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I nuovi conti economici dell’agricoltura SEC 1995 Calcolo del valore aggiunto per la provincia di Reggio Emilia Proposte metodologiche e valutazioni Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia Sistema Statistico Nazionale 1

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Page 1: I NUOVI CONTI ECONOMICI DELL’AGRICOLTURA · richiamo delle nozioni di Contabilità Nazionale e una attenzione continua agli aspetti metodologici, anche questa edizione affronta

I nuovi conti economici dell’agricoltura SEC 1995

Calcolo del valore aggiunto per la provincia di Reggio Emilia

Proposte metodologiche e valutazioni

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

Sistema Statistico Nazionale

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Page 2: I NUOVI CONTI ECONOMICI DELL’AGRICOLTURA · richiamo delle nozioni di Contabilità Nazionale e una attenzione continua agli aspetti metodologici, anche questa edizione affronta

Studio realizzato su incarico della Camera di commercio di Reggio Emilia da: - prof. Andrea Brugnoli – Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare

– Sezione economia – Università di Bologna (sede di Reggio Emilia) che ha curato la prima parte “Nuova metodologia di calcolo del valore aggiunto dell’agricoltura (SEC 1995)” e la bibliografia;

- dr. Eugenio Corradini, - Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia - che

ha curato la seconda parte “Calcolo del valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura, silvicoltura e pesca della provincia di Reggio Emilia: valutazioni per l’anno 2000”.

Gli autori ringraziano per la collaborazione la Dr.ssa Emanuela Franzoni. Un sentito ringraziamento al dr. Domenico Ciaccia, responsabile dell’unità operativa Conti Economici dell’Agricoltura – Direzione Centrale di contabilità nazionale – ISTAT Roma, che ha curato l’introduzione.

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Con l'introduzione, da parte dell'Istat, del nuovo sistema di contabilità nazionale, SEC 1995,

sistema con cui i conti economici italiani si armonizzano con quelli degli altri Stati membri

dell'Europa, è divenuta improcastinabile l'esigenza di mettere mano al metodo di calcolo del

valore aggiunto dell'agricoltura reggiana che già dal 1986 la Camera di commercio aveva

adottato attenendosi alle regole della contabilità nazionale che allora erano rappresentate dal

SEC 1970.

Numerose sono le innovazioni che vengono dettagliatamente illustrate nelle pagine che seguono

e che sono state recepite nel calcolo per l'anno 2000, riguardante l'annata agraria reggiana, che

aggiorna il precedente effettuato sulla base della "vecchia" metodologia.

Accanto al quadro centrale costruito per consentire un confronto omogeneo con gli altri settori,

sono stati sviluppati conti - satellite che forniscono dati supplementari ed utilizzano concetti più

consoni alla natura specifica dell'attività economica agricola.

Questo studio che si conclude con la definizione del metodo per valutare la ricchezza prodotta

ogni anno dal nostro settore primario, rappresenta la base sulla quale saranno costruite le stime

di calcolo dei prossimi anni. Sarà così possibile continuare ad assicurare un'analisi significativa

anche, nel tempo, dal punto di vista dinamico.

Auspicando di aver fornito uno strumento utile alla miglior conoscenza della realtà della nostra

provincia, colgo l'occasione per esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a quanti hanno

collaborato alla realizzazione del presente lavoro.

Dr. Aldo Ferrari

Presidente

Camera di Commercio

Industria, Artigianato e Agricoltura

di Reggio Emilia

Reggio Emilia, giugno 2002

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INDICE INTRODUZIONE............................................................................................................................................................. 9

PARTE PRIMA

NUOVA METODOLOGIA DI CALCOLO DEL VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA (SEC 1995)15

PREMESSA ........................................................................................................................................................................ 17

1. CARATTERISTICHE GENERALI DEI NUOVI CONTI ECONOMICI (SEC 1995) ................................................................ 18

1.1 Unità di base.................................................................................................................................................... 18

1.2 Branca di attività agricola............................................................................................................................... 19

1.3 Misurazione della produzione ......................................................................................................................... 21

2. CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE.................................................................................................... 23

2.1 Caratteristiche generali................................................................................................................................... 23

2.2. Osservazioni in merito ai cinque gruppi che compongono la branca ............................................................ 25

2.3. Confronto tra CEA/CES e Conti Nazionali ................................................................................................... 29

3. NORME GENERALI SULLA RILEVAZIONE DEI FLUSSI DEL CONTO DELLA PRODUZIONE .............................................. 31

3.1 I conti previsti nei CEA/CES ........................................................................................................................... 31

3.2 Rilevazione della produzione........................................................................................................................... 32

3.3 Rilevazione dei consumi intermedi .................................................................................................................. 33

3.4 Operazioni sui prodotti.................................................................................................................................... 34

4. LO SCHEMA DELL’EQUILIBRIO TRA RISORSE E IMPIEGHI DELLA PRODUZIONE AGRICOLA (QUANTITÀ) .................... 37

4.1 Risorse ............................................................................................................................................................. 38

4.2 Impieghi........................................................................................................................................................... 39

5. VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE AGRICOLA E FORESTALE ................................................................................. 43

5.1 Criteri generali ................................................................................................................................................ 43

5.2. I contributi ...................................................................................................................................................... 44

5.3 Le Imposte sulla produzione e sulle importazioni ........................................................................................... 47

6. I CONSUMI INTERMEDI ............................................................................................................................................. 48

6.1 Criteri generali ................................................................................................................................................ 48

6.2 Valutazione dei consumi intermedi.................................................................................................................. 51

6.3 Classificazione dei reimpieghi e degli scambi tra aziende agricole nella realtà italiana ............................... 51

7. CONTI TERRITORIALI DELL’AGRICOLTURA............................................................................................................... 57

7.1 Aspetti Generali............................................................................................................................................... 57

7.2 Misurazione della produzione e calcolo del valore aggiunto.......................................................................... 59 7.2.1 Misurazione della produzione ....................................................................................................................................59

7.2.2 Valutazione della produzione e dei consumi intermedi..............................................................................................60

7.2.3 Valore aggiunto..........................................................................................................................................................60

7.2.4 Investimenti lordi .......................................................................................................................................................61

7.3 Osservazioni metodologiche............................................................................................................................ 62

8. CONSIDERAZIONI FINALI ........................................................................................................................................ 65

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PARTE SECONDA

CALCOLO DEL VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE... DELL'AGRICOLTURA SILVICOLTURA E

PESCA DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA............................................................................................... 69

PREMESSA.................................................................................................................................................................... 71

9. VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE..................................................................................................................... 72

10. LA PRODUZIONE.................................................................................................................................................... 76

10.1 Quadro centrale........................................................................................................................................... 76 10.1.1 Produzioni vegetali..................................................................................................................................................76

10.1.2 Produzioni animali ..................................................................................................................................................77

10.1.3 Servizi connessi all'agricoltura................................................................................................................................77

10.1.4 Attività secondarie non agricole (non separabili) ....................................................................................................78

10.2 Conto satellite.............................................................................................................................................. 78 10.2.1 Produzioni vegetali..................................................................................................................................................79

10.2.2 Produzioni animali ..................................................................................................................................................79

10.2.3 Servizi connessi all'agricoltura................................................................................................................................79

10.2.4 Attività secondarie non agricole..............................................................................................................................79

11. CONSUMI INTERMEDI ............................................................................................................................................. 81

11.1 Quadro centrale............................................................................................................................................. 81 11.1.1 Sementi e piantine ....................................................................................................................................................81

11.1.2 Energia, lubrificanti..................................................................................................................................................81

11.2.3 Concimi e ammendanti.............................................................................................................................................82

11.2.4 Antiparassitari ..........................................................................................................................................................82

11.2.5 Spese veterinarie ......................................................................................................................................................82

11.2.6 Altre spese allevamenti ............................................................................................................................................82

11.2.7 Mangimi...................................................................................................................................................................83

11.2.8 Foraggi + paglia .......................................................................................................................................................83

11.2.9 Manutenzioni attrezzi...............................................................................................................................................83

11.1.10 Manutenzioni fabbricati .........................................................................................................................................83

11.1.11 Servizi agricoli .......................................................................................................................................................84

11.1.12 Altri beni e servizi ..................................................................................................................................................84

11.2 Conto satellite................................................................................................................................................. 84 11.2.1 Sementi e piantine ....................................................................................................................................................84

11.2.2 Energia, lubrificanti..................................................................................................................................................84

11.2.3 Concimi e ammendanti.............................................................................................................................................84

11.2.4 Antiparassitari ..........................................................................................................................................................85

11.2.5 Spese veterinarie ......................................................................................................................................................85

11.2.6 Altre spese allevamenti ............................................................................................................................................85

11.2.7 Mangimi...................................................................................................................................................................85

11.2.8 Foraggi + paglia .......................................................................................................................................................85

11.2.9 Manutenzioni attrezzi...............................................................................................................................................86

11.2.10 Manutenzioni fabbricati .........................................................................................................................................86

11.2.11 Servizi agricoli .......................................................................................................................................................86

11.2.12 Altri beni e servizi ..................................................................................................................................................86

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12. VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE................................................................................................................... 87

12.1 Valore aggiunto della silvicoltura ................................................................................................................. 87

12.2 Valore aggiunto della pesca .......................................................................................................................... 87

ALLEGATI ................................................................................................................................................................... 88

APPENDICE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI................................................................................................... 91

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Introduzione

Questa pubblicazione, rappresenta un proseguimento degli studi intrapresi dalla Camera

di Commercio di Reggio Emilia a partire dagli anni 60 nel settore economico-agricolo.

La presente edizione esce arricchita dai nuovi elementi di valutazione della produzione e

del Valore aggiunto suggeriti dall'applicazione del SEC 1995 e dal Manuale CEA al settore

agricolo.

Come è avvenuto per l'edizione del 1985 nella quale fu profuso uno sforzo notevole con il

richiamo delle nozioni di Contabilità Nazionale e una attenzione continua agli aspetti

metodologici, anche questa edizione affronta con estrema puntualità e rigore scientifico le

novità metodologiche connesse all'applicazione del nuovo Sistema europeo dei conti

economici integrati (SEC 1995). Tale impianto metodologico è stato ancor meglio

esternato nel nuovo Manuale dei Conti Economici dell'Agricoltura (EAA97), messo a punto

dall'Eurostat nell'ambito del gruppo di lavoro "Conti Economici dell'Agricoltura" operante a

Lussemburgo nel corso dei precedenti anni.

La chiara e ricca nota metodologica facilita sia la comprensione degli aggregati numerici,

che l'approccio del lettore alla nuova logica di costruzione del conto della produzione.

Le novità introdotte con l’adozione del SEC 1995 alla metodologia di base dei conti

economici dell’agricoltura (1) sono riconducibili essenzialmente: alla scelta dell’unità di

base - UAEL ( Unità di attività economica locale ) - a cui far riferimento, che per la branca

agricoltura è rappresentata dall’azienda agricola; alle nuove definizioni di produzione e di

consumi intermedi, alla contabilizzazione dell’attività secondaria, all’adozione della NACE

Rev.1; alla valutazione ai prezzi di base. L’adattamento a queste nuove realtà ha

comportato un notevole lavoro di revisione metodologica dei vecchi conti, al fine di renderli

coerenti con il quadro centrale dei conti nazionali. Con l’introduzione del SEC 1995, e la

realizzazione del nuovo manuale EUROSTAT dei CEA, l’agricoltura a partire dal 1999 è

analizzata secondo un doppio criterio: il primo aderente ai concetti del SEC 1995, meglio

noto come “Quadro centrale”; il secondo aderente ai criteri di costruzione di un “Conto

satellite”. Le linee operative, legate alla costruzione dei due conti si sono sviluppate lungo

due direttrici fondamentali: la prima tesa a garantire la coerenza metodologica con il

1 ISTAT Annali di Statistica. Verso il nuovo sistema di contabilità nazionale Serie 10-Vol.11- parag. 4.3 - Roma

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“quadro centrale“ dei conti nazionali, con l'obiettivo principale di rendere più aderenti i conti

dell’agricoltura agli altri settori economici; l’altra finalizzata a sviluppare un sistema di conti

più analitico meglio noto come “conto satellite”, che amplia il tradizionale concetto di

produzione fin qui utilizzato, estendendo l’analisi all’attività secondaria dell’azienda

agricola.

Lo studio affronta la costruzione dei conti provinciali dell'agricoltura secondo l'approccio

del "Conto satellite", che rappresenta una vera novità nel campo degli studi economico

agricolo.

Il pregevole lavoro del prof. A. Brugnoli e del dott. E. Corradini arriva nel momento in cui

l'ISTAT ha ricostruito le serie storiche dei Conti Economici, sia a prezzi correnti che a

prezzi costanti. Ha portato a termine alla fine del 2001, l'elaborazione di aggregati

provinciali, limitati al valore aggiunto ai prezzi di base delle principali macrobranche:

agricoltura, industria e servizi, oltre all'elaborazione a livello provinciale di stime su

occupazione e unità di lavoro. Tutto ciò nel puntuale rispetto del Regolamento Comunitario

n° 2223/96, che prevedeva che tutti i paesi dell'Unione, per la fine del 2001, fornissero

delle stime degli aggregati a livello di NUTS 3 (Nomenclatura delle Unità Territoriale

Statistiche), che corrisponde per l'Italia alla disaggregazione del territorio nazionale in 103

province.

Per la costruzione delle stime a livello sub-regionale, nella definizione e negli standard

europei vengono privilegiate metodologie dirette di stima, di tipo bottom-up o pseudo

bottom-up, basate su dati d'impresa per quanto più possibile disaggregati secondo il

concetto di UAEL (Unità di Attività Economica Locale) per quanto concerne i settori

economici in generale.

Per la branca agricoltura silvicoltura e pesca, il calcolo del valore aggiunto è stato eseguito

con metodologia del tutto simile a quella dei conti regionali: stima della produzione e

sottrazione dei costi intermedi. La stima della produzione si basa sul metodo di

aggregazione quantità x prezzi di oltre 150 prodotti e servizi. Per i costi intermedi ci si è

basati sui dati di indagini Istat presso le industrie produttrici dei prodotti usati dal settore

agricolo e sui dati RICA-INEA. Per la pesca, i costi intermedi regionali sono stati divisi per

provincia in rapporto al naviglio e alle tonnellate di stazza lorda.

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Al fine di evidenziare il ruolo e la funzione dell'agricoltura reggiana, che verrà illustrata

dettagliatamente nei capitoli successivi, ci sembra utile offrire all'utente una panoramica

dell'economia provinciale attraverso l'elaborazione di stime Istat, rappresentate in due

tabelle, che evidenziano l'incidenza percentuale del settore agricolo: sia sull'economia

provinciale, sia su quella più aggregata dell'intera regione. Attraverso tali elaborazioni, si

portano in risalto i valori procapite del Valore aggiunto ai p.d.b. per macrobranca e le

variazioni annue dei principali aggregati. In una terza tabella si rappresentano i principali

indicatori di quantità, prezzo e valore per la regione Emilia-Romagna per l'anno 2001. In

definitiva il presente lavoro trova la sua giusta collocazione nell'attività divulgativa delle

nuove metodologie dei conti e si inquadra in un'ottica di proficua collaborazione e sinergia

tra Enti.

Domenico Ciaccia Responsabile Unità Operativa “Conti economici dell’agricoltura”

Direzione Centrale di Contabilità Nazionale dell’ISTAT

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Tab 1-2 Principali aggregati a livello provinciale

(migliaia di lire) '(migliaia di lire correnti)

Agricoltura, silvicoltura e

pesca Industria Servizi Totale 1995 1996 1997 1998 1999

Agricoltura, silvicoltura e

pescaIndustria Servizi

Valore aggiunto ai prezzi base

(al lordo SIFIM)

PIACENZA 11,1 34,6 70,2 115,9 31.159,6 33.711,6 35.266,1 36.838,6 37.677,7 49.414,4 94.586,7 94.245,0 90.053,5PARMA 12,0 72,2 117,2 201,4 37.473,8 40.269,1 40.755,2 43.604,5 44.683,8 54.900,0 92.727,1 94.261,1 91.365,9REGGIO NELL' EMILIA 14,6 100,4 113,2 228,2 37.616,3 39.302,2 41.052,7 42.407,7 43.125,4 44.089,0 85.566,7 94.295,9 87.243,2MODENA 18,8 148,3 166,4 333,5 39.651,3 42.191,4 42.878,1 44.712,9 45.416,0 41.154,3 84.048,6 97.034,3 88.109,7BOLOGNA 19,0 148,1 299,3 466,4 38.627,9 41.487,3 43.211,1 44.533,0 45.572,6 43.410,5 90.883,9 98.429,7 93.792,2FERRARA 15,8 41,9 90,6 148,3 29.866,1 32.188,7 32.856,6 33.963,0 34.914,2 53.500,0 78.279,2 93.658,9 85.035,1RAVENNA 15,1 44,9 105,4 165,4 31.839,2 34.397,3 34.832,9 36.711,2 37.563,6 42.059,6 80.797,3 89.079,7 82.538,7FORLI-CESENA 18,8 53,5 109,2 181,5 33.006,0 35.678,8 36.328,4 38.166,5 39.299,6 40.058,5 72.770,1 89.612,6 79.515,2RIMINI 5,5 30,6 101,7 137,8 35.005,3 37.866,0 37.685,5 39.584,0 40.136,4 57.363,6 78.503,3 84.091,4 81.783,7EMILIA-ROMAGNA 130,7 674,5 1.173,2 1.978,4 35.905,3 38.475,6 39.480,4 41.180,0 42.081,6 45.895,2 85.523,9 93.894,1 87.869,4

ITALIA 1.371,1 6.768,7 14.971,7 23.111,5 28.005,5 29.857,6 30.960,7 32.161,3 33.065,6 43.026,8 82.658,1 91.185,4 85.830,9

Reggio Emilia /EMILIA-ROMAGNA 11,2 14,9 9,6 11,5 104,8 102,1 104,0 103,0 102,5 96,1 100,1 100,4 99,3Emilia Romagna /ITALIA 9,5 10,0 7,8 8,6 128,2 128,9 127,5 128,0 127,3 # 106,7 103,5 103,0 102,4

Pesi percentuali% Reggio E. 6,4 44,0 49,6% EMILIA R: 6,6 34,1 59,3% ITALIA 5,9 29,3 64,8

Provincie - Regione

ULA Totali Valore aggiunto ai prezzi base per unita' dilavoro - Anno 1999Valore aggiunto ai prezzi base per abitante

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Tab 1-2 Principali aggregati a livello provinciale

PIACENZAPARMAREGGIO NELL' EMILIAMODENABOLOGNAFERRARARAVENNAFORLI-CESENARIMINIEMILIA-ROMAGNA

ITALIA

Reggio Emilia /EMILIA-ROMAGNAEmilia Romagna /ITALIA

Pesi percentuali% Reggio E.% EMILIA R:% ITALIA

Provincie - Regione

(miliardi di lire correnti) (media annua in migliaia) (media annua in migliaia)

Agricoltura, silvicoltura

e pescaIndustria Servizi

Valore aggiunto ai prezzi base

(al lordo SIFIM)

Servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (-)

Agricoltura, silvicoltura

e pesca Industria Servizi Totale 1995 1996 1997 1998 1999

548,5 3.272,7 6.616,0 10.437,2 418,7 7,9 35,2 70,3 113,4 267,0 266,3 266,1 265,8 265,9658,8 6.694,9 11.047,4 18.401,1 706,3 8,1 72,3 119,3 199,7 391,9 392,8 393,8 394,4 396,0643,7 8.590,9 10.674,3 19.908,9 657,7 12,1 100,3 113,3 225,7 428,7 432,2 436,6 441,0 446,4773,7 12.464,4 16.146,5 29.384,6 1.085,9 17,0 149,5 163,5 330,0 608,8 611,8 615,2 618,6 623,1824,8 13.459,9 29.460,0 43.744,7 2.041,2 16,4 146,1 296,2 458,7 906,0 907,3 909,5 912,0 915,1845,3 3.279,9 8.485,5 12.610,7 408,2 11,3 43,3 87,1 141,7 356,2 354,6 352,8 351,0 349,5635,1 3.627,8 9.389,0 13.651,9 489,6 13,4 46,3 101,1 160,8 350,1 349,9 350,0 350,1 350,4753,1 3.893,2 9.785,7 14.432,0 539,6 16,5 55,7 105,0 177,2 350,2 350,6 351,4 352,0 353,5315,5 2.402,2 8.552,1 11.269,8 408,9 3,6 29,7 85,8 119,1 264,6 265,7 267,1 268,5 270,6

5.998,5 57.685,9 110.156,5 173.840,9 6.756,1 106,3 678,4 1.141,6 1.926,3 3.923,5 3.931,2 3.942,5 3.953,4 3.970,5

58.994,0 559.488,0 1.365.200,0 1.983.682,0 77.568,0 1.123,4 6.830,4 14.732,2 22.686,0 57.300,8 57.396,9 57.512,1 57.588,0 57.646,4

10,7 14,9 9,7 11,5 9,7 11,4 14,8 9,9 11,7 10,9 11,0 11,1 11,2 11,2

10,2 10,3 8,1 8,8 8,7 9,5 9,9 7,7 8,5 6,8 6,8 6,9 6,9 6,9

3,2 43,2 53,63,5 33,2 63,43,0 28,2 68,8

Popolazione Occupati interni totali - Anno 1999Valore aggiunto ai prezzi base - Anno 1999

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EMILIA ROMAGNA

Produzioni

anno

200

0

a pr

ezzi

co

stan

ti*

anno

200

1

a pr

ezzi

co

stan

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Coltivazioni agricole 5.674.797 5.451.748 5.536.643 5.488.127 96,1 103,1 99,1Erbacee 3.310.627 3.078.212 3.073.199 2.913.060 93,0 101,9 94,8Legumi secchi 3.872 2.838 3.660 3.006 73,3 112 82,1Patate e ortaggi 1.166.554 1.085.947 1.196.941 1.139.525 93,1 102,3 95,2Coltivazioni industrial 486.618 422.916 447.101 372.940 86,9 96 83,4Foraggere 538.591 430.877 530.313 465.929 80,0 109,9 87,9Legnose 1.825.579 1.942.659 1.933.131 2.109.138 106,4 102,5 109,1Prodotti viticoltura 483.632 523.541 538.925 594.075 108,3 101,8 110,2Prodotti olivicoltura 4.339 6.510 5.626 8.166 150,0 96,7 145,1Allevamenti 3.847.406 3.909.061 3.898.098 4.192.164 101,6 105,8 107,5Servizi Annessi 318.315 329.565 352.010 367.877 103,5 101 104,5PRODUZIONE 9.840.518 9.690.374 9.786.751 10.048.168 98,5 104,3 102,7Consumi intermedi 3.614.437 3.454.160,00 3.523.480,00 3.554.180,00 95,6 105,5 100,9VALORE AGGIUNTO 6.226.081 6.236.214 6.263.271 6.493.988 100,2 103,5 103,7

(*) base 1995

Produzioni

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lore

Coltivazioni agricole 2.930.788,06 2.815.592,87 2.859.437,48 2.834.381,05 96,1 103,1 99,1Erbacee 1.709.796,15 1.589.763,82 1.587.174,83 1.504.469,93 93 101,9 94,8Legumi secchi 1.999,72 1.465,70 1.890,23 1.552,47 73,3 112 82,1Patate e ortaggi 602.474,86 560.844,82 618.168,44 588.515,55 93,1 102,3 95,2Coltivazioni industrial 251.317,22 218.417,89 230.908,40 192.607,44 86,9 96 83,4Foraggere 278.159,04 222.529,40 273.883,81 240.632,25 80 109,9 87,9Legnose 942.832,87 1.003.299,64 998.378,84 1.089.278,87 106,4 102,5 109,1Prodotti viticoltura 249.775,08 270.386,36 278.331,53 306.814,13 108,3 101,8 110,2Prodotti olivicoltura 2.240,91 3.362,13 2.905,59 4217 150 96,7 145,1Allevamenti 1.987.019,37 2.018.861,52 2.013.199,61 2.165.072,02 101,6 105,8 107,5Servizi Annessi 164.395,98 170.206,12 181.797,99 189.992,61 103,5 101 104,5PRODUZIONE 5.082.203,41 5.004.660,51 5.054.435,07 5.189.445,69 98,5 104,3 102,7Consumi intermedi 1.866.700,92 1.783.924,76 1.819.725,55 1.835.580,78 95,6 105,5 100,9VALORE AGGIUNTO 3.215.502,49 3.220.735,74 3.234.709,52 3.353.864,91 100,2 103,5 103,7(*) base 1995

Tabella 3 Valore della produzione (in milioni di lire)

VALORE DELLA PRODUZIONE (in migliaia di euro)

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PARTE PRIMA

NUOVA METODOLOGIA DI CALCOLO DEL VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA (SEC 1995)

Conti Economici Nazionali e Territoriali

Andrea Brugnoli (*)

(*) Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare – Sezione Economia – Università di Bologna (Sede di Reggio Emilia).

15

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Premessa I conti economici dell’agricoltura vengono redatti in base al Sistema europeo dei conti

economici integrati (SEC), quindi seguono concetti, definizioni e norme contabili uniformi:

infatti un sistema di conti economici integrati è finalizzato a fornire una descrizione

sistematica, comparabile e più completa possibile dell’attività economica, in quanto serve

come base per analisi ed interventi di politica economica. Proprio per questo è necessario

classificare la molteplicità delle operazioni economiche e delle unità che vi partecipano

secondo criteri generali e fornirne una rappresentazione attraverso uno schema

standardizzato di conti e tabelle.

Con l’introduzione del nuovo Sistema europeo dei conti economici integrati (SEC 1995) si

è consolidato questo processo di armonizzazione degli schemi contabili tra i Paesi

membri. Rispetto al vecchio schema, il SEC 1995, ha introdotto delle novità, come la

redazione di conti patrimoniali e di conti satellite. Questi ultimi in particolare permettono

un’applicazione più flessibile ed allargata delle regole generali del sistema. Il vecchio SEC

definiva invece solo un quadro centrale, valido per tutte le branche dell’economia,

trascurando tutti gli aspetti specifici dell’agricoltura. Per questo si è sentita la necessità di

affiancare al quadro centrale dell’economia i conti satellite specifici: conti economici

dell’agricoltura (CEA) e della silvicoltura (CES).

La revisione del Sistema europeo dei conti attuata dal SEC 1995 ha reso necessario un

adeguamento della metodologia di base della precedente versione dei conti economici

dell’agricoltura e della silvicoltura del 1989. Queste modifiche hanno dovuto conciliare due

esigenze talvolta contrastanti: da un lato la necessità di rispettare la coerenza

metodologica dei CEA/CES con il quadro centrale dei conti nazionali, dall’altro tenere

conto delle peculiarità dell’agricoltura.

Si osserva così che i CEA e i CES costituiscono conti satelliti che forniscono dati

supplementari e che utilizzano concetti più consoni alla natura specifica delle branche di

attività economica dell’agricoltura e della silvicoltura.

17

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1. Caratteristiche generali dei nuovi conti economici (SEC 1995)

1.1 Unità di base

L’analisi del sistema economico può essere incentrata su aspetti finanziari, patrimoniali e

su flussi di redditi oppure può riguardare i processi produttivi. Nel primo caso occorre

riferirsi ad unità istituzionali (ditta, famiglia, ente pubblico, associazione, ecc.), ovvero ad

unità dotate di capacità decisionale in campo economico-finanziario e fornite di contabilità

completa (situazione patrimoniale e conto economico). Per l’analisi dei processi produttivi

si deve assumere, invece, come unità elementare di osservazione l’unità di attività

economica a livello locale (UAEL) o l’unità di produzione omogenea intese come cellule

operative di tipo funzionale.

Le unità istituzionali vengono raggruppate dal SEC in settori sulla base della funzione

principale esercitata, mentre i raggruppamenti delle UAEL (delle unità di produzione

omogenea) costituiscono le branche di attività economica (o di produzione omogenea).

Esse vengono definite sulla base della classificazione statistica delle attività economiche

adottate in sede comunitaria (NACE Rev.1) (Cfr. § 2.1).

Attraverso i settori istituzionali e le branche, la contabilità nazionale, realizza quindi una

diversa ripartizione dello stesso sistema economico.

Con riferimento alle branche si deve precisare tuttavia che, nonostante l’unità di

produzione omogenea (2) rappresenti il migliore punto di osservazione per lo studio del

processo produttivo, il SEC 1995 privilegia l’UAEL che risulta più facilmente osservabile

sotto il profilo statistico.

L’UAEL è la parte di una Unità di Attività Economica UAE che corrisponde a una unità

locale ubicata in un dato sito geografico e che svolge un’attività di produzione rientrante in

una classe della nomenclatura delle attività economiche (codice a 4 cifre della NACE) (Cfr.

§2.1). L’UAEL può corrispondere ad una unità istituzionale che produce beni e servizi, o

ad una parte di essa, ma non può appartenere a due unità istituzionali diverse (3).

2L’unità di produzione omogenea consente una ripartizione del sistema economico in branche “pure” che vengono utilizzate ai fini dell’analisi input-output.

18

3 Per contro, se una unità istituzionale svolge nella stessa località due o più attività produttive appartenenti a distinti classi della NACE, vengono identificate due o più UAEL.

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Si osserva poi che le attività ausiliarie non possono comportare la creazione di una UAE

locale e che una UAE locale può esercitare anche attività secondarie accanto all’attività

principale (SEC 1995 par. 2.107). L’attività principale di una UAEL viene determinata in

termini di valore aggiunto. E’ possibile che una UAEL svolga attività secondarie poco

significative che restano incluse in esse perché manca la documentazione necessaria per

scorporarle.

1.2 Branca di attività agricola

In una branca di attività economica vengono raggruppate tutte le UAE locali che

esercitano lo stesso tipo di attività. In questo modo si ottiene una suddivisione

dell’economia per branche di attività economica. Si può inoltre aggiungere che una branca

di attività economica, a livello più dettagliato, è costituita dall’insieme delle UAE locali che

rientrano in una stessa classe (4 cifre) della NACE Rev.1, ossia esercitano la stessa

attività definita nella NACE Rev.1.

Le branche vengono definite sulla base dell’attività principale esercitata dalle UAEL in

essa raggruppate e non più come in passato allorquando si faceva riferimento all’insieme

delle unità di produzione omogenea. Questa definizione permette ai CEA, da un lato di

tenere conto delle peculiarità dell’agricoltura, includendo anche alcune attività secondarie

non agricole che non si possono separare dal complesso delle attività produttive delle

unità agricole, e dall’altro di mantenere la coerenza con il quadro centrale dei conti

nazionali. Si è così passati da un approccio analitico (basato sul concetto di unità di

produzione omogenea e di branca di produzione omogenea) ad un approccio statistico

(fondato sul concetto di unità di attività economica a livello locale e di branca di attività

economica). In particolare si osserva che l’adozione dell’azienda agricola come UAE

locale della branca di attività agricola, sia a livello di quadro centrale che di conto satellite,

è fondata su un approccio statistico.

L’unità di base, ovvero l’UAEL, più appropriata per l’analisi statistica della branca di attività

agricola è l’azienda agricola che costituisce l’unità di rilevazione delle indagini strutturali e

dei censimenti (4).

19

4 L’unità di rilevazione è l’azienda agricola intesa come unità tecnico-economica costituita da terreni, anche in appezzamenti con contigui, ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie, in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, cioè persona fisica, società od ente che ne sopporta il rischio sia da solo (conduttore coltivatore e conduttore con salariati

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La produzione della branca di attività agricola, esercitata da unità agricole, comprende

pertanto due tipi di attività:

a) le attività agricole propriamente dette (principali o secondarie);

b) le attività secondarie non agricole, ad esempio trasformazione di prodotti agricoli

presso le aziende.

Nell’ambito dei CEA si deve tuttavia precisare che le unità che compongono la branca di

attività agricola non sono solo le aziende agricole; ad esse si devono aggiungere i

raggruppamenti di produttori che producono vino e olio d’oliva (ad esempio le cooperative)

e le unità specializzate che forniscono macchinari e le attrezzature con personale per

l’esecuzione dei lavori agricoli esercitati per conto terzi (5).

Nell’ambito dei CEA vengono escluse dalla branca le unità che producono esclusivamente

per l’autoconsumo, come ad esempio gli orti familiari e i piccoli allevamenti. Queste

piccole unità sono invece comprese nel quadro centrale del SEC 1995. Si deve ricordare

che il campo di osservazione CEE esclude le aziende con superficie agricola utilizzata

inferiore ad un ettaro e una produzione commercializzata inferiore a 3,5 milioni di Lire (6).

Attività secondarie non agricole non separabili

Si tratta di attività i cui costi non possono essere osservati separatamente rispetto a quelli

dell’attività agricola principale nel corso dell’osservazione statistica. Se invece fossero

separabili darebbero origine ad altre UAE locali non agricole. Queste attività secondarie

devono avere come fine la vendita, l’autoconsumo o un pagamento in natura e non

possono costituire attività ausiliarie (ad es. immagazzinamento, trasporto per conto

proprio), o investimenti per uso proprio (ad es. costruzioni o macchine).

E’ possibile distinguere due principali tipi di attività secondaria non agricola non

separabile:

e/o compartecipanti), sia in associazione ad un mezzadro o colono parziario. Caratteri distintivi fondamentali di un’azienda sono pertanto: l’utilizzazione dei terreni per la produzione agricola o forestale e/o zootecnica; l’unità tecnico-economica di produzione facente capo ad un conduttore. 5 Questi ultimi però rientrano nella branca se i lavori che eseguono sono compresi nel processo di produzione agricola svolti abitualmente da lavoratori nelle aziende agricole ed eseguiti per intero da unità specializzate che forniscono le attrezzature e il personale. Diversamente dovranno essere contabilizzati nella divisione 71 della NACE Rev.1, ossia tra il noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore.

20

6 Il campo di osservazione CEE esclude: parchi e giardini ornamentali, terreni abbandonati o destinati ad aree fabbricabili, orti familiari e piccoli allevamenti per il consumo familiare, scuderie e terreni per l’esercizio dei cavalli da corsa allevamenti ittici ed infine le aziende esclusivamente forestali.

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attività che rappresentano un ampliamento dell’attività agricola e che utilizzano i

prodotti agricoli. Si fa riferimento soprattutto alla trasformazione di prodotti agricoli (ad

esempio la trasformazione del latte in panna, formaggio, burro, ecc., oppure quella

della frutta e degli ortaggi in succhi di frutta, conserve, ecc.) e alla loro calibratura e al

loro confezionamento;

attività che utilizzano l’azienda agricola e i suoi mezzi di produzione (attrezzature,

installazioni, fabbricati, manodopera). Si tratta di attività come l’agriturismo (7), la

rivendita di prodotti agricoli, i servizi prestati a favore di terzi (noleggio di macchine

agricole) e le attività ricreative rurali.

Si può inoltre aggiungere che le attività secondarie agricole delle unità non agricole sono

considerate nulle per convenzione, ossia la produzione agricola ottenuta da unità non

agricole è sempre separabile grazie alla specificità dei prodotti e dei mezzi di produzione

oltre che delle fonti di dati e dei metodi utilizzati nell’elaborazione dei CEA. Mentre i beni e

i servizi non agricoli eventualmente forniti da aziende agricole sono inclusi nei conti

economici dell’agricoltura solo nel caso in cui scaturiscano da attività secondarie non

separabili.

1.3 Misurazione della produzione

Una delle novità del SEC 1995 è la modifica del metodo di misurazione della produzione.

Infatti in passato ci si basava sul concetto di “azienda agricola nazionale”, ossia un’unica

azienda fittizia che produce la totalità dei prodotti agricoli di un’economia nazionale (o

regionale). La produzione era pertanto costituita dal valore dei prodotti finali che uscivano

dall’unica azienda agricola nazionale (o regionale).

Ora il concetto di azienda agricola nazionale è stato abbandonato al fine di migliorare

l’analisi economica dei conti dell’agricoltura, la coerenza con il SEC e i suoi principi in

particolare la coerenza tra i conti della produzione e i conti della generazione dei redditi

21

7 In generale il criterio di selezione di queste attività è rappresentato dalla natura non tanto del prodotto quanto dell’attività: ad esempio i servizi di agriturismo dovrebbero essere presi in considerazione solo nel caso in cui non possano essere distinti dall’attività agricola.

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primari (8) e rendere più facilmente comparabili i coefficienti tecnici ed i tassi del valore

aggiunto tra sottobranche e Stati membri.

Il SEC 1995 definisce la produzione di una branca di attività economica come valore

complessivo dei prodotti ottenuti nel corso di un dato ciclo produttivo da tutte le unità che

costituiscono la branca stessa, con l’esclusione dei beni e servizi prodotti e consumati

all’interno della stessa unità. Per la branca di attività agricola, tuttavia, è prevista una

deroga alla regola del SEC 1995 che consente di includere nella produzione una parte dei

beni reimpiegati all’interno delle aziende agricole.

Attualmente la misurazione avviene includendo nella produzione agricola una parte della

produzione oggetto di reimpiego in seno alle unità agricole. Nei CEA la produzione

agricola rappresenta pertanto la somma della produzione di tutte le unità della branca cui

si aggiunge la produzione utilizzata come input all’interno della stessa unità, purchè i

prodotti oggetto di reimpiego riguardino due attività di base distinte e soddisfi alcuni criteri.

(Tali criteri verranno illustrati in seguito) (cfr. § 3.4).

Nei CEA/CES tali reimpieghi vengono registrati (diversamente da quanto avviene nel

quadro centrale del SEC 1995) (9) sia nella produzione che fra i costi (consumi intermedi);

il valore aggiunto, dato dalla differenza (valore produzione – consumi intermedi) non muta

pertanto al variare dello schema di riferimento.

Nell’ambito dei CEA/CES è stata perciò superata la tradizionale definizione di “produzione

finale (o vendibile)” in favore di una definizione che si avvicina al concetto di “produzione

totale” (10).

La definizione di produzione adottata dai CEA/CES è la stessa prevista sia dal Sistema dei

conti nazionali riveduto delle Nazioni Unite (SCN 1993), sia dal Manuale metodologico

della FAO (1996), che la ritengono funzionale alle peculiarità del settore primario.

8 Questo conto evidenzia la distribuzione del valore aggiunto tra reddito da lavoro dipendente e risultato di gestione (reddito misto da capitale-impresa e da lavoro autonomo). 9 L’ISTAT però include nel quadro centrale anche i reimpieghi aziendali.

22

10 La definizione di produzione totale per la singola azienda agraria esclude, però, i reimpieghi aziendali (cfr. E. Di Cocco: Economia dell’azienda agraria, CUSL, Bologna, 1984).

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2. Classificazione delle attività economiche

2.1 Caratteristiche generali

Per l’elaborazione dei conti economici dell’agricoltura e della silvicoltura si fa riferimento

alla classificazione statistica delle attività economiche dell’Istituto Statistico delle Comunità

Europee (ISCE), cioè la NACE Rev.1 (Nomenclatura generale delle attività economiche

nella Comunità europea revisionata) (11). La definizione delle branche di attività economica

nei conti nazionali e si basa su un sistema di codifica a 4 livelli comprendenti rubriche

individuate mediante un codice alfabetico. I quattro livelli NACE Rev. 1 (che rappresenta

una revisione della vecchia NACE del 1970) sono i seguenti:

Sezioni (con codice alfabetico);

Sottosezioni (con codice alfabetico a due caratteri);

Divisioni (con codice numerico a due cifre);

Gruppi (con codice numerico a tre cifre);

Classi (con codice numerico a quattro cifre).

Come si è detto in precedenza, una branca di attività economica al livello più dettagliato è

costituita dall’insieme delle UAE locali che rientrano in una stessa classe (4 cifre) della

NACE Rev. 1 e che quindi esercitano la stessa attività come è definita nella nomenclatura.

L’elenco delle attività caratteristiche della branca di attività agricola nell’ambito dei CEA

corrisponde ai 5 gruppi di attività in cui è suddivisa la divisione 01 della NACE Rev.1

“Agricoltura, caccia e relativi servizi”, con alcune differenze rispetto al quadro centrale dei

conti nazionali. La suddetta divisione comprende:

Gruppo 01.1: Coltivazioni agricole; orticoltura; floricoltura;

Gruppo 01.2: Allevamento di animali;

Gruppo 01.3: Coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali (attività mista);

Gruppo 01.4: Attività dei servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia, esclusi i

servizi veterinari;

11 Nella versione italiana questa classificazione corrisponde sostanzialmente alla ATECO 91 (Cfr. ISTAT – Classificazione delle attività economiche – Metodi e norme – Serie C n. 11 edizione 1991) vedi appendice.

23

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Gruppo 01.5: Caccia e cattura di animali per allevamento e ripopolamento di

selvaggina, compresi i servizi connessi.

Rispetto a questa suddivisione, l’elenco CEA, presenta alcune differenze riassumibili in

due punti:

inclusione delle attività di produzione di vino e di olio d’oliva (esclusivamente

utilizzando uve e olive di produzione propria) e delle attività di coltivazione di

sostanze vegetali utilizzate come materiale da intreccio, di alberi di Natale, di alberi

da frutto, di viti e di alberi ornamentali in vivaio;

esclusione delle attività di produzione di sementi a monte e a valle della

moltiplicazione e di alcuni servizi agricoli (ad esempio la gestione di sistemi di

irrigazione, creazione e manutenzione di giardini e parchi, ecc.).

Se si considerano, invece, le unità caratteristiche dell’agricoltura dei CEA, in riferimento

al Gruppo 01.1 – produzione di vino e olio d’oliva – si osserva che accanto alle aziende

agricole che producono vino e olio utilizzando uva e olive di produzione propria vanno

considerati i raggruppamenti di produttori agricoli (come le cooperative) (12).

Per quanto concerne il Gruppo 01.4 dei servizi oltre alle aziende agricole sono

considerate unità caratteristiche della branca anche le unità specializzate in servizi

agricoli per conto terzi (13).

12 Ciò implica una suddivisione delle unità e relativa produzione di vino e olio in tre parti: aziende agricole; raggruppamento di produttori agricoli e industrie alimentari. 13 Si deve ricordare che nel passaggio da ATECO 81 ad ATECO 91 sono stati inclusi fra le attività della branca agricoltura i servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia, assenti in passato. Si osserva inoltre che, limitatamente alle branche dell’agricoltura, si passa dalle 5 della vecchia classificazione, alle attuali 4 (cfr. ISTAT – Tavola Economica Intersettoriale del 1992).

Classificazione delle attività economiche Codice Branca

Codice ATECO 91

Descrizione contenute BRANCHE

1 1,1 Coltivazioni agricole, orticoltura, floricoltura 1,4 Servizi connessi all’agricoltura ed alla zootecnia

2 1,2 Allevamento di animali 1,3 Coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali 1,5 Caccia e cattura di animali, compresi i servizi connessi

3 2,0 Silvicoltura 4 5,0 Pesca, piscicoltura e servizi connessi

24

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2.2. Osservazioni in merito ai cinque gruppi che compongono la branca

Gruppo 01.1 “Coltivazioni agricole; orticoltura, floricoltura”

Questa voce permette di riclassificare tutte le attività di coltivazione agricola e di raccolta

(piante o frutti selvatici) esercitate nei paesi dell’Unione Europea.

Rispetto alla classificazione NACE Rev.1 quella adottata ai fini CEA presenta alcune

differenze. In particolare si può notare che le piante in vivaio, quando riguardano la

produzione di arbusti e alberi da frutto, viti e alberi ornamentali, sono considerate

un’attività agricola anziché silvicola. Lo stesso si può dire per gli alberi di Natale, i quali

figurano come attività agricola nei CEA mentre nel quadro centrale sono considerati

attività silvicola.

Inoltre per quanto riguarda le sementi si può osservare che l’attività di produzione delle

stesse abbraccia vari tipi di attività, precisamente: la ricerca, la moltiplicazione e la

certificazione. Ai fini CEA però la produzione di sementi considera solo l’attività di

moltiplicazione, in quanto le altre due sono effettuate da organismi di ricerca e di

produzione che si discostano dal tradizionale approccio dell’agricoltura.

Un’ulteriore novità è prevista per la produzione di mosto d’uva, di vino e di olio d’oliva che

la classificazione NACE Rev.1 colloca nella sottosezione DA “Industrie alimentari, delle

bevande e del tabacco”, mentre nei CEA viene classificata nell’agricoltura a condizione

che il vino e l’olio siano ottenuti da uve e olive di produzione propria. In questo caso

rientrano nella produzione della branca di attività agricola i prodotti ottenuti dalla

trasformazione ovvero il vino, l’olio d’oliva e il mosto d’uva, ma non corrispondente materie

prime (uve e olive) impiegate.

Ai fini dei CEA viene presa in considerazione anche la produzione di vino effettuata da

raggruppamenti di produttori (per esempio le cooperative), ossia da unità che

costituiscono un “ampliamento” delle aziende agricole (che generalmente sono di proprietà

degli imprenditori agricoli) (14).

Anche le coltivazioni arboree (come frutteti vigneti), considerate investimenti fissi, devono

essere registrate nella produzione quando vengono realizzate sia per uso proprio sia da

unità specializzate per conto terzi.

14 La produzione di vino e di olio d’oliva realizzata dall’industria alimentare per contro non viene conteggiata nei CEA.

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Un’ulteriore osservazione può essere fatta facendo riferimento ai sottoprodotti, i quali

derivano automaticamente dalla produzione di alcuni prodotti agricoli e zootecnici. Questi

non sono classificati insieme ai prodotti agricoli da cui derivano, ma sono indicati

separatamente alla fine di ciascun gruppo di attività di produzione. Può poi accadere che

alcuni sottoprodotti siano venduti a settori economici esterni all’agricoltura e in questo

caso il valore della produzione deve essere incluso nei CEA (15).

Gruppo 01.2 “Allevamento di animali”

Attraverso questo secondo gruppo si effettua una ripartizione di tutto il bestiame e delle

produzioni zootecniche presenti nei paesi dell’Unione europea. Riguardo a tale gruppo si

possono fare alcune osservazioni.

In generale quando è possibile differenziare il bestiame in funzione della sua utilizzazione

occorre distinguere gli animali allevati ai fini di riproduzione da quelli da carne destinati alla

macellazione.

Per quanto riguarda l’allevamento di cavalli si può notare che costituisce un’attività

caratteristica della branca di attività agricola dei CEA, indipendentemente dalla

destinazione finale degli animali (riproduzione, produzione di carne), mentre non viene

considerata la gestione di scuderie di cavalli da corsa e di scuole di equitazione.

Occorre, infine, tener presente che le uova da cova, sono classificate nei CEA come

prodotti avicoli in corso di lavorazione, a differenza di quanto prevede la classificazione dei

prodotti associati alle attività (CPA). Si considera più realisticamente il fatto che non esiste

un’unica produzione indifferenziata di uova ma vi è una netta diversificazione, nel

processo di produzione, tra uova da cova (destinate alla produzione di pollame) e uova da

consumo.

26

15 Per molti sottoprodotti non esistono dati statistici attendibili in quanto non costituiscono l’obiettivo dell’attività produttiva. Tali sottoprodotti vengono in gran parte destinati all’alimentazione del bestiame e al miglioramento del terreno. Nel nostro Paese, però, la paglia di cereali è oggetto di scambio tra aziende agricole ed ha un mercato (con quotazioni proprie) di una certa rilevanza economica. L’ISTAT include, pertanto, questo sottoprodotto sia nella produzione che tra i consumi intermedi (reimpieghi aziendali e vendite tra aziende agricole).

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Gruppo 01.3 “Coltivazioni agricole associate all’allevamento di animali (attività mista)”

Si tratta di coltivazioni agricole in combinazione con l’allevamento di animali aventi un

tasso di specializzazione, per ciascuna attività, compreso tra 1/3 e 2/3.

Gruppo 01.4 “Attività dei servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia, esclusi i servizi veterinari”

La presa in esame, ai fini del calcolo della produzione, dei servizi connessi all’agricoltura

costituisce una novità rilevante del nuovo SEC 1995.

Le attività di questo gruppo possono essere distinte in due categorie:

1. servizi agricoli per conto terzi allo stadio della produzione agricola (cioè lavori agricoli

svolti per conto terzi);

2. “altri” servizi connessi all’agricoltura (ad esempio gestione di sistemi di irrigazione;

creazione, sistemazione e manutenzione di giardini, parchi e prati per attrezzature

sportive, ecc.).

E’ bene però precisare che le attività dei servizi “connessi all’ambiente” raggruppati nella

seconda categoria, pur costituendo una componente di rilevanza crescente, non sono

considerate attività caratteristiche dei CEA (sebbene essi vengano inclusi nel quadro

centrale dei conti nazionali - SEC 1995). Ai fini CEA i servizi “connessi all’ambiente”

possono essere registrate solo quando si tratta di attività secondarie non agricole non

separabili .

Più in generale per quanto riguarda i lavori agricoli per conto terzi si può aggiungere che

già da tempo le famiglie e le aziende hanno abbandonato alcune mansioni assunte da un

numero crescente di imprese specializzate. Inizialmente, questa ripartizione delle funzioni,

ha riguardato le attività di lavorazione del terreno, raccolta e trasformazione dei prodotti

agricoli (trebbiatura e molitura di cereali) e zootecnici (macellazione e trasformazione delle

carni, produzione di burro e di formaggio, ecc.) e successivamente si è estesa ad altre

operazioni colturali. E’ in questo quadro di consistenti mutamenti strutturali subiti

dall’agricoltura e di crescente livello di meccanizzazione, che alcune attività agricole sono

state affidate progressivamente ad unità specializzate.

27

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Tutte queste attività rappresentano lavori abitualmente necessari nel corso del processo

produttivo agricolo e forestale e sono intrinsecamente connesse alla produzione di tali

prodotti (16).

Per stabilire se un’attività deve essere considerata come un lavoro agricolo per conto terzi,

va tenuto conto non solo della natura dell’attività ma anche del contesto particolare nel

quale essa è svolta, ossia l’ambito del processo di produzione agricola.

Anche l’allevamento di bestiame contro compenso (presa in pensione di bestiame (17),

esclusi i cavalli da sella) rientra nei lavori agricoli per conto terzi.

I lavori per conto terzi (che generalmente richiedono l’impiego di macchine costose),

possono essere eseguiti da:

- imprese contoterziste;

- aziende agricole (a titolo di reddito complementare per l’imprenditore agricolo,

costituzione di cooperative di macchine agricole);

- imprese che intervengono in uno stadio precedente o successivo alla produzione.

Affinchè un’attività possa essere considerata un servizio agricolo per conto terzi occorre

che la prestazione sia eseguita da un’impresa autonoma e non da manodopera

dipendente dell’azienda agricola.

Si osserva, infine che la forma del compenso percepito dal “contoterzista” non ha alcuna

rilevanza: essa può assumere diverse forme che vanno dal compenso fisso ad una

partecipazione ai profitti o a forme miste (come si può avere nell’attività di ingrasso di vitelli

svolta da un imprenditore agricolo per conto terzi).

Gruppo 01.5 “Caccia e cattura di animali per allevamento e ripopolamento di selvaggina, compresi i servizi connessi”

In questo gruppo sono raggruppate varie attività: la caccia e la cattura di animali per la

carne, la pelliccia, la pelle, o a scopo di ricerca o di esibizione; la produzione di pelli

grezze per pellicceria; il ripopolamento della selvaggina; le attività associate alla caccia e

16 Le attività non direttamente connesse alla produzione di prodotti agricoli, cioè che non intervengono allo stadio della produzione agricola (ad esempio i trasporti per conto terzi) costituiscono esempi di attività non agricole che non rientrano nei CEA, bensì in un’altra branca di attività.

28

17 Si tratta di una forma spuria di integrazione verticale che si sta diffondendo particolarmente nell’ingrasso di bovini (Cfr. G. Zucchi: “Zooeconomia – Economia del sistema delle produzioni animali” Ed. Avenue media, Bologna, 2001.

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alla cattura di animali a fini lucrativi. Si osserva però che l’allevamento di selvaggina non

rientra in questo gruppo bensì nella classe “Allevamento di altri animali” (01.25).

Si sottolinea inoltre che la caccia esercitata a fini sportivi o ricreativi così come la

produzione di cuoio e di pelli provenienti da mattatoi non rientrano nella branca di attività

agricola.

Attività silvicole

Le attività caratteristiche della branca silvicola e dei prodotti connessi nei CES includono

anzitutto la produzione di: legno grezzo (tronchi di conifere e di legname diverso, altro

legno grezzo e legna da ardere); gomme naturali (comprese resine), sughero naturale

(greggio o semplicemente preparato).

Le altre attività della silvicoltura comprendono la produzione di semi di piante forestali e di

sottoprodotti della produzione del legname ottenuti sia dall’esercizio di attività di

produzione secondaria (ad esempio rami ornamentali e alberi di Natale per cimatura) sia

di prodotti principali (ad esempio legname quale sottoprodotto della produzione di sughero

naturale) (18).

Inoltre si osserva che il prodotto di altre attività di produzione può essere unito alla branca

di attività silvicola a titolo di attività secondarie non silvicole non separabili (ad esempio

selvaggina, funghi selvatici, bacche, pesci pescati in corsi d’acqua forestali, oppure torba e

prodotti provenienti da cave situate in terreni boschivi).

2.3. Confronto tra CEA/CES e Conti Nazionali

Le differenze esistenti CEA/CES e quadro centrale dei conti nazionali (SEC 1995)

riguardano la definizione sia delle attività caratteristiche delle rispettive branche, sia delle

unità produttive.

29

18 Si deve ricordare tuttavia che le parti di piante utilizzate per ornamento così come le materie vegetali usate in lavori di intreccio (bambù, canne, giunchi, vimini, rafia, cortecce di tiglio, ecc.) nei CEA/CES sono considerati prodotti agricoli.

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Tali differenze vengono sintetizzate nella seguente tabella:

CONTI NAZIONALI CEA/CES

Coltivazione degli alberi di Natale e di alberi da frutto e ornamentali in vivaio produzione di materiali da intreccio

Sono registrati nella silvicoltura

Sono registrati nella agricoltura

Reimpieghi di foraggi e cereali (reimpieghi aziendali+scambi tra aziende agricole)

Sono in sintonia con le registrazioni nei CEA/CES

Sono registrati sia tra i consumi intermedi che tra la produzione

I servizi agricoli diversi dai lavori prestati per conto terzi (ovvero manutenzione parchi e prati per impianti sportivi, gestione sistemi di irrigazione, ecc.)

Sono inclusi nella branca di attività agricola.

Sono registrati nella branca di attività agricola solo se costituiscono attività secondarie non separabili di una unità agricola allo stadio della produzione

Produzione per uso proprio da parte delle famiglie (orti familiari e piccoli allevamenti per autoconsumo)

E’ inclusa nei conti della branca

E’ inclusa solo se le unità agricole hanno una struttura di azienda agricola superiore alla soglia minima.

Produzione di olio d’oliva e di vino ottenuti da olive e uve di produzione propria

Rientrano nella produzione agricola

Rientrano nella produzione agricola. I CEA considerano anche le produzioni realizzate dai consorzi o dalle cooperative di produttori agricoli.

Attività agricole e silvicole

Sono considerate sempre separabili, grazie alla natura delle fonti statistiche

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3. Norme generali sulla rilevazione dei flussi del conto della produzione

3.1 I conti previsti nei CEA/CES

Siccome i CEA/CES sono imperniati sul concetto di branca di attività economica non è

possibile elaborare una serie completa di conti (come prevede il SEC) che può essere

redatta solo con riferimento a settori istituzionali. Nei CEA/CES la sequenza delle

operazioni correnti è limitata ai primi due conti (19).

- Conto della produzione (avente come saldo contabile il valore aggiunto);

- Conto della generazione dei redditi primari (con saldo il risultato netto di gestione).

Conto della produzione

Impieghi Risorse Consumi intermedi Produzione

Valore aggiunto lordo

-(Ammortamenti)

Valore aggiunto netto

Conto della generazione dei redditi primari

Impieghi Risorse Redditi da lavoro dipendente Valore aggiunto netto

Altre imposte sulla produzione

-(Altri contributi alla produzione)

Risultato netto di gestione

19 Le operazioni in conto capitale, diversamente da quelle correnti, sono quelle fatte in funzione dell’accumulazione ed apportano modifiche alle consistenze patrimoniali degli operatori interessati. Si deve ricordare inoltre che possono essere elaborati parzialmente (se i relativi flussi sono noti) altri due conti: - conto del reddito da impresa; - conto della formazione del capitale (o dell’accumulazione), che registra tra l’altro gli investimenti fissi lordi.

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Ai nostri fini il conto che riveste la maggiore importanza è il primo che registra la

produzione tra le risorse ed i consumi intermedi tra gli impieghi. Il saldo contabile del conto

rappresenta il valore aggiunto della branca che può essere calcolato al lordo o al netto

degli ammortamenti.

3.2 Rilevazione della produzione

Per quanto attiene al momento della registrazione dei flussi produttivi il SEC 1995 segue il

principio della competenza economica; ciò significa che la produzione deve essere

registrata nel momento in cui è realizzata e non in quello in cui viene eseguito il

pagamento da parte dell’acquirente (20).

Il processo produttivo può avere durata diversa anche superiore all’anno civile (periodo di

riferimento dei CEA/CES); ne consegue la necessità in questi casi di registrare la

produzione tra i “prodotti in corso di lavorazione”.

I prodotti agricoli, il cui ciclo di produzione termina entro l’anno di riferimento sono

registrati nelle scorte di prodotti finiti.

In concreto la registrazione tra i prodotti in corso di lavorazione si applica soltanto ai

prodotti aventi un lungo ciclo di maturazione (come ad esempio alcune specie di bestiame,

alberi da legname, vino ecc.), mentre non è necessaria per i prodotti con ciclo breve che si

estende su due anni civili (21).

Quando il ciclo produttivo termina con la raccolta dei prodotti vegetali o la macellazione del

bestiame i prodotti in corso di lavorazione diventano prodotti finiti. Il valore della

produzione annua da registrare per i prodotti a lungo ciclo di maturazione si può

determinare ripartendo il valore del prodotto finito in modo proporzionale ai costi sostenuti

in ciascun anno.

Per il bestiame è opportuno registrare la produzione in ogni fase (classe di età). Quando è

possibile distinguere i giovani animali in funzione della loro destinazione, si devono

registrare i capi destinati alla riproduzione tra gli investimenti fissi per uso proprio (sono

considerati prodotti in corso di lavorazione e occorre contabilizzare la loro produzione).

20 Secondo il SEC 1995 la produzione è un processo continuo e pertanto dovrebbe essere registrata nel corso dell’intero ciclo produttivo e non al momento della raccolta (o della macellazione).

32

21 Questo metodo di contabilizzazione è accettabile quando le condizioni restano sostanzialmente invariate da un anno all’altro. In caso di notevoli variazioni di produzioni può convenire, invece, la registrazione sotto forma di prodotti in corso di lavorazione.

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Diversamente i suddetti animali vengono registrati come capitale fisso nel momento in cui

raggiungono la maturità e vengono utilizzati come fattori produttivi (riproduzione,

produzione di latte o di lana). Per contro i riproduttori a fine carriera devono essere

registrati come scorte e non come capitale fisso.

Inoltre si osserva che le uova in incubazione a fine anno dovrebbero essere registrate

come produzioni di pollame in corso di lavorazione.

Anche la produzione di vino deve essere registrata nei prodotti in corso di lavorazione

qualora il suo invecchiamento costituisca parte integrante del processo produttivo.

I beni destinati a investimenti per uso proprio, diversi dal bestiame, come le piantagioni

permanenti, vengono incluse tra gli investimenti fissi nel momento in cui sono prodotti (22).

Nel caso in cui la consistenza del bosco sia abbastanza regolare, la produzione di

legname nei CES viene, invece, registrata esclusivamente al momento dell’abbattimento

degli alberi; questi non vengono pertanto considerati come scorte di prodotti in corso di

lavorazione.

3.3 Rilevazione dei consumi intermedi

I prodotti utilizzati come “input” devono essere registrati nel momento in cui vengono

effettivamente impiegati nel processo produttivo e non al momento del loro acquisto.

Praticamente i consumi intermedi di beni in un determinato intervallo di tempo vengono

calcolati sommando agli acquisti la variazione delle scorte (differenza tra scorte iniziali e scorte finali). Per i servizi, invece, che non possono essere immagazzinati, il momento del consumo

coincide generalmente con quello dell’acquisto. Tale regola generale prevede però alcune

eccezioni:

22 Per investimento fisso nel SEC 1995 si intende l’acquisizione di capitale fisso effettuata da un produttore residente e l’incremento di valore dei beni materiali non prodotti realizzati mediante l’attività produttiva delle unità istituzionali. Il capitale fisso a sua volta è costituito da beni materiali o immateriali prodotti utilizzati più volte o continuamente nei processi produttivi per più di un anno. Gli investimenti fissi vengono registrati all’atto del trasferimento di proprietà all’unità istituzionale utilizzatrice. Per i beni acquisiti con operazioni finanziarie di leasing si considera l’utilizzatore nel momento in cui ne entra in possesso.

33

Per gli investimenti per uso proprio (impianto di frutteti e vigneti e allevamento di riproduttori), ai fini della registrazione, si considera il momento in cui vengono prodotti; se alla fine dell’anno non sono ancora pronti per essere impiegati come fattori produttivi occorre rilevare come investimento il valore delle prestazioni fornite e dei beni consumati nel corso dell’anno. Si deve osservare che l’acquisizione netta (differenza tra acquisti e vendite) di terreni non costituisce un investimento in quanto si tratta di beni non prodotti.

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- i servizi connessi all’acquisto di beni (commerciali, di trasporto, ecc.) vengono registrati

al momento dell’impiego dei beni stessi;

- i servizi di tipo permanente (come quelli assicurativi); per i quali la registrazione

effettuata a fine anno tiene conto dei premi di competenza del periodo di riferimento (e

non semplicemente dei versamenti effettuati nel corso dell’anno).

3.4 Operazioni sui prodotti

Si tratta di operazioni che descrivono la provenienza e l’impiego dei prodotti, ossia di quei

beni e servizi che derivano da un’attività produttiva.

Il SEC 1995 individua alcune categorie principali di operazioni sui prodotti, ossia: la

produzione, i consumi intermedi, la spesa per consumi finali, consumi finali effettivi,

investimenti lordi, esportazioni di beni e servizi e importazioni di beni e servizi.

Nei conti satellite (CEA/CES) sono specificati solo la produzione, i consumi intermedi e gli

investimenti fissi lordi. Ai fini di questo studio interessa approfondire particolarmente le

prime due categorie di operazioni.

I Reimpieghi

Il SEC 1995 include nella produzione i beni e i servizi che una UAE locale fornisce a

un’altra appartenente alla stessa unità istituzionale e i beni prodotti da una UAE locale che

rimangono tra le scorte alla fine del periodo in cui sono stati prodotti a prescindere dal loro

impiego successivo. Si osserva però che i beni e i servizi prodotti e consumati all’interno

della stessa UAE locale non sono individuati separatamente, quindi non dovrebbero

essere registrati come parte della produzione o dei consumi intermedi di tale UAE locale.

Ai fini dei CEA/CES, il concetto di produzione si basa su un adeguamento della definizione

che prevede la registrazione nella produzione agricola di alcuni beni e servizi agricoli

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prodotti e reimpiegati nel corso dello stesso periodo (23), nell’ambito della stessa unità

agricola.

Quindi a differenza del SEC 1995, i CEA/CES considerano anche i reimpieghi, il cui valore

viene registrato contemporaneamente nella produzione e nei consumi intermedi: ciò

consente di mantenere invariato il valore aggiunto.

L’adeguamento della norma del SEC 1995 contenuta nei CEA si è reso necessario al fine

di:

migliorare l’analisi economica dei conti dell’agricoltura ed in particolare la

comparazione dei coefficienti tecnici e dei tassi di valore aggiunto tra sottobranche di

attività economica e Paesi;

garantire una maggiore coerenza tra operazioni sui prodotti e operazioni di

distribuzione e di redistribuzione dei redditi (produzione, consumi intermedi, redditi da

lavoro dipendente ecc.).

Nei CEA, reimpieghi, sono considerati solo se rispettano alcuni criteri; essi possono

essere classificati in base alla loro destinazione, sulla base della classe di attività (a livello

di quattro cifre della NACE Rev. 1).

Si possono pertanto avere:

a) Prodotti reimpiegati nella stessa attività agricola:

- sementi: riutilizzate per la stessa coltura;

- uve e mosti: utilizzati per la produzione di vino;

- olive: utilizzate per la produzione di olio di oliva;

- latte: utilizzato per l’alimentazione animale.

b) Prodotti reimpiegati nell’ambito di un’attività agricola distinta. Sono prodotti vegetali, utilizzati per l’alimentazione animale, sottoprodotti vegetali

(come la paglia di cereali) impiegati negli allevamenti zootecnici e sottoprodotti

dell’allevamento impiegati nel processo produttivo di un’altra attività (ad es.

letame impiegato come fertilizzante). I prodotti vegetali reimpiegati per

l’alimentazione del bestiame vengono classificati come segue:

mangimi generalmente commercializzati (es. cereali, piante proteiche, patate,

semi oleosi);

35

23 Se l’utilizzazione come reimpiego non avviene nell’anno di riferimento, le corrispondenti quantità di produzione dovranno essere incluse nelle “scorte finali” del prodotto.

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mangimi generalmente non commercializzati:

- piante foraggere annuali: piante sarchiate, mais da foraggio ed altri foraggi;

- piante foraggere permanenti;

- sottoprodotti foraggeri: es. paglia, foglie ecc.

Si osserva però che, i prodotti agricoli reimpiegati vengono contabilizzati nella produzione

agricola della branca soltanto se soddisfano ai seguenti criteri:

1) le due attività esercitate si riferiscono a differenti livelli a quattro cifre della NACE Rev.1;

2) il prodotto agricolo ha un valore economico significativo per un rilevante numero di

imprenditori agricoli;

3) i dati statistici concernenti prezzi e quantità sono facilmente reperibili (24).

Sulla base di questi criteri si può constatare che solo i prodotti reimpiegati nell’ambito di

un’attività agricola distinta vengono presi in considerazione per il calcolo della produzione

agricola. Soltanto i prodotti vegetali destinati all’alimentazione animale (commercializzati e

non) e la paglia di cereali (in Italia) soddisfano i suddetti criteri e vanno pertanto registrati.

In seguito ad una convenzione adottata in sede Eurostat e diversamente da quanto era

stato deciso inizialmente sono state incluse tra i reimpieghi anche alcune foraggere

permanenti (prati e pascoli) che pur non essendo commercializzate richiedono qualche

lavorazione.

Occorre tener presente che, quando i reimpieghi sono registrati nella produzione della

branca, devono essere registrati anche come consumi intermedi. Ne consegue che:

• se i prodotti agricoli sono riutilizzati dalla stessa azienda saranno registrati prima nella

produzione come reimpieghi e poi tra i consumi intermedi;

• se sono acquistati da un’altra azienda agricola saranno contabilizzati prima nella

produzione come vendite e poi come consumi intermedi

La stessa voce sarà perciò registrata sia come componente positiva (nella produzione),

sia come componente negativa (nei consumi intermedi). Questo tipo di contabilizzazione

permette di rispettare il principio in base al quale sono presi in considerazione i quantitativi

totali prodotti e utilizzati per una attività diversa di produzione, nel corso dell’anno.

36

24 I sottoprodotti dell’allevamento come il letame, a differenza di quelli vegetali come la paglia, non vengono conteggiati nei reimpieghi perché non soddisfano quest’ultimo criterio.

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4. Lo schema dell’equilibrio tra risorse e impieghi della produzione agricola (quantità)

La difficoltà di disporre di campioni rappresentativi di contabilità aziendali conduce

all’adozione del metodo “quantità per prezzo” per valutare la produzione della maggior

parte dei prodotti.

Per i prodotti vegetali l’analisi delle risorse si basa generalmente sulla stima delle superfici

coltivate e delle rese medie. Si può anche ricorrere all’analisi degli impieghi stimando le

quantità di prodotti agricoli acquistate dalle branche utilizzatrici, soprattutto quando gli

acquirenti sono facilmente individuabili. La valutazione delle produzioni animali è invece

basata sulle statistiche delle consistenze del bestiame, delle macellazioni e

dell’import/export. Questo approccio richiede, tuttavia, un bilancio quantitativo per

verificare la coerenza e l’attendibilità dei dati, seguendo lo schema seguente:

Schema delle risorse degli impieghi dei prodotti agricoli

Produzione lorda

Perdite Produzione utilizzabile Scorte iniziali (Si)

Totale delle risorse disponibili

Scorte finali (Sf)

Reimpieghi

Trasforma-zione da parte dei produttori

Autocon-sumo

Totale delle vendite

S (*) Sf-Si

(**)

(*) S = Beni di investimento prodotti per uso proprio (**)Sf –Si = Variazione delle scorte. Nello schema che precede si suppone che le scorte finali siano superiori alle scorte iniziali.

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4.1 Risorse

L’analisi della produzione dal punto di vista quantitativo parte da due dati: produzione

lorda e produzione utilizzabile.

La differenza tra i due dati di partenza è costituita dalle perdite che si possono verificare:

nei campi, durante le fasi della raccolta, oppure in azienda.

Dal punto di vista analitico è possibile soffermarsi su ogni singola voce dello schema

precedente, fornendone una breve spiegazione:

a) Produzione lorda

Nei CEA si considera l’intera produzione agricola ad eccezione di quella delle unità che

producono solo per l’autoconsumo (orti familiari e piccoli allevamenti).

b) Perdite

Si possono verificare:

• nei campi (nella fase della raccolta);

• in azienda (dovute alla natura deperibile dei prodotti).

Le perdite subite nei diversi stadi della commercializzazione ad es. durante il trasporto e

nel corso della trasformazione non vengono considerate in questo schema (25).

c) Produzione utilizzabile

= Produzione lorda - Perdite Produzione che può essere commercializzata, utilizzata come mezzo di produzione o

come bene d’investimento per uso proprio, trasformata, consumata dalla famiglia, o

immagazzinata.

38 25 I prodotti offerti dai produttori, ma non venduti e deteriorati, in particolare i prodotti ortofrutticoli, vanno indicati separatamente.

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d) Scorte iniziali

Sono le scorte di prodotti (finiti e in corso di lavorazione) esistenti nelle aziende della

branca all’inizio dell’anno.

e) Totale risorse disponibili

= Produzione utilizzabile + Scorte iniziali

4.2 Impieghi

Nell’ambito dei CEA la produzione agricola può avere le seguenti destinazioni:

a) Reimpieghi: registrati solo se rispettano i criteri illustrati in precedenza (cfr. §3.2).

b) Trasformazione da parte dei produttori

Include tutte le quantità prodotte per l’ulteriore trasformazione da parte dei produttori

agricoli (es. latte trasformato in burro e formaggio) e sono registrate esclusivamente quelle

destinate ad attività di trasformazione separabili dall’attività agricola principale. Si

registrano in questo caso i prodotti greggi non quelli ottenuti dalla trasformazione che

passano all’industria alimentare.

Se le attività di trasformazione costituiscono attività non separabili, il prodotto trasformato

ottenuto è registrato nel valore della produzione della branca. In quest’ultimo caso i

prodotti di base oggetto di trasformazione non devono essere contabilizzati né nella

produzione né tra i consumi intermedi.

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c) Autoconsumo

Comprende prodotti consumati dalle famiglie che li hanno prodotti; prodotti dell’unità

agricola utilizzati per retribuzioni in natura corrisposte ai dipendenti.

d) Vendite

Esse corrispondono agli incassi realizzati dalle unità agricole derivanti dalla immissione sul

mercato della propria produzione.

Si considerano le vendite di prodotti agricoli effettuate dalle unità agricole ad altre unità

(comprese quelle ad organismi di intervento o di ammasso). Sono escluse le cessioni di

capitale fisso (ad es. di animali riproduttori (26) che si traducono in uscite dalle scorte,

descritte nel conto del capitale). Le cessioni di bestiame classificato come “scorte” ad altra

azienda agricola costituiscono, invece, nel senso precisato sopra (27).

Si considerano:

• vendite nazionali ad altre branche;

• vendite nazionali ad altre unità agricole;

• vendite all’estero.

e) Produzione per uso proprio di beni di investimento

Comprende:

• lavori eseguiti da unità agricole per impiantare frutteti, vigneti ecc. per uso

proprio;

• animali prodotti in seno alle unità agricole e classificati come capitale fisso

(allevati per la produzione di latte, lana ecc. e riproduttori).

26 Gli scambi di bestiame classificato come capitale fisso tra unità agricole non sono registrati tra le vendite; si deve considerare altresì che gli scambi tra unità residenti si compensano (si devono registrare solo i costi di trasferimento della proprietà). 27 Per quanto concerne le importazioni di animali da ristallo, in pratica è difficile attuare le distinzioni tra le diverse categorie zootecniche, quindi si considera che tutte le importazioni riguardino animali destinati alla costituzione di scorte e il valore di tutto il bestiame importato è detratto dal valore delle vendite.

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f) Scorte finali (28)

Comprendono le scorte sia di prodotti finiti che di prodotti in corso di lavorazione esistenti

presso le unità alla fine dell’anno. Si devono registrare anche i prodotti immagazzinati per

essere reimpiegati in un periodo successivo.

In sintesi la produzione delle attività agricole, conformemente alla definizione e alle regole

di registrazione adottate, può essere presentata secondo il seguente schema:

RISORSE

IMPIEGHI

PRODUZIONE AGRICOLA

DELLA BRANCA DI ATTIVITA’ AGRICOLA

Produzione lorda - perdite = Produzione utilizzabile

VENDITE (totale delle vendite, sono esclusi gli scambi di bestiame tra le aziende agricole) Variazione delle scorte (alla produzione); Produzione per uso proprio di beni di investimento (ad esempio piantagioni permanenti, bestiame produttivo); Autoconsumo (di prodotti agricoli); Trasformazione da parte dei produttori di prodotti agricoli: attività separabili; attività non separabili Reimpieghi:

per la stessa attività (sementi, latte per l’alimentazione animale, uve da vinificazione, olive per olio d’oliva, uova da cova); per un’attività distinta:

- prodotti e sottoprodotti vegetali destinati agli allevamenti zootecnici (cereali, semi oleosi, piante foraggere, paglia, ecc.);

- sottoprodotti dell’allevamento impiegati nella produzione vegetale (purino e letame).

SI

SI

SI

SI

SI NO(*)

NO

SI

NO

(*) In questo caso si registra il valore dei prodotti trasformati ottenuti (ma non i prodotti di base utilizzati).

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Nell’ambito dei CES si osserva che le consistenze del bosco in attesa di essere tagliato,

sono prese in considerazione solo nel caso in cui presentino sensibili variazioni da un

anno all’altro. Se le consistenze sono regolari la produzione di legname deve essere

registrata solo al momento dell’abbattimento degli alberi.

La produzione di legname grezzo pertanto è costituita solo dalla massa legnosa

effettivamente abbattuta nel periodo di riferimento.

28 La variazione delle scorte può essere determinata per differenza tra scorte finali e scorte iniziali.

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5. Valutazione della produzione agricola e forestale

5.1 Criteri generali

La nuova versione del SEC 1995 prevede che la produzione sia valutata ai prezzi di base,

ovvero il prezzo di mercato percepito dal produttore (per unità di bene o servizio) a cui si

devono aggiungere tutti i contributi ai prodotti, mentre occorre detrarre le eventuali imposte

sui prodotti (diverse dall’IVA).

Il prezzo percepito dal produttore equivale al prezzo alla produzione (ossia all’azienda) -

IVA esclusa - per i prodotti agricoli (29) mentre per quelli della silvicoltura corrisponde al

prezzo mercantile del legname ai bordi della strada (30).

Devono essere valutati a prezzi di base non solo i prodotti venduti ma anche le quantità

destinate a scorte, al reimpiego e all’autoconsumo, nonché i beni di investimento prodotti

per uso proprio. Per la valutazione di questi ultimi si deve fare riferimento a prodotti simili

oggetto di scambio, mentre il valore dei prodotti in corso di lavorazione (accrescimento

realizzato nell’anno) può essere determinato utilizzando i prezzi di base stimati dei prodotti

finiti, oppure i costi di produzione sostenuti (più una quota stimata del risultato di gestione).

Siccome il metodo dell’ “inventario permanente” per registrare entrate ed uscite dalle

scorte è di difficile applicazione, il SEC 1995 raccomanda in subordine di misurare la

variazione delle scorte calcolando la differenza di volume tra scorte finali e iniziali e

applicando un prezzo medio del periodo di riferimento (metodo quantitativo). Ciò consente

di evitare la contabilizzare di guadagni nominali in conto capitale nella produzione.

Questo metodo si applica generalmente per valutare la variazione di scorte di bestiame

che presenta un andamento abbastanza regolare dei prezzi. In questo caso la variazione

del peso vivo di bestiame di ciascuna categoria viene moltiplicata per la media dei prezzi

rilevati nel corso dell’anno.

Occorre considerare tuttavia che per taluni prodotti stagionali il suddetto metodo

quantitativo non è applicabile. Il prezzo di tali prodotti può variare nel tempo, in relazione al

29 Qualora l’imputazione di un contributo o di un’imposta ad un determinato prodotto risulti difficoltosa, anziché calcolare il prezzo di base si può calcolare direttamente il valore complessivo della produzione ai prezzi di base.

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30 Se l’acquirente compra gli alberi e provvede al loro abbattimento e al trasporto ai bordi della strada, il prezzo include anche gli oneri di tali prestazioni complementari che vengono comunque comprese nella silvicoltura ( in questo caso i suddetti oneri vengono altresì contabilizzate tra i consumi intermedi).

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miglioramento (31) o al deterioramento delle qualità fisiche del prodotto; in altri casi tali

fluttuazioni di prezzo possono dipendere da fattori stagionali della domanda o dell’offerta

del prodotto. In questi casi le differenze di prezzo non può essere considerata come

guadagni (o una perdita) nominale in conto capitale, poiché riflettono un reale incremento

(o decremento) di valore della produzione. In questi casi le scorte iniziali e finali devono

essere valutate ai prezzi correnti del momento.

Ai fini della valutazione della produzione ai prezzi di base occorre distinguere, da un lato, i

contributi ai prodotti dagli altri contributi alla produzione, dall’altro, le imposte sui prodotti

(diverse dall’IVA) dalle altre imposte sulla produzione.

I prezzi di base includono infatti soltanto i contributi ai prodotti al netto delle imposte sui

prodotti (diverse dall’IVA).

5.2. I contributi

Sono trasferimenti correnti unilaterali della Pubblica Amministrazione (incluse le Istituzioni

comunitarie) ai produttori residenti operati nell’ambito delle misure di politica agraria. Essi

mirano ad influenzare i prezzi o i livelli di produzione oppure la remunerazione dei fattori

della produzione.

Si dividono in:

- Contributi ai prodotti;

- Altri contributi alla produzione (32).

La distinzione tra le due categorie, deriva dal metodo di valutazione ai prezzi base che

include soltanto i contributi ai prodotti.

31 Ciò vale anche per un prodotto come il vino per il quale l’invecchiamento può essere considerato come un prolungamento del suo ciclo produttivo.

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32 Gli altri contributi alla produzione e le altre imposte sulla produzione figurano nel conto della generazione dei redditi primari della branca.

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Contributi ai prodotti

Sono erogati per singola unità di bene o servizio prodotto o importato e possono

consistere in: determinati importi in denaro per unità di beni e servizio; somme calcolate

ad valorem; somme calcolate dalla differenza tra un dato prezzo di riferimento e quello di

mercato effettivamente pagato dall’acquirente.

I contributi ai prodotti agricoli includono gli aiuti previsti della politica agricola comune, in

particolare, dopo la riforma del 1992. Si tratta degli aiuti compensativi per i seminativi

(cereali, semi oleosi e piante proteiche) e dei premi per i bovini (premi per vacche nutrici e

premi speciali).

Tali aiuti infatti si possono configurare nella sostanza come aiuti ai prodotti nonostante la

riforma della PAC abbia introdotto una certa dissociazione tra queste misure

compensative del reddito ed i quantitativi prodotti. Il SEC 1995 ha infatti esteso il concetto

di contributi ai prodotti agli aiuti compensativi erogati sotto forma di “deficiency payments”

(33) in quanto, a livello macroeconomico, il loro importo dipende dai volumi di produzione.

In particolare i contributi versati ai produttori agricoli comprendono: aiuti introdotti dalla

PAC ed erogati per i seminativi e premi bovini: alla produzione di olio d’oliva, alla

produzione di piante tessili, alla bachicoltura, alla produzione di banane, per i prodotti a

base di uve secche, alla produzione di sementi, alla produzione di luppolo, premi per

pecora e capra e qualsiasi contributo versato sotto forma di “defiency payments” agli

agricoltori. I contributi sopraccitati devono essere sommati ai prezzi di mercato incassati

dagli agricoltori per ottenere i prezzi di base ma vanno dedotte le imposte sui prodotti. Essi

si registrano quando si verifica l’operazione che dà origine al contributo (ad es. raccolta

dei seminativi o all’atto della compilazione delle domande di aiuto per le vacche nutrici).

I contributi versati ad altri operatori economici (diversi dagli agricoltori) (34) non vengono

presi in considerazione ai fini del calcolo dei prezzi di base, ma vengono assegnate alle

altre branche.

33 Teoricamente si hanno contributi erogati sotto forma di “deficiency payments” nel caso in cui la Pubblica Amministrazione versa agli agricoltori la differenza tra prezzi garantiti e prezzi di mercato. In pratica gli aiuti compensativi ai seminativi possono essere considerati simili a forme di “deficiency payments”.

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34 Restituzioni all’export per i cereali e gli ortofrutticoli freschi, aiuti alla produzione di fecola di patate, alla produzione per foraggi disidratati, alla produzione di cotone, all’utilizzazione dei mosti e premi per il tabacco.

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Altri contributi alla produzione

Si tratta di contributi diversi dai contributi ai prodotti che le unità di produzione

percepiscono in relazione all’attività produttiva. Gli altri contributi alla produzione figurano

nei conti della generazione dei redditi primari delle branche o dei settori istituzionali che li

percepiscono. Ne consegue che i CEA/CES non registrano la totalità degli aiuti accodati

all’agricoltura/silvicoltura in quanto oltre agli aiuti diretti le unità di produzione agricola

beneficiano di contributi che vengono erogati a branche di produzione collocate a monte e

a valle dell’agricoltura (35).

Classificazione ISTAT dei principali contributi all’agricoltura

Per la determinazione dei prezzi di base nella realtà italiana l’ISTAT ha così classificato i

contributi del settore agricolo:

Contributi ai prodotti Altri contributi alla produzione

Contributi settori extragricoli

Aiuti nuova PAC: ai seminativi: - cereali, semi oleosi ed altri alla produzione di - olio di oliva Premi - Bovini, ovicaprini Altri.

- Contributi in conto interessi - Set-Aside Aiuti per: - Reg. 2078,2079,2080 - Calamità naturali - Aiuti nazionali e regionali - Altri

Contributi per: - Tabacco (premi) - Bieticoltura - Vino (mosti) - Ammassi - Trasformazione di: pomodoro, frutta, vini (distillazione), altri. - Compensazione finanziarie - Restituzioni alle esportazioni - Altri

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35 Gli altri contributi alla produzione agricola (non contabilizzati nel conto della produzione) comprendono: contributi sui salari o sulla manodopera; Contributi in conto interessi versati a unità di produzione residenti, anche se finalizzati a facilitare operazioni di investimento; sovracompensazione dell’IVA risultante dall’applicazione del regime forfettario; accollamento di contributi sociali e di imposte fondiarie. Altri contributi: aiuti per la messa a riposo di seminativi, aiuti alla produzione agricola in zone svantaggiate e\o montane, altri aiuti corrisposti per influenzare i metodi di produzione, importi versati agli agricoltori a titolo di compensazione per perdite di prodotti vegetali, di bestiame e piantagioni considerati prodotti in corso di lavorazione, a prescindere dalla natura della perdita.

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5.3 Le Imposte sulla produzione e sulle importazioni

Sono prelievi operati dalla Pubblica Amministrazione (comprese le Istituzioni comunitarie)

sulla produzione, sull’utilizzazione di fattori produttivi o sulla proprietà e sulle importazioni

di beni e servizi.

Tali imposte si distinguono in:

- imposte sui prodotti che comprendono: imposte simili all’IVA, imposte e dazi sulle

importazioni e imposte sui prodotti, escluse quelle sul valore aggiunto;

- altre imposte sulla produzione.

Le imposte sui prodotti corrispondono: a un importo monetario specifico riferito ad una

unità di quantità di bene o di servizio; oppure sono calcolate ad valorem.

In particolare per l’agricoltura le imposte sui prodotti (36) includono prelievi sulle

barbabietole; prelievi di corresponsabilità sul latte e sui cereali.

Ai fini del calcolo dei prezzi di base, le imposte sui prodotti vengono contabilizzate nel

conto della produzione. Si deve precisare che le registrazioni avvengono al netto dell’IVA

deducibile (si registra invece l’IVA non deducibile).

Nel conto della produzione le imposte sui prodotti, che gravano sui consumi intermedi,

devono essere incluse nel prezzo di acquisto dei consumi intermedi (ad esempio: le

imposte sugli zuccheri e sull’alcool usati per vinificazione inclusi stati sembri dell’Unione

Europea).

Altre imposte sulla produzione

Possono gravare su: terreni, capitale fisso o fattore lavoro impiegati nel processo

produttivo.

Queste imposte non figurano nel costo della produzione bensì nel conto della generazione

dei redditi primari della branca o del settore che le versa (criterio del pagamento) (37).

36 Le penali per il superamento delle quote latte non sono considerate imposte dal SEC 1995 (4.132). 37 Nell’agricoltura dell’Unione Europea esistono due tipi principali di altre imposte sulla produzione: Imposte fondiarie e la tassa sui veicoli a motore. In particolare rientrano tra queste:

- imposte fondiarie e le altre imposte sull’utilizzo dei terreni e dei fabbricati a scopi produttivi; - imposte sull’utilizzo di capitale fisso a fini produttivi, es. impianti; - imposte sulla massa salariale versate dai datori di lavoro; - imposte sull’inquinamento provocato dalle attività di produzione; - tasse versate dalle imprese per ottenere licenze professionali e per l’esercizio di attività; - canoni per la fornitura d’acqua potabile configurabili come imposte;

47 - sottocompensazioni dell’IVA risultanti dal regime forfettario della stessa.

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6. I consumi intermedi

6.1 Criteri generali

I consumi intermedi sono costituiti dal valore dei beni e dei servizi impiegati come input nel

processo produttivo ad esclusione del consumo di capitale fisso che è rappresentato dagli

ammortamenti (38); essi includono altresì beni e servizi utilizzati come input nelle attività

ausiliarie.

Vanno contabilizzate tra i consumi intermedi, inoltre, le seguenti voci:

• le spese relative a beni e servizi sostenute a beneficio dei dipendenti, ma volte ad

incentivare la produzione (rimborsi spese di trasferta e di rappresentanza e spese

sostenute per migliorare le condizioni lavorative);

• beni e servizi scambiati per fini produttivi fra diverse UAE locali (39), anche se tali

unità appartengono alla stessa unità istituzionale;

• beni e servizi prodotti e reimpiegati all’interno della stessa unità agricola,

limitatamente ai casi in cui questi vengono contabilizzati nella produzione della

branca di attività agricola (ad. es. i prodotti vegetali utilizzati per l’alimentazione

animale).

Le principali voci che compongono i consumi intermedi sono, pertanto, le seguenti:

a) Sementi e piantine Acquisti di sementi e di piantine effettuati direttamente presso altre aziende agricole (sia di

produzione interna che di importazione). Questa voce non comprende, invece, i

reimpieghi, avvenuti nel corso dello stesso servizio, di sementi.

38 Gli acquisti di beni nuovi o usati registrati come investimenti fissi (come fabbricati, impianti e macchine, piantagioni, bestiame e terreni) non rientrano tra i consumi intermedi. (Gli utensili sono inclusi tra i consumi intermedi solo per acquisti di valore fino a 500 Euro (a prezzi 1995). Occorre inoltre nere distinti consumi intermedi dai redditi da lavoro dipendente. Questi ultimi comprendono beni e servizi forniti a prezzo ridotto ai dipendenti e le indennità di trasporto dei lavoratori tra il domicilio ed il luogo di lavoro (che costituiscono praticamente parte integrante della retribuzione). 39 Si osserva però che non sono considerati consumi intermedi le impostazioni e gli scambi tra aziende agricole di bestiame classificato come prodotti in corso di lavorazione (come ad es. suinetti e vitelli da ristallo).

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I consumi intermedi di sementi di piante per seminativi e di ortaggi riguardano

principalmente: le sementi di prima generazione acquistate dai produttori in vista della

moltiplicazione oppure quelle certificate acquistate dalle aziende agricole per la

produzione di vegetali.

b) Energia e lubrificanti Vengono registrati solo i consumi delle aziende agricole, non quelli delle famiglie degli

agricoltori.

c) Concimi ed ammendanti I concimi si distinguono in: semplici, complessi, organici.

Gli ammendamenti comprendono ad es. calce, sabbia, torba, limo, ecc.

d) Prodotti per la difesa delle piante e la lotta antiparassitaria I diserbanti, gli antiparassitari i fungicidi e altre sostanze che producono i medesimi effetti.

e) Spese veterinarie Onorari versati ai veterinari e prodotti farmaceutici fatturati separatamente o compresi nei

suddetti onorari (nel caso in cui vengano somministrati direttamente dai veterinari).

f) Mangimi In questa categoria rientrano: i mangimi semplici; gli additivi per mangimi; i mangimi

composti (sia completi sia complementari).

Si registrano:

- gli acquisti di mangimi semplici e trasformati effettuati presso altre aziende agricole

o da altre branche; - i reimpieghi di prodotti vegetali destinati all’alimentazione animale.

Non si registrano in questa voce i costi per la preparazione e la conservazione dei

mangimi (che devono essere ripartiti per categorie (energia, conservanti, ecc.).

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g) Manutenzione di macchine e attrezzi Comprende:

a. acquisti di beni e servizi utili per la manutenzione ordinaria (40) e per le

riparazioni destinate a mantenere in buono stato di funzionamento i beni di

investimento;

b. acquisti di prodotti impiegati per la protezione delle colture, come ad

esempio detonatori, reti antigrandine, fumi antigelo, ecc.

Si possono altresì includere in questa voce costi di manodopera extragricola (ad es.

meccanici, fabbri ecc.) oppure il totale degli oneri versati ad unità extragricole.

h) Manutenzione fabbricati Include:

- spese per l’acquisto dei materiali (cemento, mattoni, tegole ecc.);

- costi della manodopera (muratori, carpentieri, idraulici, falegnami, elettricisti,

ecc.)

- oneri complessivi sostenuti per la manutenzione ordinaria dei fabbricati rurali e

di altre opere escluse le abitazioni.

i) Servizi agricoli Canoni di affitto pagati per l’utilizzazione di fabbricati non residenziali e di altri beni come il

noleggio di macchinari senza operatore (esclusi i terreni):

- gli onorari per gli esami medici a cui sono sottoposti i dipendenti;

- gli onorari per le prestazioni di consulenti agricoli, contabili, ecc.;

- gli acquisti di servizi di ricerca scientifica, studi di mercato, pubblicità, ecc.;

- spese per servizi di trasporto comprese le spese di trasferta dei dipendenti (41);

- spese postali e telefoniche;

- i premi lordi versati alle assicurazioni per la copertura di rischi;

40 La manutenzione straordinaria viene considerata, invece, un investimento fisso.

50

41 Se l’agricoltore provvede al trasporto di merci svolge un’attività non agricola e non separabile; se il trasporto è effettuato da terzi le spese non figurano come consumi intermedi (ma nemmeno come produzione, nell’ambito dei CEA/CES):

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- spese di monta, fecondazione artificiale e castrazione;

- spese bancarie fatturate (esclusi gli interessi su crediti bancari);

- quote associative versate ad associazioni senza scopo di lucro e di contributi a

cooperative agricole; spese per i controlli sul latte, mostre zootecniche e

iscrizioni nei libri genealogici;

- canoni per l’utilizzo di beni immateriali non prodotti come i brevetti, i marchi, i

diritti di autore o diritti di produzione come le quote latte; (l’acquisto di tali beni

viene, invece rilevato nel conto del capitale);

- versamenti alle amministrazioni pubbliche per il rilascio delle licenze;

- acquisti di attrezzi e indumenti da lavoro e beni durevoli di limitato valore (fino a

500 Euro) o aventi una durata di impiego inferiore a un anno.

6.2 Valutazione dei consumi intermedi

Sono valutati ai prezzi di acquisto correnti (o per beni e servizi simili) nel momento in cui

vengono immessi nel processo produttivo. Il prezzo di acquisto include le imposte sui

prodotti (tranne quelle deducibili come l’IVA) ed esclude i contributi ai prodotti. Tali

contributi sono molto importanti in agricoltura perché sono finalizzati a ridurre i costi di

produzione.

Se i beni e servizi sono importati direttamente dalle unità di produzione, il prezzo di

acquisto deve includere tutte le imposte sulle importazioni oltre all’IVA non deducibile.

6.3 Classificazione dei reimpieghi e degli scambi tra aziende agricole nella realtà italiana

Per quanto concerne l’applicazione del SEC 1995 alla realtà agricola italiana l’ISTAT

dedica particolare attenzione alla classificazione degli scambi tra aziende e dei reimpieghi

nell’ambito della stessa unità produttiva.

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Secondo l’interpretazione fornita dall’ISTAT anche i reimpieghi aziendali vengono inclusi

nei consumi intermedi (e quindi nel valore della produzione) nel nuovo calcolo relativo al

“quadro centrale” (SEC 1995) (42).

ESCLUSI

INCLUSI

- Uve per la produzione di vino da parte di Aziende agricole sono comprese nel valore del vino ottenuto

- Sementi che hanno un valore economico e che sono vendute ad altre aziende agricole

- Olive per la produzione di olio di pressione direttamente da parte delle aziende agricole

- Prodotti utilizzati nell’alimentazione del bestiame (cereali, legumi secchi, patate e semi di oleaginose)

- Latte destinato all’alimentazione dei redi nell’ambito della stessa azienda

- Foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole (particolari tipi di pascolo)

- Produzioni foraggere commercializza-bili (fieno, insilati di mais e altre foraggere temporanee)

- Sottoprodotti senza valore economico

- Foraggere permanenti (prati e pascoli) anche se non commercializzabili che richiedono qualche lavorazione) (Convenzione in sede Eurostat)

- Sementi riutilizzate nell’ambito della stessa azienda agricola (di scarsa entità)

- Paglia di cereali

42 Cfr. ISTAT: Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione (Anni 1988-1998), Informazioni, n 5, 2000, Roma.

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Le principali differenze tra le nuove stime dell’ISTAT (con riferimento al quadro centrale

dei conti economici nazionali i SEC 1995) e le precedenti vengono evidenziate nel

seguente schema (vedi anche Tabb. 1,2,3):

VECCHIO CALCOLO

NUOVO CALCOLO

Produzione lorda vendibile Prezzi di mercato Reimpieghi aziendali (esclusi) Scambi tra aziende agricole (esclusi) Vino (tutto in agricoltura) Olio (tutto in agricoltura) Servizi annessi (esclusi) Consumi intermedi Reimpieghi aziendali (esclusi) Scambi tra aziende agricole (esclusi) Valore aggiunto ai prezzi di mercato Valori costanti (base 1990)

Produzione ai prezzi di base Prezzi di base Reimpieghi aziendali (inclusi) Scambi tra aziende agricole (inclusi) Vino (solo vino prodotto da uve proprie escluse coop, ind.) Olio (solo olio prodotto da olive proprie escluse coop.) Servizi annessi (inclusi) Consumi intermedi Reimpieghi aziendali (inclusi) Scambi tra aziende agricole (inclusi) Nuove poste Valore aggiunto ai prezzi di base Valori costanti (base 1995)

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Tabella 1 - Confronto tra la vecchia e nuova serie calcolata a prezzi di base - ITALIAProduzione, consumi intermedi e valore aggiunto dell'agricoltura, silvicoltura e pescaNumeri indici (vecchia serie = 100)Prodotti 1995 1996 1997AGRICOLTURAColtivazioni agricole 120,92 123,04 127,32Erbacee 120,07 123,73 126,95- Cereali 161,46 171,27 191,06- Legumi secchi 133,11 126,67 127,65- Patate e ortaggi 100,85 100,55 100,97- Industriali 116,75 126,27 132,21- Fiori e piante da vaso 100,00 100,00 100,31Foraggere 2.439,19 2.367,41 2.399,90Legnose 100,98 101,91 104,97- Prodotti vitivinicoli 88,27 84,84 88,83- Prodotti dell'olivicoltura 123,61 152,20 150,17- Agrumi 100,00 100,00 90,17- Frutta 100,00 100,00 101,91- Altre legnose 100,64 100,69 101,52Allevamenti 102,35 102,22 101,65Prodotti zootecnici alimentari 102,36 102,22 101,65- Carni 102,57 102,82 102,57- Latte 102,41 101,51 100,48- Uova 100,00 100,00 98,70- Miele 100,00 100,00 100,00Prodotti zootecnici non alimentari 100,00 100,00 100,00Servizi connessi - - -Totale produzione 119,31 120,67 123,38- Consumi intermedi 145,52 144,05 142,13Valore aggiunto ai prezzi di base 109,06 111,49 115,91SILVICOLTURAProduzione 108,91 103,46 101,67- Consumi intermedi 109,45 99,10 95,09Valore aggiunto ai prezzi di base 108,83 104,02 102,58PESCAProduzione 100,49 100,64 97,53- Consumi intermedi 99,25 99,15 99,06Valore aggiunto ai prezzi di base 100,92 101,18 96,98AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCAProduzione 118,50 119,75 122,18- Consumi intermedi 143,75 142,35 140,45Valore aggiunto ai prezzi base 108,74 111,00 115,01

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Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto dell'agricoltura, silvicoltura e pescaNumeri indici (vecchia serie = 100)

Prodotti 1995 1996 1997AGRICOLTURAColtivazioni agricole 128,77 129,67 136,54Erbacee 124,28 128,85 133,01- Cereali 154,37 162,70 179,85- Legumi secchi 123,97 111,76 111,48- Patate e ortaggi 100,79 100,53 99,70- Industriali 120,67 131,04 137,76- Fiori e piante da vaso 100,00 100,00 100,33Foraggere 2.363,86 2.290,12 2.321,66Legnose 100,15 97,69 101,20- Prodotti vitivinicoli 95,88 89,55 94,51- Prodotti dell'olivicoltura 125,19 155,89 141,65- Agrumi 100,00 100,00 98,07- Frutta 100,00 100,00 104,88- Altre legnose 100,49 100,52 101,76Allevamenti 101,35 100,83 101,12Prodotti zootecnici alimentari 101,36 100,83 101,12- Carni 101,27 101,20 102,35- Latte 101,84 100,27 99,21- Uova 100,00 100,00 98,70- Miele 100,00 100,00 100,00Prodotti zootecnici non alimentari 100,00 100,00 100,00Servizi connessi - - -Totale produzione 120,68 121,20 124,84- Consumi intermedi 141,27 140,55 138,24Valore aggiunto ai prezzi di base 110,81 112,05 118,18SILVICOLTURAProduzione 108,91 103,46 102,37- Consumi intermedi 109,45 99,09 95,75Valore aggiunto ai prezzi di base 108,83 104,02 103,28PESCAProduzione 100,49 100,64 97,88- Consumi intermedi 99,25 99,15 107,18Valore aggiunto ai prezzi di base 100,85 101,07 95,38AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCAProduzione 119,87 120,29 123,54- Consumi intermedi 140,13 139,42 137,28Valore aggiunto ai prezzi base 110,41 111,50 116,95

ruozzim
Tabella 1 - Confronto tra la vecchia e nuova serie calcolata a prezzi di base - ITALIA
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Tabella 3 - Confronto tra la vecchia e nuova serie calcolata a prezzi di base - EMILIA ROMAGNAProduzione, consumi intermnedi e valore aggiunto dell'agricoltura, silvicoltura e pescaNumeri indici (vecchia serie = 100)

Prodotti 1995 1996 1997AGRICOLTURAColtivazioni agricole 123,09 123,37 131,04Erbacee 126,40 131,33 133,46- Cereali 164,29 175,64 190,25- Legumi secchi 119,87 120,43 103,72- Patate e ortaggi 100,98 100,61 99,13- Industriali 111,44 117,70 121,75- Fiori e piante da vaso 100,00 100,00 99,60Foraggere 2.549,27 2.534,48 2.563,08Legnose 91,30 88,51 84,73- Prodotti vitivinicoli 69,74 67,06 68,94- Prodotti dell'olivicoltura 120,30 148,63 164,80- Agrumi - - -- Frutta 100,00 100,00 92,62- Altre legnose 100,00 100,00 98,15Allevamenti 96,45 98,72 98,02Prodotti zootecnici alimentari 96,45 98,72 98,02- Carni 100,60 100,62 100,37- Latte 87,02 94,72 93,44- Uova 100,00 100,00 98,70- Miele 100,00 100,00 100,00Prodotti zootecnici non alimentari 100,00 100,00 100,00Servizi connessi - - -Totale produzione 114,02 115,47 118,17- Consumi intermedi 134,40 135,03 133,50Valore aggiunto ai prezzi di base 103,83 106,01 109,90SILVICOLTURAProduzione 108,91 103,46 94,11- Consumi intermedi 109,46 99,09 88,03Valore aggiunto ai prezzi di base 108,83 104,02 94,95PESCAProduzione 100,49 100,64 119,23- Consumi intermedi 99,25 99,15 138,34Valore aggiunto ai prezzi di base 100,84 100,96 114,72AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCAProduzione 113,60 114,97 118,05- Consumi intermedi 133,67 134,38 133,48Valore aggiunto ai prezzi base 103,77 105,82 109,95

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7. Conti territoriali dell’agricoltura

7.1 Aspetti Generali

I conti economi sono nati per descrivere l’attività economica di un Paese ma in una fase

successiva sono stati adattati all’esigenza di quantificare i principali aggregati economici a

livello territoriale. Tale trasposizione pone però alcuni problemi metodologici riconducibili

essenzialmente al maggior grado di apertura di una economia regionale rispetto a quella

nazionale: è noto infatti che il volume di scambi interregionali tende a crescere man mano

che si riduce la dimensione della regione considerata.

Anche i conti regionali dell’agricoltura (CRA) rappresentano una trasposizione a livello

territoriale (regionale o provinciale) dei conti economici dell’agricoltura nazionale (CEA) e

quindi anche essi vengono adeguati alla nuova versione del Sistema europeo dei conti

(SEC 1995).

Per quanto concerne la stima degli aggregati dei conti regionali il SEC 1995 prevede due

metodi principali:

- il metodo ascendente (bottom-up): gli aggregati regionali delle diverse

grandezze si ottengono sommando dati rilevati a livello delle singole unità di

base (che per le branche sono le UAE locali).

- il metodo discendente (top-down): gli aggregati dei conti regionali vengono

calcolati ripartendo i corrispondenti totali nazionali sulla base di indicatori

correlati alle loro distribuzioni territoriali.

In realtà spesso vengono applicate combinazioni dei due metodi (metodi misti) (43) anche

se il SEC 1995 manifesta una preferenza per il metodo ascendente.

La ripartizione del territorio economico regionale non coincide esattamente con il territorio

economico nazionale come è definito nei conti nazionali. Infatti questo si compone di parti

di un Paese che non possono essere attribuite ad una singola regione (44).

43 L’ISTAT fa ricorso ad un metodo misto in quanto le fonti statistiche disponibili consentono di utilizzare il metodo ascendente solo per le produzioni ed altri aggregati, mentre per taluni consumi intermedi utilizza il metodo discendente. 44 Ad esempio: lo spazio aereo nazionale, le acque territoriali, la piattaforma continentale; le zone franche territoriali (= territori situati nel resto del mondo e utilizzati dalla amministrazioni pubbliche di un Paese in base a trattati internazionali); i giacimenti di petrolio, gas naturale situati in acque internazionali.

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Unità di base nell’elaborazione dei conti regionali dell’agricoltura

I CRA possono fare riferimento alle unità di produzione omogenea a livello locale (UPO

locale) oppure alle unità di attività economica a livello locale (UAE locale).

L’UPO locale è caratterizzata da un’attività unica: essa non è generalmente osservabile

dal punto di vista statistico, mentre l’UAE locale è osservabile statisticamente.

Il SEC 1995 segue l’approccio statistico assumendo come unità di base un’unità

osservabile (UAE locale) anche se questo significa non rispettare il principio dell’attività

unica.

Analogamente ai conti nazionali, i CRA fanno riferimento all’azienda agricola che

costituisce l’unità più appropriata per l’analisi economica del comparto agricolo anche se

essa include attività secondarie extra agricole non separabili che devono essere

contabilizzate.

Così come avviene nei conti nazionali (CEA) non sono considerate, per semplicità, le unità

che producono solo per l’autoconsumo come orti familiari e piccoli allevamenti che

rientrano invece fra le unità caratteristiche dell’agricoltura dei conti nazionali (SEC 1995).

Residenza e territorio

I CRA non fondati sul criterio della residenza dell’unità di produzione. Infatti ogni branca di

attività economica, fa riferimento al gruppo di UAE locali che esercitano la stessa attività

principale e che hanno il centro di interesse economico sul territorio regionale.

In certe situazioni insorge il problema della relazione tra ubicazione della sede e

localizzazione dell’azienda (che possono essere diverse). In altri termini un’azienda

agricola localizzata in una data regione può dipendere da una sede ubicata in altra

regione. In questi casi è importante dissociare le due entità e pertanto, ai fini dei CRA,

un’azienda deve essere attribuita alla regione in cui sono situati i suoi fattori produttivi e

non a quella dove si trova la sua sede (nei CRA una stessa sede può dare luogo a

differenti unità residenti in regioni diverse.

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7.2 Misurazione della produzione e calcolo del valore aggiunto

La valutazione della produzione agricola pone un certo numero di problemi specifici,

concernenti in particolare le scorte di prodotti stagionali, la produzione zootecnica e le

scorte di prodotti in corso di lavorazione. Per la soluzione dei suddetti problemi i CEA

dettano norme precise che devono essere rispettate anche nella compilazione dei CRA. A

livello regionale, considerata la più scarsa disponibilità di fonti statistiche, sono ammesse

però talune deroghe in particolare per i prodotti zootecnici.

7.2.1 Misurazione della produzione

Deve essere valutata tutta la produzione indipendentemente dalla sua destinazione

(vendita ad altre branche, ad altre aziende agricole o reimpiego nella stessa azienda).

Quindi:

• ogni prodotto che esce dall’azienda deve essere considerato prodotto dalla regione,

indipendentemente dalla destinazione del prodotto e dal tipo di acquirente;

• alcuni prodotti agricoli reimpiegati nella stessa azienda devono essere inclusi nella

produzione della regione. Analogamente a quanto avviene nei CEA si tratta dei

prodotti vegetali destinati all’alimentazione del bestiame.

Per la produzione di bestiame occorre distinguere quello classificato come capitale fisso

(animali da riproduzione, vacche da latte ecc.) dagli animali classificati come scorte

(destinati al macello).

La produzione di carne può essere valutata solo indirettamente tenendo conto delle

vendite degli investimenti fissi e della variazione delle scorte.

Gli scambi di animali tra aziende agricole seguono le seguenti regole:

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• le operazioni sul bestiame considerato capitale fisso, tra aziende della stessa

regione, si annullano per compensazione e quindi non vengono registrate (salvo i

costi di trasferimento della proprietà);

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• le operazioni tra diverse regioni sul bestiame appartenente alle scorte vengono

registrate: le “esportazioni” come vendite positive mentre le “importazioni” come

“vendite negative” (si osserva che l’acquisto di bestiame non viene considerato

consumo intermedio, bensì acquisto di prodotti in corso di lavorazione);

• i costi di trasferimento della proprietà, se riguardano scorte di bestiame, vengono

dedotti dalla produzione.

7.2.2 Valutazione della produzione e dei consumi intermedi

La produzione è valutata ai prezzi di base: a tal fine occorre ripartire a livello territoriale sia

i contributi ai prodotti sia le imposte sui prodotti.

Ai fini dei CRA i consumi intermedi includono:

• gli acquisti di prodotti agricoli presso altre aziende (della stessa regione o di altre

regioni) destinati ad essere consumati nel processo produttivo (ad eccezione

dell’acquisto di bestiame che viene considerato come prodotto in corso di

lavorazione). Si osserva che col vecchio metodo gli acquisti presso aziende della

stessa regione non venivano registrati;

• alcuni prodotti oggetto di reimpiego in seno alla stessa unità registrata anche nella

produzione (si tratta essenzialmente di prodotti vegetali destinati all’alimentazione

del bestiame allevato nella stessa azienda che li produce).

Tutti i consumi intermedi sono valutati ai prezzi di acquisto al netto dell’IVA deducibile.

7.2.3 Valore aggiunto

Il valore aggiunto si ottiene detraendo dal valore della produzione, quello dei consumi

intermedi.

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Esso è valutato ai prezzi di base riferiti alla produzione che sono al netto delle imposte sui

prodotti ma al lordo dei contributi ai prodotti. Ciò implica una ripartizione territoriale anche

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per imposte e contributi. Inoltre il valore aggiunto può essere calcolato al lordo o al netto

degli ammortamenti (45). In quest’ultimo caso il valore aggiunto esprime il risultato

conseguito dall’attività produttiva della branca, nell’anno considerato.

7.2.4 Investimenti lordi

Investimenti fissi

Si osserva che quando un produttore agricolo acquista o produce beni per proprio uso che

possono essere utilizzati per più di un anno nel processo produttivo, fa un’operazione di

investimento.

Il criterio seguito per gli investimenti è quello dell’attribuzione alle branche utilizzatrici nel

conto del capitale. Gli investimenti non rientrano infatti tra le operazioni correnti, bensì tra

quelle di accumulazione (formazione del capitale) (46).

Le acquisizioni di nuovi beni sono contabilizzate al lordo degli ammortamenti che

generalmente vengono calcolati su tali beni.

Gli investimenti fissi lordi per animali da riproduzione e da latte di una regione

corrispondono alla differenza:

Acquisti fuori regione – Vendite ad altre regioni (incluse le importazioni) (incluse le esportazioni)

ad essa si devono aggiungere i costi di trasferimento della proprietà sulle vendite

effettuate all’interno della regione (47).

45 Gli ammortamenti misurano l’usura e l’obsolescenza del capitale fisso utilizzato nel processo produttivo (piantagioni permanenti, miglioramenti fondiari, macchine, costi di trasferimento della proprietà di terreni ecc.) 46 Sotto il profilo metodologico, tuttavia, lo studio dell’accumulazione dei capitale mal si adatta alle UAE locali che sono cellule operative nel campo produttivo, prive di potere decisionale; quest’analisi presuppone infatti, come riferimento, l’unità istituzionale.

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47 In sede di aggregazione i flussi interregionali devono annullarsi, così la somma degli investimenti fissi lordi regionali risulterà in linea con l’aggregato nazionali. Se la valutazione dei riproduttori avviene attraverso il metodo ascendente si deve rispettare la convenzione tale per cui le vendite di bestiame ad aziende situate in altre regioni costituiscono un disinvestimento, mentre gli acquisti presso altre regioni rappresentano un investimento.

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Variazione delle scorte

Le scorte includono tutti i beni non rientranti nel capitale fisso detenuti a titolo temporaneo

dalle unità di produzione ad una certa data.

In sede di valutazione della variazione delle scorte di bestiame vengono presi in

considerazione sia l’import-export che gli scambi con altre regioni.

7.3 Osservazioni metodologiche

L’azienda agricola assunta come unità di base è l’unità di rilevazione delle indagini

statistiche sia a livello nazionale che regionale (censimenti e indagini strutturali). Ne

consegue che la stima delle quantità prodotte può avvalersi delle informazioni statistiche

sulle superfici, sulle rese, sulle consistenze del bestiame ecc. Il riferimento all’azienda

agricola garantisce una migliore coerenza contabile, in quanto evita di procedere a

rettifiche extrastatistiche che potrebbero essere controverse. Tali rettifiche sarebbero

indispensabili qualora le stime comprendessero anche orti familiari e piccoli allevamenti

per l’autoconsumo.

Delimitazione dell’agricoltura regionale

Le statistiche tendono a localizzare le aziende in funzione dell’ubicazione della loro sede e

non direttamente della localizzazione dei fattori produttivi: ciò in netto contrasto con le

nozioni di residenza e territorio dei conti regionali. Ai fini dei CRA si dovrebbe pertanto

procedere alla riclassificazione di alcune aziende tra regioni e in alcuni casi alla loro

suddivisione.

In pratica questa operazione può risultare troppo difficoltosa da realizzare; in tal caso è

preferibile mantenere l’ubicazione utilizzata nelle indagini statistiche. Ciò implica però che

le modalità di definizione dell’ubicazione siano identiche per tutte le regioni.

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Misurazione della produzione agricola

Vengono registrati anche quei prodotti vegetali che sono riutilizzati dalla stessa azienda

per l’alimentazione del bestiame (reimpieghi).

Per i seminativi la produzione è determinata sulla base dei quantitativi raccolti in ciascuna

regione, valutando tutta la produzione, prescindendo dalla sua destinazione (reimpiego in

azienda, ad altre aziende agricole e ad altre branche di attività economica).

Per la misurazione della produzione zootecnica a livello regionale si devono affrontare i

seguenti problemi:

• la valutazione della variazione delle scorte, degli investimenti fissi lordi e degli

scambi di capi di bestiame tra regioni;

• la ripartizione tra regioni dei flussi import-export inclusi i costi di trasferimento della

proprietà.

Spesso il metodo indiretto di calcolo della produzione zootecnica può risultare di difficile

applicazione; in questi casi si può partire dai dati fisici per giungere alla determinazione dei

valori in una fase successiva.

Si osserva, infine, che la valutazione delle attività secondarie extragricole non separabili

può basarsi su documentazione statistica locale (ad es. sulla trasformazione dei prodotti

agricoli); in assenza di questa documentazione si può applicare il metodo discendente a

partire dal dato nazionale dei CEA.

Consumi intermedi

Per la stima dei consumi intermedi si può partire dalla differenza, per ciascun prodotto, tra

la produzione stimata in precedenza e la quota di tale produzione che esce dalla branca.

Tale differenza deve quindi essere rettificata per tener conto dei prodotti agricoli

provenienti da altre regioni.

E’ possibile fare ricorso anche alle contabilità microeconomiche (ad esempio la RICA

gestita dall’INEA) come fonte di informazione sugli acquisti di determinati beni e servizi.

Questa fonte tuttavia rende necessario il ricorso a rettifiche per la valutazione dei

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reimpieghi aziendali, in quanto i dati contabili, per quanto concerne i foraggi, forniscono

solo la variazione delle scorte.

Le principali differenze tra gli aggregati calcolati secondo la metodologia attuale e la

vecchia metodologia dei CRA possono essere così sintetizzate:

Produzione Produzione della regione (CRA attuali)

= Produzione della “azienda agricola regionale” (CRA vecchia metodologia)

+ Vendite di prodotti agricoli tra aziende della stessa regione

+ Acquisti di prodotti agricoli presso altre “aziende agricole regionali”

+ Alcuni prodotti agricoli reimpiegati nella stessa azienda che li produce

+ Produzione delle attività secondarie non agricole e non separabili

Consumi intermedi Consumi intermedi della regione (CRA attuali)

= Consumi intermedi della “azienda agricola regionale” (CRA vecchia metodologia)

+ Acquisti di prodotti agricoli (per consumi intermedi) presso aziende della stessa

regione

+ Alcuni prodotti agricoli reimpiegati nella stessa azienda che li produce

+ Consumi intermedi delle attività secondarie non agricole e non separabili

Valore aggiunto V.A. (lordo) ai prezzi base della regione (nuovi CRA)

= V.A. (lordo) ai prezzi di mercato della “azienda agricola regionale” (vecchi CRA)

+ V.A. delle attività secondarie non separabili della regione

+ (contributi – imposte) sui prodotti della regione

- produzione degli orti familiari e dei piccoli allevamenti della regione

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8. Considerazioni finali

Il nuovo Sistema Europeo dei Conti Economici Integrati (SEC 1995) introdotto nei Paesi

dell’Unione Europea nel 1999 ha modificato il campo di applicazione dell’agricoltura. La

definizione che delimita il suddetto campo di applicazione può essere infatti ricondotta ad

uno dei seguenti criteri:

1° - “incontrollabilità delle condizioni fisico-ambientali e biologiche” secondo cui la

sfera di competenza dell’agricoltura dovrebbe limitarsi a quelle produzioni il cui risultato

dipende dalle suddette condizioni.

2° - “unità di gestione” che include nella sfera di competenza dell’agricoltura, oltre alle

attività produttive svolte nell’ambito delle singole aziende agricole, anche quelle

realizzate in unità produttive gestite dai produttori agricoli associati.

3° - “Ciclo completo produzione-distribuzione” che estende il campo di applicazione

dell’agricoltura alle fasi della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti.

La definizione di agricoltura accolta dai Conti Economici Nazionali e Regionali si è

modificata nel tempo: con l’introduzione del primo Schema Europeo (SEC 1970) non è

stato seguito un criterio univoco in quanto la sfera di competenza dell’agricoltura si

collocava in una posizione intermedia tra il 1° ed il 2° criterio. Il nuovo Schema di

Contabilità Nazionale (SEC 1995) introdotto a partire dal 1999 accoglie, invece, una

definizione riconducibile al 2° criterio dell’ “unità di gestione (come avveniva prima del

1970). Tale definizione è stata però accompagnata dall’abbandono della classificazione

per prodotti (CPA) in favore in una classificazione per attività economica (NACE Rev. 1

che nella versione italiana corrisponde all’ATECO 91).

L’insieme di queste modificazioni ha determinato per alcuni beni una riduzione del campo

di applicazione dell’agricoltura nel quadro centrale dei conti economici (SEC 1995).

Nel vecchio SEC 1970, infatti, si seguiva una classificazione per prodotti che imponeva

l’attribuzione ad una sola banca del risultato produttivo di un’attività economica. In

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particolare per i prodotti trasformati si è operata una distinzione tra quelli ottenuti

prevalentemente nelle aziende agricole (vino e olio d’oliva di spremitura) e quelli

conseguiti prevalentemente in branche industriali (prodotti lattiero-caseari, ortofrutticoli

ecc.). Nella vecchia Contabilità Nazionale (SEC 1970), pertanto il vino e l’olio d’oliva

ottenuto dalla spremitura di olive venivano assegnati interamente all’agricoltura. I nuovi

Conti Economici (SEC 1995), invece, includono nell’agricoltura solo la produzione di vino e

di olio di pressione delle olive conseguita nell’ambito delle aziende agricole singole. La

produzione di vino e olio di pressione ottenuta da raggruppamenti di produttori agricoli

(cooperative agricole) viene, però, recuperata nel conto satellite dell’agricoltura (CEA).

Gli altri prodotti trasformati restano attribuiti alle branche dell’industria alimentare come nel

vecchio SEC 1970; soltanto le piccole quantità oggetto di trasformazione nelle aziende

agricole nell’ambito di attività secondarie non separabili vengono registrate nel conto

satellite (CEA).

Un notevole ampliamento della sfera di competenza del settore primario deriva, per

contro, dall’inclusione nella branca di attività agricole dei servizi connessi all’agricoltura e

alla zootecnia.

Dall’abbandono del tradizionale concetto di “azienda agricola nazionale” (o regionale) in

favore dell’UAE locale (azienda agricola) scaturisce la necessità di registrare nella

produzione (e nei consumi intermedi) anche gli scambi tra aziende ed i reimpieghi

aziendali che in passato venivano omessi per compensazione. La definizione di

produzione adottata nei CEA si avvicina, pertanto al concetto di “produzione totale”.

I conti economici dell’agricoltura sia per il “quadro centrale” sia per il “conto satellite”

richiedono informazioni statistiche ad un livello molto disaggregato. L’approccio

metodologico prevalentemente utilizzato per la stima delle principali produzioni è quello

dell’aggregazione di quantità e prezzi. L’utilizzazione di metodi alternativi è condizionato

dalla difficoltà di disporre di campioni rappresentativi di contabilità aziendali. In questa

ottica si auspica una migliore integrazione con la Rete informativa contabile agricola

(RICA) dell’INEA che presenta limiti di rappresentatività del campione sia nella

stratificazione tipologica che in quella territoriale.

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Oltre alle variazioni di tipo quantitativo si deve considerare che la valutazione ai prezzi di

base, che include i contributi ai prodotti (al netto delle imposte sugli stessi) ha determinato

una notevole rivalutazione del valore della produzione di alcuni prodotti (cereali, semi

oleosi, ecc.).

Il passaggio dal vecchio al nuovo SEC ha pertanto determinato un sensibile incremento

del valore dei principali aggregati dei conti economici dell’agricoltura (produzione consumi

intermedi e valore aggiunto). Il confronto tra vecchie e nuove stime ottenute nell’ambito del

“quadro centrale” dei conti economici nazionali e regionali dell’agricoltura (SEC) viene

evidenziato per l’Italia per le ripartizioni Nord-Centro e per l’Emilia Romagna nelle 3 tabelle

allegate che riportano i numeri indici delle nuove stime ISTAT (base vecchie stime = 100)

per il triennio 1995-97.

Si deve infine osservare che le differenze metodologiche tra il quadro centrale dei conti

nazionali (e regionali) ed il conto satellite dell’agricoltura (CEA e CRA) derivano dalla

necessità di tener conto dei alcune specificità delle aziende agricole.

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PARTE SECONDA

CALCOLO DEL VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE

DELL'AGRICOLTURA SILVICOLTURA E PESCA

DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

Nota metodologica applicativa in base alle disposizioni (SEC 1995)

Eugenio Corradini (*)

(*) Centro Ricerche Produzioni Animali, S.p.A. - Reggio Emilia

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Premessa

Con l'introduzione a livello nazionale della metodologia SEC 1995 per il calcolo del valore

aggiunto dell'agricoltura, si è proceduto alla revisione del metodo di calcolo per la

determinazione Valore Aggiunto Agricolo della Provincia di Reggio Emilia.

I cambiamenti più indicativi sono tre e possono essere così riassunti:

- visione aziendale dell'agricoltura intesa come sommatoria dei prodotti e dei consumi

intermedi delle aziende operanti;

- adozione dei "prezzi base" in sostituzione dei prezzi di mercato (vedi prima parte).

- introduzione di un nuovo prospetto di calcolo denominato "conto satellite" che si

affianca al "quadro centrale".

In questa seconda parte sono presi in esame i cambiamenti che si sono resi necessari

rispetto alla metodologia analizzata ed illustrata nello studio del 1986 (cfr. Il valore

aggiunto agricolo della provincia di Reggio Emilia – Camera di Commercio I.A.A. - Reggio

Emilia - 1986).

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9. Valore aggiunto ai prezzi di base

Il valore aggiunto ai prezzi di base che si ottiene dall'applicazione della nuova metodologia

eleva a 625 miliardi il valore aggiunto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca della provincia di

Reggio Emilia nella formulazione del "quadro centrale" ed a 650 miliardi nella formulazione

del "conto satellite".

La differenza dei valori riportati dalla formulazione dei due prospetti è molto limitata e pari

al 4,l%. Questo risultato modesto potrebbe mettere in discussione l'utilità dei due calcoli se

non si conoscessero le finalità perseguite dai medesimi. Il "quadro centrale" evidenzia

nell'economia nazionale il ruolo e l'importanza dell'agricoltura nel complesso dei conti

nazionali, mentre il "conto satellite" vuole evidenziare l'espressione economica dell'attività

agricola "caratteristica" togliendo dalla sua formulazione le attività agricole "marginali" ed i

"servizi" non propriamente tipici del settore.

Prendendo in esame i dati riportati nella tabella 1 si nota che i valori assoluti della

produzione del quadro centrale e del conto satellite sono molto simili fra loro, ma molto

differente è la loro composizione. Nel quadro centrale, nella determinazione della

produzione si nota un forte concorso dei servizi connessi all'agricoltura, mentre nel conto

satellite assume particolare rilevanza l'attività di trasformazione dell'uva in vino che

compensa le riduzioni date dalla sottrazione delle produzioni dei servizi e quelle ottenute

nelle piccole aziende ed allevamenti.

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Tabella 1 – Valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura, pesca ai prezzi di base

QUADRO CONTO SATELLITECENTRALE

2000 2000 variazione (in lire 2000) (in lire 2000) %

1 AGRICOLTURA 1.1 Produzione 1,190,938 1,210,190 1.6

1.1.1 Produzioni vegetali 423,980 461,801 8.9 Coltivazioni erbacee e foraggere 290,555 287,122 -1.2

Coltivazioni legnose 133,425 174,679 30.91.1.2 Produzioni animali 697,379 695,768 -0.21.1.3 Servizi connessi all'agricoltura 69,547 38,077 -45.2

Prestazione di contoterzisti 26,082 26,082 0.0Manutenzione parchi 31,470 0 -Altri servizi 11,995 11,995 0.0

1.1.4 Attività secondarie 9,105 14,544 59.7

1.2 Consumi intermedi 571,877 565,570 -1.1

1.2.1 Sementi e piantine 16,172 15,724 -2.81.2.2 Energia; Lubrificanti 45,933 45,654 -0.61.2.3 Concimi e ammendanti 39,775 39,075 -1.81.2.4 Antiparassitari 12,986 11,780 -9.31.2.5 Spese veterinarie 37,598 37,222 -1.01.2.6 Altre spese allevamenti 13,597 13,529 -0.51.2.7 Mangimi 136,573 136,300 -0.21.2.8 Foraggi + paglia 164,201 164,037 -0.11.2.9 Manutenzioni attrezzi 17,948 17,274 -3.81.2.10 Manutenzione fabbricati 15,489 15,024 -3.01.2.11 Servizi agricoli 6,681 6,557 -1.91.2.12 Altri beni e servizi 64,924 63,394 -2.4

1.3 Valore aggiunto AGRICOLTURA 619,061 644,620 4.1

2 SILVICOLTURA2.1 Produzione 6,837 6,837 0.02.2 Consumi intermedi 998 998 0.02.3 Valore aggiunto SILVICOLTURA 5,839 5,839 0.0

3 PESCA3.1 Produzione 290 290 0.03.2 Consumi intermedi 80 80 0.03.3 Valore aggiunto PESCA 210 210 0.0

4 VALORE AGGIUNTO AI PREZZI DI BASE 625,110 650,669 4.1

A seguito dell'applicazione della nuova metodologia l'importo del valore aggiunto ed in

particolare la sua composizione ha subito delle modifiche che sono riportate in tabella 2.

73

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Tabella 2 – Confronto tra vecchia e nuova metodologia di calcolo del valore aggiunto dell’agricoltura ai prezzi di base per la provincia di Reggio E. Numeri indice (vecchio calcolo = 100)

Metodo attuale SEC 1995 Quadro

centrale Conto satellite

Produzione 127,0 129,1 Produzioni vegetali 188,2 205,0 Produzioni animali 100,2 99,9 Servizi connessi - - Attività secondarie - - Consumi intermedi 140,4 138,9 Sementi 141,4 137,4 Energia – lubrificanti 100,6 100,0 Concimi 100,0 97,3 Antiparassitari 100,4 91,1 Spese veterinarie 100,0 99,0 Altre spese allevamenti 110,9 110,3 Mangimi 104,9 104,7 Foraggi + paglia 1.113,8 1.112,6 Manutenzione attrezzi 100,8 97,0 Manutenzione fabbricati 100,0 97,0 Servizi agricoli 100,2 98,4 Altri beni e servizi 104,3 101,9 Valore aggiunto ai prezzi di base

116,7 121,5

La variazione percentuale fra vecchia e nuova determinazione del valore aggiunto

dell'agricoltura è pari al 16,7% nel caso del quadro centrale ed al 21,5% nel caso del conto

satellite.

74

Le differenze più significative, relativamente alla determinazione del Valore Aggiunto

dell'agricoltura della provincia di Reggio Emilia, si hanno in corrispondenza del valore delle

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produzioni vegetali che mostrano un incremento dell’88,2% nel quadro centrale e del

105% nel conto satellite. Il forte incremento registrato deve essere attribuito ai foraggi

prodotti in provincia e reimpiegati negli allevamenti che, in base al nuovo metodo,

debbono essere compresi nella determinazione del valore della produzione totale essendo

passati dal concetto di "produzione lorda vendibile (PLV)" al semplice concetto di

"produzione".

Le produzioni animali, invece, non subiscono mutamenti significativi se non quelli

strettamente connessi all'utilizzo dei prezzi di base in sostituzione dei prezzi di mercato.

Dall'esame dei numeri indice relativi ai consumi intermedi, si nota che questi aumentano

del 40,4% nel quadro centrale e del 38,9% nel conto satellite. La spiegazione di questo

forte incremento deve essere attribuito anche in questo caso alla valorizzazione dei

foraggi reimpiegati. Infatti, se da un lato i foraggi reimpiegati nell'alimentazione del

bestiame costituiscono un attivo per le produzioni vegetali, dall'altro diventano una posta

negativa per le produzioni zootecniche innalzando l'importo dei consumi intermedi.

L'incremento della voce "sementi e piantine" è da attribuire all'introduzione in questa voce

del costo per le piantine utilizzate nei nuovi impianti arborei, nei parchi e nei giardini in

precedenza considerate investimento e non spesa corrente.

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10. La produzione

Dopo avere illustrato le principali differenze fra i risultati conseguiti nell'applicazione della

nuova metodologia rispetto alla precedente, in questo capitolo e nei seguenti, si

evidenziano le particolarità metodologiche di calcolo più interessanti applicate nel presente

studio.

Come ricordato in precedenza al posto del calcolo della "Produzione lorda vendibile" ora

viene calcolato il valore della "Produzione"; in questo modo si è in grado di descrivere la

sommatoria di tutte le produzioni attuate nell'azienda agricola e di conseguenza nel settore

in esame.

10.1 Quadro centrale

Il calcolo della produzione del quadro centrale, oltre alle produzioni classiche vegetali ed

animali, include le produzioni ottenute nei piccoli allevamenti familiari, negli orti e nei

frutteti i cui prodotti sono prevalentemente destinati all'autoconsumo. Ma oltre alle

produzioni ricordate entrano nella produzione agricola il valore dei servizi connessi

all'agricoltura e le attività secondarie non agricole non separabili come ad esempio la

produzione di vino utilizzando esclusivamente uva prodotta in azienda. Contrariamente

non comprende le attività secondarie separabili come ad esempio l'agriturismo.

10.1.1 Produzioni vegetali

In attesa di potere disporre di un campione rappresentativo della realtà agricola

provinciale, per la determinazione delle quantità prodotte nell'anno si ricorre ai dati rilevati

dal Servizio Provinciale Agricoltura ricorrendo alla metodologia messa a punto nel 1986.

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Per la determinazione del valore delle produzioni, contrariamente, non vengono più

utilizzati i prezzi di mercato ma si ricorre all'uso dei "prezzi di base" (Allegato 1).

Il valore della produzione, come ricordato in precedenza, comprende anche i prodotti

reimpiegati in azienda; fra questi ricordiamo le produzioni foraggiere destinate

all'alimentazione del bestiame aziendale e la produzione della paglia utilizzata come

lettiera negli allevamenti.

La produzione delle colture arboree, comprensiva dei frutteti e dei vigneti, viene calcolata

prendendo in considerazione il prodotto "uva" e non il vino, come avveniva in precedenza;

unica eccezione è rappresentata dal vino ottenuto direttamente nelle cantine aziendali

prevalentemente utilizzato nell'ambito familiare. Pertanto, la trasformazione dell'uva

effettuata nelle cantine cooperative è esclusa nella determinazione del quadro centrale.

10.1.2 Produzioni animali

La metodologia è identica a quella del 1986 con la sola eccezione che ora si utilizzano i

"prezzi di base" e vengono considerate le produzioni che si ottengono anche nei piccoli

allevamenti (Allegato 2).

Le fonti informative rimangono quelle utilizzate in precedenza: Servizio Provinciale

Agricoltura, Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, Camera di Commercio I.A.A.,

Servizi veterinari. In questo caso però si è fatto uso dei campioni di allevamenti utilizzati

annualmente dal Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia per il calcolo del

costo di produzione del latte, della carne bovina, suina ed avicola.

10.1.3 Servizi connessi all'agricoltura

I servizi connessi all'agricoltura che rientrano nella determinazione della produzione totale

agricola sono: la manutenzione e la creazione di parchi e giardini, il noleggio di macchine

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agricole per conto terzi con e senza personale, le azioni di miglioramento genetico del

bestiame e di fecondazione artificiale ed i servizi di irrigazione fatti da consorzi volontari

(Allegato 3).

Il calcolo del valore della produzione per la manutenzione e creazione di parchi e giardini è

avvenuto ricorrendo ai dati che emergono dalle rilevazione territoriali provinciali e dal

censimento della popolazione. I documenti citati sono in grado di fornire elementi utili per

calcolare le superfici occupate da queste realtà. La stima del valore degli interventi è stata

fatta nell'ipotesi che il 10% di tali superfici sia di nuova creazione ed il rimanente 90%

necessiti di soli interventi di manutenzione.

Il calcolo dei servizi per il miglioramento genetico del bestiame è avvenuto prendendo a

riferimento il costo sostenuto dalla Associazione Provinciale Agricoltori per la

conservazione dei libri genealogici, mentre per il servizio delle fecondazioni artificiali si

sono considerati i centri di genetica operanti in provincia.

10.1.4 Attività secondarie non agricole (non separabili)

Le attività secondarie non agricole ma non separabili nel contesto della normale attività di

una azienda agricola propriamente detta rientrano in questa voce di produzione. Nel caso

della provincia di Reggio Emilia fra le attività secondarie quelle più diffuse sono due: la

trasformazione dell'uva in vino e l'agriturismo. Va comunque ricordato che l'agriturismo

non entra nel quadro centrale ma solamente nel conto satellite.

10.2 Conto satellite

Il calcolo della produzione per il conto satellite, avviene utilizzando i medesimi dati del

quadro centrale apportando le seguenti modifiche: vengono sottratti i valori relativi agli orti

e frutteti familiari, le produzioni ottenute nei piccoli allevamenti prevalentemente tenuti per

l'autoconsumo ed i servizi connessi riguardanti la costruzione e la manutenzione di parchi 78

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e giardini, mentre vengono mantenute le produzioni derivanti dalle attività secondarie

compresa in questo caso l'attività dell'agriturismo.

10.2.1 Produzioni vegetali

La metodologia è identica a quella del quadro centrale con le seguenti eccezioni:

- non si considerano le produzioni che si ottengono negli orti e frutteti familiari;

- il valore della produzione della vite è calcolato prendendo a riferimento non più l'uva

ma il vino anche se trasformato in cantine cooperative di primo grado.

10.2.2 Produzioni animali

La metodologia è identica a quella del quadro centrale con le seguenti eccezioni:

- non si considerano le produzioni che si ottengono nei piccoli allevamenti familiari.

10.2.3 Servizi connessi all'agricoltura

La metodologia è identica a quella del quadro centrale con l'eccezione che in questo caso

vengono esclusi i servizi inerenti alla creazione e manutenzione dei parchi e giardini.

10.2.4 Attività secondarie non agricole

La metodologia è identica a quella del quadro centrale ma in questo caso viene sommata

anche la produzione derivante dall'attività dell'agriturismo.

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Il calcolo del valore della produzione dell'agriturismo trae origine dai dati strutturali in

possesso del Servizio Provinciale Agricoltura ove è possibile rilevare il numero delle

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aziende, il numero dei posti letto, il numero delle piazzole per tende e, per la ristorazione,

il numero dei coperti.

In base ad una indagine campionaria è stato possibile rilevare l'utilizzo di dette strutture ed

il prezzo medio applicato per la loro utilizzazione.

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11. Consumi intermedi

Il calcolo dei consumi intermedi è avvenuto utilizzando i dati tecnici provenienti da

campioni di aziende che il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia

annualmente rileva per il calcolo del costo di produzione del latte, della carne bovina,

suina ed avicola. Il calcolo dei consumi intermedi delle produzioni vegetali, in attesa di

poter disporre di un campione di aziende rappresentativo della realtà provinciale, è stato

effettuato prendendo in esame le fonti utilizzate in precedenza seguendo le medesime

metodologie già studiate ed applicate nel precedente studio del 1986.

11.1 Quadro centrale

11.1.1 Sementi e piantine

Nel calcolo di questa voce, ora, vengono sommati gli oneri sostenuti per le produzioni

ottenute negli orti e nei frutteti familiari e quelli derivanti dall'acquisto di piante, arbusti e

fiori per parchi e giardini oltre alle piantine utilizzate nei nuovi impianti arborei.

11.1.2 Energia, lubrificanti

Nessuna variazione nel calcolo per i consumi propriamente agricoli, ma si sono sommati i

consumi per orti e frutteti familiari e quelli per parchi e giardini.

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11.2.3 Concimi e ammendanti

Nessuna variazione nel calcolo per i consumi propriamente agricoli ma si sono sommati i

consumi per orti e frutteti familiari, per parchi e giardini.

11.2.4 Antiparassitari

Nessuna variazione nel calcolo per i consumi propriamente agricoli ma si sono sommati i

consumi per orti e frutteti familiari, per parchi e giardini.

11.2.5 Spese veterinarie

Utilizzo dei dati rilevati dal campione del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio

Emilia. Concettualmente non si sono apportate variazioni alla metodologia precedente, ma

si sono sommati gli interventi fatti nei piccoli allevamenti.

11.2.6 Altre spese allevamenti

Utilizzo dei dati rilevati dal campione del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio

Emilia.

Concettualmente non si sono apportate variazioni alla metodologia precedente, ma si

sono sommati gli interventi fatti nei piccoli allevamenti ed il valore dei servizi connessi al

miglioramento genetico.

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11.2.7 Mangimi

Utilizzo dei fabbisogni riscontrati nel campione del Centro Ricerche Produzioni Animali di

Reggio Emilia. Nessuna variazione nel calcolo del costo per mangimi, ma si sono sommati

i consumi dei piccoli allevamenti. Inoltre si è introdotto il valore dei cereali reimpiegati che

in precedenza non venivano considerati essendo reimpieghi.

11.2.8 Foraggi + paglia

Utilizzo dei dati del campione del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia.

Nessuna variazione nel calcolo del costo dei foraggi extra-provinciali, ma si sono sommati

i consumi dei piccoli allevamenti. Inoltre, si è introdotto il valore dei foraggi e della paglia

prodotti in provincia e reimpiegati negli allevamenti che in precedenza non venivano

considerati essendo reimpieghi .

11.2.9 Manutenzioni attrezzi

Nessuna variazione nel calcolo per i consumi propriamente agricoli, ma si sono sommati i

costi per la manutenzione delle macchine operatrici impiegate nei parchi e nei giardini.

11.1.10 Manutenzioni fabbricati

Nessuna variazione nel calcolo per questa voce di consumi intermedi.

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11.1.11 Servizi agricoli

Nessuna variazione nel calcolo dei servizi (trasporti) propriamente agricoli, ma si sono

sommati i costi relativi ai trasporti effettuati per i parchi e per i giardini.

11.1.12 Altri beni e servizi

Nessuna variazione nel calcolo di queste spese generali per le attività propriamente

agricole, ma si sono sommati i costi relativi agli orti e frutteti familiari, ai piccoli allevamenti,

ai servizi annessi all'agricoltura, ai parchi ed ai giardini.

11.2 Conto satellite

11.2.1 Sementi e piantine

Come per il quadro centrale, detratti i costi per orti e frutteti familiari, parchi e giardini.

11.2.2 Energia, lubrificanti

Come per il quadro centrale detratti i costi per orti e frutteti familiari, parchi e giardini.

11.2.3 Concimi e ammendanti

Come per il quadro centrale, detratti i costi per orti e frutteti familiari, parchi e giardini.

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11.2.4 Antiparassitari

Come per il quadro centrale, detratti i costi per piccole aziende, parchi e giardini.

11.2.5 Spese veterinarie

Come per il quadro centrale, detratte le spese per piccoli allevamenti

11.2.6 Altre spese allevamenti

Come per il quadro centrale, detratte le spese per piccoli allevamenti

11.2.7 Mangimi

Come per il quadro centrale, detratte le spese per piccoli allevamenti

11.2.8 Foraggi + paglia

Come per il quadro centrale, detratte le spese per piccoli allevamenti

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11.2.9 Manutenzioni attrezzi

Come per il quadro centrale, detratti i costi per parchi e giardini.

11.2.10 Manutenzioni fabbricati

Come per il quadro centrale, detratti i costi per strutture di parchi e giardini.

11.2.11 Servizi agricoli

Come per il quadro centrale, detratti i costi per parchi e giardini.

11.2.12 Altri beni e servizi

Come per il quadro centrale, detratti i costi per orti e frutteti familiari, per parchi e giardini,

ma addizionando i costi relativi ai consumi dell'agriturismo

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12. Valore aggiunto ai prezzi di base

Questo valore scaturisce dalla differenza fra il valore della produzione e la somma dei

consumi intermedi.

12.1 Valore aggiunto della silvicoltura

Nessuna variazione rispetto alla metodologia 1986

12.2 Valore aggiunto della pesca

La variazione più significativa consiste nella esclusione dal calcolo delle produzioni

ottenute nei laghetti destinati alla pesca sportiva.

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ALLEGATI

Allegato 1 - Schema di calcolo della Produzione vegetale 2000 (prezzi 2000)

(metodo SEC 1995 - Quadro Centrale)

Riparto Calcolo produzione PREZZO PREZZO2000 q.li/ Totale Reimpiegata Produzione MERCATO BASE IMPORTO

ha per ha q.li q.li q.li 2000 2000Lire Lire Lire

Coltivazioni erbacee

a) frumento 15,200 71.3 1,084,437 1,084,437 29,000 37,282 40,429,528,385b) frumento duro 40 53.0 2,120 2,120 31,000 40,648 86,174,707c) orzo,sorgo,avena 3,760 57.5 216,200 216,200 27,500 35,782 7,735,978,317d) mais 8,300 96.0 796,800 796,800 26,500 31,376 25,000,173,696e) riso 55 50.0 2,750 2,750 69,000 71,090 195,497,500f) pomodoro 680 480.0 326,400 326,400 16,800 16,800 5,483,520,000g) cocomero 350 400.0 140,000 140,000 34,000 34,000 4,760,000,000h) girasole 95 31.0 2,945 2,945 29,000 61,667 181,609,134i) soia 1,300 32.0 41,600 41,600 32,000 64,667 2,690,144,640l) barbabietola 6,000 506.3 3,038,000 3,038,000 9,200 9,200 27,949,600,000m) altre 2,013 16,361,461,377n) orti familiari 288 3,432,520,000o) medica 1° anno 13,750 111.8 1,537,504 1,537,504 19,000 19,000 29,212,575,404p) medica 2°3° anno 27,916 111.8 3,121,524 3,121,524 19,000 19,000 59,308,963,997q) prati polifiti + erbai 15,053 111.8 1,683,203 1,683,203 19,000 19,000 31,980,865,276r) foraggere 2° raccolto 11,000 111.8 1,230,003 1,230,003 19,000 19,000 23,370,060,323s) paglia 19,000 68.6 1,302,757 1,302,757 9,500 9,500 12,376,191,500

Coltivazioni legnose(in produzione)a) melo 195 180.0 35,100 35,100 42,000 42,000 1,474,200,000b) pero 500 220.8 110,400 110,400 92,000 92,000 10,156,800,000c) vite 8,400 197.2 1,656,200 82,810 1,573,390 75,000 75,000 118,004,250,000d) altre 150 2,664,432,000e) frutteti familiari 50 1,125,000,000

TOTALE ERBACEE 290,554,864,256TOTALE LEGNOSE 133,424,682,000TOTALE 423,979,546,256

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Allegato 2 - Schema di calcolo della Produzione animale 2000 (prezzi 2000)

(metodo SEC 1995 - Quadro Centrale)

PRODUZIONI (q.li) PREZZO PREZZOMERCATO BASE IMPORTO

TOTALE REIMPIEGATA PRODUZIONE 2000 2000(*) Lire Lire Lire

BOVINI latte trasformazione 5,186,000 58,000 5,128,000 85,000 85,000 435,880,000,000latte alimentare 880,700 87,700 793,000 71,000 71,000 56,303,000,000carne 336,366 336,366 183,991 188,100 63,270,458,138

SUINI carne 554,862 554,862 230,000 230,000 127,618,308,990

EQUINI carne 1,522 1,522 330,000 330,000 502,128,000allev. familiari 380 380 330,000 330,000 125,400,000

OVINI carne 2,085 2,085 340,000 485,418 1,012,270,040latte 7,100 7,100 164,000 164,000 1,164,400,000lana 39 39 54,000 54,000 2,129,166

AVICOLI carne 26,401 26,401 190,000 190,000 5,016,197,600 allev. familiari 4,200 4,200 190,000 190,000 798,000,000

uova (**) 841,425 841,425 3,050 3,050 2,566,347,013uova allev.fam. 17,000 17,000 3,050 3,050 51,850,000

CUNICOLI carne 5,403 5,403 320,000 320,000 1,729,104,000allev. familiari 1350 1,350 320,000 320,000 432,000,000

CAPRINI carne 44 44 387,000 554,025 24,565,890latte 85 85 110,000 110,000 9,350,000

BUFALINI carne 448 448 205,000 205,000 91,825,650latte 2,900 300 2,600 105,000 105,000 273,000,000

ALTRI ANIMALI 508,318,451

TOTALE 697,378,652,937

(*) latte utilizzato per i redi(**) quantità in ventine e prezzo alla ventina

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Allegato 3 - Schema di calcolo per Servizi connessi all'agricoltura nel 2000 (prezzi 2000)

(metodo SEC 1995 - Quadro Centrale)

a) Produzione e manutenzione di parchi e giardini

Superficie interessata ha 1.368 di cui 137 in fase di realizzazione e 1.231 ettari in fase di

manutenzione.

Costi: realizzazione ha 137 x L. 50.000.000 = L. 6.850.000.000

manutenzione ha 1.231 x L. 20.000.000 = L. 24.620.000.000

TOTALE L. 31.470.000.000 b) Prestazioni di contoterzisti

Costi : aziende n. 15.542 x L/az 1.678.150 = L. 26.081.807.300

c) Altri servizi Costi servizi per miglioramento genetico = L. 11.752.243.000

servizi di monta ed altri = L. 242.668.000

TOTALE L. 11.994.911.000

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APPENDICE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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BIANCA

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Classificazione delle attività economiche ISTAT – ATECO 91 –

A AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA

01 AGRICOLTURA, CACCIA E RELATIVI SERVIZI

01.1 Coltivazioni agricole; orticoltura, floricoltura

01.11 Coltivazione di cereali e di altri seminativi n.c.a.

01.11.1 Coltivazione di cereali (compreso il riso)

Questa classe comprende:

- la coltivazione di cereali: frumento duro e tenero, segale, orzo, avena, mais, riso, ecc.

01.11.2 Coltivazione di semi e frutti oleosi

Questa classe comprende:

- la coltivazione di semi o frutti oleosi: arachidi, soia, colza, ecc.

01.11.3 Coltivazione di barbabietola da zucchero

01.11.4 Coltivazione di tabacco

01.11.5 Coltivazione di altri seminativi

Questa classe comprende:

- la coltivazione di patate

- la produzione di semi di barbabietole da zucchero e di semi di piante foraggere (graminacee incluse)

- la coltivazione di coni di luppolo, radici di cicoria o radici e tuberi ad alto contenuto di amido o inulina

- la coltivazione di cotone; coltivazione di varie piante tessili; macerazione di piante produttrici di fibre vegetali

- la coltivazione di legumi da granella, quali piselli e fagioli

- la coltivazione di seminativi n.c.a.

01.11.6 Coltivazioni miste di cereali e altri seminativi

Questa classe non comprende:

- la produzione di semi per fiori e ortaggi cfr. 01.12

- la coltivazione di granoturco dolce cfr. 01.12

- la coltivazione di altri ortaggi cfr. 01.12

- la coltivazione di meloni cfr. 01.12

- la coltivazione di specialita' orticole cfr. 01.12

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- la coltivazione di fiori cfr. 01.12

- la coltivazione di olive cfr. 01.13

- la coltivazione di frutta a guscio cfr. 01.13

- la coltivazione di piante per la preparazione di spezie cfr. 01.13

- la coltivazione di piante per la preparazione di bevande cfr. 01.13

- la raccolta di prodotti di bosco e di altri prodotti selvatici cfr. 02.01

01.12 Coltivazione di ortaggi, specialita' orticole, fiori e prodotti di vivai

01.12.1 Coltivazione di ortaggi

Questa classe comprende:

- la coltivazione di ortaggi: pomodori, meloni, cipolle, cavoli, lattughe, carote, fagioli, crescione, granoturco dolce, zucchine, melanzane, porri

- la coltivazione di erbe ed ortaggi per condimenti: capperi, peperoni, finocchio, prezzemolo, cerfoglio, dragoncello, maggiorana

- la coltivazione di funghi, la raccolta di funghi o tartufi di bosco

01.12.2 Coltivazioni floricole e di piante ornamentali

01.12.3 Orto-colture specializzate vivaistiche e sementiere

Questa classe comprende:

- la produzione di semi per fiori, frutta od ortaggi

- vivai

01.12.4 Coltivazioni miste di ortaggi, specialita' orticole, fiori e prodotti di vivai

Questa classe non comprende:

- la coltivazione di semi e frutti oleosi cfr. 01.11

- la coltivazione di cotone o di altre sostanze tessili vegetali cfr. 01.11

- la coltivazione di patate cfr. 01.11

- la coltivazione di radici di cicoria cfr. 01.11

- la coltivazione di radici e tuberi ad alto contenuto di amido o di inulina cfr. 01.11

- la coltivazione di barbabietole da zucchero cfr. 01.11

- la coltivazione di olive cfr. 01.13

- la coltivazione di piante per la preparazione di spezie cfr. 01.13

- la gestione di vivai forestali cfr. 02.01

01.13 Coltivazione di frutta,frutta a guscio,prodotti destinati alla preparazione di bevande e spezie

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01.13.1 Colture viticole e aziende vitivinicole

Questa classe comprende:

- la coltivazione di uva da vinificazione e di uva da tavola

- la produzione di vino di uva di produzione propria

01.13.2 Colture olivicole

Questa classe comprende:

- la coltivazione di olive per la produzione di olio e per il consumo diretto

01.13.3 Colture agrumicole

01.13.4 Colture frutticole diverse, coltivazione di prodotti destinati alla preparazione di bevande e spezie

Questa classe comprende:

- la coltivazione di frutta: mele, pere, pesche, albicocche, fragole, bacche, ciliegie, banane, avocado, datteri, ecc.

- la coltivazione di frutta a guscio

- la coltivazione di piante per la preparazione di bevande, ad es. caffe', cacao, te', mate'

- la coltivazione di piante per la preparazione di spezie: alloro, basilico, anice, coriandolo, cumino, cinnamomo, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero, ecc.

- la raccolta di bacche

01.13.5 Colture miste vitivinicole, olivicole e frutticole

Questa classe non comprende:

- la coltivazione di arachidi cfr. 01.11

- la coltivazione di coni di luppolo e di radici di cicoria cfr. 01.11

- la coltivazione di ortaggi:cetrioli, pomodori, ecc., cfr. 01.12

- la coltivazione di peperoni, prezzemolo e dragoncello cfr. 01.12

- la lavorazione di cacao cfr. 15.84

- la lavorazione delle foglie di te' e del caffe' cfr. 15.86

- la produzione di vino da uve non di produzione propria cfr. 15.93

- la produzione di olio di oliva cfr. 15.42

01.2 Allevamento di animali

01.21 Allevamento di bovini e bufalini, produzione di latte crudo

Questa classe non comprende:

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- la presa in pensione e la cura del bestiame per conto terzi cfr. 01.42

- la lavorazione del latte all'esterno dell'azienda cfr. 15.51

01.22 Allevamento di ovini, caprini, equini

01.22.1 Allevamento di ovini e caprini

Questa classe comprende:

- l'allevamento di pecore e capre

- la produzione di lana grezza

- la produzione di latte crudo di pecora o capra

01.22.2 Allevamento di equini

Questa classe comprende:

- l'allevamento e la riproduzione di equini.

Questa classe non comprende:

- la tosatura delle pecore per conto terzi cfr. 01.42

- la produzione di lana da slanatura delle pelli cfr. 15.11

- la gestione di scuderie e di scuole di equitazione cfr. 92.62

01.23 Allevamento di suini

01.24 Allevamento di pollame e altri volatili

01.24.1 Allevamento di pollame e altri volatili

Questa classe comprende:

- l'allevamento di pollame da carne

- l'allevamento di galline ovaiole

- l'allevamento di altri volatili

01.24.2 Selezione e incubazione artificiale di uova di galline e altri volatili

Questa classe non comprende:

- la produzione di piume o di calugine cfr. 15.12

01.25 Allevamento di altri animali

01.25.1 Allevamento di conigli

01.25.2 Allevamento di animali da pelliccia

Questa classe comprende:

- l'allevamento di animali da pelliccia, la produzione di pelli grezze

01.25.3 Apicoltura

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Questa classe comprende:

- l'apicoltura e la produzione di miele grezzo e di cera d'api

01.25.4 Bachicoltura

Questa classe comprende:

- l'allevamento di bachi da seta, la produzione di bachi e bacolini; essiccazione dei bozzoli

01.25.5 Allevamento di altri animali

Questa classe comprende:

- l'allevamento di bachi da seta, la produzione di bachi e bacolini; essiccazione.

Questa classe non comprende:

- la produzione di cuoio e di pelli provenienti dalla caccia e dalla cattura di animali cfr. 01.5

- l'addestramento di animali da compagnia cfr. 92.72

01.3 Coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali (attivita' mista)

Questa classe comprende:

- coltivazioni agricole in combinazione con l'allevamento di animali con un tasso di specializzazione, per ciascuna attivita', compreso tra 1/3 e 2/3

01.4 Attivita' dei servizi connessi all'agricoltura e alla zootecnia, esclusi i servizi veterinari

01.41 Attivita' dei servizi connessi all'agricoltura

01.41.1 Esercizio e noleggio di mezzi e di macchine agricole per conto terzi, con personale

01.41.2 Approvvigionamento e distribuzione di mezzi tecnici necessari all'esercizio dell'agricoltura

01.41.3 Raccolta, prima lavorazione, conservazione di prodotti agricoli e altre attivita' dei servizi connessi alla agricoltura svolti per conto terzi (esclusa trasformazione)

Questa classe comprende:

- la preparazione dei campi, il trattamento delle colture, l'irrorazione delle colture, compresa l'irrorazione aerea, la messa a dimora del riso, sfrondatura delle barbabietole, la mietitura e la preparazione dei raccolti per i mercati locali, la refrigerazione e l'imballaggio alla rinfusa

- la gestione di sistemi di irrigazione

- la creazione e la manutenzione di giardini e di prati

- la potatura di alberi e siepi

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- la ginnatura del cotone.

Questa classe non comprende:

- la preparazione di fibre vegetali cfr. 17.1

- le attivita' di commercializzazione dei commissionari e delle cooperative cfr. 51

- le attivita' degli agronomi e degli esperti in economia agraria cfr. 74.14

- la concezione e la progettazione di giardini e di impianti sportivi cfr. 74.2

- l'organizzazione di mostre e fiere agricole cfr. 74.84

01.42 Attivita' dei servizi connessi all'allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari

Questa classe comprende:

- le attivita' volte a favorire la propagazione, la crescita e la riproduzione di animali

- le attivita' inerenti ai servizi di inseminazione artificiale

- la presa in pensione, cura e selezione degli animali.

Questa classe non comprende:

- la fornitura di servizi di ingrasso cfr. 01.21

- le attivita' associate alla caccia e alla cattura di animali a fini lucrativi cfr. 01.5

- le attivita' di commercializzazione dei commissionari e delle cooperative cfr. 51

- le attivita' degli agronomi e degli esperti in economia agraria cfr. 74.14

- i servizi veterinari cfr. 85.2

01.5 Caccia e cattura di animali per allevamento e ripopolamento di selvaggina, compresi i servizi connessi

Questa classe comprende:

- la caccia e la cattura di animali per la carne, la pelliccia, la pelle, o a scopo di ricerca, di esibizione in giardini zoologici o di utilizzazione quali animali da appartamento

- la produzione di pelli grezze per pellicceria, di pelli di rettili o di uccelli provenienti dalle attivita' di caccia o cattura

- il ripopolamento e allevamento della selvaggina

- le attivita' associate alla caccia e alla cattura di animali a fini lucrativi

- la cattura di mammiferi marini, quali trichechi e foche (escluse balene).

Questa classe non comprende:

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- la produzione di pellicce, di pelli di rettili o di uccelli provenienti da allevamento cfr. 01.25

- la cattura di balene cfr. 05.01

- la produzione di cuoio e pelli provenienti da macelli cfr. 15.11

02 SILVICOLTURA E UTILIZZAZIONE DI AREE FORESTALI E SERVIZI CONNESSI

02.0 Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi.connessi

02.01 Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali

02.01.1 Aziende di utilizzazione delle foreste e dei boschi

Questa classe comprende:

- la silvicoltura

- la utilizzazione di aree forestali: abbattimento degli alberi e produzione di legno sgrossato per puntelli di pozzi, legni squadrati, picchetti, traverse di binari o legna da ardere

- la raccolta di prodotti selvatici: raccolta di balata e altre gomme simili al caucciu', sughero, gomma lacca, resine, balsami, crine vegetale, crine marino, ghiande, castagne d'india, muschi, licheni

02.01.2 Consorzi di forestazione e rimboschimento

Questa classe comprende:

- l'arboricoltura forestale: imboschimento, rimboschimento, trapianto, diradamento e conservazione delle foreste e sentieri forestali

- la messa a dimora di boschi cedui

- la gestione di vivai forestali.

Questa classe non comprende:

- la coltivazione e la raccolta di funghi o tartufi cfr. 01.12

- la raccolta di bacche o frutta a guscio cfr. 01.13

- la produzione di assicelle di legno cfr. 20.1

02.02 Servizi connessi alla silvicoltura e alla utilizzazione di aree forestali

Questa classe comprende:

- i servizi connessi alla silvicoltura: inventari silvicoli, valutazione degli alberi da abbattere

- i servizi connessi alla utilizzazione di aree forestali: trasporto di tronchi nell'ambito dell'area forestale

B PESCA, PISCICOLTURA E SERVIZI CONNESSI

05 PESCA, PISCICOLTURA E SERVIZI CONNESSI

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05.0 Pesca, piscicoltura e servizi connessi

05.01 Pesca

05.01.1 Esercizio della pesca in acque marine e lagunari

Questa classe comprende:

- la pesca alturiera, costiera

- la raccolta di crostacei e molluschi marini

- la caccia ad animali acquatici: tartarughe, ascidie, tunicati

- la raccolta di prodotti marini: ostriche perlifere, spugne, ricci di mare, coralli e alghe

- la cattura di balene

05.01.2 Esercizio della pesca in acque dolci

Questa classe non comprende:

- la cattura di mammiferi marini, balene escluse, come ad esempio trichechi e foche cfr. 01.5

- la lavorazione del pesce, di crostacei e molluschi non associata alla pesca, effettuata cioe' su pescherecci destinati unicamente alla lavorazione e alla conservazione del pesce o presso industrie a terra cfr. 15.2

- la pesca praticata per sport o divertimento e i servizi connessi cfr. 92.72

05.02 Piscicoltura

05.02.1 Esercizio di allevamenti di pesci marini e lagunari, di.molluschi e di crostacei

Questa classe comprende:

- la produzione di uova di ostriche, mitili, giovani aragoste, gamberetti ed altre larve di crostacei, pesciolini e avannotti

- la coltivazione di ulva e altre alghe commestibili

- la piscicoltura in acqua di mare

- l'ostricoltura

05.02.2 Esercizio di allevamenti di pesci in acque dolci (anche.presso aziende agricole)

Questa classe non comprende:

- l'allevamento di rane cfr. 01.25

05.03 Attivita' dei servizi connessi alla pesca e alla piscicoltura

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Riferimenti bibliografici

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ISTAT, “Classificazione delle attività economiche”, Metodi e norme, serie C - n. 11,

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ISTAT, “Verso il nuovo sistema di contabilità nazionale”, Annali di statistica, serie X,

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