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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Q. MAIORANA” Anno scolastico 2016-2017 Giocare con le fiabe Laboratorio di scrittura creativa CLASSE 1^ L A cura delle insegnanti:

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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Q. MAIORANA”

Anno scolastico 2016-2017

Giocare con le fiabe

Laboratorio di scrittura creativa

CLASSE 1^ L

A cura delle insegnanti:

Prof.ssa Elena Leone (Tecnologia)

Prof.ssa Renata

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La bella addormentata di Aurora Arena

In una mite primavera dell’anno 2000, nacque una meravigliosa bambina di nome Aurora. Sua madre Alina era italiana ma si era trasferita a New York, la capitale finanziaria più importante del mondo, per lavoro. Lì Alina aveva incontrato il giovane Stephen, suo collega di lavoro e, dopo essersi innamorati e sposati, i due avevano avuto una splendida bambina che, come immaginate era diventata la principessa di casa. La piccola Aurora cresceva in grazia e bellezza, proprio come la più profumata delle primavere che si erano mai viste e nella quale lei era nata. Tuttavia, sebbene la fanciulla non mancasse di alcun bene e di alcuna agiatezza, si sentiva profondamente sola, poiché i suoi genitori, estremamente impegnati con la loro professione, non riuscivano a dedicarle abbastanza tempo. Gli anni trascorsero tristi e solitari, finché Aurora crebbe e divenne una bellissima giovane, amata da tutti coloro che la circondavano, tra cui un’anziana signora, sua vicina di casa che si era presa cura di lei sin dalla sua nascita. Nonostante il suo aspetto esteriore, Aurora era molto riservata, infatti la sua pagina Facebook conteneva solo una ristretta cerchia di amici. Ma un giorno a casa dell’anziana signora arrivò suo nipote Eric, un ragazzo alto, forte e attraente che, in pochissimo tempo, conquistò l’attenzione e l’amicizia di tutti, persino della giovane Aurora, che condivideva spesso il viaggio in metro con lui per andare al college. Purtroppo però Eric era perfido e, provando gelosia per lo smisurato affetto che legava sua nonna ad Aurora, decise di corteggiarla e di conquistarne la fiducia, per poi distruggerla. Il suo piano andò a buon fine allorché, dopo essersi fidanzato con lei, iniziò a diffondere su tutti i social i suoi segreti e i ricordi più imbarazzanti, rendendole impossibile la vita al college e in tutti luoghi della città che lei

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frequentava. A tale vista, Aurora fu talmente turbata che cadde in una sorta di coma profondo. Quando l’anziana signora scoprì questa crudele realtà, cacciò via per sempre il nipote e andò a versar lacrime d’amore sul volto di Aurora. Ma quando l’anziana iniziò a cantare le dolci melodie che era solita cantarle da piccola, la giovane sorrise e si svegliò miracolosamente. E da quel giorno quelle donne furono inseparabili e vissero felici per il resto dei loro giorni.

I tre porcellinidi Emanuela Auteri

C’erano una volta tre porcellini tanto ospitali che adoravano mangiare la zuppa di coniglio. I tre porcellini vivevano a Miami, a uno piaceva prendere il sole, a un altro piaceva andare in giro sulla Ferrari, al terzo piaceva tanto cucinare la sua specialità a base di coniglio. Un giorno un lupo famelico, trovandosi a visitare la città e passeggiando qua e là, incontrò il porcellino con la Ferrari, che gli diede un passaggio fino all’hotel dove alloggiava, esaltando le capacità culinarie di un fratello e la bellissima casa sulla spiaggia, dotata di un grandissimo allevamento di conigli, dell’altro fratello. Il giorno dopo il porcellino con la Ferrari incontrò nuovamente il lupo, il quale pensò che fosse un’ottima occasione per mangiare i tre porcellini e poter avere così una riserva di cibo, ottenuta con l’allevamento di conigli. Per questo fece finta di essere incuriosito dal racconto del porcellino e gli chiese di poter conoscere i fratelli e di poter visitare la casa sul mare. Così insieme andarono nella villa, dove conobbe gli altri due fratelli, i quali lo invitarono a pranzo, per

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fargli assaggiare la famosa zuppa di coniglio. Il lupo accettò, pensando di poterli attaccare a uno a uno e decise di iniziare con il cuoco, prendendolo alla sprovvista, mentre entrava nel recinto dei conigli. Travestito da coniglio, rimase davanti alla porta del recinto in attesa che entrasse il porcellino. Però, per sua sfortuna, il porcellino entrò dal retro e, vedendo quel grande coniglio, gli diede una legnata sulla testa e lo uccise. Ovviamente, finì nel pentolone della zuppa. I porcellini si sedettero al tavolo e si domandarono dove fosse finito il lupo. Decisero di iniziare a mangiare, sperando che il lupo arrivasse da un momento all’altro e, contenti del sapore della zuppa, fecero i complimenti al fratello cuoco, dispiaciuti che il loro ospite non avesse potuto assaggiare quella speciale zuppa di coniglio.

Hanseldi Christian Campisi

C'era una volta, un macellaio di nome Geppetto, che aveva una moglie e un figlio. Il bambino voleva un burattino con cui giocare e tenersi un po' di compagnia, perché Brontolo-così si chiamava il figlio di Geppetto- la mattina andava a scuola, e il pomeriggio, finiti i compiti, doveva aiutare con i lavori domestici sua madre, chiamata Gretel. Allora Geppetto si recò dal più astuto falegname di Milano- dove viveva la famiglia. Appena arrivato a casa, tutti e tre si accorsero che il burattino parlava e si muoveva come un bambino vero. Allora Brontolo esclamò: "Wow, che bel regalo che mi avete fatto! Un fratellino di legno! Per ringraziarvi vi prometto che mi impegnerò moltissimo nello studio. "Allora la madre

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disse:" Perché non lo chiamiamo Hansel!?", e Brontolo e Geppetto acconsentirono. Il giorno dopo, Geppetto comprò il materiale didattico ad Hansel, nella cartoleria più prestigiosa della città. Il primo giorno di scuola Hansel e Brontolo udirono la musica del circo "Sandra Orfei", acquistarono i biglietti e, invece di andare a scuola, si recarono al circo. "Pinocchio il giocoliere", che era uno dei più prestigiosi giocolieri d'Italia, ma con un aspetto da far paura, scambiò Hansel per una sua marionetta, ma fortunatamente Brontolo se ne avvide subito e salì sul palco e disse a Pinocchio: "Questo è il mio burattino! Non è una tua marionetta. "Usciti dal circo, incontrarono i tre porcellini, che dissero ai due fratelli: "Nella zona del Duomo c'è un campo miracoloso, che una fata ha reso magico per un beneficio che ha ricevuto. In questo parco, se sotterrerete cento lire-la moneta di quei tempi- il giorno dopo spunterà un intero albero di banconote da mille lire.” I due ingenui diedero ascolto ai tre impostori, e si recarono al campo, che aveva un aspetto incantevole, come quello delle fiabe, e Brontolo disse: "Wow, questo campo sembra una bellissima vallata! Guarda Hansel, c'è anche un fiume con un ponte! Che bello!” Hansel rispose: “Vero, è bellissimo." E riprese: "Con il denaro che ci ha dato il nostro babbo, potremmo seminare un bel po' di alberi, non credi?" Ma in quel preciso istante, vennero aggrediti da tre impostori-che non erano altro che i tre porcellini-, che li derubarono sia del denaro, sia del materiale didattico che Hansel e Brontolo portavano con sé e li appesero ad un albero. Fortunatamente, passò da lì la fata Biancaneve, che li accudì, e chiese loro di raccontare la loro avventura. I fratelli, che non volevano far sapere alla fata che erano stati ingrati con il loro papà e la loro mamma, si misero a raccontare un mucchio di bugie, ma mentre parlavano, s'accorsero che i loro nasi si stavano allungando a dismisura. Hansel e Brontolo capirono che conveniva loro essere sinceri e raccontarono alla fata Biancaneve tutta la verità. Costei fece loro una bella ramanzina e poi raccomandò loro di tornare a casa, perché sapeva che Geppetto era molto preoccupato. Hansel e Brontolo promisero alla fata che sarebbero tornati subito a casa e si misero in cammino. Lungo la strada incontrarono Pisolo, un bambino svogliato e disubbidiente, che li convinse a recarsi con lui a Catania. In questa città, in una zona sperduta della Villa Bellini, c'era un meraviglioso lunapark, chiamato "Il lunapark dei Balocchi", qui c'erano tanti bambini che si divertivano sulle giostre e con vari giochi e Hansel, Brontolo e Pisolo fecero altrettanto. Ma il divertimento durò poco, infatti a tutti i bambini crebbero le orecchie e ben presto furono tutti tramutati in asinelli. Gli asini Hansel e Brontolo vennero comperati da uno dei più prestigiosi macellai di Milano, che aveva intenzione di macellarli, per poi vendere la carne a caro prezzo. Arrivati a Milano, il macellaio-che non era altro che

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Geppetto-, aprì le porte della sua speciale carrozza, ma ci furono due grandi sorprese: la prima fu che gli asini si mutarono in Hansel e Brontolo, e le seconda, la più sorprendente, era che Hansel era diventato un bambino vero. E vissero tutti felici e contenti.

Il lupo famosodi Tommaso Castiglione

Un giorno il lupo, che era un famoso attore adorato da Cappuccetto Rosso, organizzò un incontro con i suoi fan. Cappuccetto Rosso voleva andarci insieme alla nonna, che era anche lei una grande fan del lupo, ma sua madre era contraria, perché Cappuccetto Rosso per il giorno dopo aveva tantissimi compiti e non poteva assentarsi da scuola, perché già

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non era andata per diversi giorni. Cappuccetto Rosso, che desiderava molto andarci, due notti prima dell'incontro con il lupo restò sveglia per fare tutti i compiti che le erano stati assegnati per quella settimana, così la mamma le permise di andare al famoso evento insieme alla nonna. Cappuccetto Rosso, quando arrivò nel luogo dell'incontro, fu bloccata da un buttafuori, che le disse che dovevano avere dei pass per entrare e che erano ormai finiti. La nonna, che era dispiaciuta per la nipote, pensò a un piano per far entrare Cappuccetto Rosso e così fu. Cappuccetto Rosso incontrò il lupo e, quando tornò a casa, dove l'aspettava la nonna, le diede un grande abbraccio.

Belle e una città magicadi Carlotta Cavallaro

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In una città chiamata Parigi, c'era una ragazza di nome Belle, che viveva in un appartamento con suo padre.

Belle era una ragazza di diciotto anni che frequentava l'ultimo anno di liceo e lavorava come baby sitter in una famiglia molto ricca.

Suo padre, invece, faceva il cuoco nella stessa famiglia. Belle aveva molte amiche con cui passava molto tempo. Nella scuola c'era anche un ragazzo molto vanitoso, che portava con sé sempre uno specchio, lo portava in classe, nei corridoi e pure nell'armadietto. Questo ragazzo si era messo in testa che Belle doveva essere la sua prossima preda, la seguiva su Instangram, su Facebook, le mandava continuamente cuori su whatsapp e la chiamava la sera. Un giorno il padre di Belle, di nome Maurice, doveva andare in Italia per partecipare a Master chef. Passato qualche giorno, Belle non ebbe notizie di suo padre, il cellulare era sempre spento. A questo punto Belle decise di partire per andare a cercarlo. Arrivata a Milano, si accorse subito che quella città era magica, perchè tutti avevano le ali e c'erano animali fantastici. Belle non sapeva dove cercare, ma a un certo punto incontrò un animale grande con i denti da squalo, faceva paura a tutti, anche se non voleva, quello era il suo aspetto.

Belle, appena lo incontrò, si spaventò e scappò impaurita.

La bestia la prese e le disse che non voleva spaventarla. Belle le spiegò l'accaduto e insieme andarono a cercare Maurice, che dopo un po' trovarono in un negozio di cucina; in seguito, i due si innamorarono e si sposarono.

In chiesa dopo il bacio, la bestia si trasformò in un bel ragazzo.

Cenerentoladi Marco Contarino

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Al pian terreno del più alto grattacielo della città abitava una famiglia, composta da madre, padre, dalla matrigna e da tre figlie. Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore particolare, che la distingueva dalle sorelle. Aveva i capelli biondi e soffici, la bocca rossa, gli occhi azzurri.Il papà di Cenerentola era operatore ecologico e la mamma lavorava in un supermercato.Entrambi facevano tanti sacrifici per mandare avanti la famiglia e accontentare le figlie.Le sorelle di Cenerentola erano un po’ invidiose e passavano il tempo tra parrucchiere ed estetista, invece Cenerentola si divideva tra il lavoro da cameriera in un ristorante, le faccende domestiche e il suo fidanzato Giovanni. Un giorno Cenerentola servì al tavolo Eric,un giovane ricco, bello ed educato, che possedeva un'importante casa discografica. Il giovane rimase colpito dalla dolcezza e dalla voce melodiosa della ragazza e le disse di partecipare a un Talent Show. Nel frattempo Eric si era innamorato di Cenerentola, ma lei era fidanzata con Giovanni.In fondo era così diverso dall'umile Giovanni...Una sera Eric invitò Cenerentola in un locale di lusso, dove ballarono tutta la sera. Lui le dichiarò il suo amore e le chiese di sposarlo.Cenerentola rispose che un ballo non valeva un matrimonio, che dura tutta la vita.Allo scoccare della mezzanotte, Cenerentola scappò via, lasciandosi sfuggire la sua borsetta.Eric la raccolse e l'indomani gliela ritornò, ma più lo vedeva e più non le piaceva proprio, così gli chiese scusa e gli comunicò che avrebbe sposato Giovanni, che a lei piaceva di più.Poi gli augurò di trovare una ragazza che gli volesse bene. Cenerentola lasciò la casa dei suoi genitori e delle sorelle, che non riuscivano a capire perché lei non avesse sposato una persona ricca. Cenerentola sposò Giovanni, con lui lavorò nei campi, allevò i conigli e le galline, munse le mucche, ebbero tanti figli e vissero tanti e tanti anni felici insieme.

Biancaneve e i sette nani di Samuele Crimi

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Biancaneve è una donna che è gentile e vivace... solamente che, quando si arrabbia diventa una selvaggia. Biancaneve conosce i sette nani, però... li trova ubriachi, talmente ubriachi che due si stanno picchiando, solamente... che danno pugni al nulla! La strega le dà un cocktail stregato e Biancaneve si addormenta. Per risvegliarsi, servirà il bacio di un principe…ma anche l'unico principe che c'è è ubriaco! Dopo aver smaltito la sbornia, si accorge di Biancaneve e la bacia; la ragazza si sveglia e si fa promettere dal principe che non si ubriacherà mai più. Così vivono tutti felici e contenti.

Cappuccettobiancodi Cristofaro Simone

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Nel 2010 a Roma nacque una bellissima bambina e, siccome era bianca come la neve, la chiamarono Cappuccettobianco. Cappuccettobianco era una bambina molto dolce e affettuosa e, come tutti i bambini, desiderava un fratellino o una sorellina e lo chiese alla mamma; dopo un lungo anno, scoprirono che non era possibile accontentarla e così a Cappuccettobianco regalarono un tenero cagnolino: Jack. Un giorno la nonna di Cappuccettobianco si ammalò e lei decise di portarle un po' di pane fatto in casa e un po' di vino. Durante il tragitto però incontrò un branco di lupi, così scappò, ma le caddero il pane e il vino. Cappuccettobianco si rifugiò in una vecchia casa abbandonata e incontrò Jack, il suo cagnolino. Insieme sconfissero i lupi e ritrovarono il pane e il vino, così poté portarli alla nonna e vissero tutti felici e contenti.

Biancaneve e i sette nani di Marta De Luca

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C’era una volta una ragazza di nome Biancaneve che viveva in un attico, a New York, con suo padre. Un giorno suo padre decise di sposarsi con una donna che pensava solo a cucinare e ad andare a fare la spesa. Siccome Biancaneve non sopportava di avere una matrigna, scappò di casa e, dato che non sapeva dove andare, decise di recarsi in un centro d’assistenza per i senzatetto dove, giorno e notte, aiutava a dare il cibo alle persone povere e a cucinare per loro. Un giorno vide un ragazzo che le offrì delle nocciole, che però erano avvelenate. La ragazza, non sapendolo, ne mangiò una e cadde in un sonno profondo. Il ragazzo, quando la vide a terra, non capì cosa fosse successo; cercò di svegliarla in tutti i modi ma non ci riuscì, poi volle provare a svegliarla con un bacio, come aveva imparato dalle fiabe che gli raccontavano da bambino, anche se sapeva che non avrebbe mai funzionato, ma invece, magicamente, funzionò; allora il ragazzo chiese a Biancaneve di sposarlo e lei accettò e vissero per sempre felici e contenti.

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Giubbottino rossodi Damiano Di Mauro

C’era una volta una ragazzina, che aveva sempre addosso un giubbottino rosso e tutti la chiamavano Giubbottino Rosso.

Lei viveva molto bene in una piccola casa con sua zia. Sua nonna aveva una certa età, quindi lei e sua zia andavano a trovarla tutti i giovedì. Una settimana la zia era impegnata e non potè accompagnare Giubbottino Rosso. Lei prese l’autobus e ci andò da sola. La zia le aveva raccomandato di fare attenzione; la nonna abitava fuori città e quindi l’autobus a un certo punto si fermava e lei doveva camminare a piedi. Giubbottino Rosso portava con sé un po’ di cibo per la nonna. A un tratto incontrò dei cani randagi che la inseguirono. Lei scappò correndo, fino a quando un uomo che passava per quella strada fece scappare i cani. Giubbottino Rosso lo ringraziò e proseguì. Alla fine riuscì ad arrivare dalla nonna sana e salva.

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Hansel e Greteldi Angelo Fazio

C’era una volta un boscaiolo che cercava di guadagnare cibo e vestiti per la sua famiglia, egli aveva due figli che si chiamavano Hansel e Gretel. Una sera la moglie disse al boscaiolo che il mattino seguente doveva prendere i bambini, dare a ciascuno di loro un pezzo di pane, portarli in città e abbandonarli lì, perché il cibo scarseggiava e non potevano mantenerli. Lui, anche contro la sua volontà, dovette farlo. Hansel e Gretel sentirono i genitori e Gretel si mise a piangere, ma Hansel le disse di stare tranquilla. La mattina il padre accompagnò Hansel e Gretel in città; Hansel, di nascosto, cominciò a spezzare un pezzo di pane che aveva portato con sé e che lasciava cadere per ritrovare la strada. Il padre, arrivati a destinazione,disse ai suoi figli di fare un giro, che lui a mezzogiorno sarebbe tornato.I due aspettarono invano fino a mezzogiorno, dopo di che Hansel prese per mano Gretel , cercando di ritrovare la strada . Il ragazzo si accorse che un uccello aveva mangiato i suoi pezzi di pane, allora i due fratellini cercarono di ritrovare la strada di casa, ma si erano persi tra i grattacieli di New York. A un tratto i due sentirono un profumo, lo seguirono e arrivarono ad un panificio dove videro una signora che, mostrandosi gentile, diede loro da mangiare. La signora poi li portò a casa e li fece dormire. Il giorno seguente, Hansel si ritrovò all’ interno si una cella, la signora disse a Gretel di portare dal panificio una busta di focacce, cosce di pollo e tutto ciò che c’era di buono. Quando Gretel tornò, la signora cominciò a ingozzare Hansel per farlo ingrassare e poi venderlo cucinato. La donna continuava ad ingozzarlo ma lui non ingrassava,allora decise di cucinarlo lo stesso, disse a Gretel di aprire il forno e, dopo aver cucinato Hansel,sarebbe toccato a lei, ma Gretel fece cadere la signora che finì nel forno bollente. Gretel e

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Hansel scapparono e riuscirono a ritrovare la via di casa.

Biancaneve e i sette nani diNadia Maria Giuffrida

C'era una volta una bellissima fanciulla che, dopo esser rimasta orfana, venne adottata e fu chiamata Biancaneve. Crebbe in salute e bellezza, veniva sempre controllata dalla madre, perchè fosse la ragazza più bella del paese. Crescendo, Biancaneve diventava sempre più bella e sua madre sempre più ricca, perchè era il capo di una famosa catena di cosmetici.

Era una bellissima giornata, il sole splendeva e i passerotti cinguettavano; Biancaneve si alzò e andò a fare colazione. Mentre scendeva le scale, incontrò sua madre che le disse:-Buon giorno Biancaneve, vestiti bene oggi, ho una riunione e ci sarai anche tu”. Biancaneve, entusiasta, corse a fare colazione, subito andò a cambiarsi e, come per magia, fu subito pronta per uscire. La matrigna, vedendo che era ancora presto, decise di andare a comprare vestiti nuovi a Biancaneve, poi come previsto, andarono insieme alla riunione, che durò circa un'ora. Quando finì, Biancaneve non era soddisfatta e ne parlò con la matrigna, che la sgridò. Allora la fanciulla stette zitta finché, lungo la strada di casa, incontrò un uomo povero ma benevolo, che aveva perso tutto per colpa del padre. Per gentilezza, offrì un portafortuna a Biancaneve, che gli disse: - Grazie...-Will, mi chiamo Will- rispose l'uomo. Ad un certo punto sentì la matrigna che la chiamava e rivolgendosi a Will disse:- A presto! Arrivò subito la matrigna, che gli propose di stare un po’ da loro, e Will accettò entusiasta. Egli stette a casa della matrigna per tre giorni. Mentre cenava, poco prima di andarsene, la matrigna gli offrì

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un'eccellente Coca-Cola, ma il suo bicchiere conteneva anche veleno, perché la matrigna voleva allontanarlo per sempre, per poi costringere Biancaneve a diventare la nuova direttrice di quella famosa catena di cosmetici. Dopo aver bevuto, Will se ne andò e Biancaneve tornò nella sua camera, a riposare. Il giorno seguente, Biancaneve andò a fare compere per sua madre, ma quando vide Will steso sul pavimento, restò pietrificata; lo portò subito all'ospedale, ma le dissero che per quella pozione non esisteva nessun antidoto. Ma non era vero, infatti gli uomini che risposero a Biancaneve, erano in realtà dei nani al servizio della matrigna. Per fortuna, non erano tutti cattivi, infatti un nano di nome Cucciolo, prese Biancaneve per un braccio e le diede l'antidoto. Ad un certo punto arrivò la madre perfida di Biancaneve, che convinse la ragazza ad andare a casa. Lungo la strada del ritorno, scoppiò una discussione e la matrigna, infuriata, chiuse Biancaneve nella sua stanza. Ancora una volta, Cucciolo intervenne, aiutando Biancaneve ad uscire. Lei andò subito da Will e gli fece bere l'antidoto. Così Biancaneve sposò Will, che divenne sindaco; dopo un processo la matrigna e i nani vennero sbattuti in carcere, tranne Cucciolo, che finalmente potè comprare un nuovo cellulare, e così vissero tutti ricchi e contenti.

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Biancaneve e i sette nani di Ludovica Gorgone

C’era una volta una fanciulla povera di nome Biancaneve. Questa aveva perso la madre, chele insegnava a sorridere sempre, a non perdersi mai d’animo e soprattutto a fare del bene. Dopo la sua morte rimase col padre che, giorno dopo giorno, coltivava la sua cattiveria, e che di conseguenza impartiva anche a Biancaneve.

Il padre, anche seperfido, si sentiva solo, così decise di risposarsi con un’altra donna di nome Patricia. Lei voleva molto bene a Biancaneve e cercava di dissuaderla dal suo desiderio di diventare cattiva , ma lei non ne voleva né sentire né parlare, così si nascose in cantina, dove nessuno avrebbe mai guardato a causa della puzza, dei ragni, e della polvere, Biancaneve, rovistando tra le vecchie e polverose cose che c’erano in cantina venne attirata da una cassa vecchia, la aprì e vi trovò uno specchio che, incuriosita portò in camera sua dove avrebbe potuto esaminarlo meglio, ella non notò nulla di strano e lo appese alla parete della camera.

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Il giorno seguente uscì, come ogni mattinadel resto, per fare scherzetti a bambini e vecchiette; mentre camminava, però rimase come immobilizzata, vide un’enorme casa,anzi un’enorme villa, abitata da sette nanetti. Biancaneve aveva l’intenzione di rubare i loro averi, così tornò di corsa a casa per pianificare il giorno e l’ora della rapina, quando all’improvviso si sentì salire lungo tutto il corpo dei brividi, si specchiò e non era più lei, o meglio era lei ma sotto forma di nana; ella era sconvolta, ma capì subito chi era stato l’artefice della trasformazione. Dopo pochi secondi, lo specchio incominciò a parlare, disse a Biancaneve che, fingendosi una nanetta, avrebbe attirato i nani, così una volta invaghiti di lei, sarebbero stati a sua disposizione. Biancaneve seguì alla lettera il piano dello specchio, ella si presentò ai nani, che appena la videro, dopo breve tempo, fecero a gara per contendersi il suo amore, come previsto dallo specchio.Biancaneve, per proseguire nel suo intento malefico, riuscì a trasferirsi dai nani e a diventare indispensabile per ognuno di loro, fin quando un giorno, all’apparenza tranquillo, bussò alla porta la matrigna travestita che offrì a Biancaneve dei biscotti a forma di cerchio per farla ridiventare buona. Lei accettò volentieri e, dopo qualche minuto, ritornò la vecchia Biancaneve, quella felice, sempre sorridente.La matrigna aveva dato il biscotto anche al padre di Biancaneve e così, come in ogni favola che si rispetti, vissero per sempre felici e contenti con la loro famiglia allargata.

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Cappuccetto rosso di Federico Gringeri

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso, che si chiamava così perché indossava un cappuccio di pelle rossa; lei abitava in una casa nel bosco insieme alla sua mamma. Cappuccetto Rosso era una bambina terribile, che faceva tantissime monellerie a tutti; maltrattava gli

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animali, non ascoltava la mamma, con la fionda distruggeva i nidi degli uccelli e rubava le provviste agli animali. Tutti nel bosco avevano paura di lei, anche il lupo buono, che rimediava a tutte le monellerie di Cappuccetto Rosso.

Un giorno la mamma chiese alla figlia di portare una torta alla nonna, che viveva vicino al fiume. La mamma, sapendo che Cappuccetto Rosso per strada avrebbe combinato qualche monelleria, chiese al lupo di controllarla; il lupo accettò e accompagnò Cappuccetto Rosso verso la casa della nonna.

Cammina, cammina, durante il tragitto Cappuccetto Rosso tentò molte volte di mangiare la torta della nonna, però il lupo evitò che la mangiasse.

Quando arrivarono, la nonna e Cappuccetto Rosso si misero d’accordo per fare il lupo allo spiedo. La nonna offrì una fetta di torta al lupo e, quando lui stava per prenderla, la nonna e Cappuccetto Rosso lo legarono e lo portarono in giardino per farselo allo spiedo.

Un veterinario che passò di lì, sentendo il lupo lamentarsi, capì quello che stava succedendo e aspettò il momento giusto per salvarlo. Mentre la nonna e Cappuccetto Rosso cercavano di accendere il fuoco, egli approfittò della loro disattenzione per salvarlo, ci riuscì e scappò nel bosco, lì chiamò la polizia.

Quando la nonna e Cappuccetto Rosso si accorsero che il lupo era scappato, era ormai troppo tardi, perché la polizia era già arrivata. Cappuccetto Rosso e la nonna si pentirono di quello che avevano fatto; la bambina promise alla mamma che sarebbe diventata più buona e la nonna fu condannata a preparare quintali di dolci per tutti…anche per il lupo!

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Biancanevedi Simone Lombardo

Nell'anno 2005, in tutta la città si parlava di una ragazza chiamata Elettra, che era considerata la più bella e la più ricca di tutte. Essa viveva in una casa insieme a suo fratello di nome Fausto, che non faceva altro che trattarla male, perché era geloso e voleva il denaro tutto per sé. Un giorno decise di consultare il computer per cercare qualcuno da

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assoldare per uccidere Elettra; finalmente, dopo una lunga ricerca, riuscì a trovare un killer che accettò il compito. Dopo un paio di giorni,Fausto incontrò la persona che avrebbe compiuto l'omicidio. Il piano consisteva nel fargli prima conoscere Elettra, farla corteggiare e successivamente,in una serata in discoteca, farle bere un bicchiere di vino avvelenato. Ma Elettra fu più furba di lui, perché si accorse dell'inganno, scambiò i bicchieri e fece bere il vino al killer. Elettra, arrabbiata per tutto ciò,organizzò un modo per vendicarsi del fratello, si fece aiutare da sette amici suoi poliziotti che, con una trappola, incastrarono il fratello e lo fecero arrestare. Così Elettra ritornò a casa e visse serena e felice per sempre, circondata da tanta bellezza e ricchezza.

Cenerentoladi Stefania Maino

C’era una volta un ricco uomo che, dopo la morte di sua moglie, decise di

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adottare una ragazza, per non lasciare sola la figlia. Questa aveva il dono di trasformare tutto ciò che toccava in oro. Cenerentola era molto invidiosa della ragazza magica. Un giorno venne un cacciatore, che portò la ragazza in un bosco e la lasciò lì, così Cenerentola poteva liberarsene e andare al ballo da sola. La ragazza, mentre camminava, incontrò due bambini, Hansel e Gretel, che le offrirono un omino di pan di zenzero; continuò il suo cammino e vide un castello, proprio quello del principe; allora, con le sue arti magiche, trasformò il suo abito in oro e andò al castello, dove si mise a ballare con il principe. Cenerentola, non appena la vide, le diede una mela avvelenata e così lei svenne. Cenerentola, per non essere sospettata, scappò ma le scivolò la scarpetta dal piede. Dopo pochi giorni un ranocchio la trovò e la gettò nello stagno, per non farla trovare a Cenerentola. Un giorno arrivò la ragazza magica e il ranocchio le disse di prendere la scarpetta, ma prima doveva dargli un bacio. La ragazza lo baciò e il ranocchio si trasformò in un bellissimo principe e così si sposarono e vissero per sempre felici e contenti. Invece Cenerentola diventò la sua serva, finché non capì i suoi errori e venne perdonata.

Cappuccetto rosso di Gabriele Manduca

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Una sera la nonna di Cappuccetto Rosso andò con i suoi amici un po' vecchietti, per la prima volta, in discoteca. Era tutto tranquillo, fino a quando la nonnina svenne. Cappuccetto Rosso, la mattina seguente, andò a far visita alla nonnina. Mentre lei bussava in continuazione, arrivò un amico della nonnina. "Dov'è la mia nonnina?" chiese Cappuccetto Rosso e l'amico le rispose con uno sguardo dispiaciuto: "In ospedale". Dopo questa risposta, Cappuccetto Rosso corse velocemente a casa, dove teneva il suo laboratorio segreto e si mise a formulare la cura. Dopo che la cura fu pronta, la mise dentro un contenitore e, per non avere brutte sorprese, mise dentro la sua borsetta uno spray al peperoncino. Quando fu pronta, partì a tutta velocità con la sua 500 Rossa. Lungo la strada per arrivare in ospedale, incontrò un gruppo di delinquenti che le volevano prendere la borsetta, ma per fortuna Cappuccetto Rosso spruzzò lo spray al peperoncino, che accecò i delinquenti e in questo modo riuscì ad entrare nell'ospedale. Arrivata nella stanza della nonnina, Cappuccetto Rosso diede la cura alla sua nonnina, che in un batter di ciglia fu in piedi. Così vissero tutti felici e contenti.

Cenerentola

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e il principe dal gusto sopraffinodi Antonino Napoli

C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola che, vivendo in un igloo con i suoi genitori, un giorno decise di capovolgere il suo igloo e di attaccargli due pinguini, creando una carrozza.Con questa si recò dal principe, con il quale rimase fino a mezzanotte, a mangiare le sue buonissime pizze surgelate.

Quando dovette ritornare a casa, si dimenticò del suo più fidato pinguino, Gunter XIV.Il principe, desideroso di rivedere Cenerentola e di mangiare le sue pizze, chiese a tutte le ragazze del reame di recarsi all’igloo imperiale e di fare una pizza surgelata.

Cenerentola, anche lei ansiosa di rivedere il principe, provò ad andare, ma i suoi genitori la rinchiusero nella sua stanza.Cenerentola però riuscì a scappare e partecipò anche lei alla preparazione delle pizze.

Il principe prese Gunter XIV e gli fece annusare le pizze surgelate, a questo punto Gunter riconobbe subito la pizza preparata da Cenerentola e la indicò al principe.Così Cenerentola e il principe si sposarono e vissero felici e contenti.

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Biancaneve e i sette nanidi Simone Nicotra

C’era una volta una ragazza di nome Biancaneve.Questa ragazza aveva i capelli neri, gli occhi castani ed era bella, però aveva un carattere molto brutto, perché rispondeva male a tutti.Un giorno Biancaneve decise di andare a raccogliere margherite e, camminando, vide una casetta marrone fatta di legno. Biancaneve, siccome era curiosa, entrò e vide sette letti con delle facce disegnate e, poiché la casa era in disordine, si mise a sistemare. Quando i sette nani, cantando cantando, ritornarono dal lavoro, arrivati a casa, videro tutto sistemato. Biancaneve spuntò fuori e i nani si spaventarono e le chiesero chi fosse. Lei rispose che era Biancaneve e che voleva rimanere con loro. I nani, dopo aver preso una decisione, le risposero di sì.I nani, man mano che passavano i giorni, mettevano sempre più in disordine e Biancaneve si stancò e diede loro delle bastonate in testa. I nani, siccome si erano stancati di lei, decisero di andare dalla strega.La strega era brutta ma buona. I nani, arrivati a casa della strega, le dissero: “Fai diventare buona Biancaneve”. La strega, sorridendo, acconsentì, ma non aveva assolutamente intenzione di farle del male. Quindi decise di andare da lei e, con gentilezza, la convinse ad ascoltarla. La strega raccontò a Biancaneve che, se voleva essere amata da tutti, doveva cambiare carattere, perché altrimenti sarebbe rimasta sola e infelice. Così Biancaneve la guardò negli occhi e vide il futuro della sua vita, pieno di tristezza, malinconia, dolore, sconforto e disperazione. Spaventata da tutto ciò, improvvisamente il suo volto diventò più bello di prima; gli occhi si addolcirono e il suo cuore diventò più buono. Così, dopo un po’ di

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tempo, non solo diventò amica dei sette nani, ma incontrò un bel principe azzurro che, incantato dalla sua bellezza, le diede un bacio e i due vissero felici e contenti.

Biancaneve e i sette nani di Carola Pellegrino

C'era una volta una ragazza molto cattiva, il suo nome era Biancaneve. Era stata abbandonata dal padre ed accolta da una signora molto vecchia. Un giorno la ragazza scappò di casa per andare a cercare il padre. Durante la ricerca,si fermò in un bar per prendere un caffè, quando vide un ragazzo di cui si innamorò immediatamente. Il tempo scorreva e la ragazza non sapeva dove trovare una casa, allora chiese al ragazzo, di nome Jack, se conosceva qualcuno che la potesse ospitare. Jack rispose di sì e la portò in una casa di legno che si trovava nel bosco. Lì abitavano i sette nani. Quando Biancaneve li vide, presa dalla sua cattiveria, li costrinse a lavorare per lei. Un giorno, mentre Biancaneve faceva una passeggiata nel bosco, incontrò una signora con un cesto di bellissime mele rosse. La giovane,di indole cattiva, gliene rubò una e, dopo pochi minuti, si trasformò in una ragazza molto dolce e gentile. Biancaneve capì che era inutile cercare il padre che l'aveva abbandonata, allora andò a cercare Jack e si confessarono a vicenda il loro amore. I due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti in una casa nel bosco insieme ai sette nani. Il regalo di nozze più bello,per Biancaneve,fu la presenza del padre che, venuto a conoscenza del suo matrimonio, volle partecipare alla festa della figlia, dopo essersi pentito per averla abbandonata.

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Gli amici magici di Maria Privitera

C’era una volta uno stilista che viveva miseramente, perché la vista indebolita gli impediva di lavorare come prima e perché era anche molto scorbutico, pertanto non aveva degli aiutanti che gli potessero dare una mano.

Una sera se ne andò a letto sconfortato, lasciando a metà la lavorazione di un capo.

La mattina dopo trovò il lavoro terminato, ma sapendo di non avere molta memoria non diede importanza all’accaduto.

Durante il giorno, preparò l’occorrente per fare un nuovo capo per un ricco cliente: "Domattina, quando ci sarà luce, mi metterò a lavoro!", si disse.

Ma la mattina dopo, con sua grande sorpresa, al posto della stoffa trovò un bellissimo capo.

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Più tardi il cliente passò di lì, per sapere a che punto fosse il lavoro e, vedendo un capo fatto così bene, pagò lo stilista il doppio del prezzo fissato.

Lo stilista presto riuscì a mettere da parte un bel gruzzoletto, quando la moglie si accorse del denaro, si insospettì e chiese spiegazioni e, saputa la verità, disse: "Aspettiamo la notte! Poi restiamo nascosti, per scoprire la verità!". Fu così che scoprirono due amici dello stilista che, a mezzanotte, entravano nel negozio e in quattro e quattr’ otto, svelti e precisi, realizzavano un nuovo capo. Prima che i due se ne andassero, lo stilista uscì dal suo nascondiglio, chiese scusa per il suo comportamento e li invitò a diventare suoi soci ed essi risposero di sì.

Hansel e Gretel di Simone Russo

C'erano una volta due fratellini molto giovani e dolci di nome Hansel e Gretel, che vivevano felici e spensierati con la loro madre.

Un giorno la madre chiese ai due fratellini di portare del cibo alla nonna, raccomandando loro di fare attenzione per strada.

Così Hansel e Gretel uscirono ma, ad un certo punto, inciamparono su un tappeto finemente ricamato che, volando, li portò vicino alla Torre Eiffel e i due si persero a Parigi.

Lì incontrarono una banda di gangster, il cui capo era una strega malvagia. Subito i due fratellini scapparono a gambe levate, ritrovandosi di nuovo sul tappeto volante che li riportò sulla loro strada.

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Procedendo verso la loro meta, i due fratellini incontrarono un gatto con gli stivali, che chiese loro dove stessero andando. Hansel e Gretel risposero che stavano andando dalla nonna a portarle del cibo e il gatto aggiunse che sarebbe stato carino portare anche dei fiori. Mentre i due fratellini raccoglievano fiori in un parco vicino, il gatto andò dalla nonna e le offerse del vino avvelenato. La vecchietta accettò volentieri la bevanda, ma quando la bevve, svenne all'istante.

Nel frattempo, Hansel e Gretel arrivarono e chiesero al gatto cosa stesse succedendo. Egli rispose che aveva dato da bere alla nonna una bevanda che l'avrebbe fatta morire, a meno che qualcuno non le avesse dimostrato un atto di vero amore. E così, sghignazzando, scomparve nel nulla.

I due fratellini, sconvolti e rattristati dall'accaduto, diedero un ultimo bacio d'addio alla nonna sulla fronte.

In quell'istante la nonna si svegliò, si alzò e abbracciò Hansel e Gretel. La vecchietta, per ringraziarli, indicò loro dove si trovava la casetta di dolcetti, ignara che vi ci abitassero sette nani cannibali.

Hansel e Gretel, infatti, arrivati a destinazione, trovarono sette nani che li volevano mangiare. Per fortuna, arrivò il tappeto volante che portò i sette nani il più lontano possibile dai due fratellini.

Così Hansel e Gretel mangiarono la casetta fatta di dolcetti, tornarono dalla madre e vissero tutti felici e contenti, tranne i sette nani che si ritrovarono al Polo Nord dove diventarono dei ghiaccioli.

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Il dispettoso Pinocchio di Emanuele Scaletta

C’era una volta un ragazzo di nome Pinocchio che faceva molti scherzi.

Un giorno Pinocchio andò da Geppetto che gli diede dei soldi per dei libri, ma Pinocchio comprò uno scherzo per fare un dispetto a Geppetto; quando arrivò a casa sua, sostituì un suo barattolo e ci mise il barattolo con dentro dei serpenti finti, Geppetto se ne accorse e sgridò Pinocchio dicendogli: - Pinocchio, vai fuori, così imparerai a non fare più scherzi.

Pinocchio,camminando camminando, incontrò la fata Turchina che, vedendo i suoi scherzi, lo trasformò in un burattino.

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Pinocchio, triste, corse nel bosco, dove incontrò il gatto e la volpe che gli fecero lo scherzo che voleva fare a Geppetto; eglisi mise a ridere e capì che gli scherzi hanno un limite. La fata Turchina, vedendo che aveva capito, lo ritrasformò in un ragazzo. Pinocchio tornò a casa di Geppetto e, abbracciandolo, gli disse: -Babbo, d’ora in poi non farò più scherzi.

E vissero felici e contenti.

Alice nelle giostre delle meraviglie di Chiara Scuderi

Una volta, a Gardaland si recò, con la sua famiglia, una ragazza di nome Alice. Lei rimase stupefatta davanti a quei giochi e, a un certo punto, pagò il biglietto per entrare nella casa magica. Lì non si vedeva nulla, allora entrò in una piccola porticina, dove la luce quasi accecava gli occhi. Cammina, cammina trovò, appeso al ramo di un albero, un Gatto che ballava e cantava. Alice pensò che poteva cadere, come realmente

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avvenne, ma lei lo salvò. Il Gatto la ringraziò e le disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, dopodiché scomparve. Alice continuò a camminare e trovò un uomo con un buffo cappello in testa,che stava mandando la foto di un suo nuovo cappello su WhatsApp a dei suoi amici. Quindi arrivò un vecchio coniglio bianco, che portò il pranzo ai due. Finalmente, il Cappellaio posò il telefono e i due iniziarono a mangiare, egli parlò di un posto segreto,dove andare durante il pomeriggio. Mentre camminavano, il Cappellaio ebbe un vuoto di memoria, ed è così che i due si persero. Alice iniziò a piangere, essendo pessimista, pensò che sarebbe morta. A un certo punto, apparve il Gatto che disse ad Alice e al Cappellaio se volevano teletrasportarsi, insieme a lui, al club della Regina per esibirsi. I due accettarono, visto che erano dispersi nella radura. Arrivati lì, come per magia, salirono sul palco e iniziarono a cantare. Nel frattempo, durante l’esibizione, Alice tornò davanti all’ingresso della casa magica. Capì che il tempo era scaduto, quindi tornò dai suoi genitori e continuò a fare altri giochi, senza ricordare cosa fosse accaduto all' interno della casa.

Cenerentoladi Vincenzo Serrano

Cenerentola era una ragazza di Milano che, in preda alla paura della sua matrigna e delle sue due sorellastre che la maltrattavano, scappò in Australia, dove sperava di poter realizzare il sogno di diventare una

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grande ballerina. Si trovò un giorno in un museo di archeologia, dove incontrò un ragazzo bellissimo, che subito le fece girare la testa. I due si ritrovarono al banchetto di inaugurazione del museo e cominciarono a parlare. Luis, il ragazzo, la invitò a casa sua per presentarle i suoi genitori, lei non immaginava che la madre di lui fosse una grande ballerina. Le due iniziarono a farsi simpatia, la mamma di Luis, vedendo e apprezzando la forte passione per la danza di Cenerentola, decise di aiutarla nel suo percorso, introducendola nella sua scuola di danza. Tra Cenerentola e Luis iniziò una grande storia d'amore, lei venne accolta come una figlia in casa sua. Per lei iniziò anche una bella carriera come ballerina che la portò a un grande debutto come prima ballerina nel più grande teatro di Melbourne, che trasmise questo grande spettacolo in TV. Purtroppo però la cattiva matrigna e le due sorellastre la videro danzare e, prese dalla rabbia e dall'invidia alla vista del suo successo, decisero di partire e di vendicarsi. La matrigna e le sorellastre arrivarono in questo teatro dove Cenerentola, intenta a fare le prove, subì un tentativo di rapimento da parte loro. La mamma di Luis sentì le urla della ragazza e, con i suoi collaboratori, corse a salvarla. Le tre perfide donne vennero arrestate e rimandate in Italia. I due innamorati decisero di sposarsi e vivere per sempre felici e contenti.

I tre porcellini di Mirko Sicurella

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A Milano, in un quartiere residenziale, vivevano tre porcellini: Timmy, Tommy e Jimmy. Timmy era un maniaco dei selfie; se li scattava ovunque: a casa, al mare e addirittura dal dentista!

Tommy era superstizioso e aveva il terrore dei gatti neri. Jimmy, invece, amava gli sport estremi e andare in discoteca. Essi vivevano in un palazzo enorme, che aveva sul tetto una fantastica piscina. I tre porcellini avevano tre stanze ben diverse. Timmy aveva una stanza piena di tecnologia; c’erano: iPad, Playstation e computer. Tommy aveva invece una stanza vintage, priva di tecnologia. Quella di Jimmuy era coloratissima: letto verde, cuscini rossi, armadio giallo, eccetera.

Un giorno Timmy, mentre giocava a ClashRoyale, lesse sul suo cellulare una notifica spettacolare: il cantante Rovazzi era un ospite speciale della discoteca “La Libellula”. Timmy raccontò la notizia ai suoi fratelli. Così, eccitatissimi, si diressero verso la discoteca, ma prima, come sempre,Timmy si scattò un selfie con i suoi fratelli.

Arrivati in discoteca, videro una fila lunghissima. I tre maialini non si persero d’animo e passarono sotto le gambe delle persone. Fortunatamente, riuscirono ad entrare, nonostante ci fosse un enorme gorilla, che era il buttafuori all’ingresso della discoteca.

Quando videro Rovazzi, i tre porcellini corsero subito dalla celebrità e gli chiesero un autografo.

Però il lupo, che era la guardia del corpo del cantante, soffiò con tutta la sua forza sui tre maialini facendoli cadere a terra. Allora i tre fratelli escogitarono un piano. Timmy salì sulle spalle di Jimmy e Tommy su quelle di Timmy e poi si travestirono da gorilla buttafuori. Il lupo, però, che era molto furbo capì subito l’inganno, così soffiò sui tre, facendo volare via il travestimento.

Nel terzo tentativo Jimmy prese un accendino e infuocò la coda del lupo, il quale per il dolore, scappò via piangendo. I tre porcellini riuscirono così nel loro intento: ottenere l’autografo tanto desiderato del loro idolo.

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Cenerentoladi Federica Silvestro

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Cenerentola era una ragazza invidiosa; ad esempio, le sue sorelle per Natale avevano ricevuto un telefono nuovo, uscito da poco, quindi molto costoso, mentre a lei era stata regalata una maglia particolare, proveniente da New York, dato che il Natale precedente aveva ricevuto un telefono. Ma non era solo invidiosa, era anche bugiarda, perché dava la colpa sempre alle sue sorelle. Un giorno arrivò, per tutta la famiglia, un invito ad una festa di compleanno con i pattini; avendolo letto solo Cenerentola, decise di non farlo sapere a nessuno. Ma la matrigna e le sorelle, per caso, videro l’invito e decisero di recarsi a questa festa. Cenerentola se ne era già andata da casa, era vestita molto elegantemente, indossava una maglia di chiffon rosso, dei jeans con dei brillantini, delle scarpe con il tacco rosse con dei ricami in pizzo, che poi avrebbe sostituito con i pattini, e aveva i capelli raccolti in una coda. Arrivata alla festa, si mise a chiacchierare con i suoi amici e, quando arrivarono la matrigna e le sorelle, non si fecero vedere da lei, perché lei aveva ordinato alle sue sorelle di lavare e stirare i suoi vestiti e di pulire la sua camera. Cenerentola passò quasi tutta la serata con un ragazzo, anche se a lui non piaceva molto lei; questi infatti, appena vide le sorelle si innamorò subito della più grande di loro e trascorse le ultime ore della serata con lei. Ad un certo punto, Cenerentola scappò piangendo e sua sorella la inseguì, perché si sentiva in colpa, ma correndo perse un pattino. Il ragazzo lo trovò ma, non conoscendo il nome della ragazza, la cercò su Internet, la trovò, la contattò, si fidanzarono, si sposarono ed ebbero due figli. Cenerentola capì che l’invidia non portava nulla di buono.

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Cappuccetto Rosso a Catania di Tommaso Vaccarella

C’era una volta una ragazza milanese, chiamata da tutti i suoi amici Cappuccetto Rosso, perché indossava sempre un giubbino con un cappuccio di velluto rosso.

Un giorno la mamma le disse di andare a trovare la nonnina Carmela a Catania, per portarle dei medicinali reperibili solo a Milano.Cappuccetto Rosso accettò volentieri e partì per Catania con il primo volo della giornata.

La mamma, prima della partenza, le raccomandò di stare attenta e di evitare di attraversare alcune strade poco sicure di Catania.

Giunta all’aeroporto Fontanarossa, noleggiò un’auto e, per evitare di perdersi, inserì l’indirizzo della nonna nel navigatore, che le propose una strada molto lunga ma sicura.

Cappuccetto Rosso voleva arrivare in fretta dalla nonna, perciò pensò di seguire il percorso da lei fatto insieme ai suoi genitori qualche anno prima.

Così si ritrovò a percorrere una strada poco sicura e all’improvviso un giovane su un motorino Enjoy si accostò alla sua auto e le rubò lo zaino, approfittando del finestrino aperto. Solo in quel momento si ricordò delle raccomandazioni della mamma.

Cappuccetto Rosso non si perse d’animo, chiamò il centro assistenza Enjoy, che segnalò il furto alla polizia, la quale recuperò i medicinali e scortò la ragazza fino a casa di nonna Carmela.

Page 40: Giocare con le fiabe · Web viewQuando l’anziana signora scoprì questa crudele realtà, cacciò via per sempre il nipote e andò a versar lacrime d’amore sul volto di Aurora

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Tutti allora mangiarono gli arancini che la nonna aveva preparato con tanto amore per la sua nipotina.