’Ora di preghiera con il Rosario, che uniamo a quella di tan-te altre persone, che vogliono bene alla Madonna, contribuiamo a far sì che il Rosario, con i suoi misteri, sia recitato in continuità, giorno e notte… sia, ap-punto, “Rosario Perpetuo”.

(p. eugenio zabatta op.). •••

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PER UNA RECITA

PIÙ CONSAPEVOLE

DEL ROSARIO

«La contemplazione del volto di Cristo non può

fermarsi all’immagine di Lui crocifisso,

Egli è il Risorto.Da sempre il Rosario

esprime questa consa-pevolezza della fede,

invitando il credente ad andare oltre il buio della

Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di

Cristo nella risurrezione e nell’ascensione.

Contemplando il Risorto il cristiano riscopre le ra-

gioni della propria fede, e rivive la gioia non soltanto

di coloro ai quali Cristo si manifestò, ma anche la

gioia di Maria»(RVM, 23).

Resurrexit

Alleluia!

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Chiesa. Verità certa che troviamo pro-posta nelle Sacre Scritture ed esplicitata e confermata già nei primi Concili Ecu-menici1.

Un’unione tanto stretta, tra Cristo e sua Madre, che non possiamo pensare all’uno senza l’altra e, nello stesso tem-po, amare l’uno senza sentirci portati ad amare anche l’altra.

E ancora: la venerazione che abbia-mo per la Madonna alimenta il nostro amore verso Gesù e viceversa. Tuttavia non arriveremo mai, anche tutti insie-me, a voler bene alla Madonna quanto gliene ha voluto e gliene vuole Gesù. Lo diceva San Ludovico di Montfort a co-loro che pensano di amarla troppo, con il “timore” di mettere Gesù al secondo posto. Se cresciamo nell’amore verso la Madonna, tanto più, proprio perché aiutati da Lei, riusciremo maggiormen-te a comprendere e amare Gesù.

Scriveva Fulton J, Sheen: «Il segreto per capire Maria è questo: il punto di partenza non è Maria, è Cristo, il Figlio di Dio! Meno penso a Lui, meno penso a Lei; più penso a Lui, più penso a Lei; più adoro la divinità di Cristo, più ve-nero la maternità della Madonna; meno

«Poiché il Rosario mariano è una via che conduce alla contemplazione dei misteri di Cristo e una scuola di forma-zione alla vita evangelica… in esso vie-ne esposta la dottrina della fede sotto l’aspetto della partecipazione della Be-ata Vergine Maria al mistero di Cristo e della Chiesa». (Costituzioni domenica-ne, n. 129).

«Il Rosario è meditazione su Cristo con Maria… nessuno meglio di Lei co-nosce Cristo, nessuno come la Madre può introdurci ad una conoscenza pro-fonda del suo mistero. Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla “scuola” di Maria per leggere Cristo…” (Rosarium Virginis Mariae, nn. 13-14).

L’attiva presenza della Madonna ac-canto a Cristo, è stata voluta dal bene-placito di Dio e disposta, fin dall’eterni-tà, dal Padre della Misericordia.

Con il richiamo di questa confortan-te verità inizia il capitolo ottavo della Lumen Gentium, la costituzione dog-matica del Concilio Vaticano II, che parla, appunto, della presenza della Madonna nel mistero di Cristo e della

MEDITAZIONE PER LA PASQUA DEL SIGNORE

IL ROSARIOcontemplazione di Gesù nella vita di Maria

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adoro la divinità di Cristo, meno ragio-ne ho di rispettare la Madonna»2.

È Gesù che ci ha “dato” sua Madre, proprio quando lei “stava in piedi” là, sotto la Sua croce. Allora, sulla croce, «come figlio Egli pensò a sua Madre; come Salvatore, pensò a noi»3. «Egli (Gesù) l’amò ed in lei operò grandi co-se; l’amò per se stesso e l’amò anche per noi; la donò a se stesso e la donò anche a noi»4.

Sì! La grandezza di Maria trae tutta la sua forza e la sua spiegazione dalla grandezza del Figlio di Dio, a cui è inti-mamente associata.

La Lumen Gentium lo ricorda espres-samente al n. 57: «Questa unione della Madre con il Figlio nell’opera della re-denzione si manifesta dal momento del-la concezione di Cristo fino alla morte di lui». Non c’è altra creatura che abbia goduto di questa ineffabile comunione con il Signore Gesù. La comunione fu talmente stretta da far sì che la Madre condividesse le gioie, i dolori e i trionfi del Figlio, come del resto contemplia-mo nei misteri del Rosario5.

Mi ricordo di un ragazzino in una nostra scuola parrocchiale, che parlava della Madonna ad un professore suo vi-cino di casa. Il professore, un intellet-tuale, uno la cui istruzione era maggio-re dell’intelligenza, si prendeva gioco del ragazzo dicendogli: «Ma non vi è differenza alcuna fra Lei (la Madonna) e mia madre!». «Questo lo dice lei – ri-spose il ragazzo – c’è un sacco di diffe-renza tra i figli». Magnifica risposta!

La grandezza di Maria è conseguen-za del mistero dell’Incarnazione. «L’In-carnazione del Figlio di Dio nel Suo grembo verginale è il capolavoro di Dio, ed è per questo “grande miracolo

Maria Madre di Cristo e della Chiesa

Al n. 197 del Compendio Catechi-smo della Chiesa Cattolica si legge: “Dopo l’ascensione del suo Figlio, la Vergine Maria aiuta, con le sue pre-ghiere, le primizie della Chiesa”.

Viene da ricordare la partecipa-zione, “la relazione profonda” della Madonna alle prime celebrazioni eu-caristiche (cf. Eccl. de Euch., 53).

Il Compendio segnala soprattutto, al n. 142, un grande avvenimento storico, vissuto anche dalla Vergine Santa, in modo, potremmo pensare, unicamente suo, data l’opera dello Spirito Santo nel concepimento del Figlio nel seno di lei, circa trent’an-ni prima. E’ la venuta dello Spirito: “Maria è presente fra i Dodici il gior-no della Pentecoste, quando lo Spi-rito inaugura gli ultimi tempi con la manifestazione della Chiesa”.

E subito ci dice il senso profondo di quella presenza: “Lo Spirito Santo fa di lei la Madre del Cristo totale, cioè di Gesù capo della Chiesa, suo corpo”. In altre parole ci dice che Maria è “Madre della Chiesa”.

Ma è al numero 100 che si parla della maternità spirituale e universa-le di Maria: “Maria ha un unico Fi-glio, Gesù, ma in lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare.

Obbediente al fianco del nuovo Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viven-ti, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazio-ne nell’ordine della grazia”.

• • •

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della storia”, cioè “per l’opera dell’In-carnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale” che Maria eleva a Dio il suo perenne Magnificat6. La na-tura, l’identità umana di Gesù è ciò che è nato da Maria. La carne di Gesù è tratta dalla carne di Maria. Per que-sto il Concilio riconosce Maria unita al suo divin Figlio «con vincolo stretto e indissolubile»7.

È per questo motivo, ancora, che il culto della Madre di Dio è messo espli-citamente in connessione con la cele-brazione annuale dei misteri di Cristo: proprio partendo dall’affermazione del «nesso indissolubile che lega Maria all’opera salvifica del Figlio suo»8.

Ecco da dove scaturisce quel singo-lare titolo che la riconosce Madre di Dio, perché Madre del Salvatore.

Certamente, Colui che è nato rima-ne irraggiungibile, perché Figlio eterno del Padre, Dio da Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, le cose visibi-

li e invisibili9: è creatore della sua stessa Mamma che, pur tanto sublime come fu Maria, rimane una creatura umana.

Tuttavia, si deve pur riconoscere il ruolo singolare e unico che ebbe Ma-ria nella vita del Figlio. Il Concilio ne qualifica la posizione con affermazioni come queste: «alma madre del divino Redentore»; «compagna generosa del tutto eccezionale»; «umile serva del Si-gnore» (LG, 61).

La Madonna è, sì, in atteggiamen-to di umile servizio, quale discepola per eccellenza del Signore, ma rimane sempre la Madre associata alla reden-zione compiuta dal Figlio! La trovia-mo accanto a Gesù specialmente nei momenti cruciali della sua esperienza terrena: «Nei momenti decisivi della manifestazione di Cristo, Maria emer-ge dall’ombra di un silenzio adorante, dentro il quale tutta la sua esistenza è assorta nella comprensione radicale e totale con la vita e la missione del Fi-

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glio. E questo perché tutta la ragione d’essere di Maria si riassume nella sua destinazione a Cristo»10.

“Maria non vive che in Cristo e in funzione di Cristo!”11 A motivo della sua divina maternità a cui è stata eletta, Maria è pienamente conformata a Cri-sto, tanto da essere un tutt’uno con Lui. Il Rosario che recitiamo ci porta «alla consapevolezza dell’inscindibile rap-porto che lega Cristo alla sua Madre Santissima: i misteri di Cristo sono an-che, in certo senso, i misteri della Ma-dre, persino quando non vi è diretta-mente coinvolta, per il fatto stesso che Ella vive di Lui e per Lui»12.

«Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo ne segue che … più un’anima sarà consacrata a Maria, più sarà consacrata a Gesù»13. Ed è per questo che «ci sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo cuore, il “frutto bene-detto del suo grembo” (cf Lc 1, 42)».

Siamo certi che «vien riferito al Si-gnore quel che è offerto in servizio all’Ancella; così rifluisce sul Figlio quel che è attribuito alla Madre; così va al Re l’onore che viene reso in umile tributo alla Regina»14. Così è pur certo che la nascita del Figlio è onore della Madre.

Il “Catechismo degli adulti”, quan-do parla di Maria accenna anche alla preghiera del Rosario, individuando nei vari Misteri proposti alla contemplazio-ne questo strettissimo rapporto che in-tercorre tra la Madre e il Figlio: “I miste-ri di suo Figlio – vi si legge – aderiscono in maniera così profonda alla sua vita da rendere la vita di Maria lo specchio della vita di Gesù. Per questo nella pra-tica del Rosario – la preghiera così cara alla devozione dei cristiani – si contem-pla Gesù dentro la vita di Maria. Me-glio e più strettamente congiunti non si sarebbero potuti presentare i misteri di Gesù e la vita di Maria»15. >>>

PELLEGRINAGGIO ITALIANO DEL ROSARIO

L O U R D E S IN TRENO – 7 GIORNI 4-10 luglio 2011

Guidato dai frati domenicani italiani Il treno speciale con cuccette parte da Napoli

con fermate a Roma - Pisa – Genova – Ventimiglia.

I pellegrini della Sardegna, che aderiscono al pellegrinaggio,partono da Cagliari-Elmas in aereo fino a Roma-Fiumicino

dove si uniscono al treno in attesa a Roma-Ostiense.

Per le iscrizioni rivolgersi a:Centro del Rosario – Piazza S. Domenico, 5

00197 Cagliari – Tel. 070 654 298.

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Maria è “unita da stretto e indissolubile vincolo”

a Cristo.

«Cristo è separato da tutti gli dei del paganesimo, perché è legato alla donna e alla storia: “Nacque dalla Vergine; patì sotto Ponzio Pilato”.

Intorno a Maria noi avvolgiamo tutti i preziosi legami delle grandi ve-rità della nostra santa fede: l’Incar-nazione, l’Eucaristia, la Chiesa….

Ella non ci impedisce di onorare Nostro Signore… se io venissi in ca-sa vostra e rifiutassi di parlare a vo-stra madre, potreste davvero crede-re che io vi ami? E che deve sentire Nostro Signore per quelli che non onorano mai la Madre Sua? Non è Ella la Madre di Gesù, abbastanza buona per voi? Non avremmo mai avuto il nostro Divin Salvatore se Egli non avesse scelto Lei.

Se l’unica accusa, che nostro Si-gnore Gesù avesse da farmi nel gior-no del giudizio, fosse che ho amato troppo Sua Madre, allora sarei dav-vero felice!

Dio che fece il sole, fece anche la luna. La luna non toglie lo splen-dore del sole. La Luna sarebbe, in-fatti, solo un tizzone spento vagante nell’immensità dello spazio, se non ci fosse il sole. Tutta la sua luce è ri-flessa dal sole.

Nelle notti scure noi siamo gra-ti alla luna. Quando la vedo brillare so che deve esistere il sole. Con la luna so che il sole splende anche di notte.

(cf. FULTON J. SHEEN, La Madonna, ed. Paoline, Roma (1952) pp.35s.

1. Cf Gal. 4,4-5. Simbolo di Costantino-poli: Mansi 3, 566; Conc. di Efeso, ivi 4, 1130; Conc. di Calcedonia, ivi 7, 111-116; Conc. di Costantinopoli II, ivi 9, 375-396.

2. FULTON J. SCHEEN, La Madonna, ed. Paoline (1952) p. 29.

3. Ivi p. 32. 4. PAOLO VI, Enc. Il culto della Vergine

Maria (Marialis cultus), n. 56. 5. Cf PAOLO VI, Enciclica mariana: Si-

gnum Magnum, n. 6. 6. Cf. GIOVANNI PAOLO II, Rosarium

Virginis Mariae, nn. 33 e 4. 7. Conc. Vat. II, Lumen Gentium, n. 53. 8. AA. VV., Il Messale Romano del Va-

ticano II, Ed. Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1981, p. 68.

9. Cf Col. 1,15ss.10. F. TAGLIAFERRI, Chiesa di Cristo con

Maria, Cremona 1981, p. 5.11. Rosarium Virginis Mariae, n. 15.12. Ivi n.2413. Trattato della vera devozione a Maria,

120: Opere, 1, Scritti spirituali, Roma 1990, p. 430.

14. S. Ildefonso, De virginitate perpetua sanctae Mariae, c. XII: PL 96. 108.

15. C.E.I. – Il Catechismo degli Adulti, Roma 1981, p. 320.

16. Rosarium Virginis Mariae, n. 15.

Non troverete mai che chi ama vera-mente Nostro Signore come Divin Sal-vatore, non ami Maria; e ugualmente chi ama filialmente Maria, non cresca nell’amore verso Gesù. È in Maria che possiamo comprendere meglio il reali-smo dell’Incarnazione e il modo della nostra Redenzione, operata da Cristo: è lei il miglior punto di osservazione!

«Mai come nel Rosario la via di Cri-sto e quella di Maria appaiono così pro-fondamente congiunte»16.

(p. eugenio zabatta op.).

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Maria che “ripercorreva con il pensiero i momenti di vita vissuti accanto al Figlio”. Quei ricordi, che “serbava nel cuore” (Lc 2, 19) “costituiscono, in certo senso, il ‘ro-sario’ che è, appunto, memoria dei misteri della vita, morte e resurrezione di Gesù.

PISTOIA - S. Giovanni Fuorcivitas.La ROBBIA. La Visita (part.)

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Il titolo che poniamo a capo di que-sta riflessione è suggerito da un libro intitolato: La Vergine Maria e lo Spirito Santo1. A prima vista può sembrar un po’ strano perché parla di “Vangelo di Maria”, ma si capisce subito che con questa espressione si vuole fare una cer-ta analogia che ci può interessare per cogliere meglio lo spirito del Rosario. Come ogni evangelista ha una sua ca-ratteristica per parlarci di Gesù e della sua opera, così anche la Madonna avrà un suo modo per avvicinarci a Gesù.

Per me quel titolo: “il Rosario, Van-gelo secondo Maria”, aiuta a ben com-prendere un’espressione importante che leggiamo nell’enciclica sul Rosario di Giovanni Paolo II2, dove dice che la Madonna: “vuole anche oggi esercita-re proprio attraverso questa preghiera (il Rosario) la sua premura materna…”. Premura verso tutti i figli della Chiesa affidatele dal Redentore moribondo.

Quel testo accenna, è vero, alle ap-parizioni di Lourdes e di Fatima che hanno avuto “un’incisiva influenza” nella vita dei cristiani, ma alludeva nel-lo stesso tempo a qualcosa di più.

Andando avanti nella lettura del te-sto, infatti, siamo invitati a imitare, nel-

la contemplazione del Volto del Cristo, Maria che “ripercorreva con il pensie-ro i momenti di vita vissuti accanto al Figlio”. Quei ricordi, che “serbava nel cuore” (Lc 2, 19) “costituiscono, in cer-to senso, il ‘rosario’ che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena, ma “ora sono essi (quei ricordi) ad ispirare quella premura ver-so la Chiesa pellegrinante, nella quale continua a sviluppare la trama del suo ‘racconto’ di evangelizzazione»3.

Si parla di nuovo di “premura” e an-che di “evangelizzazione” propria, da parte della Madonna. Questo è meravi-glioso! Con il Rosario, cioè, Maria, co-me prima apostola, ci “predica” Gesù, ma con la sua premura materna, pro-prio come Madre. Perciò si può parlare di “Vangelo di Maria”, di Maria come “maestra“ e della sua “scuola” come, appunto, fa l’enciclica sul Rosario.

La Madonna non “evangelizza” Ge-sù, come faranno gli Apostoli. Questi sono stati discepoli; Lei è stata ed è la Madre di Gesù!

Il Rosario non è nella stessa prospet-tiva degli Apostoli o degli Evangelisti, che furono testimoni di Lui, «dopo il Battesimo di Gesù fino al giorno in cui

“NEL ROSARIO IL VANGELO DI GESÙ SECONDO MARIA”

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ascese al cielo» (Atti, 1, 22). Maria è “testimone” di Gesù fin dall’annuncio dell’angelo, fin dal suo concepimento.

Mi viene in mente, a riguardo, una raccomandazione di S. Paolo quando invita ad «avere in noi gli stessi senti-menti che furono in Cristo Gesù»4. In questa frase egli afferma la necessità fondamentale per il cristiano di con-frontare e ispirare, di continuo, la pro-pria vita con quella di Cristo, attraverso la lettura e la meditazione del Vangelo; attraverso una conoscenza che colga “lo spirito” della vita di Cristo, non so-lo la serie dei fatti; questa “confronta-zione” contemplativa ci fa crescere in Cristo.

Ma chi meglio di Maria, la Madre, può suscitare in noi quei sentimenti? Lei lo fa «riproponendo continuamente ai credenti i “misteri” del Figlio, cioè il Rosario, perché «contemplati, quei mi-steri, possano sprigionare tutta la loro forza salvifica».

Quanto è vera questa affermazione: «Quando recita il Rosario, la Comuni-tà cristiana si sintonizza con il ricordo e con lo sguardo di Maria»5! Perciò il Rosario può dirsi una lettura in chiave mariana del Vangelo, una maniera di «entrare nell’intimità di Maria, per ap-prendere da lei ciò che essa stessa ‘co-nosce’ di Cristo, sperimentando come essa abbia la missione di formare il Cri-sto in noi»6.

Che grande cosa il Rosario, se non solo ci pone in ascolto della Madon-na che ci ‘insegna’ Gesù Cristo, ma ci aiuta a conformarci a Cristo con Maria, “con i suoi stessi sentimenti”!

Merita approfondire questo aspet-to perché con il Rosario ci è concesso non solo di ricordare Gesù cordialmen-te, nelle sue varie tappe di sofferenza o di gloria, ma essere in comunione con Lui, uniti e trasfigurati in Lui.

Nel Rosario noi rimeditiamo il Van-gelo con lo “spirito” di Maria, quasi at-

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traverso la conoscenza sapienziale che la Vergine ebbe del Figlio suo. In verità, si comincia a gustare il Rosario quan-do, attraverso una continua fedeltà ad esso, si stabilisce tra noi e Maria una specie di comunione spirituale e quasi una connaturalità nello Spirito.

Maria ebbe certamente un suo mo-do di vedere le cose, diverso anche da quello di Cristo; ebbe un suo modo so-prattutto di vedere Cristo, di carpirne i gesti e le opere, di coglierne il miste-ro. Modo ben diverso, come abbiamo detto, da quello degli Apostoli, che fu-rono i testimoni della vita pubblica del Signore.

Il Rosario è il Vangelo di Gesù secon-do lo spirito, l’esperienza, il cuore di Maria. La Chiesa ci invita nel Rosario a rimeditare e rivivere con la Vergine Ma-ria i misteri di Cristo, consegnati ai testi sacri e continuamente celebrati, con al-tro spirito, nella sacra Liturgia.

Maria ci comunica nel Rosario la sua intima e unica esperienza del suo Figlio e nostro fratello Gesù, con l’amore, la premura sapiente d’una madre che nu-tre i suoi piccoli figli.

Una maggiore intelligenza dello spi-rito del Rosario, attraverso la Madonna, ci porti a comprendere e ad amare sem-pre più il Signore!

(Theologus)

L’ANNUNCIO DELL’ANGELOA MARIA

«Il mistero dell’Annunciazione, nel Rosario, non è solo il primo di una serie di misteri: è la radice in senso storico e contemplativo, di tut-ti i misteri successivi, che sembrano da essa fiorire. Forse proprio questa è divenuta la ragione più profonda delle Ave Maria ripetute lungo tutti i misteri.

Il Rosario! Non solo incessante lode mariana, non solo ripetizione contemplativa, ma forse, più anco-ra, è richiamo continuo al mistero dell’Annunciazione, al quale la pia riflessione della Vergine di continuo riandava con tenerezza di fede e de-siderio di sempre maggiori lumi.

Il Rosario si sforza di restare in questo “spirito di Maria” che acco-glie, attraverso l’annuncio dell’An-gelo, il mistero di Gesù, in modo che tutti gli avvenimenti della vita umana del Figlio si trovano legati a quell’Annuncio e sono contemplati alla luce della gioia messianica…».

(Temi di Predicazione, Rilanciamo il Rosario, ed. Domenicane, Napoli (1973), p. 117).

1. P.H.M. Manteau-Bonamy op.,La Vier-ge Marie et le Saint-Esprit, ed. Lethielleux, Paris 1971.

2. GIOVANNI PAOLO II, Rosarium Vir-ginis Mariae, Città del Vaticano 2002.

3. Ivi, n. 11.4. S. Paolo, Fil., 2, 5. 5. Rosarium Virginis Mariae, n. 11.6. Cf. P.J. Eyquem o.p., Aujourd’hui le

Rosaire, Toulouse, 1972.

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P. Enrico Lacordaire (1802-1861) era domenicano, grande oratore di Nôtre Dame di Parigi e scrittore tanto stimato da essere accolto all’Académie Françai-se. A chi obiettava sulla ripetizione per cinquanta volte (anzi, duecento) delle medesime parole, della stessa Ave Ma-ria, Lacordaire replicava: “L’amore non conosce che una parola. Dicendola sempre, non la ripete mai”.

A questa difficoltà di molti ad accet-tare una preghiera che fa ripetere le pa-role, il Papa Paolo VI risponde: «Certe forme della coscienza popolare moder-na, fondata sul ritmo vibrante intorno ad una parola, ad un pensiero, ci fanno superare la difficoltà, talora addotta cir-ca il Rosario, della ripetizione e della monotonia» (Cfr. Sengheor, Negritude et humanisme, p. 35).

Sempre Paolo VI, a Castelgandolfo, parlando alla popolazione, esclamò: «Beati noi, se siamo fedeli a recitare be-ne la prece così popolare e splendida del Santo Rosario, che è come scandire il nostro respiro affettuoso nell’invoca-zione Ave Maria, Ave Maria, Ave Ma-ria… Fortunata la nostra esistenza se si intreccia a questo serto di rose, a questa

ghirlanda di lodi a Maria, e ai misteri del suo Divin Figlio!» ( Insegnamenti, II, p. 1146).

A proposito dell’Ave Maria come “respiro”, secondo uno dei grandi teo-logi del secolo scorso, lo svizzero Hans Urs von Balthasar, il valore del Rosario consiste proprio nel ritornare di con-tinuo sulle stesse parole perché così “l’Ave Maria diventa una sorta di respi-ro della Terra e di sospiro dell’Umanità verso il Cielo”.

Un altro immortel de l’Académie, François Mauriac, diceva: «Stringere in pugno la corona è come tenere per mano la madre che ci guida nell’attra-versare la strada». Proprio così! Anche S. Maria Goretti, la ragazza di dodici anni (1980-1902), fu trovata a terra in una pozza di sangue, con la corona del Rosario in pugno.

Il P. Sertillanges, filosofo e teologo geniale scrive: «Molti non hanno com-preso come il Rosario possa meritare l’onore di essere tra le prime preghiere; in primo luogo perché essi non cono-scono la preghiera, e poi perché questa

La ripetizione delle stesse parole del “Padre nostro e dell’Ave Maria”, nel Rosario, non è un difetto, ma un pregio che favorisce la meditazione, “l’indugio pensoso” sulle

nostre fragili realtà alla luce della Vita di Cristo e di Maria.

ASTERISCHI lodi del Rosario

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preghiera si presenta sotto un aspetto di umiltà che nasconde agli spiriti superfi-ciali la sua ricchezza» (Saper pregare, Borla, 1962, p. 207).

«Il Rosario consiste nella ripetizione, per decine successive, del Saluto Ange-lico meditato, interrotto solo dal Padre nostro e dal Gloria al Padre.

Il saluto, cioè l’Ave Maria, è medita-to non in se stesso o nel suo significato letterale, ma in tutti i misteri che evoca» (Ivi, p. 207).

«L’occupazione leggera delle dita (che stringono la corona) non distrae per nulla lo spirito, anzi lo stimola; al-lontana la fatica dell’immobilità…». (p. 213). «La preghiera dell’Ave (ripe-tuta) io l’abbandono deliberatamente all’automatismo, come la respirazione notturna… la relativa monotonia è qui raccoglimento, e la circolazione verba-re regolare è pace» (pp. 214, 217).

Per Francis James, teologo inglese contemporaneo, l’avversione diabolica (denunciata dai mistici) verso il Rosario nasce da questo: «Per compiere un atto così facile e proprio dei bambini e dei vecchi, come sgranare la corona, oc-corre vincere completamente il rispetto umano e l’orgoglio, i figli di Satana.

Il quale, se tanto odio nutre ver-so una simile devozione, il Rosario, è perché giustamente vi vede un abisso di umiltà e l’arma dei poveri in spirito secondo il Vangelo».

Per Papa Giovanni XXIII «Il Padre nostro, il Gloria, le Ave Maria sulle lab-bra, la visione dei misteri della vita di Gesù e della sua Madre negli occhi, il sospiro del cuore attento e in fervore: oh! che delizia questo Rosario benedet-to; oh! che sicurezza di esaudimento,

qui sulla terra e nei cieli eterni». , Di-scorsi e messaggi, II, p. 873).

Il grande scrittore cattolico francese, Paul Claudel, amò il Rosario da creden-te e da poeta. Lo chiamò «strumento di contemplazione e di vita pratica». «La Regina del cielo, diceva, la corona se l’è come staccata dalla fronte per met-terla nelle nostre mani».

Claudel afferma con audacia intui-tiva che il Rosario è Lei stessa, è Maria «che si fa per noi veicolo del nostro oc-chio e della nostra voce, che ci trascina dietro a Lei – in un ciclo che sempre ricomincia – nel suo stesso itinerario di adorazione».

«Il Rosario è Maria in persona… che si pone tutta tra le nostre dita, perché ci serviamo di Lei!». (C. Garrone, Le Sain-te Rosaire, Solesmes, 1965, p. 2).

Il romanziere A. J. Cronin, scrive-va: «Mettiamo subito in chiaro una cosa: io non sono un uomo di molte preghie-re. Ma c’è una cosa a cui sono sempre rimasto fedele nella mia vita: ogni sera recito il Rosario. Il Rosario è la preghie-ra della famiglia. Credo d’aver potuto sormontare alcune difficoltà ed alcuni periodi di scoraggiamento solo perché recitavo il Rosario».

E veramente toccante questa espres-sione, tra le tante a riguardo del Rosario, di Enrico Medi, scienziato. «Diciamo il Rosario: il Cuore di Maria palpita ac-canto al nostro cuore, nella sua presen-za invisibile ma vera. Posiamo il nostro capo sul tuo petto, o Madre, sentiamo i battiti del tuo Amore, come bambini in festa riposiamo in Te, gioia dei nostri cuori». «Il Rosario! Lo abbiamo stretto forte forte nei momenti del dolore, lo

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abbiamo composto tra le mani giunte di chi, fra le nostre lacrime, ci ha la-sciato per dormire in Cristo, nell’attesa della resurrezione» (E. Medi, Il grande tesoro, p. 125, 19).

Ritornando a Paolo VI, il Papa cui ca-pitò la sofferenza di presiedere la Chie-sa in quello che Wolfang Beinert, teolo-go tedesco, chiamò “il decennio senza Maria”, soprattutto nel dopo Concilio, di cui stiamo preparandoci a celebra-re il cinquantesimo. L’epoca, cioè che comincia nel 1964, con l’approvazione della Lumen Gentium e la conseguente “reazione di rigetto” da parte di certa intellighenzia non solo verso la devo-zione, ma, talvolta, verso la stessa ma-riologia cattolica.

Quella sorta di “inverno mariano” terminò nel febbraio del 1974, con la pubblicazione della “Marialis cultus”, l’Esortazione apostolica firmata, ap-punto, da Papa Montini.

A conferma di una sorta di ecclis-se che sembrò velare la presenza del-la Vergine nella Chiesa, qualcuno ha citato l’esempio significativo delle As-semblee dei Vescovi dell’America lati-na a Medellin (1969) e a Puebla (1978): mentre negli Atti del primo incontro il nome di Maria non appare mai, nel documento finale di Puebla si legge in-vece: «per mezzo di Maria Dio si fece carne. Senza di lei, il Vangelo si disin-carna, si deforma, si trasforma in ideo-logia, in razionalismo spiritualista».

Ma la svolta si era avuta quattro an-ni prima, proprio con quella “Marialis Cultus” che “scioglie le nevi” e che ha per titolo la seconda delle parti in cui si articola. In questa si parla dei “pii esercizi dell’Angelus Do-mini e del S. Rosario”. E qui Paolo VI dice di riconoscersi del tutto nell’affermazione del suo predecessore, Pio XII: «La corona della Beata Vergine è il compendio di tutto quanto il Vangelo» (cf. MC, 42, cit. Pio

Da quando la Madonna ha ispirato il Rosario a San Domenico, nel sec. XIII, i Papi hanno fatto a gara ad esortarne la recita.(foto a lato: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI).

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XII, Lett. Philippinas insulas, AAS., 38 (1946), p. 419).

E sarà il suo successore, Papa Gio-vanni Paolo II, che verrà beatificato il primo di maggio p. v., che coinvolgerà tutta la Chiesa Cattolica, con l’indizio-ne dell’anno del Rosario (2002), a in-crementarne la recita, “a prendere la corona in mano, con la fede di coloro che ci hanno preceduto”.

Nella lettera apostolica, che in quell’anno donava al mondo, vero do-cumento della sua filiale devozione a Maria, dal titolo “Rosarium Virginis Ma-riae”, egli proponeva nella recita della corona soprattutto due finalità: l’unità della famiglia e la pace nel mondo.

Anche Papa Benedetto XVI, più vol-te ha esortato a questa pia pratica del Rosario. In un messaggio ai giovani d’Olanda (21.11.2006) scriveva: «Se non sapete pregare, chiedetelo al Si-gnore stesso di insegnarvelo e doman-date alla sua celeste Madre di pregare con voi e per voi. La recita del Rosa-rio può aiutarvi ad imparare l’arte della preghiera con la semplicità e la profon-dità di Maria».

E in visita al Santuario del Divi-no Amore, a Roma, nello stesso anno, espresse la gioia di recitare il Rosario con i fedeli ed esprimere con esso il de-voto affetto per la Vergine Maria.

Uguale invito espresse nell’Incontro mondiale delle famiglie a Valencia, in Spagna e all’Udienza generale, nel me-se di maggio, rivolgendosi ai giovani, ai malati e agli sposi novelli: “Invito a va-lorizzare questa preghiera tradizionale mariana che aiuta a meglio compren-dere i momenti centrali della salvezza operata da Cristo». •••

“Maria guida all’Eucaristia”La Chiesa non celebra mai l’Eu-

caristia senza invocare a più riprese l’intercessione della Madre del Signo-re. Ad ogni Messa, Maria offre come membro eminente della Chiesa, non solo il suo consenso già dato all’In-carnazione e alla Croce, ma anche i suoi meriti e la presente interces-sione materna e gloriosa (cf Marialis Cultus, n. 20).

L’enciclica “Madre del Redentore” di Giovanni Paolo II afferma che la maternità spirituale di Maria “è parti-colarmente avvertita e vissuta dal po-polo cristiano nel sacro Convito – ce-lebrazione liturgica del mistero della Redenzione - nel quale si fa presente Cristo, il suo vero corpo nato da Ma-ria Vergine ” (RM, n. 44).

E così continua: “Ben a ragione la pietà del popolo cristiano ha sempre ravvisato un profondo legame tra la devozione alla Vergine santa e il cul-to dell’Eucaristia: è, questo, un fatto rilevabile nella liturgia sia occidenta-le che orientale, nella tradizione del-le Famiglie religiose, nella spiritualità dei Movimenti contemporanei anche giovanili, nella pastorale dei Santuari mariani. Maria guida i fedeli all’Euca-ristia” (RM, n. 44).

Questo ufficio carismatico di Ma-ria, non solo non allontana il fedele da Gesù, ma lo guida maternamen-te alla comunione sacramentale con Lui, come offerta di grazia per una vita cristiana di testimonianza ar-monica e forte.

• • •

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La meditazione dei misteri del Rosario ci introduce nel cuore del mistero euca-ristico, che offre a noi i frutti del sacrificio di Gesù sulla Croce a cui Maria non è estranea, ma associata, come cooperatrice al merito universale di Gesù.

sopra: Crocifissione di Gesù circondato dagli angeli che ne raccolgonoil Sangue.a lato: Ultima Cena di P. Rubens (part.).

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Il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale si terrà nella città di Anco-na dal 3 all’11 settembre di quest’an-no. Il tema scelto è: «Signore da chi an-dremo?». La frase è la prima parte del-la risposta che l’apostolo Pietro dette a Gesù al termine del suo discorso nella sinagoga di Cafarnao.

Nessun altro può essere la nostra meta se non Gesù solo, Gesù Eucaristia più precisamente, perché è Lui il nostro nutrimento e la nostra Vita.

La meditazione dei misteri del Rosa-rio ci introducono nel cuore del mistero eucaristico, a cui Maria non è estranea.

Lo Pseudo-Epifanio lodava Maria «per averci dato Cristo, pane celeste, in remissione dei peccati»; il cànone uni-versale degli Etiopi la ringraziava dicen-do: «Gloria a Maria, la quale ci ha por-tato l’Eucaristia”; Giovanni Paolo II, in Redemptoris Mater (44), scrive: «Maria guida i fedeli all’Eucaristia».

La Messa è infatti l’estensione nel tempo e nello spazio del sacrificio di Gesù sulla Croce e noi, adorando l’Eu-caristia, che è il prolungamento del mi-stero della Redenzione, possiamo giu-stamente cantare: «Ave, vero corpo na-to da Maria Vergine, veramente tortura-to e immolato sulla Croce per la nostra salvezza»!

Per opera di Maria, Dio si è fatto Uo-mo, non solo, ma è diventato Sacerdote e Vittima. Senza la carne, cioè senza la natura umana, il Verbo, il Figlio di Dio, non poteva essere Sacerdote, mediato-re tra Dio e gli uomini; per esserlo biso-gna essere uomo (Ebr. 5, 1 e 7). Senza la carne non poteva essere Vittima, per-ché per essere immolato, bisognava che avesse una natura mortale, che poteva soffrire.

Gesù Cristo solo ha compiuto il sa-crificio redentore, che consiste nella morte volontaria. Ma, per gratuita de-liberazione, Egli ha associato al suo sa-crificio la Madre.

Maria ha assistito al sacrificio, sti-molata dall’esempio del Redentore e, ispirata dallo Spirito Santo, ha fatto sue le sofferenze e le intenzioni del Figlio. Questi, a sua volta, ha unito ai propri atti quelli delle sua Mamma e li ha inte-grati con la sua offerta.

È una verità insegnata dalla teologia cristiana, confermata, approfondita ed illustrata dall’esperienza dei santi misti-ci.

Partecipando al Sacrificio Eucaristi-co, la Messa, oppure visitando il Taber-nacolo sull’altare delle nostre chiese, noi non adoriamo che Gesù, perché Lui solo è il Redentore, veramente e real-mente presente nell’Eucarestia.

ANCONA 3-11 SETTEMBRE 2011

CON IL ROSARIO AL CONGRESSO EUCARISTICO

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Maria però non è assente anche se la sua presenza è diversa. La presenza di Gesù è localizzata nell’Ostia consacra-ta, la presenza di Maria non è localiz-zata. La presenza di Gesù è la presenza del nostro Dio; la presenza di Maria è la presenza della creatura, che Dio ci ha dato per Madre e che ha unito al-la diffusione della Redenzione. Ella è presente alla Messa, in quanto unita a Gesù ed è la prima dei credenti, la più perfetta dei membri del suo Corpo Mi-stico, di cui l’Eucaristia è il sacramento di vita.

Maria, la suprema redenta, perché addirittura preservata da ogni peccato per i meriti di Gesù, è anche la suprema cooperatrice della redenzione. Lo Spi-rito Santo l’aveva spinta sul Calvario, al momento in cui, dal Cuore trafitto del Salvatore, stava per scaturire il segno della nascita della Chiesa (Gv 19,34).

Mentre Cristo diventa effettivamen-te il Capo dell’umanità intera, Maria, associata al merito universale di Gesù, viene da Lui proclamata Madre di tutti (Gv 19,26).

Ciò che Maria aveva detto nel Ma-gnificat – “tutte le generazioni mi chia-meranno beata” – è più vero che mai sul Calvario, di cui l’Eucarestia è il pro-lungamento e l’applicazione: è l’Onni-potente, che ha fatto in lei “cose gran-di” (Lc 1,49).

Qualunque sia la natura precisa dell’azione di Maria nella Messa, la Li-turgia ci permette di farcene un’idea: Ella partecipa attivamente al santo Sa-crificio; procura ai sacerdoti e ai fedeli le disposizioni per parteciparvi degna-mente e per approfittare dei suoi frutti.

A questo riguardo, un antico testo di S. Efrem, diacono, riporta questa pre-ghiera alla Madonna: «Purificami da ogni macchia del corpo e dell’anima e rendimi degno nel tempo presente di partecipare al Corpo e al Sangue imma-colato del tuo Figlio e tuo Dio».

I santi ricorrevano a Lei, affinché im-prestasse loro i suoi sentimenti per rice-vere il Signore e per accompagnare con le sue stesse disposizioni la celebrazio-ne eucaristica, che ci colloca realmente sul Calvario, come ci insegna San Paolo (I Cor. 11,26).

Rivolgendo il nostro cuore alla Regi-na del Cielo con la recita del Rosario,

lo rendiamo certamente più disposto alla sua azione di Madre degli uo-mini; partecipando attivamente al-le sue intenzioni, ci rendiamo più idonei alla realizzazione dei suoi scopi che sono gli stessi di Cristo. Quindi la nostra unione a Maria, nel santo sacrificio della Messa, è reale mediazione di grazia.

(marianus).

Le Vergine in adorazione dell’Eucaristiadi J.A. Dominique (Louvre, Paris).

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Non è il potere che redime, ma l’amore! Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori.

Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini (Benedetto XVI).

Aiutami, Dio, ad essere un cristiano vero, che non ha vergogna né paura di mostrare al mondo intero la croce.

Dalla Croce per noi è nata la Vita.

Le brevi meditazioni dei misteri sono di Papa Giovanni XXIII, in aggiunta alla Lettera Apostolica: Il Rosario per la pace delle na-zioni (1961).

LA NOSTRA ESPERIENZAnei misteri del dolore

AVE CROCE

UNICA

SPERANZA

Vespri della Prima Domenica di Passione

Nel mistero dell’agonia di Gesùnell’orto degli ulivi

La scena del Getsemani, l’orto degli ulivi, incoraggia lo sforzo della volontà ad accettare la sofferenza: Non la mia volontà, ma la Tua (Lc. 22,42).

Parole strazianti che insegnano co-me si soffre, e danno l’ultimo tocco all’acquisto dei meriti più distinti.

Ma esse sono altresì conforto inte-riore e verace per tutte le anime, che soffrono i dolori più acuti e misteriosi.

In questa luce, quali sfumature di confidenza e di tenerezza acquista l’in-vocazione a Maria, che ha provato que-sto cocente dolore, in unione al suo Fi-glio Gesù!

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Nel mistero della flagellazionedi Gesù legato alla colonna.

Questo mistero propone il ricordo dello spietato supplizio delle battiture sulle membra immacolate e innocenti di Gesù.

Il composto umano è fatto di anima e di corpo: il corpo subisce le tentazio-ni più umilianti, ed anche la volontà debole può lasciarsene trascinare. C’è dunque in questo mistero il richiamo alla salutare penitenza, che deve avvol-gere e proteggere la vera salute dell’uo-mo, nella sua totalità di essere corpora-le e spirituale.

Ne deriva un grande insegnamen-to per tutti. Noi non siamo chiamati al martirio cruento, ma alla disciplina costante, quotidiana delle passioni. Per questa strada si arriva alla rassomiglian-za sempre più perfetta con Gesù Cristo, e alla partecipazione dei suoi meriti.

Nel mistero della coronazione dispine nel pretorio di Pilato

È il mistero la cui contemplazione meglio si addice a coloro che portano il peso di responsabilità gravi nella cura delle anime… e fa pensare alle gravi re-sponsabilità di chi ha ricevuto maggio-ri talenti, ed è tenuto a farli fruttificare in esercizio continuo delle sue facoltà, della sua intelligenza.

Il servizio del pensiero, cioè l’impe-gno che si richiede a chi ne è più dota-to, a luce e a guida degli altri, dev’esse-re portato alla pazienza, respingendo le tentazioni dell’orgoglio, dell’egoismo, della disgregazione che demolisce…

Preghiera, dunque, intensa per i prìncipi del popolo, che appartengono all’ordine religioso e civile; e anche per chi ha responsabilità della penna, del pensiero, della creazione artistica.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 2011 23

Nel mistero della Crocifissione edella morte, sul Calvario.

Vita e morte rappresentano i due punti preziosi e orientativi del sacrifi-cio di Cristo: dal sorriso di Betlemme, che vuol aprirsi a tutti i figli degli uo-mini al loro primo apparire sulla terra, al sospiro finale, che raccoglie in sé tut-ti i dolori per santificarli, tutti i peccati per cancellarli. E Maria sta accanto alla croce, com’era accanto al Bambino di Betlemme.

Preghiamola questa pia Madre, af-finché essa stessa preghi per noi ades-so e nell’ora della nostra morte. Qui è adombrato anche il grande mistero dei peccatori ostinati, degli increduli, di quelli che non ricevettero né riceve-ranno la luce del Vangelo… il Sangue preziosissimo di Gesù versato per tutti gli uomini, doni a tutti la salvezza e la conversione: “Sangue di Cristo, pegno di vita eterna.

Nel mistero del cammino versoil Calvario, con la croce.

La vita umana è un pellegrinaggio continuo, lungo e pesante. Su, su per il colle sassoso, sulla strada a tutti segna-ta. In questo mistero il Cristo rappresen-ta il genere umano. Guai se non ci fosse la croce per ciascuno: l’uomo sarebbe tentato di egoismo, di edonismo, di in-sensibilità e soccorrerebbe.

Il frutto che viene dalla contempla-zione di Gesù, che sale al Calvario, è quello di accogliere e baciare la croce, portandola con generosità e traspor-to, secondo le parole dell’Imitazione di Cristo: «Nella croce sta la salvezza, nella croce sta la vita, nella croce sta la protezione dai nemici, l’effusione di una celeste soavità» (L. 2, XII,2).

Abbiamo davanti agli occhi l’im-mensa schiera dei tribolati d’ogni spe-cie: per tutti chiediamo forza.

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Nella corrispondenza delle zelatrici c’è sempre la richiesta di preghiere, a suffragio delle socie defunte, e la

bella notizia, che pure spesso ricevia-mo con piacere, è che molto sovente

sono le figlie che prendono il posto della loro mamma nell’Associazione.

NELLA CASA DEL PADRE

ANTONIA PISCHEDDA

di S Maria Coghinas

15. 01.1919 18.02.2011

Albagiara: Atzei Regina;Atzara: Manca Mele Antioca, Porceddu Sisinnia, Lai Grazia;Bessude: Cabras Anna; Bottidda: Licheri Pierina, Iba Tonna;Cagliari (S. Antonio): Piras Antonina;Cuglieri: Farina Antonicca;Decimomannu: Loddo Maria, Simbula Ausilia, Pilloni Mariuccia, Garofano Maria; Donori: Spada Vincenza;Dualchi: Contini Maria;Fonni (S. Maria dei Martiri): Cugusi Rita, Duras Maria, Curreli Antonia, Nonne Filomena;

Guamaggiore: Tisanu Chiarina;Iglesias: Mossa Maria Giovanna, Marcus Anna;Lei: Cadeddu Giovannantonia, Fadda Salvatorangela in Pintori, Lunamatrona: Tuveri Maddalena;Meana Sardo: Cadeddu Caterina;Nule: Dettori Rimedia, Manca Angelina, Mellino Angelina, Satta Andreina;Nurallao: Mura Antonio; Nuxis: Mereu Itala;Pirri (S. Pietro): Fanti Aldina, Chessa Dolly;S. Maria Coghinas: Sassu Giovannina;Sarule: Ledda Michela, Soro Gonaria, Bande Grazia, Soro Maria, Brandinu Maria, Porcu Pietruccia.Sedilo: Putzolu Lucia, Cocco Francesca, Meloni Sebastiana, Agus Michelina;Selargius: Marras Margherita;Sindia: Marongiu Michela;Sinnai: Anneda Augusto;Stintino: Succu Jolanda.

Fedele devota della Madonna e assi-dua alla recita del S. Rosario. È stata mo-glie e madre esemplare. Assieme ai fami-liari e alla Comunità parrocchiale, anche noi del Rosario Perpetuo la ricordiamo nella preghiera. (La zel. Gavina Pes).

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MARIA PILLITU

Serramanna 23. 05. 1927

Villasor 21.11. 2010

ROSA FLORIS

di Onifai

04. 03.1928 12.09.2010

CARMELA MEREU

di Ortacesus

17.07.1924 05.10.2010

GRECA MONTIS

di Villa S. Pietro 18.01.1924 12.01.2011.

Fedele da tanti anni all’Ora di Guar-dia del Rosario che “prese in consegna” alla morte della sua mamma.

Rosa aveva 82 anni quando è torna-ta alla Casa del Padre. Donna di viva fe-de e di grande devozione alla Madonna e al Sacro Cuore di Gesù.

La raccomandiamo alle preghiere di tutti. Sarà la figlia Anna che, a sua volta, continuerà a fare l’Ora di Guardia.

(La zel. Sivana Porcu).

Dopo una breve malattia, è mancata all’affetto dei suoi cari. Siamo tutti ad-dolorati, ma sereni, pensando che sei lassù, con il tuo amato figlio, e sicuri che stai vegliando su di noi e preghi per noi. Fedele nel Signore, sei stata mo-glie, mamma e nonna amorevole. Hai lasciato un ricordo incancellabile.

La figlia Baldina che prende il posto della cara mamma nell’Associazione.

(La zel. Caterina Piseddu).

È tornata alla Casa del Padre dopo molte sofferenze la nostra cara socia Maria. Devotissima della Madonna e di Gesù Eucaristia che riceveva spesso.

È stata una donna buona, semplice e generosa. Ha vissuto la sua vita nella Volontà di Dio cercando di corrispon-dere con opere di bene.

Con la figlia Luisella Perria che è no-stra consorella, noi dell’Associazione ci uniamo alle preghiere di suffragio.

(La zel. M. Paola Arisci).

Mamma affettuosa, ha vissuto dedi-candosi con cura al bene della famiglia e, con viva fede ha affrontato la vita che le ha richiesto sofferenze e sacrifici.

I figli, generi e nipoti assieme agli adorati pronipoti, la ricordano ricono-scenti con grande affetto.

Devotissima alla Madonna e iscrit-ta da molto tempo all’Associazione ha partecipato fedelmente all’Ora di Guar-dia del Rosario. Una preghiera.

(La zel. Marisa Porcu).

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RACHELE ORRÙ

Villaurbana 16.11. 1923 Villa S. Pietro 14.01.2011

MARIA PRINZIS

di Villa S. Pietro 24.10.1921

febbraio 2011.

GIOVANNA BRUNDU

di Sa Mela (Erula)

1919 20.12.2010.

MARGHERITA MARRAS

di Selargius

m. 4 marzo 2011.

Iscritta all’associazione del Rosario Perpetuo aspettava con ansia il giorno dell’Ora di Guardia e il bollettino.

Vedova all’età di 29 anni ha cresciu-to, con grandi sacrifici, i suoi quattro fi-gli. Inoltre, alla morte di una cognata, si è preso cura anche dei suoi sei figli, con grande amore e dedizione.

La sua grande fede e la preghiera del Rosario l’hanno sostenuta in quegli an-ni difficili. I figli e i suoi nipoti la ricor-dano con immenso affetto. (La figlia).

Una mamma di quattro figli che si è dedicata alla famiglia senza badare a sacrifici. Il Rosario era il suo pane quo-tidiano, che, per la sua grande fede, non tralasciava mai.

Nell’ultimo periodo della sua vita aspettava a casa, ogni primo venerdì del mese, di ricevere la S. Comunione con viva devozione.

La ricordiamo con riconoscenza per l’esempio che ci lascia.

(La zel. Marisa Porcu).

Era iscritta da tanto tempo all’Asso-ciazione del Rosario Perpetuo.

La ricordiamo come donna di fede: ha saputo offrire sempre i suoi sacrifici e fatiche a Cristo Crocifisso e alla San-tissima Vergine per il bene della sua fa-miglia e di tutte le persone che l’hanno conosciuta e stimata.

È stata sempre buona verso il pros-simo e in particolare verso i sofferenti. Ricordiamola con affetto al Signore.

(La zel. Roda Mariolina).

All’età di 91 anni, dopo breve malat-tia, è tornata alla Casa del Padre la mia cara mamma, socia del Rosario Perpe-tuo fin dal 1961.

Sempre assidua all’Ora di Guardia e vera devota della Madonna del Rosario, lascia a tutti noi l’esempio di una vita vissuta nella fede cristiana, nella pre-ghiera costante e nell’amore premuro-so verso tutti.

Ricordiamola nella preghiera.(la figlia M. Antonietta Marras).

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NICOLAVA SULAS

di Anela 01.10.1922

06. 09. 2010

ANTONIAANGELA DENTI

di Anela 13. 06. 1930 06. 09. 2010

È tornata alla casa del Padre dopo una lunga e sofferta malattia.

Era iscritta da tanti anni all’Associa-zione del Rosario Perpetuo a cui era or-gogliosa di appartenere. La ricodiamo nella nostra preghiera al Signore.

(La zel. M. Grazia Bellai)

Dopo breve, ma sofferta malattia, ci ha lasciati la nostra sorella.

Era una socia fedele e costante del Rosario Perpetuo. I familiari e tutta l’As-sociazione la ricordano con stima e af-fetto nel Signore.

(La zel. M. Grazia Bellai)

DECIMOMANNU (CA)

Nella nostra comunità sono manca-te, all’affetto dei loro cari e nostro, quat-tro sorelle, iscritte da molti anni al Ro-sario. Ognuna ha avuto lunga vita, sono passate tra tribolazioni e sacrifici dando esempio di fede e di umiltà e spronan-doci, con la loro saggezza, a proseguire bene il nostro cammino di vita.

Da tutte invochiamo preghiere, es-sendo loro già vicine al Padre celeste.

Si chiamano: Loddo Maria, Simbu-la Ausilia, Pilloni Mariuccia e Garofano Maria. Ecco le foto di due di loro!

(La zel. Anna Mocci ).

MARIUCCIA PILLONI

Decimomannu25.10.193127.10.2010

MARIAGAROFANO

Decimomannudi 88 anni

Aveva 92 anni, quando è mancata all’af-fetto dei suoi cari, la nostra cara zia Ema-nuela. Da sempre devota a Maria Santissi-ma e dedita alla preghiera del S. Rosario. la sua scomparsa ha lasciato profonda af-flizione nelle sue due figlie. Vero esempio di fede profonda durante tutta la sua lunga vita! Noi tutti dell’Associazione la ricordia-mo con affetto (La zel. Graziella Serventi).

EMANUELA SENIS

di Perdaxius

22.11.1918

02.02.2011

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 201128

ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO

LE NUOVE ISCRITTEun cordiale benvenuto alle nuove iscritte che vengono a far parte della nostra

associazione di preghiera.

Atzara: Todde Maria, Muggianu Gio-vanna fu Giuseppe;Baratili S. Pietro: Lecis Marcella, Car-boni Gabriella, Fanari Mercede, Terra Danila;Bessude: Chessa Giovannangela, Piga Grazia;Bono: Carta Anna, Mele Raimonda, Mundula Maria Antonietta, Turis Igna-zia, Turis Michela, Fae Franca, Gioia Margherita, Mereu Adele;Burcei: Pomenti Nunzia, Concas Adele (Linetta), Sanna Giovanna, Lusso Patrizia;Cagliari (Carmine): Pes Maria Laura; Argiolas Patrizio;Cagliari (S. Antonio): Giacomini Franca;Collinas: Lisai Antonella;Decimomannu: Osana Teresa, Ligas Gre-ca, Lisci Agnese, Brancato M. Teresa;Dualchi: Deriu Margherita;Galtellì: Angela Succu;Guamaggiore: Vargiu Annalisa, Porru M. Efisia, Masala Alessia, Pilia Marina;Iglesias: Bilai Rosanna, Atzori Grazia-na; Massa Cinzia, Mura Maria, Caboni Maura, Angius Paola;Monti: Cossu Satta Maria, Mannu Car-mela, Izoni Vanna, Seddai Murrai Ma-ria Antonia;

Nule: Sechi Luciana, Dessena Maria, Campus Gavina;Nurallao: Marongiu Antonio, Spiga Carlo, Dessì Savina, Cannas Silvana;Onifai: Succu Pasqua, Sini Anna;Sarule: Mulas M. Teresa, Pirisi Franca, Mulas Pasquala, Vera Giuseppa.Sedilo: Marongiu Rosaria, Floris Clau-dio, Lazeroni Sandra;Selargius: Floris Gabriella, Sulis Rita, Spano Irma, Murgia Teresa ;Sennori: Rubato Lucia;Settimo San Pietro: Tappara Santina;Siliqua: Pisu Maddalena;Sinnai: Orrù Luigia in Pisu, Perra Mer-cedes, Mucceli Maria in Palmas;Siurgus Donigala: Utzeri Lucia, Deso-gus Giusy;Stintino: Loriga Cristina;Villanovafranca: Saheddu Onorina, Cuccu Michela;Villasor: Soi Lina, Vargiu M. Carmela, Secchi M. Cristina, Marras Margherita, Zorco M. Vittoria, Pistis M. Bonaria;Villaspeciosa: Loddo Pinuccia, Camba-rau Anna, Deidda Antonella, Murtinu Giuseppina, Frau M. Rosaria, Ena Lu-ca, Farci Anna, Pili Zita, Aroni M. Tere-sa, Porta Franca.

RICORDO alle gentili Zelatrici che ogni iscritta all’Associazione deve avere, possibilmente, la propria pagellina d’iscrizione. Se ci fosse qualcuna che non ce l’ha oppure l’avesse smarrita, è bene fargliela avere. Ugualmente per il libretto dell’Ora di Guardia. È bene che ogni iscritta abbia il suo. Grazie!

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 2011 29

dalla corrispondenza delle zelatrici

TESTIMONIANZE VARIE

SARULE (NU).

La signora Rosaria Piu, la zelatrice dell’Associazione del Rosario Perpetuo non sta tanto bene di salute. Per questo, gentilmente, è stato passato l’incarico di zelatrice a me Maria Teresa Mulas e a Franca Pirisi come vice zelatrice.

Incarico che abbiamo accolto volen-tieri, per amore della Madonna.

L’associazione del Rosario a Saru-le ha avuto inizio nel 1938 e tutt’ora è presente con un buon numero di socie.

La prima domenica di maggio e la prima di ottobre si fa l’Ora di guardia con la recita di tutte le corone del Rosa-rio, dinanzi a Gesù Eucaristia, solenne-mente esposto e aggiungiamo anche la recita della supplica alla Madonna.

Le socie ricevono il bollettino di col-legamento e hanno la pagellina d’iscri-zione. Con l’offerta delle socie aiutia-mo le suore missionarie di Sarule. Sr Virginia Piu, sorella della sig.ra Rosaria, che è in Perù, sr Marcella Cheri in Co-lombia; sr Albina Bande in Argentina; sr Delia Maria in Brasile.

Un po’ di impegni li abbiamo: aiu-tiamo anche il gruppo giovani-missio-nari di Sarule. Nella vigna del Signore c’è da lavorare! Mentre ci affidiamo al Signore vi salutiamo cordialmente. Vi saluta tanto la Signora Rosaria Piu.

Le zelatrici M. Teresa e Franca.

DECIMOMANNU (CA).

Verso la fine di dicembre ho ricevu-to i bollettini del Rosario che ho distri-buito alle socie. L’anno nuovo è inizia-to con la celebrazione della più gran-de solennità mariana: Maria Santissima Madre di Dio e anche Madre nostra. In parrocchia, per l’occasione, ci siamo ri-unite di sera dinanzi al SS. Sacramento, guidate dal nostro parroco, per pregare e lodare il Signore. È stato bello iniziare così il nuovo anno.

Nella nostra comunità sono manca-te, all’affetto dei loro cari e nostro, quat-tro sorelle iscritte da molti anni al Rosa-rio. Che dire di queste sorelle? Ognuna ha avuto lunga vita, sono passate tra tri-bolazioni e sacrifici dando esempio di fede e di umiltà e spronandoci, con la loro saggezza, a proseguire bene il no-stro cammino di vita. Da tutte invochia-mo preghiere, essendo loro già vicine al Padre celeste. Si chiamano: Loddo Maria, Simbula Ausilia, Pilloni Mariuc-cia e Garofano Maria.

Di due di loro le mando le foto (vedi accanto).

Unita alle altre iscritte la ricordiamo nella preghiera e la salutiamo cordial-mente tutti gli appartenenti all’Associa-zione del Rosario. È la corona che ci unisce tutti alla Madonna!

La zelatrice Mocci Anna.

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VILLANOVAFRANCA

Anche quest’anno il Signore mi ha dato la forza di fare il mio dovere di ze-latrice per la distribuzione dei bollettini con altre persone buone che mi hanno aiutato… Il Rosario si recita tutti i gior-ni in chiesa d’accordo con il sacerdote; l’Ora di Guardia la facciamo ogni pri-ma domenica del mese.

Sono poche le persone che possono partecipare: molte sono anziane, le gio-vani hanno una famiglia da seguire.

Io e mia figlia facciamo l’Ora di Guardia anche in casa e spero che le al-tre socie facciano altrettanto. L’aposto-lato che state facendo con i bollettini è meraviglioso e dà tanto coraggio a fare l’Ora del Rosario con piacere.

Al Rosario che si fa tutti i giorni in chiesa c’è molta partecipazione. Co-me le ho detto un’altra volta, la festa del Rosario la organizzano i confratelli della Confraternita: anche loro recitano il Rosario, assieme al sacerdote, ogni volta che c’è un funerale e per tutte le processioni dei santi.

Anche quest’anno le socie hanno fatto il pellegrinaggio a piedi alla chie-setta della Madonna, che abbiamo in campagna, recitando il Rosario e ad in-tervallo anche dei canti.

Come lei mi ha suggerito, mi faccio aiutare da una nuova zelatrice che mi sta anche aiutando ad aggiornare i nuo-vi registri. Quando io non ce la farò più, sarà lei a pensare a tutto, aiutata anche lei da altre persone buone.

A me sembra di averle descritto tutta la situazione. Il Signore ci aiuta sempre. Io, da quando è guarita mia figlia mi sto riprendendo bene, anche se ho già compiuto 84 anni. Mia figlia è guarita e ringraziamo tutti i giorni il Signore nelle

nostre preghiere. Le chiedo il favore di farlo anche lei, perché la grazia che ci ha fatto è grande.

Riceva anche i saluti delle socie. La zel. Mafalda Marras.

CAGLIARI. S. Domenico

Riponiamo grande fiducia nell’aiuto che ci assicura la Madonna! Con la pre-ghiera ci accostiamo a Lei con l’intento di lodarla e ringraziarla conveniente-mente, ma poi ci si accorge che finiamo con il chiedere altre grazie.

Incoraggiati come siamo dalla sua “onnipotenza di grazia” non manchia-mo di chiedere a Colei che è più pronta a darci che noi a chiedere.

Riteniamo che un ottimo modo per ringraziarla e per chiedere nuove grazie sia l’Ora di Guardia comunitaria che facciamo ogni primo sabato del mese. Per questo cerchiamo di essere fedeli e costanti nel praticarla e il numero dei presenti è sempre buono.

Teniamo a sottolineare l’importanza della contemplazione dei misteri e per-ciò prima della recita delle Ave Maria, ascoltiamo attentamente il breve com-mento che il sacerdote ci fa dopo la let-tura del brano del vangelo che riguarda ogni singolo mistero. Facciamo il can-to dei misteri e mettiamo in evidenza, con il canto, il Gloria, per ubbidire a quanto suggerisce la lettera apostolica sul Rosario che presenta il Gloria come “culmine della contemplazione”.

Con le litanie facciamo sempre an-che l’atto di consacrazione, riportato dal libretto e perciò è sufficiente la me-ditazione di una corona sola per rico-prire la nostra ora di preghiera per l’As-sociazione.

(Rosariante Luigi A.).

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VILLASPECIOSAParrocchia Beata Vergine Assunta.

Il 6 novembre 2010 è stato tra noi Pa-dre Eugenio Zabatta, direttore regionale del Rosario Perpetuo. Oltre al gruppo del Rosario erano presenti il parroco, Don Fabio, alcuni membri della con-fraternita “Beata Vergine del Rosario” e numerose altre persone.

Dopo la presentazione da parte del parroco, ha preso parola Padre Eugenio spiegando le finalità dell’Associazione del Rosario Perpetuo e la sua storia, e infine come San Domenico diffuse que-sta devozione alla Madonna.

L’importanza della meditazione dei misteri, durante la recita del Rosario, ci è stata presentata attraverso l’esempio di Maria che custodiva e meditava nel suo cuore tutti gli eventi del Signore ed è stata sempre disponibile alla volontà di Dio.

Maria è nostra madre e nostra mae-stra e guida da seguire, da imitare e da amare con affetto filiale.

L’incontro in chiesa con l’Ora di

Guardia, guidata dal P. Zabatta, che ha commentato i singoli misteri, è stato motivo di gioia per tutti. Con rinnovato slancio e con più profonda conoscenza dell’amore di Dio abbiamo rinnovato i nostri propositi e la nostra consacrazio-ne. Anche l’omelia del padre, incentra-ta comunque sul tema della Madonna, durante la S. Messa, concelebrata da Don Fabio, è stata seguita da tutti con viva attenzione.

Il parroco Don Fabio, la zelatrice del Rosario Perpetuo e la Comunità di Vil-laspeciosa ringraziano P. Eugenio per la gradita visita e per averci donato questi intensi momenti di salutare riflessione mariana. Che la Madonna ci aiuti e ci benedica sempre!

La zel. Noemi e l’Associazione

ASSOCIATI DEL ROSARIO PERPETUO DI VILLASPECIOSA

Arba Custodia, Boi Vitalia, Cambarau Anna, Casti Mariolina, Coraddu Bruno, Cuccu Noemia (zelatrice) Deiana Anna, Deidda Anna, Deidda Antonella, Deidda Gesuina, Denotti Gabriella, Ena Antonio, Ena Teresina, Fenza Candido, Fenza Gene-sio, Flumini Giovanna, Iva Todaro, Loddo Pinuccia, Mallei Delfina, Mameli Eugenio, Mameli Rosina, Massidda Angela, Massid-da Maria, Massidda Salvatore, Melis Anto-nietta, Melis M. Bonaria, Murru Francesca, Olla Chiarina, Orrù Amedeo, Pardu Gra-ziella, Pardu Salvatore, Picciau Clelia, Piras Agnese, Piras Pasquale, Piras Teresa, Pod-da Graziella, Sanna Barbara, Sanna Carlo (zelatore) Samma M. Rosaria, Scano Raffa-ele, Secci Antonello, Sedda Caterina, Sed-da Marcella, Sedda Maria, Sedda Piergior-gio, Serreli Donatella, Siddi Assunta, Spiga Giancarlo, Suella Rosa, Virgilio Antonina.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 201132

IL ROSARIO VIVENTEAssociazione mariana per ragazzi e giovani

Nei giorni di Quaresima, per prepa-rarci alla Pasqua e ricevere degnamente Gesù nell’Eucaristia, cerchiamo di fare molte opere buone.

Gesù ci giudicherà in particolare sull’amore che abbiamo avuto per gli altri. Dirà: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete da-to da bere, avevo…”. Lo puoi leggere nel vangelo di S. Matteo al capitolo 25, 31-46.

Importante notare il motivo del bene che dobbiamo fare. Lo dice Gesù stes-so: “Quello che avete fatto ai miei fra-telli, l’avete fatta a Me”. Cioè il bene che facciamo agli altri, Gesù lo consi-dera come fatto direttamente a Lui e ce lo ricompensa.

Perciò, in certo modo, dobbiamo saper vedere Gesù stesso presente nei genitori, negli insegnanti, negli amici e in tutti i compagni. Quando faccio loro un favore… o uno sgarbo… io lo faccio a Gesù stesso ed Egli ci ricompenserà con il Paradiso.

Le occasioni per fare molte opere buone non mancano mai. Cerchiamo, prima di tutto, di pregare con attenzio-ne e avremo la forza di compierle.

La nostra coroncina, per la recita del mistero, l’abbiamo apposta per questo.

Cerchiamo di recitarla spesso!

Dalla Quaresima alla Pasqua

con il Rosario

vieni anche tu a far parte del

Rosario Vivente !

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 2011 33

Accogliamo e Meditiamola Parola di Dio

Più volte, ai suoi discepoli e alle fol-le che lo seguivano, Gesù ha parlato dell’importanza della Parola di Dio che va ascoltata e realizzata.

La Parola di Dio è talmente certa che non può non avverarsi in tutto: neppure un ‘apice’, un virgola diremmo noi, re-sterà inadempiuta.

In Gesù si è compiuto pienamente quanto la Parola di Dio aveva predetto e che i profeti avevano annunziato. Ge-sù stesso, nella Sinagoga di Cafarnao, dice di Sé stesso: «Oggi si è adempiuta ai vostri orecchi questa Parola”.

È importante allora accogliere la Pa-rola di Dio, il Vangelo in particolare che ci viene letto durante la Messa, perché cerchiamo di fare quanto ci chiede.

Ecco allora i modi giusti per acco-glierla:

1. Accogliere la Parola di Dio con desiderio, perché va accolta come si accoglie una persona un amico: Gesù è la Parola vivente di Dio.

2. Accogliere la Parola di Dio con fede, convinti che essa ci indica la strada giusta da percorrere per cre-scere, per maturare, per diventare veri uomini, veri cristiani.

3. Accogliere la Parola di Dio con umiltà, come Maria, la quale, dinanzi ad un annunzio, che viene da Dio, si mette a disposizione per fare quanto chiesto da Lui.

4. Accogliere la Parola di Dio con la decisione di convertirsi, togliendo dalla nostra vita tutto ciò che ci im-pedisce di vivere come Dio ci chiede nei comandamenti.

Dalla Quaresima alla Pasqua

Quando, recitando il Rosario, di-ciamo il Padre nostro e l’Ave Maria ri-cordiamo a noi stessi due verità:

1. Che il Signore ci perdona come noi perdoniamo gli altri.

2. Che la Madonna prega per noi peccatori.

Sono due “notizie” preziosissime! Sentire la necessità di essere perdo-nati da Dio e ricordarci che la Ma-donna prega per noi è veramente consolante. Renderci poi conto che il nostro bene è in misura del bene che noi facciamo agli altri, è il primo pas-so verso il bene.

Chi sente il bisogno del perdono:a. sa umilmente riconoscere di

avere sbagliato e quindi vuole cor-reggersi;

b. sa di avere fatto delle azioni che non piacevano al Signore e ha deciso di non farle più;

c. sa che solo con Dio si può di-ventare perfetto e ci si potrà salvare;

d. sa che non si può desiderare che gli altri siano buoni con noi se noi non siamo buoni con gli altri.

Ma attenzione! Non si tratta solo di ricordarci che siamo peccatori, ma è importante sapere che Dio ci per-dona perché ci vuole bene. Come ro-sarianti, abbiamo scelto come guida sicura e maestra Maria per andare in-contro al Signore. È di Lei che Dio si è servito per darci Gesù suo Figlio; così si servirà di Lei per unirci a Gesù, no-stro Redentore.

Unirci a Gesù! È questa la nostra Pasqua di Resurrezione. • • •

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Il Rosario pone al centro Gesùe ce lo fa amare

Cari ragazzi e ragazze del Rosario Vivente,

avete notato voi che, a metà Ave Ma-ria, nominiamo Gesù come “frutto be-nedetto del seno di Maria”?

Il nome “Gesù”, anche nell’Ave Ma-ria è al centro. Lo faceva presente Pa-pa Giovanni Paolo II nella sua “lettera enciclica” sul Rosario (n. 33). Anche la corona del Rosario, che teniamo in ma-no, “converge verso Gesù Crocifisso”.

Non abbiamo nessun dubbio: è sem-pre Gesù al centro di tutto il Rosario.

In questa preghiera, che abbiamo fat-to nostra, noi meditiamo i misteri della Vita, Morte e Resurrezione di Gesù, con la guida materna della Madonna.

Nel Rosario, diceva Paolo VI, ci ri-volgiamo a Maria, ma per farci sentire da Gesù. E anche Giovanni Paolo II ci dice la stessa cosa quando ricorda che “Maria guida i fedeli all’Eucaristia” (RM, 44). E ci guida proprio con il Rosario, con il quale “esercita la sua premura materna verso di noi” (RVM, 7).

Nel Rosario, infatti, pensiamo so-prattutto a Gesù, nato da Lei, e a quanto Egli ha fatto per noi. È il modo migliore per prepararci a riceverLo nella Comu-nione. Egli è per noi come… il sole: “Tu sole vivo per me sei, Signore,…”.

Non dobbiamo dimenticare che «il compito di ogni discepolo di Cristo è cogliere il fulgore divino del suo Volto» (RVM nn.9 e 20).

Gesù è la luce del Mondo (Gv. 9,5), Gesù è la nostra luce e noi siamo illu-minati da Lui “che illumina ogni uo-mo”. “Il suo Volto brillò come il sole” (Mt 17,2). “In realtà è tutto il mistero di Cristo che è luce” (RVM, 21).

Ci può aiutare a capire questa imma-gine di Gesù-luce, S. Caterina da Siena che, in un suo libro intitolato: Dialogo della divina Provvidenza, rassomiglia Gesù al sole e noi a tante candeline che si accendono unendoci a Lui. Gesù, So-le vero, tutto Dio e tutto Uomo che noi adoriamo e riceviamo realmente pre-sente sotto il candore dell’Ostia.

Maria, Madre di Dio, rimane anche per i ragazzi e i giovani “icona del mi-stero cristiano”, cioè persona concreta e modello a cui fare riferimento, con imi-tazione operosa, per conformarci alla Volontà di Dio con fede coraggiosa; ma anche come Colei che, onnipotente per grazia, ci è donata come sicura media-trice, che dà forza alla nostra preghiera e ci accompagna da Gesù.

a cura della Redazione. •••

«Il baricentro dell’Ave Maria, quasi cerniera tra la prima e la seconda parte, è il nome di Gesù» (Rosarium Virginis Mariae, 33).

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I MISTERI DEL DOLORE

Con la meditazione dei Misteri dolorosi seguo la Via dolorosa di Gesù che soffre,

porta la Croce e muore sul Golgota.

Ricomponi la Corona del Rosario ri-mettendo ogni mistero al posto giusto.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXVII - maggio - agosto 201136

egina dei cieli, rallegrati! Alleluia.Cristo che hai portato nel grembo. Alleluia.È risorto come aveva predetto. Alleluia.Prega per noi il Signore! Alleluia.

Godi e rallegrati, Vergine Maria. Alleluia.Perchè il Signore è veramente risorto. Alleluia.

R

BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO (I)maggio - agosto 2011 - n. 2

p.za S. Domenico, n. 5 - 09127 CAGLIARI - IT Conto corrente postale n. 15 38 10 98

tel. 070 654 298 - cell. 339 18 22 685E.mail: [email protected]

PISTOIA,Ospedale del Ceppo:Tondo con Madonna in gloria (Giovanni Della Robbia – a.1525).