fotografia diagnostica

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Diploma Accademico di II Livello in Grafica delle immagini indirizzo Fotografia dei Beni Culturali Indagine e Diagnostica Fotografica Docenti: Fabio Aramini e Mauro Torre Allieva: Giulia Gioacchini Anno scolastico 2011/2012

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Fotografia diagnostica per i beni culturali

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Page 1: Fotografia Diagnostica

Diploma Accademico di II Livello in Grafica delle immagini indirizzo Fotografia dei Beni CulturaliIndagine e Diagnostica Fotografica Docenti: Fabio Aramini e Mauro TorreAllieva: Giulia GioacchiniAnno scolastico 2011/2012

Page 2: Fotografia Diagnostica

SCHEDA TECNICA

Analisi eseguite:Fotografia del visibileFotografia in trans-iradianzaFotografia in luce radenteFotografia dell'UV riflessoRiflettografia dell'infrarossoFotografia in infrarosso in trans-irradianza MacrofotografiaHD accoppiata alle indagini

Data delle analisi:27/01/2012 - 24/02/2012

Laboratorio:Laboratorio di restauro dell'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", facoltà Tecnologie del Restauro

Archivio:Facoltà di Tecnologie delRestauro, Università di Urbinon“Carlo Bo”.

Macchine fotografiche:SONY DSC-F828NIKON D70

Filtri:B+W 58 403 ultravioletIR 950

Altro materiale:CavallettoStativi

Illuminatori:Luci continueLampade Wood ai vapori di mercurio

Notizie storico-critiche:

L’opera rappresenta la Madonna sorretta da angeli con Santi e monaci oranti inginocchiati. La figura a sinistra è probabilmente l’effigie del Papa Celestino V, mentre quella di destra ritrae forse il francescano Lu-dovico, vescovo di Tolosa. Il manufatto è infatti da collegare al culto del-la Madonna di Casaluce, originato dalla venerazione della celebre icona della Madonna con Bambino ritenuta dipinta dall’evangelista San Luca e trasportata alla fine del Duecento da Gerusalemme a Napoli dal viceré Ruggero Sanseverino, cavaliere benemerito della corona angioina. Suc-cessivamente l’icona divenne oggetto di venerazione anche per il papa Celestino V, fondatore dell’ordine dei monaci Celestini, il quale ordinò a Ludovico, nipote di Carlo I d’Angiò, di erigere una chiesa in onore dell’ico-na e di porla sotto la custodia dei monaci. Quest’ultimo commissionò a Raimondo del Balzo, barone di Casaluce, la costruzione della chiesa in onore dell’icona bizantina. I monaci celestini contribuirono per diver-si secoli a diffondere dovunque la devozione alla Madonna di Casaluce, anche mediante la realizzazione di copie dell’icona che giungevano nei vari monasteri dell’ordine. Presso San Benedetto in Perillis si trova infatti una delle tante copie dell’effigie sacra alla quale fu dedicata una Chiesa. Il manufatto è realizzato su tela, con pigmenti probabilmente stemperati in olio.

Page 3: Fotografia Diagnostica

SCHEDA DELL'OPERA

AutoreTitolo

DatazioneTecnica esecutiva

DimensioniProvenienza

LaboratorioSezione

Docente responsabile

AnonimoLa Madonna di CasaluceXVII° secolo XVII° secoloOlio su tela248x167 cm, tot 4, 14 mqSan Benedetto in Perillis, L’Aquila (AQ)Laboratorio 9Dipinti su tela la pellicola pittoricaProf. Dafne De Luca

Riproduzione del visibile totale dell'immagine

Page 4: Fotografia Diagnostica

Anamnesi conservativa

Interventi conoscitivi edi documentazione

Consolidamento del supporto e della pellicola pittorica

Per una corretta visione generale dell'opera e per uno studio più appro-fondito grazie alla comparazione tra i dati risultanti dalle indagini foto-grafiche e quelli delle analisi fatte in fase di restauro, è riportata qui di seguito la relazione riguardante i passaggi eseguiti durante il restauro dell'opera dai ragazzi del laboratorio di restauro dell'Università degli Stu-di di Urbino "Carlo Bo" della facoltà di Tecnologie del Restauro, fornitaci direttamente da loro.

Il dipinto, proveniente dai depositi della Casa parrocchiale di San Bene-detto in Perillis, è arrotolato su se stesso e versa in un precario stato con-servativo. Sono infatti ben visibili i segni delle piegature e dell’arrotola-mento, ed il supporto tessile appare fragile e sfibrato. La tela presenta numerose piccole lacune ed alcune lacerazioni in corri-spondenza della parte inferiore. Vi sono inoltre vaste zone interessate da mancanza di adesione degli strati preparatori e pittorici, nonché abra-sioni e cadute macroscopiche di colore localizzate soprattutto in corri-spondenza delle pieghe del supporto tessile. Infine la pellicola pittorica appare interamente offuscata da sostanze soprammesse quali polvere se-dimentata e strati di finitura alterati.

Sull’opera sono state effettuate le seguenti operazioni. - Documentazione fotografica in formato digitale dello stato di conserva-zione e dell’intervento di restauro, da parte dei restauratori. - Rilevamento dello stato di conservazione e delle tecniche di esecuzione dei manufatti con fornitura della mappatura, suddivisa per voci. - Esecuzione di saggi relativi alle diverse fasi dell’intervento, per l’appli-cazione di materiali e metodologie diverse. - Scheda di rilevamento e documentazione. -Relazione tecnica dell’inter-vento di restauro.

- Ristabilimento della coesione del supporto tessile, dei materiali costi-tutivi degli strati preparatori e pittorici dal recto mediante applicazione generalizzata di prodotto consolidante sintetico in soluzione a spruzzo o a pennello (Plexisol P550 al 10-15% in White Spirit). - Ristabilimento dell’adesione dei materiali costitutivi degli strati prepa-ratori e pittorici nei casi di sollevamenti e scaglie di colore, da effettuarsi dal recto mediante applicazione localizzata di prodotto consolidante sin-tetico in soluzione a siringa o a pennello. - Risanamento delle deformazioni del supporto mediante applicazione di umidità e pressione da effettuarsi con il metodo della pressa umida, ov-vero apportando un leggero quantitativo di umidità tramite carta assor-bente (preventivamente nebulizzata con acqua demineralizzata) inserita tra il piano di lavoro e l’opera allo scopo di ammorbidirla, e successiva-mente una modesta pressione per distendere le deformazioni.

Page 5: Fotografia Diagnostica

Tela prima del restauro fotografata dal Laboratorio di Restauro.

Page 6: Fotografia Diagnostica

Operazioni di pulitura

Operazioni di foderatura

Operazioni di stuccatura

Operazioni di reintegrazionepittorica

Operazioni di protezionesuperficiale

- Risarcimento e ricomposizione delle lacerazioni del supporto mediante incollaggio puntuale dei fili con (ovvero sutura filo a filo), oppure facen-do aderire testa-testa le fibre della tela lungo i tagli, per ricostituire l’uni-tà strutturale del supporto.- Realizzazione e applicazione di inserti di tela nelle lacune del supporto, nel caso di lacerazioni ampie e/o con perdita di supporto, per impedire il rilassamento della zona circostante la lacerazione. Verrà scelta a tale scopo una tela il più possibile simile all’originale per densità e colore, precedentemente apprettata con Plexisol al 10-15% in white spirit e fatta aderire con metilidrossietilcellulosa e poliammide solubile.

- Recto: rimozione di depositi superficiali coerenti (polveri grasse, fumi) e sostanze soprammesse di varia natura quali vernici, fissativi, ravvivanti o ridipinture, mediante applicazione a tampone o ad impacco di solventi organici neutri e/o soluzioni basiche a pH controllato. - Verso: rimozione di sostanze soprammesse alla tela originale quali de-positi coerenti ed aderenti, incrostazioni, cataboliti di animali, sostanze organiche, etc., effettuata con mezzi meccanici, con o senza solubilizza-zione o rigonfiamento della sostanza da rimuovere.

- Foderatura totale del dipinto con adesivi sintetici per sigillatura a caldo (Beva Film OF oppure BEVA O.F in benzina 80-100°C), con l’applicazione di tela sintetica ed eventuale strato di TNT (tessuto non tessuto) - Montaggio della tela foderata su di un nuovo telaio in legno con espan-sione manuale a biette.

- Stuccatura delle lacune della preparazione e della pellicola pittorica mediante applicazione a spatola di stucco composto da gesso di Bologna e colla di coniglio e rasatura delle stuccature con bisturi e carte abrasive. E le operazioni di reintegrazioni pittorica sono state le seguenti: - Reintegrazione pittorica delle abrasioni a velatura per abbassamen-to di tono e delle lacune di piccole dimensioni con tecnica mimetica mediante applicazione per stesure successive di colori ad acquarello (Winsor&Newton) e a vernice, diluiti in una resina sintetica in soluzione (Paraloid B72 al 10% in Etil lattato) con finalità di ricostituzione del tessu-to cromatico e di riduzione dell’interferenza visiva delle lacune.

- Reintegrazione pittorica delle lacune degli strati pittorici con tecnica ri-conoscibile (tratteggio), mediante applicazione per stesure successive di colori ad acquarello, con finalità di ricostituzione del tessuto cromatico e di riduzione dell’interferenza visiva delle lacune.

- Verniciatura della pellicola pittorica mediante applicazione a tampone, a pennello e per nebulizzazione di resine sintetiche in soluzione; con

Page 7: Fotografia Diagnostica

Particolari prima del restauro fotografata dal Laboratorio di Restauro.

finalità di protezione e ristabilimento del corretto indice di rifrazione della superficie.

Grazie all’analisi dell’opera attraverso numerosi metodi di indagine foto-grafica, sono emersi numerosi dati interessanti.

Lettura integrata

Page 8: Fotografia Diagnostica

Ripresa del visibile

Dopo aver letto la relazione sulle fasi di restauro eseguite, è stato possibi-le indagare sull'opera con le tecniche descritte in seguito.

Prima di partire con qualsiasi tipo di indagine è bene fotografare l'ogget-to in visibile attraverso un'illuminazione uniforme. In questo caso sono stati utilizzati due illuminatori a luce continua disposti specularmente a 45° sull'opera, muniti di una parabola utile a permettere alla luce di colpire tutta la superficie dell'oggetto. Riprendere l'oggetto in questo modo serve soprattutto per dare una visio-ne generale e descrivere l'opera nella sua interezza. Questo passaggio è molto importante anche perché è proprio grazie al confronto tra queste prime fotografie del visibile e quelle che verranno fatte in seguito con le svariate tecniche di indagine che si potranno apprezzare le differenze e quindi fare un'analisi più approfondita dell'oggetto.

Particolari del visibile.

Page 9: Fotografia Diagnostica

Fotografia del visibile.

Page 10: Fotografia Diagnostica

Luce radente La fotografia in luce radente utilizza le radiazioni visibili e serve per met-tere in evidenza le irregolarità di una superficie. Questa tecnica è molto utile nell'indagine sui beni culturali perché, gra-zie alle radiazioni che sono emesse da una sorgente in posizione di ra-denza rispetto al soggetto e che vengono riflesse e diffuse secondo dire-zioni diverse da quanto avviene nella normale ripresa fotografica, si ha una resa migliore delle minime discontinuità ed irregolarità di una su-perficie. Questo permette infatti di percepire sull’immagine fotografica anche la terza dimensione del dipinto, lo spessore. Con questa indagine è possibile analizzare i molteplici dati che interes-sano la struttura superficiale del dipinto, ma anche tutte le informazioni circa il supporto e la preparazione, evidenziando il carattere deciso della pennellata e ricostruendo l’ampiezza e la direzione del tocco. Nell'opera indagata un tratto generalmente deciso e pulito definisce i profili, mentre con sottili e brevi segni sono modellate le ombre e le mez-ze luci. Grazie all’esame a luce radente si può notare l'evidente crettatura e ri-scontrare che non sono state effettuate incisioni nella fase preparatoria o durante la stesura degli strati pittorici. Si può notare inoltre anche l'evi-dente caduta dello strato pittorico, soprattutto lungo i bordi della tela.

Page 11: Fotografia Diagnostica

Totale in luce radente.

Particolari in luce radente.

Page 12: Fotografia Diagnostica

Trans-irradianza L’esame della fotografia in trans-irradianza è utile ad evidenziare i nume-rosi buchi e la caduta delle stesure a secco sulla tela pittorica.Per ottenere questo effetto è necessario posizionare dei faretti sul retro della tela, in questo modo è possibile vedere meglio le parti rovinate in quanto risalteranno molto più illuminate rispetto alle parti coperte dagli strati pittorici. Grazie a questo tipo di analisi infatti è stato possibile esaminare al me-glio i dettagli, soprattutto lungo i bordi ed al centro della tela, dove le ste-sure di colore risultano essere praticamente nulle. Attraverso l’uso della trans-irradianza è possibile notare anche le abrasioni dovute dal tipo di conservazione della tela: si può supporre, infatti, che sia stata mantenu-ta arrotolata per un lungo tempo poiché appaiono chiari i segni di logo-ramento longitudinale su tutta l’altezza dell’opera a intervalli costanti. Questa ipotesi viene confermata dal confronto con le relazioni forniteci direttamente dal laboratorio di restauro. Successivamente è stato inda-gato sull’opera anche usando la fotografia in trans-irradianza in combi-nazione con la riflettografia dell'infrarosso: con questa metodologia si è indagato ancora meglio sulla struttura della tela rendendo così leggibile ogni singolo filo che la compone. Con questa indagine è anche possibile stabilire la quantità di colore presente sul supporto. Prendendo in esem-pio il particolare del viso della Madonna si può notare come certi punti risultino più trasparenti degli altri e quindi come sulle parti coprenti ci siano più strati di colore rispetto alle parti meno coprenti.

Confronto dei particolari in trans- irradianza e trans-irradianza IR.

Page 13: Fotografia Diagnostica

Confronto tra il totale in trans- irradianza e trans-irradianza IR.

Confronto dei particolari in trans- irradianza e trans-irradianza IR.

Page 14: Fotografia Diagnostica

Macrofotografia La Macrofotografia è una tecnica utile a riprodurre a grandezza naturale (1.1) o addirittura con dimensioni maggiori un'opera, documentando i dettagli e le piccole porzioni riconoscibili isolandole dal contesto.La macrofotografia può anche prevedere un abbinamento con le altre tecniche di indagine, come la riflettografia di radiazioni non visibili, la fotografia in radenza, in trans-irradianza o in trans-irradianza IR. In que-sto caso è stato infatti scelto di scattare immagini di macrofotografia uni-tamente a tutte le tecniche sopra elencate.Questo tipo di fotografia è particolarmente utile per indagare le opere di pittura mobile dal momento in cui evidenzia gli elementi distintivi delle pennellate, dell'andamento, della forma, dell'intensità, della presenza di strati sovrapposti, delle cadute dello strato pittorico e delle crettature presenti.Nell'esempio dei particolari sulla testa del Papa inginocchiato e sulla fi-gura del monaco di fronte a lui si possono notare tutti quei segni che formano un reticolato più o meno uniforme e serrato che viene definito crettatura, generalmente provocata da condizioni climatiche o di invec-chiamento.

Particolari: uomo che prega in visivile.

Page 15: Fotografia Diagnostica

Particolari: testa del Papa in visibile.

Particolari a confronto: trans- irradianza, IR, Trans-irradianza IR.

Page 16: Fotografia Diagnostica

Riflettografia UV La radiazione ultravioletta è una radiazione elettromagnetica con una lunghezza d'onda inferiore a quella dello spettro visibile che varia dai 380 ai 100 nanometri.Grazie all'osservazione attraverso luce ultravioletta è possibile operare un'indagine non distruttiva che è in grado di fornire informazioni non solo sullo strato pittorico superficiale, ma anche sugli strati sottostanti. Inoltre è possibile indagare sui materiali e sullo stato di invecchiamento dell'opera, quasi impossibili da rilevare ad occhio nudo.

Attraverso l'acquisizione dell'Ultravioletto Riflesso (UVR) è possibile rac-cogliere solo la componente UV riflessa dalla superficie dell'oggetto da indagare. La differenza principale rispetto alla fluorescenza UV è data dai risultati che si possono ottenere e nella metodologia di impiego. L'Ultravioletto Riflesso, a differenza della fluorescenza UV, richiede che solamente la radiazione UV sia registrata dalla fotocamera, perciò è ne-cessario eliminare la radiazione visibile con un filtro da apporre davanti all'obiettivo che deve essere completamente trasparente all'UV, in modo da bloccare la radiazione visibile parassita della sorgente luminosa e la luce visibile della fluorescenza. Dato che il fenomeno della riflessione dell'UV caratterizza i materiali in modo diverso rispetto alla fluorescen-za, la versatilità e gli ambiti di applicazione sono molto ristretti. Quest'indagine è tuttavia molto utile nell'ambito delle opere d'arte per differenziare i materiali soprattutto pittorici, per evidenziare eventuali restauri ed eventuali scritte offuscate.Per realizzare questa tecnica sono state utilizzate due lampade Wood ai vapori di mercurio dotate di ampie parabole che permettessero una dif-fusione omogenea della luce. Grazie a questa indagine è stato possibile notare alcune zone da meglio indagare, come la parte alta della tela e quella al centro dell'abito della Madonna. In queste aree, e soprattutto lungo tutta l'altezza della figura, sono presenti infatti nella riflettografia UV delle parti più chiare che ven-gono quasi a tracciare una linea mentre nella fotografia in radenza questi particolari non sono affatto identificabili (sono state confrontate le foto-grafie della riflettografia UV e quelle della radenza anziché del visibile perchè nei punti presi in considerazione l'opera è stata restaurata tra una sessione fotografica e l'altra). Da queste analisi possiamo dedurre che le parti più chiare siano il frutto di un restauro più antico.

È inoltre da notare come anche i veli e parte del braccio dell'angelo di destra siano quasi invisibili nella riflettogradia UV e ben visibili nella fotografia in radenza.

Page 17: Fotografia Diagnostica

Confronto tra il totale dell'UV riflesso e della radenza.

Confronto tra un particolare in UV riflesso e della radenza.

Page 18: Fotografia Diagnostica

Riflettografia IR La riflettografia infrarossa al giorno d'oggi risulta essere la tecnica di in-dagine più efficace nel rivelare l'eventuale presenza di disegni prepara-tori eseguiti dall'artista sopra lo strato di preparazione ma coperti dalle stesure di colore e viene applicata generalmente a dipinti, manoscritti e disegni. Per consentire l'indagine è necessario illuminare il dipinto con comuni lampade ad incandescenza. Le radiazioni riflesse possono così venire re-gistrate grazie all'uso di apposite macchine da ripresa sensibili a radia-zioni IR con lunghezza d'onda fino a 2.000 nanometri e provviste di un filtro che possa limitare la ripresa alla sola banda IR.La riflettografia in infrarosso può essere considerata a tutti gli effetti l'evoluzione naturale della fotografia infrarossa, eseguita inizialmente con pellicole in bianco e nero sensibili fino a circa 800 nm, poiché con l'avvento del digitale è stato possibile ottenere riprese fino a lunghezze d'onda nella zona dell'infrarosso vicino (800-2000 nm). Grazie all'esten-sione della sensibilità delle macchine digitali rispetto alle analogiche è quindi possibile avere un'indagine più approfondita.In questo caso è stata usata una SONY DSC-F828 in modalità “notturna” munita dell'apposito filtro IR 950; con questo tipo di attrezzatura è stato possibile registrare il range di risposta spettrale tra 950-1100 nm. Una vol-ta acquisite le immagini è utile convertirle in bianco e nero per rendere più apprezzabili i dettagli.Questa indagine permette di arrivare ad un alto livello di analisi che permettere addirittura, anche grazie al confronto con un'ampia gamma di lavori, di fornire notizie tecniche su un determinato periodo storico, di verificare le ipotesi avanzate da uno storico dell'arte o essere d'aiuto in casi di dubbia attribuzione.La riflettografia infrarossa è anche in grado di mostrare le eventuali va-riazioni in corso d'opera (i cosiddetti pentimenti), gli interventi di restau-ro e di ridipintura con pigmenti moderni.Grazie a questa tecnica, sulla superficie della tela indagata, in alcune aree impoverite dalla caduta di stesure a secco affiorano infatti tracce del disegno preparatorio, eseguito probabilmente per mezzo di un carbon-cino. Tali tracce sono visibili per esempio sul velo che copre il capo della Madonna.L’infrarosso, essendo particolarmente efficace se applicato ad opere la cui tecnica è caratterizzata da velature sottili e trasparenti e prepara-zioni chiare, permette di indagare al meglio nella parte alta della tela riguardante le mani degli angeli e i veli che li circondano. Il confronto tra la fotografia all’infrarosso e quella del visibile appare a questo punto decisivo per indagare al meglio le mani degli angeli appoggiate alla Ma-donna, dal momento in cui esse risultano marcate nettamente da una linea che segna il velo della Madonna. Comparando la fotografia di que-sto particolare con le altre effettuate in transiradianza si è riscontrata la

Page 19: Fotografia Diagnostica

conferma dell’ipotesi della presenza di un pentimento sulla tela. Questo ci invoglia ad indagare verso un altro possibile pentimento, che riguarda il braccio e il velo dell’angelo alla sinistra della Madonna, e il velo dell’angelo alla sua destra. La totale impossibilità di visualizzare l’andamento dei veli dei due angeli nella fotografia a raggi infrarossi, conferma ancora una volta l’assenza di un qualsiasi segno preparatorio, a riprova di una loro possibile aggiunta postuma, dato che confermereb-be l’ipotesi avanzata anche attraverso l’indagine ai raggi ultravioletti.

Totale e particolre in riflettografia IR.

Confronto dei particolari visibilee riflettografia IR.

Page 20: Fotografia Diagnostica

Hight Definition La tecnica di ripresa in HD, abbreviazione di Hight Definition, è una tec-nica utile ad ottenere immagini molto definite e di grandi dimensioni che permette, partendo da una visione d'insieme dell'opera, di avvicinar-si ingrandendo notevolmente l'immagine e quindi di indagare al meglio anche i dettagli delle parti più piccole senza perdere nitidezza né defini-zione.Per eseguire tale tecnica è necessario scattare diverse fotografie che, una volta montate con appositi software, andranno a comporre l'immagine nella sua interezza. In fase di scatto, per permettere un più preciso ed agevole montaggio in post produzione, è opportuno sovrapporre le im-magini adiacenti di almeno il 30%.La ripresa in HD è molto utile anche abbinata alle altre tecniche di inda-gine: è infatti possibile realizzare immagini ad alta risoluzione in combi-nazione a tutti i metodi di illuminazione esistenti. In questo caso è infat-ti stato scelto di procedere sviluppando immagini in HD abbinate anche all'infrarosso, alla tras-irradianza, alla trans-irradianza in infrarosso, alla fluorescenza indotta da raggi UV e alla radenza.

Ingrandimento di particolari dalle fotografie in HD.

Page 21: Fotografia Diagnostica

Fotografia in HD del visibile.

Miniature delle forografie HD in trans-irradianza, trans-irradianza IR ed in IR.

Page 22: Fotografia Diagnostica

In questa pagina backstage: fotografia dei particolari in visibile.Nella pagina qui affianco particolari in visibile.

Page 23: Fotografia Diagnostica
Page 24: Fotografia Diagnostica

Nella pagina qui affianco particolari in tras-irradianza.

In questa pagina backstage: fotografia dei particolari in trans-irradianza.

Page 25: Fotografia Diagnostica
Page 26: Fotografia Diagnostica

Nella pagina qui affianco particolari in tras-irradianza IR.

In questa pagina backstage: fotografia dei particolari in trans-irradianza.

Page 27: Fotografia Diagnostica
Page 28: Fotografia Diagnostica

In questa pagina backstage: fotografia dei particolari in visibile.Nella pagina qui affianco particolari in riflettografia IR.

Page 29: Fotografia Diagnostica