famiglia & morale

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Famiglia e Morale Andrea Pedretti 731699 Dario Zampiron 760630 Stefano Todaro 761573 el 1990 io e il mio attuale marito non eravamo ancora sposati. Entrambi reduci da esperienze coniugali terminate con la decisione del divorzio, volevamo costruire un nucleo familiare nuovo svincolato da quel tipo di legame che in passato ci aveva portato al fallimento. Per questo motivo eravamo già genitori di due bambini. La primogenita in quell’anno era in età utile per l’iscrizione alla Scuola Materna, ma nel nostro paese i posti nelle strutture comunali erano esauriti; fummo pertanto costretti a rivolgerci ad un istituto privato di stampo cattolico gestito da suore. urante il colloquio per l’iscrizione la Sorella era molto socievole ed entusiasta, fin quando ci è stato chiesto il nostro stato civile. Una volta dichiarato il fatto che eravamo entrambi divorziati e non desiderosi di unirci nuovamente in matrimonio, i toni sono cambiati totalmente, divenendo freddi, distaccati e con un sentore di critica e indisposizione. opo un po’ di tempo trascorso in questo clima la mia piccola era ancora felice e spensierata, ma notavo che raramente mi raccontava di giochi fatti con gli altri bambini, era più presa dal gioco individuale e le volte che portava un amico a casa per passare del tempo insieme si potevano contare sulle dita di una mano. La situazione mi preoccupava, ma il momento in cui presi totalmente coscienza dell’enormità del problema che stava crescendo intorno a lei fu quando, un pomeriggio di gennaio, mi chiese con tono ingenuo ma molto turbato: “perché tu e il papà non siete sposati come tutti?”. Era evidente che la coalizione delle madri contro il mio stato familiare stava investendo anche i loro figli, e di rimando la mia bambina veniva vista come diversa, come “sbagliata”. La situazione era inaccettabile, e il contesto era troppo soffocante. Per il bene di mia figlia, mio marito e io decidemmo di sposarci. l nostro matrimonio, sebbene imposto, non modificò le nostre dinamiche familiari e, come volevasi dimostrare, migliorò drasticamente i rapporti sociali sia tra me e le altre madri che tra mia figlia e i suoi compagni. Le suore, soddisfatte del nostro gesto, si rivolgevano a me come se dal matrimonio in poi fossi stata investita da una maggiore coscienziosità, correttezza e lealtà verso il nucleo familiare quando, nei fatti, rimasi la stessa donna che ero prima del “Sì”. ll’avvio delle lezioni e nelle prime settimane ho tristemente notato come l’atteggiamento nei miei confronti, e alle volte nei confronti di mia figlia, era molto diverso rispetto a quello tenuto con le altre madri. C’era compassione e una punta di ostilità. Se l’atteggiamento delle insegnanti era comprensibile per via della loro dedizione verso il cattolicesimo, ciò che mi lasciò veramente di stucco fu notare che anche le altre madri mi escludevano ed evitavano. Più di una volta mi capitò di sentirmi osservata e giudicata. Io ero una donna matura e consapevole del mio status, questa discriminazione mi solleticava l’orgoglio senza però alterare i miei ideali; ciò che mi faceva veramente male era pensare alle conseguenze che tutto questo avrebbe potuto avere nella vita scolastica della mia bambina. d oggi sono molto felice della scelta fatta ventun’anni fa perché ha permesso ai miei figli di avere un‘infanzia “normale”, al pari dei loro coetanei. Tuttavia rimango dell’idea che l’amore che pervade una famiglia non convenzionale sia lo stesso che abbraccia una famiglia sposata. Sentirsi obbligati ad omologarsi per una miglior vita sociale è scorretto. Preistorico. Genitori non sposati quando la normalità era il matrimonio. Scuola privata gestita da suore. Distacco della suora durante il colloquio. Sguardo che divaga, tono che si allontana e raffredda. Disagio negli incontri con le altre madri, il loro atteggiamento di chiusura è palesato da linguaggio del corpo, mormorii e bisbigli spesso udibili nei momenti di incontro. esclusione e isolamento sia per madre che per figlia. Isolamento e ricerca di risposte per la percezione di diversità della propria famiglia. Preoccupazione e bisogno di migliorare la situazione. Omologazione del nucleo familiare, fine degli sguardi poco amichevoli, fine delle chiacchiere, reintegrazione. L’affetto in una famiglia tradizionale e in una famiglia non convenzionale è il medesimo. blablablablabla blablablablabla blablablablabla blablablablabla blablablablabla blablablablabla ? ...! situazione iniziale colloquio inizio scuola prime settimane quesito della figlia matrimonio situazione nale felicità apprensione amarezza situazione peggiore coppia scelta scuola pubblica no posti privata cattolica suore colloquio c o n t a t t o c o n frequenza giudizio bambini con genitori sposati suore figlia madre domanda timore matrimonio omologazione esclusione felicità madri sposate figli ? La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Art. 29 della Costituzione Italiana Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l'eventuale presenza di altri parenti. Sabatini Coletti Dizionario della Lingua Italiana O CASA NONNI FIGLI SICUREZZA STABILITÀ SO NE CONFORMITÀ CALORE AFFETTO AMORE N LEGAMI RADICI PERFEZIONE DIRITTI DOVERI RIMONIO CONFORMITÀ TRADIZIONE AFFETTO ONE DOVERI MATRIMONIO CALORE DIRITTI R DOVERIMATRIMONIO CASA NONNI FIGLI SICU OCIETÀ VALORI UNIONE CONFORMITÀ CALORE O PROTEZIONE LEGAMI RADICI PERFEZIONE AZIONE UNIONE MATRIMONIO CONFORMITÀ RFEZIONE FIGLI EDUCAZIONE NI AMORE RIMONIO DIRITTI CALORE RADICI SICUREZZ ORMITÀ PERFEZIONE TRADIZIONE CASA NONN TABILITÀ SOCIETÀ VALORI UNIONE CONFORM ORE NIDO PROTEZIONE LEGAMI RADICI PERF 83% MATRIMONI IN CHIESA FIGLI NATI DOPO IL MATRIMONIO 93% DONNE CHE LAVORANO 37% FAMIGLIE CATTOLICHE 92% FAMIGLIA TRADIZIONALE NEL 1990 L’uguaglianza di fronte alla legge deve rispettare il principio di giustizia, che esige che si tratti ciò che è uguale come uguale, ciò che è diverso come diverso [...] le unioni di fatto sono conseguenza di rapporti privati e su questo piano privato dovrebbero restare. nota del Consiglio Episcopale Permanente “Le unioni affettive diverse dal matrimonio sono una caricatura della famiglia.” Giovanni Paolo II, 27 gennaio 2003

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Analisi e risoluzione ludica di un luogo comune. Tavole A2 per stampa.

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Page 1: Famiglia & Morale

Famiglia e MoraleAndrea Pedretti 731699Dario Zampiron 760630Stefano Todaro 761573

el 1990 io e il mio attuale marito non eravamo ancora sposati. Entrambi reduci da esperienze coniugali terminate con la decisione del divorzio, volevamo costruire un nucleo familiare nuovo svincolato da quel tipo di legame che in passato ci aveva portato al fallimento. Per questo motivo

eravamo già genitori di due bambini. La primogenita in quell’anno era in età utile per l’iscrizione alla Scuola Materna, ma nel nostro paese i posti nelle strutture comunali erano esauriti; fummo pertanto costretti a rivolgerci ad un istituto privato di stampo cattolico gestito da suore.

urante il colloquio per l’iscrizione la Sorella era molto socievole ed entusiasta, fin quando ci è stato chiesto il nostro stato civile. Una volta dichiarato il fatto che eravamo entrambi divorziati e non desiderosi di unirci nuovamente in matrimonio, i toni sono cambiati totalmente, divenendo freddi,

distaccati e con un sentore di critica e indisposizione.

opo un po’ di tempo trascorso in questo clima la mia piccola era ancora felice e spensierata, ma notavo che raramente mi raccontava di giochi fatti con gli altri bambini, era più presa dal gioco individuale e le volte che portava un amico a casa per passare del tempo insieme si potevano

contare sulle dita di una mano. La situazione mi preoccupava, ma il momento in cui presi totalmente coscienza dell’enormità del problema che stava crescendo intorno a lei fu quando, un pomeriggio di gennaio, mi chiese con tono ingenuo ma molto turbato: “perché tu e il papà non siete sposati come tutti?”. Era evidente che la coalizione delle madri contro il mio stato familiare stava investendo anche i loro figli, e di rimando la mia bambina veniva vista come diversa, come “sbagliata”. La situazione era inaccettabile, e il contesto era troppo soffocante. Per il bene di mia figlia, mio marito e io decidemmo di sposarci.

l nostro matrimonio, sebbene imposto, non modificò le nostre dinamiche familiari e, come volevasi dimostrare, migliorò drasticamente i rapporti sociali sia tra me e le altre madri che tra mia figlia e i suoi compagni. Le suore, soddisfatte del nostro gesto, si rivolgevano a me come se dal matrimonio

in poi fossi stata investita da una maggiore coscienziosità, correttezza e lealtà verso il nucleo familiare quando, nei fatti, rimasi la stessa donna che ero prima del “Sì”.

ll’avvio delle lezioni e nelle prime settimane ho tristemente notato come l’atteggiamento nei miei confronti, e alle volte nei confronti di mia figlia, era molto diverso rispetto a quello tenuto con le altre madri. C’era compassione e una punta di ostilità.

Se l’atteggiamento delle insegnanti era comprensibile per via della loro dedizione verso il cattolicesimo, ciò che mi lasciò veramente di stucco fu notare che anche le altre madri mi escludevano ed evitavano. Più di una volta mi capitò di sentirmi osservata e giudicata.Io ero una donna matura e consapevole del mio status, questa discriminazione mi solleticava l’orgoglio senza però alterare i miei ideali; ciò che mi faceva veramente male era pensare alle conseguenze che tutto questo avrebbe potuto avere nella vita scolastica della mia bambina.

d oggi sono molto felice della scelta fatta ventun’anni fa perché ha permesso ai miei figli di avere un‘infanzia “normale”, al pari dei loro coetanei. Tuttavia rimango dell’idea che l’amore che pervade una famiglia non convenzionale sia lo stesso che abbraccia una famiglia sposata. Sentirsi obbligati

ad omologarsi per una miglior vita sociale è scorretto. Preistorico.

Genitori non sposati quando la normalità era il matrimonio.Scuola privata gestita da suore.

Distacco della suora durante il colloquio.Sguardo che divaga, tono che si allontana e raffredda.

Disagio negli incontri con le altre madri, il loro atteggiamento di chiusura è palesato da linguaggio del corpo, mormorii e bisbigli spesso udibili nei momenti di incontro. esclusione e isolamento sia per madre che per figlia.

Isolamento e ricerca di risposte per la percezione di diversità della propria famiglia.Preoccupazione e bisogno di migliorare la situazione.

Omologazione del nucleo familiare, fine degli sguardi poco amichevoli, fine delle chiacchiere, reintegrazione.

L’affetto in una famiglia tradizionale e in una famiglia non convenzionale è il medesimo.

blablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablabla

? ...!

situazione inizialecolloquio

inizio scuola

prime settimane

quesito della figliamatrimonio

situazione finale

felicità

apprensione

amarezza

situazionepeggiore

coppia

sceltascuola pubblica no

posti

privata

cattolica suore colloquio

conta

tto co

n

frequenza

giudizio

bambini con genitori

sposati

suore

figlia

madre

domanda

timore

matrimonio

omologazione

esclusione

felicità

madri sposate

figli

?La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Art. 29

della Costituzione Italiana

Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l'eventuale presenza di altri parenti. Sabatini Coletti

Dizionario della Lingua Italiana

MATRIMONIO CASA NONNI FIGLI SICUREZZA STABILITÀ SOCIETÀ VALORI UNIONE CONFORMITÀ CALORE AFFETTO AMORE NIDO PROTEZIONE LEGAMI RADICI PERFEZIONE DIRITTI DOVERI EDUCAZIONE UNIONE MATRIMONIO CONFORMITÀ TRADIZIONE AFFETTO PERFEZIONE FII EDUCAZIONE DOVERI MATRIMONIO CALORE DIRITTI RADICI SICUREZZA DOVERIMATRIMONIO CASA NONNI FIGLI SICUREZZA STABILITÀ SOCIETÀ VALORI UNIONE CONFORMITÀ CALORE AFFETTO AMORE NIDO PROTEZIONE LEGAMI RADICI PERFEZIONE DIRITTI DOVERIEDUCAZIONE UNIONE MATRIMONIO CONFORMITÀ TRADIZIONE AFFETTO PERFEZIONE FIGLI EDUCAZIONE NI AMOREDOVERI MATRIMONIO DIRITTI CALORE RADICI SICUREZZA DOVERIONFORMITÀ PERFEZIONE TRADIZIONE CASA NONNI FIGLI SICUREZZA STABILITÀ SOCIETÀ VALORI UNIONE CONFORMITÀ CALORE AFFETTO AMORE NIDO PROTEZIONE LEGAMI RADICI PERFEZIONE

83%MATRIMONI

IN CHIESA F I G L I N A T I D O P O I L

MATRIMONIO93%DONNE CHELAVORANO37%FAMIGLIE CATTOLICHE92%

FAMIGLIA TRADIZIONALE NEL 1990

“”

L’uguaglianza di fronte alla legge deve rispettare il principio di giustizia, che esige che si tratti ciò che è uguale come uguale, ciò che è diverso come diverso [...] le unioni di fatto sono conseguenza di rapporti privati e su questo piano privato dovrebbero restare. nota del

Consiglio Episcopale Permanente

“”

“Le unioni affettive diverse dal matrimonio sono una caricatura della famiglia.”

Giovanni Paolo II, 27 gennaio 2003

Page 2: Famiglia & Morale

Famiglia e MoraleAndrea Pedretti 731699Dario Zampiron 760630Stefano Todaro 761573

L’affetto in una famiglia tradizionale e in una famiglia non convenzionale è il medesimo.

Disagio negli incontri con le altre madri, il loro atteggiamento di chiusura è palesato da linguaggio del corpo, mormorii e bisbigli spesso udibili nei momenti di incontro. esclusione e isolamento sia per madre che per figlia.

blablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablablabla

Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l'eventuale presenza di altri parenti. Sabatini Coletti

Dizionario della Lingua Italiana

“”

coppia

sceltascuola pubblica no

posti

privata

cattolica suore colloquio

conta

tto co

n

frequenza

giudizio

bambini con genitori

sposati

suore

figlia

madre

domanda

timore

matrimonio

omologazione

esclusione

felicità

madri sposate

figli

?

Cortèsia:Un gioco per superare il pregiudizio e il luogo comune.Modalità di gioco: al giocatore vengono fornite 15 carte. Ogni carta rappresenta una tipologia di famiglia (famiglia tradizionale, coppia divorziata, coppia di fatto, genitore single, coppia omosessuale, coppia di etnia mista o straniera) ma non fornisce, in un primo momento, alcun dettaglio che vada oltre alla composizione familiare. Il giocatore è quindi invitato a scegliere 8 delle carte che tiene in mano e a posizionarle negli spazi vuoti del tabellone, che raffigura un quartiere residenziale. Il vincolo dato per la scelta delle carte da posizionare consiste semplicemente nell’invito a creare un quartiere che raggiunga il massimo livello di tranquillità e serenità al centro del tabellone (luogo dove, idealmente, si trova la casa del giocatore).

Una volta sistemate le 8 carte, il giocatore è invitato a girarle per poter leggere la descrizione delle famiglie e gli effetti che ogni famiglia ha sulla vita del quartiere.Se il giocatore ha distribuito le carte basandosi su stereotipi o peggio su discriminazioni (bassa fiducia negli stranieri? paura di possibili litigi delle coppie divorziate? discriminazione delle coppie omosessuali? pregiudizi sulla moralità di una ragazza madre?), privilegiando quindi il posizionamento di famiglie tradizionali e destinando le famiglie solitamente giudicate “problematiche” alle zone esterne, scoprirà che l’influenza più negativa sulla vita di quartiere è data proprio dalle carte delle famiglie tradizionali. Al contrario, tutte le altre famiglie apportano elementi positivi e/o piacevoli alla vita di quartiere.

L’obiettivo di questa esperienza è quindi quello di spingere alla riflessione un giocatore che agisca secondo criteri di chiusura mentale o superficialità, sottolineando al contempo un gran numero di aspetti positivi di cui le famiglie “diverse” possono essere portatrici.

giocatore con possibili

pregiudizzi

carte con diversi tipi di

famiglie

posizionamento dei vicini e dei

“lontani”

decisione data solo da idee

pregresse del giocatore

profili familiarisul retro delle

carte

quartiere mal assortito e poco

vivibile

riflessione sulle proprie scelte, cambia l’idea

pregressa

predilizione per le famiglie

tradizionali

discriminazione per le famiglie

“diverse”

fam.tradiziona-

le

genitoridivorziati

coppiaomosessua-

le

etnia diversa o

mista

genitore single

viene invitato a posizionare

ora può scoprire

non conosce

avrà

può scegliere

fra

La famiglia di questa storia non è sempre stata quella che si definirebbe una “famiglia tradizionale”: entrambi divor-ziati, (madre e padre) ebbero due figli senza essersi sposati.Nel 1990 iscrissero la primogenita in una scuola materna privata gestita da suore e cominciarono a sentirsi a disagio: erano considerati diversi, venivano sistematicamente esclusi ed evitati, con loro gli atteggiamenti erano freddi e distaccati non solo da parte delle insegnanti, ma anche dei genitori. Temendo ripercussioni sulla figlia, nel Gennaio del ‘91 decisero di sposarsi per garantirle un’infanzia priva di discriminazioni dovute al loro stato civile e quindi più serena. Da allora i rapporti con la scuola e la famiglia migliorarono perchè finalmente erano visti come una “famiglia tradizionale” o forse, per la prima volta, semplicemente una famiglia.

famiglia non tradizionale

diversità

confronto ricchezza(culturale)

novità

spontaneitàla coppia non ha forzature

sociali

originalità

opportunità

evoluzione

nuove strutture

sociali

mettersi in discussione

• arte• lingue• storia• folklore• gastronomia• filosofie di vita...

crescita personale

nuovi punti di vista

progresso

nascita di nuovi servizi

serenitàgenuinità

Pregiudizi e stereotipi Elementi positivi

Genitori divorziati

I genitori vengono considerati irresponsabili. Si crede che i figli vivranno la separazione in modo traumatico, con conseguenze sulla loro formazione.

La separazione risolve le tensioni familiari, riportando serenità nell’ambiente domestico.

Genitori non sposati

La famiglia nata fuori dal matrimonio è vista come instabile perché priva di vincoli.

Il rapporto non è forzato dal matrimonio ed è quindi sincero, testimoniando così la forza dell’unione anche se priva di un vincolo formale.

Pregiudizi di tipo razziale. Esclusione, paura, rifiuto.

Le famiglie multietniche hanno più elementi culturali da trasmettere ai propri figli, a partire dalla lingua. Rappresentano un punto di apertura a contesti internazionali.

I genitori dello stesso sesso sono considerati inadatti alla crescita di un figlio. La famiglia è considerata instabile, i genitori promiscui. Si critica la mancanza di un modello materno/paterno e si teme la trasmissione di valori immorali.

L’assenza di concepimento naturale obbliga il ricorso a tecniche di fecondazione assistita o all’adozione (all’estero). Il desiderio di famiglia deve quindi essere altissimo e garantisce la stabilità.

Una donna/ragazza madre è considerata incosciente, si tende a pensare che il figlio sia nato per irresponsabilità della madre e in assenza di un padre.

È un simbolo di forza ed indipendenza (deve gestire più ruoli e con maggiori difficoltà).

Genitori omosessuali

Genitori di etnia mista/straniera

Genitori single

Page 3: Famiglia & Morale

Il giocoFamiglia tradizionale

Coppia divorziata

Coppia di fatto

Coppia omosessuale

Coppia di etnia mista

Genitore single

Legenda delle carte:

Famigliala tua

Benvenuti a

Benvenuto a Cortèsia! In qualità di primo arrivato, hai diritto a scegliere i tuoi vicini di casa. Per farlo, prendi 8 delle 15 carte che ti sono state fornite, con accuratezza seleziona le famiglie che vorresti avere più vicine alla tua

abitazione e disponile negli spazzi vuoti del tabellone. Ricorda che ami la tranquillità e i vicini che scegli influenzeranno l'atmosfera del quartiere, ma

per selezionarli non potrai conoscere i loro profili fin da subito! solo quando avrai disposto tutte le carte potrai girarle e conoscere i tuoi vicini!