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I LEGAMI AFFETTIVI bambino - genitore; bambino - caregiver professionale Flavia LECCISO Università del Salento

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I LEGAMI AFFETTIVI bambino - genitore;

bambino - caregiver professionale

Flavia LECCISO

Università del Salento

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TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

“La teoria dell’attaccamento è, nella sua essenza, una teoria spaziale: quando sono vicino a chi amo mi sento bene, quando sono lontano sono ansioso, triste e solo” (Holmes, 1993, p.71 ).

LA DIADE MADRE-BAMBINO

1.  LE ORIGINI: JOHN BOWLBY (1969, 1973, 1980) •  Formazione psicoanalitica

•  Effetti patologici della prolungata istituzionalizzazione e/o dei frequenti cambiamenti della figura materna sullo sviluppo della personalità nei primi mesi del bambino;

•  Cure materne e igiene mentale (1951): evidenzia l’influenza sfavorevole esercitata sullo sviluppo del bambino dalla inadeguatezza delle cure materne

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L’influenza dell’etologia sulla teoria dell’attaccamento

Lorenz (1957) e il fenomeno dell’imprinting

Harlow (Harlow e Zimmermann, 1959) sulle scimmie rhesus

Bowlby considera il legame madre - bambino come risultato di un preciso e in parte pre-programmato sistema di schemi comportamentali a base innata, con una motivazione primaria intrinseca.

Il bambino nasce con la capacità e la propensione a creare legami e in tale costruzione egli svolge un ruolo fondamentalmente attivo di ricerca e di mantenimento del legame con la madre.

LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO (Bowlby, 1969, 1973, 1980)

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•  Il ruolo cruciale del caregiver nella costruzione della relazione di attaccamento con il proprio bambino.

Funzione genitoriale è quella di “Base Sicura”: il caregiver dimostrandosi disponibile, pronto a rispondere ai segnali del bambino, a incoraggiare, a dare assistenza, a intervenire in caso di necessità, rappresenta per il piccolo un porto sicuro a cui ritornare per essere rassicurato, confortato, nutrito sul piano non solo fisico, ma soprattutto mentale.

Teoria a impronta evoluzionistica: la predisposizione a mantenere e a ricercare la vicinanza con il caregiver (la persona che si prende cura del bambino), in genere la madre, è parte integrante del patrimonio genetico della specie umana e assolve una funzione adattiva di protezione del piccolo dai pericoli. Tale posizione è anche confermata dal fatto che il comportamento di attaccamento si esprime con maggiore intensità in situazioni di pericolo, di allarme e di stress.

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Nella teoria dell’attaccamento:

Il bambino svolge un ruolo attivo di ricerca e di mantenimento del legame con la madre

Il caregiver fornisce al bambino la base sicura da cui egli può partire per esplorare e a cui può ritornare nei momenti di stress, di pericolo, di paura.

Ruolo attivo di entrambi i partner

Teoria a impronta evoluzionistica: la predisposizione a mantenere e a ricercare la vicinanza con il caregiver assolve una funzione adattiva di protezione del piccolo dai pericoli.

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Le modalità di relazione tra madre e bambino (Ainsworth, et al., 1978: la

Strange Situation)

- Una relazione di attaccamento efficace, sana, ottimale o (per adoperare il termine teorico appropriato) “sicura” si sviluppa come conseguenza di modalità interattive precoci, ripetute nel tempo, caratterizzate da sensibilità, disponibilità, conforto, protezione, accoglimento…

Le relazioni di attaccamento inefficaci o insicure rispecchiano tre diverse modalità di interazione madre-bambino:

- evitante: il bambino in situazioni di malessere evita il caregiver avendo esperito numerose volte la sua non disponibilità e il suo rifiuto alla richiesta di conforto;

- ambivalente: il bambino enfatizza il proprio disagio e malessere nel tentativo di mantenere la vicinanza del caregiver, avendo vissuto “incontri relazionali” inappropriati, caratterizzati da incostanza e imprevedibilità che lasciano il piccolo non sicuro della presenza e della disponibilità del proprio genitore;

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- disorganizzato: il bambino appare confuso e disorganizzato, alternando, nei momenti di malessere, comportamenti di avvicinamento e di evitamento. Questa modalità si associa a condizioni di crescita critiche (come maltrattamenti e abusi) che fanno vivere al bambino situazioni di forte paura e angoscia (Main, Kaplan, Cassidy, 1990).

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Le diverse modalità di attaccamento sono il risultato di diverse modalità di interazione e non di differenze esclusive del bambino dovute all’istinto o al temperamento.

I modelli di attaccamento di tipo insicuro non sono indice di patologia:

- possono essere associati a esiti disfunzionali (problemi comportamentali, controllo degli impulsi, scarsa autostima, difficile relazione tra pari),

-  ma rappresentano VARIAZIONI INDIVIDUALI all’interno di un range di strategie normali;

-  si tratta di STRATEGIE ADATTIVE che il bambino utilizza in relazioni non ottimali, ma neanche patologiche

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- Il concetto di Responsività materna

- I pattern di attaccamento e le relazioni tra pari -  i bambini sicuri mostrano maggiore fiducia in se stessi, maggiori competenze sociale ed esplorative;

- I bambini evitanti tendono a vittimizzare gli altri;

- I bambini ambivalenti tendono a subire i “soprusi”

- I pattern di attaccamento tendono a restare immutati nel tempo, ma non sono traiettorie definite e stabilite per tutto l’arco della vita, sono possibili delle alternative che dipendono sempre dalle relazioni che il bambino costruisce con il proprio caregiver o con le altre figure significative della propria vita: un’insegnante, una madre adottiva, un terapeuta…

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Modelli operativi interni (Internal Working Models)

- Strutture mentali che si formano sulla base di processi evolutivi e interpersonali.

- Si costruiscono verso la seconda metà del primo anno di vita

- Si basano sulle esperienze di interazione diadiche reali col caregiver

- Sono complementari: il bambino costruisce dei modelli operativi del Sé e delle figure di attaccamento.

- I modelli operativi interni sono, una volta costruiti, relativamente stabili e duraturi, anche se possono subire ristrutturazioni e sembrano operare a livello inconscio, contribuendo per questo a ricreare attivamente le esperienze relazionali.

E’ attraverso i modelli operativi interni, quindi, che le modalità di attaccamento nell’infanzia vengono trasposte nella vita adulta e trasmesse alla nuova generazione.

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La svolta rappresentazionale

MARY MAIN (Main, Kaplan, Cassidy, 1985)

L’attenzione è rivolta non tanto sui comportamenti osservabili nell’interazione del bambino con il suo caregiver (come avviene nella Strange Situation proposta dalla Ainsworth), quanto sulle modalità in base alle quali l’attaccamento al genitore viene rappresentato nella mente del soggetto ed espresso tramite il linguaggio.

L’Adult Attachment Interview (George et al., 1984, 1996; Main et al., 1985, 1986): intervista semi – strutturata che ha lo scopo di rilevare l’atteggiamento attuale dell’adulto nei confronti delle proprie figure genitoriali, “lo stato della mente rispetto all’attaccamento”.

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Sono stati identificati quattro “stati della mente nei riguardi dell’attaccamento”:

Sicuro-autonomo. E’ una rappresentazione equilibrata dell’attaccamento. I soggetti che rientrano in tale categoria non necessariamente hanno avuto e raccontano infanzie felici, ma il loro discorso è coerente, aperto e chiaro.

Distaccato-svalutante. Questi adulti svalutano l’importanza delle relazioni intime, violando le massime della quantità (essere succinto, ma completo) e della qualità (essere veritiero e aver prove a sostegno di quel che si dice) descritte da Grice (1975), insistendo sulla mancanza di ricordi e attraverso l’uso di aggettivi tesi a idealizzare l’infanzia.

Preoccupato-invischiato. Chi rientra in questa categoria appare fortemente coinvolto in conflitti e difficoltà passate, ma anche presenti. Il discorso di questi soggetti è incoerente, confuso e caotico.

Irrisolto-disorganizzato. Tale “stato della mente” si riferisce alla mancata risoluzione dei vissuti traumatici, come violenze e morti che si esprimono in un discorso non coerente.

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Le relazioni di attaccamento multiple

Un crescente numero di lavori (van Ijzendoorn, Sagy, Labermon, 1992; Howes, Hamilton, 1992; Pianta, 1999) si occupa attualmente della possibile importanza della relazione con l’insegnante, inteso come figura di attaccamento in grado di fornire un contesto di crescita e di sviluppo, considerando che i bambini trascorrono il loro tempo essenzialmente con due figure adulte: genitori ed insegnanti.

La qualità della relazione madre-bambino appare collegata alla qualità della relazione successiva costruita con l’insegnante (Howes, Hamilton, 1992).

Una relazione madre-bambino sicura sembra caratterizzare anche una relazione insegnante-bambino sicura, suggerendo una coerenza nelle relazioni tra il bambino e gli adulti che assumono ruoli differenti nei suoi confronti (Pianta et al., 1997).

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La relazione insegnante-bambino può giocare un importante ruolo o nel supportare un pattern di comportamento sicuro, se questo è già presente nella relazione genitore-bambino, o nello stabilire un nuovo pattern che possa fare emergere abilità più elevate e avanzate nel bambino (Pianta, 1994).

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Modelli relativi agli attaccamenti multipli

(van Ijzendoorn et al., 1992)

MODELLO DELLA MONOTROPIA: si riferisce a un legame privilegiato del bambino con un'unica figura, in genere la madre. Quindi un'unica figura significativa è connessa al successivo funzionamento socio-emotivo del bambino.

MODELLO DELLA INDIPENDENZA: prevede attaccamenti multipli, simultanei, tra loro distinti e ugualmente importanti nel determinare il successivo funzionamento socio-emotivo. Ogni caregiver riveste un ruolo privilegiato in uno specifico dominio e influenza diversi aspetti dello sviluppo, sulla base della specifica funzione svolta.

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MODELLO GERARCHICO: un unico caregiver, normalmente la madre, rappresenta la figura di attaccamento privilegiata, ma anche altri caregiver nella rete sociale, come gli insegnanti, sono considerate figure sussidiarie che possono influenzare, anche se più debolmente, lo sviluppo del bambino.

MODELLO DELL’INTEGRAZIONE: tutte le relazioni di attaccamento si influenzano vicendevolmente, sono integrate in un singolo modello operativo interno. Predittore significativo del successivo sviluppo socio-emotivo è la qualità del network di relazioni di attaccamento, considerato nel suo complesso.

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UN LEGAME DI ATTACCAMENTO SICURO …

1) FIDUCIA IN SE’ STESSI

AUTONOMIA

6) CAPACITA’

DI MENTALIZZAZIONE O TEORIA DELLA MENTE

7) GESTIONE DELLE

RISORSE AMBIENTALI E PERSONALI

8) GESTIONE DELLE

RELAZIONI CON I PARI

2) SENSO STABILE

DEL SE’

5) INTEGRAZIONE

DELLE INFORMAZIONI, SENSO CRITICO

3) CAPACITA’ ATTENTIVE

4) ACQUISIZIONE LINGUAGGIO

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

AINSWORTH, M.D.S., BLEHAR, M., WATERS, E., WALL, S. (1978), Patterns of attachment: assessed in the Strange Situation and at home. Erlbaum, Hillsdale. BION, W.R. (1962) Learning from experience. Heinemann, London. BOWLBY, J. (1969), Attaccamento e perdita, vol. 1: L’ attaccamento alla madre. Tr. It. Boringhieri, Torino 1972. BOWLBY, J. (1973), Attaccamento e perdita, vol. 2: La separazione dalla madre. Tr. It. Boringhieri, Torino 1975. BOWLBY, J. (1980), Attaccamento e perdita, vol. 3: La perdita della madre. Tr. It. Boringhieri, Torino 1983. HARLOW, H.,F., ZIMMERMAN, R.R. (1959) Affectional responses in the infant monkey. Science, 130, pp. 421. HOWES, C., HAMILTON, C.E. (1992a) Children’s relationships with caregivers: mothers and child-care teachers. Child Development, 63, 859-866. LORENZ, K. (1957) The companion in the bird’s world. In SHILLER, C.H. (a cura di) Instinctive behavior. New York, International University Press. MAIN, M., KAPLAN, N., CASSIDY, J. (1985) Security in infancy, childhood and adulthood: a move to the level of representation. In BRETHERTON, I., WATERS, E. (Eds): Growing points of attachment theory and research, Monographs of the Society for Research in Child Development Vol. 50, 1-2, Serial No 209, pp. 66-104. PIANTA, R.C. (1994) Patterns of relationships between children and kindergarten teachers. Journal of School Psychology, 32, 15-32. PIANTA, R.C. (1999) Enhancing relationship between children and teachers. American Psychological Association. Tr. It. LIVERTA-SEMPIO, O., MARCHETTI, A. (a cura di) (2001) La relazione bambino-insegnante: aspetti evolutivi e clinici. Raffaello Cortina, Milano. PIANTA, R.C., NIMEZ, S., BENNET, E. (1997) Mother-child relationships, teacher-child relationships, and school outcomes in preschool and kindergarten. Early Childhood Research Quaterly, 12, 263-280. PIANTA, R.C., BUNOSKY, L., FITZ, M., HAMRE, B., KRAFT-SAYRE, M., STEIMBERG, D. (1999) Teacher Relationship Interview Coding Manual. University of Virginia. VAN IJZENDOORN, M.H., SAGI, A., LAMBERMON, M.W.E. (1992) Il paradosso del caretaker multiplo. Tr. it. in: CARLI, L. (a cura di) (1999) Dalla diade alla famiglia. Raffaello Cortina Editore, Milano. WINNICOTT, D., (1965) The maturational processes and the facilitative environment, Hogart, London.