guida di ovaro

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Breve prontuario per lescursioni a fondovalle e in quota con due brevi capitoli relativi all' archeologia industriale, fortificazioni e percorsi accessibili in bicicletta

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PRESENTAZIONE

Abbiamo sempre particolarmente apprezzato laconsuetudine della vicina Austria di fornire agliospiti delle località turistiche, anche le piùmodeste, una documentazione che permetta unprimo approccio con il territorio, i percorsi, iluoghi di interesse paesaggistico e naturalistico.Nel redigere questa breve guida, ci siamo dun-que immaginati il piacere che il visitatore puòtrarre dal fatto di non sentirsi un estraneo alpaese, conoscendo nomi di località, sentieri edalcuni angoli un poco nascosti e suggestivi, chesi trovano un po’ tutto intorno e che noi stessi,dopo diversi anni, continuiamo a scoprire,mutevoli ad ogni cambio di stagione e generosidi emozioni.

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Pianta del capoluogo

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ALCUNI CENNI STORICI

La contrada che da secoli prende il nome diGorto, corrisponde pressappoco al territorioamministrativo del Comune di Ovaro.L’importanza di questa zona, fin da epoche pro-tostoriche, va individuata nella sua centralitàrispetto al sistema vallivo, e nelle caratteristicheorografiche che la resero senza dubbio ambitain tempi di invasioni e tumulti. Una discretadotazione di aree utilizzabili per le coltivazionisi aggiunge infatti alla presenza di barrierenaturali in ogni direzione che ne fanno un rifu-gio sicuro. La certezza di un’antichissima fre-quentazione si contrappone però con la relativascarsità di elementi conoscitivi. Il non elevatonumero di siti di interesse archeologico risultaperaltro facilmente giustificato dal fatto che unanotevole porzione dei nostro territorio risultaricoperta da fitti boschi, mentre i pochi spaziaperti sono occupati dagli insediamenti. Vainoltre considerato che nei terreni di originealluvionale o detritica che caratterizzano buonaparte della Valle, la sovrapposizione dei succes-sivi strati avviene rapidamente e l’accumulo dimateriale è spesso di discreta entità. La ridotta

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attività agricola che interessa la nostra zonaesclude inoltre l’uso di aratri ed il rinvenimentooccasionale di reperti archeologici (frequentis-simo in Friuli) è qui limitato alle poche occasio-ni in cui i lavori di scavo si spingono al disottodi un metro circa rispetto al piano di campagna. In tali circostanze sono stati però portati allaluce resti di notevole interesse. Basti pensareagli orecchini di fattura celtica portati alla lucea Clavais nel 1923 durante i lavori di realizza-zione della strada comunale, o al ritrovamentodi antiche sepolture di cui fa menzione un po’dovunque la memoria popolare. I più recenti edimportanti rinvenimenti sono rappresentati dallapietra graffiata in caratteri venetici (V Sec.A.C.) trovata in località Cjanaia fra le radici diun albero abbattuto e dalle tombe di epoca alto-medioevale (VI Sec.) portate alla luce a partiredal 1991 in Namontêt di Liariis, nelle qualierano stati deposti a corredo dei defunti alcunitipici oggetti d’uso quali alcune lame, un petti-ne d’osso, uno spillone. Risalenti agli albori delcristianesimo sono invece i resti venuti alla lucedurante i lavori di restauro della Pieve di Gorto,che attestano la presenza sul colle di centri diculto ben più antichi rispetto al fabbricato attua-

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le. Il ritrovamento di gran lunga più importanteè comunque il complesso basilicale con annes-so battistero in località San Martino a fiancodella chiesetta attuale. In questo sito, a seguitodei lavori di restauro della chiesa, sono progres-sivamente venute alla luce sepolture su piùlivelli risalenti a fasi successive di occupazionedel sito fino a giungere al ritrovamento di unvasto perimetro di fabbricato che ha permessola corretta lettura di quanto presente all’ internodella navata della chiesa: un fonte battesimalead immersione contenuto in un edificio analogo

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Affresco quattrocentesco

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per epoca e tipologia al battistero del comples-so paleocristiano di Grado.Indicatori di una remota frequentazione dellavalle da parte di popoli dalle origini e dai costu-mi più svariati sono anche i toponimi e partico-lari tradizioni orali che fanno riferimento allapresenza dei Pajans (tombe in località Prencisrinvenute, pare, alla fine del secolo scorso) e desAganis (rupe in frazione Agrons), entrambinomi attribuiti a popolazioni che di volta involta sono state identificate con i Celti, con iLongobardi o con altri non ben identificatipopoli nomadi che trovarono riparo qui da noi,evidentemente pressati da più numerose o belli-cose genti che si avvicendarono nella fertilevalle del Gail, che si stende al di là delle mon-tagne.

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UN PRIMO SGUARDOD’INSIEME

Ci troviamo a fondovalle (mt. 530 slm.). Daquesta quota i pendii risalgono fino quasi a toc-care i duemila metri. Chi avrà l’ occasione dirimirare questo angolo di mondo dalla cima deimonti circostanti si emozionerà per il precipita-re a valle di linee e nervature di pendii profusidi verde, forse più che non sporgendosi da qual-che scoscendimento roccioso nelle Dolomiti.

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Il Col Gentile

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Ma ora impariamo a conoscere gli elementisalienti del paesaggio familiarizzandoci con isempre nuovi scorci di una stessa località deter-minati dal nostro spostarci. Da Ovaro il puntopiù elevato posto ad occidente (calar del sole) èdeterminato dalla cima del Col Gentile (mt.2075 slm). Questo monte, ricoperto da vegeta-zione fin quasi in vetta con la sua forma carat-teristica rappresenta un vero e proprio caposal-do a cui fare riferimento per individuare lanostra valle fin da una distanza di venti, venti-cinque chilometri. Spaziando ora con lo sguar-do in senso orario, in un succedersi di dorsi dimonti ricoperti d’abeti, si nota la sella diForchia, indi le creste rocciose delle DolomitiPesarine, con la cima del Pleros (mt. 2314). ANord, il Talm dalle lente pendici, con la caratte-ristica franosità centrale chiude la vallata.Proseguendo il nostro colpo d’ occhio possiamoosservare la cuspide piramidale del monteCapolago, fronteggiante la sommità delCoglians parzialmente nascosto dal profilo delCrostis (mt. 2250) ricoperto di pascoli. In direzione del sorger del sole, individuiamodeclivi non elevati che culminano con la som-mità dello Zoncolan e con la massa rocciosa del

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monte Arvenis (mt. 1967). In direzione sud,sud-est la panoramica si conclude con la costadel monte Forchianon segnato da antiche frane,aprendosi verso la pianura con i terrazzamentidi Cludinico e Loreto che sovrastano la chiusadella miniera, familiare a chi proviene daTolmezzo in quanto rappresenta il vero e pro-prio ingresso della valle. Grazie al notevole dislivello esistente fra fondo-valle e linea d’orizzonte, è possibile apprezzareuna certa varietà d’ambienti, anche se la carat-teristica dominante del paesaggio è quella diuna serie di rilievi coperti più o meno fittamen-te di abeti e faggi, con prati circostanti i paesi epascoli sviluppati a partire da circa 1550 metridi quota e fino alla base dei rilievi più elevati. Inqualsiasi direzione si volga lo sguardo, la pre-senza di insediamenti e costruzioni isolate, atte-sta l’opera dell’uomo, sviluppata si può dire adogni quota. Va rilevato, a questo proposito chel’economia agricola ha condizionato il paesag-gio in modo notevolissimo con la creazione, finda epoca molto remota, di strutture specializza-te. Ad Ovaro, centro di fondovalle, fanno capole 13 frazioni di Agrons, Cella, Chialina,Clavais, Cludinico Entrampo, Lenzone, Liariis,

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Luincis, Luint, Mione, Muina e Ovasta, sorte inorigine per soddisfare la necessità di un ottima-le sfruttamento del territorio. Anche le frazioni,poi, fungevano da centro di raccolta di prodottiprovenienti dalle località poste in quota, quali iprati di monte, i boschi, i pascoli circostanti lemalghe. In questa articolata realtà insediativaspiccano alcuni elementi di rilievo che caratte-rizzano in modo notevole il panorama. Di fron-te a Ovaro, in direzione sud est non è possibilefar a meno di notare sulla sommità di un colle labianca pieve con il suo campanile di pietra.Poco più a destra, al centro del paese di Mione,spicca il palazzo dei nobili Micoli Toscano.Altri punti salienti, ben apprezzabili nel corsodelle escursioni qui illustrate, sono le chiesettevotive, costruite fra la fine del XIV e l’inizio delXVII secolo. Ma la caratteristica che rendeunici questi esempi di architettura spontanea èlo stretto legame esistente fra elemento costrui-to ed ambiente naturale, che prefigura ad unrapporto strettissimo fra uomo e territorio.

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ALCUNI CONSIGLI

Mentre non è indispensabile alcuna cono-scenza di mappe e cartografie, nel seguiregli itinerari che qui vengono proposti, èopportuno seguire alcune norme di buonsenso,quali:

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Orografia della zona

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1) ove il dislivello da superare si aggiri suinovecento-mille metri, si tenga contodella variazione di temperatura,attrezzandosi adeguatamente. Lo stessodicasi per gli itinerari che attraversanoboschi abbastanza estesi.

2) Non essendoci alcun intrinseco rischionell’affrontare i percorsi suggeriti, sicuri di indossare calzature adeguate.

3) il tempo può subire variazioni anchebrusche. Trovandosi a più di mille metridi quota in prossimità di alberi o sullasommità di rilievi, va preso in seriaconsiderazione il pericolo di venirecolpiti da un fulmine durante i temporali.

4) A parte l’opportunità di evitare incontricon le zecche o (più difficilmente) coneventuali rettili, è buona norma noninoltrarsi nell’ erba alta per non rovinarei prati da sfalcio danneggiando laproprietà altrui.

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LA RETE DEI SENTIERIDI FONDOVALLE

La possibilità di spostarsi a piedi da una locali-tà all’altra attraverso vecchi sentieri rappresentacertamente l’ideale approccio al nostro paesag-gio. Nelle pagine che seguono vengono illustra-ti i principali percorsi che si sviluppano dai cin-quecento agli ottocento metri di quota, colle-gando tra loro le varie frazioni, nonché ilComune di Ovaro con i comuni vicini. Fra le

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Il Crist

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varie alternative, quando possibile, sono statievitati i tracciati su strada asfaltata.

PASSEGGIATE DA OVARO

DA OVARO AL MULINUT,RUNCHS E PLAIZ

Dal lato opposto alla discesa di Cella, sempre infondo al paese, una stradina conduce al gruppodi case più antico di Ovaro, il Borgo Canonica.Da qui, proseguendo per un facile tratturo conacciotolato, si scende ai Rio Canonica, per poirisalire brevemente ai prati del Mulinut, fra duecortine di vecchi muri in pietra. Si proseguelungo il sentiero in leggero pendio, oltre ilruscello, fino ad un bivio. Da qui, dirigendosiper il tracciato più basso si giunge ad una picco-la sorgente (la Madonute), indi al rio Mulinat,attraversato il quale si perviene per stretto sen-tiero ai prati di Runchs. Durante la salita inizia-le, sporgendosi alla propria destra, è possibileapprezzare il panorama visibile dall’orlo dello

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strapiombo che guarda al fondovalle e allaPieve. Se giunti al bivio di cui prima si diceva,viene diversamente imboccato il sentiero disinistra, in salita, si giunge dopo poco ai prati diPlaits, radura erbosa nella quale ci si inoltraabbandonando il sentiero principale, riprenden-do il quale è poi possibile, tenendosi a destra epercorrendo un rapido saliscendi, discendere alRio Mulinat, indi a Ovaro attraverso il sentieroRunchs-Mulinut o lungo la costa erbosa chediscende a sinistra del torrente e della cascatel-la.

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Il Mulinùt

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DA OVARO ALLA PIEVEDI GORTO

In fondo al paese, a destra, si imbocca la disce-sa asfaltata “rìba di Langjagnas” che conduce aCella, salendo poi al colle della Pieve. Dedicataa S. Maria, la chiesa è menzionata per la primavolta nell’ atto di fondazione dell’abbazia diMoggio (1119) ma risalirebbe ad epoca ancorapiù antica. La ricostruzione parziale dell’edifi-cio dopo il disastroso terremoto del 1431 fucompletata pochi anni più tardi, ma l’attuale

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La Pieve di Gorto

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impianto della chiesa è settecentesco. Dell’ edi-ficio originario è visibile esternamente la gradi-nata semicircolare fuori asse rispetto alla chiesaattuale. Nella facciata sud sono inoltre visibiliresti di capitelli ed arcate riutilizzati come ele-menti murari. All’ interno (sinistra del coro) èpresente un affresco risalente al XIII secolo raf-figurante la parabola delle dieci vergini. Vadetto che sul colle si trovavano originariamentealtre tre chiesette dedicate a Sant’ Elena, SanMichele ed ai Santi Vincenzo, Giovanni ePaolo. Pare inoltre che sullo stesso rilievo fossesituato il castello di Agrons, ricordato dalle cro-nache medioevali. Il campanile della Pieve,staccato dalla chiesa e diversamente orientato,era presumi-bilmente una torre del maniero, piùtardi incamiciata con murature in pietre squa-drate contenenti un muro a sacco dello spessorecomplessivo di mt. 1,35. Nel piccolo museoannesso alla Pieve, assieme a numerosi altriresti, sono conservati due busti che accennanoad un arte rudimentale. Fu notato che una spe-cie di corona di foglie che forma l’acconciaturadi una delle due teste ricorda quella conservatain certe monete celtiche trovate a Zuglio.

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DA OVARO A LENZONE,VALS, ARVENIS

Sempre partendo dal fondo del capoluogo, super la stradina in salita (Via Borc di Sora), silascia l’ ultimo gruppo di case alla propriadestra e si prosegue lungo il sentiero erbosoposto in dolce pendio, fino a Lenzone (10 min.).Si oltrepassa l’ osteria, attraversando poi il RioCanonica. Da qui la strada asfaltata si snoda per sei chilo-

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Parrocchiale di Ovaro

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metri di agevole salita, volendone evitare buonaparte, si prenda il ripido sentiero che inizia dopola prima curva, superato il Rio Canonica e siproceda attraverso facili scorciatoie fino alle“Valli” (1 ora e 30 ca). Dal percorso principaleè possibile in circa dieci minuti (indicazione sultornante a destra, dopo località Frassenét) rag-giungere la sorgente Forchjanon, con panoramasu Ovaro. La salita seguita poi nel mezzo del bosco percirca cinque chilometri, attraverso radureaffiancate da piccoli fienili in tronchi, fino allamalga Arvenutis (inizio del tratto pianeggiante). Da qui, aggirando il vallone e sempre lungo lamulattiera, si perviene alla malga Arvenis alta(o Arvenonis), con il grande pascolo cosparso dimacchie di rododendri e blocchi di calcare, fra iquali si annidano le marmotte dall’acutofischio. Da dietro la malga (mt. 1602), per faci-le ma ripidissimo sentiero, si perviene in circaun ora alla vetta dell’ Arvenis, con splendidopanorama nelle giornate più terse (attenzione aidirupi, soprattutto accompagnando bambini). Durante la traversata da Arvenutis alla malgaArvenis, è possibile una rapida diversione,affrontando il sentiero a destra, in decisa salita,

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che mena in venti minuti circa alla malgaClaupa, affacciata sulla valle di Lauco. Da qui,per un ripido sentiero che si snoda fra pinimughi e rododendri, si giunge ugualmente sullacima del monte Arvenis.

DA OVARO A OVASTA

Seguendo fino al ponte di san Martino il percor-so per Luint e Mione, si pieghi a destra lungo lastrada asfaltata, fino al bivio per Luincis, oltre-passato il bivio, dopo poco si prenda il sentieroche sale a sinistra e che interseca la strada asfal-tata due volte. Lungo il percorso vi sono treancone che originariamente ospitavano imma-gini sacre e da esse il sentiero prende nome di“Troi das mainas” (intero percorso da Ovaro in40 minuti ca). Giunti nell’ abitato di Ovasta,fornito di bar ed emporio alimentari, non simanchi di ammirare i begli esempi di architettu-ra locale (da non perdere, la seicentesca casa DeCorte, che chiunque vi saprà indicare!).

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DA OVARO A LUINT E MIONE

Subito dopo il ponte che separa Ovaro daChialina, si imbocca il sentiero che scende asinistra. Si giunge cosi al bel ponte di pietra sulfiume Degano, in località San Martino. Neipressi del ponte, nel pianoro ove si tiene l’an-nuale mercato dell’ 11 Novembre, si trova lachiesetta del santo in stile gotico, che risalenelle sue strutture essenziali al 1323. Vi officia-vano nelle ricorrenze i monaci benedettini chemolto tempo fa si trovavano a Cella. In tali

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Luint

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occasioni concorrevano ai divini offici gli abi-tanti di tutti i villaggi vicini. A nord della chie-sa si trova il complesso archeologico di SanMartino di cui abbiamo accennato in premessa.Alla data presente il sito è ancora in corso diallestimento ed il fonte battesimale interno all’edificio di culto risulta accessibile solamente surichiesta. Imboccando ora il sentiero che risalezigzagando il pendio, si giunge rapidamente aLuint, dove meritano una sosta le vecchie carat-teristiche case e la fontana situata nella partealta del paese. Da qui, attraverso un rapido sen-

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San Martino

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tiero si giunge a Mione, di cui accennammo inprecedenza.

DA OVARO A CLUDINICO

Dal piazzale della fontana, sopra al municipioed al parcheggio, si prenda la via pianeggianteche segue in direzione sud il tracciato della vec-chia ferrovia, dismessa prima della secondaguerra mondiale. Abbandonato l’asfalto e pro-seguendo oltre la cascatella ci si addentra in unbosco d’ abeti, interrotto da paretine di rocciafriabile. In circa un chilometro si giunge allarecinzione dell’ orto agrario. Si sale a sinistraper strada asfaltata fino alla presa ENEL (finedell’ asfalto) e si prosegue poi per facile sentie-ro fino ad un vasto frutteto. Proseguendo drittisi giunge al posto di ristoro “La pecora nera”,mentre prendendo la strada in salita si giungedapprima alla malga Amboluzza posta a quota748 mt. slm. Da lì, attraverso facile sentiero siprocede fino all’ abitato di Cludinico attraversoun bellissimo bosco di faggi interrotto da corsid’ acqua e cascate (un’ora e 1,40 da Ovaro).

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ALTRI PERCORSI

DA AGRONS A MIONE

Assieme a Luint, Agrons è la più piccola frazio-ne di Ovaro. Da qualche anno anche il piccolobar ha chiuso i battenti e dunque il viandantedovrà accontentarsi di trovare ristoro sedendosinella minuscola piazza, fornita di fontana. Da questo paese è però possibile raggiungererapidamente località di notevole suggestioneprocedendo per la ripida mulattiera che si inol-tra nel bosco partendo dalla parte alta del paese(borgata Gallo). In un quarto d’ ora circa ci tro-veremo in prati ameni, cosparsi da minuscolifienili. Da qui, attraverso comodi percorsi direcente sistemazione, sarà possibile raggiunge-re Mione, procedendo in direzione nord-ovestdopo essere discesi nel greto del torrenteMiozza. Dirigendo verso sud, invece, si raggiungerà l’al-tipiano di Navas o i sottostanti prati di Prencis,con caratteristici gruppi di vecchi fienili eombrose radure.

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DALLA PIEVE DI GORTOA MIONE

Circa di fronte alla strada di accesso al colledella Pieve inizia un ripido sentiero per partelastricato (in dialetto pedràt) che conduce allafrazione di Mione. Da Ovaro questo paese si fanotare per la grande casa dal tetto verde smeral-do:”il Palaç” (o palazzo) di proprietà della famigliaMicoli-Toscano. Dai prati sottostanti a questaimponente costruzione è possibile godere unnotevole panorama del fondovalle, apprezzan-doo nella loro articolazione le frazione diChialina, Lenzone, Liariis e Clavais, collegateal capoluogo da strade e sentieri.

DA CELLA A MIONE

Nella parte nord dell’abitato di Cella vi sono trecase gemelle disposte a gradoni. Proseguendolungo il sentiero in salita che vi passa a fianco,si giungerà in circa 12 minuti nella radura diRaviestis, circondata da abeti e giovani larici.Questa località si trova immediatamente sotto al

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palazzo Micoli Toscano di cui dicemmo dianzi Proseguendo in direzione di Mione, la mulattie-ra passa accanto ad alcune fortificazioni risa-lienti alla prima guerra mondiale, che si adden-trano nel terreno.

DA CHIALINA A LIARIIS

Subito a monte dell’abitato di Chialina si svi-luppa il tracciato pianeggiante della vecchia fer-rovia, ridotto a comodo tratturo. Lungo tale per-corso si oltrepassa il paese giungendo in breve aun’ edicola votiva. Imboccando subito dopo unostretto ed ombreggiato sentiero in salita. si giun-ge in breve a Liariis. Il tracciato prende il nome di ‘troi dai mulins”,in quanto veniva utilizzato dagli abitanti diLiariis per portare il granoturco al mulino diChialina, tuttora funzionante e visitabile.Volendo prolungare la passeggiata, da Liariis siimbocchi il sentiero che inizia dietro la latteria(centro del paese), raggiungendo da lì il sugge-stivo abitato di Clavais.

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DA CLAVAIS AL BOSCDAI LOFS

A nord est dell’abitato di Clavajs inizia lamulattiera di recente sistemazione che conduceal “bosc dai lofs” (bosco dei lupi). La passeg-giata è molto facile e riposante e può prosegui-re a piacere fra gli alti faggi in una frescapenombra, tenendo conto che le diramazioniche volgono a sud condurranno a collegarsi con

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Clavais

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la strada del monte Zoncolan (1/2 ora ca.), men-tre tenendosi a nord si giunge in un’ ora circaalla strada asfaltata che porta a Ravascletto.

DA CLUDINICO A TRAVA

Oltrepassato il cimitero di Cludinico, posto die-tro la chiesa, si imbocca quasi subito una carra-reccia in direzione sud (da non confondersi conaltre che proseguono invece verso est e versonord) il tracciato in breve si congiunge con unavera e propria mulattiera che costeggia il belripiano erboso del campo sportivo.Proseguendo attraverso un bel bosco di faggio,si curi di imboccare sempre le diramazioni didestra della via, attraversando cosi un belruscello, fino a giungere alla chiesa dellaMadonna di Trava, in Comune di Lauco. In taleedificio di culto, fino al 1600, convenivano datutta la Carnia i genitori di bambini morti primadel battesimo. Tradizione vuole che le piccolecreature, entrate nella chiesa riprendessero vitafino ad aver ricevuto il sacramento per poi mori-re definitivamente una volta battezzati. Dallachiesa, scendendo una comoda “Via Crucis” ora

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asfaltata, si giunge all’abitato di Trava, ricco diedifici pregevoli e dotato di una piccola osteria,di un emporio e dell’ufficio postale.

DA ENTRAMPO A SOSTASIO(Val Pesarina)

Attraversato l’abitato di Entrampo lungo la stra-da in salita che inizia dalla Patossera, si prose-gue per una facile mulattiera che si dirama in

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Nevicata a Cludinico

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salita sulla destra, dopo la stalla sociale. In ventiminuti circa, si attraversa una sella franosa, convasto panorama verso Comeglians, proseguen-do poi sempre in salita per un’altra decina diminuti. Giunti ad una piccola staipa in legno (alla vostrasinistra), si procede attraverso il bosco per circaduecento metri, badando a mantenersi poco piùalti della staipa. Si giungerà quasi subito alrudere di un edicola votiva (Maina diSant’Antonio) che delimita il confine tra ilComune di Ovaro e quello di Prato Carnico. Daqui, in altri venti minuti si giunge a Sostasioattraverso un ripido sentiero. Nel paese si trova-no numerosi pregevoli esempi di architetturaspontanea nonché un piccolo campo da tennis.

DA LIARIIS A CLAVAIS

Percorrendo il sentiero relativo al precedenteitinerario fino ad imboccare la strada del monteZoncolan, si prosegua lungo questa per circadieci minuti, incontrando poi, dopo una curva,un sentiero erboso che volge in piano sulla sini-stra. Dopo poco, il tracciato attraversa un vero eproprio canyon sovrastante Liariis, detto “il

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Fossàl”, per giungere poi alla frazione diClavais in un altra decina di minuti. Il ritornopuò venir effettuato a piacimento per la stradacomunale oppure attraverso la viuzza che scen-de ripida dalla piazza di Clavais attraverso lalocalità di Tramides.

DA LIARIIS AL BOSCODELLA LUNZA

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La Lunza

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Dalla piazza del paese si prenda il sentiero che passaalto dietro la chiesa in direzione sud. In dieci minutisi giungerà cosi alla congiunzione con la strada chesale al monte Zoncolan. Abbandonando questa albivio della stalla sociale si prosegue poi inoltrandosiin un bellissimo bosco, con sorgenti d’ acqua e radu-re ombrose. Le diramazioni del sentiero si interseca-no, cosi da permettere passeggiate con varie diver-sioni.

DA LUINT A OVASTA

Fra i molti modi di raggiungere Ovasta, uno deipiù interessanti è il seguente: scesi nel Rio diLuint, passando dietro la latteria, si salga per ilcomodo sentiero fino ad oltrepassare un grandefienile (recintato) detto Stâli dal Predi.Proseguendo, in una ventina di metri si passa aldisopra della frana detta “La Esula”, scendendopoi attraverso il bosco all’abitato di Ovasta, sucui già prima ci soffermammo.

DA LUINCIS A OVASTA

Si sale alla parte più alta dell’abitato (casacanonica). Da li ci si inerpica per una comoda

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mulattiera fino al piano detto “del lago”, ovepare sorgesse il castello del feudatarioErmanno, fatto decapitare dal patriarca Nicolodi Lussemburgo per aver partecipato ad unacongiura contro il patriarca Bertrando, trucidatonel 1350. Dalla piana “dal lâc”, il sentiero pro-segue per Ovasta, ove attenzione speciale meri-ta la seicentesca casa De Corte, con il suo corti-le e le annesse stalle.

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Casa De Corte

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DA MIONE A FORCHIA ECOL GENTILE

Si tratta di una gita ìimportanteî per la sua dura-ta, ma nient’affatto impegnativa. Dalla fontana,che rimane sulla sinistra, si sale fino a lasciareil paese, su attraverso il bosco, oltre i prati dicosta Stentaria (begli squarci di fondovalle),fino alla forcella (mt. 1824). Da lì, discesi allapozza dietro alla malga Forcja, si prende lostretto sentiero che mena in salita verso sud. Latraversata, facile, si sviluppa in circa un’ ora emezza rimanendo il tracciato poco al disotto delcrinale, con tratti che guardano in direzione diSauris. Facile attraversamento di piastre roccio-se, rovine della vecchia malga Tamarot, poiattraverso un breve altipiano si giunge all’attac-co del colle. In altri venti minuti è possibile rag-giungere la vetta, da cui si gode un panoramacircolare di notevole estensione, senza contarepoi la vista del fondovalle, posto millecinque-cento metri più in basso. Giunti in Forcja, puntoda cui abbiamo, iniziato la salita al Col Gentile,è anche possibile proseguire per una comodamulattiera in direzione di Lateis-Sauris, mentreun sentierino che inizia nella gola rocciosa a

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nord della malga porterà l’escursionista fino aPieria attraverso la malga Pilànch in comune diPrato Carnico. Chiaramente trattasi di variantiche presuppongono una certa organizzazioneper i viaggi di ritorno, visto che i trasporti pub-blici non rappresentano l’ ideale nÈ per fre-quenza delle corse, nÈ quanto a coincidenzelungo le varie linee.

DA MIONE AMALGA VALINIA

Dall’ abitato di Mione, si procede lungo la stra-da che conduce al Rio Miozza, che inizia a suddel paese. Giunti al bel corso d’ acqua, che si èscavato il proprio corso fra dirupi scoscesi, sibadi a tenere la destra, attraversando il Rio piùvolte. La strada inizia presto a salire fino a rag-giungere la vecchia malga ed al suo ampio val-lone, incassato nelle pendici del Col Gentile. Lalocalità è molto isolata e suggestiva. In malga èdisponibile acqua potabile in ogni stagione.

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DA MUINA A RAVEO

Un suggestivo percorso unisce la frazione diMuina con Raveo. Dalla piazza del paese, siprosegue a sinistra lungo la strada che conduceai casolari di Cercenaz. Prima della piccola bor-gata dopo un quarto d’ ora circa, si imbocca unacomoda strada asfaltata che si snoda in salitafino alla località Mont. Da qui si prosegue finoalla fine dell’ asfalto attraverso una bella concacon grande fienile centrale (mezz’ora da

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Palazzo Micoli Toscano

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Muina). La strada prosegue attraverso gruppettidi case abbandonate e vecchi fienili. Badando atenere le diramazioni di sinistra, in una mez-z’ora di strada in saliscendi si giunge alla bellachiesina di Valdie. Lasciata questa alla propriadestra, si scende a Raveo per la strada carrabileche si imbocca dal lato sinistro o attraversol’antichissimo sentiero acciotolato che passa afianco del santuario della Vergine del MonteCastellano, complesso di edifici sei e settecen-teschi di grande interesse ed estremamente sug-gestivi.

DA MUINA A MIONE

Vedasi itinerario da Mione.

DA MUINA A PANI

(due ore da Muina): Seguendo il percorso pre-cedente fino alla chiesetta di Valdie, si prosegueora sulla destra, in salita, imboccando le dira-mazioni di destra della carrareccia (possibilialcune scorciatoie facilmente intuibili, attraver-

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so il vecchio sentiero tagliato più volte dallastrada). Dopo l’ultimo bivio, trovasi un primo fabbrica-to in rovina; si costeggia poi il grande rudere delCasolare Fieris, invaso dai rovi, indi si scendeper breve tratto, per poi risalire sboccando diret-tamente nella soleggiata valle di Pani. Nelmezzo dei prati trovansi frammiste vecchie caseed una suggestiva chiesetta. Il paesaggio è dav-vero ameno e può valer senz’altro la pena diproseguire la passeggiata raggiungendo, in altosulla destra, una vecchia casa isolata da cui sigode un notevole panorama in direzione di VillaSantina e Tolmezzo.

DA OVASTA A LUINT

Variando il percorso descritto più sopra (daLuint ad Ovasta), si prenda il comodo sen-tiero all’inizio del paese che sulla destrarapidamente scende verso il Rio Jesula Poco prima di giungere al torrente, sullasinistra trovasi un tracciato più angusto,segnalato da un bollo bianco e rosso

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impresso su di un albero. Attraverso questopercorso si giunge in complessivi quindiciminuti al guado del torrente e da qui si risa-le sull’altra sponda per proseguire in dire-zione di Luint (in totale mezz’ora daOvasta).

DA OVASTA A SAMAIOR

Una passeggiata poco impegnativa e somma-mente amena si compie rapidamente lungo ilsentiero bordato di siepi che si inoltra nellacampagna a partire dalla latteria sociale. Dopobreve tragitto, infatti, sbocchiamo in una bellavalletta circondata da abeti, ove è possibile sof-fermarsi per una merenda, o alla ricerca di qual-che ciclamino.

ARCHEOLOGIA MILITAREED INDUSTRIALE

Un separato accenno meritano i resti ancoravisibili delle fortificazioni risalenti alla primaguerra mondiale. Il gruppo più cospicuo di esseè costituito dalle gallerie che si trovano lungo il

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costone sud del promontorio su cui sorge lapieve di Santa Maria di Gorto.

Trattasi di due ampi cunicoli scavati con l’esplosivo nei calcari del colle: Il primo, subito asinistra del sentiero che sale alla chiesa è adandamento rettilineo e sbocca all’ inzio dellastrada asfaltata di accesso al cimitero mentre ilsecondo è a forma di ferro di cavallo con diver-se diramazioni interne, guardiole e finestreaffacciate sui punti di interesse strategico.Vi sono poi altre fortificazioni su tutto il colle

con feritoie per pezzi d’ artiglieria che si spun-tano tra l’ erba. L’ accesso a questo ulterioregruppo di cunicoli avviene dal costone che siaffaccia sul torrente Degano e risulta più agevo-

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Ingresso alle fortificazioni

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le durante la stagione fredda, con l’ erba bassa.Un sistema di gallerie molto più esteso e di

derivazione civile è la miniera di carbon fossiledi Cludinico (V. pubblicazione monografica invendi-a presso la pro-loco di Ovaro). d avvenu-to completamento dei lavori di sistemazionedella rete di sentieri di accesso previsto per l’estate 2007 la miniera risulterà accessibile dalpaese. Per il momento il percorso che conduceai resti dell’ insediamento, rimasto attivo dallafine del 1800 fino all’ inizio degli anni cinquan-ta inizia in corrispondenza del penultimo tor-nante della strada comunale di Cludinico, benriconoscibile per una spruzzatura di cementonerastro sulla parete rocciosa. Il tracciato èquello utilizzato dagli operai della miniera chelavoravano a ciclo continuo accedendo notte egiorno al posto di lavoro attraverso questoangusto camminamento che corre a ridosso dellfronte roccioso a strapiombo nel quale sonoricavati gli ingressi delle gallerie (attenzione aibambini ed alle persone sofferenti di vertigini!). Non diamo indicazioni sulle modalità di acces-so all’ interno della miniera evidenziando che sitratta di un sistema di strette gallerie organizza-te su vari livelli a partire da quello dell’ ingres-

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so e fino alla quota del torrente Degano. Ognisistema di cunicoli è collegato agli altri tramitediscenderie, originariamente attrezzate di rotaieper il transito dei carrelli che trasportavano ilcarbone e la roccia verso l’ imboccatura dellegallerie, nei cui pressi sono ancora visibili iruderi dei lavatoi, dei sedili e degli alloggia-menti per i compressori.

Di un certo interesse è inoltre il complesso dimuri di sostegno e di ponti realizzati in concisquadrati che costituiscono il tracciato dellavecchia ferrovia a scartamento ridotto che col-legava Villa Santina con Ovaro e Comeglians.La visita può iniziare dal piazzale della stazione(a monte del municipio) per proseguire lungo lapista ciclabile in direzione Comeglians oppurelungo Via ex ferrovia in direzione sud (tracciato

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Miniera di Créta d’oro

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parallelo alla sottostante statale). In corrispon-denza dell’ attraversamento dei corsi d’ acqua sinotino le ardite arcate dei ponti ferroviari.Oltrepassata la strada che sale a Cludinico iltracciato prosegue attraverso due gallerie in roc-cia per interrompersi a causa di un franamentoin località ponte di Muina.

MOSTRA "ARTE IN NATURA"

A partire dal 2003, lungo il tratto della ex fer-rovia che corre dall' abitato di Chialina fino inlocalità Baus, un gruppo di artiste (Siti Web allepagine www.donnedelbosco.it e www.agana.it)ha dato vita all' esposizione permanente "Artenella natura" con realizzazioni diverse di annoin anno. Caratteristica costante delle opere è latecnica che impiega esclusivamente materialinaturali e deperibili, reperiti a preferenza sulposto. Con il passare del tempo i lavori ritorna-no così alla natura ed il visitatore può apprez-zarne il progressivo cambiamento anche in rap-porto alla stagione ed al tempo atmosferico.

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ESCURSIONI IN BICICLETTA

Una fitta rete di strade e sentieri, prevalente-mente poco frequentati da veicoli a motore, per-mette infinite varianti di ogni grado di lunghez-za e difficoltà, da affrontarsi a preferenza con lamountain bike, ma in alcuni casi anche con labicicletta da corsa. La prima e di gran lunga piùconosciuta salita è da Ovaro al Monte Zoncolan

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La Pietà(Maria Grazia Paderi - 2004)

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sulla scia dei campioni del Giro d' Italia 2007. Ildislivello (1200 metri) e le pendenze (fino al20%), sono da paura, ma sono superabili con unminimo di allenamento e rapporti commisuratialla preparazione atletica soggettiva.Certamente più alla portata sono percorsi menoestremi ma ugualmente gratificanti di cui elen-chiamo a titolo non esaustivo:

1) Ovaro - Cludinico - Amboluzza - CasolareRonch, con andata e ritorno lungo laEx ferrovia e variante per il sentiero diRunchs-Salies;

2) Ovaro - Cella - Muina - Mont - ValdieRaveo, con ritorno attraverso la nuovastrada Raveo-Muina (panorama presso lacappelletta Tiéra néra);

3) Ovaro - Liar i i s - Clavais - BraidaComeglians, con rientro da PonteCastagnin - Entrampo - San Martino evariante da Ponte Pesarina - Ex ferrovia(da imboccare di fronte alla fermata dellacorriera dopo breve tratto a spinta);

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4) Ovaro - Ovasta - Samaior - GerclàrLuincis con rientro da San Martino;

5) Ovaro - Mione - Rio Miozza - Navas conrientro per Prencis - Corva (sosta e panoramaalla chiesetta di Loreto);

6) Ovaro - Lenzone - Arvenutis - MalgaClaupa, con ritorno da Lauco - AvaglioTrava.

COMMIATO

Ben lontani dal pretendere di aver esaurito l'ar-gomento, ci auguriamo di essere serviti da sti-molo per una migliore conoscenza del nostropiccolo Comune. Vi saremo senz'altro grati perogni indicazione e consiglio da porre in atto inun continuo aggiornamento del presente opu-scolo e a questo punto vi lasciamo alle vostregite, lunghe o brevi ma certamente comunquegenerose di soddisfazioni.

PAOLO QUERINI(Presidente Assoc. Cjanàl di Guàrt)

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BIBLIOGRAFIA

SOCIETA’ FILOLOGICA FRIULANAIn GuàrtBONETTI E.Alcune considerazioni antropogeografiche sullaValle del Degano - Ud. 1951MARINELLI G.Guida della Carnia e del Canal del Ferro - Ud.1924 MIOTTI T.Castelli della Carnia, del feudo di Moggio e deicapitaneati settentrionali - Ud. 1977 NOGARO - NOVELLOCamia - Ud. 1972PASCHINI P.Notizie storiche della Carnia-Udine 1971 FRAU G.Dizionario toponomastico Udine 1978DE VITT F.Pievi e Parrocchie della Carnia nel tardo medioevo GABERSIK R.Guida escursionistica alle Alpi CarnicheGenova 1983

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Questa guida è stata stampata in collaborazione con:Associazione Archeologica Cjanal di Guart

Tipografia Litostil di Fagagna

Per informazioni: www.ovaroservizi.itE mail: [email protected]

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Malga Lòsa

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