i borghi e le arti di napoli

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I GIOIELLI E I TESSUTI D’ORO E D’ARGENTO DEI MAESTRI DELL’ARTE I borghi e le strade delle arti di Napoli NICOLETTA D’ARBITRIO

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Page 1: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I GIOIELLI E I TESSUTID’ORO E D’ARGENTODEI MAESTRI DELL’ARTE

I borghi e le stradedelle arti di Napoli

NICOLETTA D’ARBITRIO

Page 2: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I GIOIELLI E I TESSUTID’ORO E D’ARGENTODEI MAESTRI DELL’ARTE

I borghi e le stradedelle arti di Napoli

NICOLETTA D’ARBITRIO

ARTEMISIA LABORATORODI COMUNICAZIONE

Page 3: I Borghi e Le Arti Di Napoli

© 2009 tutti i diritti riservati

foto:Salvatore Pastore

catalogo edito da:Artemisia Laboratorio di Comunicazione

stampa:Stagrame (Casavatore)

codice isbn88-901834-3-8

208261

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessain qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico oaltro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari e dell’editore.

si ringraziano:

Il progetto è stato realizzato con il co-finanziamento dell’Unione EuropeaPOR FESR Campania 2007-2013 Asse 1 ob. 1.12.

Regione CampaniaAssessorato al Turismo e ai Beni Culturali

organizzato da:

Ente Provinciale per il Turismo di Napoli

in collaborazione con:

Archivio di Stato di NapoliConsorzio Antico Borgo OreficiConsorzio Antiche Botteghe TessiliConsorzio Napoli Centro Antico

con il patrocinio di:

Provincia di NapoliComune di Napoli

evento inserito nel:

Maggio dei Monumenti

con il contributo di:

UBI Banca Popolare di Ancona

curatore scientifico:

Nicoletta D’Arbitrio

organizzazione tecnica:

Iriana Suprina Petrovic, Floriana Grieco

Si ringrazia per la collaborazione

Il Ministero dei Beni CulturaliIl Ministero dell’InternoIl Fondo Edifici di Culto

La Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale NapoletanoLa Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei

La Società di Storia Patria di NapoliIl Museo Industriale Filangieri di Napoli

La Biblioteca Nazionale di Napoli

Si ringraziano infinetutti i collezionisti privati che hanno reso disponibili le loro collezioni

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Sono quasi 10 anni che è nato il Consorzio Antico Borgo Orefici ed in questo tempo abbiamo lavorato costantemente per ren-dere possibile la valorizzazione di un posto unico al mondo, il Borgo Orefici, dove da otto secoli l’arte orafa si è ritagliata unsuo ruolo economico, culturale e sociale.Il Consorzio ha sostituito le corporazioni che sono state la struttura portante della vita del quartiere, divenendo ambasciato-

re della salvaguardia di un artigianato i cui preziosi tesori sono presenti nelle Regge e nella Chiese di gran parte d’Europa.Lo studio della nostra tradizione costituisce una delle azioni fondamentali portate avanti dal Consorzio, con l’ausilio di stu-

diosi e ricercatori che in una contaminazione di saperi hanno lavorato con i nostri maestri orafi nella ricostruzione ed attualiz-zazione di tecniche di lavorazione, di disegni e di materiali a partire dai monili preistorici, alle gioie greco romane, passandoper i gioielli borbonici, l’arte sacra, la superstizione e tante altre ancora.Tali studi portano a realizzazioni di collezioni attuali nella tradizione e costituiscono pezzi unici per originalità e bellezza.La mostra “I Borghi e le Strade della Arti di Napoli” rappresenta un ulteriore tassello in questo percorso, perché, oltre a pre-

sentare bellissimi gioielli, ha la volontà di spiegare le ragioni di un sistema che da secoli fino ai giorni nostri è sopravvissuto esi rinnova oggi con vigore per la determinazione degli operatori che ci vivono e ci lavorano.Tessuti, ori, palazzi, chiese che ora come allora forniscono la più ampia gamma di prodotti e servizi in un contesto dichiara-

to Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, il nostro Centro Storico.“I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli” è un invito a visitarci ripercorrendo le mode che per secoli si sono intrecciate nel-

le nostre botteghe grazie alla creatività dei sarti, degli orafi ed alle competenze e qualifiche dei commercianti di tessuti e di pie-tre preziose che continuano ad essere lì, attuali nel seguire le nuove tendenze, ma con la stessa competenza ed ospitalità di sem-pre per soddisfare qualsiasi vostro desiderio.

Roberto de Laurentiispresidente Consorzio Antico Borgo Orefici

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte

I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli riesce ad esprimere in poche parole l’essenza del nostro lavoro di commercianti che dagenerazioni custodiscono le conoscenze della materia; dai cotoni alle sete, nelle nostre botteghe sono passati tessuti provenien-ti da ogni parte del mondo. Li abbiamo selezionati e sono stati oggetto di lunghi ragionamenti con grandi sarti che dovevanorealizzare sfarzosi abiti per i nobili ma soprattutto con donne ed uomini che vogliono un consiglio nella scelta per un giornoimportante piuttosto che per la vita di tutti i giorni.Questo caratterizza le botteghe di Piazza Mercato: competenza, qualità ed una vasta gamma di prodotti.A Piazza Mercato non si viene per comprare un tessuto, si viene per immergersi in un mondo di colori e di materie.È con questo spirito che abbiamo costituito il Consorzio Antiche Botteghe Tessili Piazza Mercato ed è con questo stesso spi-

rito che abbiamo incominciato a lavorare con gli altri consorzi ad un progetto unico di sviluppo del Centro Storico che trovale sue radici nella valorizzazione da una parte di un grande attrattore turistico quale è il Centro Storico e dall’altro nel rilanciodel Polo delle Cerimonie.I Borghi e le strade della Arti di Napoli è proprio questo: un motivo per raccontare che venendo nel Centro Storico di Na-

poli si può scegliere tutto ciò che serve per i momenti più belli, passeggiando per Piazza Mercato e dintorni alla ricerca di tes-suti, di corredi, di biancheria e di tutto ciò che serve per l’arredo casa, per passare a Borgo Orefici dove si può trovare dalle fe-di, alle bomboniere, alle liste di nozze, salendo per Via Duomo per l’abito da sposa, entrando poi nei Decumani dove visitarei Palazzi nobiliari adibiti a spazi per eventi, le pasticcerie storiche, un originale regalo artigiano e ancora gli alberghi e infine leChiese più belle dal Duomo a San Domenico Maggiore e così via.E allora non mi resta che ringraziare chi ha reso possibile questo progetto: dall’Assessorato al Turismo della Regione Campa-

nia, all’Ept di Napoli, all’Archivio di Stato, al Comune di Napoli, alla curatrice scientifica dott.ssa Nicoletta d’Arbitrio e tutticoloro con il loro impegno hanno collaborato nelle varie fasi di realizzazione.Grazie a tutti perché ci aiutate a rendere sempre vivo il nostro territorio ed il nostro lavoro.

Donato D’Angelopresidente Consorzio Antiche Botteghe Tessili

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte

La Mostra “I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli”, fortemente voluta dai Consorzi Antico Borgo Orefici, Antiche BottegheTessili e Napoli Centro Antico, ideata dalla dott.ssa Nicoletta D’Arbitrio e realizzata grazie alla lungimiranza dell’amministra-tore dell’EPT Dario Scalabrini ed alla profonda sensibilità della direttrice dell’Archivio di Stato dott.ssa Maria Rosaria de Di-vitiis, ha un alto valore simbolico perché realizzata in una prestigiosa sede, ubicata su una direttrice che rappresenta la natura-le via d’accesso ai Decumani dalla Città mercantile, Borgo Orefici e Piazza Mercato, Porte del Centro Antico dal mare, in unaancor più naturale ricomposizione degli spazi e dei percorsi.La mostra sancisce anche il grande spirito di collaborazione tra le arti e i mestieri che in tali quartieri vivono e che in questo mo-

do vogliono far comprendere la profonda interessenza che da secoli li caratterizza, essa ha infatti l’obiettivo di valorizzare quel pa-trimonio straordinario di tradizioni, saperi, persone e luoghi che è racchiuso all’interno del Centro Storico della nostra città.I consorzi raccolgono artigiani, commercianti, albergatori, ristoratori, e tutti gli operatori che credono fortemente nell’iden-

tità culturale della napoletanità, quale valore fondamentale da trasmettere nello svolgimento della propria attività.L’artigianato artistico, il commercio d’identità, l’ospitalità dei nostri alberghi e le delicatezze della cucina, fanno da corolla-

rio ad uno spazio che pulsa vibrante in ogni angolo, in ogni vicolo, in ogni piazza raccontando secoli di cultura e di storia.Tutto ciò rappresenta un’emozione unica ed irripetibile, perché sempre nuova nelle mille sfaccettature della sua vitalità e del

suo continuo rinnovarsi nella quotidianità dei luoghi e delle persone.Ed è con lo spirito di far vivere profondamente ogni minuto di permanenza all’interno del nostro territorio che si è deciso di

mettersi insieme per fornire una qualificata offerta territoriale che accompagni il viaggiatore nella scoperta.E ancora, dietro quei tessuti e quei gioielli che per secoli hanno impreziosito i momenti più importanti della vita degli ari-

stocratici come delle persone comuni c’è il progetto della ricomposizione di un Polo delle cerimonie che trova nei gioielli diborgo orefici, nei tessuti di Piazza Mercato, negli abiti da sposa di Via Duomo, nella gastronomia, negli hotel de charme, nel-le chiese storiche e nei suggestivi ambienti dei Palazzi nobiliari del Centro Antico la risposta ad ogni richiesta per coronare ipropri giorni più belli.Questo racconta la Mostra, i tesori di una cultura plurisecolare straordinaria che vivono nel saper fare delle nostre aziende e

che oggi si presentano insieme per un’offerta ampia, qualificata e professionale.Noi ci crediamo e ci lavoriamo con entusiasmo, con lo spirito di chi questo patrimonio intende conservarlo e preservarlo con

il nostro saper fare, consapevoli della grande responsabilità e del grande impegno che ciò comporta ma con la convinzione chelavorando insieme possiamo renderlo sempre più forte e vitale.

Fabrizio Monticellicoordinatore Consorzio Napoli Centro Antico

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Il Consorzio Antico Borgo Orefici nasce nell’aprile del 2000, grazie ad un’idea progetto diartigiani e commercianti operanti nella zona del centro storico denominata “Borgo Orefi-ci”, un dedalo di vicoli e piazzette che pulsa operoso nel cuore di Napoli.Attraverso una serie di iniziative, il Consorzio si pone come obiettivo la promozione del-

la tradizione orafa napoletana, la riqualificazione urbanistica, il rilancio commerciale del-l’area e la sua apertura ad una costante fruizione turistica, collaborando alla riuscita di unglobale progetto di valorizzazione della città di Napoli.Il Consorzio intende promuovere il Borgo Orefici quale porta d’ingresso al centro antico

di Napoli, attraverso la creazione di circuiti turistico-culturali tematici ed iniziative di pro-mozione dei prodotti dell’artigianato artistico, che ha avuto a Napoli, dal tredicesimo seco-lo in poi, uno dei centri di più elevata qualità per la lavorazione dei metalli e delle pietrepreziose.Oggi il Consorzio raggruppa circa cento aziende che operano nel solco tracciato dalla tra-

dizione orafa napoletana.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Roberto de Laurentiis PRESIDENTE

Antonio CanzanoCosimo CarusoDino CostaCarmen De MarcoRaffaele FuscoMaurizio MandileGerardo MarchetielloLucio MontiGiovanni PaganoCarlo Torsi

Consorzio Antico Borgo Orefici

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Il Consorzio “Antiche Botteghe Tessili” è stato costituito nel dicembre 2006 con lo scopo diorganizzare la partecipazione degli operatori economici alle iniziative di riqualificazione evalorizzazione dell’area di Piazza Mercato.Dopo aver rilevato i fabbisogni degli operatori commerciali il Consorzio ha elaborato una

proposta di recupero urbano e di sviluppo integrato dell’area di Piazza Mercato facendo le-va sulla sua posizione baricentrica rispetto al Centro Antico, al porto di Napoli e alle prin-cipali vie di trasporto e di comunicazione. Inoltre, la sua posizione presenta una stretta in-terrelazione commerciale con i sistemi del Centro Antico di Napoli in relazione a tutto ciòche è legato alle cerimonie (dal gioiello, al corredo, all’abito da sposa, alle bomboniere, alsistema casa, etc.) caratterizzandosi come Polo delle cerimonie.Infine, ruolo fondamentale del Consorzio è legato allo sviluppo turistico - culturale del-

l’Area di Piazza Mercato.

CONSIGLIO DIRETTIVO

Donato D’Angelo PRESIDENTE

Adriano Di CaterinaGiuseppe FrancoMario RiccioDiego Scognamiglio

Consorzio Antiche Botteghe Tessili

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte

Il Consorzio Napoli Centro Antico, di recentissima costituzione, nasce con lo scopo di or-ganizzare la partecipazione degli operatori economici del Centro Antico di Napoli alle ini-ziative di riqualificazione e di sviluppo territoriali, superando la frammentarietà propositivache ha impedito negli anni l’acquisizione di una visione strategica complessiva dell’area.Gli imprenditori che hanno dato vita al consorzio si sono posti l’obiettivo di definire un

progetto di rilancio del Centro Antico di Napoli, da condividere con tutti i suoi protagoni-sti (associazioni culturali, imprese sociali, residenti, proprietari degli immobili) nell’ottica diperseguire l’interesse comune rappresentato dal miglioramento della vivibilità del territorio.L’attivazione della rete dei soggetti attivi sul territorio rappresenta quindi l’elemento fon-

dante del progetto volto ad avviare il dialogo e la messa a sistema di informazioni e relazio-ni da fare confluire in una nuova idea di sviluppo per il Centro Antico, che non li veda an-tagonisti ma protagonisti di una fattiva progettazione di interventi mirati in base alle se-guenti direttrici di sviluppo:• Potenziamento della vocazione turistica mediante la creazione di un prodotto turistico

urbano articolato in un’offerta integrata differenziata per tipologia di turista e compo-sta da informazione e accoglienza, alloggio e ristorazione, commercio ed artigianato diidentità, accessibilità e logistica, intrattenimento e manifestazioni.

• Rafforzamento dell’interconnessione tra i diversi sistemi commerciali settoriali del Cen-tro Storico (Decumani, via Duomo, Mercato, Borgo Orefici e Rua Catalana) e dell’in-tegrazione con il Polo universitario e delle culture.

• Valorizzazione della valenza sociale del centro storico come identità del territorio, salva-guardando i mestieri e il commercio tradizionale evitando il depauperamento del patri-monio di conoscenza e di saperi che tali mestieri conservano, con un ricambio genera-zionale che si identifichi in una consapevole fiducia delle opportunità lavorative che ta-li mestieri producono.La diversità e l’ampiezza del territorio con le sue tante caratterizzazioni rappresenta la

grande opportunità che il Consorzio vuole raccogliere per una Città che confermi e raffor-zi la sua plurisecolare tradizione di capitale della cultura, delle arti e dei saperi.

Consorzio Napoli Centro Antico

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Sommario

IntroduzioneMaria Rosaria de Divitiis pag. 14

PresentazioneL’attività orafa e manifatturieranei documenti dell’Archivio di Stato di NapoliRosanna Esposito - Anna Portente pag. 16

I borghi e le strade delle arti di NapoliI gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’ArteNicoletta D’Arbitrio pag. 26

Premessa pag. 27La Città Bassa pag. 29Le strade delle Arti pag. 30L’Arte dell’Oreficeria pag. 34L’Arte del Tessuto pag. 49I Tessuti in seta, oro e argento pag. 54L’Arte del tessuto negli anni del Regno dei Borbone di Napoli pag. 56

I gioielli del Borgo tra passato e presente pag. 64I tessuti in seta e oro pag. 107

Appendice documentaria pag. 113Bibliografia pag. 218

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 14

L’Archivio di un’antica capitale contiene tutte le tracce della vita politica, economica esociale che vi si è svolta nei secoli. E quindi manifesta anche tutte le espressioni artistichee manufatturiere che vi si sono sviluppate, caratterizzando per la loro parte la sua storia.L’evento cui è dedicato questo Catalogo per la Mostra documentaria e iconografica dal

titolo I borghi e le strade delle arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestridell’Arte, e tutte le iniziative che si realizzeranno durante un mese, comprese nella XV edi-zione del Maggio dei Monumenti, rappresentano un settore importante della creatività esoprattutto delle capacità produttive e tecniche che si esplicavano, valorizzando con lapreziosa scelta dei materiali, delle pietre, dei metalli e l’opulenza delle realizzazioni finite, illivello della vita di Corte, delle Case regnanti, delle grandi famiglie feudali, della Chiesa,dei monasteri.Questa ricostruzione storica rappresenta una felice condivisione di obiettivi rivolti a

sostenere il discorso storico-artistico, delle capacità artigianali e di piccola impresa, attra-verso la descrizione trasversale degli oggetti e dei documenti che si espongono.È un anno circa che, negli incontri in cui ho realizzato un proficuo scambio con le es-

perienze degli studi e delle ricerche di Nicoletta d'Arbitrio (che per tutti i suoi impor-tanti lavori è un’assidua studiosa del nostro Grande Archivio), si è profilata l’opportunità di elaborare questa iniziativa e laMostra che si realizza.Il progetto ed il suo allestimento riguardano una documentazione di fonti articolate nella loro composizione apparentemente di-

versa: carte e reperti preziosi, di tessuti e di gioie ma tutti complementari nel raccontare una certa vita materiale esemplificativa dellsviluppo/sottosviluppo che corrispondevano alle diverse fasi storiche. Allora ecco la sinergia delle competenze per la realizzazione

INTRODUZIONE

Arte della Seta, Libro delle matricole, 1573ASNA, Matricole dell’arte della seta, vol. III, f. 3

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte15

dovuta allo studio elaborato da Nicoletta d’Arbitrio che man mano si è dispiegato con la collaborazione e la ricerca archivisticadi Rosanna Esposito ed Anna Portente, funzionarie dell'Archivio di Stato di Napoli, che hanno selezionato e illustrato documen-ti belli e significativi tratti dai fondi di Casa Reale, dell’Archivio Borbone, dalla raccolta di Piante e disegni, degli Statuti delleCorporazioni religiose del Cappellano maggiore e dalle matricole dell’Arte della Seta. Un apporto di competenza ha fornito an-che Gaetano Damiano funzionario del nostro Archivio, che ha curato il commento a documentazione selezionata presso ilMuseo Filangieri.Le forze messe in campo si sono giovate dell’apporto dell’Antico Borgo Orefici, del Consorzio delle Antiche Botteghe dei

Tessili e del Consorzio Napoli Centro Antico. L’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli e Provincia con il suo CommissarioDario Scalabrini ha svolto il ruolo di ente organizzatore. Tutte queste istituzioni si sono avvalse del coordinamento e dell' im-pulso fattivo di Fabrizio Monticelli.Dal Complesso dell’Archivio di Stato, da duecento anni ospitato nell’Antico Monastero benedettino dei Santi Severino e Sos-

sio, partecipo con profonda convinzione all’iniziativa, che considero una grande occasione di rilancio e sviluppo di un’ampia zona,in cui l’Archivio, che ho l’onore di dirigere, funge da cerniera: tra il centro più antico di Napoli, nel reticolo dei suoi decumani, edil grande Borgo delle attività commerciali, il Mercato per antonomasia, e dello sviluppo di tutte le arti e manifatture, che gode-vano dell’affaccio sul porto e dei traffici rivolti al grande “gioco degli scambi” tra i paesi del Mediterraneo.L’auspicio è che le istituzioni coinvolte traggano da questa esperienza sempre maggiore slancio nel dare impulso alla rivitaliz-

zazione di antichi quartieri dalla grande storia e da grandi prospettive in cui devono riprendere le attività di sviluppo per unamigliore vita civile e sociale, oltre che economica, degna delle più felici congiunture dell’antica capitale. Da parte sua l’Archivio of-fre quel patrimonio d’identità che, fuor di retorica, consente sempre di trarre dalla lezione del passato le basi per riflettere ecostruire le premesse per il miglior presente e per un più consapevole futuro.

Napoli, maggio 2009

Maria Rosaria de Divitiisdirettore dell' Archivio di Stato di Napoli

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PRESENTAZIONE

L’attività orafa e manifatturieranei documenti dell’Archivio di Stato di NapoliRosanna Esposito - Anna Portente

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Mostrare ai napoletani e ai turisti, che stanno tornando a riempire la città, i bor-ghi e le strade, dove si affollavano e tuttora permangono le botteghe degli artigia-ni napoletani, è l’intento della mostra inaugurata nel maggio all’Archivio di Sta-to di Napoli.Si è esposta documentazione che illustra i borghi della città dove vi era una

maggiore concentrazione di artigiani, le corporazioni con i loro statuti, i dispac-ci e le leggi che regolavano tali attività, le “macchine” con le quali si era cercatoin epoca borbonica di ammodernare i sistemi produttivi ed infine i manufatti.Le Arti prese in esame sono quelle degli orefici e dei tessitori.Della “ruga” degli orefici dove si lavorava l’oro e l’argento con estrema abilità e

fantasia, viene fatta menzione già in un documento della fine del XIV secolo.Nella medesima zona in cui si aprivano le botteghe degli orefici si sa che c’erano

la chiesa di Sant’Eligio, patrono della corporazione, e la chiesetta di Sant’Agata alCastello d’oro, concessa all’Arte stessa nel 1582, la quale era ubicata nel fondo det-to “della Lamia”.Già in epoca aragonese l’arte orafa aveva avuto un impulso notevole, che aveva fat-

to raggiungere ai suoi maestri un altissimo livello quantitativo e qualitativo nella pro-duzione, livello dovuto sicuramente all’indubbia raffinata abilità dei maestri napoletani.Sono del 1627 i capitoli dell’arte dei battitori dell’oro e dell’argento con i quali si sta-

bilivano le regole che governavano tale Arte.Le elezioni alle cariche dell’Arte si svolgevano generalmente durante la festa del santo

patrono, e nelle assegnazione delle cariche si tenevano in debito conto le specializzazioniinterne all’Arte e la provenienza degli stranieri.Per quanto attiene all’arte orafa il controllo sui prodotti da un certo punto in poi si era

fatto più puntuale, poiché si incominciavano ad adulterare i lavori prodotti dai lavoran-ti di detta Arte.Le regole dell’Arte imponevano che gli oggetti d’oro, d’argento e di pietre preziose, pro-

dotti da orefici ed argentieri non potevano essere apprezzati dagli stessi lavoranti e mae-stri, ma solo dai consoli, che ne mantenevano alta la qualità, impedendo la produzionedi articoli scadenti, e marcando quelli degni di essere venduti con il “postillo”, il marchioin loro esclusivo possesso.Perfino gli scarti erano oggetto di prescrizioni: la “scopiglia”, cioè i frammenti d’oro e

d’argento, scartati durante la lavorazione, e raccolti spazzando tutto il perimetro dellapiazza degli orefici e tutte le strade adiacenti, doveva essere recuperata e immersa in unbagno, dove veniva separata dalle immondizie.

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte17

Arte della Seta, Libro delle matricole, 1514ASNA, Matricole dell’arte della seta, vol. I, f. 2

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 18

Nel Settecento e nell’Ottocento una forte richiesta di manu-fatti orafi, proveniente soprattutto dalla Corte e dalla nobiltà dicorte, manteneva alti i livelli quantitativi e qualitativi della pro-duzione, come dimostrano gli inventari dei gioielli e delle “bi-sciutterie” esposti.La Corte, che nel 1734 aveva portato da Parma molti gioielli

appartenenti al “guardaroba reale”, la cui fattura certamenteavrebbe influenzato l’arte orafa napoletana, aveva comunque deigioiellieri di corte, a cui commissionava le proprie gioie.Fra gli altri il Loffrano e l’Imparato, fra i quali nel febbraio del

1773 scoppiò una lite per motivi economici e di gelosia di me-stiere. Entrambi rivendicavano la commissione di una catenad’oro per orologio e cassa e di una catena di “stucchio con odo-rino”. La lite era scoppiata anche per il mancato rispetto delle re-gole dell’Arte, che impedivano ad un orefice di rivolgersi ad unlavorante di un’altra bottega, come era invece accaduto nel casoin questione. Si veda l’incartamento esposto.Le Corporazioni nacquero con un carattere decisamente assi-

stenziale religioso e ritualistico; infatti una grossa quota degli in-troiti era riservata al monte dei maritaggi (vedasi il monte deimaritaggi degli orefici esposto) e alle opere assistenziali.Esse godettero dell’appoggio dei governi che, attraverso la loro

istituzione tendevano più ad assicurare la pace sociale che la re-golamentazione del lavoro.L’arrivo dei Borbone non cambiò la politica adottata nei loro con-

fronti; infatti il piano di riforme varato da Carlo non scalfì il sistemacorporativo napoletano al quale, al contrario, dette nuovo vigore.A fine settecento la progressiva introduzione di una politica di in-

coraggiamento delle manifatture in genere, fu sostenuta da un foltogruppo di intellettuali guidati daGaetano Filangieri e fu attuata conmaggiore determinazione dai francesi, che durante il decennio, in-trodussero i principi liberali del lavoro non vincolato.Pertanto nel 1804 le corporazioni per decreto furono abolite.

Esse con le loro rigide regole, se da un lato avevano favorito losviluppo delle arti stesse, e l’arricchimento degli artieri in un certo periodo, prova ne sia,ad esempio, la ricchezza delle miniature dell’arte della seta, con l’andar del tempo aveva-no creato una rete soffocante, che ne limitava lo sviluppo. Nell’Ottocento quindi con laloro abolizione, l’artigianato urbano, liberatosi da questi vincoli corporativi, acquistavamaggiore forza di espandersi e diveniva sempre più autonomo.

26 giugno 1826, NapoliDisegni a penna allegati alla privativa di dieci

anni concessa a Stellario Aspaper la costruzione e vendita di una macchina

per incannolare, filare e torcere la seta.All. I mm. 370 x 430 (280 x 295),all. II mm. 360 x 390 (290 x 295)

ASNA, Ministero dell’Agricoltura Industria eCommercio, fs. 279 bis, inc. 37, all.ti I e II

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte19

Ciò si avverte soprattutto nel settore tessile - manifatturiero.Questo settore, legato all’economia dell’abbigliamento, nel corso del Seicento, pur per-

dendo il primato nella lavorazione dei tessuti di lana e di seta, mantenne una discreta po-sizione in quella del broccato di seta e di velluto. Proprio in questo periodo si sviluppòun artigianato di qualità, che realizzava abiti preziosi, calze, scarpe, guanti e cappelli.Afferivano al settore tessile – manifatturiero le corporazioni dell’arte della lana, dei

mercanti dei panni di lana, dei mercanti di tele, della seta nera e a colori, dei fabbrican-ti delle coperte di seta; ma anche quelle che producevano beni intermedi utilizzati perl’abbigliamento, come l’arte degli “zagherellari” (fabbricatori di zagare, un tipo di passa-maneria), dei tessitori di passamaneria, dei “gallonari” (altro tipo di passamaneria), deibottonari e dei tessitori di fili d’argento e d’oro. Al settore dell’abbigliamento in sensostretto appartenevano l’arte dei “sartori”, dei ricamatori, dei “bambacinari” (commer-

2 marzo 1810, NapoliDisegno acquerellato allegato alla privativa concessaper dieci anni a Teodoro Bonnet de Contz per l’intro-duzione di una macchina per separare il cotone dalseme. mm. 300 x 400ASNA, Ministero dell’Interno, I inv., fs. 2252, inc. 2

Page 19: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 20

cianti di biancheria intima e per la casa), dei calzettai, dei tessitori di calzette, dei concia-calzette, dei cappellari e dei tintori.Nel corso del Settecento alla crescita del settore contribuì la domanda di uniformi per

l’esercito e di livree per il personale domestico della Corte, richieste che aumentarono conl’ascesa della casa dei Borbone.Nell’Ottocento alle spinte all’ammodernamento e allo sviluppo tecnologico del settore

si frapponeva l’istituto dell’industria a domicilio.Una quota dell’attività produttiva era decentrata nelle campagne, dove permaneva una

gran parte dei telai, che producevano manufatti di scarsa qualità; la produzione industria-le era infatti penalizzata dalla chiusura del mercato internazionale, per le barriere dogana-li imposte dallo Stato, per cui le manifatture a bassa tecnologia potevano garantirsi solouna quota del mercato locale e provinciale.Il settore tessile comprendeva varie fasi di lavorazione; le preliminari erano svolte nelle

campagne, ma anche la stessa tessitura, che era quella che più si prestava alla meccaniz-zazione, stentò ad usare i telai meccanici, di solito a motore idraulico, preferendo utiliz-zare il lavoro manuale proveniente dalle campagne circostanti.In questa complessa e frammentata situazione si inseriva l’artigianato urbano che, libe-

rato dai vincoli corporativi, era in grado di immettere sul mercato grandi quantità di ma-nufatti. Considerevole era anche l’apporto produttivo dei Conservatori femminili che,grazie al lavoro delle “beneficate”, alimentavano il mercato dei prodotti tessili.Sia all’interno dell’Albergo dei poveri che nei molteplici educandati femminili, la ne-

cessità di addestrare i reclusi all’autosostentamento aveva incoraggiato una manifatturaben commercializzata.Infatti nei resoconti delle mostre, che periodicamente si tenevano a Napoli, riportati ne-

gli Annali Civili, si trovavano numerosi riferimenti alle produzioni manifatturiere, svolte

11 marzo 1834, Napoli.Disegni a penna allegati alla privativa concessa aisignori Martin e Beretta per fare cordoni di seta e

trenette. All. 1, mm. 340x480All. 2, mm 474x385

ASNA, Ministerro dell’Agricoltura, Industria eCommercio, F. 279bis, all. 1 e 2

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23 maggio 1820Disegni acquerellati in bianco e nero, allegati alla privativa di cinque anniconcessa a Filippo Maccarone per la costruzione della macchina per separare illino e la canapa senza macerazione.Scala di 12 palmi napoletani pari a cm. 25,9; mm.590 x 430 (550 x 380)ASNA, Ministero dell’Interno, I inv., fs. 2245, inc. 4, all.ti I e II

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19 febbraio 1748Pianta ed alzata della città di Napoli

di Paolo Petrini.Scala di 500 passi geometrici pari a cm. 16,2;

mm. 1240 x 610 (1140 x 455)ASNA, Collezione di piante e disegni,

Cartella V, n. 2

nei conventi e negli Ospizi che utilizzavano il lavoro minorile e femminile; trattavasi disfruttamento di forza lavoro che andava ad aggiungersi alle quote di lavoro semicoatto,trasferito dagli istituti religiosi alle fabbriche pensionato.Molti dei luoghi pii ospitarono manifatture gestite da imprenditori attratti dalla conve-

niente sistemazione e dalla possibilità di sfruttare a buon mercato il lavoro coatto di soli-to fornito dall’Albergo dei poveri.Questo stabilimento era una sede ambita dalle piccole manifatture a basso investimen-

to tecnologico. Infatti molto spesso la concessione di lavoro semicoatto era una delle for-me di incoraggiamento richiesto a sostegno delle vacillanti manifatture nazionali.Altre forme di incoraggiamento previste dall’azione di governo erano rappresentate dal-

le concessioni di privative industriali a partire dal decreto francese del 1810.Le privative industriali concedevano, con decreto reale, ai richiedenti, in via esclusiva,

un brevetto per nuove macchine o nuovi sistemi di produzione industriale o introduzio-ni dall’estero di macchinari tecnologicamente più avanzati.L’interesse governativo, che si espletava nell’innalzare barriere doganali, e nel concede-

re locali pubblici (gli stabilimenti di beneficenza) o la possibilità di sfruttamento del la-voro semicoatto, se da un lato, si tradusse in disincentivazione dello sviluppo tecnologi-co, perché frenava la necessità di effettuare investimenti, in alcuni casi servì da stimolo al-l’ammodernamento delle strutture e alla partecipazione al libero mercato, come nel casodel Lanificio Sava, posto nei locali dell’ex convento di Santa Caterina a Formiello. Essogodeva infatti del favore governativo, che gli assicurava oltre ai locali dell’ex convento equello dei Granili al Ponte della Maddalena, le forniture del vestiario per le truppe e l’uti-lizzazione dei “beneficati” dell’Albergo dei poveri e dei reclusi a favorevoli condizioni diorario e di lavoro.

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1790Pianta della città di Napoli dell’anno 1790 di Giuseppe Guerra

Scala di tese parigine pari a cm. 8,7 e scala di 500 passi, cadauno di settepalmi napoletani pari a cm. 8,3; mm. 880 x 680 (810 x 550)

ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella V, n. 3

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[sec. XIX]Pianta a colori del quartiere Mercato con l’indice delle cose notevoli.

Scala di 1000 palmi pari a cm. 8; mm. 760 x 620 (730 x 565)ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella II, n. 3

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[sec. XIX]Pianta a colori, eseguita da Luigi Marchese, del quartiere Vicaria

con l’indice delle cose notevoli.Scala di 1200 palmi napoletani pari a cm. 9,8; mm. 870 x 585

ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella I, n. 12

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I borghi e le strade delle arti di NapoliI gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte

Nicoletta D’Arbitrio

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Premessa

La Mostra che il 15 maggio sarà presentata al pubblico del “maggio dei monumen-ti”, intende aprire un nuovo percorso che conduca i visitatori, napoletani e stranieri,alla conoscenza delle arti della città di Napoli, rivisitando i luoghi, prendendo visionedei documenti che ne hanno tracciata la storia e rappresentano un insostituibile stru-mento di conoscenza.Raramente il repertorio documentario è protagonista di unaMostra per raccontare

la storia delle arti, in particolare quella dei tessuti d’arte e dei gioielli creati dagli arte-fici napoletani.L’arte dell’oreficeria e l’arte del tessuto, hanno operato nel tempo in stretto rap-

porto, accomunate nel loro iter creativo dall’impiego dei materiali preziosi: l’oro,l’argento e le gemme che costituivano gli elementi basilari della lavorazione dei be-ni di lusso: i gioielli, i ricami e i tessuti in seta broccata, “allucciolata” con fili d’oroe d’argento.Il repertorio archivistico attesta che alla fine del Secolo XVI erano presenti 6000

telai mantenuti attivi per la produzione di tessuti pregiati da 25000 drappieri. Laproduzione e lavorazione delle sete vedeva coinvolte le più antiche e rappresentati-ve famiglie aristocratiche del Regno: gli Spinelli, i Carafa, i Caracciolo, i Sanseveri-

no, i Carrafa, i d’Aquino, i Ruffo, i de Sangro, i Ravaschieri, i Pignatello, gli Ursino, i Mi-lano, i Gerace, i Serra, etc.Le statistiche demografiche e professionali della popolazione di Napoli nel corso dell’Ot-

tocento, documentano che le arti erano notevolmente rappresentate, e costituivano la baseproduttiva positiva e feconda della città.Nel 1881 a Napoli esercitavano l’arte orafa: 208 argentieri, 490 bigiottieri, 208 gioiellie-

ri, 844 orefici, 319 orefici fabbricanti e negozianti, 9 orefici fonditori, 3 orefici saggiatori,7 orefici battitori, 20 orefici tiratori di fili.Nello stesso anno erano impegnati nell’arte della tessitura e del ricamo: 258 fabbricanti,

1.024 filatrici, 301 filatori, 1.007 tessitrici, 301 tessitori, 710 ricamatrici, 14 ricamatori, 5disegnatrici di ricami, 91 merlettaie. Inoltre lavoravano per la manifattura di abiti: 3.761sarti, 532 sarte.Le arti del Fare, non rappresentano solo una realtà del passato della nostra città e la Mo-

stra di cui questo volume resterà testimone vuole documentare che le arti sono una realtàpresente e vivace nella nostra città, e i gioielli creati dagli artefici del Borgo Orefici di Na-poli per questaMostra ne sono una testimonianza propositiva, tesa a generare possibilità fu-ture, di un futuro di qualità, che valorizzi la creatività e le capacità dei giovani artefici del-la città.La creazione dei gioielli e delle stoffe d’arte - segni distintivi di una categoria sociale élita-

Arte della Seta, Libro delle matricole, 1573-1584ASNA, Matricole dell’arte della seta

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ria - sono collegate nel tempo alle esigenze rappresentative di una clientela d’alto rango, qua-le la Corte e la Chiesa, quest’ultima ha conservato una gran parte del patrimonio storico-artistico tessile e orafo.Abbiamo scelto di presentare in Mostra, insieme ai documenti riguardanti la storia del-

l’Arte dell’oreficeria e dell’Arte tessile ed ai gioielli provenienti da collezioni private e pub-bliche, i tessuti d’arte provenienti dal Museo Archeologico, dalla Basilica di San DomenicoMaggiore di Napoli e dal Museo Industriale Filangieri, perché queste strutture raccolgonoe rappresentano i diversi momenti e realtà della città; la storia antica e la religiosità che at-traverso la creazione di manufatti preziosi esprimeva la fede degli artefici napoletani.La Mostra attraverso l'esposizione delle raccolte d’arte e delle opere degli artefici che an-

cora oggi sono impegnati nell’arte del Fare della città, intende metterne in luce la vitalità at-traverso la documentazione d’archivio.

Reale insegne Ordine di San Gennaro.Placca di cavaliere, prima metà del sec. XIX

Oro, argento e smalti policromiMuseo Filangieri, Napoli

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La Città Bassa

La decisione di Carlo I d’Angiò, dopo la conquista del trono nel 1266, di spostare la capi-tale del Regno da Palermo a Napoli, segnò un mutamento decisivo nell’assetto della città,che divenne il centro della vita economica, culturale e politico-amministrativa del Mezzo-giorno d’Italia.La zona costiera era stata scelta già tra il IX e il XI secolo come sede di attività artigiana-

li e manifatturiere, che tra il XII e il XIII si rinnovarono e si specializzarono. La costruzio-ne del nuovo porto aumentò le possibilità di scambi e di commercio. (1)L’ampio territorio definito Loco Moricini era stato scelto da molti operatori come luogo

ideale ove radicare nuove attività produttive. Tra questi i mercanti toscani, che avevano fi-nanziato l’impresa di Carlo I, ed i mercanti genovesi, che nel tempo avevano costituito unacomunità coesa, fortemente conformata agli archetipi della società meridionale.Il Loco Moricini comprendeva una vasta area situata fuori la cinta muraria medievale del

XI secolo, dove si levavano pregevoli edifici religiosi come il suggestivo complesso religio-so di San Giovanni a Mare e l’antica chiesa di San Michele Arcangelo all’Arena.

La creazione nel “Campo del Moricino” del “Mercato Novo”, spazio vocato agli scam-bi e al pubblico mercato (1270-1302), spostò definitivamente verso est, lungo la riva delmare, l’attività economica che precedentemente veniva svolta nella piazza di San Lorenzo.Il nuovo Borgo del Moricino fuori la porta omonima che andò a configurarsi divenne ra-

pidamente uno dei centri più attivi d’Europa. La nuova area mercantile, fu contrassegna-ta dalla lunga struttura delle Logge dei Mercanti.Le Logge erano scandite dai porticati dove i commercianti si incontravano con i compra-

tori per concludere le vendite.Nel XIV secolo si era già radicata nell’area la presenza organizzata di numerosi mercanti

e artigiani che nel 1347, con il riconoscimento nel Regno delle Corporazioni dell’Arte,avevano consolidato il loro potere. Risale proprio ai primi decenni del secolo XIV - presu-mibilmente nel terzo decennio - l’apertura nel Borgo del Moricino della manifattura di stof-fe del fiorentino Domenico del Carretto che probabilmente era ubicata tra la Loggia dei Ge-novesi e il Mercato.Confluivano nello spazio del “Mercato Novo” per essere commercializzate anche le ma-

terie prime prodotte nei dintorni della città. Questa funzione centrica rimase sostanzialeanche nel secolo XVII. Una preziosa testimonianza in merito ci viene data da un docu-mento del 1690 riguardante una richiesta formulata dal Governatore del Monastero diSan Severino e Sossio, al governo vicereale. Il Governatore domandava che gli venisseroconcessi “i proventi provenienti dal passaggio per Porta Reale, per la strada di Toledo deicarri che trasportavano “i canapi e i lini” provenienti dai casali di Agnano, diretti al“Mercato Novo”. (2)

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La funzione mercantile di tutta la “città bassa” si coniugava con le attività dei vari set-tori artigianali concentrate nella zona orientale del Porto, che avevano qualificato tipolo-gicamente il luogo. Le antiche denominazioni sono ancora in uso attualmente rivelano lapresenza dei manifatturieri, e la varietà delle attività in particolare degli: orefici, argentie-ri, battiloro, tintori, drappieri etc…. che si erano radicate e sviluppate tra il porto e lapiazza del Mercato.

Le strade delle Arti

L’antico centro di Napoli conserva ancora le testimonianze della operosa presenza degliartefici, che con la loro attività hanno caratterizzato per secoli le piazze e le strade e le piaz-ze. In particolare una vasta area ancora oggi è contraddistinta dalla presenza dei maestri del-l’arte orafa, questi si erano già organizzati nel periodo angioino e con il contributo degli ar-tisti francesi, avevano acquisito un notevole livello qualitativo, che rimane il segno distinti-vo della loro maestria.L’Arte orafa aveva ricevuto i primi riconoscimenti da Federico II, probabilmente nel ter-

zo decennio del secolo XIII, insieme alla ratificazione di fondamentali norme, con cui si in-tendeva determinare e garantire la qualità dei manufatti. I provvedimenti del sovrano stabi-lirono di fatto l’obbligo ai maestri dell’arte di esplicitare la qualità dei loro manufatti che do-veva essere per l’oro non inferiore ad un valore di otto once d’oro puro per libbra e l’argen-to non meno di undici once d’argento puro per libbra.A Carlo II d’Angiò, incoronato dopo la morte di Carlo I (1306), si deve il primo statu-

to corporativo per gli orefici e l’obbligo del punzone, che doveva garantire la qualità dei la-vori ed il titolo dell’oro e dell’argento. La Regina Giovanna I nel 1380 ufficializzò le asso-ciazioni che spontaneamente si erano formate per curare gli interessi delle arti.Un documento del 1397 riporta che “La ruga de aurificis prope Scalisiam” era situata nei

pressi della chiesa di Sant’Eligio protettore degli orefici. Le testimonianze archivistiche con-fermano che nel XIV secolo numerosi orefici si erano insediati nei luoghi che ancora oggioccupano, che i documenti citano come: Strada degli Orefici. Le botteghe, di proprietà del-le nobili famiglie e degli istituti religiosi, erano concesse agli artefici con contratti di affittoche venivano rinnovati alla scadenza di generazione in generazione.I documenti svelano l’identità di alcuni artefici che nel XIV avevano stabilito la loro atti-

vità nella Strada e indicano l’ubicazione di alcune botteghe, e la disposizione interna dei lo-cali, e il valore dei fitti. Alcuni atti redatti nei secoli XIV, XV e XV dimostrano i passaggi diproprietà di “case e botteghe” di oreficeria che erano di proprietà di personaggi d’alto ran-go. Tra queste le botteghe e botteghe con case, ereditate daMaddalena Brancaccio nel 1368dal padre Don Alessandro, poi donate alla Basilica di SanDomenicoMaggiore e quelle pos-sedute dal Monastero di Santa Chiara nel XVI secolo. (3) Le annotazioni riportate nei libri

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A. Galluccio fine sec. XVIIIMappa della Platea delle Calcaree del Monastero di San Pietro Martire intorno alla propria Chiesa.

La mappa indica i luoghi di S. Andrea alli scopari le le strade dei Ferrari, delli Casciari,delli Canestrai, e le porte e le strade ad esse parallele: della Pietra del pesce, della Marina del vino,

di San Giovanni di Massa, di Portosalvo, del Matraccio.ASNA Sezione Iconografica, Monasteri Soppressi vol. 784 f. 14

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Archivio di Stato di NapoliG. Barba

Pianta iconograficadella piazza degli orefici 1790.Il rilevamento risale al 1739.

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1 ottobre 1627, Napoli. Capitoli dell’Arte dei battitori dell’oro e dell’argento. ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1182, inc. 61/II, f. 2

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contabili dei due complessi religiosi indicano i nomi degli orefici a cui era stato concessol’uso dei locali. (4)La tipologia della casa con bottega era ampiamente presente nell’area portuale e mercan-

tile, come documenta il repertorio documentario dei rogiti notarili e delle planimetrie ac-cluse alle antiche “Platee” degli istituti religiosi.Non erano solo i due complessi religiosi di Santa Chiara e di San Domenico Maggio-

re a possedere proprietà nel Borgo Orefici, ma la gran parte della edilizia civile della ca-pitale risulta essere nel XIII secolo ed anche agli inizi del XVIII secolo di proprietà di or-dini religiosi.L’operosa presenza di tanti artefici, organizzati in associazioni corporative dirette dai con-

soli e dai governatori eletti periodicamente che erano delegati alla cura degli affari dellaCor-porazione, a convocare le assemblee, ed a esaminare e valutare le capacità di coloro che vo-levano esercitare l’Arte. (5)L’attività svolta dalle Corporazioni delle Arti, ci viene descritta nelle Capitolazioni, che ve-

nivano discusse e approvate negli anni per tutelare il lavoro degli artefici, stabilendo le mo-dalità lavorative e le caratteristiche qualitative dei manufatti prodotti nel Regno. Le firmeapposte dagli artefici, per formalizzare l’accettare delle regole, ci testimoniano l’espansioneche ebbero le Arti nella nostra Città nei secoli XVI, XVII e XVIII delle varie associazionicorporative. (6)Tra le Corporazioni delle arti le più numerose e potenti furono quelle: degliOrefici, dei Ri-

camatori, dei Tessitori: di drappi di seta, di drappi d’oro, di trine e passamani di seta e d’oro, ede’ Cositori.

L’Arte dell’Oreficeria

La strada degli orefici è indubbiamente un’area specializzata di mercato peculiare delquartiere mercantile del periodo angioino.L’arte orafa era praticata in città anche in epoca normanna, con l’apporto di artefici stranieri.Re Ferrante d’Aragona nel 1474 concesse alla Corporazione degli Orefici degli Statuti van-

taggiosi. Le nuove norme tesero a stabilire metodologie inequivocabili per lavorare i metal-li preziosi. L’oro ad esempio, non si poteva lavorare: “più basso che di sedici grana lo trap-peso, né legare nè includere petre et gioje contraffatte in auro”, e l’argento non doveva es-sere lavorato dai Maestri: “più basso, che di quattro carlini l’oncia”. Anche Ferrante, comei suoi predecessori, riconobbe come strumento di controllo l’introduzione della marchiatu-ra dei manufatti, che doveva rendere riconoscibili i gioielli creati a Napoli; il sovrano perse-guendo questo intento concedesse: “alli detti Maestri et Consuli della Arte lo puntello, o ve-ro mercho delo quale se marcherano tutti basselli et lavori di Argento …., lo quale postil-lo, o vero marcho di Napoli…” . (7)

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1735Disegno della Corona fatta dal GioiellieireClaudio Imbert con la quale è seguitala Incoronazione in Palermo, capitale del Regnodi Sicilia il giorno 3 Luglio 1735.ASNA, Ministero degli Affari Esteri, fs, 4512,inc. 134, f 5

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I Consoli dell’arte nel 1593 ritennero indispensabile aggiungere alle antiche regole nuoviCapitoli. Ancora nel 1613 i Consoli Mario d’Amato, Giò Franco Caputo, Cosimo Carotenu-to, Giò Domenico Amalfitano ed il Governatore del Monte degli Orefici Giò Antonio Califano,confermarono i regolamenti aragonesi, ma aggiunsero a questi nuove postille, per adeguarele antiche leggi, alle nuove esigenze. Il documento fu approvato e sottoscritto dai cento-cinque Maestri Orefici iscritti all’Arte. (8) I sovrani Aragonesi ben conoscevano il potered’affascinazione degli apparati vestimentari e adoperarono con molta attentamente questostrumento, curando ogni loro apparizione in pubblico, affidando la progettazione deglieventi ad abili artefici. Le carte della “Tesoreria” Aragonese riportano i nomi degli artefici diCorte insieme la qualità delle loro ideazioni. Pere de Mondrago che curava il guardaroba rea-le inventariava con cura le opere a lui consegnate dagli artieri; primo tra questi l’oreficeGui-do d’Antonio, artefice dei preziosi collari d’oro del sovrano.I cronisti del tempo di Re Ferrante d’Aragona hanno tracciato preziose testimonianze del

sontuoso guardaroba del sovrano governato da Renco de Mirabal, ricco d’abiti di “imbroc-cato d’oro riccio”, confezionati dal sarto Petrucho Pistacho e dal sarto-costumista Petillo diIschia. L’oro fu il protagonista indiscusso dei manufatti d’alto pregio ideati dai maestri ora-fi e tessitori che lavoravano per la Corte di Napoli. Della complessa fattura, delle grandiquantità d’oro e d’argento impiegati non solo nella creazione di monili e nella lavorazionedei tessuti - che parimenti erano concepiti come “gioje”, disegnate dalle lamelle dei prezio-si metalli trasformati dai “Battiloro” che lavoravano del Borgo Orefici - ci parla GiulianoPassero nei suoi “Diurnali”, dove descrive le fastose manifestazioni in cui i sovrani si mo-stravano in pubblico abbigliati con vesti intessute d’oro tanto da apparire come: “una scu-ma d’oro lustrante”. (9)Negli ultimi decenni del secolo XV operavano a Napoli artisti di gran rilievo, tra questi

Adriano di Giovanni de’ Maestri detto Adriano Fiorentino (1450ca 1499) che giunse a Na-poli nel 1488 a seguito di Virginio Orsini, comandante in capo dell’esercito aragonese. Al-l’artista fu commissionata da Ferdinando d’Aragona, Principe di Capua, futuro FerdinandoII, unamedaglia commemorativa per la morte di Ferdinando I, che porta la data del 25 gen-naio 1494.La tradizione di eseguire medaglie commemorative continuò anche nel XVI secolo; Tra

gli artisti noti e stimati nelle Corti italiane a cavallo tra i due secoli è documentata l’operadell’orafo e scultore Gian Cristoforo Ganti detto Gian Cristoforo Romano (1470ca-1512).L’artista eseguì diverse medaglie, tra cui una per Isabella d’Aragona. Donna Isabella era co-nosciuta per la sua eccentrica eleganza, di cui le cronache riportarono un’ampia documen-tazione; in particolare ci vengono descritti i copricapo ispirati alla moda francese con “li cor-ni guarniti da bellissime perle tramezzate con molte zoglie di diamantini, de rubini, de sme-raldi et altre degnissime prede, che era una cosa molto sumptuosa et richa. (10) A Napoli ilGanti era conosciuto e stimato per sue le creazioni, in particolare era stata molto apprezza-ta la medaglia che aveva eseguito per Isabella d’Este.

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A Napoli lavorava Girolamo Santacroce (1502ca-1537ca) scultore orafo, che venne defi-nito da Iacopo Perillo, fiduciario a Napoli della Marchesa Isabelle d’Este Gonzaga, in unamissiva dell’11 giugno 1519 inviata all’umanista Mario Equicola: “lo migliore che vi sia inNapoli”. All’orafo venne commissionata da Isabella d’Este una medaglia celebrativa del-l’opera di Iacopo Sannazzaro , che fu realizzata dall’artista in bronzo e argento. La medagliariproduce da un lato l’umanista di profilo e sul rovescio “l’adorazione del Bambino”. Del-l’opera dallo Storace parla anche Pietro Summonte nel 1524 in una lettera diretta a Mar-cantonia Michiel: “Ha ritracto il Sannazzaro in medaglia e facto un Appollo:cose ben sti-mate qua da ciascuno”.Gli atti raccolti nel fondo del “Cappellano Maggiore” riportano i nomi dei Maestri Ora-

fi che sostennero il ruolo di Consoli dell’Arte nel XVII secolo. Un documento redatto il 4ottobre del 1669 porta le firme dei quattro Consoli: Simone Parancandolo, Giacomo Picci-no, Gennaro Portio, Aniello Treglia, e di tutti gli Orefici che firmarono i provvedimenti perapprovarli: Giacom’Antonio Pandolfo, Lorenzo de Rinaldo, Matteo Trotta, Francesco AntonioRendeva, Ignazio d’Orso, Giò Batta Vinaccia, Giò Batta della Martina, Giò Lorenzo Mazzo-la, Melchior Maturantis, Andrea Naclerio, Giò Batta Attingento, Gennaro Durante Lo nardoMaiorino, Giacinto Portio,Giuseppe Persico, Pietro de Crescenzo, Michele de Sio, GiuseppeStrozzi, Francesco Pandolfo.Tra gli argentieri attivi nell’ultimo decennio del secolo XVII, è nota l’opera: di Gennaro

Scarpellino, che nel 1693 esegui le “giarre” d’argento del “primo gradino” dell’altare dellaBasilica di San Domenico Maggiore, e di Maestro Nicola Mansone, che eseguì nel 1696 icandelieri per la chiesa Domenicana.I vari cambiamenti del marchio avvenuti durante i secoli XVIII e XIX, ci permettono di

datare i manufatti, e riconoscerne gli autori. Ogni oggetto come dettavano i regolamentiemanati nel maggio del 1798, che in sostanza confermavano quanto era stato stabilito nel-le “Capitolazioni”del 1710, ed in particolare che i lavori d’oro e d’argento dovevano por-tare il: “…marco dell’Arte, con quello del Console più antico, con quello del Fabbricante,e con quello del Toccatore…”.La definizione del marchio costituirà anche uno strumento per i sovrani, che si succede-

ranno sul trono di Napoli, per legare le produzioni al periodo del loro Regno, rendendoleidentificabili attraverso i cambiamenti introdotti di volta in volta.Anche Gioacchino Napoleone il 17 dicembre 1808, nell’ordinare le nuove regole per la

lavorazione dell’oro e dell’argento, stabilì un nuovo marchio di garanzia caratterizzato dal-la una: “testa di donna veduta di faccia, ornata in forma di Partenope, più grande pe’ la-vori d’argento, ed alquanto più piccola pe’ lavori d’oro”. Secondo le disposizioni del so-vrano francese, il nuovo marchio doveva essere adottato uniformemente in tutto il Regnodi Napoli.Ferdinando I il 15 dicembre 1823, con Real Decreto ordinò il “cangiamento de’ bolli” ed

anche la rettifica del “sistema sinora tenuto nelle nostre officine di garanzia […] che si ren-

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dono facili a potersi alterare”. Con le nuove disposizioni il sovrano intese soprattutto segna-re il ritorno al potere dei Borbone nel Regno, sopprimendo il marchio istituito da Gioac-chino Napoleone, introducendo un nuovo marchio. Il simbolo scelto dal re fu la “testa diPartenope di profilo”.I vari cambiamenti del marchio voluti dai sovrani, tesero inequivocabilmente a identificare,

attraverso un’immagine dall’alto valore simbolico, i manufatti del Regno con la Capitale.Questa volontà fu chiaramente espressa da Ferdinando II nel decreto emanato il 26 gen-

naio 1832, con cui fu immesso nuovo marchio per tutti i lavoro d’oro e d’argento che: “do-vranno contenere il distintivo della lettera N denotante nostrale [….]”.Napoli poteva vantare nel primo quarto del secolo XVIII abilissimi artefici come Antonio

de Laurentiis, Nicola De Turris, Nicola Storace e Gennaro Serrao, Antonio Tagliaferro che sa-pevano creare oggetti mirabili in oro e in argento, supportati dalla tartaruga, dalla madre-perla, dalla pietra d’Egitto e dalla porcellana bianca di Capodimonte.Molto documentata è l’attività di Antonio de Laurentiis, nel 1743 lavora già per Carlo di

Borbone e nel 1746 continua a lavorare per il sovrano con il ruolo di Orafo di Corte. Esper-to nella lavorazione di oggetti decorati apiqué incrusté d’or, le sue originali creazioni sono og-gi nelle collezioni più prestigiose d’Europa.

De Laurentiis creò per il sovrano numerose tabacchiere, tra queste, nel 1743 una in pie-tra d’Egitto montata in oro e brillanti, e nel 1747 una tabacchiera di porcellana decoratacon una miniatura nella parte interna.Tra gli argentieri che lavoravano nella Capitale nella prima metà del XVIII secolo, è noto

il Maestro Filippo de Sanctis, Saverio, Matteo Treglia, Aniello d’Apuzzo, Filippo del Giudice,Giacinto Buonacquisto, Giuseppe Sanmartino Giuseppe e Gennaro del Giudice.Per Carlo di Borbone lavorò Michele Lofrano, gioielliere di camera del sovrano, che nel

1761 eseguì su commissione regia un ricchissimo calice d’oro, ornato con numerosi brillan-ti, rubini e smeraldi. L’orefice fu anche l’ideatore dei gioielli della regina Maria Carolinad’Austria, moglie di Ferdinando IV di Borbone. In quegli anni a Corte lavorava anche l’ora-fo Matteo Tufarelli. Il nome di Matteo Tufarelli è anche nella documentazione degli oreficiche praticavano l’arte nel 1799 insieme a: Fabrizio Tufarelli, Antonio Avitabile, Giò: ed aIgnazio Vanderlich, Orazio Sessa, Luigi, Vincenzo de Angelis, Antonio Fumo Orefice RaffaeleCalifano Orefice.Consultando gli elenchi deiMaestri Orafi che esercitavano l’arte dopo la soppressione del-

le Corporazioni delle Arti, e dei divieti di esercitare l’arte fuori del Borgo, possiamo veri-ficare che la maggior parte dell’attività orafa veniva svolta ancora entro gli antichi confini.Questo dato rimase costante anche nell’ultimo decennio del secolo XIX.La lunga attività svolta nel Settecento dal Real Laboratorio delle Pietre Dure di San Car-

lo alle Mortelle e quella successiva della Scuola-Laboratorio per la lavorazione del corallo al-loggiato del Real Albergo dei Poveri di Napoli, istituita nel 1811, diretta da Paul Barthéle-myMartin, contribuì a radicare l’arte della lavorazione del corallo, anche a Napoli oltre che

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Antichi calchi di gesso di cammei, fine XIX secolo, inizi XX secoloCollezione privata

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Fasi di lavorazione di camei incisi su conchiglie sardoniche.Collezione privata

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Fasi di lavorazione di camei incisi su conchiglie sardoniche.Collezione privata

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Disegno del Collare dell’Ordine delle Due Sicilie.L’Ordine delle Due Sicilie, che comprendeva tre ca-

tegorie: Cavalieri, Dignitari e Commendatori, fuistituito da con Real Decreto da Giuseppe Napoleo-

ne Bonaparte il 24 febbraio 1808.Gioacchino Murat mantenne l’Ordine ed aggiunse

la categoria del gran Collare. Il Collare compostoda 15 medaglioni con al centro di ognuno lo stem-

ma di una provincia del Regno racchiuso in unacorona di alloro. Nel medaglione centrale, in cam-po azzurro, le iniziali J N di Gioacchino Napoleo-ne, al di sotto la stella con al centro rappresentato

nuovamente: il cavallo sfrenato, stemma della cittàe provincia di Napoli.

ASNA, Ministero degli Affari esteri,busta 5443 (ex 5620), f. 130

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Collare dell’Ordine delle Due Sicilie,oro e smalti policromi.Collezione Ricciardi.l’onorificenza siglata sul retro con il n° 8fu conferita al Ministro Ricciardi nel 1813.

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8 aprile 1805, NapoliPatente di privativa, concessa da Ferdinando IV di Borbone a Paolo Bartolomeo Martin per la lavorazione del corallo grezzo a Torre del Greco.ASNA, Ministero dell’Interno, I inv., b. 2252, inc. 3, f. 15

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12 luglio 1806Patente di Giuseppe Napoleone I per la conferma della privativa concessa a Paolo Bartolomeo Martin, per la lavorazione del corallo grezzo a Torre del Greco

ASNA, Ministero dell’Interno, I inv., b. 2252, inc. 3, f. 1

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Attrezzi da lavoro inerenti la privativadi cinque anni accordata con patente

il 12 novembre 1810 a Paolo Bartolomeo Martin,per la fabbricazione e la vendita di coralli.

ASNA, Ministero dell’Interno, b. 2253, inc. 3, all. A

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a Torre del Greco, dove la lavorazione era stata iniziata dal Martin nel 1805, grazie ad unaprivativa concessa all’imprenditore da Ferdinando IV il 27 marzo.La chiusura della Fabbrica di Martin nel Real Albergo, non segnò la fine della lavorazione

del corallo, già l’arte si era ampiamente diffusa in città dove gli ex allievi del Real Albergo,istruiti nell’arte incisoria, avevano aperto le loro botteghe. Nel 1845 l’attività era svolta da cir-ca cinquanta corallari, e alla edizione del 1853 delle Esposizione delle Industrie del Regno par-teciparono con i loro lavori in corallo gli incisori Ferdinando Costa, Giovanni Ambrosino eSebastiano Palomba. Quest’ultimo ebbe la medaglia d’oro, per la qualità delle sue opere.I gioielli creati a Napoli negli anni sopra citati erano ispirati prevalentemente al vasto re-

pertorio archeologico, ma anche a modelli gotici e rinascimentali. Una parte della produ-zione proponeva esemplari di gusto naturalistico ricchi di “fiori e frutti”, realizzati nella ric-ca varietà cromatica del corallo.I manufatti napoletani furono presentati, dopo la fine del Governo Borbone, alle Espo-

sizioni Nazionali ed Internazionali di Firenze nel 1861, di Londra nel 1862 e di Parigi nel1878.Nel 1888 circa 200 botteghe del Borgo Orefici erano qualificate nella incisione su:“ tar-

taruga, corallo e lava”. Molte botteghe erano ubicate nella “via Grande Orefici”, ma tuttele botteghe piccole e grandi poste nelle strade del Borgo: “via nuova Orefici, strada S. Aga-ta agli Orefici. strada Spezieria Vecchia, strada Pellettieri agli Orefici, Piazza larga Coppola-ri agli Orefici, vico di Mezzo agli Orefici, vico Cellini agli Orefici, piazza Coppolari agliOrefici, largo Orefici, largo Azzimatori agli Orefici, erano occupate dagli artefici dell’oro.Le lavorazioni e le specializzazioni dei vari laboratori era ampiamente diversificata, infat-

ti nel 1889 vi erano ancora 12 botteghe di Battiloro, che lavoravano “l’oro in foglie”; al-tre erano specializzate nei lavori con perle, e nella “lavorazione d’argento”, molte eseguiva-no l’elaborata tecnica dell’incastonatura delle gemme, ma la maggiore parte dei laboratoriorafi era ed è ancora oggi specializzata nella creazione di “gioielleria artistica”.

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Napoli Museo Nazionale: statuetta di Venereche si allaccia un sandalo proveniente daPompei sul marmo sono dipinti in oro monilie indumenti intimi. L’aureo reggipetto tuttotraforato a ricamo, è quel che presso le confe-zioni d’alta moda del tempo, più che stro-phion alla greca, si sarà detto reticulum, lega-to da auree bretelle al ridottissimo cinto...”

L’Arte del Tessuto

L’arte del tessuto ha remote radici a Napoli e nei territori che circondano la Città. I fram-menti di tele di lino, di sottili veli di seta e di oro, provenienti dalle antiche città di Cuma,di Pompei e di Ercolano, conservati oggi nel Museo Archeologico di Napoli, rappresenta-no delle testimonianze significative della raffinatezza dei manufatti frutto di una tradizioneche aveva già consolidato le sue radici.La creazione di stoffe d’arte - segno distintivo di una categoria sociale élitaria - era colle-

gata alle esigenze rappresentative di una clientela d’alto rango, quale la Corte e la Chiesa.I documenti testimoniano l’antica tradizione di adoperare stoffe preziose per realizzare

abiti liturgici e apparati per ornare le chiese. Gli inventari degli arredi sacri della chiesa di S.Lucia de Reginnis Minoris, presso Amalfi, registrano la presenza di preziosi tessuti di setadel VIII secolo nel patrimonio d’arredi adoperati per la celebrazione dei riti. Il “Liber Pon-tificalis” accerta che Napoli, tra l’VIII e il IX secolo, si distinse nella fabbricazione di stoffed’arte e che veniva lavorato un tessuto di un particolare color porpora chiamato: “blatin nea-politano”. (11)Il ricamo era adoperato per arricchire le stoffe; un esempio dell’arte del ricamo dell’epoca

ci è restituito dalla Mitra del vescovo di Capua San Paolino, morto nell’843. La decorazio-ne a ricamo su bande di tessuto blu-violaceo, era costituita da figure geometriche: quadratie ottagoni, realizzati con filo d’oro contornati da perle. All’interno dei quadri erano raffigu-rati il busto di Cristo, il busto della Vergine Madre, e i busti di Santi.L’industria tessile e la tintura delle stoffe è da attribuire alla presenza delle comunità Ebrai-

che in Sicilia, a Napoli e su gran parte della costa campana. Agli ebrei Federico II aveva con-cesso la gestione delle tintorie napoletane. Un primo nucleo di artefici Ebrei si era insedia-to a Napoli nel X secolo, nei pressi della Chiesa di Santa Maria in Cosmodin, detta in se-guito di “Portanova”. I drappi erano caratterizzati da orditi in lino o in lana e da trame inseta. I “drappi di Portanova” sono citati anche negli Statuti dell'arte della seta della primametà del Settecento. È da attribuire a maestranze ebraiche anche il perfezionamento delletecniche di lavorazione dei filati preziosi realizzati con lamelle d’oro e d’argento avvolti in-torno a fili di seta. I materiali preziosi erano abbondantemente impiegati oltre che nella la-vorazione dei tessuti anche nella realizzazione delle trine ad opera dei maestri “Trenettari”,che lavoravano presso la chiesa di Santa Caterina Spina Corona, edificata proprio dalla co-munità ebraica, in seguito fu chiamata Santa Caterina della Giudecca. L’antica denomina-zione di alcuni punti del ricamo ad ago adoperati dai maestri dell’arte del ricamo, come il“punto d’oriente”, e le trine dette “alla moresca”, indicano l’origine di tale arte.L’arte dei tessuti in seta ha rappresentato per la città di Napoli una importante risorsa.

Questa attività, difatti, fu tra le più diffuse in città, ed assicurava rendite considerevoli. Laseta fu nei secoli XVI e XVII, una delle voci attive di maggiore consistenza nel bilancio

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20 agosto 1633, NapoliRichiesta da parte dei consoli dell’arte

dei tessitori di tele di ampliare i capitoliconcessi all’Arte da Don Pedro di Toledo nel 1542

ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1196, inc. 52, f. 2

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26 febbraio 1611. Capitolo dell’Arte dei Ricamatori. ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1205, inc. 105, f. 2

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Abito da genitluomo, secolo XVIIMuseo Filangieri, Napoli

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commerciale del Regno. Ancora nei secoli XVIII e XIX, i dati disponibili, dimostrano chele attività di produzione e di commercio della seta mantenevano una posizione di rilievonella economia del “Regno delle Due Sicilie”.La raffinatezza e l’alto livello qualitativo dell’arte del tessuto e di quella sartoriale che ve-

nivano praticate in città nei secoli XV e XVI è testimoniata dagli abiti in damasco dei so-vrani Aragonesi e dei personaggi della Corte Vicereale che furono sepolti nella Basilica diSan Domenico Maggiore di Napoli. Gli abiti restaurati tra il 1998 ed il 2000, sono espostinella Sala del Tesoro, accanto alla Sagrestia.Il contributo dei sovrani Aragonesi fu fondamentale per lo sviluppo e progresso delle

“arti della Città”, e di quelle su cui si fondava economia della città, come l’oreficeria e lalavorazione di tessuti preziosi. Ferrante I d’Aragona incoronato Re a Barletta il 4 febbra-io 1559, oltre a promuovere la diffusione ed il commercio dei tessuti preziosi, favorì l’im-pianto di nuove strumentazioni e tecniche, concedendo finanziamenti e “franchigie” amaestri drappieri di “chiara fama”. Marino di Cataponte, di origine veneziana, fu tra iprimi artefici chiamati alla Corte di Napoli per introdurvi la lavorazione di “drappi d’oroo damaschi et broccati, velluti figurati, viridi et neri” e lavorare “carmosino figurato, per-ché questa tinta non è di questa terra et bisogna tempo per venir da Ragosa, o di Vene-zia.” (2 maggio 1465). (12)Gli interventi del sovrano furono tesi anche nell’immettere le tecniche più sofisticate co-

me quella dei drappi tessuti in oro, a questo fine nel 1473 fu stipulo un'altra convenzionecon il Maestro Francesco de Nerone perché introducesse in Città “l’Arte dell’oro e della se-ta de omne sorte”. (13)L’attenzione del sovrano per l’arte della seta fu costante, nel 1477 oltre a contrarre nuo-

vi “Capitoli” con altri maestri dell’arte, attraverso la promulgazione di un bando stabilìle regole per l’elezione del “Consoli”, che dovevano governare l’arte, e le norme per l’im-matricolazione dei tessitori e degli altri lavoranti. Nasceva così la “Corporazione dell'Ar-te della Seta”, che stabilì la sua sede nella Chiesa di San Filippo e Giacomo e come pa-trono S. Giorgio.Il repertorio documentario dell'arte della seta custodito nell'Archivio di Stato di Napoli,

rivela che gli imprenditori dell'arte della seta erano personalità di rilievo della Città e appar-tenevano alla classe nobiliare, come i Milano, i d'Aquino, i Ravaschieri, i Caracciolo diBrienza, i Ruffo ed i Sanseverino di Brienza etc…La élite nobiliare controllava il complesso ciclo lavorativo della seta che era prodotta anco-

ra nelle zone coltivate vicine alle mura della Città come quelle collinari di S. Biase, circa 16moggia, che nel 1509 erano state concesse in enfiteusi alla Real Certosa di San Martino alConte di Cariati Giovan Battista Spinelli. (14) L’area concessa al Conte era stata denominatadella Celsa perché il Conte vi aveva fatto piantare una gran quantità di pregiate piante di “cel-si, e mori e bianchi, utili per: alimentare i bombici della seta”. - Erano trasportate a Napoliper essere commercializzate e lavorate anche le sete prodotte in Calabria e in Basilicata.

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Nel 1578 secondo i dati della Sommaria erano entrate a Napoli per essere lavorate “1500balle di seta”, quindi circa 412500 libbre di materia prima. I dati del 1607- 1608 dimostra-no il progressivo aumento delle sete (libbre 635714) che venivano portate in città per es-sere usate “dall’Arte della seta”.La seta prodotta nel Regno di Napoli era esportata nel secolo XVI a Firenze e a Lucca.

Oltre alle famiglie nobiliari napoletane, erano interessate al lucroso commercio della seta al-cuni esponenti delle più antiche famiglie di Bergamo: gli Agazzi, gli Avinatri, i Benagli, iBorelli, i Boselli, etc... .Secondo le dichiarazioni rese dai consoli dell’arte nel 1585 a Napoli erano impegnati nel-

l’arte della seta la “maggior parte della popolazione napoletana”. Nel primo quarto del se-colo XVII, sempre secondo i consoli “più di 300.000 ruotavano intorno alla seta, mentre5.000 sono iscritti” all’arte. (15)Si valuta che in città alla fine del secolo XVI erano impiegati nella produzione di seterie

25.000 persone ed erano tenuti in attività 6.000 telai.

I tessuti in seta, oro e argento

La produzione napoletana di tessuti di seta con oro e argento ebbe un rilevante sviluppoa Napoli nel XVI secolo, favorita dagli interventi promossi dal governo aragonese alla finedel Quattrocento.L’arte dei tessuti lavorati con oro e argento lamellare raggiunse una larga diffusione, gra-

zie ad una più razionale regolamentazione e alle licenze concesse dal governo a esperti mae-stri fiorentini. Tra questi Senese Frasetti, che aveva ricevuto il privilegio di “battere, far bat-tere e filare l’oro del modo che si fa in Fiorenza”, e Antonio Francesco Castrelli e France-sco Targioni. (16). In città comunque rimase maggiormente diffuso il metodo antico ado-perato dai circa cento dei “tiraloro” nostrani che esercitavano nel 1626. (17) Questi utiliz-zavano 10.000 libbre di argento per creare i filati; mentre i filati creati dai battiloro necessi-tavano di un minore quantitativo del prezioso metallo.La scelta definitiva tra le due lavorazione avvenne nel 1639, quando fu decretato che le

operazioni di fusione dovessero essere concentrate e svolte soltanto nel quartiere del Lavina-io, in una bottega aperta e fruibile dal pubblico, e peraltro vicina alle regie fonderie. Inoltreera assolutamente proibito tenere nelle abitazioni “forge, mantici” e altri attrezzi atti a “po-ter fondere (e) martellare e indorare le suddette verghe”. Le verghe poi dovevano essere la-vorate dai battiloro e dai tiraloro in botteghe “esposte al pubblico” e non nelle case.I preziosi filati erano adoperati per lavorare le trine, i passamano d’oro, per creare ricami

e nella la tessitura di tessuti “lamati, allucciolati”, e nei broccati.I tessitori d’oro e d’argento ottennero nel 1626 nuovi capitoli, aggiunti agli antichi pro-

prio per regolamentare l’accesso al mestiere, che si poteva ottenere tramite un esame, che

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Uniforme dell’Ordine di San Gennaro(particolare) Secolo XVIIIMuseo Filangieri, Napoli

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doveva essere svolto dopo un periodo di apprendistato della durata di due anni presso unmaestro. Anche i cinquantaquattro maestri tessitori d’oro e d’argento “à spolino” che eser-citavano l’arte nel 1654 tesero a specializzare l’arte, imponendo nuove regole per l’ingressoal mestiere di drappieri. (18)I drappi napoletani erano apprezzati e ricercati nella prima metà del secolo XVII, in In-

ghilterra, in Olanda, nelle Fiandre. Anche le Corti italiane ed europee richiedevano i ma-nufatti lavorati a Napoli.

L’Arte del tessuto negli anni del Regno dei Borbone di Napoli

La crisi in atto nel settore della produzione di tessuti serici a Napoli è evidenziato dallanetta diminuzione dei nuovi iscritti all’arte agli inizi del secolo XVIII. Infatti tra il 1707 eil 1734 risultano 1636 nuovi immatricolati. Nonostante i provvedimenti presi dal gover-natori austriaci tra il 1713 e il 1714, per favore in particolare la lavorazione dei drappi tes-suti con oro e argento, emanando leggi che dovevano proteggere le produzioni del Regno.L’insediamento di Carlo di Borbone segnò l’inizio di una politica più incisiva in favore

dell’arte serica napoletana. Un Memoriale inviato al sovrano dagli artefici di Napoli accu-sava i Consoli dell’arte del decadimento della qualità dei manufatti “un tempo perfettissi-ma”. I tessitori chiedevano al Re di vietare l’importazione di manufatti prodotti all’estero.Inoltre gli operatori chiedevano che fossero ristabilite le antiche regole di lavorazione, cheessi ritenevano ancora attuali e costituivano un valido sostegno per combattere la concor-renza estera.Il sei aprile 1735 fu istituita la Giunta di Commercio, che doveva assolvere al compito di

avviare una innovativa politica per favorire lo sviluppo di uno dei più importanti settori pro-duttivi del Regno dei Borbone di Napoli, in particolare della lavorazione delle“stoffe d’oroe d’argento”.I primi provvedimenti del governo nel 1737 furono rivolti a vietare le importazioni di

drappi di seta. Oltre a negare l’ingresso dei manufatti prodotti all’estero, la politica del go-verno tese soprattutto a favorire l’ingresso nel Regno di manodopera specializzata e soprat-tutto di fornire le nuove manifatture, che intendevano far nascere, di strumenti di nuovainvenzione introdotte in Piemonte e a Lione.I nuovi Statuti dell’Arte della Seta della città di Napoli, emanati con diversi bandi, dal mar-

zo del 1740 al maggio del 1741, eliminarono i vincoli imposti dalle prammatiche Vicerea-li, ma non previdero ancora incentivi per la creazione di tessuti prototipi. Solo nel 1751, aNapoli e nel 1752 a Messina, l’approvazione di nuove Regole, legalizzò la lavorazione diDrappi all’uso forastiero e di fabbricarne altri di nuova invenzione. (19)La conquistata libertà d’invenzione non incise però sui prezzi dei tessuti regnicoli che ri-

masero alti e non competitivi. La creatività dei tessitori meridionale, per avere i risultati spe-

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Pianta del Real Convitto delCarminello, primo quarto del sec. XIXDim. mm 300 x 210.BNN C. Geogr.a 5 a 80Il grafico documenta il progetto diriconfigurazione a pianta quadratadell’edificio, con la demolizione di partedelle antiche murature, per creare nuovigrandi vani sul lato sinistro peralloggiare la Filanda, la Tintoria e loSpanditoio, illuminati da grandiaperture proiettate sul giardino internoprevisto nel progetto. Le trasformazionisono indicate nel grafico con diversicolori: il grigio indica le antichemurature da salvare, il nero le nuove daedificare, il rosa le mura antiche dademolire per liberare l’area destinata agiardino e per innalzare la nuovafabbrica. Nel Real Convitto, sede di unascuola di filatura e torcitura della seta,per volere di Ferdinando IV di Borbonenel 1787 era stato costruito il primoimpianto nel Regno di Napoli per lafilatura della seta organza con il“mulino alla Piemontese”. Durante ilRegno di Gioacchino e Carolina Murat,l’Ispettore Le Riche, membro della“Commissione Amministrativa delCarminello” fece costruire “a sue spese”un nuovo impianto per la filatura etessitura del cotone.

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1816, Disegno del Gallone ed Asola per le Uniformi di Gala dei Mozzi d’Officio e Mozzi di PiantaASNA, Amministrazione di Casa Reale, inv. III, Maggiordomia Maggiore, vol. 374

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rati, doveva essere supportata dall’immissione nel Regno di strumentazioni innovative co-me il “Torsiere ad acqua alla Piemontese” che, come tenne ad affermare Domenico Grimal-di, erano macchine “ignote tra noi giusto perché non adopriamo l’Organzino nelle nostremanifatture”, e dei telai a “piccolo tiro”, ideati dal tecnico francese Gacon nel 1717 che per-mettevano la costruzione di broccati perfetti con costi più contenuti impiegando tempi emanodopera minori.La formazione di artefici edotti all’uso delle tecniche più aggiornate, fu uno dei problemi

centrali alla cui risoluzione si provvide con sollecitudine creando scuole specifiche. Carlo diBorbone intese caratterizzare i provvedimenti in favore dello sviluppo delle attività produtti-ve del Regno associandoli a vasti interventi di urbanizzazione del territorio per creare nuovi,attrezzati, poli di produzione, ubicati in imponenti edifici-simbolo della presenza dello Stato.Carlo di Borbone intese affermare che il re era l’unico riferimento supremo del buon go-

verno: egli era l’unico soggetto istituzionale in grado di elaborare una strategia politica edeconomica, di creare strutture sociali e produttive in un Regno come quello di Napoli, pertroppo tempo soffocato dalla politica vicereale, dove la classe degli imprenditori era fram-mentata e di scarsa rilevanza.Fuori delle Mura della Città Carlo di Borbone, con Real Editto del 25 febbraio 1751, de-

liberò che fosse costruita la più grande fabbrica del Regno: “il Real Albergo dei Poveri, do-ve introdurre le proprie, e necessarie arti, affinché tal opera riesca grata a Dio, e di benefi-cio a questa Città, e Regno”. (20)L’Albergo fu sede di molteplici scuole e laboratori-scuola, dove furono istruiti alle arti i

giovani senza occupazione stabile che furono sottratti alla condizione di mendicità, conver-tendo le loro energie disgregate in forza lavoro qualificata. (21)“Nell’Origine della popolazione di San Leucio e i suoi progressi fin’oggi” (1789), il sovrano

afferma le ragioni di utilità dell’impresa “Utile allo Stato, utile alle famiglie, e finalmente uti-le ad ogni individuo”, ricollegandosi idealmente e fattivamente all’idea-progetto di Carlo diBorbone e ai principi espressi dal sovrano nel fondare il “Real Albergo dei Poveri”. (22)Ferdinando affermò inoltre che l’introduzione “di una manifattura di sete grezze e lavo-

rate di diverse specie doveva fungere di modello ad altre più grandi”. (23)Un concetto illuminato basato sul principio che è possibile agire per cambiare profonda-

mente la società, programmando lo sviluppo del territorio, valorizzandone le potenzialità,ponendosi come obiettivo il benessere e la felicità dei cittadini.La Colonia della seta voluta dal sovrano era composta da un centro abitato, dalle filande,

dalle tintorie e dai laboratori di tessitura, la casa del re dominava centricamente il nuovo in-sediamento. Un ciclo produttivo completo, che comprendeva anche la commercializzazio-ne. Nelle seterie furono immesse le strumentazioni all’avanguardia e chiamati a dirigere ivari settori, i tecnici più esperti. Nel 1790 il direttore delle stoffe del Belvedere era il francesePaolo Dinant, il direttore delle stoffe della Vaccheria era GiovanMaria Verney; il direttore del-la macchina della seta, l’inglese Malcom Locan.

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1816, Disegno dell’Uniforme di Gala dell’AjutoASNA, Amministrazione di Casa Reale, inv.

III, Maggiordomia Maggiore, vol. 374

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Il lavoro della Fabbrica di sete fu collegato a una Fabbrica di ricami aperta nel 1794 “per aiu-tare arricchire, e smaltire le stoffe stesse, che si tessono a San Leucio”. La direzione della fabbri-ca ubicata nel palazzo dei Forgioni a Sala, fu affidata al maestro ricamatore AngeloMorina. Al-la struttura attrezzata con quaranta grandi telai da ricamo, fu annessa una scuola di ricamo.Negli anni le Fabbriche delle sete furono continuamente dotate di attrezzature all’avanguar-

dia atte alla lavorazione di ormesini, broccati, damaschi, pekin rigati, velluti lisci e operati. Nel1823 furono montati i nuovi telai alla Jacquard, ideati dall’omonimo tecnico nel 1801, cheerano presentati per la prima volta all’Esposizione Nazionale di Lione nel 1819. L’introdu-zione del nuovo telaio aveva rivoluzionato i sistemi produzione, rendendo possibile la lavo-razione di stoffe broccate, mediante il lavoro di un solo tessitore.Nella Fabbrica Reale furono realizzati negli anni gran parte dei parati per le dimore reali; nel

1816 fu tessuto il parato di velluto cremisi a tre peli per la Sala del Trono del Real Palazzo diNapoli. Il parato fu arricchito con un complesso decoro ideato dal pittore Gennaro Bisogno(24) caratterizzato da “otto candelabre ricamate nei cantoni e finimenti in oro per definire ilcornicione e le parti superiori dei lambrì e da gigli d’oro posti sui quadri”. Il ricamo a fili d’orofu eseguito dalle ricamatrici del Real Albergo dei poveri di Napoli, che impiegarono per piùdi un anno per completare il lavoro. L’apparato fu posto in opera nel 1818, completato da“drapperie di velluto celeste ricamate in oro”. (25) I parati lavorati tra il 1826 e il 1832 furo-no il risultato dalla fruttuosa collaborazione che si era istaurata tra Antonio Niccolini, e i tec-nici delle seterie. L’architetto della Real Casa ideò i disegni dei parati degli appartamenti deisovrani nel Palazzo di Napoli e di Capodimonte, poi costruiti sui telai della fabbrica leuciana,contrassegnati da disegni alla “Pompeana”. (26)Negli anni Quaranta la fabbrica produsse una vasta serie di tessuti sofisticatissimi, intes-

suti con fili di vetro colorati con oro oppure con argento. La creazione dei fili fu affidata aGio. Rordorf, esperto nella costruzione di strumenti di fisica e chimica. In quegli anni permigliorare la qualità dei disegni preparatori e delle “messe in carta”, indispensabili per laperfetta realizzazione dei decori, fu assunto il disegnatore francese Agostino Curnillon. Ildisegnatore ideò i disegni dei tappeti da inserire negli arredamenti di alcune stanze del Re-al palazzo di Napoli.Le “note di seterie” inviate dalla Real fabbrica all’ufficio della Real Tappezzeria, ricche di

dettagli sulle caratteristiche delle stoffe, costituiscono una fondamentale traccia per rico-struire la vita produttiva dell’azienda reale. Altrettanto importante è l’intensa corrisponden-za che intercorse tra il Maggiordomo Maggiore del Re e la direzione delle Fabbriche, e traquesta, l’ufficio di tappezzeria e gli architetti della Real Corte, che ci consentono di cono-scere le norme del Fare, e i tempi di elaborazione dei vari prototipi, che erano poi presen-tati al sovrano per l’approvazione. Il recente ritrovamento di disegni e di prototipi coimpie-gati alle definitive pratiche che ratificavano gli accordi esecutivi, ci permettono di basare sudocumenti inconfutabili il percorso tecnico-artistico delle Reali seterie.I Borbone tesero anche a salvaguardare la vocazione operativa e commerciale della città di

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Napoli e del Mercato della città di Napoli. Nel maestoso edificio del Carminello fu allestita lascuola di filatura e torcitura. Per volere del sovrano Ferdinando IV nella struttura venne co-struito nel 1787 il primo impianto del Regno di Napoli per la filatura della seta organza conil “Mulino alla Piemontese”. Nella scuola-laboratorio furono sperimentate moderne stru-mentazioni per concepire filati prototipo da impiegare nella produzione di nuovi tessuti egalloni; quest’ultima fase fu affidata alle Reali Fabbriche di San Leucio.Durante il regno di Gioacchino e Carolina Murat, l’Ispettore Le Riche, “membro della

Commissione amministrativa del Carminello”, diversificò le lavorazioni facendo costruirenell’edificio una moderna attrezzatura per la filatura e la tessitura del cotone.Nella memoria del Fare della nostra Regione le manifatture dei Borbone rappresentano

un momento fondamentale di conoscenza rigorosa delle peculiarità territoriali e di confer-ma dei suoi valori che ancora oggi contrassegnano la continuità della tradizione.Il Borgo del Mercato ha conservato ancora oggi le sue attività legate all’arte tessile, e nel-

le Botteghe del Mercato si possono acquistare, come avveniva nel XIII secolo, preziosissimigalloni, gros e broccati manifatturati dalle antiche Fabbriche delle sete di San Leucio ed an-che raffinati tessuti operati, organze e pizzi provenienti da manifatture francesi; soffici lanetessute in Inghilterra, e candidi lini d’Olanda.

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 62

Note

1 I vari settori commerciali e corporativi non erano ancora chiaramente delineati, questo avverrà solo nel XIIIsecolo a seguito della legislazione di Federico II, che previde una identificazione delle tipologie e quindi ad unprimo sistema organizzativo, che originò la loro identificabilità nel tessuto urbano.

2 ASNA Corporazioni Religiose Soppresse, vol. 17923 Seguendo le note trascritte nei libri dei conti del convento di San Domenico, possiamo ricostruire la storia

delle botteghe e conoscere i nomi degli artefici a cui erano state fittate le botteghe. I contratti stipulati e lariscossione dei fitti indicano che una delle botteghe era stata affittata per “anni ventinove “ agli Orefici Fran-cesco e Antonio d’Armenza. In seguito il contratto d’affitto fu rinnovato per altri 29 anni ad Aniello d’Ar-menza, figlio di Francesco.Nel 1536 la bottega era occupata da Domenico Fontana e nel 1577 al figlio Antonio. L’anno successivol’orafo Vincenzo Porpora, acquistò il locale.Le altre “Botteghe agli Orefici”, ereditate dal convento di San Domenico Maggiore, erano state locate nel1483 agli Orafi: Giesemundo Fiore e Giò Domenico di Lieto di Napoli.

4 Il Monastero di Santa Chiara nel XVI secolo avere ricevuto in dono alcune botteghe nel Borgo degli Ore-fici, che erano state date in gestione a vari orefici. I documenti contabili ne riportano i nomi e documenta-no i passaggi avvenuti negli anni. Infatti l’ampio locale ubicato nella strada degl’Orefici, dalla parte dellaPiazza della Loggia di Genua, che poteva avvalersi di due porte, una dalla Strada degl’Orefici e l’altra dallaparte del Sopportino del pane, dal 23 ottobre 1529, era occupata da Tommaso Garofano. Un’altra botte-ga sita nella Strettola era locata dal 17 aprile 1581 a Giò Andrea Ciuffo. Altri locali ubicati nella strada de-gli Orefici e Strettola risultano dal 12 febbraio 1620, concessi in fitto a Andrea Persico

5 G. Tescione, Statuti della Seta a Napoli ivi 19336 ASNA Cappellano Maggiore, Statuti delle Corporazioni, Ministero Interni II inv. Arti e Mestieri.7 Ibidem8 ASNA Cappellano Maggiore, busta 1183, inc. 74; busta 1196, inc. 12, 14, 15, 29, 74; busta 1201, inc. 47.9 I Battiloro nei secoli XV e XVI, perfezionarono il metodo di lavorazione dell’oro membranaceo di deriva-

zione orientale. Gli artefici attraverso un lungo e paziente lavoro che consisteva nel ridurre l’oro in sottili la-mine battendo per ore il metallo con martelli di varie dimensioni. I fogli così ottenuti venivano tagliati in

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte63

sottilissime strisce, le lamelle erano adoperate per costruire tessuti ricchi d’oro detti “lastre”, ed anche ado-perati per confezionare altre tipologie di filati d’oro.G. Passero, Diurnali di Giuliano Passero “Incomincia lo libro delle Cose de Napoli scritto da me GiulianoPassero setaiolo napoletano - Lo quale prima di me fu incominciato à scrivere dalli miei antecessori, 1240a 1515”. Manoscritto

10 R. Levi Pisetzky, Il costume e la moda nella società italiana, Torino 1978, p. 190R. Nardi, in Vittoria Colonna e Michelangelo, Firenze 2005, pp. 44,45.

11 Liber Pontificalis, II, 30. R.Farioli Campanati, Le arti suntuarie, Como 1982 p. 40312 G. Tescione L’Arte della seta a Napoli, ivi1932 p.13 N. D’Arbitrio San Domenico Maggiore “La Nova Sa-

crestia”- Le arche, gli abiti dei Re Aragonesi, ivi 2001pp. 88,89.13 N. D’Arbitrio op. cit. 2001 p. 95.14 Antiche scritture inedite rintracciate da chi scrive precisano i nomi dei beneficiari e la cronologia del-

le concessioni date dal Monastero di San Martino; infatti il territorio poi detto “delle Celse”, era statoconcesso a Gio’ Canoro, con “Istrumento de’ 19 luglio 1494” redatto dal “Notar Vincenzo Sommanodi Napoli”. Il Monastero aveva poi il 14 maggio 1509, con atto redatto dal “Notar d’Asti” concessoin enfiteusi il terreno di 16 moggia. Nella stessa data fu redatto dal “Notar Francescho Cesareo di Na-poli” un altro contratto di concessione di un terreno, sempre di proprietà del Monastero, per un “ ca-none annuo di f.‘50”. Un’altra concessione fu redatta il 12 dicembre 1509 con “Istrumento” del No-tar Antonio Palermo, in favore di “Don Marino d’Alessandro nonché a Don Batta Spinelli, Conte diCariati un pezzo di terra nel luogo di sotto Sant’Eremo accosto ai Beni di Ceusa per il prezzo di f.80”.Il Monastero di Santa Chiara aveva concesso, sempre in enfiteusi, al Conte di cariati altre dieci mog-gia di terreno, che erano situate, come recita il contratto; “fuori le Mura e le Porte del Castello nuovodi Napoli giusta li Beni di Don Paolo Tolosa ed altri confini per l’annuo canone di f. 20”. (“Censi del-la Real Certosa di S. Martino 1754”. ASNA vol. 2057 bis).L’area concessa al Conte di Cariati (poi Principe), era stata denominata della Celsa perché il nobiluomo viaveva fatto piantare una gran quantità di pregiate piante di: celsi, e mori e bianchi, utili per: alimentare ibombici della seta. E’ ipotizzabile che, oltre alla coltivazione dei gelsi, nella zona fosse stato predisposto an-che un impianto di bachicoltura e quindi di trattura della seta.

15 ASNA Cappellano Maggiore f. 1184, inc. 34. Relazione dei Consoli dell’Arte, febbraio 1585.R.C. S. Processi f. 592.

16 ASNA R.C.S. Consulte, vcol. XX 1606-1608 inc. 26t.17 ASNA Cappellano Maggiore f. 1205, memoriale 1626.18 ASNA Cappellano Maggiore f. 1196, inc. 33 (anno 1652).19 Nel Capitolo quarto fu eliminata la clausola che imponeva che per lavorare drappi di nuova invenzione fos-

se indispensabile la licenza dei Consoli dell’arte.20 A. de Sariis, Codice delle Leggi del Regno di Napoli. Editti di Carlo e Ferdinando IV, Napoli MDCCXCII.

Erezione del generale Albergo dei Poveri per introdurre le necessarie arti, e fondazione d’una laical Congra-gazione (…) Attesa la memorabile penuria dell’anno 1764 (…). N. D’Arbitrio L. Ziviello, Il Real Albergodei Poveri di Napoli - Carteggi 1752-1896, Napoli 2001 pp. 122,123.

21 N. D’Arbitrio, L’Utopia realizzata, San Leucio, le fabbriche del re, in Campania Felix, anno V n. 10 Napo-li Marzo 2003, pp. 52-57.

22 Dopo la delibera della Giunta degli Abusi che nel 1767 aveva decretato l’espulsione dei Gesuiti, si detteinizio a un complesso programma d’istruzione professionale ubicando le scuole-laboratorio nei conventi di-smessi di San Giuseppe a Chiaia e nel Carminello al Mercato, dove fu alloggiato un conservatorio perl’istruzione delle fanciulle all’arte della filatura della seta.

23 N. D’Arbitrio, Le manifatture reali, in Lo Bello Vedere di San Leucio e le Manifatture Reali, Napoli, 1998,pp.188,189.

24 G. Tescione, L’arte della seta a Napoli, ivi 1932 p. 247 – G. Garzya, Interni neoclassici a Napoli, ivi 1978,p. 80,83. Napoli

25 N.D’arbitrio, Le Manifatture Reali, in “Lo Bello Vedere” di San Leucio e leManifatture Reali. Napoli 1998pp. 226, 227.

26 N. D’Arbitrio Alcune precisazioni sui tessuti, in Antonio Niccolini architetto e scenografo alla Corte di Na-poli (1807-1850) a cura di Anna Giannetti e Rossana Muzii, Napoli 1997. pp. 64-67. – N. D’ArbitrioOp.cit. Napoli 1998 pp. 232, 233.

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I gioielli del Borgo tra passato e presente

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Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIX, prima metàLa lavorazione di oggetti in pietre laviche ebbe una larga diffusione nei primi decenni dell’Ottocento.Gli oggetti molto apprezzati e ricercati dai visitatori stranieri che attribuivano agli oggetti un forte valore evocativo dei luoghi che avevano visitato.Collezione privata

Spilla in oro, perle e cameo. Secolo XIX, prima metàLa spilla, definita da un cammeo all’antica di raffinata fattura, è racchiusada un fitto filo di perle infilate, legate in oro.Collezione privata

Anello in agata nera e diamanti. Sec. XIX. Prima metàIl gioiello è caratterizzato da una decorazione centraleispirata a motivi classici.Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 66

Cammeo in pietra lavica, montato in oro. Secolo XIXLa delicata incisione rappresenta un busto di donna di profilo abbigliata all’antica. Collezione privata

Cammeo in pietra lavica grigia. Secolo XIXLa incisione delinea un profilo di donna pettinata all’antica. Collezione privata

Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIXIl manufatto è scandito da sei grandi cammei di pietra lavica, di vario colore. Collezione privata

Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIXLa complessa lavorazione dei cammei su pietra lavica, ebbe nell’Ottocento ed anche nei primi decenni del Novecento, una larga diffusione a Napoli.Le raffigurazioni femminili, definite da eleganti acconciature, furono certamente quelle predilette dagli artisti. Collezione privata

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1. Anello, oro 12 kt, 1872 ca. NapoliMarchio: Testina di cavallo

Anello in lamina di oro con lettera R (ricordo)incisa - smalto nero e azzurro. Collezione privata

2. Anello, oro 12kt, 1872 ca. NapoliMarchio: Illegibile

Anello in lamina di oro con placchetta sovrappo-sta- piccola lettera A (amore) smalto nero, bianco e

azzurro. Collezione privata

3. Anello, oro12 kt, 1872 ca. NapoliMarchio: Testina di cavallo

Anello in lamina di oro foderata sbalzata e smaltoazzurro. Collezione privata

4. Anello, oro 12kt, 1872 ca., NapoliMarchio: Testina di cavallo

Anello in lamina di oro foderata .Scudo con letteraS (souvenir) su smalto azzurro. Collezione privata

5. Anello, oro 12kt, 1872 ca. NapoliMarchio: Testina di cavallo

Anello in lamina d’oro con placchetta applicata,scritta AMO e smalto nero. Collezione privata

6. Anello, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope

numero 6Anello in lamina di oro foderata sbalzata e smalto

nero. Collezione privata

7. Anello, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero

6 Orafo CBAnello in lamina di oro sbalzata .Un quadrifoglioapplicato con 2 foglie in smalto azzurro una insmalto rosso una in smalto verde. Collezione privata

8. Anello, Oro 12kt, 1872 ca., NapoliMarchio: Testina di cavallo

Anello in lamina di oro foderata. Due mani sistringono tra smalto azzurro e lettera S su smalto

blu. Collezione privata

9. Anello, oro12kt, 1850 ca., NapoliAnello in lamina di oro foderata. Al centro due

mani che si stringono - smalto azzurro.Collezione privata

10. Anello, oro12kt, 1850 ca., NapoliAnello in lamina di oro foderata. Al centro due

mani che si stringono - smalto azzurroCollezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 68

Orecchini in Oro12kt, perle e pasta vitrea Napoli 1832-1872Marchio: Lettera N profilo di Partenope, numero 6.Coppia di orecchini a bottone con doppia fila di perline scaramazze. Collezione privata

Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope nu-mero 6Orecchini in lamina foderata con applicazionedi un ramo con foglie e smalto cobalto.Castone con tormalina taglio smeraldoCollezione privata

Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera E testina di Partenope, nu-mero 4Orecchino in lamina con foglia applicata esatinata. Castone con granatoCollezione privata

Orecchini, Oro 12 kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope nu-mero 6Orecchini a catenaccio con al centro tremaglie in laminaCollezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte69

Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6Orecchini oro a goccia piatta con decorazione di fili di coralli semplici.Piatto liscio con decoro in filigranaCollezione privata

Spillo, corallo e oro di bassa caratura, Primo quarto sec. XX, Torre del GrecoSpillo di forma ovale formato da foglie in corallo mediterraneo montatein oroCollezione privata

Tiara in corallo sfaccettato. Primo quartosec. XIXCollezione privata

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Collana in corallo fiori e foglieprima metà del secolo XIXCollezione privata

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Orecchini, bracciale e spilla in corallo fiori e foglieprima metà del secolo XIX

Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 72

Bracciale, oro di bassa caratura, corallo mediterraneo e pietra lavica.Ultimo quarto del sec. XIX, NapoliBracciale composto da quattro fili di corallo misto a pietra lavica lavorata a forma di rocchettocon fermezza composta da un cammeo in corallo di forma ovale con busto femminile.Collezione privata

Spillo, Corallo e metalloPrimo Quarto del sec. XX, Torre del Greco NASpillo a forma di grappolo di uva in corallo mediterraneo e metalloCollezione privata

Spillo, Oro e corallo mediterraneoCorallo sec. XIX ; montatura prima metà del sec.XX, Napolispillo formato da un cammeo antico ovale con viso femminilein corallo rosso mediterraneo. Montatura deco in oroCollezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte73

Spillo e Pendente, oro 18kt, Prima metà sec.XXParte di completo composta da spillo e pendente ornati l’uno con 5

l’altro con 4 paste vitree verdi. Collezione privata

Coppia di orecchini e pendente, Oro 12kt e perline, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6

Orecchini con pendente a forma di grappolo piu’ singolo pendente interamente ricoperti di perline.Paste vitree sono al centro dei bottoni e dei tre grappoli. Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 74

Collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6Collana breve formata da fili di lamina d’oro traforati e non, uniti tra loro con maglie a catena. Al centro due piastre in oro lavorate a filigranaCollezione privata

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Collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6Collana breve formata da fili di lamina d’oro traforati e non, uniti tra loro con maglie a catena. Al centro due piastre in oro lavorate a filigranaCollezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 76

Grande collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMARCHIO : Lettera N profilo di Partenope numero 6Grande collana breve formata da vari fili in lamina d’oro traforata e non,uniti tra loro con maglie a catena. Doppio medaglione centrale lavo-rati a filigrana e smalti rosso cobalto e bianco.Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte77

Pendente piccolo, oro 12kt, 1850 circa, NapoliPiccolo pendente tondo cm 3,5 lavorato a filigrana

con due cuori centraliCollezione privata

Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, NapoliPiccolo pendente tondo lavorato a filigrana

Collezione privata

Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, NapoliPiccolo pendente tondo lavorato a filigrana

Collezione privata

Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, NapoliPiccolo pendente tondo lavorato a filigrana

Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 78

Spillo, oro e conchiglia sardonicaPrimo quarto sec. XXCammeo su conchiglia raffigurante profilofemminile e colomba montato in oroCollezione privata

Spillo, oro di bassa caraturae incisione su conchiglia sardonica

Ultimo quarto del sec. XIXCammeo ovale con figura femmile.

Collezione privata

Spillo, Oro e conchiglia, Torre del GrecoUltimo quarto del sec. XIXCammeo ovale su conchiglia.Profilo femminile con ricca acconciatura e fiori.Collezione privata

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Bracciale, Metallo e pietra lavica, Primo quarto sec. XX, NapoliBracciale composto da 11 piccoli cammei ovaliin pietra lavica di vari colori con profili femminiliCollezione privata

Bracciale, Oro bassa caratura e pietra lavica, fine sec. XIX, NapoliBracciale composto da sette medaglioni ottagonali in pietra lavicalavorate a cammeo con figure femminili danzanti.Collezione privata

Spillo, Oro 12kt, 1832-1872, NapoliMarchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6

Spillo in lamina di oro sbalzata cesellata satinata e smalto nero.Castone centrale con pasta vitrea rossa a forma di fiore.

Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 80

Completo orecchini e spillaOro e diamanti.

Seconda metà secolo XIXCollezione privata

Orecchini, Anello e Bracciale, in oro, granati, turchesi, rubini e perle, secolo XIX, seconda metà.I manufatti di gusto eclettico, sono ispirati a modelli in auge nel XVI secolo.Non solo nel disegno, ma anche nella esecuzione tecnica dell’incastro delle pietre “a notte”.Collezione privata

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte81

Finimento composto da: spilla e orecchini in oro, perle, smeraldi e cammei incisi su malachite. sec. XIX, primo quarto.La spilla, definita una complessa incisione, è completata da una cornice di perle e da palmette in oro d’ispirazione classica.

Anche gli orecchini presentano una elaborata montatura, in oro e perle. Collezione privata

Bracciale con nodo SavoiaOro gialloSeconda metà secolo XIXMuseo Filangieri, Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 82

Orecchini a goccia in oro e perle, Secolo XIX, prima metàIl gioiello è contrassegnato nella montatura con la N.che indicava i gioielli creati a Napoli.Collezione privata

Il pendente in oro, diamanti, smeraldi e cammeo centrale in corallo è ispirato a modelli classici.La catena in oro è a maglie rettangolari Seconda metà del sec. XIX Collezione privata

Bracciale in oro, corallo e perle. Sec. XIXCollezione Sorrentino

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte83

Bracciale in oro sbalzato, prima metà del secolo XXCollezione Cosimo Caruso

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 84

Pendente in oro giallo, smalto e perlaCollezione Monti Gioielli

Spilla in oro bianco e rose di diamantiCollezione Monti Gioielli

Coppia di fibbie in oroCollezione Argenterie de Laurentiis

Decorazione in oro sbalzatoCollezione Argenterie de Laurentiis

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte85

Bracciale in oro sbalzatoCollezione De Marco Gioielli

Catena e pendente lavorato in oroCollezione De Marco Gioielli

Anello in oro giallo con zaffiro rosaCollezione De Marco Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 86

Anello, oro bassa caratura, pietre di coloreCollezione Marchetiello Gioielli

Orecchini e spilla, in oro, coralo e rosetteCollezione Marchetiello Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte87

Completo composto da collana,spilla, orecchini e bracciale,oro e lacche nere, bianche e turchesi (sul retro)Collezione Marchetiello Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 88

Parure in oro bianco, rubini e brillantiStile d’Oro

Zaffiri, acquemarine e perle montate su oro biancoStile d’Oro

Le attuali creazioni d’arte del gioiello del Borgo Orefici

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte89

Collana in argento dorato con granati montati agiorno

Antonio Canzano Gioielli

Orecchini in argento dorato e oniceCampanile Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 90

Orecchini in oro, argento, brillanti e smeraldiRed Velvet

Orecchini in oro bianco e brillantiRed Velvet

Spilla a piumain oro bianco, brillanti e acquamarina. Il gioiello è ispira-to alle piume di brillanti in voga nella prima età del secoloXVIII, è stato concepito come due parti sganciabili che pos-sono essere indossate separatamenteDino Costa

Spilla a fiorein oro bianco con diamanti bianchi.

Il gioiello è ispirato a un motivo decorativodel secondo decennio del secolo XIX.

Sesto Senso Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte91

Collana in oro bianco, diamanti e rubiniDino Costa

Pendente, in oro bianco, diamanti e acquamarineIl gioiello è ispirato a modelli in auge nel secolo XVI

Dino Costa

Orecchini in oro bianco con diamanti e ametiste (durante la fase di lavorazione)Il gioiello è ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIXDino Costa

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 92

Orecchini a pendente, oro rosso,diamanti e perleIl gioiello è ispirato a modellidella prima metà del secolo XVIIICarmine Bosco

Parure in oro bianco e perle e zaffiri.Il completo è ispirato a modelli

della prima metà del secolo XVIII.Carmine Bosco

Spilla in argento, perle e diamantiIl gioiello è ispirato a modelli in augenel secondo decennio del secolo XIXCampanile Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte93

Collana e orecchini, perle grige, oro rosso e rose di franciaIl gioiello è ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIXGioielli Esposito

Bracciale in oro e cammei con amorini incisi su conchiglia sardonicaLuigi Ferrara

Spilla in oro giallo, bianco, diamanti e rubiniLuigi Ferrara

Spilla in oro giallo, bianco, diamanti e coralloLuigi Ferrara

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 94

Spilla e orecchini in oro giallo, brillanti e ametisteRG Gioielli Ranieri

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte95

Spilla oro e pietre dureIl gioiello è ispirato a modelli del secolo XIV

RG Gioielli Ranieri

Pendente in oro giallo, corallo e perleIl gioiello è ispirato a modelli del secolo XVIRG Gioielli Ranieri

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 96

Spilla argento e oro giallo con ametistaGiuliana Grande

Anello argento e oro con tormalinaGiuliana Grande

Anello in oro bianco, giallo e diamantiEsposito Gioielli

Spilla, oro bianco, rosette di diamanti, smeraldiEsposito Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte97

Pendenti in oro giallo, brillanti,perle e miniatura centraleRG Gioielli Ranieri

Pendente con corno in onice,oro giallo, brillanti e perlaRG Gioielli Ranieri

Pendente in oro giallo, corallo,rosette e perlaRG Gioielli Ranieri

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 98

Collana di perle con rose in oro bianco e diamantiOrecchini in oro 14kt e argento, diamanti rubini e perleSalvati Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte99

Bracciale con cinque fili di perleLuigi Ferrara

Pendente ispirato ai disegni settecenteschi,argento oro e diamantiIl gioiello è ispirato a modellidel primo quarto del secolo XVIIIGioielli Scala

Pendente ispirato ai disegni settecenteschi,argento, oro, brillanti, perle e acquamarineIl gioiello è ispirato a modellidel primo quarto del secolo XVIIIGioielli Scala

Pendente argento, oro,brillanti e acquamarineIl gioiello è ispirato a modellidel primo quarto del secolo XXGioielli Scala

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Collana, perle e acquamarinaGiuliana Grande

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 100

Bracciale in oro smalti e brillantiGioielli Scala

Pendente in oro giallo 18kt, quarzo, citrino e zaffiro gialloIl gioiello è ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIXVincenzo Cuocolo

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte101

Collana in oro 14kt e argento con ametiste e brillantiGioielli Scala

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 102

Forcina in tartarugadella prima meta del secolo XXcon inserto in argento e diamanti,di fattura attualeSalvati Gioielli

Forcina in tartarugadel primo quarto del secolo XXcon inserto in argento,di fattura attualeSalvati Gioielli

Spilla in argento e orocon topazi azzurri e turchesiIl gioiello è ispirato a modellidel primo quarto del secolo XXSalvati Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte103

Scacchiera corallo inciso, onice e avorio incisoCosimo Caruso Gioielli

Tagliacarte corallo inciso e avorioCosimo Caruso Gioielli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 104

Orecchini e pendente a fiocco in oro giallo e corallo sfaccettatoGioielli Scala

Collana in oro e corallo incisoGioielli Scala

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte105

II TTeessssuuttii iinn SSeettaa ee OOrroo

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 106

Paliotto Fine secolo XVII

San Domenico Maggiore, Napoli

Nastri lavorati a telaio a gros con oro filato. Pompei, I sec. a.C. e I sec. d.C. Un esempio dell’uso nell’ab-bigliamento del periodo in oggetto è documentato dagli indumenti in oro della statuina di Venere prove-niente da Pompei. Napoli Museo Nazionale

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte107

Tonacella in raso cremisi con ricami in argento filatoFine secolo XVIII, inizi XIXSan Domenico Maggiore, Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 108

Paliotto in tessuto broccato in seta, oro e argento filatoprima metà secolo XVIIISan Domenico Maggiore, Napoli

Tonacella fondo faglia con ricamo in oro filato e setaprima metà secolo XVIIISan Domenico Maggiore, Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte109

Cardinale Flavio Orsini (1581), San Domenico Maggiore, NapoliAntonello de Petruccijs (1585), San Domenico Maggiore, Napoli

Don Pietro d’Aragona (1552), Sala del Tesoro, San Domenico Maggiore, Napoli

Abito di fanciulla (seconda metà del sec. XVI), Sala del Tesoro, San Domenico Maggiore, Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 110

Gilet in tessuto broccato, fondo in seta, oro e argento fi-latoTerzo quarto del XVIII secoloMuseo Filangieri, Napoli

Gilet in tessuto operato con ricami in argento e madreperleTerzo quarto del XVIII secoloMuseo Filangieri, Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte111

Caracò, in broccatosecolo XVIIIMuseo Filangieri, Napoli

Tessuto per gilet, XVIII secolo, gros operato Collezione privata

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Uniforme dei Gentiluomini della Real CorteI Gentiluomini della Real Corte rappresentavano insieme al Maggiordomo Maggiore, al Cavallerizzo Maggiore, ai Maggiordomi di settimana e iGentiluomini di Camera di entrata lo “Stato della Corte del Re”, cui corrispondevaquello della “Corte della Regina”. L’Uniforme era composta una giamberga di pannonero con ricami in oro filato, pantaloni in casimiro bianco, e gilè di panno cremisi ri-camato in oro filato. I Gentiluomini di Camera con esercizio, erano scelti tra i com-ponenti delle grandi famiglie del Regno. La chiave, posta a desta sul fianco posterioredella giamberga, era il distintivo dei Gentiluomini di camera, carica ambita perchésimboleggiava la grande fiducia che il sovrano riponeva in loro concedendo il liberoaccesso ai propri appartamenti.Prima metà sec. XIX – Museo Filangieri di Napoli.

Uniforme dell’Ordine di San GennaroL’Ordine fu fondato da Carlo di Borbone il 3 luglio 1738, in occasionedel suo matrimonio con Maria Amalia di Sassonia. L’Uniforme eracomposta da: una giamberga e pantaloni di broccato bianco decorati congalloni d’oro filato e giamberghino color ponzò con galloni d’oro filato.Il manto di amuer color ponsò decorato con grandi gigli ricamati con orofilato era indossato sull’abito nelle cerimonie solenni. Il cappello era guar-nito con galloni d’oro e piuma bianca.Secolo XVIII - Museo Filangieridi Napoli

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte113

APPENDICE

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 114

Disegni preparatori e particolare del Collare dell’Ordine delle Due Sicilie ASNA, Ministero dell’Interno, I inv., b. 2252, inc. 3

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte115

Onorificenze del decennio francese. Collare della legione d’onore di FranciaASNA, Ministero dell’Interno, I inv., b. 2252, inc. 3

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 116

Decorazione in oro su velluto in seta perl’Uniforme dei Consoli presso le NazioniEstere, approvato da Giuseppe Napoleone

il 12 agosto 1807. ASNA, Museo, Miscellanea di scritture,

99C, stipo B, n. 64

Modelli delle Uniforme per il ConsoleGenerale e per il Viceconsole approvati il23 dicembre 1827. Al disegno delle Uni-

formi, fu allegato anche il disegno delledecorazioni in oro.

mm. 330x475ASNA, Achivio Borbone, b. 2512

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte117

Modelli delle Uniformi per il Commissario, Funzionario, Ispettore e Cancelliere. Secondo quarto sec. XIX. Le Uniformi furonodiversificate con decorazioni in oro. L’oro lamellare era lavorato dai Battiloro del Borgo Orefici,che dopo aver ridotto l’oro in sot-tili fogli, lo tagliavano in sottilissime strisce. mm 280x385 (187x242). ASNA, Archivio Borbone, b. 2513

Page 117: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 118

Reale insegne Ordine di San GennaroPlacca di Cavaliere oro e smalti policromi, prima metà del XIX sec.Museo Filangieri, Napoli

Page 118: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte119

Reale insegne Ordine di San GennaroCroce di Cavaliere, oro e smalti po-licromi, prima metà del XIX sec.Museo Filangieri, Napoli

Page 119: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 120

Inventario degli oggetti preziosi di Maria Teresa d’Austria,

moglie di Ferdinando II di BorboneASNA, Archivio amministrativo

di Casa Reale, III inv., Inventario, vol. 198

Page 120: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte121

Inventario degli oggetti esistenti nel guardarobadi Maria Teresa d’Austria, moglie di Ferdinando II di BorboneASNA, Archivio amministrativo di Casa Reale, III inv., Inventario, vol. 197

Page 121: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 122

Napoli, Maggio 1802Apprezzo delle Galanterie di Oro diverse con Perle e Corniole in Biscotterie della fu Principessa Eredi-taria Donna Maria Clementina fatto da me per ordine di S.A.R. il Principe Ereditario.

Armillo di oro con Capelli, si stima tra il peso, e la manifattura i stima docati 80 –Una Medaglia d’oro con smalto blò con Ritratto di S.A.R. il Principe Carlo 100 – Una Medaglia di forma rotonda con Ritratto della fu Regina di Francia 40 – Una Medaglia con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario 40 –Una Medaglia semplice con Ritratto di S.A.R. il Principe D. Leopoldo 30 –Una Medaglia con Ritratti delle I.M. dell’Imperatore ed Imperatrice 40 –Una Medaglia con Ritratto di S.A.R. D. Antonietta 30 – Un Medaglione con Capelli e Cifre della Real Famiglia con perle e lettere di oro 100 –Una Medaglia di forma ritonda con Capelli, e lettere di Rosette d’Olanda 90 –Un Cristallo con lettere di Rosette d’Olanda, e Capelli al disotto 70 –Una Medaglia con Ritratto della fu Arciduchessa Amalia, con Capelli, ed iscrizione 30 –Un Medaglione con Cornice d’oro con Capelli, e lettere 60 –Un Portaritratti d’oro con smalto blò a tre contorni di piccole perle, con Ritratto di S.A.R. La Principessa D. Maria Amalia, si stima in tutto 80 –Una Scatola d’oro bislunga con due Ritratti di Pastiglia bianca, con Capelli e lettere di Rosette d’Olanda 50 – Una Goliera d’oro di pastiglia a color Corallo, con laccettini d’oro come anche li Fioccaglietti e spilla simile 30 –Una Goliera di Filograno d’oro con Camei di Cocche di Palermo 100 –Un Gruppo tremolante con quattro Spighe di Grano d’oro, con Capelli per Testa 20 – Un Pezzo quadrato di Filograno d’oro con Ritratto in mezzo e lettere 16 –Un Cinturone d’oro con n. 13 Corniole sardoniche bellissime, una Collana con Corniole simile inn. 5, un pajo di Braccialetti simili con Corniole in n. 6, un pajo di Cerchioni simili, con Corniolein n. 2. Tutte le suddette Corniole io le stimo moltissimo, se sono antiche, ma non le do prezzo,poiché bisogna che le veda Mognani, oppure Rega, che sono i primi Esperti di pietre incise. Ungrande Medaglione con Ritratti dell’Imperatore ed Imperatrice, e della Real Famiglia, Maniglie,Goliere, ed Orecchini con Filograno d’oro con cinque Pezzi, si stima 450 –Una Collana con Cristalli bianchi, con Capelli al di dentro ligata in oro, con suoi Cerchietti simili si stima in tutto 150 –Una Collana con Ritratti della Real Famiglia in Filograno d’oro, con laccettini d’oro, con Braccialetti simili con smalto Celeste, si stima in tutto 100 –Uno Stucchietto di osso di Avorio ligato in oro, con Ritratto di S.A.R. D. Antonietta 20 –Un Coretto d’oro con Cristalli e Capelli 20 –Una Medaglietta rotonda con Ritratto di S.M.La Regina, e di S.A.R. D. Antonietta 20 –Una Medaglietta quasi simile con Ritratti delle Reali Principesse 20 –Altra Medaglietta a quadretto con Cristallo, Catenacetto, e Capelli 10 –Una Medaglietta con Cristallo, e Catenaccetto 6 –Una Medaglietta di Filograno d’oro con Gazzettino in mezzo 8 –Una Medaglietta con Capelli, e Cristallo 6 –Una Goliera con Braccialetti con laccetti d’oro, e Capelli 40 –Un Anello con Niccolo inciso antico ligato in oro, al quale da me non può darsi prezzo.Un Anello d’oro a Spoletta 4 –Due Anellini a forma Ovale d’oro si stimano, 5. l’uno, che sono 10 –Numero quattro Ricordini d’oro con Capelli, uno di essi smaltato, si stimano 12 –

Inventario dei Gioielli di Donna Maria Clementina 1802

ASNA, Archivio Amministrativo di Casa Reale, III inv.,

Maggiordomia Maggiore, b. 87

Page 122: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte123

Maria Clementina d’Austria,(attribuito a) Joseph Nickel 1796.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 124

Un pajo di Catenaccetti d’oro per orecchio 4 –Fettuccia di Capelli di S.A.R. il Principe Leopoldo, maniglia, composti in tre strisce, una Spilla per petto con ritratto bianco si stima in tutto 12 –Altre Fettucce di Capelli scuri, Capilliera, e Braccialetti in tutto n. 4 pezzi, si stima 8 –Un pajo di Braccialetti con vellutino nero si stimano 6 –

In Tutto le sopradescritte Galanterie ascendono a Docati Millenovecentootto - 1908

Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S.M. ASNA, Archivio amministrativo, III inv., Maggiordomia Maggiore, b. 87

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte125

Napoli, Maggio 1802Apprezzo delle Gioje della fu Principessa Ereditaria Donna Maria Clementina fatto da me sotto per or-dine di S.A.R. il Principe Ereditario

Un Medaglione con sua Nocca di Brillanti con Ritratto in mezzo di S.A.R. il Principe Ereditario,contornato con num. 21 Brillanti grandi di buona qualità , tutti di concia Inglese, quali si stimanogli uni per gli altri di peso grana 14 ? circa l’uno.Un Brillante vistoso situato in mezzo alla Nocca si stima del eso di gna 35, in 36 circa. Altri Bril-lanti n. 17, si stimano di peso gna 20 c.a l’uno. Altri in numero 26, si stimano di peso grana 60circa. Tutti li Brillanti di detto Medaglione si valutano circa - 28000Un pajo di Orecchini alla Figarola di Brillanti concia Inglese di buona qualità. Li Brillanti grandi, e mezzani sono di numero 62, li Brillanti più piccoli n. 40, si valutano c.a - 9500Una Medaglia piccola con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario contornato con n. 16 Brillanti concia Inglese Di buona qualità si valuta c.a - 1400Altra Medaglia con Cameo contornato con n. 24 Brillanti, ed uno picciolo, si val. c.a - 600Un Fiore di Brillanti con sei fronde ligato a giorno con un Brillante grande in mezzo d altri Brillanti in n. 115 tutti di concia Inglese, e n. 18, Brillanti a colore paglino, si val. il detto Fiore c.a - 3600Una Rosa a forma di Sole di Brillanti di buona qualità con Brillante grande in mezzo, ed altri Brillanti mezzani, e piccioli, si valuta c.a - 6000Detti Brillanti sono in num. 168, la maggior parte di essi a concia Inglese.Altro Fiore di Brillanti con n. sedici fronde di n. 110 Brillanti, la maggior pasrte di essi a concia Inglese, si val. c.a - 5000Una Rosetta di Brillanti con num. 16 Brillanti belli a concia Inglese, si val. c.a - 2500Una Ripetizione con Ritratto dell’Imperatore con due contorni di Brillanti, con sua Catena, due Fiocchi, ed un Suggello, tutti di Brillanti di buona qualità, si val. c.a - 6000Detti Brillanti in num. 142, sono a concia Inglese: nelli due fiocchi, e Suggello in n. 187, concia d’Olanda.Una Mosca simile alla descritta Ripetizione guarnita dell’istessi Brillanti si val. similmente c.a - 6000Una Piogettina, o sia Frutto per Testa con n. 16 Brillanti concia Inglese vistati ed altri Brillanti poccioli nel Tronco di mezzo si valuta c.a - 1400Un Filo di Brillanti grandi ligato a giorno in n. 18 di buona qualità concia Inglese di diverse grandezze. Num. 7 di essi si stimano gli uni per gli altri di peso gna 24 per ognuno, e gli altri num. 11 si stimano di peso grana 17 in 18, si valutano tutti uniti c.a - 30000 Altro Filo di Brillanti concia Inglese di diverse grandezze in num. 190, si stimano del pesograna 3 ? circa L’uno, e si valutano tutti uniti c.a - 9000Un Anello Solitario vistoso con la sua gamba guarnita di Brillanti si val. c.a - 3000Due Anelli a Core con smalto rosso si valutano c.a - 2000Un Anello con Brillante Solitario color di Rosa si val c.a - 450Altro Anello con Brillante a Core più piccolo si val. c.a - 300Un Anellino ottangolato con Cifra di Rosette d’Olanda contornato di Brillantini, con Capelli si Val c.a - 200Un Ricordino di Brillantini con smalto blo, e lettere d’oro si valuta c.a - 90Un Anello con Cristallo di Brillanti con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario, contornato di Brillanti, con tutta la gamba si valuta c.a - 350 Una Ripetizione contornata di Perle Orientali con Smalto blo, e sua catena d’oro con n. 23 Brillanti di cattiva qualità si valuta in tutto c.a - 800Una Mostra con sua catena a due contorni di Perle Orientali collo smalto Celeste si val. c.a - 300

Page 125: I Borghi e Le Arti Di Napoli

Un Filo di Perle Orientali in num. 75, si val. c.a - 1600Un pajo di Suste a due fili di Brillanti per ognuno, con Perle Orientali in otto fili per ognuno si val. in tutto c.a - 1200Un pajo di Braccialetti di Perle Orientali con due Ritratti contornati di Brillanti Concia Inglese in n. 20 l’uno con Ritratti di S.M. Ré, e l’altro S.M. la Regina, si valutano tra li Brillanti, e Perle in tutto c.a - 4400 Due Ricordini a fascette con Brillanti con lettere, e smalto blò si val. c.a - 300Un Buchetto, o sia Mazzetto di Brillanti di buona qualità per petto, consistente in n. 4 Fiori, e n. 8 Amendole pendenti con fronde, tronchi e ligature, tutto di Brillanti, si valuta tra li Brillanti, e manifattura c.a - 16000Un Diadema di Brillanti con Pera di Perle Orientali ligato a giorno, si valuta tra li Brillanti, e le Perle, che sono di mediocre qualità unitamente colla manifattura in tutto c.a - 7000Una Collana d’oro con Brillantini, e smalto blò con sue maniglie,e Fioccaglietti con lettere di Rosette d’Olanda si valuta in tutto c.a - 1600Una Goliera con laccettini d’oro con smalto blo guarnita di Brillanti di pessima qualità, anzi di scarto, si val c.a - 600Una Medaglia di forma rotonda con Capelli tessuti, e Cifre di Rosette d’Olanda con Brillante vistoso a forma di Core, contornato di n. 14 Brillanti concia Inglese si val. c.a - 3000 Un Portaritratti ovato contornato di Brillanti, con smalto blò, con sua catena d’oro, e smalto guarnito di Brillanti, si val. c.a - 1000Una Collana con Orecchini a tre Amendole di gocce di Perle guarnite di Brillanti, si val. in tutto c.a - 2600Un Medaglione con smalto Celeste, con Perle Orientali, e lettere in Rosette d’Olanda, si val. c.a - 450 Una treccia di Brillanti con Capelli si val. c.a - 200Un Cassettino di Tartaruga guarnito con Brillanti, e al di dentro una Cifra di Brillanti, si valuta tra li Brillanti, Tartaruga, e manifattura in tutto c.a - 1600 Una Goliera con Spoletta con Capelli, e Cristallo contornato di Brillanti, Cifra, e laccetti d’oro si val. in tutto c.a - 300 Altra Goliera picciola con smalto, e lettre di Rosette d’Olanda, con contorno anche di dette Rosette ligata con laccettini d’oro si valuta in tutto c.a - 90In tutto le sopradette Gioje ascendono alla somma di docati centocinquatottomilaquattrocentotrenta 1 58430

Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S.M.

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 126

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte127

A 3 Marzo 1802Apprezzo di tutte le Gioje e lavori di oro e smalto di S.A.R. la Principessa Donna Carolina.

Una Medaglia con capelli contornata di n. 12 Brillanti Concia Inglese si stimano tali Brillanti di peso ognuno grana 9 circa a 25 il grano imp. - 2700Un Laccettino d’oro, che attacca detta Medaglia, e manifattura - 100Altra Medaglia con Ritratto di S.A.R. il principe Ereditario contornato di Brillanti concia Inglese di forma quadra, ed altri n. 14 si stimano detti Brillanti di peso ognuno grana 6 circa a 16 il grano imp. - 1456Per oro e manifattura - 60Un Filo di Brillanti lavorato con fioretti, e fettuccia a giorno: quali brillanti sono proporzione di essi concia d’Olanda e porz. Concia di Napoli: tutti uniti sono di n. 217, si stimano del peso in tutto gna 74 circa a 7 il gno - 518Per l’oro, e manifattura a giorno - 200Un pajo di Braccialetti d’oro con tre Brillanti per cadauno, li Brillanti concia inglese si stimano del peso in tutto gna 18 a 13 ? il gno - 243 Le perle e Braccialetti si valutano con tutta la manifattura - 80Una Ripetizione con Cifra, capelli, e guarnizione di Rosette d’Olanda con piccolo contorno diBrillanti, e tutto li altro lavoro di diamanti rosette s’Olanda: detta Ripetizione si stima - 450La Catena di Capelli guarnita di Brillanti cun due suggelli e sua chiavetta unitamente alla manifattura, e tutti i Brillanti, essendo il lavoro molto travagliato si stima - 1000Un Anellino con smalto ottangolato colore blò. In mezzo a detto anello vi è un Brillante di forma quadrata di gna 4 ? si stima in tutto - 60Due altri Anellini ligati a notte si stimano di peso li Brillanti concia Inglese gna 5 ? l’uno a 16 il gno imp. - 168Per ligatura a giorno - 6Altri due Anelli ligati a giorno di Brillanti concia Inglese si stimano di peso gna 4 li uni e si valutano 12 il grano - 96Per oro e ligatura - 6Altro anellino ligato a giorno con tre Brillanti concia Inglese, si stimano di peso uniti gna 3 a 11 il gnano – 33Per oro e ligatura – 3Una Collanella con pietra blò, e Brillantini di cattiva qualità con lettere di rosette d’Olanda con piccole perle, e catenette d’oro in tutto si stima – 250Una piccola Mezzaluna di Brillanti con piccole perle adattata per Collanetta, con laccetti d’oro, ed alcune perle piccole, si stima – 90Un piccolo Filo di torchine Opale, ed altre pietre con laccettini di oro con braccialetti l’istessi in tutto si valutano, per l’Opale – 150Una Medaglia d’oro di forma quadrata con Ritratto di S.A.R. la Principessa D. Antonietta con smalto ed oro lavorato – 100Un Coretto d’oro con lettere, e capelli tessuti al di sotto si valuta – 8Un pezzo di oro per Testa con Smalto blò, ed alcuni fioretti in tutto – 36Un pajo di Braccialetti d’oro con lettere, e fettuccia di capelli – 20Un Laccetto d’oro con smalto, e perle piccole, ed il laccetto fatto a cordone – 70Una piccola Medaglietta d’oro con Capelli tessuti a fettuccia, e lettere di S.A.R. il Principe Leopoldo, in tutto – 10Un Coretto piccolo d’oro con capelli tessuti, e fettuccia di capelli, e cifra d’oro – 6Un filo d’oro, o sia Catena a Coretto fatta, una con Smalto blò,

Inventario dei Gioielli di Donna Maria Clementina 1802

ASNA, Archivio Amministrativo di Casa Reale, III inv.,Maggiordomia Maggiore, b. 87

Page 127: I Borghi e Le Arti Di Napoli

e l’altro con Smalto bianco in pezzetti n. 113 si stima in tutto – 100Una piccola Medaglietta d’oro con fioretti di smalto al di dentro – 5Un Laccetto d’oro fatto a Cordone con una Cassa rotonda, e maglia ad uso di Orologgetto con smalto celeste, e figurina di puttini si valuta – 50Una Collana a pezzi per gola, e braccialetti, e fioccaglietti con n. 23 Coralli di Cera guarniti tutti di filograno d’oro, e laccetti in tutto si valuta – 120Una Corona di Corniole con Croce d’oro, ed alcune filigrane d’oro, si stima per la sua bellezza in tutto – 60Un Coretto d’oro con filograno ad uso di Catenaccetto, e capelli – 10Un Ventaglietto di filograno d’oro con Spilla al di sotto – 8Una Chiavetta d’oro con Spilla al di sotto – 3

Docati 8175

Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S. M.

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 128

ASNA, Archivio Amministrativo di Casa Reale, III inv.,Maggiordomia Maggiore, b. 87

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte129

Elenco delle Gioje della ReginaMaria Cristina di Savoia 1836

ASNA, Archivio amministrativo di Casa Reale, III inv., Controloria, b. 535

Il 20 Giugno 1836 nella sala delle udienze del “Banco della Pietà, ora delle Due Sicilie”, alla presen-za dei rappresentanti di Casa Reale e della Banca, in ottemperanza al Real Rescritto del 24 marzo, igioielli della defunta sovrana, valutati dai gioiellieri Don Gaetano dell’Aversana e Don Litterio Sili-pigni “ducati centosessantamila settecento cinquanta, nonché di alcune bisciutterie da apprezzarsi daglistessi giojelllieri, sia fatta deposito nel Regio Banco, come oggetti appartenenti al Principe Ereditario DonFrancesco Maria Leopoldo, previa formale consegna da farsi dal Controloro della Real Casa e da non po-tersi ritirate senza un ordine espresso dalla M.S.”.

Elenco delle Gioje:

1 - Finimento in perle e brillanti (in tre scatolini):

Pettine: Perle a pera n.22 2 n. 54 piccole, circa D. 6000 Brillanti doppi e semplici circa g.ni 210 uniti alle rose 2000

____________________ 8000 | 6860

Collana: Perle n. 55, Trappesi 50 a D. 120 circa D. 6000____________________

| 6000Fermezza: Una grossa Perla da sedere circa D. 300 Bordura di brillanti circa g.ni 15 per 135

____________________435 | 270

Susta: Brillanti circa g.ni 9 D. 200_____________________

200 | 135

Ferroviere: Perle n. 2 grandi circa D. 600 Bordura di Brillanti circa g.ni 15 150

____________________750 | 520

Filo di Perle: n. 220 Trappesi 64 a D. 25Altro filo di Perle della suddetta collana n. 59 a D. 120

____________________6720 | 6720

Sevignè: Perle orientali n. 6 circa D. 2200 Brillanti doppi e semplici circa g.ni 68 740

____________________2940 | 2100

Orecchini: Due pere di perle grosse, con bottoni di due perle da sedere, e piccola bordura di brillanti D. 4000

______________________| 4000

Page 129: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 130

Maria Cristina di Savoia, Regina del Regno delle Due Sicilie.

Page 130: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte131

2 - Finimento in brillanti (tre scatolini):

Bandò a diadema: Brillanti n.8 gr.ni c.a. 150 1 D. 30 D. 4500Brillanti n. 9 circa 60 g.ni 540 a D. 8 900Detti di bordura circa g.ni 340 a D. 8 4320

________________________ 9720 | 9750

Sevignè: Brillanti grandi n. 10 circa g.ni 170 a D. 30 D. 5100Brillanti di Bordura g.ni 60 420

________________________5520 | 5520

Collana: N. 2 fili di Brillanti di n. 85 g.ni circa 480 a D. 13 D. 6240________________________

6240 | 7500

Altro filo di Brillanti n. 35 g.ni 370 a D. 26 D.9620________________________

9620 | 9700Brillanti diversi:3 - Orecchini a una goccia: Brillanti n. 4 due gocce e due bottoni g.ni 80 a D. 45 D. 3600Detti a n. 4 circa g.ni 50 a D. 18 540Bordura circa g.ni 60 a D. 9 540

________________________4680 | 4240

4 - Anello: Solitario circa g.ni 10 a D. 22 ________________________

220 | 2405 - Altro: Idem scadente circa g.ni 13 a D. 15

________________________195 | 234

6 - Spilla: Solitario scadente g.ni 32 circa a D. 20 ________________________

640 | 6407 - Cintura: di n. 32 frangeBrillanti n. 2 laschi circa g.ni 200 D. 6 D. 320Brillanti n. 96 circa g.ni 220 a D. 10 2200Detti delle frange a fiori circa g.ni 250 a D. 8 2000

________________________4520 | 4880

Finimenti di Brillanti e Zaffiri:8 - Collana: Brillanti circa g.ni 640 a D. 6.50 D. 4160Orecchini, Bouquet, Spadella: Zaffiri buoni e mediocriGrandi, mezzani e piccoli 2040

________________________6200 | 6300

Page 131: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 132

9 - Bandò di Brillanti:Brillanti n. 1 circa 30 g.ni a D. 50 D. 1500 Brillanti n. 2 circa 26 g.ni a D. 20 520Brillanti mezzani e piccoli c.a g.ni 700 a D. 11 7700

________________________9720 | 9476

10 - Altro finimento di Brillanti:Bandò a fiori: Brillante unico circa 25 g.ni a D. 40 D. 1000Altro: circa g.ni 17 a D. 25 425Brillanti color paglia c.a g.ni 14 a D. 15 210Detti n. 19 c.a g.ni 125 qa D. 17 2075Detti di bordura c.a g.ni 200 a D. 8 1600

________________________5310 | 5390

Collana: Brillanti n. 54 circa 400 g.ni a D. 20 D. 8000Orecchini: Brillanti g.ni 180 a D. 20 1800

________________________9800 | 9800

11- Tre fiori di Brillanti:Brillanti circa g.ni 150 a D. 9

________________________1350 | 1350

12 - Un corno di abbondanza: Brillanti due a pera buoni circa g.ni 96 a D. 100 D. 9600Brillanti color di rosa circa g.ni 65 a D. 50 3240Altro circa g.ni 35 a D. 45 1275Bordura di piccoli Brillanti c.a g.ni 400 a D. 8 320

________________________14.435 | 13.490

13 - Altro finimento in Brillanti:Sevignè: Brillanti n. 3 a gocce circa g.ni 40 a D. 24 D. 960Brillanti n. 11 circa g.ni 50 a D. 13 750Bordura circa g.ni 24 a D. 8 192

________________________1902 | 1966

Pettine: Brillanti circa g.ni 10 D. 200Detti n. 22 circa g.ni 900 a D 12 1080Brillanti di bordura circa g.ni 90 a D. 6 540

________________________1820 | 1736

Penna: Brillanti circa g.ni 280 a D. 9 2520 | 2520Medaglietta: Brillanti n. 19 circa g.ni 45 a D. 10 450 | 450Orecchini: Brillanti n. 14 circa 60 g.ni a D. 13 D. 780Bordura c.a g.ni 14 a D. 7 98

________________________878 | 800

Page 132: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte133

Orecchini ad una goccia con trappesi 310Croce: Brillanti n. 6 g.ni 50 1100Quadriglia: Brillanti n. 4 g.ni 28 560Spilloni: n. 4 filograna d’oro con n. 36 Brillanti c.a g.ni 60 540

14 - Bouquet di Brillanti:Brillanti n: 2 g.ni 18 D. 360Detti di bordura g.ni 200 1700

________________________2060

15 - Croce di Brillanti:Brillanti n. 11 g.ni 90 D. 1620Bordura c.a g.ni 12 108

________________________1728

16 - Bottoni: Brillanti n. 2 g.ni 30 750

17 - Fibbia: Brillanti n. 13 g.ni 80 D. 1280Bordura g.ni 90 720

________________________2000

18 - Susta con cagnolino di lavoro a mosaico concontorno di Brillanti e rose g.ni 30 240

19 - Spilla a serpente di capelli con fiori di brillantiBrillanti c.a g.ni 6 30

20 - Sevignè: Brillanti g.ni 90 D. 450 Perle c.a 60

________________________510

21 - Ferroniere: Brillanti g.ni 10 D. 250Bordura g.ni 20 150

________________________400

22 - Piccolo finimento di Topazi bruciati,Brillanti e Rubini:Collana: Brillanti c.a 260Orecchini: uniti co Topazi e RubiniDue Spilloni: uniti co Topazi e Rubini

________________________2080

23 - Braccialetto: Perle e Trappesi N. 8 D. 32Due teste di Serpente guarnite di Brillanti g.ni 14 D. 98

________________________130

Page 133: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 134

24 - Piccolo finimento in Perle e Brillanti:File tre di Perle trappesi 60 D. 1800 Orecchini: Perle 14 grandi e piccole 300Susta: Bordure di Brillanti dell’orecchino e susta c.a 300

________________________2400

Brillanti sciolti:25 - Brillanti: g.ni 48 336Numero 25 gastoni, Brillanti c.a g.ni 180 2160

26 - Ritratto di S .M. il Re N.S. girato di Brillanti: Brillanti g.ni 21 D. 1100Detti n. 20 g.ni 173 ? 3826Gocce n. 14 g.ni 99 1985Brillanti n. 14 g.ni 60 904,50Bordura g.ni 28 256,50

________________________8072

27 - Finimento di Perlette e Brillanti lavorato a pigne:Collana, Orecchino, Sevignè, Ferroniere:Brillanti g.ni 100 D. 600Perlette 100

________________________700

28 - Finimento in Brillanti, Rubini e perle: Collana, Orecchini, una Ferroniere: Brillanti circa g.ni 170 D. 1190Rubini piccoli, smeraldini 200Perle trappesi 15 90Perle sfilate trappesi 43 258

________________________1738

29 - Sevignè in Brillanti:Brillanti circa g.ni 14 D. 198N. 2 trappesi bruciati e oro 80

________________________278

30 - Finimento di Topazi bruciati e Brillanti:Collana, Orecchini, Ferroniere:Brillanti g.ni 50 D. 350Topazi bruciati c.a 150

________________________500

31- Spilla alla Stuarda:Brillanti c.a g.ni 100 D. 700Pietre di colore c.a 20

________________________720

Page 134: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte135

32 - Frontino di Brillanti e pietre rose con due serpidi oro con le teste di Brillanti: si valuta c.a 350

33 - Finimento di Smeraldi e Brillanti:Orecchini, Spille due, Fermezze due:Brillanti g.ni 106 D. 848Smeraldi c.a carate 30 450

________________________1298

34 - Una serpe per braccialetto:Brillanti c.a g.ni 65 D. 450 Piccole pietre di colore 50

________________________500

35 - Spille n. 10 di acciaio con teste di Brillanti:Brillanti c.a g.ni 7 42

36 -Anello senza pietre in mezzo con n.12 Brillanti:Brillanti c.a g.ni 12 84

37- Anello con Smeraldo cattivo e Brillanti n.12 Brillanti c.a g.ni 14 D. 98Smeraldo 12

________________________110

38 - Brillante c.a g.ni 40 D. 1600

39 - Perle e Brillanti:Perle trappesi 60 lordi D. 480 Brillanti n. 6 c.a g.ni 18 162Brillanti n 20 c.a g.ni 9 360Oro e Perle c.a 40

________________________

1042________________________

TOTALE: 160753 | 161505

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 136

Notamento della Bisciutterie di S. M. - Napoli 15 Aprile 1836

1 - Finimento in corallo rossicomposto di Pettine, due paja d’orecchini, due paja di Braccialetti, Cinta, tre Collane, il tutto ligato in oro D.ti 200

2 - Altro di coralli color rosa composto di Pettine, Collana, orecchini, Braccialetti,e fibbie con ligature in oro

D.ti 348 - Altro di oro con smalti e farfalle composto di Pettine, Collana, Orecchini, e due paia di Braccialetti

D.ti 60 9 - Altro di oro in filigrana con lavori di avoriocomposto di Pettine, Collana, e Orecchini, e due paja di Braccialetti

D.ti 15010 - Altro di oro in filigrana con lavori di avoriocomposto di Pettine, due Collane, un paio di Orecchini, una Fermezza per la Cinta, ed un paio di Braccialetti in capelli

D.ti 2013 - Altro di oro e cameicomposto di Collana ed Orecchini

D.ti 15014 - Altro di oro con Topazi e smaltocomposto di Collana, Orecchini, Sevignè, Ferroviere, e sette spilloni

D.ti 18015 - Finimento di oro con Topazi ed Ametistecomposto di Collana, Orecchini, Braccialetto, Ferroviere e Penna per la testa

D.ti 36016 - Altro di oro di pietre di color granate e piccole turchinecomposto di Collana, Orecchini, Sevignè, Ferroviere, ed un Braccialetto

D.ti 20017- Altro di oro a smalto nero, e biancocomposto di Collana e Orecchini

D.ti 140 18 - Altro di oro con smalto di diversi colori, pietre verdi, opales, ed altrecomposto di Collana, Orecchini, Svignè, e Ferroviere

D.ti 16022 - Pettine, ed Orecchini d’oro con piccole turchine, e perle

D.ti 5023 - Finimento d’oro con ametistecomposto di Orecchini, di piccola Sevignè, una Croce, ed una Fibbia

D.ti 3024 - Altro di oro con Topazi affumicaticomposto di Collana, ed un paio di Orecchini

D.ti 1525 - Altro di oro con Topazicomposto di Collana, una Spilla, due Bottoni d’oro e Crocetta senza pietre

D.ti 15

Elenco delle Bisciutterie della ReginaMaria Cristina di Savoia 1836

ASNA, Archivio Amministrativo di Casa Reale, III inv.,

Controloria, b. 535

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte137

26 - Un fiore per la testa di oro con ametiste, ed altre pietre colorate, e biancheD.ti 24

27 - Braccialetto d’oro con perle, ed acqua marine in mezzoD.ti 160

28 - Braccialetto d’oro con smalto celeste in mezzoD.ti 21,60

29 - Altro d’oro con ametiste, perle, e grossa acqua marina in mezzoD.ti 30

30 - Altro idem con smalto e fioriD.ti 28

31 - Due altri d’oro con smalto e figure di costumiD.ti 65

35 - Altro alla pompeiana con smalto nero in mezzo, e fiore biancoD.ti 32

36 - Altro di oro con quattro miniatureD.ti 18

38 - Idem con piccoli brillanti e perlD.ti 500

39 - Idem alla pompeiana d’oro con piccole turchineD.ti 28

41 - Altro di oro con fiori a smalto, e perle con pietra di giacinto in mezzoD.ti 80

43 - In due scatolini orecchini di oro con nocche piccole pietre turchine e quattro nocche separate D. ti 28

44 - Orecchini di topazi bruciati con rose d’OlandaD.ti 24

47 - Altri, ad una spilla di smalto celesteD.ti 12

49 - Un laccio d’oro, ed una fibbiaD.ti 30

54 - Due catene, una smaltata celeste, ed altra bianco e neroD.ti 76

55 - Una catena a globetti d’oro con orecchini, e chiavetta con cuoreD.ti 36

58 - Orologi d’oro numero due, in altrettanti scatolini, uno a mostra con smalto nero, ed altro con catena a corriere

D.ti 40 59 - Una croce con un pajo d’orecchini di agata

D.ti 10 60 - Anello con pietra incisa

D.ti 268 - Una tabacchiera di madreperla girata d’oro

D.ti 3_______________

Totale della stima Docati 301.60

Gaetano dell’Aversana Litterio Silipigni

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 138

Conto d’Introito ed Esito del mese di gennaio 1820

Esiti:1 gen.o: Alla Duchessa di Floridia per suo Assegno mensile D.ti 3.00022 gen.o: A Block, per prezzo di una ripetizione e catena d’oro regalata a D. Nicola Belmonte D.ti 14026 gen-o: A Block, per prezzo di una tabacchiera d’oro girata di brillanti con la mia cifra simile, vendutami, e consegnatami. D.ti 1.10029 gen.o: Al Giojelliere Aversana per l’ordine di S. Gennaro di brillanti, rubini, smeraldi e topazi da lui lavorato per mio uso D.ti 2.115

mese di febbraio 18204 feb.o: Al Mercante Block, per prezzo di un finimento di opales, rubini, brillanti, e turchine, e per piccoli altri oggetti D.ti 75226 feb.o: Al Giojelliere Aversana per prezzo d’oro e fattura di un fodero di sciabla,D.ti 534.29 feb.o: A diversi artefici per conto dei lavori eseguiti per la festa data nel Palazzo di Napoli il 12 feb.io D.ti 600.

mese di marzo 18203 m.o: Al Sartore per robe fatte ad agosto 1819 e febbraio 1820 D.ti 180

mese di aprile 18204 Ap.e: A Teodoro Block per una guantiera di bronzo dorato con specchio nel fondo, acquistata per la Duchessa di Floridia D.ti 60

mese di giugno 1820

C.R.A. 3° inv. Cassa Privata, busta 246(Cassa Privata di Francesco I di Borbone)Napoli 6 novembre 1830 Gioje e Galanterie occorseDucati 200: Per il costo di alcuni oggetti da regalarsi a S.M. la Regina pel giorno 19 andanteIl Pagatore della R.l Cassa Privata Sig. D. Michele Desiderio, porterà in Esito D.ti 635 gli stessi pas-sati all’Ahutante di Camera D. Michele Viglia per compra di Gioje e Galanterie occorse nel corren-te mese, da darne conto.

Cassa Privata di Ferdinando I di Borbone 1820

ASNA Archivio Amministrativo di Casa Reale

III inv., Cassa Privata del Re, b. 48

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte139

Inventario Generale di tutti i Generi, che appartengono al Servizio della Real Principessa EreditariaGioje e Galaterie d’oroConsegna fatta alla Camerista D. Maria Atonia ZannoniGioje

Brillanti regalati da S.M. la Regina a 19 novembre 1802Una Collana di Brillanti con n° 87 brillanti ben grossiUn Bouclé per petto composto da quattro fiori, ed otto brillanti a gocciaUna Penna per testa anco di brillantiUn Pajo di maniglie a tre file con 17 brillanti per filo, che in tutto formano 102 brillanti con loro

suste formate pure di brillantiUn filo di Brillanti sciolti in n° di 100Tre fiori per testa, due di essi eguali, ed uno più grandeDue Solitari, ossidano anelli formati a coreUn pajo di Orecchini a sei goccie, ed amendole, rosetta, e quattro brillanti in mezzo.

Brillanti regalati da S. A. R.le D. CristinaUn Pajo di maniglie a quattro fili, che formano in tutto perle n° 215. Le suddette maniglie son con

suste con incise le MM LL, contornate di brillantiUn Ritratto con incise le LL AA RR D. Cristina, e D. Amalia, contornato di grossi brillanti, e con

un filo di n° 131 perle

Regali dati da S. A. R. D. AmaliaUna Collana di grosse perle e tre fili, che formano in tutto perle n° 163

Regalo di S. A. R. D. LeopoldoUn Diadema di brillanti, e perle in forma di amendole.

Regali di S. A. R. D. CarolinaUn Pajo di Orecchini consistenti in quattro perle contornati di brillantiUna Banda di brillanti.

Regali delle MM. LL. di Spagna alla Real Principessa EreditariaUn Pajo di Orecchini di rubini di brillantiUna Nocca grandissima per petto di rubini, e brillantiUna Collana simileUna Frontiere composta di n° 7 fiori di brillanti, e rubini con maniglie ugualiUna piccola penna composta di n° 9 goccie di brillanti, e ramo di rubini, con rubino grande in mezzoDue Orologi co’ ritratti delle MM.LL. di Spagna, contornati di rubini, e brillanti, con catene ugualiUn Ventaglio d’avorio con bellissimi lavori nelli tummoni di brillanti, e rubini, e belle miniatureN:° 4 Anelli consistentiIl primo a Spoletta con rubino grande in mezzo, contornato di brillantiIl secondo quadrangolare lungo di brillanti, eFascetta di rubiniIl terzo a rosetta di brillanti con rubino in mezzoIl quarto a forma di cuore di brillanti, con brillante color di rosa

Regali deè Fratelli, e Sorelle della R.l Principessa EreditariaUn pajo di Orecchini di brillanti, ed otto zaffiri

Inventario dei gioielli Della Principessa Ereditaria, 1802

ASNAArchivio Amministrativo di Casa Reale Inventari, vol. 202

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 140

Una Collana di brillanti, e Zaffiri con medaglione pendente co’ ritratti delle MM. LL. di SpagnaManiglie ugualiUna cintura di brillanti e zaffiriN° 5 Fiori per la testa di brillanti, e zaffiri Due Anelli, il primo triangolare, ed il secondo a Spoletta, con Zaffiri in mezzo

Brillanti, che già si trovava S. A. R. prima dello Sposalizio.Un Pajo di suste co’ i ritratti delle MM. LL. di Spagna girati di grossi brillantiUn Fiore grande con raggi,e rosetta nel mezzo, il tutto di brillantiTre Fiori di brillanti tutti e tre uguali di lavoro più piccoli tutti di brillanti a forma di stelleUna Medaglia con smalto bleu contornata di brillanti con freccia in mezzoUna Medaglietta con nocca di brillanti. Criscietto d’oro contornato di brillantiOrecchini a cerchio con piccoli brillantiUn pajo d’Orecchini composti di due grossi solitari di brillantiUn pajo d’Orecchini composti a tre cerchietti di piccoli brillantiUn pajo d’Orecchini con rosetta di brillanti, e perla pendenteUn pajo d’Orecchini con cerchio d’oro con un piccolo brillante, e perla pendenteUn pajo d’Orecchini ad una amendola di rubini, e brillantiUn pajo d’Orecchini di brillanti, e perettino con amendola acquamarinaUn pajo d’Orecchini a forma di stella, e chiavetta di smalto bleu, e brillantini, con laccettino d’oroUna Stella per petto con smalto bleu, brillantini, e laccettini d’oroUna Spilla a freccia di brillantiUna Collana consistente in brillanti infilati in n° 25, dieciotto de’ quali piccoli con nocchetta, ed

amendola pendente Una Collana di 48 perle, e 2 perle a piretto pendente con piccoli brillantiniManiglie di perle a sei file l’una, con susta di brillantiUna Medaglietta d’oro girata di perle di figura diagonaleUn Filo di perle mezzane in n° 328Un Orologio con due giri di brillanti, smalto susi con piccoli brillantini nel fondo, e catena di bril-

lanti, e smalto bleuUn Orologio grande, girato di piccole perle, e smalto turchinetto con cateniglia di Malta, e coretto

d’oro, e smalto simile.Un Orologio a chitarra d’oro, con catena, palloncini, e perle d’oroUna Ripetizione grande con catena d’oro, smalto bleu, e suggello pendenteUn Orologetto con perle, e smalto bleuAltro più piccolo con smalto bleu, e neroAltro a palloncino di smalto nero, e oroUna Crocetta d’oro con smalto bleu, e perleUna piccola Goliera di capelli con giarretta d’oro, e rubini.Uno Stucchio d’oro con rubino e brillantiUna Spalletta con un brillanteUna Catena d’orologio di capelli, e oroUna Spilla con cerchietto di brillantiUna Ciappa d’oro con brillantiUna Farfalla di brillantiUna guarnizione eguale di laccettini di Malta con cinque brillanti, consistente ad una Goliera, due

Maniglie, e due AnelliUna Corona di perle, ed oro

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte141

Un laccettino di capelli, e piccole perleManiglie di Capelli, e oroUna ciappa d’oro per la golaN° 8 Anelli, consistente il primo in una Spoletta di brillanti: il secondo ovato di brillanti: il terzo in

una Fascetta, con smalto bleu contornato di brillanti, e nel mezzo sette brillantini: il quarto concapelli in mezzo contornato di brillanti: il quinto a cerchio con cinque brillanti: il sesto con set-te brillanti e smalto bleu: il settimo a fascetta con pietre ovali, e core di smeraldo, e contornatodi brillanti, e finalmente l’ottavo con corniola contornata di brillanti.

Un Ordine di Maria Luisa di brillantiUna Goliera di granate grandi co’ suoi braccialetti similiUn mazzo di granatelle di undici filiUna Goliera di piccole granatelle a quattro filiAltra simile a due fili, ed un filo scioltoN° 4 Ritratti eguali con cerchi d’oroIl primo col ritratto del R.l Principe Ereditario di NapoliIl secondo col ritratto del R.l Principe d’AsturiasIl terzo del Principe D. CarloIl quarto del Principe D. F. AntonioUna medaglia d’oro, e smalto bleu con silocetta con ritratto di S. M. la Regina di SpagnaAltra a forma di core con siletta, e simile ritrattoLa terza a forma quadrangolare col ritratto di S. M. il Re CattolicoUna Palicchiera di bisquì con figurine, e tutta contornata d’acciajoN° 4 Orologi consistentiIl primo d’oro con quattro figurine nel quadrante con catena d’oro, e smalto bleu con tre pezzi pen-

dentiIl secondo d’oro semplice con piccola catena d’oro con smalto bleu, e laccettini d’oroIl terzo d’oro, e smalto bleu fregiato di bianco con catena simileIl quarto orologio d’oro piccolo ad una cassa con laccetto d’oro, e piccolo scatilloUn orologio d’oro semplice senza catenaDue croci di smalto, ed oro Una Spilla per la testa con figurina bianca nel mezzoUn pajo d’orecchini d’oro, e cornioleUn pajo d’orecchini d’oro e pietra paglinaUna Spilla d’oro a freccia per la testaUn pajo di orecchini d’oro con ritrattini bianchi sopra pietra rossa, e sua goliera simileAltro con corniole, e sua golieraAltro d’oro con smalto color molignanaAltro d’oro con smalto nero e contornato di madreperleAltro d’oro a filigrana con perla d’oro nel mezzoAltro di coralli con sue maniglie, e file 4 di coralliUn pajo d’orecchini a piretti di capelliAltro a cerchio d’oro liscioAltro con pietra porporinaAltro a serpe di capelliAltro a serpe di filigrana con sua golieraAltro d’oro e filigrana, e laccettiniUn laccettino d’oro con otto passanti con smaltoUno stucchio d’oro con smalto bleu con forbice, stucchietto, e due altri pezzetti d’oro

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 142

Un cuore d’oro, e capelli nel mezzoUn catenaccio d’oroDue pettinasse d’acciajo, due fiori per la testa simili, ed una fibbiettaUna pettinessa d’oroAltra di tartaruga in oroQuattro laccettini, cioè due di Venezia, e due una a doppia maglia, ed il secondo a stellucceUna Goliera d’oro con pezzetti di smalto celesteUna di corde con coralli d’assavaccioUna piccola d’oro con pezzatti di smalto celesteUna mezzaluna di brillanti in n° 27 detti brillanti erano composti in piccola goliera portata dall’It.

Da SpagnaUna lira contornata di piccoli brillanti, e la medesima è d’oro smaltata blù, e nel mezzo capelli del

R. Principe E.Un piccolo anello d’un brillante, regalato da S.A.R. D. AmaliaUna Frangia di brillanti regalata da S. M. la Regina in giorno di nascita di S. A. R. la Principessa E.Una scollina di floscio d’oro, con fiocchi di brillanti alle punte, con ciappa di capelli, e cifra di bril-

lanti in mezzo, girata di num.o 18 brillanti, regalata da S. M. la Regina nel giorno di nomeUna cifra grande col nome M.a C.a di grossi btrillanti regalata da S.M. la Regina nella prima sag-

gia fattasi S.A.R. nella sua gravidanzaUn medaglione a due facce, col ritratto di S.M. La Regina d’oro smaltato, e con sua catena, simile,

regalato da S. M. la Regina in occasione anche della nascita per la seconda volta con corbella co-lor rosso e cinque vedute differenti

Pettinasse num.o 10 consistentino la prima d’acciaio, la seconda di tartaruca, ed oro, la terza, di tar-taruca con tre camei, la quarta d’oro con un cameo, la quinta piccola di tartaruca , ed oro, la se-sta formata con mezzaluna d’oro, la settima d’oro, l’ottava d’oro con tre camei, la nona d’oro afilograno, e nel mezzo un cameo con smalto verde, e la decima d’oro con pietra d’acheta contor-nata di perle.

Collana di piccoli coralli rossi, con suoi orecchini, e smaniglie compagne.Altra collana di piccole granatelle, con suoi orecchini, e smaniglie compagne mandate dalla Regina

di SpagnaUna guarnizione d’oro, e smalto verde, consistente una collana, orecchini, e freccia con camei bian-

chiUn’altra guarnizione di camei, e smalto, consistente, una Collana con granate, ed Orecchini con lac-

cettino d’oroAltra guarnizione di frutti rossi incrastati d’oro, consistente, orecchini, e collanaUn pajo d’orecchini di veri coralli a pirettiUn pajo d’orecchini d’oro con due ceraselleDue paja d’orecchini di finti coralli, con file tre per la gola.Un mano di coralloUn pajo di suste con smalto blù, miniature nel mezzo, e contornate di piccole perleDue fila di coralli d’oro tra grandi e piccoli in n° 83Uno Stucchio d’oro, e smalto biancoUno Stucchio di tartaruga ed oroDitali num.o due d’oro, uno de’ quali ci resta un piccolo cuscinetto di Spille, ed il contorno del

med.o lavorato in oro.Un bracciale di capelli della R.l Principessa D. Amalia con fibietta d’oroUn’altra piccola collana di sette coralli finti, con laccettini d’oroUna medaglietta, e nel mezzo un vero cameo

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Un laccetto di capelli di S. M la Regina di Spagna.Un altro simile di capelli di S.M la Regina di SpagnaUn altro simile di capelli di S. A. R. D. CristinaUna medaglia a core, e dentro capelli, e cifra di M.a Luisa Regina d’Etruria.Un piccolo anello a floscio con brillantino in mezzo, e smalto blùDue piccoli ventaglietti per petto, uno di tartaruca bionda e l’altro di patre e perla, ed oroUna spilla d’acheta ricordo della contessa Dumbal a S. A. R. E.Uno stucchio d’oro con smalto blùUna mosca nera per spillaUn piccolo pajo di orecchini d’oro con pirettini, guarnizione di lutto, un pallone di savaccio nero

con incastro d’oro, una spilla compagna per la testa, ed un pajo d’orecchini a coralliUn paio di orecchini con amendole di corniola bionda, con anello compagno, e con piccole perle

in ovatoDue piccole sciabole d’oro con smalto blùDue farfalle d’oro con smalto blùDue diademe, una con cammei oscuri, e bianchi, con suoi orecchini compagni, e l’altra con tre ca-

mei bianchi senza orecchiniUn laccio elastico a palloncini, con passante di smalto celesteUn pajo di orecchini di cruseglìa legati in oroDue paja di orecchini a piretti di perle di RamaUn pajo d’orecchini a campanelli di corniole, oro, e piccole perle intrecciateUn altro pajo con bocchette a floscioUn altro pajo di capelli di S. M. la Regina di SpagnaUn altro pajo d’oro elastico, e in mezzo perla d’oro pendenteUn altro pajo d’acqua marinaUn altro pajo di corniola, regalato dalla Regina di SpagnaUn altro pajo a porterino di smalto rossoUn altro pajo di corniola, ed intorno i cerchi di smalto scuro, ed oro, con collana, e laccio di capel-

li si S. M. la Regina, e Re di SpagnaUn altro pajo di orecchini d’oro a filograno, e capelli di S.A.R. D. LeopoldoUna catena smaltata celeste, lavorata a stellaUn’altra simile smaltata bianca, con panerino di filagranoUna freccia d’oro lisciaUn pajo di orecchini d’ambra con sua golieraUn’arco d’oro con perle, freccia, e due colombe con ghirlanda in bocca, ed al didietro con portari-

trattoUncaducco d’oro per la testaUn’arco a schioppo con smalto blù alteniero, e laccetto d’oroUna fibbia per la vita, in mezzo capelli della Regina R. S. e la sua cifraUn pajo d’orecchini a serpe, al disotto una palluccia verdeUna medaglia di S.A.R. D. Carolina, con cifra e capelliUn’altra più piccola d’oro, e capelli della Prefata A. S.aUn’altra medaglia d’oro a filograno, contornata di perle, ed in mezzo capelli, e cifra di S. M. la Re-

ginaUn’altra di figura ovale con cameo biondoUn’altra d’oro, e miniatura in mezzo venuta da SpagnaDue spille, una scaletta d’oro, e l’altraa lira con corniola nel mezzoUna Frontiera con floscio d’oro, e medaglione, con figura in mezzo di smalto biancoUn ritratto dell’Imperatrice con laccetto d’oro, e coralli rossi

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Un paio di orecchini a bastimenti con smalto blù, e piccoli brillantini, e perle, con sua medagliaeguale

Una collana d’oro a floscio, e laccio elastico, con cameo finto in mezzo color giallino, con suoi orec-chini simili

Una collana d’oro, e pietra lilà con cameo bianco, con suoi orecchini egualiUna medaglia con ritratto della Regina d’Etruria, e del fù Re d’EtruriaUn’altra con ritratti di due Figli della prefata ReginaUn piccolo laccetto della Regina di Spagna, e del Re di Spagna, con piccolo coretto, e dentro i ca-

pelli della Figlia della R.P.E.Un pajo d’orecchini a MolinoUna collana di brillanti in numero 38 con catena d’oro a filigrana in numero 32, e piccoli brillanti

nell’anello e smalto blù, e con altra medaglia annessa in forma di core contornata di brillantigrandi in numero 30, e quattro brillanti piccoli, regalata dalla Regina Cattolica

Una guarnizione di figurine con fondo scuro, compostad’una collana, un medaglione, un piccolopajo d’orecchini, una lira per la testa, ed un pajo di smaniglie, regalata da S. A.R. la PrincipessaD’Asturias

Una guarnizione composta d’un bandò d’oro con perle, e smalto a miniatura con penna d’oro, per-le, e smalto, un pajo di smaniglie uguali, un pajo d’orecchini uguali, una gran collana di similelavoro, ed in fine due altri pezzi d’oro pendenti a forma di ghiande, e contornate di piccole per-le, regalate dalla Regina N. S. nel giorno di S. Isabella

Un laccio d’oro con tenute d’oro, a forma di palloncini, con fiocchi pendenti, eduna goliera con ca-mei nel mezzo, con giro di smalto blù, eperle, regalata dal P.E..

Una piccola guarnizione per gola di sinacoli d’oro, e pastiglie blù, con suoi orecchini compagniUna guarnizione d’oro, e capelli, regalata da S.A. R. D. Amalia, composta da una goliera, un pajo

di smaniglie. Orecchini a cerchio, e piccola medaglietta.Una guarnizione di pietre a corniole, composta d’una collana di filigrana, e num. 6 pietre achete,

con lira pendente di detta corniola, compostavi perle, con suoi orecchini compagni, e spilla conla testa, smaniglie eguale senza contorno di perle, regalato da S.A.R.P.E.

Un bracciale d’oro a filograno con sua susta, con smalto oscuro, e bianco.Un pajo di smaniglie d’oro, e capelle di S.A.R.D. Leopoldo con suo ritratto in una delle suste, e nel-

l’alrto mazzetto di capelli, regalo fatto dal detto Real Principe in occasione di nome.composta d’una goliera, un bandò per testa, una pettinessa, ed un pajo di orecchini, ed una frec-

cia, regalata da S.A.R.P.E.Una tirsi d’oro, perle, e smalto verdeUn bandò con perle, e piccoli brillanti al di sopra una piccola mezzaluna, e due stelle di smalto blù,

e piccoli brillanti, con catena di piccole corniole, e fraschette di smalto blù, regalato da S.A.R.il Principe Ereditario

Un pajo di orecchini con esservi inciso il nome della presata A.S.d’oro, e capelli, e smaniglie di si-mil lavoro.

Un bandò d’oro, e nel mezzo di figura ovale, con cifra di capelli di S.A.R. Donna Cristina, regala-to dalla Medesima

Una guarnizione d’oro,e nelli passanti smalto celeste, con bocchette d’oro a floscio consistente inuna collana, smaniglie, ed orecchini in forma di tulipano aperto, regalatadalla Regina di Spagna.

Un laccio d’oro a floscio a forma di palloncini, con medaglia pendente girata di piccole perle, e maz-zetti di capelli del Real Principe di Asturias, con orecchini con piccoli animaletti rossi, ed unaspilla eguale, regalato dal Presato Real Principe.

Un bandò per la testa lavorato d’oro a floscio, con piccole stelle di smalto blù, e nel mezzo un fin-to cameo bianco, con scollina d’oro, e piccole stellucce di smalto blù, con nocca d’oro e floscio,

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smalto, e piccole perle, alle punte della detta due piccole spallucce d’oro, smalto, e perle rega-lato da S.A. R. il Principe Antonio Infante di Spagna.

Una medaglia col ritratto della Principessa d’Asturias con smalto celeste, e numero 12 di piccoleperle.

Una medaglia col ritratto delInfante Don Antonio contornata di brillanti, e smalto blù regalata dalPresato Real Principe

Un bracciale d’oro con core lavorato in mezzo di capelli, e motto Francese, regalato da S.A.R. Don-na Amalia nella nascita di S.A.R. P.E.

Un ordine d’oro di S. Isabella mandato dalla Regina di SpagnaUna guarnizione d’abito d’acciajoDue strisce d’acciajo per testa

Regali ricevuti per il primo parto di S.A. la Reale Principessa Ereditaria .D.G.S.A.R. Donna Carolina regalato una ciappa contornata di grossi brillanti, in numero 24 in mezzo

della detta capelli, e cifra di rosetteS.A.R. Donna Amalia regalato una mezzaluna con perle numero 9, e brillanti numero 40.S.A.R. Don Leopoldo regalato un pajo di smaniglie con piccoli brillanti, cifre e capelliS.A.R. Principe C. regalato un medaglione con suo ritratto contornato di 20 perle grosse con filo

di perle in numero 67 con susta d’oro smaltata blù, con piccoli brillantiRegalo dell’Infante Don Antonio una piccola mezzaluna d’oro, e perle, e nel mezzo un buché di

fiori di smalto, oro e piccole perle.Una lira di brillanti, smalto blù, ed un anello d’un sol piccolo brillante regalato da Sua Maestà il

giorno di Pasqua.

Nota de’ Ventagli, che appartengono a S.A.R. La Principessa Ereditarian. 5 ventagli d’avorio della china, uno con manico d’oro, altro con manico d’argento, e tre con ma-

nico dello stesso avorion. 1 altro ventaglio con manico d’oro, e piede di bacchette di tartarugan. 1 altro con manico dorato, e con incastri di gergonin. 1 altro con manico d’acciajo, ed il piede delle bacchette d’oro, ed acciaron.4 ventagli d’avorio tutti per interi lavorati a punto d’Inghilterran. 2 due altri, uno con manico d’argento con timoni d’acciajo, regalato da S.M. la Regina N. S.un altro d’avorio nelli timoni lavorato di capelli della Regina, e del Re N. S. otto ventagli d’avorio con pelle miniataun ventaglio di tartaruga con pelle miniata con vedute di Napoliun altro tutto di tartaruga biondaventagli piccoli in moda n. 27due ventaglietti, uno di tartaruga bionda, e l’altro oscura con pelle, e vedute di Napoliun altro di velo crespo nero ricamato in oroventagli piccoli n. 14un altro ventaglio d’avorio e pelle miniata

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Lista della divisione delle mie Gioie secondo l’apprezzo da Tufarelli

Al Re un anello dei capelli di Teresa 200 d.A Francesco un anello color di Rosa 960 d.A Leopoldo due Solitarie 4000 d.A Alberto due Solitarie 3000 d.A Teresa Imperatrice Rosa di brillante con Rubinetti 5046 d.A Luisa Granduchessa orologio e Studio di Stagnio Sanguinio con brillante 4190 A Luisetta figlia di Teresa Imperatrice Medaglione con il Ritratto del Re 1300 A Carolinetta figlia della Granduchessa guarnizione crisolite 3304 A Clementina mia nuora la guarnizionedi coche e brillante 5971 A mia figlia Maria Cristina Pettina brillante 57392 Braccialetti Perle con i Ritratti Brillante 5376 fioccaglie di Perle 5630 filo di perle con coreto brillante 9707 Ritratto grande del Re in brillante 39580

A mia figlia Amelia collana Grande di brillante 96858braccialetti tutti di Brillanti 17312 il filo di perle con pero bucato contornato di Brillante 3496

A mia figlia Antoinetta Girandole 38010 Pioggia grande con brillante color di Rosa 26875 Guarnizione di Smeraldi 12062 Orologi con Catene 19264 24 Rosette 18312 un filo di 25 Grosse perle orientale 3750

Alla Creatura che deve nascere Roche di Brillante 15244 Rurera con medaglia 13556 un Cuore di brillante e suo bottone 6780 per sopra le scarpe 3066 Braccialetto tutto brillantini quadri 6000

Groseilles di brillante 2000Pioggia di Spagna 3000Noche di Spagna 8000fibbie per scarpe 2012ciappa per busto 1688fiochaglie a un Amendola 2000

Questa partita come molta dubbia la vita della creatura che deve nascere se non vive si spartirà tra lemie figlie zitelle in egual tanna per uno. Similmente tutte le perle ed altre piccole gioie che ancora vifossero saranno spartite tra le mie tre figlie Cristina Amelia Antonietta uguale porzione tale esendo lamia volontà.lì 1 dicembre 1793

Maria Carolina

Gioielli della ReginaMaria Carolina d’Austria 1793

ASNAArchivio Borbone, b. 711

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COPIA DELL’INVENTARIO DELLE GIOIE ESISTENTI IN VIENNA

Primo registro

1.° Una medaglia con una nocca di brillanti con il ritratto del Re nostro Signore2.° Altra più piccola a forma di cuore con ritratto del Re N.S., col motto è tuo per sempre3.° Altra senza ritratto con l’iscrizione sopra smalto con le parole pure in brillanti. In segno di attac-

camento4.° Un paio di braccialetti in 6. fila di brillanti con un fermoir, che dice Souvenir 5.° Un paio di rose di brillanti ad un pezzo di velluto nero per braccialetti6.° Un ribis di quattordici brillanti7.° Venti rose di brillanti sciolte con un brillante grosso in mezzo, ed otto più piccole intorno8.° Un paio di papucci con una nocca di brillanti9.° Una rosa di brillanti con uno grosso in mezzo, e 6. intorno10.° Due fila di brillanti, ogni filo dei quali consiste in 72. brillanti 11.° Due piccoli orecchini di brillanti con due grossi brillanti, e due piccoli per uno12.° Una nocca con un brillante in mezzo appartenente all’ordine di Maria Teresa

Secondo registro

1.° Una guarnitura di smeraldi intornata di brillanti consistente in una collana di 3 pezzi con 18.smeraldi, sette amendole, sei orecchini, due anelli, ed una pezza quadrata

2. Un filo di brillanti con n. 84 detti3. Una goliera fatta in frinza consistente in 39. fila4. Un filo di brillanti grossi i n. 21, e 4 piccoli, che pendono che v’era appeso un cuore, che fu man-

dato con S.M. la Regina a S.A.R. la Duchessa D’Orleans alla partenza da Castelvetrano Aigrettedi piccoli brillanti con quattro Amendole di brillanti grossi, una delle quali di color di cannellaDue amendole di brillanti grossi intorniate con 16. brillanti piccoliUna piccola rosa con un brillante grosso, e dieci piccoli intornoUn paio di piccoli orecchini con un brillante sopra ed un pendente sottoUn paio di pendenti grossi con due amendole alle due estremità e nel mezzo una grossa rosa tut-ti di brillantiTre piccole fibbie di piccoli brillanti

Terzo registro

1.° Una collana di perle grosse e meno grosse consistente in quattro fila con n. 1962.° Altra collana di perle più piccole mischiate in più piccole con n. 2333.° Un paio di braccioletti a 5 fila di perle grosse con n. 213 con due nocche girate di brillanti, in

una il ritratto del Re nostro Signore, e nell’ altra quella dell’Imperatrice Maria TeresaUn filo di perle con n.154Due fila di perle; resto delle 6. fila, che furono regalate due fila a S.A.R. la Duchessa D’Orleans,e due fila a S.A.R. la Princioessa D.a Cristina alla partenza da Castelvetrano, più piccoli assai del-le sopradescritte, consistenti in n.154Un paio di braccioletti di piccole perle in n. 14 fila con l’ingasto di 7 brillanti per unoUn paio di braccioletti di piccolissime perle di 6. fila per uno, con una piccolissima nocca dellastessa qualitàUn paio di orecchini di perle con pendente grosso di sotto, e rosa di sopra contornata dibrillanti

Inventario delle gioje della Regina Maria Carolina d’Austria, 1812

ASNA Archivio Borbone, b. 711

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 148

Maria Carolina d’Asburgo Lorena, Regina di Napoli e di Sicilia (Anton Rafhael Mengs 1768)

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Due Amendole grosse di perle contornate di brillantiN. cinque nocche di una perla per una di differente grandezza contornate di brillantiUn piccolo orologio guernito di perleUna collana di perle, brillanti, e smalto blò, e catene piccole in oroUna nocca con una perla in mezzo, e brillanti da tutte le parti, appartenenti all’ordine di MariaTeresaUna carta con 40. perle di giusta grandezza, e 91 piccoleUna carta con lettere di piccolissimi brillanti, e perleUna carta con 6. differenti carte piccole, cinque con perle di nessun valore, ed una con due per-le grosseUno stuccio con una perla in due. La cifra regalata dal Gran Signore

Nel secondo registro si trovano ancora

Due solitariDue anelli in forma di roseDue anelli con i ritratti di Maria Teresa, e dell’Imperatore FrancescoUna spoletta con cifre di brillanti di M.T.Una centuretta di capelli contornata di brillanti col nome di ElisabettaDue anelli con capelli, e cifra, in uno con la lettera A, e nell’altro M.C.Un anello con alcuni numeri in brillanti

RICEVO DAL PRINCIPE CASSARO LE INFRASCRITTE GIOIE CIOÈ

Un medaglione di brillanti col ritratto di Sua Maestà il Re/D.G./ fatto a cuore, valutato dal Gioie-gliere D. Nicola Ficarrotta per once

Un paio di braccialetti di brillanti con velluto nero valutato oncieDue ferma papucci di brillanti valutati oncieUna piccola medaglia a forma di cuore, valutata per on. 3960 con quattro brillantini dalla parte su-periore

Un paio di orecchine con loro amendole valutati onceDue lagrime con loro giri, e due sottane, cioè una grande e una piccola con quattro brillanti di me-no, valutati per oncie

Una colliera di brillanti, e smeraldi, con un pezzo di essa diviso, due orecchine, sette pezzi a lagri-me, ed un pezzo quadrato, valutato per once 3600 con due anelli

Un paio di fioccaglie di brillanti per onceSono once

Quali gioie del total valore di once diecinnovemila trecento trenta, erano in una Cassettina fra lealtre depositate nel Banco di questa Dominante del valore di once centomila per la causa indicatanei P.li ordini de’ 27 Settembre 1810, e degli 11 Luglio 1811.

Palermo, 9 Maggio 1812Con molta gratitudine ricevute

Maria Carolina

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APPREZZO DELLE GIOIE DI SUA MAESTÀ LA REGINA N.P. FATTO DAL GIOIELLIERE DI CASA NICOLA FICARROTTA

Una goliera di smeraldi e brillanti, due orecchini idem, sette pezzi a lagrime idem, due anelli idem, edun pezzo quadrato idem once 3600

Una goliera di brillanti» 11100

Una collana di brillanti» 10000

Un paio di fioccagli di brillanti» 6580

Una nocca grande di brillanti» 4000

Un astuccio di pietra con guarnizione di brillanti» 300

Una ripetizione di crocco, chiave e suggello di pietra, tutto guarnito di brillanti» 830

Un medaglione di brillanti col ritratto di S.M. Re N.P. con sua nocca» 18892

Una medaglia di brillanti fatta a cuore col ritratto di S.M. Re N.P.» 1320

Un paio di braccialetti di brillanti con velluto nero» 1950

Una piccola medaglia di brillanti a forma di cuore con quattro brillantini dalla parte di sopra» 3960

Una ciappa di brillanti con cristalli neri e lettere in essi» 820

Un laccio di n.° 21 brillanti» 2250

Due ferma-capucci di brillanti» 400

Una penna di brillanti con quattro grossi pendenti» 2200

Un brillante a cuore, ed altri piccoli brillantini su di esso» 1600

Un paio di brillanti con loro mendole» 480

Due lagrime di brillanti con suoi giri, e due sottane, cioè una grande ed una piccola con quattrobrillanti di meno» 1040

Una pettiglia di brillanti» 18700

Un paio di braccialetti di brillanti con suste idem» 3720

Due ciappe di brillanti per busto» 600

Due grandi nocche di brillanti per le braccia» 5650

Once 100000

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Inventario delle gioje della Regina Maria Carolina d’Austria, 1812

ASNAArchivio Borbone, b. 711

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Copia.- Oggi, diciassette Aprile, Mille ottocento ventiquattro.Sua Maestà mi ha ordinato di conservare il suo testamento che aveva consegnato al Principe D. Al-

varo Ruffo Presidente del Consiglio de’ Ministri e che al suo ritorno da Vienna aveva ritirato per passar-lo a chi avrebbe la sua carica coperta. In conseguenza il suddetto testamento è stato a me consegnatosuggellato con tre suggelli del Re: e portante sulla sua faccia la seguente intestazione – Mio Testamentoolografo consegnato al Consigliere Ministro di Stato Presidente del Consiglio de’ Ministri.

- Seguita la mia morte immediatamente voglio che il Consigliere Ministro di Stato Presidente delConsiglio de’ Ministri, o chi ne faccia le veci in quel giorno senz’alcun altra autorizzazione apra il pre-sente Testamento per la pronta esecuzione di tutto ciò che trovasi nel medesimo ordinato.

- In piedi sono firmati - Alvaro Ruffo, Girolamo Ruffo. Ambedue le firme sono precedute dal sug-gello delle loro arme. In fede di che ho sottoscritto il presente atto – firmato il Cavalier Luigi De’ Me-dici – vi è il suggello – siegue il foglio con la suddetta epigrafe, nel quale si contiene il seguente Testa-mento.

Copia - S.M.S. In nome della Santissima Trinità, Padre Figliuolo e Spirito Santo – Io FerdinandoI, per Grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie e sano di mente e di corpo, e credendo come credofermamente in un solo Dio Trino ed uno, ed in tutt’i Misteri della Nostra Santa Fede Cattolica, nellaquale protesto di vivere e morire.

Per amore della mia Famiglia e figli, e per mantenere sempre più tra di loro quell’affetto ed amici-zia che con tanta mia soddisfazione vi ho veduto, e vedo regnare, vengo a formare il presente Testamen-to, il quale voglio che abbia effetto al momento che il signore si compiacerà a sé chiamarmi. Invoco perciò in tal punto per Avvocata la sempre Immacolata Vergine Maria Madre di Misericordia e delle gra-zie, ed imploro l’ajuto dei Gloriosi Santi miei Protettori S. Giuseppe, S. Ferdinando, S. Gennaro, S. An-tonio, S. Raffaele, S.a Rosalia, e di tutti gli altri Santi del Paradiso, come delle anime del Purgatorio.

Consegno e raccomando l’anima a Dio, ed il Corpo alla Terra, di cui è stato formato, e voglio chequesto dopo la mia morte (senza sezionarlo ed imbalsamarlo, ciò ch’espressamente proibisco) sia seppel-lito ove sono i miei Antenati e Parenti, di qua e di là del Faro ove mi trovi al punto della mia morte.

Ordino che si dicano per l’anima mia e de’ miei defunti Genitori Messe Ventiquattromila, cioèaccadendo il caso in Napoli, ottomila nella Capitale, e quattromila nei siti Reali, ed altri luoghi dame più frequentati, e dodicimila nel Regno, da distribuirsi in maniera che veramente si dicano, e sisoccorra per mezzo de’ Vescovi, Prelati e Prime Dignità, agli Ecclesiastici più bisognosi, e Comunitàpovere. Accadendo in Sicilia diecimila nella Capitale e Paesi da me più frequentati, e quattordici mi-la nel Regno. Le dette messe si distribuiscono alla ragione da me sempre praticata di tre carlini. Vo-glio inoltre che si distribuiscano ai poveri in elemosina per una volta quarantottomila Ducati per mez-zo de’ Parrochi con lo stesso metodo e proporzione prescritti per le messe. Dichiaro che dal legittimoMatrimonio che contrassi con l’Arciduchessa Maria Carolina d’Austria mi rimangono figli legittimi,oltre quelli che Iddio si ha chiamati, Francesco Duca di Calabria, Leopoldo Principe di Salerno, Cri-stina Regina di Sardegna, ed Amalia Duchessa di Orleans. Dichiaro mio Erede e successore nel det-to Regno, dal Signore, per sua infinita misericordia alla mia cura affidato, il detto mio primo FiglioFrancesco, incaricandogli particolarmente la protezione della sacrosanta nostra Cattolica Religione, edi promuoverne il dovuto culto ed osservanza, la cura paterna de’ miei cari ed amati sudditi, special-mente di quelli che nelle passate luttuose vicende mi hanno maggiormente dimostrato la loro fedel-tà ed attaccamento, come de’poveri di conservar sempre lo stesso attaccamento ed affetto pel suo fra-tello e sorelle, e di essere finalmente il sostegno dell’attuale mia ottima e fedel compagna. Lo dichia-ro ed istituisco similmente Erede e successore Universale di tutto il mio Patrimonio ed assoluto Pa-drone di tutt’i beni Allodiati, Farnesiani, Medicei, ed altri che possiedo nel sopraddetto Regno, ed al-trove, per quanti dopo le vicende Politiche ne sono rimasti.

Confermo al mio Figlio Leopoldo l’assegno e la dotazione in annui docati Duecento quarantami-la, comprese le commende nel modo, sussistenza, e forma che trovasi da me ordinato in un foglio da

Disposizioni testamentarie di re Ferdinando I

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 152

Ferdinando IV di Borbone, Angelica Kauffmann 1783 ca.Il sovrano è ritratto dall’artista in armatura con accanto la corona e lo scettro, simboli di regalità.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte153

me sottoscritto in data 7 gennaio 1817, e consegnato al Ministro delle Finanze in occasione di essersiprovveduto al suo mantenimento pel matrimonio con l’Arciduchessa Maria Clementina D’Austria.

Lego e lascio però allo stesso mio figlio Leopoldo, ed a’ suoi figli Eredi discendenti maschi di Ma-schi col vincolo della perpetua inalienabilità e col patto di riversione a favore del mio Erede Universalenella deficienza di figli, Eredi e discendenti Maschi di Maschi del detto mio figlio Leopoldo, escluse sem-pre le femine, tutt’i feudi le case ed altro che va compreso nell’Amministrazione della Ficuzza, e la Vil-la Favorita di Resina con tutti i Corpi alla medesima annessi, e sotto i corrispondenti pesi ai quali sonsoggetti.

Dichiaro compensate le mie carissime Figlie Cristina Regina di Sardegna ed Amalia Duchessa diOrleans della legittima e di ogni altro diritto, che avesse potuto appartenere ed appartenesse a ciascunadi esse sopra la mia Eredità libera con le doti, che furono alle medesime costituite, e che gli sono statepagate; in virtù di che debbonsi considerare per rinunziati e soddisfatti gli enunciati diritti, e li dichiaroseparati da esse.

Alla di sopra nominata mia fedel compagna, in considerazione dell’ultima compagnia fattami daldi 27 “Novembre 1814” che ci sposammo voglio che le sia esattamente continuato l’attuale mensualeassegnamento che l’è stato puntualmente pagato dalla mia cassa privata nella somma di D.ti Tremila,ed oltre per la tavola, stalla, ed altro in docati mensuali Mille Cinque Cento; e ciò in conformità del fo-glio scritto dal mio amatissimo Figlio Francesco, in data de’ 30 Maggio 1821.

È anche mia volontà, che desiderandolo, rimanga nell’appartamento da Lei finora goduto nel Pa-lazzo di Napoli.

Lego in oltre alla detta mia diletta moglie l’usufrutto, durante la sua vita, della Contea di Mascali,che particolarmente mi appartiene. Voglio però che dopo la di lei morte l’usufrutto si consolidi con laproprietà a favore del mio Erede Universale.

Ordino ed impongo che a tutti quelli della mia Corte che mi hanno per tanto tempo così fe-delmente servito,niuna classe eccettuata, se gli continuino finche vivano i soldi, averi, e pensionida me concessigli ed inoltre a tutti quelli della mia Corte che mi hanno seguito in Sicilia una in-tiera annata di Saldo.

Ordino ed impongo parimenti che a tutti coloro dalle classi più alte fino alle più infime, che nelleultime vicende mi seguirono in Laybach, tuttoché non mi avessero seguito in Sicilia, e non appartenes-sero alla mia Corte se gli continuino finchè vivono i soldi, averi, e pensioni da me concessigli, sia permezzo della Finanza, sia per mezzo della Casa Reale; sia finalmente per mezzo della mia Cassa provata;ed in oltre voglio che si dia a ciascuno di essi una intiera annata del rispettivo loro soldo.

Incarico il detto mio figlio Erede Universale, e successore di avere massimi riguardi per tutt’i so-praddetti servitori per lo zelo, amore, e fedeltà, con cui mi hanno sempre servito.

Dichiaro che del denaro di mia particolare proprietà di conto della mia Cassa privata, che trova-vasi impiegato in Londra in Consolidati in testa del Cavalier D. Luigi De’Medici, ne ho già dispostodella maggior parte in D.ti 100,000 per via di una nota di mio carattere che consegnai al Marchese D.Girolamo Ruffo con incarico di farne egli la distribuzione di modo e forma in esse prescritto, come giàtrovasi di avere eseguito con la mia intelligenza. Voglio però che tutto quel denaro contante che nel gior-no della mia morte si troverà nella mia cassa privata nella quale va compreso il mio Tesoretto, esistentenel mio appartamento nel Palazzo di Napoli, di cui ho io conservato e conservo le chiavi, se ne faccial’uso descritto nell’annessa nota di mio carattere N.1.

Il quantitativo di tal denaro sarà quello che si troverà notato nell’ultimo bilancio, al quale soltantovoglio che debba starsi; tale bilancio sarà quello che si troverà da me non ancora firmato, dopo l’imme-diato prendente che si troverà seguito colla mia firma. E siccome la direzione della suddetta Cassa è sta-ta affidata al Marchese D. Girolamo Ruffo, il quale ha disimpegnato l’incarico colla mia intelligenza, edha tutto eseguito d’ordine mio e con piena mia soddisfazione, così lo libero ed esento da qualunque re-sponsabilità.

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Dichiaro inoltre che ho disposto finora della maggior parte delle gioie, e che rimangono soltantoesistenti le infrascritte.

N° 1. Un ai crete per testa con quattro brillanti, de’ quali tre a piretto, ed uno a goccia.N° 2. Una medaglia di un grosso brillante contornato di altri brillanti più piccoli.N° 3. Una collana di 197 perle in quattro fili.N° 4. Un anello di un solo brillante.N° 5. Un medaglione col mio ritratto contornato di brillanti.N° 6. Una sciabola guarnita di brillanti.Le suddette gioie trovansi conservate in un cassettino esistente nel mentovato mio Tesoretto.Di più la spada guarnita di brillanti, il laccio del cappello di brillanti, il bastone con i ritratti della

famiglia, tutti miei ordini di brillanti, colle rispettive placche parimenti di brillanti, il laccio per la spalladi brillanti, ed il Tosone di brillanti. Queste gioie non esist6ono nel cennato mio Tesoretto, ma trovan-si in potere del Capo della Real Tappezzeria D. Carlo Falco, o si troveranno in potere di colui che l’avràin consegna nel giorno della mia morte.

Lego rispettivamente le suddette gioie dal N° 1 al N° 6 inclusivamente alle persone descritte nellanota di mio carattere di N° 2, e voglio che a ciascuna delle dette persone si dia quella gioia che trovasicon una fascetta di carta suggellata col mio suggello, sulla quale fascetta è descritto un numero di miocarattere, che corrisponde al Numero della nota suid.ª, indicando la persona alla quale il detto legato èdovuto.

Lego inoltre il resto delle sopra descritte gioie alle altre persone rispettivamente descritte nella sud-detta nota di mio carattere di N° 2. Le galanterie che sono similmente in potere di D. Carlo Falco, o dicolui che l’avrà in consegna in quel momento, s’intendono da me legate rispettivamente alle persone de-scritte nell’annessa nota di mio carattere di N° 3. Il servizio di argento di Vienna da me aumentato condenaro della mia cassa privata, quale servizio trovasi esistente nella Real salmeria in consegna dell’incari-cato della medesima, come pur l’altro servizio da me comprato dal Duca di Gallo, similmente con de-naro della mia cassa privata, ed esistente parimenti nella Salmeria in consegna dell’Incaricato medesimo,s’intendono da me legati secondo che si troverà scritto nella stessa nota di mio carattere di N° 4.

Voglio che le disposizioni contenute nelle suddette quattro note si abbiano come parte integrale delpresente mio Testamento; e al proposito per maggior dilucidazione dichiaro che nelle gioie da me dispo-ste, in vita, ed in quelle che ora si contengono nel mio Testamento, come anche negli argenti nello stes-so legati, si sono comprese le gioie e gli argenti pervenutimi dall’Eredità della mia Carissima defunta mo-glie; come però appartenente per averne pagato l’importo anche in maggior somma in estinzione de’ de-biti della stessa mia moglie contrtti in Sicilia e in Vienna.

Raccomando al buon cuore del sopradetto mio figlio di lasciare impiegati i capitali impiegati nellaFabbrica di San Leucio, dappoichè sarebbe mio piacere che quella gente da me riunita in colonia nonmanchi di sussistenza. Per le Tonnare di Soltanto, e di S. Elia sarà eseguito il contratto che ho col Pro-prietario. Sarà restituito ai caratari il denaro che a ciascuno di essi rispettivamente si appartiene, e chehanno depositato in quella Cassa per fondo di capitale alla ragione di Duecento cinquanta a carato. Lamia rata del fondo capitale rimane in favore del mio Erede; beninteso che siccome l’affitto delle detteTonnare spira colla mia vita, così volendo egli il mio Erede continuare a tenerle per suo conto dovrà con-venire col proprietario.

Confermo le donazioni da me fatte alla Duchessa di Floridia D. Lucia Migliaccio mia carissimamoglie de’ Casini, Giardini, Ville, Boschetti, Masserie ed altro nella contrada del Vomero, secondogl’istrumenti. E siccome posteriormente alle dette donazioni ho fatto e farò io ai detti stabili molte spe-se, miglioramenti, aggregazioni, mobilie etc. così a qualunque somma ascendano, voglio e dichiaro chesi abbiano anche come legate alla suddetta Duchessa.

Nomino per miei esecutori Testamentari i miei figli il Duca di Calabria, ed il Principe di Salerno;il Segretario di Stato degli Affari Esteri, il Segretario di Stato della Casa Reale, ed il Direttore o il Segre-

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tario di Stato per gli Affari di Sicilia.Dichiaro che il principio e fine del presente Testamento è di mio carattere, ed è da me cifrato in

ogni foglio, e sottoscritto; il di più trovasi di Carattere di D. Giuseppe Caprioli, Ufiziale della mia Se-greteria particolare, e replico che quanto in esso Testamento si contiene è mia libera e spontanea Volon-tà. Ordino però e voglio colla pienezza di mia potestà, che sia valido , e che si esegua con esattezza, di-spensando a qualunque altra forma, e solennità forse non adibita, e che ricercasse per la sussistenza, ederogando come Sovrano a qualunque legge in contrario. Napoli, nel Palazzo Reale, a sei Febbraio Mil-le ottocento Ventidue - firmato: Ferdinando.

Copia & - Note citate nel mio Testamento.Copia & - N° 1. Denaro.Quel denaro contante che si trovasse nella mia Cassa privata a di più de’ D.ti 100,000, già da me

donati e distribuiti vada alla mia Carissima moglie Lucia Migliaccio in aumento de’ 360,000, già rice-vuti.

Quello che si trova in potere di Ecceverria, o altro aiutante di Camera che porti il mio particolareconto di spese minute, rimanga a suo beneficio.

E quello finalmente che sta nel Cassettino che ho portato sempre meco, sia di D. Nicola di Pietroo di chi mi avrà seguito in sua vece - firmato: Ferdinando.

Copia & - Nota N° 2. - Gioje.Al Duca di Calabria la spada, il laccio del Cappello, ed il bastone: alla Duchessa di Calabria

il N° 1.Al Principe di Salerno tutti gli ordini nelle rispettive placche, ed il laccio per la spalla.Alla Principessa di Salerno il N° 2.Alla Regina di Sardegna il N° 3.Alla Duchessa di Orleans il N° 4.Al Re di Sardegna il N° 5.Al Duca di Chartres il N° 6.firmato: Ferdinando.Copia & - Nota N° 3 Galanterie.Al Duca di Calabria la ripetizione di l’Epin, e la mostra di Arnold.Al Principe di Salerno il bastoncino d’avorio con pomo di lapis Lazzaro, e ritratto di Luca in Ca-

meo, il palosso d’oro con testa di Leone, la ripetizione di Emery, e la mojana di Migliardo, compagnaalla sua.

Alla mia Carissima moglie Lucia Migliaccio il bastone a muletto datomi dalla mia cara figliaAmalia.

Al Duca d’Ascoli, mio cavallerizzo maggiore ed ajutante generale, il mio usuale bastone di legnocol pomo di legno impetrito, la sciabola di acciaio tutta brillantata fiocco di perle in acciajo, lama da-maschina con fodero nella metà in velluto verde, e la spada di acciaro colla guardia che si apre.

Al Duca di Miranda, mio cacciatore maggiore, lo schioppo di Juan Pereira, di cui ho fatto uso findall’età di quattordici anni, ed il palosso col manico d’acciaro d’Inghilterra.

Tutti gli altri orologi, anelli, bastoni, sciabole, spade, ed altre piccole galanterie voglio siano divisein sette pozioni, e divise a sorte fra D. Carlo Falco, ed i sei aiutanti di Camera. Lo stesso si farà per gliabiti e biancheria- firmato: Ferdinando.

Copia & - Nota N° 4. Argenti.Il servizio di argento di Vienna da me aumentato, ed il di cui prezzo è stato da me conteggiato con

l’Eredità della defunta Reggina, come dalla mia Dichiarazione Testamentaria.Il servizio di argento da me comprato, dal Duca di Gallo. Tutti due alla mia amatissima moglie Lu-

cia Migliaccio Duchessa di Floridia - firmato: Ferdinando.

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Addizione al testamento

Copia & - Oggi cinque Novembre mille ottocentoventi quattro.S.M. mi ha ordinato di conservare un foglio suggellato con tre suggelli che ha per titolo – Addizio-

ne al mio Testamento olografico consegnato al Consigliere Ministro di Stato Presidente del Consigliode’Ministri o chi ne fa le veci il giorno della mia morte senz’alcuna autorizzazione apra egualmente lapresente addizione per la pronta esecuzione di tutto ciò che trovasi nella medesima ordinato.

In piedi sono firmati: Luigi De Medici – Donato Tommasi – Girolamo Ruffo: le tre sottoscrizionisono precedute dal suggello della loro Arme. In fede di che ho sottoscritto il presente atto- firmato: IlCavaliere Luigi De Medici – Vi è il suggello.

Siegue il foglio ossia coverta, citato nel soprascritto atto colla epigrafe ivi rapportata.

- Copia dell’Addizione al Testamento olografo contenuta nel suddetto foglio.

In nome della Santissima Trinità, Padre, Figlio, e Spirito Santo.Io sotto scritto Ferdinando Primo, per la Grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie, avendo già

fatto il mio Testamento olografo che ho dato a conservare in un piego chiuso e suggellato al Presidentedel Consiglio dei Ministri, ho determinato di aggiungere, come col presente foglio aggiungo, alle dispo-sizioni contenute nel suddetto Testamento le seguenti mie disposizioni, le quali Voglio che abbiano il lo-ro pieno effetto e formino parte integrale di esso mio Testamento.

1° Lego alla Duchessa di Floridia mia dilettissima Moglie tutte le galanterie di qualunque specie cheal tempo della mia morte si troveranno negli armadii, e negli scrigni de’ tavolini e degli altri mobili del-le stanze di mia abitazione.

2° Dichiaro inoltre che la sciabola gemmata segnata col N° 6 nella Nota N° 2 che tratta delle Gio-ie da me legata al Duca di Chartres nel citato mio Testamento, nel quale la detta Nota è acchiusa, è sta-ta da me già data ad esso Duca, e perciò la sciabola suddetta non si troverà tra le altre gioie egualmenteda me ad altri legate.

3° Annullo la nomina dei miei Esecutori Testamentarj fatta nel citato mio Testamento olografo evoglio che debbano essere miei Esecutori Testamentarj il mio dilettissimo figliuolo il Duca di Calabria,ed i Ministri Segretarii di Stato, Affari Esteri, della Casa Reale, di Grazia e Giustizia, e delle Finanze.

Impedito dal noto tremore della mia mano di scrivere questa addizione al detto mio Testamentointeramente di mia propria mano, ordino che la stessa addizione abbia tutta la validità dispensando col-la pienezza del mio Potere alla necessità di essere scritta interamente di propria mano del Testatore, pre-scritta nell’art. 895 delle leggi Civili. - Napoli nel Palazzo Reale il dì 4 Novembre 1824 - firmato: Ferdi-nando.

Tutti i sopra rapportati fogli sono stati aperti e letti nel Consiglio di Stato tenuto il giorno 4 Gen-naio Mille Otto Cento Venti Cinque nel quale giorno S.M. il Re Ferdinando Primo è passato a migliorvita. - Napoli 5 Gennaio Mille ottocento Venti cinque.

Per copia conforme

Il Consigliere Ministro di Stato

Presidente del Consiglio de’ MinistriDe Medici

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Nota di Paolo Savoja

Data de documenti epoca della formazione e oggetto della spesa costodegli oggetti Spilla con topazio orientale contornato

4 agosto 1830 23 ag.to 1828 di brillanti a concia Inglese, consegnata 90 a Viglia

25 ag.to 1828 Vari accomodi Collana ed altro consegnato 36a Viglia

15 ag.to detto Catena di oro con chiave e suggello conAmetiste, 50Anello ad afritora 1,20Consegnati a Viglia 51,20

4 ott.bre Catena con chiave e suggello con ametisteConsegnate a Viglia 36

6 gennaio 1829 Spilla rappresentante una chimera 8Due paja di orecchini alla Ercolanese 24Consegnati a Viglia

28 febbraio 1829 Importo di una nota di brillanti 245.20

6 Gennaio 1829. Due paia di orecchini alla Ercolanese di oro di zecchino 2416. 1830 / 28 Feb. 1829. Importo di una nota di brillanti 32

245,20

Consegnati a 28 febbr. 1829.Brillanti e pietre colorate 83Brillanti 28. D. 9 » 252Grandi 4 g. 8 a, 12 96Brillanti g. 29 e 7. 203Smeraldi. N° 17 75Smeraldo di Corati 4 ? 225Rubini 8. 250Un’ametista 10Oro e fattura. 300

2356

4 Gennaio 1829. Serpe d’oro smaltato, 250Orologio a cilindro, 80Laccio d’oro, 70

cons. a Viglia 400

Cassa Privata di Francesco INote di acquisto di Gioielli 1830

ASNA Archivio Amministrativo di Casa Reale inv. III, Maggiordomia Maggiore Appendice, b. 20

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28 Feb. 1829.Braccialetto smaltato. 70Farfalla con pietre di colore. 16Anello con pietre di colore. 12Sivijni con pietre di colore e perle orientali. 400

49813 Marzo 1829.Un paio di bottoni di brillanti di peso g. 10 ? a 17. 177.(consegnati a Viglia)

7 Aprile 1829.Serpe di oro smaltato per uso di cinta braccialetto. 300Sivijni con perle fine e pietre di colore e brillanti. 350

cons. a Viglia 650

10 Luglio 1829.Montatura di cameo rappresentante il ritratto di S.M. la Regina.In oro e fattura. 60Otto pietre fine. 20Montatura di serpe di capelli. 10Scatola. 6

cons. a Viglia 96

4 Gen. ’29.4. braccialetti d’oro modello antico. 1604. braccialetti argento. 86 2. braccialetti antichi. 508. scatole per detti braccialetti. 9,60

255,6012 Agosto /829.

Due braccialetti d’oro. 80Scatola. 2,40

cons. a Viglia 82,40

10 Aprile 1829.*Dieci catene di oro chiave e suggelli.Conseg. Al Sig. Murat gia *487.50

22 Giug. 1829.*3 catene d’oro con chiave.

25 Agosto 1829.Spilla co rosa di Olanda modello a mosca 20Consegn. a Viglia

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29 Giugno 1829.Spilla con rubino contornata di brillanti consegnata a Viglia

25 ag.toSpilla con rosse d’OlandaModello a MoscaConsegnato a Viglia

15 set.? 1829.Montatura di due paia di orecchini alla pompeiana 20Due scatole ed una medaglia.

7 Marzo.13 denti di animale ligati in oro e smalto. 45Scatola per detti denti. 240

23 Aprile 1828.Spilla col nome di S.M. il Re e la Regina con 24 brillanti - g. 30 - 385Fattura e pietre col nome di una Iride. 25

Dichiaro io qui sotto scritto aver ricevuto dal pagatore della detta Cassa. D. 410.Per costo di una spilla col nome di S.M. il Re e S.M. ls Regina con n° 24 brillanti g. 30.

Paolo Savoia.

7 Agosto 1828.Oggetti diversi di Biciotteria fornita a Viglia per real servizio. 370.

5 Nov. 1828.Per. Tabacchiere di oro con cifre di brillanti fornite a Viglia per R. Serv. 1574.

28 Ag. 1829.Tabacchiera d’oro. 80.

17 Genn. 1829.Oggetti di Biciott. 150.

16 Giugno 1829.Scatola d’oro smaltata. 200.

8 Luglio 1829.Un grande necessario per signora guarnito riccamente in vermiglio fornito a Viglia per R. Serv. 700.

18 Luglio 1829.2 tazze di porcellana. 7.20Tabacchiera d’oro. 210

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10 Giugno /829.N° 9 Smeraldi. 2000

25 Ag. 29.Orologio d’oro smaltato con catena d’oro. 120.

28 Ag. 829.Tabacchiera d’oro. 210.

9 sett. 29.Altra Tabacchiera d’oro. 220.

I ricevi interni:“Ho ricevuto da Cav. Michelangelo Desiderio pagatore generale della Cassa privata di S.M. il Re……Note tutte saldate il 16 sett. 1830.

Teodoro Bloch

1829. 6 Giugno. Spilla brillanti grande di peso g. 5 4/8 ed 8 piccole consegnate a … 140

4 Marzo.Braccialetto oro smaltato nero e bianco con l’odorino. 102.

6 Mag.o.Due ripetizioni or con quadrante oro a D. 125 c’una. 250.

28 Mag.o.Orologio da tavolino bronzo col gioco della fontana cons. a V. 110.

20 Giugno.Ripetizione oro smaltata a cilindro quattro buchi in pietra con catena e suggello oro smalto cons. a V. 190

2 Ag.Catena oro a forma di farfalla cons. a V. 80.

15 sett.bre.Pendolo di bronzo dorato a colonna col moto planetario cons. a V. 340

tot. 1212.

Note tutte pagate il 16 ott.bre 1830.

Cesare Del Prato

1828. 25 Ag.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte161

Spilla di brillanti 70.18 Nov.Francia di brillanti jn Gola della Regina. 7521.35(nota esibita il 20 Nov. 1828)

1829. 21 Febbr.Brillanti rifusi fattura di ciappa, e bottoneScatola di oro grandeSpilla in occasione di Cresima di S.A.R. Ant.conseg. A Vi. 950.

1829. 14 Marzo.Valore di tanti brillanti e pietre di colore a D. Litterio Silijigni, come da nota esibita a Vigie. 495.

1829. 2 Aprile.Valore di due brillanti a gocce consegnata a Silijigni, come da nota. 165.50

1829. 9 Aprile.Valore di tre brillanti consegnati a Silijigni, come da nota. 475.37

1829. 12 Giugno.Un pajò di bottoni di brillanti per Gola di S.A.R. D. Antonietta, come da nota. 1000

1829. 29 Giugno.Spilla di brillanti con capelli di S.A.R. D. Cristina 393.75

1829. 9 Luglio.Cinquanta perle consegnate a Silijigni come da nota. 502.20

18 Luglio.Spilla di brillanti come da nota. 248.50

25 Luglio.4 Spille di brillanti. 526.62

8 Ag.to.Grappetto di brillanti 642.60

9 Ag.Scatola di oro grande. 270.

15 Ott.Pettine di brillanti e perle ordinato da Viglia per la Gola di S.A.R. D. Teresa dè 15 ottobre che in seguito l’avessi consegnato a S.E. Contessa Latour. 686

Don Gaetano dell’Aversana Gioielliere della Real Casa

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 162

1829. 14 Marzo. Orecchino a due in Madreperla. 2411 Aprile. Ripetizione con catena in oro. 1608 Giugno. Servizio di Porcellana di Francia decorato da cucina

consegnato a Michelangelo Viglia. 1380,208 Giugno. Servizio 10/ da Dessert. 382,8019 G. 20 stampe. 115,6024 Luglio. Guantiera Inglese e tre bottiglie olio per capelli. 28,60

totale 2091,20

Luigi Arene

Giugno 1829.5 vasi antichi per conto di S.M. 400_

Nota di tessuti di Raffaele Marzano tele-Olanda, Battista. Fiandra.Tot. 1079 _

Raffaele Gargiulo

9 sett. 1830- Pettine a bandò in oro lavorato a basso rilievo con 50 perle (data da Aversana) argento e fattura. e scatola. 106.- collana ed orecchini di sconcigli e maruzze con frutti di oro, e code di sirene in oro. 261.- spilla grande a nocca, 16.- un paio di braccialetti grandi in oro lustro alla Pompej con due camei e scatola. 172.

tot. 539

Litterio Silipigni

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Inventario di tutti li diversi Oggetti ch’esistono nella Guardaroba di S. M. la Regina Regnante, nello Appartamento di Servizio in Napoli

Oggetti di Bisciutteria

1. 1„ Braccialetto di argento smaltato turchino.2. 1„ Detto di oro a fettuccia con perla nella fermezza.3. 1„ Detto con fermezza adornata con rubini e zaffiri.4. 1„ Detto a catena con catenaccetto adorno di granatiglia e perle.5. 1„ Detto a serpente di oro.6. 1„ Detto di oro con lettere smaltate nere.7. 1„ Detto idem a serpe con rubino nella testa.8. 1„ Braccialetto a fettuccia di coralli.9. 1„ Detto a fettuccia con bocchetta di argento smaltato bleù chiaro.10. 1„ Detto formante un serpente d’oro con rubini sulla testa ed occhi con una grande foglia

nel mezzo smaltata bleù ed un giro di perle.11. 1„ Detto di vellutino con fermezza di oro cesellato, e ritrattino.12. 1„ Detto di oro, due serpenti smaltati neri, diverse pietre di colori e cristalli che conservano

capelli.13. 1„ Detto di oro con fermezza su di essa un cane in rilievo.14. 1„ Detto a pavè di turchine e perle.15. 1„ Detto semplice a laminetta d’oro.16. 1„ Detto a catena con una turchina nella fermezza.17. 1„ Detto di oro col ritratto dell’ arciduca Carlo.18. 1„ Detto di oro con tre quadrati ad ornato con un rubino, due smeraldi, e sei mezze perle.19. 1„ Detto a serpente di oro smaltato bleù con grosso brillante sulla testa*.

*Il grosso brillante si è tolto, e fattone aro uso da S.M. la Regina, ed invece si è posto una pietra.20. 1„ Detto con fettuccia di oro e fermezza smaltata bleù adornata con tre rubini, ed otto sme-

raldini.21. 1„ Detto grande di oro cisellato con pezzo di smalto nella fermezza, ed epoca 1828„22. 1„ Detto di oro cisellato con nove toppi a pavé di granata.23. 1„ Detto a pavè di smeraldi con opale nel mezzo.24. 1„ Detto di oro con fiure a pansè nella fermezza e pitre di colore.25. 1„ Detto di oro fettuccia di capelli e lettera P. nella fermezza.26. 1„ Detto di oro con cameo in conchiglia denotante la Dea Notturna.27. 1„ Detto di capelli con fermezza di oro smaltato verde bleù e bianco, e nel mezzo un cristal-

lo contenente capelli.28. 1„ Braccialetto a cerchio di oro con cristallo che covre capelli, ed anelato simile attaccato ad

un lanetto d’oro.29. 1„ Detto composto da cinque cateniglie d’oro di Venezia con fermezza , e su di essa ritrattino.30. 1„ Detto di oro a laminetta semplice con leggenda in giro di varî mesi dell’anno.31. 1„ Detto di oro grande con ritratto di una ragazza, ed al di sotto medaglia che conserva capelli.32. 1„ Detto di oro sullo stile gotico, il cristallo della fermezza contiene capelli.33. 1„ Detto grande di oro con cinque Camei di coralli, e due spille corrispondenti al suddetto.34. 1„ Detto grande di oro smaltato di differenti colori, con due fiocchi pendenti.35. 1„ Serpente grande di oro con ale simili, occhi di sublimi ed adorni di smeraldi, ed un pa-

io di orecchini corrispondenti allo stesso.

Inventario del Guardaroba della Regina Maria Teresa d’Austria Napoli 1847

ASNA, Archivio amministrativo di Casa Reale, III inv., Inventario, vol. 197

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 164

36. 1„ Fittuccia di oro per collana che contiene un pezzo pendente adornata con perle, rubini,smeraldo, ed orecchini corrispondenti alla stessa.

37. 1„ Collana, orecchini, brouce e due spilloni a pavè di turchini.38. 3,, Spille di oro smaltate nere, e nel mezzo opale.39. 3,, Spille di oro con turchine.40. 1„ Detta di oro con miniatura quadra in smalto, denotante la Madonna della Seggiola.41. 1„ Detta di oro con pendente ed anello smaltato bleù guarnita da rosette di olanda.42. 1„ Detta di oro sullo stile cinese con miniatura.43. 1„ Collanetta di oro con pezzo pendente adornato di un zaffiro contornato di rubini, ed una

perla a pera.44. 1„ Detta di oro adorna da primule turchine.*

* La controscritta regalata da S.M. la Regina, alla Nutrice.45. 1„ Odorino attaccato ad anello, e catena il tutto di oro.46. 1„ Porta buchè di oro.47. 1„ Paio di orecchini di topazi ligati in oro smaltato.48. 1„ Braccialetto di oro e niuoli per uso di corona, con medaglia, ed anello.49. 1„ Fibia a pavè di perle.50. 1„ Souvenir di madreperla e semiloro.51. 1„ Spilla di oro a bottone con perla e fiocco pendente.52. 1„ Orologio a cilindro in oro smaltato nero.53. 1„ Detto più piuolo con catena.54. 1„ Ritrattino con cerchietto d’oro.55. 1„ Filo di piccoli coralli.*

* Regalato alla Nutrice56. 1„ Occhialino in due di avorio.57. 1„ Detto ad uno di Tartaruca.58. 1„ Detto di osso nero.59. 1„ Braccialetto con sei camei di coralli, e tramezzi di oro smaltato.60. 4„ Cornetti di coralli.61. 1„ Crocetta simile.*

* Regalato alla Nutrice62. 1„ Filo di granatine ligate in oro.63. 1„ Piuolo braccialetto di oro con fermezza per conservare capelli, e leggenda al di sotto: 30.

Ottobre 1825.64. 4„ Spilloni a glibetti con altri più piccoli pendenti a pavè di turchine.65. 1„ Spilla a pavè di turchine con pendenti.66. 1„ Crocetta con turchine ligate in oro smaltate nere.67. 1„ Coretto che porta una croce pendente di turchine.68. 2„ Spilloni in oro per frontini con turchine.69. 1„ Spillone in due di oro.*

* Sia tolto, e dato a D. Margarita70. 1„ Detto piu’ piccolo.71. 1„ Detto piccolo di oro a globetto.

1„ Spilla di oro con tupazio.72. 1„ Detta smaltata nera con cristallo che conserva capelli.

1„ Odorino di oro.1„ Medaglietta di oro con cristallo che conserva capelli.1„ Detta più piccola di oro con leggenda: 2. Marzo 1835.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte165

1„ Bottone a bocchetta di oro smaltato nero con tuppetto di perla. 73. 1„ Anello a serpe di oro con turchina in testa.

1„ Paio di cerchietti per orecchini.1„ Fibietta in oro.1„ Pezzi di oro, tramezzi di braccialetti.1„ Pezzetti di catenetta di oro.

73. 1„ Spillone di argento alla Sorrentina.** Regalato alla Nutrice

74. 1„ Ferma bottoni di oro con manico di coralli.75. 1„ Croce di argento con cristallo che conserva capelli, e leggenda al di sotto: 2. Marzo 1835.76. 21„Quelli diversi di oro e pietre riproposti in un cassettino.77. 2„ Braccialetti di coralli a fragole con fermezza, e due teste di coralli ligati in oro*

* La sola susta di uno di più regalato alla Nutrice.78. 5„ Braccialetti di oro semplice in varie maniere, due di essi con turchine.79. 1„ Laccetto di oro Maltese.80. 1„ Catena di oro smaltata nera attaccata ad un croscè, e due chiavette simili pendenti.81. 1„ Catena di oro smaltata nera attaccata ad un crosci, e due chiarette simili pendenti.82. 1„ Detta semplice.83. 1„ Fibietta d’oro ligata ad un vellutino.84. 1„ Sugello per scrivania con manico di agata niccolata.85. 1„ Detto di oro con sei rosette di Olanda, ed un niccolo al di sotto inciso.86. 1„ Detto con bustino di agata niccolata, e testa incisa di un niccolo.87. 1„ Detto tutto in oro con incisione Corona Reale, e lettera H.88. 1„ Mazzettino di giocarelli di coralli.89. 1„ Odorino a forma di libretto lavorato a pavè di turchine e perle attaccato ad un anello si-

mile, e cateniglia di oro.90. 1„ Piccolo feronè di oro e perle.91. 1„ Piccola collanetta di laccio nero con tramezzo, una conchiglia di oro e turchina, e due

fiocchi pendenti anche di oro.92. 1„ Bottone a forma di nocca di oro smaltato, adornato con rubini e perle.93. 1„ Croce a pavè di granata, pendente ad un vellutino.94. 6„ Bottoni, cioè: uno di zaffiro, smeraldo, granata, ametista, topazio e turchina.95. 1„ Spilla di oro a nocca, con smeraldino nel mezzo.

1„ Medaglietta a forma di cuore, di ametista.1„ Pezzo pendente a pavè di turchina con perla.

96. 1„ Coretto con acquamarina e cristallo al di sotto, che conserva capelli.1„ Bocchetta, e due fiocchi a pavè di granata.2„ Pezzi pendenti di oro smaltato con rubini e perle.1„ Pezzo di catena veneziana.

96. 1„ Porta orologio di oro lavorato a nodi.1„ Paio di cerchietti di orecchini di oro e perle. 1„ Cerchietto di oro semplice.

97. 1„ Bottoncino di coralli.*1„ Piccolo filo di coralli lavorato a fragole.*6„ Pezzetti di rottame d’oro.** Regalato alla Nutrice con la testa di uno dei due braccialetti di corallo

98. 1„ Piccolo orologio a cilindro di oro con buchè di fiori smaltato al di sotto, catena di oro echiavetta.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 166

1„ Pometto di oro denotante una testa di aquila con turchina incisa.99. 1„ Cagnolino di argento.

1„ Paio di orecchini di oro con serpenti di turchine.1„ Porta orologio di oro smaltato nero.3„ Paio di cerchietti di oro smaltato.1„ Medaglietta di oro con turchina nel mezzo.

99. 1„ Croce di oro smaltata nera e bianca.3„ Piccole medaglie di oro con cristalli e capelli.3„ Anelli, due di essi smaltati e altro di oro.1„ Piccolo spillone di oro.2,, Medagliette di oro pendenti ad un anello, una di esse a forma di more smaltata nera.

100.4,, Dette di oro infilzate in un anelletto.5,, Dette anche di oro, due di esse a forma di cuore, tutte con cristalli, e capelli.1„ Ordine austriaco a forma di croce.1„ Spillone di oro in due.

101.1,, Croce di argento e cristallo con capelli e leggenda - 2 Aprile 1835.102.2,, Fibie di oro smaltate nere.

1,, Detta con sottofibia d’argento.2,, Detta con idem di acciaro.

103. 2,, Bottoni d’oro, con tupazio rosa e perle, altro con turchina contornato di perle.** Se ne sono formate due spille2,, Detti di oro uno con rosa smaltata, altro a forma di Serpente.*1,, Fibietta di oro adornata con rubino e perle.** Regalati allo LL.AA.RR. il Principe Ereditario, e Conte di Trani

104.1,, Goliera antica di granata e perle ligata in argento.105.1,, Goliera di vellutino con fermezza di oro denotante una nocca con perla e rubini.106.1,, Lente di oro.107.1,, Laccio di oro.108.1,, Feronè di oro con ciappetta, rubino, e perle.109.1,, Medaglia d’argento con l’effige di Sua Santità Gregorio XVI Papa.110.1,, Lente di oro smaltata bleù attaccata ad una catenetta di oro, ed anello simile.111.1,, Detta tutta di oro cesellata con anello e piccola catena.112. 1,, Spilla tutta di oro formante un nodo con due pendenti.113. 1,, Detta a nocca di oro con fibietta smaltata bleù, ed un fiocco pendente.114. 1,, Detta simile piccola a bocchetta.115. 1,, Detta d’oro smaltata nera e bianca, con miniatura in smalto.116. 1,, Detta di oro cesellata con corniola nel mezzo, e turchine attorno.117. 1,, Spilla all’algerina adornata di oro e perle.118. 1,, Detta per porta orologio con una mano avente una cravascia, ed ornata di turchine e

perle.119. 1,, Detta di oro smaltata a diversi colori con quattro rubinetti, ed un acquamarina.120. 1,, Dette in oro con rubini attaccate ad una catena.121. 3,, Dette a palloncini di oro con turchine attaccate ad una catena.122. 2,, Spallette di oro denotanti una testa di cinghiale ed un topo ligate ad una catena.123. 1,, Detta denotante un serpente smaltato con perle.*

* Regalata da S.M. la Regina a S.M. il Re124. 1,, Spalletta di oro smaltato con rubino e quattro rose d’Olanda.125. 1,, Detta con due rubini, e due smeraldini.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte167

126. 1,, Detta a globetto di turchine.127. 3,, Dette piccole di coralli con cateniglia.128. 6,, Spille di oro lavorate.129. 10,, Spillette di oro lisce.*

* Una delle controscritte regalata da S.M. la Regina alla Nutrice, altre due alle donne di Ca-mera

130. 3,, Dette più grandi per testa.131. 7,, Bottoni di oro con piccoli.132. 1,, Braccialetto di oro a catena con una crocetta di granatiglia.133. 1,, Detto di oro smaltato bleù con tre perle.134. 1,, Odorino a libretto, senza cateniglia, ed anello, il tutto di oro.135. 1,, Occhialino di avolio.136. 1,, Finimento composto di una goliera, spilla ed orecchini di oro di Francia, con opali, e

smalti bleù.137. 1,, Spilla a forma di nocca di oro tutta incastrata di granatine; nel mezzo un fiore di gra-

natine e le foglie guarnite di perle, due pezzi di cateniglia d’oro, fiocchetti di mezza luna an-che di granatine.

138. 1,, Braccialetto di pietre mischie formante otto palloncini incastrati ciascuno in sei filettid’oro, e passanti simili; all’estremità vi sono altri quattro piccoli palloncini di varie pietre,sostenuti da cateniglie e passanti d’oro, ed una crocetta di Tartaruca.

139. 1,, Braccialetto composto di undici pietre mischie tonde con asoletti e stelle, un coretto dioro per la fermezza, ed all’estremità vi sono cinque altre piccole palluccie e due coretti soste-nuti da catenette di oro.

140. 1,, Detto formato da sette pietre ed un coretto di lapislazzulo a quattro facce ovali, soste-nuta ciascuna da filettini d’oro, passanti e catenette simili, nonché una fermezza di oro smal-tato e laccettino.

141. 1,, Cateniglia per orologio con nove piccoli coralli ovali di piccoli con incastri e catenetted’oro.** Regalata a S.A.R. il Principe Ereditario

142. 1,, Braccialetto di coralli fra i quali uno a barilotto, e due fiocchi di piccoli coralli tutti concateniglie, e passanti d’oro.

143. 1,, Brosce formante tre spille di oro con cateniglie e perle.144. 1,, Spilla d’oro smaltata blù con tre bottoncini di perle, e due fili di pallini anche di oro al-

l’estremità.145. 6,, Spallette a globetti di oro.146. 2,, Bottoni di oro con pietre una verde altra rossa.*

* Regalati allo LL.AA.RR. il Principe Ereditario, e Conte di Trani147. 1,, Orologetto a cilindro, cassa d’oro con due catenette una lunga altra corta.148. 1,, Orologio a cilindro smaltato in ambe le facce della cassa con un buchetto ove segna le

ore; sua catenetta e chiavetta d’oro smaltata.149. 1,, Orologio a corriera d’argento con catenetta d’oro da uomo.150. 1,, Porta orologio formante due serpi e catena smaltata nera.151. 1,, Catenetta d’oro a fittuccia con suo incappetto.*

* Regalata al Principe D. Luigi152. 1,, Odorino d’oro a libretto smaltato in ambe le facce con anelletto smaltato simile a cate-

netta.153. 1,, Spilla d’oro con una corniola quadrata.154. 1,, Detta grande a globo di pietra verde.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 168

155. 1,, Detta di oro con pietra nera e buché di fiori in mosaico. ** Regalata alla donna di Camera D. Maria Tassara

156. 1,, Detta anche di oro con topazio verde.157. 1,, Braccialetto di oro formante un nodo con smalto blu e rosso, e due perle.158. 1,, Detto di oro con cristallo color verde e capelli nell’interno.159. 1,, Detto di oro disegno alla roccocò smaltato verde e bianco con sei rubini e sette perle.160. 1,, Occhialino in due tutto smaltato e miniato con uccelli e fiori.161. 1,, Braccialetto di oro tutto smaltato bleù con lettere composte di piccoli brillanti = Alexan-

dra, con pezzo pendente tondo anche smaltato blù con grosso brillante in mezzo, e nella par-te di dietro si apre e vi sono dei capelli.

162. 2,, Collanella con cannottiglia di oro bleù framezzate da perle, un fiore con brillante e pie-tre di colore non che delle foglie d’oro smaltate verde.

163. 1,, Brosce di oro con due pietre rosse, e perle.164. 1,, Braccialetto di oro tutto smaltato bleù riccamente ornato di brillanti, e smeraldi.165. 1,, Detto di oro formante un nodo con tre fibiette smaltato blù, bianco e verde.166. 1,, Detto di oro formante una nocca smaltata rossa, verde e bianco.167. 1,, Detto di oro con una cassettina sopra ad apritore in cui vi sono riposti de’ capelli.168. 1,, Detto a fettuccia elastica e fibia, il tutto di oro cesellato.169. 1,, Piccolo orologetto con piccola catenetta e chiavetta di oro, due porta orologi smaltati

bleù e fiori di brillantini incastrati con altra catenetta più grande, sugello e chiavetta, il tuttodi oro.

170. 1,, Collana composta da dodici pezzi di pietra verde con ritratti incisi.2,, Altri pezzi con ritratti che servono per due fermezze.2,, Spille simili.1,, Paio di orecchini similiIl tutto con guarnizioni d’oro.

171. 1,, Graffe d’oro a nodo con una molletta dietro.172. 1,, Detta idem con tre mostaccioletti di granatine.173. 1,, Spilla ovale d’oro smaltata bleù con un fiore di rosettine d’olanda.174. 2,, Bottoni uno blù con brillantino, altro celeste con rosettine di olanda.175. 1,, Braccialetto d’oro con nocca e due fasce celeste in smalto.176. 1,, Braccialetto a catena di oro smaltato bleù e bianco, ed un catenaccetto alla estremità.177. 1,, Braccialetto di oro smaltato bleù e bianco, aprendosi si trova il ritratto di S.A.R. la Prin-

cipessa D. Januaria del Brasile.178. 1,, Braccialetto di oro smaltato bleù e bianco, con un rubino ed otto perle.179. 1,, Detto di oro elastico con una lettera T. nella fermezza e rosette di olanda.180. 1,, Detto di acciaro brillantato simile.181. 1,, Porta orologio a fettuccia con due catenette laterali, chiavetta e sugello smaltato bleù con

un rubino, e due perle.182. 1,, Tabacchiera di porcellana con cinque figurine a smalto ed anima di oro all’interno.183. 1,, Odorino di cristallo color violetto con quattro statuette, pomo e guarnizione in oro.184. 1,, Detto di cristallo bianco con quattro statuette, guarnizione e pomo d’oro.185. 1,, Detto verde con guarnizione d’oro.

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte169

Maria Teresa d’Austria, Regina del Regno delle Due Sicilie Francesco Torr, 1837

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 170

Terza stanza con i stigi dipinti bianchi

Num.° 2„ Piumini, uno con fodera di levantina verde, altro con fodera di raso bianco. 1,, Coverta imbottita grande, di levantina verde con sottofodera di mossolina bianca.2,, Covertini imbottiti di levantina verde con sottofodera di mossolina bianca.1,, Detto piccolo simile per li piedi.5,, Coverte grandi di bambagia amo lettone.1,, Coverta a maglia di lana bianca e celeste con sua frangia.1,, Covertino simile bianco e color rosa con sua frangia.3,, Detti a maglia bianca e celeste con frangia corrispondente.4,, Lenzuola di pelle d’addante.8,, Cuscini per il letto delle LL.M.M.

Pag.43 XX 1,, Cassetta a piegatore con vaso di lanna.xx 1,, Orinale di lanna.

1,, Bidè ossatura di legno, ed anima di lanna con suo fodero.2,, Scaldaletti di rame con manichi di legno.1,, Conia di rame cedro per uso de’ piedi.7,, Casse grandi tutte ferrate con fasce.5,, Bauli con analoghe ferrature.2,, Cassettini uno per carrozza, altro per Toletta.2,, Scatole di lanna.2,, Telata grandi da ricamo, uno di mogano, altro di acero di regno.1,, Detto piccolo di mogano.1,, Coccola di rame.4,, Piccoli cassettini foderati di pelle varie dimensioni.1,, Astuccio foderato di velluto bleù per viaggio, contenente un bicchiere di cristallomartellato, cucchiarino d’argento, coltello con manico simile, forchetta e cucchiaroa piegatore, scatoletta per il sale e pepe d’argento dorato da dentro; per uso di S.M.la Regina. 1,, Altro astuccio in tutto simile al precedente descritto; per uso di S.M. il Re.1,, Machinetta di argento per fare il caffè con pomo di avorio, suo piede e lampari-no di argento con manico di avorio. Il tutto è riposto in un cassettino guarnito di pel-le di dante nel di dentro.1,, Rosciò d’argento, composto di una caffettiera, ed altri due pezzi tripode un pic-colo scaldino, una lattiera e zuccariera di argento dorato dentro, cucchiaino simile,una corbeille dorata anche dentro, una guantiera grande, il tutto di argento, una taz-za e piattino di porcellana lumeggiata in oro. I suddetti oggetti sono riposti in un cas-settino di pelle rossa foderato nell’interno di pelle di dante e cuscino simile. 1,, Cassettino quadrato di legno radice d’acero, ed altri legni forestieri; nel piano vi èun vaso di fiori in lavori incastrati di varî legni forestieri, chiusure chiave, e maniglied’ottone; nell’interno è foderato di velluto cremisi ripartito in 20. divisioni ove sonoriposte diciotto bottiglie di cristallo, e due vasetti di latta; nella parte di sotto vi è unfodero con altre tre divisioni ove si contengono due piccoli imbuti ed un bicchiered’argento dorato, non che una mescola anche d’argento, e due scatolette di latta concoverchi; più dietro al detto fodero vi è un’asta che si alza mediante una molle persostenere una bilancetta a due di argento con nove pesi, ed una piccola pietra di mar-mo, più una forbice di Campobasso con astuccio. Il descritto cassettino è riposto in

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte171

un altro di soletta di Francia foderato di fustagno.1,, Cassettino di Vienna coverto di pelle scura al di fuori, e foderato nel di dentro dipelle d’addante, contenente cioè: Una Zuppiera grande d’argento con suo coperchiodorato al di dentro; Due dette più pigole simili alla suddetta con piedi anche d’argen-to e manichi d’ebano nero alevatoio; Due brodiere simili alle suddette con manicelledi argento, e piatti corrispondenti;Una salsiera d’argento con manicelle senza cover-chio dorato al di dentro; Dodici piatti d’argento; Due sperlunghe simili; Un ovaiolod’argento dorato; Una saliera di cristallo martellato con piattino d’argento; Un piat-to di porcellana per Zuppa; Due Fruttiere anche di porcellana.

Tutti gli oggetti descritti nel presente Inventario dal fol°1. al fol°78. compreso i fogli di supple-mento, dopo la debita lettura, ed esatto riscontro si sono rinvenuti regolarmente, e ci sono statidati in consegna coll’intervento del Capo della Real Tappezzeria Sig. Barone D. Carlo Falco: Na-poli ‘Maggio 1847.

Margherita RiccioMaria Jassana

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Gli orefici che lavoravano nel Borgo nel 1888/1889 e nel 1904

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte173

Gioiellerie e Oreficerie: fabbriche

Abbate Alfonso, vico di Mezzo agli Orefici, 6Abbate Cristoforo, strada grande orefici, 11 Abbate Elia, vico 2° Strettola agli Orefici, 2Abbate Giovanni, strada S. Giacomo, 28Abbate Luigi, strada Pellettieri agli Orefici 28Abbate Vincenzo, via Roma, 109Acampora Pasquale, strada <casciari al Pendino, 10Adamo Salvatore, strada S. Caterina Spina Cor, 22Aletta Alfonso, vico lungo Gelso, 43Allardo Ciro, strada borgo Loreto, 242Alterio Celestino, strada S. Biagio dei Librai, 35 bisAmato Antonio, vico Cellini agli Orefici, 12Amato Michele, strada S. Agata agli Orefici, 24Amatucci Eduardo, strada S. Mattia, 84Amodio Giuseppe, strada S. Giacomo, 49Anaglerio Francesco, strada grande agli Orefici, 46Anastasia Filippo, strada S. Aniello dei Grassi, 35Annunziata Carlo, Tartaruga, Corallo, Lava, Oreficeria, ecc.

piazza Municipio, Bottega di legno sotto l’arco d’Aragona 5Apice Gaetano, strada Quercia, 20Aprea Gabriele, vico Solitaria, 38Ardito Carlo e Giovanni, strada San Giacomo, 47Arena Errico, vico Benevento agli Orefici, 27Arena Salvatore, loggia di Genova, 32Arillo Carlo, vico Benvenuto agli Orefici, 24Armano Alfredo, via n. Capolini, 36Armano Luigi, strada grande Orefici, 21-22Ascrittore Ernesto, Piazza dei Coppolari agli orefici, 11Astarita Eduardo, via Roma, 77,78Astarita Oreste Taledo, 242Astarita Giovanni, strada S. Agata agli Orefici, 17Astronomo Vincenzo, vico di Mezzo agli Orefici, 17Avallone F.lli e Parancandolo, Gioielleria, strada Donnalbina, 56Avallone Giovanni, via Tribunali, 208Averaimo Luigi, via Chiaia, 127Baldassarre Giuseppe e Federico, vico Catari a S. Eligio, 3Barbarano Giovanni, via Conte di Mola, 107Barbuti Ernesto, strada grande Orefici, 79Belavigna Mariano, via di Mezzo agli Orefici, 11Bencini Alfonso, via Carminello a Toledo, 9Bardellari Pasquale, via Pace, 25Bianco Salvatore, Corallo, Tartaruga, Orefice, piazza Munici-

pio, strada S. Lucia, 95Billotti Giovanni, piazza Coppolari agli Orefici, 5Biscardi Ciro, strada Pellettieri agli Orefici, 19Bolognese e Rothacker, Salita S. Anna Lombardi, 36Bagliese Vincenzo, vico C. Poerio, 12Borgonovo Giovanni, vico Carminello a Toledo, 7Borriello F.lli strada grande Orefici,83Brancato Pasquale, largo Orefici,18Bracci Francesco, strada S. Giacomo, 5Bruno Carlo, via Roma, 118Bruno Errico, vico Benevento agli Orefici, 3Buonocore Carlo, Brillanti e pietre fine, strada grande Orefici, 59Buonocore Raffaele, vivo Benevento agli Orefici, 25

Cacciottoli Vincenzo, strada Coppolari agli Orefici, 12Cafaggi e Gnocchi, strada grande Orefici, 26Calabrese Giovanni, largo Orefici, 14Calamazzi Biagio, vico Benevento agli Orefici, 22Califano Raffaele, vico di mezzo agli Orefici, 23Califano Salvatore, via Cellini agli Orefici,18Califano Giuseppe, vico 1° piazza larga Coppolari, 11Caliman Melchiorre, strada grande Orefici, 50Campatola Biagio e figlio, strada grande Orefici, 74Canonico Francesco, largo Orefici, 23Papasso Luigi, vico Benevento agli Orefici, 5Capozzi Emmanuele, strada Strettola agli Orefici, 67Capozzi Gennaro, largo Orefici, 17Capparelli Pietro, largo Azzimatori agli Orefici, 30Caputo & Salvo, str. Speranzella, 126Carola Gennaro, strada Armieri, 62Carola Pasquale, vico 2° S. Vito ai Bottonari,8Carraturo Tommaso, strada grande Orefici, 44Carosi Carlo, piazza Larga Coppolari agli Orefici, 8Carosi Francesco, via S. Rosa, 116Prisco Gaetano, via Cellini agli Orefici, 25Casolta Cav. Luigi, Coralli, piazza dei Martiri, 6,7Casciello Giovanni, salita Concordia, 35Castellano Luigi, strada Calzettai a San Pietro Martire, 34 Castellano Pasquale, via Lanzieri, 54Catalano Carlo, vico Pergola S. Antonio Abate, 67Catello Vincenzo, Fabbrica specializzata lavorazione d’argento,

strada S. Sebastiano nell’Istituto Casanova, Deposito, stradaTrinità Maggiore, 41

Cattoretti G. Gioielleria artistica, S. Caterina a Chiaia, 38Cava Vincenzo, vico Re a Toledo, 35Cavaliere Francesco, piazza larga Coppolari agli Orefici, 42Caviglia Francesco, vico Minatoli, palazzo ScalaCecere Gennaro, vico Tagliaferro, 56Centone Paolo, Loggia di Genova, 76Cepparulo Salvatore, strada grande Orefici, 47Cerqua Costantino, lavorazione e incastrotore in gioie, largo

baracche, 37Cesarino Alfonso, vico Concordia, 18Cesarino Antonio, via nuova orefici, 14Cesarino Raffaele, strada Grande Orefici 9 e 27Cesarino Salvatore, loggia di Genova, 73Chevier Basile, Fabbrica e negozio gioielleria e oreficeria, via

Medina, 13Chierchia Andrea, strada grande Orefici, 24D’Alterio Celestino, via Biagio dei Librai, 35D’Amelio Giuseppe, borgo S. Antonio Abbate, 203D’Amelio Salvatore, strada Carriera Grande, 3D’Amico Alfredo, via Toledo, 298D’Andrea Alfonso, strada Mergellina, 156D’Andrea Giuseppe, strada Martellina, 156D’Antonio Vincenzo, strada S. Aniello dei Grassi, 33D’Apuzzo Gaetano & Mariano, strada grande Orefici, 64Dario Nicola, strada Quercia, 8,9De Angelis Alessandro, fabb, vico S. Mattia, 9De Angelis Luigi, largo degli Orefici, 16De Angelis Vincenzo, corso Garibaldi, 163

Elenco degli orafi in attività nel 1888/1889

Page 173: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 174

De Carlo Angelo, vico Benevento agli Orefici, 4De Carlo Michele, vico Benevento agli Orefici, 4De Cesare Ferdinando, strada S. Biagio ai Taffettanari, 8De Falco Pasquale, vico Femminelle, 13De Leva Vincenzo di Raffaele, strada grande Orefici,32D’Elia Zamgarona Eduardo, Commiss. In gioje, vico uccello ai

Fiorentini, 10D’Elia Michele, largo Orefici, 23Del Prato Giuseppe e F.lli via Roma, 291De Signora Pasquale, vico Tufalo, 4De Luise Vincenzo, via Roma, 410De Marco Antonio, vico Miroballo,6De MAria Eduardo (commiss. In Brillanti), S. Chiara, 10De Maria Giovanni, strada grande Orefici, 20De Martino Pasquale, Strada S. Giacomo, 53, 54De Martino Salvatore, piazza Tribunali, 88De Michele Enrico, via Roma, 64De Michele Luigi, vico Pietrasanta, 12Di Mingo Francesco, strada grande Orefici, 80Demma M. q.N. & C., Cavallerizza Vecchia, 13 De Rosa Gaetano, strada grande Orefici, 80De Rosa Giuseppe, strada S. Aniello dei Grassi, 22De Rossi E. Dep. Orologeria e oreficeria, strada S. Sepolcro, 9D’Errico Vincenzo, strada Quercia, 35De Santis Alessandro, vico Pace, 8De Santis Fratelli, Strada grande Orefici, 48De Santis Michele, strada S. Agata agli Orefici, 6Desiderio Celestino, calata Sanità, 46De Turris Francesco, largo Azzimatari Orefici, 2De Vita Gennaro, strada S. Agata agli Orefici, 6Desiderio Celestino, calata Sanità, 46De Vivo Luigi, vico S. Marco ai Cristallini, 6De Vivo Salvatore, via Cristallini, 111Di Lauro Pietro, strada Casciari al Pendino, 12Di Pompeo Errico, strada S. Aniello dei Grassi, 23Di Roberto Giovanni, vico Salvatore agli Orefici, 28D’Ischia Raffaele, via Chiaia, 39Donadio Luigi, vico I° S. Caterina Spina Corona, 4D’Onofrio Vincenzo, via Chiodaroli a Portauova, 31Drago Alfonso, Salvatore agli Orefici, 12Drago Gaetano, strada S. Agata agli Orefici, 17Dramis Francesco, via Roma, 21Dupont Luigi, socio della Ditta L. Mugnier d. C. studio e de-

posito, piazza Municipio, 15Epifania Luigi, largo Azzimatori agli Orefici, 28Ercolino Luigi, via Roma, 63Errico Vincenzo, Bisciutteria di Coralli, Esposizione, S. Lucia 72Erriquez Giovanni, vico lungo Montev. 11Esposito Erminio, strada Portauova, 13Esposito Giuseppe, gradini Conte di Mola, 3Esposito Vincenzo, largo Azzimatori agli orefici, 23Falanga Francesco, strada piazza larga dei Coppolari agli Ore-

fici, 19Fede Giuseppe & C., laboratorio in gioje , oro ed argento, vico

S. Spirito , 107Ferrara Vincenzo, fu Gennaro, strada grande Orefici, 74Ferrara Luigi, Chiaia, 128

Ferraro Vincenzo, S. Giacomo, 7 e 10Ferrigno Ferdinando, via nuova Orefici, 6Festa Francesco e Vincenzo, via Roma, 207Finizio Giovanni, largo Orefici, 12Finizio Luigi, via P. E. Imbriani, 8Finizio Giovanni, largo Orefici, 12Finizio Raffaele, vico Salvatore agli Orefici, 9Fiorentino Gennaro, piazza larga Coppolari, 36Fiorentino Giuseppe, piazza larga agli orefici, 36Fiorentino Raimondo, piazza larga agli Orefici, 36Fiorillo Biagio, strada grande Orefici, 12Flocco Vincenzo, Borgo S. Antonio Abbate, 195Floricco Luigi, piazza Coppolari agli Orefici, 6Florio F. lli strada grande Orefici, 14Florio Raffaele, largo Portauova, 11Fontanarosa Giovanni, gradini Conte di Mola, 5Forestiere Pasquale, strada Calzettai, a San Pietro Martire, 14Forza Giovanni (gross.) salita Trinità Spagnoli, 3Fragano Pietro, strada grande Orefici, 27Franconeri G. lavorazione di gioje e oreficerie, via Roma con

ingresso Taverna Penta, 2Furnò Rosario, via Cellini agli Orefici, 20Fusco Gennaro, piazza larga Orefici, 39Fusco Lorenzo, strada piazza larga dei Coppolari agli Orefici, 39Gajaffo Enrico, Fabb. Di gioielleria e bisciutteria, strada S.

Giacomo, 38Gaito Angelo, strada S. Giacomo, 18Galante Vincenzo, vico carminiello a Toledo, 44Galletti F.lli, vico Mezzo Orefici, 13Galloni Luigi, corso Vitt. Em. 112Gambardella Antonio, vico 3° S. m: in Portico, 18Gambardella Salvatore, strada Coppolari Orefici, 8Garofano Vincenzo, vico Affitto, 45Gesualdo Davide, via Roma, 80, 81Giacchetti Vincenzo, Galleria Principe di Napoli, 13Giardiello Eduardo, piazza larga Coppolari agli Orefici, 6Giardiello Filippo, strada S. Agata agli Orefici, 6Garretiello Eduardo, vico 1° piazza larga dei Coppolari, 11Gigante Luigi, vi Roma (già Toledo), entrata Traversa Penta, 4Giliberti Nicola, strada Tribunali, 189 e 99Giordano Alfonso, strada Corsea, 46Giordano Federico, via Cellini agli Orefici, 14, 27Giordano Raffaele, strada Fiorentini, 20Giuliani Carlo, corso Vitt. Emm., 661Giuliano Antonio, strada Principessa Margherita, 23Giura Vincenzo, via Roma, 328, succ. strada Quercia, 10Guelfa Pasquale, via Nuova Orefici, 36, 37Goffredo Vincenzo, vico Mondragone, 27Golina Luigi di Malerba, largo Azzimatari agli Orefici, 10Golletto Vincenzo, vico S. Domenico Soriano, 37Grassi Enrico, strada Mergellina, 156Greco Antonio, salita Museo, 7 e 8Grimaldi Giuseppe, strada Quercia, 25Grimaldi Nicola, via Tribunali, 223Grimaldi Pasquale, strada grande Orefici, 6Gruppo Gaetano, largo degli Orefici, 15Guadagno F.lli, largo degli Orefici, 34

Page 174: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte175

Guida Alfonso, via della Maddalena, 29Guida Gennaro, piazza larga Coppolari Orefici, 34Guida Magazio, Salute, 191Guinot Eduardo, calata S. Marco ai Ferrari, 4Gusman Luigi, Cavallerizza a Chiaia, 32Gusumpaur Luigi, commiss. In Gioje, strada Chiaia, 24Huguenin & C., via P. E. Imbriani, 39Izzi Raffaele, rampe Nocelle 2Jannitti F.lli, largo Orefici, 25Iannitti Vincenzo, via Campo Vecchio, 26Imparato Giuseppe, largo Orefici, 11Iorio Lorenzo, vico 1° S. Caterina Spina Corona, 14, 20Iovine Nazario, strada, Portauova, 13Iunod Carlo, neg, di brillanti e gioje, vico Carminello a

Toledo, 56Kaletta Alessandro, via S. Brigida, 50Knight Giuseppe & Figlio, (gioiellieri di S. M. la Regina d’Ita-

lia), Bisognano 11, I° pianoKnight & Musetti, fabb. d’Argenti, piazza Cavour, 6Labalm Eduardo, Saggiatore e neg. Speazzatura di metalli pre-

ziosi, via Marina nuova (angolo via Duomo)Labanchi Francesco, vico I° piazza larga Coppolari, 10Lazzi Raffaele, largo Azzimari agli Orefici, 5Laganà F.lli Porticato S. Francesco di Paola, 7La Gatta Luigi, strada S. Efremo Vecchio, 47Lamagna Salvatore (verghe d’oro), via grande Orefici, 2Lamagna Vincenzo, via grande Orefici, 81La Monica Pasquale, porticato S. Francesco di Paola, 8Langella Re F.lli via Cellini agli Orefici, 20Langellotti Leopoldo stra. S. M. Antasaccula, 8Lanzetta Pasquale, vico Benevento agli Orefici, 2Landini Luigi, piazza Coppolari Orefici, 35Laurentini Antonio, str. Trinità Maggiore, 29Lazzaro Domenico, vico di Mezzo agli Orefici, 8Lembo Giovanni, vico Scalesia, 17Leone Giovanni, sal. Tarsia. 21Liguori Michele. Str. Pellettieri agli Orefici, 47Lillo Teodoro, str. Giubbonari, 9Lobrando Francesco, violetto Borio, 9Loffredo Errico, via Roma, 285Lombardi Pasquale, largo Orefici, 6Longobardi & Barbarisi, Arg. Oref. Orologi e Perle. Dep. E

Fabb., strada Vergini, 28Marchese Tommaso (sensale) S. Liborio, 40Maffei Vincenzo, str. Montesanto, 57Maggio Alfonso, S. Aniello dei Grassi 3 e 4Magro Vincenzo, S. Giacomo 56, 57Magliulo Luigi, gioielleria e bisciuytteria, str. S. Caterina a

Chiaia, 70, 71Maiorani Matteo, via Cellini, 8Moncai Luigi, Str. S. Giacomo, 15Marco Luigi, str. S. Agata a gli Orefici, 5Marco Vincenzo, vico I° piazza larga Coppolari, 10Mangiarotti Filippo, rappr. Di Gioje, Oreficerie, Argenterie,

vico S. Giuseppe ai Guantai,22Mannara Luigi, Salvator Rosa, 334

Manzo Vincenzo, piazza Coppolari agli Orefici, 26Manzone Ferdinando, str. S. Giacomo, 40Marangelo Tommaso, vico I° strada agli Orefici,7Marchese Francesco, strada grande Orefici, 68Marchitiello Francesco, vico I° S. Caterina Spina Corona, 14Marciano Giuseppe, vico Tutt’i Santi, 59Maresca Luigi, via Ponte di Tappia, 59Margherita Gennaro, neg. Bisciutterie, Oreficerie, str. S. M. La

Nuova, 2Mariano Gaetano, vico Mezzo Orefici, 22Marino Vincenzo, salita S. Filippo, 8Marinassi Giuseppe, vico Canale, 19Marotta Carlo, Borgo S. Ant. Abb. 232Marseglie Michelangelo, vico Benevento Orefici, 16Martano Giovanni, str. Grande Orefici, 54Martucci Antonio, str. S. Giacomo, 48Marzano Salvatore, piazza Municipio, già vico Travaccari, 5Maschio Gaetano, vico Miroballo, 13Maseri Federico, viale Umb. I° pal. Dal VermeMassa Giovanni, via Roma, 262Massa Paolo, & Figli, str. S. Giacomo, 14Massa Pasquale, via S. Giacomo, 17Massa Raffaele e Salvatore, vico Salvatore agli Orefici, 17Massarelli Giovanni, vico I° piazza larga Coppolari, 5Masula Vincenzo, Baglivo Uries, 4Matino Ferdinando, vico Carminello a Toledo, 45Matrice Pasquale, largo Orefici, 19Maturo Carlo, str. Sopramuro al Carmine, 31Mautone Giuseppe, str. S. Agata agli Orefici, 8Massa Antonio, largo Azzimatori agli Orefici, 3Mozzarella F.lli, Gioiellerie, e Biciutterie, piazza Cavur, 8Mazzola Pasquale, str. S. Biagio dei Librai, 49Mazzola Vincenzo, str. S. Caterina Spina Corona, 41Meglio Felice, piazza larga Coppolari agli Orefici, 41Meglio Francesco, pal. Sorgi a MaterdeiMeglio Gennaro & Francesco, Baglivo Uries, 20Melillo Giacinto (oref. In Coralli), Riviera, 86Meo Luigi, via Cellini agli Orefici, 16 Mercurio Orazio, discesa Sanità, 7Merenda & Vanessa, Chiaia 213Morola Giovanni, vico Benevento agli Orefici, 15Merricone Giovanni, Borgo S. Ant. Abb., 175Mozzacapo Lillo, via Roma, 72Mozzacapo Giuseppe, Azzimatari agli Orefici, 31Nichelini Luigi, piazza Coppolari agli Orefici, 1Micillo Francesco, vico Lammatari, 17Micillo Paolo, largo Azzimatari agli Orefici, 11Milano Leopoldo, vico Gagliardi A PIAZZA Cavur, 59Mirabile gennaro, alrgo Orefici, 67Mirabile Mariano, piazza Coppolari agli Orefici, 42Mirando Vincenzo, vico Re a Toledo, 44Mirra Pasquale, str. Vita, 99Miscione Alfonso, piazza larga Coppolari agli Orefici, 40Montagna Roberto, vico Corrieri S Brigida, 11Morabito Rocc, (Corallo, Lava, e Oreficerie), via Calabritto,

32 e piazza Martiri, 33,34

Page 175: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 176

Morione Annibale, via Carmine, 22Mottola Pasquale, vico Trufolo, 18Mugnier L. & C. piazza Municipio, 15Mulino Luigi, via Ferdinando Galliani, 3Murolo Davide, vico S. Giovanni a Mare, 2Murolo Francesco, largo Orefici, 15Murolo e F.lli, str. S. Giacomo, 6Musto Ferdinando, corso Vitt. Emm., 509Navorelli Errico, str. S. Carlo, 15Nagar Salvatore, strada Salute, 57Negri Pasquale, S. Pietro a Maiella, 22Neri Federico, strada Pace, 15Neri Raffaele, via Roma, 280Nitsch Pasquale & figlio, compra vendita, commiss. in gioie,

piazza larga Coppolari, 5Orabona Vincenzo, str. Coppolari agli Orefici, 27Orfeo Luigi, vico Chiodaroli a Portauova, 13Origana Salvatore, Cavall. A Chiaia, 40Orsi Salvatore, largp S. Angelo a Nilo, 4Ottaviano Raffaele, vico di Mezzo agli Orefici, 16Pagliata Giovanni, str. Speranzella, 29Palchetti Federico, largo Orefici, 33Palladino Francesco, vico I° piazza Coppolari, 6 e ponte di

Chiaia, 87Palladino Pasquale, via Gennaro Serra, 71Palombo Giuseppe, vico 2° Strettola Orefici, 6Pandolfelli Giovanni, Sedile Porto, 75Papa Giovanni, largo Azzimatari agli Orefici, 20, 21Papoff Luigi, str. Quercia, 12Parancandolo Vincenzo, via Cellini agli Orefici, 19Pascone Pasquale, vico 2° S. Giacomo, 10Pasquezza F.lli & C. via Roma, vico Rotto S. Carlo, 40Passeggio Vincenzo, Chiaia, 168Pecoraio Vincenzo str. S. Aniello dei Grossi, 6

Palella Luigi, str. Grande Orefici, 8Pelluso Luigi, largo Orefici, 20Pennese Giovanni, largo Azzimatari agli Orefici, 12Pepe Alfonso, via Nuova Orefici, 12Perez Pasquale, Chiaia, 254Perreca Antonio, vico Benevento agli Orefici, 17Perretti Francesco, largo Orefici, 14Piscitelli Pasquale, Chiaia, 361,362Pratico Federico, fu Ferdinando, via Roma Rozza Errico, Chiaia, 801Salzano Giovanni, str. S. Gennaro dei Poveri, 7Schisa Errico, via Roma, e via Urias, 70, 71Schisa Raimondo, via S. BrigidaSchisa Vincenzo, via Roma Sapio Ferdinando, vico Scoppettieri a Porto, 59Troie Giuseppe, S Pietro a Maiella, 30

Battiloro: oro in foglie (1888/89)

Bartolo Gennaro, strada S. Agata agli Orefici, 21Falco Ernesto,gradini Conte di Mola 11Fusco Gaetano, via nuova Orefici 59Fusco Pietro, via nuova Orefici, 61Gallifuoco Giuseppe, strada S. Agata agli Orefici, 23Gallo Biagio, strada S. Agata agli Orefici, 7Guardiano Luigi, strada Spezieria Vecchia 7Lamparelli Vincenzo, via nuova agli Orefici, 26Lomanto Vincenzo, via nuova agli Orefici, 18Lo Masto Vincenzo, strada Pellettieri agli Orefici, 48Longo Giuseppe, vico Chiodaroli a Portauova, 28Pandolfelli G. Battista, via Salvatore all’Università 15Peluso Pasquale, strada Pellettieri, 42

Page 176: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte177

Abbate Giovanni, Argenteia, via Azzimatori agli orefici, 24, 25Abbate Luigi, via Carlo Troya 5B e via Antonio Scialoia, 20Abbate Vincenzo, Fabb. e Neg. Argenteria, via Antonio Scaia-

loia, 24, e via S. Giovanni in Corte, 1Arcari Carlo, via Chiaia, 84Arena Gennaro, Rua Toscana, 14 e via nuova Armieri, 2Barbuto F.lli fu Luigi, via Scalesia, 23Candida l. Gioielleria, Oreficeria, Argenteria, via Roma 274Cangiaro Davide di Vincenzo, via Scalesia, 11 e via Giorgio

Pallavicino, 20Cangiano Ignazio fu Davide, via Saverio Baldacchini, 17Cangiano Vincenzo, fu Davide, via Antonio Scalesia, 13Canonico Francesco fu Vincenzo, via grande Orefici, 23Carola Gaspare, Rua Toscana 15, con Fabbrica in via Anto-

nio Scialoia, 9Carola Gennaro & Giuseppe, via Antonio Scialoia, 33 e via

nuova Armieri, 1Caserta Filippo, via Duomo, 208Centone Emmanuele, Gioielleria Artistica brevettata da S. M.

il Re, Medaglia d’oro Real Istituto di Incoraggiamento, viaMedina 47 – Palazzo Siringano

Cifuni Ignazio, piazza larga Coppolari agli Orefici, 45Cipolletta Vincenzo, vico Casciari alla Loggia, 34 bisClemente M.le, via S. Biagio dei Librai, 25Conte Pasquale, via S. Giacomo, 21Conte Giuiseppe, via S. Giacomo, 29Conte Giuseppe e Luigi, vico Baglivo Uries, 51Conte Teodoro, I° traverso degli Orefici, 14Cozza Francesco, Unica Fabbrica di Catene d’oro, vico Bran-

caccio, 14Cozzella Damiano, via Nuovi Orefici, 36Cozzi Domenico e Gennaro, Ia traversa Orefici, 11Criscuolo Giovanni, Fabbrica di Argenteria, via Carlo Troya,

16 e via Antonio Scialoia, 18Criscuolo Pietro, Fabbrica di Argenteria, vico Strettola agli

Orefici, 1De Angelis G.le, via Spezieria Vecchia, 8De Laurentiis Vincenzo, via grande Orefici, 9De Mingo Francesco, via Saverio Balacchini, 12De Sanctis Michele, via Marina Nuova, 97Di Finizio Giovanni & Figlio, via Antonio Scialoia, 17, e via

Nuova Benvenuto Cellini, 2Drago Francesco, Rua Francesca, 15Esposito Francesco, Fabb. e Neg. Argenteria, via Azzimma-

tori, 15Festa Vincenzo, via Roma, 266Furnò Rosario: Alle Gioiellerie Napoletane, piazza Agostino

De Pretis, 14Fusco Gennaro & Figlio, piazza larga Coppolari, 39Giardiello Eduardo, corso Umberto 1, 132Giardiello Filippo, via Duomo, 269Giura Vincenzo, Oreficeria, Gioielleria, Argenteria, via Medi-

na, 13Ingangi Giuseppe, via Chiaia, 53Knight G. & Figlio, Riviera di Chiaia, 287 ALabalme Henry, via Scalesia, 19Mangiarotti Leopoldo, Fabb. di pomi d’Argento, Studio d’In-

cisione, via Roma, 317Massarelli Giovanni, vico I piazza larga Coppolari, 5Mayer F.lli, vico Salvatore alla traversa Cellini, 17Massa Ferdinando Ia traversa degli Orefici, 8Mezzacapo F.lli, Fabb. oreficeria, via Roma, 72

Mirando cav. Vincenzo, Fabb. di Gioielleria e Bisciutteria,premiata in molte esposizioni. Lavori Atistici, vico Giardi-netto, via grande Orefici, 44

Nocera Giovanni & Figlio, piazza larga Coppolari, 40Pensa Gaetano, via Macedonio Melloni, 58, Rione S. Efremo

VecchioPerretti Gioacchino, Fabb. e Neg. Argenteria, via S. Baldac-

chini, 10Persico Francesco II traversa degli Orefici, 12Pesce Alfonso, trav. Cellini, 14Pignataro Giovanni, via grande Orefici, 55Polverino Domenico, piazza larga Coppolari, 44Puglia Giosuè, via grande Orefici, 45Rispoli Luigi, Fabb. e Neg. Oreficeria e Gioielleria, piazza lar-

ga Coppolari, 46Rispoli Romualdo & Federico di Gennaro, piazza larga Cop-

polari, 46Russo Francesco fu Raffaele, via Azzimatori, 33 e via A. Sca-

lesia, 34Serracino Michele, traversa Cellini, 17Saturno Antonio, vico Salvatore alla Traversa Cellini, 17Simone Nicola, Fabb. 1° traversa degli Orefici, 10Sorrentino Errico, traversa Cellini, 3Storace Ciro, via Roma, 236,238Ventrella Achille, Fabb. e Neg. Gioielleria e Bisciutteria, vico

1° Porterai S. Tommaso, 2Viola Giuseppe, via nuova Benvenuto Cellini, 4Zeccoli Giovanni, via grande Orefici, 18Zoppo Giuseppe, vico Azzimatori,9

Battiloro, Stampatori in oro, ed oro in foglie, (1904)

Amirante Salvatore, via Carlo Troya, 24Aprile Luigi, vico Berio, 11Fusco Giuseppe, via 2° Strettola agli Orefici, 2Fusco Raffaele,via grande Orefici, 25Lettieri Gennaro, via nuova Orefici, 33Lo Mastro Santo, via grande degli Orefici, 34Lo Mastro Vincenzo, vico Pellettieri agli Orefici, 26Pandolfelli Giuseppe, via Università, 15Scotti Vincenzo fu Luigi, via loggia di Genova, 95Troie Nunzio, vico Pellettieri agli Orefici, 46

Corallo, Lava del Vesuvio, Tartaruga, Conchiglie, Camei,Madreperla

Acione Giovanni (Torre del Greco presso Napoli), Fabbrica intutti gli articoli di corallo, madreperla, conchiglie, lava, ca-mei, montati e sciolti.

Aiello Diomede, via Chiatamone, 8Annò Tommaso, via S. Lucia, 87,88Avorio Luigi, Pietre, Coralli,, Lava, Madreperla, corso Um-

berto, 35Bianco Salvatore, via S. Carlo, 19 (sotto l’arco d’Aragona)Bagli Raffaele, lavorazione in Tartaruga, via Vittoria, 16Criscuolo gorge Frank & C., via Foria 50, I° piano Fabb. Torre del Greco

Oreficerie, Gioiellerie, Argenterie in attività nel 1904 a Napoli

Page 177: I Borghi e Le Arti Di Napoli

Dispacci Reali

Page 178: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte179

Sul progetto, che fu fatto da D. Pietro Antonio Cirillo, e Pietro Liberati per lo stabilimento di unMerco generale d’apporsi all’oro, ed all’argento che si travaglia in questo Regno, così per mezzo del-la Regal Segreteria di mio Carico, come per quella di Grazia e Giustizia, informato pienamente ilRe de’ varj articoli contenuti in detto progetto, e della ponderata Consulta formata dalla Real Ca-mera relativamente a’ disordini introdotti nell’Arte degli Orefici, dopo aver inteso l’avvocato del Re-al Patrimonio, l’intera arte rappresentata da venticinque Consoli ed Extra Consoli ed anche l’exConsole Montorio pontato anche per l’emenda degli inconvenienti considerando la Maestà Sua es-sersi da qualche tempo avanzati i prezzi de’ metalli , è venuta primieramente a risolvere che, conl’intervento di un Ministro della Real Camera, de’ Consoli attuali, e di ventuno Extra Consoli sifaccia il saggio domandato dall’Arte per fissarsi il carato, ed il prezzo dell’Argento da lavorarsi.Ha risoluto in secondo luogo, secondo l’Arte ha proposto, che le tocche necessarie per conoscere

il carato de’ lavori d’oro debbano farsi in Oro purificato coll’assistenza egualmente de’ quattro Con-soli, e ventuno Extra Consoli e Governatori. Terza, vuole, che si esegua ciocchè l’Arte ha proposto, di doversi ai lavori di argento apponere tre

merchi, cioè dell’Arte, del Console e del Fabbricante, per essere in ogni mancanza obbligata l’Artea rifare al Compratore, dando alla medesima il regresso conto dei Consoli, e Fabbricanti.Quarto vuole, che i senacoli d’Oro si debbano continuare a mercare con doppia impressione di

cera di Spagna: Che nelle Catene, e Laccetti si debbano saldare con un pallino di Oro schiacciatoper farvisi i tre Merchi a martello; che si facciano i modelli, o siano tanti pezzi di lavoro, quanti sene usano, per regolarsi a norma de’medesimi, le saldature necessarie, rapporto alla qualità, e quan-tità, e che in caso di controversia, i Consoli debbano eligere un Perito come provatore, prima di ve-nirsi al saggio della Regia Zecca.Quinto che i Gioiellieri debbano valersi ne’ loro lavori d’Oro non meno del prezzo di ducati quin-

dici, e resti loro proibito d’incastrare Diamanti con foglia, e Cristalli; ma che possano usare di Cri-stalli solamente ne’ lavori detti a giorno; che non possano ne’ lavori di Diamanti, mischiare Gergo-ni, e ne’ lavori di Pietre colorate, mischiare Balasci e Spinelli, ed adoperare tinta deni Rubini e fo-glia e tinta ne’ Smiraldi.Sesto, che i Bisciottieri possano lavorare Oro di qualunque carato, ma debbano attestare ai Con-

soli la qualità del carato dell’Oro, e quella segnarsi col bolino, ed indi mercarsi col Merco dell’Artee del Fabbricante, per essere responsabile d’ogni mancanza.Settimo, vuole che a tenore della Prammatica del 1683, al § 13, de monetis, e del dispaccio del

1755 tutti gli Orefici della strada di S. Giacomo, sotto pena di ducati ducento, debbono rinnovarel’obbligo di non tener Botteghe fuori dell’attuale recinto, e che se le botteghe mancassero, debbanoi Consoli assegnarle nelle strade contigue, da eseguirsi però a 4 maggio 1784.Ottavo, vuole Sua Maestà, che la elezione de’ Consoli si debba fare a otto Soggetti da nominarsi,

cioè: quattro da Consoli attuali e quattro da passati, e farsene nota da presentare al Delegato, chedovrà approvarla, e trovando nominata persona inabile, dovrà far surrogare altro Soggetto da chil’abbia nominato, il quale se per la seconda volta nomini persona pure inabile resti privo di nomi-na e questa si devolva al Delegato, che dovrà risolvere fra otto giorni, sicchè le Elezione per busso-la generale si faccia prima della fine dell’anno; ben inteso, che non possono eligersi per Consoli iFerianti, dovendo disimpegnare di persona le loro cariche.Nono, vuole Sua Maestà secondo l’Arte ha proposto, che in tutti gli individui dell’Arte, come so-

no Maestri, ed altri da impiegarsi in Offici anche del Conservatorio, debbano assolutamente farsicon ventuno Extra Consoli per voti segreti, e che lo stesso si debba praticare in tutte le occorrenzedell’Arte per evitarsi ogni inconveniente, sicchè debba eseguirsi quanto l’Arte ha proposto rispettoa tale articolo. Decimo, comanda la Sua Maestà, che la Elezione de’ Maestri si faccia da’ Consoli attuali e ven-

tuno Extra Consoli e Governatori, precedente rigoroso esame, per voti segreti, e che anche i figli de’

REGAL DISPACCIO

ASNASez. Giustizia, Sacro Regio Consiglio, Dispacci, f. 1593

Page 179: I Borghi e Le Arti Di Napoli

I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 180

Maestri, ed indi si specifica loro la Patente da’ Consoli e Cancellieri dell’Arte, con spiegare in essa aquale genere di lavoro sia stato abilitato; e vuole inoltre Sua Maestà, che se qualche Maestro attua-le, o in avvenire si trovasse patentato di qualsivoglia tribunale, debba essere cassato dal rollo de’ Mae-stri, chiuderglisi la bottega, e rimaner privo dell’esercizio dell’Arte.Undicesimo, ha risoluto che gli Incantatori debbano pure eligersi dai Consoli attuali e da i ven-

tuno ex Consoli e Governatori, tra i Maestri che non possono più lavorare; che debbano dar plage-ria di docati ducento, e non possono incantare lavori nuovi d’ogni sorta, ma la roba da incantarsi,debbano riceverla dai soli Maestri con licenza del Console, e le offerte debbono riceverla dai soliMaestri con licenza del Console, e le offerte debbano riceverle dai soli Maestri, restando però per-messo ai Sensali, ed impegnatrici di vendere la roba de’ particolari come usate; ha risoluto similmen-te, che resti proibito a tutti gli Individui dell’Arte, di portare a vendere lavori d’Oro, Argento e gio-ie per il Regno e per le Fiere senza licenza de’ Consoli e che questi debbano bullare tutte le scatoleed involti dopo di essere state vedute dal Procaccio, con ordine alle Sbarre, che non trovandole bol-late, le debbano intercettare, e ciò debba intendersi anche per le scatole ed involti che si mandanofuori da’ soli Orefici per commerciare per mezzo de’ Corrieri, Marinari, Vetturini ed altri, e che fi-nalmente giunti nel luogo o Fiera dove si vogliono vendere i lavori, debba esibirsi la licenza ai RegiOfficiali ed ai Magistrati che debbono rivedere i bolli, prendendone conto, e riserbandosi Sua Mae-stà di provedere su la domanda dell’Arte di obbligarsi i Maestri del Regno a mandare i loro lavori amercare in questa Capitale, allorché si saranno legittimamente intesi gli Orefici che sono per il Re-gno.Duodecimo, ha la Sua Maestà risoluto che, a tenore del Privilegio del 1505, nessun Maestro o La-

vorante presuma apprezzare qualunque lavoro d’Oro, d’Argento e gioie ma gli Apprezzi debbonofarsi da Consoli dell’Arte, a riserba degli apprezzi che si fanno d’ordine de’ Magistrati, i quali pos-sono commetterli a chi meglio stimano: avendo l’Arte proposto di segnarsi con Merco distinto, i la-vori esistenti; ha Sua Maestà ravvisata inutile tale domanda, dipendendo questo punto del saggio dafarsi nella Regia Zecca, seguito il quale, dovrà apporsi ai lavori il Merco dell’anno, quello che dimo-strerà se i lavori siano anteriori o posteriori alle Risoluzioni Regali. E finalmente essendosi dall’Artedomandato conferirsi ai Consoli bastante giurisdizione per poter procedere contro degli individua-li trasgressori, a tenore degli Antichi Privilegi; ha sua Maestà risoluto che si intenda accordata a que-st’Arte quella stessa bassa limitata giurisdizione che si esercita dalle arti più inferiori dei Sartori, e Fa-legnami; Ed essendosi la Maestà Sua uniformato al parere di essa Regal Camera lo partecipo di Re-gal Ordini a V.S. Ill.ma, per notizia delle Camere, ed uso che convenga.

Palazzo 31 agosto 1783

Il Principe di CimitileSignor MARCHESE CAVALCANTI

Die 6 mensis Septembris 1783

Registratur et conservatur Appreso Giuseppe Maria Severino Boezio

Impressore de’ Regal DispacciCon privilegio del Re, che Dio guardi.

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Tutti i più savii Legislatori hanno costantemente dirette le loro mire a frenare l’abuso pernicio-so, che si potesse fare de’ metalli preziosi in ornamento di superfluità, e di lusso, che assorbisco-no sostanze non indifferenti alle famiglie, rendendo inutili con togliere dalla circolazione vasti, ecospicui capitali. Varii regolamenti gli Augusti Nostri Predecessori han fatto diretti a questo salu-tare oggetto coll’eliminazione di varie leggi suntuarie, che poi le circostanze de’ tempi, e posterio-ri leggi hanno abrogati. Che perciò la necessità di accorrere al bene, e maggior vantaggio non me-no dello Stato, che delle private famiglie, con rinvigorire, e rianimare la circolazione del numera-rio, che si vede in danno de’ nostri amatissimi Popoli illanguidita, senza che vi sia la deficienzadella materia, o de’ generi, de’ quali si abbonda, ci ha mossi, e determinati col voto, ed unanimeparere del Supremo Consiglio di Firenze a pubblicare il seguente Sovrano Editto, per mezzo delquale ordiniamo, e comandiamo, che ogni qualsivoglia persona di qualunque ceto, stato, e con-dizione non ardisca di avere, tenere, e conservare da ora in avanti a qualunque titolo vasellame dimateria monetabile di oro, e di argento di qualunque sorta, sotto la qual denominazione com-prendiamo tutti, e qualsivogliano lavori di oro, e di argento, eccettuandone soltanto que’ lavoriche servono all’ornamento personale sì di uomo, che di donna, e le poste di argento di tavola.Tutti gli altri lavori, o massa di oro, e di argento vogliamo, che da ora in avanti restino proibiti;e se taluno osasse in controvenzione tenerne, o farne uso sarà soggetto alla perdita dell’intera ro-ba, che quando vi sarà denunciante, si acquisterà per intero dal denunciante stesso, siccome piùsotto verrà spiegato. Con espressa dichiarazione che sotto la disposizione del presente Editto ven-gano compresi anche coloro, i quali, o prima o dopo la pubblicazione del medesimo avessero, oriducessero in massa tali materie per tenerlo occultate.Perchè poi questo salutare divieto tanto utile alle famiglie, le quali teneano inoperose, ed infrut-

tifere le migliori sostanze, si renda giovevole al bene dello Stato, ed all’aumento della circolazio-ne del numerario, ordiniamo, che tutti gli ori, ed argenti tanto in massa, che lavorati, i quali nonsieno della specie più sopra eccettuata, si abbiano tutti per lo spazio di quindici giorni per questaCapitale, e di un mese per le Provincie del Regno, da decorrere dal giorno della pubblicazione diquesto Editto, a consegnare a’ tre Ministri specialmente a ciò da Noi delegati, cioè al MarchesePorcinari Luogotenente della Sommaria, al Marchese Bisogni Caporuota del S.R.C. e all’Avvoca-to Fiscale D. Michelangelo Cianciulli.A questi tre Minitri dovrà ognuno esibire detti ori, ed argenti colla dichiaraizone in iscritto del

modo, col quale voglia percepire il valore.Potrà ognuno riceverne l’importo in fedi di credito al prezzo dell’argento al titolo di Napoli di

ducati quindici, e grana venti la libra, e per gli ori a’ prezzi attualmente correnti. E per gli ori, edargenti al titolo di Piazze estere verrà pagato a proporzione. E ciò in compenso delle manifattu-re, che vengonsi a perdere.Chiunque preferirà di acquistare partite di Arredamenti della Regia Corte, lo dichiarerà egual-

mente; ed in quel caso da’ tre sopramentovati Ministri gli verrà fatto l’assegnamento di partita,dandogli la corrispondente quantità di annue entrate al cinuqe per cento sopra partite di Arreda-mento; le quali annue entrate promettiamo, che saranno libere, ed esenti da ogni qualunque con-tribuzione, anche del peso della decima, volendo Noi gratificare di questa benignissima esenzio-ne coloro, i quali prontamente accorreranno a depositare in beneficio dello Stato gli ori, e gli ar-genti suddetti.Chiunque preferirà di acquistare partite di Arredamenti della Regia Corte, lo dichiarerà ugualmen-

te; ed in quel caso da’ tre sopramentovati Ministri gli verrà fatto l’assegnamento di partita, dandogli lacorrispondente quantità di annue entrate al cinque per cento sopra partite di Arredamento; le quali an-nue entrate promettiamo, che saranno libere, ed esenti da ogni qualunque contribuzione, anche delpeso della decima, volendo Noi gratificare di questa benignissima esenzione coloro, i quali prontamen-te accorreranno a depositare in beneficio dello Stato gli ori, e gli argenti suddetti.

FERDINANDO IVPER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE

DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC.INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA,PIACENZA, CASTRO EC. EC.GRAN PRINCIPE EREDITARIO

DELLA TOSCANA EC. EC. EC.

ASNA Reali Dispacci, vol. IX

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Chiunque desidererà fare acquisto di fondi vendibili delle Regie Badie, di Benefici di Regio Pa-tronato, o pure di altri fondi, che sono a disposizione Nostra, pagandone il prezzo in ori, ed ar-genti, come sopra, potrà egualmente farne la domanda a’ tre Ministri sopramentovati, perchè co-storo, sentedosela a tal uopo col Marchese D. Nicola Vivenzio incaricato di quelle vendite, di-sporranno l’occorrente per l’effettuazione de’ contratti, accordando Noi, che simili compere ven-gano ragguagliate alla ragione del cinque per cento di annuo fruttato, ed esentandolo per lo stes-so motivo da ogni contribuzione, ed anche del peso della decima. E per coloro, i quali vorrannofare impieghi vitalizi si darà a’ cennati Ministri la norma, secondo l tabella dell’età che sarà lororimessa.Nelle Provincie del Regno destiniamo il Preside, il Caporuota, e l’Avvocato Fiscale a ricevere gli

ori e gli argenti suddetti, e le dimande di coloro che le rassegneranno, volendo Noi che per l’effet-tuazione de’ contratti, e consegna delle fedi di credito pel valore corrispondente il Preside, il Capo-ruota e il Fiscale di ciascuna Provincia se l’intendano co’ tre Ministri da Noi Delegati nella Capita-le, da’ quali riceveranno le corrispondenti istruzioni, e regolamenti tanto per l’invio in Napoli degliori, ed argenti, che per lo pagamento de’ medesimi in fedi di credito, o per la stipola de’ contrattiper coloro, i quali preferissero avere partite di Arredamento alla sopra indicata ragione, o fondi diRegie Badie, di Benefici di Regio Patronato, o altri di Nostra disposizione: ben inteso che detti orie argenti dovranno rimettersi in questa Capitale a rischio, e spese della Regia Corte, a di cui caricoanderanno anche tutte le spese, che occorreranno per la stipola de’ contratti.I Ministri incaricati nelle Provincie cureranno di rimettere gli ori, ed argenti colle dovute di-

stinzioni, e pesi, che avranno fatti praticre, per poi da’ Ministri incaricati in questa capitalefarneseguire il peso legale, e la valutzione.Non dubitiamo, che tutti concorreranno prontamente all’esatto adempimento di questa Rega-

le Determinazione; ma per quelli, che ardissero di controvenirvi, e di nascondere gli ori, e gli ar-genti della natura sopra espressa, vogliamo, e comandiamo, che incorrano nella pena della perdi-ta dell’intera roba celata, e non consegnata nel termine in questo Editto stabilito, ed a colui, chedenuncerà la controvvenzione suddetta, e farà ritrovare gli ori, ed argenti sia in fedi di credito, siain partite di arredamento, o in fondi di Regie Badie, o Benefici di Regio Patronato, nella guisa,che si trova da noi stabilito per gli padroni degli ori e degli argenti.Deleghiamo a ricevere tali denuncie il Caporuota Decano della G. C. incaricato delle funzioni

della Proreggenzia Consigliere D. Giuseppe Guidobaldi, e l’Avvocato Fiscale della medesima G.C. D. Raffaello de Giorgio, i quali ricevuta la denuncia disporranno subito l’occorrente per l’in-venzione degli argenti, ed ori non consegnati nel termine prescritto; e vogliamo inoltre, che perla pruova in genere sia bastevole anche ad operare l’effetto dell’intera, e piena pruova in specie: inguisa che il semplice reperto degli ori, ed argenti rinvenuti in seguito della denuncia innanzi aduno dei detti due Ministri, o innanzi di un Subalternoda essi destinato coll’intervento di due te-stimoni fuori guardia, formerà il reperto medesimo piena, ed intera pruova, onde possa da dettidue Ministri procedersi alla dichiarazione in beneficio del denunciante nel modo sopra descritto,il decreto de’ quali sarà immediatamete eseguito, e sarà inappellabile, senza esser soggetto ad al-cuna revisione.Proibiamo espressamente a tutti gli Orefici di travagliare ori, ed argenti, i quali non servino al-

l’ornamento personale, ed a posate di tavola in argento, e ciò sotto la stessa pena comminata piùsopra della perdita della roba da applicarsene tutto intero il valore a beneficio de’ denuncianti, edaccordando anche per questo caso la speciale Delegazione come sopra al Caporuota Guidobaldi,ed all’Avvocato Fiscale de Giorgio, i quali in entrambi i casi procederanno con ispecialissima De-legazione derogatoria a qualunque privilegio di Foro, ancorchè Militare, ed esenzione di giurisdi-zione. Deleghiamo nella stessa forma, e modo in ciascuna Provincia di questo Regno per le contra-

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venzioni il Caporuota, e l’Avvocato Fiscale dell’Udienza Provinciale colle stesse facoltà da Noi ac-cordate al Caporuota Guidobaldi, ed all’Avvocato Fiscale de Giorgio per questa Capitale.E perchè questa Nostra Sovrana determinazione sia a tutti nota, e non vi sia chi possa allegare

caus d’ignoranza, vogliamo, e comandiamo, che data alle stampe sottoscritta da noi, e dal NostroSegretario di Azienda, e Consigliere di Stato, sia pubblicata nelle debire forme tanto in questaCapitale, che per tutti i luoghi di questo Nostro Regno. Napoli 27 marzo 1789.

FERDINANDO. Saverio Simonetti.

NAPOLI )( NELLA STAMPERIA REALE )( MDCCXCVIII

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Intenti a promuovere le arti ed il c ommercio, sorgenti inesauste della felicità di ogni Stato, abbia-mo sempre riguardato con particolare cura la Nobil’Arte degli orefici, come quella, che alimenta un-no dei principali rami dell’intero commercio. E poichè abbiamo veduto di essersi per lo cambiamen-to delle circostanze, e per la lunghezza del tempo introdotti molti perniciosi abusi in danno de’ no-stri amati Sudditi, ed in pregiudizio di così riguardevole mestiere; perciò, presa in considerazione co-tanto importante materia, e riconosciute le viziose sorgenti de’ disordini introdotti, a fine di richia-mare al suo antico splendore un’arte così gelosa, e dal lusso renduta tanto necessaria, e ad oggetto dievitare il danno, e promuovere il vantaggio de’ Nostri Vassalli, precedente il parere della Nostra RealCamera di S. Chiara, abbiamo stabiliti i seguenti regolamenti, che vogliamo, e sovranamente coman-diamo, che siano inviolabilmente, ed esattamente in ogni futuro tempo osservati.

I. Ordiniamo, e comandiamo, che l’oro e l’argento, che si manifattura dagli Orefici ed Argentie-ri, debba essere del carato e bontà prescritta nelle Capitolazioni dell’anno 1710 e nelle RegiePrammatiche, le quali debbono inviolabilmente osservarsi anche circa il prezzo de’ suddetti me-talli, finchè altrimenti non verranno a risolvere in seguito dell’esame, e notizie, che attendiamo,per vedersi se debba aumentarsene il prezzo, come si è preteso in nome dell’Arte.

II. Che in presenza di uno de’ Consiglieri della Nostra Real Camera, e con l’assistenza ci venticinqueConsoli, Extraconsoli e Governatori debbano farsi due tocche di oro purificato, un di ducati quin-dici, o sia di carati diciotto, e l’altra di ducati diciotto, o sia di carati ventidue l’oncia. E se mai intaluni lavori col solo esperimento della tocca non si possa venire in chiaro della qualità dell’oro, ede’ carati del medesimo, ma tanto il Toccatore, che i Consoli unitamente credessero doversene fa-re il saggio, abbiano la fcoltà di farlo; con chè però tal saggio debba farsi nella Regia Zecca.

III. Che i lavori d’oro, e d’argento da oggi innanzi debbano mercarsi col merco dell’Arte, con quel-lo del Console più antico, con quello del Fabbricante, e con quello del Toccatore, a riserba de’piccoli e minuti lavori, per i quali sieno sufficienti quelli del Toccatore e del Fabbricante, da ap-porsi in presenza de’ Consoli. Che nell’atto del mercare debbano assistere tutti e quattro i Con-soli, a’ quali sarà lecito di chiamare altri Extraconsoli e Governatori; al quale effetto debba de-stinarsi una bottega, nella quale, in tre giorni di ciascuna settimana, da stabilirsi da’ Consoli, eciascuna delle tre chiavi dovrà conservarsi dalli rimanenti tre Consoli; e nel caso, che alcuno, opiù Consoli non intervenisse o non intervenissero nel giorno destinato, sia soggetto colui, o co-loro che mancano, alla pena di ducati venticinque per ciascuno ogni volta; purché però alcunodi essi non sia impedito legitimanente, nel qual caso dovrà surrogarsi a sua elezione uno degliExtraconsoli, rimanendo responsabile quello, dal quale è stato surrogato.E poiché colla esperienza si è veduto, che tutte le precedenti precauzioni stabilite colle Pram-matiche e Capitolazioni non sono state sufficienti ad impedire il tanto pernicioso disordine difabbricarsi i lavori di oro, e di argento non del carato, e bontà stabilita, e non potendosi altron-de ripetere tale abuso, se non dall’essere stata finora affidata l’operazione del riconoscere e mer-care i lavori in mano di persone dell’Arte stessa, le quali per covrire il proprio delitto, hanno so-stenuto quello degli altri, perciò ad oggetto di evitare un sì grave inconveniente, da ora in avan-ti il Toccatore sarà di Regia Nostra elezione, da seguir questa in persona di un soggetto vera-mente probo, capace, ed intelligente del mestiere, il quale non dovrà esercitare nè direttamen-te nè indirettamente sì da Fabbricante che da Negoziante Orefice; ma sarà assegnato al mede-simo per suo mantenimento il soldo mensuale di ducati venticinque, cioè quindici dai fondidell’Arte, accrescendosi in altri ducati sei i ducati nove, che prima di tal fondo stavano assegna-ti mensualmente al Toccatore, ed altri ducati dieci dal Nostro Real Erario, ed oltre a detti du-cati venticinque mensuali rimangono a beneficio del medesimo Toccatore i lucri eventuali le-

FERDINANDO IVPER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE

DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC.INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA,

PIACENZA, CASTRO EC. EC.GRAN PRINCIPE EREDITARIO

DELLA TOSCANA EC. EC. EC.

ASNAReali Dispacci, vol X.

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gittimi, che al medesimo spettano, a tenore de’ Stabilimenti dell’Arte.E se mai alcuno ardisse di vendere lavori in oro, e di argento senza prima essere mercato, comesopra, sia soggetto alla pena della perdita della roba, della rifazione de danni, e di togliersi la ma-tricola, senza speranza di poter essere più reintegrato, ancorchè l’oro e l’argento fossero dellabontà e del carato prescritti.Se poi l’oro e l’argento mercato non si trovassero della qualità prescritta, in tal caso siano sog-getti i Consoli alla pena della privazione, ipso facto, del Consolato, con surrogarsi in loro luo-go Exconsoli i più antichi per lo rimanente tempo, che dovria durare il Consolato, della boni-ficazione de’ danni tutti cagionati alle parti interessate, di esser cassati dalla matricola, privatidell’esercizio dell’arte, e di anni tre di galea.Il Toccatore sarà soggetto alla pena della privazione, ipso facto, dell’impiego, della rfiazione de’danni, e di tra anni di galea.Gli artefici saranno soggetti alla pena di essere espulsi dall’Arte, della perdita del lavoro, se saràproprio, e della rifazione del danno, trovandosi venduto e di anni tre di galea.I Maestri Negozianti saranno soggetti alle stesse pene comminate contro gli Artefici nel casoperò che fossero partecipi del dolo, e della frode.E qualora non avessero parte alcuna nel dolo, e nella frode, potranno soltanto esser convenuticivilmente alla rifazione del danno da colui, che ha comprato il lavoro, rimanendo ad essi la fa-coltà di agire per l’indennità, ed altro contro del Fabbricante, e contro quelli, i quali sono te-nuti per lo prescritto colla presente Prammatica.Che se alcun Fabbricante o Negoziante Orefice o Argentiere ardisse falsificare i merchi, o purevendere i lavori con merchi falsi, sia soggetto alle pene stabilite dalle leggi contro de’ falsari, ol-tre al compenso del danno.

IV. Che tutti i senacoli di roro si merchino, secondo attualmente si pratica, con suggellarsi entram-be l’estremità del filo a doppia impressione da sotto e da sopra, e ne suggelli vi si apponganotutti i merchi di sopra indicati. Nelle catene e ne’ laccetti si saldi un pallino d’oro schiacciato inuna delle medaglie, nel quale si appongano li sopradetti merchi a doppia impressione.

V. Che i Gioiellieri e Ligatori nell’incastrare le gioie non possano usare oro meno di oro meno diducati quindici l’oncia. Che li medesimi non possano incastrar diamanti con foglia, o cristallo,o pure mischiarvi gergoni, o altre pietre somiglianti non fine; ma soltanto ne’ lavori ligati a gior-no possano unirvi cristalli legati sotto, perché incastrati in tal maniera, possono distinguersi; sic-come per lo contrario non si possono distinguere quando son ligati con ncastro chiuso.Che ne’ lavori di rubini e smeraldi non si possano usar tinte, e foglie, né mischiarvi pietre nonfine. Sia permesso però di fabbricare tutti li sopradetti lavori colla unione di cristalli e foglie tin-te ed altre pietre, quante volte vengano richieste da’ particolari a proprio conto senza che maisimili possano mercarsi e tenersi esposti in vendita da Gioiellieri e Maestri di bottega.Sia permesso di fabbricare de’ lavori interamente di gergoni, balasci, spinelle ed altre simili, condefalcarsi nell’atto della vendita dal peso dell’oro quello delle pietre e della cera. E tutto ciò chesta prescritto nel presente capitolo debba praticarsi, ed osservarsi ancora dagli Orefici d’oro, co-sì chiamati per essere diversi dalli Ligatori.E chiunque Gioielliere, Ligatore, ed Orefice d’oro contravverrà a quanto di sopra sta determi-nato, sia soggetto alle stesse pene comminate contro li Maestri Orefici, ed Argentieri.

VI. Che li Maestri detti Bisciottieri, possano lavorare oro di qualunque carato. Sieno obbligati pe-rò. Terminato il lavoro, di portarlo ai Consoli, ed individuare a’ medesimi il carato, e la quali-tà dell’oro, di cui si sono avvaluti, il quale lavoro verrà mercato dal Console cl bollo in cui vi

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sia impresso il numero de’ carati, ad oggetto di evitarsi il sospetto dell’alterazione de’ segni cheprima soleano farsi col bolino; e si mercherà parimenti col merco del Maestro Bisciottiere. E nelcaso il Bisciottiere vendesse lavori senza prima farli segnare, e mercare nel modo sopora indica-to, sarà soggetto alla pena della pedrdita della roba, di ducati cinquanta e di essere espulso dal-l’Arte. Se poi il lavoro mercato si trovasse di carato minore di quello, che indica il numero, chesta impresso col merco, un tal caso l’Artefice sarà soggetto alle soprascritte pene, ma benancheal Presidio di due anni, ed al compenso de’ danni.

VII. Tutti gli Orefici, ed Argentieri, che tengono bottega nella strada di S. Giacomo, in qualunquealtro luogo della città, sien obbligati, a tenore della Prammatica 39. de monetis; e del Real Di-spaccio del mese di gennaro 1755 di rinnovar l’obbligo dal dì 4 maggio 1799 in avanti di riti-rarsi colle loro botteghe dentro la strada degli Orefici, e se mai non vi fossero botteghe sufficien-ti in quel distretto, debbano i Consoli destinare delle altre nelle strade convicine, sotto la penain detta Prammatica comminata a’ controventori di ducati 200.

VIII. Che la elezione dei Consoli si faccia nel tempo solito e nel modo stabilito nelle Capitolazionidell’Arte. Da ora in avanti però vogliamo e comandiamo, che de’ quattro Consoli da eliggersi,due debbano essere del ceto de’ Gioiellieri e gli altri due, uno del ceto degli Orefici, ed uno diquello degli Argentieri.

IX. Che la elezione di tutti gli Officiali dell’Arte e del Conservatorio di essa debba farsi parimentinel modo solito, ed a norma delle Capitolazioni, e Statuti dell’Arte; come pure lo stesso voglia-mo e comandiamo, che si osservi per la elezione de’ Maestri dell’Arte, così in questa Capitale,che in tutto il regno, ed anche degli Incantatori. Eletti, ed aprrovati li Maestri si registrino in unlibro, ove sono notati tutti li Maestri, e dopo si spedisca loro la patente soscritta da’ Consoli edal Cancelliere, con doversi spiegare in essa, il genere di lavoro, in cui sono stati approvati, sen-za potersi esigere cosa alcuna per titolo di sportuale, di patente, o di altro, da coloro, i quali siesamineranno ed approveranno. Senza la prescritta approvazione, registrazione e patente nonsia lecito a chiunque esercitare da Maestro, o tener bottega né da sè, nè sotto nomi di altri, nèin questa Capitale, nè nel Regno. E nel caso che li Consoli facessero la elezione de’ Maestri edIncantatori contro la forma prescritta nelle Capitolazioni, sieno soggetti alla pena di ducati ven-ticinque per ciascuno di essi e le elezioni resti, ipso facto, nulla.

X. Gli Orefici ed Argentieri, i quali vorranno mandare a vendere nelle Filiere e luoghi del Regno ilavori di oro e di argento, dopo che saranno stati osservati dal Procaccio, per quelli, che si man-dano per il medesimo debbano esibire alli Consoli, e Regio Toccatore e da questi riconosciuti etrovati esatti e legittimamente mercati, in presenza di essi debbano chiudersi nelle casse, scato-le ed involti, ed indi suggellarsi collo suggello de’ Consoli.Giunti poi che saranno ne’ primi luoghi delle Sbarre Doganali, saranno tenuti esibire all’Offi-ciale Doganale dette casse, scatole, ed involti ad oggetto di riconoscersi il suggello de’ Consoli,facendone il confronto colla simile impressione, che sarà inviata alle Sbarre medesime, e trovan-dola esatta, si apponga sopra le stesse casse, scatole, ed involti, anche il Suggello Doganale for-mandosene certificato dell’Officiale Doganale della seguita ricognizione, munito anche del Sug-gello Doganale, quale certificato ne’ luoghi, ove si vorranno esporre in vendita li suddetti lavo-ri, debba esibirsi alla Regia Udienza, o Governadori sì Regi, che Baronali. E coloro, i quali ar-diranno di portare i lavori d’oro, e di argento a vendere ne’ luoghi del Regno senza le prescrit-te cautele, sieno soggetti alla pena di anni due di Presidio, ancorché i lavori fossero del carato,e bontà stabilita. Se poi si trovassero d’inferior carato e bontà, in tal caso saranno soggetti alla

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pena di anni tre di galea, della rifazione de’ danni, e di essere perpetuamente espulsi dall’Arte.

XI. E poiché si è saputo, che gli Exconsoli Argentieri hanno introdotto l’abuso di mercare essi me-desimi li propri lavori, perciò ordiniamo, e comandiamo, che li dettiExconsoli siano tenuti por-tarli a riconoscersi e mercarsi dalli Consoli e Regio Toccatore, nel modo stesso che sono tenutitutti gli altri, e con pagare que’ soliti diritti, che si pagano dagli altri, essendo tenuti altrimentialle pene comminate contro coloro, che vendono lavori non mercati.

XII. Che tutt’i lavori, i quali si trovano già fatti, non possano ovunque tenersi esposti in vendita, seprima non saranno riconosciuti dai Consoli, e Regio Toccatore, per vedersi se i medesimi sie-no della bontà, e carato legittimo, e per aggiungere ad essi, qualora si trovino, que’ merchi, chemancano, secondo il § III della presente Prammatica.

XIII. Si riserva SA. M. di emanare gli ulteriori stabilimenti rispetto agli Orefici ed Argentieri, che so-no in taluni luoghi del Regno, per lo che ha prescritto alla Real Camera, che prendendo le de-bite nozioni, proponga le regole convenienti da preservare il Pubblico dalle frodi.

XIV. Che negli apprezzi di qualunque genere di lavori, qualora questi si vogliano da’ particolari perprivata loro istruzione e regolamento, sia permesso adibire quel Maestro, che ad essi particola-ri parerà, e piacerà. Come pure per gli apprezzi, che si dovranno fare per ordine de’ Tribunali,e Magistrati, resti nella facoltà di questi di destinare que’ Soggetti, che meglio crederanno. Nel-le vendite poi de’ pegni, che si fanno da’ Banchi, e Monti, l’apprezzo debba farsi dai Consoli,con che sia permesso al padrone del pegno di chiederne la revisione, la quale dal Delegato delBanco, o Monte si commetterà a quel Soggetto, che dal medesimo si stimerà.

XV. Che sia lecito a Consoli di essa nobil’Arte di esercitare contro gl’Individui della medesima quel-la stessa bassa limitata giurisdizione, che esercitano li Consoli de’ Sartori e Falegnami.

XVI. Che tutte le pene comminate, come sopra, così pecuniarie, che di perdita della roba, si debba-no applicare per un terzo a beneficio del Fisco, per un altro terzo a beneficio del Monte dell’Ar-te e per lo rimanente terzo a beneficio del denunciante. E non essendovi denunziante, il rima-nente terzo si accrescerà per metà al Fisco e per metà al Monte suddetto.

XVII.Che coloro, i quali in pena saranno espulsi una volta dall’Arte, non possano più esser ammes-si all’esercizio della medesima né anche colla qualità di Negozianti, così nella Capitale, che nelregno, e tanto direttamente che indirettamente.E perché il contenuto nel presente Editto venga a notizia di ognuno, né possa allegarsi in avve-nire legittima causa d’ignoranza o di scusa, comandiamo, che si pubblichi così nella strada de-gli Orefici, che in tutti gli altri luoghi soliti di questa Capitale. Ed in pubblica testimonianzasarà da Noi sottoscritto, munito col Suggello delle Nostre Reali armi, riconosciuto dal NostroSegretario di Stato, di Grazia, e Giustizia, visto dal Nostro, Vice-Protonotario, e la di lui vistaautenticata dal Segretario della Nostra Real Camera di S. Chiara. A di ventinove Maggio 1789.

FERDINANDO

Vidit MAZZOCCHI Praefes Vice-Protonotarius. Fabrizio Ruffo.

NAPOLI )( NELLA STAMPERIA REALE )( MDCCXCVIII

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Napoli, 15 Dicembre 1823.

FERDINANDO I, PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE DUE SICILIE, DI GERUSA-LEMME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC. EC.GRAN PRINCIPE EREDITARIO DELLA TOSCANA EC. EC. EC.

Dopo di aver col nostro real decreto de’ 22 di settembre del corrente anno minorato i diritti e le spe-se de’ saggi sulle manifatture di oro e di argento in sollievo de’ nostri amatissimi sudditi, crediamo oranecessario di rivolgere anche le nostre paterne cure ad allontanare le frodi ed a garentire maggiormen-te coloro che fanno acquisto di tali manifatture. E considerando che uno de’ mezzi per giungere all’in-tento desiderato sia appunto quello del cangiamento de’ bolli, e di rettificare il sistema sinora tenutonelle nostre officine di garantia nell’applicarli su’ lavori di oro e di argento, così del regno, che steri,tanto maggiormente che i bolli di cui attualmente si fa uso, non presentando, perché logori dal tem-po, con chiarezza i lineamenti che contengono, si rendono facili a potersi alterare;Sulla proposizione del nostro Consigliere Ministro di Stato Ministro Segretario di Stato delle finan-

ze;Udito il parere del nostro Consiglio ordinario di Stato;Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue:

ART. 1. A contare dal dì primo del mese di gennaio 1824, il bollo che attualmente si usa per lagarantia de’ lavori di oro e di argento, rappresentante la testa di Partenope di prospetto, resta abolito.Verrà in vece usato tanto per le manifatture del regno, che estere, un bollo rappresentante una testadi Partenope di profilo.2. I diversi titoli de’ lavori di oro e di argento saranno distinti da un numero arabo che verrà im-

presso nel nuovo bollo nel modo seguente:

Num. 1 pe’ lavori di oro di millesimi 916 2/3 o carati 22“ 2 “ idem “ 833 1/3 “ 20“ 3 “ idem “ 750 “ 18“ 4 “ idem “ 666 2/3 “ 16“ 5 “ idem “ 583 1/3 “ 14“ 6 “ idem “ 500 “ 12“ 7 pe’ lavori di argento in mill. 916 2/3 o once 11“ 8 “ idem “ 833 1/3 “ 10

3. Per quelle manifatture di argento estere di titolo inferiore di millesimi 833 1/3 pari ad once 10,sino a millesimi 666 2/3, pari ad once 8, verrà applicato il nuovo bollo della testa di Partenope; ed invece del numero arabo sarà sostituita la lettera E dinotante estere.Tutte le altre manifatture estere di argento al di sotto di millesimi 666 2/3 pari ad once 8, saranno

rotte e restituite a’ proprietarj.4. Sulle verghe di oro e di argento raffinate vi s’imprimerà il bollo della sola Partenope di profilo, ed

il numero di millesimi di fino che contengono.5. Tutti gli artefici, fabbricanti e commercianti di lavori di oro e di argento nello spazio di mesi quat-

tro dl dì primo di gennaio 1824 saranno tenuti di presentare nelle officine di garantia cpsì di Napoli,che del Regno, le loro manifatture che tengono in vendita già regolarmente bollate, a fine d’imprimer-vi il nuovo bollo della sola testa di Partenope; e ciò senza pagamento alcuno. Scorso tal termine, tuttiquè lavori che non porteranno l’impronto del nuovo bollo, s’intenderanno in contravvenzione alle leg-gi di garentia.

DECRETOche prescrive l’uso di un nuovo

bollo pe’ lavori di oro e di argento.

Collezione delle leggi e de’ decreti Reali del Regno

delle Due Sicilie, N. 79, Anno 1823, semestre II,Napoli, dalla Stamperia Reale,

pp. 193-195.

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6. L’articolo precedente non è applicabile a’ lavori di oro e di argento de’ particolari, se non quandoi detti lavori saranno posti in vendita da’ fabbricanti, o da commercianti che ne faranno l’acquisto.7. Tutte le altre disposizioni contenute nelle precedenti leggi e decreti per lo stesso oggetto emanati,

e che non sono in opposizione col presente decreto, rimangono nel loro pieno vigore.8. Il nostro Consigliere Ministro di Stato Ministro Segretario di Stato delle finanze è incaricato del-

la esecuzione del presente decreto.

Firmato, FERDINANDO.

Il Consigliere Ministro di Stato Il Consigliere Ministro di StatoMinistro Segretario di Stato delle finanze Presidente InterinoFirmato, DE’ MEDICI Del Consiglio de’ Ministri

Firmato, DE’ MEDICI

Pubblicato in Napoli nel dì 24 di Dicembre 1823

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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte 190

Napoli, 26 Gennaio 1832.

FERDINANDO II, PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE SUE SICILIE, DI GERUSALEM-ME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRANPRINCIPE EREDITARIO DELLA TOSCANA ec. ec. ec

Considerando che, abolita col nostro real decreto del 7 del mese di ottobre ultimo la promiscuitàde’ bolli di garantia, i quali indistintamente venivano apposti su’ lavori di oro e di argento, così eseriche nostrali, si rende indispensabile per la sicurezza degl’interessi de’ nostri amatissimi sudditi di far ri-bollare i lavori di oro e di argento nostrali che si trovano in commercio; Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato delle finanze;Udito il Consiglio ordinario di Stato;Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue.

ART. 1 Dal giorno della promulgazione del presente decreto tutti i lavori di oro e di argento che ver-ranno fabbricati nel nostro regno di quà del Faro, dovranno contenere il distintivo della lettera N di-notante nostrale, unito a’ bolli prescritti dal real decreto de’ 15 dicembre 1823, i quali vi verranno ap-posti nelle officine di garantia così di Napoli, che delle provincie.

2. I lavori nostrali di oro e di argento composti di più pezzi amovibili dovranno contenere tanti bol-li di garantia, per quanti saranno i pezzi amovibili che li compongono; e qualora per la loro delicatez-za non potessero tali bolli contenere, vi saranno adattati più bolli di garantia impressi ni ceralacca, e li-gati con seta a colore crimisi.

3. Sarà fatta nel corso di otto mesi, a contenere da oggi, tanto in Napoli, quanto nelle provincie, laribollazione gratis di tutti i lavori di oro e di argento nostrali che si trovano in commercio.

4. Il disposto dell’articolo 2 del presente decreto da oggi in poi sarà applicabile ancora per tutte lemanifatture di oro e di argento estere.

5. Scorso il termine di sopra enunciato, tutti que’ lavori di oro e di argento fabbricati in questa par-te de’ reali dominj, che saranno trovati in commercio non bollati coll’impronta del nuovo distintivodella lettera N, anche ne’ pezzi amovibili, giusto il disposto dell’articolo 2, saranno dichiarati in con-travvenzione alle leggi di garantia, ed assoggettati i fabbricanti e commercianti di detti lavori alle mul-te prescritte dalle medesime leggi.

6. Tutte le leggi, decreti e regolamenti che al presente decreto non si oppongono, restano nel loropieno vigore.

7. Il nostro Ministro Segretario di Stato delle finanze è incaricato della esecuzione del presente decreto.

Firmato, FERDINANDO.

Il Ministro Segretario Il Consigliere Ministro di Statodi Stato delle finanze Presidente del Consiglio de’ Ministri Firmato, MARCHESE D’ANDREA Firmato, DUCA DI GUALTIERI

Pubblicato in Napoli nel dì 18 Febbrajo 1832.

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Legge sulla fabbricazione delle materie di oro e d’argento

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De’ 17 DicembreGIOACCHINO Napoleone

PER LA GRAZIA DI DIO, E PER LA COSTITUZIONE DELLO STATO,RE DELLE DUE SICILIE, PRINCIPE E GRANDE AMMIRAGLIO DI FRANCIA.

Udito il nostro Consiglio di Stato;Abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue:

CAP. IDe’ titoli de’ lavori d’oro e d’argento.

ART.1. Dall’epoca della promulgazione della presente legge non potrà lavorarsi in tutta l’esten-sione de’ nostri Stati alcun oggetto d’oro e d’argento, che non contenga una delle diverse quantitàdi metallo fino, fissate nel seguente articolo.

2. Vi saranno tre titoli pe’ lavori d’oro, e due pe’ lavori d’argento, cioè:

OroIl 1° a 917/1000 di fino e 83/1000 di lega, corrispondente a 22/24 circa.Il 2° a 834/1000 di fino e 166/1000 di lega, corrispondente a 20/24 circa.Il 3° a 750/1000 di fino e 250/1000 di lega, corrispondente a 18/24 circa.

ArgentoIl 1° a 917/1000 di fino e 83/1000 di lega, corrispondente a 11/12 circa.Il 2° a 834/1000 di fino e 166/1000 di lega, corrispondente a 10/12 circa.

3. Il rimedio, o sia la tolleranza per la lega sarà di tre millesimi pe’ lavori d’oro, e di cinque mille-simi pe’ lavori di argento. Tutti i titoli intermedi saranno valutati e bollati al valore del titolo appros-simante più basso dell’uno di quei di sopra fissati.

4. Potranno i fabbricanti impiegare ne’ loro lavori l’oro e l’argento a norma d’uno de’ titoli fissa-ti di sopra, qualunque sia il volume, o il genere de’ pezzi fabbricati.

CAP. IIDe’ bolli de’ lavori d’oro e d’argento.

5. La garantia de’ titoli delle opere d’oro e d’argento verrà assicurata da’ bolli, che saranno appli-cati sopra ciascun lavoro, in seguito de’ saggi fatti delle materie nel modo che verrà fissato negli ar-ticoli seguenti.

6. Sopra ciascun lavoro, sia d’oro, sia d’argento vi saranno tre bolli:1° Quello del fabbricante,2° Quello del saggiatore3° Quello del titolo della materia impiegata.

7. Il bollo del fabbricante conterrà, oltre le iniziali del suo nome e cognome, un emblema scelto

LEGGEsulla fabbricazione delle materie dioro e d’argento, e sullo stabilimen-to delle officine di garantia per le

medesime

Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, anno 1808, n.48, Napoli Stamperia Simoniaca,

pp. 741-757.

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a suo piacimento, e che non potrà variare se non per giuste ragioni, e coll’obbligo di manifestarloformalmente non meno alla municipalità, che all’officina di garantia. Ve lo imprimerà egli stessoprima di presentare la sua manifattura al saggiatore.

8. Il bollo del saggiatore conterrà un emblema stabilito dall’amministratore della zecca delle mo-nete, e che conserverà egli stesso, per imprimerlo ne’ lavori su de’ quali avrà fatto il saggio.

9. Il bollo del titolo sarà uniforme in tutto il regno di Napoli. Consisterà in una testa di donnaveduta di faccia, ornata in forma di Partenope, più grande pe’ lavori d’argento, ed alquanto più pic-cola pe’ lavori d’oro. Conterrà parimenti una delle cifre arabe 1, 2, 3, 4, 5; cioè le prime tre sui dif-ferenti titoli dell’oro, e le ultime due pe’ due titoli dell’argento, come son fissati nell’art. 2. Verrà in-scritto ed impresso dal saggiatore, il quale dopo che l’avrà applicato ad un’opera, resterà responsa-bile del valore del titolo.

10. Questi diversi bolli saranno conservati in una cassa a tre chiavi, e sotto la custodia degl’impie-gati del burò di garantia, come sarà detto in appresso.

11. Oltre di questi tre bolli perpetui, ve ne sarà un altro temporaneo per le opere già fabbrica-te, ed esistenti all’epoca della pubblicazione della presente legge. Siccome tutti gli artefici fabbri-canti, e commercianti de’ lavori d’oro e d’argento, saranno obbligati fra due mesi per la capitale,e fra quattro mesi per le provincie, dopo la pubblicazione della presente legge, di presentare tut-te le loro opere all’officina di garantìa, per esser bollate con un bollo corrispondente ad uno de’titoli fissati nell’articolo 2: così qualora nella esibizione di detti generi se ne trovassero di una qua-lità inferiore a’ titoli suddetti, benché a tenore delle antiche leggi del regno non si dovrebbero tol-lerare, perché inferiori al titolo dalle stesse leggi fissato, pure avendo riguardo al disordine, in cuifinora è stato questo affare, permettiamo che nel termine suddetto si possano presentare all’offi-cina di garanzia: e pagando non solo la spesa del saggio, ma anche la metà del diritto fissato nel-la presente legge, verranno segnati di un bollo che porterà la lettera V (dinotante vecchio), e d’unnumero arabo corrispondente al grado di fino che vi sarà contenuto, nel modo seguente.

Per l’oro Al di sotto di 750/1000 o sia 18/24 sino a 626/1000 o sia 15/24 il bollo porterà la lettera V ed

il numero 1: al di sotto di 626/1000 sino a 500/1000, o sia 12/24 porterà ugualmente la lettera Ved il numero 2.

Per l’argentoAl di sotto di 834/1000 o sia 10/12 sino a 664/100 o sia 8/12, porterà la lettera V ed il numero 3.Al di sotto di 664/1000 sino a 500/1000 o sia 6/12, porterà la lettera V ed il numero 4.Al di sotto di questi gradi, come la proporzione sarebbe meno della metà di fino, i pezzi fabbri-

cati saranno rotti e restituiti a’ fabbricanti.

12. I bolli che verranno adoperati per l’esecuzione del disposto nell’articolo 11, saranno rotti ne’quattro mesi dopo l’apertura dell’officina di garantìa; e da quest’epoca in avanti i bolli saranno mes-si solo a’ pezzi fabbricati col titolo della legge.

13. Oltre i bolli che debbono essere messi giusta le disposizioni della presente legge su de’ generid’oro e d’argento, ve ne sarà uno nell’officina di garantìa destinato ad indicare il titolo delle verghed’oro e d’argento, che si volessero presentare prima di essere messe in vendita. Questo bollo porte-

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rà la testa di un Vulcano veduto di faccia, ed il numero de’ millesimi che vi si contenga di finodell’uno e dell’altro metallo. Siccome le verghe non contengono prezzo d’industria, così non sa-rà percepito pel bollo di esse alcun dritto. Il proprietario sarà solo tenuto a pagarne la spesa delsaggio.

14. Vi sarà un altro bollo per applicarsi alle manifatture d’oro e d’argento che vengono dall’este-ro; il quale avrà la lettera S con uno de’ numeri arabi corrispondenti a’ varj titoli stabiliti nella pre-sente legge.

15. I fabbricanti di falsi bolli, e quelli che ne faranno uso, saranno condannati a dieci anni di fer-ri, e le opere saranno confiscate.

CAP. IIIDel diritto di garantìa su i lavori d’oro e d’argento.

16. Sarà percepito un diritto di garantìa su tutte le opere fabbricate da nuovo, o che si voglionobollare per metterle in commercio.Questo dritto sarà del sei per cento per l’oro, e del tre per l’argento, sul valore delle materie fine

che si contengono in detti metalli.

17. Le opere d’oro e d’argento, che vengono dall’estero dovranno esser presentate agl’impiegatidelle dogane, per esservi dichiarate, pesate, piombate, e mandate all’officina di garantìa, dove saran-no bollate a tenore dell’articolo 14: e si pagheranno de’ dritti eguali a quelli delle opere fabbricatenel regno. Sono eccettuati dalla disposizione del presente articolo gli oggetti d’oro e d’argento ap-partenenti agli ambasciadori ed inviati delle Potenze straniere, e le galanterie all’uso personale di tut-ti i viaggiatori, e quelle d’argento fino al peso di due libbre.

18. Allorché le opere d’oro e d’argento venute dall’estero, ed introdotte nel regno senza pagamen-to di dritto in forza dell’eccezioni fatte nell’articolo antecedente, vorranno mettersi in commercio,dovranno essere portate al burò di garantìa, per esser bollate a tenore della legge; e vii sarà pagato lostesso dritto stabilito nell’articolo 16.

19. La stessa disposizione resta applicata a tutti i privati possessori d’oro ed argento, attualmenteesistenti nel nostro regno, allorché vorranno metterlo in vendita.

20. Tutti i commercianti di manifatture e bigiotterie straniere, per quelle che si troveranno di avereintrodotte all’epoca della pubblicazione della presente legge, dovranno fra lo spazio di 30 giorni dopola pubblicazione della medesima esibirle all’officina di garantìa, per essere bollate a tenore degli artico-li 9, 11 e 14 della presente legge; e pagheranno la metà del dritto fiscale, oltre le spese del saggio.

21. Allorché le opere nuove d’oro e d’argento fabbricate nel regno, e che avranno pagato i drit-ti di garantìa, si vorranno inviare fuori del medesimo per vendersi agli stranieri, sarà restituito alfabbricante l’importo di due terzi de’ dritti di garantìa pagati. Questa restituzione avrà luogo invista del certificato dell’amministrazione delle dogane, che attesti l’uscita dal regno de’ detti la-vori.

22. I lavori d’oro e d’argento, che si vorranno impegnare al banco, non potranno riceversi, se nonbollati.

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CAP. IVDelle officine di garantìa.

23. Vi sarà per ora nella sola città di Napoli un’officina di garantìa, stabilita per fare il saggio, perassicurare i titoli de’ lavori d’oro e d’argento, come delle verghe di queste materie, che vi sarannopresentate, e per percepire, allorché verranno bollate, i dritti imposti dalla legge. Saranno nelle altreparti del regno stabilite in appresso tante officine di garantìa, quante saran credute necessarie.

24. Tutte le autorità finora conosciute nel nostro regno per questa materia, e specialmente i cosìdetti consoli dell’arte degli orefici, al momento della pubblicazione della presente legge cesserannod’avere ogni ingerenza in questa materia, e non potranno sotto qualunque titolo esigere tassa alcu-na su i lavori d’oro e d’argento.

25. L’officina di garantìa sarà composta di tre principali impiegati, cioè d’un saggiatore, d’un ri-cevitore, e d’un controloro. Il numero de’ loro subalterni verrà fissato dal Ministro delle finanze inragione del bisogno del commercio.

26. L’amministrazione delle monete, o sia della zecca, invigilerà all’officina di garantìa, relativa-mente alla parte che riguarda l’arte, ed all’esattezza de’ titoli delle opere d’oro e d’argento, che si met-teranno in commercio.

27. L’amministrazione de’ dritti riuniti invigilerà all’officina di garantìa, relativamente alle speseed esazioni de’ dritti.

28. Il saggiatore sarà nominato dall’Intendente.Egli però non potrà esercitarne le funzioni, se non dopoché avrà ottenuto un certificato di capa-

cità dall’amministratore della zecca.

29. L’amministratore de’ dritti riuniti nominerà il ricevitore dell’officina di garantìa, dopoché neavrà ottenuto la corrispondente pleggerie.

30. Il controloro sarà nominato dal Ministro delle finanze.

31. Il saggiatore non avrà alcun soldo, ma incasserà a suo beneficio le spese del saggio, le quali sa-ranno definitivamente fissate dall’amministrazione della zecca.

32. I soldi del ricevitore e del controloro, come de’ loro subalterni, saranno da Noi determinatisulla proposta del Ministro delle finanze.

33. Il saggiatore si provvederà a sue spese di tutto ciò che è necessario all’esercizio delle sue fun-zioni: solamente l’amministrazione della zecca somministrerà all’officina i bolli e la macchina perbollare.Le spese del registro e le altre saranno regolate dall’amministrazione de’ dritti riuniti, sotto l’ap-

provazione del Ministro delle finanze. L’Intendente che nominerà il saggiatore, determinerà un lo-cale convenevole all’officina, il quale dovrà esser fissato, qualora sia possibile, nella casa municipale.

34. Il saggiatore, il ricevitore, e il controloro dell’officina, avranno ciascuno una delle chiavi del-la cassa, nella quale saranno rinchiusi i bolli.

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CAP. VDelle funzioni degl’impiegati del burò di garantìa.

35. Il saggiatore non riceverà i lavori d’oro e d’argento per saggiarli e bollarli, se non quando sa-ranno stati precedentemente bollati dal fabbricante.

36. Egli non impiegherà nelle sue operazioni che le materie e sostanze chimiche preparate nell’of-ficina della zecca, che dovrà a sue spese acquistare: e solo la spesa del trasporto di queste materie sa-rà compresa tra le spese di amministrazione di questa officina.

37. Allorché dopo il saggio i lavori d’oro e d’argento trovati conformi ad uno de’ titoli prescritticolla presente legge, il saggiatore ne iscriverà la menzione su d’un registro destinato a questo effetto,il quale sarà cifrato dal sindaco. Dipoi i lavori saran passati al ricevitore, con un estratto del registrodel saggiatore, indicante il titolo verificato.

38. Il ricevitore peserà i lavori che gli verranno così presentati, e percepirà il dritto di garantìa uni-formemente alla presente legge. Egli farà appresso menzione nel suo registro, che sarà parimente ci-frato, della natura del lavoro, del suo titolo, del suo peso, e della somma che gli sarà stata pagata perdritto. Fatto tal notamento sul registro, egli scriverà sopra l’estratto del registro del saggiatore il pe-so de’ lavori e la soddisfazione del dritto; e rimetterà questo estratto al controloro.

39. Il controloro avrà un registro parimente cifrato, come quello del saggiatore, e vi trascriveràl’estratto del registro ricevuto. Dopo di ciò prenderà dalla cassa a tre chiavi il bollo dell’officina, equello indicativo del titolo, e gli applicherà sul lavoro, in presenza del proprietario.

40. Ne’ lavori che saranno composti di molti piccoli pezzi, non sarà apposto che un solo bollo ap-presso a quello del fabbricante.

41. Allorché il titolo d’un’opera d’oro e d’argento sarà trovato inferiore al più basso titolo prescrit-to dalla legge, potrà procedersi ad un secondo saggio, sulla dimanda però del proprietario. Se il se-condo saggio confermerà il primo, il proprietario pagherà la spesa del doppio saggio, e l’opera saràrotta in sua presenza, e gli sarà restituita. Se il secondo saggio sarà difforme dal primo, il proprieta-rio non pagherà che un saggio solo.

42. In caso di controversia su i titoli, si prenderà la particella di saggio sul lavoro, e suggellata nonmeno dal fabbricante che dal saggiatore, sarà inviata all’amministrazione della zecca, che la farà sag-giare nel suo lavoratorio, in presenza dell’ispettore de’ saggi.

43. Durante quest’intervallo di tempo, il lavoro resterà nell’officina di garantìa sotto i suggelli delsaggiatore e del fabbricante: ed allorché l’amministrazione della zecca avrà fatto conoscere il risulta-to del suo saggio, l’opera sarà definitivamente bollata, conforme a questo risultato.

44. Se dopo questa decisione il risultato sarà contrario al saggiatore, le spese di trasporto e di sag-gio saranno di suo carico. Nel caso opposto saran pagate dal fabbricante.

45. Se un privato possessore di un lavoro, che avrà tutti i bolli prescritti dalla legge, sospetterà cheil lavoro non contenga il titolo indicato, potrà mandarlo all’amministrazione della zecca, che lo fa-rà saggiare colle formalità prescritte pel saggio delle monete. Se questo saggio sarà un titolo più bas-

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so, il saggiatore sarà condannato per la prima volta ad una pena di duc. 50, per la seconda, di duc.150, e la terza volta sarà destituito, ed il proprietario sarà indennizzato.

46. In tutti i suddetti casi le piccole parti che saranno servite al saggio, saranno restituite al pro-prietario del lavoro.

47. Il saggiatore dell’officina di garantìa potrà tenere sotto la sua responsabilità quegli ajutanti checrederà necessarj al bisogno.

CAP. VIDelle obbligazioni de’ fabbricanti e mercanti de’ lavori d’oro e d’argento.

48. Gli antichi fabbricanti di lavori d’oro e d’argento avranno soltanto l’obbligo di far conoscereal sindaco della municipalità i loro nomi e cognomi, la strada ed il numero della loro bottega, ed illoro particolare bollo che vorranno adottare, inciso sopra un pezzo di rame a ciò destinato. La mu-nicipalità invigilerà che lo stesso simbolo non sia impiegato da due fabbricanti.

49. Chiunque dopo la pubblicazione della presente legge vorrà essere dichiarato maestro di bot-tega, dovrà presentarsi nell’officina della zecca, e dovrà ricevere una patente che lo autorizzi ad eser-citare in capo la sua professione.

50. Tanto il sindaco per gli antichi fabbricanti, quanto l’amministrazione della zecca per gli nuo-vi, avranno cura di mandarne i registri all’officina di garantìa.

51. Chiunque si limita al commercio de’ lavori d’oro e d’argento, senza intraprenderne la mani-fattura, non è tenuto che a farne solamente registrare la sua dichiarazione nella casa centrale dellamunicipalità.

52. Tanto i fabbricanti, quanto i commercianti d’oro e d’argento lavorato e non lavorato, fra tren-ta giorni al più tardi dopo la pubblicazione della presente legge, dovranno tenere un registro cifra-to dal sindaco, su di cui essi scriveranno la natura, il numero, il peso, ed il titolo delle materie e la-vori ch’essi compreranno e venderanno, colla indicazione de’ nomi ed abitazioni di quelli da cui gliavran comprati.

53. Essi non potranno comprare che da persone conosciute, o che abbiano la responsabilità dipersone da essi conosciute.

54. Essi saranno obbligati a presentare i loro registri alle autorità pubbliche, tutte le volte che lo-ro saranno richiesti.

55. Essi consegneranno a’ compratori, de’ bigliettini enunciativi della specie del titolo, del peso,e delle opere ch’essi avran loro vendute, colla specificazione delle opere, se sono nuove, o vecchie.Questi biglietti preparati, e che saranno somministrati al fabbricante o mercante dall’amministra-zione de’ dritti riuniti, avranno in tutto il regno lo stesso formolario, che sarà stampato. Il vendito-re vi scriverà a mano la designazione del lavoro, il suo peso ed il suo titolo designato con numeri inquesta legge stabiliti: vi metterà la data e la sua firma.

56. I contravvenenti ad una delle disposizioni degli articoli antecedenti saranno condannati per

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la prima volta ad una pena di duc. 50, e la seconda, ad una di duc. 100; la terza volta la pena saràdi duc. 300, e se sarà loro interdetto di più commerciare in materia d’oro e d’argento, sotto pena diconfisca di tutti gli oggetti di lor commercio.

57. Le disposizioni degli articoli 48 e seguenti sono applicabili a’ fabbricanti e mercanti di gallo-ni, tessiture, ricami e d’altre opere in filo di oro e d’argento.Quelli che venderanno per fino, per le opere di questa natura, oro ed argento falso, incorreranno,

oltre della restituzione del prezzo a colui che hanno ingannato, in una pena che sarà di 50 ducatiper la prima volta, di 100 la seconda, e di 300 la terza, colla interdizione d’ogni commercio d’oro ed’argento.

58. Tutti i fabbricanti e mercanti saranno tenuti fra lo spazio di due mesi ad eseguire la disposi-zione dell’articolo 11 della presente legge.

59. I giojellieri non saranno tenuti di portare all’officina di garantìa le opere montate in pietre fi-ne o false, o in perle, ne quelle smaltate in tutte le loro parti, o alle quali sono adattati i cristalli; masaranno obbligati a tenere un registro cifrato, come quello de’ mercanti o fabbricanti de’ lavori d’oroe d’argento, ad oggetto di descrivere ogni giorno le compre e vendite che hanno fatte.

60. Essi saranno tenuti, come i fabbricanti d’oro e d’argento, di consegnare a’ compratori un bi-glietto egualmente somministrato dall’amministrazione de’ diritti riuniti, e sul quale essi descrive-ranno la natura e la forma di ciascun’opera, come il numero e la qualità delle pietre di cui sarà com-posta.

61. I contravventori a questi due articoli saranno soggetti alle stesse pene de’ commercianti d’oroe d’argento.

62. E proibito a’ giojellieri di mischiare nella stessa opera pietre false e fine, senza dichiararlo a’compratori, sotto pena di restituire a’ medesimi il valore che avrebbero avuto le pietre, se fossero sta-te fine, e di pagare una pena al fisco di duc. 150, per la prima volta, che sarà tripla la seconda vol-ta: e la terza essi saran dichiarati incapaci di esercitare l’arte di giojelliere; e gli effetti del loro magaz-zino saranno confiscati.

63. Quando un orefice morrà, il suo bollo sarà rimesso nello spazio di un mese al burò di garan-tìa per esser cancellato.Durante questo tempo, l’erede sarà risponsabile dell’uso che ne sarà fatto, come se fosse fabbri-

cante in esercizio.

64. Se un fabbricante lascia il commercio della sua arte, rimetterà il suo bollo all’officina di garan-tìa, per esser rotto avanti di lui. Se egli vorrà allontanarsi più di sei mesi, depositerà il suo bollo nelburò di garantìa; ed i suoi giovani potranno in sua assenza presentare in quella officina le opere, perfarvi mettere il bollo del fabbricante.

65. I mercanti di lavori d’oro e d’argento ambulanti, che girano per le fiere, son tenuti al loro ar-rivo in una università di presentarsi al sindaco, o a chi ne fa le veci, e di mostrargli i biglietti de’ mae-stri e mercanti, che abbian loro consegnato i lavori d’oro e d’argento che portano.

In riguardo a’ lavori che essi avessero acquistati anteriormente alla presente legge, saranno dopo

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due mesi dalla pubblicazione della medesima obbligati a dichiararli all’officina di garantìa, in con-formità dell’articolo 11, e facendo bollare i loro oggetti, saranno dispensati dal dover giustificarel’origine della compra de’ loro lavorj.

66. Il sindaco, o chi ne farà le veci, farà esaminare i marchi di questi lavori dalle persone le piùintendenti del Comune, per assicurarne la legittimità.

67. Il sindaco, o chi ne fa le veci, farà arrestare e rimettere al tribunale di polizia correzionale ilvenditore co’ suoi lavori, qualora questi non facesse la dichiarazione, o non avesse i biglietti, o leopere non avessero i bolli prescritti nella presente legge; e saranno questi mercanti ambulanti sog-getti alle stesse pene degli altri.

CAP. VIIDelle macchine da tirare l’oro e l’argento

68. Il nostro Ministro dell’interno, di concerto con quello delle finanze, formerà incessantemente lenecessarie istruzioni e regolamenti per la rettificazione e formazione delle macchine da tirare l’oro el’argento, colle cautele uniformi agli stabilimenti della presente legge, per l’officina di garantìa.Vogliamo e comandiamo che questa nostra legge da Noi sottoscritta, e munita dal nostro sigillo,

si pubblichi colle ordinarie solennità in tutto il regno, per mezzo delle autorità cui appartiene, lequali dovranno registrarla, ed assicurarne l’adempimento.Il nostro Ministro Segretario di Stato è specialmente incaricato di vegliare alla sua pubblicazione.

Data in Napoli li 17 Dicembre 1808Firmato GIOACCHINO NAPOLEONE

Il Ministro di giustiziaFirm. M. A. Cianciulli

Da parte del ReIl Ministro Segretario di Stato

Firm. F. Ricciardi

Pubblicata nel dì 31 dicembre 1808

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Tessuti e nastri manifatturati nel secolo XIXCampionature. Archivio di Stato, Napoli

1835, Campioni di nastri tinti “all’uso di Francia” allegati alla richiesta di privativa, inoltrata da Leggiero Thibard.ASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 54

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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Campione di stoffa allegata alla richiesta fatta dai fabbricanti milanesi Tunesi e Osio, per ottenere una privativa per l’installazione di una fabbrica di cappelli di felpa di seta.ASNA, Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, b. 279, inc. 49

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con l’apparecchio “Goffrage” e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio GarneriASNA, Ministero dell’Interno, inv. II, b. 585, inc. 41

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Piazza del Mercato Le botteghe del primo Novecento

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