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Etica in odontoiatria caposaldo della professione Aio: «la sola abilità clinica non è sufficiente a raggiungere la vera eccellenza professionale» Anno VI Numero 12/2011 PIERLUIGI DELOGU, Presidente AIO Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Ristrutturare lo studio Centri d’eccellenza Meeting News SPECIALE Laser

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Etica in odontoiatriacaposaldo della professioneAio: «la sola abilità clinica non è sufficiente a raggiungere la vera eccellenza professionale»

A n n o V I N u m e r o 1 2 / 2 0 1 1

PIERLUIGI DELOGU, Presidente AIO

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it

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Presidente, è d’obbligo ini-ziare col chiederle quali pre-rogative contraddistingue-ranno la sua presidenzadell’Aio e quale mission in-tende perseguire durante ilsuo mandatoCreare una nuova immaginedell’Aio, fondata sui principiche sono stati da sempre glielementi identificativi che cihanno contraddistinto nelleproposte politiche. In questitre anni di mandato abbiamo,con il gruppo dirigente, im-postato una serie di iniziativeinnovative che daranno unaspinta propulsiva al concettodi appartenenza a un gruppoben identificabile, che siastrutturato su validi e chiariprincipi, al fine di proporreun’odontoiatria proiettata nelfuturo. Per questi obiettivi abbiamovoluto rinnovare il logo estiamo lanciando su scala na-zionale una campagna di sen-sibilizzazione della popola-zione che ci vede protagonistinel prospettare una nuovachiave di lettura della saluteorale e della professioneodontoiatrica.

A proposito del vostro re-cente congresso politico daltitolo «Etica in odontoia-tria», quali sfide legate all’e-tica e alla deontologia pro-fessionale attendono l’odon-toiatra nel futuro?Ecco, proprio con il primocongresso politico abbiamovoluto dare un segnale forteper proporre delle idee cheescano fuori dai soliti clichè eche rappresentino un labora-torio politico per la professio-ne, all’interno del quale l’Aiovuole svolgere un ruolo diprimo piano. Etica e deontologia possonosembrare temi obsoleti nel-l’ottica di una proposta pro-fessionale che molti vorreb-bero sbilanciare verso un’atti-vità imprenditoriale soggettasolo alle logiche commerciali.Proprio su questo aspetto ci

siamo rivolti ai 57mila denti-sti italiani e soprattutto ai 56milioni di potenziali pazientiitaliani. Quali valori pensiamo sianopiù importanti per garantirela salute orale dei cittadini?Siamo disposti a mettere inprimo piano il miraggio diuna prestazione scontata inconfronto a un rapporto di fi-ducia che si basa su una co-noscenza personale e chemette al primo posto l’atten-zione al paziente nella sua in-terezza? Questi sono concettietici, a differenza dei concettimorali che non sono altro chel’esaltazione delle regole fini asé stesse, vedi Iso 9001.

In un’epoca in cui tutto sem-bra orientato verso il profit-to, c’è il concreto rischio cheanche l’odontoiatria vengapercepita come uno meroscambio di produzione e diservizi, conferendo alla pro-fessione una forte improntacommerciale. Crede che l’o-dontoiatria debba riappro-priarsi di una dimensioneeticamente più alta?Come ho già detto, assoluta-mente si! È l’unica via di sal-vezza per una professione cheabbia a cuore gli interessi col-lettivi e anche un alto sensodi dignità professionale. Gliesempi degli ultimi mesi det-

tati dalle derive commercialiche vogliono coinvolgere l’o-dontoiatria sono sotto gli oc-chi di tutti. Premetto che, in un’ottica pu-ramente commerciale dellaprofessione, non saremo piùnoi gli attori della stessa, matutto verrà veicolato dai de-tentori dei grossi capitali eperciò orientato verso il pro-fitto/prodotto con un unicoobiettivo: il massimo del ri-sultato economico.In questo sistema vediamocome sia asimmetrico il rap-porto tra cittadino e bisognodi prestazione odontoiatrica,esemplificato da alcune pro-poste sul web attraverso lequali con il sistema di “astepromozionali” si vendono te-rapie prima ancora che il cit-tadino si trasformi in pazien-te, e cioè prima di aver effet-tuato una visita e ricevutouna diagnosi appropriata peril suo caso specifico.

È sbagliato secondo lei so-stenere che eccellenza pro-fessionale equivale ad eticaprofessionale?L’etica professionale è il re-quisito fondamentale per ar-rivare all’eccellenza nella pro-fessione, perché non si deveconfondere l’abilità clinicacon la capacità di dare al pa-ziente la migliore prestazio-ne. Questo principio è statoribadito da tutti i relatori in-tervenuti al congresso politi-co Aio, i quali hanno volutochiarire che il momento piùimportante della nostra pro-fessione è rappresentato dalrapporto con il paziente edalla trasparenza dei principiche regolano tale “alleanza te-rapeutica”.

È un concetto per il quale sial’odontoiatra sia lo stesso pa-ziente partecipano insiemeper ottenere un obiettivo cheè il raggiungimento della sa-lute orale.

Il giovane professionista ap-pena laureato e l’odontoia-tra con esperienza vivono einterpretano allo stesso mo-do i principi etici della pro-fessione?Sono convinto che anche lenuove generazioni di odon-toiatri si debbano appropria-re di tali principi per averedelle reali prospettive nel fu-turo, e coloro che capirannoquesto modo di affrontare laprofessione risulterannoodontoiatri vincenti. Cercare scorciatoie che ceda-no alle lusinghe di un’occupa-zione facile, e a volte mal re-tribuita, non dispensa dallegrandi responsabilità che ilnostro lavoro comporta e inaggiunta porta a una frustra-zione per non poter compierela propria opera in piena au-tonomia intellettuale.

A proposito dell’impiego dimoderne tecnologie e di-lemmi etici, cosa possiamodire?Sono un pragmatico e forte-mente ancorato ai concettidella scienza. Per questo riaf-fermo il fatto che tutte le in-novazioni devono essere soli-damente vagliate attraverso laricerca prima di essere utiliz-zate nella pratica clinica. Dobbiamo fare attenzione anovità tecnologiche che nonabbiano tali requisiti, ma allostesso tempo non vedo limiti,se non filosofici, all’applica-

<<

Quando l’aggiornamento

ha voglia di libertà

3 <<

L’obbligo della formazione continua per tutti gli ope-

ratori della sanità è operativo dal 2002: a quasi dieci

anni di distanza dal primo programma nazionale

Ecm, il bilancio non sembra molto positivo. Su oltre

un milione di soggetti che avrebbero dovuto conse-

guire almeno 35 crediti formativi l’anno, la stima per il

2011 indica che solo in 600mila soddisferanno il loro

debito formativo. Gli altri 400mila o non si sono ag-

giornati o hanno conseguito molti meno crediti del

dovuto.

Nel settore odontoiatrico, che è quello che ci interes-

sa, sono molti i professionisti che non rispettano l’ob-

bligo di aggiornarsi, o per meglio dire non lo fanno

secondo le regole del programma Ecm. Che cosa

dedurne? Forse che gli odontoiatri sono meno inte-

ressati di altri alla salute del paziente o al buon suc-

cesso della pratica professionale? No di certo.

Al contrario, badano alla sostanza e partecipano a

corsi soltanto quando sono davvero utili, senza

preoccuparsi troppo della burocrazia.

Eppure anche quest’anno a Cernobbio la Conferenza

nazionale Ecm ha fatto un gran parlare di provider e

di conflitto d’interessi: niente da dire, tema scottante

quando investe le sponsorizzazioni dei corsi e del re-

sto inevitabile, dal momento che circa il 70% dei pro-

vider sono privati e operano, evidentemente, in vista

di un legittimo profitto.

Numerose le soluzioni proposte per rendere asettica

la situazione, finendo per escogitare e proporre trian-

golazioni e partnership più o meno brillanti tra provi-

der, società scientifiche e aziende sponsor, in un cli-

ma che, alla fine, sembra più di elusione che di pro-

gettazione formativa.

Eppure il ruolo giocato dalle aziende sponsor può es-

sere pacificamente letto come un arricchimento in

termini di esperienza e competenze specifiche, so-

prattutto alla luce dell’evoluzione fortemente tecnolo-

gica della medicina, che nella formazione del “saper

fare” non può fare a meno dell’addestramento appli-

cativo: e quest’ultimo, sul campo pratico, è quasi im-

prescindibile dal know how di chi, per esempio, ha

ideato un sistema, fatto ricerca su un prodotto, su una

diagnostica o su un principio attivo.

E così, anche quest’anno, a Cernobbio si è fatto un

gran parlare di sponsorizzazioni, giri di denaro e futu-

ri più o meno stringenti controlli sui provider, ignora-

no di fatto di approfondire il tema – tutt’altro che se-

condario – della titolarità del progetto formativo, che

è proprio in capo ai provider stessi.

Che importa se i provider sono agenzie di viaggio

convertitesi a nuova attività, piuttosto che editori di

cataloghi fieristici in cerca di nuove sponde? Sembra

che l’importante sia stabilire regole certe, e seguirle

con altrettanta cieca certezza.

Francamente, mi sono un po’ stancato di ascoltare

ogni anno la favola della pulizia morale, cui segue l’e-

lenco dei possibili eventi negativi in cui incorrerà chi

sgarra: preferirei sentir parlare di contenuti, di proget-

ti, di qualità effettiva. La qualità, nel mondo reale, tal-

volta non è accompagnata dall’asetticità più comple-

ta ma certamente è sempre unita all’esperienza, al

confronto tra competenze, alla partecipazione di atto-

ri diversi che, con differenti contributi, costruiscano

insieme conoscenza onesta e fattiva.

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Un «laboratorio politico»per rilanciare l’odontoiatriaDal primo congresso politico dell’Associazione italiana odontoiatri arrivanoimportanti messaggi etici, il richiamo a una maggiore dignità professionalee senso di responsabilità verso la comunità dei pazienti

<< PRIMA PAGINA

Durante il primo congresso politico dell’Associazione italiana

odontoiatri (Aio), tenutosi in ottobre a Roma a margine dell'ul-

timo International Expodental, si è dibattuto a proposito degli

aspetti cruciali della deontologia professionale che coinvol-

gono l’odontoiatria italiana.

Italian Dental Journal ha intervistato il dottor PPiieerrlluuiiggii DDeelloogguu,

eletto lo scorso gennaio alla presidenza dell’Associazione.

> Una fase del primo congresso politico Aio

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zione di innovazioni clinicheche portino a reali migliora-menti nell’ottenimento dei ri-sultati per i pazienti.

Il rispetto del codice eticopuò consentire di evitare irischi di malpractice?I rischi di malpractice sonoinsiti nella professione chesvolgiamo perché essa è lega-ta alla enorme variabilità in-dividuale; tali rischi possonoessere ridotti con l’ausilio diparticolari atti di controllo,ma non possono essere elimi-nati del tutto. È la realtà dellabiologia umana!Attraverso il codice etico, d’al-tra parte, possiamo senz’altroeliminare la “sete” di conten-zioso dei pazienti e diminuirela loro litigiosità. Il riconosci-mento del rispetto dei valorietici da parte dei pazienticonsente di creare un’“allean-za terapeutica” con il proprio

curante che porta a un per-corso comune e condiviso chepresenta in modo trasparenteanche i rischi insiti nel per-corso terapeutico. In questadirezione abbiamo lanciato,in occasione del congresso,una campagna di informazio-ne rivolta ai cittadini che in-tende promuovere questiaspetti con un linguaggiocomprensibile per tutti.

Puntare sulla propria eticaprofessionale per vincere lacrisi, è possibile?Voglio essere un tantino pro-vocatorio e chiedo: «di qualecrisi si parla?»È indubbio che ci sia una si-tuazione generale, con di-mensioni extra nazionali, checi presenta una situazionecritica e che richiede una re-visione delle regole di gestio-ne complessiva degli Stati pergarantire una sostenibilità del

sistema economico. Se si analizza la nostra pro-fessione solo da un punto divista economico possiamoosservare una contrazionedel potenziale di reddito perogni singolo professionista,ma questo dato è fortementeinfluenzato da un enorme au-mento di esercenti la profes-sione negli ultimi anni chenon ha avuto un adeguato ri-cambio generazionale. In questo quadro di parzialederegulation della professione,che ormai è completamente li-beralizzata nei fatti, l’Aio pro-pone di puntare sull’etica percreare un sistema virtuoso chevenga riconosciuto dai pazien-ti come garanzia della propriasalute e, siamo sicuri, che nelmedio e soprattutto lungo ter-mine questa scelta sarà la cartavincente contro la proposta diservizi odontoiatrici basatisulla pura concorrenza com-merciale.

In quale misura la deonto-logia professionale puòcontribuire a fidelizzare ipazienti e ad accrescere ilrapporto fiduciario con glistessi?Seguire il codice deontologi-co rappresenta una forma digaranzia per il paziente, at-traverso le regole del codicesi toccano tutti gli aspettiprofessionali che inquadranoil rapporto medico paziente.Il paziente è il faro, è il puntodi riferimento, e viene valu-tato nella sua interezza sia sa-nitaria, ma anche sociale,emozionale e professionale.La prima regola è che ci sideve prendere cura dei pro-pri pazienti prima ancora dicurarli, e questo è il modomigliore per entrare con loroin un rapporto empatico chestabilizzi la relazione fiducia-ria.

M. V.

4<<DENTAL PRESS <<

CONGRESSO NAZIONALE AIOIL 2 E 3 DICEMBRE A PALERMO

VVeenneerrddìì 22 ee ssaabbaattoo 33 ddiicceemmbbrree si terrà a PPaalleerrmmoo (hotel

NH Jolly) il XXV congresso nazionale dell'Associazione

italiana odontoiatri (Aio).

«Il XXV congresso nazionale e VI congresso internazio-

nale Aio rappresenterà un appuntamento di grande rilie-

vo per l’odontoiatria italiana, con la splendida Palermo a

fare da perfetta cornice all’evento - ci ha detto PPiieerrlluuiiggii

DDeelloogguu, presidente dell’Associazione -. Sono previsti

una serie di eventi collaterali per completare il program-

ma del congresso. Fra tutti vorrei citare la serata di ve-

nerdì, in cui è prevista una visita al Duomo della città con

spettacolo dei “Pupi” e cena di gala al Palazzo

“Asmundo”. Il programma scientifico è molto interessan-

te e attuale e saranno trattati tutti i temi dell’odontoiatria,

dall’implantologia alla conservativa con un’attenzione

particolare alle applicazioni terapeutiche delle novità

che provengono dalla ricerca».

Nella mattinata di venerdì si terranno ben cinque corsi

pratici precongressuali: «la chirurgia computer guidata

e il carico immediato applicati alla filosofia All-on-4»,

«lembi e suture in chirurgia odontoiatrica: come costrui-

re il successo?», «nuove soluzioni nella moderna chirur-

gia computerizzata», «stratificazione e cementazione

dei restauri indiretti e impronte di precisione» e «restau-

ro diretto dei denti anteriori: tecnica di stratificazione

mediante l’utilizzo di nuovi smalti ad alto indice di rifra-

zione».

Nel pomeriggio, dopo i saluti del presidente nazionale,

si aprirà la sessione principale del congresso, con diver-

se relazioni cliniche che proseguiranno per tutta la gior-

nata di sabato. «L’obiettivo del congresso Aio “Focus on

Dentistry” è da sempre quello di dare ai colleghi aggior-

namenti con risvolti pratici che siano applicabili nella

pratica clinica di ogni giorno» ci ha detto Delogu.

In parallelo ai lavori congressuali, grazie al fattivo contri-

buto della Sido, si terrà un ampio simposio di ortodonzia

coordinato da CCllaauuddiioo CChhiimmeennttii, presidente della so-

cietà scientifica. «Proprio questa collaborazione tra Aio

e Sido, che rappresenta una novità volta a creare dei va-

si comunicanti virtuosi per migliorare la qualità della for-

mazione degli odontoiatri, porterà i massimi esponenti

dell’ortodonzia italiana a relazionare sulle novità tecnolo-

giche che questa disciplina ha raggiunto» ha commen-

tato il presidente Aio.

«Il congresso offrirà due giornate di aggiornamento pro-

fessionale con i requisiti stabiliti dal ministero della

Salute in materia di Ecm, offrendo al contempo esposi-

zioni della più moderna tecnologia e dei materiali esi-

stenti sul mercato» hanno spiegato MMaarriioo MMaarrrroonnee, pre-

sidente del comitato organizzatore, e SSaavveerriioo BBuucccchheerrii,

entrambi della sezione Aio di Palermo.

PPeerr iinnffoorrmmaazziioonnii:: AAiioo -- wwwwww..aaiioo..iitt

AAuurroorraa AAnnaanniiaa -- aauurroorraaaannaanniiaa@@lliibbeerroo..iitt

TTeell.. 009911..66881199773344 -- CCeellll.. 332200..00111199667744

> Il consiglio direttivo Aio per il triennio 2011-2013. Da sini-stra i dottori Martini, Malvano, Sanvenero, Staffelli, Lai,Delogu, Rampulla, Marrone, Ranieri, Sanalitro e Poletto

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Riunita a Cernobbio per ilterzo Forum Ecm, la commis-sione nazionale per la forma-zione continua in medicinaha annunciato l'imminenteinizio della fase dei controlli aprovider ed eventi su tutto ilterritorio. Nell'incontro, com-missione nazionale e providersi sono confrontati soprattut-to sui delicati aspetti dellesponsorizzazioni e dei conflit-ti d'interesse dei partner e deirelatori degli eventi. Altre im-

portanti novità sono l'annun-cio dell'attivazione online delprofilo individuale sul per-corso Ecm entro il gennaio2012 e il probabile ritorno alvecchio sistema di assegna-zione dei crediti ai grandicongressi. Intanto si muoveanche la macchina politico-amministrativa: a breve saràratificato il nuovo accordoStato-Regioni che, come com-menta Amedeo Bianco, pre-sidente della Fnomceo, «trova

un punto di equilibrio tra idue sistemi di accreditamen-to, nazionale e regionale».«La formazione continua èun vero e proprio cantiereaperto» ripete più volteMaria Linetti, segretariodella commissione nazionale.E ne dà dimostrazione piùvolte nel corso della due gior-ni di lavori congressuali,quando si presenta sul palcoper annunciare novità e ar-gomenti ancora oggetto di

discussione in commissione.L'educazione continua inmedicina «è un sistema cheserve. È un sistema che fun-ziona. È un sistema in cuicrediamo» afferma convintala Linetti. «Nessun altrocomparto della pubblica am-ministrazione è riuscito adarsi un compiuto sistema diaggiornamento e formazionecontinua come in sanità» os-serva Renato Balduzzi, pre-sidente dell'Agenzia naziona-

le per i servizi sanitari regio-nali (Agenas), un ente pub-blico che, proprio a detta delsuo presidente, sta assumen-do nei fatti un ruolo di valu-tazione dei sistemi, dellestrutture e degli esiti dellaformazione continua in me-dicina. Valutazione che si ba-sa su tre concetti-cardine:«trasparenza, qualità e indi-pendenza dei contenuti for-mativi».

Nuovi scenari per i grandi congressiC'è da registrare un segnaledi forte riavvicinamento traistanze delle società scientifi-che e operato della commis-sione Ecm. Il tono dell'an-nuncio tuttavia non è ancoraquello dell'ufficialità: «al 90%la prossima riunione dellacommissione nazionale perla formazione continua san-cirà un ritorno al passato perquanto riguarda l'accredita-mento Ecm dei grandi con-gressi» ha anticipato MariaLinetti dal palco della terza

conferenza nazionale sullaformazione continua in me-dicina. Si ritornerà insommaal vecchio sistema di attribu-zione dei crediti, a patto peròche sia prevista la registra-zione di ingressi e uscite dal-la sala congressuale e vengapredisposta la prova di ap-prendimento.Fino ad oggi, lo ricordiamo,per gli eventi con oltre 200partecipanti il criterio di as-segnazione crediti prevede0,20 crediti per ogni ora for-mativa, sino a un massimo di5 crediti a evento. Un sistemafortemente penalizzante pertutti i congressi nazionalidelle società scientifiche, cheinfatti in questi anni hannofatto sentire la loro voce.Alcune società scientifichehanno addirittura rinunciatoa distribuire i crediti Ecmcon i loro eventi.«I nostri congressi non sonodelle kermesse» sbottaClaudio Cricelli, presidentedella Società italiana di medi-cina generale (Simg), che nonle manda certo a dire nono-

DENTAL PRESS << 6<< << DENTAL PRESS7 <<

Ecm, la Commissioneannuncia novità importantiAl via dal 2012 i controlli su provider ed eventi formativi. Per tutte le pro-fessioni sanitarie sarà possibile accedere al profilo personale Ecm online.Novità anche per i grandi congressi, non più penalizzati dalla normativa

stante sia membro della com-missione nazionale per la for-mazione continua e parli pro-prio al Forum Ecm, mode-rando una sessione parallelasul ruolo delle società scienti-fiche nel sistema Ecm. «Allesocietà scientifiche va ricono-sciuta la loro specificità».Una riflessione ribadita conforza da Marcod'Imporzano, presidente delCollegio italiano dei chirur-ghi e della Società italiana diortopedia e traumatologia(Siot): «Va denunciata lamancanza di attenzione versole specificità di ogni ambitomedico - spiega il chirurgo -.Ad esempio manca una nor-mativa sui cadaver lab, cheper le discipline chirurgichesono una modalità didatticainsostituibile».«Il ministero della Salute -continua Cricelli, un fiumein piena - non ha dubbi suchi chiamare quando ha ne-cessità di un consulto: chia-ma i rappresentanti delle so-cietà scientifiche. IlMinistero conosce bene lesocietà scientifiche e le eccel-lenze che esse raggruppanoal loro interno». Perché allora non riconosce-re anche a livello di accredi-tamento Ecm queste eccel-lenze? Tanto più che «essereportatori di un progetto for-mativo» che è la definizionestessa di provider per il mini-stero della Salute è, secondoCricelli, «la natura stessa diuna società scientifica». Ma la riflessione sul ruolodelle società scientifiche amargine della terza conferen-za nazionale sulla formazionecontinua in medicina non fi-nisce qui. «Esse sono ancheportatrici di un messaggioetico e devono essere messenelle condizioni di poter daredelle direttive a propositodella direzione verso cui sideve indirizzare l'aggiorna-mento professionale» sottoli-nea d'Imporzano.Qualche ora dopo la Linettiannunciava in sala plenariala probabile modifica delleregole di accreditamento peri grandi congressi.

L'obbligo Ecm per le professioni sanitarieL'obbligatorietà di maturareun determinato numero dicrediti Ecm da parte di ognisingolo medico è sancita dadiverse fonti normative.Nello specifico, dagli accordiStato-Regione del 2007 e del2009, con l'obbligo che saràriaffermato nell'imminenteaccordo, che verrà ratificatoentro fine anno. Vi è poi ladeontologia professionale,che definisce l'aggiornamen-to continuo quale normadeontologica di primaria im-portanza. Infine, anche l'ulti-ma finanziaria (Dl 138/2011)ha previsto espressamentel'obbligo della formazionecontinua: «la violazione del-l’obbligo di formazione conti-nua determina un illecito di-sciplinare e come tale è san-zionato sulla base di quantostabilito dall’ordinamentoprofessionale, che dovrà inte-grare tale previsione» si leggenel testo di legge.Di fatto però, come noto,mancano le sanzioni sulmancato raggiungimento delmonte crediti Ecm, per cuil'obbligatorietà risulta poco oper nulla vincolante per glioperatori sanitari. «Se non c'èsanzione, non c'è norma» sipotrebbe riassumere.Ma il problema sta più amonte: mancano efficientistrumenti di controllo sulleposizioni individuali di ag-giornamento dei medici, unafunzione che dovrebbe essereil cuore dell'attività diCogeaps, il Consorzio gestio-ne anagrafica delle professio-ni sanitarie. «Siamo convinti che questoprogetto contribuirà a creareun sistema di formazionecontinua di qualità, e consen-tirà, tra l’altro, di realizzarequella banca dati ormai indi-spensabile per attuare unacorretta politica della forma-zione continua rivolta a cen-tinaia di migliaia di operato-ri» aveva dichiarato AmedeoBianco, presidente (anche) diCogeaps, tre anni fa quandoil Consorzio era ancora in fa-se embrionale.

Ad oggi quello che manca perdare una forte spinta al siste-ma della formazione conti-nua in medicina potrebbe es-sere il sistema sanzionatorio.Il problema è che è totalmen-te assente anche un sistemapremiante, che è la direzioneverso la quale sembra essereorientata la commissione. Ilquando, resta ignoto.Difficile fare previsioni.

La tracciabilità dell'EcmIntanto, fonti interne alCogeaps rivelano che i datisugli accreditamenti giungo-no quasi regolarmente dagliordini professionali già dal2008, ma gran parte di questinon sono registrabili o «nor-malizzabili», per usare il ger-go informatico. La causa so-no i numerosi errori di com-pilazione contenuti nei fileinviati: la maggior parte dellevolte il codice fiscale del me-

dico è errato e il sistemainformatico non è in grado diprocessare l'informazione equindi assegnare e registrareil punteggio Ecm corrispon-dente all'evento.Proprio perché la maggiorparte dei dati sull'assegnazio-ne dei crediti Ecm non è almomento assegnata, convali-data e registrata, il ministerodella Salute ha dato indica-zione a Cogeaps di «mante-nere riservati» i dati naziona-li sull'Ecm.Lo scenario però sembra inrapido mutamento. IlConsorzio ha annunciato chedal primo gennaio 2012 ognioperatore sanitario avrà lapossibilità di accedere allapropria posizione personale.È in questo modo che inizieràil percorso di sistemazione eaggiornamento dei dati,quando cioè ogni singoloutente segnalerà al proprioordine le eventuali discrepan-

ze tra i crediti registrati neldatabase di Cogeaps e quellieffettivamente maturati neglianni grazie alla partecipazio-ne a corsi e congressi. Unasoluzione all'italiana che po-trà anche funzionare, a pattoperò che ogni medico abbiapuntualmente preso nota deicrediti maturati. La tracciabilità dei creditiEcm sarà davvero il primopasso verso una reale obbli-gatorietà dell'aggiornamentocontinuo in medicina?

Separare la formazionedalla sponsirizzazioneAlla conferenza è stato ancheannunciato l'inizio dei con-trolli, vero spauracchio per iprovider. A partire dal prossi-mo gennaio, il comitato di ga-ranzia procederà con dei con-trolli a campione su almeno il10% degli 800 provider accre-ditati e, a sorpresa e in loco,

su alcuni eventi formativi.Tutti scelti in maniera casua-le. «Questi controlli servonoper salvaguardare l'indipen-denza del contenuto formati-vo degli eventi» spiega laLinetti riferendosi alle possi-bili e non rare ingerenze deglisponsor nelle attività formati-ve. Controlli e verifiche tutta-via non porteranno a sanzionio revoche dell'accreditamen-to, a meno di «gravi e straor-dinarie irregolarità», ma sicercherà di risolvere le incon-gruenze rilevate per rientrarenei canoni della normativa. Siè però particolarmente insi-stito sull'assoluto distacco chedeve esserci tra attività forma-tiva e sponsorizzazioni: nien-te spot pubblicitari né imma-gini di prodotti farmaceuticio dispositivi medici all'inter-no delle aule in cui si fa didat-tica e aggiornamento.

Andrea Peren

FORUM ECM: SPAZIO DI CRESCITA PER LA FORMAZIONE A DISTANZA

«In Italia è troppo contenuta l'offerta di formazione a distan-

za, un modalità formativa che permetterebbe invece la

possibilità di una largissima partecipazione da parte dei

medici» ha spiegato RRiiccccaarrddoo VViiggnneerrii interventuo alla ter-

za conferenza nazionale sulla formazione continua in me-

dicina, tenutasi il 17 e 18 ottobre a Cernobbio, sul Lago di

Como.

Il professor Vigneri, che dal 2002 coordina la formazione a

distanza della commissione nazionale Ecm, rivela che nel-

l'anno in corso sono solo poco più di 500 gli eventi Fad ac-

creditati. Davvero pochi se si pensa che il bacino d'utenza,

costituito da tutte le professioni sanitarie, conta circa

900mila operatori.

Quali le cause del rallentato sviluppo di questa modalità

formativa? La conferenza non ha portato a nessuna consi-

derazione in particolare, ma risulta evidente che la causa

non può essere ricercata in un'unica direzione.

Probabilmente a rallentare l'offerta di corsi di formazione a

distanza concorrono il gap tecnologico degli utenti, che di

conseguenza ancora diffidano dei prodotti multimediali, e

la scarsa qualità dei corsi stessi, sia dal punto di vista dei

contenuti che per quanto riguarda la modalità della didat-

tica: un pdf online o un testo statico sul web non sono cer-

tamente in grado di esaudire le richieste formative degli

operatori sanitari.

Vigneri ha anche rivolto la sua attenzione sulla formazione

sul campo (Fsc), anch'essa troppo scarsa: solo 155 gli

eventi accreditati da gennaio 2011 a oggi. «Gli adulti, a dif-

ferenza dei bambini, imparano facendo, non ascoltando»

ha commentato Vigneri.

Infine una considerazione sul "mercato" della formazione

continua in medicina: «il numero dei provider nazionali è

elevato e questa frammentazione porta a diseconomie di

scala».

LA SPERIMENTAZIONE ECM

In una riunione a margine del Forum Ecm di

Cernobbio è stato varato un finanziamento di 2 milio-

ni e 800mila euro per le sperimentazioni formative. Si

tratta di sovvenzioni per i provider che si impegne-

ranno nella definizione e sperimentazione di modalità

formative interattive.

L'anno scorso il finanziamento venne interamente

corrisposto a Università, che diedero vita a corsi

estremamente specialistici, anche se di alto profilo

scientifico, coinvolgendo quindi una piccolissima

quota di medici. L'obiettivo della commissione nazio-

nale per la formazione continua è ora quello di indi-

rizzare queste risorse verso progetti formativi di più

ampio respiro, capaci di coinvolgere una grande

quantità di operatori della salute e differenti profes-

sioni sanitarie.

I NUMERI DEL MONDO ECM

• Circa 800 i provider ecm accreditati a livello nazionale

• Circa 500 i provider in valutazione

• Circa 150 sono i provider non accettati o cancellati

• Il 70% dei provider è privato, il resto è rappresentato

da enti pubblici (istituti di ricerca e università)

• 10-12 milioni di euro l'anno è il totale dei contributi

versati ad Agenas da chi organizza i corsi

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Ecm: scelte cliniche per impianti post estrattiviTipologia e tempistiche di inserimento degli impianti, morfologia e superficie implantare, tempi di guarigione: tutto in un videocorso realizzato da FadMedica in partnership con Italian Dental Journal

Dottor Cardaropoli, qualisono i tempi della guarigionedegli impianti post estratti-vi?Le tempistiche della guarigio-ne degli impianti post estratti-vi seguono diverse classifica-zioni. Quella che personal-mente prediligo è la classifica-zione di Hammerle pubblicatanel 2004, che suddivide l’inse-rimento degli impianti postestrattivi in tipo 1, 2, 3 e 4.Al tipo 1 corrisponde l’im-pianto post estrattivo imme-diato, quando durante la stes-sa seduta dell’estrazione dell’e-lemento dentario viene inseri-ta la fixture in titanio.Il tipo 2 prevede invece un in-tervallo di tempo di circaquattro-otto settimane tra l’e-strazione del dente e l’inseri-mento dell’impianto. In que-sto lasso di tempo possiamoaspettarci soltanto la guarigio-ne dei tessuti molli, ma non

quella del tessuto osseo.Il tipo 3 prevede un’attesa ditre-quattro mesi tra l’estrazio-ne del dente e l’inserimentodell’impianto e, solitamente,durante questo periodo si puòosservare una mineralizzazio-ne e una guarigione del tessu-to osseo.Il tipo 4 prevede un’attesa su-periore a sei mesi tra l’estra-zione e l’inserimento dell’im-pianto, che avviene in una si-tuazione di osso e tessuti mol-li completamente guariti.

Quali le variabili che concor-rono nella scelta della tempi-stica ottimale per l'inseri-mento degli impiantiosteointegrati?Il razionale per decidere inquale situazione inserire unimpianto post estrattivo si ba-sa su molti fattori, partendoda una corretta anamnesi e da

un esame obiettivo che valutila condizione dei tessuti mollie duri. È quindi necessariaun’attenta analisi radiografica,possibilmente basata su unavalutazione tridimensionalecon le moderne tecnologieCone Beam. Sommando tuttequeste informazioni, è possi-bile individuare la tipologia diimpianto post estrattivo piùindicata per un determinatopaziente e più nello specificoper quel determinato sito.Generalmente si predilige unimpianto post estrattivo im-mediato, ovvero di tipo 1,quando osserviamo una per-fetta conservazione dell’anato-mia sia dei tessuti duri che deitessuti molli, quindi un alveo-lo perfettamente conservatocon almeno tre pareti integreal 100% e la quarta parete cheabbia perso al massimo un20% di volume. È importantevalutare anche l’integrità del-l’anatomia e della festonaturadei tessuti molli. In questa situazione possiamooptare per una procedura diimplantologia post estrattivaimmediata, ovviamente abbi-nata a tecniche di socket pre-servation.Nel momento in cui i volumiossei non presentino più unaperfetta integrità si deve opta-re per un impianto di tipo 2. Sieffettua l’estrazione dell’ele-mento dentario e in circa seisettimane si può intervenirecon la chirurgia implantare.Solitamente, in queste situa-zioni, bisogna attuare anche

delle tecniche di rigenerazio-ne ossea contestuali all’inseri-mento implantare.La tipologia di tipo 3 è riser-vata ai casi in cui, al momentodell’estrazione, dobbiamo in-tervenire con tecniche di pre-servazione dell’alveolo postestrattivo inserendo biomate-riali e proteggendo l’alveolocon delle membrane in colla-gene. Dopo circa quattro me-si, ovvero il tempo necessarioa una prima mineralizzazionedell’innesto, possiamo inserirel’impianto in una situazionedel tutto preservata.

Quali linee guida per la scel-ta di forma e superficie degliimpianti?Nel tempo abbiamo visto di-versi cambiamenti nell’im-plantologia osteointegrata.Siamo partiti circa 40 anni fagrazie al professor Branemarkcon un disegno implantarestandard, un impianto di for-ma cilindrica con una superfi-cie in titanio liscio, col qualeaspettavamo un periodo di al-meno sei mesi per ottenerel’integrazione. Da un punto divista istologico e statistico sa-pevamo di poterci aspettareuna superficie di contatto traosso e impianto del 30% circa.Fortunatamente la ricercascientifica ha fatto dei pro-gressi enormi nel nostro cam-po e sono stati introdotti sulmercato superfici implantarimolto più performanti, contitanio modificato e trattato

grazie all’introduzione dellecosiddette superfici ruvide diseconda e di terza generazio-ne. Ciò ha consentito di dimi-nuire le tempistiche per otte-nere l’osteointegrazione econtemporaneamente di au-mentare le percentuali di con-tatto tra osso e impianto. Oggisiamo arrivati ad avere super-fici di quarta generazione na-nostrutturate, in cui vi è lapossibilità di far precipitaresulla superficie della fixtureparticelle di fosfato di calciocon un diametro di circa 20nm, consentendoci di ottene-re delle percentuali di contat-to osso-impianto pari al 90-95%. Contemporaneamente, anchela morfologia implantare hasubito una rivoluzione: sonostati introdotti sul mercatoimpianti che riproducono ilpiù possibile la naturale ana-tomia delle superfici radicola-ri, modellandosi su una formaconica. Questi impianti hannola capacità di ottenere una sta-bilità primaria maggiore ri-spetto a quelli cilindrici a pa-rità di qualità ossea.Conseguentemente, nelle con-dizioni in cui è richiesta unamaggiore performance dallamorfologia implantare, abbia-mo la possibilità di inserireimpianti con una predicibilitàdecisamente superiore.Attualmente abbiamo la pos-sibilità di inserire nella boccadei nostri pazienti impiantiche utilizzano superfici cheraggiungono l’osteointegra-zione in tempi molto brevi.

Quale l'obiettivo del suo vi-deocorso e che tipo di com-petenze acquisirà il parteci-pante?Il corso si pone l’obiettivo difornire ai partecipanti tuttequelle informazioni clinichenecessarie per potersi approc-ciare all’implantologia postestrattiva nel modo più cor-retto da un punto di vista

scientifico. Verranno analizzate le altera-zioni che l’alveolo post estrat-tivo subisce nel momentostesso in cui viene estratta unaradice. Saranno esaminate lepossibilità che abbiamo permodificare in senso positivo ilrimodellamento dell’alveolopost estrattivo e quindi tutte letecniche di preservazione delsito. Prenderemo in conside-razione le diverse tipologie diinserimento implantare postestrattivo con particolare ri-guardo verso il tipo 1. Infine,approfondiremo le opportu-nità che oggi vengono fornitedalla nostra capacità di inte-grare le informazioni radiolo-giche, fornite dalle radiografietridimensionali (Tac e ConeBeam), con la possibilità dipianificare l’inserimento im-plantare al computer. In que-st’ottica, valuteremo le proce-dure clinico-radiologiche einformatiche necessarie perpoter gestire un caso postestrattivo con la chirurgiacomputer assistita, esaminan-do le necessità di pianificazio-ne prechirurgica, la possibilitàdi simulare l’inserimento im-plantare al computer, la capa-cità di farci costruire una ma-scherina chirurgica modulatasu quel determinato paziente,la possibilità di far costruire lariabilitazione protesica prov-visoria prima dell’intervento ein ultima analisi la procedurachirurgica e protesica per po-ter eseguire alla perfezionel’intervento.Parleremo dei software esi-stenti (come il SimPlant,Materialise), che si interfac-ciano coi kit chirurgici dedi-cati (come il Navigator,Biomet 3i). Questi sistemirappresentano ad oggi uno deimodi migliori per gestire lachirurgia e la riabilitazioneprotesica, ecco perché è neces-sario fornire un aggiornamen-to adeguato sul tema.

Silvia Zanfrini

DDaanniieellee CCaarrddaarrooppoollii, libero professionista di Torino che si

occupa soprattutto di parodontologia, implantologia e trat-

tamenti combinati ortodontico-parodontali, è l'autore di uno

dei videocorsi del provider FadMedica. Il tema trattato dal

corso, «L'implantologia computer assistita nella gestione

dei casi post estrattivi: aspetti biologici e prospettive clini-

che», è senza dubbio uno di quelli più importanti e discus-

si nella letteratura scientifica negli ultimi anni. Un'area clini-

ca in cui abbiamo visto stravolgere alcuni concetti che ve-

nivano presi per buoni negli anni passati.

Italian Dental Journal ha intervistato il dottor Cardaropoli

per fare il punto sugli impianti post estrattivi, una terapia

che oggi consente tempistiche di riabilitazione accelerate

rispetto all'implantologia classica.

> Daniele Cardaropoli

DENTAL PRESS << 8<<

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Centri d’eccellenzaTre anni di Dental SchoolUn evento al Lingotto per ricordare le cose fatte e confermare i moltiprogetti in essere, tra i quali la Città della scienza e della salute.Torino più veloce di Milano, che invece fatica a progettare il suo Expo

Il 24 ottobre la Dental Schooldi Torino ha compiuto tre an-ni. E li ha festeggiati con unbreve ma denso evento nellasede del Lingotto, nei cui am-pi e razionali spazi è ospitatala struttura didattica e operati-va. «Siamo onorati di illustrare, altermine di tre anni, un bilan-cio positivo – ha dettoStefano Carossa, che la dirige–. Oggi l’attività clinica dellaDental School si articola innumerosi servizi che copronotutte le discipline odontosto-matologiche ed è orientata so-prattutto verso il trattamentodi pazienti portatori di gravipatologie sistemiche anchegravi – cardiopatici, neuropa-tici, trapiantati d’organo, on-cologici, in trattamento conbisfosfonati, diabetici gravi –che difficilmente trovano ri-scontro assistenziale in altrestrutture pubbliche o privatesul territorio».«Quotidianamente si rivolgo-no alla struttura circa 3-400pazienti tra prenotati e nuoviaccessi e nel 2010 – ha aggiun-to il dottor Carossa – i passag-gi operativi sono stati più di110.000. I numeri dell’assi-stenza sono in incremento,ma è grande anche il successodell’attività didattica e di ricer-ca di questa che è davvero unaclinica odontoiatrica d’eccel-lenza. Un grande progetto,fortemente voluto dal profes-sor Giulio Preti e realizzatograzie a fondi europei e all’in-tervento delle istituzioni acca-demiche e sanitarie piemonte-si (ateneo e Regione), chehanno operato in sinergia conle fondazioni (Compagnia diSan Paolo e Crt) intervenutecon generosi contributi».

Gli uomini e la didatticaProprio Giulio Preti ha presola parola per ricordare che«senza gli uomini, le struttureservono a poco». Preti ha rivolto un ringrazia-mento commosso al suo mae-stro presente all’evento, il pro-fessor Remo Modica, e ha ri-cordato i suoi primi passi nel-l’università, chiamato daModica per realizzare aTorino una scuola odontoia-trica a modello di quelladell’Università di Zurigo, dovePreti si era formato. Con legittimo orgoglio, Pretiha parlato delle relazioni in-ternazionali della Dental

School, dei frequenti scambidi allievi, dei numerosi certifi-cates pagati da università stra-niere.Negli ultimi tre anni, nell’am-bito degli scambi previsti dalprogetto Erasmus, la DentalSchool ha ospitato 16 studentiprovenienti da scuole francesi,spagnole, tedesche e turche.All’interno della struttura delservizio di protesi maxillo-facciale opera personale me-dico che si è formato pressol’Università di Los Angeles (ilcentro più rinomato nel mon-do), mediante stage biennali.Ciò rende il servizio un centrodi riferimento sia assistenzialeche didattico a livello naziona-le e internazionale.Il livello di eccellenza diZurigo è stato ampiamenteraggiunto e superato, conside-rando i numeri: la scuola sisviluppa su due piani per untotale di circa 13.000 mq (dicui 8.000 al secondo piano de-dicato all’assistenza e 5.000 alterzo piano dedicato alla di-dattica). La struttura è dotata di 70unità operative cliniche.L’assistenza ha visto un incre-mento delle prestazioni di cir-ca il 60% rispetto al 2008 e unaumento progressivo dellaquota di pazienti con esenzio-ne per una o più malattie ri-spetto ai non esenti (circa32.000 nel 2007, circa 52.000nel 2010). Ancora numeri: il servizio dipatologia orale segue oggi cir-ca 7.000 pazienti oncologici eaffetti da malattie rare. L’areadidattica è dotata di un’aulamagna da 150 posti e da seiaule da circa 50 posti l'una.

Gli investimenti e lo sviluppoIl sogno di Preti non sarebbedivenuto realtà senza il contri-buto europeo, della Regione edelle fondazioni bancarie.«Non siamo un ente benefico– ha precisato l’ingegnerAngelo Benessia, presidentedella Compagnia di San Paolo–. A favore della DentalSchool sono stati complessi-vamente stanziati 21 milionidi euro ma, beninteso, nelquadro di un’attività pro-grammatica e progettuale enell’ambito delle finalità pri-marie della Compagnia, la cuimission è quella di confer-marsi come comprimaria del-lo sviluppo economico e so-

ciale del territorio».È interessante come il parte-nariato tra fondazioni banca-rie e università abbia funzio-nato molto bene nella realtàtorinese: ripercussione posi-tiva è che più del 96% deglistudenti trovano lavoro a unanno dalla laurea e vengonoaccolti negli Usa a bracciaaperte. Inoltre Torino ospiterà – altraricaduta positiva – nell’apriledel 2012 un importante con-

vegno sull’alta tecnologia,«Hi-tech come supporto allaricerca» e nel 2013 il congres-so internazionale di protesiodontoiatrica.E i progetti? Ancora molti enumerosi. A livello operativo,sarà presto resa attiva un’alavastissima per la terapia dellepatologie più gravi. Occorredire che il Lingotto, edificiosimbolo della città dal puntodi vista storico e sociale, offregrandi spazi e immense op-

portunità.«La bontà dei grandi progettiè quella di innescare ricadutepositive – ha detto il professorEzio Ghigo, preside di medi-cina –. Si è investito in un nu-mero di docenti importanti esi sono aperte molte opportu-nità dal punto di vista della ri-cerca». Non ultima quella di ingloba-re la Dental School nel grandeprogetto della Città dellascienza e della salute. L’idea è

quella di dare vita, proprio alLingotto, a una struttura mul-tifunzionale costituita da unnuovo ospedale di eccellenzaregionale, un campus univer-sitario, centri di ricerca scien-tifica di base e relativa alle tec-nologie sanitarie, residenzeper operatori e famiglie deidegenti, aree per l’insedia-mento di imprese impegnatenella ricerca applicata.

Paolo Pegoraro

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> A sinistra Stefano Carossa, direttore della Dental School, di fiancoa Giulio Preti (al microfono), ideatore della Scuola. Sulla destra, lealtre personalità intervenute all'evento del Lingotto

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Spazio SMOM [email protected]

La prestazione odontoiatricamira al mantenimento, allaprevenzione e al recuperodella salute del cavo orale edell'apparato stomatognati-co, e quindi al miglioramen-to della qualità della vitadella persona. La salute dellabocca e dei denti può avereun grande rilievo nei riguar-di dello sviluppo psico emo-tivo individuale poiché si ri-flette sulla funzione esteticae in generale sul livello di

autostima, essendo dunqueindissociabile dal concettodi salute generale, inteso co-me stato di benessere psicofisico e di equilibrio. Nel paziente diversamenteabile questa condizione dibenessere è essenziale pergarantire, partendo da unagiovane età, un'armonicacrescita psico somatica e perquesto va tutelata. La saluteodontostomatologica delsoggetto disabile costituisce

un problema sociale, etico esanitario di non facile ap-proccio e soluzione.Numerosi sono gli aspettiche concorrono a determi-nare questa difficoltà.Anzitutto il quadro delle di-sabilità è estremamentecomplesso e variegato, es-sendo costellato da un'enor-me variabilità di condizionipsico fisiche (ritardo menta-le, tetraparesi spastica, ma-lattia rara, deficit sensoriale,

sindrome di down, pazientecritico eccetera). Vi sono poile difficoltà di contatto trastaff odontoiatrico e poten-ziale utente disabile. Inoltrenella mentalità comune,principalmente tra i parentidel disabile, vi è un atteggia-mento di cura quasi ossessi-va della patologia dominan-te (effetto alone), trascuran-do le esigenze di salute diapparati e organi corporeiapparentemente di seconda-

ria importanza, capaci peròdi innescare patologie a di-stanza.Come se non bastasse, ci siconfronta con difficoltà tec-niche di operatività per l'e-secuzione della prestazioneodontoiatrica e di quelle dimantenimento (igiene orale,ambulatoriale e domicilia-re). Spesso pertanto si arrivaal limite di assistere il disa-bile, dal punto di vista sto-matologico, soltanto nei casidi emergenza: per questomotivo l'intervento comuneè quello mutilante (estrazio-ne dentaria), per non averavuto la possibilità di effet-tuare una buona prevenzio-ne primaria e secondaria inquesti pazienti.

Si apre il dibattito al congresso SiohIl XVI congresso nazionaledella Società italiana diodontostomatologia perl'handicap (Sioh) che si è te-nuto a Paola (Cosenza) loscorso ottobre ha avuto ilmerito di portare l'attenzio-ne del mondo scientifico suquesto problema. In questa cittadina del lito-

rale tirrenico della Calabriasorge il Convento di SanFrancesco da Paola, l'eremi-ta che nel XVI secolo scelsequesta valle, costeggiata daun torrente e da una riccavegetazione, per la sua vitaascetica fatta di lavoro e dipreghiera. Arduo sarebbestato trovare una sede piùadatta in Calabria: da sem-pre infatti la Sioh vuole tra-smettere concetti scientificiper l'aggiornamento profes-sionale associandoli a valoridi solidarietà, umanità esensibilità. Il congresso ha riscossogrande successo di iscrizionie di pubblico. Il programmascientifico ha visto l'avvi-cendarsi di relatori delle piùimportanti scuole universi-tarie italiane su argomentiriguardanti la patologia ora-le, i protocolli clinici, la pre-venzione e la malattia paro-dontale, le malattie rare,l'ortognatodonzia e la chi-rurgia maxillo-facciale el'approccio anestesiologico.Ovviamente ogni relazioneera rivolta ad approfondiregli aspetti di odontoiatriaspeciale. Tutte tematiche co-muni all'odontoiatria pub-

Odontoiaria specialeUno sguardo internazionaleAl congresso della Società italiana di odontostomatologia per l'handicapoltre all'aggiornamento sulle terapie l'obiettivo era sensibilizzare i dentistiper offrire «prestazioni dignitose» ai pazienti con «special needs»

DENTAL PRESS << 12<< << DENTAL PRESS13 <<

blica e privata, nell'ottica dimigliorare e rendere omoge-nee le risposte terapeuticheodontoiatriche ai pazientidisabili su tutto il territorionazionale.Unanime è stato il ricono-scimento della necessità diun curriculum professionalespecifico per l'odontoiatrache si occupa di "special ca-re", nonché della necessità diun approccio multidiscipli-nare al paziente con "specialneeds". Il congresso ha visto la par-tecipazione di numerosiesponenti di spicco dell'o-dontoiatria italiana, a rap-presentare idealmente ilmondo professionale, uni-versitario e scientifico tracui Antonella Polimeni,presidente del Collegio deidocenti di odontoiatria, eGiuseppe Renzo, presidenteFnomceo.In occasione del congresso il

consiglio direttivo Sioh havoluto consegnare una targaalla carriera a colleghi cheper tanti anni si sono dedi-cati con passione all'assi-stenza odontoiatrica ai disa-bili e che tanto hanno datoalla società scientifica: ildottor Ettore Valesi Penso,il dottor Franco Novelli e ildottor Maurizio Vergnani.

Un percorso di crescita in-ternazionaleSotto lo sguardo attento diun ospite illustre - il grecoDimitris Emmanouil, pre-sidente dell'InternationalAssociation for Disabilityand Oral Health (Iadh), cuila Sioh è affiliata - il presi-dente Sioh Roberto Rozzaha fatto una panoramica sul-l'assistenza odontoiatricanei vari Paesi europei, conparticolare riferimento aipazienti disabili, alla tipolo-

gia di assistenza odontoia-trica pubblica e privata.Esistono delle linee guidainternazionali che dettano icanoni affinché l'odontoia-tra esegua la sua prestazionenel rispetto della regola del-l'arte. Molto spesso però, perdeficienze strutturali e orga-nizzative, la prestazione che

si riesce ad erogare a livelloambulatoriale a questi parti-colari pazienti non rispettaassolutamente i protocolliclinici, solitamente applicatial soggetto collaborante.Inoltre, essendo precario ilmantenimento delle cure,l'applicazione di una buonaprocedura renderebbe la

prestazione finale più dura-tura nel tempo. Si vuole costruire un giova-ne odontoiatra attento aquesta problematica. Gliscopi sono quelli di divulga-re le conoscenze attuali ine-renti alle modalità di ap-proccio clinico, sia diagno-stico che terapeutico, in re-

gime di anestesia locale ogenerale, affinché la curio-sità scientifica maturata sti-moli l'obbligo professionalee morale di elargire una pre-stazione dignitosa nel pienorispetto della dignità dellapersona.

Dott. Eugenio Raimondo

> A sinistra Roberto Rozza, presidente Sioh; a destra EugenioRaimondo, vicepresidente e coordinatore Regione Calabria

> Dimitris Emmanouil, presidentedell'International Association forDisability and Oral Health (Iadh)

> Il presidente del Collegio dei docenti di odontoiatria, Antonella Polimeni, e i relatori del congresso

> I clown dottori con Eugenio Raimondo, organizzatore del congres-so Sioh, e Gianna Nardi

Haiti, Waf Jeremy «porgi la tuamano e sarà subito amicizia»Eccomi di ritorno. L'esperienza non è stata drammatica, anzi,e devo ringraziare Smom per avermi reso partecipe del proget-to Haiti. Ho fatto del mio meglio; speravo di fare di più, ma sa-pete bene come le condizioni siano molto particolari sia nellabidonville di Waf Jeremy che dai Padri Scalabriniani di PadreGiuseppe. Haiti è un Paese molto povero, le condizioni am-bientali e igieniche sono alquanto scadenti e in alcune zone co-me Waf Jeremy l'episodio dell'omicidio di Lucien, braccio de-stro di Suor Marcella, bisogna fare molta attenzione.Per una settimana circa ho lavorato nell'ambulatorio gestito dasuor Marcella Catozza nella bidonville di Waf Jeremie, fino al-l'omicidio del suo prezioso collaboratore haitiano, fatto che haportato alla decisione di chiudere le attività per motivi di sicu-rezza e per dare un segnale a coloro che hanno commesso ildelitto. Purtroppo nei primi giorni il generatore, causa man-canza di benzina, non funzionava. Mi sono quindi limitato afare estrazioni. Il costo della conduzione del generatore è di cir-ca 20 euro al giorno e quindi dobbiamo sostenere ogni setti-mana 100 euro di gasolio per far lavorare lo studio cinquegiorni a settimana con un dentista locale (che penso debba es-sere pagato). Gli ultimi due giorni ha lavorato con me un gio-vane collega haitiano, il dottor Anderson Destin. Mi è sembra-to piuttosto accorto e bravo. Anche caratterialmente mi ha da-to un'ottima impressione. Credo sia una persona sulla quale sipossa fare molto affidamento.Facendo un bilancio finale di Warf Jeremj si può dire che lamaggior parte dei pazienti necessita purtroppo di estrazioni,ma in soggetti giovani ho visto che taluni denti in condizioninormali (con il riunito funzionante) si possono devitalizzare.La richiesta è alta, fino all'ultimo giorno in cui sono stato lì c'e-ra davvero la fila di gente. Nell'ambulatorio ci sono tantissime leve e pinze per estrazionie c'è un piccolo ventilatore, che visto il caldo è graditissimo. Inquello stanzone c'è lo spazio per accogliere un altro riunitofunzionante: il generatore c'è, manca l'aspiratore.Per concludere è stata un'esperienza un po' dura: i primi gior-ni quando scendevo in moto a Warf Jeremj è stata un avventu-ra e negli ultimi giorni tra l'altro l'uragano Irene ha messo unpo' di apprensione. Alla fine è andato tutto bene, non era unavacanza e lo sapevo, spero solo nel mio piccolo di aver dato unamano soprattutto considerato le condizioni in cui si operava.Come diceva Dickens: «porgi la tua mano e sarà subito ami-cizia». Sono una persona strapiena di difetti, ma sono convin-to che queste esperienze così particolari ti danno quella ben-zina che ti consente di camminare e di essere positivo nelquotidiano.

Ivano Finocchiaro

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<< DENTAL PRESS15 <<

stenza che per la formazione,con la chiamata dei primi do-centi di ruolo all’interno del-l’università. Pochi, ma ci so-no.Mancava un’associazione cul-turale che sia degli igienisti eper gli igienisti, aperta e inter-facciata alle altre disciplinedella scienza della salute, maautonoma nella gestione, nel-la ricerca, nella definizionedei propri obiettivi e autore-vole nelle proprie conclusioni.Questo prestigioso progetto èstato fortemente voluto daAnnamaria Genovesi che,con molta umiltà, ha riunitoun gruppo di colleghi per po-ter sviluppare momenti dicrescita professionale con laformazione di gruppi di stu-dio che prendano in analisiquanto dettato dalla ricerca eproducano e proponganonuove ricerche dedicate all’i-giene orale, utili a orientare lapratica clinica, e che permet-tano all’igienista dentale disentirsi protagonista del pro-gresso nella scienza dell'igie-ne orale.Un gruppo di colleghi prepa-rati, tenaci e abituati a condivi-dere esperienze associativepuntando sulla professionalitàche ogni componente può li-beramente esprimere, anche segiovane. Un vero scambio dienergia.

La relazione tra odontoiatrae igienista non rischia di di-ventare più “difficile” se l’i-gienista cresce troppo cultu-ralmente?Credo che il nostro Paese, maicome in questo momento, ab-bia bisogno di crescita cultura-le e il lavoro svolto nelle uni-versità con grande impegnodei docenti per la formazionedi igienisti dentali preparatinon solo per la professione daespletare in ambito privato, masoprattutto nel pubblico e nel-la ricerca, lo dimostri ampia-mente. La Sisio intende riprendere eapprofondire gli aspetti opera-tivi, identificarne gli obiettividi ricerca, puntualizzarne gliambiti di utilizzo e le reali in-dicazioni, rifletterne gli aspetticulturali. La “sindrome da pol-trona vuota” e l’abusivismo so-no allarmi che vanno vinti so-lo con la qualità di quanto, siain ambito pubblico, ma soprat-tutto in ambito privato, tuttinoi del dentale riusciamo adesprimere, ognuno nel rispettodel proprio ruolo.Deve essere un percorso co-mune per garantire una sem-pre più ampia crescita scienti-fica e culturale e la condivisio-ne tra le categorie diventa ne-cessariamente controllo diqualità, in un clima di serenacollaborazione.

Parliamo di tecnologie: alcu-ne (per esempio quelle ri-

guardanti lo sbiancamento, epoi il laser, la fotodinamica)hanno segnato grandi pro-gressi, ma in alcuni casi sonodi difficile accesso per l’igie-nista. Che cosa ne pensi?

Usare in maniera opportuna letecnologie è un percorso ob-bligato per tutti i professionistidella salute del cavo orale, nes-suno escluso, e tutti nel rispet-to delle proprie competenze,poiché la ricerca sviluppa nuo-vi orizzonti di terapia semprepiù minimamente invasiva esempre più intercettiva per gliindici di rischio alla patologiaorale. «Tecnologia» è la parola chiavedi un futuro i cui presupposticambiano ogni giorno: etimo-logicamente deriva dal grecotekhnologhia, unione delle pa-role tékhne, che significa arte,e logos, che vuol dire discorso.L’evoluzione delle tecnologie èuna delle chiavi di lettura piùimportanti per comprenderela nostra evoluzione sociale eculturale.

Gli igienisti italiani hanno lecarte in regola per circolarein Europa e nel mondo?Hanno qualcosa di più o, inqualche caso, di meno?L’autonomia professionale è iltema più sentito a livello inter-nazionale. Le norme europee dettanodelle regole sui curricula for-mativi e competenze per cer-care una armonizzazione tra ivari Paesi dell’UnioneEuropea. L’Olanda è tra le na-zioni più avanti, con l’iter for-mativo di quattro anni, e nellemansioni ha la possibilità difare anestesia e interventi dipiccola conservativa. I Paesiscandinavi (Svezia, Daimarcae Finlandia) hanno una buonaautonomia, a differenza diPaesi come la Germania, ilBelgio e la Francia che nonhanno la figura professionale.Irlanda, Lettonia, Norvegia,Slovacchia, Polonia, Lituania,Paesi di area europea, espri-mono l’iter formativo con di-plomi. L’Italia è a norma siaper la parte didattica formati-va che per il tirocinio tecnicopratico e avendo nella Sisio unboard internazionale con i no-mi di maggior spicco nelloscenario degli igienisti dentali(Joann Gurenlian, MarjolijnHovius, Maria Perno Goldie,Jill Rethman, Dagmar ElseSlot) nei lavori congressualil’interscambio scientifico hamostrato quanto la prepara-zione degli igienisti dentali ita-liani sia in linea con quantodettato dalle evidenze scienti-fiche internazionali dedicatealla prevenzione.Del resto la presenza nel boardinternazionale di valenti colle-ghi stranieri, i premi vinti a li-vello internazionale da alcunicolleghi italiani e gli inviti chericeviamo di partecipazione a

eventi internazionali lo dimo-strano. Il confronto con lerealtà professionali e metodo-logiche vissute a livello inter-nazionale da altri colleghi è si-curamente un elemento discelta vincente della Sisio, cheha portato non solo confermadel fatto che ormai gli igienistidentali italiani hanno raggiun-to livelli di formazione al pas-so con la professione mondia-le, ma ha aggiunto un elemen-to importante, che è quellodello scambio intellettuale escientifico di protocolli opera-tivi aggiornati. La storia si scrive con i fatti edè mia opinione che la passio-ne per questo lavoro debbaessere condivisa e trasferita,per essere vissuta con la gioiache merita, per lasciare ai gio-vani il sogno di un futuroprofessionale che si basi sucertezze.

Paolo Pegoraro

DENTAL PRESS << 14<<

La Sisio è una società scienti-fica di recente costituzione,che già al suo terzo congressoha avuto una buona affluen-za, affermando le sue ragionidi esistere. Non c’è però il ri-schio che l’igienista italianosia disorientato tra tante sigledi associazioni e inviti con-gressuali?Le associazioni presenti sulterritorio sono sindacati di ca-tegoria, che si riuniscono alloscopo di difendere gli interessidella stessa.

La loro attività viene espressaattraverso la contrattazionecollettiva che risulta uno deiprincipali strumenti di autore-golamentazione per i rapportidi lavoro e per le relazioni sin-dacali ed è finalizzata all'auto-tutela di interessi collettiviconnessi a rapporti giuridici incui sia dedotta l'attività di la-voro.Primo obiettivo è far valere ipropri diritti nei confronti del-le pubbliche istituzioni, e farvalere la propria categoria nei

confronti del datore di lavoro. La Sisio invece si pone comeobiettivo la crescita culturale esoprattutto scientifica dell’i-gienista dentale, con lo scopodi migliorare e promuovere lasalute della popolazione italia-na attraverso la promozionedell’igiene orale e il migliora-mento degli stili di vita comemomenti fondamentali per ilmantenimento della salute e laprevenzione delle malattie delcavo orale.

Una provocazione: perchéSisio sottolinea il proprio ap-proccio scientifico all’igieneorale? Le altre associazioni diigienisti sono “meno scienti-fiche”?C'è una differenza sostanziale

tra la Sisio e le altre sigle diassociazioni, che in realtàesprimono sindacato. Sisio èuna società scientifica, la pri-ma che nasce in Italia dedica-ta alla nostra professione eche, in quanto tale, in nessunmodo si pone come alternati-va o in concorrenza alle asso-ciazioni di categoria di carat-tere sindacale, che già esisto-no e che tanto hanno fatto,fanno e faranno in futuro perla professione.Lungo un percorso trenten-nale e con il contributo di tut-ti noi, la professione di igieni-sta dentale ha trovato la pienamaturità nel campo dellaprofessione privata e ha av-viato un percorso all’internodelle strutture pubbliche siaper quanto riguarda l’assi-

Sisio, anche l’igiene oraleha la sua società scientificaLa Società italiana di scienze dell’igiene orale prosegue nel suo percorsodi sviluppo culturale e formativo della professione dell’igienista dentale.In agenda le tecnologie per la prevenzione e il confronto internazionale

A ROMA UN MASTER SULLE TECNOLOGIE AVANZATE NELLESCIENZE DI IGIENE ORALE

«Credo fortemente che conoscere la tecnologia, per ap-

plicarla nel miglior modo possibile nella pratica clinica,

possa portare vantaggi enormi in termini qualitativi del la-

voro e del servizio offerto al paziente» ci ha detto la prof.

GGiiaannnnaa MMaarriiaa NNaarrddii, docente e ricercatrice presso

l’Università Sapienza di Roma, svelando di fatto quali sia-

no gli obiettivi del master sulle «Tecnologie avanzate nel-

le scienze di igiene orale» da lei diretto.

«Utenti e soprattutto professionisti della cura e della salu-

te del cavo orale devono conoscere in modo approfondito

le tecnologie dedicate, devono cercare le evidenze scien-

tifiche che le supportano, devono fare un attento confron-

to tra quanto divulgato dall’informazione e l’effettiva vali-

dità nella pratica clinica quotidiana - continua la Nardi pre-

sentando il master, che è rivolto a igienisti dentali e odon-

toriati perché «la prevenzione è vera propria terapia».

Il percorso formativo offerto dal dipartimento dell’univer-

sità capitolina si avvale di docenti nazionali e internazio-

nali tra i maggiori esperti di ogni tecnologia e il clima di

vero e proprio “laboratorio formativo” ha richiamato in

questi quattro anni di edizioni del master numerosi igieni-

sti dentali e odontoiatri da tutta Italia. La struttura del di-

partimento si avvale inoltre di aule interattive ideali che

permettono una buona gestione anche dal punto di vista

pratico dei protocolli operativi.

Per quanto riguarda l’accesso di utilizzo alle tecnlogie, la

legge tutela il cittadino poiché ogni tecnologia utile in pre-

venzione primaria e secondaria «può e deve essere usa-

ta dagli igienisti dentali in maniera opportuna - sottolinea

Gianna Maria Nardi -. E se ci sono dei dubbi sulla effetti-

va opportunità, sono i sindacati e le istituzioni competen-

ti che devono occuparsi di fare chiarezza. Nella didattica

universitaria tutti noi docenti siamo molto attenti nella scel-

ta di tutto ciò che serve, in maniera seria, alla formazione»

ha concluso la direttrice del master.

Per informazioni e iscrizioni: Varesi srl

Tel. 06.44249941 - [email protected]

[email protected]

ROMA 2012: IL CONGRESSO NAZIONALE SISIO

Il prossimo congresso della Società italiana di scienza

dell’igiene orale (Sisio) si terrà vveenneerrddìì 1111 ee ssaabbaattoo 1122

mmaaggggiioo 22001122 a RRoommaa presso l’Università Sapienza e

avrà per titolo «La tecnologia nelle mani del professioni-

sta: un approccio scientifico e clinico».

«Un quadro che riporta le impronte delle “mani di igieni-

sti dentali” verrà considerato l’ospite d’onore perché vi

siano aggiunte altre mani, giovani e meno giovani, italia-

ne e non, tutte con la stessa importanza, per continuare

a scrivere con entusiasmo, rigore professionale, passio-

ne e gioia la storia della prevenzione - ci ha detto GGiiaannnnaa

MMaarriiaa NNaarrddii presentando il congresso -. Confido nel fat-

to che gli igienisti dentali capiscano l’importanza di ade-

rire al nostro progetto e che comprendano che iscriver-

si alla Sisio significa perseguire l’efficacia e l’efficienza

del nostro operato professionale» ha poi sottolineato la

Nardi.

Per informazioni:

www.sisio.it

> I professori Gianna Maria Nardi, Andrea Pilloni e gli studentidel master «Tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale»dell’Università Sapienza di Roma

La Società italiana di scienze dell’igiene orale (Sisio) nasce nel

2008 su iniziativa di AAnnnnaammaarriiaa GGeennoovveessii, di cui molti conosco-

no l’attività svolta negli anni al fine di ottenere una piena afferma-

zione professionale dell’igienista dentale. Oggi presieduta da

GGiiaannnnaa MMaarriiaa NNaarrddii, protagonista della storia dell’igiene denta-

le, la società scientifica non intende sostituirsi alle associazioni

professionali, ma operare su un piano squisitamente scientifico

e culturale. L’igiene orale come scienza, dunque, è il punto di vi-

sta e l’obiettivo delle attività di Sisio.

Italian Dental Journal ha intervistato la prof. Nardi per fare il pun-

to sulla situazione dell’igienista dentale e per scoprire il master

da lei diretto e i contenuti del prossimo congresso Sisio.

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Ristrutturare lo studioGli ambienti e l'automazioneIn fase di progettazione è possibile recuperare spazi altrimenti inutilizzati.Qualcosa più di uno sfizio è poi l'automazione: con qualche accorgimentoè possibile raggiungere un alto livello di ergonomia del lavoro

Nella ristrutturazione dellostudio odontoiatrico, eventua-lità che coinvolge ogni annomolti colleghi, l'obiettivo nonè solo quello di migliorare l'e-stetica dell'ambiente ma anchee forse soprattutto la funzio-nalità, l'efficienza e l'ergono-mia. Creare cioè un ambientenel quale è piacevole ritrovar-si per lavorare al meglio.Le competenze tecniche per larealizzazione dello studio ov-viamente sono affidate a pro-fessionisti specializzati nel set-tore; tuttavia è fondamentaleconsiderare che è l’operatorecolui che più di ogni altro co-nosce le azioni che compieogni giorno e può quindi in-tervenire per ottimizzarle.Di seguito vengono presentatialcuni aspetti relativi alla ri-strutturazione di uno studiomonoprofessionale: un'espe-rienza personale che può esse-re utile a tutti i colleghi e dacui magari trarre qualchespunto di riflessione per laprogettazione o il restylingdella propria realtà ambulatu-riale.Molte altre sono state le ideedettate dall’esperienza delquotidiano, la cui realizzazio-ne ha richiesto tempo e pas-sione, due risorse fondamen-tali che è sempre utile avere in

abbondanza perché quandofiniscono, e non sempre inquesto ordine, poche sono lecose che si possono realizzare.Un sentito grazie con laprofondità di chi ha superatogli "anta" alle tante personeche ci hanno aiutato in questaimpresa, e uno particolar-mente affettuoso al mio fedelepersonale, che mi segue con

passione e stima in ogni ini-ziativa che, all’inizio, può ap-parire sopra le righe.

L'organizzazione degli ambientiLa ristrutturazione murariacompleta consente una divi-sione ottimale degli ambienticonsentendo la realizzazione

di diversi locali, anche spazirelativamente piccoli come nelcaso in questione, dove la su-perficie sfruttabile è di circa80 metri quadrati compostida: ingresso e accettazione pa-zienti, reception comunicantecon un piccolo ufficio desti-nato al personale ausiliario,una sala d’attesa con annessoantibagno e un piccolo bagno

di servizio destinato ai pazien-ti, un primo corridoio per ac-cedere agli studi con il bagnodestinato ai diversamente abi-li, due unità operative più unufficio di identiche dimensio-ne eventualmente trasforma-bile nella terza unità, un lungocorridoio che termina con lalinea di sterilizzazione a fian-co della quale è stato ricavatoun vano spogliatoio per il per-sonale.

Il recupero dello spazioConsiderando che gli spazi instudio non bastano mai,quando sia possibile, l’inseri-mento di un archivio rotantepermette di sfruttare in altez-za spazi che andrebbero persie si possono così destinare al-la parte di cartaceo non anco-ra del tutto sostituibile e aduna pratica gipsoteca.Sempre per sfruttare gli spaziin altezza, in uno dei due ba-gni sono state inserite delletravi portanti nel soffitto inmodo da creare un soppalcoadibito a deposito per i mate-riali di consumo, raggiungibi-le con una scala retrattile ascomparsa con comando elet-trico.Sempre in ottica di recuperargli “spazi persi”, sfruttando la

potenza di un motore destina-to alle saracinesche blindate,si è pensato a una sorta di mo-biletto con tre ripiani da oc-cultare in uno spazio persocome quello del controsoffittodel secondo bagno. Il tutto co-mandabile con un semplicepulsante sempre “a uomo pre-senza” per far scendere e salirei ripiani, che possono esserecaricati fino a circa 150 kg. Piùche sufficiente per la maggiorparte dei depositi presenti inuno studio.

I punti luceLe finestre sono dotate di par-ticolari vetri nei quali è inseri-ta una pellicola antisfonda-mento che, oltre a garantire lasicurezza, preserva dal rumo-re esterno. Ogni finestra è do-tata di sensori sia di protezio-ne che di segnalazione di in-fisso aperto o chiuso. Vi è an-che la possibilità di accenderecon comando temporizzatouna lampada alogena inseritanell’intercapedine tra tappa-rella ed esterno della facciatacondominiale, che risulta dif-ficilmente visibile quandospenta.Tutta l’impiantistica destinataal condizionamento dell’aria eall’estrazione della stessa è

> La piantina dello studio del dottor Crespi a Corsico (Milano)

> Il dottor Aldo Crespi e il suo staff

<< FOCUS ON17 <<

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confinata nell’abbassamentoin carton gesso, con molteispezioni che garantiscono gliaccessi per la manutenzione.

Impianto e cablaggioL’impianto elettrico con ilquadro generale rappresenta il

vero sistema nervoso dellostudio che, come gli espertisanno molto bene, deve esseresempre sovradimensionatoperché non solo i "punti" nonbastano mai, ma non è imma-ginabile quali utenze futurepotranno essere impiegate edove saranno posizionate.

Oltre alla qualità della proget-tazione, anche la cura del mi-nimo dettaglio, eseguendotutti i cablaggi con capicordadedicati, risulta fondamentaleper garantire un impianto almassimo della sua efficienza. Nella linea di sterilizzazione,per evitare di avere pedali checomandano il micromotoredestinato ai piccoli ritocchidelle protesi, questo è stato in-serito direttamente nel mobilein fase di costruzione, posizio-nato in un apposito cassetto eil comando per la regolazionedella velocità è stato integratonell’impianto elettrico dellostudio, in modo da evitare alminimo i cavi volanti. Il compressore con relativi fil-tri aria è stato posizionato, co-me altri macchinari, nellacantina che si trova esatta-mente al di sotto dello studio.Da qui deriva il collegamentoprincipale alla piccola centralepneumatica incassata dalla

quale è possibile gestire i varirubinetti per le chiusure par-ziali dell’impianto in caso dimanutenzione, e cosa analogaè stata fatta per l’impiantoidrico.

L'automazioneNel nostro Paese ancora nonè del tutto diffusa l’idea del-l’automazione, ma per gli ap-passionati rappresenta la verasvolta per ergonomizzare ilquotidiano. Si pensi ad esem-pio, partendo dal portonecondominiale, quanto sareb-be comodo poterlo apriresenza cercare le chiavi nelletasche, specie quando si han-no le mani occupate.Con un semplice telecoman-do interfacciato con il citofo-no esistente è semplice otte-nere questo risultato. Lo stes-so telecomando può pilotarela porta principale dello stu-dio. Il portone di ingresso, a

doppia anta battente, è statoautomatizzato grazie a duemovimentazioni a frizione eun motore che gestisce lachiusura automatica a finecorsa, il tutto gestito da unradiocomando praticamenteinviolabile visto l'elevatissimonumero di possibili combina-zioni di frequenza. Luci a trecolori confermano visiva-mente lo stato di avanzamen-to della porta blindata.Una seconda porta in cristal-lo viene gestita con lo stessotelecomando e anche da uncomodo pulsante in recep-tion.Un piccolo sensore in ingres-so accende in modo tempo-rizzato dei sistemi illuminan-ti per tutto lo studio, in mododa non entrare mai al buio.Le porte interne, a scrigno,sono automatizzate per ri-durre al minimo l’uso dellemani e la contaminazionedelle maniglie, che sono stateeliminate ottenendo un pan-nello completamente linearesenza anfratti e altri possibilidepositi di sporco. Per ovvimotivi ogni automatismopuò essere gestito manual-mente in caso di mancanza dicorrente.Il ricorso agli attuatori mec-canici con tale largo impiegosolitamente solleva molteperplessità dal punto di vistasia dell’affidabilità che dell’as-sistenza; oggi tuttavia queste

problematiche sono ingiusti-ficate in quanto con l’affina-mento tecnologico si possonoottenere risultati molto affi-dabili sia nel tempo sia nelmantenimento della qualitàdi funzionamento. Alla portadi ingresso sono stati eseguiticollaudi per settimane con ci-cli di apertura e chiusuraininterrotti per testarne lamassima affidabilità; stessasorte alle sette porte interneautomatiche.Le tapparelle sono governateda un unico comando centra-lizzato che consente anche divisualizzare, tramite segnaliluminosi singoli, il correttofine corsa di ognuna di esse.Tale soluzione permette diverificare, con un semplicesguardo, che tutte le chiusureperiferiche siano andate abuon fine.I comandi in entrata e uscitasono stati pensati per renderele procedure più semplici pos-sibili; estraendo la “card” a fi-ne giornata vengono esclusi imacchinari che devono esserescollegati per sicurezza: chiu-sura automatica delle elettro-valvole di ingresso per evitareallagamenti, stacco compres-sori eccetera. Restano invecein funzione segreteria, frigori-fero e tutte le utenze che devo-no restare attive con studionon operativo.

Dott. Aldo Crespi

FOCUS ON << 18<<

Arredamento degli studiinteragisce con l’operatoreImpatto emotivo ed ergonomia dell’arredamento dello studio odontoiatrico:è attorno a questi concetti che ruota l’attività della neonata Mau.Materiali, forme, tecnologie: il mobile interagisce con l’operatore

> Botola di accesso al soppalco per il deposito dei materiali > Fig. 4: mobile ad altezza pronto per il carico

> Alcuni componenti dell'associazione Mau. Al centro la coordina-trice, Gianna Torrisi Pamich

Con quali finalità nasce ilgruppo Mau?Il gruppo nasce da una co-munione di intenti dei par-tecipanti, atta a sensibilizza-re, trasmettere e supportarela distribuzione, intesa comerivenditori, nelle azioni dipresentazione e promozionedell’arredamento odontoia-trico e odontotecnico, colle-gando il tutto a una visionecorretta dell’importanza co-municativa dell’arredamentonello studio.

Quali sono le caratteristi-che comuni delle aziendeche hanno deciso di asso-ciarsi nel Mau?Gli associati si sono assog-gettati a delle rigide regolesia costruttive che di servi-zio. Oltre alla provata espe-rienza da voi già segnalata,garantiscono un prodottoavente caratteristiche tecni-che ed ergonomiche specifi-che per il nostro settore, acui si aggiunge una proget-tazione interna unica. Il tutto ovviamente realizza-to nel territorio italiano.

Qual è lo stato degli studiodontoiatrici italiani dal

punto di vista delle struttu-re e degli arredi?Come gruppo facciamo rife-rimento all’indagine con-dotta nel 2010 dal DentistaModerno, in cui si evince co-me oltre il 40% degli studiodontoiatrici non abbia ap-portato alcuna miglioria allapropria struttura dal 1995.Realtà con cui comunque ciconfrontiamo giornalmentee che possiamo confermare.

Come si integrano marke-ting e cura degli ambienti edel setting dello studio?All’interno del nostro grup-po riteniamo di basilare im-portanza l’immagine coordi-nata, che preveda una gran-de cura degli ambienti e delsetting per poter essere di si-curo impatto. Più specificatamente non cifermiamo alla sola immagi-ne ma consideriamo l’im-portanza della funzionalità edell’innovazione per miglio-rare l’operatività. Ovviamente crediamo chesolo chi conosca approfon-ditamente le esigenze delsettore sia in grado di pro-porre e/o affiancare delle so-luzioni ottimali che siano digrande impatto emotivo.

Quali sono oggi le più si-gnificative evoluzioni tec-nologiche per quanto ri-guarda gli arredi professio-nali?Il gruppo ritiene che il mo-bile, oggi, interagisce com-pletamente con l’operatore epropone soluzioni propositi-ve nei confronti del nostrointerlocutore. Materiali, forme, tecnologie,tutto è utilizzato per crearesoluzioni uniche ed ergono-

miche che si differenzianocompletamente dal mobileproposto nel passato o repe-ribile al di fuori del nostrosettore. I ripiani di lavoro possonoessere realizzati con mate-riali antibatterici, vasche in-tegrate e lavelli ruotabili. I materiali, che abitualmentevengono considerati solo dalpunto di vista estetico, ga-rantiscono la massima igie-ne e personalizzazione. A

questo possiamo aggiungereuna illimitata serie di com-plementi e accessori: ripianiestraibili, monitor a scom-parsa, moduli informatici,pensili attrezzati multifun-zione, basi sollevate, interniper cassetti studiati per otti-mizzare la distribuzione deimateriali. Il tutto realizzatocon processi di altissimaqualità.

Andrea Peren

«Il mobile: da complemento a protagonista del cambiamen-

to». È questo lo slogan del neonato gruppo dei Mobilieri as-

sociati Unidi (Mau), che riunisce al suo interno le aziende

Dental Art, Edarredo, Loran, Rossicaws, Saratoga, Tavom e

Tre T, tutte realtà con esperienza ultra trentennale nella pro-

gettazione, produzione e distribuzione di arredi professio-

nali.

Il direttivo dell'associazione è coordinato dal consigliere

Unidi GGiiaannnnaa TToorrrriissii PPaammiicchh ed è composto dai titolari del-

le sette ditte.

Italian Dental Journal ha intervistato la coordinatrice Mau

per comprendere più a fondo i motivi che hanno portato al-

l'istituzione del gruppo.

<< DENTAL PRESS19 <<

> Archivio elettrico con piani rotanti ed estraibili per il cartaceo

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Igiene dello studio

Igiene dello studio

Ortodonzia

GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

LaserLaserLe applicazioni del lasernello studio odontoiatricoCon il contributo di uno dei massimi esperti in materia, ecco la descrizionedei diversi tipi di laser disponibili e delle molteplici applicazioni cliniche.Terapie mininvasive che hanno rivoluzionato alcuni trattamenti

Nel decennio che va dal 2000al 2010, si è capito che inodontoiatria era possibileutilizzare il laser nelle sua va-rie lunghezze d’onda. Se all’i-nizio degli anni Ottanta delsecolo scorso gli studi sul-l’applicazione di questa me-todica avevano dato pochecertezze e molti dubbi, inquesti anni si è ribaltato ilconcetto. Ora ci sono tante certezze epochi dubbi sul fatto che i la-ser, e non uno solo, sianofunzionali e utili al nostro la-voro quotidiano, indipen-dentemente da altre conside-razioni, quali ad esempioquelle economiche.

Un po’ di storiaLa storia dello sviluppo delleapplicazioni sull’energia elet-tromagnetica inizia dagli stu-di di M. Plank, relativi alla fi-sica del corpo nero (1901), eda quelli teorici di A.Einstein (1905), sull’emissio-ne stimolata delle radiazioni(compresi nella sua teoriaquantistica dell’emissione edell’assorbimento, premioNobel per la fisica nel 1917).Nel 1954 C. Townes (premioNobel per la fisica nel 1964)ideò e mise a punto il Maser(microwave amplification bystimulated emission of radia-

tion) che si può ritenere il ve-ro precursore del principiofunzionale del laser, anche seoperava utilizzando le microonde e non la luce.Estendendo l’applicazionedegli stessi principi alle lun-ghezze d’onda nel campo delvisibile, T. Maiman riuscì aprodurre, nel 1960, il feno-meno definito con l’acroni-mo Laser (light amplificationby stimulated emission of ra-diation) utilizzando una bar-retta di rubino.Il principio di funzionamen-to dell’apparecchiatura laserconsiste nel produrre un fa-

scio collimato di fotoni (lu-ce), molto omogeneo in lun-ghezza d’onda, e di potenzaperfettamente controllabile,generato come amplificazio-ne di un input di fotoni chene stimolano l’emissione. Ilaser sono classificati, e tro-vano il loro campo d’applica-zione, sulla base della lun-ghezza d’onda del raggio difotoni. L’applicazione medica sfruttala proprietà dei vari tessutibiologici di assorbire in mo-do diverso le varie lunghezzed’onda e quindi di subireazioni specifiche. In odon-

toiatria sono utilizzati vari ti-pi di laser. I principali sonolaser allo stato solido (erbio,neodimio), allo stato gassoso(CO2) e semiconduttori (la-ser a diodi) con diverse lun-ghezze d’onda e particolaripeculiarità per ognuno di es-si.

Laser a stato solido:Nd:Yag e Nd:YapIl mezzo attivo di questi laserè una barretta di granato (si-licato) d’ittrio e alluminiodrogato al neodimio, cheemette una luce della lun-ghezza d’onda di 1064 nm euna di perovskite d’ittrio e al-luminio drogato al neodi-mio. Questi laser sono utilizzati inmodalità pulsata e superpul-sata (comuni durate dell’im-pulso: 100/150/300 ms), confrequenze d’emissione fino a200 Hz, impiegando per laconduzione fibre ottiche alquarzo di diametri differenti(200 - 600 micron). Dei duecertamente il più diffuso inItalia è il Neodimio Yag.Il Nd:Yag è un tipo di laserche nell’ultimo decennio haavuto la più vasta diffusioneapplicativa in campo odon-toiatrico. È stato il primo si-stema che ha sfruttato le fibreottiche per trasmettere all’e-

L’ESPERIENZA DELL’ISI A MILANOIL REPARTO DI PATOLOGIA ORALE

L’Istituto stomatologico italiano (Isi) vanta una grande tradi-

zione nel campo della prevenzione e della cura delle ma-

lattie del cavo orale. L’istituzione del servizio di patologia

orale nel 1994, per volontà del compianto professor

CCeessaarree EEnnrriiccoo PPiinnii, allora direttore dell’Isi, quale osservato-

rio per la diagnosi e delle affezioni del cavo orale, ha con-

tribuito a rafforzare e a consolidare il ruolo dell'istituto mila-

nese sul territorio e a renderlo punto di riferimento, oltre che

per i pazienti, anche per i medici, che si rivolgono alla strut-

tura per la tempestività e competenza con la quale vengo-

no affrontati i loro quesiti diagnostici.

Dal 1994 la conduzione del reparto di patologia orale, ar-

ricchito nel 2000 da quello di laserterapia, è affidata al pro-

fessor RRoollaannddoo CCrriippppaa, specialista in chirurgia maxillo-fac-

ciale e professore a contratto del corso di laurea in odon-

toiatria dell’Università di Genova, nella quale collabora con

il professor SStteeffaannoo BBeenneeddiicceennttii, titolare dell'insegnamento

di conservativa e direttore del master internazionale bien-

nale di laserterapia presso il Distbimo.

Nell’ambito del reparto dell'Istituto stomatologico italiano

vengono affrontate le tematiche diagnostiche delle princi-

pali malattie del cavo orale con la preziosa collaborazione

di enti affiliati come l’Istituto di scienze dermatologiche

dell’Università di Milano, il servizio di anatomia e istologia

patologica dell’Università di Milano-Bicocca, il dipartimen-

to per la cura delle malformazioni vascolari della Clinica S.

Pio X e l’apporto fondamentale della Casa di cura maxillo-

facciale dello stesso Isi, unità diretta dalla dottoressa

MMaauurriizziiaa MMaacccchhii.

Il consolidamento e il rafforzamento del reparto è un obiet-

tivo primario che l’Isi, oggi sotto la guida del presidente

RRoobbeerrttoo BBoorrlloonnii, si è posto in passato e si pone per il futu-

ro, in particolar modo con l’introduzione delle nuove tecni-

che di laserchirurgia e laserterapia per il trattamento delle

precancerosi e delle affezioni benigne delle mucose orali e

dei tessuti duri. E sono già più di 3.000 gli interventi esegui-

ti in 10 anni. Nel reparto dal 1995 si svolgono corsi di ag-

giornamento di patologia orale e dermatostomatologia e dal

2001 corsi di laserchirurgia su tutte le lunghezze d’onda uti-

lizzate in odontoiatria e sulla Lllt (low level laser therapy). Da

quattro anni si svolge il «Meeting Laser Day», incontro

scientifico con i principali relatori nazionali esperti di laser-

terapia. In reparto sono attivi corsi di frequenza ambulato-

riali. Il programma di aggiornamento del reparto si affianca

a quello ben più ampio dell’Isi, che ha avuto anche l’anno

scorso un significativo incremento sotto la guida del dottor

LLuuccaa DDee MMiicchheellii, direttore scientifico dell'Istituto, e del dot-

tor SSaannddrroo SSiieerrvvoo, direttore degli allievi della Fondazione Isi,

diretta dal professor CCaarrlloo FFoossssaattii, fondatore della Silo.

> L’incotro nel 2009 al «Meeting per l’amicizia tra i popoli» di Riminitra il professor Charles H. Townes (a sinistra), premio Nobel per lafisica nel 1964, e il professor Rolando Crippa (a destra), responsabi-le del reparto di patologia orale e laserterapia dell'Istituto stomato-logico italiano di Milano

> Fig. 1: emangioma del labbro superiore di destra. Paziente maschioadulto, patologia comparsa da qualche anno, aumento di volume ne-gli ultimi mesi prima della visita. All’ecodoppler assenza di flussi ar-teriosi. Terapia proposta: applicazione di metodica Fdip (forced dehi-dration with induced photocoagulation) con laser a diodi 810 nm

> Fig. 2: fotocoagulazione della neoformazione non a contatto contecnica Fdip senza infiltrazione anestetica (potenza 3.2 W, fibra 320micron, modalità continous wave)

> Fig. 3: guarigione completa per seconda intenzione a tre settimanedall’intervento, senza reliquati estetici, con ripristino morfofunzio-nale della zona trattata

CASO CLINICO/1: EMANGIOMA DEL LABBRO Prof. Rolando Crippa

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Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

Ortodonzia

Laser

Igiene dello studio

Igiene dello studio

Ortodonzia

LaserLaser

sterno la luce, ottenendo intal modo vero e proprio bi-sturi ottico che svolge con-temporaneamente le funzio-ni di taglio del bisturi tradi-zionale associandole al con-trollo dell’emostasi e alla de-contaminazione dell’areatrattata.Il laser a neodimio risultaparticolarmente adatto al-l’impiego nella piccola chi-rurgia orale e come compen-dio nella cura delle malattieparodontali, dove si esalta lasua azione decontaminantese associato ad agenti attiviquali iodopovidone al 10%,aspirina, H2O2. In endodon-zia è utilizzato per la steriliz-zazione del canale e il riscal-damento della guttapercanella fase di condensazione.È anche usato per la per ladesensibilizzazione dei mon-coni protesici e dei collettidentali.Questo laser richiede unacerta cautela nel suo uso al fi-ne di evitare il rischio di dan-ni irreparabili ai tessuti.Infatti possiede un potere dipenetrazione nelle mucoseorali che può arrivare ai 4mm di profondità e, quindi,se utilizzato da inesperti, lasua potenziale pericolositàpuò vanificarne i grandi van-taggi.Per le sue caratteristiche difunzionamento, che gli con-sentono di emettere la lucelaser pulsata in periodi ditempo brevissimi, può essereutilizzato senza procedere al-l’anestesia, perché il compi-mento dell’azione avviene intempi inferiori a quelli neces-sari per la trasmissione del-l’impulso nervoso. Di conse-guenza può essere utilizzatocon successo su bambini esoggetti odontofobici.

Laser a stato solido:Er,Cr:Ysgg e Er:YagLa famiglia dei laser all’erbiocomprende sia l’Er:Yag, conlunghezza d’onda 2940 nm,sia l’Er,Cr: Ysgg (granato diyttrio, scandio, gallio, droga-to con erbio e cromo) conlunghezza d’onda (diversifi-cabile) 2690/2780 nm, chesono stati esplicitamente svi-luppati per le applicazioni susmalto e dentina. Entrambi sono utilizzati inemissione pulsata (frequenze4 - 50 Hz), con durate del-l’impulso variabili dai milli-secondi ai nanosecondi; l’e-nergia emessa ad ogni impul-so varia da qualche decina dimJ fino ad 1 J e ammetteogni tipo di trasmissione delfascio. La conduzione all’esterno delraggio può avvenire secondotre modalità: braccio artico-lato, fibra ottica, fibra cava. Ilbraccio articolato, pur nellasua complessità meccanica,costituisce il sistema più effi-ciente, mentre la fibra ottica

allo zaffiro è certamente piùpratica (per la sua flessibilità)ma costosa e delicata; unbuon compromesso è costi-tuito dalla fibra cava (nontroppo rigida) delle dimen-sioni di una fibra ottica me-dia. La particolarità di talilunghezze d’onda è quella dicorrispondere al picco d’as-sorbimento per l’acqua, ilcollagene e l’idrossiapatite.Come conseguenza questolaser possiede una particola-re efficacia nella vaporizza-zione, o ablazione, dei tessutiduri, mediante effetto termo-meccanico.L’entità dell’effetto è forte-mente influenzata dal conte-nuto in acqua del tessuto ber-saglio. Infatti l’acqua, investi-ta dal raggio laser, assorbe inbrevissimo tempo l’energia,trasformandola in calore;questo ne provoca la rapidis-sima vaporizzazione, cheporta alla microesplosione equindi alla distruzione deltessuto irradiato, senza car-bonizzazione. La loro capa-cità d’assorbimento in acquaè superiore di tre volte aquella del laser a gas CO2.I laser ad erbio sono quindiindicati per le cure dentali(carie, desensibilizzazioni),per il confezionamento dilembi parodontali, per il trat-tamento endodontico attra-verso la tecnica Pips (photoninitiated photacustic strea-ming), per la chirurgia endo-dontica (apicectomie), per lachirurgia ossea (scappuccia-menti di denti inclusi, rimo-dellamenti, rialzi di seno ma-scellare, preparazione e/o de-contaminazione del sito im-plantare).

Laser a gas CO2

La sua emissione ha la lun-ghezza d’onda tipica di 9.600e 10.600 nm. È stato, graziealla sua affinità elettiva perl’acqua, uno dei primi laserimpiegato per l’asportazionedelle aree leucoplasiche neitrattamenti delle precancero-si e il suo impiego si è prestodiffuso in tutti gli altri inter-venti di chirurgia orale (è illaser chirurgico per eccellen-za). Una ricca letteratura scienti-fica mette in risalto la grandelicatezza con cui questo ti-po di laser è in grado d’a-sportare aree molto estese dileucoplachie, o leucoeritro-plachie, in modo radicale espesso definitivo.Il laser a CO2 agisce per va-porizzazione dei liquidi in-tra/extracellulari e conse-guente distruzione dell’archi-tettura cellulare e delle cellu-le medesime; con potenze te-rapeutiche di 2-3 W, in mo-dalità continua o superpulsa-ta, raggiunge solo 1-1.5 mmdi profondità. Solo una pic-cola frazione dell’energiaemessa è ceduta ai tessuti

adiacenti, o perduta per ri-flessione dalla superficie ir-raggiata. Questo modo d’o-perare consente di evitaremolte complicanze come leaderenze cicatriziali e dimantenere integra la struttu-ra morfologica tessutale.Anche l’irraggiamento ter-mico dei tessuti adiacenti èminimo. Nel caso del laser aCO2 il tessuto direttamenteirradiato può raggiungere latemperatura di 1400°C, men-tre quella del tessuto circo-stante non raggiunge valoritali da pregiudicare la vitalitàdel tessuto stesso (si ha solola disidratazione in un sotti-le strato di contorno alla zo-na direttamente colpita). Illaser a CO2 dimostra anchebuone capacità emostatiche,chiudendo i vasi sanguigni elinfatici (fino a 0.3 - 0.5 mmdi diametro) sui lati della fe-rita che crea. In conclusione si può ripor-tare un parere diffuso sul-l’impiego del laser a gas CO2

inquadrandolo come un si-stema di applicazione essen-zialmente chirurgica, utileper ciò che riguarda l’im-plantologia (scapucciamentoimpianti), la chirurgia e lacura delle precancerosi.

Laser a diodi(o a semiconduttore)Il mezzo attivo di questa ca-tegoria di laser è un semicon-duttore solido d’arseniuro digallio drogato con alluminioche produce, per i laser piùutilizzati nella pratica odon-toiatrica, una radiazione del-la lunghezza d’onda da 810 a980 nm. Può essere impiega-to sia nella modalità conti-nua che ad intermittenza(durata dell’impulso: da 0.1ms fino ad infinito, con fre-quenze programmabili fino a10-20-30.000 Hz), con laconduzione realizzata in fi-bra ottica (diametri: 200 ÷600 μm). È stato introdotto in odon-toiatria nella metà degli anniNovanta e ha subito dimo-strato convincenti proprietàdi versatilità e d’affidabilità.La sua lunghezza d’onda nonconsente azioni ablative susmalto e dentina e di conse-guenza non è in grado d’ese-guire l’alesaggio canalare. Ilvantaggio che presenta neiconfronti degli altri tipi di la-ser a fibra ottica è costituitodalla compattezza delle di-mensioni, che lo rendono unsistema facilmente trasporta-bile. Originariamente, sul mercatoitaliano, questo tipo di lasererano commercializzati perimpieghi di natura esclusiva-mente estetica, come losbiancamento dei denti vitali.Si è costatato poi che le appli-cazioni potevano essere este-se all’endodonzia, a tutta lapiccola chirurgia orale, alla

preparazione del solco prote-sico e alla parodontologia.Nell’endodonzia il laser a dio-di può essere usato assai effi-cacemente per la decontami-nazione del canale radicolare;utilizzato in modalità pulsata,e convogliato con fibre otti-che da 200 μm, è in grado disterilizzare il delta apicale e itubuli dentinali fino allaprofondità di 1 mm, raggiun-gendo un grado di sterilitàclinica pari alla riduzione digermi di 0.01 Cfu per mm2.Nella chirurgia orale trovaapplicazione per la rimozio-ne dei tumori benigni, deipapillomi e delle precancero-si. Una particolare applica-zione riguarda la patologiavascolare (trattamento noninvasivo degli emagiomi) e iprelievi diagnostici (esecu-zione di biopsie incisionalied escissionali). In parodontologia è impiega-to come strumento di ausilionel trattamento delle gengi-viti e delle tasche, nelle gen-givectomie e negli innestimucogengivali. In ortodon-zia è indicato per lo scappuc-ciamento dei denti inclusi eper il trattamento delle an-chiloglossie dovute a frenulocorto linguale e al trattamen-to del frenulo tecto labiale.

Prof. Rolando Crippa

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> Fig. 1: ampia area di leucoplachia che occupa tutto il pavimentoorale in giovane paziente adulto forte fumatore

> Fig. 2: biopsia incisionale senza anestetico parenterale dell’area in-teressata mediante laser a diodi 980 nm, con fibra 320 micron, po-tenza 2.0 W in continous wave

> Fig. 3: dimensioni della parte biopsiata. Si noti l’assenza di carbo-nizzazione. Il pezzo bioptico viene inviato all’anatomopatologo perl’esame istologico

> Fig. 4: vaporizzazione dell’area residua mediante laser CO2, fibracava, modalità superpulsata, potenza 2.0 W

> Fig.5: l’area trattata dopo tre settimane. Completa assenza di leu-coplachia e ripristino morfofunzionale di tutto il pavimento orale. Ilpaziente ha smesso l’uso di tabacco

CASO CLINICO/2:LEUCOPLACHIA ORALEProf. Rolando Crippa

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> Fig. 1: cisti mucosa del labbro inferiore in giovane adulto di vero-simile natura traumatica. Trattamento proposto: escissione median-te laser diodico 980 nm

> Fig. 2: incisione senza anestetico parenterale dell’area interessatacon fibra 320 micron, potenza 2.0 W in continous wave

> Fig. 3: asportazione della neoformazione

> Fig. 4: le dimensioni della neoformazione escissa. Viene inviata al-l’istologo per l’esame istologico

> Fig.5: l’area trattata immediatamente dopo l’asportazione della cisti.Ottima emostasi e chiusura virtuale della mucosa

> Fig. 6: guarigione a tre settimane di distanza con ottimo ripristinomorfo-funzionale

CASO CLINICO/3: CISTI MUCOSA Prof. Rolando Crippa

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> Fig. 1: radiografia endorale in paziente affetta da lesione apicalesull’elemento 25 devitalizzato e ricoperto da corona in oro-resina.All’interno del canale, residuo di strumento endodontico fratturato

> Fig. 2: fotografia intraorale che dimostra la presenza di fistola ve-stibolare contigua all’elemento dentale

> Fig. 3: previa anestesia con carbocaina 2% e adrenalina 1:100000si esegue incisione mucoperiostea mediante laser Waterlase BiolaseMd, ErCr:Ysgg 2780nm, conduzione in fibra ottica, manipolo curvo,tip MT4 di lunghezza 6 mm da 400 micron, potenza 2,5 W, frequen-za 15 Hz, spray aria 60%, acqua 40%, modalità soft tissue per confe-zionamento di lembo marginale

> Fig. 4: scollamento del lembo mucoperiosteo e apertura dell’areaapicale

> Fig. 5: osteotomia con tip MG6, lunghezza 6 mm, da 600 micron,potenza 4.0 W, frequenza 20 Hz, spray aria 55%, acqua 45% moda-lità hard tissue

> Fig. 7: sutura con filo in seta 3/0 Ethicon > Fig. 9: guarigione a un mese del sito trattato

> Fig. 6: rimozione dell’apice di 25 con rilevamento di strumento api-cale che viene rimosso. Successiva decontaminazione del canale contip MT4 da 400 micron, lunghezza 6 mm, potenza 2.5 W, spray aria70%/, acqua 30% e sigillatura dell’apice radicolare mediante cemen-to SuperEba Bosworth. Protezione con membrana Gore Resolut rias-sorbilbile XTV 1

CASO CLINICO/4: LESIONE APICALE Prof. Rolando Crippa

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Un recente studio, pubblicatosu Lasers in Medical Science, èstato condotto con l’obiettivo dideterminare i parametri cliniciper l’utilizzo del laser a erbio-cromo (Er,Cr:Ysgg) nel tratta-mento dell’ipersensibilità den-tinale. A livello microscopico, l’iper-sensibilità è legata al numero ealla dimensione dei tubuli den-tinali aperti. Si è visto che tal-volta, nei denti sensibili, la con-centrazione di tubuli può esse-re fino a otto volte superiore ri-spetto alla norma e il loro dia-metro arriva al doppio. Ne de-riva un considerevole aumentodella permeabilità, presa di mi-ra da molti trattamenti checombattono l’ipersensibilità at-traverso il tentativo di occlude-re, in tutto o in parte, i tubuli;tuttavia i risultati sono general-mente di efficacia modesta esoprattutto di breve durata.I laser, fin dai primi modelli arubino, sono stati studiati per-

ché potenzialmente adatti adagire sui tubuli dentinali. Conl’avvento del laser a erbio(Er:Yag) si è capito di esseresulla buona strada poiché si ènotata una buona efficacia deldispositivo nella riduzione deldiametro e, in certe condizioni,una parziale occlusione dei tu-buli. Con l’avvento dei laserEr,Cr:Ysgg si sono aperte nuo-ve possibilità di trattamento,ma si tratta di determinare i pa-rametri di lavoro che ne otti-mizzino l’efficacia.I ricercatori brasiliani hannopreparato i campioni da analiz-zare a partire da 144 premolarideterminato due zone antago-niste che potessero fungere dasuperficie sperimentale e su-perficie di controllo, permet-tendo un confronto. Dopo uncondizionamento effettuatocon l’applicazione di acido fo-sforico al 35% o con soluzionedi Edta per simulare l’ipersensi-bilità dentinale, sono state spe-

rimentate diverse metodiche diapplicazione laser, sia conEr:Yag (2.94 μm) che conEr,Cr:Ysgg (2.78 μm). Pur con tutte le limitazioni checomporta uno studio in vitro, leanalisi hanno permesso di os-servare una diminuzione dellapermeabilità della dentina; tut-tavia nessuno dei parametriadottati ha permesso di elimi-nare completamente il micro-leakage. I laser a erbio si sonomostrati più efficaci rispetto aquelli a erbio-cromo nel sigilla-re i tubuli ma, morfologica-mente, in nessun caso si è riu-sciti a ottenere una sigillaturacompleta.

Giampiero Pilat

Aranha AC et al. In vitro effectsof Er,Cr:Ysgg laser on dentinehypersensitivity. Dentine per-meability and scanning elec-tron microscopy analysis.Lasers Med Sci 2011 Sep 27.

Laser contro l'ipersensibilità dentinale

ENDODONZIA

Laser e stabilità degli impianti

IMPLANTOLOGIA

La biostimolazione laser a bas-sa intensità (Lllt - Low LevelLaser Therapy) ha trovato im-piego in medicina perché nesono stati osservati gli effettiantiflogistici, antibatterici eantalgici. È stato recentementesuggerita la possibilità di im-piegare gli Lllt per accelerare emigliorare i processi di guari-gione del tessuto osseo, il che lirenderebbe preziosi in im-plantologia. Fin dai tempi incui Brånemark descrisse il fe-nomeno dell’osteointegrazio-ne, gli studiosi hanno infattiesplorato varie stategie per mi-gliorarne l’efficacia negli im-pianti e diminuire i tempi diguarigione.Diversi studi indicano chel’osso irradiato con lunghezzed’onda nello spettro dell’infra-rosso mostra una prolifera-zione osteoblastica acceleratae la formazione di nuovo tes-suto osseo. Ma sono ancorapochi gli approfondimenti su-gli effetti della stimolazionelaser a bassa intensità sul pro-cesso di osteointegrazione de-gli impianti e un nuovo studiopubblicato di recente sulla ri-vista di riferimento del setto-re, Lasers in Medical Science,raffredda gli entusiasmi inmerito. Condotta da un grup-po di ricercatori della Schoolof Dentistry dell’Università diSan Paolo, la sperimentazioneha fatto ricorso all’analisi del-la frequenza di risonanza perottenere misurazioni affidabi-li della stabilità e dell’osteoin-tegrazione degli impianti.Anche se randomizzato e indoppio cieco, si è trattato diuno studio di piccole dimen-

sioni: 30 impianti sono statiapplicati bilateralmente sullamandibola posteriore di ottopazienti. Sul lato sperimentale,gli impianti sono stati esposti astimolazione laser a bassa in-tensità. La prima applicazioneLllt è stata effettuata nel perio-do immediatamente successi-vo al posizionamento dell’im-pianto ed è stata ripetuta ogni48 ore per due settimane. Il quoziente di stabilità del-l'impianto (Isq) è stato misu-rato con l’analisi della fre-quenza di risonanza dopodieci giorni e poi dopo tre,sei, nove e 12 settimane. Il va-lore iniziale dell’Isq è statocompreso tra 65 e 84 (conuna media di 76) ma, a parti-re dal decimo giorno fino allasesta settimana, si è visto uncalo significativo negli im-pianti irraggiati e un gradua-le recupero dalla sesta alladodicesima settimana. I valo-ri più elevati di Isq si sonoavuti nel decimo giorno negliimpianti irraggiati e il piùbasso alla sesta settimana inentrambi i gruppi. La conclusione degli autori ècomplessivamente poco inco-raggiante: hanno riconosciutoche, con i parametri adottatinello studio, non si è osservatoalcun effetto della biostimola-zione laser a bassa intensità.

Renato Torlaschi

García-Morales JM et al.Stability of dental implants af-ter irradiation with an 830-nmlow-level laser: a double-blindrandomized clinical study.Lasers Med Sci 2011 Jul 6.> Fig. 8: controllo radiologico successivo all'intervento

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Laser più miscroscopioper prestazioni hi techDue strumenti ad alto contenuto tecnologico che combinati aprono a terapie veramente mininvasive, dall'endodonzia fino alle più recenti acquisizioni per trattare con successo la malattia parodontale

Dottor Martelli, quali appli-cazioni del microscopio inodontoiatria?L’odontoiatria non ha proble-matiche diverse rispetto adaltri specialisti, anzi: in certesituazioni noi lavoriamo sustrutture molto piccole doveè anche difficile inserire glistrumenti, che devono essererealizzati ad hoc, e soprattut-to si tratta di strutture dove èdifficile portare la luce. Il problema che viene risoltodal microscopio operatorio èdunque duplice: permette diingrandire vedendo meglio iparticolari e di avere un cam-po operatorio perfettamenteilluminato.

Com’è nato l’istituto di ri-cerca Microdentistry?Questo approccio meno in-vasivo, che ha spianato lastrada a una rivoluzione co-

pernicana di tutte le branchechirurgiche, in odontoiatriaha inizialmente trovato ap-plicazione in endodonzia. Inquesta specialità l’uso del mi-croscopio è più immediato:durante una devitalizzazionel’operatore è immobile, prati-camente non deve muoverenemmeno le mani ma solo ledita ed è quindi più sempliceimparare a utilizzare lo stru-mento. Quindi, negli ultimivent’anni, molti endodontistisi sono dedicati all’apprendi-mento del microscopio e al-cuni di loro lo hanno adotta-to.Inizialmente gli altri speciali-sti odontoiatri non ne hannosfruttato le potenzialità. Noiinvece, già dalla metà deglianni Novanta, ne abbiamofatto lo strumento principe;abbiamo capito che con ilmicroscopio si può lavoraremeglio e più velocemente in

tutte le branche dell’odon-toiatria, persino in settoridove questo può sembrareimpossibile, come l’implan-tologia. L’operatore che fa usosistematico e continuo dellostrumento viene messo rapi-damente nella condizione diautocorreggersi grazie all’in-grandimento e alla perfettailluminazione del campooperatorio che, evidenziandogli errori, consente una sem-plice e immediata gestionedei medesimi.Grazie a questa visione inno-vativa della professione, qui aFirenze abbiamo sviluppatoun know-how unico, che ci haportato ad attrezzare tutte lepoltrone con il microscopio– addirittura alcune posta-zioni non hanno nemmenola lampada – e ovviamente aobbligare tutti gli operatori autilizzarlo. Del resto, laToscana è storicamente rife-rimento mondiale per glistudi di ottica – già dai tempidi Galileo – e noi ci siamo in-seriti in questa tradizione.

Il microscopio operatorionon è la sola tecnologia cheavete introdotto in odon-toiatria…Infatti noi siamo, già dalla fi-ne degli anni Novanta, unodei centri di riferimento a li-vello mondiale per l’uso dellaser in odontoiatria: ciò èfrutto di una passione da mecoltivata fin da ragazzo. Al li-ceo classico mi sono diplo-mato portando una tesi in fi-sica sul laser: era il 1977 e so-lo l’anno seguente GeorgeLucas lo avrebbe fatto entrarenell’immaginario collettivo

con il film «Guerre stellari».Quindi, non appena abbiamoavuto a disposizione sorgentilaser di alta potenza, utilizza-bili in odontoiatria, abbiamoaffiancato il laser al micro-scopio.D’altronde, molti degli spe-cialisti che citavo prima, siservono del laser per effet-tuare interventi di microchi-rurgia sotto il controllo delmicroscopio, in modo daavere una visione ottimaledel campo operatorio, in cuiintervengono, così, con estre-ma accuratezza. Da una parte abbiamo quindiuno strumento che ci per-mette di vedere molto meglioe dall’altra uno che ci per-mette di operare con critericompletamente nuovi: questedue tecnologie non solo sisposano, ma quando le si co-nosce profondamente si capi-sce che l’uso sistematico ecombinato di entrambe mol-

tiplica esponenzialmente ibenefici che derivano dall’u-so delle medesime fatto inmaniera sporadica e scolle-gata. È questa la base di quella chenoi chiamiamo odontoiatriaminimamente invasiva: unavera rivoluzione.

Dunque avete sempre pun-tato sull’innovazione..Infatti dall’anno 2000 ci sia-mo costituiti come istituto diricerca e formazione, perchéle aziende da una parte cichiedevano di fare ricercaclinica sugli strumenti chepotenzialmente erano utiliz-zabili e vantaggiosi in odon-toiatria, dall’altra ci chiede-vano di trasferire il nostroknow how in corsi di forma-zione teorico-pratici, semi-nari, congressi e conferenze. Abbiamo così messo a puntoi nostri protocolli clinici sul

laser: abbiamo capito qualelunghezza d’onda è più indi-cata per questo o quel tratta-mento, sui tessuti molli o du-ri; abbiamo cercato di svilup-pare, anche dal punto di vistadell’interfaccia tra operatoree paziente, tutta una serie dilinee guida che prima nonesistevano. Sempre nel 2000 abbiamopubblicato un libro, il primoin Italia, sulle applicazionicliniche del laser in odon-toiatria (Martelli, De Leo,Zinno. Laser in odontosotma-tologia. Applicazioni cliniche.Ed. Masson, 2000). Nei varicapitoli del libro non ci sia-mo limitati a descrivere leapplicazioni dei protocolli te-rapeutici, ma li abbiamo illu-strati con dei contributi visi-vi: è stato uno dei primi librimultimediali, con un cd-romintegrato al testo e contenen-te i filmati con casi clinici, ladescrizione degli interventi e

A Firenze c’è una realtà importante dell’odontoiatria italiana,

che deve il proprio successo alla costante attenzione all’in-

novazione. Si chiama Microdentistry, nome che indica ormai

una precisa specialità odontoiatrica e, nello specifico, un isti-

tuto di ricerca e formazione – la denominazione corretta è IRf

in Microdentistry – che ha contribuito alla nascita di altri stu-

di dentistici in Italia e all’estero. Ne è stato ideatore

FFrraanncceessccoo MMaarrtteellllii, che fin dagli anni Novanta ha intuito le

potenzialità che il microscopio operatorio poteva offrire an-

che all’odontoiatria.

Le specialità chirurgiche, soprattutto quelle che lavorano in

campi anatomici molto ristretti, come l’otorinolaringoiatria,

l’oculistica, la chirurgia vascolare o la neurochirurgia, negli

ultimi anni ormai hanno raggiunto risultati di eccellenza e

permettono l’esecuzione di interventi chirurgici prima non

immaginabili, grazie all’introduzione sistematica del micro-

scopio. Come ci ricorda il dottor Martelli, «un oculista o un

otorino non viene considerato tale se non lavora con il micro-

scopio, mentre cinquant’anni fa nessuno lo utilizzava».

> Francesco Martelli

LASER E MICROSCOPIOPER LA TERAPIA PARODONTALE

Con l’uso combinato e sistematico di laser e microscopio

in fase operatoria e con l’uso dei test microbiologici per

effettuare diagnosi qualitative e quantitative sulla micro-

flora batterica, abbiamo trasformato completamente il

classico approccio alla parodontologia e ormai trattiamo

la malattia parodontale praticamente senza interventi

chirurgici.

Disponiamo di uno strumento oggettivo - il test microbio-

logico di laboratorio - che ci descrive precisamente lo

stato di partenza del paziente e ci indica dove possiamo

arrivare, inoltre controlliamo il paziente anche da un pun-

to di vista genetico per determinare la sua suscettività al-

l’infiammazione parodontale. Quindi nella malattia paro-

dontale interveniamo a monte sui batteri, a valle sull’in-

fiammazione e tutto quello che c’è in mezzo lo gestiamo

con il microscopio operatorio. Questo ci ha consentito di

trattare e guarire tutta una categoria di parodontiti che

non rispondono alle terapie tradizionali e che in letteratu-

ra venivano catalogate come refrattarie.

L’intervento è diverso a seconda del tipo e della quantità

della flora batterica riscontrata. Ogni paziente ha una su-

scettività individuale che si traduce nella capacità di tol-

lerare batteri fino a una certa soglia, oltre la quale si sca-

tena la parodontite.

Nel momento in cui la predisposizione individuale è mol-

to elevata, i tentativi terapeutici che prendono in consi-

derazione solo l’anatomia e il dato clinico macroscopico,

senza andare a fondo nella biologia, sono destinati a

scontrarsi contro un muro di gomma. Tuttavia, avendo a

disposizione mezzi che ci forniscono informazioni ogget-

tive dal punto di vista biologico e conoscendo il livello

batterico massimo tollerato, noi non facciamo altro che

riportare i batteri patogeni e pericolosi al di sotto di quel-

la soglia, istituendo in seguito un protocollo di manteni-

mento, che impedisca ai batteri di superarla di nuovo.

DDootttt.. FFrraanncceessccoo MMaarrtteellllii

la verifica di follow-up clini-co e radiologico. Queste attività hanno pianpiano aperto la strada a unflusso di colleghi che veni-vano da tutta Italia e poi an-che dall’estero: abbiamo in-vertito la tendenza degli ita-liani che andavano in Sveziao negli Stati Uniti per impa-rare e abbiamo fatto sì che icolleghi venissero a formarsida noi.

Qual è oggi la diffusione diMicrodentistry?È ancora limitata. Gli investi-menti richiesti sono moltopesanti, però chi non investenel suo lavoro è destinato amorire, soprattutto in un set-tore attraversato da trasfor-mazioni così ampie come ac-cade oggi all’odontoiatria. Cisono alcuni odontoiatri inItalia e all’estero che hanno

sposato il nostro modo di la-vorare; questo modo di farerete condividendo un conte-nuto clinico basato su proto-colli innovativi è la nostra ri-sposta alla nascita massicciadi grandi catene di franchi-sing odontoiatrico. Tuttaviaquesti non sono nostri com-petitors, perché il nostro tar-get è differente, così come lanostra struttura. Ma in generale la diffusionedi Microdentistry, oltre chedai costi per acquistare glistrumenti e attrezzature, è li-mitata anche dalla necessitàdi abituarsi al loro utilizzo.Alcuni di coloro che si dota-no delle tecnologie più sofi-sticate poi non riescono acambiare nel quotidiano iprotocolli, perché costa fati-ca. Anche per questo noiportiamo avanti un lavorocostante, soprattutto rivoltoalle nuove generazioni, di

formazione di operatori perdiffondere l’uso di questenuove tecnologie. Oggi, neinostri centri, prendiamo a la-vorare solo dei neolaureatiperché fanno meno fatica adapprendere. Non avendo maiacquisito abitudini di lavoropiù tradizionali, nel giro dipoche settimane - da tre a sei- li mettiamo in condizionedi operare con modalità dicui poi non possono più farea meno: entrano direttamen-te nel mondo delle nuove tec-nologie senza la necessità diuscire dall’ altro.

Oltre alle tecnologie elet-troniche e informatiche, inquesti ultimi anni le ricer-che in campo biologicohanno aperto all’odontoia-tria prospettive inedite: co-me vi rapportate a questenovità?

Microscopio e laser sono idue pilastri storici della no-stra attività, sia nella ricercache nello sviluppo clinicodell’odontoiatria minima-mente invasiva, ma a partiredal 2003/2004 - quando sisono affacciate sul mercato leprime aziende che commer-cializzavano test diagnosticibasati su metodiche di biolo-gia molecolare per la paro-dontite e la perimplantite -abbiamo iniziato a fare un la-voro di ricerca e di integra-zione delle nuove tecnologieanche in quest’ambito. Ci sia-mo interessati in particolaredi ingegneria tissutale, peringegnerizzare tessuto osseoe legamento parodontale, siain implantologia che in paro-dontologia. Siamo ritornati a studiare e ariaggiornarci sulla medicinadi base e abbiamo impressoun’ulteriore svolta alla nostra

attività clinica applicandoquesti nuovi concetti che co-stituiscono il complementofondamentale alla tecnologiarappresentata da laser e mi-croscopio. Il tutto va sempreinquadrato in un contesto diminima invasività: noi nonandiamo mai a prelevare os-so fuori dalla bocca per rico-struire i mascellari e, quando

dobbiamo rimuovere dentinon più mantenibili, mettia-mo comunque in atto tecni-che per impedire la perditadell’osso residuo; in questomodo siamo sempre in gra-do di posizionare gli impian-ti evitando l’atrofia dei ma-scellari.

Renato Torlaschi

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Igiene dello studioGLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

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Ortodonzia

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Laser

CASO CLINICO

Frenulectomia linguale con laser a diodiLa lingua è un organo musco-lo-membranoso. Presenta uncorpo laminare e una radice.Nel corpo si distinguono unasuperficie dorsale e una super-ficie ventrale. Sulla linea me-diana di tale superficie si solle-va in una plica sagittale a for-ma di falce, il frenulo della lin-gua che inferiormente si im-pianta sul pavimento della ca-vità orale in corrispondenzadelle caruncole linguali (1).La presenza di un frenulo lin-guale corto può essere causadella scarsa mobilità della lin-gua, della deglutizione atipicae di conseguenza di alterazionidel linguaggio. L’interventochirurgico, per questi motivi,va effettuato in età prescolare.Le anomalie possono essere

distinte in quattro diverse clas-si e si manifestano sulla popo-lazione con un’incidenza chevaria dal 3 al 7% (2, 3).Fino a qualche anno fa lamaggior parte degli interven-ti chirurgici di frenulectomiaerano eseguiti con lama afreddo (Plastica Z e altre tec-niche). Con questi metodi siavevano scarsi risultati fun-zionali per la necessità di es-sere molto conservativi nei ri-guardi dei tessuti nervoso evascolare, vista la difficoltàincontrata a causa della pre-coce età dei pazienti. L’utilizzo di una fonte laser adiodi permette invece un pre-ciso controllo dell’interventoe un’eccellente compliance delpiccolo paziente, oltre ad una

perfetta visibilità del campooperatorio. Tutto ciò si tradu-ce in interventi che presenta-no una percentuale di succes-so vicina al 100% e soprattut-to evitano la seconda fase chi-rurgica necessaria per la ri-mozione delle suture checomportava notevoli diffi-coltà operatorie. Il laser a diodi (4) rappresentalo strumento di elezione inquesto tipo di intervento: talefatto è da mettere in relazionealla possibilità di ottenere unacoagulazione del tessuto senzaeffetti di carbonizzazione cheprovocherebbero esiti cicatri-ziali indesiderati che non con-sentirebbero una ripresa fun-zionale corretta dei movimen-ti linguali.

Bibliografia1. Anatomia funzionale e cli-nica della splancnocranio.Fonzi L. Edi-Ermes Edizioni2003.2. Ballard JL, Auer CE, KhouryJC. Ankyloglossia: assessment,incidence, and effect of frenu-loplasty on the breastfeedingdyad. Pediatrics 2002 Nov;110(5):e63.3. Segal LM, Stephenson R,Dawes M, Feldman P.Prevalence, diagnosis, andtreatment of ankyloglossia:methodologic review. CanFam Physician 2007Jun;53(6):1027-33.4. I laser in odontoiatria.Maggioni M, Attanasio T,Scarpelli F. Edizione Piccin2009.

> Ferdinando Attanasio, liberoprofessionista in Lamezia Terme

> Fig 1: frenulo linguale inserito nel processo alveolare

> Fig 2: anchiloglossia evidente nell’impossibilità all’estrusione dell’organo

> Fig 3: la dissezione del frenulo eseguita con laser a diodi KaVoGentleray 980 a 2 W cw . Si noti l’assenza di sanguinamento

> Fig 4: l’immediato sbrigliamento della lingua che riesce a superareil vermiglio

ESTETICA DEL VISO E LASER

Protocollo di fotoringiovanimento con laser frazionale non ablativo

Il laser resurfacing non abla-tivo è una tecnica relativa-mente recente ma in fortissi-mo sviluppo da almeno untriennio per via degli ottimirisultati ottenibili con le sor-genti di ultima generazione afronte di downtime pratica-mente annullato e semplicitàdei protocolli di utilizzo. Il raggio laser viene frazio-nato in 500 micropunti adia-centi tra loro e quindi è ingrado di creare un effetto sti-molazione e riempimento “acolonna” grazie a microle-sioni cilindriche non visibilia occhio nudo, intramezzateda tessuto sano, stimolandoquindi la produzione di col-lagene e facilitando l’elimi-nazione del tessuto denatu-rato in circa 15 giorni, quan-do sarà consigliabile effet-tuare la seduta successiva. Ogni applicazione significaquindi migliaia di microle-sioni di diametro estrema-mente ridotto, circa 150μognuna, con conseguentestimolazione ma senza alcuntipo di esito evidente, se nonun leggero arrossamento. Ilrisultato a distanza di pochesedute sarà una pelle lumi-nosa e levigata, a fronte dinessun downtime né esitocollaterale. Si parla quindi,concettualmente, di rinno-vamento tissutale.

Lo studio osservazionaleAbbiamo trattato un gruppodi 60 soggetti di età compre-sa tra i 29 e i 60 anni in unperiodo di tempo di circa seimesi, fototipo II–IV, suddi-visi in 48 pazienti di sessofemminile e 12 maschile.La metodica prevedeva 12sedute quindicinali di circa30 minuti effettivi cadaunaper il trattamento di viso,collo e décolleté, senza lecomplicazioni post resurfa-cing dei laser ablativi. È stato utilizzato in tutte lesedute un sistema di raffred-damento superficiale a con-tatto a temperatura controlla-ta di -5°C, non essendo maistato necessario ricorrere al-l’utilizzo di anestetici locali.

Materiali e metodiAbbiamo utilizzato una piat-taforma laser che combinaNd:Yag 1064 nm, frazionatoe non, e 1440 nm frazionato(OmniYag di DermalMedical Division, Italia). Il laser frazionato Nd:Yag1440 in fibra comprende ma-nipolo con diametro spot fis-

so a 7 mm e frazionato in500 punti, confluenze fino a30J/cm2 e quindi fino a600mJ per ogni punto, fre-quenza fino a 2 Hz, duratadell’impulso 12 ms.Il laser Nd:Yag 1064 in fibracomprende doppio manipo-lo frazionato in 500 punti,fluenze come 1440, e nonfrazionato, diametro spot 1-10 mm con fluenza limitata a600J/cm2, frequenza fino a 5Hz e durata dell’impulso re-golabile da 5 a 100 ms.

Protocollo applicativoLo studio osservazionaleeseguito parte dal presuppo-sto che ogni sorgente laser,in base alla lunghezza d’on-da, ha diverse profondità dipenetrazione nella pelle equindi differenti piani dibiostimolazione. Sono state utilizzate tre mo-dalità di azione differente ecombinate in ognuna dellesedute e più precisamente1064 non frazionale primafase; 1064 frazionale secondafase; 1440 frazionale terza fa-se.

Prima fase Il 1064 utilizzatoin modalità non frazionalesfrutta la stimolazione pun-tiforme del neodimio parti-colarmente profonda e, datomolto interessante, non visi-bile in superficie, quindi èindicato per il trattamentodelle rughe più profondedella zona perioculare (zam-pe di gallina) oltre a rughefrontali, glabellari, nasoge-niene, labbro superiore (co-dice a barre), mentoniera,anelli di Venere, décolleté.Abbiamo effettuato tre pas-saggi ripetuti su ogni localiz-zazione utilizzando diame-tro dello spot di 1 mm confluenza tra i 300 e i 400 J/cm2

e con durata dell’impulsocompresa di 30 e 40 ms foca-lizzando l’azione nel solcodella ruga.

Seconda fase Il 1064 utiliz-zato in modalità frazionalesfrutta in questo caso unastimolazione dermica piùsuperficiale, estendendo l’a-zione sulle aree limitrofe allaruga, quindi non più miratosolo nel solco, soprattuttonella zona perioculare.Abbiamo effettuato tre pas-saggi ripetuti su ogni areautilizzando diametro dellospot di 7 mm con fluenzecomprese tra i 26 e i 30 J/cm2

e con durata dell’impulsocompresa tra 30 e 40 ms.

Terza fase Il 1440 frazionalesfrutta al meglio la stimola-zione dermica superficiale epermette di trattare l’area inmaniera più estesa e diffusasoprattutto ove sia presenterugosità superficiale, com-prese zone dove sia necessa-ria un’azione molto di super-ficie, come la palpebra supe-riore, o dove siano presentipeli, come sopracciglia o zo-na mandibolare maschile,azioni abitualmente non con-sentite con l’uso della mag-gior parte delle sorgenti.Abbiamo effettuato 4/5 pas-saggi su tutta l’area utilizzan-

do diametro dello spot di 7mm con fluenze comprese trai 26 e 28 J/cm2, quindi fluen-ze pari rispettivamente a 520e 560 mJ per punto e duratadell’impulso pari a 12 ms.

Vorremmo ribadire il concet-to che le tre fasi si possono fa-re una di seguito all’altra, sen-za necessità di intermezzo esoprattutto che dopo le appli-cazioni non ci sono segnitangibili se non un modestoarrossamento transitorio,quindi possibilità di utilizzoin qualunque periodo dell’an-no – non essendoci fotosensi-

bilizzazione della pelle equindi problema di successi-va esposizione solare o pro-blema di applicazione su pel-le abbronzata – e in qualun-que momento della giornata.

Valutazione clinica a 30 e 180 giorniAbbiamo osservato un co-stante rilievo di aumento diluminosità, elasticità, com-pattezza e distensione dellearee trattate e una notevoleriduzione della profonditàdelle rughe – tra il 40 e il 70%– con soddisfazione estrema

da parte di tutti e 60 i sogget-ti interessati e in tutte le areedi applicazione. I medesimi risultati si sonoosservati anche a 180 giorni,segno tangibile della rispostafisiologica alla biostimolazio-ne effettuata.

Alberto BazzoniMedico chirurgo, specialista

in medicina estetica

> Tommaso Attanasio, docente alcorso di perfezionamento laser inodontoiatria dell'Università diSiena

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Perimplantite, criteridiagnostici e terapiaLe perimplantiti rappresentano una nuova sfida per il team odontoiatrico.Se l’eziologia è ormai ben definita, mancano evidenze certe sul trattamento.Gran parte della partita, però, si gioca sulla prevenzione

Il ripristino degli elementidentari persi per carie, malat-tia parodontale, traumi o al-tro è stato da sempre uno de-gli obiettivi più importantidell’odontoiatria. Negli ultimianni le tecniche per il posi-zionamento degli impianti sisono costantemente evolute,ottenendo risultati riabilitati-vi eccellenti dal punto di vistafunzionale e con percentualidi successo a lungo terminesuperiori al 95%.

Come per i denti naturali,obiettivo primario per otte-nere il successo sia esteticoche funzionale di un im-pianto dentale è la preserva-zione dei tessuti adiacentiall’impianto e il loro mante-nimento in condizioni di sa-lute. Quando ciò non avvienecompare un quadro clinicodefinito «perimplantite», ca-ratterizzato da un’infiamma-zione dei tessuti perimplan-

tari che può evolvere nelladistruzione degli stessi enella perdita dell’impianto.

Eziologia e diagnosiIl sesto Workshop Europeodi Parodontologia (2008) haconfermato l’eziologia infet-tiva della perimplantite de-scritta nelle sue due forme:mucosite e perimplantite.Con mucosite perimplanta-re si intende un’infiamma-

zione della mucosa perim-plantare senza perdita del-l’osso di supporto, mentre laperimplantite è un processoinfiammatorio attorno a unimpianto caratterizzata dal-l’infiammazione dei tessutimolli e dalla perdita del tes-suto osseo sottostante. Da un confronto tra questedue condizioni e le patologieinfiammatorie di origine in-fettiva che si sviluppano in-torno a un dente naturale,

ossia gengivite e parodonti-te, si è giunti alle seguenticonsiderazioni. Mentre la mucosite rappre-senta una risposta infiam-matoria dei tessuti perim-plantari all’insulto battericomolto simile a ciò che avvie-ne nella gengivite, la perim-plantite, pur presentandomolti aspetti sia clinici cheeziopatogenetici in comune,si differenzia dalla parodon-tite sia per il quadro istopa-tologico che per la velocitàdi progressione. La paro-dontite sembra infatti essereun processo autolimitantecaratterizzato dalla compar-sa di una capsula “protetti-va” di tessuto connettivo at-

torno al dente, mentre nellaperimplantite tale protezio-ne viene spesso a mancare.Tali differenze hanno quindiimportanti ripercussioninella pianificazione dei pro-tocolli di trattamento dellaperimplantite rispetto allaparodontite.Per quanto riguarda l’eziopa-togenesi della perimplantite,in genere la composizionedella placca batterica presen-te sulla superficie degli im-pianti non differisce da quel-la presente sui denti naturali,anche se sugli impianti unaselezione di ceppi battericipuò essere determinata dallecaratteristiche della superfi-cie implantare. Per questo

FOCUS ON << 30<< << FOCUS ON31 <<

motivo, se un paziente è affet-to da parodontite, prima del-la chirurgia implantare è in-dicato bonificarne il cavoorale con sedute periodichedi igiene orale professionale emotivazione a un’accurataigiene orale domiciliare.Comunque non va dimenti-cato che una perimplantitepuò insorgere e/o persistereanche per cause iatrogene,come ad esempio residui dicemento attorno all’impianto,errato inserimento dell’abut-ment, sovra contorno dellacorona protesica, mal posi-zionamento dell’impianto.Non esistono invece evidenzescientifiche che le caratteri-stiche della superficie del-l’impianto possano indurre lacomparsa di una perimplan-tite, anche se sembra che lasuperficie possa influenzarela velocità di progressionedella malattia.Se le definizioni di mucositee perimplantiti sono univer-salmente accettate, i criteridiagnostici di queste duecondizioni non sono ancoradel tutto chiari. In genere ladiagnosi di mucosite vieneposta quando compare san-guinamento in seguito a unsondaggio di lieve entità(<0.25N), mentre la perim-

plantite è caratterizzata oltreche dal sanguinamento an-che da una modificazionedel livello della cresta osseavicino all’impianto. Spessonel sito di una preimplantiteè presente un essudato pu-rulento.

TrattamentoAd oggi sono stati propostinumerosi trattamenti tera-peutici delle perimplantitima non esiste ancora unaprecisa evidenza scientificache ci fa preferire un tratta-mento ad un altro. In una recentissima revisio-ne Cochrane che aveva co-me obiettivo l’identificazio-ne dei trattamenti più effica-ci per le perimplantiti,Marco Esposito e colleghiconcludono che i trattamen-ti proposti fino ad oggi po-trebbero essere efficaci masono necessari ulteriori trialclinici randomizzati condot-ti su larga scala e con follow-up di almeno un anno. La mucosite è una condizio-ne reversibile che deve esse-re trattata per prevenire l’e-voluzione in perimplantite.Il trattamento della mucosi-te è molto simile a quellodella gengivite e si basa su

sedute di igiene orale profes-sionale ravvicinate nel tem-po e motivazione del pazien-te a un’accurata igiene oraledomiciliare. È dimostratoche questi due strumenti so-no estremamente efficaci nelridurre la mucosite perim-plantare, anche se non sem-pre risultano nella completarisoluzione dell’infiamma-zione. Un ruolo importanteper il successo della terapiasembra essere anche la chiu-sura sopragenegivale delmargine protesico. È inveceancora controverso l’effica-cia di gel a base di clorexidi-na nel trattamento della mu-cosite, anche se alcuni studirandomizzati non hanno ri-scontrato differenze statisti-camente significative tragruppi di impianti con mu-cosite trattati localmentecon clorexidina rispetto aimpianti non trattati.Tra i trattamenti proposti, la

terapia delle perimplantitideve prevedere sempre e in-discutibilmente l’igienemeccanica professionale. Ilpaziente deve essere seguitocostantemente dall’igienistadentale con ripetute sedutedi scaling e la lucidatura at-tenta e ripetuta delle super-fici implantari. Le sedute diigiene professionale devonoessere ripetute a breve di-stanza di tempo (45-60 gior-ni) per più volte. Nei pazienti affetti da paro-dontite va rigorosamenteapplicato il metodo della fullmouth disinfection in mododa ridurre il pericolo di con-taminazione dai denti natu-rali. L’igiene degli impianti deveessere effettuata con stru-menti adeguati: il titanio dicui sono fatti è un metallorelativamente morbido,dunque gli impianti si riga-no facilmente se trattati con

strumenti metallici o se mal-trattati con pratiche nonadeguate. Gli strumenti per l’igieneprofessionale che non devo-no mai essere usati sugli im-pianti allora sono: curettemetalliche, scaler ultrasoni-ci, pulsori a bicarbonato,coppette di gomma con pa-ste abrasive. Si devono inve-ce usare curette in plastica,scaler ultrasonici con puntein plastica, coppette di gom-ma con pasta poco abrasiva. Alla terapia meccanica puòessere associata una terapiaantimicrobica topica con fi-bre imbevute di tetraciclina,metronidazolo gel, clorexi-dina, doxiciclina. Per la cura delle perimplan-titi è stato proposto anchel’utilizzo del laser, che sem-bra ridurre la quantità dibatteri infettanti anche se lacompleta eliminazione deglistessi viene raggiunta solo in

pochi casi e non si ha evi-denza di quali siano i fattoriresponsabili di questo risul-tato. Infine, la terapia chi-rurgica delle perimplantiticon Gbr e rimodellamentodella superficie impiantareconsente di ottenere risultatia lungo termine sovrapponi-bili a quelli ottenuti tramiteun buon debridement anchese non si ottiene, se non inpiccole aree su superfici Sla,una re-osteointegrazione.Concludendo, al fine di dia-gnosticare e di conseguenzatrattare il prima possibileuna perimplantite, al termi-ne di una riabilitazione pro-tesica su impianti è indicatorichiamare regolarmente ilpaziente per un esame clini-co e radiografico e sottopor-lo a periodiche sedute diigiene orale professionale.

Federica DemarosiPresidente Coi-Aiog Milano

GIORNATE DI IMPLANTOLOGIA IL TEMA SONO LE PERIMPLANTITI

VVeenneerrddìì 2244 ffeebbbbrraaiioo 22001122 si

terrà a MMiillaannoo (Auditorium

San Paolo) la ventiquattresi-

ma edizione delle «Giornate

di implantologia», organiz-

zate dalla sezione milanese

del Cenacolo odontostoma-

tologico italiano (Coi-aiog).

L’evento, dal titolo

«Perimplantiti: la nuova sfi-

da per il team odontoiatri-

co» è rivolto a tutti i compo-

nenti dell'équipe e affron-

terà il tema delle perimplan-

titi sia dal punto di vista biologico ed eziopatogenetico

che terapeutico e prognostico. A fine giornata vi sarà

inoltre un approfondimento sul tema bisfosfonati e im-

pianti.

«Sarà una giornata di lavori molto intensa e focalizzata

su un argomento - la perimplantite - che verrà affrontato

sotto i diversi aspetti clinici ma anche professionali, con

una panoramica sul ruolo di igienisti dentali e assistenti

nella gestione di questa complessa patologia» ci ha

spiegato FFeeddeerriiccaa DDeemmaarroossii, presidente della sezione

milanese del Coi-Aiog.

Ad alternarsi sul palco dei relatori un buon mix tra pro-

fessionisti, professori universitari, esperti e giovani clini-

ci: Michele Brosio, Antonio Carrassi, Aurelio Cazzaniga,

Federica Demarosi, Giovanni Lodi, Mauro Merli, Lia

Rimondini, Leonardo Trombelli.

Per informazioni: Cenacolo Odontostomatologico Italiano

> Federica Demarosi

> Fig. 1: situazione iniziale di perimplantite in un paziente portato-re di overdenture. Sondaggio parodontale che evidenzia la presenzadi una tasca di 7 mm

CASO CLINICO: PERIMPLANTITEDott. Giulio Cesare Leghissa

> Fig. 2: modifica della superficieimplantare con fresa Arkansas

> Fig. 3: sondaggio intraoperatorioche conferma la perdita di osso at-torno all’impianto

> Fig. 4: guarigione a due anni dall’intervento

> Apertura di un lembo che evidenzia la perdita di osso vestibolare agliimpianti e alla radice del dente adiacente. Prima del riposizionamento dellembo gli impianti vengono levigati per favorire la guarigione del quadroinfiammatorio.

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<< CHECK POINT33 <<

A cura di Alberto Pispero Odontoiatra specialista in chirurgia oraleUniversità degli Studi di Milano, Dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatria

Ospedale San Paolo, Unità di patologia e chirurgia orale, Direttore: prof. Antonio Carrassi

Risposta al Check Point pubblicato su Italian Dental Journal 11/2011

Un rigonfiamento del pavimento oraleIn corrispondenza del ventre

linguale sono presenti nume-

rose formazioni ghiandolari

minori e maggiori. Di queste

ultime fanno parte la ghiando-

la sottolinguale e il dotto

escretore della ghiandola sot-

tomandibolare. L’interruzione

della fuoriuscita del fluido sa-

livare determina l’accumulo

del secreto all’interno della

ghiandola stessa o nei tessuti circo-

stanti portando alla formazione di una

tumefazione. Causa di questo proble-

ma può essere una patologia ostruttiva

del dotto della ghiandola o un trauma

dello stesso. Il volume della neoforma-

zione può essere tale da rendere diffi-

coltosa la masticazione e aumenta la

probabilità di traumi accidentali in cor-

rispondenza del tessuto di rivestimen-

to.

Nel caso presentato si osserva come,

con la lingua in protrusione, la lesione

frizioni sul margine incisale degli ele-

menti inferiori. Questo fenomeno de-

termina uno stimolo infiammatorio

cronico che modifica l’aspetto della

lesione portando a un ispessimento

della parete. La paziente riferisce una

sensazione di ingombro sottolinguale

con numerosi fenomeni traumatici, in

particolare durante la masticazione.

Il trattamento risolutivo è l’asportazio-

ne chirurgica della lesione e l’analisi

anatomopatologica che confermi l’i-

potesi diagnostica. La diagnosi diffe-

renziale in questo caso è da porre tra

patologia ostruttiva del dotto della

ghiandola sottomandibolare, una cisti

della ghiandola sottolinguale (ranula)

e una cisti da stravaso di una ghian-

dola salivare minore (mucocele).

Radiograficamente non si osserva la

presenza di formazioni radiopache

che possano far pensare alla presen-

za di calcoli e l’aspetto clinico non

sembra far pensare a una ranula, ma

a una cisti traumatica da stravaso di

una ghiandola salivare minore (muco-

cele).

L’asportazione chirurgica è molto

semplice e, se effettuata in modo cor-

retto, è praticamente priva di rischi.

Una modesta infiltrazione di anesteti-

co, mezza tubofiala con adrenalina, è

sufficiente per ottenere una idrotomia

del tessuto separando la base della

lesione dai piani sottostanti e dimi-

nuendo il sanguinamento nell’area di

intervento. La lesione è ancorata con

filo di sutura in seta 4/0; trazionando il

tessuto è possibile effettuare un’inci-

sione alla base rispettanto le strutture

anatomiche circostanti (dotto escreto-

re sottomandibolare e ghiandola sot-

tolinguale). I lembi sono suturati con

monofilamento riassorbibile 5/0 e il

prelievo è fissato in formalina e invia-

to ai colleghi per l’analisi istologica.

La diagnosi anatomopatologica è di

mucocele con diffusa flogosi cronica e

acuta e conferma la diagnosi clinica.

!> Fig. 1: immagine clinica iniziale > Fig. 2: anestesia e idrotomia dei tessuti

> Fig. 3: trazione della lesione

> Fig. 5: lesione asportata

> Fig. 4: base della lesione

> Fig. 6: sutura

Per denti sovrannumerari siintende la presenza di elemen-ti eccedenti il numero norma-le nella dentatura decidua opermanente. Questi dentipossono essere inclusi o pre-senti nelle arcate dentarie epertanto possono dare luogo aproblematiche di varia natura. Sono presenti nel 2% della po-polazione italiana, prediligen-do nettamente la dentaturapermanente, il sesso maschile(2:1), il mascellare superiore ela regione incisiva dove, pre-sentandosi fra i due incisivicentrali, vengono definiti«mesiodens».Il fatto di essere di fronte a duemesiodentes è un fatto inusua-

le, ma vogliamo riferire suquesto evento anche per leparticolari implicazioni cheha offerto.Il paziente era un bambino diotto anni a cui, a seguito diuna normale radiografia pa-noramica richiesta dall’orto-dontista di fiducia, era statafatta diagnosi della presenzadi due elementi sovrannume-rari inclusi fra i due incisivicentrali permanenti superiori(mesiodentes).A questo punto si imponevaun’analisi più approfonditaper valutare i corretti rapportifra i due denti sovrannumera-ri e i due incisivi centrali nor-moconformati. È stata pertan-

to eseguito un esame radiolo-gico tridimensionale conKodak 9000 3D mirato a esa-minare il settore frontale su-periore.Teniamo a precisare che un’a-nalisi di questo tipo con que-sta tipologia di apparecchiatu-ra, oltre ad offrirci immaginidi assoluta precisione (0,076mm è la risoluzione in assolu-to più precisa offerta nel pa-norama delle cone beam), è digran lunga la più parca nell’e-missione di raggi e pertantonell’assorbimento di radiazio-ni da parte dell’organismo,con valori minori di 10 μS(microseavert). Questo dato,se confrontato con quello rile-vato con le altre macchinepresenti sul mercato, ci tran-quillizza sull’opportunità dipoter eseguire indagini tridi-mensionale soprattutto neibambini senza grosse preoc-cupazioni.L’analisi volumetrica effettuatacon un Kodak 9000 3D ha ineffetti posto in evidenza alcu-ne problematiche riguardantila posizione e la morfologiadei due denti sovrannumerari.

CASO CLINICO: UNA DIAGNOSI DI MESIODENTES a cura del dottor Emanuele Ambu - caso clinico del dottor Roberto Ghiretti

> Fig. 2: il mesiodens di destra appare posto palatal-mente rispetto al dente permanente e l’apice radico-lare si mostra particolarmente ricurvo fino a lambi-re la corticale vestibolare

> Fig. 3: anche quello di sinistra è posto palatal-mente con stretti rapporti con la radice del perma-nente

> Fig. 4: il rendering volumetrico 3D(OsiriX su Mac Pro) ci mostra chia-ramente come le corone dei due me-siodentes potranno apparire all’ope-ratore che scolpirà un lembo palati-no per poter effettuare l’estrazionedei due sovrannumerari

> Fig. 5: una ulteriore elaborazione dei file Dicom ottenuti con unKodak 9000 3D con Fov 5x3,7 e a 0,076 voxel ci dà un’ottima vi-suale di come le radici dei due denti da estrarre si intromettanofra quelle dei due denti permanenti. Questa situazione costrin-gerà sicuramente l’operatore a un doppio accesso palatino e vesti-bolare per una corretta e poco traumatica estrazione dei due ele-menti sovrannumerari

> Fig. 1: l’ortopantomografia mostra la presenza di due denti sovrannu-merari fra gli incisivi centrali superiori (mesiodentes)

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Nella giornata di sabato 28gennaio a Napoli (Centrocongressi dell’UniversitàFederico II) la Società italia-na di chirurgia orale e im-plantologia (Sicoi) e laSocietà italiana di chirurgiaodontostomatologica (Sidco)saranno protagoniste di uncorso monotematico dal te-ma «L'affermazione di tecni-che peculiari in chirurgiaorale e implantare».Al corso interverranno imaggiori clinici delle due so-cietà scientifiche per un in-contro che promette davveromolto, perché si propone dicondurre un'attenta disaminain ottica multidisciplinare dialcune tra le tecniche mag-giormente discusse in chirur-gia orale. «Questo convegno nasce dal-l'esigenza della formazionecontinua e dell'aggiornamentoin chirurgia orale» ci ha spie-gato Gilberto Sammartino,past president Sidco, a cui sideve l'idea della manifestazio-ne congiunta e buona partedell'organizzazione del pro-gramma scientifico.

La collaborazionetra società scientifiche«Credo molto al ruolo dellesocietà scientifiche in unmondo sanitario in continuaevoluzione e alla stretta evirtuosa collaborazione traquelle affini per programmie contenuti. Sidco e Sicoi,oggi rappresentate da duepresidenti legati da vincoli diamicizia e impegno comune,trovano terreno fertile nelrealizzare momenti culturalicondivisi» ha dichiaratoCarmen Mortellaro, presi-dente Sidco, che ci ha poiesplicitato il senso di questacollaborazione. L'obiettivodichiarato è la progettazionee realizzazione di iniziativedi formazione avanzata e ag-giornamento professionalenell’ambito della chirurgiaoro facciale, l’approfondi-mento delle conoscenze neicampi della ricerca e dellosviluppo tecnologico, conl’intento di rendere ancorapiù trasparente l’informazio-ne nel settore dei dispositivimedici e diagnostici. E anche«un proporzionato utilizzo

delle risorse umane ed eco-nomiche disponibili e neces-sarie ai singoli eventi, fina-lizzato a evidenziare la qua-lità dei contenuti scientifici el’efficacia della formazione,evitando anche la parcelliz-zazione e la creazione di inu-tili doppioni» ha detto il pre-sidente Sidco. «L’atteggiamento delle duesocietà scientifiche, fin dallaloro nascita, è sempre statoorientato alla sinergia e allacollaborazione intersocieta-ria e un particolare affiata-mento tra le due società dichirurgia orale aveva porta-to, in passato, già ad organiz-zare eventi congiunti - ricor-da Andrea EdoardoBianchi, presidente Sicoi -.Anche se questo processo siera interrotto per più di unbiennio, la volontà dei ri-spettivi direttivi aveva sem-pre espresso parere favore-vole all’ipotesi di trovarenuovamente momenti scien-tifici comuni».Un concetto ribadito con for-za da Gilberto Sammartino:«in Italia vi è a tutt'oggi una

anomalia che prevede l'esi-stenza di due società di chi-rurgia orale, ognuna con unastoria lunga e prestigiosa, eche fanno della formazione edell'aggiornamento uno deicardini della vita societaria.Da molti anni si rinnovano icontatti e gli esperimenti dicollaborazione volti alla si-nergia delle due società chepossa, in futuro, sfociarequanto meno in una sorta difederazione che sottenda ilprimo passo per la nascita diun'accademia della chirurgiaorale italiana. Tale accademia- sottilinea Sammartino - as-sumerebbe un ruolo impor-tantissimo nel panoramascientifico italiano, rappre-sentando in maniera esausti-va le problematiche della ma-teria globalmente intesa».Un'iniziativa, quella di Sicoie Sidco, senza dubbio vin-cente dal punto di vista del-l'efficienza e della qualità deicontenuti. Ma non semprecollaborazioni di questo tiposi realizzano. A volte le so-cietà scientifiche entrano incompetizione e dimenticanoi sani principi della collabo-razione. «È vero, succede, perdesiderio di individualismo oper pretesa di diversa, supe-riore connotazione, ma il no-stro obiettivo è anche quellodi promuovere il dibattitoculturale laddove emerganole divergenze in nome dellacorretta informazione e di-vulgazione scientifica, pre-sentando prodotti, tecnolo-gie, servizi e novità in conte-sti qualificati e stimolanti oattraverso il racconto delleproprie esperienze - ha com-mentato Carmen Mortellaro-. L’autoreferenzialità portanel tempo all’isolamento. Lapolitica di Sidco e Sicoi tendeinvece all’apertura e alla col-laborazione, presupposti in-dispensabili al progressoscientifico, super partes perdefinizione» ha concluso ilpresidente Sidco.

Il programma del congresso«Il convegno si articolerà inun susseguirsi di relazioniche, a 360 gradi, sviluppe-ranno le istanze diagnostico-terapeutiche della chirurgiaorale, di estrema attualità, e ipresidi e le conoscenze piùrecenti per soluzioni adegua-te allo stato dell'arte» ci haanticipato Sammartino, che

è direttore della scuola dispecializzazione in chiurur-gia odontostomatologicadell'Università Federico II diNapoli che ospita il conve-gno.Tra i temi proposti, la mo-derna gestione dei tessutimolli, il controllo del dolore,il mantenimento del volumeosseo in zone ad alta valenzaestetica, l'approccio chirur-gico e implantare in pazientiche hanno assunto bisfosfo-nati, indicazioni e limiti del-la tecnica dello split crest, ilcarico immediato e l’esteticain implantologia, le innova-zioni nella tecnica chirurgicaper l’aumento volumetricodel seno mascellare e l'ap-proccio multidisciplinarechirurgico-protesico nelleriabilitazioni ad alta valenzaestetica.

«Il taglio didattico, comesempre durante la mia presi-denza, è quello monotemati-co - ha commentato Bianchi-. Il titolo del corso,“L’affermazione di tecnichepeculiari in chirurgia orale eimpiantare”, esprime già diper sé la volontà di eviden-ziare attraverso le relazionila risoluzione a quelle diffi-coltà che routinariamentedeterminano complicazionial nostro percorso terapeuti-co. Gli interventi dei relatoriavranno quindi il minimocomune multiplo in suggeri-menti clinici, sempre sup-portati dal consenso scienti-fico, in grado di migliorare lanostra professionalità quoti-diana» ha concluso il presi-dente Sicoi.

Andrea Peren

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Chirurgia ambulatorialeper il dentista generico

Professor Carrassi, in qua-le contesto si inserisce ilcorso?Non è un corso dedicato aglispecialisti di chirurgia orale,bensì all’odontoiatra generi-co che nella sua pratica cli-nica effettua interventi dichirurgia orale e implantaree che desidera verificare leproprie basi teoriche e lacorrettezza delle manualitàchirurgiche. Si tratta inoltredi un percorso formativoparticolarmente utile per igiovani neolaureati che vo-gliano perfezionare le pro-prie conoscenze in questoaffascinante settore e sentir-

si più sicuri nella praticaprofessionale.È quindi un corso che ha co-me principali obiettivi sia losviluppo di competenzeoperative nel settore dellecomuni procedure chirurgi-che che l’approfondimentodelle conoscenze che con-sentono di operare in condi-zioni di massima sicurezza. Affrontiamo tematiche chevanno dall’anatomia chirur-gica del cavo orale, con par-ticolare riferimento allestrutture sensibili da non in-vadere, alla correttezza delleincisioni e alla precisionedelle suture, alla chirurgia

delle estrazioni semplici ecomplesse, alle più utilizzateprocedure pre protesiche fi-no alla gestione farmacolo-gica dei pazienti e delle pos-sibili complicanze medicheintra e post operatorie.

Quale il format didattico?Il corso è composto sia dalezioni frontali classiche, siada proiezioni e discussionedi filmati di procedure chi-

rurgiche. Sono poi previstedelle esercitazioni pratichesu simulatori. Per chi lo desideri organiz-zeremo anche sessioni in cuisarà possibile assistere a in-terventi chirurgici effettuatinei nostri ambulatori daidocenti del corso.

Quali competenze si portaa casa il corsista?Sarebbe un elenco lungo e

probabilmente noioso.Volendone indicare i puntiprincipali direi la prepara-zione del campo operatorio,il rispetto delle struttureanatomiche sensibili, l’estra-zione dentaria semplice ecomplessa, l’allungamentodella corona clinica, la rico-pertura di singole recessioni,il trattamento chirurgicodelle lesioni periapicali, ilposizionamento correttodell’impianto nell’edentulia

parziale e totale in presenzadi supporto osseo, le tecni-che bioptiche.È importante sottolineareche il rapporto numerico al-lievi/docenti è ottimale e chele strutture del nostro dipar-timento consentono di ap-profondire sulle principaliriviste scientifiche interna-zionali le tematiche trattatenelle varie sessioni del corso.

A. P.

Il corso di perfezionamento in chirurgia odontoiatrica ambulato-

riale dell'Università degli Studi di Milano sarà coordinato dal pro-

fessor AAnnttoonniioo CCaarrrraassssii e avrà una durata totale di 48 ore di le-

zione, distribuite su quattro fine settimana (venerdì e sabato) tra

febbraio e aprile 2012. Sede del corso sarà la clinica odontoia-

trica di via Beldiletto 1.

I docenti del corso, oltre ad Antonio Carrassi, saranno Antonio

Achilli, Federico Biglioli, Giovanni Lodi, Mauro Merli, Andrea

Nicali, Alberto Pispero, Andrea Sardella, Nicola Sforza e

Concezione Tommasino.

Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare la segrete-

ria del corso (Manuela Ventura - tel. 02.50319019 -

[email protected]).

> Antonio Carrassi, direttore dell'u-nità di patolgia orale dell'ospedaleSan Paolo di Milano

Il corso di perfezionamento dell'Università di Milano è focalizzatosui piccoli interventi di chirurgia orale e implantare, con verifica delle basi teoriche e della manualità chirurgica

Suggerimenti cliniciin chirurgia oraleSicoi e Sidco insieme per un evento scientifico. Il binomio associativo porterebbe a una crescita di qualità dei contenuti scientifici e a una maggiore competitività del movimento della chirurgia orale

> La biblioteca della clinica odontoiatrica

> Andrea Edoardo Bianchi, presi-dente Sicoi

> Carmen Mortellaro, presidentein carica Sidco

> Gilberto Sammartino, past pre-sident Sidco

CORSO SICOI-SIDCO

L'affermazione di tecniche peculiari

in chirurgia orale e implantare

28 gennaio, Napoli

Per informazioni: MV Congressi

Tel. 0521.290191 - Fax 0521.291314 - [email protected]

www.sicoi.it - www.sidcoinforma.com

ENDODONTISTA AIE E PROTESISTA AIOP A CONFRONTO

In un’ottica di collaborazione tra società scientifiche va evi-

denziata l’iniziativa di Aio e Aiop, insieme e a confronto per

una giornata di intenso aggiornamento professionale e in-

terscambio culturale.

SSaabbaattoo 1111 ffeebbbbrraaiioo, presso il Savoia Hotel Regency di

BBoollooggnnaa, l'Accademia italiana di endodonzia (Aie) e

l'Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), pre-

sieduta da MMaauurriizziioo ZZiillllii, saranno protagoniste di un corso

dal taglio piuttosto particolare.

Al corso di aggiornamento dal titolo «Endodontista e pro-

tesista a confronto: Aie chiama Aiop», alcuni esperti della

società scientifica endodontica si confronteranno con i col-

leghi protesisti. Su quali temi? È FFeeddeerriiccaa FFoonnzzaarr, presi-

dente Aie, ad anticiparci gli argomenti che verranno di-

scussi: «sarà un confronto tra endodontista e protesista su

alcuni problemi comuni: il mantenimento della vitalità pul-

pare, la necessità di ritrattamento dei denti da protesizza-

re e i criteri da utilizzare per affrontare e ridurre il rischio di

fratture radicolari».

Protagonisti della giornata scientifica saranno i due cordi-

natori del corso, Paolo Ferrari e Giuseppe De Caroli, e i re-

latori Angelo Fassi, Fabio Carboncini, Paolo Mareschi,

Federico Boni, Edoardo Foce e Alessandro Marcoli.

Questo corso di aggiornamento rappresenta il primo ap-

puntamento con Aie per il 2012, che proseguirà con un

programma culturale molto ricco, concentrato sulla colla-

borazione e sul dialogo con altre realtà scientifiche.

PPeerr iinnffoorrmmaazziioonnii

Segreteria Aie - Dott. Alberto Pellegatta

Tel. e fax 0331.686222

www.accademiaitalianaendodonzia.it

[email protected]

www.aiop.com

> L’esterno della clinica odontoiatrica di via Beldiletto a Milano(Foto di Massimo Gagliani)

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Con qualche giorno di anti-cipo sul calendario rispettoallo scorso anno, giovedì 27gennaio si aprirà il ventesi-mo congresso della Societàitaliana di implantologiaosteointegrata, che si terrà aMilano presso il MiCo, ilcentro congressi della fieradel capoluogo lombardo.Il congresso avrà per titolo«Dall’evidenza scientifica al-la qualità clinica», prose-guendo il filone tematico

inaugurato dalla presidenza di Leonardo Trombelli.«L’obiettivo primario del congresso è quello di fornire al cli-nico gli strumenti più appropriati per applicare metodologiedi qualità, elementi imprescindibili per raggiungere il suc-cesso nella propria professione - spiega Eugenio Romeo,presidente Sio -. La nostra Società si impegna con grandepassione e determinazione a fornire ai propri soci e al mon-do odontoiatrico un progetto culturale innovativo perché digrande valore scientifico ma declinato verso l’ottenimentodella qualità clinica». Secondo gli organizzatori l'obiettivo dichiarato non è solo ladiffusione del sapere ma soprattutto del “saper fare”. Spazio

allora a clinici italiani e stranieri di alto li-vello, tanto che Romeo ammette che «rara-mente abbiamo potuto ascoltare, durante lostesso congresso, speaker di così alta rile-vanza in ambito scientifico».A completare l'offerta culturale ci sarannoun corso per odontotecnici e uno per igie-nisti dentali sulla problematica delle perim-plantiti. Questa edizione del congresso verrà ricor-data anche per la presenza di un ospite illustre: «durante l’i-naugurazione del congresso avremo il piacere e l’onore di ri-cevere i saluti del professor Brånemark, al quale Sio conse-gnerà con emozione la membership onoraria» ci anticipa ilpresidente Romeo.

MV CongressiTel. 0521.290191Fax [email protected]

XX Congresso Internazionale Sio

EDUCATION & MEETING NEWS << 36<< << EDUCATION & MEETING NEWS37 <<

Il dipartimento di chirurgiadell'Università di Pisa ha atti-vato per il prossimo anno duemaster in implantoprotesi ora-le - uno rivolto agli igienistidentali e l'altro agli odontoiatri- che si terranno un sabato almese tra febbraio e dicembre2012 presso l'Istituto stomato-logico tirreno di Lido diCamaiore (Lucca), noto centrodi odontoiatria dell’Ospedaledella Versilia.Va ricordato che il personalesanitario che frequenta ma-

ster universitari propri della categoria di appartenenza èesonerato dall’obbligo dell’Ecm per l’anno di iscrizione.

Il master di primo livelloNella pratica della riabilitazione protesica implanto-suppor-tata un ruolo fondamentale viene rivestito dall’igienistadentale, che deve conoscere a fondo la protesi e tutti i suoicomponenti, così da poter assicurare un corretto e speciali-stico follow-up e assicurare la durata della ricostruzioneprotesica.

«Obiettivo formativo del master di primo livello è quello disviluppare conoscenze specializzate in tema di preparazionedel paziente alla riabilitazione protesica implanto supporta-ta nonché acquisire una approfondita conoscenza dei com-ponenti della protesi e delle tecniche di manutenzione igie-nica dei manufatti protesici» spiega il professor Ugo Covani,direttore e docente del master.

Il master di secondo livelloLa piena affermazione dell’implantologia ha di fatto rivolu-zionato i piani di trattamento odontoiatrici facendo dell'im-plantoprotesi l’indicazione elettiva in tutti gli stati di eden-tulismo, dal più semplice al più complesso. La ricerca im-plantologica ha fornito una vasta mole di evidenze a propo-sito degli aspetti chirurgici della disciplina, ma la ricerca piùrecente ha indotto una continua evoluzione della protesisupportata da impianti.La molteplice varietà delle componenti e dei monconi pro-tesici ha facilitato, sotto un’apparente complessità, il tratta-mento riabilitativo della maggior parte delle situazioni clini-che.Come spiega il professor Ugo Covani, direttore dell'Istitutostomatologico tirreno, «lo scopo del corso è quello di mo-strare il corretto approccio diagnostico e spiegare come for-mulare un corretto piano di trattamento fornendo quindi le

basi per una ideale riabilitazione implantoprotesica ap-profondendo la conoscenza della protesi implanto supporta-ta, dalla progettazione fino alla sua realizzazione, tenendo indebito conto le implicazioni biologiche, funzionali ed esteti-che». Verranno anche approfondite le conoscenze sulle com-plicazioni e la loro prevenzione. Il progetto formativo del master prevede attività didatticafrontale all’interno della quale si svolgono lezioni teoriche,esercitazioni teorico pratiche relative alla realizzazione delpiano terapeutico, oltre che stage clinici con l’assistenza didocenti e tutor.

Sig.ra Elena [email protected]. 050.997693Fax 050.551369

Master in implantoprotesi

> Ugo CovaniIl XIII corso di anatomia chirurgica e di dissezione su preparatianatomici si terrà a Vienna dal 13 al 17 maggio 2012. Direttoree coordinatore del corso sarà Mauro Labanca, come ogni annosupportato dal coordinatore scientifico Luigi Rodella e, in qua-lità di docente, da Rita Rezzani, responsabile della sezione dianatomia umana dell'Università di Brescia.Negli ultimi anni i corsi di anatomia in ambito odontoiatrico sisono moltiplicati e sono rivolti principalmente ai dentisti italia-ni, proprio perché la nostra è rimasta una delle poche nazioni adavere forti limitazioni nell'apprendimento dell’anatomia facendodiretto ricorso a preparati umani. I corsi però, come è facilmen-te intuibile, non sono tutti uguali. «Invito tutti a verificare con at-tenzione quanto è il tempo realmente speso in sala anatomica»suggerisce il professor Labanca, il cui corso prevede tre giorni disala anatomica in cui è possibile eseguire ognuna delle tecnichedescritte, passo per passo, costantemente supportati da un tuto-re dedicato ad ogni tavolo. Ma vi è un’altra differenza che è importante cogliere tra i diversicorsi proposti: si tratta di un corso di dissezione o di un corso dianatomia chirurgica? La differenza non è solo lessicale e a spie-garcela è il professor Rodella. «Si possono eseguire dissezioni conlo scopo di evidenziare le singole strutture anatomiche; oppure sipossono utilizzare i preparati anatomici per apprendere e affina-re le tecniche chirurgiche, come ad esempio i prelievi intraorali diosso, il rialzo di seno, la lateralizzazione del nervo alveolare infe-riore, il posizionamento di impianti su creste atrofiche. Il primoapproccio rappresenta le dissezioni in senso stretto, effettuate sot-to la guida di anatomici ed è generalmente caratterizzato da unampio campo operativo, nel quale i diversi piani tissutali e lestrutture in essi contenute sono isolate e identificate. Il secondo èrappresentato dall’anatomia chirurgica su preparati anatomici nelquale l’obiettivo è un percorso tecnico-chirurgico anatomicamen-te ragionato. In altre parole, l’anatomia è per così dire al serviziodella chirurgia». Nel corso di Vienna ogni partecipante segue uncorso di anatomia chirurgica, in cui esegue tutti gli interventi de-scritti e che fanno parte della pratica chirurgica odontoiatrica am-bulatoriale, mentre la supervisione degli anatomici lo aiuta ad evi-denziare le aree anatomiche da tenere in considerazione.«Altro elemento di grande rilievo è quello di lavorare su prepa-rati anatomici freschi, non fissati in formalina, e quindi con lestesse caratteristiche strutturali e di consistenza del vivente; laperfusione dei vasi con una resina rossa di speciale composizio-ne li rende come dimensione e consistenza visibili come nel vi-vente» ha concluso Labanca.

MV Congressi SpADr.ssa Chiara Boschi - [email protected]. 0521.290191 - Fax 0521.291314

Anatomia chirurgica a Vienna

Per informazioni

La Dental School dell'Ospedale Universitario Molinette SanGiovanni Battista di Torino ospiterà sabato 3 dicembre unworkshop focalizzato sullo stato di salute dello smalto. La prima sessione sarà dedicata alle lesioni dello smalto, ca-riose e non, per capire cosa sono e come si comportano, e sepossono essere considerate una spia di patologie sistemiche.Relatori di questa fase saranno Patrizia Defabianis,Roberto Lala, Giovanni Battista Ferrero e Anna Racca.Durante la formazione dello smalto possono incorrere nu-merose patologie – tanto congenite che acquisite – che alte-rano la struttura dello smalto, determinando nel pazientenon solo disturbi estetici, ma anche una maggiore cariori-cettività. Inoltre, i denti sono componenti strutturali delloscheletro facciale e i loro difetti di sviluppo possono essereisolati o associati ad altri difetti congeniti nell’ambito di sin-dromi malformative. Nel London Dysmorphology Database sono elencati ben793 quadri clinici caratterizzati da anomalie di sviluppo deidenti, di cui ben 128 con anomalie dello smalto. La correttae precoce identificazione di queste anomalie dello sviluppopuò permettere un corretto inquadramento nosologico delpaziente e quindi migliorarne la prognosi a lungo termine. Tra le forme genetiche, l'amelogenesi imperfetta, che può es-sere isolata o dovuta a epidermolisi bollosa, ipoparatiroidi-smo e taurodontismo. Tra le malformazioni congenite, car-diopatie, ipoplasie e ipertrofie del volto si possono associaread alterazioni dello smalto. L’attenzione si concentrerà con la seconda sessione, promos-sa da Gaba Vebas, sul fenomeno dell’erosione dentale. In ta-le ambito, Guglielmo Campus interverrà su eziopatogenesie fattori di rischio, mentre Livia Ottolenghi parlerà di dia-gnosi e strategie preventive.Vi è evidenza che il fenomeno dell’erosione dentale sia incontinua crescita, e stia inoltre diventando un problema ri-levante se consideriamo la salute della dentizione a lungotermine. In effetti, l’erosione dentale è un argomento di cre-scente interesse scientifico e, trattandosi di un disturbo in-dotto dagli acidi, viene principalmente ricondotto alla cario-logia. Tuttavia, è importante considerare l’erosione dentalecome un’entità distinta: l’attacco determinato dagli acidi ero-sivi è diverso da quello causato dal processo cariogeno me-diato dalla placca. Essendo un processo irreversibile è di fondamentale impor-tanza che la diagnosi di erosione dentale sia fatta precoce-mente attraverso l’analisi dell’aspetto clinico. Verrà pertantopresentato un nuovo indice di valutazione di erosione deno-minato Bewe (Basic Erosive Wear Examination) e un setdiagnostico sviluppato da Università svizzere e tedesche,quale strumento pratico e di facile utilizzo per una diagnosiaccurata.

[email protected]. 335.297011 - 011.6331590

Corso su lesioni dello smalto

Per informazioni

Per informazioni

Per informazioni

COSA SI IMPARA AL CORSO

• Capire cosa è anatomicamente importante

• Sapere cosa realmente temere: si trova quel che si

cerca, si cerca quel che si conosce

• Selezionare i casi da trattare: corretta diagnosi, valu-

tazione del rapporto costo-beneficio, gestione adegua-

ta del post-operatorio

• Usare le tecniche chirurgiche più adeguate al caso

da trattare

• Conoscere i sistemi di navigazione radiologici attual-

mente a disposizione e comprenderne le reali possibi-

lità applicative

• Usare le giuste tecniche di sutura per rendere predi-

cibile il risultato chirurgico

• Distinguere il vero dal falso. Opinioni personali e pro-

poste commerciali sono spesso non basate sull'eviden-

za scientifica

• Limitare le complicanze e gestirle al meglio

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FATTI & PERSONE << 38<< << FATTI & PERSONE39 <<

Successo della formula interattiva al closed meeting degli Amici di Brugg

Lo scorso ottobre si è tenuto aSanta Margherita Ligure il pri-mo closed meeting dei soci ef-fettivi degli Amici di Brugg. Èstata un’occasione per ap-profondire in ambito ristrettoe qualificato i temi più attualidella vita professionale e asso-ciativa secondo quello spiritodi condivisione e solidarietàche fin dalle origini animanol’Associazione fondata oltrecinquant’anni fa da AugustoBiaggi. Del resto è quanto si fa-ceva diversi anni fa quando,dopo il congresso annuale, isoci più attivi, non più di unacinquantina, si riunivano ogniautunno a Punta Ala per ap-profondire e discutere a quat-tr’occhi quanto emerso nelcorso dell’assise annuale.Questa tradizione, interrotta

per parecchi decenni, ora ètornata alla ribalta soprattuttoper volontà dell’attuale presi-dente Mario Iorio, che si èmolto speso per organizzare ilconvegno di Santa Margherita.Si è sperimentato, accolto confavore da tutti i partecipanti,un nuovo sistema di parteci-pazione interattiva che hacoinvolto i presenti in un ser-rato dibattito con i diversi rela-tori, ottenendo un coinvolgi-mento diretto, in prima perso-na, di ciascuno sulle esperien-ze cliniche e i piani di tratta-mento proposti. Un sistemache ha consentito ai parteci-panti di approfondire i temiproposti col metodo della di-scussione, piuttosto che quellodell’ascolto passivo delle rela-zioni.

Heraeus acquisisceramo d’azienda di Bio Medi FaceHeraeus rafforza la sua pre-senza nel campo della protesidigitale ampliando la sua of-ferta anche alle sovrastrutturefresate su impianti in titanio ecobalto–cromo, grazie all'ac-quisto del ramo d’azienda diBio Medi Face, realtàprodutti-va con sede a Stabio, inSvizzera. L’azienda dentale Bio MediFace produce dal 2007 sovra-strutture su impianti per labo-ratori odontotecnici inSvizzera e in Italia, avvalendo-si di avanzate tecnologie Cad-Cam di alta qualità. L’aziendaè nata grazie al fondamentaleapporto scientifico del dottorGiorgio Pedretti, chirurgomaxillo-facciale e implantolo-go, e alla competenza tecnolo-gica dell’ingegner MarcoSpiga, esperto in tecnologieCad-Cam. Entrambi conti-nueranno a supportareHeraeus in qualità di consu-lenti.«Per ampliare la nostra offertaCad-Cam nell’ambito della

protesi implantare eravamoda tempo alla ricerca di unpartner competente che con-dividesse gli elevati standarddi qualità dei nostri prodotti eservizi - ha dichiarato MartinSchuster, direttore della divi-sione Prosthetics HeraeusKulzer -. Gli esperti ticinesiforniscono prodotti con laproverbiale precisione svizze-ra compatibili con tutti i siste-mi implantari più diffusi.Tecnologia, materiali e com-petenza oltre all’orientamentoverso un’elevata qualità, com-pletano idealmente il nostrosistema Cad-Cam cara e il no-stro centro di produzione aHanau. Con le sovrastrutturefresate su impianti, potremofornire un ulteriore servizioanche ai nostri utilizzatori. Perutilizzare questa capacità pro-duttiva e per servire l’attualeclientela con il servizio abitua-le, manterremo la produzionee l’offerta dei relativi servizinel sito produttivo di Stabio»ha concluso il direttore.

Henry Schein Krugg in prima filanell’innovazione hi-tech del settoreHenry Schein Krugg, leadernella distribuzione di materia-li di consumo, attrezzature eservizi per studi dentistici e la-boratori odontotecnici, hapreso parte all'ultima edizionedi International Expodental aRoma con uno stand focaliz-zato sull’innovazione hi-tech.In mostra c'erano articoli diconsumo, un’ampia gamma diriuniti (Henry Schein Krugg èdistributore esclusivo perl’Italia di Anthos) linee di pro-dotti innovativi ad alto conte-nuto tecnologico come appa-recchiature radiologiche 3D,Cad-Cam, laser e microscopiaoperatoria.Durante la fiera è stato cosìpresentato il nuovo concetto diworkshop hi-tech, cioè inizia-tive itineranti che si svolgeran-

no negli ultimi mesi del 2011presso le filiali del gruppo.«Il settore dentale sta suben-do, negli ultimi anni, uncambiamento impressionan-te. L’evoluzione dello svilup-po di prodotti hi-tech nel no-stro mercato è molto rilevan-te. Di conseguenza è crucialeper i nostri clienti la correttagestione e utilizzo delle appa-recchiature, in modo che i lo-ro pazienti possano ottenereil miglior trattamento possi-bile. La nostra attenzione sultema dell’innovazione nelleattrezzature hi-tech è confer-mata dal servizio che offria-mo alla clientela attraverso inostri nuovi workshop.Siamo certi con quest’inizia-tive di avere creato del valoreche renderà ancora più vali-

do il lavoro fatto per i nostriclienti» ha dichiaratoRiccardo Gandus, ammini-stratore delegato di HenrySchein Krugg presentando il

programma di workshop, chesi terranno quest'anno a Bari,Lamezia Terme, Firenze,Milano, Torino, Padova eRoma.

Planmeca eMaterialise Dentalintegrano i loro servizi

Planmeca Oy, azienda fin-landese produttrice di appa-recchiature odontoiatriche eMaterialise Dental, con sedein Belgio, hanno iniziato unacollaborazione a vantaggiodegli utenti dei dispositivid'imaging Planmeca ProMax3D, che possono ora ordina-re direttamente le guide chi-rurgiche Materialise DentalSurgiGuide in base alla pia-nificazione dell'impiantoeseguita con il softwarePlanmeca Romexis.Con Planmeca Romexis èpossibile pianificare una va-sta gamma di impianti. Leinformazioni vengono poi in-viate, insieme alle immaginiDicom, a Materialise Dentalcon l'ordine SurgiGuide.

Materialise Dental eseguiràquindi l'importazione dei da-ti nel software SimPlant econtatterà il cliente per ga-rantire il trasferimento per-fetto dei dati e la piena com-patibilità. Si discutono, in se-guito, le opzioni SurgiGuideallo scopo di trovare la solu-zione ottimale per trasferirela pianificazione dell'impian-to nel cavo orale del paziente,valutando le caratteristiche diciascun caso, le preferenzedel chirurgo e i sistemi im-plantari usati. In questo mo-do, il servizio copre tutte lenecessità di carattere tecnico.Dopo la produzione, il clientericeve le guide SurgiGuide,pronte per essere utilizzate inchirurgia.

> Nella foto una delle seguitissime sessioni del closed meeting degliAmici di Brugg. In primo piano il presidente dell’Associazione, Mario Iorio

Trent'anni di Voco e di innovazione nei materiali dentariSpesso, la storia di aziendedi successo si basa su leg-gende. Talvolta è sufficienteaffermare che il tutto è co-minciato nel garage di qual-cuno. Ovviamente, la rapidacrescita e l’enorme successocommerciale non sono maiattribuiti alla fortuna, ma alrisultato di sofisticate strate-gie e decisioni attentamentestudiate. Talvolta, i miti ri-sultano essere veri.Trent’anni fa, ManfredPlaumann iniziò la produzio-ne di attrezzature dentali co-me una piccola attività com-merciale familiare aCuxhaven, in Germania, for-nendo inizialmente una limi-tata gamma di prodotti a stu-di dentistici e a laboratori.Nasceva Voco gmbh. Colpassare degli anni, l’attivitàevolse grazie al continuo in-vestimento nella ricerca e svi-luppo, nonché al continuoaumento delle vendite. Conl’espansione delle attività diricerca e di produzione e gra-zie al crescente numero di di-pendenti, la sede dell’aziendadivenne presto troppo affol-lata. Nel 1992, le attività furo-no quindi spostate in nuoviedifici realizzati apposita-

mente. Oggi Voco conta circa 300persone in Germania, 250delle quali nella sede centra-le di Cuxhaven. Queste sonocoadiuvate da circa 320 rap-presentanti di vendita all’e-stero. L'azienda ha un uffi-cio di rappresentanza aShanghai e filiali in Usa,Canada, Brasile e Australia.La penetrazione di Voco innuovi mercati ha considere-volmente aumentato le ven-dite. Oltre a Germania e alresto d’Europa, oggi i mer-cati principali dei prodottiVoco includono Usa eCanada e le esportazionirappresentano il 75 % di tut-te le vendite. «Voco è un nome che in tuttoil mondo viene associato aprodotti di elevata qualità aun prezzo ragionevole» ha di-chiarato Olaf Sauerbier, re-sponsabile delle vendite e delmarketing. «In qualità di spe-cialisti in materiali dentali,noi di Voco in futuro conti-nueremo a focalizzarci sul-l’innovazione, sull’esperienzae sulla vicinanza al cliente»ha aggiunto ManfredThomas Plaumann, respon-sabile di ricerca e sviluppo.

Sweden & Martinaospite della MarinaMilitare

Lo scorso 21 ottobre il profes-sor Ugo Covani, docentedell'Università di Pisa, ha te-nuto un corso sul tema «I tes-suti molli perimplantari trabiologia ed estetica», realizzatoin collaborazione con Sweden& Martina. Il professorCovani, che da anni utilizza isistemi implantari dell'aziendadi Due Carrare e ha collabora-to alla loro progettazione, haparlato a una ristretta platea inuna location veramente parti-colare: la sede di La Spezia delComando subacquei ed incur-sori della Marina Militare(Comsubin).Un binomio non nuovo, quel-lo tra le forze della MarinaMilitare e l'azienda Sweden &

Martina, che ha consentito larealizzazione di una serie dieventi sia a La Spezia che aTaranto. Per i partecipanti del corso èstato a dir poco emozionanteassistere all’esercitazione inmare condotta dal personaledel Submarine parachute assi-stance group (Spag) delCentro soccorso sommergibilidel Gruppo operativo subac-quei di Comsubin. Il Teamdello Spag è costituito da ungruppo di operatori con diver-se professionalità tese a presta-re l’assistenza sanitaria dipronto soccorso al personaleche effettua una fuoriuscita diemergenza da un sommergibi-le o procede al suo abbandono.

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Link Team Days: le evidenze cliniche del sistema implantare Neoss

La seconda edizione del NeossInternational Link Team Dayssi è chiusa lo scorso ottobre aStresa, sul Lago Maggiore, e harichiamato più di 400 parteci-panti da tutto il mondo.

Tutti i relatori hanno portatodiverse testimonianze e infor-mazioni cliniche sul sistemaimplantare Neoss, sottolinean-done la versatilità e la sempli-cità. Durante la conferenza so-

no stati presentati anche datipubblicati e dati inediti di fol-low-up clinici a lungo termine,che hanno dimostrato percen-tuali di successo costantemen-te elevate.Il professor Neil Meredith,che ha presieduto l'eventoscientifico insieme al profes-sor Lars Sennerby, ha pre-sentato alcuni innovativi pro-dotti, tra cui un nuovo im-pianto conico, attualmente invia di sviluppo. Questo nuovoimpianto sarà realizzato conla superficie ProActive, intro-dotta sul mercato con l'omo-nimo impianto Neoss. Il pro-fessor Meredith ha enfatizza-to le prestazioni di questa su-perficie implantare altamenteinnovativa, testata in studiscientifici che «ne hanno

comprovato la superiorità ri-spetto a prodotti della con-correnza per quanto riguardai livelli di stabilità implantare,soprattutto nelle prime seisettimane dall’inserimentodell’impianto».L’evento è stato inauguratoda Michael J Dormer, presi-dente di Neoss, che nel suointervento ha evidenziato larapida espansione dell’azien-da negli ultimi dieci anni,ottenuta grazie all’impegnonei confornti della clientelaper «migliorare la scienzadel trattamento implantare»con prodotti altamente in-novativi. Dormer ha anchesottolineato l’importanza at-tribuita da Neoss a criterietici nella conduzione delleproprie attività.

Happy Dental Hours,un nuovo mododi fare aggiornamentoUna chiaccherata dal tonoinformale, nel tardo pome-riggio, mentre si sorseggiauna bevanda e si spizzicanodelicatezze per il palato: è lanuova iniziativa «HappyDental Hours» lanciata dal-le aziende Kerr e KaVo, at-traverso la quale gli odon-toiatri potranno ricevere unaggiornamento professio-nale sullo stato dell’arte inodontoiatria restaurativa.In particolare si parlerà diadesione smalto-dentinale,restauri diretti in composi-to nei settori latero-poste-riori, stratificazione delleresine composite nei settoriposteriori, merceologia deimateriali e innovazioni in

campo clinico.Protagonisti di questi incon-tri saranno tre illustri profes-sionisti: il professor LuigiCianconi e i suoi collabora-tori, il dottor Gabriele Contee il dottor Manuele Mancini.La partecipazione è gratuita,non sono previsti Ecm e ilformat prevede un massimodi 30 odontoiatri per ogni in-contro.Per informazioni su date e luo-ghi degli eventi, che si terran-no prossimamente su tutto ilterritorio nazionale in collabo-razione con i principali depo-siti dentali partner delle dueaziende, è possibile scrivere [email protected] oa [email protected]

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Il dolore orofacciale: a Brescia il punto della situazione

Nei primi giorni di novembrela Società italiana studio dolo-re orofacciale (Sisdo) si è riu-nita a Brescia per il suo primocongresso. L’incontro è statoun grande successo sia per ilnumero di partecipanti cheper l’interesse scientifico chehanno suscitato le relazioni edalle quali si sono delineati siaalcuni interessanti obiettiviche saranno sicuramente og-getto della ricerca nell’imme-diato futuro che alcuni aspettidi utilità pratica nell’attivitàquotidiana.Tutti i partecipanti hanno

avuto il modo di aggiornarsialtre che su alcuni peculiariaspetti riguardanti il ruolodella chirurgia endoscopicaper il trattamento dei conflit-ti vascolo-nervosi trigeminalipresentati dal professorManfred Tschabitscher e an-che su alcuni recentissimi da-ti circa la neurochimica delnervo trigemino presentatidalla dottoressa Borsani,informazioni che rappresen-tano la base di comprensionemolecolare per future appli-cazioni farmacologiche. Lerelazioni sono proseguite con

il professor Panerai che hafatto il punto della situazionesui farmaci attualmente a di-sposizione per il trattamentodel dolore orofacciale acutoche cronico, aiutando tuttinoi ma in particolare coloroche si occupano principal-mente degli aspetti clinici auna scelta farmacologica piùragionata e consapevole. Laprofessoressa Majorana haquindi descritto lo stato del-l’arte sulla caratterizzazionefisiopatologica della sindro-me della bocca urente, men-tre il dottor Perini ha stimo-lato tutti noi con la sua rela-zione sull’utilizzo dell’ago-puntura nelle algie facciali.

Luigi RodellaPresidente Sisdo

Polti, alta tecnologiaper la sostenibilità ambientaleNei primi mesi del 2011, PoltiSpA ha installato il secondoimpianto fotovoltaico, che vaad aggiungersi al primo instal-lato già nel 2010 sull’edificioche ospita la produzione nellasede di Bulgarograsso, in pro-vincia di Como.Complessivamente i due im-pianti, con solo il 40% dell'e-nergia prodotta, sono in gradodi coprire l’intero fabbisognoenergetico aziendale. Una scelta tecnologica che ri-vela non solo la grande atten-zione all'ambiente che dasempre caratterizza Polti, mauna vera e propria filosofiaaziendale che ricerca attraver-so l'innovazione tecnologicala risposta alle esigenze pro-fessionali di tutti i giorni, nelpieno rispetto dell’ambiente.

«L'attenzione per l'ambiente èinscritta da sempre nel codicegenetico di Polti come una ve-ra e propria visione imprendi-toriale, è parte integrante dellagestione del business e primaancora, fondamento della cul-tura dell’azienda» spiegaFrancesca Polti, direttore ge-nerale dell'azienda.L'esempio più concreto è la li-nea di apparecchi per la puli-zia basata esclusivamente sul-l'utilizzo del vapore: il più po-tente, puro e naturale elemen-to detergente. A questo si ag-giunge il continuo investimen-to in ricerca e sviluppo finaliz-zato alla produzione di appa-recchi sempre più efficienti dalpunto di vista energetico, la ri-duzione dell’impatto ambien-tale degli imballaggi e la scelta

di produrre in Italia, decisioneche contribuisce ad una mino-re emissione di gas a effettoserra derivanti dai mezzi ditrasporto. Un approccio glo-bale che offre una rispostaconcreta al bisogno di ridurre iconsumi, di non inquinarel’ambiente e di rispettare la sa-lute dell’uomo.

Estetica e implantologiaprotagoniste degliZimmer Days di Venezia

Lo scorso settembre, presso ilcentro congressi del LagunaPalace di Venezia, più di 700persone hanno partecipatoall’evento Zimmer Days, or-ganizzato da Zimmer DentalItalia e incentrato sull'esteticain implantologia.I lavori congressuali sono sta-ti aperti da Claudio Crotti,responsabile del continuingeducation, e da AndreaGiummolè, da poco nomina-to general manager diZimmer Dental Italia, chehanno poi lasciato la parola aidue moderatori Ugo Consoloe Andrea E. Bianchi.Il professor Dennis Tarnowha presentato l’evoluzione chel’implantologia ha avuto negliultimi anni attraverso terapiesempre più predicibili. Sonostati affrontati diversi temiquali il mantenimento dellapapilla interdentale, il caricoprecoce e la preservazione delvolume alveolare dopo l’estra-zione dentaria.In una seconda sessione, ildottor Giovanni Pisoni ha

relazionato su come la tec-nologia digitale può consen-tire la lettura sia del monco-ne che della piattaforma im-plantare e successivamentemodellare in modo adeguatoil profilo di emergenza, laforma del dente e la anato-mia occlusale. Forme e occlusione nella lorocomplessità nelle grandi ria-bilitazioni con grande valen-za estetica sono stati i temidelle relazioni del dottorAlessandro Agnini e dell'o-dontotecnico Luca Dondi,che si è soffermato sulla ge-stione del profilo di emergen-za, da sempre motivo di di-battito.L’evento si è concluso conl’intervento del dottor DavidGarber che ha evidenziatocome i limiti nella ricerca del-l’estetica siano a volte postidai pazienti stessi, dove lapriorità nella riduzione degliinterventi, delle complicazio-ni e dei costi può spostarel’approccio e la tipologia dellasoluzione protesica.

Italian Dental Journal Anno VI - numero 12 - novembre 2011Mensile di attualità, informazione, cultura

Organo Ufficiale Smom onlusSolidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo

Direttore responsabilePaolo Pegoraro [email protected] Peren [email protected] e impaginazioneMarco Redaelli - www.creativastudio.euFotoArchivio Griffin srlHanno collaborato in questo numero: Emanuele Ambu,Ferdinando Attanasio, Tommaso Attanasio, Alberto Bazzoni, AldoCrespi, Rolando Crippa, Federica Demarosi, Ivano Finocchiaro,Roberto Ghiretti, Susanna Levi, Francesco Martelli, EugenioRaimondo, Giampiero Pilat, Alberto Pispero, Renato Torlaschi,Elena Varoni, Silvia Zanfrini

PUBBLICITÀ

Direttore commercialeGiuseppe Roccucci [email protected] venditeStefania Bianchi [email protected] Pavan (Agente) [email protected]

TIRATURA DEL PRESENTE NUMERO: 20.000 copie

EDITORE: Griffin srlP.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (Co)www.griffineditore.it - [email protected] - [email protected]. 031.789085 - Fax 031.6853110

L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codicedi autodisciplina pubblicitaria. Dichiara altresì di ac-cettare la competenza e le decisioni del Comitato dicontrollo e del Giurì dell’zutodisciplina pubblicitaria,anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

StampaRoto3 Industria Grafica SpAVia Turbigo 11/b - Castano Primo (MI)Italian Dental Journal, periodico mensileCopyright© Griffin srlRegistrazione del Tribunale di Como N. 13/06 del 24.07.2006

Iscrizione nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il n. 14370 in data 31.07.2006Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art 1 comma 1, DCBMilano Taxe Perçue

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Testata associata

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del laser, che è inserito di-rettamente nel manipolo.Dunque niente fibra né brac-cio articolato.Il manipolo è estremamentemaneggevole ed è dotato diuna testina ruotabile a 360°,per accedere alle aree diffi-cilmente raggiungibili nel ca-vo orale, come i settori po-steriori.Altrettanto sorprendenti so-no la capacità di taglio e laprecisione che questo picco-lo laser dimostra. Piccoloperché è alto poco più di 40cm e pesa solo 20 kg, risul-tando quindi facilmente tra-sportabile ovunque.Numerosi gli accessori a di-sposizione, dalle punte divarie dimensioni in zaffiro,agli accessori per estetica,quali il manipolo dedicato ele punte, che consentono siatrattamenti odontoiatrici chedi medicina estetica.

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Dall’esperienza e dall’effi-cienza della premiata Valo,Ultradent aggiunge alla suagamma la nuova lampadaled per fotopolimerizzaresenza filo: Valo Cordless.Valo Cordless è dotata di treintensità luminose per farfronte a tutte le esigenze difotopolimerizzazione: 1.000mW/cm2, 1.400 mW/cm2 e3.200 mW/cm2. Grazie al-l’ampio spettro d’assorbi-mento è in grado di polime-rizzare tutti i materiali fotoat-tivabili (lunghezza d’onda:395-480 nm). Gli efficientiLed e la speciale lente assi-curano poi un fascio di lucecollimato per polimerizzazio-ni omogenee e di qualità.L’ingombro di Valo Cordlessè minimo, con una testinasottile adatta a raggiungeretutte le superfici dentali,senza tensioni dell’articola-zione Atm e dei tessuti molli. L'apparecchio utilizza batterieal litio-ferro-fosfato (LiFePO4)

a lunga durata, ricaricabili enon costose. Le batterie diValo Cordless durano per cir-ca 400 cicli di polimerizzazio-ne (o almeno una settimana),sono molto stabili e possonoessere ricaricate 1.000-2.000volte prima di una loro sosti-tuzione. Infine, il vano batte-rie è placcato d’oro e ciò con-sente di garantire una mag-giore resistenza alla corrosio-ne e la migliore conducibilitàdi energia. La lampada puòcomunque essere utilizzataanche con batterie non ricari-cabili e facilmente reperibili.L'apparecchio non richiedenessuna ventola di raffred-damento ed è estremamenteresistente grazie alla suastruttura in alluminio aero-spaziale.

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