i monasteri del lazio
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I Monasteri del LazioTRANSCRIPT
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
proposta d’itinerario
Un percorso culturale Monasteri del Lazio:tra i
Regione LazioAssessorato Cultura, Spettacolo e Sport
REGIONE LAZIOASSESSORATO CULTURA, SPETTACOLO E SPORTAssessore - Giulia Rodano
DIREZIONE REGIONALE BENI E ATTIVITÀ CULTURALI, SPORTDirettore - Enzo Ciarravano
AREA FINANZIAMENTI E BANDI EUROPEIDirigente - Cristina Crisari
Cura e coordinamento redazionaleValentina Riccardi – Monti & Taft
Coordinamento editorialeAndrea Belloni – BIC Lazio
Angela Dellisanti, Valentina Riccardi - Monti & Taft
Testi e ricercheLaura Russo, Lucia Sentinelli - Regione LazioRegione Umbria - Assessorato Ambiente e TerritorioFrancesco Passarelli – Comune di Bivongi (RC)Valentina Riccardi – Monti & Taft
Fotografie - Giovanni Angotta
Area Finanziamenti e Bandi EuropeiViale del Caravaggio, 99 – 00147 RomaTel. 0039.06.51688574 - Fax 0039.06.51688576e-mail: [email protected]
In copertina: Abbazia di Casamari, portale.
PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIAINTERREG III C – ZONA ESTPROGETTO MO.NO.PI. Monument nomination and pilot implementation as an alternative form of architecture and religious tourism
COORDINATORE TRANSNAZIONALE
Development Company of Prefecture of Magnesia(ANEM) – Grecia
PARTNER
Municipality of Milies (Grecia)Municipality of Artemida (Grecia)Regione Lazio (Italia)Regione Umbria (Italia)Comune di Bivongi (Reggio Calabria – Italia)Forum Westthueringen (Germania)Local Administration Leisnig (Germania)Judaica Foundation - Center for Jewish Culture (Cracow - Polonia)Larnaca Development Co. (Cyprus)Local Administration Sornzig- Abla‚ (Germania)
Ringraziamenti
Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito allarealizzazione della pubblicazione e in particolare:Padre Emiliano Fabbricatore, Archimandrita dell’Abbazia di S.Nilo di Grottaferrata e Giorgio Di Silvestro; il Padre Priore Dom.Eugenio Gargiulo, Don Agostino Ranzato e Rita Frezzadell’Abbazia di Farfa; l’Abbate Dom. Silvestro Buttarazzi e PadreAlberto Coratti dell’Abbazia di Casamari.Si ringraziano inoltre: la Regione Umbria – AssessoratoAmbiente e Territorio e il Comune di Bivongi (RC).
© P.I.C. Interreg III C Est – Mo.No.Pi.Quest’opera è stata realizzata con il contributo della Commissione Europea
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Una “Guida” per vivere meglio il territorio regionale........XXGiulia Rodano
Presentazione del progetto Mo.No.Pi.: perché una guidadei monasteri del Lazio .............................................................XXCristina Crisari
Un itinerario tra i tre monasteri del Lazio.............................XXValentina Riccardi
Qualcosa sulla storia del monachesimo e degli ordini religiosi ....XXCenni sul monachesimo benedettino .............................................XXCenni sul monachesimo cistercenseCenni sul monachesimo orientale in Italia .....................................XXIl rapporto con il territorio di appartenenza...................................XXIl perché della scelta di due percorsi tematici ...............................XXPiccolo glossario ...................................................................................XX
SLOW TOUR: PER CHI RESTA ...............................................XX
Il monastero di Grottaferrata in un giorno ...........................XXLaura Russo
L’Abbazia di San Nilo ...........................................................................XXUn po’ di storia......................................................................................XXLa visita dell’Abbazia ............................................................................XXLe attività del monastero ....................................................................XX
Il territorio dei Castelli Romani in un giorno ......................XXLucia Sentinelli
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XXEventi e Manifestazioni..............................................................XX
Il monastero di Casamari in un giorno .................................XXLucia Sentinelli
INDICE
APPENDICE
I monasteri dell’Umbria e il monastero di Bivongi: due buone ragioni per allungare il proprio percorso fuoridai confini geografici del Lazio
Verso l’Umbria .............................................................................XXRegione Umbria -Assessorato Ambiente e Territorio
Abbazia di S. Eutizio.............................................................................XXAbbazia di S. Felice...............................................................................XXAbbazia di S. Cassiano.........................................................................XX
Verso Bivongi ...............................................................................XXFrancesco Passarelli
Il monastero di S. Giovanni Theristis ...............................................XX
Conclusioni...................................................................................XXValentina Riccardi
Bibliografia....................................................................................XX
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
L’Abbazia di CasamariUn po’ di storia......................................................................................XXLa visita dell’Abbazia ............................................................................XXLe attività del monastero ....................................................................XX
Il territorio della Ciociaria in un giorno ................................XXLucia Sentinelli
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XXEventi e Manifestazioni..............................................................XX
Il monastero di Farfa in un giorno .........................................XXLaura Russo
L’Abbazia di Farfa ..................................................................................XXUn po’ di storia......................................................................................XXLa visita dell’Abbazia ............................................................................XXLa Foresteria...........................................................................................XX
Il territorio della Sabina in un giorno ...................................XXLaura Russo
Fara Sabina.............................................................................................XXToffia ........................................................................................................XXPoggio Mirteto .......................................................................................XX
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XXEventi e Manifestazioni..............................................................XX
FAST TOUR: PER CHI PASSA
Il monastero di Grottaferrata ed il suo territorio in un giorno ...XXLaura Russo
L’Abbazia di San Nilo ...........................................................................XXNei dintorni ............................................................................................XX
Il monastero di Casamari ed il suo territorio in un giorno...XXLucia Sentinelli
L’Abbazia di Casamari ..........................................................................XXNei dintorni ............................................................................................XX
Il monastero di Farfa ed il suo territorio in un giorno.......XXLaura Russo
L’Abbazia di Farfa ..................................................................................XXNei dintorni ............................................................................................XX
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
I Partner del ProgettoMo.No.Pi. - Monument nomination and pilot implementation as an alternative form of architecture and religious tourism
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Una “Guida” per vivere meglio il territorio regionale
Nel presentare questo pregevole lavoro delle
nostre strutture (in questo caso svolto dall’Area
Finanziamenti e Bandi Europei) mi preme riaffermare
un’idea che solo apparentemente contraddice il punto
di partenza. L’obiettivo del progetto è, come dettato dal
programma europeo, “esaminare i diversi modelli di
gestione dei complessi religiosi in vari paesi europei e
aumentare l’interesse verso le tradizioni dei complessi
monastici in modo da favorirne l’inserimento nei nuovi
flussi turistici”. Finalizzare la valorizzazione dei beni cul-
turali e archeologici a fini di turismo è un eccellente
obiettivo, produce ricchezza, promuove territori, ma
questo solo approccio può avere anche risvolti proble-
matici. Se poi parliamo di monasteri, come in questo
caso, la questione assume un rilievo particolare. Il ruolo
dei monasteri, strutture che generalmente risalgono a
secoli e secoli fa (come minimo a partire dal V-VI seco-
lo dopo Cristo), in coincidenza con l’espansione del
messaggio cristiano nel nostro Paese e del proliferare di
ordini monastici, è stato importantissimo, non solo per-
ché i monasteri sono stati centri di diffusione di questo
messaggio, ma anche perché sono stati luoghi di pro-
duzione e conservazione di cultura, di alfabetizzazio-
Presentazione del progetto Mo.No.Pi.:perché una guida dei monasteri del Lazio
Il progetto Mo.No.Pi., presentato nell’ambito del
Programma Comunitario Interreg IIIC, è stato appro-
vato dalla Commissione Europea nel 2004.
L’iniziativa, di cui la Development Company of
Prefecture of Magnesia-Grecia si propone come
capofila, vede la partecipazione, in qualità di partner,
della Regione Lazio – Area Finanziamenti e Bandi
Europei dell’Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport.
La proposta di un progetto inerente i monasteri,
promossa da un paese come la Grecia che vanta in
questo campo una tradizione plurisecolare, non pote-
va che trovare l’immediato interesse non solo della
nostra Regione, così storicamente e territorialmente
legata alla vita della Chiesa cattolica ma anche di
numerosi partner stranieri; nell’ambito del progetto,
l’attenzione è stata posta soprattutto sul ruolo che, tali
centri religiosi possono assumere nella vita scientifica,
storica ed anche economica dei paesi dell’Unione. Ed
è proprio il respiro europeo di tali ordini monastici,
uno dei punti di forza dell’iniziativa; infatti, tali centri
hanno rappresentato, fin dal Medioevo, l’interscam-
bio in Europa di esperienze culturalmente diverse,
ma unite nel comune spirito dell’ospitalità e nel fon-
damentale ruolo di trasmissione della cultura.
Il progetto ha tra i suoi obiettivi non solo quello
di promuovere le abbazie nel contesto delle azioni
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
ne delle comunità, e via via anche centri del potere.
Non sono poche le abbazie che, fin quando lo Stato
laico non ne ha meglio definito il rapporto con la
Chiesa cattolica, hanno gestito ricchezza (poderi,
campagne, etc…), spesso, purtroppo, con criteri più
consoni ai latifondisti che ai dispensatori di carità.
Insomma, i monasteri sono stati sempre parte viva
del territorio, direi anzi punto di riferimento ineludibi-
le di quel territorio in cui hanno svolto la propria
opera. Ecco, in qualche modo dovremmo “usarli” un
po’ di più in questo ruolo. Se ci limitassimo a farne
solo delle strutture acchiappa-turisti probabilmente
non avremmo individuato la mission più consona.
Nei nostri monasteri è conservata la conoscenza, le
biblioteche rappresentano veri e propri tesori.
L’obiettivo dunque è quello di fare di questi beni un
patrimonio vivo, capace di diffondere cultura, di aiutare
a ritrovare anche le radici di una identità territoriale. La
“Guida” che presentiamo per i monasteri di
Grottaferrata, Casamari e Farfa va in questa direzione,
unisce la conoscenza storico-artistica delle abbazie alle
notizie utili per arrivarci e soggiornare. Resta da fare un
passo ulteriore: usare questi patrimoni per una crescita
complessiva dell’intera regione.
Giulia Rodano Assessore alla Cultura,
Spettacolo e Sport della Regione Lazio
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
vari paesi d’Europa, nell’ambito del progetto si stan-
no svolgendo ulteriori studi che riguardano ad esem-
pio l’individuazione dei percorsi che relazionavano il
territorio con i centri e le abbazie, la definizione di un
sistema informatico implementabile per la diffusione
e la conoscenza del patrimonio indagato ed inoltre la
promozione di modelli di fruizione turistica (progetta-
zione di un sito web collegato al portale istituzionale
della Regione ed ai maggiori links turistico-culturali;
realizzazione di pubblicazioni scientifico-divulgative;
organizzazione di itinerari tematici mirati alla costitu-
zione di una rete di promozione del territorio).
Da tale progetto noi tutti ci aspettiamo numerosi
risultati, primo fra tutti l’incremento sia della compe-
titività territoriale che delle sinergie tra Regioni limi-
trofe ed Enti locali, nonché della ricaduta occupazio-
nale attraverso lo sviluppo turistico; non va inoltre
dimenticato, che nostro compito, all’interno dell’ini-
ziativa, è anche quello di migliorare la conoscenza del
patrimonio culturale e la diffusione della cultura euro-
pea attraverso scambi di esperienze e best practices.
Arch. Cristina CrisariDirigente Area Finanziamenti e Bandi Europei
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
per lo sviluppo europeo attraverso un approccio inte-
grato, rapportandosi con le altre risorse ed iniziative
proprie dei territori di riferimento, ma anche quello di
creare una connessione tra il mondo laico e religioso.
Nell’insieme la finalità principale è quella di
accrescere la consapevolezza del valore e la ricchezza
dei monasteri in tutta Europa, in termini di tradizione
e di valore storico-artistico e culturale, al fine di inte-
ragire proficuamente con le richieste della vita
moderna.
L’attività proposta dalla nostra Regione mira alla
conoscenza e alla valorizzazione di alcune tra le più
importanti abbazie esistenti nel territorio regionale,
sia per quanto attiene lo studio dei beni culturali sia
per la promozione delle attrattive turistiche e di ospi-
talità rappresentate dai centri monastici. Lo studio,
inizialmente proposto sui soli monasteri ortodossi, ha
trovato, per quanto riguarda il Lazio, non solo un
naturale collegamento con l’abbazia di rito bizantino
- greco di S. Nilo a Grottaferrata, un insediamento che
testimonia, ormai da un millennio, l’unità della Chiesa
nelle sue molteplici tradizioni di spiritualità e cultura
e che rappresenta un luogo d’incontro e di dialogo tra
l’Occidente latino e l’Oriente ortodosso, ma anche un
ulteriore arricchimento con gli importanti centri
monastici di S. Maria di Farfa, che sorge nella verdeg-
giante area della Sabina e di Casamari, rappresentati-
ve degli ordini Benedettino e Cistercense.
Oltre all’esame dei differenti modelli di gestione
esistenti all’interno dei complessi religiosi presenti in
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Lazio:Localizzazione dei monasteri oggetto dell’itinerario
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaAbbazia di S. Maria di FarfaInterno
Un itinerario tra i tre monasteri del LazioValentina Riccardi
Qualcosa sulla storia del monachesimo
e degli ordini religiosi
Parlare di monasteri in Italia e soprattutto nel cen-
tro - nord d’Italia, significa risalire ai primi insedia-
menti datati dal tempo di S. Benedetto da Norcia (c.
480 – c. 550), che con la sua Regola fissò le norme
essenziali della vita religiosa e materiale dei monaci.
Egli fondò l’ordine benedettino e l'Abbazia di
Montecassino nell' Italia meridionale intorno all’ anno
529. Il monastero diventa così simbolo di un luogo
isolato, lontano dalla vita delle città, un luogo di pre-
ll monastero di S. Nilo a Grottaferrata rappresen-
ta invece, come è il caso del monastero di Bivongi
nella Calabria ionica - di cui parleremo in Appendice
– un esempio di monastero di rito greco – bizantino,
unico caso in Italia di comunità religiosa nata prece-
dentemente alla divisione della chiesa cattolica da
quella ortodossa. Il monachesimo bizantino ha cono-
sciuto un forte sviluppo intorno al VIII-XI secolo
soprattutto in Calabria. Il Sacro Monastero di San
Giovanni Theristis a Bivongi, risale all'XI secolo; men-
tre per quanto riguarda Grottaferrata, la sua particola-
rità è data dal suo fondatore, S. Nilo da Rossano, ori-
ginario appunto della Calabria.
La maggiore distinzione dal punto di vista storico
– religioso tra i monasteri proposti in questo itinera-
rio è tra quelli di rito greco – bizantino (Grottaferrata
e Bivongi) e quelli benedettini e cistercensi. L’ordine
dei benedettini è storicamente precedente a quello
dei cistercensi, mentre questi ultimi pur essendo
benedettini, in quanto seguono la regola di S.
Benedetto, sono considerati più austeri e adottano
una filosofia di vita dedita alla povertà ed al lavoro
anche manuale (soprattutto lavoro delle terra, bonifi-
che, coltivazione di prodotti tipici).
L’origine storica di questi centri religiosi, è la chia-
ve di volta per capirne il ruolo anche oggi; se infatti i
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
ghiera, residenza e lavoro di una comunità religiosa i
cui membri sono vincolati da un voto al distacco del
mondo e dalle sue distrazioni e si rendono autosuffi-
cienti dal punto di vista economico. Il monachesimo
ha avuto in Occidente una grande importanza in
campo politico, sociale e artistico per oltre 1200 anni,
dal sec. VI al sec. XVIII. Benedettini, Cistercensi,
Certosini furono gli ordini monastici grandi fondatori
di abbazie. Nell'arco di tempo tra il 1140 ed il 1152 ai
monaci "neri", benedettini (così chiamati dal colore
della loro tonaca), si sostituirono i monaci "bianchi",
cistercensi. A questa prima corrente storica del mona-
chesimo, appartiene il monastero di Farfa, ancora
oggi gestito dai monaci benedettini cassinesi (stesso
ordine dell’Abbazia di Montecassino), mentre il
monastero di Casamari è oggi gestito dai monaci
cistercensi. Entrambi questi ordini religiosi, sono
custodi di numerosi altri monasteri nel Lazio, in
Umbria e in molte altre regioni del centro nord. Per
quanto riguarda l’Umbria, il collegamento tra i mona-
steri del progetto Mo.no.pi appare quindi evidente,
non solo per una vicinanza di tipo geografico, ma
anche e soprattutto perché storicamente anche i 3
monasteri umbri del progetto sono gestiti da monaci
benedettini e sono una emanazione del monastero di
Farfa, dal quale dipendevano dal punto di vista politi-
co-amministrativo.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Cenni sul monachesimo benedettino
Negli anni bui delle invasioni barbariche è impor-
tante ricordare la vitalità della Chiesa di Roma, unica
protettrice delle popolazioni latine. Il monachesimo
occidentale nasce con Benedetto da Norcia che fonda
nel 528 il monastero di Montecassino. Altri monaste-
ri sorgono sull'esempio di Montecassino nei secoli
successivi. Si affermeranno gli ordini dei Cistercensi
(dal nome dell'abbazia di Citeaux ) dei Certosini ( la
Grande Chartreuse ) e dei Cluniacensi (Cluny). In Ita-
lia sono famosi i monasteri di Fruttuaria, Camaldoli,
Vallombrosa.
A differenza del monachesimo orientale ascetico,
i monaci occidentali vivono un'esperienza religiosa
matura: alternano alla preghiera e alla meditazione il
lavoro dei campi e creano comunità economicamen-
te autosufficienti e protette , che in caso di pericolo
offrono valida difesa alle popolazioni minacciate.
Dalle grange benedettine e cistercensi ( vere e pro-
prie fattorie medievali ) partiranno addirittura opere
di bonifica e messa a coltura delle campagne circo-
stanti.
Un'altra importante funzione dei monasteri
benedettini è quella culturale: la regola benedettina
imponeva ai monaci molte ore di lettura e di medita-
zione.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
monasteri di rito bizantino cercano soprattutto di faci-
litare il dialogo interculturale tra cattolici e ortodossi,
gli altri sono orientati alla formazione ed alla conser-
vazione e valorizzazione del patrimonio librario eccle-
siastico, oltre che alla conoscenza e coltivazione della
terra circostante il monastero. Si tratta infatti di mona-
ci esperti amanuensi o agricoltori.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
AmanuenseL'amanuense era colui
che, prima dell'invenzionee la diffusione della
stampa, copiavamanoscritti a servizio di
privati o per la vendita alpubblico. Il termine deriva
dal latino servusamanuensis. All'Ordine
Benedettino, perl'intensità, la cura e lacompetenza con cui si
dedicò all'attività scrittoria,siamo debitori della
continuità della tradizioneletteraria classica.
Cenni sul monachesimo cistercense
Nella seconda metà del secolo XI, l’eremetismo,
la ripresa della tradizione monacale e il pullulare di
iniziative spontanee di predicatori itineranti si intensi-
ficano. Accanto alla condanna delle immortalità cleri-
cali, il fattore comune di questi movimenti è la ricer-
ca di una purificazione morale personale.
Nell’assoluta povertà e nel radicale distacco da qual-
siasi superfluità terrena, i riformatori individuano la
condizione necessaria per il raggiungimento di una
perfezione di vita tanto individuale quanto collettiva.
Il rilancio del monachesimo occidentale si attua
sulla base di questa radicale rinuncia al possesso di
qualsiasi bene. E’ ciò che prescrive la Regola dei
Cistercensi, il nuovo Ordine monacale che dall’origi-
nario monastero di Citeaux (1098) si diffonde rapida-
mente in tutta l’Europa cristiana: applicando alla lette-
ra le prescrizioni di S. Benedetto. A differenza degli
antichi ordini benedettini, le nuove abbazie cistercen-
si saranno povere, senza vetrate colorate né campa-
nile, né costose campane: daranno l’immagine este-
riore della radicale povertà monacale. Il monastero
nasce lontano dalla città ed in opposizione ad essa: è
rifiuto e fuga dalle sue ricchezze, dai contrasti sociali
che ne segnano la nascita e lo sviluppo, dai valori
mondani che vi dominano. I monaci necessitano di
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara Sabina - Abbazia di FarfaPortale esterno
AbbaziaComunità monastica maschile o femminile governata da un abate (o badessa) eautonomo dalla giurisdizione del vescovo; il complesso degli edifici occupati da talecomunità. Il termine deriva da abbas "abate", ed è sinonimo di monastero; può cioèindicare: 1) la comunità di religiosi (monaci o canonici regolari, secondo la regola benedettina
almeno dodici) sui iuris cioè autonoma, autosufficiente e che possiede personalitàgiuridica, governata da un abate;
2) il complesso degli edifici della comunità e degli altri fabbricati che ne dipendono; 3) una chiesa anticamente monastica che ha mantenuto questo nome.
Cenni sul monachesimo orientale in Italia
Il monachesimo eremitico orientale fece le sue
prime apparizioni nell’estremo sud Italia intorno al VII
secolo; i monaci giunsero probabilmente in tre ondate
successive, determinate da necessità storiche e comun-
que favorite da affinità morfologiche tra il nostro territo-
rio e le terre di provenienza. Un primo movimento
migratorio si verificò nella prima metà del VII secolo e
richiamò monaci dalla Siria, dalla Palestina e dall’Egitto,
quando quelle regioni subirono l’invasione di persiani
ed arabi. Una seconda e più consistente ondata avven-
ne durante la persecuzione iconoclasta nel periodo tra
il 726 e l’843 d.C. Infine ci fu una terza ondata prove-
niente dalla Sicilia, nei secoli X e XI, quando l’isola passò
sotto il dominio arabo. I monaci basiliani sono un ordi-
ne religioso atipico proprio perché non costituirono un
ordine vero e proprio in quanto in Oriente, ogni con-
vento era un ordine. I monaci basiliani, affiancandosi
agli abitanti, praticavano l’agricoltura dissodando i terre-
ni e modificando i sistemi di coltivazione. I monasteri
diventarono in quel periodo centri di rinascita economi-
ca e alimentarono il sorgere delle grancie o “omas”. Si
tratta di piccoli centri eretti nei pressi di un monastero,
su cui si estendeva l’autorità giuridica, religiosa e ammi-
nistrativa dell’ egumeno, il capo del monastero.
La comunità dei monaci basiliani è cattolica di rito
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
terreni da coltivare, di animali da allevare e da scam-
biare al mercato con i prodotti che assicurino l’autar-
chia della comunità. In pochi decenni, molti monaste-
ri divengono ragguardevoli centri di ricchezza e di
potere.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR) – Abbazia di CasamariInterno - finestra
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
greco - bizantino. I monaci per la loro vicinanza alla
Chiesa Orientale, di cui si fanno sapienti custodi delle
tradizioni e della storia, costituiscono un canale privile-
giato di dialogo con le Chiese ortodosse. Le radici dei
monaci basiliani affondano nella terra di Calabria e
Sicilia ove, ancora oggi, si parla il greco e l’albanese e
dove il legame alla cristianità d’Oriente non è andato
perduto. Le norme che governano la vita dei Monaci
sono quelle del Typikòn, i cui punti principali consisto-
no nella preghiera comunitaria, lo studio dei Padri e
l’impegno ecumenico nei confronti delle Chiese orto-
dosse. La preghiera occupa un posto importante nella
vita di questi monaci, anche se assume una veste molto
semplice. La vita prescritta dal Typikòn è una vita di
cenobitica, ossia comunitaria:nel Typikòn sono conte-
nute tutte le norme di convivenza comunitaria, ma
anche di disciplina spirituale. I momenti di vita comune
prevalgono su quelli di vita spirituale.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR) – Abbazia di CasamariPorta d’ingresso alla chiesa, detta “dei conversi”
MonasteroEdificio o complesso di edifici in cui vive una comunità di monaci o di monache.Sinonimo di convento. Il monastero è il luogo di preghiera, residenza e lavoro di unacomunità religiosa i cui membri sono vincolati da un voto al distacco del mondo edalle sue distrazioni e si rendono autosufficienti dal punto di vista economico. Il monachesimo occidentale è strettamente legato a San Benedetto da Norcia (c. 480 - c.550) che fondò l'ordine benedettino e l'abbazia di Montecassino nell'Italia meridionaleintorno al 529. Intorno ai monasteri si svilupparono dei mercati e successivamente dei centri abitati:questo spiega i tanti toponimi che ancor oggi richiamano il nome del santo cuil'abbazia era consacrata. L'abbazia era un complesso organismo architettonico; entroun grande recinto e intorno alla chiesa si trovavano disposti lungo i lati del chiostro idormitori dei monaci, la sala capitolare destinata alle riunioni, la biblioteca(scriptorium), il refettorio; poco discosto sorgevano i fabbricati per i servizi, imagazzini, le officine, i laboratori, l'abitazione dell'abate, l'infermeria, la foresteria,l'orto con le erbe destinate alla confezione dei farmaci e la relativa farmacia.
Ordini monastici
Benedettini: ordine monastico fondato da S. Benedetto da Norcia (480 – 547) disciplinato dallaregola di S. Benedetto.
Cistercensi: ordine monastico fondato da San Roberto di Molesme a Citeaux nel 1098 e poi diffusoda S. Bernardo di Chiaravalle.
ll perché della scelta di due percorsi tematici
Questa pubblicazione nasce dalla volontà di dare
visibilità al progetto europeo Mo.No.Pi, non solo da
un punto di vista prettamente tecnico, quindi per
“addetti ai lavori”, ma anche da un punto di vista più
divulgativo, che sia rivolto a tutti coloro che vogliono
conoscere meglio i monasteri ed il territorio del Lazio.
Più che una vera e propria guida turistico - cultu-
rale, questa pubblicazione vuole essere una proposta
di itinerario tra alcuni dei monasteri del Lazio. Per tale
motivo è stata pensata per un turista che magari
viene a Roma, e vuole vedere qualcosa di diverso nei
dintorni, soffermandosi non più di un giorno sul ter-
ritorio ed un giorno sul monastero. Per chi non aves-
se a disposizione neanche questo tempo, proponia-
mo un itinerario più breve che si concentrerà princi-
palmente sulle abbazie e sui dintorni, il tutto in
un’unica giornata.
Per finire, una appendice proporrà due itinerari
insoliti che abbracciano gli altri due partner italiani del
progetto Mo.No.Pi; precisamente la regione Umbria e
il comune di Bivongi, in provincia di Reggio Calabria.
Tale scelta è motivata dall’esistenza di due collega-
menti storico - culturali. Il primo e più diretto è quel-
lo tra l’Abbazia di Farfa e i tre monasteri benedettini
dell’Umbria, tutti nati dal monachesimo benedettino.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il rapporto con il territorio di appartenenza
I monasteri presi in esame rappresentano oggi
un ponte culturale tra religione e mondo contempo-
raneo. Sono delle realtà che, se ben integrate nel con-
testo territoriale di appartenenza, possono concorre-
re allo sviluppo del cosiddetto turismo religioso e cul-
turale.
Dal punto di vista dei rapporti con il territorio cir-
costante, la presenza di questi monasteri da più di
mille anni fa sì che queste strutture siano parte inte-
grante del territorio, sia da un punto di vista di parte-
cipazione alle attività della comunità locale che da un
punto di vista di attrattiva turistica. Spesso infatti, la
comunità monastica, collabora con il comune per
numerose attività che vanno dall’ organizzazione di
eventi culturali, alla formazione attraverso la scuola. I
tre monasteri presi in esame, rappresentano inoltre
dei centri d’attrattiva per il territorio circostante, da un
punto di vista turistico e culturale. La loro presenza ed
il loro ruolo possono rappresentare un volano di svi-
luppo e di attrazione di flussi turistici, soprattutto dal
punto di vista del turismo religioso e culturale.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara Sabina (RI)Abbazia di S. Maria di Farfaparticolare della volta
Il secondo collega invece il monastero bizantino di
Bivongi in Calabria, con quello greco - orientale di
Grottaferrata, in quanto il suo fondatore, S. Nilo, pro-
veniva proprio da Rossano in Calabria, culla del
monachesimo orientale in Italia. Partiamo quindi
insieme alla scoperta di questi complessi monastici
ricchi di storia e di cultura.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR)Abbazia di Casamari
Abside
Slow Tour:per chi resta
Il monastero di Grottaferrata in un giornoLaura Russo
L’Abbazia di San Nilo
Il Monastero italo – bizantino di Grottaferrata si
trova a circa 20 Km. da Roma, nella zona dei Castelli
Romani. Fondato nell’anno 1004 da S. Nilo di
Rossano, ha la particolarità di essere immediatamen-
te dipendente dalla Santa Sede pur mantenendo il
rito bizantino; questo perché la sua fondazione pre-
cede di 50 anni la divisione tra la Chiesa Cattolica e la39
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM) Abbazia di S. Niloesterno
complesso è circondato dall’alto muro di cinta con
quattro torri e dal fossato del cosiddetto Castello
Roveriano, dal nome del cardinale commendatario
Giuliano della Rovere (futuro papa Giulio II) che lo
fece costruire nel 1480, sembra, ad Antonio da
Sangallo il Giovane e Baccio Pontelli.
L’abitano da mille anni dei monaci di rito bizanti-
no-greco che son detti “basiliani” perché seguaci
della Regola di San Basilio Magno, vescovo di
Cesarea nel IV secolo e Padre della Chiesa. Ancora
oggi Santa Maria di Grottaferrata è un centro di irra-
diazione culturale della tradizione orientale. L’antico
scriptorium celebre per la scrittura detta tachigrafia
greca sillabica niliana o di Grottaferrata si è evoluto in
una moderna tipografia dove si stampano libri liturgi-
ci delle Chiese orientali, in una scuola tipografica
italo-orientale e in un laboratorio specializzato nel
restauro di incunaboli e antichi codici. Qui per esem-
pio è stato restaurato il celebre Codice Atlantico di
Leonardo. Nella Biblioteca, che ha trovato definitiva
sistemazione solo negli anni Cinquanta, sono inoltre
custoditi inestimabili manoscritti dei primi monaci e
dello stesso San Nilo. Il Museo, che si trova nel
Palazzo del Commendatario, con i suoi oggetti di
scavo d’epoca preistorica e romana, i suoi residui
medievali nonché con gli oggetti e le opere d’arte
lasciate nei secoli dai Commendatari, è uno dei più
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Chiesa Ortodossa. La sua importanza nei secoli è
dovuta principalmente al fatto che da più di mille
anni testimonia l’unità della Chiesa nelle sue molte-
plici tradizioni di spiritualità e cultura. E’ un luogo di
incontro e di dialogo tra l’Occidente latino e l’Oriente
ortodosso, aperto a quanti vogliono vivere e appro-
fondire la spiritualità di Bisanzio.
Nel tempo il monastero divenne un importante
centro di cultura grazie all'opera degli 'scriptores' o
amanuensi che, seguendo l'esempio di s. Nilo, esper-
to amanuense, prepararono i codici in parte conser-
vati nella biblioteca.
Perciò quello di Grottaferrata è un Monastero
‘romano’ e da sempre, un monastero ‘bizantino’, pur
con gli adattamenti e le innovazioni che l’ incultura-
zione delle tradizioni liturgiche, spirituali, canoniche
bizantine ha richiesto ai monaci ‘greci’ venuti a stan-
ziarsi sui Castelli romani. La caratteristica del mona-
stero è quella di rappresentare due fedeltà, quella alla
Chiesa romana e quella al proprio carattere bizantino
risalente all’epoca della Chiesa ancora indivisa.
L’Abbazia di San Nilo si erge nel cuore dei Colli
Albani e più precisamente nel Tusculanum dove al
tempo dei Romani sorgevano numerose ville (di
quella appartenuta secondo la tradizione a Cicerone
sono tuttora visibili i grandiosi criptoportici che si
affacciano sullo splendido panorama del Vallone). Il
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
crypta ferrata insomma, da cui Grottaferrata. Ma il
vecchio ascetico abate non potè trarre sollievo dal-
l’amenità del luogo. Morì infatti pochi mesi dopo, il
26 settembre, giorno in cui lo si festeggia. Toccherà
così al suo giovane discepolo prediletto, Bartolomeo,
destinato a diventare santo anche lui nonché compa-
trono di Grottaferrata, curare i lavori del monastero e
della chiesa, che sarà consacrata da Giovanni XIX il 17
dicembre 1024. I due santi fondatori saranno sepolti
l’uno accanto all’altro nella cappella poi detta
Farnesiana.
Colti e operosi, gli antichi austeri monaci si divi-
dono fra l’arte scrittoria e l’amministrazione delle loro
terre, che presto si estende fino al mare. Ma purtrop-
po l'abbazia sorge in una posizione strategica che la
renderà per secoli oggetto di attacchi, scorrerie e sac-
cheggi da parte delle truppe in marcia verso Roma.
Già poco tempo dopo la sua fondazione i buoni mona-
ci “basiliani” sono costretti a trasferirsi a Subiaco e l’ab-
bazia resta abbandonata per trent’anni, fino al 1191.
Da allora questa enclave orientale in Italia, inse-
diamento di pace, studio e operosità, sarà tenace-
mente custodita, alimentata e difesa. Nel 1462, un
papa umanista, Pio II Piccolomini, quando per ono-
rarla istituì la Commenda, l’affidò a un umanista
greco, il cardinal Bessarione, che nel 1439 da arcive-
scovo di Nicea era stato protagonista della purtroppo
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
importanti del Lazio.
Nell’estate del 1004 San Nilo, sulla soglia dei 95
anni alla ricerca coi suoi monaci di un luogo dove
insediarsi al riparo dalle incursioni saracene, decise
per divina ispirazione - e perché costretto dalla malat-
tia - di fermarsi nel Tusculanum. Il conte Gregorio I,
signore di quella zona, saputo dell’arrivo dell’illustre
vegliardo, gli fece dono di un ampio terreno dove
sorgeva anche un piccolo santuario che aveva riutiliz-
zato i resti forse di una tomba romana costituita da
due ambienti coperti da volte a crociera e illuminati
da piccole finestre protette da robuste inferriate: una
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM) Portale d’accesso
all’Abbazia di S. Nilo
decorato con piastrelle policrome. Venne ricostruito
verso la fine del XII secolo (il precedente era stato
abbattuto perché danneggiato) all’epoca in cui i
monaci ritornarono a Grottaferrata dopo il lungo
periodo passato a Subiaco, sopra una delle celle
dell’antica crypta ferrata.
Nel nartéce si conserva un fonte battesimale
del secolo XI di particolare pregio per la fattura e
l’iconografia. Della stessa epoca è l’ingresso alla
chiesa, costituito da una porta lignea delimitata da
bassorilievi in marmo con intarsi di pietre e pasta
vitrea, sormontata da un mosaico bizantino con il
Redentore tra San Giovanni Battista, la Vergine e un
abate, forse San Bartolomeo. Superato il portale si
entra nell’aula tripartita dove l’originaria struttura
romanica è stata completamente stravolta prima
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
effimera conciliazione dello scisma d’Oriente consu-
matosi nel 1054.
La visita dell’Abbazia
Attraversato il ponte levatoio, oggi non più fun-
zionante, si giunge ad un primo cortile dove sorge
il Palazzo del Commendatario e dove, attraverso un
magnifico portico attribuito al Sangallo, si giunge al
museo dell’Abbazia, nelle cui sale si conservano
reperti archeologici, tra cui statue greche e romane,
sarcofagi, urne cinerarie, oggetti d’arte quali arredi
e paramenti liturgici e infine diversi dipinti tra cui
numerosi affreschi medievali raffiguranti la Disputa
con i Maghi, la Piaga del sangue, la Piaga dell'ucci-
sione dei Primogeniti, la Piaga della gragnola e il
Passaggio del Mar Rosso, tutti provenienti dalla
chiesa di Santa Maria.
Quest’ultima sorge nel secondo cortile, a fianco
del monastero dove si trovano le celle dei monaci,
un refettorio e le due biblioteche.
Santa Maria venne sottoposta negli anni Trenta
del Novecento a un profondo restauro nel corso del
quale vennero demolite le aggiunte volute nel 1845
dal cardinal Mattei e si ricostruirono prònao e nar-
téce che il prelato aveva invece fatto distruggere.
Perfettamente conservato è invece il bellissimo
campanile romanico, a cinque ordini di trifore,
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM)Abbazia di San NiloSala Della LoggiaParticolare
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
con la costruzione, tra il 1577 e il 1582, di un soffit-
to ligneo che ha nascosto le vecchie capriate e parte
degli affreschi della navata centrale, poi nella
seconda metà del Seicento con modifiche al presbi-
terio, dove fu innalzato un altare di forma quadrata
secondo il rito bizantino. Del Seicento è anche l’ico-
nostasi di scuola berniniana, che come in tutte le
chiese di rito greco bizantino simboleggia la neces-
sità della mediazione liturgica.
Nel 1754 viene operata una radicale modifica:
le colonne vengono ricoperte con stucchi e trasfor-
mate in pilastri, le finestre vengono murate e le
pareti ricoperte da una decorazione in stucco che
nasconde i pochi affreschi medievali ancora super-
stiti. Rimangono ancora oggi della decorazione più
antica l'icona bizantina dipinta a tempera su tavola
raffigurante la Vergine con il Bambino del XIII seco-
lo nell’iconostasi e affreschi medievali al di sopra di
un mosaico del XII secolo raffigurante gli Apostoli
con al centro il trono vuoto in attesa del Cristo per
il Giudizio finale nell’arco trionfale.
Dalla navata destra si accede a una cappellina
che il cardinale Edoardo Farnese volle far decorare
nel 1609 da Domenico Zampieri detto il
Domenichino con la raffigurazione delle sante
Agnese, Francesca e Cecilia, dei Padri della Chiesa
Greca e con Storie della vita di San Nilo e di San
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Bartolomeo. Di particolare interesse storico e stili-
stico sono la Fondazione dell'Abbazia per opera di
San Bartolomeo e l'Abbraccio di S. Nilo con l'impe-
ratore Ottone III, dove nel paggio che tiene le bri-
glie del cavallo dell’imperatore si riconosce un
autoritratto del Domenichino, a destra del cavallo il
ritratto di Guido Reni e più a destra quello del
Guercino, entrambi tra i più noti artisti del primo
Seicento e grandi amici del Domenichino.
Sull’altare è una Madonna con il Bambino tra i santi
Nilo e Bartolomeo riferita da alcuni studiosi alla
mano del Domenichino quando era ancora assi-
stente dei Carracci, da altri più genericamente alla
scuola dei Carracci.
Accanto alla Basilica in parte restaurata nel 1754
con rivestimenti in stile barocco, il monastero ha
numerosi beni di rilevanza storico – culturale; tra
questi dobbiamo accennare all’Icona della Madre di
Dio o Theotòkos che troneggia al centro della
Basilica di Grottaferrata ed è un'icona bizantina
dipinta a tempera su tavola, dal valore soprattutto
religioso; la cappella farnesiana commissionata nel
1609 al pittore Domenico Zampieri, detto il
Domenichino ed al celebre Annibale Carracci; il
castello costruito nel 1482 dal cardinale commen-
datario Della Rovere per provvedere l’Abbazia di
una valida difesa; infine le catacombe ad decimun
4948
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
scoperte per caso nei primi anni del 900, sono
situate nei pressi della biforcazione della via
Anagnina e contengono circa 1.000 tombe risalenti
al III-V secolo d.C. e si estendono per circa 250
metri lineari. Non bisogna dimenticare che in que-
sto luogo le funzioni, che seguono il rito greco -
bizantino sono particolarmente suggestive.
Grottaferrata (RM) – Abbazia di S. NiloAltare barberiniano fine XIX e l’inizio XX secolo.
Grottaferrata (RM)Abbazia di San Nilo
Sala Della LoggiaDipinti del XVI secolo
In un’ottica di apertura al mondo esterno ed ai flus-
si turistici, il monastero è in grado di ospitare i visitatori
interessati ad un soggiorno nella quiete e nella storia
del monastero.
La foresteria del Monastero dispone di 35 posti-
letto e può accogliere, su richiesta, gruppi parrocchiali
per ritiri, gruppi di spiritualità o singoli (laici, religiosi,
religiose), cristiani che vogliano approfondire il contatto
con la Sacra Scrittura, gruppi di giovani che desiderino
un più diretto e originale contatto con la tradizione e la
liturgia bizantina.
Dal punto di vista della didattica, il monastero offre
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Le attività del monastero
I monaci di S. Nilo sono specializzati nel restauro e
nella conservazione dei libri antichi, oltre che nella for-
mazione attraverso un ginnasio parificato con la scuola
pubblica statale.
Partendo dalle attrattive turistico - religiose, molto
importante è la raccolta del Museo Archeologico: for-
matasi nei secoli a partire dai primi momenti di vita
dell’Abbazia, secondo una sentita vocazione alla “con-
servazione”. Purtroppo al momento i locali sono chiusi
per lavori di restauro.
Oltre al Museo archeologico, il monastero vanta
una delle più antiche Biblioteche Monumentali della
regione: possiede infatti un alto numero di rari palinse-
sti, antichi manoscritti in pergamena nei quali la primi-
tiva scrittura è stata grattata via per fare posto ad una
seconda, successiva scrittura: con gli odierni mezzi tec-
nici è possibile leggere di nuovo la scrittura più antica e
recuperare le scritto perduto.
Nel 1873 la Biblioteca, insieme a tutti gli edifici del-
l'abbazia, venne incamerata dallo Stato italiano di
recente formazione. Attualmente essa conta circa 500
manoscritti greci ed altrettanti latini, varie centinaia di
incunaboli e cinquecentine e 50.000 libri a stampa. La
comunità monastica possiede a sua volta una propria
biblioteca, contenente 20.000 volumi.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM)Abbazia di San NiloBiblioteca
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
dei corsi di pittura per imparare la tecnica della pittura
d’icona nel clima spirituale e liturgico nel quale essa è
originariamente inquadrata e dal quale non può pre-
scindere. I corsi sono tenuti sotto la guida di membri
del Monastero e di maestri iconografi.
Nell'ambito delle celebrazioni per il Millenario
dell'Abbazia è stata allestita una mostra che ha dato il
dovuto risalto all' intensa e proficua attività sopra
descritta attraverso una rassegna espositiva di alcuni dei
numerosissimi capolavori che proprio qui, nella badia
greca, sono stati salvati da un degrado a volte ai limiti
dell' irreversibile.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM)Abbazia di San Nilo
Altare
Il Restauro del libro antico
Il Laboratorio di restauro del libro antico è il primo a carattere scientifico, fondato periniziativa della Direzione generale delle biblioteche ed accademie del Ministerodell'Educazione Nazionale, le autorità statali preposte all'amministrazione del patrimoniobibliografico italiano. Il laboratorio, istituito in una sala dell'antica foresteria dei monaci, hasvolto da subito un ruolo importante, proprio quando in Italia il restauro librario maturò lasua più importante trasformazione, affermandosi definitivamente come attività che sibasava contemporaneamente sulla ricerca scientifica e su una elevata e raffinatissima abilitàartigianale. Il laboratorio è stato successivamente ampliato con l'aggiunta di un localeannesso per il gabinetto chimico che aveva il compito di esaminare, diagnosticare esuggerire le diverse terapie per gli speciali "pazienti"; nacque così il progetto dell'Istituto diPatologia del Libro con ambienti contigui al laboratorio che avrebbero dovuto ospitare, tragli altri, reparti di chimica, fisica, meteorologia oltre ad un museo patologico del libro: ideagrandiosa che richiamò sulla badia greca un vasto interesse sia italiano, sia internazionale. Ilrestauro in assoluto più prestigioso effettuato da questa autentica Officina Librorum è statoquello delle oltre 1.000 carte vinciane del Codice Atlantico di Leonardo, che raccogliedisegni di macchine, studi di geometria, calcoli, vari appunti e note personali ed ebbe iltitolo di "Disegni di machine et delle arti secreti et altre cose di Leonardo da Vinci racolti daPompeo Leoni". Il delicato e difficile lavoro fu affidato al Laboratorio di Restauro del LibroAntico di Grottaferrata nel 1962 , battendo la concorrenza del Laboratorio di restauro dellaBiblioteca Vaticana, dell'Istituto di Patologia del Libro e dell' Institut Léonard de Vinci diAmboise. Partendo quindi dall’ orientamento verso i libri antichi e le scritture, il visitatorepuò acquistare presso il monastero numerose pubblicazioni editoriali, come il bollettinomensile, una serie di volumi e monografie su specifici argomenti, dei cd rom multimediali edei calendari a tema.
Una giornata al Monastero di San Nilo
Ore 5.30: i Monaci si alzano Ore 6.00: i Monaci si riuniscono per le preghiere del mattutino Ore 7.30: si celebra la messa concelebrata in italiano e con canti in greco Ore 7.45-8.00: i Monaci consumano liberamente la loro colazione Ore 8.00-12.30: ogni monaco si dedica allo svolgimento del proprio ufficio Ore 12.30-13.00: i Monaci si ritrovano in Chiesa per la preghiera dell’Ora Terza e Sesta Ore 13.00-13.30: si consuma il pranzo comunitario in silenzio, ascoltando nastri diconferenze sulle Chiese orientali, commenti di Ravasi ed altro Ore 13.30: ascolto delle notizie del giorno Ore 14.15: i Monaci si ritirano in cella fino alle 15.30 Ore 15.30-15.45: i Monaci si ritrovano in Chiesa per la preghiera dell’Ora Nona e dei Vespri Ore 15.45-16.30: prosegue la preghiera Ore 16.30-19.25: tempo libero dedicato alla lettura, allo studio o ad uscire Ore 19.25-20.00: tutti i Monaci si riuniscono nella sala del Capitolo, dove si canta l’Akathistose ci si concentra sulla meditazione Ore 20.00: i Monaci consumano la loro cena (come il pranzo) Ore 20.30: i Monaci tornano in Chiesa per la recita dell’Apodeipnon.
l territorio dei Castelli romani in un giornoLucia Sentinelli
La zona dei Castelli romani è talmente ricca di
opere d’arte, di paesaggi e curiosità che è davvero dif-
ficile suggerire la visita di una località a scapito di
un’altra.
Una delle mete più interessanti nei dintorni di
Grottaferrata è sicuramente il sito archeologico di
Tuscolo, raggiungibile in poco tempo percorrendo la
via Tuscolana per circa 5 Km. Si prosegue poi a piedi
lungo un sentiero che porterà sulla via dei Sepolcri,
un lastricato romano che attraversa boschi di pini e
castagni e conduce al foro, ad un anfiteatro ed un tea-
tro in buono stato di conservazione. Proseguendo si
arriva alla cima del monte Tuscolo, a 670mt. in un
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Ariccia (RM) Palazzo Chigi prospetto posterioreripresa dal Parco dei Chigi
ed il Palazzo Savelli.
Si può comunque suggerire un rapido giro a
Frascati per vedere, almeno solo dall’esterno, la Villa
Aldobrandini. E’ consigliabile anche un giro attorno al
Lago di Castel Gandolfo, alle rovine del castello di
Malaffitto e all’ oratorio di Sant’Angelo.
Ad Albano vi sono monumenti di notevole interes-
se, come il Museo Civico fondato nel 1975, è ospitato
nella neoclassica Villa Ferrajoli, costruita nel 1834.
L’interno conserva la decorazione pittorica di Giovan
Battista Caretti, ispirata all’arte classica e rinascimentale.
A metà strada tra i due laghi di Albano e di Nemi,
sorge Ariccia, paese di antichissime origini. Tappa
d’obbligo, in questo storico paese, è la visita all’impo-
nente Palazzo Chigi , un esempio unico di dimora
barocca. Ariccia vanta, inoltre, altri preziosi monu-
menti come: la Chiesa dell’Assunta costruita dal
Bernini in collaborazione con uno dei suoi migliori
allievi Carlo Fontana nel 1662; la Locanda Martorelli
nota soprattutto per il ciclo dei dipinti murali eseguiti
dal pittore polacco Taddeo Kuntze.
Numerosi storici hanno individuato il luogo del-
l’antica città di Albalonga, che fu a capo della confe-
derazione latina, con quello dell’odierna
Castelgandolfo. Qui, Urbano VIII non ancora Papa,
stabilì la residenza per la villeggiatura dei papi.
Proseguendo, su questo affascinante territorio,
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
punto da cui si gode un meraviglioso panorama.
Uscendo da Grottaferrata ed immettendosi sulla
via Anagnina, in direzione di Roma, si possono rag-
giungere le Catacombe Ad Decinum, complesso
archeologico di dimensioni modeste ma di grande
valore storico, poiché si tratta di catacombe molto ben
conservate, a differenza di altre rinvenute sul territorio
laziale. La necropoli presenta diverse pitture parietali
risalenti al IV e V secolo, ed è costituita di cinque galle-
rie che si snodano per circa 225 metri, con in tutto
mille sepolcri di cui solo cento non sono intatti.
Altri centri abitati nei dintorni che meritano una
visita sono: Montecompatri – con la fontana
dell’Angelo, il Duomo ed il Convento di Palazzolo e
quello di S. Silvestro – e Rocca Priora – con la Porta
ogivale d’ingresso all’abitato, la Chiesa dell’Assunta
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Ariccia (RM)Facciata della chiesa
della Madonna di Santa Apollonia
Nel punto più alto dei Castelli è situata Rocca
Priora riconosciuta da molti studiosi il luogo che
Coriolano occupò nella sua marcia su Roma (486
a.C.). In questo paese arroccato possiamo visitare il
Palazzo Baronale dei Savelli, la Chiesa dell’Assunta, le
Sorgenti della Doganella che una volta alimentavano
il Lago Regillo, ora scomparso.
Poco distante da questi paesi si estende la “citta-
dina” di Velletri Sede vescovile,in bella posizione su
uno sprone del monte Artemisio. ,
Al centro del Paese, accanto alla chiesa di S.
Maria in Trivio, sorge il bellissimo campanile gotico
lombardo, a pianta quadrata, generalmente chiama-
ta la Torre del Trivio (1353). Nel chiostro della
Cattedrale di Velletri ha sede il Museo Diocesano,
dove sono raccolte opere d’arte di inestimabile valo-
re, importanti soprattutto per la loro unicità.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
troviamo Genzano che fino alla fine del XVI secolo,
fu coinvolta da vicende storiche caratterizzate da con-
tinui conflitti fra famiglie baronali e fra queste e il
Papato. Nel 1378 Clemente VII, Papa scismatico, asse-
gnò il controllo di Genzano alla famiglia Orsini che ne
mantenne il possesso per pochi anni, e cioè fino a
quando non venne riassorbito con i beni del
Monastero delle Tre Fontane.
Una storia lunga trenta secoli ce la offre Rocca di
Papa. Intorno all’”Arx aesulana”, altura sacra dove si
levava il collegio dei “sacerdoti cabensi”, in quella
posizione splendida occupata dall’attuale fortezza,
nacquero i primi insediamenti umani della futura
città di Rocca di Papa.
Nel territorio di Rocca di Papa è possibile ammi-
rare, la Chiesa della Madonna del Tufo costruita nel
1792 in onore della Santa Vergine esattamente sul
monte Albano. Proseguendo le nostre escursioni nel
meraviglioso e vasto territorio dei Castelli Romani
arriviamo a Nemi, molto celebre al tempo dei Romani
per il Tempio dedicato a Diana.
Tra i monumenti, a Nemi, merita una visita : il
famoso Museo delle Navi parzialmente riaperto nel
1989. Nel vasto territorio dei Castelli Romani si affac-
cia anche Marino; Tra i più bei monumenti si posso-
no ammirare la Basilica di S. Barnaba, l’antica Fontana
dei Mori, la Chiesa Madonna delle Grazie, Villa Mattei.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Ariccia (RM) Interno della chiesadella Madonna di Santa Apollonia
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Eventi e manifestazioni
L’evento più importante che ha luogo a
Grottaferrata è sicuramente la fiera di marzo, la quale
ha origini che risalgono addirittura al Medioevo,
quando mercanti e artigiani si incontravano per
scambiare le loro merci. Col passare del tempo la
Fiera si è modificata, nelle caratteristiche e nei conte-
nuti, fino ad essere riconosciuta a livello nazionale,
nel 1966 , come principale occasione per la promo-
zione di macchiane agricole. Oggi essa si svolge su di
una estensione di 15.000 metri quadri, su viale S. Nilo
ed è accompagnata da numerose manifestazioni cul-
turali, sportive ed artistiche.
Altre date da ricordare sono: il Venerdì Santo per
la processione del Cristo morto, il mese di maggio
per il “Raduno dei Maggiolini”, quello di giugno per
la “ Festa di Squarciarelli”, agosto per la “Festa di S.
Maria in Grottaferrata” e il 26 Settembre per la “Festa
di S. Nilo”.
Infine per quanto riguarda i prodotti tipici sono
sicuramente da segnalare le ciambelle al vino, il pan-
giallo grottaferrarese e la zuppa di uova, ricette carat-
teristiche della gastronomia locale.
In un veloce scorrere, ad Ariccia il 3 settembre si
inaugura la famosa “sagra della porchetta” che da
spazio a molte divertenti iniziative.
Dove dormire e dove mangiare
C’è davvero una grande quantità di ristoranti a
Grottaferrata, tutti di buon livello con menù invitanti
e basati sulla tradizione culinaria della zona dei
Castelli Romani; qui ne vengono indicati solo alcuni:
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Osteria del Fico VecchioVia Anagnina 257, tel. 06.94315940
La Briciolavia D’Annunzio 12, tel. 06.9459338
Caccianivia Diaz 13/15, tel. 06.9420378
CasavecchiaVia Cernaia 17, tel. 06.94299069
Per quanto riguarda le possibilità di alloggio:
Park Hotel Villa GrazioliVia U. Pavoni 19, tel. 06.945400
La Locanda dei CioccaVia Anagnina 134, tel. 06.94315390
Villa LetiziaVia XXIV Maggio 110, tel. 06.9411103
Villa FerrataVia Tuscolana 287, tel. 06.94548049
Agriturismo FataViale S. Nilo 65, tel. 06.9456170
Tra i più rinnomati: Ristorante Cacciani a Frascati in posizionepanoramica con una spettacolare vista; l’Antico Ristorante Pagnanelli a Castel Gandolfo,accanto alla Villa Pontificia, che si affaccia con la suaterrazza sullo splendido Lago.
Il monastero di Casamari in un giorno Lucia Sentinelli
L’Abbazia di Casamari
L’Abbazia di Casamari si trova nel comune di
Veroli, in provincia di Frosinone. Il monastero fu eret-
to sulle rovine dell’antico municipio romano di
Cereatae Marianae, in onore della dea Cerere, cui il
luogo era consacrato, e del generale romano Caio
Mario, avversario dell’aristocratico Silla nella guerra
civile dell’88 a.C. , che qui nacque. A lui si deve anche
l’attuale denominazione di Casamari, “casa di Mario”.
Agli albori del secondo millennio alcuni ecclesiastici
di Veroli diedero inizio alla costruzione di una chiesa
dedicata ai santi Giovanni e Paolo, con l’intento di
costituire una comunità monastica; l’abate Giovanni
del vicino monastero di Sora concesse a quattro di
63
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR)Abbazia di CasamariFacciata
Si segnalano inoltre numerosi eventi stori-
ci con ricorrenza annuale: a metà Gennaio Festa di
S.Antonio Abate; a Febbraio la classica sfilata di carri
allegorici; il 13 e il 14 Maggio si svolge la Festa delle
Azalee; in Luglio si festeggia S.Apollonia Patrona di
Ariccia in Processione con una Macchina del Bernini ;
l’8 Dicembre la Processione della Signorina, Solenne
Processione al Santuario di S. Maria di Galloro, che si
svolge due volte l’anno.
Ad Albano la seconda domenica di ogni mese
troviamo la mostra mercato dell’antiquariato e dell’ar-
tigianato d’arte che si svolge nel centro storico.
Il 30 Maggio a Castel Gandolfo si festeggia S. Maria
Ausiliatrice. Nel mese di Giugno, in commemorazione
del Corpus Domini, la famosa e tradizionale Infiorata di
Genzano allestita sulla via principale del Comune deco-
rata con petali e polvere di fiori in fantasmagoriche e
colorate opere artistiche; A Grottaferrata il 26 settembre
proprio nella meravigliosa Abbazia di S. Nilo, da dove
inizia il nostro giro turistico, si svolge una cerimonia con
rito greco - bizantino.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Nella seconda metà del secolo, però, l’affermarsi
delle monarchie in Europa e la cattività avignonese
(1305-1417) determinarono una crisi generale delle
istituzioni ecclesiastiche, che coinvolse inevitabilmen-
te anche gli Ordini religiosi.
Ai rivolgimenti della storia e alla violenza della
guerra si aggiunge l’istituzione della Commenda, este-
sa a Casamari nel 1430 dal Papa Martino V a favore
del nipote, il cardinale Prospero Colonna, e soppressa
soltanto nel 1850 da Pio IX. Causa della decadenza di
molte abbazie, la Commenda assicurava una rendita
vitalizia a un abate commendatario, il quale, privo di
autentica autorità spirituale, non risiedeva nel mona-
stero né si occupava della sua manutenzione né della
guida della comunità, limitandosi spesso a riscuotere i
frutti dei possedimenti monastici.
Il ‘400 fu, non solo il secolo della decadenza, ma
anche della rinascita: le comunità monastiche compre-
sero la necessità di unirsi tra loro per formare delle
federazioni, dando origine alle Congregazioni monasti-
che. Nel 1623, la comunità, ormai ridotta a soli otto reli-
giosi, entrò a far parte, insieme ad altre otto abbazie,
della Congregazione Cistercense Romana, sorta per
volontà del Papa Gregorio XV.
Bisognerà, però, attendere il XVIII secolo per assi-
stere alla rinascita dell’abbazia come centro religioso
grazie all’opera del papa Clemente XI, già abate com-
65
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
loro l’abito religioso: nasceva così la prima comunità
benedettina di Casamari.
Nel tempo l’abbazia crebbe di dimensioni e d’im-
portanza, distinguendosi non solo a livello spirituale,
ma anche sociale e politico; già agli inizi del XII seco-
lo, però, fu investita da una grave crisi sia economica,
per il venir meno dell’economia curtense e l’affermar-
si di quella commerciale, sia religiosa, a motivo del
disorientamento conseguente alla riforma gregoriana.
Frattanto in Europa si espandeva l’ordine mona-
stico cistercense, la cui spiritualità severa e laboriosa
raggiungeva l’Italia grazie a Bernardo di Citeaux, che
durante lo scisma di Anacleto II (1130-1138) si rese
promotore dell’unità ecclesiale con il riconoscimento
di Innocenzo II.
Tra il 1140 e il 1152, ai monaci benedettini “neri”
–così chiamati per il colore dell’abito si sostituirono i
“bianchi” cistercensi, che trovarono immediato con-
senso per l’impostazione di vita improntata a sempli-
cità, povertà e austerità. Tra la fine del XII secolo e
l’inizio del successivo fu avviata la costruzione dell’at-
tuale monastero, secondo la planimetria tipica
dell’Ordine, con la demolizione del fabbricato bene-
dettino.
Fino alla prima metà del XIV secolo, Casamari
esercitò un’importante opera di promozione umana
e cristiana in tutta l’Italia centrale e meridionale.
64
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
quattro monasteri in Etiopia e due in Eritrea. Frattanto
altre colonie di monaci provenienti da Casamari
hanno rivitalizzato, con l’invio di nuove comunità,
antiche abbazie e certose e hanno fondato nuovi
monasteri, tra cui uno in Brasile e uno negli Stati Uniti
d’America.
Attualmente, nell’Abbazia di Casamari vive una
comunità di ventidue monaci.
67
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
mendatario di Casamari: questi, nel 1717, allontanò i
Cistercensi della Provincia Romana per introdurre una
colonia di monaci cistercensi riformati, detti Trappisti,
provenienti da Buonsollazzo, in Toscana. In età napo-
leonica l’abbazia subì danni e soprusi: nel 1799, i sol-
dati francesi di ritorno da Napoli si fermarono a
Casamari, la depredarono e uccisero alcuni religiosi,
oggi tumulati nella chiesa.
Spogliata dei suoi beni nel 1873, in seguito alle
leggi di soppressione, l’anno successivo l’abbazia fu
dichiarata monumento nazionale. Nel frattempo, con
l’aggregazione, nel 1833, del monastero di San
Domenico presso Sora e, nel 1864, di quello di
Valvisciolo presso Sermoneta, nasceva di fatto la
Congregazione di Casamari, con costituzioni proprie
approvate da Pio IX.
Nel 1892, la comunità di Casamari rifiutò di ade-
rire alla scissione dei Cistercensi riformisti, detti
Trappisti, pur seguendone l’osservanza dal 1717, e,
negli anni precedenti la prima guerra mondiale, resi-
stette energicamente ai tentativi di aggregazione alla
Congregazione benedettina Sublacense.
Nel 1930, la Congregazione di Casamari ha rice-
vuto dalla Santa Sede l’incarico di fondare il mona-
chesimo cattolico nell’Africa orientale: nel 1940 è
stato fondato il primo monastero.
Oggi la Congregazione di Casamari annovera
66
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
La giornata monastica
La spiritualità della comunità monastica di Casamari è vissuta,secondo la tradizione benedettina, con forte accentuazionecomunitaria, in comunione d’ideali, di vita e di beni entro laclausura del monastero, sotto la responsabilità dell’abate. nun’atmosfera ovattata di silenzio e di raccoglimento, la giornata èarticolata in modo armonico in tre momenti complementari econvergenti : la preghiera (Opus Dei), la lectio divina, il lavoro. La vita di preghiera si snoda attorno alla messa conventuale,perno e momento vivificante della giornata, celebrata con unaliturgia particolarmente solenne, animata dal canto gregoriano.Altri momenti forti della preghiera comunitaria sono lacelebrazione delle Lodi e dei Vespri, all’aurora e al tramonto,simbolicamente vissuti come l’inizio e la fine della vita. Al terminedella giornata, la preghiera comunitaria si chiude con il cantodella Salve Regina, che, secondo la tradizione cistercense, San Bernardo raccolse dalla bocca degli angeli.
La visita dell’Abbazia
L’atmosfera nel monastero è grandiosa ma seve-
ra, in perfetto accordo con i dettami di povertà e di
rigore imposti dagli Statuti dell’Ordine, che vietavano,
negli edifici monastici, pitture, sculture e inutili orna-
menti decorativi che avrebbero distratto i monaci
dalla preghiera e dal raccoglimento.
Dal punto di vista architettonico, le abbazie cister-
censi presentano una disposizione costante degli
ambienti, pur adattandosi alle caratteristiche idrogeo-
logiche e climatiche del luogo, che talvolta hanno
motivato variazioni allo schema planimetrico.
I fabbricati si articolano in modo razionale intor-
no al chiostro: lungo il lato orientale si sviluppa il
braccio dei monaci coristi, con l’aula capitolare a
pianterreno, lungo quello occidentale l’ala dei fratelli
6968
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR) – Abbazia di CasamariAntico Dispensarium Sec. XIII
oggi Refettorio
conversi con il dispensarium (deposito dei prodotti
agricoli).
La chiesa a croce latina, è disposta lungo il lato
nord, per riparare il complesso monastico dai venti di
tramontana e non impedire l’espandersi della luce;
perpendicolare al lato opposto si trova il refettorio.
Il chiostro è il punto di riferimento dell’intero
complesso monastico, poiché rappresenta il centro
tanto della vita monastica quanto della sistemazione
urbanistica dell’abbazia; il chiostro è propriamente il
luogo del silenzio, inteso non solo e non tanto come
norma disciplinare, ma soprattutto come condizione
indispensabile al dialogo con Dio. E’ circondato da
Veroli (FR)Abbazia di CasamariInterno Aula Capitolare
portici coperti da una sola volta cilindrica e chiusi da
una spessa muratura: su ogni lato, verso l’esterno, si
aprono quattro bifore a tutto sesto e una porta d’ac-
cesso allo spazio interno, suddiviso da aiuole che
convergono verso la cisterna centrale. Le bifore, di
differente fattura, sono formate da snelle colonnine
binate – ora lisce, ora scanalate a linea spezzata ora a
treccia – sormontate da capitelli a crochet dalle forme
più svariate, con elementi figurativi rapidi. Particolare
attenzione merita un capitello nel lato sud del chio-
stro, in cui sono raffigurati, secondo la tradizione, i
volti di Federico II, del suo segretario Pier delle Vigne
e di Giovanni V, abate di Casamari e cancelliere del-
l’imperatore, a ricordo del soggiorno e dell’affiliazio-
ne dell’imperatore a Casamari nel 1222.
Proseguendo, troviamo l’Aula Capitolare conside-
rata dai critici la più bella tra quelle costruite dai
Cistercensi in Europa. L’ Aula è il luogo più importan-
te dell’Abbazia dopo la chiesa. Qui la comunità
monastica si raduna ogni giorno per ascoltare il mar-
tirologio e un capitolo della Regola di San Benedetto,
consuetudine da cui prende il nome di “Sala del
Capitolo”.
In questo stesso luogo, la comunità elegge con
votazione segreta, il proprio abate, e ne ascolta le
conferenze spirituali, ammette i postulati al noviziato
e alla vestizione dell’abito monastico, si riunisce per la
7170
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
discussione dei problemi più importanti. Infine, è
interessante sapere che, nell’Aula capitolare un
tempo, aveva luogo il cosiddetto “capitolo delle
colpe”, l’atto con cui i monaci si accusavano sponta-
neamente, davanti ai confratelli, delle mancanze
commesse contro le prescrizioni della Regola per
riparare al cattivo esempio e per chiedere il perdono
dei fratelli. L’interno è ribassato rispetto al chiostro per
motivi non solo strutturali, ma anche simbolici: vi si
scende, infatti, per confessare le proprie colpe e fare
penitenza, per poi risalire perdonati e purificati.
All’inizio della navata destra della Chiesa, una
porta detta dei “conversi” in quanto costituiva l’in-
gresso in chiesa riservato ai fratelli conversi – immet-
te in un pianerottolo da cui, a sinistra, si ritorna nel
chiostro.
L’Abbazia di Casamari è dotata di una ricca e pre-
stigiosa biblioteca la cui graduale costituzione fu
avviata fin dagli inizi della vita monastica: tanto i
Benedettini quanto i Cistercensi, che li sostituirono tra
il 1140 e il 1152, ebbero cura di arricchire il patrimo-
nio librario, ricopiando a mano in particolare i libri
destinati ad usi liturgici e spirituali.
E’ necessario attendere l’arrivo dei Trappisti
(1717) per assistere al rifiorire della vita culturale:
costoro copiarono numerosi testi liturgici e compila-
rono cronache dei secoli XVIII e XIX, in parte ancora
te la ricostruzione del complesso monastico: essi raf-
figurano il martirio e la beatificazione di San
Tommaso Becket.
73
conservate nell’archivio dell’abbazia. I reperti archeo-
logici e le magnifiche tele, che si trovano nelle antiche
sale di lavoro dei monaci ancora oggi in fase di ristrut-
turazione, furono rinvenuti quasi tutti nelle immedia-
te vicinanze dell’abbazia.
Il materiale archeologico è databile dalla preisto-
ria all’età romana: si tratta di cippi marmorei, are
pagane, frammenti di pavimento a mosaico, statue,
monete, ex voto, vasi e lucerne fittili, unguentari, oltre
a una zanna di elephans meridionalis rinvenuta nel
letto del torrente Amaseno.
Tra le tele più interessanti, segnaliamo:
L’elemosina di San Lorenzo di Giovanni Serodine,
Gesù e la Samaritana di Annibale Carracci, il Riposo
durante la fuga in Egitto di Simone Cantarini, la
Madonna con il Bambino e San Giovanni della scuo-
la di Raffaello, La Madonna della scuola di
Sassoferrato, La Maddalena del Livert, Sant’Ambrogio
e Sant’Agostino di un ignoto caravaggesco, La
Madonna con il Bambino del Solimena, la
Deposizione di Filippo Draghi e il Martirio di San
Lorenzo di Francesco da Castello.
Nel monastero sono conservati anche i resti di
pregevoli affreschi provenienti dalla vicina chiesa di
Santa Maria di Reggimento, probabilmente sede della
primitiva comunità benedettina, riutilizzata poi dai
Cistercensi nella prima decade del XIII secolo duran-
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR) – Abbazia di Casamarigalleria orientale del chiostroingresso Aula Capitolare
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR)Abbazia di CasamariInterno – Navata centrale
Il tesoro di Casamari
“Molte erano le reliquie dei santi di cui era grandemente riccal’Abbazia di Casamari per la munificenza dei sommi pontefici” :così affermava, nel 1707 Filippo Rondinini, storico di Casamari,alludendo alle numerose reliquie custodite nel monastero entropreziose teche. Nonostante la rigorosa osservanza della Regola diSan Benedetto e degli Statuti dell’Ordine cistercense cheimponevano la povertà negli ornamenti e negli arredi, il prestigiodell’abbazia e le figure di abati come Giraldo – che svolseimportanti missioni diplomatiche in Europa per conto della SantaSede – motivarono donazioni di oggetti di pregio da parte deipontefici; la comunità venne di volta in volta dispensata dalleprimitive, rigide regole di povertà; si andò, così, costituendo, tra lafine del XII secolo e il successivo, un autentico tesoro di oggettidestinati al culto, suppellettili, vesti sacre, libri e scritture. Tra ireliquiari conservati, molti andarono dispersi tra il XV e il XVIsecolo, altri ebbero miglior destino: per sottrarli alle scorreriedelle soldatesche, infatti, furono trasportati, nel 1572, nellacattedrale di Sant’Andrea a Veroli, in più sicura custodia, protettidalle mura cittadine. Qui le reliquie erano custodite in un depositola cui porta era chiusa da una duplice serratura: delle due chiavi,che ne assicuravano la chiusura, una veniva custodita dalcanonico più anziano, l’altra dall’abate di Casamari, atestimonianza del legame antico e profondo tra la comunitàcistercense e la città di Veroli. Ogni anno, nel giornodell’Ascensione, gli oggetti più insigni venivano portati inprocessione, con grande concorso del popolo, da Veroli aCasamari per poi essere nuovamente riportati dal monastero allacattedrale. A causa di temibili disordini popolari, nel 1783 laprocessione fu abolita. Oggi le meravigliose reliquie sonoconservate in una cappella del duomo cittadino esposte in tutto illoro splendore. Tra i gioielli di oreficeria sacra, spicca la grandecroce precessionale in argento dorato sbalzato, ornata di pietre epaste vitree, risalente al XIII secolo. Sul recto è rappresentato,centrale, Cristo crocifisso e, sui quattro bracci, la Vergine Maria,l’evangelista Giovanni, San Pietro e l’angelo che stringe nelle maniil disco solare. Da Casamari proviene anche il braccio reliquiariodi San Matteo, in lamina d’argento sbalzata e dorata. Tra glioggetti più prestigiosi figura la testa reliquiario dei santi Giovannie Paolo martiri, patroni di Casamari, cui è dedicata la chiesa. Inargento martellato e smalti, il reliquiario si presenta in forma dibusto che raffigura un giovane viso maschile. Oltre alle preziosereliquie, la teca custodisce due piccole croci in argento dorato.Due dei cinque cofanetti in avorio conservati nel tesoroprovengono da Casamari, dove erano stati utilizzati come preziosecustodie delle reliquie dell’abbazia.
a liquori rinomati, quali l’Elisir San Bernardo o il
Millefiori Gran Liquore Casamari.
Oggi, grazie alla collaborazione tra le varie case
della Congregazione e di altri Ordini, nella liquoreria
dell’abbazia sono in vendita molte specialità, soprat-
tutto galeniche, provenienti da tutta Italia, oltre a
guide, libri, ceramiche e articoli religiosi.
77
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Le attività del monastero
Le principali attività che svolgono i monaci dell’ab-
bazia sono l’insegnamento nell’ Istituto San Bernardo,
la gestione della farmacia e della liquoreria. L’Istituto fu
fondato nel 1898 dall’abate Gabriele Paniccia per assi-
curare ai giovani monaci una solida preparazione teo-
logica e culturale, nel 1916 fu trasformato in seminario
per gli aspiranti alla vita monastica.
Antico quanto l’ordine è poi l’uso di preparare infu-
si, decotti e sciroppi a scopo terapeutico sia per i mona-
ci sia per quanti bussano alla porta del monastero.
L’erbario era il locale in cui venivano conservate e
manipolate erbe e foglie, radici e bacche dalle virtù
curative raccolte nei campi; ben presto un angolo del
monastero fu destinato alla coltivazione delle piante
aromatiche e medicinali, l’hortus botanicus, chiamato
in seguito l’orto dei semplici.
La prima farmacia di Casamari invece, di mode-
ste dimensioni, fu aperta nel 1760 ed era situata nel
“giardino di novizi”; alla fine del ‘700 ne fu costruita
una più ampia, nell’odierna area verde sottostante le
finestre del museo, articolata in due sale: la prima
riservata alla preparazione dei farmaci, l’altra alla ven-
dita dei liquori e dei medicinali. Legata all’attività della
farmacia era in origine quella della liquoreria. Il
paziente e tenace lavoro dei monaci ha dato origine
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR)Abbazia di Casamari – Bifora
Il territorio della Ciociaria in un giornoLucia Sentinelli
“Grande e solenne Paese, che circonda, con la
solitaria irradiazione di memorie, la divina Roma”
così descrive Giosuè Carducci la Ciociaria, considerata
una vera regione, con caratteristiche storiche e culturali
omogenee. Questo territorio vanta una tradizione
radicata nella fede cattolica e di conseguenza possiede
numerose abbazie cistercensi ed antichi monasteri che
lasceranno il visitatore con il fiato sospeso. E’ forse uno
tra i pochi territori al mondo ad essere stato così
profondamente segnato ed allo stesso tempo,
privilegiato dalla presenza e dall’influsso di tante
abbazie e dipendenze benedettine. Queste abbazie, da
oltre un secolo e mezzo, rappresentano per l’umanità
intera capisaldi di storia, centri di promozione culturale,
di manifestazione artistica, oltre che di fede e
spiritualità.
Seguendo l’opera patriarcale di San Benedetto,
ancora oggi i monaci vivono con il medesimo spirito
e ritmo che da oltre quindici secoli si ripete nelle
abbazie di Montecassino, nella Certosa di Trisulti, nell’
abbazia di Fossanova “culla del gotico-cistercense”
situata nel borgo omonimo nel comune di Priverno.
Le Abbazie di Montecassino, Casamari, Trisulti, San
79
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
78
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
fissò in termini giuridici i caratteri del primo Giubileo
del 1300.
La cattedrale di Anagni costruita tra il 1071 e il
1105, conserva pressoché immutato il suo carattere
romanico. Da questa Basilica, il 24 marzo del 1160,
Alessandro III scomunicò l’imperatore Federico
Barbarossa; e sarà in Anagni che i messi imperiali,
dopo la sconfitta di Legnano, sottoscriveranno il
“Pactum anagninum”, preliminare del trattato di
Venezia.
Non molto distante, si trova la cittadina di
Fumone, centro a 783 m. sui Monti Ernici, caratteristi-
ca per la sua struttura medioevale perfettamente con-
servata, costituita dall’antico perimetro originario del
borgo e dalla rocca.
Il suo nome deriva dal fatto che, per la sua posi-
zione strategica e dominante sulla vallata sottostante,
fu nel Medioevo centro di segnalazioni di eventuali
nemici mediante l’accensione di fuochi. Da ciò deriva
anche il detto popolare “Si Fumo Fumat – tota
Campania tremat….”
Da segnalare l’antichissima rocca dove Bonifacio
VIII fece imprigionare Celestino V, ed il Castello dei
Marchesi Serventi Longhi con annesso giardino pensile.
Alatri è una di quelle città la cui ricchezza storica
è testimoniata superbamente dalla quantità e qualità
dei monumenti presenti nel suo territorio. Insieme
81
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Domenico di Sora, sono la testimonianza monumen-
tale dell’azione spirituale ed al contempo operativa
del patriarca del Monachesimo occidentale, San
Benedetto, ispiratore e realizzatore della regola “Ora
et Labora”.
A pochi chilometri da Casamari, ricca di fascino e
tradizioni, si erge la città dei Papi, Anagni, alle pendi-
ci dei Monti Ernici di fronte alla Valle del Sacco, famo-
sa soprattutto per il ruolo avuto come sede papale
nel corso del Medioevo, ma anche per aver dato i
natali a ben quattro pontefici di grande importanza
politica, tra questi lo stesso Bonifacio VIII, Papa che
80
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Collepardo (FR)Certosa di Trisultichiostro giardino
alcune fortificazioni. Fu concepito come una com-
plessa e articolata architettura residenziale, entro la
quale trova posto anche una piccola chiesa dedicata
a San Bartolomeo Apostolo, rappresenta il più bell’
esempio di architettura settecentesca presente nel
territorio.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
all’Acropoli, costruzione ciclopica di epoca pre-roma-
na che rappresenta il monumento più antico e cele-
brato della città, si possono ammirare, per il loro valo-
re storico-artistico, la Chiesa di S. Maria Maggiore
sorta nel V secolo probabilmente sulle rovine di un
vetusto tempio consacrato alla dea Venere; la
Fontana Pia realizzata nel 1870 su progetto dell’archi-
tetto Giuseppe Olivieri dedicata a Pio IX; la Chiesa di
S. Francesco eretta, insieme al vicino convento fran-
cescano nella seconda metà del Duecento, che pre-
serva una pregevole “Deposizione” di scuola napole-
tana del Seicento e la preziosa reliquia del mantello
di S.Francesco; la Chiesa di S.Silvestro costruita tra la
fine del X secolo e l’inizio dell’IX; Palazzo Gottifredo
che si erge imponente costruito per volontà del cardi-
nale omonimo intorno alla metà del XIII secolo; inol-
tre vale la pena visitare Grangia di Tecchiena che si
alza sulle pendici del piccolo colle Monticchio, sul
quale intorno al sec. XI sorsero, per volontà di Alatri,
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Collepardo (FR)Certosa di Trisulti
panorama
Collepardo (FR)Certosa di Trisulticortile esterno
godere, oltre ad una distensione fisica e mentale,
della specialità di funghi porcini, dell’ottimo tartufo e
di un gustoso agnello.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Dove mangiare e dove dormire
Una serie di percorsi suggestivi e caratteristici di
questo affascinante territorio, possono condurvi alla
scoperta delle bellezze artistiche, storiche e naturali-
stiche ma anche di golosità tipiche e di luoghi dove
riposare, lontani dal caos delle nostre grandi città, cir-
condati da paesaggi incontaminati.
A pochi chilometri da Casamari troviamo l’antica
città di Frosinone fondata dai Volsci, oggi, capitale sto-
rica di tutta la Ciociaria.
Al centro della cittadina in Via Marco Tullio
Cicerone ci si può fermare all’Hotel Astor dove è pos-
sibile gustare la cucina dalle antiche tradizioni ciociare.
Oltre alle svariate specialità, grazie alla sua posizione
centrale rispetto all’intera provincia, il locale facilita gite
turistiche per visitare le principali attrattive locali.
Nella vicina Sora troviamo l’ Hotel Ristorante
Gardenia in Via Valcomperta, panoramico, si trova su
di una collina all’interno di un bellissimo parco natu-
rale. In questo suggestivo e tranquillo locale una
menzione particolare va fatta per il pane: la famosa
ciambella Sorana e il pane “Rusce”, oltre alle speciali-
tà di mare.
Un altro locale a Sora, che vale una sosta, è
l’Hotel Ristorante del Sole in Via Pietra S. Maria a 20
Km. dal Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui possiamo
84
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Collepardo (FR)Certosa di Trisulticortile esterno
Nella terza domenica del mese di maggio, ad
Anagni, si svolge la Fiera di San Vincenzo, durante la
quale vengono esposte merci varie, e si può cogliere
l’occasione per visitare quei bellissimi palazzi che
testimoniano un periodo di splendori. Ogni ultima
domenica, inoltre, nel centro storico della stessa citta-
dina, si svolge il “mercatino dell’antiquariato”.
87
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Eventi e manifestazioni
In questa terra tutta da scoprire, si alternano una
serie di eventi e manifestazioni a carattere folcloristi-
co e culturale.
A circa venti chilometri dal capoluogo, a Fumone,
si svolge, il 20 gennaio e il giorno dopo la Pentecoste,
la Festa del patrono S. Sebastiano Martire. Inoltre il 19
maggio si celebra la Festa di San Celestino V Papa con
un’interessante e affascinante rievocazione storica.
A Montecassino, il 21 marzo, si celebrano i festeg-
giamenti per la Festa di San Benedetto “Terra Sancti
Benedecti” con suggestivo corteo storico. Posta su un
rilievo lungo la sponda del fiume Sacco troviamo
Ferentino fondata dagli Ernici nel secolo VI a.C. fu
conquistata da Roma nel IV a.C. ottenendo il privile-
gio latino nel 195 a.C. Sede vescovile, appartenne
dall’817 allo Stato Pontificio.
In questa cittadina, oltre ad alcuni interessanti
monumenti come il “mercato romano”, il
“Testamento di Aulo Quintilio” scolpito nella roccia, il
duomo di età romanica, la notevole chiesa cistercen-
se di S. Maria Maggiore, dove per la gioia di molti turi-
sti, si celebrano delle tradizionali feste come quella
del patrono S. Ambrogio Martire il 1 Maggio, il carat-
teristico Corteo Storico “Città di Ferentino” sempre in
Maggio e l’Infiorata Corpus Domini.
86
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Collepardo (FR)Certosa di TrisultiArco d’ingresso
Il monastero di Farfa in un giornoLaura Russo
L’Abbazia di Farfa
Il piccolo borgo di Farfa, frazione di Fara Sabina, sorge
nei pressi del fiume omonimo al centro di una verdeg-
giante valletta, a circa 50 chilometri da Roma ed è facil-
mente raggiungibile attraverso la via Salaria. L'origine
dell'Abbazia è incerta, anche se alcuni scavi archeologi-
ci hanno appurato l'esistenza di un complesso del
periodo romano proprio sotto l'attuale edificio. La quasi
certa identificazione di San Lorenzo Siro con il vescovo
di Forum Novum (Vescovio) del 554 accerterebbe la
creazione, nel VI secolo, di un centro fervente di fede e
di ricchezza. Al tempo dell'invasione longobarda esiste-
vano una basilica e alcuni edifici monastici. Secondo
89
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaS. Maria di Farfa – Facciata
sferire il complesso abbaziale sul sovrastante monte
Acuziano, dove ancora oggi sono visibili le imponenti
rovine dell'opera iniziata e mai finita. I possedimenti far-
fensi di questo periodo, grazie all’imperatore Enrico V,
sono vastissimi, ma nel 1122 il monastero passerà
all'autorità pontificia e con l'Abate Adenolfo (1125)
verrà sancita la totale sudditanza.
Decadenza economica e crisi monastica aggravaro-
no in modo irreparabile la vita dell'Abbazia. Non si
tornò più al prestigio dei secoli passati ma, in alcuni
casi, le famiglie commendatarie ne migliorarono le
strutture, come gli Orsini, che nella seconda metà del
XV secolo costruirono l'attuale chiesa consacrata nel
1496 o i Barberini, che riordinarono e ampliarono il
borgo, in larga parte utilizzato per le due grandi fiere del
25 Marzo e dell' 8 Settembre, ricorrenze
dell'Annunciazione e Natività della Vergine, alla quale è
dedicata l'Abbazia. Come molte altre chiese e monaste-
ri non solo di Roma e del Lazio Farfa subì nel 1798 il
saccheggio dei Francesi e nel 1861 la confisca da parte
dello Stato italiano.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
una leggenda, nell'ultimo ventennio del VII secolo San
Tommaso da Morienna, che viveva a Gerusalemme,
esortato da una visione della Madonna a cercare in
Sabina, nel luogo detto Acuziano, i resti di una Basilica
a lei dedicata, ricostruì l’edificio fondato dal vescovo
Siro creando una nuova comunità che si ingrandì sem-
pre di più fino a possedere grandi appezzamenti di ter-
reni in gran parte dell’Italia centrale.
Farfa divenne in seguito Abbazia Imperiale, vicinissima
alla Santa Sede ma senza essere sottoposta al controllo
pontificio. Divenne luogo tra i più prestigiosi di tutta
l’Europa medievale, tanto che Carlo Magno stesso nel
viaggio verso Roma per esservi incoronato vi sostò, por-
tando come dono un cofanetto d'oro purissimo ador-
no di gemme. E’ questa per Farfa l’epoca del massimo
splendore. Ma con la decadenza dell’impero carolingio
sopravvengono le invasioni dei Saraceni e i monaci
dovettero fuggire. Solo nel 913 il monaco Ratfredo,
divenuto Abate, ritornò a Farfa e restaurò la chiesa
devastata e depredata. Ma oramai, perduta la protezio-
ne imperiale, l’Abbazia non ebbe più il potere e l’auto-
nomia di una volta.
Una ripresa si ebbe con l'Abate Ugo I (997-1038) e
con Berardo I (1047-1089), sotto il quale Farfa riassume
i caratteri di Abbazia Imperiale. Nel 1097, nella lotta per
le investiture i monaci si schierano contro i Papi a favo-
re di Enrico IV e, per motivi di sicurezza, decidono di tra-
90
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara Sabina (RI)Abbazia di S. Maria di FarfaLa torre
Madonna con il Bambino tra due santi e il commit-
tente, sopra la quale è posto lo stemma in pietra del
cardinale Giovanni Battista Orsini.
All’interno la basilica è suddivisa in tre navate
tutte riccamente decorate. Di particolare pregio è il
grande Giudizio Universale nella controfacciata, data-
to 1561 e realizzato, con la non troppo consueta tec-
nica dell’olio su muro, da un artista fiammingo la cui
identificazione è ancora problematica (molto incerta
è l’attribuzione a Henrik van der Broek che è stata
avanzata da una parte degli studiosi). Sotto il
Giudizio, ai lati delle porte, sono raffigurati i Profeti
Isaia e Giobbe.
93
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
La visita all’ Abbazia
Dal 1921 l'Abbazia appartiene alla comunità
benedettina di S. Paolo fuori le mura.
Il borgo è costituito da una strada principale in
lieve salita, interrotta ogni tanto da viottoli, lungo la
quale si allineano a destra e a sinistra isolati di picco-
li case a schiera in pietra di uguale altezza e pianta
simile, dove di norma al piano terreno si aprono le
botteghe, tuttora funzionanti, ed al primo piano le
abitazioni. Un tempo queste casette, durante le gran-
di fiere, venivano affittate dai monaci ai commercian-
ti più facoltosi. Attualmente vi sono piccole botteghe
come il forno, gli alimentari, il negozio di stoffe tessu-
te a mano, il bar, il ristorante.
All’inizio della salita, sulla sinistra, attraversato un
ricco portale romanico sormontato da un affresco raf-
figurante la Madonna con il Bambino tra due santi ed
un monaco inginocchiato, si accede al cortile
dell’Abbazia.
Da qui si può ammirare la facciata tripartita della
chiesa, dedicata a Santa Maria, realizzata in conci di
pietra di diverse dimensioni tra i quali sono inseriti
frammenti di sarcofagi. Il portale principale, della fine
del XV secolo, ornato con rilievi geometrici e fitomor-
fi, è sormontato da una lunetta affrescata da Cola
dell’Amatrice (1489-1559), raffigurante di nuovo la
92
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaAbbazia di S. Maria di Farfa Interno - particolare
Segnaliamo le due tavole dipinte su entrambi i lati, la
prima con San Tommaso da Morienna e San Placido
e l’altra con San Siro e San Benedetto databili alla fine
del Quattrocento, e frammenti di affreschi staccati,
sempre della fine del Quattrocento, attribuiti parte ad
Antonio da Viterbo e parte a Benozzo Gozzoli prove-
nienti per lo più dal cosiddetto “coro quadrato” (rara-
mente visitabile e solo su richiesta), dove si conserva-
no anche brani di affreschi carolingi e quattrocente-
schi di grande pregio storico-artistico. Non bisogna
poi dimenticare una visita alla ricca biblioteca, dotata
di oltre 45.000 volumi e di diversi pregevoli codici
nonché particolarmente attrezzata per i paesi del
95
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
La navata centrale, coperta da un bellissimo sof-
fitto ligneo a cassettoni, quattrocentesco, intagliato a
motivi ornamentali, così come il coro sono stati affre-
scati intorno al 1576 con diversi soggetti, tra cui una
Teoria di Papi, L’Annunciazione, Storie della vita di
Maria Vergine e di Gesù, profeti, santi e evangelisti,
tutte opere genericamente riferite ai celebri fratelli
Taddeo e Federico Zuccari, autori di numerose e
ampie imprese decorative, ma ai quali non si posso-
no riferire anche gli affreschi farfensi.
Le prime tre cappelle delle navate destra e sinistra,
oltre a quattro lunette nelle stesse navate, sono invece
state decorate con certezza nell’ultimo decennio del
Cinquecento da Orazio Gentileschi e dalla sua bottega.
All’interno dell’Abbazia si dislocano oltre ad alcu-
ni ambienti adibiti ad uffici uno splendido refettorio,
spesso usato come sala conferenze, due chiostri (in
quello più grande, risalente alla seconda metà del
XVII secolo, sono raccolte sculture ed epigrafi roma-
ne). In un ambiente che costeggia il chiostro grande
è allestito un museo archeologico (un’altra sede dello
stesso museo è in palazzo Brancaleoni a Fara Sabina)
che conserva tra l’altro un cofanetto in avorio di scuo-
la amalfitana dell’XI secolo, un dossale di cattedra con
i simboli dei quattro Evangelisti della stessa epoca e
vari elementi architettonici. Lungo i corridoi e all’inter-
no di alcune sale sono esposti numerosi dipinti.
94
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaAbbazia di S. Maria di Farfanavata sinistra
La foresteria
Se il fascino del luogo vi inducesse a prolungare di
almeno un giorno la visita nel territorio sabino e vole-
te rimanere nell’atmosfera mistica dell’Abbazia vi
consigliamo di soggiornare nel Centro di Santa
Brigida realizzato in alcuni ambienti medievali del
monastero. Questa casa di accoglienza, moderna-
mente restaurata, pulita e spartana, offre 25 stanze
(singole, doppie e triple per un totale di 50 posti
letto) a una cifra modesta come modeste sono le
cifre richieste a chi volesse usufruire anche della
mezza pensione o della sola cena, semplice ma
abbondante. Il centro è dotato anche di una bibliote-
ca, di locali per conferenze e gruppi di studio.
97
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Nord Europa con riviste, libri ecclesiali, letteratura.
Anticamente la biblioteca, che fu una delle più ricche
d'Europa ed ebbe un periodo di grande splendore sul
finire dell’XI secolo, aveva al suo interno un prestigio-
so Scriptorium dove, sotto l'Abate Ugo I, si elaborò
una scrittura che si distinse da tutte le altre minusco-
le del tempo: è qui infatti che la Minuscola Romana
diventa la Romanesca Farfense che troverà gloria
nelle opere di Gregorio da Catino (1062 -1133), auto-
re di fondamentale importanza per la storia italiana
ed europea del Medio Evo.
96
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaAbbazia di S. Maria di Farfa
Cappella lateraleFara SabinaMonastero di S. Maria
Il territorio della Sabina in un giorno
Fara Sabina
Attraverso una bella strada alberata, si raggiunge
il piccolo comune di Fara Sabina che intorno alla
metà dell’XI secolo dipendeva dalla potente Abbazia
di Farfa distante circa tre chilometri.
Fara subì diverse occupazioni: dall'imperatore
Enrico IV, il quale però nel 1084 restituì all'Abbazia il
possesso del castrum, a numerosi altri avventurieri
fino a che, nel XV secolo, venne concessa in feudo
agli Orsini i quali la detennero per lungo tempo, tran-
ne quando, per un breve periodo nel 1461, venne
conquistata dal celebre condottiero Federico da
Montefeltro. Tornò da ultimo alla Santa Sede che ne
fece un capoluogo di Governo distrettuale.
Si entra nella zona più antica attraverso una porta
aperta nelle mura medievali che ancora in parte si
conservano e, camminando tra palazzetti quattrocen-
teschi e cinquecenteschi e diverse chiese, si giunge al
duomo di Sant’Antonino martire, purtroppo in
restauro da molti decenni. All’interno (per visitarlo
telefonare al Comune o chiedere del sacerdote),
occupato da ponteggi, si possono segnalare per il
momento solo un tabernacolo in alabastro a forma di
tempietto riferito a Jacopo Barozzi detto il Vignola,
una Adorazione dei magi del XVI secolo e nella cripta
99
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
98
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara SabinaPortale d’accesso all’Abbazia
Fara SabinaMonastero di S. Maria
Ricordiamo il palazzo Orsini con bel loggiato a quat-
tro arcate e tre finestre guelfe al primo piano divise da
croce in terracotta; palazzo Bufalini, casa Locchi. Tra le
chiese è da segnalare Santa Maria Nova, l’odierna
parrocchiale, costruita probabilmente nel XVI secolo
sui ruderi del castello Colonna. L’interno, a tre navate,
conserva poche opere d’arte in quanto nel gennaio
1982 un incendio distrusse quasi tutte le decorazioni
e le suppellettili che vi si conservavano, tra cui un
importante coro ligneo.
Rimangono comunque di un certo interesse la
Madonna tra i santi Pietro Apostolo e Antonio di
Padova datata 1584, una Madonna del Rosario della
fine del Cinquecento e un San Lorenzo ai piedi della
Vergine dei primi anni del Seicento, forse riferibile a
Vincenzo Vanenti, tra i più noti artisti sabini, origina-
rio della vicina Orvinio.
Appena fuori dell’abitato sorge la più antica chie-
sa di Toffia, San Lorenzo, costruita secondo alcune
tradizioni sui resti di un tempio pagano dedicato a
Giano. All’esterno sono murati diversi bassorilievi,
alcuni di epoca romanica. All’interno sono da segna-
lare due cappelle, la prima dedicata a San Sisinio, che,
secondo un’iscrizione conservata nel sacello, dovreb-
be risalire al 1656, con affreschi relativi alla vita del
santo, la seconda dedicata a San Saturnino, in cui si
possono ammirare gli episodi salienti del percorso
101
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
un Cristo apocalittico tra la Vergine e san Giovanni
Battista, opera popolare anch’essa del XVI secolo.
Altre opere che vi si conservavano sono attualmente
in deposito.
In alcuni ambienti del Palazzo Brancaleoni è stata
allestita una sezione del Museo Civico Archeologico
dedicata alla storia antica del territorio e vi sono espo-
sti reperti provenienti da vari abitati tra i quali quelli
di Cures Sabini, in antico il più importante centro
sabino, patria di Numa Pompilio.
Toffia
A poco più di quattro chilometri da Farfa sorge
l’antica Tophiae, oggi Toffia, già abitata in epoca
romana e di cui rimangono alcuni tratti delle origina-
rie mura. Verso la metà dell’XI secolo questa località e
il territorio adiacente erano proprietà del monastero
di Farfa.
Toffia, tra le più attraenti località della Sabina,
ebbe l’onore della visita di Onorio III quando il pon-
tefice si recò a Rieti nel 1219. Inoltre accolse per un
breve periodo San Francesco d’Assisi, e nella prima
metà del 1400 San Bernardino da Siena, che fondò
anche qui una Confraternita del Gonfalone.
La parte antica dell’abitato è ben conservata e
lungo le stradine che si dipartono dall’antica porta
sorgono bei palazzi per lo più quattrocenteschi.
100
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
1837 ebbe da Gregorio XVI il titolo di città e nel 1841
fu proclamata sede vescovile immediatamente dipen-
dente dalla Santa Sede, titolo quest’ultimo mantenu-
to anche dopo la soppressione della diocesi attuata
nel 1925 da Pio XI, il quale stabilì che il vescovo di
Sabina fosse detto anche vescovo di Poggio Mirteto.
Giunti nella grande piazza Martiri della Libertà, si
può visitare la Cattedrale dedicata all’Assunta, iniziata
nel 1641 e consacrata nel 1779. E’ a tre navate con
cappelle laterali. La pala dell’Altar maggiore è opera
firmata e datata 1613 di Giovanni Baglione, che fu
non solo noto e valente pittore ma anche apprezza-
tissimo biografo di numerosi artisti suoi contempora-
nei, amici o nemici, nel volume Le vite de’ pittori,
scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII in
fino a’ tempi di Urbano nel 1642, ancora oggi consul-
tato da tutti coloro che si occupano della materia.
Uscendo dalla chiesa, a destra, si vede la Chiesa
di San Rocco, nata come Cappella attorno alla metà
del XVI secolo, poi demolita e quindi ricostruita nelle
attuali forme baroccheggianti. All’interno ha tre altari
per lato con belle opere sei-settecentesche. Dalla
chiesa di San Rocco si vede perfettamente in asse la
Porta Farnese, una delle quattro che in antico si apri-
vano nelle mura di cinta e da dove si passa anche
oggi per visitare il borgo antico. Qui tra strette e tor-
tuose stradine s’ incontrano l’antica chiesa di San
103
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
verso la santificazione di Saturnino e un bel dipinto
con il martirio, riferibile al XVIII secolo.
Poggio Mirteto
Il nome composito di questa bella e vivace citta-
dina deriva da podium che sta per luogo elevato e
myrtetum che indica un luogo ricco di mirti, oggi
però del tutto scomparsi dalla zona. Il luogo si ingran-
dì tra il IX e il X secolo perché numerosi abitanti dei
dintorni per sfuggire ai continui saccheggi si rifugiaro-
no nel Poggio dei Mirti.
Lo stesso avvenne per il Castrum Limisanum,
coincidente con l’attuale Rimischiano e per il castel-
lum di Vulpianum o Vulpinianum, corrispondente
all’attuale Volpignano. L’ultimo e più recente (1400
circa) caso di immigrazione in massa nella città o
meglio fuori dalla cerchia delle mura originali sembra
sia stato Montorso, tanto che l’accettazione degli esuli
è probabile che venne condizionata alla costruzione a
loro carico di una nuova cinta. Intorno al 1294, secon-
do fonti dell’epoca, Poggio Mirteto doveva apparire
all’incirca secondo la struttura attuale e già munita di
torri e porte. Le fonti ricordano come fondatore e
primo signore della città un certo Riccardo di Pietro di
Giaquinto. Successivamente, Poggio Mirteto passò ai
Farnese, quindi per volontà della Camera Apostolica
fu feudo degli Orsini, dei Mattei e dei Bonaccorsi. Nel
102
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
alla frazione di San Pietro, distante circa 8 Km. da
Poggio Mirteto, con la chiesa omonima e il bel
Castello Bonaccorsi, nonché al piccolo ma ben con-
servato abitato di Monopoli.
105
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Giovanni Decollato e gli avanzi del castello divenuto
poi Palazzo dell’Abate di Farfa ed oggi sede della
Curia vescovile.
La chiesa più antica di Poggio Mirteto, costruita
nel XIII, sorge oggi a poche centinaia di metri dall’abi-
tato attuale ed è dedicata a San Paolo. Trasformata
nella struttura con l’apertura di finestre, conserva bel-
lissimi e interessanti affreschi trecenteschi che rico-
prono tutte le pareti e raffigurano diversi santi e epi-
sodi biblici. Molto più tardi sono gli affreschi della
parete di fondo dove sono raffigurate nel catino absi-
dale L’Incoronazione della Vergine e al disotto La con-
versione di San Paolo con le figure di San Pietro e San
Paolo alle estremità dell’abside. Questi dipinti sono
datati su una candelabra a sinistra 1521 e sono attri-
buibili a Lorenzo e a Bartolomeo Torresani, i famosi
pittori di origine veronese che operarono tra l’alto
Lazio e la bassa Umbria.
Prima di concludere questo breve itinerario si
consiglia agli appassionati di archeologia una piccola
deviazione di un chilometro, per ammirare i resti di
una villa romana edificata in splendida posizione con
murature in opus reticulatum probabilmente collega-
ti da condutture idrauliche ai resti di terme, noti come
Bagni di Lucilla perché secondo una tradizione sareb-
bero stati restaurati da Lucilla figlia dell’imperatore
Marco Aurelio. Da non mancare è anche una visita
104
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Dove dormire e dove mangiare
Ristoranti a Fara Sabina:Ristorante "La Badiola", tel. 0765277218 (chiuso lunedì)
Ristorante "Da Pietro" in Via Gramsci 15, tel. 0765487374 Centro di Santa Brigida, (Farfa)
Lupi, via Porta Montopoli (Farfa) Tel. 0765 277008
Il Casale del Farfa, via Ternana 53, Km.7.100, tel.0765 322047
Ristoranti a Nazzano:Ristorante "Belvedere" in Via Tiberina km 30.150, tel. 0765332828Ristorante "Al Bivio" in Via Ternana km 33.5, tel.0765332736
Ristoranti a Montopoli:Ristorante "Tre Colli" in Via Ponte Sfondato 36, tel.0765322235
Ristoranti a Castelnuovo di Farfa: Ristorante "II Cantinone" in Via Roma Est 5, tel.076536283
Ristorante "Sant'Anna" in Via Mirtense, tel.076536231
Ristoranti a Poggio Nativo:Ristorante "S. Benedetto al Vigneto" in Via S.Benedetto 6 tel. 076581171
107106
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Ospitalità A Fara Sabina:Pensione "Orizzonte" in Via del Popolo 49, tel.0765277013
Bed&Breakfast"I Mori" in Via Gramsci, tel.0765487005
A Montopoli:Agriturismo "II Rodeo" in Via Caprareccia 6, tel.0765297060
Albergo "Italia" in località Colonnetta, tel.0765322061
Eventi e manifestazioni
Questo è un calendario delle manifestazioni più
importanti che si svolgono durante l'anno a Fara e nei
dintorni:
- 17 gennaio Sagra dell'olio e del vino;
- 17 gennaio Sagra della bruschetta a Poggio Nativo;
- 20 giugno Corpus Domini infiorata e processione;
- 15 agosto Sagra della ciambella a Poggio Nativo;
- 15 agosto Sagra delle fregnacce con la persa
a Castelnuovo;
- nell'ultima settimana di settembre: festa della pizza
fritta a Montopoli;
terza domenica di ottobre Sagra della bruschetta e
della salsiccia a Castelnuovo.
109
Fast Tour:per chi passa
Il monastero di Grottaferrata ed il suo territorio in un giorno
Laura Russo
L’Abbazia di San Nilo
Nel cuore dei Colli Albani e più precisamente nel
Tusculanum si erge l’Abbazia dedicata a San Nilo,
l’eremita calabrese ma di origine greca che nell’esta-
te del 1004, sulla soglia dei 95 anni, era alla ricerca coi
suoi monaci di un luogo dove insediarsi al riparo
dalle incursioni saracene. Il signore del Tuscolo, il
conte Gregorio I, informato che nei pressi dei suoi
possedimenti era giunto l’anziano Abate oramai stan-
co e malato, gli fece dono di un vasto terreno dove
sorgeva un piccolo santuario che riutilizzava i resti di
111
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM)Abbazia S. Nilo – Mura
della tradizione orientale. L’antico scriptorium celebre
per la scrittura detta tachigrafia greca sillabica niliana
o di Grottaferrata si è evoluto in una moderna tipo-
grafia dove si stampano libri liturgici delle Chiese
orientali, in una scuola tipografica italo-orientale e in
un laboratorio specializzato nel restauro di incunabo-
li e antichi codici. Qui per esempio è stato restaurato
il celebre Codice Atlantico di Leonardo. Nella
Biblioteca sono inoltre custoditi inestimabili mano-
scritti dei primi monaci e dello stesso San Nilo. Nel
Museo, si conservano oggetti di scavo d’epoca prei-
storica e romana, affreschi medievali provenienti
dalla chiesa nonché oggetti e opere d’arte lasciate nei
secoli dai Commendatari.
Alla chiesa di Santa Maria si accede dal secondo
cortile attraverso un prònao con nartéce ripristinati
negli anni Trenta del Novecento con materiali origina-
li solo in minima parte. Da qui, attraverso una porta
dagli stipiti decorati da bassorilievi in marmo con
intarsi di pietre e pasta vitrea si entra nella chiesa
dove l’originaria struttura romanica è stata completa-
mente stravolta prima con la costruzione nel terzo
quarto del Cinquecento di un soffitto in legno che
nasconde le vecchie capriate e parte degli affreschi
della navata centrale, poi nella seconda metà del
Seicento con modifiche al presbiterio e infine, nel
secolo successivo, con un radicale intervento in base
113
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
un edificio, forse una tomba romana, illuminato da
piccole finestre protette da robuste inferriate: una
crypta ferrata insomma, da cui Grottaferrata. Ma il
vecchio ascetico abate non potè trarre sollievo dal-
l’amenità del luogo. Morì infatti poco dopo, il 26 set-
tembre, giorno in cui lo si festeggia ancora oggi.
Toccherà così al suo giovane prediletto discepolo,
Bartolomeo, destinato a diventare santo anche lui
nonché compatrono di Grottaferrata, curare i lavori
del monastero e della chiesa, che sarà consacrata da
Giovanni XIX il 17 dicembre 1024. I due santi fonda-
tori saranno sepolti l’uno accanto all’altro nella cap-
pella poi detta Farnesiana, ma nel XIV secolo i loro
corpi scompariranno misteriosamente.
Oggi l’Abbazia è costituita dalla chiesa di Santa
Maria e da diversi edifici che si innalzano intorno a
due ampi cortili; è circondata dall’alto muro di cinta
con torri e dal fossato del cosiddetto Castello
Roveriano, dal nome del cardinale commendatario
Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II) che lo
fece costruire nel 1480, sembra, da Antonio da
Sangallo il Giovane e Baccio Pontelli.
L’abitano da mille anni monaci basiliani, perché
seguaci della Regola di San Basilio Magno, vescovo di
Cesarea nel IV secolo e Padre della Chiesa, di rito
greco-bizantino. Ancora oggi Santa Maria di
Grottaferrata è un centro di irradiazione culturale
112
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
decorata nel 1609 dal Domenichino con storie della
vita di San Nilo e di San Bartolomeo. Sull’altare è una
Madonna con il Bambino tra i santi Nilo e
Bartolomeo riferita alla scuola dei Carracci. Non biso-
gna dimenticare che in questo luogo le funzioni, che
seguono il rito greco -bizantino sono particolarmente
suggestive.
Nei dintorni
La zona dei Castelli romani è ricca di cultura e
storia, oltre che di percorsi naturalistici. Per chi non ha
più di qualche ora di tempo, consigliamo due mete:
Ariccia con la visita a Palazzo Chigi e il giro intorno al
lago di Castelgandolfo ; o in alternativa la visita delle
antiche ville romane di Tuscolo, a pochi chilometri da
Grottaferrata.
115
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
al quale assume un aspetto tardo barocco. Nell’arco
trionfale si conserva un mosaico del XII secolo raffigu-
rante gli Apostoli con al centro il trono vuoto in atte-
sa del Cristo per il Giudizio finale al di sopra del quale
si possono ammirare una parte degli affreschi medie-
vali. Dalla navata destra si accede ad una cappellina
114
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Grottaferrata (RM)Abbazia S. Nilo
Portale
Il monastero di Casamari ed il suo territorio in un giorno
Lucia Sentinelli
L’Abbazia di Casamari
La località dove oggi sorge l’Abbazia di Casamari
si chiamava in origine Cereatae Marianae e secondo
le fonti antiche doveva trattarsi di un centro piccolo
ma molto attivo poi decaduto in età imperiale. Qui
nacque il console romano Caio Mario: e in onore del
celebre rivale di Silla Cereatae divenne Casa Marii. La
fondazione dell’Abbazia, dovuta a quanto pare ad un
gruppo di monaci benedettini del vicino monastero
di San Domenico a Sora, viene fatta risalire da una
cronaca del XIII secolo al 1005 ma gli storici la riten-
117116
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Veroli (FR)Abbazia di Casamariveduta esterna
presentano spesso curiose decorazioni geometriche e
figurazioni umane tra le quali c’è chi vi ha voluto rico-
noscere i volti di Federico II, Giovanni V, abate di
Casamari e Pier delle Vigne.
Sono ancora da visitare la cappella delle reliquie
dal singolare pavimento in cotto con incise le api sim-
bolo dei Barberini che l’avevano commissionato per
la chiesa, nonché la sala capitolare, il nuovo refettorio
e il piccolo museo che occupa i locali precedente-
mente utilizzati dall’antico refettorio, la cucina e la
dispensa. Qui sono esposti reperti archeologici pro-
venienti dal territorio circostante, databili dall’età del
rame all’età medievale, mentre la pinacoteca racco-
glie affreschi e tele di varie epoche tra cui si segnala
il Martirio di San Lorenzo di Girolamo Siciolante da
Sermoneta, una Madonna del Sassoferrato e il bellis-
simo San Lorenzo distribuisce i beni della Chiesa ai
poveri di Giovanni Serodine
NEI DINTORNI
Per chi ha poco tempo, nella zona oltre alle città
di Veroli e Sora vale la pena di visitare la Certosa di
Trisulti.
La Certosa di Trisulti è situata nel comune di
Collepardo ed in origine era una casa di caccia della
famiglia nobiliare Lotari di Segni. Nel 1204 venne tra-
sformata in Certosa sui resti di un precedente mona-
119
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
gono troppo precoce e in base a studi antichi e recen-
ti si è ritenuta più veritiera la data del 1036. Dopo lo
scisma di Anacleto II Pierleoni (1133-1138), diversi
monasteri retti dai Benedettini furono affidati ai
Cistercensi. Così avvenne anche per Casamari, il cui
complesso venne in seguito ricostruito secondo la
tipologia tipica dell’ordine e che è quella che si vede
ancora oggi.
L’attuale ingresso è costituito da un grande arco a
tutto sesto sopra il quale si aprono quattro bifore; la
sala a sinistra dell’atrio era utilizzata anticamente per
la distribuzione degli alimenti ai poveri. I due archi a
sesto acuto, il più grande per il passaggio dei carri,
l’altro per quello dei pedoni, costituiscono l’ingresso
originario ma ancora oggi permettono l’accesso al
piazzale antistante la chiesa. Le colonne con semplici
capitelli ad unghia che si vedono a sinistra apparten-
gono forse alla costruzione benedettina.
Dal nartece, attraverso un ricco portale stromba-
to con colonne e semicolonne, che collegano archi
concentrici all’interno dei quali è una lunetta con bas-
sorilievi fitomorfi, si entra nell’ampio interno a tre
navate completamente privo di sculture e pitture
secondo la regola cistercense di povertà e rigore.
Di grande interesse è il chiostro, restaurato nel
Settecento, con bifore decorate da colonnine di diver-
sa fattura. Anche i capitelli sono tutti diversi tra loro e
118
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
CertosaCertosa è il nomecomune a tutti imonasteri certosini,L’ordine fondato da sanBrunone (1084) il cuiprogramma di vita èincentrato sulla preghierae sul lavoro sia manualeche intellettuale.
Il monastero di Farfa ed il suo territorio inun giorno
Laura Russo
L’Abbazia di Farfa
Il piccolo borgo di Farfa, frazione di Fara Sabina,
sorge nei pressi del fiume omonimo al centro di una
verdeggiante valletta, a circa 50 chilometri da Roma
ed è facilmente raggiungibile attraverso la via Salaria.
Il borgo è costituito da una strada principale, in
lieve salita, interrotta ogni tanto da viottoli, lungo la
quale si allineano a destra e a sinistra isolati di picco-
li edifici in pietra dove di norma al piano terreno si
aprono le botteghe, tuttora funzionanti, e al primo
piano le abitazioni.
All’inizio della salita, sulla sinistra, attraversato un
ricco portale romanico sormontato da un affresco raf-
121
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Fara Sabina (RM)Tavola topografica dell’Abbazia di S. Maria di Farfa e S. Salvatore Maggiore
Collepardo (FR) - Certosa di Trisultiinterno - Saletta del Balbi
stero benedettino abbandonato. La Certosa fu affida-
ta da Papa Innocenzo III ai monaci certosini che rea-
lizzarono opere di ampliamento, in particolare duran-
te il Settecento. Nel 1947 la Certosa è passata ai
monaci cistercensi di Casamari. La Certosa funziona
oltre che come monastero anche come centro di atti-
vità culturali, con concerti di musica sacra e mostre
d’arte.
In prossimità della Certosa vale la pena di visita-
re il piccolo santuario della Madonna delle Cese,
all’interno di una grotta sovrastata da rocce a stra-
piombo.
Vergine e di Gesù, profeti, santi e evangelisti, tutte
opere genericamente riferite ai celebri fratelli Taddeo
e Federico Zuccari, autori di numerose e ampie
imprese decorative, ma ai quali non si possono riferi-
re anche gli affreschi farfensi. Le prime tre cappelle
delle navate destra e sinistra, oltre a quattro lunette
nelle stesse navate, sono invece state decorate con
certezza nell’ultimo decennio del Cinquecento da
Orazio Gentileschi e dalla sua bottega.
All’interno dell’Abbazia si dislocano oltre ad alcu-
ni ambienti adibiti ad uffici, un piccolo museo, una
sala conferenze, una ricca biblioteca, le celle per i
monaci, due chiostri e altri numerosi ambienti del
palazzo Abbaziale.
Una delle parti più antiche (raramente visitabile e
solo su richiesta) è il cosiddetto “coro quadrato”,
dove si conservano brani di affreschi carolingi e quat-
trocenteschi di grande pregio storico-artistico.
Nei dintorni
La visita in questa parte della Sabina potrà essere
conclusa da una breve escursione a Fara, la cui atmo-
sfera fuori dal tempo è accentuata da vicoli e strette
strade sulle quali si affacciano palazzetti quattro-cin-
quecenteschi. Sono da segnalare la cattedrale (attual-
mente in restauro) e alcune sale del palazzo
Brancaleoni in cui ha sede il Museo Civico
123
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
figurante La Madonna con il Bambino tra due santi e
un monaco inginocchiato, si accede al cortile
dell’Abbazia, fondata nel VI secolo da San Lorenzo
Siro, recatosi in terra Sabina per convertire le popola-
zioni pagane. E’ retta ancora oggi da monaci benedet-
tini.
Da qui si può ammirare la facciata tripartita della
chiesa, dedicata a Santa Maria, realizzata in conci di
pietra di diverse dimensioni tra i quali sono inseriti
frammenti di sarcofagi. Il portale principale, della fine
del XV secolo, ornato con rilievi geometrici e fitomor-
fi, è sormontato da una lunetta affrescata da Cola
dell’Amatrice (1489-1559), raffigurante di nuovo la
Madonna con il Bambino tra due santi e il commit-
tente, sopra la quale è posto lo stemma in pietra del
cardinale Giovanni Battista Orsini.
All’interno la basilica è suddivisa in tre navate
tutte riccamente decorate. Di particolare pregio è il
grande Giudizio Universale nella controfacciata, data-
to 1561 e realizzato, con la non troppo consueta tec-
nica dell’olio su muro, da un artista fiammingo la cui
identificazione è ancora problematica. Sotto il
Giudizio, ai lati delle porte, sono raffigurati i Profeti
Isaia e Giobbe.
La navata centrale e il coro sono stati affrescati
intorno al 1576 con diversi soggetti, tra cui una Teoria
di Papi, L’Annunciazione, Storie della vita di Maria
122
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
125
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Archeologico.
A poco più di quattro chilometri da Farfa sorge
l’antica Tophiae, oggi Toffia, già abitata in epoca
romana. Il centro storico, cui si accede da un’antica
porta, è ben conservato e caratterizzato, anche qui,
da stradine lungo le quali sorgono palazzi rinasci-
mentali. Quasi in fondo alla strada principale sorge la
chiesa parrocchiale di Santa Maria Nova che conser-
va alcuni affreschi cinquecenteschi e del primo
Seicento.
124
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
AppendiceUmbria e Bivongi: due buone ragioni per allungare il proprio percorso fuori
dai confini geografici del Lazio
Verso l’Umbria
A cura della Regione Umbria Assessorato Ambiente e Territorio
L’Umbria sud- orientale merita di essere cono-
sciuta sia da un punto di vista paesaggistico per le
bellezze naturali sia da un punto di vista culturale per
le vicende storiche che hanno segnato questa terra
ricca di preziose opere d’arte. Lo scopo di tale studio
è quello di mettere in luce il valore di questo territo-
rio che in passato rappresentò, grazie alla presenza
dei religiosi e delle loro abbazie, un importante punto
di riferimento dell’Italia centrale. Una componente di
grande importanza fu rappresentata dal monachesi-
mo benedettino, destinato a divenire uno straordina-
rio elemento di forza del cristianesimo medioevale: la
“Regola” composta nel VI sec. da Benedetto da
127
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
126
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Preci – Abbazia di S.EutizioAbside
Abbazia di S. Eutizio
Nell’VIII secolo i monaci benedettini costruirono
il monastero ampliando preesistenti strutture, diversi
romitori ed un oratorio dedicato alla Madonna, risa-
lenti al VI sec. Nel vicino castello di Preci a partire dal
1200 venne istituita la “Scuola Chirurgica Preciana”
che si sviluppò anche presso l’abbazia per circa 4
secoli raggiungendo notevole fama. Ancora oggi è
possibile vedere i ferri della “Scuola Chirurgica” pres-
so l’Abbazia di S Eutizio.
129
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Norcia, concepita come guida per la gestione di una
comunità cenobitica e per la vita spirituale del mona-
co, divenne anche modello di organizzazione econo-
mica, sociale e culturale garantendo protezione da
incursioni e carestie e la perpetuazione di modelli cul-
turali e religiosi. Si è parlato spesso di “Umbria misti-
ca” per descrivere il particolare intreccio tra paesaggio
e storia religiosa che connota questa terra; ma, e qui
sta il tema di MO.NO.PI., questa dimensione religio-
sa è stata per l’Umbria base imprescindibile di ogni
altra attività propria e rivolta all’esterno, facendone un
polo attrattivo per un turismo religioso e culturale che
nella realtà dei suoi monasteri e delle sue abbazie
può trovare un ponte tra passato e presente.
Di seguito vi riportiamo tre brevi schede di pre-
sentazione dei monasteri scelti dalla Regione Umbria
come casi studio del progetto Mo.no.pi.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Preci – Abbazia di S. EutizioVeduta aerea
Abbazia di S. Cassiano
L’Abbazia di S. Cassiano, menzionata nel
“Chronicon Farfense” nel 1091, quando l’Abbazia di
Farfa assorbì S. Cassiano, risale al X secolo sviluppan-
dosi da un preesistente monastero fortificato risalen-
te alle guerre gotiche del VI secolo, che doveva vigila-
re sulla gola del Nera, ultima difesa del “Corridoio
Bizantino” che assicurava la continuità territoriale fra
Roma e Ravenna.
131
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Abbazia di S. Felice
L’abbazia del X sec. sorge nei pressi dell’abitato di
Giano a ridosso dei Monti Martani. La chiesa del XII
secolo è un tipico esempio di architettura romanica
spoletina con influssi lombardi.
Si susseguirono nel 1798 gli Agostiniani, nel 1803
i Passionisti e infine nel 1814 i Missionari del
Preziosissimo Sangue, che vi fondarono l’ importante
istituto religioso della “Congregazione del
Preziosissimo Sangue”.
130
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
NarniAbbazia di S. CassianoFacciata
Giano dell’UmbriaAbbazia di S. Felice
Facciata
Verso Bivongi: il monastero di SanGiovanni Theristis
Francesco Passarelli - Comune di Bivongi
Malgrado la distanza geografica rispetto al territorio
del Lazio, vale la pena di visitare il monastero di San
Giovanni Theristis nel comune di Bivongi in Calabria,
perché splendido esempio di monastero greco bizanti-
no di culto ortodosso. Il monastero di Bivongi è stato
recentemente restaurato e riedificato come era antica-
mente. Nel territorio monastico si trova anche la Grotta
e la fonte santificata da san Giovanni Theristis (sec. X).
Come era per il resto dell’antica Magna Graecia
(cioè il sud dell’Italia e Sicilia), la regione calabrese fu
per molti secoli una parte dell’Impero Romano
d’Oriente. Il monachesimo italo-greco fioriva in questa
regione durante il Medioevo, e le sue origini vanno
ricercate nelle emigrazioni che per secoli portarono
monaci dall’oriente alla Sicilia ed al sud dell’Italia.
133
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Bivongi – Monastero di S. Giovanni TheristisVeduta
a Stilo per ricevere lì il battesimo ortodosso. Dopo il suo
battesimo, in questa valle, Giovanni divenne un disce-
polo dei Santi Ambrosio e Nicola di Stilo, e raggiunse
grande levatura spirituale nella vita monastica.
Fra i miracoli realizzati dal santo il più famoso è
quello della raccolta per i poveri, che gli valse l’epiteto
di Theristis (“il mietitore”). Per secoli il monastero fu
uno fra i più grandi coenobia (monasteri dove I mona-
ci fanno una vita comunitaria). Il suo imponente katho-
likon (edificio ecclesiastico) risale all’undicesimo secolo.
Nei secoli seguenti, la crescente latinizzazione e il pro-
gressivo allontanamento dall’Ortodossia Orientale, cau-
sarono la decadenza del monastero. Esso fu infine
abbandonato nel 1662. Dal 1993 il monastero si è affer-
135
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Inizialmente, nel settimo secolo, i monaci fuggirono dal
Medio-Oriente quando quella zona fu invasa dagli
Arabi. Seguirono, nell’ottavo secolo, gli asceti che
abbandonarono le regioni vicino Constantinopoli per
salvare le antiche icone dalla distruzione per mano
degli iconoclasti. Quando nell’undicesimo secolo i
Normanni sottrassero ai Bizantini la valle dello Stilaro
dominata dal Monte Consolino, si reperirono nella zona
alcune laurae (grandi comunità monastiche) e caverne
abitate da eremiti. Qui hanno trovato un fiorente inse-
diamento monastico reso famoso dalle memorie di San
Giovanni Theristis. Giovanni nacque nella Palermo
governata dai musulmani; sua madre era stata presa in
ostaggio in Calabria durante la sua giovinezza. Solo
all’età di quattordici anni egli apprese la verità sulle sue
origini dalla madre morente, che l’implorava di fuggire
134
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
BivongiMonastero di S. Giovanni Theristis.Affresco
BivongiMonastero
di S. Giovanni TheristisAffresco
molti sostenitori per tutta l’Europa, ma lavora principal-
mente nella valle bizantina dello Stilaro, organizzando
molte iniziative culturali come corsi di musica tradizio-
nale bizantina, iconografia bizantina, lingua greca, ecc.
La Valle bizantina dello Stilaro è il distretto situato
sul lato ionico della regione alla punta nord-est della
provincia appartenente a Reggio Calabria. Essa è attra-
versata per tutta la sua lunghezza dal fiume Stilaro ed è
formata da tre comuni: Stilo, Pazzano e Bivongi, tutti
con un patrimonio artistico notevole. La magnifica
veduta, la bellezza del paesaggio e la severa struttura
urbanistica medievale testimoniano il percorso di civiliz-
zazione profondamente perseguito per tutto il territorio.
I castelli, i monasteri bizantini, le chiese, parlano di
un passato ricco di profondi cambiamenti sociali affian-
cati ad una intensa vita religiosa ed artistica. Importanti
eventi artistici, religiosi, gastronomici e sportivi sono
organizzati nel territorio durante tutto l’anno, con un
programma ricco e ben articolato che attira l’attenzione
di visitatori. Bivongi è una singolare cittadina la cui sto-
ria è collegata agli antichi monasteri greci. Gli abitanti
discendono dalla civilizzazione della Magna Grecia.
L’antico nome di Bivongi è “Bòybukes”, che significa
“luogo d’allevamento di bachi da seta”. Bivongi sorse
all’incirca nel decimo secolo come è documentato in
antiche carte trovate nella Biblioteca Vaticana che parla-
no delle nostre origini bizantine. Fu edificato ad un’al-
137
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
mato come destinazione per pellegrini monastici prove-
nienti dal Monte Athos. Adesso il municipio di Bivongi
ne ha concesso la fruibilità ad una comunità monastica
che si è stabilita qui per il primo coenobium apparte-
nente alla Santa Metropoli Greca Ortodossa di Italia,
rappresentata dal Vescovo Zervos Gennadios. La ricor-
renza annuale di San Giovanni Theristis è nuovamente
festeggiata qui, secondo l’antica tradizione, il 24 di feb-
braio. Durante l’anno 2001, il Patriarca ortodosso di
Constantinopoli, Bartolomeo I, ha visitato il monastero
in Calabria (la prima visita di tutti i secoli). Nell’autunno
dello stesso anno, il lavoro di ricostruzione iniziato per
completare il muro sul lato nord e per coprire la basili-
ca, fu terminato nel luglio del 2002. Durante il 2003 le
prime sei figure che rappresentano i “Padri del deserto”
furono dipinte sul muro nord del monastero usando lo
stile bizantino del dodicesimo secolo. San Giovanni
Theristis in Calabria è l’unico monastero bizantino in
Europa che sia stato ricostruito ed è il luogo dove la tra-
dizione millenaria del Monte Athos continua a vivere
giorno per giorno. La Basilica di San Giovanni Theristis (XI
secolo), situata appena fuori dall’area edificata, è un vero
e proprio capolavoro dell’arte Normanno-bizantina.
L’associazione Italo-Greca “San Giovanni Theristis”
lavora accanto ai monaci che vivono nel monastero,
aiutandoli per tutti I lavori che riguardano le collabora-
zioni esterne ed I rapporti istituzionali. L’associazione ha
136
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
escursioni botaniche, camminate nella natura o attra-
verso il centro storico per visitare i monumenti religiosi.
Le ricche risorse minerali, le botteghe per la lavorazio-
ne del ferro, la conceria, il torchio per olio, sono tutte
testimonianze del passato, ma sono di nuovo oggi in
vita grazie all’”Ecomuseum” archeologico - industriale,
che è il primo museo di questo tipo nella regione.
In dicembre del 1994 il Consiglio Regionale della
Calabria dichiarò in unanimità la zona bizantina ubicata
fra il fiume Stilaro e il sacro asse, per consentire il rista-
bilimento lì di monasteri ortodossi. Il 24 febbraio del
1995 il comune di Bivongi ufficialmente consegnò il
Monastero della Arcidiocesi Ortodossa di Italia, contri-
buendo al rinnovo degli antichi legami già esistenti fra
il monachesimo Italo - Greco e quello di Athos.
È possibile ulteriori informazioni riguardo il Centro Studi Bizantini di Bivongi su: www.bivongi.com.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
tezza di 270 metri sopra il livello del mare, sulle pendi-
ci del Monte Consolino dove il fiume Stilaro si congiun-
ge con I torrenti Melodari e Pardalà. La cittadina è
famosa per la produzione fiorente di seta, lavorazione
del metallo e della pietra, nonché per la produzione di
energia elettrica. Nel territorio vi sono molte miniere di
molibdeno. Meritano attenzione anche le vie attraver-
so il pittoresco centro storico fra il labirinto dei vicoli e
le miriadi di scalini che raggiungono gli alti edifici stret-
tamente raggruppati. Infine, è consigliabile un’interes-
sante passeggiata lungo il fiume Stilaro o una visita alle
enoteche nel centro storico. Pasqua è un buon perio-
do per una visita della valle poiché si può assistere a
celebrazioni sia ortodosse che cattoliche. I fiumi Stilaro
e Melodari rivelano la bellezza della natura. É possibile
fare una buona vacanza in qualunque periodo dell’an-
no, poiché si possono seguire molti itinerari, come visi-
tare le cave di pietra o di marmo, attività sportive di
montagna come scalata su roccia, trekking, speleologia,
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Bivongi – Monaci
BivongiMonastero di S. Giovanni Theristis.Particolare abside
ture religiose e inserirle più possibile nel proprio con-
testo territoriale tutelandone le caratteristiche intrin-
seche di luogo di preghiera e di pace.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Conclusioni
Valentina Riccardi
Sulle orme dei pellegrini di un tempo, le nuove
strade della spiritualità ci hanno condotto in questi
monasteri, luoghi fuori dal tempo e per questo sem-
pre più rari e cercati, in un mondo frenetico che non
si ferma mai. Oltre quindi che luoghi da visitare dal
punto di vista culturale ed architettonico, sempre di
più i monasteri e le abbazie sono meta di un turismo
cosiddetto religioso, che cerca in questi luoghi la pace
e il tempo per la riflessione ed il riposo. Perseguendo
un turismo sostenibile, queste abbazie rappresentano
un’idea di sviluppo per un turismo che soddisfi le
aspettative economiche e le esigenze ambientali e
che rispetti non solo la struttura fisica e sociale del ter-
ritorio, ma anche le istanze delle comunità religiose
che andrà ad incontrare.
La nostra proposta di itinerario rientra nel più
ampio progetto Mo.no.pi, finanziato dall’Unione
europea attraverso il Programma d’Iniziativa
Comunitaria Interreg IIIC, con lo scopo di far cono-
scere e scambiare buone pratiche tra le regioni parte-
cipanti al progetto. Attraverso questa guida abbiamo
cercato di affrontare l’argomento dei monasteri del
Lazio, non tanto dal punto di vista della gestione
interna e quindi degli aspetti più tecnici, ma da un
punto di vista più turistico, orientato al viaggiatore di
passaggio. Tutto ciò al fine di valorizzare queste strut-
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
143
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Bibliografia
142
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@144
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
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www.palazzochigiariccia.it
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www.parchilazio.it
www.fraschette.com