fiorentino giuliana - dialetti in rete

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  • In stampa Rivista Italiana di Dialettologia 2006

    Dialetti in Rete Giuliana Fiorentino (Universit del Molise)

    Abstract This paper investigates the occurrence of regional dialects in Italian Computer-mediated communication (CMC). Our analysis of sites, chat sessions and forums reveals that dialects are associated with at least three distinct contexts of use. First, dialects are an object of study, for instance in web sites dedicated to safeguarding or spreading knowledge of dialects. Sec-ondly, dialects in CMC can be used as the official language for communicate. Thirdly, dia-lects may occur in chat sessions conducted predominantly in Italian as a secondary language which emerges by chance in discourse, giving rise to phenomena of code-switching, as in spoken language. Analysis of these three situations enables us to evaluate the vitality of dia-lects on the Web, distinguishing between conventional and natural uses. Regarding the status of CMC as communication more or less oriented towards speech, a natural presence of dialects can be taken as further proof of the tendency to be more oriented towards speech. Keywords: Language variation, CMC, web forums, chat, code-switching, Neapolitan dialect

    1. INTRODUZIONE La letteratura sulla Computer Mediated Communication (dora in poi CMC) sta sviluppandosi oramai secondo un ampio spettro di prospettive e approcci. In questo articolo adotteremo un approccio (socio)linguistico alla CMC ed in particolare utilizzeremo un punto di vista varia-zionista (per un inquadramento sul concetto di variazionismo cfr. almeno Berretta 1988; Ber-ruto 1989, 1993a). Questa scelta comporta almeno due implicazioni rispetto alle possibili di-rezioni di ricerca che una qualunque analisi sulla CMC potrebbe avere. La prima implicazione che si cercher di definire la/le variet di lingua usata/e sul web rispetto agli assi di varia-zione tradizionalmente considerati negli studi sociolinguistici italiani (diatopia, diafasia, di-stratia, diamesia; per una definizione di queste nozioni cfr. Berruto 1989, 1993b, 1995) con particolare attenzione alla variabilit diatonica e a problemi di repertorio di variet. La secon-da implicazione che si ricondurr la ricchezza di variet linguistiche attestate nella scrittura in Rete al plurilinguismo che da pi parti viene riconosciuto come caratteristico della lingua del web (cfr. Berruto, in stampa; Danet and Herring 2003), cercando per di distinguere tra un uso convenzionale e un uso naturale delle variet dialettali in Rete (cfr. Berruto, in stampa; Patrucco, 2002). Rimandando ad altri interessanti studi per una trattazione anche quantitativa della presenza dei dialetti in rete (tra cui soprattutto Patrucco, 2002 e 2003), la ricerca che propongo intende piuttosto discutere alcuni casi particolari da cui trarre suggerimenti per ulteriori direzioni di ricerca. Discuter in particolar modo della presenza dei dialetti in Rete nella consapevolezza che essa pu rimandare ad atteggiamenti nei confronti dei dialetti anche molto diversi. Da un lato, in siti o forum che sono esplicitamente dedicati ai dialetti locali o regionali, gli scriventi inten-zionalmente e programmaticamente ricorrono al dialetto (regionale o locale), invece che alla lingua nazionale, per sostenere la lingua e le tradizioni locali. Dallaltro i dialetti emergono

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    anche in modo meno programmatico e sistematico, in contesti diversi, come ad esempio le chat, dando luogo ad interessanti fenomeni di code-switching. 1 Linteresse che la presenza dei dialetti nella comunicazione scritta riveste va anche aldil del-le due direzioni di ricerca che ho proposto. Ad esempio alla luce dei dati presentati si potr ri-discutere eventualmente del livello di vitalit dei dialetti, dato spesso evocato e discusso dai sociolinguisti (un quadro interessante sulla vitalit dei dialetti costituito da Moretti 1999). Unaltra interessante direzione di ricerca che questo studio suggerisce pu essere lanalisi ap-profondita del modo in cui gli scriventi affrontano problemi di ortografia del dialetto. I dia-letti infatti sono perlopi variet delluso orale, e anche quando rimandano ad una ricca tradi-zione letteraria scritta non necessariamente godono di una standardizzazione grafica o in ogni caso gli scriventi non hanno sufficiente dimestichezza con essa. Pertanto le soluzioni a-dottate nella resa scritta del dialetto rivelano gradi diversi di consapevolezza metalinguistica e di standardizzazione dei dialetti stessi. Infine questo studio pu contribuire ad un migliore inquadramento di un tema generale spesso sotteso allo studio della CMC, e cio il problema della sua collocazione atipica nel continuum della comunicazione scritta-orale. Mi sembra ormai un dato condiviso il fatto che nella CMC si produce un contesto comunicativo altamente interattivo e dialogico che risponde a funzioni comunicative per cui pi spesso i parlanti usano (o potremmo dire usavano) il parlato (Fio-rentino, 2002, 2004a, 2004b, 2005, in preparazione). Mi pare altrettanto chiaro che in molti casi i parlanti coinvolti nella CMC in modo pi o meno conscio prendono a modello la comu-nicazione orale. Un uso e una presenza naturale del dialetto potrebbe costituire una ulteriore prova a favore dellorientamento verso loralit nella CMC.

    2. QUADRO SOCIOLINGUISTICO GENERALE

    Prima di discutere i dati della presenza dei dialetti nella CMC opportuno tracciare a grandi linee il quadro sociolinguistico generale. La presenza e la vitalit dei dialetti costantemente monitorata ed analizzata dai sociolinguisti (cfr. tra gli altri Grassi 1993; Radtke 1995; Sobrero 1996). Come noto dai dati ISTAT gi discussi da altri studi, luso dei dialetti in famiglia varia fortemente da regione a regione, co-me si pu rilevare dalla Tabella 1 (fonte Berruto 2004: 22 che cita dati ISTAT 2002): 2 Tabella 1- Uso di lingua e dialetto nelle regioni in contesto familiare solo o soprat-

    tutto italiano solo o soprat-tutto dialetto

    italiano e dialetto

    altre lingue

    Piemonte 58,6 11,4 27,3 2,3 Valle dAosta 55,5 12,6 24,4 7,1 Lombardia 58,3 10,7 27,9 2,0 Trentino-Alto Adige

    24,3 23,1 15,3 36,4

    Veneto 22,6 42,6 23,7 3,9 Lazio 58,9 8,1 29,8 1,8

    1 Non intendo sostenere lipotesi che i due atteggiamenti verso il dialetto, di sostegno programmatico o di uso inconsapevole, rimandino automaticamente e rispettivamente a un uso convenzionale vs. naturale del dialetto, perch la situazione molto pi complessa. Un uso convenzionale del dialetto, ad esempio, pu anche dipendere dalla d ifficolt che si incontra nella resa grafica del dialetto stesso. 2 La ricerca ISTAT risale al 2000 (ISTAT 2002) e si basa su un campione di 20.000 famiglie per un totale di cir-ca 55.000 intervistati dai 6 anni in su. La tabella riporta luso del dialetto nel dominio familiare secondo quanto affermato dagli intervistati (il che non implica che quanto affermato corrisponda a verit).

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    Campania 21,5 30,5 46,7 0,5 Puglia 31,6 17,7 49,8 0,4 Sicilia 23,8 32,8 42,5 0,2 Italia 44,1 19,1 32,9 3,0 I dati riflettono una situazione abbastanza nota e stabile: luso del dialetto persiste nel nord-est, particolarmente in Veneto, e al sud, in modo vistoso in Sicilia e Campania. Questo ci ri-corda che la situazione di una regione non pu essere generalizzata alle altre in quanto lo sta-tuto dei singoli dialetti nei repertori linguistici delle diverse regioni non comparabile (cfr. Grassi 1993 sulla relazione tra italiano e dialetti). Per unindagine quantitativa sui siti dialettali italiani far riferimento alla ricerca di Patrucco (2002, 2003) che studia ben 198 siti dialettali e ne osserva la distribuzione per regioni. I dati complessivi sono riportati nella Tabella 2: Tabella 2 Numero di siti per regione e variet di dialetti per regione (Patrucco 2002: 141). totale di siti rilevati Numero di dialetti Abruzzo 2 2 Basilicata 8 7 Calabria 9 7 Campania 15 7 Emilia-Romagna 11 7 Lazio 9 5 Liguria 22 3 Lombardia 37 14 Marche 6 5 Molise 1 1 Piemonte 20 2 Puglia 7 7 Sicilia 6 2 Toscana 8 6 Umbria 2 3 Veneto 17 6 La Tabella 2 mostra che la distribuzione dei siti non uniforme e non rispecchia la vitalit di-chiarata dei dialetti (cio non c corrispondenza tra la Tabella 1 e la Tabella 2). Si potrebbe ipotizzare che la ricchezza di siti dialettali si correli piuttosto al livello di competenza tecno-logica o alla maggiore dimestichezza e frequenza duso della Rete nelle diverse regioni. 2.1. CLASSIFICAZIONE DEI SITI DIALETTALI La possibilit di evidenziare un uso pi o meno naturale del dialetto dipende ovviamente an-che dal modo in cui un sito organizzato. Un criterio importante per valutare e classificare i siti il grado di interattivit che essi ammettono. Intendo con questo riferirmi sia al grado di coinvolgimento degli utenti nellimplementare il sito sia al tipo di attivit in cui essi sono im-pegnati. Dalla ricerca di Patrucco risulta evidente che i siti presentano un grado molto variabile di ri-chiesta di partecipazione alla creazione e alla implementazione dei contenuti. Alcuni consen-tono una partecipazione minima, che consiste solo nel poter lasciare il proprio nome nel libro

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    degli ospiti, altri invece invitano gli utenti a inviare testi in dialetto (poesie, proverbi, racconti, lemmi di dizionari, ecc.). Per quanto riguarda invece le attivit in cui sono coinvolti gli utenti esse possono limitarsi al semplice invio di testi dialettali oppure richiedere una partecipazione attiva e proiettata nel tempo a forum, newsgroups o chat in dialetto. La maggior parte dei siti di tipo non interattivo e si limita a raccogliere e proporre scritti in dialetto a scopo puramente illustrativo (per usare la terminologia di Berruto (in stampa), si tratta di un uso museografico e folcloristico dei dialetti). Allesito della sua indagine Patrucco (2002: 141) propone una classificazione molto fine e in-teressante dei siti in 6 tipi:

    - siti nostalgici, che ripropongono in rete testi tradizionali fissati in una variet lettera-ria estremamente controllata;

    - siti ironici, che relegano il dialetto in un ambito ristretto (barzellette, giochi di parole) permettendo per in molti casi lintervento degli utenti;

    - siti conservativi, che mirano al mantenimento e alla diffusione del dialetto pretenden-do spesso di elevarlo al rango di lingua minoritaria;

    - siti scientifici, con trattazioni sulla grammatica, sulla grafia e sulla fonetica vo lte a migliorare la conoscenza del dialetto;

    - siti collaborativi, che offrono lo spazio per un commento o per linvio di materia-le;

    - siti comunicativi, in cui gli utenti chiacchierano in dialetto (Patrucco 2002: 141) Ma la classificazione di Patrucco riflette una gamma di possibili atteggiamenti verso i dialetti da parte degli utenti che non sono ristretti soltanto a questo particolare medium. Ed infatti es-sa trova riscontro in una valutazione recente circa i valori delluso dei dialetti proposta da Berruto (in stampa), il quale identifica quattro possibili valori: un valore effettivo/reale, che corrisponde alla lingua in uso; un valore espressivo/ludico, che corrisponde al dialetto inteso come variet linguistica che possiede una maggiore espressivit della lingua nazionale; un va-lore simbolico/ideologico, cio il dialetto inteso come strumento di rappresentazione e sotto-lineatura simbolica e ideologica di mondi di riferimento e di valori socioculturali;3 infine un valore museografico/folcloristico. Lidea che ci siano quattro valori duso del dialetto si asso-cia secondo Berruto a diversi gradi di vitalit dei dialetti: la vitalit massima nel valore rea-lee minima nel valore museografico. Tra i contesti in cui, secondo Berruto, i dialetti tipicamente figurano come meri relitti folclori-stici locali o antologie di materiali ci sono anche gli usi in Rete. Berruto per rileva anche un uso dei dialetti nella CMC con valore ludico e ideologico (torner poi su questo punto nelle conclusioni).

    3. DATI E PROBLEMI Nel quadro delle problematiche piuttosto ampie e complesse a cui ho fatto cenno nellintroduzione, focalizzer adesso la mia attenzione su qualche problema specifico; in par-ticolare le mie osservazioni riguarderanno :

    3 Il valore simbolico/ideologico dei dialetti visto da Berruto in connessione con un uso del dialetto come vei-colo di evocazione e attivazione di mondi di riferimento e valori particolari, diversi da quelli associati (o che si vorrebbero associare) allitaliano (a volte, certamente, anche in chiave nostalgico-rivendicativa) (Berruto, in stampa).

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    a) luso del dialetto in chat e fo rum dedicati ai dialetti regionali, con una speciale atten-zione ai fenomeni di code-switching;

    b) alcuni problemi della rappresentazione grafica dei dialetti; c) alcune funzioni comunicative o interazionali osservabili nelluso della variet dialetta-

    le nella CMC. I dati che propongo dora in avanti sono solo di area dialettale meridionale, campana (per una descrizione del dialetto napoletano si vedano tra gli altri Bianchi, De Blasi e Librandi 1993; per una discussione dei dialetti dellintera regione si vedano Radtke 1997, Vignuzzi e Avolio 1994) e laziale e sono ricavati da forum regionali e chat nazionali. Nel primo caso il ricorso al dialetto intenzionale, nel secondo il dialetto presente in modo discontinuo e si potrebbe di-re anche accidentale (cfr. oltre). 3.1. Siti Web Per quanto riguarda la presenza del dialetto in siti web una volta esclusi quelli turistici e commerciali rivestono un qualche interesse quelli che si occupano della lingua e delle tradi-zioni locali per scopi o scientifici o di intrattenimento. Alcuni, come ad esempio il sito www.interviu.it/proverbi.htm, sono molto semplici e si limi-tano a proporre una lista di proverbi presentati in ordine alfabetico (al momento solo la lettera A disponibile). Il sito ha un nome in italiano, Proverbi napoletani, e non interattivo. Ha scarse pretese di scientificit, come la cattiva traduzione in italiano lascia intendere. Si con-fronti in (1) il proverbio a. con la traduzione proposta dal sito in (1) b.:

    (1) a. A chignere'nu muorto so' lcreme prze

    b. Chi e morto morto e le lagrime sono ormai inutili

    Il plurilinguismo e un sostegno militante ai dialetti da parte degli italiani allestero sono i tratti caratterizzanti del sito www.duesicilie.org/Nnapulitano.html. Il nome del sito programmati-co: Mparateve o Nnapulitano! e contiene un corso di napoletano con spiegazioni in inglese (anche in questo caso fermo alla prima lezione del corso). Il corso dedica ampio spazio alla fonetica e alla pronuncia del napoletano, e la prima lezione tratta anche di problemi di morfo-logia, punteggiatura e pragmatica (i pronomi di cortesia in napoletano). Non c invece una parte che si occupi della grafia. Il sito non interattivo ma vengono proposti links a gruppi di discussione (newsgroup) che promuovono il napoletano. La vocazione al plurilinguismo del sito Mparateve o Nnapulitano! emerge nella parte in cui si presentano i gruppi di discussio-ne, infatti in questo caso vengono usate 4 lingue europee oltre al dialetto; ecco ad esempio come viene presentato il gruppo Napoletanit:4

    (2) Na comunit p' 'a ggente ca v mpar/parl 'o nnapulitano. A community for people who want to learn/practise the Neapolitan language. Una comunidad para aprender el/platicar en/ idioma napolitano. Une communaut pour apprendre/parler la langue napolitaine. Una comunit per imparare/parlare la lingua napoletana.

    4 I tre gruppi di discussione sono tutti su Yahoo e si chiamano: Napulitano, Napoletanit, NapoliBella . La loro fondazione risale agli anni 1998-2000 e raccolgono circa 300 iscritti, anche se il giro di messaggi sui newsgroup piuttosto esiguo (Napulitano, fondato nel 1999, negli ultimi 3 mesi del 2004 ha registrato solo 20 messaggi).

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    La lingua ufficiale dei gruppi per litaliano, come viene chiarito nella presentazione di cia-scun gruppo. Un sito molto ricco e presentato molto bene il sito multidialettale che si trova allindirizzo www.dialettando.com (cfr. Figura 1). In aggiunta alle sezioni dedicate alla raccolta di mate-riali linguistici in dialetto quali proverbi, poesie, racconti, dizionari e ricette (ogni sezione poi divisa per regioni),5 c un forum chiamato La Nostra Italia che tratta di dialetti e tradizio-ni locali (cfr. la prossima sezione per unanalisi dei messaggi scambiati nel forum e lAppendice per la presentazione dei messaggi). Il sito unisce una funzione museografica, evidente se si consideri la ricca raccolta di testi proposta, allobiettivo di promuovere la reciproca conoscenza tra dialetti diversi e tradizioni diverse. Coloro che scrivono e partecipano alle attivit del sito condividono questo spirito di multiculturalismo, e quando qualche discussione si fa troppo accesa c un esplicito richiamo allidea che sta alla base del sito, cio quella di creare legami e stima reciproca. A questo pro-posito si veda il seguente brano tartto da un messaggio spedito al forum la Nostra Italia:

    (3) Quello che si dovrebbe fare (per R.) 2/09/20056 Innanzitutto non sono Savoiardo, ma lombardo. Ho semplicemente scritto una frase simpatica, cos spero, per le nostre "amiche" piemontesi. Se vogliamo discutere sareb-be bene farlo con toni rispettosi e non sgarbati o peggio ancora maleducati. Sono una persona che cerca di vivere bene in una societ difficile come quella di oggi. Ricono-sco che la nostra societ ha mille difetti, ma diverse cose si possono accettare o cambiate. Ognuno di noi, a mio parere. non deve difendersi dai dialetti o dalla mentalit delle altre regioni, ma piuttosto capire e eventualmente collaborare. Qui non si parla di politica ma di lingua e dialetti (vale per me). Sono appassionato di lin-gue e dialetti mi interessano tutti. Diamoci una mano! Mario

    Nella prima parte del messaggio lo scrivente rifiuta lepiteto datogli da un altro membro del forum che lo definisce come savoiardo. Mario giustifica un suo precedente contributo al fo-rum come uno scherzo innocente fatto in atteggiamento di amicizia e poi fa appello esplicita-mente allo spirito di collaborazione che dovrebbe caratterizzare quelli che si occupano di dia-letti senza scopi di natura diversa. Un altro sito multi dialettale il sito www.dialettitaliani.com che si autodefinisce il portale dei dialetti italiani e raccoglie materiali in dialetto da varie regioni: proverbi, dizionari, poesie, canzoni, racconti e ricette. La funzione museografica abbastanza esplicita ed emerge in un testo di presentazione del sito:

    (4) Un valore particolare al dialetto stato attribuito solo in tempi relativamente recenti,

    dopo esserci preoccupati di riconoscere il valore dei beni monumentali e ambientali lo stesso stato fatto con la nostra parlata rendendosi conto di come sia un prezioso bene culturale da tramandare. () Dialettitaliani.com nel suo piccolo si propone di catalogare i termini, i modi di dire, i proverbi e le poesie dialettali con la collabora-

    5 Per la Campania sono archiviati 49 poesie, 4 racconti brevi, 783 proverbi ed espressioni idiomatiche, 65 ricette. Tutti i testi, ad eccezione delle ricette che sono in italiano, sono scritti in dialetto con traduzione in italiano. 6 Il corsivo nel messaggio mio, GF.

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    zione dei suoi Visitatori , per tener traccia delle Nostre Lingue regionali. (dal sito www.dialettitaliani.com)

    Limportanza che i dialetti rivestono nella comunicazione viene ulteriormente chiarita e riba-dita nello stesso testo:

    (5) Pur considerato in alcuni ambiti ancora come una forma scorretta dell'italiano, il dia-

    lect rappresenta tuttavia un efficace mezzo di comunicazione in quanto si presta ad essere utilizzato non solo per motivi di ordine pratico ma anche come strumento per esprimere in modo colorito sentimenti, passioni, emozioni. (dal sito www.dialettitaliani.com)

    Figura1 Home page of http://www.dialettando.com/ (3 October 2005)

    Lo scrivente adotta un argomento piuttosto comune in favore dei dialetti e cio lidea che i dialetti sono particolarmente adatti ad esprimere il mondo dei sentimenti, delle emozioni e delle passioni. I materiali relativi alla Campania e al dialetto napoletano su questo sito sono piuttosto limitati e la maggior parte di essi sono stati forniti da una stessa persona che partecipa molto attivamente anche al forum La Nostra Italia (cfr. prossimo paragrafo). Questo rafforza limpressione che i siti talvolta costituiscono uniniziativa di pochi e rafforza lidea dellintento museografico che li sostiene. 3.2. Forum

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    Il forum La Nostra Italia (nel sito www.dialettando.com) dedicato alle tradizioni locali con un ampio spazio riservato alle variet linguistiche e richiama scriventi di diverse regioni ita-liane. Come si visto nellesempio (3) lo spirito del forum quello di lavorare per una mag-giore conoscenza reciproca e per una pi approfondita conoscenza delle proprie tradizioni. I materiali che ho analizzato (cfr. Appendice per una presentazione completa) sono quasi tutti messaggi di uno stesso scrivente molto attivo che vive a Napoli e che interviene spesso sul napoletano. In particolare in un fitto scambio del settembre 2005 il nostro napoletano dicute fittamente del dialetto con un altro iscritto che alla fine risulter essere un docente inglese che studia dialetti italiani. Prima di tutto osserviamo nei messaggi (6) e (7) qual la tipica struttura di questi interventi nel forum di discussione:

    (6) Il padrino

    Come si dice dalle vostre parti? Una delle parole lombarde "Gudzz" o "guidazz" e "ghidss". Sono parole di origine germanca (cfr inglese godfather). Questa parola, fino agli anni '50 del secolo scorso, la si usava anche per rivolgersi al padrino, esattamente come pap o mamma. La madrina la si chianava "gudazza"

    (7) Re: Il padrino [scrivente Antonio] Nel napoletano, il padrino o la madrina di battesimo o di cresima sono detti rispetti-vamente 'o cumpare e 'a cummara e conseguentemente il figlioccio o la figlioccia son detti 'o cumpariello e 'a cummarella e tra i genitori di detti figliocci ed i rispettivi cum-pare si instauravano un tempo tali vincoli di affettuosa frequentazione al segno che al-lorch venisse meno tale vincolo affettivo si soleva commentare, dolendosene, con l' e-spressione: 'a che mmuorto 'o cumpariello nun simmo cchi cumpare, che tradotto suona: da quando deceduto il figlioccio non siamo pi legati da vincoli affettivi, e ci naturalmente anche in senso figurato e non in presenza di un effettivo decesso, che al contrario, se fosse accaduto avrebbe di pi cementato l'amicizia tra 'e cumpare.

    Lo scambio di messaggi inizia in genere con la evidenziazione di un tema/problema. In questo caso un problema di argomento linguistico, e cio qual il termine dialettale nelle diverse regioni o variet per indicare un certo referente, il padrino. Gli scriventi in genere forniscono il termine corrispondente e spesso propongono etimologie o considerazioni su tradizioni e co-stumi locali. In questo caso in (7) abbiamo la risposta a (6) fornita dallo scrivente napoletano (che chiameremo convenzionalmente Antonio). Antonio propone i termini napoletani per pa-drino e madrina e discute delle relazioni sociali associate a questo termine di parentela. Co-me si pu osservare, luso del dialetto in questo messaggio e in genere nel forum molto limi-tato. Esso infatti ricorre solo nella citazione delle parole di cui si discute a un livello metalin-guistico. Il dialetto trattato come oggetto di studio. Nei giorni successivi il forum registra una vivace discussione su questioni fini di grammatica del dialetto napoletano con una terminologia tecnica, linguistica (come anticipato uno dei due partecipanti si rivela essere un linguista). Vediamo in (8) un problema sollevato da Mario (nome fittizio per lo scrivente inglese)

    (8) Quello + soggetto in napolitano [scrivente Mario]

    Mi serve l'aiuto di qualche parlante napolitano/a (oppure campano/a). Sto scrivendo una grammatica storica del diale tto Napoletano e mi sono imbattuto in un costrutto che non so spiegare del tutto. Il costrutto in questione si vede in esempi quali (1)-(6) qui

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    sotto: (1) Chillo patemo num vo capi' ()

    In (8) siamo allinizio di un messaggio piuttosto lungo in cui Mario chiede che un parlante e-sperto e competente fornisca giudizi di accettabilit su un costrutto che sta studiando. Laltro scrivente, Antonio, accoglie con entusiasmo linvito a collaborare con uno studioso che sta scrivendo una grammatica del suo dialetto e offre la sua interpretazione ai problemi e agli e-sempi presentati da Mario. Non resiste per e chiede anche informazioni di natura personale a Mario, e nella parte finale del suo messaggio realizza un rapido passaggio al dialetto (parte sottolineata) non pi lingua di studio ma come lingua duso:

    (9) Quello + soggetto in Neapolitan [scrivente Antonio] Caro Mario vengo in tuo soccorso per quel che so e posso. () Soddisfatto? Spero di s... Famme sap. E tienimi anche informato della tua nazionalit o (se italiano) regionalit. Saluti!

    Luso del dialetto nel breve passaggio in (9) ha una funzione ludica, serve come esplicito in-dicatore di identit sociale mentre finora il dialetto tra i due interlocutori era stato soltanto la variet su cui riflettere metalinguisticamente. Antonio la usa in un punto in cui sta chiedendo allinterlocutore notizie sulla sua identit e sta allo stesso tempo ribadendo la sua identit di napoletano. Inizia a questo punto uno scambio di circa 15 messaggi tra i due interlocutori, scambio che si svolge allincirca in una settimana, in cui aumenta anche la quantit di info r-mazioni di tipo pi personale che i due esplicitano. Antonio si informa oltre che sulla naziona-lit di Mario anche sulle ragioni del suo interesse per il napoletano (professionali o amatoria-li). Via via che lo scambio diventa pi personale emerge da parte di Antonio un uso pi rilas-sato del dialetto anche se pur sempre controllato e con una finalit che sembrata perlopi ludica. Anche lo straniero viene via via coinvolto nel gioco e alla fine utilizza il dialetto come segnale di accordo e di empatia, probabilmente, e lo uso in unoccasione di saluto finale (cfr. esempio (11)). In (10) sono raccolti vari estratti dai messaggi di Antonio in cui il dialetto viene usato anche al di fuori del contesto di citazione:

    (10) Quello + soggetto in napolitano [scrivente Antonio]

    ? mi auguro di poter continuare questo carteggio, magari usando il napolitano... Stat-te bbuono e a risentirci.

    ? CHIEDO SCUSA, prufess, ma essendo reduce da un ictus, soffro di una emipare-si sn. che mi impedisce d'usare al meglio la tastiera. Cu 'na bbona salute!

    ? Te manno salutanno e attendo un riscontro. ? Te saluto e buon fine settimana!

    (11) Quello + soggetto in napolitano [scrivente Mario]

    ? Ce verimmo (sentimmo/screvimmo!) cchiu' doppo! Via via che lo scambio si avvia ad una conclusione Antonio accompagna le sue risposte ai quesiti grammaticali con affermazioni piene di orgoglio di essere napoletano e di poter essere utile, in quanto tale, ad un professore universitario che vuole conoscere il suo dialetto. Il cam-bio di atteggiamento viene segnalato dal cambiamento nel saluto di apertura dei messaggi. Si

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    passa infatti dal saluto convenzionale nel forum Caro seguito dal nome di battesimo dellinterlocutore, a un saluto in cui viene usato il titolo Professore, a sottolineare il rispetto ma anche il piacere di poter essere daiuto a una persona del mestiere. Il titolo di professore alla fine dello scambio verr realizzato in dialetto (cfr. (12)):

    (12) Quello + soggetto in napolitano [scrivente Antonio]

    ? Caro professore, mi inorgoglisce molto il fatto che un semplice appassionato della lingua/dialetto di NAPOLI (sebbene lo studi da oltre 50 anni...) possa esser d'aiuto ad un cattedratico come te...

    ? Gentilissimo prof. Mario ? caro prof. Mario, ? Ai vostri ordini, prufess; comandatemi pure: cca stanno 'e guagliune vuoste

    Nellultimo messaggio si osserva quello che abbiamo definito luso ludico del dialetto, che coinvolge il titolo dellinterlocutore. Nel fitto scambio tra Mario e Antonio il dialetto emerge come una variet linguistica non pi statica e musegrafica, ma vitale usata per scopi diversi e specifiche funzioni comunicative, come quella di rafforzare la propria identit culturale. 3.3. Chat room Per questa sezione ho utilizzato materiali provenienti da alcune chat in lingua italiana allinterno delle quali si osservano usi del dialetto. La scelta dipesa dal fatto che, una volta escluse chat esclusivamente in dialetto napoletano, che non sono state rilevate, la presenza del dialetto non prevedibile in alcun modo. Avendo a disposizione un corpus di chat in italiano piuttosto cospicuo ho deciso di utilizzarlo bench il dialetto che emerge pi spesso o quasi in modo assoluto la variet dialettale di Roma.7 La presenza del dialetto in queste chat piuttosto comune e non ricorre solo nei saluti, dove sappiamo che esso rappresenta un uso fossilizzato, che si aggiunge alluso di saluti anche in altre lingue straniere (i saluti in inglese o in spagnolo sono piuttosto comuni nella lingua ele t-tronica).8 Il dialetto nelle chat pu ricorrere in contesti molto vari. Dal punto di vista linguistico si trova in usi gergali o in espressioni idiomatiche, come il caso del verbo darsi andrasene nellesempio (13) (dove si noti anche la forma del pronome me per litaliano mi):

    (13) (14 nebula_ 12)> tra poco me do pureio

    7 Il corpus stato raccolto per un lavoro di Tesi di Laurea (cfr. Pellegrini 2004) e corrisponde a circa 20 ore di sessioni chat registrate nellarco di circa 8 mesi (ottobre 2003 maggio 2004) per un totale di circa 20.000 paro-le grafiche. I canali registrati, tutti del network Azzurra, sono #italia, #anime, #romantici #hack -italia and #sma-nettoni. Gli iscritti sono molti, ma gli interventi sono spesso molto brevi perch gli scriventi usano spesso la mo-dalit di conversazione privata per interagire pi ampiamente. Come noto, il romanesco rimanda a una situa-zione di repertorio di variet molto diversa da quella campana (sullevoluzione recente del romanesco si vedano DAchille / Giovanardi 1995, 2001); ma dato il carattere abbastanza cursorio della nostra indagine e delle rifles-sioni sviluppate, non preoccupa particolarmente laver cambiato area dialettale. 8 Non stupisce luso di formula di saluto in lingue e variet diverse perch i saluti sono la prima struttura enun-ciativa che si apprende quando si entra in contatto con una lingua straniera, e dunque anche i principianti se ne impadroniscono facilmente. Luso di queste formule un segnale, anche se molto superficiale, della vocazione plurilingue della rete.

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    Unaltra caratteristica del romanesco, uso frequente di forme tronche dellinfinito o di altre categorie linguistiche, si trova frequentemente; cfr. in (14) raga per ragazzi:

    (14) ehi raga c' qualcuno che esperto nella sicurezza di rete La presenza del dialetto non riguarda solo lessico e morfologia ma anche costrutti sintattici. Nellesempio (15) osserviamo la perifrasi verbale stare a + infinito, tipica del romanesco in sostituzione dellitaliano stare + gerundio:

    (15) che stanno a fa

    Per molti navigatori il dialetto una risorsa che si agiunge alle altre variet linguistiche per un uso ludico della variabilit linguistica. In (16) vediamo usati allo stesso tempo anglicismi (song canzone) e forme dialettali (sta, forma aferetica per questa e me per mi):

    (16) no no sta song che me piace da matti

    Il dialetto crea un effetto di oralit combinato talvolta con accorgimenti grafici che cercano di rendere la fonicit della comunicazione orale, come nel caso del saluto in (17), ma si trova anche allinterno della conversazione, come nel caso di (18) (dove per la resa in seuqnza continua sembra pure fare riferimento a una fonicit dellenunciato):

    (17) ciao ragaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa anvedi chi se rivedeeeeeeeeee

    a tigreeeeeeeee

    (18) leromane sono lemejo je piacerebbe nuvola

    Nelle sessioni chat pu capitare che gli interagenti discutano delle rispettive provenienze geo-grafiche e giochino con la diversit linguistica. In (19) riporto un estratto piuttosto ampio e si-gnificativo a questo riguardo, tratto da una chat in cui la conversazione di alcuni partecipanti da un certo punto in poi si concentra proprio sulla lingua usata (per comodit di lettura ho cancellato i turni non pertinenti a questa linea di discorso).

    (19) 1. sto qua a casa di aury 2. LUPOOOOO 3. ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu 4. come vaaaa 5. benissimo ...sto qua a roma! 6. fai 7. il romano 8. vaje 9. ahoooooooooo 10. abbbbbbburiniiiiiiiiiiiii 11. aury mi sta insegnando tutto il romano 12. dal vivo :PP

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    13. bene 14. daccene 15. prova 16. pure te vedo che lo stai parlando :p 17. s de roma 18. vedi? 19. io 20. ce mankerebbe 21. aho c'e st ixlupo che sta a parl er romano che j'a insegnato aury 22. wewe nada baci 23. (omitted) 24. certo che sto qua XD 25. dopo se vedemo 26. a roma? 27. io te e aury 28. bella z 29. io s de roma 30. (me l'ha insegnato lei XD) 31. romano purosangue 32. uahahahaa 33. uahhahahah 34. hai imparato bene 35. abbbbbbbburino XDDDDD 36. abbbburino 37. a me nun me ce chiami 38. vabb mo vado a magn 39. abbbbbbbbbbbbbbbbello 40. annamo a fa colazione 41. io son di milano auz 42. ahoooooooooooo a coattooooooooooooooooooooooooooooooo xD 43. coattoneeee 44. se vedemu besughi!

    In questo scambio uno degli interlocutori riferisce di trovarsi a Roma da unamica di chat. Prendendo spunto da questa affermazione, un altro partecipante, , lo spinge a dare prova di s nel parlare/scrivere in romanesco (linee 6-8 e 14-15). raccoglie la sfida e produce varie forme di richiamo e saluto, in parte anche offensive (linee 9-10). I due continuano alternando romanesco e italiano. Nel frattempo anche altri interlocutori partecipano al gioco linguistico in romanesco, ad esempio , al rigo 21, anche se poi si riveleranno non essere di Roma ( milanese come dir nelle linee 41 e 44 usando espressioni in milanese). Che levento in atto sia un gioco in cui il plurilinguismo un elemento centrale evidenziato anche dal ricorso velocissimo allo spagnolo, che emerge al rigo 22 in un turno di . Il ricorso al dialetto in forma soprattutto di sporadici code-switching che abbiamo osservato in questo paragrafo rimanda a una presenza pi naturale e quotidiana dei dialetti. Nello scambio illustrato nellestratto (19) per di nuovo il dialetto appare in un contesto controllato e in cui soggetto a unesplicita attenzione metalinguistica.

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    4. ORTOGRAFIA CONVENZIONALE VS ORTOGRAFIA DINAMICA 4.1. Problemi di rappresentazione dei dialetti nella scrittura Per valutare il tipo di conoscenza e consapevolezza linguistica dei partecipanti ai siti dialettali rispetto ai dialetti ho ritenuto che una spia interessante sia rappresentata dalle scelte (or-to)grafiche. Infatti i dialetti per la maggior parte degli utenti sono variet di esclusivo uso ora-le (ad eccezione di quei pochi che compongono testi di vario genere in dialetto perlopi con aspirazioni letterarie) e dunque nel passaggio ad un loro uso scritto si pongono una serie di problemi che vanno risolti.9 Il problema delle scelte grafiche cruciale per tutti i dialetti italiani: nel caso del napoletano chiaro che le convenzioni grafiche sono state piuttosto instabili nel tempo e ci sono differenze sostanziali tra grafie antiche e moderne (De Blasi / Imperatore 1998: 175). 10 Uno dei primi problemi che si pone nella scrittura del napoletano la scelta tra una grafia fo-netica pi vicina alla pronuncia, o una grafia storica, che rifletta gli usi passati o letimologia (De Blasi / Imperatore 1998: 21-24). Le opinioni di studiosi e scriventi sono state spesso in disaccordo e hanno prodotto una notevole variet di soluzioni in particolare in merito ad alcu-ni punti critici quali la rappresentazione della vocale atona centralizzata, la cosiddetta vocale indistinta, la rappresentazione del raddoppiamento fonosintattico, la rappresentazione dellarticolo determinativo e dei diacritici usati per indicare aferesi e apocope. Per quanto riguarda il raddoppiamento fonosintattico la questione se rappresentarlo o meno. Un esempio di utilizzo si trova nel titolo del sito di cui si discusso in 3.1.:

    (20) Mparateve o Nnapulitano!

    In casi come questo la grafia fonetica preferibile in quanto il raddoppiamento ha anche valo-re morfologico, distingue infatti il neutro dal maschile (o napulitano il napoletano senza raddoppiamento significa un (uomo) napoletano). Per quanto concerne invece il problema della rappresentazione dellarticolo determinativo, ci sono tre possibili grafie alternative: una grafia conservativa con la consonante, lo; una grafia fonetica senza consonante e col diacritico, o; una grafia fonetica senza consonante n diacri-tico, o. Vedremo poi il loro uso (cfr. paragrafo successivo). La discussione sulla scelta del grafema per rappresentare la vocale atona centrale corrispon-dente al simbolo fonetico [?] (schwa) un buon esempio per mostrare la complessit di questi problemi e il fatto che la grafia fonetica pu non essere sempre una buona soluzione. Una grafia che non segni le vocali atone o che le sostituisca con diacritici pu portare a una pronuncia sbagliata; si veda in (21) la trascrizione del nome Teresa:

    (21) a. Trs b. Tres In entrambi i casi la pronuncia potrebbe dare luogo ad un errore, interpretata come [trs]. Per assicurare una pronuncia pi appropriata bisogna necessariamente introdurre qualche grafema vocalico tra le consonanti. Il punto stabilire quale grafema inserire.

    9 Sullimportanza dello studio dellortografia per lanalisi delle variet non standard si vedano Jaffe 2000, Jaffe and Walton 2000. 10 Sulla persistenza di un dibattito relativo alla grafia in napoletano si veda il commento di De Blasi / Imperatore: Il progetto di presentare in modo sintetico e chiaro poche regole per la grafia del napoletano tuttaltro che nuovo. Alle proposte di Galiani seguirono, circa un secolo dopo, negli ultimi decenni dellOttocento gli interven-ti di Settembrini, Imbriani, Rocco e altri. (De Blasi / Imperatore 1998: 127)

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    Una prima soluzione, probabilmente sullesempio della e muta del francese, consiste nellusare una - e in sostituzione di qualunque vocale etimologica, per cui Teresa sarebbe resa come:

    (22) Teresa > Terese Una seconda soluzione consiste nel conservare una grafia per cos dire etimologica e che ri-spetti nelle posizioni finali elementi morfologicamente significativi, come le desinenze per i nomi, bench si tratti di scelte morfologiche basate sullitaliano e non sul dialetto contempo-raneo; in ogni caso la grafia non corrisponde alla pronuncia:

    (23) Teresa > Teresa Infine una terza soluzione consisterebbe nelladottare il simbolo fonetico della vocale centra-lizzata:

    (24) Teresa > T?rs? Ma questultima soluzione la pi difficile da adottare anche perch questo simbolo non previsto nelle tastiere delle macchine da scrivere o dei PC, e comunque non un simbolo noto a tutti i lettori. Il problema di fondo per tutte queste questioni di grafia il problema della standardizzazione delle scelte, una volta discusse e presentate. Perch uno standard si diffonda necessario che vi sia un centro, una sorta di Accademia, sufficientemente autorevole per dare indicazioni sul-le questioni di grafia e contribuire alla standardizzazione, ma tutto ci non esiste per il napole-tano. 4.2. Analisi della grafia nei siti, forum e chat Rispetto al quadro di problemi prospettato in 4.1 non ci si pu aspettare che nei materiali ana-lizzati ci siano soluzioni unformi. E infatti per quanto riguarda la resa dellatona centralizzata si osserva che la scelta del simbo-lo fonetico non presa in considerazione mentre si oscilla tra luso della e o della grafia e-timologica. Perlopi nei siti prevale il ricorso alla grafia che abbiamo definito storica o etimologica (nei proverbi, racconti, poesie), mentre nei forum qua e l emerge luso della -e invece della i, soprattutto in quei luoghi in cui avevamo segnalato un uso pi personale del dialetto (ad e-sempio nei saluti di Antonio a Mario, cfr. esempi discussi nel paragrafo 3.2 e qui riportati):

    (25) Te saluto e a risentirci Statte bbuono e a risentirci Te manno salutanno cca stanno 'e guagliune vuoste In (25) si noti che lo scrivente usa e invece di una presunta i, mentre non sostituisce e alla o in saluto, buono, manno e stanno (laddove la pronuncia corrisponde ugualmente ad una vocale atona). Per quanto riguarda luso di diacritici si incontra lintera gamma di possibili alternative, inclu-sa quella, fortemente deprecata da alcuni trattati (come il pi volte menzionato De Blasi / Im-

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    peratore 1998), di ammettere la sequenza di pi di un diacritico: se ne veda un esempio in (26):

    (26) e se nascette d a clinica (racconto) e se ne usc dalla clinica

    In (26) si susseguono lapostrofo che indica la caduta della vocale a della preposizione da e il diacritico che segnala laferesi della consonante l- del femminile singolare dellarticolo de-terminativo la. In altri casi lo stesso scrivente usa correttamente un altro diacritico che viene espressamente suggerito dagli studiosi, e cio luso dellaccento circonflesso per segnalare la contrazione di due vocali: ad esempio derivante dallunione della preposizione a + a (< la) dellarticolo femminile singolare:

    (27) pe turnarsene casa (racconto) per tornarsene alla casa

    Al contrario nei proverbi raccolti nel sito www.interviu.it/proverbi.htm il circonflesso non viene usato mai e in genere si ricorre poco ai diacritici. In (28) si noti, ad esempio, luso di un solo e semplice grafema a per indicare la contrazione di due a:

    (28) A capa e sotta fa perdere a capa a capa e cppa La testa di sotto fa perdere la testa alla testa di sopra

    Per quanto concerne infine il raddoppiamento fonosintattico, si osserva notevole variabilit sia tra i siti e il forum sia nella scrittura di uno stesso scrivente. Dal momento che lindicazione del raddoppiamento in tutti i casi in cui ricorre darebbe luogo a uninutile molti-plicazione dei grafemi, gli studiosi suggeriscono di segnarlo solo quando esso d luogo a un valore morfologico e semantico diverso. Cos un tipico contesto in cui annotare il raddoppia-mento quello del neutro (versus il maschile singolare) e del femminile plurale (versus il ma-schile plurale). In (29), come anche nellesempio (20), il raddoppiamento fonetico distinguee il neutro:

    (29) m o ricordo = me lo ricordo, ricordo lui m o rricordo = me lo ricordo

    Si veda qualche esempio tratto dalla lista di proverbi:

    (30) A campana se cunosce da o ssun, lommo da o pparl. La campana si riconosce dal suono (lett. dal suonare), luomo dal modo di parlare Ma nella stessa lista non viene indicato il raddoppiamento per il femminile plurale:

    (31) A busca tne e gamme corte... La bugia ha le gambe corte Infine nel forum La Nostra Italia lo scrivente Antonio realizza graficamente il raddoppia-mento anche in altri contesti non rilevanti dal punto di vista morfologico, e questa sua scelta

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    personale dimostra quanto sia difficile realizzare una standardizzazione nella grafia; si veda qualche esempio dal forum

    (32) a che mmuorto o cumpariello nun simmo cchi cumpare da quando mort oil comparenon siamo pi compari 5. CONCLUSIONI Sebbene i materiali analizzati e presentati siano piuttosto diversi e non rappresentativi da un punto di vista quantitativo, alcune conclusioni di tipo riepilogativo vanno a questo punto trac-ciate. Innanzitutto lattestazione del napoletano in rete non sembra riflettere la vitalit di cui esso sembra invece godere nella realt, secondo la stima dei parlanti e quella dei dialettologi e so-ciolinguisti. Nel caso dei siti luso del dialetto sembra avere quel mero valore museografico e folcloristico di cui parla Berruto, il che, tra laltro, quanto spesso esplicitamente si propon-gono i siti. Luso del dialetto nel forum La Nostra Italia ha evidenziato occasionalmente un uso dinamico e pi naturale, cio pi simile alluso reale, orale, sebbene gli interventi regi-strati siano quasi tutti da ricondurre a un solo scrivente (Antonio). Sembrerebbe che il pro-blema dellaccesso alla rete abbia un effetto notevole nel determinare la presenza on line di una determinata variet linguistica. Un uso pi vitale e dinamico del dialetto, in questo caso il romanesco, si osserva nelle chat dei giovani (cfr. paragrafo 3.3.) dove per comunque abbiamo usi piuttosto limitati (parole i-solate o frasi di non pi di 4-5 parole) e perlopi in contesti ben delimitati (saluti). Per la questione della standardizzazione della grafia abbiamo osservato che nonostante si tratti di un problema ben noto agli studiosi e che in unottica di salvaguardia del dialetto andrebbe considerato primario, le oscillazioni sono notevoli, non solo rispetto alla tipologia di materia-li, ma anche nelle scelte di uno stesso scrivente. In merito alle funzioni comunicative per cui vengono usati i dialetti, oltre a quella museogra-fica, pi volte evocata, si osserva spesso un uso ludico dei dialetti, e lo si osserva soprattutto nelle chat (dove peraltro un comportamento e una finalit genericamente e globalmente ludici sono piuttosto comuni). Luso del dialetto serve anche a rafforzare lidentit personale e al tempo stesso si inquadra in una pi ampia tendenza nella rete al plurilinguismo (bench tal-volta si tratti di un plurilinguismo di superficie). La rete sembra incoraggiare gli interlocutori a usare lingue e dialetti per creare sentimenti di affinit o per coltivare conoscenza reciproca e accettazione della diversit. Lo si visto nellesempio (3) e nello scambio proposto in (19), dove il turno pi lungo in romanesco prodotto da uno scrivente milanese. Lultima questione sollevata, e cio se la presenza dei dialetti in rete contribuisca a collocare in modo pi preciso la scrittura elettronica nel continuum scritto - parlato, mi pare risulti piut-tosto problematica e resti fondamentalmente aperta. Il dialetto in rete oltre a costituire una ri-sorsa in parte sporadica e usata anche in modo talvolta convenzionale crea problemi agli uten-ti proprio per la resa grafica. Il dialetto una risorsa che va adattata dalluso orale ed forse questo che alla fine ne inibisce luso pi massiccio nella scrittura elettronica. Da casi come (18) in cui lenunciato in dialetto scritto senza separare le parole, come se si riproducesse una sequenza fonica, si pu per notare che anche se in modo impercettibile, una differenza di uso tra siti, forum e chat esiste. In queste ultime luso del dialetto risulta pi vicino a un uso reale e ci indirettamente mostrerebbe una maggiore vicinanza alloralit di queste forme di scrittura in rete.

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    Bibliografia Berretta, Monica. 1988. Variettenlinguistik des Italienischen / Linguistica delle variet. In Gunther

    Holtus, Michele Metzeltin, and Christian Schmitt (eds.) Lexikon der Romanistischen Linguistik. IV. Italienisch, Korsisch, Sardisch. Tbingen: Niemeyer. 762774.

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  • 18

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    del Mezzogiorno d'Italia. In Storia del Mezzogiorno, Vol. IX, Roma: Editalia. 631699.

  • 19

    Appendice Forum La Nostra Italia 1) Il padrino Come si dice dalle vostre parti? Una delle parole lombarde "Gudzz" o "guidazz" e "ghidss". Sono parole di origine germanca (cfr inglese godfather). Questa parola, fino agli anni '50 del secolo scorso, la si usava anche per rivolgersi al padrino, esatta-mente come pap o mamma. La madrina la si chianava "gudazza"

    07/09/ 2005 23:24:44

    2) Re: Il padrino [scrivente Antonio] Nel napoletano, il padrino o la madrina di battesimo o di cresima sono detti rispettivamente 'o cumpare e 'a cummara e conseguentemente il figlioccio o la figlioccia son detti 'o cumpariello e 'a cummarella e tra i genitori di detti figliocci ed i rispettivi cumpare si instauravano un tempo tali vincoli di affettuosa frequentazione al segno che allorch venisse meno tale vincolo affettivo si soleva commentare, do-lendosene, con l'espressione: 'a che mmuorto 'o cumpariello nun simmo cchi cumpare, che tradotto suona: da quando deceduto il figlioccio non siamo pi legati da vincoli affettivi, e ci naturalmente anche in senso figurato e non in presenza di un effettivo decesso, che al contrario, se fosse accaduto avrebbe di pi cementato l'amicizia tra 'e cumpare.

    08/09/2005 10:35:31

    3) Quello + soggetto in napoletano [scrivente Mario] Mi serve l'aiuto di qualche parlante napoletano/a (oppure campano/a). Sto scrivendo una grammatica storica del dialetto napoletano e mi sono imbattuto in un costrutto che non so spiegare del tutto. Il co-strutto in questione si vede in esempi quali (1)-(6) qui sotto: (1) Chillo patemo num vo capi' (2) Chillo 'o duttore sta aspettanno (3) Chillo papa' chesto vo' sentere! (4) Chella 'a guagliona s''a vevuta! (5) Chille, a chest'ora, 'e prufessure stanno dormenno (6) Chella mo' s'e' rott''a machina A quanto pare, in tali esempi il soggetto (patemo, 'o duttore, ecc.) verrebbe rafforzato dal dimostrativo precedente (chillo, chella). Comunque, il dimostrativo non forma un nesso col soggetto, come si vede in (5-6) dove i due non sono adiacenti. Ora, la mia domanda e' questa: Quando si usano tali frasi? In particolare, come si distinguono seman-ticamente tali frasi dalle loro corrispondenti senza dimostrativo (ossia (1a-6a)? (1a) Patemo num vo capi' (2a) 'O duttore sta aspettanno (3a) Papa' chesto vo' sentere! (4a) 'A guagliona s''a vevuta! (5a) A chest'ora, 'e prufessure stanno dormenno (6a) Mo' s'e' rott''a machina Non mi pare che i due tipi abbiano lo stesso significato. In particoalre, ho l'impressione che le frasi in (1a-6a) senza dimostrativo possono servire da risposte alla domanda 'Cosa succede/e' successo?' (Risposta: Patemo num vo capi'), mentre le frasi in (1-6) con dimostrativo risulterebbero piu' adatte come risposta alla domanda 'Perche' non puoi uscire? (Risposte: Chillo patemo num vo capi'). Inoltre, mi sembra che le frasi con dimostrativo vengano pronunciate piu' facilmente con un'intonazione e-

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    sclamativa/interrogativa (in quest'ultimo caso per marcare sorpresa, incredulita', ecc., p.es. Chillo 'e 'o guaio!). In ogni caso, gradirei qualsiasi suggerimento o commento sull'uso e sull'interpretazione di queste frasi con dimostrativo. Infine, dovrei aggiungere che e' anche possibile l'uso di tale dimostrativo con verbo impersonale (cfr. 7-9 sotto) dove manca ovviamente qualsiasi soggetto logico. Gradirei di nuovo qualsiasi suggerimento sull'uso e sul significato del dimsotrativo in queste frasi e come esse differiscono dalle frasi corrispon-denti senza dimostrativo: 7 Chello e' meglio a asci' cchiu' doppo 8 Chello fosse facele a prepara' 9 Chello chiove Grazie della vostra attenzione e aspetto con ansia le vostre risposte. Mario 07/09/2005 14:17:44 4) Quello + soggetto in napoletano [scrivente Antonio] Caro Mario vengo in tuo soccorso per quel che so e posso. Come certamente avrai gi dedotto da te, tutte le espressioni citate (sia quelle numerate 1 etc, che quelle num. 1a etc. nno tutte medesima valenza e possono essere usate le une in luogo delle altre atteso che il dimostrativo anteposto al sostantivo valore di iterazione rafforzativa di tutta la frase; grammaticalmente possiamo dire per es. che nella frase: chillo, patemo, nun v cap il vero soggetto della frase proprio chillo, mentre il patemo quasi funzione d'apposizione esplicativa di chi il chillo messo a far da soggetto; lo stesso dicasi per tutte le altre frasi da te richiamate;come avrai notato do-po il chillo iniziale buona norma mettere una virgola-pausa e poi l'apposizione seguita anch'essa da una virgola-pausa; da notare infine come nelle frasi impersonali dove non previsto un soggetto si deve usarel'aggettivo neutro sempre con funzione intensiva: ed in effetti in corretto napoletano non si pu dire: chillo, chiove, ma piuttosto chello, chiove, dove al chello fa seguito un sottinteso 'o cielo etc. Soddisfatto? Spero di s... Famme sap. Etienimi anche informato della tua nazionalit o (se italiano) regionalit.Saluti!

    07/09/2005 15:30:10

    5) Quello + soggetto in napoletano [scrivente Mario] Caro Antonio, Infinite grazie della tua risposta esauriente. La tua analisi di una struttura di tipo apposizionale mi sembra molto convincente. Un ulteriore chiarimento pero': come spiegheresti tu la differenz a semanti-ca tra frasi come (1-2) come dimostrativo 'neutro' e frasi quali (1a-2a) con dimostrativo maschile?: 1 Chello me fa male 'o pere 2 Chello s'era rutto 'o riloggio 1a Chillo me fa male 'o pere 2a Chillo s'era rutto ' riloggio Di nuovo, grazie dei tuoi preziosi commenti e magari ti posso chiedere ulteriori chiarimenti in futuro circa altre strutture man mano che la stesura della grammatica procede. Mario P.S. Sono inglese.

    07/09/2005 16:05:52

    6) Quello + soggetto in napoletano [scrivente Antonio]

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    caro Mario, circa il tuo nuovo interrogativo posso solo dirti che le frasi costruite con il dimostrativo neu-tro sono da non usare in quanto scorrette; i sostantivi di riferimento, infatti non sono neutri ma - non vorrei sbagliarmi - maschili e voglion quindi dimostrativi maschili, non neutri; Una curiosit: che ci fa un inglese con il napoletano? Ancora: sei un professionista o un dilettante. Te saluto e a risentirci. Antonio.

    08/09/2005 10:23:52

    7) Re: Quello + soggetto in napoletano Caro Antonio, Grazie di nuovo della tua risposta. I tuoi giudizi sono molto preziosi. Quanto alle coppie minime del ti-po 'chillo me fa male 'o pere' vs 'chello me fa male 'o pere', alcuni miei informatori hanno sottolineato una differenza semantica, ossia la prima frase viene usata in contesti dichiarativi (tipo 'Ched e'?' - Ri-sposta: 'Chillo me fa male 'o pere'), mentre la seconda viene adoperata solo in contesti esplicativi per dare una giustificazione (tipo 'Pecche' si' tricato?' - Risposta: 'Chello me fa male 'o pere'). Comunque, e' interessante notare che tale distinzione non e' condivisa da tutti i parlanti. Ti tolgo quindi la tua curiosita': che ci fa un inglese con il napoletano? Devo confessare che sono pro-fessore di linguistica romanza all'Universita' di Cambridge (specializzazione: morfosintassi), dove in-segno, fra altre cose, la dialettologia italiana. Il mio piu' recente progretto di ricerca e' questa gramma-tica storica del dialetto napoletano, per cui ti sto ammazzando con le mie domande. A proposito, altra domanda/quesito: qual e' la differenza semantica tra le frasi (1-3) e le frasi (1a-3a)? 1 cierti ammice d''e mieie 2 i' lejette tutte 'e libbre d''e suoie 3 telefonaje nu parente d''o nuosto (oppure d''e nuoste) 1a cierti ammice mieie 2a i' lejette tutte 'e libbre suoie 3a telefonaje nu parente nuosto Di nuovo grazie, e a presto Mario

    08/09/2005 12:27:09

    8) Re: Quello + soggetto in napoletano Caro professore, mi inorgoglisce molto il fatto che un semplice appassionato della lingua/dialetto di NAPOLI (sebbene lo studi da oltre 50 anni...)possa esser d'aiuto ad un cattedratico come te... E veniamo al tuo ultimo quesito che mi pare possa sciogliersi cos: le frasi elencate sub 1 ETC. contengono degli aggettivi possessivi che morfologicamente sono tali e correttamente sono vergati dopo il sostantivo di riferimente; le frasi elecante sub 1 etc. contengono in-vece quelli che a tutta prima paiono aggettivi partitivi, ma che in realt sono degli aggettivi sostantivati con funzione pronominale; spero di non averti deluso... e sebbene non ami l'Inghilterra e la sua lingua (per me) ostrogota mi auguro di poter continuare questo carteggio, magari usando il napoletano... Statte bbuono e a risentirci. antonio.

    08/09/2005 15:55:54

    9) Re: Quello + soggetto in napoletano Nel mio intervento delle 15:55 usato due volte l'indicazione 1 ETC., chiaro che la prima doveva essere 1a etc. e la seconda 1 etc. CHIEDO SCUSA, prufess, ma essendo reduce da un ictus, soffro di una emiparesi sn. che mi impe-disce d'usare al meglio la tastiera. Cu 'na bbona salute! antonio

    08/09/2005 16:03:58 - Ip: 85.18.14.12

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    10) Re: Quello + soggetto in napoletano Caro Antonio (ed altri contributori), Grazie della tua risposta. Ma quello che mi interessa maggiormente e' sapere se i due costrutti pos-sessivi hanno un significato (leggermente) diverso (p.es. qual' e' la differenza interpretativa tra 't'a-prpesento st'amico d''o mio' e 't'appresento st'amico mio'?), e se si usano anche in contesti diversi. Per esempio, mi sembra, ma potrei facilmente sbagliarmi qui, che il costrutto possessivo detto partiti-vo possa impiegarsi solo con sostantivi che fanno riferimenti ad oggetti concreti, animati e non, (tipo tavula, machina, butteglia, zio, fratemo cuggino, ecc, quindi: s'ha pigliato 'o ggiurnale (d''o) nuosto, parlaje cu nu zio (d''o) sujo, ecc.), ma non con sostantivi con riferimento astratto (tipo, suona strano, e ci vuole ), ne' con so-stantivi deverbali (esprimenti un'azione/attivita') (tipo, non , bensi' , non

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    Caro Antonio, Grazie di nuovo della tua utilissima interpretazione dei dati circa i possessivi napoletani, e chiedo scu-sa da parte dei miei antenati britannici per qualsiasi parte possano aver avuto nello smantellire quello che doveva essere sicuramente un Reame senza paragone. Non c'e' bisogno di predicare a uno che 'e gia' convertito! Tornando un secondo ai possessivi, sebbene sia d'accordo che un costrutto col possessivo partitivo al singolare (del tipo

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    LA SCERA ...la suocera Come si dice da voi? Ci sono detti particolari per questa figura cos caratteristica,controversa ecc. Fteme sap... Facteme sap... (alla Bracale) CORDIALMENTE N.

    07/09/2005 08:24:33

    17) Re: E la suocera? Come la mettiamo con la suocera? Cara Novella, abbocco all'esca tua riproponendo un articoletto ch'ebbi gi modo di pubblicare su que-sto forum; eccolo! SUOCERA E CONTORNI. Nella lingua nazionale, per indicare il genitore dello sposo o della sposa nei riguardi del coniuge esiste un solo termine ed suocero (a)formatosi su di un tardo latino soceoru(m)per il maschile ed un con-simile soceara(m)per il femminile. La lingua napoletana, molto pi attenta del toscano a sottigliezze emozionali due termini usati per distinguere la madre della sposa e quella dello sposo; A - con il termine SOCRA coniato sul classico latino socrus - us si indica la madre dello sposo per cui una donna per parlare della mamma del suo sposo dir screma (id est: la mia socra); B - uno sposo per indicare la mamma della sposa dir gnrema ( id est la mia gnora) dove GNORA sta per SI/GNORA; Nel parlato comune si cercato di dare il nome di mamma anche alla suocera, ma - come dicevo - il napoletano molto pi attento dell'italiano a talune sottigliezze emozionali per cui posto che - specie per il maschio napoletano - l'unica donna cui compete o possa competere il titolo di mamma la pro-pria genitrice diretta, ecco che il napoletano per significare la mamma della sua sposa ricorre al meno impegnativo e pi asettico SI-GNORA. saluti

    07/09/2005 10:43:25

    Chat room

    #Cyberchat 16/02/2004 `DreaM`WoRker`> hi caby magnate magnate.... annamoo va hahahaah la societ dei magnaccioni :P dei magnaccioni AuReTTa> xD hahaaha *** AuReTTa is now known as AuReTTa`CoLaZioNe`Cn`IX a nui ce piace er vino xDDDDDDDDDDDDDDD *** JaS`away is now known as JaSpeR * JaSpeR is back after 48m 40s

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    dov' iX de li castelliiiiiii XD eh lo so io xD sta a casa mia xD che questa zozza socit azz `DreaM`WoRker`> azz io non ho ancora capito di dove gigi....... -.- :P sta a casa tua ? si :D mi disse partiva ieri a magna pure lu eh infatti me lo sauti? sta qua ok :P we we salutami il collegaaaaaaaaaaa we we salutami il collegaaaaaaaaaaa XD ok :D skater io s il cordinatore del chan asp ve lo passo! dai dai *** AuReTTa`CoLaZioNe`Cn`IX is now known as IXLUPO passa il collega IX _ ciao ragaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bellaaaaaaaaaaaaaaa collegaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa collegaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa XD XD azz`DreaM`WoRker`> IXLUPO has identified for this nick `DreaM`WoRker`: Per identificarti a NickServ usa il comando /msg NickServ IDENTIFY password azz :D uhauhahahu ciaooooo sto qua a casa di aury :D LUPOOOOO ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu lupetto konnichi wa come vaaaa vera!ciao!!

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    IXLUPO> benissimo ...sto qua a roma! e a te? avete fottuto tutta la notte hahaa hahahaahha uauauauuauaua povera aury :D eh si :P hahahaa uahahah fai il romano vaje `DreaM`WoRker`> XD ahoooooooooo abbbbbbburiniiiiiiiiiiiii xD uahahahaaha uahahaha le molle del letto saranno saltate...... XD uahahaa aury mi sta insegnando tutto il romano dal vivo :PP bene daccene prova XD Skater> XD pure te vedo che lo stai parlando :p `DreaM`WoRker` ARGH CHI SEIII?? *_* ciao lupo :) s de roma vedi? io ce mankerebbe IXLUPOOOOOOOOOOOOOOO dopo ci vediamo lui l'amico mio :D aho c'e st ixlupo che sta a parl er romano che j'a insegnato aury ;* :P sallyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy :*********** IXLUPO> wewe nada baci we sally che aury me corca lo dico a aury XD XD ;_; ahahahahaha hahahaa sta qua vicino a me eh? lo so.....

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    rotfl *** Nangus is now known as Chinon8millimetri ecco appunto :D :D ma lei lo sa che sn bacini innocenti ciauuuuu Now On Air: Jukebot - Playing - Articolo 31 - Tranquifunky.MP3 [OnAir since: 22:59] - Estraradio la radio ufficiale di Azzurra IRC Network. Ascoltala subito digitando !ascolta in chat. ah non credo xD *** VerA is now known as vERa_OUt ma i genitori nn ci sono da aury ke fortuna eh no so usciti c' franco ma dorme:P e ci credo XD azz poi dopo esce pure lui quindi :D salutamelo ok! uahahaa uahahahah quindi si fa bum bum? XD eh :D wewew ma che bum bum fott fott XD chinotto ma che vuoi te? O_O sampellegrino _ uahahaaha uahahahah ciao ragaaaaaaaaaaaaaa vi saluto ciau sally ce sentimoooooooooooo we sally Sally_> si? ciao sally IXXXXXXX ciaooooooooooz saluta aury ok! skater *** Sally_ has left #cyberchat segaiolo ma lol uahahaha XD ixlupo fa i fatti eh we gigi okkio a non tornare in 3

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    XD ixlupo fa i fatti eh we gigi okkio a non tornare in 3 XD ci prover :P ix grattate le palle *** [^Celeron^] has joined #cyberchat *** ChanServ sets mode: +o [^Celeron^] uahahahaha * IXLUPO si gratta :P auuauauaahauauauauauaauhuah porta sempre bene DreaM`WoRker`> >XD XD o no skater sempre XD XD >:D uahahahah ix statte l e nun torna + certo che sto qua XD dopo se vedemo a roma? io te e aury bella z io s de roma (me l'ha insegnato lei XD) romano purosangue uahahahaa uahhahahah hai imparato bene abbbbbbbburino XDDDDD abbbburino a me nun me ce chiami vabb mo vado a magn abbbbbbbbbbbbbbbbello annamo a fa colazione io son di milano auz XD ahoooooooooooo a coattooooooooooooooooooooooooooooooo xD XD coattoneeee io vadooooo XD uahahahah skater and se vedemu besughi! :P ciao Skater! :D collegaaaaaaaaaaaaaaaaaaa XD

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    il collega uahaha ciauzzzzzzzzzz *** Skater has left #cyberchat uahahahhaha *** `DreaM`WoRker` is now known as DReAM`LoST`in`Breakfast *** IXLUPO is now known as AuReTTa`CoLaZioNe`Cn`IX *** {Link} has left #cyberchat *** Disconnected