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È da poco terminato il ciclo d’incontri delGruppo di Studio e Ricerca sull’Ebraismo. Ilnostro è un gruppo legato all’Uf!icio per l’Ecu"menismo e Dialogo della Diocesi di Padova,che ogni anno organizza una decina d’incon"tri su temi della fede, cultura, storia ebraica.Per il Gruppo, quello appena trascorso è statoun anno un po’ particolare, perché celebravaun traguardo importante e signi!icativo: isuoi 25 anni di vita, un quarto di secolo diincontri e appuntamenti. Per dare il giustorilievo all’anniversario si è voluto inserirequalche appuntamento ‘speciale’.Come primo incontro, infatti, abbiamo invi"tato il presidente UCEI, l’avvocato Renzo Gat"tegna, per parlarci degli ebrei in Italia oggi.Nel suo excursus ci ha ricordato la lunga eininterrotta presenza ebraica in Italia, quindi

si è soffermato sulla situazione attuale delnostro Paese che sta dimostrando un semprecrescente interesse per l’ebraismo, per la suacultura, per le sue tradizioni. Di fronte a que"sta richiesta di conoscenza, a questa ricercadi contatti, il relatore ha rilevato l’importanzadi un’adeguata apertura da parte delle co"munità ebraiche: è giunto il tempo di farsiconoscere, perché si tratta di un’occasioneirrinunciabile, una possibilità di creare nuoviponti e costruire percorsi di amicizia in or"dine a un’adeguata reazione ai sempre latentirigurgiti di antisemitismo.A febbraio poi vi è stato un momento cele"brativo con la partecipazione di più relatori.Amos Luzzatto, come ‘amico storico’ delgruppo (è dal 1993 che, ogni anno, tiene unsuo intervento) ci ha parlato del signi!icatodel conoscersi e del valore del dialogo. DavideRomanin Jacur, quale presidente della Co"munità ebraica di Padova, ha posto l’accentosul buon rapporto esistente tra il gruppo ela comunità, avanzando diverse proposte percontinuare il lavoro intrapreso. In!ine, donGiovanni Brusegan, delegato diocesano perl’Ecumenismo e il Dialogo, ha sottolineato ilcarattere del gruppo: nato sulla base dell’in"teresse personale di alcuni, !in dall’inizio haricevuto il riconoscimento e l’approvazionedella Diocesi di Padova, rientrando dentro ilprogetto formativo della Chiesa cattolica lo"cale.Il resto del programma si è svolto con varietàdi argomenti. Si è parlato della liturgia delloShabbath e delle preghiere della donna; dicome si scrive un Sefer Torah e di personaggidi grande rilievo dentro all’universo ebraico

PADOVA EBRAICAConoscenzae incontro

segue a pag. 7

Per fare il conto dell'ultima volta che si era celebratoun Bar Mitzvah a Saluzzo è necessario portare indietrodi quasi un secolo le lan"cette del tempo. Era infattidal 1915 che la sinagogadella cittadina piemontesenon ospitava una cerimo"nia di maggiorità religiosaebraica. L'onore di ripristi"nare la tradizione è toccatoallo studente americanoNathaniel Silberschlag. En"tusiastica l'adesione di pa"

pà Jeffrey, condirettore dell'Alba Music Festival, cheera stato piacevolmente colpito dalla bellezza del luo"go di culto in occasionedella sua recente riaper"tura al pubblico (anche senon per uso liturgico).Molti gli amici giunti datutta Italia e dagli StatiUniti per festeggiare il lie"to evento. Tra gli ospiti an"che il presidente della Co"munità ebraica di TorinoBeppe Segre.

Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 7/2012

LEZIONI DA PARMA RINNOVAMENTI PAG. 8

Festa grande alla Schola Levantina di Venezia dove Ruben Forti, giovane ebreofiorentino da poco divenuto Bar Mitzvah, ha messo i Tefillin e letto la Torah in pub-blico per la prima volta. Una decisione che ha origine dagli affetti più cari: la ScholaLevantina è infatti il luogo in cui i genitori Umberto e Marta sono convolati a nozze.

QUI VENEZIA - I TEFILLIN DI RUBEN

È Vittorio Mosseri il nuovo presidente della Comunitàebraica di Livorno. Dirigente di una multinazionale cheopera nel settore sanitario, succede aSamuel Zarrough. Al suo !ianco inGiunta il vicepresidente Guido Servi eGianfranco Giachetti. Completano il di"rettivo i consiglieri Silvia OttolenghiBedarida, FrancoLevi e DanielePolacco. “Lavoreremo per tutti –spiega il neo presidente – per chi ciha votato ma anche per chi ha fattouna scelta diversa. Vogliamo esserecoinvolgenti e orientare alla crescita,nel rispetto delle idee di ognuno, la grande dialettica pro"pria degli ebrei livornesi”.

LIVORNO EBRAICAMosseri presidente

Rinnovo delle cariche consiliari anche ai vertici della Co"munità ebraica di Casale Monferrato. Il neoeletto Consiglioha confermato alla leadership con votounanime il presidente uscente Salva"tore Giorgio Ottolenghi. Conferma an"che per Elio Carmi alla vicepresiden"za. "Sono onorato " ha affermato Ot"tolenghi " per la !iducia che mi vieneancora una volta concessa. Sento l'or"goglio di rappresentare una Comunitàpiccola nei numeri ma che tanto si dà da fare sul frontedella cultura e dell'incontro tra popoli, religioni e identità.

CASALE EBRAICAOttolenghi resta al timone

Proseguono, con l'inaugurazione delle mostre 'Hai vistole mie Alpi? Una storia d'amore ebraica' e 'Zachor – Ebreinel Tirolo meridionale fra Otto e Novecento', gli eventidella rassegna culturale ShalomAleichem. Una preziosa occasio"ne di approfondimento sulla pre"senza ebraica in Alto Adige, pro"mossa tra gli altri dalla Comunitàdi Merano, che già dalle primedate ha riscosso notevole coinvolgimento e interesse.L'appuntamento con il duplice taglio del nastro rosso èper giovedì 5 luglio alle 17 a Castel Tirolo.

MERANO EBRAICASi inaugura Zachor

SALUZZO EBRAICA

TRIESTE EBRAICA

Nathaniel ripristina la tradizione

La festa del Tempio

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane " registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche " n. 7 " 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037"1543 (direttore responsabile: Guido Vitale)

+ oltreconfine

Il primo luglio la Comunità ebraica di Trieste celebra icent’anni della monumentale Sinagoga. E’ il 12 di Tamuz,la data ebraica che nel 5672, il 1912, vide l’inaugurazionedel maestoso edi!icio. In programma un calendario dimanifestazioni che prevede l’esibizione di sei Hazanimdi Vienna, Linz, Verona, Milano e Trieste. Sarà inoltre as"segnato il primo premio “Il rosone del Tempio”, volutodalla Fondazione Stock Weinberg per la coesistenza trai popoli in collaborazione con la Comunità ebraica diTrieste, riconoscimento che vuole premiare quanti siprodigano nel nome della pace e dei diritti dell’uomo. segue a pag. 6-7

È una tradizione che dura dagli anni Novanta. Ci si ritrovanel giardino di un'abitazione privata. Alcuni giorni per ilmontaggio e poi anche Forte dei Marmi ha la sua sinagoga.Una sinagoga estiva fai da teche ha tra le sue anime Mo"shè Farshad, persiano da 32anni in Italia. “Le prime set"timane d'estate – racconta –di solito celebriamo soltantoShabbat. Poi da luglio i servizi si intensi!icano !ino a rag"giungere un ritmo giornaliero". Per maggiori informazioniè possibile contattarlo al 3357267541.

VERSILIA EBRAICAAl Forte per la Tefillah

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Celebrazione insolita nel Tempio grande della Co!munità ebraica di Torino dove è stato recentementeof"iciato il Bat Mitzvah di otto ragazze: Beatrice RuthHirsch, Caterina Yael Mazza, Giulia Yael Santoro, Ma!ya Even, Miriam Sara Levi, Rachele So"ia Tedeschi,Simona Rumori e So"ia Leone. Si è reinterpretata,sotto istanze più vivaci, la cerimonia collettiva. Dall’inizio del Novecento, cioè da quando è stataistituito il Bat Mitzvah, che segna anche per le bam!bine l’acquisizione della maturità religiosa, a Torinosi è sempre usato fare un’unica cerimonia in cui ve!nivano coinvolte tutte le ragazze che in quell’anno

compivano dodici anni. Le celebrazioni avvenivanosolitamente il giorno di Shavuot. Questa usanza èstata interrotta per sottolineare maggiormente l’im!portanza della "igura femminile nel mondo ebraico.Il primo Bat Mitzvah singolo è stato quello di AnnaSegre e da quel momento in poi si è abbandonatoil vecchio rito. Quest’anno si è deciso di fare una sorta di doppiacerimonia: oltre alle singole celebrazioni, è statoquindi organizzato un Bat Mitzvah che riunisse tuttele otto giovani ragazze, con l’obiettivo di rafforzarel’identità ebraica e il rapporto con la Comunità. Lacerimonia ha messo in luce l’af"iatamento e il coin!volgimento emotivo di questo gruppo che ha con!diviso tappa per tappa un percorso formativo sottole direttive del rabbino capo rav Eliahu Birnbaum.Alice Fubini

Bat Mitzvah, otto ragazze festeggiano insiemeItalia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 2 luglio 2012

Kasherut, identità e nuove sfideRegole, tradizioni e sapori. Triplice declinazioneper un incontro dedicato alla kasherut che si èsvolto al centro sociale della Comunità di Torinosotto l'egida del gruppo Anavim. Quattro gli ospitiintervenuti al dibattito: rav Riccardo Di Segni, Da!rio Calimani, Elena Loewenthal ed Eva Vitali NorsaLanza. Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Ro!ma, ha approfondito in particolare la problematica

legata alla certi"icazione dei cibi evidenziando laportata collettiva di questo fenomeno e il bisogno,sempre più avvertito, di un’autorità certi"icatriceitaliana “che deve essere riconosciuta a livello na!zionale e internazionale”. “Di qui – ha spiegato ilrav – la necessità di un organizzazione centraliz!zata che deve fare riferimento a requisiti e regole

condivise. Fondamentale in questo senso unagrossa promozione politica da parte delle Comu!nità ebraiche con l’appoggio del rabbinato”. PerDario Calimani, intervenuto dopo rav Di Segni, lamancanza di un marchio nazionale è la metaforadei problemi delle Comunità ebraiche italiane:uni"icare le risposte per stabilire che cosa sia ko!sher e che cosa invece non lo sia. “È necessario –ha affermato – un marchio dell’ebraismo italianoprima ancora di un marchio della kasherut”. Ditaglio differente il contributo di Elena Loewenthal,che ha parlato soprattutto del signi"icato della cu!cina e della tradizione ebraica: mangiare kosher,ha spiegato al folto pubblico presente in sala, nonha nulla a che fare né con norme igieniche, né connorme di carattere morale e non rientra in un si!stema di privazione. Il cibo può essere invece vistonel ruolo di custode identitario e si può così par!lare di cucina ebraica memorabile perché capacedi fare da contrassegno nella memoria, ricordandoa noi stessi e agli altri chi siamo. Ha concluso l’in!contro Eva Vitali Norsa Lanza, che ha messo inluce l’aspetto più familiare dell’alimentazioneebraica presentando la nuova versione del ricet!tario composto dalla madre Giuliana ‘La cucinanella tradizione ebraica’. A moderare gli interventi Shemuel Lampronti delgruppo Anavim.

Intensità, partecipazione e molti elaborati di va-lore hanno caratterizzato la terza edizione delconcorso Shevilim – Percorsi di studio e appro-fondimento della Cultura ebraica per le Scuoleindetto dalla Comunità ebraica di Parma e dalMuseo ebraico Fausto Levi di Soragna con il sup-porto tra gli altri dell’Unione delle ComunitàEbraiche Italiane. La cerimonia di premiazionedei vincitori ha avuto luogo nelle sale del MuseoEbraico ed è stata seguita dalla performance ar-

tistica Stelle, piume e violini, a cura dell’EnsembleEquinozio. Alla cerimonia, in compagnia di mol-tissimi ragazzi delle scuole, erano presenti tra glialtri il sindaco di Soragna Salvatore Jaconi Farina,l’assessore alle politiche scolastiche della Pro-vincia di Parma Giuseppe Romanini, il presidentedella Comunità ebraica Giorgio Yehuda Giavarinie il rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro. Conloro anche Renza Levi, !iglia di quel Fausto Levistorico presidente della Comunità e arte!ice del

Premiati i vincitori di Shevilim

di Giulio Castagnoli

Esiste una musica ebraica? Non si vuole dare qui unarisposta a questa complessa questione: esistono sicu-ramente, però, molti compositori ebrei - e fra questimolti italiani - che per le più svariate ragioni hannoavuto relazioni con la città di Casale Monferrato e conla sua Sinagoga. Primo fra tutti per fama e per portatastorica Salomone Rossi, ebreo mantovano (il ducato diMantova fu legato al Monferrato per oltre due secoli,sino al 1709), forse il più celebre allievo di ClaudioMonteverdi. Rossi fu il primo autore a pubblicare unlibro di Sonate a tre, genere musicale dall’enorme for-tuna giunto alla perfezione formale con Vivaldi, cheproprio nella Mantova ormai asburgica passò alcunianni particolarmente fecondi. Fra i musicisti della cortegonzaghesca sono annoverati i due fratelli Rubini (Gio-vanni Francesco e Gioan Battista), violinisti casalaschi

(come si diceva un tempo) di cui il “musicista hebreo”rielabora alcune arie. Oltre ai lavori vocali profani estrumentali Rossi per primo pubblicò canti polifonicicon testo sacro in ebraico: si tratta dei Canti di Salo-mone, stampati a Venezia nel 1622.Spostandoci in epoche a noi più vi-cine, anche Sergio Liberovici ha avu-to a che fare con la Comunità ebrai-ca casalese, cui era legata la madre:infatti, negli anni tra il 1943 e il1945, egli partecipò giovanissimoalla lotta partigiana fra le nostrecolline. Compositore di musiche peril teatro e di opere (la prima dellequali, del 1958, è su libretto di Italo Calvino), scrisseanche pagine sinfoniche e cameristiche, oltre alle celebricanzoni del Cantacronache, il gruppo cui presero partealcuni fra i principali intellettuali “impegnati” a cavallo

tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Dagli anni Settanta,Liberovici si occupò di didattica musicale, di cui fu unodei pionieri nel nostro paese: il coro di voci giovaniliGhescher, espressione del lavoro condotto in questosettore dalla nostra Comunità in collaborazione con

l’Opera dei Ragazzi di Erika Patrucco(nella foto), si muove nel solco dellesue ri!lessioni.Tra Otto e Novecento anche EdgardoDel Valle de Paz appartenne a unaComunità ebraica di particolare ri-lievo, quella di Livorno. Egli fondò ediresse per oltre un quarto di secolola rivista !iorentina “La Nuova Mu-

sica” che annoverò tra i collaboratori musicologi comeGiannotto Bastianelli e Guido Maria Gatti, compositoricome Ildebrando Pizzetti, e, fra i letterati, il poeta DiegoGaroglio, che dal Monferrato si spostò a Firenze, dove

ebbe per allievi i celeberrimi Papini e Prezzolini. DelValle de Paz su testo di Garoglio pubblicò alcune dellesue più belle composizioni, dal gusto simbolista e quasiliberty: fecondo compositore, fu anche professore dipianoforte principale al Conservatorio di Firenze, aven-do per allievo uno dei più importanti autori del secoloappena trascorso, Mario Castelnuovo Tedesco. Que-st'ultimo, emigrato in California a causa delle leggirazziste del 1938, strinse colà amicizia con Arnold Scho-enberg, il grande padre della musica d'oggi. Il cerchio si chiude: tra la piccola Comunità ebraicamonferrina, la splendida corte rinascimentale dei Gon-zaga, la Firenze capitale d’Italia, la Torino della rico-struzione postbellica e la Los Angeles del Novecento,il volo sembra pindarico. Eppure il !ilo sottile che legale Comunità ebraiche di tutto il mondo ci conduce permano tra luoghi e tempi così differenti, che rimangonotuttavia vicini nello spirito e nell’insegnamento.

Incontri musicali in Comunità: da Salomone Rossi a Schoenberg

PARMAEBRAICA

TORINO EBRAICA

CASALE EBRAICA

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 3luglio 2012

Museo ebraico di Soragna, alla cui memoria è de-dicato il concorso. Il premio di Shevilim è andatoex aequo alla classe III B dell’Istituto comprensivoCard. Agostino Casaroli, Scuola secondaria diI°Grado G. Mazzini, Comuni di Castel San Giovannie Sarmato (PC), Capogruppo Elena Siviero, pro-

fessoressa Elena Antoniotti per il video Brundibare alla classe IV A della Scuola primaria Bozzanidi Porporano (PR), insegnanti Mirella Landini eGiorgia Sandei per l’elaborato multidisciplinaree multimediale La vita quotidiana degli uominidella Bibbia-Torah.

A Vercelli la sinagoga è da sempre la protagonista dellastrada dell'antico ghetto dove, tra le storiche abitazionidelle famiglie ebraiche, si respira e si vive ancora unaprestigiosa tradizione secolare. Una tradizione rinver!dita tra gli altri anche dai Mishkalè, gruppo piemonteseche si presenta come una tipica orchestrina dell’esteuropeo carico di energia positiva e dalle melodie estre!mamente coinvolgenti. Tanti i cittadini vercellesi cheuna domenica mattina di giugno, dopo le consuete vi!

site guidate nelle stanze del Bet HaKnesset, hanno scel!to di assistere alla performance in via Foa. Tanti gli ap!plausi che hanno salutato il concerto. “Il successo del!l'iniziativa è stato notevole. Un grazie di cuore – spiegail presidente della Comunità ebraica di Vercelli e neoconsigliere UCEI Rossella Bottini Treves ! va ai tantiamici delle Comunità di Torino e Milano che sono staticoinvolti e a tutti i volontari che ci permettono di svol!gere ogni volta al meglio le nostre attività”.

Via Foa in concerto. Gli effervescenti Mishkalè conquistano tutti

Grande partecipazione, nelle stanze comunitarie, per unincontro celebrativo organizzato in occasione del 45esimoanniversario dalla !ine della Guerra dei Sei Giorni. L'even-to, realizzato in col-laborazione con ilKeren Hayesod, havisto la partecipa-zione tra gli altri diAmos Radian, giàambasciatore delloStato ebraico neiCaraibi. Tra i mo-menti più intensidella serata, condot-ta dal presidentedella Comunità ge-novese Amnon Co-hen, la celebrazionedei 21 anni di vita dell’Apai, l’Associazione per l’Amiciziatra Italia e Israele, con la premiazione del fondatore epresidente, professor Franco Bovio. Conferita inoltre una

targa a Guido De Benedetti, presidente della sezioneligure che per oltre 25 anni si è prodigato a diffondere ivalori del Keren e l’amore per Israele in tutta la società

italiana. De Benedet-ti ha voluto estende-re il riconoscimentoalla memoria di Ma-rio Teglio che gli ave-va trasmesso a suavolta la passione peril KH. Il tutto è statoaccompagnato dallevoci del Coro Shlo-mot, coro comunita-rio diretto da EyalLerner, che hannoreso ancor più spe-ciale l’atmosfera di

festa. Un applauso, prima dell'esecuzione degli inni na-zionali di Italia e Israele, è stato in!ine rivolto ai volontariche hanno permesso l'ottima riuscita dell'iniziativa.

Una serata con il Keren Hayesod

di Pietro GalloA Casale Monferrato il primo Consiglio comunale, li!beramente scelto da una fascia ristretta di cittadini !710 elettori su una popolazione di 19 mila abitanti! viene eletto nel novembre del 1848, è formato da40 consiglieri, ma nessun ebreo. Nonostante la Co!munità fosse composta da 720 persone, secondo ilcensimento del 1838, e rappresentasse dunque un'altapercentuale della popolazione, pesavano molto i lun!ghi anni di reclusione nel ghetto, le esclusioni e le pe!santi limitazioni alla partecipazione degli ebrei allavita sociale e politica cittadina.Nel periodo della Restaurazione alcuni membri dellaComunità cominciano a svolgere ruoli rilevanti nel!l'economia cittadina casalese: il banchiere GiuseppeRafael Vitta, che otterrà il titolo di Barone, è attivocome "inanziatore del ponte sospeso costruito nel

1840, Isacco e Abramo Fitz gestiscono, con RaffaeleLuzzati, due importanti seterie.L'elezione del secondo Consiglio Comunale avvienein un contesto animato da ferventi speranze e pas!sioni, agitate dal giornale democratico il Carroccio,alla cui fondazione partecipano rag!guardevoli membri della Comunità:dal rabbino Gattinara a GiuseppeRaffaele Artom, consigliere di am!ministrazione dello stesso giornale.Artom, grazie alla sua presenza trale "ila della democrazia casalese, vie!ne eletto in Consiglio e così pureGiuseppe Rafael Vitta. Tra i candidatiUrbano Rattazzi, all’epoca ministro con residenza aCasale, ottiene 111 preferenze, Vitta lo sopravanzacon 113 e Artom ne ottiene 83, a testimonianza cheil consenso ebraico travalica il bacino elettorale della

sola Comunità. Vitta esce dal Consiglio per sorteggioil 28 giugno 1849, mentre Artom rimane "ino al 1851per ritornarvi poi nel 1855 assieme a due altri rap!presentante della Comunità: l'avvocato Angelo Segree il cavalier Luigi Vitta. Angelo Segre farà anche partedella giunta comunale guidata dalsindaco avvocato Mazza nel 1860.Artom e Segre "iancheggeranno lescelte amministrative di Filippo Mel!lana, cui si devono la costruzionedella ferrovia Vercelli!Casale!Valen!za, importanti opere pubbliche chemodi"icheranno la settecentesca fa!cies architettonica di Casale, e la dif!fusione di scuole elementari municipali maschili efemminili. Vitta invece sosterrà Lanza e Bertana at!testati su posizioni più moderate. La loro attività in Consiglio Comunale si indirizzerà

sui temi di fondo che avevano costituito il programmaelettorale dei democratici liberali nel1848: istruzionee sanità pubblica. L'istruzione pubblica, in particolare quella attinentealla scuola elementare, era a pagamento e veniva svol!ta nelle frazioni dai parroci delle locali parrocchie.Solo dopo il 1854 si afferma una istruzione laica conmaestri nominati direttamente dal Comune che attivascuole elementari gratuite permettendo uno sviluppoconsistente dell’istruzione. A testimonianza, in"ine, del nuovo clima di collabo!razione fra fedi religiose e del venire meno delle an!tiche preclusioni verso gli ebrei, nel Consiglio comu!nale del 3 gennaio 1861, presieduto da Segre, in so!stituzione del sindaco assente, si discute e approvaun aiuto al restauro della Cattedrale di Sant'Evasio"per mandare a compimento la di lei incominciataopera" sotto la direzione del Mella.

Fuori dal Ghetto, l'a!rancamento politico con Artom, Vitta e Segre

GENOVAEBRAICA

VERCELLI EBRAICA

Si sono da poco conclusi i lavori dellaCommissione Minhag con una graditissi!ma sorpresa per tutti gli ebrei "iorentini:con il via libera del Consiglio comunitariosarà presto dato alle stampe un volumecon la trascrizione di un manoscritto delrav Elia Artom contenente le regole delMinhag – il complesso di liturgie, tradi!zioni, speci"iche norme proprio di unaspeci"ica Comunità – in uso nel capoluogotoscano. L'opera, inedito omaggio a ungrande protagonista del Novecento ebrai!co italiano, sarà integrata con relativa tra!scrizione in caratteri ebraici moderni astampa, con la traduzione in italiano acura del rav Umberto Sciunnach e con al!cune note aggiuntive dei Parnassim delTempio. Si lavorerà anche sul fronte delweb: la seconda parte del progetto pre!vede infatti la raccolta degli spartiti mu!sicali della sinagoga oltre ai canti registratidella tradizione "iorentina ad oggi con!servati negli archivi familiari degli iscritti.Una volta catalogate, le registrazioni sa!ranno pubblicate online e messe a dispo!sizione di più soggetti: iscritti in prima battuta, ma anche studiosi, musicologi,appassionati di storia e cultura ebraica.Orientativamente, stando a quanto si ap! prende dalla Comunità, l'intera operazionedovrebbe essere completata entro il pros!simo autunno.

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 4 luglio 2012

Minhag, un patrimonio da valorizzare

L’ambasciatore Gilon in visita alla ComunitàProsegue la missione nelle 21 Comunitàebraiche italiane del nuovo ambasciatoredello Stato di Israele in Italia Naor Gilon.L'ultima tappa a Napoli dove l'incontrocon i vertici comunitari e col rabbino ca!po rav Scialom Bahbout è avvenuto a se!guito dello spettacolo Noapolis con cuil'artista israeliana Noa ha inaugurato laquinta edizione del Napoli Teatro Festi!val, rassegna artistica di respiro inter!nazionale che ha presentato quest'announ focus speciale sulla danza israelianacon le performance Null, Bein KodeshLe'Hol, Birth of the Phoenix, If At All eSensitivity to heat. “È stato un incontromolto positivo, maturato proprio in oc!casione dell'esibizione di Noa. Una primaoccasione di reciproca conoscenza svol!tasi in un clima di grande cordialità chesono convinto darà i suoi frutti” ha af!fermato il presidente della Comunitàebraica Pierluigi Campagnano al terminedella visita.

Sono da poco entrati nel vivo i lavori della com-missione elettorale incaricata di incoraggiare lecandidature e fornire ai candidati strumenti ade-

guati per l'esposizione agli iscritti del loro pro-gramma in vista delle elezioni per il rinnovo delConsiglio comunitario che avranno luogo domenica

28 ottobre. Fanno parte dell'organo Enrico Came-rini, Daniele Della Seta, Renzo Funaro, Davide La-scar, Daniela Misul e Igina Leoni e Elio Servi.

Tra i più prestigiosi biblisti a livello internazionale,ultimo allievo del rav Umberto Cassuto, il professoreemerito dell'Università Ebraica di Gerusalemme Ale!xandre Rofè ha affascinato il folto pubblico ritrovatosinelle sale dell'Università di Firenze per la prima pre!sentazione italiana di un'opera destinata a lasciareil segno come il suo “Introduzione alla letteraturadella Bibbia ebraica” (Paideia). All'incontro hanno

partecipato tra gli altri il preside della Facoltà di let!tere e "iloso"ia Riccardo Bruscagli, Jean!Louis Skadel Ponti"icio Istituto Biblico di Roma, il rabbinocapo di Firenze rav Joseph Levi e Bruno Di Portodell'Università di Pisa che ha esaminato, fra i varipunti sollevati, la ricezione della critica testuale bi!blica in alcune correnti storiche e tradizionali con!temporanee. Organizzata e introdotta da Ida Zatelli,ordinario di Lingua e Letteratura ebraica pressol'ateneo "iorentino, l'iniziativa rientra tra le attivitàdi un accordo culturale tra l'Università di Firenze el'Università Ebraica di Gerusalemme di cui la docenteè responsabile scienti"ica. (Nella foto il professorRofè e la professoressa Zatelli insieme al magni"icorettore Alberto Tesi).

Letture bibliche

Ha avuto molti consensi il viaggio alla scoperta degli aronoth ko!desh italiani di Israele organizzato dalla Comunità ebraica di Fi!renze. Da Haifa a Yaffo, da Tel Aviv a Gerusalemme: la comitivaha visitato – sotto la guida dell'italki David Nizza – un numeroconsiderevole di Batè Haknesset, istituzioni ebraiche e strutturemuseali in cui so!no oggi conservatii numerosi aro!noth di cui si pre!se cura per 25 an!ni l'ebreo livorne!se Umberto Na!hon trasportando!li da sinagoghe indisuso alla volta diEretz Israel. Laformula innovati!va del viaggio haottenuto l’obietti!vo pre"isso. “Ab!biamo riso, abbia!mo pianto, siamo ammutoliti, abbiamo imparato molto. Ci augu!riamo che la Comunità di Firenze possa riproporre questo percorsoper far provare anche ad altri le emozioni che abbiamo provatonoi” scrivono in una nota congiunta rivolta agli iscritti Gianna DePolo, Elio e Gabriella Servi.

Sulle tracce di Nahon

RINNOVO DEL CONSIGLIO - COMMISSIONE AL LAVORO PER LE CANDIDATURE

FIRENZEEBRAICA

NAPOLIEBRAICA

Rinnovo consiliare non soltanto per i verticicomunitari ma anche per la sezione localedell'Adei Wizo. Le votazioni per il nuovoConsiglio direttivo, che resterà in carica!ino al 2016, hanno portato all'elezionedella presidente uscente Silvia OttolenghiBedarida, di Carla Guastalla, Lidia Ore!ice,

Gina Belforte, Valentina Levi Borghini, Lo"retta Modigliani Novelli e Daniela SarfattiMosseri. Nuova presidente dell'Adei WizoLivorno è stata nominata Carla Guastalla.Le operazioni di voto sono state effettuatenel corso della tradizionale Giornata dellaBibbia organizzata dall'associazione e in"

centrata quest'anno su alcune !igure fem"minili centrali per Israele e per tutto ilmondo ebraico. L'iniziativa si è chiusa conun ricordo di Irene Sendler, eroina delGhetto di Varsavia recentemente scompar"sa alla quale molte migliaia di ebrei polac"chi devono la vita.

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 5luglio 2012

Adei Wizo, Guastalla alla presidenza

Il valzer multiforme delle identità

Numerosi gli iscritti (e non solo) di Livorno chehanno scelto di darsi appuntamento sotto il ten-done del giardino del Museo ebraico di via Micaliper la presentazione del libro Dediche d'amore(ed. Belforte). Una serie di componimenti dedicatiall'amore grazie al quale Jonathan Brogna, gio-

vane livornese tragicamente scomparso alcunianni fa, è tornato a rivivere nella memoria e nelcuore di tanti amici. A condurre la serata, molto intensa e partecipata,il vicepresidente della Comunità ebraica SilviaOttolenghi Bedarida, il consigliere Gadi Polacco,

l'editore Guido Guastalla e Franco Ruberti. In pri-ma !ila tra gli altri Massimo, padre di Jonathane storico collaboratore della kehillah livornese. Commovente la sua introduzione all'opera po-stuma del !iglio: "Ho terminato di trascrivere gliscritti che seguono - spiega in poche toccanti pa-

Quelle dediche d’amore grazie a cui Jonathan è tornato a vivere

Un momento delle elezioni che hanno portato al rinnovo delle caricheconsiliari dell’Adei Wizo di Livorno. Nuova presidente è Carla Guastalla.

role - ma voglio precisare per chi si ritrovasse aleggerli, che io mi sono limitato a ricopiarli inbella copia, inserendoci, come meglio potevo, lapunteggiatura. Gli scritti sono esclusivamente ilparto della fantasia e delle esperienze vissuteda Jonathan. I suoi sogni, i suoi desideri, le suesperanze, le sue paure, i suoi momenti felici, ve-ramente pochi, e i suoi molti momenti no. Tuttoquesto, lui lo ha riportato sulla carta. La sua bre-ve esistenza e qualche inciampo di troppo lungola via, non gli hanno permesso di realizzare quel-lo che voleva, una vita normale, normale comequella di qualsiasi altro ragazzo della sua età, epoi, crescere, e poi amici, e poi una famiglia, epoi vivere. Tra le poche cose che ha lasciato, oltreal grande e incolmabile vuoto nei cuori di chil’ha conosciuto e amato, ci sono questi scritti,che saranno per sempre conservati.

di Avivit Hagby

Vacanze in Israele 2012. A Bologna tutto trema e lepiogge estive sono insopportabili, ma io sono in home-land, spiaggia piscina falafel e tanta tanta famiglia.Famiglia che mi ricorda che anche se in Italia sono Avil'ebrea israeliana. Qua in Israele c'è molta più preci-sione. La mia è una famiglia con un vasto raggio di re-ligiosità e origini. Ci sono i laici, i religiosi, i non credenti,gli ultrareligiosi, i tradizionalisti, i Chabad, i Breslav eper!ino quelli che non hanno ancora deciso. Israele2012 è un mix di movimenti e di interpretazioni dellostesso Dio, con la dovuta tolleranza fra di loro. Questatolleranza si manifesta durante le festività. Un gruppodi 80 membri della famiglia, di ogni età e convinzione,si trovano sotto lo stesso tetto a festeggiare, stando in-sieme e accettando le diversità e le scelte di vita l'unodell'altro. Facciamo un browsing dei movimenti presentinella mia famiglia: Gli ultra religiosi: di solito vedete la donna con la par-rucca e il marito vestito con un abito nero e il cappello.In queste famiglie spesso la donna è l'unica a lavoraree il marito studia la Torah.

I laici: fondamentalmente scelgono di non seguire leregole della religione ebraica.I religiosi sionisti: sono quelli che seguono la Halakhah,

la tradizione e parallelamente hanno un ruolo attivonella società e nello Stato di Israele.I non credenti: pensano che la religione sia il frutto diun ottimo lavoro di pubbliche relazioni e intimidazioniin un mondo primitivo.I tradizionalisti: accendono le candele di shabbat, fannokiddush e poi prendono la macchina e vanno al marea fare BBQ.I Chabad: la testa è l'asse centrale nella vita e quindibisogna studiare profondamente il signi!icato di qual-siasi cosa.I Breslav: si riconoscono soprattutto per due abitudini- l'isolamento in mezzo alla natura, per parlare conDio, e il risveglio dopo mezzanotte per studiare la To-rah.I Caraiti: credono solo nella Torah senza scritture suc-cessive.Rileggendo mi sembra più uno studio di antropologiache una semplice descrizione della mia famiglia. Cercodi capire chi sono io e con quale gruppo mi riconoscodi più, da questa lista, e scelgo di non scegliere, perchéalla !ine mi piace essere semplicemente Avi, l'ebreaisraeliana.

CHE GIOIA AVERTI QUA

Come è stato bello averti potuto parlare dopotanto silenzio. Dopo tanto amore, eravamodiventai due nemici. Ma oggi, appena ti seiseduta al tavolo del bar, lì accanto a me, unaluce abbagliante mi ha aperto gli occhi, quellaluce sei tu. Sempre più bella che mai, la tuaprima parola e stata...“Ciao, come ti va?”. E su-bito, quel ciao ha aperto nel mio cuore unospiraglio di speranza, una speranza che poisi è avverata. Sapessi come è bello amore miopoterti stringere nuovamente al petto, poi tiho giurato, ci siamo giurati amore, e amoresarà, gli errori che abbiamo commesso sa-ranno cancellati dalle nostre menti, oh... amo-re mio, sapessi quanto ti amo, lo giuro sulmio onore che non ti lascerò mai più andarvia, che gioia mi fa averti qua.

Jonathan Brogna

LIVORNOEBRAICA

BOLOGNA EBRAICA

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 6 luglio 2012

Un appuntamento da non perdere tra storia, memoria e futuroL’appuntamento è di quelli storici. La sinagogadi Trieste, una delle più grandi d’Europa, fe-steggia quest’anno il suo primo secolo di vita.La data scelta per dare il via alle manifestazioniè il domenica 1 luglio. E’ il 12 di Tamuz: la dataebraica che nel 5672, il 1912, segnò l’inaugura-zione del maestoso edificio con un’affollatis-

sima cerimonia cui parteciparono tutti i mag-giorenti dell’epoca riuniti insieme alla cittadi-nanza per ammirare la bellezza del maestoso“Novo Tempio israelitico”. In occasione delcentenario la Comunità, come già in altre occa-sioni, apre le porte al pubblico proponendo uncalendario di eventi che coniugando Storia,

memoria e contemporaneo of-friranno uno spaccato di grandesuggestione sulla Comunitàebraica locale. Momenti dedicati al-l’ebraismo triestino e nazionale e alla cittadi-nanza, nel segno del dialogo con la società chesempre ha contraddistinto gli ebrei giuliani.

Orfanotrofio di Pinsk, quando contribuire vuol dire salvare giovani vitedi Moshe FhimaMi rivolgo ai nostri fratelli in Italia Shalom uvraha!Mi chiamo Moshe Fhima e da dodici anni lavoro aPinsk, Bielorussia come direttore del programmaeducativo ebraico Yad Yisroel. Nel corso di questi do!dici anni la nostra organizzazione ha aiutato migliaiadi bambini ebrei da tutta la Bielorussia ad avere unavita più sana e un’opportunità per il loro futuro.Noi inseguiamo due progetti, tutti e due di vitale im!portanza. Le nostre due scuole!orfanotro"io a Pinskprovvedono a una casa e un’educazione per 120 bam!bini di cui tanti sono orfani ebrei della Bielorussia.La maggior parte dei nostri bambini proviene dallefamiglie disastrate, spesso "igli di una ragazza!madreo bambini che hanno subito degli abusi.Noi provvediamo a dare a questi ragazzi una buonaeducazione scolastica e poi anche un’istruzione ac!cademica in vari paesi del mondo. Abbiamo tanti gra!duati della nostra scuola nei college, università, se!minari e yeshivot in Israele, Canada, Germania e StatiUniti. Per questi ragazzi Yad Yisroel è unica possibilitàdi costruirsi un futuro. Il nostro progetto parallelo –in un certo senso esso urge ancor di più ai nostribambini – è il campeggio estivo in luglio e agosto.

Durante gli anni di mio lavoro ho visto decine di cam!peggi lungo il territorio del’ex Unione Sovietica eogni anno mi convinco sempre di più che i campeggiin Bielorussia servono più che in Ucraina o in Russia,per vari motivi: il primo è che moltissimi bambinibielorussi colpiti dal disastro di Chernobyl nel 1986sono di costituzione molto debole e passano ore in!tere ogni settimana dai dottori per le cure mediche.Il secondo, e ancor più signi"icativo, è che la situazioneeconomica in Bielorussia è tale da non permetterea molte famiglie da sfamare i propri "igli. Una madredi due maschi a Kalinkovici mi disse che “se primacompravano il pollo una volta alla settimana ora pos!sono comprarlo solo una volta in due!tre settimane”.La verdura fresca è ancora più costosa e tante famiglie

in Bielorussia si nutrono di pane, patate e “kasha”,cioè hanno sempre meno proteine e vitamine. Moltibambini mostrano segni di malnutrizione. L’annoscorso le comunità ebraiche italiane hanno raccoltomigliaia di euro che hanno aiutato a distribuire cibosano a più di 150 persone nella regione di Pinsk eBrest ma tuttavia restano altre aree del paese coigrandi problemi di nutrizione.Per questi ragazzi il campeggio estivo è indispensabileper rigenerare la loro salute, mangiando cibo sanoe rilassandosi, perché possano tornare a casa e af!frontare un altro anno scolastico: praticamente è in!dispensabile per salvare le loro vite.Ebrei italiani, mi rivolgo a voi per chiedervi aiuto.Aiutateci a realizzare il progetto di campeggio estivo.

Per mantenere un bambino nei nostri campi estiviper una settimana servono 100 euro. Quest’annosperiamo di ospitare 300 bambini per tre settimaneognuno. Aggiungete le vostre forze per salvare i bam!bini ebrei di Bielorussia. Ogni bambino che potràusufruire di una vacanza estiva è un bambino salvato.Insieme abbiamo la possibilità di riuscire!Vi ringrazio tuttiQuesto il numero del conto aperto dalla Comu-nità ebraica di Trieste per l’emergenza Pinsk:“Pro orfani Bielorussia”Comunità ebraica di TriesteVia San Francesco 19 - 34133 TriesteIBAN IT 10 L063 4002 2001 0000 0003 194

100 anni del Tempio, l’omaggio internazionale dei Chazanimdi Daniela Gross“Nella nostra liturgia c’è qualcosa di unico.Durante la settimana preghiamo secondoil rito sefardita, il sabato e le feste passiamoinvece a quello askenazita. Cent’anni fa fuun modo per convogliare gli ebrei triestini,di provenienze diverse, nella sinagoga ap!pena edi"icata. Oggi questa necessità forsenon c’è più. Ma è una nostra peculiaritàdivenuta minhag: per noi è giusto e dove!roso continuare”. Jacky Belleli, assessoreal Culto della Comunità ebraica di Trieste,spiega così le ragioni dell’evento con cuidomenica primo luglio si celebrerà il primosecolo di vita del Tempio. Belleli e gli altriorganizzatori della manifestazione, tra cuiAriel Camerini, Shai Misan, Davide Casalie tantissimi iscritti (la scelta è stata infattiquella di coinvolgere al massimo la Comu!nità), hanno infatti voluto far rivivere letradizioni liturgiche in una serata partico!lare. A celebrare la giornata saranno dunquesei Hazanim che intoneranno le arie tra!dizionali nel monumentale complesso che

cent’anni fa riunì in un'unica sinagoga gliebrei "ino allora dispersi in quattro Scholedisseminate nella città. ParteciperannoShai Misan di Trieste; Shmuel Barzilai diVienna; Malach Kaufman di Verona; VilleLignell di Linz; rav Elia Richetti, presidentedell’Assemblea rabbinica italiana, di Milano,e Nathan Neumann di Trieste.Un parterre internazionale, che riproponequel melting pot che nella storia ha semprecaratterizzato il mondo ebraico triestino.“Non sarà una semplice esibizione canora– dice Belleli – ma un momento che ricor!derà più possibile le atmosfere di una no!

stra Te"illah. Saremmo felici se la città vo!lesse partecipare e sentirsi un po’ partedella nostra Comunità”. “Si tratta di unevento importante a cui stiamo lavorandoda tempo – sottolinea Alessandro Saloni!chio, presidente della Comunità ebraica diTrieste – La speranza è di poter festeggiarecon gioia questo momento storico insiemeagli iscritti, ai correligionari di tutt’Italia ealla città: per ricordare il passato e guar!dare al futuro”.A precedere l’esibizione, alle 19, un tuffonelle s"ide dell’oggi con la consegna delpremio “Il rosone del Tempio” nello storico

Caffè San Marco, vicino la sinagoga. Un ri!conoscimento, istituito proprio quest’anno,voluto dalla Fondazione Stock Weinbergper la coesistenza tra i popoli in collabo!razione con la Comunità ebraica di Triesteche vuole premiare quanti si prodiganonel nome della pace e dei diritti dell’uomo.Nel corso della premiazione si esibirà ilcoro Kol HaTikvah diretto da Mar!co Podda. Darsi appuntamento nel secolareTempio signi"ica anche festeggiareun certosino impegno di conser!vazione, restauro e messa a norma.Da tempo si lavora a preservarestrutture e decorazioni che ormaimostrano i segni (e i danni dell’età): un la!voro molto impegnativo oltre che oneroso,spiega Ariel Camerini, assessore agli Im!mobili della Comunità.Le dimensioni della struttura sono note!voli, inevitabile dunque procedere perspezzoni. “L’ultimo periodo – racconta Ca!merini – è stato dedicato all’abside, che ri!sultava fortemente intaccato dall’umidità.Si è proceduto alla sigillatura dei vetri e

della struttura metallica che li contiene ol!tre che delle fessure della facciata. Si è in"ine apposto un protettivo di ultimagenerazione utilizzando all’interno impac!chi per deumidi"icare edesalinizzare”. Si sonoinoltre rivestite in lamie!ra le due cupole proce!

dendo inoltre a unaserie d’interventi: dal rifaci!mento dei bagni alla sistemazione dei pa!vimenti, dalla pulizia dei portali nell’atrioa quella delle decorazioni a lato dell’AronhaKodesh. Un lavoro minuzioso, per giun!gere ben preparati all’appuntamento conil centenario. Poi si dovrà pensare ad altremille scadenze. Ma intanto la Comunità diTrieste festeggia la sua storica sinagoga.

TRIESTE EBRAICA

(dal biblico profeta Eliseo, al cabalistapatavino Moshè David Valle, al più re!cente "ilosofo Franz Rosenzweig); di Mi!shnah con un incontro sui Pirqè Avoth.Diversi temi, affrontati sempre con veracompetenza dai vari relatori. Folta lapresenza dei rabbini: il presidente del!l’Assemblea dei Rabbini d’Italia rav EliaRichetti, il rabbino capo di Ancona e pre!sidente del Tribunale Rabbinico del Cen!tro Nord Italia rav Giuseppe Laras, il so!fer del Tribunale Rabbinico di Roma ravAmedeo Spagnoletto e il “nostro” rab!bino capo di Padova rav Adolfo Locciche, oltre a contribuire con le sue con!ferenze, collabora ogni anno alla pro!grammazione degli incontri, suggerendoargomenti e relatori nonché a supplirepersonalmente, se necessario, alle de!fezioni dell’ultimo momento. Accanto aloro, quest’anno, Laura Voghera Luzzattoe Claudia Milani.A coronamento del ciclo, per chiuderein bellezza le celebrazioni dei 25 anni,domenica 10 giugno si è svolto il Con!certo di musiche liturgiche ebraiche, inuna sontuosa sala affrescata dell’Univer!sità di Padova, la Sala dei Giganti, e da!vanti a un pubblico formato da più di300 persone.La serata ha avuto inizio con il doverosoricordo di Teresa Salzano, fondatrice e

responsabile del Gruppo per 15 anni,venuta a mancata nel 2008, e della so!rella Adele che l’ha sempre sostenuta.Un pensiero è andato anche a tutti i nu!merosi relatori che, nel corso degli anni,hanno tenuto le loro lezioni. Don Bru!segan ha poi portato i saluti del Vescovodi Padova, mons. Antonio Mattiazzo, esuoi personali. Il programma musicale,che ha spaziato tra il canto di alcuni Sal!mi (15, 114 118), di due hakkafoth, diun piyùt composto da Shelomoh Ibn Ga!birol e di due passi biblici (Levitico 23:4e Isaia 41:8,10,13), è stato eseguito da

un ensemble composta da un pianoforte(Fabrizio Durlo), un violino (RobertoIsrael Lea), un "lauto dolce (Chiara Ra!chel Salasnich), un "lauto traverso (An!drea Dainese), un fagotto (Steno Boes!so), un contrabbasso (Antonello Dome!nico Barbiero) e un arpa (Federica Ros!sin) che hanno accompagnato la voce diRav Adolfo Locci. Il tutto presentato conmaestria e competenza dal professorGadi Luzzatto Voghera, membro dellaComunità ebraica di Padova. Il livello digradimento è stato comprovato dal!l’ascolto attento e interessato con cui il

pubblico ha seguito lo svolgersi del pro!gramma, richiedendo alla "ine più voltealcuni bis in uno dei quali si è cimentatoanche un giovane della Comunità, Be!nedetto Sacerdoti. Una serata riuscita,in un clima di sincero apprezzamentoda cui le persone sono uscite soddisfattee felici.Guardando globalmente a questi 25 annidi incontri, il bilancio non può che essereindiscutibilmente positivo. Sono stateorganizzate più di 250 serate, si sono av!vicendati sulla cattedra più di 50 relatorisu una gamma di argomenti che ha spa!ziato dalle spiegazioni di passi della To!rah o del Tanach in generale, all’illustra!zione delle feste nel loro signi"icato pro!fondo e nel loro svolgersi familiare; daeventi tratti dalla millenaria storia delpopolo ebraico, alle gloriose vicende del!la vivace comunità patavina; dalle grandi"igure di maestri del passato, alla lette!ratura del secolo scorso. Da ogni incontrole persone sono uscite guadagnando unapiù adeguata conoscenza dell’Ebraismoe nutrendo un maggiore apprezzamentoriguardo alle sue tradizioni, ricevendosempre nuovi spunti e domande da cuiripartire per successive ricerche, letturee interessi.Lucia Poli

responsabile del Gruppo di Studi e Ricerca sull’Ebraismo

segue da pag. 1

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 7luglio 2012

Gruppo Studi, 25 anni di attività festeggiati in musica

In occasione di compleanni che rappresentano unapietra miliare, come quelli “tondi”, capita di guardarsiindietro. Questo mio intervento vuole proprio ana!lizzare, con occhio critico, le scelte che portaronoalla costruzione di una sinagoga monumentale comequella di Trieste e le “criticità” ebraiche in essa con!tenute. Agli occhi dell’ebreo religioso che mettepiede nella sinagoga maggiore di Trieste, ma lo stes!so si può dire per altre sinagoghe italiane, risultasicuramente anomala la presenza di un grande or!gano, di uno spazio per un coro, l’assenza di unaTevah centrale nonché la disposizione dei banchi,tutti orientati verso l’Aron haKodesh. Tutte carat!teristiche legate alla storia della Comunità ebraicatriestina.Dal 1848 in poi a Trieste, come in diverse altre cittàeuropee, molte famiglie decisero di far frequentareai loro "igli le scuole pubbliche, una scelta che facilitòdi molto i contatti con la società maggioritaria, cosa"ino allora inusuale. La scuola ebraica, abbandonatadalle famiglie più benestanti venne de"initivamentevista come un istituto riservato ai più poveri. Que!st’allontanamento dallo studio della Torah, come silegge dalle memorie di illustri ebrei triestini comeMarco Besso, portò a vedere l’ebraismo, o almenole regole ebraiche, come un retaggio dei tempi pas!sati, una cosa vissuta nella casa dei nonni e già piùblandamente in quella dei genitori per poi quasisparire nella propria. Questa veloce integrazione sispinse tristemente in parecchi casi "ino ai limiti mas!

simi dell’assimilazione e dell’apostasia.Negli anni ’70 dell’Ottocento la Comunità visse unperiodo di dibattito molto serrato circa la possibilitàd’introduzione di un organo all’interno della sina!goga. A quegli anni risale anche la prima idea di co!struire un nuovo luogo di culto in uno spazio moltolontano dall’area dell’ex ghetto cittadino che rap!presentava, nell’inconscio ebraico, lo spettro dellesegregazioni e restrizioni a cui nei secoli il popoloebraico fu sottoposto. Una sinagoga monumentale quindi degna dell’im!portanza raggiunta dagli ebrei in città e nel restod’Europa. L’introduzione di un organo all’interno diuna sinagoga era stata la fonte di grossissimi dis!sapori e spaccature nel 1872 all’interno della Co!munità ebraica della capitale, Vienna. Alla luce diquesti dissapori la comunità triestina decise di ri!volgersi al rabbino capo di Modena rav Jona il qualesi espresse con parere favorevole integrando la suarisposta con un elogio delle conquiste civili ottenutedurante il periodo dell’emancipazione che, secondoil rav, avrebbero permesso di adottare nuove formerituali "ino allora proibite. La sinagoga divenne sempre più un mero luogo diculto perdendo tutta la sua "isionomia anche diluogo d’incontro e di studio. Gli ebrei europei in

quegli anni ebbero "inalmente l’opportunità di ri!vendicare di fronte al culto maggioritario le pariopportunità della tradizione religiosa ebraica che,per la prima volta, usciva dopo secoli di segrega!zione. La “libertà” raggiunta nella vita sociale e il desideriosempre maggiore di emancipazione portarono adesiderare luoghi di culto maestosi come quelli dellafede maggioritaria sul territorio, anche l’architetturainterna ne risentì, lo spostamento dei banchi e lasparizione della Tevah centrale, cosa presente intutte le sinagoghe di Cittavecchia (abbattute in ot!temperanza al piano regolatore dal regime fascistanegli anni ’30) rappresentò una sparizione delle di!versità architettoniche tra sinagoghe e chiese. Oggi, in occasione dell’importante anniversario diquesto nostro “Tempio” ritengo che, ben consci delleragioni storiche e culturali che portarono alla suacostruzione e alla sua struttura dobbiamo lavorareuniti per un futuro in cui il senso identitario e il ri!spetto delle nostre tradizioni sia il garante della no!stra sopravvivenza e porti la Comunità di Trieste afesteggiare anche il traguardo dei 200 anni con unaComunità numericamente ragguardevole e con unebraismo vitale e reattivo.Mauro Tabor

Festeggiati anche a Lugano i 64anni dello Stato di Israele.L'evento, promosso consigni!icativo richiamo mediaticoin tutto il Ticino, ha avuto luogo alPalazzo dei Congressi suiniziativa della sezione localedell'associazione Svizzera Israele.Tra gli ospiti la giornalistaFiamma Nirenstein.

LUGANO

In piazzaper Israele

Tappa !iumana per “Ci sarebbebastato” (Epika edizioni) di SilviaCuttin. Lo scritto, che racconta letormentate vicende di tre cugini!iumani colpiti dalle persecuzioninazifasciste, è stata presentata alSalone delle Feste di PalazzoModello in occasione dellaSettimana della Cultura Italiana.

FIUME

L’odissea di tre cugini

Quelle pietre maestose che ci impongono di lavorare per la continuità

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PADOVA EBRAICA oltreconfine

di Benedetto Sacerdoti“Quando un uomo è stanco di Londra, èstanco della vita, perché a Londra si trovatutto ciò che la vita può offrire”. Così par!lava della capitale inglese Samuel Johnsonnel lontano XVIII secolo, ma le cose nonsono cambiate di molto: la vita londinese,con i suoi locali, ristoranti e spettacoli,con i continui spostamenti in metropoli!tana, i musei e le passeggiate nei parchi,presenta talmente tante diverse oppor!tunità che risulta davvero dif"icile stan!carsene. La prima scelta obbligata perqualsiasi studente in arrivo, ovviamente,riguarda il luogo dove abitare. Londra,con i suoi 40 km di diametro, offre di tutto,dalle zone residenziali upper!class diChelsea e South Kensington, a quelle piùfestaiole e trasandate di Camden Town,il tutto a prezzi per camera singola para!gonabili a quelli di af"itto di un bilocalein centro a Padova. La mia scelta si è quin!di orientata per una camera in zona ebrai!ca, a Hendon, sulla Northern Line, a circamezz’ora di metropolitana dal centro. Ri!trovarsi a vivere praticamente sopra ainegozi kasher, dai supermercati alle ro!sticcerie, dai ristoranti alla carta ai fastfood, è una grande scoperta che, devo dire,

in"luenzerà gravemente sul peso segnatodalla bilancia… Hendon offre poi l’imba!razzo della scelta per quanto riguarda ilTempio dove andare a Shabbat. Essendoun po’ estraneo ai vari riti, così diversi daquello italiano, ho provato circa una de!cina di minyanim, tutti a pochi minuti apiedi da casa, per poi rimanere fedele allasinagoga Ner Yisrael, dove vado per ichaggim e il venerdì sera, e a un minyanper studenti universitari organizzato da

alcuni ragazzi di Ner il sabato mattina.Sarà stata l’esperienza del Bené Akiva, oforse le tonalità della te"illah più simile aquelle nostre, ma il rito askenazita mi haammaliato, convincendomi a non provarealtrove (anche se continuo ad andare alTempio ogni Shabbat con il mio siddurBené Romì). Hendon è abitata principal!mente da modern orthodox, ebrei reli!giosi, che si dedicano allo studio della To!rah (e non solo) così come agli studi uni!

versitari. La maggior parte delle famiglieche ho conosciuto posseggono la raccoltadel Talmud nelle proprie librerie, a "iancoai libri di "inanza, medicina e legge. Le si!gnore coprono i propri capelli, ovviamen!te niente strette di mano, ma case bellis!sime, "igli (tanti) puliti e curati, e un giustoequilibrio fra una vita religiosa osservantee l’appartenenza alla società del XXI se!colo. L’ospitalità di queste famiglie è qual!cosa di straordinario, cui dif"icilmenteavrei creduto prima di vederla con i mieiocchi.Vivere una vita ebraica però non vuol diresolamente Tempio e Shabbat, ma ancheeventi sociali. Dalle feste quasi mensilialle Jewish societies all’interno delle uni!versità, le opportunità per conoscere coe!tanei ebrei sono davvero moltissime, eper qualsiasi target, per cui non c’è il ri!schio di ritrovarsi in un ambiente ecces!sivamente religioso o a disagio.Al di fuori della vita ebraica, poi, vale lapena riuscire a ritagliarsi del tempo, ma!gari dopo gli ultimi esami, per passarequalche serata pazza al Fabric o al Mini!stry of Sound, scoprire qualcosa di carinoai mercatini di Portobello o Brick Lane, olasciarsi sedurre dal fascino dello skylineal tramonto, sulla collina di Primrose Hill.

di Simone Foa Quest'anno gli eventi targati UGEI non si sono fermatialla tradizionale festa di Purim: in occasione del primoYom HaTorah (20 maggio) è stato infatti organizzatouno speciale Shabbaton in quel di Parma, che ha vistola partecipazione di circa quaranta ugeini. Un eventoiniziato “col botto” con la visita guidata alla BibliotecaPalatina, che conserva una tra le più complete raccoltedi manoscritti ebraici a livello mondiale. Il suo "iore all’occhiello? Un'antica Haggadah del V secolo:da rubare, come sentenziava ironicamente la guida! Maè entrando nel vivo delle celebrazioni dello Shabbat ches’è potuto respirare appieno la suggestiva atmosferadella Sinagoga: edi"icio di semplice struttura ma molto accogliente, dove si può davvero a “toccare con mano”la storia di questa piccola ma antica Comunità. Non sono

mancati naturalmente i momenti dedicati al turismo,con un appassionante giro per la città guidato da un sim!paticissimo studente “israelo!parmigiano”, né la festadel sabato sera, organizzata in uno tra i locali più in delcentro storico. Impossibile non tornare a casa dal week!end con qualcheri"lessione importante. L’unità e il calore respirati a Parma durante lo Shabbatonrappresentano a mio avviso la vera essenza dell'ebraismoitaliano: elementi troppe volte mancanti nelle grandiComunità, spesso minate dai con"litti interni. Le piccoleComunità italiane, insomma, non rappresentano soltantotestimonianze fondamentali della nostra Storia da pre!servare con cura, ma realtà vive, da cui ciascuno di noiha qualcosa da imparare.

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO

DELLE IDEE

direttore Rebecca TrevesHaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 7 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale)

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Qui Londra ! Should I stay or should I go?RINNOVAMENTIdi Simone Disegni

Should I stay or should I go? Se lo chie-deva con insistenza Mick Jones giàtrent’anni fa, incerto sul corso da darealla relazione con la sua bella, in unacelebre hit dei Clash. E la stessa doman-da se la pongono oggi, con altrettantainsistenza, tanti giovani italiani alleprese con scelte di vita importanti, distudio o di lavoro, un po’ in cerca d’av-ventura e un po’ in fuga da un Paesepercepito come as!ittico. E se i titoli digiornale non promettono nulla di buo-no, che fare? Partire alla scoperta dinuovi mondi o provare a farsi stradanel Belpaese? E quale destinazione sce-gliere? Siamo sicuri che tanti di voi sipongono queste domande. E se non pos-siamo certo fornirvi la risposta, possia-mo almeno provare a darvi qualche pi-sta, raccontandovi su queste pagine –per voce dei tanti ugeini emigrati perun periodo più o meno lungo – realtà,sogni ed esperienze vissute in varie cittàstraniere, compreso naturalmente il la-to ebraico dell’avventura. Con la testi-monianza su Londra del nostro Bene-detto, HaTikwa si arricchisce dunqueda oggi di una nuova rubrica, che spe-riamo sarà di vostro gradimento. Danon perdere in questo numero ancheun’interessante ri!lessione sul valoredelle piccole Comunità dopo lo Shab-baton di Parma. Come avrete capito, insomma, HT cre-sce e si apre a nuovi contributi, non sol-tanto sulla carta, ma anche in rete. Dalmese di giugno è !inalmente online in-fatti il nuovo sito internet dell’UGEI:stesso indirizzo per una piattaformacompletamente nuova, sempre aggior-nata non solo con gli eventi in vista ele news più importanti, ma anche conuna nuova sezione HT tutta dedicataall’approfondimento e al dibattito. Sullacarta o sul monitor, insomma, non restache augurarvi: buona lettura!

Lezioni (inattese) in quel di Parma


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