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Page 1: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

a.a. 2017-18

Docente: Luisa Pandolfi

Page 2: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

Diversi settori e contesti operativi

Caratteristiche specifiche

Differenti ruoli di accoglienza e di intervento

Strumenti e metodologie integrate

Obiettivo comune: sviluppare e promuovere le potenzialità di ciascun soggetto

Due dimensioni comuni e trasversali: la relazione e la progettazione

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Le azioni educative si inscrivono all‟interno di processi simbolici e relazionali

Maggiore rilevanza nei servizi educativi residenziali (condivisione e ri-significazione della vita quotidiana)

Competenze affettive degli educatori

Relazione ternaria: apertura al lavoro di rete nel territorio ed al lavoro d‟équipe

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Adeguata e rispondente al contesto e alla particolarità

dei problemi e dei percorsi di vita;

Flessibile e dinamica, pronta a „costruire insieme‟ e ad

affrontare criticità e imprevisti, ad essere rimodulata;

Basata su metodi e strumenti;

Aperta al lavoro di rete;

Prevedere modalità e strumenti di valutazione

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Il momento valutativo parte integrante della

progettazione educativa

non solo come momento finale, ma interviene in

diverse fasi del processo educativo, in itinere, nel suo

svolgersi;

Valutazione non solo come controllo e verifica;

Quindi, valutazione come processo circolare e

continuo: dalla fase iniziale della progettazione e lungo

l‟intero percorso; ne consente la rimodulazione

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E‟ il principale strumento di lavoro dell‟educatore

professionale, nei diversi ambiti di intervento

Strumento fondamentale per riflettere ed

interrogarsi su „come fare‟

Nasce in relazione ai bisogni ed alle domande

delle persone: è sempre individualizzato

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Progettare dal latino pro (davanti) e iacere

(gettare)

Esprime il ‘gettare avanti’, ‘esporre’

Prospettiva rivolta al futuro: cambiamento,

miglioramento; salvaguardare il diritto di ogni

persona a immaginarsi in un futuro diverso;

andare oltre la situazione presente

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VALORE, VALORIZZARE

Accompagna La persona nel suo

processo di crescita e di apprendimento

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Il progetto come un ‘vestito su misura’ per il

soggetto dell‟azione educativa

„Vestiti su misura‟ adeguati ai bisogni ed ai problemi

di ciascuno

Flessibilità nel saper adattare il „vestito‟, il modello

e la stoffa alle specificità del soggetto

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PERSONA BISOGNO DOMANDA

Analisi delle

cause e

definizione del

problema

DEFINIZIONE DEL

PROGETTO INTERVENTO

CA

M

B

I

A

M

E

N

T

O

Page 11: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

Prendere in considerazione non solo i bisogni e le

difficoltà, ma anche le competenze e le

potenzialità

Progetti e servizi educativi che sappiano costruire

resilienza

Strenght-based approach: l‟approccio basato sui

punti di forza

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Paradigma tradizionale

Strenght-based approach

La persona viene definita come „caso‟;

si presta attenzione ai sintomi ed alla diagnosi

La persona viene definita come „unica‟;

si presta attenzione alle risorse, ai talenti ed ai punti di forza

Razionalizzazione. Poca attenzione ai vissuti personali

Attenzione ai punti di vista personali su quanto accaduto

I traumi infantili sono considerati predittori delle patologie dell‟adulto

I traumi infantili non sono predittivi;

possono indebolire, ma anche rafforzare l‟individuo

Le possibilità di scelta, di controllo, di

sviluppo personale sono limitate dalle difficoltà e dai problemi

Le possibilità di scelta, di controllo, di

sviluppo personale sono aperte, in divenire

Le risorse del lavoro socio-educativo

risiedono nelle conoscenze e nelle competenze dei professionisti

Le risorse del lavoro socio-educativo

risiedono nelle potenzialità, capacità e abilità delle persone e delle famiglie

L‟aiuto è finalizzato alla riduzione degli effetti negativi

L‟aiuto è finalizzato allo sviluppo delle risorse personali e all‟autonomia

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Presentazione del caso in équipe

Fase di osservazione

Valutazione iniziale (dei bisogni, difficoltà,

risorse)

Individuazione della situazione problema

Definizione degli obiettivi

Definizione delle strategie di intervento

Valutazione in itinere

Rilevazione costante di indizi e segnali

Valutazione finale

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Lavoro d’équipe: scelta metodologica comune a

tutti i servizi educativi

Condivisione di obiettivi, metodi, strumenti e

problemi

Una pluralità di sguardi e di punti di vista sulle

situazioni educative

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«Il primo grande strumento che l’educatore ha a

disposizione è l’osservazione, perché questo permette

realmente di poter leggere quelli che sono i bisogni, le

necessità, le risorse, le difficoltà.. Sapendo leggere

questo si può iniziare a leggere anche la famiglia di

origine, la rete familiare del minore.. Ma bisogna saper

osservare, non in un’ottica di giudizio o pre-giudizio,

ma non avendo niente dentro, per poter osservare real

mente l’altro..»

[Educatore Comunità – Stralcio tratto dalla ricerca presentata nel testo

„Minori e famiglie vulnerabili, Carocci, 2013]

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Significa saper rilevare e ‘leggere’ le specificità

dei soggetti con i quali si entra in contatto

Significa prestare attenzione alla

comunicazione verbale e non verbale

Significa interpretare e dare un senso ai dati

rilevati nel confronto in équipe

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Strumento fondamentale per raccogliere

informazioni e dati utili per la progettazione

dell‟intervento

E‟ un‟azione distinta dall‟interpretare, dal semplice

„guardare‟

Deve essere svolta in modo sistematico e

strutturata, con l‟utilizzo di indicatori e descrittori

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Giulia ha dieci anni ed è cresciuta all‟interno di un nucleo

familiare caratterizzato da varie vicissitudini problematiche.

I genitori della bambina si sono separati alcuni anni fa; da

questo momento in poi il padre non ha più avuto contatti con

la figlia. E‟ stato arrestato sei mesi fa per spaccio di sostanze

stupefacenti.

La signora xxxx ha delle notevoli difficoltà nel rivestire un

ruolo genitoriale autorevole ed adeguato, rapportandosi alla

figlia in modo paritario, con uno stile di attaccamento insicuro

ed ambivalente.

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Si sottolinea che la signora xxx è diventata madre all‟età di 17

anni e, a sua volta, ha alle spalle una storia familiare difficile

(è rimasta orfana all‟età di sette anni ed è cresciuta con un

padre assente). Fatti, questi, che incidono inevitabilmente sul

suo stile genitoriale. La qualità del legame affettivo è buona,

ma emergono delle difficoltà da parte della madre nel

riconoscere i bisogni di cura e protezione della minore e nel

conciliare le sue necessità lavorative e personali con quelle

della figlia.

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Si sono verificati ripetuti episodi di mancata

custodia della bambina, confermati dalla stessa

signora xxxx, la quale ha dichiarato di lavorare in

un bar e di uscire spesso per andare in palestra o

in discoteca e di affidare, in tali occasioni, la figlia a

persone amiche o di portarla con sé.

Giulia, inoltre, non frequenta regolarmente la

scuola e non viene seguita nello studio.

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Alla luce di tali elementi, considerato che il contesto

familiare attualmente non garantisce una situazione di

stabilità e si presenta non adeguato alle necessità

manifestate della minore, il T.M. predispone

l‟allontanamento della bambina dall‟ambiente familiare

e l‟inserimento presso la Comunità xx, prescrivendo

alla signora xxx di collaborare con la struttura

residenziale per un miglioramento delle funzioni

genitoriali, al fine di creare le condizioni per un rientro

della minore in famiglia.

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

Cura di sè

-Poca autonomia

nell‟igiene personale

-Poca autonomia nella

cura dei propri spazi

- Necessita dell‟intervento e del

supporto dell‟educatore per fare

la doccia

- Mostra difficoltà nel tenere in

ordine la propria stanza e i

propri oggetti

Normativa - Difficoltà relative alla

scansione temporale

Fatica ad acquisire ritmi regolari

(non andare a letto tardi la sera,

alzarsi presto la mattina, ecc..)

e a restare seduta a tavola fino

al termine del pranzo o della

cena

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

LEGAMI

FAMILIARI

Forte legame affettivo

con la madre

- I contatti telefonici con la

madre sono quotidiani

- La madre si mostra

sempre molto affettuosa

- Durante i primi incontri in

comunità la madre si

mostra interessata alla

vita della bambina e ai

suoi piccoli progressi

- Al termine degli incontri, nel

momento del distacco dalla

madre, Giulia piange

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

RELAZIONALE

- Apertura nei

confronti degli

educatori

- Relazioni positive

con gli altri ragazzi

ospiti

- Si mostra

collaborativa nei

confronti degli

educatori, ricerca

spesso gesti di

affetto

- Trascorre molto tempo

con gli altri ospiti della

comunità, in particolare

con una sua coetanea

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

SCOLASTICA

-Scarso

rendimento

scolastico

-Impegno per

migliorare

- Difficoltà a livello

didattico e presenza

di forti lacune di base

- Povertà di linguaggio

- Passione per il

disegno e le materie

artistiche

- Accetta il supporto

degli educatori e

degli insegnanti

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

COGNITIVA

- Difficoltà di

concentrazione

- Immaturità

- Si distrae molto

facilmente

- Linguaggio e

comportamenti infantili

rispetto all‟età

anagrafica

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

EMOTIVA

- Difficoltà ad

esternare le

emozioni

- Molto silenziosa,

tende a non parlare

di sé e della

situazione familiare

- Non ha compreso

pienamente i motivi

dell‟inserimento in

comunità

- La figura paterna non

viene mai

menzionata

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AREA

INDICATORI DESCRITTORI

COMPORTAMENTALI

SOCIALIZZAZIONE

Difficoltà ad

instaurare

legami amicali

A causa dello stile di

vita non regolare e della

relazione univoca con

la madre, la bambina

non ha instaurato

legami amicali

significativi

A scuola appare molto

riservata e taciturna

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Obiettivi: Definizione del problema, analisi della situazione ‘qui ed ora’ e del contesto, individuazione dei bisogni e delle aree di intervento su cui intervenire

E’ già in sé una parte dell’intervento

Metodi: raccolta ed analisi di tutte le informazioni a disposizioni

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Fase di assessment definisce la direzione verso cui la progettazione si deve muovere

Fase di progettazione esplicita e definisce in modo concreto le modalità attraverso cui perseguire le finalità delineate in fase di assessment

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Semplici e condivisi

Misurabili

Raggiungibili

Realistici

Devono avere una dimensione temporale

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Questi non sono obiettivi:

«il miglioramento delle condizioni di vita del

soggetto»

«una maggiore consapevolezza»

Troppo generici e non traducibili a livello

operativo!

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Gli obiettivi devono essere CONCRETI e

partire dall’individuazione di una

SITUAZIONE PROBLEMA

Gli obiettivi devono essere tradotti in

descrittori comportamentali e

azioni facilitanti

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Quali sono i fatti o i comportamenti che consentono di affermare che il soggetto

sta perseguendo un determinato obiettivo o, al contrario, se ne sta

allontanando?

Servono per rendere osservabile il raggiungimento o meno dell’obiettivo,

che diventa ‘misurabile’ concretamente

Page 35: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

Sono gli atti professionali, le azioni

educative che gli educatori mettono in

atto per favorire il raggiungimento degli

obiettivi

Azioni educative quotidiane direttamente

osservabili e rilevabili

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Problema: La bambina “mangia in modo disordinato e poco equilibrato. Non dorme in

camera sua”

Obiettivi: Favorire la regolarizzazione quotidiana dei pasti e del sonno

Descrittori: “consumo dei pasti a tavola giornaliero; stare seduta durante i pasti; dieta

varia a pasto; dormire nella sua camera almeno tre volte a settimana”

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la madre/il padre stabiliscono gli orari del pranzo e della cena;

consumano i pasti assieme alla figlia e stanno seduti per almeno un quarto d'ora a pasto tutti insieme;

la madre/il padre cucinano cibi diversi a pasto;

la madre fa la spesa e cucina assieme alla figlia una volta a settimana;

la madre/il padre accompagnano la figlia nella sua camera per farla dormire nel suo letto”

Page 38: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

la bambina mangia seduta a tavola una volta

al giorno (la sera), mangia da sola, mangia

tutto e non guarda la tv mentre mangia,

almeno quando c'è l'educatore;

la madre è più attenta all'alimentazione della

figlia, ad esempio associa la carne con le

verdure per rendergliele più gradite;

la bambina dorme in camera sua due volte a

settimana

Page 39: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

Problema: Marco ha difficoltà nel comunicare in

modo efficace ed assertivo con le figure adulte e

con i suoi pari

Obiettivo: Potenziare le capacità comunicative

Descrittori: sceglie il momento e il luogo giusto

per parlare; evita di interrompere chi parla;

esprime la sua opinione; riesce a conversare

senza urlare e senza dire parolacce

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L‟educatore gratifica il ragazzo quando si comporta bene

L‟educatore mostra i comportamenti adeguati alle situazioni

L‟educatore non urla

L‟educatore ascolta e rispetta i turni della conversazione

L‟educatore introduce argomenti vari e interessanti

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Problema: Davide ha difficoltà nella gestione della rabbia, che manifesta con comportamenti

disfunzionali e aggressivi in comunità

Obiettivo: Potenziare l‟autocontrollo dell‟aggressività

Descrittori: Supera i momenti di rabbia senza danneggiare gli oggetti o aggredire; accetta i limiti;

riprende una comunicazione collaborativa; riconosce gli errori; evita di rilanciare le

provocazioni

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L‟educatore valorizza iniziative spontanee di

autocontrollo;

L‟educatore fa da mediatore nei conflitti;

L‟educatore evita di raccogliere le

provocazioni;

L‟educatore non si spaventa di fronte agli

attacchi verbali;

L‟educatore riconduce la comunicazione

aggressiva a modalità collaborative

Page 43: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

A lungo termine: Obiettivi generali, raggiungibili

nel lungo periodo, che necessitano di essere

tradotti in „piccoli passi‟

A medio termine: Obiettivi raggiungibili in tempi

„più vicini‟, intermedi

A breve termine: Obiettivi operativi, più concreti

Page 44: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

Obiettivo a lungo termine: rientro della minore

nel nucleo familiare

Obiettivo a medio termine: Favorire un‟adeguata

relazione madre-figlia

Obiettivi a breve termine: Creare spazi di contatto

tra Giulia e la madre supervisionati dagli educatori;

rendere partecipe la madre nella vita della figlia

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Obiettivo a medio termine: Favorire un‟adeguata

relazione madre-figlia

Descrittori: Giulia trascorre volentieri dei momenti

con la madre; le telefonate sono frequenti; Giulia

chiede di poter sentire/vedere la madre; la madre

chiama gli educatori per avere notizie della figlia;

Giulia parla della madre agli educatori

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Obiettivi a breve termine: Creare spazi di contatto

tra Giulia e la madre supervisionati dagli educatori;

rendere partecipe la madre nella vita della figlia

Descrittori: La madre partecipa regolarmente agli

incontri organizzati; la madre partecipa regolarmente

ed in modo attivo nelle attività in cui viene coinvolta;

Giulia è serena negli incontri con la madre; Giulia

manifesta gesti di affetto verso la madre

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Azioni facilitanti:

L‟Èquipe organizza un incontro settimanale in

comunità, supervisionato dagli educatori;

Viene concessa una uscita esterna settimanale

madre-figlia (un gelato, cinema, una pizza, ecc..);

L‟educatore sostiene Giulia nel dialogo con la

madre; L‟educatore aiuta Giulia a comprendere le

difficoltà della madre; L‟educatore mostra alla

madre i risultati positivi di Giulia; la madre è

partecipa insieme all‟educatore ai colloqui

scolastici della figlia

Page 48: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

CON IL MINORE

CON LA FAMIGLIA

ALL’INTERNO DELL’E’QUIPE EDUCATIVA

CON GLI ALTRI

PROFESSIONISTI/SERVIZI COINVOLTI

NEL PROGETTO EDUCATIVO

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«Un bambino/ragazzo può imparare a riflettere su se

stesso solo se c’è qualcuno che pensa per lui, che

prepara per lui un’immagine di adolescente e di

uomo con la quale lui stesso possa scontrarsi,

adattarsi e, in fondo, confrontarsi» [Bastianoni P.,

2014]

Questo bisogno deve essere alla base di

qualsiasi progetto/obiettivo/intervento!

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MODELLO ‘OBIETTIVI RISULTATI’

MODELLO DI VALUTAZIONE FORMATIVA (PEDAGOGICA)

Page 51: PROGETTAZIONE EDUCATIVA: aspetti metodologici

VALUTAZIONE

Formulazione

degli obiettivi

Analisi e

rilevazione del

bisogno

Definizione

strumenti, metodi

e strategie

Esiti: positività e

criticità emerse Azione/intervento

Valutazione

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Rende espliciti gli esiti ed il processo di

costruzione degli interventi

Introduce criteri di precisione e

consapevolezza nel lavoro educativo

Permette di rimodulare gli interventi e gli

obiettivi e di documentare le pratiche

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Valutazione come processo circolare e

continuo: dalla fase iniziale della

progettazione e lungo l‟intero percorso;

consente la rimodulazione degli

obiettivi e delle strategie di intervento.

Permette di avere un feed-back

continuo sul progetto


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