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Al cardinale Martinipiace più la Pasqua cheil Natale. Anche a noi.

Ma vorremmo che il Cristo nonmorisse ogni anno. Dipende danoi. In un mondo cristiano nonci sarebbe più bisogno della suapassione. Auguri

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Ha un regno enorme chesi estende a perdita diun occhio che spazia

da una cima all'altradell'Aspromonte e ci guardadall'alto a noi gente di marina.Ha settecento capre che gliregalano in media venti chili dilatticini al giorno e tante bestieda macelleria. Il tutto per unguadagno di settanta ottantamila euro all'anno, che arriva-no con i sussidi comunitari acentomila. Cifra costante davent'anni a questa parte, daquando a vent'anni ha scelto diallevare capre. Si è fatto fareuna baita portata direttamentedalle Dolomiti del Brenta, consul tetto una fila di pannellisolari. Ha tutto dentro e unmondo intero fuori dove sco-razzare liberamente con leproprie bestie. Ha un fuori-strada nuovo di pacca parcheg-giato sotto al terzo larice a sini-stra. La dispensa è semprepiena, come il suo conto inbanca. Due docce al giorno el'acqua di colonia e nientepuzza di capra addosso. Nelsuo iPod solo musica rock, iClash, i Nirvana, i Doors equalche volta qualche piccolacontaminazione jazz. Rocco hatutto per stare bene, anzi quasitutto. A Rocco manca l'amoreche da qualche tempo forte sifa sentire. Scende più spesso avalle, ma sembra non ci sianulla da fare. Alle donne ilrock dei monti sembra non siasalutare. I suoi incontri galantisi fermano agli incontri occa-sionali, perché Rocco noncede convinto che l'amore lo sifa e non lo si vende. Rocco ètriste perché tutto il suomondo gli sembra nulla senzal'amore. E se leggete unannuncio su facebbook, Roccore dell'Aspromonte cerca l'a-more, non vi dico di risponder-gli ma regalategli almeno unmi piace.

le chevalier

ROCCO CAPRAIO ROCKCERCA L’AMORE

A Cortina si multa a Platì si sequestra

CCARARTOLINE PER LA PTOLINE PER LA PADADANIAANIA

UNA STORIA

Nel nord si scuda e nel sud si preleva. Sembra il conto della serva,ma a volte i ragionamenti banali risultano i migliori. E se il

requisire il provento di un'attività illecita rappresenta un giusto prin-cipio di diritto, non si comprende come al sud il guadagno turpe siasottratto a chi lo produce e al nord venga semplicemente multato.Non si capisce perché se chi ruba è del nord sia un furbo e, vicever-sa, assuma le normali vesti del ladro il mariuolo meridionale. Scenedrammatiche, come quelle viste a Platì, di gente messa in strada anorma di legge saranno mai visibili oltre l'Arno? Sicuramente si apatto che i ladri siano ricollegabili alla mafia, altrimenti un modo perconservare il maltolto, tra scudi e sanatorie, lo si troverà sempre. Equesta non vuol essere la solita polemica nord sud, però è certo chese un calabrese gira su di un bolide del quale non potrà dimostrarela provenienza lecita prima o poi se lo vedrà sequestrato, se lo fa ungenovese ha la quasi certezza che nessuno andrà mai a ficcare ilnaso nei suoi affari. Sia beninteso, non abbiamo alcuna intenzione didifendere i ladri, tutt'altro. Vorremmo che i ladri fossero consideratitali a ogni latitudine e così non è. Si è mai visto un maxi sequestro dibeni in Veneto su un patrimonio fraudolentemente accumulato?No. Salvo qualcuno che fosse riconducibile alla mafia. Ora, benvenga il depauperamento della mafia ma giunga pure l'impoveri-mento di chi ruba in nome proprio senza aver fatto giuramenti disangue. Però attenzione, togliere i beni a una famiglia è un atto diuna gravità estrema, perché significa rinnegarne la costituzione eco-nomica. Le regole per farlo devono essere estremamente garantiste,sbattere qualcuno fuori di casa va fatto solo in presenza di proveincontrovertibili e in base a un sistema di regole che mira solo a sta-bilire che rubare sia ingiusto. E che rubare sia ingiusto deve essereben chiaro a tutti i ladri e non ad alcuni si e a molti no. Se un terzodell'economia italiana è sommersa, per dati uniformi di ogni ente

preposto a darli, vuol dire che un terzo della ricchezza prodotta nelpaese è illecita e andrebbe sequestrata, e parliamo di centinaia dimiliardi di euro. Cosa vogliamo sostenere che solo quel paio dimiliardi sequestrati a mafia, camorra e ndrangheta puzzano? Nonpuzzano uguale i soldi della corruzione, dell'evasione, del lavoronero, delle frodi alimentari, delle truffe allo Stato, alla Comunitàeuropea, delle false pensioni,delle frodi assicurative, delletruffe bancarie e borsistiche?Suvvia non facciamo gli ipocri-ti.Chi ruba è ladro mafioso o no,e fuori di casa ci dovrebberoandare tutti i ladri, non solo ipresunti mariuoli della provin-cia di Reggio, sempreché,beninteso, il furto sia certificatoe non semplicemente presuntoda relazioni parentali, amicali oambientali. Il conto sui propribeni dovrebbe essere chiestoa tutti, sia che si indossi lacoppola, il frac, la tonaca, latoga o la divisa. E sia a chiabbia la coscienza sporca o ilcolletto coperto di bianco.Un monolocale a Cernobbiolo vendi in attimo e sonosoldi per lo Stato, un palazzoa Natile di Careri lo puoimandare solo in rovina.

* di Antonio Calabrò

LA COLONNA DI ERCOLELA COLONNA DI ERCOLE

DDAA YYONGEONGE STREETSTREETALLAALLA SSTTAATTALEALE 106106

FERNANDO SAGADO

La sindrome dello Jonio non c'en-tra nulla con il mal d'Africa: la

savana ti sequestra, il marMediterraneo ti fotte. Incontrai Mimmo Pellegrino nel1989 in un ristorante di YongeStreet, in un incrocio tra la stradapiù lunga del Nord America, unacoast to coast di 1800 km, e la pan-cia ricca di Down Town. Tagliavacapelli. Acconciature lunghe e mai aspazzola. Per scelta di vita inseguivala lambada delle onde.Pausa pranzo. In quel 15 settembre il cielo cam-biava repentinamente meches,zebrate di grigio topo . Solo unocolpo di sole a sud gli sorridevacome una calamita. E di questo midiede subito conferma: « Toronto timette comodo. «Televisione al pla-sma e poltrona tecnologica, banco-mat prodighi; poi però ti chiede l'a-nima, perchè lei non ce l’ha» midisse. Non ero d'accordo. Da set-tembre ad Halloween nessuno perme era come l'Ontario. Tutto rosso egiallo. Praterie di Budweiser, profu-mo di mele e futuro scontato. Po ilmar Jonio. Repentinamente dallasera alla mattina. La sindrome mipossedette quando Mimmo era giàin Calabria da qualche anno.L'esorcista fallì.L'ho incontrato l'altro giorno, in unangolo tra la statale 106, la più lungadel meridione, e la pancia decadentedella misera e irriconoscibileSiderno. Da pochi giorni aveva chiu-so quella saracinesca alzata qualchemese dopo il nostro incontro aYonge Street. Aveva portato l'orien-te nella Locride. Mathari, 20 metriquadri di Indonesia, per 20 anni.Una piazza etnica nelle centro dellacittà.Era triste, il viso grigio topodentro capelli ancora lunghi. Pausa pranzoCi siamo seduti nel bar di fronte e cisiamo fottuti una budweiser.

Capo Bruzzano. Le onde risalgono la spiaggia come in unosbarco a Omaha Beach. L’aria marina diffonde turbini di saleprofumato alle alghe salmastre. Il grande scoglio divide maree venti come la punta a foglia di una lancia Achea. I fantasmidi prodi Argivi remano al largo cavalcando marosi infuriati,spaccati dalle rocce in spuma bollente. La rabbia silente delloJonio, spinta dall’invisibile tridente, gli stormi d’uccelli nericome esuli pensieri, e Capo Bruzzano, che sfida i venti eraduna le nuvole sulle nostre teste. Passandogli accanto trat-teniamo il respiro, per ascoltare il ritmo battente di Poseidone.

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Parlando

ATTUALITÀ

di...

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Fra un po' si vota per ilrinnovo di parecchieamministrazioni comu-

nali, le liste sono già state pre-sentate. Sapete che a giorniinizieranno i pellegrinaggi dicandidati e amici nelle casedei sudici, mentre per i nordi-ci ci saranno le cene e gli spottelevisivi. Si peroreranno lecause di futuri possibili sinda-ci, assessori e consiglieri equalche consiglio, anche senon richiesto, ve lo devo purdare, certo che come al solitolo disattenderete. Ma postoche sono un grafomane pato-logico, scrivo e consiglio permalattia non per convinzionee di chi politicamente fre-gherà voi mi frega poco. Nonè un mutamento di linearispetto a quella assunta dallarubrica, ultimamente. Lachiave di lettura resta semprequella ambientalista, di cresci-ta verde in armonia con lanatura, e di decrescita indu-striale, anche se in questo casoil gioco è facile non essendociindustrie da smantellare alsud, pur se in presenza di ten-tativi pericolosissimi di finta eletale per l'ambiente indu-strializzazione ed essendo ilnord sulla via della deindu-strializzazione forzata daimercati. Torniamo a bomba,inutile darvi avvisi sui neofitidella politica, chi si candidaper la prima volta non puòovviamente essere valutato inbase a inesistenti precedentiamministrativi, vi toccheràaffidarvi, nel caso la vostrascelta caschi su di essi, al desti-

no. Per quanto riguarda il sin-daco usato il discorso è, appa-rentemente, più sempliceessendo normale che il rican-didato sfoggerà sul petto lemedaglie conquistate sulcampo e qui bisognerà ragio-nare, perché oltre alle meda-glie di metallo nobile, ce nestanno di ignobile lega. Il sin-daco usato vi dirà quanto hafatto, ve lo dirà in termini disoldoni. Ho portato investi-menti per uno, due, centomi-lioni o centomila euro.Questo è un parametro ingan-nevole, come quello delleopere fatte. Perché se i soldo-ni sono serviti a gonfiare letasche di pochi e le operesono state fatte male e sonoservite solo a cementificare,allora a un sindaco che hafatto tanto e preferibile unoche non ha fatto nulla, se quelnulla ha significato il conser-vare l'ambiente per come erastato trovato. Si a volte è pos-sibile che sia meglio un ammi-nistratore passivo di un attivoamministratore. Un sindacopurtroppo non è un auto ven-duta da un concessionario oun prodotto in garanzia con laclausola soddisfatti o rimbor-sati. La scelta è complessa enon va presa a cuor leggero,rischiereste di trovarvi in casaun padrone che gestirà ilcomune come fosse un beneprivato. Scegliete dunquecome vi aggrada, ma valutatel'operato passato tenendosempre conto che del passatotutto si sa ma del futuro cer-tezza non vi è.

Parametri per un sindaco usato

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

di ANTONIO CALABRÒ*foto Fabio Orlando

Il teatro era colmo come nelle grandioccasioni: una folla di gente entusiasta,sia di Reggio che della provincia; dallo

Jonio al Tirreno, tutti insieme, uniti in ungrande ballo collettivo, in un autenticoPeana di Ellenica memoria, in una coralee propiziatoria danza di felicità.Il ritmo della Tarantella, rielaborata congrande perizia dai due maestri calabresi,ha coinvolto ogni partecipante, senzadistinzione alcuna: dai palchi alla galleriaper l'intera serata si sono svolti ballettiimprovvisati, l'entusiasmo crescente eratenuto a bada dai malcapitati pompieriaddetti alla sicurezza, le mani levate inaria e i passi del ballo rendevano la molti-tudine un solo, unico, appassionato insie-me di ritmo e di gioia sfrenata.Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea,tutti i musicisti impegnati, la splendidatrascinatrice ballerina Giovanna Scarfò, inun crescendo di emozioni hanno regalatouna serata fantastica ad un pubblico dagli

STANDING OVATION AL CILEA

CAVALLARO, PAPANDREAE PROFAZIO. DOPO LE LITI, IL TRIO

POLAROID

Una delegazione di ComunistiItaliani è stata ricevuta a Pechino .Dicono che Michelangelo Tripodiabbia chiesto alla delegazione cine-se del partito fratello il trasferimentoin Italia d’un milione di compagnicinesi. Per mettere il PDCI al riparodallo sbarramento.

Missione internazionaleper superare lo sbarramento

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la Riviera

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DIAVOLO NERO

IL COMPLOTTO

RODERIGO DI CASTIGLIA

Il 4 aprile il CSM ha messo a bando il con-corso per la copertura di Capo dellaProcura di Reggio Calabria. Pignatone se

n'è ghiuto e scopriamo con nostra sorpresache il Procuratore, al di sopra d'ogni critica, èsostituibile. Chi lo sostituirà? Questa più cheuna domanda, è un dilemma. E sicura-mente il dr. Giuseppe Pignatone, cheha avuto tanto amore per Reggioe per il sistema politico che lagovernava e la governa, nonsi sottrarrà al dovere didare qualche consiglio.Interessato alla prosecu-zione del suo modo digestire la giustizia aReggio. Vedremo.La data ultima eutile per presentarela domanda scade il4 maggio. Solodentro quella data

sapremo esattamente i nomi degli aspirantialla poltrona del dr. Giuseppe Pignatone,riverito e leccato dai grandi uomini politici

calabresi come un sovranoassoluto che ha diritto divita e di morte su chigoverna. Il dr. GiuseppePignatone non c'entra,

ma durante lasua perma-

nenza aReggio ilgenuflessio-nismo dei

destri e dei sini-stri è stato parisolo alle genu-flessioni dellepinzochere checosì pensano diconquistarsi ilfavore delPadreterno.Orbene, chi?

S'affacciano sulla stampa locale i primi nomi:quello del dr. Nicola Gratteri e del dr.Giuseppe Prestipino. Ma né l'uno né l'altroarriveranno all'agognato traguardo. Sul sici-liano Giuseppe Prestipino pesa una denun-cia dei magistrati Alberto Cisterna eVincenzo Macrì. Andrà all'Aquila. Su NicolaGratteri non pesa nulla . Pesa solo il fatto cheè un magistrato al di fuori di ogni chiesa, e glimancano gli appoggi politici. Questo torna asuo titolo d'onore, ma non è un titolo suffi-ciente per essere nominato dal più politicodegli organismi: il Csm. Orbene, chi? Torniamo a chiederci.Senza dubbio, Antonio Ingroia, il più accani-to accusatore di Dell' Utri, e il più convintodella colpevolezza di Dell'Utri. Se resterà in Sicilia, a Palermo, non c' è dub-bio che il processo Dell'Utri ricadrà nelle suemani. Per evitare questa disgrazia è necessario chelasci Palermo e venga a Reggio. E così sarà.A meno che il Csm non sia neutro come certinomi nella lingua latina.

Chi sostituirà l’insostituibilePignatone? Antonio Ingroia

occhi lucidi e dal sorriso radioso.In occasioni come queste si scopre l'im-portanza e la bellezza delle proprie radici,e ne scaturisce una grande sensazione diappartenenza che rende ognuno fiero eorgoglioso di essere ciò che è: orgogliosi,felici e fieri di essere calabresi, in questocaso.Il concerto è stato in progressione, con uncoinvolgimento crescente; il cantore reg-gino Otello Profazio ha suonato e cantatocol duo, poi, con ritmo sempre più for-sennato, i musicisti hanno conquistato ilteatro che a un certo punto rimbombavadi tarantella. La ballerina scalza con lesue movenze antiche da Sibilla divinatriceinvitava all'imitazione, e nessuno si è fatto

pregare: ballavano tutti, vecchi e giovani,uomini e donne, bambini e ragazzi.Quando una donna calabrese balla latarantella, con quel sorriso allusivo egioioso che le si dipinge naturalmente involto, diventa, e mi perdonino le altre, ladonna più bella del mondo; le movenzeritmiche la trasformano in una creaturaantica, uscita direttamente dalle paginedell'Iliade, diventa Penelope e Afrodite,diventa un motivo plausibile per dire lavita è bella, diventa graziosa, tenera, sen-suale, romantica, feroce, forte, radiosa,diventa felicità incarnata. L'apice si è rag-giunto quando i musicisti hanno lasciato ilpalco e sono scesi in platea al ritmo deltradizionale Ballo di San Rocco di

Gioiosa Jonica (che qualche scriteriatovorrebbe abolire; sono quelli che noncomprendono, sono quelli che voglionoun popolo sottomesso, sono quelli cheodiano il ballo perché odiano la sensualitàe la gioia della vita). Una danza ipnotica efebbrile, un Peana atavico, una liberazio-ne e una esaltazione. Un ritorno allaterra, ai riti propiziatori, alla natura stessadell'uomo. Il Ballo è letteralmente esplo-so tra la felicità di tutti, rendendo ilmomento indimenticabile.Il popolo calabrese, vituperato e offeso dasecoli, che deve ritrovare l'orgoglio, ilsenso d'appartenenza, la forza e la vogliadi risorgere.tratto dal sito www.zoomsud.it

Finito il mortorio sul modelloReggio, il Governatore deiGovernatori ne ha iniziato un altro,che prende nome di complotto con-tro la Città della Fata Morgana,ovverosia contro di lui. Sarebbe poco

pensare che Lui s'identifichi nella Città. E non ètroppo opinionare che la Città si identifichi inLui. In Lui, sicome il sindaco più amato d'Italia.Ché, di tutta evidenza, l'amore è cieco- e ora ilGovernatore più scalpitante, come un purosan-gue vanesio, della Calabria non più sull'orlo del-l'abisso. Dato il coro famelico, che accompagnale esternazioni del Sindaco a tempo non deter-minato dal dr. Arena e del Governatore a tempofissato dalla scadenza elettorale, anche io ripiegole corna ai suoi piedi e il nuovo mortorio mi com-muove e desta tristi ricordi. Ricordiamo insieme. Il complotto -scusate separagono le cose grandi alle pusille- fu una crea-tura staliniana. Stalin elaborò la teoria che più siandava avanti nell'edificazione del socialismo epiù rabbiosa era la reazione della classe sposses-sata, che per ciò stesso replicava con il complot-to. Non è a dire che il Governatore sia uomo dimolte letture. Ma qualcosa resta pure nella testadi chi non legge. Ed ecco l'ammaccatura scopel-litiana: più l'adorata Città è andata avanti e ancordi più i suoi nemici hanno tessuto il complotto,giudici non esclusi. Originale non è, ma è straor-dinaria la coincidenza tra fascismo rosso e fasci-smo nero.Disturbo, una volta di più, Stalin.Fu sua la teoria -per dir così- grammaticale dellatrasformazione del complemento di specificazio-ne in complemento di eguaglianza. Per cui dire:il Segretario del Partito comunista equivaleva a:il Segretario è il Partito comunista. Ne derivava:chi critica il Segretario del Partito, in effetti, criti-ca il Partito comunista, e diviene oggettivamenteun nemico del popolo, essendo il Partito comu-nista l'incarnazione del popolo. Un'altra amma-catura scopellitania: il Sindaco della Città è laCittà. Ne deriva: chi critica il Sindaco, critica laCittà, che in Lui si identifica. Bisogna avere undelirio d'onnipotenza per ragionare in in questomodo. Il che porta le superbe narici delGovernatore a scambiare l'odore della muffacon il profumo delle acque nanfe, distillato deifiori d'arancio.

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DOMENICA 18 MARZO 2012 LA RIVIERA 07

ParlandoWebdi

LeadersIl ‘900 calabrese

Il Socialista inquieto capì che la dipendenza del Sud poteva essereinterrotta solo da processi diffusi di industrializzazione. Con Lui cessa il monopolio della stampa conservatrice in Calabria.

PASQUINO CRUPI

Icasi della vita sono strani.Nell’ultima fase della suavita, sempre tesa allo scopounico del riscatto della

Calabria e, pour cause, delMezzogiorno, Giacomo Manciniaveva conosciuto il massimo dell’i-solamento e il massimo dell’acca-nimento contro di lui. Avevacominciato Bettino Craxi a met-terlo in un angolo quando lo estro-mise da capolista del PSI inCalabria, e non solo l’astuzia dellaragione fece in modo che uscisseda quel cimento elettorale primotra gli eletti. Era proseguita lacampagna contro di lui, all’internodel Partito dove non contavaormai quasi più nulla, con la man-cata rielezione nel 1992. Ciò chegli costò molta amarezza e l’ab-bandono di gran parte di dirigentisocialisti, che da lui avevano avutoposti importanti e comode poltro-ne di comando. Infine, al suo fian-co e fino alla morte, in provincia diReggio Calabria, rimanemmo solisoletti Raffaele Manferoce, far-macista a Cinquefrondi, ed io.Fuori dalla Calabria il soloAntonio Landoli, docente univer-sitario, senatore, pur lui decapitatoda Bettino Craxi, che non lo vollericandidare. A Cosenza nondisertò da Giacomo ManciniMichele Cozza, un intellettualefine, un economista di valore. E fudentro questa solitudine che egliebbe a patire un assurdo processoper concorso esterno in associa-zione di cui ancora arrossiscono lepareti del tribunale di Palmi. Ne fuassolto a Catanzaro. E non c’era enon c’è da menarne gioia. Le asso-luzioni, per chi ci pensa, sono lecicatrici del giusto ingiustamenteperseguitato. Dell’ingiustizia edella perversità giuridica di quelprocesso reca scientifica testimo-nianza il libro fiero e civile dell’avv.Paolini, “Agguato a GiacomoMancini”. Dicevo: i casi della vitasono strani. Giacomo Mancini è morto l’ 8aprile del 2002 a Cosenza.Esattamente 12 anni fa. Non mi siaccusi di retorica umanistica. Hadavvero ragione Ugo Foscoloquando ne “I Sepolcri” scrive che“giusta di gloria dispensiera èmorte”. Così è stato per Lui.Appena dopo la morte, tremiti dinostalgia si sono avvertiti.

Giacomo Mancini è ritornatonella sua grandezza di socialista edi meridionalista. Socialista rifor-m i s t i .Meridionalistagarantista. Vigeancora una vul-gata che vuoleG i a c o m oMancini comeuomo di poteree a anche diclientele. Non fuuomo di poterenel significatodeteriore del ter-mine, e non fuuomo di cliente-le nel significatotradizionale deltermine. NelMezzogiorno qualche favor si fa.Ed è opera di bene per chi ha biso-gno.Egli ha educato al sapere operati-vo tante generazioni, che si sonofatte avanti con l’azione e con ilpensiero, l’una e l’altro puntati sulMezzogiorno e la questione meri-dionale. La Padania trovò in Luiun combattente estremo, e fu luiper primo a inventare il nomePadania, a indicare nella “stampapadana” l’artiglieria pesantemossa contro di noi.Ebbe di fronte le toghe e gli ermel-lini e li avversò con energia, uscen-done sconfitto. Alzò lo sguardo suipoteri forti e non si ritirò dalla

lotta. Il suo midollo era di leone epiegò gli interessi della casta nelcampo della medicina, imponen-

do l’uso del vacci-no Sabin grazie acui, dalla facciadella Calabria edel Mezzogiorno,scomparvero ibambini polio-mielitici che stra-scicavano legambe per terra,sos tenendos isulla poca forzadelle loro debolibraccia. Ingaggiòuna battagliasconfinata con iburocrati deiLavori pubblici,

di cui fu Ministro ineguagliabile, eruppe con l’autostrada l’isolamen-to della Calabria, tornato ora dimoda. Capì che tutti i governi,anche quelli a partecipazionesocialista, erano nemici delMezzogiorno e della Calabria enon ebbe esitazione a contrappor-si. Contro la visione ruralista egracchista del PCI, fermo alla que-stione meridionale come questio-ne contadina, riprendendo leintuizioni di Rodolfo Moranti, lan-ciò l’idea che il Mezzogiorno e laCalabria non avrebbero interrottola loro nefasta dipendenza, la lorostorica carriera di territori, espostialla criminalità organizzata, di

aree dell’assistenza, senza l’inne-sto di processi d’industrializzazio-ne. E si batté per la realizzazionedel Quinto centro siderurgiconella Piana di Gioia Tauro e laLiquichimica di Saline Joniche,caso unico d’una fabbrica chechiude i battenti dopo essere stataultimata, e chiusa addirittura conun decreto a mezzo stampa del“Corriere della Sera”, che ha volu-to sempre il nostro bene. DellaLiquichimica resta ora una ferra-glia arrugginita del Quinto centrosiderurgico: il grande porto diGioia Tauro. Allora i grandi eco-nomisti, con la cresta poggiatanella redazione dei quotidianialtolocati, parlarono di industrienel deserto. Quando piuttosto èda dire che la Calabria è un deser-to senza industrie. E se il processod’industrializzazione - mi doman-do- fosse andato avanti, laCalabria ai nostri dì sarebbe laCalabria che abbiamo sotto gliocchi?Ma Giacomo Mancini non è statosolo questo, e sarebbe stato tanto.È stato un uomo di cultura opera-tiva. Ha spezzato il monopoliodella stampa conservatrice con lacreazione de “Il Giornale diCalabria”. Ha dato alla Calabriala Casa editrice Lerici. Ha innesta-to nel cuore antico di Cosenza laLibreria Feltrinelli, arricchita daun Centro Studi. Ha fondato ilPremio Sila che ha vantato tra isuoi presidenti Carlo Bo, e nelleprime edizioni ha premiato alamemoria Guido Dorso. Ha datovoce al pensiero socialista calabre-se con il mensile “La Parola socia-lista” e il quindicinale“Calabriaoggi”.È stato l’uomo politico che più ditutti ha fatto per la Calabria e ilMezzogiorno nel Novecento. Lui,che ha fatto uscire il pensieromeridionalista dalla fase dellaricerca alla fase dell’azione prati-ca, della realizzazione dei suoi tra-guardi, alcuni raggiunti.Non ha lasciato eredi. Solo sospiri.E per carità del Grande Mortonon parlo del decennale, organiz-zato dal figlio e dal nipote.Ambedue dovrebbero cambiarenome cognome, così come hannocambiato idee e collocazione.Meno male che la primgenituradel socialismo calabrese nonappartiene né all’uno né all’altro.

Giacomo Mancini, l’uomo che più di tuttiha fatto per la Calabria e il Mezzogiorno

PRIMO PIANO

Il Dispaccio lancia la sfida a La Riviera a Strill a Zoomsud e a tutte le altre testate regionali d’informa-zione presenti sulla rete. Una nuova voce si aggiunge per descrivere minuto per minuto la realtà della

Calabria. Alessia Candito e Claudio Cordova reggeranno il timone del Dispaccio, il sito d’informazio-ne che ha debuttato il primo giorno d’aprile. Accogliamo felici la voce nuova, certi che arricchirà l’of-ferta giornalistica e contribuirà a comporre un quadro informativo che necessita di visioni ulteriori.Facciamo l’in bocca al lupo alla testata e da parte nostra accettiamo una sfida che sicuramente stimo-lerà tutti a migliorarsi e a migliorare la rappresentazione della Calabria, troppo spesso affidata a gior-nali che privilegiano il lato oscuro della nostra terra.

Claudio Cordova sfida l’informazione provinciale

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la Riviera

La settimana

In questa terra esistono avvenimenti chesono spiegabili solamentecertificando ilfatto che la presenza di belve, di bestie,sul territorio, siala più alta di qualsiasi

regione d’Italia. Vicino alla Pasqua 2012,l’auto diun cronista salta in aria, data allafiamme dai vigliacchi di turno, da chi sicre-de boss e non è nemmeno il garzone di sestesso. Uomini vili, padrini senzaonore, inuna parola bestie. Nella notte tra martedì emercoledì la Renault Modus di IlarioFilippone, giornalista di “Calabria Ora”, maio direigiornalista e basta, un cavallo dirazza della cronaca giudiziaria, è stataincendiata a pochi centimetri da casa sua.Alle due notte, nell’oscurità, quella che avvolge i vili,qualcuno ha lanciato un segnale. Ma a chi, aFilippone? A tutti i giornalisti? A qualcun altro? Bhèper chiunque fosse l’avvertimento, sappiano, le belvecon l’anello al naso, che di fronte ad un gesto del gene-re maggiore sarà la voglia di continuare a raccontareuna Locride e una Calabria afflitta e in mano a bandedi delinquenti. Non di mafiosi, ma di delinquenti, pic-coli criminali senza gloria. Due però sono le conside-razioni che mi toccano e rendono amara e angoscian-te la situazione che ha colpito Filippone. La prima èl’indifferenza della gente vicina a Ilario. Qualcuno haanche sussurrato “c’era da aspettarselo”. Vergogna.

Vergogna. Nel 2012 una terra condannatada mille problemi ha bisogno di una stam-pa libera, chiara,intraprendente. Scrivere ciò che è larealtà diventa il senso vero di una comu-nità civile. Non si può nascondere all’infi-nito quello che prima o poi, in un aula ditribunale, in un dibattito pubblico, in unconfronto politico, verrà a galla. La colpadei giornalisti qual’è? Forse solo quella diarrivare prima su un qualcosa che perforza di cose emergerà dopo? E la gentetace intorno a Filippone. Qualcuno haaddirittura abbassato gli occhi salutando afatica il giornalista di Locri. Vergogna.

Non parlate più di una Calabria migliore finchè nonsaremo tutti al fianco di ragazzi come il cronista diLocri.

Epoi, altra amara constatazione, arriva daun’inchiesta che non mi aveva mai convinto:“Crimine”. Pensavo che la ‘ndrangheta, ilpotere mafioso in Calabria fosse altro, evolu-

to, da business class. La dda di Reggio Calabria avevaragione, la ndrangheta nella Locride è ancora gretta,barbara e agricola, come dimostrano i profili dellenumerose condanne tra Milano e la Calabria. Non ci salveremo mai, specialmente se la gente conti-nuerà a girarsi dall’altra parte. Coraggio Ilario.

Siamo circondati da belve feroci

ATTENTATO A ILARIO FILIPPONE: UNA PAGINA NERA

VICENZO GALLO

C'è ancora da noi chi si muove con le tenebre e pensa che affermare se stesso con la violenza sia un atto da uomini. Deve aver pensato questochi l'altra notte col buio ha distrutto l'auto di Ilario Filippone. La sopraffazione non è da forti, appartiene alla categoria dei gesti vili, è l'arma-mentario di chi colpisce a tradimento. Chi scrive ha il diritto di dire quello che pensa e il dovere di riportare tutto ciò che ritenga notizia, con l'u-nico limite della legge e del lettore. Il lettore che non gradisce cambierà lettura e la legge provvederà a sanzionare gli abusi. Ilario Filippone ha ildovere e il diritto di scrivere ciò che gli sembra utile per il pubblico e nessuno può avere la protervia di impedirlo. Stare col giornalista colpito, coni suoi familiari, non è un atto di cortesia a Filippone o il riconoscimento della perfezione del suo lavoro, e un gesto a cui si e obbligati per ilrispetto di se stessi se ci si vuol sentire uomini nel senso nobile del termine. Ilario deve scrivere quel che vuole e noi gli siamo vicini. La nostra èuna solidarietà piena, come deve essere in un momento cosi grave, senza distinguo e senza cavilli. Non toccatelo Ilario e smettetela di andar dinotte a trovare chi non vi piace.

NON TOCCATEILARIO RUGGERO CALVANO

cia di cui è proprietaria e titolare.Ma il misfatto non ebbe risonanzanazionale e non si chiese, come oraed enfaticamente, l'intervento delministro degli interni, quando piùcorrettamente bisognerebbe chiede-re che le forze dell'ordine, prefettu-ra e questura esercitino un controlloserio del territorio senza la tentazio-ne di farne un campo di concentra-mento. Prima, no. Evidentemente, per fare rintronarele orecchie di chi sta in alto, il cre-pitìo delle fiamme non basta.Occorre che ci sia la sparatoria. È così?Ma se a Monasterace si può spara-re, e si spara, quando se ne havoglia, se a Monasterace si può met-tere nel mirino il suo sindaco ad libi-tum, ciò vuole dire che qualcosa e

più di qualcosa non funziona. E,dopo il replicato criminale episodio,soprattutto non funziona che le pro-cellarie vestano Maria Lanzetta deipanni della madre dei Gracchi.Peraltro, da lei respinte con la pre-sentazione delle sue dimissioni.Cosa che umanamente comprendia-mo per la ragione già detta da donAbbondio, che non aveva un cuorda leone: “Qui non si tratta di ragio-ne e di torto, ma di forza”. Però, ciòche umanamente è legittimo, non loè sul piano politico. Chi inizia unalotta contro la mafia, sterzando l'am-ministrazione contro di essa, nonpuò interrompere l'opera di bonificaincominciata.Ci dispiace che nell'ora del dolore,che stringe Maria Lanzetta e la suafamiglia, la nostra solidarietà siaaccompagnata da queste riserve.Ma ciò è per il bene suo e dell'inte-ro paese. Non certamente salvatodai ciclisti dell'antimafia, che, alsuono delle sirene spiegate dall'autodi scorta, sembrano suggerire aimonasteracesi che lo Stato c'è. Ladeputata Maria Grazia Laganà neha addirittura due di scorta. E aMaria Lanzetta il gran prefettoVarratta s’è deciso ad assegnarlasolo ora. A tempo scaduto.

Non sono rituali, ma sono certa-mente a scoppio ritardato lesolidarietà che sono scese dal-

l'alto e che hanno a riguardo il sinda-co di Monasterace, Maria Lanzetta.Si sono scomodati a mezzo telegram-ma, che non costa molto, e a mezzotelefono, che costa ancor di meno,personaggi illustri. S'è scomodata per-sino Susanna Camuso, segretarianazionale della Cgil, la quale, semprelontana dalla Calabria, questa voltaha espresso vicinanza. Si scomoda laCommisione nazionle Antimafia. La Lanzetta -non dimentichiamolo-era stato bersaglio sensibile della cri-minalità organizzata già un anno fa,quando fu data alle fiamme la farma-

IL DITO NELL’OCCHIO

Dopo le dimissionidi Maria Lanzettasui campi diMonasteracebatte la luna

Voleva fare le primarieAmmendolia, il sindaco diCaulonia sapeva di potere incor-rere in qualche Giuda. E cosí é

stato. All'ultimo momento utile il tradi-mento é arrivato, per cui saranno Mercurie Riccio a contendersi la poltrona diprimo cittadino. Entrambi stimati e com-petenti ma il primo a capo di una grandecoalizione che vede insieme la strana cop-pia Tucci-Campisi (quanto dureranno?) eil secondo a dirigere un gruppo che havolutamente sperperato il capitale politi-co costituito da Ammendolia e dalle sueidee.Finalmente candidato Luigi Fuda cheforse la smetterá di scrivere i discorsi aibisognosi e si esporrá in prima persona.Per il resto sará campagna elettorale durae, come al solito in quel di Caulonia, nonmancheranno i colpi bassi. D'altrondeognuno ha la classe politica che si merita.

Giovanni Maiolo

L’ULTIMA CENA

Ilario Filippone in una storica intervista a Figliomeni

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ATTUALITÀ

Parlandodi

Il ritorno del mercato

Polistena

La scalatadegli istitutitecnici

Scuola

Polistena stacambiando?

Polistena

ANTONELLA ITALIANO

Abbiamo tante eccellen-ze qui nella Locride eche siano volontaria-

mente offuscate è ciò che temiamo.Così, a furia di spendere energie perdifenderci dall'opinione pubblica pla-giata, restiamo senza forze per pro-muoverle. Prendiamo un bel respi-ro ora, mandiamo al diavolo iluoghi comuni e gli stereotipi, eurliamo il valore dei nostri gio-vani studenti. Una classifica, sti-

lata dalla “Fondazione Giovanni Agnelli”,mette sul podio gli istituti scolastici miglioridella Calabria: al primo posto c'è l'istitutocrotonese “Polo di Cutro”, al secondol'Istituto tecnico commerciale “G. Marconi”di Siderno, al terzo l'Istituto tecnico nauticostatale “Nautico Pizzo”. Sesto posto perl'Istituto tecnico commerciale “G. Ferraris”di Reggio Calabria. Una classifica che ciriempie di orgoglio, da un lato per il nostroirriducibile campanilismo reggino, dall'altro

perché alletta il pensiero chesia questo il volto della nostra

gioventù. Lo studio statistico è

stato effettuatoanalizzando gli isti-

tuti superiori di pro-venienza delle migliorimatricole universitariecalabresi. L'indagine sullaCalabria, voluta fortemen-

te dall'assessore regiona-le Mario Caligiuri, hariguardato 166 scuolestatali e paritarie e irisultati di profitto, erendimento agli

esami universitari, di oltre 145.000 diploma-ti. Balza subito agli occhi un “effetto provin-cia”: gli studenti dei piccoli centri hannorivelato le migliori performance universita-rie, facendo impallidire i giovani provenien-te dai grandi centri urbani. In realtà le classi-fiche stilate sono due. La top ten di sopra ècostruita “pesando” statisticamente l'effetti-vo contributo, dato dalla scuola, al successouniversitario dei suoi diplomati; una secon-da classifica è costruita considerando altrifattori in grado di influenzare i percorsi uni-versitari.Importanti, al pari dei voti, sono infatti lacaratteristiche individuali degli studenti, icontesti territoriale di riferimento, il conte-sto socio-culturale della scuola frequentata.Si è tenuto conto, inoltre, che vi sono indi-rizzi più o meno facili, e atenei più o menogenerosi nelle votazioni, utilizzando lo stru-mento statistico della normalizzazione. Undiscorso a parte che affronteremo sul prossi-mo numero, e che viene evidenziato proprioda questo studio, è l'ottima qualità della for-mazione fornita dagli istituti tecnici. I Liceidunque perdono terreno, mentre i giovanistudenti di Reggio e provincia scalano leclassifiche

MARIA BOETISperando d'interpretare al meglio i sentimentidei commercianti ambulanti e di posto fissoparliamo del ritorno del mercato, che a giornisarà ricollocato nel suo habitat naturale, vialeRivoluzione d'Ottobre -via S. Marina.Disposizione, questa, che per cinquant'anni havisto arrivare il mercoledì mattina a Polistenacentinaia di acquirenti da tutta al Piana.Abbiamo già trattato l'argomento quandol'Amministrazione Laruffa ha inteso appartar-lo nelle vie Marx -Gullo. Quella attuale,invece, ha deciso di riportarlo nei dintornidella zona dov'era nato. Manovre politiche oun venir incontro ai commercianti per incre-mentare l' economia? Probabilmenteentrambe le facciate! Certamente, il cambio, èpositivo! Da qui, la domanda sorge spontanea:Polistena sta davvero cambiando? Siamodavvero in una fase di mutamento epocale?Intanto, per verificare se ciò è vero, possiamoanalizzare il gergo parlato e scritto. Che vuoldire “Modello Polistena”? Di un Modelloabbiamo sentito parlare in altro luogo, mapare sia fallito. O no?! Sarebbe più giusto epiù conforme, se davvero la metamorfosi staavvenendo, dire “La Polistena geniale”.Sarebbe bello sentir dire, anche da Reggio: “aPolistena fanno così”. Polistena è l'originalenon la fotocopia, non deve scopiazzare i mod-elli di nessuno, e che siamo alle Elementari?!Per adesso, iniziamo col vedere che assettoprenderà il ricco materiale che abbiamo a dis-posizione, ricco materiale, riguardo anche leintelligenze, parliamo dei dotti, degli esperti.A volte, pur animati da ottime intenzioni, sipuò cadere in trappole insensate prodotte dal-l'ostinazione di chi ha il potere e dalla dap-pocaggine di chi sta intorno. D'altra partequelli che siedono all'opposizione hannoimparato, l'arte di strisciare andando da destraa sinistra e viceversa tentando di avanzareverso la corte. Questa la realtà polistenese...almomento.

dieci anni. Come specificato in conferenza stampaqualche giorno fa dal sindaco Demetrio Arena, non sonoancora stati trovati i soldi necessari per completare partedella pavimentazione. Pertanto l'inaugurazione, celebra-ta in pompa magna, sarà solo parziale. Il nuovo proget-to, ideato e quasi ultimato da un'azienda che si è giàoccupata di lavori in acciaio in Liguria e Toscana, saràdestinato ad adornare la nuova piazza in chiave decisa-mente del tutto moderna, certamente in contrasto con lostile “neoclassico” del resto degli edifici che si affaccianosull'antica piazza un tempo dedicata a Ferdinando I diBorbone: nel dettaglio, quattro lucernai, teche e pannellidescrittivi in acciaio e vetro, utili ad illustrare gli scavi.L'idea è molto simile a quella utilizzata per rendere visi-bile gli scavi di parte del “Foro di Traiano” a Roma.L'ingresso sarà realizzato con una struttura anch'essa inacciaio e vetro. Agli scavi si potrà giungere tramite unascala elicoidale appesa alla struttura di copertura. Daquanto detto anche dalla Soprintendenza archeologicabisogna tuttavia aspettare i fondi della Regione per com-pletare la pavimentazione. Ciò significa che entro la finedel 2012 la piazza dovrebbe finalmente essere comple-tata e osservata in tutto il suo antico e moderno splen-dore. Il mio personale augurio è che non si parli sola-mente dell'opera, che non riecheggi nella memoria reg-gina solo la grande teca all'aperto: è di fondamentaleimportanza che, grazie a questa importante scoperta, ilcittadino reggino possa avere il diritto di conoscere laluminosa storia della prima pòlis greca della Calabria,dell'unico porto naturale dell'impero borbonico. Unmuseo multimediale in pieno centro, invece di improba-bili e costosissimi progetti di “stelle marine”. Perché no?Antonio Cormaci

È stato inaugurato il sito archeologico di Piazza Italia.Viene infatti restituito alla cittadinanza un luogo “storico”di Reggio, un luogo da sempre centro istituzionale epolitico della città. La futuristica struttura in vetro eacciaio che dovrebbe occupare (uso il condizionale inquanto ancora non è completa) un'intera metà dellapiazza è nata dopo un parto travagliato, durato quasi

Piazza Italia rivede la luceReggio Calabria

MARIA BOETI

Di nuovo in primo piano il mer-cato. Per accertarci di persona,che disposizione d'animo hannogli ambulanti, ci siamo presi labriga di contattare telefonica-mente qualcuno di loro. Sesecondo la loro esperienza ven-deranno di più o ci sarà dinuovo disorientamento.Riconoscono la giornalista e ilgiornale La Riviera, si compli-mentano e ci dicono che siamo

molto letti. Tornando in argo-mento, parliamo del mercato e,consapevoli che ognuno nel suocampo è un fine ragionatore,veniamo a sapere dalla loro vivavoce: “…sì, tornare nei vecchibinari è utile. Ed è scontato chevenderemo di più, che ci sarà unmaggior movimento”.Continuano, nei loro commenti,né strani né sgradevoli:“…prima, la vecchiaAmministrazione Laruffa ci hamesso in disparte adesso con

Tripodi finalmente torniamo.Noi abbiamo bisogno di farecassa, vendiamo mercanzie ditutti i generi e dobbiamo porta-re soldi a casa, noi non giochia-mo, questo è il nostro lavoro.”Dal breve dialogo avuto, abbia-mo capito che proprio contentinon sono. Ne è venuto fuori unquadro né scuro né vivace. Nelcaso specifico, si sentono dan-neggiati, gli ambulanti residenti,perché non hanno potuto sce-gliere la collocazione e non se la

sentono di fare una battaglia. E'il criterio dell' assegnazione cheli amareggia. Il loro rammaricosi basa sulla non priorità di pre-ferenza, dicono, da parte dell'attuale Amministrazione che sulrispetto della legalità ha fatto ilproprio baluardo. Ma tutto que-sto è normale: la severità produ-ce sempre qualche contrarietà.Loro, gli ambulanti che dovun-que piazzino le tende dovrebbe-ro essere il fiore e la forza dellacompravendita hanno questi

disappunti. E, permetteteciqualche appunto in chiusura: lavia S. Marina è ricordata dagliavi, al di là di tutti gli settori perla vendita dell' utensileria, delpentolame, della terracotta, delrame, degli artigiani, dei fabbri,addirittura dei maniscalchi, ect.La passata Amministrazione, hacostruito con le sue stesse manila sconfitta. Se la sono propriovoluta. E, pur avanti con l'etàhanno fatto errori di inesperien-za! Meglio così!

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Locride

Parlandodi...

Sono in arrivo a Bovalino importanti fondi per il recupero e la messa insicurezza delle strutture scolastiche elementari e medie. Nella lista deibeneficiari dei Fondi Strutturali Europei, programmazione 2007-2013,FESR - PON “Ambienti per l'apprendimento” è presente il Comune diBovalino con un ammontare complessivo di circa 700.000,00 euro da

destinare alle scuole elementari di Borgo e del Centroe della scuola media. Soddisfazione per il cospicuo finanziamento da impie-gare per il recupero del patrimonio edilizio scolasticobovalinese è stata espressa dal sindaco TommasoMittiga e dall'intera compagine amministrativa. Uncontributo importante che sommato ai recenti finan-ziamenti di 5,4 milioni di euro per interventi di bonifi-ca di siti ad alto rischio e ai 350 mila per il progetto“Sistema di videosorveglianza del Comune diBovalino - Un occhio alla sicurezza” presentato nel-

l'ambito del PON Sicurezza per lo Sviluppo, fanno riflettere sull'effettivomodus operandi di questa amministrazione e sulle accuse infondaterecentemente lanciate dalla minoranza consiliare in riferimento ad unpresunto stallo politico-amministrativo.

CONTESSA LARA

Arrivano le ruspe nella Locride e spazzanovia il vecchiume. Che bell'aria di primavera!Il cinema Ariston di Bovalino era una vergo-gna per il paese dall'impeccabile piano rego-latore. Pericolante, inutilizzato, è stato strap-pato ai pallavolisti che lo avevano adibito apalestra, è stato strappato a chi sperava in unrecupero della struttura. Perché un cinema alcentro cittadino, a due passi dalla piazza prin-cipale e dalla chiesa, ci sarebbe stato propriobene, dicevano. Ma di un cinema si puòanche fare a meno. Stessa sorte toccò al lidoOrsa, con la differenza che, quando vi arrivòil mare, era già cadavere. E oggi, finalmente,si spazza via il pontile di Siderno. Tutte opereinutili e ingombranti. Opere vecchie. Al con-trario, questo lunedì mattina sa di nuovo, èuna bella giornata, di quelle che d'improvvisoregala aprile e che fanno dimenticare le piog-ge invernali. È un piacere osservare, riscalda-ti dal tepore del sole, la forza brutale dellaruspa affannarsi contro acciaio e cemento. Ilmare non si oppone, la gente neanche. Poi siarriva a quel punto, nascosto tra i pilastri, chefu l'alcova dei nostri corpi. Incoscienti aman-ti. Forse anche un po' troppo sentimentali sepreferimmo il mare e la sabbia fine a como-di giacigli. Ma oggi i nostri peccati saranno

portati via col cemento, lavati dalle onde, eche sia la volta buona visto che, per tanti anni,si era tentata invano la demolizione.Dunque, grazie sindaco Ritorto, per averciliberato da una struttura insensata e perico-losa. E, soprattutto, di averlo fatto in modointelligente senza gravare con ulteriori costisul bilancio comunale. Apprendiamo difattiche i materiali della demolizione saranno riu-tilizzati per completare dei lavori attualmen-te in corso a Siderno. Due piccioni, forse tre,quattro, e una sola fava. Chiariamo agli even-tuali nostalgici (non mancano mai) che il vec-chio pontile, considerato da alcuni una testi-monianza storica, in realtà è un residuo del-l'edilizia degli anni '60. Che sarebbe dovutoservire come attracco di mercantili ma non èmai entrato in funzione. Che esistevano alcu-ni progetti di recupero ma sono stati tuttiabbandonati. Abbandonate dunque anchevoi la tristezza, e rincuoratevi, perchél'Amministrazione comunale agirà prestocontro gli altri orribili relitti esistenti lungo lacosta sidernese. Di nuovo ruspe, ancoraLocride. Ed un suggerimento: cosa ne pensa-te di demolire, anziché ristrutturare ognivolta, il vecchio castello di Roccella? E poisalire su su, fino a Gerace. E sul promontorioche ospitò gli Sparvieri facciamoci un belpalazzo con vista sul mare.

Addio, vecchio pontile

MISTER MILIARDOMasino Mittiga

Siderno

IL FAI A SOSTEGNO DI MARIA CARMELA LANZETTA

Dunque, il 3 aprile a Platì nellaChiesa San Loreto, propiziatodal vescovo Giuseppe FioriniMorosini, ha avuto luogo un

dibattito - per dirla con liturgico linguaggio-sulle “criticità” del paese. V’era presente ilpresidente della Provincia, Giuseppe Raffa,con stuolo di assessori provinciali e il consi-gliere provinciale Luigi Giugno. Non potevamancare e non è mancato il parrocchianoRosario Sergi, del quale non siamo riusciti acapire se intenda servire la Chiesa, mettersisotto le grandi ali del perdono di Dio o fun-zionare come l’ultima ruota del carro diRomano De Grazia. Che, siccome camminaverso l’avvento della democrazia, della lega-lità, della trasparenza a Platì, è, al di là d’o-gni apparenza, è una posizione utile e pre-ziosa. Noi siamo ben lieti di tanta presenza.Il paese di Platì non è solo. Potrebbe soloaccadergli d’essere in mala compagnia.

Questo riguarda, però, il futuro. Al presen-te è da constatare che, fatta eccezione perGiuseppe Raffa, costretto al silenzio dallasua funzione, tutti gli accorati delle “criti-cità” di Platì sono stati zitti e muti, quandoil paese è stato interamente accolto in unaretata . Sono stati zitti e muti quando c’èstata la grande scoperta che colà anche ibambini sono mafiosi. Sono stati zitti e muti,quando Romano De Grazia, superando conun colpo solo le due infamie precedenti, hadichiarato che a Platì non c’è chi, tranne lui,sia in grado di stare a capodell’Amministrazione. E Rosario Sergi, sti-mando che lo stare zitti e muti era poco, s’èmesso al suo seguito. Muti e zitti- dal vesco-vo a Luigi Giugno- anche adesso che con iloro tatticismi verbali parlano di “criticità” enon dicono una parola sulla criticità dellecriticità : se Platì è un paese normale o unpaese enorme per ‘ndrangheta.

Il Sindaco diBovalino non sirisparmia, esoprattutto non farisparmiare loStato. Un verosegugio a cacciadi finanziamenti

La presidenza regionale del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) Calabria e la Delegazione FAI dellaLocride e della Piana esprimono solidarietà per il vile attentato subito dall'amica ed associata FAI MariaCarmela Lanzetta, Sindaco di Monasterace, da sempre al fianco dei volontari del FAI nella valorizzazionedel patrimonio culturale della Locride, se ne ricorda da ultimo il fattivo sostegno alla Delegazione per ilrestauro del mosaico del Drago, bene simbolo della cittadina di Monasterace e del territorio

I Muti di PlatìI Muti di Platì

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la Riviera

ANTONELLA ITALIANO

Nardo era un vecchio commerciante di cavalli, dall'intuito vivo e dallamorale discutibile, come si addice ad ogni buon venditore. Amava chiac-chierare con i concittadini che incontrava per strada e, anche se viveva aBovalino, se ne sentiva profondamente distante. Lui la vita la guardavadritta in faccia, la sentiva sulla pelle, la ascoltava di notte dalla sua barac-ca. E profumava di terra e di sudore, aveva i suoni delle macchine checorrevano sulla statale, di grilli lontani nascosti dal buio, di galline schia-mazzanti dentro casa. La sera, proprio davanti alla porta, sotto il filo deipanni stesi ad asciugare, accendeva il braciere e vi restava seduto a lungocon la famiglia. La sua storia era antica, modesta e, i suoi tanti figli, ragaz-zi semplici a cui avrebbe voluto insegnare a trattare con gli animali: l'ar-te del sensale, con tutte le sue parodie e gli atteggiamenti. Cosimo,Benedetto, Francesco, Sasà, Cesare, Armanda, Cola sognavano inveceun'altra vita e Nardo si scontrava continuamente con il loro totale rifiutoma, soprattutto, era preoccupato dall'atteggiamento di Cola. Ribelle finda piccolo, quel ragazzo sembrava non accontentarsi mai di nulla. Erastanco dei cavalli, del freddo della baracca, e guardava la vita cittadinacon un interesse sempre maggiore, ed intenzioni poco chiare. Forsesarebbe cambiato, pensava in cuor suo il vecchio padre. Andare alla fiera di Piazza Armerina, in Sicilia, per Nardo era una gran-de festa. Si preparava quand'era ancora notte, doccia e profumo, panta-loni e giacca abbinata, e una immacolata camicia bianca. Solo dopo lamorte della moglie indossò sempre una cravatta nera. Poi, nel riflessoopaco dello specchio, aggiustava la “barritta”, sistemava il portafoglio intasca, ed era pronto per il viaggio. Lui era il capo e guidava le trattative,

ogni dettaglio era importante. Quando invece lefiere si svolgevano nei paesi dell'entroterra aspro-montano gli zingari partivano tutti, e affittavanostanze per pernottare nel paese un'intera settimana.Sono questi i ricordi che vivono nel cuore dei bova-linesi. Nardo “lo zingaro ricco”, il capo, che ancoraoggi, imboccando lo svincolo della statale 106, sem-bra quasi di vedere seduto davanti alla porta di casa.I suoi figli, Cosimo e Benedetto, si sono trasferiti alnord per lavoro. Cesare e Francesco seguono mala-mente le sue orme, mancanti come sono di classe,smalto, arguzia. Cola si sospetta tratti con la droga.Cola entra ed esce dalla galera, infastidisce i concit-tadini con continui furti, cambia grosse auto, con-duce una inspiegabile vita agiata. Anche nel vestireè esigente: predilige i colori accesi, non è raro ritro-varselo davanti in pantaloni rossi e vistose camice aquadri. E dopo l'ultima “visita” in carcere ottiene gliarresti domiciliari, poi la notifica della sorveglianza speciale, il permessodi lavoro alla Limina. Ma, nella sua ricerca del benessere facile, Colatrova anche la morte. Una morte triste, solitaria, in cui l'ultima cosa chesente è il frastuono dei colpi di fucile. Non il dolore delle ferite ma l'odo-re del sangue caldo, e della terra, gli stringe il cuore. Quella terra che suopadre respirava al galoppo sui cavalli, ora lo accoglie e lo accarezza. Cola,figlio del Capo, avrebbe potuto essere diverso dagli altri zingari, ma uncuore nato libero, tanto da ritenersi al di sopra delle regole, è di difficilegestione persino per un padre.

UOVA DI PASQUA AI BAMBINI RICOVERATI INOSPEDALE

Delitto Berlingeri

LEOCOS

PASQUETTAASIDERNO

...PASQUAAPORTIGLIOLA

LA STORIA DI NARDO E DI COLA

Proseguono le iniziative di solidarietà pro-mosse dall'associazione LEOCOS, inprima linea nel portare avanti progettidedicati a grandi e piccini. I bambini ricoverati nel reparto di pedia-tria dell'ospedale di Locri, riceveranno inquesti giorni la visita dei volontari che perottenere un sorriso in cambio di un uovodi Pasqua porteranno gli auguri per leormai prossime festività.

Saranno Eugenio Bennato, FrancescoLoccisano e Mimmo Cavallaro con i TaranProject i protagonisti di “Ecce Musica”, perla terza edizione del concerto della Pasquadi Portigliola.L'evento, promosso dal sindaco PasqualePanetta, e organizzato sotto la direzioneartistica di Francesco Loccisano, sarà con-dotto da Rosario Barbaro e Maria TeresaD'Agostino.

“Le intimidazioni contro la colle-ga Maria Teresa Lanzetta nonpossono lasciare indifferenti i sin-daci della Locride. Occorre unareazione composta, seria, deter-minata. Per questo motivo hodeciso di convocare il comitatodei sindaci allargato a tutti i 42colleghi della Locride aMonasterace per mercoledì, 10aprile, alle ore 10,30. E’ questo l’invito rivolto da IlarioAmmendolia al Presidente dellaProvincia, al presidente Scopelliti,al sindaco di Rosarno, ai sindacidi Guardavalle, Badolato, SantaCaterina e Sant'Andrea.

Ai 42 sindaci della Locride

L’invito

LAVORATORI A SOLI 150 EUROHanno già aderito tanti comuni, associazioni, aziende private e uffici giudiziari alla manifesta-zione d'interesse che dovrà essere presentata alla provincia di Reggio Calabria. In pratica, sipotrrebbe beneficiare di lavoratori in Cig straordinaria ed in mobilità, in deroga per 6 mesi eper 20 ore al giorno, pagando solo Inail e l'assicurazione contro terzi (circa 150 euro a testa).Un progetto sostenuto da Stefano Maria Catalano dirigente del settore 8, formazione profes-sionale, lavoro e politiche giovanili.

Torna la “Pasquetta sidernese” organizzatadal sindaco Riccardo Ritorto edall’Assessore Maurizio Baggetta. Il pro-gramma prevede: alle ore 18,00 l’esposizio-ne in Piazza Portosalvo del gigantescoagnello di marzapane realizzato dai maestripasticceri sidernesi con successivo taglio edegustazione. Alle 20,00 in PiazzaRisorgimento il concerto del gruppo diMimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea: iTaranproject.

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DOMENICA 18 MARZO 2012 LA RIVIERA 14

Bossi lasciaLa fine di un mostro

Bossi, e ancora, Boso, Borghezio, Speroni, Maroni, Reguzzoni, Salvini, Castellazzi e Calderoli per un trentennio hannodetrminato l’arretramento culturale ed economico del paese.Con loro cessa il potere dell’ignoranza da bar

GIOACCHINO CRIACO

Bossi abdica, dopo lascoperta che i soldi delpartito servivano a farvivere nell’agiatezza ilcerchio magico

costruito intorno alla famiglia delleader.E che le cose non fossero limpidelo si era capito da tante cose.Per comprendere che non c’era“trippa per gatti” sarebbe bastatoguardare dentro tante vicendeeconomiche oscure, emblematicaera la storia dei dodicimila miliar-di di vecchie lire spesi perMalpensa, con due aeroporti esi-stenti a pochi chilometri: Orio alSerio e Linate.Chissà se i riti celtici prevedano iriti pasquali. Sarebbe bello se cosìfosse, così i leghisti potrebberofesteggiare quella che per loro èuna Pasqua di resurrezione. Bossie la sacra famiglia nordista sonotornati alla vita, hanno lasciato isepolcri e si sono mischiati ai vivi,scoprendo quanto i loro loculi fos-sero sepolture imbiancate e quan-to essi stessi fossero uguali agliumani italioti. Come tutti, comesempre, diceva un tempo il duroTonino, Di Pietro. E in fondo unasorpresa non lo è per molti che lalega fosse né più né meno media-mente ladra come il resto dei par-titi che formano l’arco costituzio-nale italiano. La sorpresa, pertanti, è stata la durata della lega.

Nessuno avrebbe potuto prevede-re che gente dello spessore diBoso, Borghezio, Castellazzi,Calderoli, Speroni, Maroni,Reguzzoni, Salvini avesse potutoimperversare in Italia per un tren-tennio determinando l’arretra-mento culturale ed economico delpaese, ora sotto gli occhi di tutti.Difatti è un mistero come gente ilcui posto naturale sarebbe il tavo-lino di un bar di una valle sperdu-ta a giocarsela a carte per il titolodel re del ramino, sia riuscita aentrare in politica, nei comuni,

nelle province, nelle regioni.Gente come Castelli e Calderoli,nei ministeri? No, per forza cideve essere stata una regia dietro.Un potere enorme e spiritoso, chenon solo voleva distruggere l’Italiama voleva anche divertirsi. E sideve essere sbellicato di risate avederci presi a calci in culo pertrent’anni da personaggi che nelmeridione trovi seduti in qualun-que bar di paese a giocarsi l’aperi-tivo a tresette o alla briscola achiamata. La lega, in realtà, hadato l’esatta misura della grandez-

za del paese, che si è scoperto unaterra per maranza, bulli padanicon gusto politico pari al gusto perle camice a quadrettoni grandiverdi che indossano. I maranzapadani tenevano famiglia come itruzzi della migliore tradizionenapoletana e i tamarri che giranoper le strade meridionali. Si, micapuò essere un caso che i leghisti seli sia veramente scelti la gente,perché se il trenta % dei nordicidovesse assomigliare a chi li harappresentati per tanto tempo,sarebbero veramente messi mali.Certo che non può essere così, inordici sono bella gente e i bassiistinti leghisti sono un fenomenofuorviante. Del resto nemmenogli italiani sarebbero messi benese la loro immagine fosse specula-re a un altro maranza eccellente, ilBerlusca altro drago delGiambellino dal sangue padanoche ha allietato un ventennio didolce vita nazionale. No, dobbia-mo dircelo che non assomigliamoa chi ci rappresenta, mica ci sen-tiamo simili al Bersani dalle mani-che della camicia arrotolate, alTonino nazionale, al Rutelli, alloScilipoti o alla Fornero. C’è qual-che potere immenso che si divertea umiliarci, questo dobbiamodirci, che quello che si vede è tuttofalso, una montatura tragicomica.Dobbiamo dirlo per salvarci.Altrimenti dovremmo ammetter-lo che siamo una grande, immen-sa, tribù dei Maranza.

La tribù dei Maranza

LA COPERTINA

Il destino dell’Italiadeterminato da una

sette che con ilSettentrionalismo

ha stoppato losviluppo nazionale

Trattateli come i platiesi. Buttateli fuori dicasa. Lasciateli sulla strada con un po’ distracci in mano. Mandategli i Cacciatori

elitrasportati di Vibo Valentia, facendoli arri-vare in padania col favore delle tenebre e piaz-zandoglieli nel salotto sopra il tappeto buonomuniti di scarponi infangati d’ordinanza.Fategli assaggiare il rigore della legge italianaa questi barbari del nord e mostrategli cosa siprova a ritrovarsi in casa all’alba la benemeri-ta. Permetteteci per una volta di essere truci edi mollare per un giorno il garantismo pelosoche ci connota negativamente. Per ventiquat-

tro ore ci comporteremo da padani e chiede-remo leggi durissime, i celti ci massacranod’improperi da trent’anni e per quanto ilnostro animo sia gentile un momento di sfogoè d’obbligo. Quindi prendetegli tutto, senzaandare tanto per il sottile, a quelli del cerchiomagico. Toglietegli ogni soldone sottratto albelpaese, mandate il loro figli a dormire in sta-zione come di solito si fa con i mafiosi calabre-si. E per la legge del contrappasso, ripristinateil soggiorno obbligato e portateci in terronia ivertici della lega, magari ci contageranno e ungiorno potrà nascere la lega del sud.

Sfrattate i leghistiPASCAL CHARMOT

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DOMENICA 8 APRILE 2012II

LA PROVINCIA AL VINITALY

“Reggio Calabria, provincia enoica. Daltirreno allo jonio: ritorno alla MagnaGrecia” è il brand con il quale la pro-vincia di Reggio Calabria ha intrapresoil progetto di valorizzazione dei vini di

qualità, a partire dalla partecipazione alla 46° edizione delVinitaly, la più grande kermesse internazionale del mondodel vino. Nel padiglione 7b, insieme alla Calabria e ad altreregioni del sud e del centro Italia, la provincia di ReggioCalabria ha spiccato in originalità, in qualità dei vini propo-sti e soprattutto per il ricco calendario di eventi: seminari,convegni, talk-show, degustazioni guidate. E ancora: la pre-sentazione della guida vini “Reggio Calabria, provinciaenoica”, la presentazione del libro “Corsa alla Terra” allapresenza dell’autore ovvero Paolo De Castro, presidentedella commissione agricoltura al parlamento europeo, lapartecipazione di importanti personalità del mondo delvino tra i quali il famoso giornalista Eric J. Lyman allaricerca dei “vini unici” il quale ha apprezzato il paesaggio

ed i vini dei terrazzamenti della Costa Viola e i passitiGreco di Bianco e Mantonico, il noto professore FaustoCantarelli il quale ha definito i vini reggini come “i vini chemordono e varcano la dieta mediterranea”, il sommelierSandro Sangiorgi (tra i fondatori di Slow Food e damolti definito l’erede di Veronelli) che si è soffermato alungo per conoscere ed “esplorare” le caratteristichedei vini di Palizzi, Giovanni Pugliese export managerdell’Enoteca Italiana che ha apprezzato, tra gli altri, ivini provenienti dal pianoro fossilifero di Arghillà, lagiornalista del “Gambero Rosso” che si è intrattenutaproficuamente con le numerose “donne del vino” pre-senti presso gli stands della provincia, Giuseppe Gagliotipresidente della camera di commercio di Cosenza che havisitato gli spazi reggini complimentandosi per l’originalitàdell’iniziativa e per il fitto calendario di eventi propostidichiarando di voler intraprendere una fattiva collaborarecon l’assessore Rao. E anche i numeri confermano il suc-cesso dell’iniziativa, fortemente voluta dal presidente

Giuseppe Raffa e dall’assessore all’agricoltura GaetanoRao ed apprezzatissima sia dalle aziende partecipanti siadai “colleghi” delle altre province e regioni: 160 mq e lospazio eventi “Agorà”, 15 aziende vitivinicole, 2 strade delvino (l’”Ecostrada del vino e dei sapori della Costa Viola”

e la “Strada dei vini e dei sapori della Locride”), 50 eti-chette al banco di assaggio, 10 tra talk-show, seminari,convegni e degustazioni guidate, 20 tra relatori, esper-ti del settore, giornalisti della stampa specializzata, 15tra enti ed istituzioni in partnership. E a Gaetano Rao,chiediamo quali sono le motivazioni del successo di

“Reggio Calabria, provincia enoica” alla 46^ edizionedel Vinitaly. “Probabilmente alla base della ottima riuscita

dell’evento vi sono la cura dei particolari, il coinvolgimento sindall’inizio dei produttori e delle associazioni di categoria, laprogrammazione intrapresa già da novembre e l’avere usufrui-to dell’attività di professionisti di altissima caratura. Ma siachiaro che il successo è anche merito della grande professio-

nalità delle aziende vitivinicole reggine che hanno parte-

L’enologia di qualità per unritorno alla Magna Grecia

VetrineGrandi vini reggini

Nel padiglione 7b del Vinitaly di Verona, insieme alla Calabria e ad altreregioni del sud e del centro Italia, la provincia di Reggio Calabria haspiccato in originalità, in qualità dei vini proposti e soprattutto per il riccocalendario di eventi: seminari, convegni, talk-show, degustazioni guidate

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DOMENICA8 APRILE 2012III

cipato all’evento, le quali hanno dimostrato di essere in grado,con le loro produzioni, di competere con chiunque. Ed i risul-tati concreti a detta degli stessi partecipanti e di tutti coloro chehanno vissuto gli intensi giorni del Vinitaly sono evidenti”. Ilprogetto “Reggio Calabria enoica” è partito primaancora del Vinitaly e a più riprese lei ha dichiarato checontinuerà. In che senso ? “Il progetto fa parte di un piùampio programma di marketing territoriale condivisodalla giunta, consci che il vino sia l’emblema dell’enoga-stronomia e del territorio. Abbiamo realizzato un incon-tro proficuo con la Camera di commercio italo-germa-nica, prossimamente ne realizzeremo uno con la cameradi Commercio italo-canadese, diffonderemo la guida deivini della provincia già presentata la Vinitaly, proseguiremocon altre iniziative a favore delle imprese vitivinicole orientateall’esportazione ed alla promozione del paniere “prodotto-ter-ritorio”; da imprenditore ritengo sia fondamentale contribui-re all’incontro tra domanda ed offerta e al contempo che sianecessario stimolare i flussi turistici. Infatti è stato un

Vinitaly improntato sui servizi per le aziende e non solo puravetrina: l’incontro con i buyers, i seminari tematici, le degusta-zioni guidate e i banchi di assaggio, i talk-show ed i convegnihanno dimostrato come sia possibile essere attivi, originali edattrattivi in un contesto eterogeneo e vasto come quello vero-

nese”. Avete puntato molto sulla comunicazione inte-grata e sulla promozione anche nazionale oltre cheregionale e locale, offrendo grande visibilità al setto-re, con quali risultati ? “In realtà avremmo voluto fareancora di più per il marchio “Reggio Calabria, provinciaenoica” ma le risorse limitate ci hanno costretto a sele-

zionare con cura ma con ottimi risultati in termini diritorno mediatico e soprattutto in termini di interesse reale

da parte del mondo del vino e di incontri proficui con le can-tine. Ma la cosa importante è che ad essere promozionato èstato l’intero territorio oltre che le aziende partecipanti al pro-getto ed indirettamente tutta la filiera vitivinicola provincialeed il comparto del turismo enogastronomico e rurale”.

Numerose partnership e collaborazioninazionali (Città del vino, Movimento turi-

smo del vino, CERVIM, Regione Siciliana,Interprofessional Network, AssociazioneEconomisti di Impresa, SIEA, Accademia ali-mentare italiana, Vinidea, ecc.) hanno consen-tito di costruire un ricco calendario di eventipresso lo spazio “Agorà” dello stand della pro-vincia reggina. Grazie al banco d’assaggio, aldesk-giornalisti di Calabria Economia ed allaregia televisiva di Vinitalia.tv si è riusciti ad ani-mare l’intero padiglione e a proporre in diret-ta quanto accadeva su Laprimapagina.it esulla stampa on-line in genere sia regionaleche specialistica. Chiediamo all’agronomo edassaggiatore ONAV Rosario Previtera, coor-dinatore di “Reggio Calabria, provincia enoi-ca”, quali sono stati i momenti salienti dellamanifestazione. “Il mix tra convegni, talk-show e seminari unitamente alle degustazioniguidate, ha consentito di tenere sempre vival’attenzione sugli stand delle aziende reggine esulla provincia di Reggio Calabria in genere, ilcui spazio è stato visitato da personaggi auto-revoli oltre che da importanti imprenditorivitivinicoli calabresi. Interessanti e moltoapprezzati sono stati i seminari su “Vendere ilvino all’estero: aspetti fiscali e doganali” e su“Marketing del vino e preparazione all’incon-tro con i buyers”. Grande interesse da partedei giornalisti e del pubblico in genere hannodestato sia l’inaugurazione con la presentazio-ne della Guida vini “Reggio Calabria, provin-cia enoica” sia la presentazione del libro diPaolo De Castro “Corsa alla Terra”. Nonmeno partecipati sono risultati i due talk-showtematici: “Turismo del vino, paesaggio e qua-lità: il trittico per lo sviluppo” e“Internazionalizzazione e mercati del futuroper il vino”. Ha riscosso inoltre grande succes-so il provocatorio convegno “Calabrese e NeroD’Avola: autoctoni fratelli o gemelli ?” che si ètradotto in un amichevole “match” culturaletra calabresi e siciliani e nella presentazione inanteprima nazionale di alcuni vini da NeroD’Avola in purezza: un esclusivo bianco, unospumante, un passito ed un rosso a marchiogeografico regionale. Infine le degustazioniguidate hanno consentito di avvicinare sia iproduttori che il pubblico alla didattica delvino ed corretto approccio al “bicchiere”.Sono stati degustati il primo giorno i vini dellojonio reggino: i Palizzi IGT di Pichilli(“Prastico” e “Kalò”) e di Altomonte(“Suggianzi” e “Rosso di Palizzi”). Poi, ilsecondo giorno è stata la volta dei vini del tir-reno reggino: l’IGT Costa Viola “Armacìa, ilvino dei terrazzamenti” della Coop. EnopolisCosta Viola e gli IGT Calabria, prodotti adArghillà della cantina Zagarella:“Alfieribianco”, “Alfierinero”, “Terragrande”.E’ andato anche in degustazione un innovati-vo vino rosso sperimentale prodotto dagliallievi della scuola agraria “G. Ferraris” diPalmi denominato “Suavitas”ed esposto nel-l’ambito di un progetto specifico presso lostand del Ministero dell’agricoltura. Ed infine,il terzo giorno, è avvenuta la degustazione gui-data di una selezione dei vini Greco di Biancoe Mantonico, che ha riscosso grande apprezza-mento ed ha visto tra i partecipanti anche ilgiornalista Eric J. Lyman. Una tematica inte-ressante quella della degustazione guidata chevalorizza il rapporto vino-territorio che ci haconsentito di essere ospiti nel padiglione dellaRegione Veneto – Consorzio del BardolinoDOC per una diretta televisiva del 26 marzo(disponibile su www.veronaoggi.tv ) la quale ciha dato la possibilità di promuovere i vini ed ilterritorio provinciali: un territorio, quello diEnotria “terra del vino”, dal quale la culturaenoica si è diffusa ovunque”.

EVENTI E DEGUSTAZIONI GUIDATE

Un “blend” vincente

LA PROVINCIA ENOICA

QUI ACCANTO i protagonisti reggini al vinitaly 2102.SOPRA il momento della presentazione dell’importanteiniziativa da parte dei vertici istituzionali

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LA PROVINCIA AL VINITALY

Grande soddisfazione per le numerose aziendepartecipanti alla 46 ̂edizione di Vinitaly con ilprogetto “Reggio Calabria, provincia enoica”. A

sentirne i protagonisti, tutti risultano entusiasti per l’orga-nizzazione, il coordinamento, i servizi, gli eventi e glispazi offerti. Il direttore tecnico della coop. EnopolisCosta Viola, l’agronomo Giuseppe Beldono sostiene“che Vinitaly è una vetrina importante ma è stato soprat-tutto, grazie alla provincia un momento di confronto e diincontro soprattutto col mercato. Gli eventi ed i serviziofferti dalla Provincia, sono risultati interessantissimi,formativi ed proficui in un contesto orientato al busi-ness”. Maricle Zagarella ed il fratello Giovanni dell’o-monima azienda, tornano da Verona soddisfatti dalledegustazioni guidate e di quanto ottenuto in termini diincontri BtoB: “uno stimolo in più per proseguire nel rag-giungimento dell’obiettivo aziendale di produrre altaqualità, quale risultato sinergico del lavoro della naturacon quello dell’uomo nel rispetto reciproco”. Anche lealtre “donne del vino” del vino di “Sisters & Sisters”Angela e Vittoria Versace, Antonia e Domenica Scordo legiovani conduttrici dell’azienda vitivinicola Pichilli, sonosoddisfatte di una quattro giorni intensa e “viva” e di averpotuto incontrare, col fondatore Nino Pichilli ed il loromentore Maurizio Fiumanò, sia potenziali acquirenti, siaclienti che buyers e giornalisti specializzati, ma anche per-sonaggi importanti e significativi come il sommelierSandro Sangiorgi che ha apprezzato il loro famoso “vinodi Palizzi” e la filosofia aziendale che le accompagna. Esempre da Palizzi il giovane Antonino Altomonte insiemea Nino Inuso, racconta che anche grazie al Vinitaly edalle degustazioni guidate ha potuto trasmettere e divul-gare uno dei propri obiettivi primari e cioè “quello divalorizzare gli ecotipi locali dei vitigni storici di Palizzi apartire dagli innesti provenienti dalle secolari vignemadri”. Cosimo Canturi rappresenta le dieci aziendeproduttrici del DOC Greco di Bianco e del Mantonicopassito - IGT Locride riunite nell’Associazione “MegaleHellas”, tutte presenti al grande e visitatissimo spaziomesso a disposizione per questa DOC di eccellenza, pro-prio accanto al colorato stand dedicato alle due Stradedel vino della provincia. Canturi, egli stesso produttore,sostiene che “lo scopo principale dell’associazione è quel-lo di favorire l’affermazione definitiva sui mercati nazio-nali ed esteri dei nostri pregiati vini, apprezzati in tutto ilmondo. Questa edizione del Vinitaly è stato certamenteun ottimo inizio in tal senso ed ha consentito ancora dipiù di far apprezzare i nostri vini e le nostre aziende algrande pubblico ed ai ristoratori. Inoltre questa bellaesperienza, grazie all’assessorato provincia all’agricoltu-ra, ci ha consentito di testare per la prima volta concreta-mente in occasione di un evento importante, la grandesinergia esistente tra i produttori associati”.

LE AZIENDE PRESENTI ALL’EDIZIONE 2012

La parola ai protagonisti

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DOMENICA 11 MARZO 2012 LA RIVIERA 19

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La

Lettere, note e schermaglie

[email protected]@lariviera.191.itTel 0964/383478

la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

COLLABORATORI

Anna Laura Tringali, MaraRechichi, Ruggero Brizzi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, MarcoAndronaco, Isabella Galimi ,MariaTeresa D’Agostino, GiovannaMangano.

DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 20

Direttore responsabile PASQUINO CRUPIDirettore EditorialeERCOLE MACRÌIn redazione: M ARIA ELENA FILIPPONE, DOMENICOMACRÌ, MARIA GIOVANNA COGLIANDRO,ANTONELLA ITALIANOEditorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

L’AGOLO DI PARRELLO di Franco Parrello

GIANNI CARTERI

“Era gente fiera quella di Africo, gelosa, alquantoselvatica. E poco propensa a fare amicizia con ilforestiero dal quale temeva equivoci ed inganni, o,al massimo, licenza e malcostume. Gli piacevaoziare alla gente lassù... Quelli di Africo affrontava-no la legge a viso aperto e si ribellavano come unsolo uomo, appena ritenevano che la misura fossecolma anche se l'ingiustizia patita era a danno solodi essi”. Sono parole tratte da “Scomparsa di Africo”di Raoul Maria De Angelis, alle quali istintivamentepenso quando arrivo, accompagnato da mio figlioFrancesco, nell'odierna Africo Nuovo, il paese diGiuseppe Morabito “tiradditto” e dei tanti giovanioperai e studenti che negli anni settanta lottaronocome leoni per la nascita del nuovo paese che oggisorge nei pressi di capo Bruzzano, dove sbarcaro-no i primi coloni greci alla ricerca di terre nuove ecieli nuovi. Giorno del Venerdì Santo, fra poco arri-va Padre Giancarlo Bregantini, sotto un sole spa-valdamente arrogante, per inaugurare la Nuova ViaCrucis ed il nuovo Calvario, posto su una collinache sovrasta uno dei paesi più tormentati dellaLocride da faide che sembra non abbiano mai fine.I banchi della chiesa sono tutti occupati dalledonne africesi, moltissime delle quali listate a luttocon il capo coperto da un elegante velo nero: unascena che non vedevo da almeno quarant'anni.Cantano, in un'atmosfera di autentico e partecipatodolore popolare “Spiritu Santu meu, datami aiutu”detto anche “Leroggiu da Passioni”, l'orologio chescandisce le ventiquattrore della Passione di Cristo.E' bello, pur nella drammaticità del Venerdì Santo,sentire la triste melodia, imbevuta di ritmo e caden-za arabi, che le donne più anziane continuano acantare in un silenzio irreale e con gli uomini all'im-pie di in fondo alla chiesa, pur essi sbigottiti e toc-cati dall'atmosfera che si è creata in questo lemboai confini del mondo. Non è facile decifrare le paro-le strascicate ma mi soccorrono le pagine diMichele Furfaro e del maestro Natale Femia che neidue volumi “Benedittu lu Signori” hanno raccolto icanti religiosi popolari della Diocesi di Locri-Gerace . Sentite l'incipit: “Ora si parra di Diu, nuver'amuri,/n'amuri veru e n'amuri perfettu/e quan-tu beni vorzi o peccatori/lu vorzi liberari di lu mper-nu”. Appare molto provato Padre Giancarlo. Lo silegge in viso e nell'incedere stanco e lo si capiscebene quando inizia l'omelia al termine dellaLiturgia della Parola : “La Passione di Cristo- dicecon voce ferma e affranta ad un tempo- non è unracconto di ieri ma è la storia dolorosa di oggi”.Concetto espresso anche nella Cattedrale di Locrialla Messa del Crisma del Giovedì Santo: “Tribolatima non schiacciati: E' stata una Quaresima prova-ta, segnata da grandi tentazioni ed evidenti prove,come il fuoco che purifica l'oro. Ci ha preoccupatol'aggressione alla vita, a tutta la vita, che vediamospesso schiacciata e offesa. “In forme diverse matutte ugualmente feroci: omicidi, aborti, lotte trafratelli. “Ciò non significa che vogliamo dare spazio ad unDio che si vendica “continuava a ripetere alla gentedi Africo il Vescovo. Il “mai senza l'altro” essenzadel cammino sinodale, nella sua più intima pre-gnanza resta il simbolo più grande “per resistereagli attacchi del male, il rimedio più grande per l'u-nità e la solidarietà della Chiesa e della gente dellaLocride”.Il calarsi nella spiegazione della Passione ridà comeper incanto smalto e vigore inaspettato a PadreGiancarlo, incantato dalla partecipazione corale delpopolo africese. Indica i personaggi chiave dellaVia Crucis : Giuda, Pietro, Ponzio Pilato, il popolo,Maria, la dolcissima madre di Gesù. Inizia così lasua coinvolgente spiegazione proprio da Giuda, lafigura evangelica sulla quale più si è sbizzarrita lafantasia di scrittori e cineasti, proprio perché rap-presenta più di tutti le tante contraddizioni dell'esi-stenza dell'uomo. Ecco il passaggio dialettale delledonne africesi: “A li cincu uri Jesu già vidia/ ca

giuda vanti a la turba s'affanna, /Giuda lu baciae ali Judea dicia: / Pigghjàti a chistu chi v'ajummostra-tu”. E proseguendo, ecco il dramma di Pietro,“l''amatu discipulu”, che parla a Gesù credendodi conoscere pienamente e presuntuosamentese stesso. Dice Bregantini: “Nessuno ha la veraidea di Dio se non ha conosciuto il Crocifisso”. EPietro, dopo che ha rinnegato per tre volte il suoMaestro, incontra per alcuni secondi lo sguardodi Cristo”. Come non tornare al canto dialettale:“Canta lu gallu e Petru l'ha negatu,/canta lu gallue Petru s'avvidia, /cercàu perdunu di lu so pecca-tu/a li so' occji ddu' funtani avia”. La Chiesa di Africo si riempie ancora, molti sonoall'impiedi incantati dalle parole di Bregantini chetratteggia la figura di Pilato chiedendosi e chieden-do ai presenti che cosa c'è in noi di Pilato, che cosaci impedisce di essere liberi, quali sono le nostrepaure, le maschere che portiamo tra la gente, spes-so calpestando gli altri pere l'apparenza, per il buongiudizio della gente che ci circonda. Ecco i versidella Passione popolare a tal riguardo: “Pilatu s'af-facciau goià a lu barconi/e nci mmostrà'a lupopu-lu: “Ecce Homu”/...Ha perzu di la faccia lu deco-ru/ora chi vinni a 'sta grandi mpotenza, /EternuPatri, chist'è lu to'Figghjolu,/fu rimbuttatu a tantapenitenza”. E come non ritrovarci negli insulti, nelle bestemmiedel popolo inferocito verso Gesù, quel popolospesso beneficato dal Maestro e che indifferentedopo aver gridato “crucifige” se ne va per la suastrada. La gente pensa tra sé e sé: si era proclamatoFiglio di Dio; se è veramente figlio di Dio, scendadalla Croce. Ancora una volta, evidenzia PadreGiancarlo, “di fronte al Crocifisso ogni uomo rivelase stesso, manifesta la sua mediocrità, la suameschinità”. Ed eccoci infine alla scena di Mariasotto la Croce. Come scriveva San JosemariaEscrivà nella sua bellissima “Via Crucis” , la MadreNostra dall'annuncio dell'Angelo fino alla sua ago-nia ai piedi della Croce- non ha avuto altro cuorené altra vita che quella di Gesù: “Padre Giancarlo siferma pensieroso per alcuni attimi, totalmenteimmerso nei dolori, nelle pene e negli affanni cheaccompagnano il Cristo, e poi riprende: “Maria hadato se stessa a Dio e a Gesù. Nel momento cheGesù è crocifisso e glorificato nella Croce, riceve ladefinitiva consacrazione del suo sì. Ella soffrevedendo il suo Figlio, non più suo, nelle famelichemani degli uomini, ucciso dagli uomini per loroamore”. Ci soccorrono ancora le parole della pietàpopolare africese: “Guardamu l'afflizioni diMaria,/Matri Maria rrestà'scuntenta e sula,/guardala Cruci e spirari volia,/vidi a so' figghju, sonà'vin-tum'ura”. Molto toccante il bacio della Croce conBregantini seduto ai piedi dell'altare con in mano ilCrocifisso che la gente ordinatamente va ad acca-rezzare o baciare. Mentre mi avvicino per baciare ilCristo il mio sguardo incrocia quello del Vescovo emi ricordo delle parole che mi aveva scritto qual-che giorno prima: “La Via Crucis continua, ma pre-sto sarà Pasqua per la nostra terra”. Con questeparole di grande speranza lascio Africo facendomie le ultime implorazioni delle donne di Africo:“Cu' ama lu Signori veru e giustu/lu Paradisu lu pig-ghia di pettu,/cu cadi 'mpeccatu mortali no' n'è giu-stu, /ca chista cosa si sapi di certu”. Sono le paroledi un popolo che oggi in parte ha smarrito la suaantica identità , dopo che - come amava ripetereDon Giovanni Stilo- “ di generazione in generazio-ne, ha vissuto per decenni , per secoli , aggrappataalla famiglia , alla zolla di terra , alla montagna. “ La modernità e le improvvise ricchezze, inseguitecon ogni mezzo , hanno stravolto il volto degli afri-coti e di tanta parte della società calabrese . Nonsarà facile vincere il male con il bene anche perchè, come il principe Tommasi di Lampedusa scrive-va nel suo Gattopardo “il sonno, caro Chevalley, ilsonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieran-no sempre chi li vorrà svegliare. “

La via Crucis è la storiadella Locride di oggi ELPIDOS

Lo dicono gli economisti, i sociologi, gli storici, i filo-sofi ed i teologi, gli anni che stiamo attraversando

rappresentano l'anno zero della nostra società edella vita di ogni essere umano. Si afferma,infatti, in maniera univoca o quasi, che trascor-

so questo periodo, nulla e niente sarà comeprima. Il problema è proprio quel “quasi”. Si, perchè,in questa evidente quanto imprescindibile situazionedi cambiamento e stravolgimento sociale ed econo-mico, nulla si sa del pensiero dei politici e della poli-

tica, di cosa pensano e di cosa faranno. Sarà annozero anche per

la politicao ,

come inun modoincantato edisilluso, lap o l i t i c a

sarà ancora la “zona franca” o l'oasi di riproduzionedi un moderno “Jurassic Park”, per soliti noti e vec-chi poteri?Con questo epocale interrogativo si avvicinano le ele-zioni amministrative di primavera che vedrannoimpegnati numerosi centri della nostra Provincia. Lapolitica saprà finalmente cogliere la necessità delcambiamento e della mutazione sociale in atto e,così, facendo saprà riappropriarsi della logica demo-cratica della rappresentanza della società e delle sueprospettive?I nostri politici prenderanno atto di tale necessità,consacrando finalmente il tanto auspicato ricambiogenerazionale e di idee - più volte promesso, ma maicoraggiosamente e concretamente attuato - sul pre-supposto che questo è più adatto ai cambiamentistorici ed epocali? Oppure continueranno a reincar-

narsi nei soliti personaggi e solite ideologie chehanno, nel tempo, portato al radicarsi dei

problemi della nostra società?Il dilemmasarà presto

sciolto, nel frat-tempo, piace porre all'attenzione dei protagonisti -elettori compresi - un pensiero: la storia ed i giovanicamminano insieme!

Politica: anno zero o Jurassic park?

“Bambinella du mercatu”

Mare ti guardoso che oltre l'orizzontela tua acqua azzurralambisce ancora la terrauna barca in lontananzasi dirige verso un portodi Calabriae tu forestiero tocchi queste spondenel tuo cuore la paura e la speranza

Un uomo che non halo stesso colore della tua pelleti tende la manoper te cominciauna nuova vitanella mente hai ancora l'immaginedel cielo stellanole palme della tua terraqui in terra di calabria

trovi arancetial posto dei dolci datteri.Ma la vita è sempre amaraper te figlio di Agarpellegrino per le vie del mondoe io che ti incontro...e tu che mi inviti a compraree tue collane colorateti guardo e spero chei tuoi giorni si coloranodi vita vera e tu possa trovarePace e Amore

Laura Impellizzieri

Un piccolo paese vicino Napoli. Una bambina di tre anni rimaneorfana di entrambi i genitori. I vicini di casa l'aiutano, come sannofare i cuori napoletani. Ha quasi quindici anni quando si reca almercato a fare la spesa. Tutti, affettuosamente, la chiamano “ABambinella du Mercatu”. Giovedì Santo, Maruzzella si reca al mer-cato a comprare i dolcetti, perché di lì a qualche giorno si fes-teggerà la Santa Pasqua. Conosce, tra le bancarelle, un giovanemarinaio e se ne innamora perdutamente. Passano pochi mesi eMaruzzella è in attesa di una bambina, ma il marinaio è andato via,sembra svanito nel nulla; nessuno sa dove sia andato. Dopoqualche anno giunse in paese una notizia: “nu bastimentu” è scom-parso in una notte di tempesta. Tutti commentano: “ E' proprio vero,chi nella vita fa del male, sicuramente un giorno pagherà.”

MareLA POESIA

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina, IanZimirri, Giuseppe Patamia,Alessandra Bevilacqua,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Valentina Elia, AntonioCormaci, Mario Labate,Giulio Romeo, IlarioAmmendolia, SaraCaccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola,Sara Caccamo.

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Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Critico letterario e giornal-ista. Autore della monumen-tale Storia della letteraturacalabrese e di saggi, tutti per-vasi da fbra meridionalista.Meridionalista nello spirito enei fatti, ha raccontato eracconta la Calabria conaudacia e originalità. Giàapprezzato Rettoredell'Università per Stranieridi Reggio Calabria, è oradirettore attento e perspi-cace de “La Riviera”.Giustifico questo ritratto, dalui non voluto, con il fattoche a Pasqua ricorre il suoonomastico, ed è a questomodo che la redazione gli fagli auguri..

PASQUINOCRUPI

DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 21

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANORISPONDE il direttore

Stanno piazzando in ogni balzoun anemometro elettronico, unaffarino che serve a misurare ilvento. Ai piani della Lopa hannofatto centro e già i modernimugnai si strofinano le mani. Imaghi del vento si muovonoveloci e non è difficile prevedereche a breve molte cime sarannocoronate da pale eoliche. E io,nonostante le mie capacità pro-fetiche, non posso dirvi dove imostri sorgeranno. Posso, però,con assoluta certezza indicarvi iluoghi in cui le pale d'acciaio nonfenderanno l'aria. Non ci saran-no a Scapparrone, sul monte diGiove e sulla torre di Montalto.Sulla Lopa il gioco è stato facilee lo sarà in tanti altri posti in cuici saranno sindaci vogliosi di rim-pinguare i bilanci comunali,imprenditorucoli smaniosi dimobilitare gli appalti e vili cala-bresi che per bisogno o perpaura chineranno come sempreil capo. Ma la Lopa non è laLupa e la vocale diversa non rap-presenta una differenza di pococonto. La lopa è un lupo imba-stardito, diventato cane dapadrone. Il lupo resta tale, liberoda catene e da bisogni per cuisvendersi. La Calabria è semprepiù abitata da lopi, ma benchépochi i lupi continuano a esiste-re, per questo il vento non saràmai ammaestrato nel cuore

dell'Aspromonte. Lo sarà pur-troppo in tanti altri postiammansiti dalla disoccupazione,dalla politica, dal regresso cultu-rale, dalla depressione economi-ca, dal tradimento mafioso chehanno fatto di questa terra unposto da svendere. Tutto si cedeper un vantaggio che è piccolo ogrande a seconda del potere con-trattuale dei singoli o dei gruppi.Anche il vento daremo via comeogni briciolo della nostra dignitàbuttata al vento. Dappertutto lofarete, tranne che nella valle delvento in cui lo Zefiro ci scorredalla notte dei tempi e non sifarà certo imbrigliare da qualcheelica o da un po' di colla per topi.Tutto è vendibile in Calabriatranne un certo vento che non silascerà mai comprare, e trannecerti lupi che bisognerà ammaz-zare per farli trasformare in lopi.Voi cagnolini da passeggio rinun-cerete anche alla boria estiva perun gelato che si squaglierà in unattimo sotto il nostro potentesole, fino a quando non vi vende-rete anche quello. E io non cam-bierò il destino dei vili, anticiposolo la loro ignominia. Cosavolete fare, arrestarmi? Sono giàin una colonia penale e per veni-re ad ammazzarmi è troppa lastrada che dovreste fare, colrischio di imbattervi in un cala-brese ancora lupo.

NON COMMETTERE L’ERRORE DI CONFONDERE LA LOPA CON LA LUPA

La Capitaneria di Porto sequestra labarca ad un pescatore di frodo (pescavasenza licenza) e il giornalista denuncia laspietata burocrazia della carta bollataannunciando pubblicamente quale saràla vendetta del povero malcapitato: laprossima estate taglierà la testa alle tarta-rughe che verranno a deporre le uova sullitorale ionico reggino. Aspettiamocidunque che i taglialegna abusivi ai quali laForestale dovesse sequestrare la motose-ga, annuncino sul giornale che per ven-detta bruceranno i boschidell'Aspromonte o che i bracconieri, sor-presi a catturare ghiri con le tagliole, simangeranno vivi pure i pulcini di rondi-ne. Anche qui, naturalmente, “per ven-detta”. Perché un Calabrese che non sivendica corre il rischio di essere scambia-to per una persona troppo mite e quindi,con qualcosa bisogna pure sfogarsi per ilpresunto torto subìto. Fosse anche latesta di una incolpevole tartaruga.Pur comprendendo il particolare stato di

necessità in cui si trova, crediamo chesarebbe stato più giusto consigliare alpescatore che medita atroci e ancor piùillegali decapitazioni, di mettersi a postocon la licenza e di continuare a pescare(nessuno glielo impedirebbe) come

fanno tutti i pescatori onesti.Lasciando in pace le tartarughe, che conquesta triste storia di sequestri e carte bol-late, non c'entrano proprio niente.Pino PaolilloWWF Calabria

La vendetta, le tartarughe, il cane di Hitler

Vendesi Bar Caffetteria

sito a Roccella J. in via Roma

info: 3683630731

Il dr. Pino Paolinno, che pure dà segno di capacità ironica, non ha afferrato la lumino-sa ironia dell’angelo custode de “la Riviera”. Il quale, per la miseria, consigliando alpescatore di frodo di nutrirsi di qualche testata mozzata di tarturuga, lo condanna amorire di digiuno. Ma non era che una metafora. Che cosa direbbe il dr. Pino Paolillose io qui affermassi che, dopo i tagli del governo Monti, i pensionati potranno assecon-dare il loro bisogno di carne, mangiando lucertole e serpenti? I quali, salva la generosabontà di San Francesco, sono velenosi. Non ci sarà nessun massacro di tartarughe. Perparadosso il nostro angelo con ali, velluate di bontà crisiana, ha voluto porre un pro-blema che il dr. Pino Paolillo tende a ignorare, vestendo i panni di Tarzan, da me, peral-tro ammirato: che il diritto alla vita viene prima di ogni altro diritto. Chi ha fame, puòrubare. E questo è riconosciuto anche dal diritto penale. Ma il dr. Pino Paolillo, interes-sato esclusivamente al linguaggio animale, dà l'idea di non capire più il linguaggioumano e neanche la lingua che scrive. Lo stato di necessità è senza alternative. Il nostroangelo custode - che angelo sarebbe altrimenti?- il quale, diversamente dal dr. PinoPaolillo, ama più gli esseri umani che gli animali, e, perciò intende la loro lingua, nonpoteva dare al suo Frafrà il flautato consiglio del Pesidente WWF. Anche perché ricor-da dove condusse l'amore esclusivo di Hitler per il suo cane.

La solidarietà è nei nostri pro-getti. Il Plesso Lamia con iprogetti extracurriculari“Riciclando, creiamo” Scuola

dell’infanzia e “Ambiente e territo-rio” Scuola Primaria avente comefinalità la conoscenza e la protezionedel nostro ambiente, attraverso ilriciclaggio, con la raccolta dei tappidi plastica, contribuisce al sostegnodei progetti di approvvigionamentoidrico nei Paesi poveri del terzomondo. Partecipa anche tu a quest’i-niziativa affinchè l’acqua non siaancora un miraggio per alcuni paesidel mondo.

SIDERNO: APPELLO DEL PLESSO LAMIA

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DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 22

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Caulonia altempo del boia Alla rinuncia, detta

n o i o s a m e n t epasso indietro, diI l a r i o

Ammendolìa, ha fattoseguito il carnevale dell’ipo-crisia, che ha trovato, pur-troppo, tra i suoi massimiinterpreti, chi ora guida lalista di “Unione democrati-ca”, Ninni Riccio. Via lamaschera.Ilario Ammendolìa va rin-graziato per avere toltoCaulonia dalla mesta vitaprovinciale, balzandola alleluci della ribalta meridiona-le, e non già, come dice l’in-tronato candidato a sindacodi “Unione democratica”,per “l’alto senso di respon-sabilità” significato “di fron-te alle divergenze che sierano create nella maggio-ranza”. Ciò che lo ha spintoa “fare un passo indietro ecreare possibili alternativeaffinché questa maggioran-za si presentasse ompatta aquesta torna-ta elettorale”.Le possibilialternativenon si creanoa poche oredalla presen-tazione dellalista. Né passiindietro népassi avanti,perciò. La verità è che IlarioAmmendolìa è stato strito-lato dai capi del Pd reggino,poiché sarebbe troppo pen-sare che a deciderlo a trarsifuori sia stato il tradimento,all’ultima ora, d’un Cagliusoqualunque. La fossa sotto ipiedi gli è stata scavata daibecchini del Pd provincialenel cui cerchio funebre dob-biamo fare entrare perdoveroso aggiornamento,Demetrio Naccari Carlizzi.Visto che FedericaRoccisano, a lui devota,splende nella lista Insiemeper Caulonia. E di passaggiovogliamo segnalare un’altrasplendida presenza di rivo-luzionario senza macchia esenza paura: quel RulloVincenzo che con le budeladell’ultimo prete voleva sgo-zare l’ultimo re, e ora sitrova in compagnia degliuomini del Pdl. Han fatto finta i becchinid’essere neutrali e rispettosidell’autonomia della sezio-ne locale piddista, ma, inrealtà, hanno lavorato per illogoramento della candida-tura Ammendolìa, volgendoda subito gli occhi vogliosiverso Attilio Tucci, che nonpiù assessore provinciale enon più consigliere nonpoteva tollerare l’dea d’unsindaco uscente e rientrantenella persona del combatti-vo presidente del Comitatodei Sindaci. Nel Pd, cosìcome negli altri partiti, si

avanza per decapitazione.La testa da far rotolare eraquella di IlarioAmmendolìa, e adessosembrano disposti a racco-glierla in lacrime i dirigentiprovinciali del PD. Se lenotizie in nostro possessosono vere, pare che la segre-teria provinciale s’appresti a“promulgare” una nota disolidarietà per IlarioAmmendolìa e di critica diAttilio Tucci. Ma AttilioTucci doveva essere fermatoquando, infrangendo ogniprincipio, cominciò a trama-re contro IlarioAmmendolìa e, per abbat-terlo, s’acconciava in listaper traslazione con il consi-gliere provinciale pidiellinoCampisi, che egli aveva fie-ramente combattuto e nonvinto nelle elezioni provin-ciali del 2011. Non lo hafatto, non l’ha voluto fare.Siamo di fronte ad una resasenza neppure l’onore delle

armi.Il Pd dellecime, noncasualmentefatto da excomunisti, chesono come lepizze alle quat-tro stagioni,non ama i sin-daci con la

testa fiera e alta, i sindaci iquali sanno che non si puòessere meridionalisti senzaessere garantisti, i sindaciche non si riparano sottol’ombrello antimafia pernon fare nulla e non essereaccusati di nulla, e combat-tono serimente la mafia.Siccome è di parata la lottaantimafia del Pd, IlarioAmmendolìa rappresentavalo scandalo. Per questo èstato eliminato dai bronto-sauri del suo partito. Chiaroche non prevedessero ilsemifinale atto di ritiro dallalista di Ilario Ammendolìa.Ma, comunque, s’erano giàattrezzati ad affondarloelettoralmente con una listadove vanno a braccetto,come san Francesco eMadonna Povertà, il piddi-sta Tucci, il pidiellinoCampisi e i traformisti stori-ci di Caulonia. Il trasformi-smo di centrosinisnistra sicombina con il trasformi-smo di centrodestra. RoyBiasi inizia male il suo cam-mino di neocordinatore. Solo per un miracolo -maGesù è morto e non ci sente-nel paese di PasqualeCavallaro non ritornerannoa comandare i casati antichi,che di generazione in gene-razione hanno trasmesso leloro investiture di morte delprogresso e della democra-zia. Il prof. D’Attorre puòconsolarsi, leggendo intattasui libri la coppia etica epolitica.

DALLA COPERTINADI PASQUINO CRUPI

GIOVANNIBARONEAppartiene allarazza, ormai in estin-zione, dei mediciumanisti, intesi acurare anche le feritedella società. In atto,consigliere provincia-le dell’Udc.

SALVATOREBOEMISe per lui, si sonoaffaticati inutilmentead alzare l’età pen-sionabile, l’ex pmnon va mai in pensio-ne. I Palazzi sono ilsuo amore.Appartiene solo a séstesso.

SILVANA MORGANTESa di non poter vin-cere, ma impugnaugualmente l’ascia diguerra, tenendofermi i principi delsocialismo calabrese.Brava.

FRANCESCOTRENTINELLAScusandocicon il dir: non lo conosciamo.

PA

LM

I

DOMENICOPOLIFRONISindaco uscente. Dadipendentedell’Ufficio dell’im-piego non ha impie-gato nessuno. Da sin-daco ha impiegato iltempo tessendo l’elo-gio del caciocavallo.

GIUSEPPEFUDOLICi riprova GuseppeFudoli, già sindaco diCiminà nell’era anti-diluviana. Le sueegregie imprese nes-suno le ricorda.

MARIONESCITu sei la nostalgia,che fa piangere ilcuore. Da 40 anni inPiemonte, ritorna alpaese natìo. Per farpiangere i compasa-ni, se eletto?C

IMIN

A

ANTONIO CONDELLIUna vecchia cono-scenza. DiAntonimina è giàstato sindaco e vice-sindaco. Gli anni pas-sano, ma lui non s’ac-corge.

LUCIANOPELLELa nostra opera èsempre incompiuta.E giustamente perportarla a compi-mento si ricandida.Uscente. Rientrante?

AN

TO

NIM

INA

ANTONIO CONDEMI

È un’acqua chetaadirittura un’acquasanta, ma ha dell’o-stinazione questo exsindaco. Persevera,avendogli qualcosa didiabicolico trasmessoil sindaco uscente.

ROCCO M.CLEMENOSalute, o Satana,o ribellione, o forza vindicedella ragione.Sacri a te salganogl’incensi. E i voti?

PL

AC

AN

ICA

FRANCESCOCRIACOÈ’ il volto nuovo diquesta campagnaelettorale per il rin-novo del Consigliocomunale. Dovrebbeesser caro agli eletto-ri e alle elettrici.

DOMENICOVERSACIL’avv. DomenicoVersaci non lascia etenta di raddoppiare,e trova avverso a luiil “consuocero” prof.Giuseppe Maviglia.Guerra in famiglia.

GIUSEPPEMAVIGLIAIl prof. GiuseppeMaviglia torna allearmi, visto che diAfrico è stato già sin-daco: per due volte.Vuole triplicare perdimostrare che nonc’è 2 senza 3.A

FR

ICO

Il caso allucinante

di IlarioAmmendolia

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DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 23

L’ora del gloria scoppia in anticipo a Palmi

Arriva il SalvatorestampigliatoL'ora del gloria a Palmi è scoppiata prima delladomenica di Pasqua quando dalla tomba si levail Salvatore. Infatti, nella città di DomenicoAntonio Cardone e di Leonida Rèpaci, le cam-pane hanno suonato a stormo nel solare matti-no del 3 aprile quando, stampigliato sulla sche-da elettorale, libero dalla croce della Sua, dovenon si scontano peccati, è apparso un altroSalvatore del quale oltre i prodigi futuri s'an-nuncia la resurrezione dal mondo mesto deidelitti e delle pene. Quello di Nazareth invitavaa non giudicare se non si voleva essere giudica-ti, questi di Palmi, poiché tale l'ufficio del Pm,ha viceversa giudicato sempre. Non sappiamose si tratta del principio dantesco del contrac-cambio e se lo stesso Boemi lo abbia pensato.Ma sta di fatto che il giudice che ha giudicatosarà giudicato, e con il tribunale del popolonon si scherza. A meno che il Salvatore e i suoipropugnatori di sinistra giustizialista nonritengano che dalle urne di maggio uscirannonon voti, ma ovazioni. E, se il contrario, vorràdire che a Palmi avrà vinto la mafia, essendochiaro che il magistrato ex è la legge e chi ècontro di lui è contro la legge. Il dr. GiovanniBarone, persona squisita e pulita, candidato asindaco del centrodestra sotto le bandieredell'Udc, è avvisato. Così come sono avvisati glialtri candidati a sindaco: la sempre sfolgoranteSilvana Morgante e Franco Trentinella. Palmi aveva già fatto un passo falso contro lasua storia, contro i suoi Magni Spiriti, control'autonomia della politica con la candidatura equindi la vittoria dell'ex questore EnnioGaudio. Un commissario al Comune. E quan-do mai, al di là del valore personale di EnnioGaudio? Non solo un altro passo falso, masoprattutto la disfatta del centrosinistra, rima-sto senza quadri dirigenti, sena decoro, senzaonore, ha portato sul proscenio Boemi ilSalvatore, che si ritrova fuori dal sepolcro perla liberazione di Palmi e con tanti sepolcriimbiancati al fianco. Che, morti ad ogni senti-mento di democrazia, avrebbero dovuto noncandidare il Salvatore, poiché è inaudito cheun magistrato, sia pure ex, si possa candidaredove ha esercitato il suo mestiere di pubblicoministero. O no?Al pensiero che a Palmi la Sinistra storica alzòa sindaci Francesco Carbone e GaetanoBaietta, portò al Senato della RepubblicaFrancesco Marazzita, e candidò al Senatoprima Leonida Rèpaci, poi il filosofo GuidoCalogero, dispensatori l'uno e l'altro di luce,viene da piangere. E se la Sinistra con il Pd nonpiange, di che pianger suole?

GIOVANNI RICCIOIn zona Cesarini,prende il posto diIlario Ammendolìacome candidato asindaco. Tutto è con-tro di lui tranne chela coerenza e l’onestàpolitica.

DOMENICOMERCURIAvvocato, già sinda-co e già comunista,guida una lista doveil fiele controAmmendolìa ha rac-colto destri e sinistri.Una questione dibile.C

AU

LO

NIA

GIUSEPPE DIGIORGIOIl paese chiama e luiha risposto. E’ unpezzo importantedella quaterna. Madi sindaco ce n’è unosolo.

RAFFAELEANASTASIGià importante diri-gente del PSI e giàefficace sindaco, ilfavore popolare nongli può mancare. Èuomo di grandeesperienza politica. ANTONIO

TRIPODIPunta sui giovani perstaccare Rizziconidale vecchie logichee dalle vecchie com-pagnie, che hannoreso epilettica la vitaamministrativa diRizziconi.

ROCCO LUGLIOFa il commercialistaa GuidoniaMontecello (Roma).Dopo Maggio nonviene Luglio. E nep-pure Panetta?

PASQUALINOPANETTASindaco uscente, vaalla riconquista delComune al suonodella tarantella, ballomillenario del popo-lo calabrese.Complimenti.

PO

RT

IGL

IOL

A RIZZICONI

IVAN LEOTTAIl programma èsplendido. Ma è soloun programma. E danoi, come l’esperien-za insegna, le parolesono sillabe, non pie-tre. Credito, in ognicaso.

FELICEVALENTIUna vecchia volpedella vita ammini-strativa bivongese.Ha avuto tempo 20anni per realizzare il“nuovo rinascimen-to”, e lo prometteper maggio venturo.B

IVO

NG

I

GESUALDOCOSTANTINOGià vicepresidentedella Provincia, tra isuoi maggiori soste-nitori annovera il sin-daco uscente PeppeIaria. Il che non è dibuon auspicio.

GIUSEPPE S.MINNITIHa scalpitato pertutta la consiliatura.A furia di scalpitare,s’è fissato di essereun cavallo purosan-gue e tenta la scalata.Resteranno solo initriti?

ENZORUSSOPersona garbata equalificata, di rettipensieri, rientra nellalotta amministativadopo 20 anni. Ilmondo è cambiato.Ma non per questodeflette.M

EL

ITO

P.S

.

SALVATORELEONCINIVincenzo Loiero eraun re. Infatti, ha giàdestinato il suo eredeper il regno diGrotteria. Perchéandare alle urne?

NICOLAANDRIANÒIl nuovo avanza conil volto pulito e intel-liente di Andrianòstoricamente fuoridalle combutte. Inlista con lui unadonna eccezionale:Rosanna Femia

RAFFAELEMARIA LUPISConosce i vizi e levirtù della politica.Ed è da lungo tempoin campo. Testardo evolitivo.

GR

OT

TE

RIA

CARLO MAZZÙÈ già stato sindaco atempo determinatodi Rizziconi. Tutte lebriglie ora vuole nuo-vamente nelle suemani. Ci riuscirà?

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Sport

A propositodi...

DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 24

Spagna due, Inghilterra e Germaniauna ciascuna: in totale fanno quattro.Stiamo parlando delle squadre semifi-naliste della Champions. Per il secondoanno consecutivo l'Italia resta fuoridalle magnifiche quattro. Martedì scor-so, sul Milan, c'avevamo sperato un po'tutti dopo lo 0-0 dell'andata contro ilBarcellona. L'uno a uno di Nocerinoaveva illuso, bastava un pareggio congol alla squadra di Allegri per elimina-re i fortissimi dei blaugrana, ma allafine l'1-3 ha messo fine ai sogni di glo-ria. C'è da recriminare sul secondorigore concesso agli spagnoli, molto mamolto generoso per usare un eufemi-smo, ma a conti fatti, nei centottantaminuti la squadra di Guardiola haampiamente meritato la semifinale. E,per onestà intellettuale, a Milano unrigore su Sanchez poteva esserci.Ricapitolando, anche per quest'anno lacoppa dalle grandi orecchie non saràaffare nostro. A dire il vero, non è chenegli ultimi anni siamo stati solo spetta-tori - Milan campione d'Europa nel2003 e nel 2007, Inter nel 2010 - manon “portare” con continuità squadrein semifinale ci compromette ilranking. Le semifinali saranno RealMadrid - Bayern Monaco e Chlesea -Barcellona. La sfida tra tedeschi e spa-gnoli avrà un dolce sapore per JoseMourinho, infatti i bavaresi furonosconfitti proprio dallo Special Onenella finale di Madrid del 2010 quandoera alla guida dell'Inter. Favorito ilReal Madrid, ma occhio alla tenaciadei tedeschi e alle stelle Robben,Ribery e Mario Gomez che in questaedizione del torneo ha segnato a ripeti-zione. Sulla carta la finale potrebbeessere el Clasico, Real Madrid -Barcellona, visto che nell'altra semifi-nale l'ago della bilancia pende netta-mente a favore degli spagnoli. Ma neilondinesi grida ancora vendetta lasemifinale del 2010, quando Ovrebo,l'arbitro della gara di ritorno a Londra,negò almeno duerigori netti aiBlues. I pal-leggiatori diGuardiolahanno ilfavore delpronostico,ma il Chelseacon DiMatteo inpanca sembraaver riacqui-stato smalto.Aver eliminatoil Napoli agliottavi ha ridatovigore e poigente comeLampard, Terry,Drogba, Cech, èabituata alla pressio-ne di gare di questaimportanza. Partite diandata il 17 e 18 aprile,ritorno 24 e 25. Non ciresta che accomodarci suldivano, per quest'annola Champions non èaffare nostro. Massimo Petrungaro

LA CHAMPIONS?NON È AFFARENOSTRO

GIRONE A: ILPUNTO DELLASIUAZIONE

ECCELLENZA

Dopo la sosta Pasquale riprenderà ilcampionato di eccellenza calabre-se. Il Montalto, che per tutta lastagione agonistica è sempre stato

in vetta, salvo catastrofi, e penso che non suc-cederà, il prossimo anno disputerà il tantoatteso Torneo dell’interregionale.Sicuramente non è stata una sorpesa, guar-dando i nomi che annovera nel suo organico,giocatori sicuramente di categoria superiore,sia di esperienza che di qualità. Dopo averlusingato il Montalto, non dimentichiamo ilSersale, questa squadra che nessuno potevaimmaginare il fantastico campionato che stadisputando, è stata la vera sorpresa di questastagione, senza essere magnanimi se non cifosse stato il Montalto si regalerebbe il sognodella categoria superiore. Ma chiariamo un punto, non tutto è perdutoperché potrà prevalere negli spareggi play-off che lo vedrà favorito rispetto alle altre peril fatto che disputerà le gare nel proprio ter-reno di gioco.Le altre candidate a questi spareggi dovreb-

bero essere Rende e Rossanese, perché laquinta squadra non ci sarà per la differenzapunti tra la seconda qualificata e la stessa. Estiamo parlando del Roccella, la grandedelusione del campionato, che nonostante igrandi sacrifici del patron Giannitti non èriuscita a centrare l’obiettivo minimo, cioè iplay-off. Lasciano i piani alti concentriamocinella parte bassa della classifica, dove trovia-mo il Brancaleone e il Siderno tra le squadredel nostro comprensorio.La squadra di mister Brando, dopo le ultimeprestazioni, sembra essersi tirata fuori daogni eventuale spareggio play-out, mentre ilSiderno qualche problema lo potrebbe anco-ra avere, anche se il fattore campo potrebbefar si che la truppa di Laface si tirasse fuoridallo spauracchio play-out. E che dire dellaBovalinese, dopo una lunga militanza nellacategoria assaggia l’amaro gusto della retro-cessione sperando in un immediato ritorno,insieme al presidentissimo GiovanniFerrigno, senza nulla togliere alla dirigenzaattuale

Anche nel campionato diPromozione girone A i giochiancora non sono chiusi per ilsalto di categoria. Qui se la giocano tre squadre,con un piccolo vantaggio delSan Lucido avendo un puntodi vantaggio sulla Paolana etre sul Roggiano. Molto pro-babilmente si andrà fino allafine del torneo. Lascia la categoria il Cetraroche, in tutte le partite finoradisputate, ha collezionato unmisero bottino di sei punti.

PROMOZIONEPROMOZIONE

Spostandoci nel campio-nato di Promozione gironeB, dopo la sconfitta dellacapolista Catona in queldella Taurianovese, ilBocale dopo un lungoinseguimento è riuscito araggiungerlo in testa, eora sono appaiate in clas-sifica, anche se il favoritoresta il Catona poichégioca due delle restanti trepartite nel proprio campo,al contrario il Bocalegioca una partita in casa ele restanti due in trasferta.Auguriamo a tutte e duele compagine reggine unin bocca al lupo.Trasferiamoci in coda allaclassifica dove troviamocon dispiacere un SanLuca irriconoscibil, retro-cesso ormai da diversotempo. La squadra di don PinoStrangio ha affrontatoquesto campionato, e midispiace dirlo, come se le

domeniche invece di andarea giocare si facessero dellescampagnate per la gioiadegli avversari. Auguriamoanche a loro un immediatoritorno nella medesima cate-goria.

Girone B: inseguimento tra rischio retrocessione e scampagnate

Riepilogo di campionato

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la Riviera

DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 25

Sono atlete, lavoratrici, dottoresse, giornaliste,amministratrici, cantanti, avvocatesse, modelle,professoresse, mamme, studentesse, volontarie,parrucchiere, casalinghe, disoccupate, precarie.Sono le donne che hanno deciso di sostenere laSTRAWOMAN LOCRI. Una marcia rosaorganizzata dall'ASD Sporting Locri in collabo-razione con l'Associazione Leocos eAssociazione Podisti Locri. L'iniziativa rientranel progetto della campagna di sensibilizzazione“Donne con il Cuore amaranto” avviato a set-tembre 2011. La STRAWOMAN si svolgerà il25 aprile 2012 dalle ore 10,00 con raduno in piaz-za dei Martiri e consiste in una marcia tutta alfemminile per le strade cittadine della città. Conlo slogan “STRAWOMAN. Corri! Fa bene alcuore”, l'obiettivo primario è quello di diffonde-re e promuovere la cultura della prevenzionenegli ambienti sportivi, sensibilizzando le perso-ne sull'importanza della presenza dei defibrilla-

tori nelle infrastrutture sportive. Una corsa, dun-que, per offrire l'opportunità a molti giovanidonne di rapportarsi con l'attività sportiva asso-ciando momenti di socializzazione condivisionee pari opportunità. Attraverso il presente proget-to pertanto si vogliono incoraggiare, anche, leIstituzioni a sostenere iniziative tese a sottolinea-re l'importanza educativa delle attività motorie esportive, mirando in particolare ad approfondirei temi legati ad aspetti etici, medici, sociali e cul-turali. Attraverso il ricavato delle quote di parte-cipazione delle iscritte, si acquisterà un defibril-latore che sarà messo a disposizione, in comoda-to d'uso, a tutte le società sportive e all'internodel Palazzetto dello Sport di Locri. La manifesta-zione sportiva, che coinvolgerà donne impegna-te in qualsiasi settore sociale (scuole, le aziende,centri giovanili, parrocchie, comuni, enti pubbli-ci, uffici, associazioni di volontariato e sportive)vede il patrocinio della Provincia di Reggio, ilpatrocinio del Comune di Locri, della Figc dele-gazione Locride e del Centro Sportivo Italianodi Reggio Calabria, guidato dal presidente PaoloCicciù, promotore di uno sport che guarda allavita e ai suoi valori. Con il Csi si è anche pro-grammata, sempre per il 25 aprile, la manifesta-zione sportiva Campionato nazionale pallavolofemminile Allieve. 3° Tappa Palasport Locri. LaStrawoman ha coinvolto, inoltre, molte associa-zioni che hanno subito sposato il progetto: Amicidi Filippo, Advst Locri, Rangers Mediterraneo,Croce Bianca Siderno, Enal Caccia ProtezioneCivile, gruppo Ardore. L'appuntamento pertutte le donne di ogni età, sportive e non, è il 25aprile 2012 in piazza dei Martiri. Dalle ore 8,30ci si potrà iscrivere. La gara adulte inizierà alle10,30 e sarà anticipata dalla marcia dei bambini.

La società di basket Campus Audax Bovalinoopera sul territorio bovalinese da almenocinque anni, e ha già ottenuto dei risultatiimportanti, soprattutto in termini numerici.La possibilità di avere, in questo paese abit-uato a vivere di calcio e danza, circa sessantaragazzi, tra maschi e femmine, suddivisi neivari gruppi in base alle fasce d'età, ci perme-tte di iscriverci nei vari campionati in modostabile e continuo: si parte dai gruppi mini-basket dove la non competitività degli incon-tri rende le partite semplici e divertenti per ivari bambini, riscoprendo il vero valore delgioco e del divertimento. Salendo si arriva aigruppi esordienti, campionato che rappre-senta il passaggio dal minibasket al basket,per poi arrivare alle varie under. Mancaancora una prima squadra di riferimento, mail settore giovanile promette già molto bene.Alcuni dei nostri ragazzi, per ragioni dinumero e di fasce d'età scoperte hannoaffrontato alcuni campionati insieme consquadre associate, Melito per quanto riguar-da la maschile, Locri per quanto riguarda lafemminile. Gli obiettivi di crescita non mira-no al fattore economico che tutte le squadredevono affrontare per un buon percorsodella stagione, ma a un cambio di mentalitàdello sport in generale, oltre a poter dire alpaese che esiste il Basket come sport ancheda noi, uno sport che a livelli anche piu alti,regionale e nazionale fa molta fatica adesprimersi. E' il movimento a dover crescere,c'è il bisogno di partire dalle basi.

La giovane realtàdel Campus Audax Bovalino

Corri! Fa bene al cuoreil 25 aprile la STRAWOMAN

www. larivieraonline.com

Tutte le newssu

Si è tenuto a Siderno il torneo regionaledi Burraco, denominato “Delle Palme”,per onorare le festività pasquali.L'evento, organizzato dal gruppoBurraco Ymca di Siderno, diretto daFrancesco Ruso, ha avuto come arbitroregionale Luigi Federico, e direttore disala ed arbitro di circolo Pino Caminiti.Le società che, per tutta la giornata didomenica 1 aprile, se le sono “date” asuon di pinelle, sono intervenute datutta la Regione: la Ads Reggio Calabriae il suo presidente Pietro Barillà, la AsdClub Catanzaro e il presidente WalterViapiana, la Asd Club Lamezia e il pres-idente Cetta Spedalieri, il Club LaPinella Catanzaro e il presidenteMichele Barbieri, il Gruppo Burraco

Ymca Siderno e il vice presidenteAntonella Bumbaca, il Circolo ConcaGlauca Bovalino e il presidente SilvanaFonti. Non sono mancate altreautorevoli presenze: la coppia primaclassificata nella graduatoria FiburReggio Calabria, Walter Viapiana eRenata Felicetti. Il torneo, consideratol'elevato numero di partecipanti, è statosuddiviso in quattro gironi. I primi clas-sificati del girone A sono stati MariaRomeo e Antonietta Cristaudo del ClubLamezia, dal girone B emerge la coppiaPirotti, Daniela e Patrizia. I gironi C e Dsono tutti dell'Ymca Siderno con la cop-pia Maria Pia Bongiovanni e FrancescoFerraro e la coppia Agrippa Pinella eAnna Ferreri. E, dopo le finalissime,questo il podio: al gradino più alto sipiazza il Club Lamezia con la coppiaRosa Maria Romeo e AntoniettaCristaudo, segue la coppia Maria Nicolòed Eleonora Rago del gruppo BurracoYmca, e chiudono i reggini GiovanniBarbucci e Angela Lombardo. E c'èanche una coppia prima classificata“migliore manche”, Tonino Caristo eMariuccia Romeo, del Circolo ConcaGlauca Bovalino. Presenti, al primo tor-neo ufficiale organizzato dalla Fibur,per immortalare gli “scontri” le testategiornalistiche di Telemia e de la Riviera.Il tutto ospiti dei deliziosi titolari delBEAT WINE.

SIDERNO

TORNEO DI BURRACO AL BEAT WINE

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Biblioteca meridionalista

la Riviera

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GIUSEPPE FIORENZA

Una delle (poche) persone allaquale la Calabria deve molto, insenso totale sia di contributoalla sua storia sia di solidarietàculturale alla sua condizionesociale è senz’altro Paolo Orsi,uno dei più grandi archeologidella storia d’Italia.Per avere un’idea della sua sta-tura e della sua grandezza, citia-mo un ritratto che di lui fece ilsuo amico e collega EnricoGagliardi, che lo ospitò nellasua attività a Monteleone, l’o-dierna Vibo Valentia:«Rivedo il maestro: alta, solida lapersona, la nobile testa eretta, lafronte spaziosa, pochi capelli liscimodellavano il cranio, la barbet-ta grigia, il portamento rigido,quasi militare, lo avrebbero fattoscambiare per un ufficiale; ma unsolco profondo sulla fronte e losguardo penetrante ben rilevava-no in lui l’uomo di studio e di

scienza, abituato al diuturno tra-vaglio del pensiero. Il parlarelento, misurato, schiaro, chiaro,traduceva subito il carattere del-l’uomo, diritto e preciso, cheattraverso il lavoro senza indugi esenza stanchezza, vedeva netta lameta. La sua vita austera, d’unasemplicità francescana, che rifug-giva dagli onori e da ogni teatralepopolarità, gli ha permesso dioperare in silenzio in luoghi disa-giatissimi».Uno dei meriti, oltre all’attivitàprimaria, del grande archeologoè quello di aver contribuito adare inizio alla definizione diuna identità calabra, come testi-monia questo autore:“Ci vollero gli scavi di PaoloOrsi per riportare alla luce iresti delle città antiche di Locri,di Reggio Calabria, dei templidi Crotone e di Cirò Punta Alicela cui esistenza, fino ai primidecenni del secolo scorso, erasolo probabile, ma non provabi-le. La formazione preistorica edempirica dell’archeologo trenti-no consentirono di portare inCalabria, la moderna scienzadell’archeologia relegando l’e-rudizione fine a sé stessa e lefantasie dei tanti localismi mio-poietici nei recessi delle storielocali.”Veneto di Rovereto, dopo glistudi presso l’Imperial RegioGinnasio di Rovereto, si trasferìa Vienna per seguire corsi distoria antica ed archeologia.Continuò gli studi pressol’Università di Padova e si lau-reò a Roma. Poi frequentò laReale scuola italiana diArcheologia a Roma, la scuolad’arte classica a Bologna epaleontologia di nuovo a Roma.A trent’anni entrò nella pubbli-ca amministrazione, diventòispettore degli scavi e deiMusei, e nel 1890 fu inviato aSiracusa, dove si dedicò allo stu-dio delle origini dei Sicani e deiSiculi e delle città di Thapsos eMegara Hyblaea. Fu “Commissario” del MuseoNazionale di Napoli per unbreve periodo (1900 - 1901), enel 1907 si trasferì a ReggioCalabria, dove divenne diretto-re della SovraintendenzaCalabra per gli Scavi e contribuìalla nascita del grande MuseoNazionale della Magna Grecia,lavorò in particolare a Reggio, aLocri e a Rosarno dove conti-

nuò lo studio sulla MagnaGrecia.Scoprì città, un tempio ionico,antiche mura e i siti di Medmadal 1912 al 1914, di Krimisa dal1924 al 1929, di Caluonia dal1911 al 1913, individuando ilsito archeologico aMonasterace, prima ritenutopresso l’odierna Caulonia.Scavò per diversi anni aMonteleone di Calabria (attualeVibo Valentia).Fu tra i fondatori nel 1909 dellaSocietà Italiana di Archeologia econ Zanotti Bianco, nel 1931dell’Archivio storico per laCalabria e la Lucania per quan-to riguarda il Trentino, i suoilavori furono spesso in coppiacon Federico Halbherr entram-bi per qualche anno studenti aVienna.Il Museo Archeologico diSiracusa a lui intitolato ed ilMuseo Archeologico Nazionaledella Magna Grecia di ReggioCalabria contengono una gran-dissima quantità di reperti risa-lenti ad un periodo che va dallapreistoria sino al periodo greco,provenienti da ritrovamenti ditutto il territorio della Sicilia edella Calabria.Magnifico esempio di amoreper la Calabria, Orsi esplorapalmo a palmo un territoriodove è già difficile e avventuro-so in larghissima parte percor-rerlo, ma che cela i resti dellapropria antica civiltà. Non soloscopre molti siti e salva letteral-mente dalla rovina monumentiinsigni come la Cattolica di Stiloe altri, ma con notevole talentoarcheologico interpreta ognisingolo scavo e studio in modocorretto e scientificamente vali-do, come si è dimostrato nei piùrecenti scavi e approfondimentidei luoghi archeologici.Così come Gerarda Rohlfs salvail dialetto calabrese dalla scom-parsa, allo stesso modo PaoloOrsi “scopre” la civiltà storicacalabrese e la restituisce aglistessi calabresi dandole una visi-bilità europea e costituendo labase di ogni singolo studio chein seguito si farà.Una pietra miliare che non è

soltanto riconoscimento delproprio illustre passato, archeo-logico e storico, ma anche unospecchio di riscatto per l’interastoria sociale e culturale dellaCalabria.

Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza

PaoloOrsi

Paolo Orsi “scopre” la civiltà storica calabrese e la restituisce aglistessi calabresi ignari, dandole visibilità europea .Nessuno megliodi lui ha investigato le visceri della Calabria, specchio di riscatto emanuale di difesa contro tutte le letterature antimeridionaliste.

ImmaginiIn alto, in senso orario: tempio jonico di marasà Locri, scavi 1889-90; Paolo Orsi con undioscuro, scavi del 1889-90, Locri; tempio di kaulon, Monaterace, scavi del 1890; teatrogreco di Siracusa, scavi del 1860. Sopra: Paolo Orsi durante gli scavi all’Apollonion di Cirò.

Meglio un uovo di cioccolato, anche se non di finissimo, piuttostoche le solite paternali sulla Pasqua. Di questi tempi non abbiamoné Babbi né Befane a cui chiedere regali e carboncelli, ma qualcu-no – bontà sua – ci ha fatto dono del Bossi abbandono. Almeno

questo!Il buonismo, sotto feste, non è mai gradito, soprattutto se condito con i soliti lamenti da cattedrale. La Pasqua è spirito di sofferenza e rinascita, è momento di inten-sa riflessione, concentrazione sulle possibilità e impossibilità della vita e della morte. Realisticamente sostenute da un senso concitato di contemporaneità. E lo è tutti i santigiorni dell’anno. Perdonatemi il pungiglione. Ma nei calvari simulati, accanto a coloro che realmente compartecipano, non vi è mai capitato di scorgere, a macchia di leo-pardo, paucciane biforcute, menestrelli di corte e corticciole o veline defenestrate? Personalmente, qualche volta. Eppure sono tanti i volti di mamme ( e padri) che seguo-no la croce del proprio figlio come Maria di Nazaret. In silenzio, prostrata, fedele ma anche forte e coraggiosa, priva di ciance. Magari in un angolo. Eppure non tutti questivolti sono dello sciame, non sempre, ma ci sono e fanno. Giù il velo!Non abbiamo bisogno di partecipare per esserci. E non vergogniamoci, se non ci siamo.Vergogniamoci se non viviamo dignitosamente il dono che ci è stato dato e se non difendiamo questa dignità. Se non consideriamo gli altri nel loro calvario e se non pre-tendiamo che gli altri considerino il nostro. Se nascondiamo, bigottamente, il desiderio di voler stare bene per paura di essere considerati materiali. Allora venga fuori chivuol stare male!Importante è fare bene per stare meglio. Necessario è pensar bene per essere migliori. Meglio un uovo di cioccolato, dunque, che di fame ce n’è tanta.

UOVA DI PASQUAdi Filomena CataldoLOQUI E SPROLOQUI

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LE NOTE di MARA RECHICHI

Da quando siamo venutial mondo, abbiamo sem-pre saputo che laPasqua è di resurrezio-ne, che la vita vince sulla

morte. Ce l'hanno raccontata così, ciabbiamo creduto e siamo andatiavanti. Quest'anno, però, c'è qualcosache non torna. Non abbiamo trovatopiù solo tre croci sul calvario, ma neabbiamo trovate molte di più. Ce leha innalzate la signora con la falceche ha deciso di darsi il nome Crisi.Stiamo vertiginosamente al ritmo diuna croce al giorno. Troppe, davverotroppe! Si sa, non siamo tutti uguali,non abbiamo tutti lo stesso caratteree gli stessi strumenti di difesa per con-servarci e preservarci: c'è chi è tem-prato e forte, resiste e riesce a trovaresoluzioni ai problemi, c'è chi, invece,non ce la fa e viene sopraffatto dalladisperazione, fino al compimento delgesto estremo di autosoppressione. Ilsuicidio è l'azione di disprezzo piùcattiva che ci possa essere, frutto dallacompleta perdita di quell'amor pro-prio in senso lato, per dirla conRousseau, che la natura ci ha dato eche dovremmo difendere. Dovrebbeessere alimentato con le conferme econ gli incoraggiamenti che l'esternoci rimanda, per il tramite delle rela-zioni interpersonali. Quelle che intes-siamo con altre persone, a noi prossi-me per sangue, per amicizia, per con-divisione di percorsi sociali sceltioppure “subiti”, quali il rapporto conle burocrazie. Proviamo, per un atti-mo, a stare nei panni di chi, per esem-pio, malato oncologico, ha chiesto ilriconoscimento di un diritto, una pen-sione di invalidità: per legge, dovreb-be essere chiamato a visita entro 15giorni dalla domanda (a differenzadei 30 per tutti gli altri casi), invecepassano le settimane e ancora attendeche l'INPS lo chiami, e speriamo chearrivi prima l'INPS… Oppure neipanni di chi ha investito tutto nellarealizzazione di un'impresa, conimpiegati che sono diventati familiarie che, improvvisamente, non è più ingrado di garantire loro la retribuzioneper il lavoro svolto… E dei lavoratoriche, dall'oggi al domani, si trovanosenza quel lavoro. Eccole qui, le trop-pe croci sul calvario. Chi ha il compi-to di rimuoverle?

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Cultura e società

A proposito di... teatro

Troppe crocisul calvario

A GIOIOSA J. “NAPOLI, 24 MAGGIO 1900”

© Francesco D. Caridi

Un'armoniosa traccia epistolare diuna dama napoletana, gioiosanad'adozione per via di matrimonio,vissuta a cavallo tra 800 e 900, si

trova in un carteggio custodito nellaBiblioteca dell'Università di Toronto. Prima di citare la piccola scoperta d'archivio,è il caso di presentare la protagonista: CleliaRomano (1876-1923), una nobildonna cherifiutò le convenzioni e le ipocrisie del suoambiente, senza però rinunciare alla elegan-za e alla dignità del suo rango. Pur annovera-ta tra le figure minori (quasi del tutto oblia-te) della cultura meridionale nel periododella Belle Epoque e negli anni successiviallo scoppio della Grande Guerra, Clelia,morta a soli 47 anni, l'anno dopo l'avvento delfascismo, riesce ancora a incuriosire con isuoi racconti veristi, in cui il Sud è pregnodella propria tradizione contadina e lamemoria antropologica si glorifica nella fin-zione letteraria.Clelia unì alla tensione umanistica l'impegnocivile, per sollecitare l'emancipazione politi-ca, sociale e culturale delle donne. Ne discus-se, senza complessi, con i suoi amici ministriOrlando, Di Rudinì e Salandra. Era figlia delgiureconsulto e magistrato GiandomenicoRomano, un aristocratico del foggiano stabi-litosi a Napoli e a Castellammare di Stabia,già patriota risorgimentale e poi parlamenta-re del Regno. Rinomata come Clelia Pellicano per aversposato, appena sedicenne, il marchesegioiosano Francesco Maria Pellicano, di anti-co lignaggio, nel 1909 rimase vedova consette figli. Il marchese, spirito autenticamen-te liberale, aveva permesso alla moglie didare alle stampe nel 1899 le sue «novelle deimiei vent'anni», nonostante la contrarietà deifamigliari, irritati da tanta audacia: «I mieiparenti», scriverà Clelia, «erano tutti insupremo grado collet monté come direbberoi nostri alleati francesi; e le mie novelle eranoardite... troppo ardite! Tali apparivano ancheai miei occhi attoniti, al mio spirito quasi sgo-mento di aver loro data la vita. Ma la tenta-zione era forte. Con la complicità di mio

marito, scappai a Napoli, dove mi riuscì ditrovare un editore disposto a stamparle innitida edizione». Collet monté, vale a direche i suoi parenti erano tradizionalisti o,nella più vile accezione, superati, passati dimoda. Per pubblicare libri e articoli, Clelia adottò lopseudonimo di Jane Grey, evocando così unasventurata sovrana inglese ((1536-54) ascesaal trono all'età di 17 anni per designazionedel morente Edoardo VI: il suo regno duròsoltanto nove giorni, a causa di intrighi dina-stici. Infatti, fu dichiarata usurpatrice e deca-pitata, benché innocente. Era stata immolataalla ragion di Stato su ordine dei Tudor. PerClelia, assumerne il nome significava perpe-tuare il ricordo di una donna vittima delpotere maschile e ribellarsi in sua vece. Lamarchesa, che alternò i soggiorni di famigliae i ricevimenti nelle case di Castellammare diStabia, di Roma, di Napoli e di GioiosaIonica, ebbe scambi di pensieri e di cortesiecon celebri intellettuali della sua epoca.Imprenditrice agricola, conferenziera, scrit-trice e giornalista, animò un salotto culturale

Data in cui nasce il più grande drammaturgo napoletano di tutto il secolo "Eduardo de Filippo. L’opera è un omaggio al piùgrande maestro dell' arte di Napoli. Un atto di ossequio ai grandi nomi del '900 napoletano, da Raffaele Viviani, Eduardo DeFilippo e tanti altri sino ad arrivare fino al grande Totò ed all' indimenticabile Nino Taranto. Tutto questo in un clima di grandecomicità, allegria ed un pizzico di riflessione. Con gli attori, i cantanti e la musica dal vivo dell'orchestra, si ripercorreranno le pagi-ni più toccanti, comiche ed emozionanti della sua immensa Opera teatrale. Eduardo a 110 anni dalla sua nascita.

Insieme a Moschetta SidernoSabato 14 aprile a partire dalle ore 20.30,l'Associazione Pro Moschetta, parte attiva nellasalvaguardia storica e culturale del territorioorganizzerà per l'intera comunità cittadina nellasuggestiva Piazza Moschetta una manifestazioneculturale “Insieme a Moschetta” per rendereomaggio alla poesia dialettale e alla splendidamusica tradizionale che saranno accompagnateda degustazioni tipiche della nostra tradizionelocale. La manifestazione vede protagonisti validi econosciuti poeti e musicisti del luogo, infatti lapoesia sarà piacevolmente allietata dal gruppofolkloristico degli Argagnari.

Giovanna Panetta Pro Moschetta

Poesia, Musica eSapori nella tradizione

Banco alimentare a per le persone disagiate

Il ritrattino di Jane GreyDai carteggi inediti del letterato toscano Mario Pratesi custoditi nella Bibliotecadell'Università di Toronto, spunta un grazioso biglietto della marchesa gioiosanaClelia Pellicano, che chiedeva una recensione alle sue «Novelle calabresi» (1908)

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la Riviera

a Roma, emulando la tradizione francese dei«salons», in cui mondanità, conversazione,erudizione e letteratura diventavano gli spin-terogeni della civiltà. Fu intrinseca conGrazia Deledda, Matilde Serao, Salvatore diGiacomo, Antonio Fogazzaro, LuigiCapuana (che le dedicò una delle novelle delsuo libro Delitto ideale, nel 1902). Le corri-spondenze di Clelia Pellicano con questi ealtri letterati forse sono andate distrutte, osmarrite, o son seppellite in archivi privati. InCalabria, una sua attenta biografa èGaetanina Sicari Ruffo.E veniamo alla nostra piccola scoperta d'ar-chivio. Nel 1908 Clelia Pellicano pubblicò Novellecalabresi (edizioni Sten di Torino), nove sto-rie, ciascuna con dedica personale ad alcunisuoi amici: Giuseppe Mantica, GraziaDeledda, Ersilia Caetani Lovatelli, AntonioFogazzaro, on. Maggiorino Ferraris, BiceTittoni, Luigi Capuana, Sfinge; e naturalmen-te a suo marito. Sfinge era il nome d'arte della scrittrice roma-gnola Eugenia Codronchi Argeli (1865-1934), figlia del conte Giovanni CodronchiArgeli che fu ministro della PubblicaIstruzione. Novelliera e giornalista, Eugeniafrequentava i maggiori circoli letterari, doveconobbe anche Giosuè Carducci e GiovanniPascoli, e con Clelia Pellicano spartì ancheun'accesa sensibilità femminista. Su consiglio di Sfinge, Clelia mandò unacopia del suo libro, per la recensione, a unprofessore toscano molto conosciuto in queitempi, Mario Pratesi (1842-1921), critico eromanziere ostinato, provveditore agli studiin diverse città, già segretario del famoso lin-guista Niccolò Tommaseo (che, per inciso, ungiorno rimproverò Pratesi di descrivere neisuoi racconti «preti ridicoli, come se non cene fosse tra' laici di ridicoli e peggio», come silegge in una lettera inedita) e in rapporto diamicizia con grandi scrittori dell'epoca, tra iquali Carducci e Gabriele d'Annunzio. Cleliaaccompagnò il libro con un biglietto in cuierano stampati il suo ritratto, la testa sormon-tata da un cappello piumato, e il nome d'arteJane Grey. Vi si legge: «Sfinge comune amicanostra mi consiglia di mandarle questa mia rac-colta di "Novelle calabresi" ed io non mi facciopregare, ben lieta s'Ella vorrà leggerle e poidirne, schiettamente, quel po' di bene e quelmolto male che ne penserà! Non dimentichi deltutto gli amici di Roma e mi creda con ammi-razione Devma Msa Pellicano».Questo biglietto, rimasto finora inedito, è quiriprodotto per concessione della VictoriaUniversity Library di Toronto (Eds. AnneUrbancic and Carmela Colella), che custodi-sce ed ha digitalizzato l'archivio di Pratesi asuo tempo trasferito da Firenze in Canadaper passaggi ereditari (all'Archivio di Stato diFirenze è conservato soltanto il carteggio1866-190 tra Pratesi e Giuseppe CesareAbba, una gloria delle nostre patrie lettere).

Bovalino

Sclerosi multipla ormai ti conosco

l'Associazione “OLTRE L'ARCOBALENO”onlus di Siderno, in collaborazione con la LEO-COS ambulanze di Locri ringrazia il Sindaco ed ilBanco Alimentare Onlus per aver permesso ladistribuzione di prodotti alimentari anche ai citta-dini sidernesi bisognosi.Da un'idea della presidente dell'associazioneMarilene Bonavita, in collaborazione conLeonardo Vincenzo Modafferi, si è riusciti nellarealizzazione del progetto che prevedeva assisten-za a persone e famiglie indigenti registrate con ilmodello ISEE al Comune.Disponibilissimo alla realizzazione della richiestaanche l'assessore all'ambiente Angelo Alvaro ed ilSindaco e proprio grazie a loro , da oggi, 4 aprile,sono iniziate le distribuzioni degli alimenti.

Marilene Bonavita

ANTONELLA ITALIANO

L'associazione “Ccsvi nella Sclerosi Multipla - Calabria” è giunta al secondo incontro terri-toriale “Ccsvi e sclerosi multipla” che si terrà sabato 14 aprile 2012, alle ore 17.00, pressola sala orchidea a Bovalino. Saranno presenti le associazioni di volontariato operanti sul

territorio, mentre apriranno i lavori il sindaco di Bovalino,Tommaso Mittiga, il senatoreFrancesco Crinò, il presidente di “Edera” Francesco Perrone. Interverranno, nei settori di lorocompetenza, i medici Luigi Giugno, Antonio Mileto, Giovanni Perri, Pietro Volpe. Concluderàgli interventi la presidente dell'associazione patrocinante, Assunta Mazzei. La stessa precisa allastampa: «La Ccsvi Calabria promuove la totale assistenza delle persone, colpite da sclerosi mul-tipla, che vogliano prendere in considerazione la possibilità del trattamento della Ccsvi(Insufficienza Venosa Cronica Cerebro - spinale). Per questo sollecita la collaborazione fra neu-rologo, fisiatra, chirurgo vascolare, radiologo interventista e tutte quelle figure professionalicoinvolte nelle due patologie». La sclerosi multipla è una malattia relativamente comune, avolte latente, capace di nascondersi per anni prima di costringere la sua vittima alla carrozzina.Altre volte è così aggressiva da portare ad un rapido peggioramento dei deficit neurologici lasua vittima. Velocemente, fino alla morte. Un male nascosto o improvviso, un male comune, unmale che però oggi conosciamo bene. Contro la sclerosi multipla giochiamo di anticipo.

La Guardia Costiera tra i banchi di scuola per educare alla cultura del mare.E' partito anche quest'anno il progetto “Mare sicuro 2012”, indirizzato asensibilizzare i giovani ad un “corretto uso del mare” in vista della prossimastagione estiva. Gli uomini della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, guida-ta dal Capitano di fregata Diego Tomat, grazie all'interessamento dei diri-genti scolastici ed alla disponibilità dei docenti, dal mese di novembre 2011hanno organizzato una serie di incontri nelle scuole ricadenti nel territoriodi giurisdizione del circondario. Gli incontri si sono tenuti presso gli istitutisuperiori nonché Scuole Medie del territorio della Piana di Gioia Tauro.Durante le lezioni sono stati proiettati filmati della Guardia Costiera, edistribuite brochure educative e realizzati test che hanno permesso diapprendere quanto gli studenti conoscono sulla sicurezza in mare.

Pasquale Patamia

Operazione “Mare sicuro 2012”

Protagonista, nella settimanadello studente, è l'IstitutoSuperiore “Pitagora”, LiceoArtistico e Istituto Tecnicoper Geometri. Gli alunni,hanno messo da parte righellie pennelli e si sono muniti diguanti, carriole, pale e,soprattutto, entusiasmo perrimettere a “nuovo” la loroscuola. È infatti un Istituto che coniu-ga arte e tecnica, bellezza eperfezione con il fine di val-orizzare l'alunno nella propriapersonalità. Dopo la giornatadi lunedì dedicata al temadella sicurezza, in cui sonointervenuti i rappresentatidella Guardia Costiera diRoccella Ionica, il martedì èstato dedicato al tema eco-logico “facendo scendere incampo” gli alunni. Non vi è

stato studente che non abbiapartecipato: i più grandi sisono dedicati alla tinteggiatu-ra delle aule, coprendo i“decori” lasciati dagli stessialunni; mentre i minorenni sisono divertiti a pulire il cor-tile e a estirpare erbacce. Iltutto sotto la supervisione deiloro insegnanti, che non sisono tirati indietro ad aiutarli.Fondamentale è stato il con-tributo del Comune dellacittà che ha fornito gli attrezziutilizzati.. Quella vissuta dai ragazzi delPitagora è stata senza dubbiouna giornata speciale, vissutacon il sorriso sulle labbra evoglia di fare, uniti e protago-nisti del loro progetto educa-tivo.

Giovanna Panetta (docente vicaria)

Un istituto a nuovoSiderno

Gioia Tauro

La Sala Conferenze del Palazzo dellaProvincia ha ospitato mercoledì 21 Marzo, laXX Edizione del Premio Gigi Malafarina diGiornalismo arte e cultura.Nel ricordare la sua storia, Il PremioMalafarina nasce nel dicembre del 1989 periniziativa dell’associazione culturale “I NuoviVignaioli” e del suo presidente ConsolatoSquillace.Una nuova Edizione dunque “nel segnodella tradizione, della continuità edell’innovazione”, per custodirenella memoria dei giovani calabresil’indelebile ricordo dell’uomo, delgiornalista e dello scrittore, GigiMalafarina, figlio legittimo dellasua Terra.Nell’introdurre la cerimoniadi premiazione , il profes-sore Squillace ha volutoringraziare per la parte-cipazione soprattuttogli studenti e docentidell’Istituto Vittorino

da Feltre, del Liceo Artistico A. Frangipane ela Scuola dell’infanzia”Zerosei”.Il giornalista Carlo Parisi, ha poi tratteggiatoun ricordo affettuoso dell’amico e collega.“Gigi Malafarina faceva il proprio mestiere:raccontava i fatti. Da cronista di razza aveva lastraordinaria capacità di sapere ascoltare lagente. Durante i Fatti di Reggio, Malafarina èstato un importante punto di riferimento per

molti inviati delle principali testate naziona-li”. A conclusione del suo intervento,

Parisi ha invitato i giornalisti calabresiha seguire l’esempio professionale di

Gigi Malafarina, non dimenticandoche esiste “una differenza sostanzia-le tra un giornalismo di fatti e un

giornalismo di opinioni. Il giornalistadeve essere comunque un uomolibero,non ricattabile: scevro daogni genere di schiavitù, umana eprofessionale”.La XX Edizione del Premio,anche quest’anno annovera nell’al-

bo d’oro dei suoi premiati, calabre-

si illustri che si sono distinti per meriti partico-lari in diversi campi.Il Premio Gigi Malafarina per l’edizione2012 è stato conferito ad Arcangelo Badolatoper il giornalismo, Carmelo Saltalamacchiaper la cultura, Luigi Carbone per le nuove ten-denze nei massmedia, Luisa Latella per ilServizio nel sociale, Enrico Costa per il ruolodella Calabria nel Mediterraneo,FrancoMosino per la ricerca nella cultura classica,Antonino Laface per la narrativa, AndreaAudino per l’arte.Alessandro Manganaro ha ricevuto il premioalla carriera scolastica nel ruolo dirigenziale eMonsignor Antonino Morabito alla carrieraecclesiale e produzione letteraria.Spentesi i riflettori, il Premio Gigi Malafarinasi congeda dal pubblico con un promessa dicontinuità nel solco della tradizione e conuno sguardo attento ai tanti giovani , figli della Calabria del domani, per-ché non dimentichino mai l’esempio deiGrandi.

Rosamaria Malafarina

Nel segno della tradizioneIL PREMIO GIGI MALAFARINA

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Parlando

Cinema

di

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La lontananza dai vostri fami-liari favorisce le ansie e leincomprensioni. Non dispera-te, atriti e rancori sono sem-pre superabili quando c'è allabase l'amore reciproco.

In amore siete impetuosi escatenati, privi di freni inibito-ri. Se siete single sarà moltodifficile resistervi. Ricordatesempre cosa dicevano i latini:in medio stat virtus.

I dubbi vi attanagliano, enon vedete le cose nellagiusta prospettiva. Nonfatevi accecare dal pessimi-smo, rischiate di farvi sfug-gire qualche chanche.

Sintonia e intesa con amicidel segno del Sagittario,con Leone e Scorpione,invece, ci potranno essereincomprensioni e situazio-ni conflittuali.

La ricerca del piaceretende ad avere la megliosulle buone abitudini.Mangiate quello che piùvi piace, senza remore.Ma non sgarrate troppo.

Vi sentite bene con voi stessi equesto vi da il coraggio. Con ilpartner potrebbe esserci unpo’ di noia. Siete single?Mettetevi in gioco e vivretesituazioni interessanti.

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

il lavoro darà grandi soddisfa-zioni anche se sarà fonte di unpo’ di stanchezza e nervosi-smo. Seguite l'istinto più chemai e preferite farvi coinvolge-re e travolgere dalla vita.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

Sentite più forte il bisognodi intimità e rassicurazione.Ma non temete! La vostracarica sarà un'arma letaleper scongiurare eventualiscappatelle del partner.

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

Entrate inaspettate in arrivovi permetteranno di conce-dervi quei piccoli vizi cuinon volete proprio rinuncia-re. La luna vi regala fascinoe intraprendenza.

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

Valutate il comportamentodel partner e il senso dellarelazione. Vi scontrerete conquella parte di voi che vorreb-be eterna ogni storia.

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

Le priorità saranno riposo,attenzione al corpo, ricerca diequilibrio interiore.Approfittate per concederviuna vacanza-benessere.

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

Avete voglia di ripensare alcu-ne vostre amicizie. Tenetepresente il valore della fiduciae parlate apertamente a chi laripone in voi.

Si preannuncia un'ulteriore beffa per i cittadini del profondo sud Italia, i qualisono costretti ormai da anni a sopportare le lunghe code per via dei lavori diammodernamento dell'autostrada A3 che collega Salerno a Reggio Calabria:dal 2013 verrà introdotto il pedaggio.Questo, almeno per bocca del Ministro dei Trasporti Corrado Passera, “ser-virà a completare entro breve tempo i lavori di ammodernamento dell'auto-strada“. Ma nel frattempo cosa faranno i cittadini? Saranno costretti a paga-re per un servizio che non funziona? Da sottolineare come, inoltre, i cittadi-ni del sud sono già penalizzati dall'assenza di una degna rete ferroviaria edella penuria di collegamenti aerei.Ma il Ministro Passera, intervenuto durante il convegno dei giovani leghisti aVarese, rilancia. “Lo sviluppo economico al sud è pari allo zero, non ha sensoinvestire in termini di infrastrutture al sud; ma i lavori dell'A3 vanno comple-tati al più presto ed in questo momento è impensabile che l'Italia, già in reces-

sione, utilizzi ulteriori risorse per il Sud. L'economia italiana è basata sulleimprese del nord, è lì che dobbiamo investire”.Noi rimaniamo basiti di fronte a simili affermazioni, ulteriori commentisarebbero superflui.Ma i caselli autostradali dove verranno posizionati? Si presume che gli estre-mi caselli saranno posizionati a Salerno (all'imbocco della A3) ed a Villa SanGiovanni, a sud dell'imbarco per Messina.Saranno contenti gli esponenti della lega (visto lo scroscio di applausi ricevu-ti dopo simili affermazioni), sicuramente non lo saranno i cittadini del sud.Attendiamo però ulteriori sviluppi e risposte da parte della classe politica delsud Italia, anche perchè tale notizie non trovano ancora conferme negli orga-ni ufficiali di stampa. Ma come si dice in genere una rondine (una Passera inquesto caso) non fa primavera. E speriamo che sia così in questo caso.

OROSCOPO

ILOSOFIA REGGINA

DAL SITO BRIGANTI

"Memorie di quad'ero italiano" è il titolo,volutamente provocatorio, dell'ultimolibro di Nicola Zitara, giornalista e scritto-re di Siderno (Reggio Calabria), per lun-ghi anni fiero militante socialista poi impe-gnato in prima fila nel Movimento meri-dionale, che, già nel 1971, aveva scandaliz-zato molti benpensanti con un altro volu-me dal titolo e dall'impostazione nonmeno corrosivi e dissacranti rispetto aimodelli ed alle certezze costruiti negli annidel risorgimento, imposti per un secolosotto i governi sabaudi e considerati comebandiere intoccabili anche con l'avventodei governi repubblicani: "L'unità d'Italia:nascita di una colonia". Sviluppando ulte-riormente l'analisi avviata con l'opera di 29anni fa, Zitara indaga a fondo sulle causeche portarono nel 1860 il Meridione conti-nentale ed insulare alla perdita dell'auto-nomia statale che lo aveva caratterizzatoper sette secoli, dall'epoca di Ruggiero ilNormanno alla fine del Regno delle DueSicilie. L'indagine è allargata alle vicissitu-dini che le regioni meridionali hanno

dovuto subire in quasi un secolo e mezzodi vita "italiana" nell'ambito dello Statounitario, considerato sia nella sua versionesabauda che in quella repubblicana.[…]Una visione drammatica quella cheNicola Zitara esprime attraverso il suolibro, ma tutt'altro che priva di presuppostioggettivi e sostenuta con un ragionamentolineare e ineccepibile. Sbaglierebbe chi non accettasse questonuovo, approfondito e appassionato sfor-zo di analisi come un prezioso contributoa capire i perchè delle troppe contraddi-zioni che continuano a caratterizzare irapporti fra il Nord e il Sud dell'Italia ecome uno stimolo a ricercare soluzionireali, concrete, immediate: il meridionali-smo della prima Repubblica era una truffaed è miseramente fallito, quello dellaseconda è ancora più sbiadito ed evane-scente. La domanda che si impone, al punto incui siamo, è questa: esistono alternativeallo scenario ipotizzato e auspicato dalloscrittore socialista di Siderno?

FRANCO NOCELLA - Segretario dellaFederMediterraneo (FIDM)

SA-RC: il governo introduce

il pedaggio sull'autostrada

Nicola Zitara, l’ultimo libro

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la Riviera

DOMENICA 08 APRILE 2012 LA RIVIERA 31

Robe di Kappa

Blob of the week

Gita Scolastica Pompei 1978 III Media “G. Pedullà”Siderno. chi si riconosce??

Davide Scarfò si è presentato in redazione con unanotizia bomba seguita da una prova schiacciante, lafoto che svelerebbe la vera identità di Cosimo, ovve-ro un POLLO che non capisce di calcio! Cosimosostiene: "il Milan è più forte della Juve " malgradonon sia riuscito a vincere uno scontro diretto suquattro, dice Davide "ragazzi giudicate voi....guarda-te che uova che fa!!!!"

AL CINEMA

CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Immortalis/ 16.00 - 18.00 - 20.00L’altra faccia del diavolo/22.00CINEMA GOLDEN Roccella J, info:333/ 7672151Buona giornata/18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 Titanic (in 3D)/17.00 - 21.00

CINEMA GARIBALDI Polistena,info:0966/ 932622 Magnifica presenza/16.30 - 19.30 - 22.00CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498E’nata una star/18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C.,info:0965/ 898168 Buona giornata/ 18.00 - 20.00 - 22.00

CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Biancaneve/16.00 - 18.10 - 20.20 - 22.30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 I più grandi di tutti/18.30 - 20.30 - 22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala De Curtis Titanic (in 3D)/18.00 - 21.40George Harrison,living inthe material world/ 19 aprile

ore 21.00,di Martin ScorseseSala Sordi Pirati! Briganti da stra-pazzo (in 3D)/ 17.30 - 19.15La furia dei Titani (in 3D)/ 21.00 - 22.45Sala De SicaAct of valor/ 18.30 - 20.45 - 23.00Sala MastroianniMarigold hotel/ 18.10 E’nata una star/ 20.45 - 22.45

Questo mondo non ha più un verso, gira a casaccio senza rispettare l'ordine naturaledelle cose. E' per spirito di categoria che mi lamento, dacché anche noi bravi ragazzi cisiamo organizzati per tutelare i nostri interessi. Questa è l'epoca delle regole e dei suoi

sacerdoti, così anche noifuorilegge ci siamo ade-guati, vogliamo doveri ediritti e diciamo che non cista bene, col codice in

mano, quanto va accadendo in giro. Una volta erano i banditi, e solo loro, a essere belli e maledetti e solo loro si spupazzavano le bam-bole prima di cederle sull'altare a un fesso che ci avrebbe costruito intorno una famiglia. Su di noi si facevano i film, si tessevano le leg-gende. Eravamo icone sexy, modelli ambiti se non da imitare. Tutti facevano strada al nostro arrivo e nell'entrare nei saloon le teste siabbassavano e i bicchieri si riempivano. Questo un tempo, perché oggi se non sei un capitano o un commissario, o almeno un appunta-to un soggetto, una sceneggiatura, una fiction non te la dedica nessuno. Ora nei bar a bere con le pupe ci stanno loro, loro attaccano allafronte lo scontrino col conto al proprietario del saloon. Girano in gruppo, hanno la pistola al fianco e lo sguardo maledetto in volto. Sonoloro i nuovi bravi ragazzi, gli uomini in legge che nell'armadio tengono la divisa e sfidano il mondo senza rischio di galera. Hanno sem-pre qualcuno da salvare, un buono da proteggere e corrono a duecento all'ora sulle strade del giorno e della notte, e tutti a fargli strada.Ti fulminano con lo sguardo macho, oggi sono loro i bravi ragazzi ed è giusto così, perché è l'epoca delle regole e della legalità. E ben glista a tutta questa brava gente che vuole solo giudici prediche e sermoni. Saranno felici, e immagino la gioia nel mezzo di una sana sco-pata vedersi i volti di un Caselli, un Ciotti o un Napolitano che ti dettano le regole del coito, ti contano gli spasimi e ti consigliano, per ildopo, un cilicio catartico. Ma ora che anche noi ci stiamo organizzando le regole le faremo rispettare e ci faremo ridare indietro pupe esaloon, com'era un tempo quando il mondo girava nel verso normale e un bullo o uno sbirro lo distinguevi a un quarto di miglio.

La verità dell’Iridedi Benjamin Bowson

Gli sbirri al posto dei bravi ragazzi

Bud Spencer & Terence HillTra una pennica e l’altra, incurante delloscorrere del tempo, ronfa. Auguri

zio Tommy.

L' abbraccio affettuoso degli esordienti della Juventina - Siderno al loro Mister Alfredo.

AmarcordPaolo Sofia

Firenze 3 aprile 2012La sfida calabrese nellaculla culturale di Dante.la redazione de la Rivierasi congratula con AngeloMacrì per la laurea in eco-nomia. D’ora in poi il comu-ne può dormire sonni tran-quilli: i conti torneranno.

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