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Facoltà di Architettura Corso di laurea in Architettura UE a.a. 2009/2010 Corso di: Fondamenti di Urbanistica 1° anno 4 CFU Arch. Alessandra Barresi Coll. Arch. Elisabetta Amagliani Normativa e strumenti Normativa e strumenti Quadro normativo e strumentale Quadro normativo e strumentale

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Facoltà di Architettura

Corso di laurea in Architettura UE

a.a. 2009/2010

Corso di: Fondamenti di Urbanistica 1° anno 4 CFU

Arch. Alessandra Barresi

Coll. Arch. Elisabetta Amagliani

Normativa e strumentiNormativa e strumenti

Quadro normativo e strumentaleQuadro normativo e strumentale

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La nascita dell'urbanistica modernanascita dell'urbanistica moderna coincide con la rivoluzione industriale e i fenomeni sociali ed economici che modificano radicalmente il volto delle città e il rapporto tra città e campagna.

Lo sviluppo delle grandi città industriali è caratterizzato dal terribile degradodegrado delle condizioni di vita delle masse di terribile degradodegrado delle condizioni di vita delle masse di contadini inurbati

IN QUESTO MOMENTO STORICO SI TRASFORMA IN QUESTO MOMENTO STORICO SI TRASFORMA L'IDEA DI CITTÀ E IL RUOLO DELL'URBANISTA SI L'IDEA DI CITTÀ E IL RUOLO DELL'URBANISTA SI

RIDEFINISCE IN RAPPORTO CON LA NUOVA REALTÀRIDEFINISCE IN RAPPORTO CON LA NUOVA REALTÀ

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LE BASI DELL’URBANISTICA IN ITALIA E LA NASCITA DEL PIANO URBANISTICOLE BASI DELL’URBANISTICA IN ITALIA E LA NASCITA DEL PIANO URBANISTICOLE BASI DELL’URBANISTICA IN ITALIA E LA NASCITA DEL PIANO URBANISTICOLE BASI DELL’URBANISTICA IN ITALIA E LA NASCITA DEL PIANO URBANISTICO

l'urbanistica è una disciplinadisciplinaattiva che opera sul territorio in

vista di alcune necessità.

L’urbanistica moderna nasce come tentativo di dare L’urbanistica moderna nasce come tentativo di dare una risposta alle esigenze formali e funzionaliesigenze formali e funzionali, di organizzazione fisica organizzazione fisica e di organizzazione funzionaleorganizzazione funzionale, nate dall’impetuoso e distorto sviluppo capitalisti co.

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DALL’URBANISTICA ….AL GOVERNO DEL TERRITORIO

� La necessità di pianificare a una scala più ampiapianificare a una scala più ampia di quella associata alle formazioni urbane tradizionali

� L’affermarsi della coscienza di dover arginare gli effetti negativi arginare gli effetti negativi (e pervasivi) indotti dalle attività umane (inquinamento, consumo del suolo, perdita della biodiversità) hanno progressivamente dilatato il significato stesso dell’urbanistica.significato stesso dell’urbanistica.

L’URBANISTICA HA SUPERATO LA SUA CONNOTAZIONE L’URBANISTICA HA SUPERATO LA SUA CONNOTAZIONE FUNZIONALE Più CONSUETA FUNZIONALE Più CONSUETA DIDI ORGANIZZARE ORGANIZZARE RAZIONALMENTE LO SPAZIO DELL’RAZIONALMENTE LO SPAZIO DELL’UOMO………UOMO………

……PER……PER ORIENTARSI VERSO Più COMPLESSE ORIENTARSI VERSO Più COMPLESSE ATTIVITàATTIVITà DIDIGOVERNO, RESE INDISPENSABILI ANCHE DAI GOVERNO, RESE INDISPENSABILI ANCHE DAI

CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI NEL FRATTEMPO CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI NEL FRATTEMPO INTERCORSI.INTERCORSI.

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SOGGETTI, FUNZIONI E COMPETENZE NELLA PIANIFICAZION ESOGGETTI, FUNZIONI E COMPETENZE NELLA PIANIFICAZION E

PRINCIPALI ISTITUZIONI E RELATIVE COMPETENZE TERRITORIALI

SOGGETTI, FUNZIONI E COMPETENZE NELLA PIANIFICAZION ESOGGETTI, FUNZIONI E COMPETENZE NELLA PIANIFICAZION E

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ISTITUZIONI ELETTIVE E COMPETENZE TERRITORIALI (1)ISTITUZIONI ELETTIVE E COMPETENZE TERRITORIALI (1)

STATO Sino al 1972.Sino al 1972. Funzioni di controllo, di indirizzo e coordinamento della pianificazione territoriale degli enti locali e centrali sul territorio nazionale

REGIONI A partire dal 1972A partire dal 1972 . Competenze nella pianificazione territoriale

AREE METROPOLITANE A partire da1 1990A partire da1 1990. Competenze nella pianificazione territoriale (attribuite dallo Stato con legge n.142 dell’8.6.1990, salvo recepimento nella legislazione regionale)

A partire dal 1972A partire dal 1972 . Competenze nella pianificazione territoriale (attribuite dallo Stato con DPR n.8 del 15.1.1972). Funzioni di controllo, di indirizzo e coordinamento della pianificazione territoriale degli enti locali e centrali sul territorio regionale

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ISTITUZIONI ELETTIVE E COMPETENZE ISTITUZIONI ELETTIVE E COMPETENZE TERRITORIALI (2)TERRITORIALI (2)

PROVINCEA partire dal 1990A partire dal 1990. Competenze nella pianificazione territoriale (attribuite dallo Stato con legge n.142 dell’8.6.1990, salvo recepimento nella legislazione regionale)

COMUNICompetenze nella pianificazione del territorio comunale (salvo approvazione degli organi superiori: lo Stato sino al 1972, le Regioni dal 1972) e sub-comunale

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Fino alla Seconda guerra mondiale, in Italia non c’era una legge che definisce gli istituti, le procedure e i contenuti della pianificazione urbanistica.

Ogni volta che si riteneva necessario formare un piano urbanistico, si procedeva secondo regole e norme regole e norme

LA PIANIFICAZIONE IN ITALIA PRIMA DEL 1942LA PIANIFICAZIONE IN ITALIA PRIMA DEL 1942

urbanistico, si procedeva secondo regole e norme regole e norme stabilite caso per casostabilite caso per caso : generalmente, ogni piano veniva approvato con legge dello Stato.

Nel corso della seconda metà dell’Ottocento prevalevano i “piani d’ampliamento ”, relativi a singole zone d’espansione o alla valorizzazione tramite ristrutturazione di aree centrali.

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L’ISTITUTO NAZIONALE L’ISTITUTO NAZIONALE DIDI URBANISTICAURBANISTICAE LA LEGGE URBANISTICA 1150/42E LA LEGGE URBANISTICA 1150/42

L'Inu ha avuto un ruolo di grande rilievo per l’affermazione dell’urbanistica nella cultura, nella legislazione e (più limitatamente) nella prassi in Italia – viene fondato nel viene fondato nel gennaio del 1930 a conclusione del XII Congresso gennaio del 1930 a conclusione del XII Congresso Internazionale della Internazionale della FédérationFédération internationaleinternationale pour pour l'l'habitationhabitation etet l'l'aménagementaménagement dudu territoireterritoire (Roma)

Il comitato organizzatore decide di costituire un istituto di istituto di culturacultura che si proponesse “lo studio dei problemi tecnici, economici e sociali, relativi allo sviluppo dei centri urbani e l'esame delle questioni relative all'organizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici di carattere municipale”.

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La normativa urbanistica in Italia: una breve cronologiaLa normativa urbanistica in Italia: una breve cronologia

L.n.1150/1942 Legge urbanistica nazionale

L.n. 765/1967 La legge “ponte ” per la riforma urbanistica

D.I. n. 1444 del 2 aprile 1968

Standard Urbanistici

DPR 616/77 Trasferimento delle funzioni amministrative in materia urbanistica alle Regioni a statuto ordinario

L.n. 142/1990 La riforma degli Ee.Ll. conferisce alle province il L.n. 142/1990 La riforma degli Ee.Ll. conferisce alle province il compito di coordinare le trasformazioni territoriali nel PTC

Leggi Bassanini Le competenze in materia urbanistica vengono trasferite alle Regioni

Riforma del Titolo V della Costituzione

La nuova redazione del Titolo V (art. 117 e segg.) sancisce la “concorrenzialità” Stato - Regioni nella definizione del governo del territorio

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LA LEGGE 1150 DEL 1942 (LUN)LA LEGGE 1150 DEL 1942 (LUN)

La nuova legge urbanistica viene promulgata nell’agosto 1942nell’agosto 1942 .Attribuisce all’urbanistica i connotati del GOVERNO DEL GOVERNO DEL TERRITORIOTERRITORIO, non quelli dell’architettura su grande scala.

È in vigore da più di sessanta anni,sessanta anni, anche se dalla seconda metà degli anni Cinquanta è emersa la necessità di una riforma

Assume il concetto diINTEGRALITÀ DELLA DISCIPLINA URBANISTICAINTEGRALITÀ DELLA DISCIPLINA URBANISTICAINTEGRALITÀ DELLA DISCIPLINA URBANISTICAINTEGRALITÀ DELLA DISCIPLINA URBANISTICA

È necessaria la regolamentazione degli aggregati urbani e delle campagnedegli elementi strettamente planimetrici della città e di tutti gli altri elementi dell’attività urbana

L’URBANISTICA, INSOMMA, COME DISCIPLINA CHE SIL’URBANISTICA, INSOMMA, COME DISCIPLINA CHE SIESTENDE ALLA TOTALITÀ DEL TERRITORIO E DELLEESTENDE ALLA TOTALITÀ DEL TERRITORIO E DELLE

TRASFORMAZIONI CHE LO RIGUARDANOTRASFORMAZIONI CHE LO RIGUARDANO

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La legge urbanistica nazionale 1150 del 1942La legge urbanistica nazionale 1150 del 1942

La legge urbanistica nazionale definisce l’ordinamento statale

dell’urbanistica e della pianificazione del territorio e disciplina:

•L’assetto e l’incremento edilizio

•Lo sviluppo urbanistico del territorio

Finalità generaleFinalità generale

Strumenti e pianiStrumenti e piani

La legge definisce tre livelli per la pianificazionetre livelli per la pianificazione dell’uso del suolo

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La legge 1150/1942 prevede La legge 1150/1942 prevede Tre livelli di pianificazioneTre livelli di pianificazione

il livello territorialeterritoriale èè PTC(piano territoriale di coordinamento)

il livello intercomunaleintercomunale èè PIC

il livello comunale comunale èè PRG(piano regolatore generale comunale e

piano particolareggiato d’esecuzione PPE)

il livello intercomunaleintercomunale èè PIC(piano regolatore intercomunale)

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Generali

Piani regolatoricomunali

Piani territoriali di coordinamento

DISCIPLINA

URBANISTICA

comunali

intercomunali

Norme regolatricisulla attività

costruttiva edilizia

comunaliURBANISTICA

Particolareggiati

Licenza edilizia (concessione edilizia (10/77) e ora permesso di costruire)

Regolamento edilizio

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I livelli di pianificazione in Italia

Nazionale

A livello nazionale vengono normatenormate alcune tematiche e fornite linee linee guidaguida di indirizzo (Aree protette, incendi boschivi, ecc.). La pianificazione vera e propria è invece demandata alle Regioni La pianificazione vera e propria è invece demandata alle Regioni (dopo il 1972).(dopo il 1972).

Pianificazione territorialePianificazione territoriale

RegionaleRegionalePiano Territoriale di Coordinamento Regionale (PTCR)

ProvincialePiano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

ComunalePiano Regolatore Generale (PRG)

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I tre diversi livelli di pianificazionelivelli di pianificazione :

Piani quadro• Piano Territoriale di Coordinamento (PTC)Piano Territoriale di Coordinamento (PTC)

• Piano Paesistico (L. 431/’85)• Piano delle Comunità Montane

Piani GeneraliPiano Regolatore Generale (PRG)Piano Regolatore Generale (PRG)• Piano Regolatore Generale (PRG)Piano Regolatore Generale (PRG)

Strumenti attuativi• Piano Particolareggiato di Esecuzione (PPE)Piano Particolareggiato di Esecuzione (PPE)

• Piano di Zona (L. 167/’62)• Piano di Lottizzazione 765/’67)• Piano per Insediamenti Produttivi (L. 865/’71)• Piano di Recupero (L. 457/’78)

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LIVELLI E STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTIC A

MODELLO GERARCHICO MODELLO GERARCHICO DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA

TRADIZIONALETRADIZIONALE

1) livelli della pianificazione

2) Gli strumenti della pianificazione

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GLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONEGLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONEPROGRAMMAZIONEPROGRAMMAZIONE

PROGRAMMAZIONE URBANISTICA

STRUMENTI DIRETTORI VALIDI A TEMPO INDETERMINATO

PROGETTAZIONEPROGETTAZIONE

DEFINIZIONE DELL’ASSETTO DEL TERRITORIODEFINIZIONE DELL’ASSETTO DEL TERRITORIO

STRUMENTI REGOLATORI VALIDI A TEMPO INDETERMINATO

ATTUAZIONE

REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI

STRUMENTI ATTUATIVIVALIDI A TEMPO DETERMINATO

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COMPOSIZIONE DEL QUADRO PIANIFICATORIO COMPOSIZIONE DEL QUADRO PIANIFICATORIO

IN ITALIA IN ITALIA Piani territoriali di coordinamento:

PTCR, PTCP

Piani settoriali di area vasta:PARCHI, PAESISTICO,

DI BACINO, CAVE,D’AREA

Piano urbanistico alla scala “locale”:Piani settoriali di valenza

Piano urbanistico alla scala “locale”:

PRG

Piani settoriali di valenza locale:

PUT, ACUSTICO, ENERGETICO

Piani attuativi alla scala “locale”:

PPE

Piani attuativi settoriali di valenza locale:

PIP, PEEP, PdR

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Composizione del quadro Composizione del quadro pianificatoriopianificatorio in Italia in Italia Piani territoriali di coordinamento: PTR, PTCP, definiscono le linee strategiche di sviluppo e le zone vincolate

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Piani territoriali di coordinamento: PTR, PTCP, definiscono le linee strategiche di sviluppo e le zone vincolate

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Piani territoriali settoriali: di bacino , paesistici, parchi

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Piani territoriali settoriali: di bacino, paesistici , parchi

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Piani territoriali settoriali: di bacino, paesistici, parchi

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Piani settoriali di scala locale: energetico, traffico, acustico

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Un riepilogo: diversi tipi di pianiUn riepilogo: diversi tipi di piani

Possiamo distinguere i piani:

o Secondo il livello territorialelivello territoriale (es: comunale, provinciale, regionale, nazionale)

o Secondo che definisca l’insieme dell’ambito l’insieme dell’ambito amministrativoamministrativo cui si riferisce (piano generale ) o che attui amministrativoamministrativo cui si riferisce (piano generale ) o che attui il piano generale in riferimento a una determinata porzione compresa al suo interno (piano attuativo o esecutivo )

oSecondo che riguardi l’insieme degli aspettil’insieme degli aspetti che riguardano l’assetto del territorio (piano ordinario ) o che regoli un solo aspetto particolare (piano specialistico o di settore )

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FINALITA’ E CUORE DELLA LEGGE 1150/1942FINALITA’ E CUORE DELLA LEGGE 1150/1942

�Finalità della legge è la disciplina de “ll’assetto e ’assetto e l’incremento edilizio dei centri abitati e lo svilup po l’incremento edilizio dei centri abitati e lo svilup po urbanistico in genere nel territorio del Regnourbanistico in genere nel territorio del Regno”.

Tale disciplina “si attua a mezzo dei piani regolatori piani regolatori Tale disciplina “si attua a mezzo dei piani regolatori piani regolatori territoriali, dei piani regolatori comunaliterritoriali, dei piani regolatori comunali e delle norme norme sull’attività costruttivasull’attività costruttiva” .

�Il cuore della legge è il “piano regolatore generale piano regolatore generale comunalecomunale ” (Prg). Esso dev’essere esteso all’intero all’intero territorio comunaleterritorio comunale.

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IL PIANO REGOLATORE IL PIANO REGOLATORE IL PIANO REGOLATORE IL PIANO REGOLATORE GENERALEGENERALE

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IL P.R.G. IN ITALIA: CONTENUTI E DISEGNO IL P.R.G. IN ITALIA: CONTENUTI E DISEGNO DIDI PIANOPIANO

Stagioni dell’urbanistica

Il piano nell’immediatodopoguerra

Il piano nell’epoca della

Principali caratteri della pianificazione corrente

• Il problema principale è governare l’espansione• I centri storici sono un bene estetico, scarsamente tutelato• Scarsa o nulla attenzione alle zone non urbane• Zonizzazione funzionale• Previsione di grande sviluppo delle infrastrutture• Inquadramento territoriale• Piano dei servizi• Entra la pianificazione dei centri storici e la politica del recuperoIl piano nell’epoca della

riforma

Il piano dopo gli anniottanta

recupero• Scarsa o nulla attenzione alle zone non urbane• Razionale disegno delle infrastrutture• Zonizzazione per ZONE TERRITORIALI OMOGENEE(dopo il ’68)

• Inquadramento territoriale• Pianificazione dei centri storici e la politica del recupero anche extraurbano• Entra nel piano la problematica dell’ambiente• Entra nel piano la problematica della qualità e della trasformazione urbana• E’ ampiamente modificato il concetto di zonizzazione

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Il Piano Regolatore GeneraleIl Piano Regolatore Generale

Legge istitutivaLegge istitutiva

Soggetto competenteSoggetto competente

Finalità generaleFinalità generale

L.n. 1150/1942 (Legge Urbanistica nazionale)

Comune

Fissa le direttive generali direttive generali di sistemazione della totalità del totalità del

territorioterritorio di un Comune, al fine di garantire la funzione sociale funzione sociale

di cui all’art. 42 della Costituzione.

•Assicura la migliore composizionemigliore composizione urbana degli insediamenti

esistenti;

•Indica le future configurazionifuture configurazioni del territorio comunale.

Fissa, quindi, norme e prescrizioni norme e prescrizioni per attuare tali finalità.

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Elaborati principaliElaborati principali

••Relazione illustrativaRelazione illustrativa composta da:

•Descrizione del territorio comunale allo stato di fatto

•Definizione dei fabbisogni abitativi, economici e sociali

•Principi ispiratori e strategie generali da perseguire

••Elaborati grafici Elaborati grafici

Il Piano Regolatore GeneraleIl Piano Regolatore Generale

••Elaborati grafici Elaborati grafici

••Norme Tecniche d’AttuazioneNorme Tecniche d’Attuazione :

•Caratteri,

•Vincoli,

•Prescrizioni relative a IFF e destinazioni d’uso.

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Elaborati grafici di progetto :

• Schema regionale con l’indicazione della posizione e dell’importanza del Comune

Descrizione del territorio comunale allo stato di f attoDescrizione del territorio comunale allo stato di f atto• Planimetria in scala non inferiore a 1:10000 di tutto il territorio comunale con l’indicazione dello stato di fatto esistente

• Planimetria in scala non inferiore a 1:10000 con l’indicazione della rete• Planimetria in scala non inferiore a 1:10000 con l’indicazione della retestradale principale e delle altre vie di comunicazione

• Planimetrie particolari a scala maggiore là dove sia opportuno

ZoningZoning• Planimetria in scala non inferiore a 1:10000 (con la divisione delterritorio in zone, l’indicazione delle aree destinate agli spazi d’usopubblico, l’ubicazione degli edifici pubblici o d’uso pubblico, nonché degli impianti d’interesse collettivo)

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Procedura :

AdozioneAdozione – delibera del Consiglio Comunale (pubblicata all’albo pretorio inun giorno festivo) trasmessa al Comitato regionale di controllo con tuttigli elaborati

Pubblicazioneubblicazione – dopo la restituzione del Crc, deve essere depositato pressola segreteria comunale per 30 giorni consecutivi durante i quali chiunquepuò prenderne visione

Il Piano Regolatore GeneraleIl Piano Regolatore GeneraleProcedure di formazione e approvazioneProcedure di formazione e approvazione

può prenderne visione

Osservazioni Osservazioni – ci sono ancora 30 giorni (sono 60 in totale) per presentareosservazioni

ControdeduzioniControdeduzioni – il consiglio comunale esprime il proprio parere in meritoalle osservazioni (con apposita delibera)

Modifiche al Modifiche al PrgPrg – il consiglio comunale adotta con apposita delibera lemodifiche al Prg conseguenti l’accoglimento delle osservazioni

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Trasmissione alla RegioneTrasmissione alla Regione – inoltro alla Regione del piano adottato

ApprovazioneApprovazione – con decreto dalla Regione*

ModificheModifiche – la Regione può richiedere sostanziali modifiche. Il Piano vienerestituito al Comune che lo deve rielaborare entro 180 giorni. Condecreto di approvazione la stessa Regione può, sentito il Comune,apportare al piano le modifiche che non comportino sostanzialiinnovazioni e quelle che sono ritenute necessarie (rispetto del PTC;tutela del paesaggio e di complessi storici, monumentali, ambientali,archeologici; osservanza dei limiti e degli standard)archeologici; osservanza dei limiti e degli standard)

DepositoDeposito – dopo l’approvazione regionale, il PRG viene depositato presso ilComune in libera visione per tutta la sua durata

Prima dal Ministero dei Lavori Pubblici

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Decorrenza della validitàDecorrenza della validità ::Il PRG entra in vigore a partire dalla data di pubblicazione del decretoregionale di approvazione sul B.U.R.

Durata della validità:Durata della validità:Tempo indeterminato

Effetti:Obbligo all’osservanza, da parte dei proprietari degli immobili, di quantoindicato nel piano

Misure di salvaguardia:Misure di salvaguardia:A decorrere dalla data di adozione da parte del consiglio comunale scattanole misure di salvaguardia

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LE MISURE LE MISURE DIDI SALVAGUARDIASALVAGUARDIA

Fra ADOZIONE e APPROVAZIONEADOZIONE e APPROVAZIONE trascorre inevitabilmente un lasso temporale nel quale le trasformazioni del territorio comunale sono soggette al vecchio PRG, che resta in vigore fino all’approvazione del nuovo

POTREBBERO ESSERCI POTREBBERO ESSERCI PREVISIONI DEL PRGPREVISIONI DEL PRG

VIGENTE DIFFORMI RISPETTO AL VIGENTE DIFFORMI RISPETTO AL PRG IN ITINEREPRG IN ITINERE

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Il Sindaco ha la facoltà di sospenderesospendere ogni determinazione su richieste di licenza edilizia conformi al PRG vigen te ma difformirispetto al PRG in itinere (Lg1902/1952)

Le misure di salvaguardia decorrono dalladecorrono dalla data della deliberazione comunale di adozioneadozione per la durata di 5 anni dalla 5 anni dalla data di adozionedata di adozionedata di adozionedata di adozione

tale facoltà diventa un tale facoltà diventa un obbligo con la leggeobbligo con la legge

765/1967765/1967

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PIANO REGOLATORE GENERALE PIANO REGOLATORE GENERALE INTERCOMUNALEINTERCOMUNALE

ContenutiContenuti ::Gli stessi del PRG

Istituzione e formazione:Istituzione e formazione:Istituzione e formazione:Istituzione e formazione:- Facoltà della Regione- Iniziativa dei Comuni

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ProcedureProcedure ::

AdozioneAdozione – piano comunicato ai sindaci dei Comuni interessati perchépredispongano la sua adozione

PubblicazionePubblicazione – il Comune che si impegna a redigerlo deve curare lapubblicazione presso tutti gli altri Comuni compresi nel territoriopubblicazione presso tutti gli altri Comuni compresi nel territorioConsiderato

OsservazioniOsservazioniControdeduzioniControdeduzioniApprovazioneApprovazioneDecorrenza e durata della validità, effettiDecorrenza e durata della validità, effettiMisure di salvaguardia, attuazione, variantiMisure di salvaguardia, attuazione, variantiElaborati di progettoElaborati di progetto

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PROGRAMMA PROGRAMMA DIDI FABBRICAZIONEFABBRICAZIONE

FinalitàFinalità ::Disciplinare, congiuntamente al Regolamento Edilizio di cui è parteintegrante, l’attività urbanistica ed edilizia comunale in assenza di PRG.

Contenuti:Contenuti:Contenuti:Contenuti:Esso deve indicare• I limiti di ciascuna zona secondo le delimitazioni in atto• I tipi edilizi propri di ciascuna zona• Le eventuali direttrici di espansione

Competenze per la formazione:Competenze per la formazione:Comune

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Poteri sostitutivi per la formazione:Poteri sostitutivi per la formazione:In caso di inadempienza da parte dei Comuni obbligati alla formazione delPRG, la Regione nomina un commissario per la designazione deiprogettisti ovvero per la formazione e per l’adozione del piano

Procedure:Procedure:• AdozioneAdozione – delibera del Consiglio Comunale

• ApprovazioneApprovazione – con decreto dalla Regione• ApprovazioneApprovazione – con decreto dalla Regione

• ModificheModifiche – la Regione può richiedere modifiche “indispensabili”. Lemodifiche vengono comunicate al Comune che entro 60 giorni adotta leproprie controdeduzioni con delibera consiliare (che viene trasmessaalla Regione, la quale adotta provvedimenti di sua competenza entro 90giorni.

• Deposito Deposito – dopo l’approvazione regionale, il PdF viene depositatopresso il Comune in libera visione per tutta la sua durata

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Decorrenza della validità:Decorrenza della validità:Il PdF entra in vigore a partire dalla data di pubblicazione del decreto regionale di approvazione sul B.U.R.

Durata della validità:Durata della validità:Tempo indeterminato

Effetti:Effetti:Obbligo all’osservanza, da parte dei proprietari degli immobili, di Obbligo all’osservanza, da parte dei proprietari degli immobili, di quanto indicato nel piano

Misure di salvaguardia:Misure di salvaguardia:A decorrere dalla data di adozione da parte del consiglio comunale scattano le misure di salvaguardia

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AttuazioneAttuazione ::• Rilascio di concessioni singole in generale• Piani attuativi d’iniziativa privata (lottizzazioni convenzionate, piani direcupero)• Piani attuativi d’iniziativa comunale (Peep, Pip, ecc.)

Varianti:Varianti:Le varianti al PdF, da autorizzarsi preventivamente dalla Regione, a Le varianti al PdF, da autorizzarsi preventivamente dalla Regione, a meno di quelle che non costituiscano sostanziale modifica, o che sonofinalizzate all’adeguamento agli standard urbanistici, sono approvatecon la stessa procedura del programma.

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Elaborati tecniciElaborati tecnici ::• Planimetria in scala non inferiore a 1:5000 in cui sia indicata ladelimitazione delle singole zone nelle quali potrà essere consentita la fabbricazione

• Tabella in cui siano precisate le caratteristiche inerenti ciascun tipoEdilizioEdilizio

• Relazione nella quale siano illustrati i criteri in base ai quali è statoredatto il programma

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REGOLAMENTO EDILIZIOREGOLAMENTO EDILIZIO

Finalità :• Ordinato sviluppo edilizio dell’abitato sia riguardo la funzionalità che l’estetica e l’igiene

• Contemperamento degli interessi privati che possono • Contemperamento degli interessi privati che possono trovarsi incontrasto, mediante la disciplina del vicinato Il RE è un corpo di norme che mirano alla regolamentazione di ogni settore direttamente connesso con l’attività di fabbricazione e con l’ordinato sviluppo nell’ambito del Comune

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Gli strumenti della Gli strumenti della pianificazionepianificazionepianificazionepianificazione

urbanistica attuativaurbanistica attuativa

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La famiglia dei piani particolareggiati esecutiviLa famiglia dei piani particolareggiati esecutivi

Contenuti obbligatoriContenuti obbligatori

I piani particolareggiati per definizione dell’art. 13 della LUN devono contenere il dettaglio esecutivo fin nella definizione dei volumi. Sono contenuti obbligatori:

•l’indicazione delle reti stradalireti stradali e dei dati altimetrici della zona;

•la determinazione

•delle masse e delle altezzealtezze delle costruzioni lungo gli assi •delle masse e delle altezzealtezze delle costruzioni lungo gli assi principali e le piazze,

•degli spazi riservatispazi riservati ad opere ed impianti di interesse pubblico,

•delle demolizionidemolizioni e ricostruzioniricostruzioni ,,

•della suddivisione degli isolati in lotti fabbricabililotti fabbricabili ,,

•delle zone di rispettozone di rispetto e i distacchi dalle opere e dagli impianti di interesse comune.

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Contenuti della Legge Urbanistica, 1150/1942Contenuti della Legge Urbanistica, 1150/1942Sezione IISezione II

Art.13. Piano particolareggiatoPiano particolareggiato :� planivolumetrico� spazi pubblici� edifici da demolire, bonificare, restaurare� isolati in lotti fabbricabili� elenchi catastali delle proprietà da � elenchi catastali delle proprietà da

espropriare/ vincolare� opere pubbliche

Art.16. Approvazione del Piano particolareggiato Approvazione del Piano particolareggiato equivale a dichiarazione di pubblica utilità delle o pere equivale a dichiarazione di pubblica utilità delle o pere ivi previste ivi previste

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IL PIANO PARTICOLAREGGIATOIL PIANO PARTICOLAREGGIATO

Il Piano Particolareggiato Piano Particolareggiato è dunque il primo Strumento attuativo primo Strumento attuativo introdotto dalla Legge Urbanistica del ‘42 che ne stabilisce i contenuti (relazione illustrativa, norme di attuazione, schemi distributivi planivolumetrici, piano finanziario, etc.)

Nell’ipotesi del legislatore il P.P. avrebbe dovuto essere “l’unico strumento di attuazione ” del PRG, limitando a casi sporadici l’utilizzo strumento di attuazione ” del PRG, limitando a casi sporadici l’utilizzo della licenza edilizia licenza edilizia diretta.

In pratica l’utilizzo del P.P. di iniziativa pubblica è stato abbastanza è stato abbastanza limitatolimitato a causa soprattutto delle difficoltà gestionalidifficoltà gestionali legate ai procedimenti di esproprioesproprio e agli adempimenti richiesti per le pubbliche amministrazioni.

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PIANO PARTICOLAREGGIATO (PIANO PARTICOLAREGGIATO (PpPp))FinalitàFinalità ::Finalità del Pp è quella di definire e attuare le previsioni del PRGper determinate zone scelte dal Comune in relazione alprogramma e alla gradualità, stabiliti nel Prg stesso, o dai Ppa.

Contenuti :Nel Pp devono essere indicati e determinati:a) La rete stradaleb) I dati altimetrici principali;c) Le masse e le altezze lungo le strade principali o piazze;c) Le masse e le altezze lungo le strade principali o piazze;d) Gli spazi riservati ad opere o impianti d’interesse pubblico;e) Gli edifici destinati a demolizioni o ricostruzioni;f) La suddivisione di isolati in lotti fabbricabili;g) Gli elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare;h) La profondità delle zone laterali ad opere pubbliche;i) Gli spazi eventualmente riservati ai centri commerciali all’ingrosso e al dettagli

Competenza per la formazione:Competenza per la formazione:La formazione del Pp è a cura del Comune.Facoltà della RegioneÈ facoltà della Regione prefiggere un termine per la compilazione dei Pp

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Procedure:Procedure:

Adozione e pubblicazione. OpposizioneAdozione e pubblicazione. Opposizione - Per l’adozione e la pubblicazionedel Pp valgono le stesse modalità da applicarsi al PRG, con ladifferenza che in sede di pubblicazione possono essere presentate, oltrealle osservazioni da parte di enti, anche opposizioni da parte diproprietari di immobili.ApprovazioneApprovazione - Il Pp è approvato dalla Regione entro 180 giorni dallatrasmissione.Opposizione. ModificheOpposizione. Modifiche - Con il decreto di approvazione sono decise leopposizioni e sono introdotte nel piano le modifiche, riconosciuteindispensabili per assicurare: l’osservanza del PRG; il conseguimentodelle finalità; la dotazione dei servizi e spazi pubblici adeguati allanecessità della zona.

Comunicazione delle modifiche al ComuneComunicazione delle modifiche al Comune - Le eventuali modificheintrodotte dalla Regione con l’atto d’approvazione sono comunicate alComune. L’Ente entro 90 giorni dalla comunicazione delle modifiche,adotta le proprie controdeduzioni che devono essere inviate neisuccessivi 15 giorni alla Regione.Deposito e notifica ai proprietariDeposito e notifica ai proprietari - Il decreto d’approvazione del Pp deveessere depositato presso la segreteria comunale in libera visione.

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Valore dell’approvazione:Valore dell’approvazione:L’approvazione del Pp equivale a dichiarazione di pubblica utilità per leopere in esso previste.

Tempi di attuazione:Tempi di attuazione:Con il decreto d’approvazione è fissato il tempo entro il quale il Pp deveessere attuato (non maggiore di 10 anni) ed i tempi entro cui devonoessere compiute le espropriazioni.

Validità:Validità:Trascorsi i tempi per l’attuazione del Pp, esso diventa inefficiente per leparti non attuate, rimanendo fermo a tempo indeterminato l’obbligo alrispetto degli allineamenti stabiliti per gli edifici da costruire o damodificare.

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Elaborati di progettoElaborati di progetto ::Gli elaborati di progetto devono essere costituiti dai seguenti elementi:a) Planimetria delle previsioni di PRG, relativa alla zona di Pp

b) Planimetria del Pp su mappa catastale contenente: strade e spazi riservati alla viabilità, aree riservate a edifici da assoggettare a particolari servitù, aree destinate alla normale edificazione

c) Planimetria contenente la lottizzazione delle aree edificabili o l’indicazione dei comparti edificatori da ricostruire in unità edilizie

d) Tavola o altro elaborato contenente: caratteristiche edilizie; natura e portata d) Tavola o altro elaborato contenente: caratteristiche edilizie; natura e portata delle limitazioni e vincoli previsti dal piano

e) Grafici non inferiori a 1:200 indicanti: profili regolatori altimetrici dell’edilizia; tipi architettonici degli edifici, sezione tipo delle sedi stradali, tipi di alberatura da adottare in particolari località

f) Elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare

g) Relazioni di previsioni di massa delle spese necessarie per l’acquisizione delle areeh) Relazione illustrativa dei criteri d’impostazione del piano