Transcript
Page 1: Italia Oggi - 25.02.2014

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

NUOVO GOVERNO

I tedeschi osservano RenziGiardina a pag. 16

RENZI PER FELTRI

Un imbonitore come il CavPistelli a pag. 5

CLANDESTINI

Australia, lotta agli immigratiBianchi a pag. 15

con guida «Tuir 2014» a € 6,00 in più; con guida «Bilanci 2014» a € 6,00 in più; con guida «Voluntary Disclosure» a € 6,00 in più.

Nuova serie - Anno 23 - Numero 47 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Martedì 25 Febbraio 2014 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,40 Francia € 2,50

90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class t v Msnbc ,

canale 27, ore 20)

Giustizia - Cancellerie degli uffici giudiziari aperte cin-que ore al giorno

Ferrara a pag. 23

Fisco - La voluntary disclo-sure va in tour oltreconfine

Bartelli a pag. 26

su www.italiaoggi.it

Documenti/1 - Rialline-amento quote Bankitalia,

la circolare delle Entrate

Documen-ti/2 - La sen-tenza del Cds sugli orari del-

le cancellerie

EDITORIA

Per Della Valle Cairo dovrebbe

gestire Rcs al posto di Jovane

Si chiamerà Sinistra europea la lista che il leader greco di Syriza, Alexis Tsipras, e i suoi sostenitori, a cominciare da Nichi Vendola e il suo Sel, sperano di riuscire a pre-sentare in Italia. Attorno al 39enne leader della sinistra greca, che punta a guidare quella euro-pea, si è formato un manipolo di intellettuali italiani che potrebbe-ro essere una spina nel fianco di Matteo Renzi alla prossima prova elettorale, cioè le europee. Il baci-no di voti a cui cercheranno di attingere è in primo luogo quello del Pd e dei 5Stelle, contestando l’europeismo finora piuttosto acri-tico dei democrats e l’euroscettici-smo di Grillo.

I seguaci italiani di Tsipras puntano sui voti del Pd e di M5S alle elezioni europee

IL Giornale dei

professionisti* * * Ispezioni sul lavoro più brutali

Cambia il codice di comportamento degli ispettori. Ora non sono più obbligati a presentarsi immediatamente al datore di lavoro e a spiegargli i suoi diritti

Meno vincoli agli ispettori del lavo-ro. Assolutamente corretto e legitti-mo che il titolare di un’azienda che subisce un’ispezione venga avverti-to dagli ispettori che è nella sua facoltà farsi assistere da un profes-sionista e rilasciare dichiarazioni, solo al termine dell’accertamento, e ad acquisizioni istruttorie ampia-mente completate. La linea di ten-denza dettata in questo senso dal nuovo codice di comportamento ad uso dei funzionari del ministero del lavoro appare univoca e puntuale.

Capisani a pag. 19

Parisi a pag. 22

Ponziano a pag. 12

En

Dttsu

le c

Il brianzolo Giuseppe Civati, bersa-niano della prima ora, si è poi convin-to che l’ex sindaco di Firenze era una brutta compagnia (politica) e ne ha quindi preso le distanze. Nelle prima-rie si è presentato da solo ed è fi nito fuori strada. Adesso, visto che i vari Bersani e D’Alema, che potrebbero costruire l’opposizione a Renzi, si sono invece defi lati in una sorta di catales-si autodistruttiva, Civati ha preso in mano la bandiera dura e pura della «sinistra di una volta», alla quale in-fatti non sa che aggettivo aggiungere per qualifi carla. Anche perché, se lo trovasse, si squalifi cherebbe. Visto che Civati è, per il momento, l’uni-co oppositore irriducibile (pare) e visibile di Renzi, tutti gli chiedono: uscirai dal Pd? Fonderai un nuovo partito di sinistra? Ti assocerai a Nichi Vendola? Civati, mandandosi indietro con un colpo da sciantosa il ciuffo abilmente phonato, strizza gli occhi cerulei e in un soffi o dice: «Ci penserò». Ah, beh.

DIRITTO & ROVESCIO

*in

abbi

nam

ento

obb

ligat

orio

con

Lad

ies

Oggi con il quotidiano

Ladies

Richieda la sua copia

all’edicolante

Vittorio Feltri

€3,50*

114111098121100105098105054051

Page 2: Italia Oggi - 25.02.2014

2 Martedì 25 Febbraio 2014 I C O M M E N T I

Quando i bam-bini hanno paura delle punture, le infermiere accor-

te ricorrono a una tecnica collaudata di tipo psicologico-fisico. Picchiano lievemente con la mano su una parte del sederotto per cui l’attenzione del bimbo, attratta da questa sollecita-zione, non si accorge che l’ago è già entrato nell’altra parte. Una tecnica del genere è stata utilizzata anche per spiegare le lunghissime tre ore e mezzo dell’incontro fra Matteo Renzi e Giorgio Napolitano al Quirinale per licenziare la lista dei ministri.

Dalle sale vellutate del Quiri-nale era stato fatto filtrare che l’unica riserva espressa dal presidente della re-pubblica era relativa all’inopportunità di nominare, come mi-nistro delle giustizia, il magistrato antimafi a Nicola Grat-teri. Una notizia di questo tipo era in grado di deviare l’indignazione dei giornali e dei giornalisti giustiziali-sti. Questa notizia infatti, nella logica dell’infermiera, svolgeva la funzione della pacca. L’iniezione vera, invece, è passata quasi inosservata (un po’ perché alcuni giornalisti erano impe-gnati a indignarsi a tempo pieno per il freno a Gratteri; e un po’ perché gli altri giornalisti non avevano capito, o avevano fatto fi nta di non capire,

che l’iniezione era un’altra). Essa era la nomina di Pier Carlo

Padoan, economista Ocse, alla carica di ministro dell’economia. Renzi le ha tentate tutte per impedire questa no-mina. E non perché Padoan non fosse un economista di grande livello, come del resto lo era Monti o, successiva-mente, Saccomanni. Entrambi infatti hanno fatto una pessima fi gura.

È inutile nasconderci dietro un dito: le candidature di Monti, Saccomanni e Padoan sono impo-ste dalla tecnostruttura economica europea e internazionale. La Ue, il Fmi e la Merkel sarebbero felici di

poter nominare un ministro americano o tedesco in via XX Settembre, ma sic-come a tutto c’è un limite, si acconten-tano di designare un italiano che sia

stato potabilizzato nei loro ambien-ti e sia ad essi naturalmente obbe-diente. In tal modo, l’Europa, che ha già sottratto all’Italia con la Bce la politica monetaria, con il Trattato di Maastricht la politica di bilancio e con la Commissione la politica com-merciale, adesso vuole avocare anche i ministri nazionali dell’economia, scegliendoli fra i suoi. A questo pun-to viene spontaneo chiederci: perché andiamo a votare?

© Riproduzione riservata

Le Ue infattisi insedia anchea Palazzo Chigi

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Chi è autorizzatoa governare l’Italia?

DI EDOARDO NARDUZZI

Quasi tre anni sono trascorsi dall’inizio della guerra dello spread. L’Italia è il

paese di frontiera di questo conflitto che ha sofferto più di tutti gli altri: con la fidu-cia al governo Renzi siamo al quarto esecutivo del Belpaese offerto in sacrificio alla Dea finanza internazionale. Una volatilità politica e istituzio-nale che segnala, meglio di ogni possibile analisi, quanto l’Italia sia stata e sia ancora il punto di torsione, lo snodo chiave dell’eurozona.

Nel 2011 l’economia ame-ricana arrancava e aveva il fi ato corto. Le risorse mobili-tabili erano tutte concentrate sul fronte interno, centinaia e centinaia di miliardi di dolla-ri al mese stampati dalla Fed per comprare titoli di Stato. E a Washington prese corpo una sorta di dottrina Wilson della politica economica: con-centrarsi sull’America era il mantra dominante. Così, mentre l’allargamento dei premi del rischio sui titoli di stato degli emittenti si diva-

ricava a tutto vantaggio dei Bund e della Germania, gli Usa assistevano quasi impo-tenti alla germanizzazione della moneta unica. I tenta-tivi di far saltare l’euro, se mai effettivamente sono sta-ti ipotizzati sull’altra sponda

dell’Atlantico, appaiono più come divagazioni da dietrolo-gia del contingente, che vere strategie di azione di team di hedge fund coordinati dal Washington consensus. La verità è molto più banale: la peggiore recessione dal 1929 ha piegato le ginocchia alla superpotenza Usa e regalato inattesi spazi di manovra alla Germania che grazie al suo export e all’attivo commer-ciale ha saputo approfi ttare dei vantaggi offerti dalla mo-neta unica diventata conio di riserva e di conto globale.

Ma ora il pil americano ha ripreso a correre almeno al

3% e la Casa Bianca non pare più disponibile ad osservare inerme la germanizzazione dell’euro. L’Italia è da sem-pre un grande alleato di Wa-shington e vedere i suoi pre-mier con il cappello in mano a prendere ordini a Berlino è un messaggio dal signifi ca-to inequivocabile: l’infl uenza americana in Europa si è ri-dotta al lumicino.

Ora con il governo Renzi la musica potrebbe cambia-re. Il giovane premier può giocarsi una partita da out-sider in eurozona, facendo il catalizzatore del malumore da troppa austerità e facen-dosi coprire le spalle proprio da Washington. La Fed sta preparando la fi ne del quan-titative easing e può dedica-re più munizioni ed energie a supportare gli alleati stra-tegici. Ovviamente la banca centrale Usa non potrà com-prare i Btp di Renzi, ma può pensarne una più del diavolo per aiutare banche e fondi a farlo. E se scende la febbre da spread tutto cambia nell’eu-rozona e con esso il destino politico dell’euro.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

E se la Fed iniziasse a comprare i Btp emessi dal governo Renzi?

DI MARCO BERTONCINI

Specie parlando a brac-cio, massimamente se si traccia un programma politico, scendere nei par-ticolari diventa impossibi-le. Tuttavia dai molteplici cenni sull’universo spesi dal sindaco di Firenze (il quale deve ancora assimi-lare le nuove dimensioni richieste dall’occupare la prima poltrona del gover-no del Paese) ci si sarebbe attesi meno tracce generali e qualche concreta espres-sione in più. Così non è stato, stante l’abbondanza di etichette generiche, da ciascuno interpretabili alla maniera propria.

Silvio Berlusconi, scon-certato dall’inattesa giu-bilazione di Enrico Letta e dalla repentina assun-zione del potere da parte di Renzi, non sembra più tanto bonario verso il nuo-vo presidente del Consiglio: per la meno, non quanto si mostrava verso il segreta-rio del Pd. C’è, essenziale per il Cav, il tema della legge elettorale. Sia il Cav

in prima persona, sia i suoi esternatori, sia (ripetuta-mente, fin quasi all’esa-sperazione) Il Mattinale del gruppo alla Camera, sono stati ben chiari: o l’italicum procede secondo le intese o crolla la dispo-nibilità di Fi a (sostenere? o solo discutere?) le riforme costituzionali.

Fi s’interroga sul desti-no della legge elettorale. Le domande vanno in due direzioni. Renzi apporterà modifi che, come richiesto da tutti i suoi alleati indi-stintamente? Renzi, dopo l’approvazione alla Came-ra, fermerà il percorso della riforma elettorale, fi n dopo la riscrittura degli articoli della Carta dedicati al Se-nato? Negli ambienti berlu-sconiani la fi ducia nel nuo-vo titolare di palazzo Chigi scema di giorno in giorno. Del resto, basterà attende-re marzo per capire dove realmente intenda recarsi Renzi. Di certo, c’è solo che egli non potrà venire incon-tro a Ncd & C. e, insieme, accontentare il Cav.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Sull’Italicum Renzi o accontenta B o il Ncd

Ridurre lo spread può ridimensionare

Angela Merkel

When babies fear injections, trained nurses use a pro-ven psichological-phisy-cal sequence. They gently

beat with a hand baby’s buttocks, so his attention can’t become aware of the fact that the needle bit another part of the body. A similar proven sequen-ce has been used to explain why the meeting to discuss and deliver the offi-cial ministers’ list at Quirinale Palace between prime Minister Matteo Renzi and President of the Italian Republic Giorgio Napolitano lasted for more than three hours and half long.

Rumors from the rooms of Qui-rinale said that the only concern was expressed by Pre-sident Napolitano about the possibility to appoint, as mini-ster of Justice, anti-mafia judge Nicola Gratteri. This kind of news would have shifted the anger of all justicialist newspapers and journalists, becau-se this news, from the nurse’s point of view, would have worked just like beating the babie’s buttocks. True (metaphorical, of course) injection was unnoticed. Not only because some journalists were spending their time in criticising Gratteri’s failed appointment; but also because their colleagues didn’t understand (or pre-tend they didn’t understand) that the injection was of another kind. It was

represented by Pietro Carlo Padoan’s appointment. Padoan is an economist from Oecd, and he has been appoin-ted as Minister of Economy. Prime Minister Renzi tried in every way to avoid this designation, and not because Padoan is not a high profile economist as Mario Monti and Sacco-manni were. They both failed.

You can’t hide behind that ex-cuse: Monti, Saccomanni and Pa-doan’s candidacy had been ordered by the European and international technocratic complex. Eu, Imf and German Chancellor Angela Merkel would be happy to appoint an Ame-rican or German Minister of the Ita-

lian economy. But this would take the cake: so they choosed an Italian economist grown up in their en-vironment and that can naturally obey to them. In this way,

Europe takes away ministers of Eco-nomy from all Eu member States: this happens after Bruxelles took away from Italy its monetary policy using the Ecb, budget policy with Ma-astricht Treaty, and fiscal policy with European Commission. Now EU is going to take us away our freedom to choose a Minister of Economy, pi-cking itself the right candidate from its point of view. Question is: why Italians should continue to vote on election days?

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

Who has the powerto rule over Italy?

The European Union settles itself

in Palazzo Chigi, too

114111098121100105098105054051

Page 3: Italia Oggi - 25.02.2014

3Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP R I M O P I A N O

Il premier chiede la C ducia sparando su parlamento e pubblica amministrazione

Renzi fa vedere che li maltratta Subito edilizia scolastica, debiti Pa e cuneo fi scale

DI FRANCO ADRIANO

Il neo ministro della Difesa Roberta Pinotti arriva di corsa, lievemente in ri-tardo e allora ci si accorge

che va aggiunta la sedicesima poltrona da ministro al banco del governo nell’Aula di palaz-zo Madama che si appresta a votare la fiducia al governo di Matteo Renzi. Lo sguardo del presidente del consiglio al suo ingresso è subito andato al palchi della prima fila dove la moglie Agnese siede accanto al fidato consigliere Marco Car-rai: i due stemperano la tensio-ne osservando dall’alto l’assise e parlottando vicendevolmen-te all’orecchio: circostanza che li induce ad un certo punto a muoversi in sincrono e a urtar-si leggermente con la fronte. Il presidente del Senato richiama l’attenzione di tutti sull’avvio del discorso del presidente, ma Renzi sembra non rivolgersi agli abitanti del Palazzo ma al-trove al di là dell’obiettivo. Con gesti studiati, incomprensibili alla gran parte dei senatori e agli osservatori che colgono in

senso negativo la differenza con la correttezza formale e istitu-zionale di Enrico Letta. Frasi ad effetto che colpiranno meglio nel segno su internet e in tv. La citazione d’apertura è tratta da Gigliola Cinquetti: «‘‘Non ho l’età’’ per sedere in Senato». Parla di palazzo Madama su-blimandolo «a un simbolo - cioè qualcosa che tiene insieme - ma anche un elemento di unità profondo». Significa che vuole rottamarlo e portarlo a non con-tare più nulla. Ai senatori ha chiesto apertamente di fare la parte dei tacchini che prepara-no il pranzo di Natale: «Noi oggi non immaginiamo di essere gli ultimi a chiedervi la fiducia per-ché abbiamo un pregiudizio su di voi, ma perché abbiamo un giudizio organico sull’Italia...» Non passa sopra i commenti del senatore Roberto Calde-roli che ha invitato i colleghi ad un gesto scaramantico col-lettivo: «Toccatevi». «Apprezzo che questa dichiarazione abbia suscitato l’entusiasmo del sena-tore Calderoli, ma alla peren-torietà di questa affermazione corrisponde la consapevolezza

che quello che stiamo vivendo è un momento in cui o si ha il coraggio di operare delle scelte radicali e decisive, oppure non perderemo soltanto la relazione tra di noi, ma anche il rappor-to con chi da casa continua a pensare che la politica sia una cosa seria». Renzi non risulta molto credibile neppure quando parla della ragione per cui è lì: chiedere la fiducia. Sullo sfondo compaiono sempre più nitidi i

contorni della cacciata di Let-ta: «Si fa fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest’Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile».

Il confronto con M5SIn aula il confronto poltiico

più interessante è con gli espo-nenti di M5s. È evidente che sono gli uni per l’altro e vice-

versa una spina nel fianco. I grillini lo prendono in giro sula sua presunat volontà di anda-re alle elezioni se ci fosse stata una legge compiuta. E lui li ca-stiga: «Sono il segretario di un partito politico che non ha mai paura di candidarsi alle elezio-ni: anche dove i sondaggi dicono il contrario, come in Sardegna, anche dove c’è difficoltà, noi non abbiamo paura di andare alle elezioni, e in questo primo anno di vita parlamentare, in cui abbiamo ricevuto da voi presunte lezioni di democrazia, vi segnalo, gentili senatrici ed egregi senatori, che nelle quat-tro elezioni regionali che si sono svolte - quelle della Sardegna, della Basilicata e delle Province di Trento e Bolzano - il Pd si è sempre presentato e ha sempre vinto. Non posso dire la stessa cosa per voi». In un’altra occa-sione in cui i senatori grillini manifestano insofferenza, lui si rivolge alla parte dell’emiciclo occupata dal gruppo Pd: «Ricor-diamoci sempre che svolgiamo una funzione sociale, tesa

Vignetta di Claudio Cadei

esprimi la tua arte responsabilmente, solo negli spazi autorizzati

arriva fi xa superLuce, dedicata ai clienti eni gas

2 5 1 1 1 1

eni.com

con il costo della componente energia* bloccato per 2 anni e scontato del 50%** sia il primo mese di fornitura che ogni mese di giugno. passa a eni anche per la luce.* il costo della componente energia è pari a circa il 46% della spesa annua ante imposte di un cliente tipo (2.700 kWh all’anno per abitazioni di residenza con 3 kW). Le restanti componenti di spesa sono stabilite e periodicamente aggiornate dall’AEEG.** sconto applicato sul costo della componente energia nel primo mese di fornitura e ogni giugno per due anni. L’incidenza percentuale media di ciascuno sconto riferita all’intero anno di fornitura è pari a circa il 2% della spesa annua ante impostedi un cliente tipo. Scopri l’offerta valida fi no al 13/04/2014.

eni gas e luce la soluzione più semplicechiama l’800 900 700, vai su eni.com o in un energy store eni

continua a pag. 4

114111098121100105098105054051

Page 4: Italia Oggi - 25.02.2014

4 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I M O P I A N O

Lo ha investito subito, anzichè dopo qualche settimana, com’era successo per gli altri premier

Corriere della sera non ama RenziEra stato richiamato da un tweet del direttore in diretta

DI GOFFREDO PISTELLI

L’editoriale di Gian Antonio Stella , ieri sul Corriere, il premier Matteo

Renzi se l’era immaginato. Il buongiorno s’era visto non dal mattino ma dal tweet post-prandiale del suo diret-tore, Ferruccio De Bortoli, scoccato domenica alle 14,28. «#Renzi, ora la comunica-zione non basta più», aveva scritto ai suoi 242.755 segua-ci, «gli annunci non fanno la sostanza, solo lavoro e risul-tati. Prima il Parlamento poi Twitter». Una bacchettata, a dir poco, seppur con una con-traddizione in sedicesimo: il numero uno di Via Solferino stigmatizzava il premier che parlava al socialnetwork pri-ma che alla Camere, scriven-dolo ai follower prima che ai lettori paganti del Corsera, ma tant’è.

Per il presidente del Con-siglio era appunto solo l’anti-pasto o, vista l’ora, il digestivo. L’indomani ci avrebbe pensato il grande Stella a consegnare il saldo.

E ieri l’editorialista anti-Ca-sta è stato, invero, più garbato del suo direttore che però aveva solo 140 caratteri a disposizio-ne, quelli del socialnetwork.

Stella ha redarguito Renzi, senza eccedere, come farebbe il professore esperto col ragazzino saputello e un po’ troppo pieno di sé. Fra le righe un giudizio duro sul governo, quando ha scritto che al segretario Pd «vie-ne chiesto, come lui stesso ha promesso mille volte prima, di «cambiare l’Italia». Un impegno che farebbe tremare le vene e i polsi pure a un governo di sta-tisti e fuoriclasse». Un uso sa-piente del condizionale che ha rivelato impietosamente cosa pensi Stella di quell’esecutivo e che probabilmente si pensa ai

piani alti del palazzo del fondo Blackstone: e cioè che non è affatto composto da statisti e di fuoriclasse, trovi il lettore i sinonimi che vuole.

E nella chiusa, l’avviso che arriva all’ex-sindaco di Firenze come una diffi da: «Non ci serve un recordman. Ci ser-vono un governo (non un uomo: un governo) e una maggioran-za che facciano fi nalmente, in tempi ragionevoli ma stretti, le cose che vanno fatte. Lascian-doci alle spalle la stagione degli annunci».

Praticamente, considerando

che si scriveva mentre il Ren-zi I non era neppure arrivato al Senato per la fiducia, un «contro-endorsement» preven-tivo, come non se n’erano mai visti al Corrierone, giornale governativo per natura, come si conviene alla testata più autorevole del Paese. Lo era stato certamente con gli ultimi due esecutivi, quello di Mario Monti e di Enrico Letta. Anzi per il governo di quest’ultimo il sostegno era stato davvero marcato e deciso.

Quando Letta, dal bel mezzo di una riunione del consiglio dei ministri, il 13 di-cembre, aveva annunciato, via Twitter anche allora, la fi ne dei rimborsi elettorali alla politica, anche De Bortoli non aveva re-sistito al fascino dei 140 carat-teri, tuittando la svolta pure lui: «Abolito il fi nanziamento pubblico dei partiti».

Le cose, come avrebbero mo-strato poi i lavori parlamenta-ri, non stavano proprio così, ma l’entusiasmo era comprensibil-mente forte per un giornale che aveva fatto della lotta alla Ca-sta una bandiera, anzi l’aveva proprio inventata, con gli ottimi Stella e Sergio Rizzo.

Una campagna di civismo che via Solferino condusse in maniera documentata e im-placabile, generando nell’opi-

nione pubblica un sentimento di ripulsa e di nausea per le fur-bizie dei mille Palazzi d’Italia. Una campagna condotta, non da De Bortoli ma dalla direzio-ne dell’epoca, quella di Paolo Mieli.

Ci fu anche chi ci vide dell’al-tro, come Massimo Mucchet-ti, che del Corriere è stato vice-direttore fi no a quando fu eletto in Senato nella fi la del Pd nelle politiche del 2013. Intervistato, nell’aprile dello scorso anno, sul risultato e sul ruolo degli anti-casta per definizione, quelli del M5s, Mucchetti affi dò a ItaliaOggi una sua persona-le e inedita rilettura di quelle inchieste giornalistiche. «Si ac-compagnavano», disse proprio a chi scrive l’11 aprile, «a una campagna politica che, met-tendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Monteze-molo. Una grande idea giorna-listica, una piccola idea politica. E alla fi ne», concluse, «compli-ce una politica cieca, la guerra alla Casta senza la capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 Stelle. Che ora attacca politici e giornalisti».

Ma questa è un’altra sto-ria.

© Riproduzione riservata

Vignetta di Claudio Cadei

La s) da con i grillini

(...) a recuperare le diffi coltà che stan-no incontrando in questo momento i senatori e le senatrici del Gruppo del Movimento 5 Stelle nei confronti della propria base e dell’opinione pubblica che li sostiene. Non è facile stare in un partito», ha concluso Renzi, «in cui c’è un capo che dice: «Io non sono democra-tico». Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a noi». Altra sca-ramuccia: «Dicevano che al Senato non vi divertivate: invece, vi vedo sereni. Vi garantisco che vi divertirete sempre di più!», ha rintuzzato il gruppo M5s che non mollava la presa. Alla fi ne, però, c’è cascato il premier con uan gaffe proprio sul tema con cui vuole lanciare il suo esecutivo: «Noi immagi-niamo, con questo gover-no e con il vostro aiuto, di trovare dei punti di sinte-si reali, che permettano a quella bambina che ha do-dici anni, che frequenta la quinta elementare...», ha declamato l’ex sindaco. «Sì, semmai la seconda media...», lo ha colto in fallo la senatrice Laura Bignami, di professione insegnante.

La s) da economica

Il timing previsto da Renzi è serrato: si vuole giocare la faccia davvero. Vuole arrivare al 1° luglio avendo affrontato «i temi

costituzionali, istituzionali, elettorali, di lavoro, di fi sco, di pubblico impiego, di giustizia e impostato un diverso at-teggiamento verso la scuola». E allora: come primo atto si tratta di sbloccare il Patto di stabilità sugli investimenti nell’edilizia scolastica. Il premier citan-do Renzo Piano ha invitato a «ram-mendare le periferie». Il piano per l’edi-lizia scolastica sarà dal 15 giugno al 15 settembre, con un programma straordi-nario «dell’ordine di qualche miliardo di euro». Contro la disoccupazione femmi-nile più alta d’Europa, poi, Renzi lancia un piano sugli asili nido. Gli piace l’idea di prendere due piccioni con una fava (assume le donne e sistema i bimbi del-

le done che vanno a lavorare). Lo ripete sempre. Gli asili nido stanno a Renzi come l’Ici stava a Silvio Berlusconi. Ma gli argomenti più corposi sono: «Lo sblocco totale - non parziale: ripeto, to-tale - dei debiti della p.a. attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi Il secondo elemento della sua azione eco-nomica sarà il rifi nanziamento dei fon-di di garanzia per le pmi (ancora con la Cdp guidata da Franco Bassanini) Infi ne, «una riduzione a doppia cifra del cuneo fi scale, attraverso misure serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, ma non soltanto, che porterà nel corso dei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati imme-

diati e concreti». Intanto, a marzo il parlamento affronta il Piano per il la-voro: «Se non riusciamo a creare nuove assunzio-ni, il problema delle ga-ranzie dei nuovi assunti neanche si pone». Renzi non vuole più vedere quei miseri 12 miliardi: non è una cifra defini-bile come attrazione di investimenti. Il premier ha voluto dimostrare, sia nel discorso che in repli-ca, di saper maltrattare i parlamentari «lontani dai cittadini» ed anche i dirigenti della pubblica amministrazione che de-vono stare accorti: il po-sto fi sso sparirà. «Credo sia arrivato il momento di dire con forza che una politica forte è quella che

affi da dei tempi certi anche al ruolo dei dirigenti e che non può esistere, fermi e salvi i diritti acquisiti, la possibilità di un dirigente che rimane a tempo in-determinato e che fa il bello e il cattivo tempo». «Noi non siamo per sottrarre responsabilità ai dirigenti: siamo per dargliele tutte; noi vorremmo che la pa-rola accountability trovasse una tradu-zione in italiano», ha aggiunto, «perché vi sono le responsabilità erariali, quel-le penali e quelle civili, però non ce n’è una da mancato raggiungimento degli obiettivi, se non a livello teorico: questa, però, è una sfi da di buonsen-so, che nell’arco di quattro anni può essere vinta e affrontata se partiamo subito e se abbiamo anche il coraggio - lasciatemelo dire - di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione debba essere visi-bile on line da parte di tutti». Infi ne, fi sco e giustizia. Renzi userà la delega fi scale per inviare a tutti i dipendenti pubblici e ai pensionati direttamen-te a casa la dichiarazione dei redditi. Sulla giustizia molte frasi ad effetto: «Lavorano più, negli appalti pubblici, gli avvocati che i muratori». Insidiosa, ma all’apparenza molto incisiva, l’ini-ziativa sulle Regioni per introdurre una clausola di intervento della legge statale anche in materie fi n qui asse-gnate esclusivamente assegnate alle Regioni. Molti i segni di trattativa con Forza Italia. Sul ddl Delrio «per impedire che il 25 maggio si voti per le Province», «Poi ne riparliamo nel Titolo V» e sullo jus soli che scattereb-be alla fi ne della quinta elementare a dieci anni d’età.

SEGUE DA PAG. 3

METTI ALLA PROVAIL TUO INGLESE

Con l’articolo di fondopubblicato a pagina 2,disponibile gratis anche sul sito www.italiaoggi.it

Ogni giorno su

114111098121100105098105054051

Page 5: Italia Oggi - 25.02.2014

5Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP R I M O P I A N O

Vittorio Feltri registra la novità di stile di Renzi ma non se la sente di dargli un voto

Per il momento sono solo paroleIl pericolo più grosso viene dal suo stesso partito

DI GOFFREDO PISTELLI

Eccoci al Renzi I. Arriva il governo che suscita grandi speranze e al-trettanto grandi livori.

Un premier e un esecutivo at-tesi a molte rotture. Lo schema che potrebbe andare in fran-tumi è quello destra-sinistra: sembra il primo governo della storia che appare in grado di avere un consenso nel Pae-se fuori dai recinti ideologici soliti. Guidato da un leader di centrosinistra, fi nanco un segretario di partito, potrebbe infatti piacere anche agli elet-tori di centrodestra.

Sarà così? Vittorio Feltri,

che a lungo è stato un campio-ne dell’Italia moderata, dando-le voce, a volte strillandola, coi giornali che ha diretto, può es-sere un test affi dabile. Quando ci risponde al telefono, Renzi parla ancora all’emiciclo di Palazzo Madama.

Domanda. Direttore, sia-mo dunque arrivati a Ren-zi al governo. Che gliene pare?

Risposta. Questo signore ha molto successo perché usa un linguaggio nuovo rispetto agli stilemi, ai canoni del po-litico tradizionale. Ignora il politichese classico. Usa un altro lessico, diverso, alla por-tata, e questo è già motivo di attenzione da parte del pub-blico. Induce nelle persone un senso di confi denza maggiore rispetto ai predecessori.

D. Un ribaltamento della comunicazione politica, in effetti.

R. È questa è una grande nota di merito. Però è evidente che non bastano le parole: ser-vono, e sono importanti, a cat-turare consenso, a far capire gente quel che vuoi fare. Dopo di ché rimane il problema di sempre...

D. Vale a dire?R. Sarà capace, Renzi, di

essere coerente con quello che ha detto? Se no, si ritrova ra-pidamente nella palude di cui lui stesso ha parlato.

D. Ché le diffi coltà non mancano…

R. Certo. Non basta avere un programma, un’idea, per-ché devi sottostare comunque ai regolamenti, ai riti e alle liturgie di una politica mai svecchiata nella sostanza,

dalla fondazione, dall’Unità di Italia.

D. Scontiamo vizi antichi cioè…

R. Massì, se andiamo a ri-leggere ciò che accadeva prima del fascismo, nell’Italia giolit-tiana, rimaniamo stupiti di do-ver trovare le stesse parole, le stesse diffi coltà. Perché siamo, da sempre, un Paese di legulei, di adoratori della norma. Non è vero che prima si fa la legge e poi si trova l’inganno: è vero il contrario! Spesso l’inganno è insito nella legge. Mai nessuna riforma, fatta in questo Paese, è stata all’altezza: di solito è stata peggiore del buco da rat-toppare.

D. Renzi parrebbe averlo capito, visto che una delle riforme che ha messo in agenda e della quale parla spesso, anche oggi al Sena-

to (ieri per chi legge, ndr), è quello delle burocrazie...

R. Resto convinto che Renzi debba fare i conti innanzitutto col proprio partito, col Pd, che mi pare lo stia osservando. Poi si dovrà misurare con tutti gli altri partiti e col potere ostati-vo tipico delle coalizioni, dove i veti incrociati sono all’ordi-ne del giorno. Quindi ci sarà la fase esecutiva delle riforme, dove appunto il sistema della dirigenza pubblica sarà deci-sivo, perché sono i burocrati che scrivono materialmente le leggi e spesso le fanno non applicabili ma interpretabili. Persino Benito Mussolini ha introdotto il sistema dittato-riale per superare le pastoie che frapponevano alla sua vo-lontà riformatrice.

D. Non mi pareva avere una vocazione democrati-ca, peraltro. Un altro ca-valiere, Silvio Berlusconi, s’è sempre lamentato del potere dei burocrati. Fa-

mosa l’espressione della macchina che «gli remava contro»…

R. Guardi B. aveva un’ag-gravante…

D. E cioè?R. Che mentre cercava di

fare, delegava. Pensi che dele-gò a Giulio Tremonti la re-alizzazione della Rivoluzione liberale. Affi dare una cosa del genere a un socialista è una contraddizione in termini.

D. Beh, certo Tremonti fu un dei Reviglio boys (da Franco Reviglio, ministro socialista delle Finanze, ndr)

R. Appunto. No, B. è stato bravissimo nel catturare il consenso, nei discorsi, nella vendita. Un gran venditore. Peccato che non avesse il pro-dotto. Insomma non ha mai avuto la vocazione del gover-nante e non ha mai governato. Qualche legge ad personam e, nemmeno andata a buon fi ne…

D. A guardare dai risul-tati, dice?

R. Dico. No, B. non sapeva manco farsi i cazzi propri, mi scusi, fi gurarsi se sapeva fare i nostri.

D. Ma torniamo a Renzi, direttore.

R. Torniamoci. Sul punto delle burocrazia sono curioso di vedere come farà. Così come vorrei vedere dove andrà a prendere le risorse per le cose che ha promesso…

D. Oggi ha parlato di un

piano straordinario sul-la scuola, anche edilizio, da realizzare da giugno a settembre, e per il quale rimuovere il Patto di sta-bilità. “Par-tiamo dalla scuola”, ha detto…

R. Sì, sulla scuola ci han provato tutti: ma è dal 1960 che non si fa altro che peg-giorare. Da quando intro-ducemmo la scuola media unica. Lo ricor-do bene perché allora, facevo parte della commissione che studiò la cosa per il Partito socialista. Eravamo convinti che fosse una riforma neces-saria ma è stata una boiata che ha abbassato il livello del sistema. Così ora abbiamo un sistema scolastico gentiliano ma peggiorato. Uguale ma in peggio.

D. Renzi ne ha parlato spesso, in passato. Un tema da Leopolda…

R. È una scuola diventata ricettacolo di gente poco capa-ce, anche perché mal pagata, per cui i migliori fanno altro. Tutta l’istruzione registra uno scollamento con la vita reale e produttiva, col mondo del

lavoro.D. Anche l’università?R. Beh, certo. Schifata

dall’industria perché convinta che l’accademia sia superiore alle banalità della produzione. Lo vediamo dai nostri laure-ati…

D. Feltri, ma quali sono i nemici veri di Renzi, oggi?

R. Sono quelli che vogliono mantenere lo status quo, che non hanno nessuna voglia di sperimentare e sono tutti im-pauriti da questo giovanotto che, è vero, si presenta con una punta di bullismo, o che è avvertito come tale, e susci-ta diffi denza persino nei suoi stessi compagni di partito.

D. Gli diamo un voto?R. Purtroppo non possono

giudicarlo che dalle parole. Almeno il primo trimestre, lo valuteremo solo dalle inten-zioni, più che dagli atti, quindi sospendo il voto.

D. Nemmeno sui mini-stri? Gian Antonio Stella ha

scritto che questo incarico «è un impegno che farebbe tremare i polsi anche a un governo di statisti e fuo-

r ic lasse» . Come dire che l ’ese-cutivo è di tut t ’a l tra pasta...

R. Stella ha ragione, per carità. Però sarebbe stato meglio fare gli esem-pio, doveva dire: ha scel-to Tizio per

questo ministero e invece an-dava meglio Caio. E così del programma, non basta dire non va.

D. B. annuncia un’oppo-sizione ragionevole…

R. Posizione di buon senso. Quasi banale, però. Se uno mi propone di guadagnare un milioni di euro, anche se è di sinistra prima di dire no, sto a vedere.

© Riproduzione riservata

nica. Lo ricor-

rCcctp

hpPstfapdto

questo ministero

Si fra presto a dire che si vuol riformare

la scuola. È dal 1960

che non si fa altro che peggiorarla,

da quando si varò la riforma della

scuola media unica

h l è t t i

dd

c

ledtivstddè e ili

Se non riuscirà a produrre

dei fatti concreti (e presto), Renzi

si troverà nella stessa palude

che aveva invischiato il suo predecessore

a Palazzo Chigi

mosa l’espressione della

sisimp

spd

ricepTsce

In un certo senso as-somiglia a Berlusconi che è stato bravissimo

nel catturare il consenso,

un grande venditore. Peccato che poi

non avesse il prodotto

to (ieri per chi legge, ndr),

fagaligco

fuFsn

bcov

Renzi deve riuscire a battere

l’alta dirigenza perché non è vero

che prima si fa la legge e poi si trova

l’inganno. Spesso l’inganno

è già dentro le legge

lavoro.

B. non aveva la vocazione del gover-nante ed infatti non ha mai governato

salvo qualche legge ad personam che

poi non è nemmeno andata buon fi ne

Vittorio Feltri

di Pierre de Nolac

Papa Francesco: «Bisogna favorirela conversionedei cuori».

Il problema è sempreil tasso di cambio.

* * *

Renzi: «Abbiamouna sola opportunità».

Voleva dire«o la va o la spacca».

* * *

Civati: «Cerco di capire se restare nel Pd».

Entrando non si era posto alcun problema.

* * *

Maroni: «Renzi non parla di Expo 2015».

Tanto punta al 2018.

* * *

Calderoli: «Renzi dichiarerà guerraa San Marino».

Quella contro Lettal’ha già vinta.

* * *

I tabaccai minacciano lo sciopero ad oltranza.

Rimarrannosolo Bacco e Venere.

PILLOLE

114111098121100105098105054051

Page 6: Italia Oggi - 25.02.2014

6 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I M O P I A N O

Per Achille Occhetto sono la rottamazione e il superamento dei governi di larghe intese

Renzi non mantiene due promesseNon ce la farà ma, per il paese, mi auguro ce la faccia

DI FABIO FRANCHINI

Mentre la squadra di governo di Matteo Renzi ha prestato giuramento davan-

ti al capo dello Stato, in molti, qualcuno anche nel Pd, non hanno gradito, prima, l’accordo con Silvio Berlusconi sulle ri-forme e, dopo, il modo in cui il segretario del Partito democra-tico ha scalzato Enrico Letta da Palazzo Chigi, ottenendo il mandato da Giorgio Napoli-tano.

Tra questi c’è Achille Oc-chetto, ex Pci e Pds e primo sfidante del Cavaliere nelle elezioni del 1994 a capo dell’Al-leanza dei progressisti.

Domanda. Occhetto, il Pd di Renzi è la nuova Dc?

Risposta. Io credo che usare questi vecchi termini per inter-pretare l’attuale politica non dia la chiara visione dei proble-

mi che abbiamo di fonte. Il Pd secondo me (ed è per questo che non vi ho aderito) è stata una fusione a freddo tra due appa-rati. Quindi il risultato è stato che si sono messi, delle volte, insieme il peggio del Pci e della Dc. E in queste ultime vicende direi che sia il peggio del Pci e della Dc hanno orchestrato una politica sbagliata.

D. Nel partito sembra che la componente ex Margheri-ta sia maggioritaria rispetto agli ex Ds. Questo cambio di pelle cosa comporta?

R. Il cambio di pelle è già avvenuto quando c’erano dei leader di derivazione comuni-sta, perché innanzitutto credo che l’errore di questi ultimi tre anni (ovvero il fatto di aver impantanato la politica italia-na nell’emergenzialità e nelle grandi intese) sia stato fatto, purtroppo, proprio dalla com-ponente che deriva dal vecchio Partito comunista, a partire da Giorgio Napolitano, che ha fat-to da garante a tutto questo. Il problema è guardare non tanto alla necessità di passare da una fi liera comunista a una demo-cristiana, bensì verificare se effettivamente c’è la capacità di mettere in campo una nuo-va sinistra. Al momento non mi sembra, ma spero che nel futuro questo avvenga.

D. Il fatto che appunto gli ex comunisti siano ai margi-ni del Pd, facendo fuori de-terminati personaggi non si fa fuori anche una parte di elettorato più di sinistra?

R. Ma chi sono questi perso-naggi nei quali l’elettorato della sinistra più pura dovrebbe rico-noscersi?

D. Non so, per esempio, penso all’ex segretario Bersani e alla sua cor-rente.

R. La deri-va moderata del Partito democratico è incomincia-ta attraverso una nobile collaborazione tra ex comuni-sti e democristiani. Io vedo ex Dc come Prodi che sono più a sinistra ed ex comunisti come Violante (che si sono più volti messi d’accordo con Berlusconi) che sono più a destra. Per me la vera dialettica è tra un’auten-tica posizione di sinistra e una moderata.

D. E a livello di elettora-to?

R. Come si è visto, probabil-mente sbagliando e inseguen-do il sogno della vittoria per la vittoria (mentre io credo che si debba vincere su un proget-to), c’è una grandissima parte dell’elettorato rosso dalla testa ai piedi che è accorso ai seggi delle Primarie per votare Ren-zi.

D. Come valuta le modali-tà con le quali Renzi è salito a Palazzo Chigi?

R. Sono rimasto deluso per il

semplice fatto che avevo ri-tenuto estre-mamente im-portanti due

cose di Matteo Renzi...

D. Ovvero?R. La rottamazione, cioè il

cambiare una classe dirigente che aveva portato alla dege-nerazione della sinistra; e l’af-fermazione secondo la quale si doveva uscire dalla politica delle larghe intese. La modalità che ha seguito ha contraddetto questo impegno. È vero che lui è stato indotto a farlo anche dalla minoranza interna, che ha af-fermato improvvisamente che lui doveva salire al governo. Ecco, anche in questa vicenda c’è stata una nobile collabora-zione fra le due anime, dentro una camicia di Nesso costruita dal presidente della Repubblica che, ripeto, è quella dell’emer-genzialità e delle intese con la destra.

D. E il programma di

Renzi come lo giudica? In molti di-cono che non ce l’ha: è d’ac-cordo?

R. Per quan-to riguarda il p rogramma penso che si debba aspetta-re. Per criticare bisogna aspet-tare i fatti: portiamo pazienza e vediamo. Dico comunque che mi sfugge lo stato attuale delle cose, ovvero di come con la stes-sa maggioranza di Letta, Renzi possa fare e realizzare un pro-gramma molto più avanzato.

D. Come evolveranno i rapporti con Civati e Sel di Nichi Vendola?

R. Ecco, questi sono nomi di sinistra. Purtroppo ho visto che Alfano ha posto la condizione che lui non si debba sedere allo stesso loro tavolo. Vediamo che cosa succederà...

D. Civati e Vendola, secon-do lei, potranno fondare in-sieme un nuovo partito di sinistra in Italia?

R. Oggi nessuno può forma-re niente se non esiste qualche cosa di profondo che si muove nella società; se noi continuia-mo a pestare sempre la stessa acqua nello stesso mortaio, e mi riferisco a come sono oggi i partiti, non ne viene fuori nul-la. Auspico che ci sia un’onda-ta di fondo che parta in primo luogo dalle nuove generazioni

che possa far nascere una nuova classe dirigente del-la sinistra. E...

D. Prego.R. In me-

rito, rimpro-vero a Grillo lo spreco: ha buttato al vento una

grande occasione. C’erano cen-tinaia di migliaia di giovani che potevano già incominciare a rappresentare la prima ondata di un processo di rinnovamento che lui adesso sta sprecando.

D. Visto che ha parlato di Beppe Grillo, come com-menta l’incontro in strea-ming?

R. Io l’ho guardato come un bel pezzo di film muto, come quelli di Buster Keaton e Cric e Croc. Mi sono divertito, ma da quello visto non traggo alcuna conclusione politica.

D. Torniamo a Renzi e al patto con Forza Italia. Lei avrebbe fatto un accordo con Berlusconi di questo tipo?

R. Io no, non lo avrei fatto. Oltretutto io non continuerei a ricevere Berlusconi ai massimi livelli delle istituzioni quando si fanno le consultazioni e quan-do si fanno gli incontri politici. Berlusconi ha il diritto, dal di fuori, di dirigere il suo partito, ma non può avere alcuna rap-presentanza istituzionale.

D. Attraverso la telefonata del fi nto Vendola a Fabrizio Barca, si è vista la longa ma-nus di De Benedetti dietro l’operazione Renzi. Ma ai suoi tempi chi appoggiava De Benedetti?

R. Rispetto a Barca ho il van-taggio di sapere di essere pub-blicato, quindi non rispondo…

D. Per concludere: Renzi è un vincente?

R. Nella sua testa lo è e que-sto nel breve periodo penso pos-sa aiutarlo. Benché io abbia le mie riserve, spero che almeno per un po’ di tempo ce la faccia, sennò non so proprio da che parte andremo a sbattere.

Ilsussidiario.net

DI ISHMAEL

Metà sono donne, tutti sono giovani e persino giovanissimi, la vecchia sinistra è rottamata, l’età media di qua, una nuova stagione di là.

Enrico Letta magari è un po’ offeso, però la Borsa risponde bene, e così i mercati, le istitu-zioni internazionali, le agenzie di rating, l’Eu-ropa. Napolitano è contento (anche se, come ha detto, non mette più la mano sul fuoco per nessun tecnico, politico o creatura intermedia tra i due). Anche l’Onnipotente certamente approva dall’alto dei cieli. Fan di Giorgio La Pira, che fu sindaco di Firenze e demo-cristiano della corrente mistica, il presidente del consiglio in carica e il suo braccio destro, Graziano Delrio, potrebbero aver parlato col loro magister defunto e La Pira potrebbe avergli assicurato che il Cielo è dalla loro par-te (niente di strano, se si pensa che fu proprio parlando con Giorgio La Pira nel corso d’una seduta spiritica che il futuro premier ulivista Romano Prodi, negli anni di piombo, seppe per via paranormale che il presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, sequestra-to dalle Brigate rosse, era prigioniero in Via Gradoli, a Roma).

Intorno al governo Renzi (per tornare sulla terra dopo la digressione spiritista) c’è insomma la stessa retorica che negli ultimi tre

anni ha sviolinato tutti i governi sponsorizzati dal Quirinale. Caduto Berlusconi, inviso a tutti, salvo che ai falchi del suo partito e ai suoi elettori incorreggibili, abbiamo avuto sol-tanto governi salvifi ci e leader pieni di boria che restituivano dignità all’Italia infamata dal bunga bunga, che insegnavano la disciplina agl’italiani e che i genitori tedeschi avrebbero voluto come generi (non sapremo mai se anche le loro fi glie non vedessero l’ora di sposare un bel giovanotto come Mario Monti).

Dall’autunno del 2011 la politica è di-ventata una manfrina: il Quirinale nomina un salvatore della patria (prima un tecnico, poi un politico sobrio e bene educato, quindi un fan di Giorgio La Pira che parla come Odoardo Spadaro e che per adesso ha preso soltanto i voti per fi nta delle primarie democratiche) e naturalmente il salvatore della patria non salva alcunché. Sempre lo stesso copione: la fanfara giornalistica per un po’ celebra le im-prese della nuova creatura quirinalizia, poi il poveretto viene sgambettato un giorno sì e un giorno no dalla sua stessa maggioranza, gior-nali e talk show cominciano a remare contro, alla fi ne l’esecutivo entra in crisi e il Quirinale, per essere originale fi no in fondo, dice a chi osa parlargli d’elezioni che le elezioni sono scioc-chezze. Beppe Grillo strepita, il Caimano sorride e tutto ricomincia daccapo.

© Riproduzione riservata

SOTTO A CHI TOCCA

Beppe Grillo strepita, il Caimanosorride e tutto torna come prima

m

to

mdvsitodadzi

Giorgio Napolitano ha fatto impantanare la politica italiana nell’emergenzialità e nelle grandi inte-se con le quali ha

cercato di conciliare l’inconciliabile

E vero che il Pd è nato dalla fusione a freddo di ex Pci

e di ex Dc ma Romano Prodi (ex dc) è molto più

a sinistra di ex comu-nisti come Luciano

Violante

cnndlE

rvlbv

Vendola e Civati non possono creare una nuova sinistra

che, se c’è, deve sal-tare fuori da un som-movimento profondo da parte delle nuove

generazioni

Achille Occhetto

114111098121100105098105054051

Page 7: Italia Oggi - 25.02.2014

7Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP R I M O P I A N O

Delrio ha preso una topica sui Bot ma dimostra che Padoan non avrà la briglia sciolta

Min. economia con le scintilleIl nuovo governo non è ancora partito che già fi brilla

DI GIANNI GAMBAROTTA

Matteo Renzi lo aveva detto bello chiaro ai suoi mi-nistri: «D’ora in

poi niente chiacchiere, nes-suna dichiarazione: ci met-tiamo al lavoro, facciamo le cose che vanno fatte e poi le annunciamo».

Parole sen-sate per un neopresiden-te del Consi-glio che ha in mente di por-tare, e subito, il Paese a una svolta. Ma parole gettate al vento visto che, neanche 24 ore dopo, il più fedele fra i suoi fedeli, G r a z i a n o Delrio , ha tirato fuori quella stra-vagante idea sui Bot. «Si possono tas-sare. Se un risparmiatore ne ha per 100 mila euro e gliene prendiamo 25-30 euro, non succede niente», ha dichiara-to serafi co.

La sua uscita ha provocato, come era prevedibile, precisa-zioni, smentite e via dicendo. Insomma, il solito can can della politica italiana, proprio quello che fi gurava ai primi

posti nell’elenco di rottama-zione di Renzi.

Bastano poche parole per dire che l’idea di tassa-re i Bot ha basi molto fragili. Il Tesoro piazza sui mercati internazionali 400 miliardi di titoli di Stato. Se non riesce ogni anno in questa titanica impresa, il Paese va diritto filato in default. Ora, i Bot

si possono anche gravare di un’imposta del 50 per cento, tanto per dire. La conseguen-za sarà che l’emittente Tesoro dovrà offrire rendimenti su-periori al 50 per cento, altri-menti non troverà nessuno di-sposto a comprare i suoi titoli. Insomma, tutto si ridurrebbe a una partita di giro: il Tesoro dovrebbe restituire con una

mano, quello che ha tolto con l’altra. Risultato: somma al-gebrica zero.

E allora perché Delrio ha avuto questa pensata che ha creato solo imbaraz-zo? Come si sa, Renzi avrebbe voluto mettere proprio lui al ministero dell’Economia, dove si giocheranno le carte decisi-ve per il più giovane governo della storia repubblicana.

Ma il presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolita-no, non ha sentito ragione e ha imposto Pier Carlo Pa-doan, ex capo economista dell’Ocse.

Quando ci saranno da discu-tere dossier importanti su ta-voli importanti, è stato il ragio-namento del Quirinale, è bene che l’Italia sia rappresentata da una personalità conosciuta a livello internazionale oltre che esperta in materia. Padoan risponde al requisito, Delrio no. Dunque avanti il primo e fuori il secondo.

E così è stato. Renzi e Delrio hanno dovuto ab-bozzare (e cos’altro avrebbe-ro potuto fare?). Ma la rinun-cia a una gestione più politica del ministero dell’Economia rode; l’ombra del super tecni-

co che guarda con suffi cienza il politico ragazzino e il suo maturo, ma poco professorale sottosegretario, inquieta. Al-lora ecco la trovata sui Bot: Del Rio, certo non all’insa-puta di Renzi, manda a dire che si occuperà attivamente e fi n dal primo giorno di tutti i temi di competenza del di-castero di via XX Settembre. Ci ha messo la sua. Sarà ricca di episodi interessanti la fu-tura cronaca dei rapporti fra il fedelissimo del premier e il ministro più importante del nuovo governo.

www.formiche.net

DI RICCARDO RUGGERI

Il Governo Renzi? Ha iniziato con una magia: ha fatto felici tutti. È il primo fine settima-na ove l’Italia pare pacificata.

Quanto durerà? La maggioranza andata al potere (Pd, Ncd, cespu-gli vari) mai l’ho vista così felice, non parliamo dei poteri forti, degli intellettuali, dei popoli colorati (ar-cobaleno o viola), dei cespugli salot-tieri, dei grandi media» nazionali ed europei: persino Scalfari si lancia in un do acuto, una ottava sopra il do centrale. Pare felice il Vaticano di Francesco, oltre a Friedman, che del governo Renzi si considera la levatrice, e vorrebbe esserne pure la tata.

Anche se fi nge di no, è felice pure Berlusconi. In realtà, la le-vatrice di Renzi è stato lui. Facen-dogli fare in 72 ore (dopo 10 anni di sceneggiate, con un centinaio di buffi saggi e di inani costituzio-nalisti) la legge elettorale come la voleva il Pd, gli ha dato lo status per diventare prima Segretario, e poi Premier. Confesso che mi sfugge la strategia di Berlusconi, sia come

disegno complessivo, sia come com-portamenti tattici. Continua, e pare sincero, a esaltare le qualità del gio-vane Renzi, gli da endorsement in successione, senza rendersi conto che parte del suo elettorato si sta sfaldando, banalmente si chiede: «Perché votare un Renzi vecchio e imbolsito se c’è il Renzi originale, giovane, pimpante e pure stimato?». Se invece costui fosse «un Renzie» perché non votare Grillo? Certo, sappiamo come i flussi elettorali abbiano debole fl uidità, ma ciò non toglie che se si insiste negli erro-ri gli elettori, anche i più fedeli, si stufano.

Fingono invece di essere fe-rocemente contro il Movimento 5 Stelle e la Lega (e ciò che resta della Sinistra). In realtà, sono pure loro molto felici, alle elezioni di un anno fa rappresentavano il 37% dei vo-tanti (chi conosce i più recenti son-daggi riservati sostiene che il M5S sia in forte crescita). Si sono liberati di Berlusconi, a costo zero, perché il Cav. nulla ha ormai del vecchio leone della savana di un tempo: è sempre più leone da zoo scandinavo, costantemente sedato, si è rinchiu-

so nella sua tana deciso a sbranare il fi glioccio Alfano, giocherellando invece con il leopardo Renzi.

In poche settimane la geo-grafi a politica è radicalmente mutata, all’apparenza il Paese re-sta tripolare e sempre spaccato in due, ma gli attori hanno cambiato ruolo: Berlusconi non è più all’op-posizione ma in una pericolosa, per lui, zona grigia. Contro sono rimasti solo Grillo e la Lega. Mi stupisco poi che noi analisti stiamo trascurando due fatti di grande impatto.

Primo, fra 50 giorni Berlusconi uscirà di scena, politicamente par-lando, per i prossimi 12 mesi sarà una fi gurina Panini della politica.

Secondo, a fi ne maggio ci saran-no le elezioni europee. Prevedo che, quest’occasione, la pancia prevarrà sul cervello. Di certo, gran parte degli elettori dei partiti tradizio-nali, furibondi sia verso gli euro-crati, sia verso i politici nostrani, potrebbero scegliere M5s o Lega, proprio per assestare uno sganas-sone a Renzi e a Berlusconi, per aver ecceduto in scaltrezza e ci-nismo politico. Il segnale debole dei Sessantamila (fi gli dei mitici

“Quarantamila”) è stato derubri-cato a gita scolastica, vista come un’opposizione “stracciona”, senza accorgersi che potrebbe far salta-re tutti gli equilibri consolidati da cinquant’anni di catto-comunismo e poi da un ventennio di azionismo euro burocratico. Nello streaming Grillo lo ha detto a Renzi in modo chiaro.

Sostiene Margaret MacMillan, docente a Oxford (ne parlerò più diffusamente in un prossimo ca-meo) che la globalizzazione produce un pericoloso sottoprodotto incorag-gia un intenso «localismo», che poi si manifesta con modalità diverse in ogni paese, negli Stati Uniti il Tea Party, in UK il British Natio-nal Party, in Italia M5S e Lega. Le elezioni europee sono un’occasione troppo ghiotta per un popolo dispe-rato: con una croce spariglieranno lo schema entro il quale le élite burocratiche di Roma, Bruxelles, Francoforte, pensavano di averli imprigionati, per un giorno saranno felicemente «svizzeri».

[email protected]@editoreruggeri

© Riproduzione riservata

IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI

Occhio, le elezioni europee sono un’occasione ghiotta per un popolo disperato: con una croce, possono sparigliare lo schema di tutte le èlite

Pier Carlo Padoan

mano quello che ha tolto con Quando ci saranno da discu- co che guarda con sufficienza

Il discorso di Renzi al Senato è stato un discorso diverso dai soliti che sono stati pronunciati, nella medesima sede ed occa-sione, dai suoi predecessori. Per molti mo-tivi: primo, per l’età. Anche se Letta non era molto più vecchio di renzi, il suo eloquio e il suo portamento erano quelli di un giovane anziano, perfettamente a suoi agio nelle boiserie nelle quali sembrava essere nato. Il secondo motivo di diversità è che Renzi non ha praticamente letto il suo discorso ma è andato a braccio, utilizzando quindi, per questa sua stessa scelta, un discorso diretto, non solo verso i senatori ma anche, e soprattutto, verso l’opinione pubblica che lo stava seguendo in diretta tv.

Le sue promesse sono state signifi cative: scuola, tasse e lavoro. Ma sono le stesse le promesse che gli italiani attendono che

siano soddisfatte da un sacco di tempo ma che non vengono mai concretizzate dai pur numerosi governi (tre nel solo ultimo anno, tanto per rendere l’idea). Scottati da tante promesse non mantenute, gli italiani restano speranzosi ma anche diffi denti. In particolare, non sono convinti da molti dei ministri di Renzi persino il suo collaudato braccio destro, Graziano Delrio (che è il ministro che dovrebbe temperare le aspe-rità giovanilistiche dell’eloquio e del com-portamento di Renzi) si lascia portare a straparlare di patrimoniale sulla vecchietta che ha 100 mila euro da parte (salvo poi ritrattare tutto) e lo fa in tv, la sera prima che il premier enunci il suo programma, c’è da domandarsi: che cosa saranno in grado di fare gli altri ministri meno sperimentati del governo Renzi?

Se persino Delrio straparlache cosa faranno gli altri?

114111098121100105098105054051

Page 8: Italia Oggi - 25.02.2014

8 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I M O P I A N O

Per ridurre lo strapotere dei grand commis bisogna conoscere come funziona lo stato

Delle cantonate da inesperienzaNon esistono, ad esempio, i ministeri senza portafoglio

DI CESARE MAFFI

Dilettanti allo sbaraglio o seri giovani in grado di riformare lo Stato? Ovviamente, solo il

concreto evolversi dell’attivi-tà di governo consentirà una risposta. Il giovanilismo, il nuovismo, godono vasta popo-larità: non vi è dubbio, quindi, che piaccia alla gente il pre-sentarsi con una squadra in cui non si perpetuano politici con esperienze pluridecenna-li. Il dubbio riguarda proprio l’assenza, totale o parziale, di esperienza. Abbiamo già spe-rimentato che cosa significhi l’essere presi da altre attivi-tà, vite, impegni, e messi sulle più alte poltrone di Monteci-torio e di palazzo Madama. Interrogarsi su come possano agire persone inviate, senza adeguata preparazione, a di-rigere dicasteri, è lecito. E ta-luni svarioni commessi da al-cuni fra i chiamati da Matteo Renzi nella propria struttura di segretario democratico ave-vano già indicato i limiti dei personaggi (qualcuno è ora approdato al governo…).

Da alcuni giorni è esplo-

sa sulla stampa la polemica contro l’alta burocrazia. L’ana-lisi era partita un paio di anni fa dalle colonne di ItaliaOg-gi con gli articoli del grande manager Riccardo Ruggeri. Poi nell’ultimo mese è dilaga-ta su molti media con artico-li suggellati anche da fi rme prestigiose. L’ha alimentata, in questi ultimi giorni, persi-no lo stesso Matteo Renzi che

l’ha fatta sua. Dal Corriere al Fatto, è sta-

to un susseguirsi di servizi e inchieste su uffi ci legislativi, gabinetti ministeriali, direzio-ni generali, e relativi preposti. Ottima l’azione di denuncia del ruolo sovente sclerotiz-zante esercitato, né da oggi né da ieri ma dal sorgere del-lo Stato moderno, dai quadri dirigenti dell’apparato pub-blico. Più diffi cile, però, che i neo ministri, appena arrivati, riescano a far piazza pulita di tali strutture; anche perché, pur volendo mutare perfi-no tutte le poltrone interne, potrebbero essere costretti a chiamare, in sostituzione dei giubilati, altri personaggi della medesima formazione, cordata, mentalità.

La mancanza di cono-

scenza diretta si è avvertita in maniera palese nelle stes-

se prime parole pronunciate dal presidente del Consiglio pochi secondi dopo essere uscito dallo studio di Gior-gio Napolitano. Nella let-tura dell’elenco dei ministri, Renzi ha commesso uno sva-rione che la dice lunga sulla sua mancata conoscenza della macchina statale. Ha infatti distinto i «ministeri con por-tafoglio» dai «ministeri senza portafoglio».

Orbene, esistono i «mini-steri» senza altra indicazione ed esistono i «ministri senza portafoglio». Un «ministero senza portafoglio» è contrad-dittorio, perché l’indicazione «senza portafoglio» impedisce a quegli uffi ci di essere indivi-duati come «ministero».

Una sciocchezza lingui-

stica? Può darsi, però indica che il presidente del Consiglio, il quale intende rinnovare i

vertici ministeriali, non ha contezza precisa di quali siano i ministeri e di quale sia il ruolo dei ministri (mi-

nistri, non ministeri!) sen-za portafoglio. La partenza non è stata felice.

© Riproduzione riservata

«Non prometto niente, ma proverò a ridurle», dice il premier fiorentino delle tasse mentre il suo vice, Gra-ziano Delrio, spiega a Lucia Annunziata che in fon-do non ci sarebbe niente di male a tassare i Bot (mica tanto, solo un po’, che sarà mai). Quel non «prometto niente», insieme al bel pensierino fiscale di Delrio, non promette niente di buono. Enrico Letta, prima di nominare un responsabile della spending review, incaricandolo di studiare il modo (con calma, senza fretta, pian piano) di ridurre la spesa corrente, si è preso otto o nove mesi di tempo. Spero di sbagliare, ma il nuovo premier ha l’aria di non voler chiamare nessuno.

Proverà, senza impegno, a ridurre le tasse men-tre il suo braccio destro proverà (che male c’è?) ad au-mentarle un po’. Giorgio Napolitano, al giornalista che gli chiedeva se Renzi salverà davvero l’Italia dalla rovina, ha risposto che lui non mette «la mano sul fuo-co» per nessuno. Riassumendo: Renzi non promette di diminuire le tasse, Delrio è dell’idea di tassare i Bot e il presidente della repubblica, che di questo governo è il principale sponsor, si fi da di Renzi e Delrio quanto se ne fi dano Pippo Civati e Beppe Grillo. (Ma potrebbe andare peggio. Potrebbe esserci una pioggia di meteori-ti il prossimo giovedì. O potrebbe partire a tradimento un altro Festival di Sanremo, Fabio Fazio e tutto).

© Riproduzione riservata

IL CORSIVO

Tassiamo mica tanto, solo un po’, macché sarà mai!

DI ANDREA GIACOBINO

Si accentua la crisi nel sistema veneto delle banche di credito cooperativo. Sot-to pressioni della Banca d’Italia, che ha in corso da dicembre una lunga

ispezione, nel weekend si è dimesso il pre-sidente del Credito Trevigiano Nicola Di Santo (in carica da ben il 2001), uno dei due vicepresidenti, Carlo Zacco e due consiglieri d’amministrazione (Daniele Graziotto e Paolo Vendramini) determinando così la decadenza dell’intero board.

Gli “007” di Via Nazionale stano spul-

ciando anche i conti del conterraneo Credi-veneto e pure in questo caso non è escluso giungano a breve le dimissioni del presi-dente Alessandro Belluzzo, che guida l’istituto cooperativo con sede a Montagna-na (Padova) che ha chiuso il 2012 con una perdita superiore ai 9 milioni di euro dopo gli 11 milioni di disavanzo del precedente esercizio.

Al Credito Trevigiano, invece, è

emerso un rosso di oltre 8 milioni nel

primo semestre dell’anno scorso (contri gli 1,4 milioni di utile nello stesso periodo del 2012) e che pare destinato a lievita-re a fi ne del rendiconto. Le perdite sono determinate da insuffi cienti accantona-menti su crediti ritenuti a rischio e che gli ispettori di Bankitalia ritengono di impu-tare a vere e proprie sofferenze. Il Credito Trevigiano, fondato nel 1901, sarà da oggi guidato da Dario Bonora in qualità di amministratore anziano, in attesa di un rapido ricambio dell’intero consiglio che Via Nazionale vuole ispirato a criteri di minore età anagrafi ca dei suoi componenti e competenza. Il Credito Trevigiano, con 6.000 soci, 30 fi liali, 200 dipendenti e 200 miliardi di masse amministrate è la quarta cassa rurale del Veneto ma come gli altri istituti soffre di una vera e propria “esplo-sione” delle sofferenze che per le imprese trevigiane dal 2009 al 30 novembre scorso sono cresciute del 268%, passando da 597 milioni a oltre 2,1 miliardi. Il sistema in-dustriale veneto, quindi, batte e in testa e con esso, inevitabilmente, le banche come le Bcc più radicate sul territorio.

© Riproduzione riservata

CARTA CANTA

Le Banche di Cc del Venetosono investite dalla crisi

Stile di Riccardo Ruggeri

Abbraccio affettuoso fra Francesco e Benedetto, becero • fra Matteo e Enrico.

«La ricreazione è ) nita»

Renzi non la usi più, porta male. A un suo sponsor potente, • in una notte, costò un’azienda mondiale.

Ucraina

Tymoschenco libera, Letta in fuga.• Ministeri

Il popolo viola-arcobaleno tace da 5 giorni sull’elimina-• zione dei ministeri «pari opportunità», «integrazione», «politiche comunitarie».

Rilassatezza

Passeremo dalla «rilassatezza inoperosa» di Letta alla • «rilassatezza tarantolata» di Renzi?

Renzi

«Più che la carriera mi gioco la faccia». Sarei stato • più radicale.

Poletti al Lavoro

La falce al potere, il carrello nella polvere.• Piazza della Loggia

Il processo ricomincia da zero, i primi quarant’anni se • ne sono andati, così.

News 24

Renzi ha staccato il cellulare per alcune ore. L’inviato • Rai: «Renzi ha avuto tre giorni di oscurantismo».

Canone Rai

Speriamo che gli italiani paghino il canone, così elimi-• neranno quell’orrendo spot: urlo alla Munch e vento artifi ciale. Puro terrore.

BRIOCHE E CAPPUCCINO

Matteo Renzi

114111098121100105098105054051

Page 9: Italia Oggi - 25.02.2014

114111098121100105098105054051

Page 10: Italia Oggi - 25.02.2014

10 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I M O P I A N O

Nel senso che sarà approvata alla Camera e poi dovrà attendere la trasformazione del Senato

La legge elettorale slitteràIl Ncd infatti non se la sente di andare alle elezioni

DI ANSELMO DEL DUCA

Ogni giocatore di carte sa che il bluff può reg-gere solo sino alla fi ne della partita. Può por-

tare alla vittoria, oppure no, in ogni caso viene svelato. An-

che per Matteo Renzi il mo-mento della verità è arrivato: entrendo nell’aula del Senato per pronunciare il suo discorso programmatico da premier ha messo le carte sul tavolo. sono tante e tutte poco concrete.

Renzi sa che ha gli occhi

puntati addosso e che a que-sto momento non si sarebbe potuto sottrarre. Sa anche che tutti, alleati ed avversari, pre-tendono chiarezza, perché ci sono parecchi punti su cui deve dire una parola, che si spera defi nitiva. C’è il programma

economico per fare ripartire l’economia italiana, in primo luogo. È questo un tema su cui il neo premier si è, per il momento, limitato a fare una rapiuda elencazione dei tanti problemi aperti, mentre avreb-be dovuto andare al di là dei

semplici titoli, indicando delle linee d’azione, che inevitabil-mente scontenteranno qual-cuno.

Sul piano più squisita-

mente politico, però, Renzi non potrà evitare di sfuggire al tema delle riforme, sul qua-le grava una nebbia sospetta. Delle due l’una: o esiste un pat-to, scritto o a voce, con il Nuovo Centrodestra per legare rifor-ma del Senato e della legge elettorale, in modo da ritarda-

re la seconda, oppure la scrit-tura dell’Italicum continuerà come previsto dal «patto del Nazareno». Renzi, insomma, dovrà presto dire se la bugia è stata detta ad Alfano e Lupi, oppure a Berlusconi.

Di sicuro il discorso program-matico è stato il primo banco di prova di un’affi dabilità su cui in parecchi cominciano a nutrire qualche dubbio. Ma sulla legge elettorale è proba-bile che, al di là delle parole di circostanza, la verità stia nel mezzo.

È probabile cioè che a Ber-lusconi sia stato promesso un iter spedito per l’Italicum che ci sarà alla Camera, ma che probabilmente rallenterà al Senato, in attesa della riforma del medesimo.

Non potrebbe essere al-

trimenti, dal momento che il sistema escogitato da Renzi con la collaborazione di De-nis Verdini ha la certezza di funzionare solamente in un sistema sostanzialmente uni-camerale (dove cioè una sola camera politica dà la fi ducia al governo).

Con sette classi (dai 18 ai 25 anni) di scarto fra Camera e Senato, la possibilità di avere due maggioranze differenti nei due rami del parlamento è piuttosto elevata.

Ad Alfano e Lupi è stata fatta la promessa speculare, quella di agganciare le due ri-forme, con l’effetto di ritarda-re l’entrata in vigore della nuova legge elettorale ed allontanare lo spettro di un voto che oggi Nuovo Centro-destra non sarebbe in grado di sopportare perché priva di un’organizzazione e di un radicamento.

Ilsussidiario.net

Angelino Alfano

114111098121100105098105054051

Page 11: Italia Oggi - 25.02.2014

11Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP R I M O P I A N O

Il premier fa ciò che il Pd non riuscì mai a fare: aderisce al gruppo socialista europeo

Per Renzi la polizza socialistaCosì ribadisce la sua risoluta collocazione a sinistra

DI MARCO BERTONCINI

Sabato prossimo i so-cialisti europei lan-ceranno da Roma il loro manifesto per le

elezioni di maggio, collegato alla candidatura di Martin Schulz (presidente uscente dell’Europarlamento) a pre-siedere la Commissione eu-ropea. In tale occasione en-trerà formalmente nel Pse il Pd, finora rimasto estraneo al partito, anche se i propri eurodeputati aderiscono al gruppo socialista, denomina-to «Alleanza progressista dei socialisti e democratici».

L’ingresso compiuto dei democratici nel socialismo europeo è andato avanti per passi, dopo che al momento della fondazione del Pd una buona fetta di antichi demo-cristiani e popolari (e anche alcuni laici) confl uiti nella nuova formazione, aveva-no respinto ogni ipotesi di diventare in qualche misu-ra socialisti. Il socialismo, insomma, pur se a livello continentale, non sarebbe

dovuto entrare fra i valori a fondamento del Pd. Adesso a contrastare l’operazione sembrano essere rimasti pochi pochi. È soprattutto Giuseppe Fioroni a farsi di quando in quando sentire, portavoce di un’opposizione che trova voce essenzialmen-te su Europa, uno dei due quotidiani del Pd. L’altro organo di stampa, l’Unità, inutile rimarcarlo, la pensa in maniera opposta, tanto da intitolare un articolo: «Pd nel Pse fi nisce la lunga anomalia».

Quel che potrebbe ap-parire curioso è il via libe-ra dato da Matteo Renzi, il quale nella propria attività politica, fi n dalla prima gio-vinezza, non ha mai incro-ciato il socialismo. Di fatto, Renzi conferma la propria collocazione nella sinistra, da lui più volte resa espli-cita. È importante per la sua opera, sia di politico sia di presidente del Consiglio, collocarsi nel grande fi lone socialista, così da attutire l’immagine di moderato,

centrista, ostile alla sini-stra, che soprattutto i suoi avversari interni gli hanno sempre attribuito.

Per cogliere tale scopo politico Renzi è, all’evi-denza, disposto a rinunciare a propri personali sentimen-ti e altresì alle posizioni di molti fra i propri più diretti sostenitori. Che in questo modo la discendenza del Pd dall’antico Pci, attraverso Pds e Ds, appaia ben più evidente, mettendo fra pa-rentesi, se non cassando, la presenza di una diversa tradizione, legata all’antica Dc di sinistra, a Renzi ap-pare secondario, rispetto a un’esigenza d’immagine pro-pria. Già l’accordo con Ncd e centristi di vario colore è giudicato negativamente da ampi settori del Pd: il collo-carsi senza indugi e tituban-ze nella sinistra europea, incarnata dal socialismo (più in là sta l’ultrasinistra comunista e similare), costi-tuisce un eccellente alibi per il presidente del Consiglio.

© Riproduzione riservata

Ammazziamo il Gattopardo, il libro che mette il Quirinale al centro d’un vasto complotto antiberlusconiano, vende più copie di Doctor Sleep, il seguito di Shining. Pescano entrambi

nello stesso target di lettori: i fan dell’horror. Ma più di tanto, con la crisi che c’è, un lettore non può spen-dere e così, dovendo proprio scegliere, la gran parte di loro ha scelto Alan Friedman, lo Stephen King del Financial Times.

Del resto Ammazziamo il Gattopardo è un romanzo assai più macabro di Doctor Sleep. Stephen King mette in scena le solite oscure potenze sovrannaturali: ba-bau, orchi mangiabambini e vampiri dello shining, la «luccicanza». Friedman fa molto di più: le sue oscure presenze del postcomunismo in agguato sono di gran lunga più spaventose. Giorgio Napolitano — calvo come Nosferatu nel film muto, soltanto le orecchie non sono a punta, regolari anche i canini — attira nella sua grotta tetra e sinistra i politici ingenui e li riduce a suoi schiavi psichici. Per di più è una storia vera. King con i suoi mostri immaginari che viaggiano in camper, non regge il confronto con la mostruosa congiura quirina-lizia, né con Beppe Grillo, il Fantasma dell’operetta che viaggia in camper nel mondo reale.

© Riproduzione riservata

IL CORSIVO

È lo Stephen Kingdel Financial Times

DI TINO OLDANI

La recente ricapitalizzazione della Banca d’Italia potreb-be tornare in alto mare. A opporsi, questa volta, non è

il movimento di Grillo, che alla Ca-mera ha fatto di tutto e di più per impedire (senza riuscirci) l’appro-vazione del decreto legge sull’Imu, che, tra le righe, contemplava anche l’aumento di capitale della Banca d’Italia da 300 milioni di vecchie lire a 7,5 miliardi di euro. Il disco rosso potrebbe venire invece da un ricorso al Tar del Lazio, presentato dal Codacons, che chiede l’annulla-mento della delibera dell’assemblea straordinaria della Banca d’Italia che ha deciso la ricapitalizzazio-ne e di tutti gli atti che l’hanno preceduta, in quanto contrari o in violazione delle norme europee in materia. Non solo. Il Codacons sol-lecita il Tar a trasmettere gli atti dell’intera vicenda alla Corte Costi-tuzionale perché valuti l’eventuale violazione degli articoli 47 e 97 della Costituzione.

A differenza dei grillini, che per bloccare l’operazione Banca d’Italia (Bdi) accusarono il governo Letta di avere confezionato “uno scandaloso regalo alle banche”, il Codacons ha incardinato il ricorso su un aspetto formale, sfuggito fi -nora ai più, una banale questione di date, che però potrebbe rivelarsi un macigno insuperabile di fronte al Tar, di solito attentissimo proprio agli aspetti formali. Stando alle

date, infatti, sia l’assemblea stra-ordinaria della Banca d’Italia, sia il governo Letta hanno deliberato l’aumento di capitale della Banca d’Italia prima di ricevere il bene-stare della Banca centrale europea, parere che dovevano chiedere obbli-gatoriamente.

E proprio a seguito di questo obbligo il 22 novembre 2013 il mi-nistro dell’Economia, Fabrizio Sac-comanni, aveva inviato alla Bce di Mario Draghi una formale richiesta di parere in merito al decreto legge che il governo stava preparando per aumentare il capitale della Banca d’Italia. La risposta della Bce, in li-nea con l’effi cienza che la distingue, è giunta poco più di un mese dopo, il 27 dicembre 2013. Ma, ancora pri-ma che arrivasse e ne fossero resi noti i contenuti, la Banca d’Italia e il governo avevano già deliberato. Infatti in data 30 novembre 2013 il governo aveva approvato e manda-to all’esame delle Camere il decreto legge che autorizzava la ricapitaliz-zazione della BdI, mentre il 23 di-cembre (cioè quattro giorni prima del parere della Bce) l’assemblea straordinaria dei soci della Banca d’Italia aveva deliberato la modifi ca dello statuto e l’aumento del capi-tale sociale. Così facendo, sostiene il Codacons nel ricorso, l’assemblea della Bdi avrebbe “violato le disposi-zioni comunitarie in tema di proce-dure di consultazione della Bce, e di rifl esso le disposizioni comunitarie a tutela della stabilità e del buon funzionamento dell’eurosistema”.

A sostegno di questa accusa, il ricorso cita proprio un passaggio del parere inviato dalla Bce, in cui si “richiama la norma che obbliga gli Stati membri Ue a sospendere il processo di approvazione di un decreto legge nell’attesa della ri-cezione del parere della Bce”. Un parere tutt’altro che tenero, a leg-gere quanto riferisce Codacons. La valutazione di 7,5 miliardi del nuovo capitale sociale della Banca d’Italia compiuta dalla banche socie sareb-be infatti il risultato di valutazioni piuttosto generose di alcuni parame-tri, non condivise dalla Bce. Nel suo parere, infatti, essa rileva che “una valutazione così a lungo termine in merito ai futuri dividendi nell’arco di un periodo superiore a 20 anni implica l’utilizzo di dati congiuntu-rali in ordine alla quantifi cazione di parametri chiave. Tuttavia sarebbe-ro auspicabili ulteriori dettagli sui presupposti quantitativi alla base della valutazione”. Rilievo di cui ovviamente nessuno, né il governo Letta-Saccomanni, né l’assemblea delle banche azioniste della BdI, ha tenuto conto per una ovvia ragione di date.

Anche se il ricorso Codacons non ne parla, è utile ricordare che insieme alla ricapitalizzazione, il decreto ha deciso su altri punti. Ogni banca azionista potrà avere non più del 3 per cento del capitale della BdI; poiché Unicredit e Intesa fi nora possedevano insieme il 52,4 per cento, dovranno vendere le quo-te in eccesso, che saranno acquistate

dalla stessa Banca d’Italia con un esborso di 3,5 miliardi di euro a vantaggio del patrimonio delle due banche. Quanto ai dividendi, soli-tamente pari allo 0,5 per cento dei rendimenti e degli investimenti (70 milioni l’anno), potranno salire fi no al 6 per cento (450 milioni l’anno).

Tutto ciò ha indotto il Codacons a sottoporre al Tar l’ipotesi di una du-plice violazione delle normative Ue. La prima è formale: per non avere rispettato la procedura di consul-tazione con la Bce, ponendo così a rischio di infrazione sia la Banca d’Italia che lo Stato italiano. La se-conda è sostanziale: per avere leso i principi comunitari in materia di li-bera concorrenza e di divieto di aiuti di Stato. Con chiaro riferimento al trattamento di favore che l’opera-zione avrebbe riservato a Unicredit e Intesa, il tutto alla vigilia degli stress test europei sulle banche.

Da ultimo, il Codacons solleva una questione di incostituzionali-tà, poiché a sua avviso, dopo questo decreto, in BdI vi è una “anomala e inammissibile coincidenza tra vigilante e vigilato”. Il motivo? “I 13 membri del Consiglio Superiore della BdI sono nominati dall’assem-blea dei soci, cioè dalle banche. E il Consiglio Superiore nomina Go-vernatore e Direttorio, organi che esercitano i poteri di vigilanza sul-le banche che la legge pone in capo alla BdI”. Un vero e proprio confl itto di interessi, su cui viene richiesto il giudizio della Consulta.

© Riproduzione riservata

GOVERNO E BANKITALIA APPROVARONO IL PROVVEDIMENTO PRIMA DELLA RISPOSTA OBBLIGATORIA DELLA BCE

Il Tar è chiamato a decidere se annullare l’aumento di capitale della BdI e un gioco di date non rispettate potrebbe contare più del no dei grillini

114111098121100105098105054051

Page 12: Italia Oggi - 25.02.2014

12 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I MO P I A NO

Il leader greco Tsipras dice: Renzi risponde alla crisi con le stesse ricette della Merkel

Nichi Vendola con idee alla grecaTaglio del 60% del debito pubblico dei paesi più deboli

DI GIORGIO PONZIANO

Matteo Renzi nel suo discorso al Senato ha vestito (anche) i panni dell’europei-

sta riformista ma dovrà veder-sela con Alexis Tsipras, che sta guadagnano consensi anche in Italia e che non gliele manda a dire: «Il mio coetaneo» (Mat-teo Renzi) risponde alla crisi con le stesse ricette di Angela Merkel, quelle dell’ austerità, che ci hanno fatto impazzire in questi anni, mentre Beppe Grillo fi schietta facendo il me-nefreghista ma sa solo dire no e non propone alternative. Ma per cambiare la vita quotidia-na non devi dire no, devi anche avere delle proposte».

Il fatto è che non si trat-ta solo, per Renzi & Co, di un problema-Tsipras. Attorno al 39enne leader di Syriza e alla sinistra greca che punta a guidare quel-la europea, si è formato un manipolo di intellettuali italiani che potrebbero es-sere una spina nel fi anco del neo-presidente del consiglio poiché, alla prima e prossima prova elettorale a cui egli si sottoporrà, essi compatte-ranno una lista con lo slogan di ripensare e rinnovare l’Europa, meno fi nanziaria e restrittiva, invece più partecipata e sociale. Il bacino di voti a cui cercheran-no di attingere è in primo luogo quello pidiessino e dei 5stelle,

contestando l’europeismo fi nora piuttosto acritico del Pd e l’eu-roscetticismo di Grillo.

Il parterre de roi è compo-sto da Barbara Spinelli (fi glia di uno dei padri dell’Europa, Al-tiero Spinelli), Paolo Flores d’Arcais, Guido Viale, Andrea Camilleri, Lu-ciano Galli-no, Gustavo Zagrebelsky, Marco Revelli, Stefano Rodo-tà, Paolo Fer-rero, Antonio Ingroia, Carlo Freccero, Franco Turigliatto, Ivano Marescot-ti, Michele Serra, Adriano Prosperi, Giorgio Parisi, Fu-rio Colombo, Moni Ovadia,

E r m a n n o Rea, Lucia-no Canfora, M a s s i m o C a r l o t t o , Roberta De M o n t i c e l -li , Gianni Rinaldini , Nadia Urbi-nati.

M e n t r e lo sforzo organizzativo della campagna elettorale sarà so-prattutto sulle spalle di Sel, di Rifondazione comunista e della sinistra radicale, coi loro circoli e la loro capacità d’informazione: la rivista Micromega è la voce uffi ciale ma nelle tribune elet-torali Nichi Vendola diventerà una sorta di profeta di Tsipras, il quale sta già lanciando propo-

ste shocking : riduzione del 60% del debito pubblico dei Paesi in diffi coltà del Sud d’Europa, cioè Italia, Grecia, Spagna e Porto-gallo, attraverso una conferenza

europea, sul modello di quella londinese che nel 1953 cancel-lò parzialmente il debito della Germa-nia e accettò di dila-zionare i rimborsi.

Si chiamerà Si-nistra europea la lista che Tsipras e i suoi sostenitori spe-rano di riuscire a presentare in Italia: debbono raccogliere 150 mila firme. E anche un po’ di soldi,

perché rifi utano il fi nanziamen-to pubblico. È in corso la mobi-litazione, stanno arrivando le adesioni dalla periferia.

Per esempio quella di Ioan-nis Davilis, presidente della Comunità ellenica del grande Salento e coordinatore della Rete delle comunità elleniche in Puglia («Sì, mi candiderà in quella lista»), in Abruzzo è Maurizio Acerbo, consigliere regionale e membro della se-greteria nazionale di Rifonda-zione comunista a metterci su il cappello. Egli s’è dato da fare perchè il suo partito aderisse ufficialmente alla lista e così è stato, con una lettera inviata agli iscritti: «La lista per Tsipras promossa dai professori, con tutti i suoi limiti può essere un valido strumento attraverso cui raggiungere e superare il 4% e questo può essere il passaggio propedeutico per avviare il pro-cesso di costruzione di una Syri-

za in Italia… È un traguardo importante, sulle posizioni della sinistra europea ed in alternati-va chiara alle politiche dei socia-listi, europei ed italiani anche se la nostra richiesta di costruire un percorso democratico nella defi nizione dei simboli e della composizione della lista è stata completamente disattesa dai promotori».

Dice un di-rigente lazia-le di Sel, Mar-co Urbini: «Il partito socia-lista europeo, il Pd in Italia sono i primi responsabili di questa crisi favorendo le «larghe intese» che sono il vero problema di un Europa sempre più lontana dai cittadini e dai diritti di ognuno. Noi siamo convinti che le pros-sime elezioni europee siano una grande opportunità per cambia-re gli attuali modelli». A Bolo-gna l’iniziativa è stata presa dal circolo del Manifesto e il suo coordinatore Sergio Caserta sta raccogliendo le fi rme, a Pia-cenza i simpatizzanti hanno individuato due candidati e si sono riuniti in un locale ubicato in una via con un nome che è tutto un programma, Giorda-no Bruno, mentre a Genova un quasi omonimo, Antonio Bruno, capogruppo della Fede-razione della sinistra, assicura: «Vogliamo un’Europa diversa, non più comandata dai poteri fi nanziari ma più democratica e rispettosa dei diritti di tutti, un’Europa dei popoli, noi lavo-

reremo per questo».Tutti insieme appassiona-

tamente, sul carro del leader greco. Carente in patria, la si-nistra (circondata dagli intel-lettuali) chiede aiuto all’estero e spera che l’ultimo sondaggio che assegna alla lista il 7,2% sia veritiero. Tsipras ha assicurato che sarà spesso in Italia duran-

te la campa-gna elettorale per illustrare il suo pensie-ro: «L’euro-zona è una catena con 18 anelli. Se uno si rompe, la catena si spezza. Usci-re dall’euro è come abban-

donare un edificio in fiamme senza spegnere l’incendio. Noi vogliamo salvare l’ edifi cio e noi stessi, lasciando le politiche di austerità che hanno distrutto l’Europa». Ancora: «tutto ciò che è stato fatto in Europa dal 2008 a oggi è sbagliato e verrà insegnato alla facoltà di Eco-nomia, ma come esempio da evitare. La crisi è figlia delle asimmetrie dell’unione mone-taria. E l’establishment politico europeo sorretto da popolari e socialisti con l’austerità ha peg-giorato la situazione. Per cosa poi? Per salvare le banche che avevano titoli di Stato dei Paesi altamente indebitati».

Ma lui, Tsipras, come si definisce? «Un euroscettico costruttivo». Matteo Renzi è avvisato e l’alleanza con Niki Vendola è sempre più lontana.

Twitter: @gponziano

DI DIEGO GABUTTI

Non ci sarà niente di nuovo né di straordinario nel fatto che un presidente del consiglio in pectore spari una revolve-

rata alla schiena del presidente del consiglio in carica per prenderne il posto. È quel che è sempre accadu-to da noi fin dai primi giorni della repubblica, quando la «costituzio-ne più bella del mondo» (più cara ai comici che agl’italiani stanchi di barzellette) era anche la costituzio-ne più giovane del mondo. È quel che è di nuovo accaduto negli ultimi giorni e che, senza dubbio, accadrà, verosimilmente, anche in futuro: un presidente del consiglio esce di sce-na in malo mondo mentre un altro entra in scena con un sorriso gelido e accennando un passo di danza. Ma non era mai successo che i due presidenti del consiglio, nel passarsi le consegne davanti alle telecamere, sotto i riflettori, non si scambiassero nemmeno una parola ed evitassero

di guardarsi in faccia.

Ai tempi della vecchia Demo-crazia cristiana (e del vecchio Psi, per chi ancora lo ricorda) non c’era fratello che non fosse coltello. Niente prigionieri, nessuna pietà. Tutti dovevano guardarsi da tutti. Si passava da un governo all’altro mentre, nell’aria, volavano le pallot-tole (e mica solo metaforiche). Anche dopo i primi anni Novanta, quando i ragionieri togati di Tangentopo-li archiviarono defi nitivamente la pratica della prima repubblica, le guerre interpartitiche continuarono a mietere qualche vittima (be’, una sola, sempre la stessa: Romano Prodi, che ogni volta era affondato dalla sua stessa maggioranza, come oggi è toccato a Letta). Ma Massi-mo D’Alema e Romano Prodi, come anche Prodi e Fausto Bertinotti, oppure Prodi e Clemente Mastella, che certo non s’amavano alla follia, erano ancora della vecchia scuola, e sapevano che i panni sporchi si la-

vano in famiglia. Pur detestandosi, si scambia-

vano sorrisi, grandi manate sulle spalle e baci schioccanti sulle guan-ce, almeno di fronte alle telecame-re, vale a dire di fronte agli elettori. Nella preistoria della comunicazio-ne, quando i tweet erano ancora sotto un cavolo e i talk show ancora non occupavano le serate televisive come un esercito nemico, le dichiarazioni pubbliche e le prese di posizione dei politici erano forse meno spassose e pittoresche ma di gran lunga più meditate d’adesso, quando un dito indice ci mette poco, se gliene viene l’estro, a pestare un’offesa pesante o una cattiveria irrimediabile sulla ta-stiera dell’iPhone. Non si rispettano più le forme («le forme chi?» e persino «forme, state serene!») Matteo Ren-zi, un attimo dopo essersi insediato alla testa del partito democratico, s’è preso anche Palazzo Chigi, mentre al Quirinale, almeno per il momento, resta Giorgio Napolitano, ma l’uo-

mo è vecchio, Renzi giovane...

È cominciata, dicono, una nuo-va stagione per la sinistra italia-na: via i vecchi, largo ai giovani. Sono cominciate le pulizie di Pasqua e per le fi ssazioni e le ubbie della sinistra radical non c’è più spazio. Può darsi che sia così. Invidio gli ottimisti, Ma anche i pessimisti, tra i quali m’an-novero senza impegno, hanno le loro ragioni quando temono che il futuro prossimo del partito democratico e della sinistra italiana si possa legge-re nelle foglioline di the del fi lmato che da un paio di giorni spopola su youtube: Letta e Renzi l’uno di fi an-co all’altro, la campanella che passa di mano, i due che si stringono la mano senza parlarsi né guardarsi e poi via, ciascuno per la sua strada, Letta furibondo, Renzi imbarazzato. Se questo, come si dice e si legge, è (o almeno aspira a essere) il governo del cambiamento, forse era meglio lasciare le cose come stavano.

© Riproduzione riservata

IN CONTROLUCE

I fratelli coltelli, in politica, ci sono sempre stati ma, almeno in pubblico, sorridevano e si davano delle pacche sulle spalle

Alexis Tsipras

RnMCRMliRNn

Ce l’hanno con il Pd ma anche con l’M5s che esprime solo

delle proteste e non anche delle proposte. E puntano al loro bacino di voti

tgpirzc

ulsrc

La lista Tsipras si chiamerà Sinistra europea. Il primo compito sarà quello di riuscire a racco-gliere le 150 mila fi rme necessarie per presentarsi

114111098121100105098105054051

Page 13: Italia Oggi - 25.02.2014

13Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP R I MO P I A NO

Letta torna a casa, Maradona torna a giocare, Fazio torna a «Che tempo che fa». Alfano invece è sempre lì.

Filippo Merli

L’alternativa

Delrio o Delirio?Marcello Bussi

Ingiallito il - occo per i marò

Ieri a Roma ho notato che l’ambasciata dell’In-dia è dirimpettaia del Ministero della Difesa, e ho scattato la foto alle-gata: è un fiocco giallo - simbolo di solidarietà ai fucilieri della San Marco - messo in una finestra del Ministero italiano, proprio in faccia all’am-basciata indiana. E’ lì già da tanto tempo, a giudi-care dall’ingiallimento.

Gianna Fracassi - Roma

Corte dei conti fa il tuo mestiere

Quando nel settembre del 2011 il Governo varò il cosiddet-to «Dissesto Guidato», probabilmente pensò di introdurre un sistema che rendesse obbligatoria la dichiarazione di insolvenza degli enti locali, a tutela dei creditori, così come avviene nel mondo imprenditoriale con il fallimento. Ma appena l’anno dopo, ci si rese conto di come quell’istituto, varato troppo frettolosamente, stava finendo per far sal-tare il «sistema degli enti locali», dato l’elevato numero di diffide che, un po’ in tutta Italia, la Corte dei conti aveva notificato. Fu varata allora la norma che prevede la presentazione di un piano di riequilibrio decennale, al-ternativo al dissesto, lasciando sempre alla Corte dei conti il compito di giudicare della congruità dello stesso. Ma i magistrati hanno finora ritenuto «congrui» solo pochissimi piani. Il legislatore dunque, in questi giorni, ha messo in campo alcuni emendamenti per consentire agli enti che hanno visto bocciato il piano di poterlo ripresentare. Va allora detto che difficilmente, salvo miracoli, la Corte dei conti tornerà indietro sulle valutazioni. Il piano di riequilibrio, come avviene per il dissesto, dovrebbe invece essere esaminato ed approvato dal Ministero dell’interno, lasciando alla Corte dei conti la funzione di controllo ten-dente a segnalare le «criticità finanziarie» ed a monitorare sulla corretta attuazione del piano di riequilibrio.

Enzo Cuzzola – Reggio Calabria

Come sette chili in sette giorni

Tre riforme in sette mesi, promette Matteo Renzi. Come sette chili in sette giorni?

Carla Signorile

Metastasi demenzial-mediatica

La frase di John Elkann sui giovani italiani che non vogliono fare sacrifici è stata indubbiamente un’uscita di poco gusto. Ma peggio ancora – banali e scontate - mi sono sembrate le raffiche di lettere di giovani disoccu-pati imbufaliti con Mister Fiat alle quali giornali onli-ne e social network hanno dato ampio risalto nei giorni successivi. E così una pura fesseria, che sarebbe dovuta durare, a livello di notizia, un paio d’ore, è diventata un caso mediatico. Non per colpa di Elkann e neanche per colpa di chi lo attacca. Forse solo per colpa di un sistema di informazione che, invece di fare il proprio dovere e cercare le notizie, stacca la spina al cervello e consente che tutto diventi una specie di Amici di Maria De Filippi in gita dalla tv alla rete.

Remigio Grossi - Bergamo

Retrocessi alla quinta elementare

«Le risorse messe a disposizione degli enti debitori della Pubblica Amministrazione per il pagamento nel 2013 di debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31.12.2012, nella misura di 27 miliardi di euro, sono sta-ti in larga misura assorbiti e utilizzati per il pagamento dei creditori…». Questo è un comunicato ufficiale del ministero dell’economia e delle finanze del 22 febbraio scorso. Mi chiedo: ma gente che non è in grado di scri-vere correttamente uno straccio di comunicato stampa, può portare un Paese fuori dalla crisi?

Alfredo Padelli - Torino

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Il governo Letta vantava il record dell’età media più bassa, infatti è durato meno di una gravidanza. Adesso Renzi ha fatto un gover-

nicchio che è un Letta-bis, cioè un Napolitano-ter che potrebbe addirittura riu-scire nell’ardua impresa di far rimpiangere quelli che l’hanno preceduto. Già la lista con cui è entrato al

Quirinale presentava poche novità vere, anzi una sola: quello del magistrato antimafi a Ni-cola Gratteri alla Giustizia. Quella che ne è uscita dopo due ore e mezza di cancellature a opera di Napolitano è un brodino di pollo les-so che delude anche le più tiepide aspettative di svolta. Accettando senza batter ciglio i veti del Colle, della Bce, di Bankitalia, Renzicchio si candida al ruolo di rottamatore autorotta-mato. Poteva tentare una svolta, costi quel che costi: s’è prontamente fatto fagocitare dalla «palude» che rinfacciava a Letta. Voleva essere il primo leader della Terza repubblica. Sarà il terzo premier a sovranità limitata, circondato da un accrocchio di partitocrati di nuova generazione che non danno alcuna garanzia di essere meglio degli antenati. «Ora mi gioco la faccia», ha detto Renzi. Già fatto. Marco Travaglio. Il fatto quotidiano.

Si vede chiaramente che molti applausi della vigilia nascondono il desiderio di rosolare il sindaco vincen-te, proprio come faceva la vecchia Dc con i leader che mandava a Palazzo Chigi. Marcello Sorgi. La Stampa.

Renzi ha avuto lo spazio per agire e la sfrontatezza di non preoccuparsi delle con-seguenze di quello che fa. Se c’è qualcosa da rompere, rompe. Lo ha fatto anche con il suo partito. Lo ha buttato a terra e fracassato nel corso della sua ultima direzione che è stata non solo l’azzardo di un uomo, ma lo psico-dramma di un partito, di una classe dirigente, di un popolo profondamente conservatore, se non addirittura reazionario. Salvatore Tra-montano. Il Giornale.

Davanti a uno scandalo, una ruberia, un episodio grave di incapacità o corruzione il giudizio dell’elettore italiano è tribale (è uno dei miei o uno degli altri?). Il giudizio civile, morale e politico viene dopo. Gli elettori non usano il voto per premiare o punire, come sa-rebbe logico e giusto. Permettono così a per-sonaggi squalifi cati di continuare a calcare la scena politica (nazionale, regionale, locale). Con le conseguenze che vediamo. Beppe Se-vergnini. Sette.

Matteo Renzi è simpatico perché non usa ghirigori e, quando si tratta di rottamare vecchie cariatidi e premier in carica, glielo dice in faccia: te ne devi andare. Si narra di un Enrico Letta così traumatizzato dal col-

loquio con Demolition man (Financial Times) e dal suc-cessivo massacro a opera dei cari compagni pd, che Pippo Civati lo ha paragonato alla povera giraffa dello zoo di Copenaghen, fatta a pezzi

e data in pasto alle belve. Poi c’è Vendola che avrebbe voluto entrare nel governo, ma avrebbe rischiato di arrivarci con mezzo Sel, che è come dire la scissione dell’atomo. Anto-nio Padellaro. Il Fatto quotidiano.

Guidare il governo dell’Italia di oggi è un compito da non augurare al peggiore nemi-co: ma per Renzi è diventato un traguardo esistenziale da conquistare senza riguardi a nessuno. Ed è così che molti analisti hanno cominciato a pensare che siamo di fronte a un centauro. Per metà arrogante, per l’altra metà impreparato al compito. Un mix perico-loso, capace di produrre disastri. Gianpaolo

Pansa. Libero.

Non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta! Papa Francesco nel giorno di San Valenti-no in piazza San Pietro.

Cinquant’anni fa un libro celebre profe-tizzava che l’Africa era partita male. Oggi, l’Europa è arrivata male e sono i suoi soste-nitori che lo dicono meglio. Eric Zammour. Le Figaro.

La famiglia ha sempre meno poteri e sem-pre più responsabilità. Ferdinando Camon. La Stampa.

Alfonso Berardinelli ha coniato, alla fi ne degli anni 80, ne L’esteta e il politico, la for-mula «nuova piccola borghesia» per caratte-rizzare quel ceto ansioso di appartenenza e legittimazione culturale che si sdilinquiva indifferentemente per Wenders e Nanni Moretti, il Nome della rosa e il Beaubourg, New York e la Mitteleuropa, portandosi sotto braccio un libro Adelphi e una copia di Repub-blica. Era il primo vagito, appunto, di quel «ceto medio rifl essivo» che popola i festival culturali, esaltata da Paul Ginsborg come argine alle bassezze dell’Italia illetterata. Angela Borghesi, Lo scrittore invisibile Alfonso Berardinelli recensito e intervi-stato. Caffi editore.

L’abito può dare un tocco di classe, non la classe: quella deve averla il cliente. Massi-miliano e Giuseppe Attolini, sarti na-poletani, che hanno fatto gli abiti per Toni Servillo in La grande bellezza. Corsera.

Ecco una breve guida a chi vuol lasciare tutti i suoi averi. 1) Come fare a lasciare tutto ai preti? Recatevi da un sacerdote ed esprimete il desiderio di lasciargli tutto (case, terreni, depositi bancari eccetera). Lui vi farà fi rmare un modello prestampato e siete a posto. 2) Lasciare tutto ai frati. Recatevi al più vicino convento, chiedete del padre economo. Anche qui vi fa fi rmare un bel

modello con scritto: «Sì! La-scio tutto ai frati». 3) Come fare a lasciare tutto al co-mune. Recatevi al Comune, qui dite all’impiegato della tesoreria: «Vorrei lasciare tutti i miei beni al Comu-

ne di Durango». Impiegato: «Ma, vediamo… devo chiedere. Venga domani».4) Lasciare tutto al Foglio. Andate alla segreteria del Foglio e chiedete di me. Vi porto in una sa-letta riservata. Qui vi faccio fi rmare il lascito (circa un milione di euro). Al Foglio dico che avete donato 30 mila euro. Maurizio Milani. Il Foglio.

Alle volte i miei incontri d’alcova con Gian-ni Agnelli nella sua dimora terminavano in questo modo all’arrivo di Marella: suonavano tante campanelle. E io, pronta, mi eclissavo (…) A un certo punto mister Fiat mi soppian-ta con una non meglio identifi cata americana, di sicuro non incrementando la mia consi-derazione per gli yankee. Se io consigliavo all’Avvocato collezionista d’arte, quadri d’au-tore d’epoca a prezzi vantaggiosi, su sugge-rimento della nuova arrivata lui si mette a comprare Warhol come tutti. Gaia Servadio in Raccogliamo le vele. Feltrinelli.

Veneziani Marcello, 58 anni, generato in Bisceglie, degenerato in Roma, rigenerato in Talamone. Il Foglio dei fogli.

Quanto tempo ho perso a persuadere chi era già per-suaso. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

© Riproduzione riservata

PERISCOPIO

lo(FccCpC

e data in pasto ache avrebbe volut

mscfamqtetu

ne di Durango». Imdevo chiedere Ve

gncipsdchla

Quirinale presentauna sola: quello de

li.

celebre profe-

a.

caAAs

cm

114111098121100105098105054051

Page 14: Italia Oggi - 25.02.2014

14 Martedì 25 Febbraio 2014 P R I MO P I A NO

L’arcivescovo di Sidney, George Pell è stato nominato superministro delle : nanze papali

Apsa, banca centrale vaticanaLo Ior resta ma non è il pivot della fi nanza d’Oltretevere

DI ANTONINO D’ANNA

Lo Ior si salva, ma l’Ap-sa (Amministrazione Patrimonio Sede Apo-stolica) viene confer-

mata come «Banca centrale» del Vaticano. In più arriva una sorta di «super mini-stro» delle finanze papali: sarà l’Arcivescovo di Sidney George Pell, classe 1941. Queste, in sintesi, sono le scelte espresse dal motu proprio di Francesco Fidelis dispensator et prudens ema-nato ieri dal Pontefice.

In particolare, il motu proprio è frutto del lavoro della Cosea, Commissione referente di studio e di in-dirizzo sull’organizzazione della struttura economico - amministrativa della San-ta Sede. Nasce quindi la Segreteria per l’Economia, con autorità su ogni attività economica e amministrativa all’interno della Santa sede e della Città del Vaticano. Guidata da Pell in posizio-ne di Prefetto, si occuperà della redazione di un budget annuale nonché il bilancio dettagliato per la Santa Sede ed SCV, pianificazio-ne finanziaria e funzioni di supporto come risorse uma-ne e approvvigionamento.

È una risposta molto forte a Vatileaks ed alle accuse di presunte malver-sazioni e corruzione lanciate a suo tempo (e smentite dal Governatorato della Città del Vaticano) da monsignor Carlo Viganò, oggi Nunzio negli USA. La Segreteria si muoverà sulla base di diret-

tive elaborate da un Consi-glio di 15 membri 8cardinali o vescovi) insieme a sette esperti laici di varie na-zionalità con competenze finanziarie e riconosciuta professionalità. Il Consiglio si riunirà periodicamen-te per valutare direttive e pratiche concrete, e prepa-rare e analizzare i rapporti sulle attività economiche-amministrative della Santa Sede.

Accanto alla nomina di Pell, è interessante segna-lare la creazione di una nuo-va figura: un Revisore Ge-nerale, nominato dal Papa, che avrà il potere di svol-gere revisioni di qualsiasi agenzia o istituzione della Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano. Restano confermate le prerogative e i poteri dell’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria), l’antiriciclaggio Vaticano,

che dovrà svolgere il suo ruolo di vigilanza pruden-ziale e disciplina delle atti-vità Oltretevere.

L’Arcidiocesi di Sidney dovrà quindi trovare a breve un nuovo Arcivescovo, dal momento che Pell è sta-to invitato a «iniziare il suo compito il più presto possi-bile». Gli toccherà inoltre preparare gli statuti finali e gestire tutte le questioni connesse con l’assistenza dei consiglieri, lavorando d’intesa con la Cosea per attuare quanto indicato dal motu proprio.

Inizia quindi a prendere forma la riforma di Jor-ge Mario Bergoglio, con un’affermazione del ruolo dell’Apsa (oggi guidata dal bertoniano Domenico Cal-cagno) in qualità di banca centrale, ma con un salva-taggio dello Ior che pure era sembrato in via di chiusu-ra o trasformazione in un

altro ente. Le cose restano quindi sostanzialmente in-variate, per il momento. In attesa che la gestione di Pell, equiparato nei pote-ri al il «numero due» della

Curia di Francesco, ossia al Segretario di Stato Pietro Parolin fresco di nomina cardinalizia, inizi a dare i suoi frutti.

© Riproduzione riservata

DI ANTONINO D’ANNA

Avanti Cl. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia S.p.A., an-drà a discutere di fisco e impresa in casa Comu-nione e Liberazione. È su questo tema infatti che

si svolgerà la cena del Circolo del Sussidiario al «Circolino di Crescenzago» in Milano prevista per il 24 febbraio alle ore 19.30.L’incontro sarà introdotto dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini: la cena del Circolo è un’iniziativa nata per sostenere il lavoro del molto noto e autorevole ilsussidiario.net, lo «strumento di informazione quotidiana» curato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, nata nel 2002 per iniziativa di Vittadini insieme ad accademici ed esponenti del mondo culturale e imprenditoriale come luogo di ricerca, formazione e divul-gazione con riferimento al principio di sussidiarietà.

Le cene rappresentano un momento conviviale, ma anche la possibilità di incontrare personalità attive anche nella politica. Come è successo il 2 dicembre scorso, quando al Circolino di Crescenzago è stato ospite il mini-stro uscente delle Infrastrutture Maurizio Lupi, con il quale – in quell’occasione – si è discusso “sulle prospettive di sviluppo dell’Italia di oggi”. Befera è già intervenuto al Meeting di Rimini dell’agosto 2012, quando al popolo di Cl aveva parlato della lotta all’evasione osservando che in Italia: «Si parla tanto di evasione, ma temo che l’evasione contro cui si leva lo sdegno sia, per lo più, solo l’evasione altrui». E aveva osservato il «defi cit di intelligenza sociale» che in Italia viene da molto lontano, tanto da sottolineare ai ciellini che opporsi all’evasione fi scale è anche un «prin-cipio civile di uguaglianza di fronte alla legge, principio infranto per il semplice fatto che, se sono tanti ad evadere, sono però moltissimi quelli che non lo fanno».

AL CIRCOLINO DI CRESCENZAGO

Befera discuterà di fiscoe di evasione in casa Cl

DI DOMENICO CACOPARDO

È prematuro esprimere una valutazione sul governo Renzi, ancora all’esame fiducia del Parlamento,

ma già nell’esercizio delle sue funzioni.

Tuttavia, alcune considerazioni possono essere già formulate. La prima, riguarda Enrico Letta: il suo gabinetto si è suicidato strada facendo, per l’inconsistenza di alcuni ministri, ma soprattutto per errori politici.

Il segretario del Pd ha colto il crescente disagio del Paese e delle grandi organizzazioni sociali e ha brutalmente dichiarato la fi ne del-la partita. Come una belva sbrana nella savana l’antilope morente, così Renzi ha fatto un boccone di Letta.

Non lo sa ancora, ma, col tem-

po, imparerà che queste operazio-

ni, prima o dopo, si pagano a caro prezzo.

Non lo sa ma imparerà che la po-litica è quasi una scienza esatta, nella quale il rapporto tra il dare e l’avere tende inevitabilmente al pareggio.

Insomma, la sensazione che que-sti ultimi giorni cruciali ci conse-gnano è quella di una sostanziale immaturità del nostro presidente del consiglio. Il braccio di ferro con Napolitano non è andato male: ha vinto sul ministero degli esteri e su diversi altri casi. Ha perso sulla giustizia e sull’economia.

Tuttavia, per molti nomi, vale, per il momento, la sensazio-ne che si tratti di «Dilettanti allo sbaraglio ammessi a un tavolo di poker di professionisti».

Debbono, quindi, tutti, uno per uno, conquistarsi l’apprezzamento di deputati e senatori, delle am-

ministrazioni, dell’opinione pub-blica.

Non sarà facile con una nazio-ne stremata da sette anni di cri-si, i cui effetti sono paragonabili a una guerra perduta. Non sarà facile liquidando i rappresentanti dell’unico corpo italiano paragona-bile ai diplomati dell’Ena francese: i consiglieri di Stato.

È vero, e lo abbiamo scritto, che c’era e c’è necessità anche lì di un profondo rinnovamento, ma non di una capovolgimento dei valori. Un ex direttore generale del comune di Reggio Emilia non ha le com-petenze giuridiche e organizzative per governare la macchina delicata che è la segreteria generale di pa-lazzo Chigi.

Nemmeno un endocrinologo reg-giano ha le conoscenze idonee per entrare nel merito della produzio-ne legislativa dei ministeri. Può avere fiuto politico sì, non compe-

tenza specifica. Queste prime scelte testimo-

niano l’immensa, eccessiva fiducia in se stesso di Matteo Renzi.

Esaurita la fase del frenetico attivismo si renderà conto che i problemi su cui si sono misurati persone di esperienza e qualità tecniche non sono semplici e facil-mente risolubili. Sembra accecato dal successo, l’ex boy-scout fioren-tino. E Dio non voglia che lo sia ve-ramente, giacché in gioco ci siamo noi e la nostra democrazia.

Il Pd, il risultato del compro-messino storico tra exPci ed exDc, può, alla fine di questa storia, di-mostrarsi malattia terminale del-la Repubblica. Torneremo sulle «Giovani marmotte» del governo nei prossimi giorni.

www.cacopardo.it© Riproduzione riservata

BISOGNERÀ VEDERLI AL LAVORO MA MOLTI SEMBRANO GIÀ OGGI AL DISOTTO DELLE ATTESE

Molti ministri sembrano dei dilettanti alla sbaraglioammessi a un tavolo di poker di vecchi professionisti

Papa Francesco

114111098121100105098105054051

Page 15: Italia Oggi - 25.02.2014

15Martedì 25 Febbraio 2014ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Canberra, con l’operazione Con: ni sovrani, rigetta quelli illegali arrivati via mare

Australia, lotta agli immigratiVengono rinviati in centri di ritenzione situati all’estero

DI ETTORE BIANCHI

L’Austral ia t iene duro nella lotta agli immigrati clande-stini che arrivano

via mare. La strategia del governo di Canberra preve-de che essi vengano bloccati prima di mettere piede sul suolo australiano e rispediti ad alcuni centri di ritenzio-ne, come quello che si trova in Papua Nuova Guinea, dove però si sono verificati episodi di rivolta.

È la marina australiana a occuparsi direttamente della gestione delle emer-genze, scortando le imbar-cazioni in cerca di fortuna fi no alla dogana, dove ven-gono distribuiti cibo e acqua. Successivamente vengono condotti ai centri. Ai pro-fughi viene consegnato un documento che certifica il loro ingresso illegale in ter-ritorio australiano: ciò giu-stifi ca la loro detenzione. I testimoni parlano di scene da fi lm dell’orrore. Recente-mente una trentina di dete-

nuti ha tentato la fuga, ma è stata bloccata dalle guar-die. È quindi scoppiata una rivolta, che ha avuto come conseguenza la morte di un immigrato. Un’ottantina di loro ha riportato ferite. Il ministro dell’immigrazione, Scott Morrison, ha parla-to di «tragico e sfortunato incidente, almeno per una persona».

L’operazione Confini so-vrani è stata voluta dal pri-mo ministro Tony Abbott, che in campagna elettorale l’anno scorso aveva promes-so di fermare i battelli. Da allora si sono inasprite le

condizioni all’interno dei centri. I detenuti sostengono che il personale è cambiato e molte guardie li trattano come criminali. Il loro unico obiettivo era quello di farli partire. Ai profughi illegali restano soltanto due alter-native: fi nire a tempo inde-terminato nel centro di ri-tenzione oppure tornarsene al loro paese.

In un primo tempo la ma-rina era incaricata di inter-cettare i battelli, di scortarli verso l’isola di Christmas e da lì, nell’arco di 48 ore, al centro in Papua Nuova Gui-nea. Ultimamente, invece, a

chi richiede asilo viene chie-sto di fare marcia indietro dopo aver fornito benzina per il viaggio. Il messaggio è chiaro: qui non vi vogliamo affatto.

All’inizio dell’anno la ma-rina ha acquistato alcuni canotti di salvataggio per semplificare le operazioni di rinvio dei profughi. Essi vengono accompagnati a destinazione. A esplodere è stato soprattutto il fenome-no delle persone rimandate in Indonesia. Alle proteste di chi accusa i militari au-straliani di un trattamento disumano nei confronti degli

immigrati, il premier Abbott ha ribattuto che, se siamo in guerra, non si possono dif-fondere notizie ai nemici. E il 60% dei cittadini è favo-revole a condizioni ancora più dure nei confronti dei clandestini in arrivo.

Le cifre uffi ciali parlano di una diminuzione degli arrivi nell’ordine dell’80% dalla partenza dell’operazio-ne Confi ni sovrani. Sarah Hanson-Young, incaricata del dossier immigrazione per gli ecologisti australia-ni, sostiene che il governo è ossessionato dall’idea di respingere i rifugiati invece di aiutarli. Amnesty Inter-national e Human Rights Watch hanno chiesto chiari-menti a Canberra, parlando di violazioni degli obblighi, in virtù della Convenzione sui rifugiati e di altri do-veri legati al diritto inter-nazionale. Ma il ministro Morrison non cambia idea e afferma che i militari stanno facendo un ottimo lavoro per la nazione.

© Riproduzione riservata

DI ANDREA PIRA

Gli Stati Uniti superano la Russia come primo fornitore di armamenti all’India, a sua volta primo impor-tatore al mondo. La notizia del sor-

passo emerge da un rapporto di Ihs Jane’s, che sottolinea inoltre come Nuova Delhi abbia scalzato il principale acquirente di Washing-ton: l’Arabia Saudita.

AFFARI MILIARDARI. In totale gli indiani hanno impor-tato sistemi d’arma made in Usa per un valore di 1,9 miliardi di dollari (1,4 mld euro). «Assistia-mo a un cambio di paradigma tra gli attori principali», spiega Ben Moores, analista e autore del rapporto, citato dal Finan-cial Times. «C’è un divario di ca-pacità tra India e Cina», spiega ancora al quotidiano della City. Divario che Delhi cerca di col-mare con la tecnologia statuni-tense.

PRIMO IMPORTATORE. Già nel 2010 l’India era diven-tata il principale importatore d’armi al mondo. Primato man-tenuto negli ultimi tre anni, secondo i dati diffusi dall’Istituto per le ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri).

EXPORT IN AUMENTO. Il volume dell’export di equipaggiamenti militari Usa verso l’India è passato dai 237 milioni di dol-lari (172 mln euro) del 2009, agli 1,9 miliardi (1,4 mld euro) dell’anno scorso. Da sola Delhi

equivale a circa il 10% dell’intero mercato glo-bale dal valore di 63 miliardi di dollari (45,8 mld euro).

LE STATISTICHE. Come spiega il Ft, le statistiche degli scambi Usa-India sono tanto più signifi cative perché, tenendo in conto le consegne e non i contratti, devono essere mes-se a confronto con i problemi di altri fornitori che spesso vedono gli accordi ostacolati da casi

di corruzione (basti pensare alla vicenda de-gli elicotteri Agusta) o per motivi di bilancio, come accaduto con il rinvio al prossimo anno fi scale della fi nalizzazione dell’accordo per l’acquisto di 126 aerei Rafale dalla francese Dassault. Il motivo sta nelle parole dello stes-so ministro alla difesa A.K. Antony: «Non ci sono i soldi», spiegava a inizio febbraio.

www.formiche.net

L’India è diventato il primo paese importatore al mondo

Fornitori di armi a Delhi Gli Usa battono Mosca

Un macaco che azio-na un joystick per dirigere una freccia verso un bersaglio

su uno schermo posizionato frontalmente. A prima vista la scena non è particolarmente attraente e sa di qualche cosa già visto. La novità, invece, sta nel fatto che l’animale è artifi-cialmente paralizzato e che gli ordini di movimento che par-tono dal cervello non proven-gono dal suo, ma da elettrodi impiantati nel midollo spinale a livello della quinta e della se-sta vertebra cervicale. Ancora più stupefacente è che gli im-pulsi arrivano dal cervello di un altro macaco sul quale era registrata l’attività cerebrale. Una sorta di alter ego control-lato dall’altrui pensiero.

Secondo gli scienziati, coor-dinati da Maryam Shanechi, ingegnere informatico alla Cor-nell’University di Ithaca (Stati Uniti), è importante sviluppare modelli animali realistici per studiare l’interfaccia tra il cer-vello e i muscoli delle membra di un individuo paralizzato. È, dunque, un ulteriore passo ver-so l’obiettivo di restituire alle persone paralizzate la possibi-lità di muoversi. Si stima che metà di chi ha subìto traumi al midollo spinale abbia delle lesioni al di sotto della quinta e della sesta vertebra cervica-le: ciò corrisponde alla paralisi di braccia e gambe. Il minimo movimento recuperato costitu-irebbe un progresso notevole per la loro vita quotidiana.

© Riproduzione riservata

L’azione a distanza vista nei macachi

Braccia mosse con il pensiero

Risultati promettenti dagli esperimenti sui macachi

Un carro armato in dotazione alle forze armate indiane

Linea dura dell’Australia contro i profughi

114111098121100105098105054051

Page 16: Italia Oggi - 25.02.2014

16 Martedì 25 Febbraio 2014 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Restano dif: denti perché non conoscono ancora der Verschotter, cioè il rottamatore

I tedeschi osservano Renzi L’unico apprezzamento è il numero ridotto dei ministri

da BerlinoROBERTO GIARDINA

I miei amici e colleghi te-deschi stanno a guardare. Renzi è il nostro terzo pre-mier in meno di un anno,

dopo il deludente professor Monti, ingrato verso la sua protettrice Angela, dopo un Letta di cui non hanno ricordi, la loro prudenza è comprensi-bile. Non conoscono der Ver-schrotter, cioè il rottamatore, conoscono Firenze, e i pareri sulla città amministrata da Herr Matteo sono discordanti. Piuttosto lodano che la squadra governativa si sia ridotta su di-mensioni tedesche, 15-16 mini-stri è il massimo per governare un paese, una panchina lunga secondo loro tradirebbe solo l’indecisione del mister.

In quanto alla gioventù, nella terra di Lutero non è un merito in sé. E neanche le quote rosa: le signore vanno giudicate dalla loro professionalità, non dalle toilettes.

Da italiano e da lontano vedo però che sopravvivono dicasteri

la cui defi nizione è diffi cile da tradurre, e impossibile da spie-gare. Parlo del ministero che mi interessa di più personalmente, quello della funzione pubblica, che dovrebbe riformare l’am-ministrazione e, spero, rendere più umana la burocrazia.

Renzi ha proclamato che la burocrazia è la prima prio-rità. Giusto, ma poi affida il compito alla sempre giovane Marianna Madia che, quando esordì sulla scena politica a 27 anni, confessò di poter vantare solo «una meravigliosa inespe-rienza». Mi sembra che in que-sti sei anni abbia ben difeso la sua unica virtù, mentre si ap-presta a seguire passo passo le orme di un’altra pariolina come lei, l’ex ministra Giovanna Melandri.

Sarò maligno, ma sospet-

to che Renzi le abbia affi dato questo ministero consideran-do che tanto nessuno riesce a modifi care nulla e quindi Ma-rianna potrà fare pochi danni. Sarà colpa sua, come fu colpa della Fornero quando eseguì

gli ordini di Monti. Meglio qui che al lavoro, dove sembrava destinata. Eppure, ha ragione Renzi, sarebbe un ministero chiave: una pubblica ammini-strazione effi ciente è una delle condizioni essenziali per la ri-presa economica. Se non fun-ziona la burocrazia, non può funzionare nulla.

Io, una volta, scrissi che mi consideravo un «esule bu-

rocratico». A Berlino risparmio un’ora al giorno in pratiche e incombenze in confronto a Roma. Sbrigo quasi tutto per telefono. Esiste una rivista dei “Beamte”, i funzionari pubblici tedeschi, che mi citò con grati-tudine. Lo scrivo perché sono vanitoso, ovvio. Anche loro sono bistrattati in patria, però io commentavo che i cittadini qui non si rendono conto di vi-vere in un paradiso rispetto a noi.

Sono scettico per esperienza personale.

Leggo, che i finanzieri hanno multato un locale che metteva a disposizione dei clienti degli iPad, in base a una legge del 1930, evidentemente redatta da un legislatore che aveva la fantasia di Wells, il maestro della fantascienza. Non mi ha sorpreso. Quando ero redattore alla «Stampa», negli Anni Sessanta, nelle ore notturne dopo la prima edizio-ne discutevamo tra noi come risollevare le sorti di «Stampa Sera».

Era affidata agli strilloni,

pochi, amanti del Barbera, ma casta protetta. Come fare? Ideammo di distribuire gratis a tutte le edicole un mangia-dischi (ve li ricordate?), con un 45 giri inciso all’alba da noi: «Sangue! Orribile delitto…», e così via. I lettori sarebbero accorsi a comprare l’edizione della sera. Ci sentimmo genia-li. Ma ci aveva già pensato la Questura e da tempo: occorreva un’autorizzazione preventiva del questore per distribuire il disco, e il placet sarebbe arriva-to almeno dopo una settimana. Troppo tardi per il delitto quo-tidiano.

Io, controcorrente, sono convinto che i nostri burocrati, non tutti ma la maggioranza, sarebbero ottimi se li lasciasse-ro lavorare. Costretti all’immo-bilismo, sfogano la frustrazione con la fantasia, inventando nor-me grottesche e irreali, perché si annoiano. E i loro dipendenti non sono tutti fannulloni, come sosteneva Brunetta. Sono co-stretti a eseguire perdendo tempo prezioso.

© Riproduzione riservata

DI ANGELICA RATTI

In molte città degli Stati Uniti comincia a non piacere la militarizzazione, in atto, delle forze di polizia locale. Dal governo fe-derale continuano ad arrivare mezzi blin-

dati che in una loro vita precedente erano stati usati dall’esercito Usa in Afghanistan e in Iraq. A innescare questo processo di ultra sicurezza è la necessità di difendersi da eventuali attacchi terroristici, diventati un’ossessione dall’11 settembre 2001, quan-do due aerei hanno ab-battuto le Torri gemel-le di New York. Polizia e cittadini vedono con favore questo aumen-to delle difese da parte delle forze dell’ordine a livello locale che potrebbero, dicono, venire a trovarsi in situazioni di pericolo. Tuttavia, l’avversione sta crescendo in alcu-ne aree del paese, da New York alla Cali-fornia. Molti criticano la militarizzazione delle città, con la dotazione di questi mezzi dismessi dall’esercito americano. Nel New Hampshire, è stato predisposto un disegno di legge che sottopone al voto la militariz-zazione della polizia locale, ritenendo non giustificato un simile innalzamento del livello di armamenti nelle città. Dal dipartimento della Difesa Usa si fa sapere che i mezzi blindati

nelle città non servono soltanto ad aumentare la capacità difensiva in caso di attacchi terroristici, ma possono essere molto utili in caso di disastri e calamità naturali. E sostiene che ci sia un ro-busto interesse da parte delle polizie locali ad acquisire gli 11 mila mezzi blindati anti-mina (Mrap) che il Pentagono ha deciso di dismettere. I carri, nuovi, costano in media dai 400 mila ai 700 mila dollari (da 291 mila euro a 509 mila euro) e le polizie locali possono averli pagando

soltanto il trasporto e il loro mantenimento fino a quando gli servi-ranno. Il Dipartimen-to della sicurezza, nel 2010, aveva stanziato un miliardo di dollari (727 milioni di euro) da destinare agli stati e ai governi locali per la pro-tezione contro eventuali attacchi terroristici con 6 milioni di dollari (4,3 milioni di euro) andati ai blindati. Il dibattito è aperto: politici, come quelli del New Ham-pshire e di New York,

giudicano eccessivo l’utilizzo dei mezzi blindati da parte della polizia locale, mentre le imprese che si occupano di «piazzare» questi mezzi di-smessi dal Pentagono sostengono che le polizie

locali li vogliono perché sanno che potrebbero trovarsi impre-parate ad affrontare eventi di forza maggiore. Nel Sud della California sono stati usati con-tro il traffico di droga.

© Riproduzione riservata

Da N.Y. alla California contro la militarizzazione delle città

Usa, cresce l’avversione per i blindati alla polizia

DI SIMONETTA SCARANE

La siccità del Brasi-le rilancia il prezzo all’ingrosso del caffè sui mercati interna-

zionali. Non avveniva dal 2012. E quindi, i consuma-tori potrebbero dover pagare più cara la tazzina. Il costo dei chicchi è lievitato del 55% dall’inizio dell’anno a causa, principalmente, del pessimo raccolto in Brasile, primo produt-tore mondiale e in testa alla classifica dei paesi esportatori. In Brasile non piove da mesi e l’eccezionale siccità ha ridotto la produzione di caffè, restringendo la sua offerta sul mer-cato. È la prima volta da 14 anni. Dopo anni di prezzi in calo, dal 4 febbra-io si è invertito il trend e il rialzo dei prezzo del caffè in grani non conosce sosta, fa-cendo registrare addirittura l’incremento del 23% in soli due giorni la scorsa settima-na. Il prezzo delle forniture di caffè ha subito la crescita del 13% la settimana scorsa, arrivando a 1,2 euro l’oncia (1.7175 dollari la libbra), con un incremento di 19,10 cente-simi al mercato borsistico la

scorsa settimana. Le catene di torrefazione spingono per un rialzo dei prezzi al con-sumo, ma molte torrefazioni acquistano il caffè con mesi di anticipo e dunque grazie alle scorte ritengono che i prezzi al consumo potranno restare quelli attuali ancora per 15-30 giorni al massimo. E anche se i bevitori di caffè non saranno interessati im-

mediatamente dall’aumento della loro tazzina preferita, potrebbero esserlo, invece, quelli che frequentano i coffee shop come Starbucks, dove il caffè brasiliano ricopre sol-tanto una quota minimale delle forniture, dall’8 al 10%. Il rally dei prezzi del caffè può offrire opportunità per gli investitori che, rischian-do, potrebbero guadagnare in questo percorso accidentato dei prezzi all’ingrosso.

© Riproduzione riservata

La causa è il pessimo raccolto in Brasile

Rincara il caffè in grani: +55%

Matteo Renzi e Angela Merkel

Le due pagine di «Este-

ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura

di Sabina Rodi

Un mezzo blindato Mrap dell’esercito Usa. In molte aree del paese cresce la protesta per la militarizzazione delle forze di polizia

114111098121100105098105054051

Page 17: Italia Oggi - 25.02.2014

17Martedì 25 Febbraio 2014

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

CONIN EDICOLA C

MarketingESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA EESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E

Oggi

Peppa, Winx, Violetta e il ritorno di Star Wars. L’azienda licenziatario dell’anno per Disney

I cartoni trainano Giochi PreziosiDai personaggi famosi arriva fi no all’80% del fatturatoDI IRENE GREGUOLI VENINI

Giochi Preziosi investe nei prodotti su licenza: sono infatti gli artico-li legati ai personaggi

di cartoni animati, serie tv e fi lm a generare il 70-80% del business del gruppo, grazie a partnership per esempio con Disney e con Rainbow. A trai-nare le vendite dell’azienda, che ha chiuso il 2013 in parità con l’anno precedente, sono le linee di giochi sviluppate in-torno a marchi come Peppa Pig, Winx, Violetta e le Tarta-rughe Ninja. Tra le novità del 2014 c’è invece lo sviluppo del brand di Star Wars, in vista del lancio del nuovo fi lm, pre-visto per il 2015.

«Il licensing nel nostro business è la parte predominante, anche se ci sono pro-dotti che non nasco-no da licenza e che hanno una loro forza in sé, come Cicciobel-lo», spiega Graziano Delmaestro, diretto-re licensing del Gruppo Giochi Preziosi, che ha all’attivo più di cento contratti di licenza e che è stato di recente insignito del titolo di Licenziatario Di-sney dell’anno per le categorie giocattoli e arti-coli da cartoleria.

«Il prodotto su licenza ha un appeal dato dalla visibilità e dall’esposizione legata ai per-sonaggi che i bambini seguono nei fi lm, nei cartoni animati e nelle serie tv. Quindi l’azienda ha deciso di investire e di fo-calizzarsi su questi giocattoli, che generano fatturati molto più elevati rispetto a quelli non brandizzati».

In questo ambito, la strategia «è cercare quelli che sembrano dover diventare i successi, ten-tando di intuirne le potenziali-tà in anticipo, e in contempora-nea andare a costruire brand che possano durare nel tempo. L’esempio di una licenza di questo tipo è Winx, con cui ab-

biamo ini-

ziato a lavorare una decina di anni fa con la distribuzione del-le bambole per poi allargare ad altri ambiti come la linea scuo-la o quelli l’area dei dolci».

Nel 2013 sono andati par-ticolarmente bene i prodotti legati a Peppa Pig, «ormai po-polarissima, visto che ha una copertura televisiva molto elevata», ma anche quelli di Violetta (serie tv prodotta da Disney), «un brand che pro-mette bene anche per il futuro visto che si sta lavorando su una nuova serie». Hanno mo-strato un andamento positivo pure le Tartarughe Ninja, e sono cresciuti i giochi targati Dottoressa Peluche e Sofi a la Principessa (entrambe di Di-sney). «In base ai contenuti che ha il brand in licenza, si cerca di capire come si pos-

sono tradurre in un prodotto per poi svilupparlo», continua Delmaestro. «Per esempio per Violetta, legata alla musica e al canto, tutto ciò che riguarda il mondo della musica, come per esempio la nostra mac-china per il karaoke, è mol-to adatto. Invece per licenze come la Dottoressa Peluche e Sofi a la Principessa, che tocca-no un target di età più bassa, vanno di più le bambole».

Nel 2014, con l’obiettivo di mantenere i risultati conseguiti nel 2013, oltre a questi brand, su cui si conti-nuerà a puntare, «abbiamo licenze nuove o che sono dei rilanci che potrebbero dare buoni risultati in prospettiva. È il caso di Star Wars, brand di Lucasfi lm acquisito da Disney, che non è rappresentato molto in Italia rispetto ad altri paesi dove è fortissimo: in vista del nuovo fi lm che uscirà l’anno prossimo, Disney sta lavorando già per far cresce-

re questo fenomeno e pensiamo che anche nella Penisola possa diventare un brand di successo in futuro».

Una tendenza che si sta manifestando in generale e che Giochi Preziosi cavalcherà sono anche gli articoli con una parte elettronica, «che stanno acquisendo sempre più impor-tanza, perché gli smartphone e i tablet consentono ai bambini di poter interagire con i gio-cattoli», sottolinea il direttore licensing.

Per quanto riguarda la co-municazione, in cui viene in-vestito l’8%-10% del fatturato, l’azienda gestisce internamen-te la pianifi cazione media e la realizzazione delle campagne pubblicitarie. «La forma che prediligiamo è lo spot tv, per-ché per i bambini è il veicolo più facile da poter recepire», fa notare Delmaestro.

Il gruppo, fondato da Enri-co Preziosi nel 1978, si sta espandendo anche all’estero, dove realizza il 20% del giro d’affari. Oggi, infatti, Gio-chi Preziosi è presente con

proprie filiali nel Regno Unito, in Francia, Spagna, Germania, Grecia, Turchia e Cina. La copertura di al-tri territori rilevanti è stata ottenuta grazie ad accordi strategici con distributori

locali in Russia, Sud Ameri-ca, Australia, Sud Africa e Arabia Saudita.

® Riproduzione riservata

La proprietà della divisione moda di Krizia passerà in mani cinesi. La società fondata da Mariuccia Man-delli sarà infatti acquisita da Shen-zhen Marisfrolg, un gruppo cinese di moda. La formalizzazione dell’ac-cordo dovrebbe avvenire entro apri-le 2014, per questo le due società hanno fatto sapere con una nota che «in questa fase non desiderano rila-sciare dettagli sulla transazione».

Zhu ChongYun, che ha fondato Shenzhen Marisfrolg nel 1993, sarà presidente del consiglio di ammini-strazione di Krizia e direttore crea-tivo. Il debutto della sua prima col-lezione è previsto a febbraio 2015 in occasione di Milano moda donna. Nei prossimi cinque anni la socie-tà prevede di aprire nuovi negozi a insegna Krizia a Pechino, Shangai, Guangzhou, Shenzhen e Chengdu e

di riaprire gradualmente i punti vendita nelle più importanti città in Eu-ropa, Giappone e Stati Uniti.

«Siamo felici», ha com-mentato Mariuccia Man-delli, «di avere incontrato la signora Zhu, con cui mi sono trovata subito in profonda sintonia. Pen-so che abbia la forza e il talento per continuare al meglio il nostro lavoro e portare Krizia a raggiun-gere nuovi successi nel mondo». «Orgogliosa» la futura numero uno: «Voglio dare continuità allo stile di Krizia, con collezioni tutte made in Italy», sottolinea Zhu ChongYun, «sono decisa a rafforzare il mito di

Krizia nel mondo, seguendone lo sti-le e ripetendone i grandi successi».

Risale al 1964 la prima sfi lata di Mariuccia Mandelli, che prese in

prestito lo pseudoni-mo Krizia dal dialogo di Platone sulla vanità femminile e che si ag-giudicò il premio Criti-ca della moda. Bergama-sca, classe 1925, è stata nominata commendato-re della Repubblica nel 1986. Shenzhen Mari-sfrolg fashion è tra le 100 più importanti so-cietà di moda cinesi, con la più alta quota di mercato nella cate-goria ‘pret-a-porter’ di fascia alta. Nel 2012, Zhu ChongYun fi gurava

al 349esimo posto nella classifi ca dei cinesi più ricchi per Forbes e tra le 25 cinesi più infl uenti nella moda.

® Riproduzione riservata

Krizia, la divisione moda passa ai cinesi di Shenzhen Marisfrolg

in Italia rispetto ad altri paesidove è fortissimo: in vista delnuovo fi lm che uscirà l’annoprossimo, Disney sta lavorando già per far cresce-

notarIl g

co Pespadoved’affchi P

prUnGee Ctriottstr

localca,Ar

d i i i di Sh h M

vo fi lm, pre-

nel è lante,pro-

asco-che

orza obel-iano etto-uppo

he ha cento nza e cente olo di Di-

biamo ini

Peppa Pig e, di - anco, Violetta.

114111098121100105098105054051

Page 18: Italia Oggi - 25.02.2014

18 Martedì 25 Febbraio 2014 MARKET I NG

L’imperativo rivolto alle aziende dall’African Business Summit organizzato da MF-Milano Finanza

L’Italia punti sul Fattore AfricaUna nuova classe media ha voglia di spendere e consumare

DI FRANCESCO COLAMARTINO

Puntare sul Fattore A, dove la prima let-tera dell’alfabeto sta per Africa. È que-

sto l’imperativo rivolto alle aziende italiane che emerge dall’African Business Sum-mit organizzato da MF-Mi-lano Finanza (edito da Class Editori, che partecipa al ca-pitale di questo giornale), Dla Piper e Promos-Camera di Commercio. Nonostante i rischi legati all’instabilità politico-militare di molti Pa-esi del continente, soprattutto quelli dell’Africa sub-saha-riana, le potenzialità ancora inespresse di questi mercati appaiono infinite, soprattutto se si tiene conto del fatto che qui si sta affacciando alla ri-balta una nuova classe media che ha voglia di spendere e consumare. Il vice presiden-te dell’Ispi Paolo Magri, nel suo intervento durante il summit, ha spiegato come l’Africa stia diventando un continente sempre più inte-grato e meno marginalizzato, ma, soprattutto, caratterizza-to da ambizioni sempre più globali. E questo porta i Pae-si africani a fare di tutto per attirare nuovi investimenti dagli altri continenti.

Il messaggio che viene ri-lanciato più volte durante il convegno è che le aziende ita-liane, che intrattengono tut-tora una special relationship con i Paesi del Corno d’Africa in primis, non possono farsi sfuggire questa enorme mole di opportunità, visto inoltre il radicamento sempre più for-te della Cina in tutte le aree di business del continente, seguita ora dal Brasile. Lo studio dell’Ispi vede l’Italia pericolosamente in ritardo, rispetto agli altri Paesi eu-ropei e non, sia in termini di missioni istituzionali in Afri-ca sia in termini di presenza diplomatica.

Nel summit, a testimonia-re le opportunità che l’Africa offre alle aziende italiane, ci sono la Nigeria, il Marocco e il Kenya. Tutti e tre, per voce rispettivamente dell’amba-sciatore nigeriano in Italia Tonye Aworabhi, dell’am-basciatore del Marocco in Italia, Hassan Abou Ayoub, e di Ibrahim Khamis Adan dell’ambasciata del Kenya in Italia, illustrano i motivi per cui alle imprese italiane conviene investire in Africa: rafforzamento della stabilità politica in molti Paesi del con-tinete, incentivi ed esenzioni fi scali, assenza di restrizioni nei movimenti di capitali, pil in crescita con infl azione con-tenuta e territori ricchi di ri-sorse, soprattutto nel settore energetico. Secondo Federi-co Sutti, managing director

Europe e Africa di Dla Piper, le risorse energetiche ancora inutilizzate nel continente ammonterebbero infatti a circa 14 trilioni di dollari. L’Africa è inoltre la quinta più importante economia del mondo in termini di pil, dopo Usa, Cina, Giappone e India, ma, soprattutto, negli ultimi 30 anni ha visto una crescita del pil del 500%. Il Sudafrica è un attore importante in que-sto scenario, ma non l’unica forza trainante. Negli ultimi 10 anni la maggior crescita

del pil è stata rappresentata da altri Paesi africani, come i già citati Nigeria e Marocco, l’Egitto, il Corno d’Africa, il Ghana, l’Angola e il Mozam-bico. Questi i lati positivi.

Ma ci sono molti ambiti in cui l’Africa, secondo l’anali-si di Claudio De Eccher del gruppo De Eccher, soffre ancora di gap considerevoli. Basti pensare che solo il 30% della popolazione africana ha accesso alle strade e che il costo del trasporto merci è 100 volte superiore a quello

dei Paesi industrializzati. I costi dei trasporti maritti-mi sono 40 volte superiori a quelli asiatici. Un dato non da poco, se si tiene conto del fatto che il 95% del trasporto merci in Africa avviene via mare. Per non parlare della concentrazione ferroviaria, che in Africa si aggira tra gli 0,05 km e gli 0,03 km ogni mille abitanti, contro gli 0,3 su mille dell’Italia. Ma uno degli aspetti più accattivanti dell’intera questione è quello dell’energia. Secondo Fran-

cesco Starace, a.d. di Enel Green Power e relatore al summit, in Africa almeno il 40% della produzione addi-zionale di energia deriverà da fonti rinnovabili e nel medio-lungo periodo (2020-2030) la percentuale di cagr attesa per l’Africa sarà su-periore alla media mondia-le. Oggi circa 600 milioni di africani non hanno accesso all’elettricità, soprattutto nelle campagne, ed è proprio a partire da questo dato che si può comprendere l’enorme potenziale di un tale merca-to nel continente, Sudafrica in testa, dove Egp è già pre-sente con un investimento complessivo di 630 milioni: un trampolino di lancio ver-so Paesi con caratteristiche simili, quali Namibia, Ken-ya, Uganda e Mozambico. I 4 corridoi di trasmissione dell’elettricità che vari Stati africani si stanno apprestan-do a sviluppare in accordo tra loro possono trasforma-re in realtà molte di quelle potenzialità.

© Riproduzione riservata

RICAVI A 52 MLN

L’estero spinge Techedge

DI MARCO LIVI

Il gruppo Techedge sfon-da il muro dei 50 milioni di fatturato e chiude l’ul-timo esercizio a quota 52 milioni, con una crescita di poco superiore al 20%. I mercati esteri hanno fatto la loro parte con la controllata statuniten-se, operativa nelle sedi di Chicago e Detroit, che ha raddoppiato il valore della produzione mentre la crescita in Germania e in Brasile ha mantenuto la media di gruppo, no-nostante la forte svalu-tazione del real rispetto all’euro. Sono ormai av-viate anche le controlla-te di Londra e Mosca che vantano già importanti clienti internazionali. Il gruppo specializzato nelle soluzioni tecnologi-che per i processi azien-dali, che solo pochi mesi fa ha ricevuto un fi nan-ziamento di 5 milioni di euro da Bper e Sace per accelerare la sua presen-za estera, è presente an-che in Svizzera e tramite una jv copre in Qatar, Arabia Saudita ed Emi-rati Arabi.

Prende il via questa mattina l’edizione di Monza del Salone dello Studente Campus Orienta (www.salonedellostudente.it), la più importante manifestazione italiana de-dicata all’orientamento post-scolastico e universitario, che si svolgerà oggi e domani presso l’Autodromo Nazionale (Palazzina Ospitalità – Via Vedano 5), dalle ore 9.30 alle ore 13.Il Salone dello Studente, a Monza per l’ot-tava volta, si tiene in nove città italiane, da Catania a Torino, passando per Lamezia Ter-me, Bari, Roma, Pescara, Firenze e Milano, coinvolgendo un centi-naio tra atenei e scuole e circa 200.000 studen-ti. A Monza sono attesi oltre 5.000 ragazzi.A Monza sono presenti circa 40 espositori, tra cui alcune delle uni-versità e degli istituti italiani più prestigiosi. Inoltre, a disposizione degli studenti ci sono 6 simulazioni al giorno dei test d’ammissione all’università; 9 sale orientamento di cui 3 dedicate alla formazio-ne classica, 3 alla professione, 1 ai colloqui di orientamento personalizzati con gli psico-logi dell’Associazione italiana psicologi.Fra le novità dell’edizione monzese, la pre-senza degli istituti tecnici e di formazione superiore e degli istituti con corsi serali. «Anche gli istituti superiori serali hanno un ruolo importante, sia nel raccordo tra mondo del lavoro e formazione degli adulti, che nel-la promozione della cultura. E’ interessante dire che ai già ottimi istituti presenti in città si affi ancherà, dal prossimo anno, il primo liceo artistico serale della Lombardia», ha commentato Rosario Montalbano, assessore all’istruzione del Comune di Monza. «Anche Monza e la Brianza sono toccate da

una seria crisi economica, che si manifesta anche con la disoccupazione giovanile: è ancora più necessario, dunque, organizzare attività che avvicinino il mondo della scuola e il mondo del lavoro, perché un buon per-corso formativo deve essere caratterizza-to anche dalla sua spendibilità lavorativa. Sono convinto che Il Salone dello Studente Campus Orienta! costituirà anche quest’an-no una tappa importante di un percorso che contribuirà a costruire prospettive formati-ve e professionali attive e consapevoli», ha continuato Montalbano.

«Puntiamo ad un 2014 scoppiettante, con la partecipazione di più studenti, più scuole ed università e con una presenza ancora mag-giore delle istituzioni», ha dichiarato Domeni-co Ioppolo, a.d. di MF Conference, la società di Class Editori che organizza il Salone. «Sono diverse le novità

che presenteremo quest’anno, a cominciare dall’edizione che si terrà a Torino, dall’am-pliamento dei temi alla creazione di un’area internazionale, dove accogliere istituti pro-venienti da tutto il mondo. Inauguriamo l’edizione di Monza guardando con fi ducia al prosieguo dell’anno, consci dell’importan-za che ha la manifestazione, unica in Italia a consentire un punto di contatto così coin-volgente con la comunità degli studenti», ha concluso Ioppolo. Il Salone dello Studente, organizzato con il patrocinio della Commissione europea e in collaborazione con Actl Stage Sportello Stage, è promosso dal Comune di Monza in-sieme alla Provincia Monza Brianza e all’Uf-fi cio Scolastico per la Lombardia- Monza Brianza.

Salone dello Studente Campus Orienta, prende il via oggi l’edizione di Monza

Francesco Starace

PaoloMagri

114111098121100105098105054051

Page 19: Italia Oggi - 25.02.2014

19Martedì 25 Febbraio 2014 1Martedì 25 Febbraio 2014MED I A

Il patron della Tod’s bolla come inadeguato l’a.d. Jovane e de: nisce l’azienda da rifondare

Della Valle, Cairo gestisca RcsGli Agnelli hanno preso tutto dall’Italia e dato niente

DI MARCO A. CAPISANI

È «inadeguato» Pietro Scott Jovane come a.d. di Rcs. «Bisogne-rebbe affidare la delega

per la gestione dell’azienda a un editore puro come Urbano Cairo». Il problema del grup-po editoriale è che «non c’è un azionariato che si prende del-le responsabilità e un cda che non decide e non si assume i rischi. È un’azienda che va tutta rifondata». Con queste parole Diego Della Valle, patron della Tod’s e azioni-sta al 9% della casa editrice che pubblica il Corriere della Sera, è tornato ieri all’attacco dell’attuale gestione aziendale e, questa volta, ha concentra-to apertamente le sue critiche sull’a.d. Jovane, espressione della Fiat (primo socio con più del 20,5%) con il beneplaci-to di Intesa Sanpaolo (6,5%). Nuova presa di posizione che si fa ancora più delicata in vi-sta del cda per l’approvazione dei conti 2013 in calendario il 10 marzo, dell’incontro con gli investitori due giorni dopo e

dell’assemblea dei soci, in pro-gramma alla fine di marzo.

Nell’intervista radiofonica a Radio 24, infatti, l’imprendito-re marchigiano affonda sulla famiglia Agnelli che ha fatto all’Italia «molto più male» che bene, «soprattutto in conside-razione di quello che l’Italia ha fatto per loro. Bastava molto poco perché l’intuizione che ha avuto Marchionne di comprar-si la Chrysler, che per la Fiat è un’ancora di salvezza, potes-se essere fatta diversamente. Questa cosa è stata raccontata dal momento che lei oggi per-cepisce che la Fiat ha com-prato la Chrysler. Ma non è così, perché si sposta tut-to fuori da Torino». Contro la famiglia Agnelli Della Valle aveva già dichiarato che è «una famiglia che ha avuto e preso tutto quello che ha voluto dall’Italia e dagli italiani negli ultimi decenni e nel momen-to del bisogno, con un pae-se che vive una si-tuazione

drammatica, invece di essere pronta a dare il massimo ap-poggio, è scappata». Della Valle ne ha pure per Giovanni Ba-zoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpa-olo: «oggi conta molto poco. Io credo che Bazoli identifi ca un mondo che se ne deve andare e mi auguro che Renzi lo faccia subito; Renzi deve fare piazza pulita ed è un’operazione che va fatta in tutto il sistema».

In Rcs Della Valle non ha condiviso le decisioni prese dal

cda presieduto da Angelo

Provasoli s u l l ’ a u -mento di capitale da 410 m i l i o n i concluso

lo scorso luglio, la

vendita

degli immobili in via Solferino e via San Marco e ancora sulla concentrazione della raccolta pubblicitaria nazionale della Stampa (del gruppo Fiat) in Rcs Pubblicità. Anche ieri ha ribadito che «il palazzo storico non andava svenduto, è stato svenduto» e per quel che ri-guarda l’annunciata azione di responsabilità ha aggiunto che si farà ma «non su quest’ar-gomento, su tante... su tre o quattro cose... La stiamo va-lutando, non le posso rispon-dere ora, anche se io ho un’idea precisissima in merito».

Con le dichiarazioni del pa-tron della Tod’s sono ripartite le ipotesi su possibili allean-ze nella compagine azionaria di Rcs, riunite intorno ai due poli opposti: Fiat e Della Val-le che ha sottolineato di non avere «alleati ma rapporti di stima con alcuni». Tra questi c’è Urbano Cairo, editore di periodici e de La7, presiden-

te del Torino Calcio e socio Rcs col 2,8% che secondo l’imprenditore marchigia-no «deve gestirla, se se la sente». Senza dimenticare

le recenti dimissioni da consi-gliere di Carlo Pesenti (3,8%) anche per «alcune scelte in-dustriali e strategiche» che lo stesso Pesenti «non ha appieno condiviso», come reso pubbli-co da Rcs. Cairo invece, tirato in causa da Della Valle, ha diplomaticamente dichiarato ieri: «Meglio aspettare prima di commentare. Apprendo da voi le cose che ha detto Diego Della Valle in mattinata. Rcs è un’azienda quotata e necessita dunque di riserbo».

Un’ultima parola Della Valle l’ha spesa infi ne per Ferruc-cio de Bortoli alla direzione del Corriere della Sera, per la quale in passato si è parlato di un avvicendamento con Mario Calabresi, direttore della Stampa (quotidiano che fa capo al gruppo Fiat. «Fer-ruccio facesse il giornale che vuole, tirasse fuori il coraggio che serve, secondo me starebbe in pace con la sua coscienza», ha concluso l’imprenditore. «Prenda il coraggio di fare il giornale e vada tranquillo».

Ieri, intanto, il titolo Rcs ha chiuso a -1,05% a 1, 59 euro.

Scripps Networks e Prs MediaGroup insieme per Fine Living. Le due società si alleano per pro-muovere l’arrivo in Italia del nuovo canale tv di life-style. Il canale del gruppo Usa andrà in onda sul digitale terrestre.

Discovery interessata a Channel 5. Discovery è pronta a fare un’offerta per la tv britannica Chan-nel 5. La scadenza per la presentazione delle offerte preliminari è dopodomani e indica il valore dell’emit-tente in 700 mln di sterline (848,7 mln di euro). Disco-

very sta valutando, secon-do il Wsj, di presentare l’offerta con BSkyB.

Netfl ix può andare in onda su Comcast. È stato fi rmato un accordo «che permetterà agli abbo-nati di Comcast», internet provider americano, «di godere della massima qualità nello streaming dei video di Netfl ix per gli anni a venire». Finisce così la disputa sul servizio di videostreaming di Netfl ix su Comcast e si gettano le basi per gestire i rapporti tra Netfl ix e altri internet provider come Verizon.

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIACHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIAHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITOR

Condé Nast Italia crea la divisione Special interest media e l’affi da a Paola Castelli, vice president che riporta direttamente all’amministratore delegato Giampaolo Grandi. La nuova struttura aziendale seguirà tutte quelle testate specializzate «di grande rilevanza per il futu-ro di Condé Nast Italia», come ha annunciato ieri la stessa società di piazza Castello. Ne fanno parte Ad, la Cucina italiana, Traveller, Vogue bambini, Vogue sposa, Vogue accessory e Vogue gioiello. Intanto, la versione online di Vanity Fair (settima-nale edito da Condé Nast) ha chiuso la settimana del Festival di Sanremo con 15 milioni di pagine viste, anche grazie al talkshow Vanity Unfair trasmesso dalla città della kermesse ligure e ancora disponibile su www.vanityfair.it. Secondo gli ultimi dati censuari Webtrekk, il sito ha raggiunto lo scorso gennaio oltre 6 milioni di utenti unici per 80 milioni pagine viste.

Condé Nast crea la divisioneSpecial interest media DI CLAUDIO PLAZZOTTA

Sky Italia si ritrova con un tesoretto di circa 500 milioni di euro per ora non spesi. Era il malloppo offerto per i diritti esclu-sivi della Champions league di calcio per il triennio 2015-2018, andati però a Me-diaset, che ha invece messo sul piatto 660 milioni di euro. Come investirà questi sol-di? Beh, di qui a poco si apre la gara per i diritti della Serie A italiana di calcio, per la quale Sky punterà a pacchetti gold in esclusiva (la legge Melandri, tuttavia, im-pedisce di dare tutti gli incontri a un solo ope-ratore in esclusiva), ma dove non sarà disponi-bile a offerte folli (an-che se Infront, advisor della Lega calcio per la gara dei diritti, ovvia-mente, spera il contra-rio e punta a incassare più di un miliardo di euro all’anno per il triennio 2015-2018); di sicuro, d’ora in poi, la pay tv si terrà ben lontana da aste per eventi tipo Olimpiadi, che durano appena 15 giorni e costano tan-tissimo (per esempio i Giochi invernali di Sochi appena terminati sarebbero costati alle casse di Sky oltre 60 mln di euro di diritti tv); si insisterà, invece, su kermesse più continuative sui 12 mesi come la For-mula 1 (che Sky paga circa 48 milioni di euro all’anno) e il MotoGp (24 milioni di euro all’anno). E si proverà a ricomprare i diritti della Champions da Mediaset, per non togliere agli abbonati uno spettacolo di quelli che consolidano la fedeltà dei clienti e stimolano l’arrivo di nuovi. Finora è stato soprattutto il calcio la leva fondamentale per sostenere la sottoscri-zione di un abbonamento alla pay in Italia. E la perdita della Champions potrebbe es-sere piuttosto grave per una offerta televi-siva così completa come quella di Sky.

Tuttavia la tentazione degli uomini di Rupert Murdoch sulla Penisola sarebbe pure quella di sganciarsi dalla pressione quasi insostenibile del calcio, delle aste sui diritti, dei costi in continua crescita, per concentrarsi di più sulla parte di in-trattenimento, di produzioni originali, di tecnologia avanzata, di programmazione da grande tv generalista. Ogni giorno con prodotti esclusivi da pay tv capaci però da un lato di attirare il grande pubblico, e dall’altro di stimolare gli investimenti pubblicitari (Sky pubblicità vale circa

350 milioni di euro di raccolta nel 2013, pari al 10% del mercato pub-blicitario televisivo in Italia). In questa ottica, ad esempio, va letta la nascita di Sky Atlantic, canale a breve al via e tutto dedicato alla se-rialità (dal fenomeno House of cards prodot-

to da Netfl ix alle produzioni originali ita-liane tipo Gomorra o 1992). E il potenzia-mento di Sky Uno, brand che dà prestigio, visibilità, consenso, e che dalla prossima stagione sarà illuminato pure da Italia’s got talent, oltre che dai marchi di fabbri-ca X-Factor, MasterChef, The Apprentice, MasterChef jr ed Hell’s kitchen. Certo, poi qualcuno pensa ai 60 milioni di euro spesi per Sochi (manifestazione dove l’Italia è passata in secondo piano, appena 22esima nel medagliere), ai 50 mln all’anno per la Formula 1 (con una Ferrari in crisi e un campionato fatto di gare noiose, con un monologo Red Bull), ai 24 milioni del MotoGp (che senza il fe-nomeno Valentino Rossi ha perso tantissi-mo di interesse). Un tesoretto che magari poteva servire per sopravanzare l’offerta Mediaset e non perdere, dal 2015, il calcio che conta: quello dei campioni.

© Riproduzione riservata

Sky ha un tesoretto di 500 mln da investire

DiegoDella Valle

114111098121100105098105054051

Page 20: Italia Oggi - 25.02.2014

20 Martedì 25 Febbraio 2014 MED I A

Il gruppo specializzato nella pubblicità online proprietario di Leonardo.it dal 7 marzo all’Aim

Triboo Media entra in BorsaObiettivo: raccogliere 20 mln per crescere con acquisizioni

DI ANDREA SECCHI

Triboo Media, uno dei maggiori operatori italiani nella pubbli-cità online, è pronto

per la quotazione in Borsa, all’Aim Italia, il mercato alternativo del capitale. Se tutto andrà secondo i piani, questa dovrebbe essere la più grande operazione finora fat-ta all’Aim, con oltre 6 milioni di azioni, il 90% delle quali di nuova emissione, per un con-trovalore atteso di 20 milioni di euro secondo i due fonda-tori di Triboo Media, il presi-dente Giulio Corno e l’a.d. Alberto Zilli. L’obiettivo del-la raccolta di capitale fresco è una crescita per acquisizioni: «Abbiamo già individuato dei target», ha detto Corno, rife-rendosi sia a realtà italiane sia estere. «Sicuramente non parlo degli Stati Uniti, ma dell’Europa».

Triboo Media è la parte editorial-pubblicitaria del più ampio gruppo Triboo, che comprende anche attività di

e-commerce. Nel totale un gruppo da 80 milioni di fattu-rato, mentre la società in via di quotazione, proprietaria di Leonardo.it fra le altre cose, è arrivata nel 2012 a 19,3 milioni: è la parte più dina-mica in questo momento, e in cui le acquisizioni possono dare frutto. Nei primi nove mesi del 2013 Triboo Media ha fatturato 15,8 milioni, ha raggiunto un ebitda di 2,7 milioni, un utile netto di 1,8 milioni (nell’intero 2012 era

stato di 1,2 milioni) e una posizione finanziaria netta leggermente negativa per 500 mila euro.

L’offerta, per cui è partito il roadshow internazionale, sarà dedicata agli investito-ri professionali, riguarderà 6 milioni di azioni di cui 5,4 milioni di nuova emissione. Ulteriori 900 mila saranno destinate alla green shoe che se esercitata integralmente porterà il fl ottante al 43,4% del capitale (da un minimo

del 37,7%). «Andiamo in mi-noranza», ha detto Corno, «anche in cda, che avrà tre indipendenti». Triboo spa passerà quindi dall’attuale 57,5% al 32-35% del capita-le. Ammissione all’Aim il 7 marzo, con le contrattazioni a partire dall’11.

Ma cosa fa esattamente Triboo Media? L’azienda progetta e realizza campagne pubblicitarie online sul pro-prio network editoriale, com-

posto da 2.200 siti diversi. Ha quindi come prima missione la pubblicità su Internet ma è anche un editore, perché realizza essa stessa molti dei contenuti sui quali poi appare questa pubblicità, ottimizzati per accrescere le audience. È infatti proprietaria di Leo-nardo.it, un aggregatore di canali e siti verticali, a cui si aggiungono anche siti part-ner di terzi.

A giocare un ruolo impor-tante nel modello di business è poi l’innovazione tecnologica, interna, ha sottolineato l’a.d., visto che gli investimenti dei clienti nel network di siti sono guidati da un software svilup-pato internamente.

Sarà proprio su queste di-rettrici che si muoveranno le acquisizioni previste (taglio 7,5 milioni circa, quindi due o tre): editori di contenuti in grado di far crescere il grup-po in termini di audience, agenzie di advertising onli-ne e aziende con particolari vantaggi dal punto di vista tecnologico.

® Riproduzione riservata

DI MASSIMO TOSTI

È doveroso tracciare un bilancio del Festival di Sanremo. Probabilmente ha ragione Gianni Boncompagni, vec-chia volpe dello spettacolo, che ha suggerito l’approvazione di una legge «apposita», ispirata al principio dell’assolu-to divieto di trasmettere il Festival: «Una legge speciale. Come durante il maccartismo o gli anni di piombo. Roba definitiva, netta, senza mezze misure». Bocciati (pare) per un terzo tentativo consecutivo Fazio e la Littizzetto (la coppia di Che festival che fa) circola la minaccia di affidare la kermesse a Carlo Conti, disposto a raccogliere L’ere-dità (proponendo I migliori anni di Sanremo, o Tale e quale Festival). La serata di sabato (l’ultima puntata, e il sospiro di sollievo) ha recu-perato un po’ in termini di ascolti, assestando il bilan-cio nella perdita media di 3 milioni e mezzo di telespet-tatori a puntata, ma ha perso ulteriormente di credibilità con una classifica finale con-testata da (quasi) tutti gli addetti ai lavori, che avrebbero preferito Raphael Gualazzi, o Francesco Renga o Cri-stiano de Andrè alla vincitrice Arisa. Ma questo è il meno, perché le canzoni all’Ariston sono soltanto accessorie, come le gocce di angostura nei cocktail o lo scalogno nelle ricette dei gran gourmet. Il filo conduttore di questa edizione del Tormentone Sanremo era «la bellezza». Se ne sono accorti in pochi, perché il tema è stato svolto in modo contorto (viziato dall’overdose di politically correct), fatta eccezione per l’intervento di Flavio Caroli su Van Gogh (giovedì) e del resuscitato Crozza (dopo il flop dello scorso anno) che nella serata finale ha discettato, con brio indiscutibile, sul talento italiano (da Michelangelo a Marconi). È mancato all’appello Nino Frassica, il maresciallo amico di Terence Hill nella saga di Don Matteo (presente in scena nell’ouver-ture di sabato sera), che esemplificava la propria filosofia estetica con il suo celebre hashtag: «Non è bello quel che è bello, ma che bello, che bello, che bello».

© Riproduzione riservata

DIGITALE EXTRATERRESTRE

Una legge per SanremoCON FACEBOOK

Whatsapp, prestole chiamate

A brevissimo, Whatsapp, che Facebook ha appena acquistato per 19 miliar-di di euro, aggiungerà ai messaggi anche le chiama-te vocali: «Introdurremo la voce in Whatsapp nel se-condo trimestre» dell’anno, ha confermato il creatore dell’applicazione Jan Koum, intervenen-do al World m o b i l e congress di Barcellona.

L’ a p p l i -cazione si a v v i c i n a così alla concorrente Viber (da poco comprata dal giap-ponese Rakuten), che pro-pone messaggi e chiamate gratuiti.

«Cinque anni fa non ave-vamo nessun cliente», ha ricordato Koum, mentre «oggi contiamo 465 milioni di utenti attivi» nel mon-do, una bella performance per un’azienda che non ha mai fatto marketing e che è divenuta famosa con il passa-parola. Koum ha in-fi ne rassicurato gli utenti, sottolineando: «Mark (Zu-ckerberg) comprende che affi nché Whatsapp continui ad avere successo, deve ri-manere indipendente».

LA VIGNETTA DEL GIORNO

Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/13

FTSE IT ALL SHARE 21.803,62 0,45 7,92

FTSE IT MEDIA 16.095,15 0,37 20,13

L’editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/13 (mln €)

Cairo Communication 7,2700 1,25 22,08 569,6

Caltagirone Editore 1,2400 - 15,03 155,0

Class Editori 0,3280 0,31 58,53 34,6

Espresso 1,8650 -1,84 37,13 765,7

Il Sole 24 Ore 0,7035 2,55 16,67 30,5

Mediaset 4,1300 0,58 19,85 4.878,5

Mondadori 1,4870 -0,34 5,91 366,5

Monrif 0,5110 2,96 16,14 76,7

Poligra! ci Editoriale 0,3450 2,47 15,38 45,5

Rcs Mediagroup 1,5990 -1,05 21,14 679,4

Seat Pagine Gialle 0,0018 5,88 5,88 28,9

Telecom Italia Media 0,1333 0,45 5,38 192,8

Carlo Conti

Giulio Corno Alberto Zilli

corrente Viber

114111098121100105098105054051

Page 21: Italia Oggi - 25.02.2014

21Martedì 25 Febbraio 2014 2Martedì 25 Febbraio 2014MED I ANe è convinto Christoph Bauer, da gennaio a capo della casa editrice DuMont Verlag di Colonia

I quotidiani sopravviverannoIl futuro non è nei risparmi, ma nell’offerta diversifi cata

da BerlinoROBERTO GIARDINA

«Credo nel futuro dei quotidiani, e nella carta stampata. Dieci

anni fa erano dati per morti, e siamo sempre qua», dichia-ra in un’intervista alla Süd-deutsche Zeitung, Christoph Bauer, 43 anni, da gennaio capo della DuMont Verlag. La casa editrice di Colonia non sarà grande come la Springer o la Grüner+Jahr, ma vanta una storia di quasi due secoli. Controlla diversi quotidiani locali, ma anche testate cit-tadine come l’Hamburger Morgenpost (112 mila copie vendute), il Kölner Stadt Anzeiger che nella zona di Colonia vede 350 mila copie, e nella capitale la Berliner Zeitung (172 mila copie).

Ma, obietta l’intervistatore, lo stesso Alfred Neven Du-Mont, il proprietario della casa che posta il suo nome, ha ammesso che i tempi d’oro del-la stampa sono fi niti.

«Certamente, a lungo l’edito-

ria dei quotidiani ha ricavato ottimi profi tti, senza richiede-re molta attenzione. Da dieci o quindici anni la situazione è cambiata, e in questo ha ragio-ne l’editore. Ma dal mio punto di vista, le prospettive per lo sviluppo di nuovi prodotti edi-toriali non sono tramontate. C’è ancora dello spazio».

Bauer non ha mai lavorato in una redazione, e ha fatto esperienza per quindici anni in Svizzera presso la Ringier

Verlag, che ha la sua forza in pubblicazioni popolari come la Bild Zeitung, ed è poi passa-to sulla sponda opposta, alla Neue Zürcher Zeitung, ritenuto a torto o a ragione il più serio giornale al mondo, e per altri anche il più noioso. Una testa-ta d’élite.

«Non penso a nuovi tagli al personale, soprattutto nelle redazioni», assicura Bauer, «anche se non si può mai esclu-dere. Tuttavia il giornalismo è

il cuore della nostra attività. E sul giornalismo non si può con-tinuare a risparmiare senza fi ne. Un buon prodotto giorna-listico non può essere realizza-to con sempre minor spesa. È meglio piuttosto pensare a un prodotto totalmente nuovo».

La DuMont ha chiuso il 2012 con un rosso da 112 milioni di euro, provocato in gran parte dal disastro della Frankfurter Rundschau. Il quotidiano è fallito ed è poi stato salvato in extremis, almeno formalmen-te, dalla Frankfurter Allgemei-ne che, saggiamente, preferisce avere un concorrente sia pure controllato al cento per cento.

«Ma il 2013 si è chiuso in pa-reggio. I nostri quotidiani han-no perduto dal 2 al 3%, e quel che è più pesante cala la pub-blicità. Questo ci ha costretto a risparmiare anche nelle re-dazioni, ma non sarà questa la strada in futuro. Dobbiamo orientarci verso i nostri lettori, mantenere la nostra offerta di-versifi cata, senza pensare alla fusione delle redazioni».

Ma quali sarebbero i nuovi prodotti?

«Non pensiamo a lanciare sul mercato nuove testate. Piuttosto stiamo pensando a prodotti da integrare con i giornali già sul mercato. Il nostro obiettivo è mante-nere e conquistare i giovani lettori». E Bauer lascia capi-re che potrebbe arrivare un settimanale tarato sui lettori sotto i trent’anni da lanciare a Berlino, dove la Berliner Zeitung deve affrontare il più diffi cile marcato tedesco, con sei quotidiani su una popo-lazione di 3,5 milioni di abi-tanti. Il settimanale potrebbe avere un nuovo linguaggio, e i lettori raggiunti verrebbero trainati sul quotidiano, che invece resterebbe fedele al nuovo linguaggio. E, infine, le edizioni online: «Non c’è alternativa» ammette Bauer, «domani prima o poi la lettura non potrà più essere gratuita. Ma internet dà le notizie, la stampa scritta offrirà sempre una scelta, un orientamento, un commento che le edizioni online con la loro velocità non potranno mai garantire».

© Riproduzione riservata

DI GIANFRANCO FERRONI

«Ero d’accordo, poi non ci ho più pen-sato, ma non vedo perché cambiare parere»: così ha detto l’ex premier Romano Prodi, durante un conve-gno di Nomisma a Bologna, rispon-dendo a chi gli domandava se fosse d’accordo con la privatizzazione della Rai. E Matteo Renzi i con-sigli dell’ex presidente del consiglio li ascolta.

* * * Al via da ieri le candidature alla selezione della Rai finalizzata a in-dividuare cento giornalisti profes-sionisti. Coloro che supereranno la selezione, che rientra nelle linee del piano industriale 2013-2015, saran-no assunti con contratti a tempo de-terminato, secondo le future esigen-ze dell’azienda e impiegati su tutto territorio nazionale. Per la prima volta la selezione è aperta a tutti, senza prerequisiti, se non quello di essere giornalisti professionisti. Info sul sito www.lavoraconnoi.rai.it

* * * I dati esibiti dalla Rai indicano un «successo» del festival di Sanremo: «A fronte di costi per l’intera ma-nifestazione 2014 pari a 18 milioni di euro (11 mln Rai e 7 per il costo della convenzione con il comune di Sanremo), i ricavi sono i seguen-ti: ricavi pubblicitari lordi di 23,7 mln pari ad un ricavo netto di 20,14 mln. Ricavi netti da vendita bigliet-ti del teatro Ariston pari a 600 mila euro. Il totale dei ricavi netti Rai è

stato quindi di 20,74 mln», con un «saldo attivo per questa edizione della manifestazione sanremese» di 2,74 mln.

* * * Chi non ha visto sabato su Rai 1 il festival di Sanremo, può recuperare stasera: alle 21.15 su Rai Premium andrà in onda la replica dell’ultima serata.

* * * Secondo il vicepresidente della com-missione di vigilanza Rai e relatore del contratto di servizio, Salvatore Margiotta (Pd), «per quanto riguar-da il viceministro con delega alle te-lecomunicazioni, è fuori discussione che bisogna orientare la scelta su un soggetto neutrale, al di sopra delle parti, che non sia orientato alla tute-la degli interessi di Mediaset o di al-tri, forte di una profonda conoscenza della materia. Le telecomunicazioni sono un mondo a parte e serve una profonda conoscenza delle regole, dei paletti e delle possibilità, con-siderato che in questa legislatura, nel 2016, dovremo chiudere la par-tita sul rinnovo della concessione del servizio pubblico. L’ho già detto, per cambiare l’Italia, Matteo Ren-zi dovrà cambiare anche la Rai, ma prima garantire una discussione limpida e corretta che tuteli i citta-dini e i loro diritti».

* * * Stasera nel circolo Pd Rai, cultura, informazione, cinema e audiovisivo

della romana via dei Giubbonari, dibattito sul «Contratto di servizio Rai: quali novità in discussione in commissione parlamentare di vigi-lanza?», con Vinicio Peluffo, Mat-teo Orfini, Silvia Velo e Salvato-re Margiotta. Più altre presenze a sorpresa.

* * * Natalia Cattelani, volto noto del-la trasmissione televisiva Rai La prova del cuoco, ha presentato a un pubblico interessato come re-alizzare muffin in soli sei minuti. Ospite alla prima edizione di Sabo Smart, nuovo evento fieristico de-dicato all’essere e all’abitare orga-nizzato da FiviT, alla Nuova Fiera di Roma fino a oggi, la chef si è cimentata in golose ricette, utiliz-zando in anteprima un dispositivo elettrico per muffin. Per Cattelani, «oggi c’è sempre più la tendenza, anche nelle nostre famiglie, a uti-lizzare tutti gli strumenti nuovi, possibili e immaginabili che ci aiutino a cucinare per realizzare piatti da gran ristorante o pastic-ceria. Anche con i più piccoli: sono una mamma di quattro bambini e ho una bella esperienza in questo campo. Quella della cucina è un’ar-te che sta entrando sempre di più in tutte le case, una bellissima moda». All’interno dell’area show cooking di Sabo Smart, dedicata alla cuci-na e agli utensili innovativi di alta qualità, Cattelani ha proposto una vera e propria lezione-spettacolo, svelando tutti i segreti per prepara-re gustosi muffin, cup-cake e altre specialità.

Trasferta perugina per il vicediret-tore di Rai 1 Maria Pia Ammirati: venerdì prossimo, nel pomeriggio, nella sala dei Notari del palazzo dei Priori, interverrà alla presentazione del Manuale dei diritti fondamentali e desiderabili, curato da Paola Seve-rini e Chiara Di Stefano, pubblica-to da Mondadori. L’invito, quando è stato stampato, inseriva con la sem-plice dicitura «senatrice», tra i nomi dei partecipanti, anche il neoministro Stefania Giannini.

* * * Rai Educational presenta ImpareRai, di Marta La Licata, in onda stasera su Rai Storia e TivùSat. ImpareRai è un omaggio al maestro Alberto Manzi e ai programmi della Rai che tra gli anni 50 e 60 svolsero un ruolo fon-damentale per lo sviluppo culturale, la conoscenza e la diffusione della lingua italiana. Rai Storia, in con-comitanza della messa in onda della fiction di Rai 1 Non è mai troppo tardi dedicata allo storico programma Rai e al suo indimenticabile protagonista, propone lo speciale per ripercorrere attraverso immagini e testimonian-ze l’alfabetizzazione avvenuta anche grazie alle iniziative editoriale della neonata radio televisione italiana. A guidare il racconto è il direttore delle Teche Rai, Barbara Scaramucci. Testimoni dell’esperienza di «alunni televisivi» sono il giornalista Pierlui-gi Battista che nel 1962 ha frequen-tato le medie nella sede di Telescuola e Paola Perini, «telealunna» di Non è mai troppo tardi nel 1961.

[email protected]© Riproduzione riservata

TELEKOMMANDO

Romano Prodi vuole la privatizzazione della Rai

Christoph Bauer

114111098121100105098105054051

Page 22: Italia Oggi - 25.02.2014

22 Martedì 25 Febbraio 2014

con

RYRE

in edicola c

Diritto& Fisco

Nel nuovo Codice di comportamento dei funzionari differenze con il precedente

Ispettori del lavoro più liberiIncontro con il titolare anche dopo l’accertamento

DI MAURO PARISI

Meno vincoli agli ispettori del lavo-ro. Per effetto della messa in pratica

del nuovo Codice di comporta-mento (si veda ItaliaOggi del 21 gennaio 2014), può risultare assolutamente corretto e legitti-mo che il titolare di un’azienda che subisce un’ispezione venga avvertito dagli ispettori che è nella sua facoltà farsi assistere da un professionista e rilascia-re dichiarazioni, solo al termine dell’accertamento, e ad acqui-sizioni istruttorie ampiamente completate.

La sottile linea di tendenza del nuovo Codice di comporta-mento ad uso dei funzionari del ministero del lavoro appa-re univoca e puntuale. Non solo un restyling imposto dalla ne-cessità di adeguamento al più generale dpr 62/2013 (Codice di comportamento dei dipendenti pubblici), ma un vero e proprio intervento di sostanza. Le no-vità deontologiche pensate per le azioni di controllo all’interno dell’azienda non fanno rima con l’aspettativa di maggiori garan-zie da parte di imprese e pro-fessionisti. Specialmente dopo che, in vista dell’emanazione del nuovo codice si era svolta, come ricorda il preambolo al Codice, «una consultazione pubblica sui contenuti dello schema di codice (…), fi nalizza-ta all’acquisizione di eventuali contributi e suggerimenti da parte di ogni soggetto interes-sato». Che delle osservazioni provenienti da parte datoriale, e da chi l’assiste, si sia sostan-zialmente tenuto conto, appare legittimamente dubbio.

Con il decreto del ministro del lavoro del 15 gennaio scorso, che ha introdotto il nuovo Codi-ce, si è venuta a marcare una sostanziale controtendenza ri-spetto alle previsioni del prece-dente Codice degli ispettori del 2006 e ancor più rispetto alla nota Direttiva Sacconi del 18 settembre 2008. Quest’ultima imponeva un «atteggiamento peculiare da parte dell’ispetto-re, radicalmente diverso rispet-to a quello fi n qui generalmente tenuto», giungendo a imporne una modalità di azione, tutt’al-tro che muscolare e semmai improntata a essere «colui che chiede una collaborazione co-struttiva».

Le novità emergenti che pa-iono recare un minore «impac-

cio» all’azione di controllo, sono quelle che riguardano in specia-le modo le «regole d’ingaggio» dell’avvio della verifi ca presso l’azienda sottoposta all’accer-tamento. La nuova previsione dell’art. 6, stabilisce che «il personale ispettivo deve quali-fi carsi al personale presente sul luogo di lavoro ed esibire la tes-sera di riconoscimento». Tutto come in passato? Non proprio. In precedenza l’obbligo ai fun-

zionari era imposto (cfr. art. 6) «contestualmente all’accesso» e, soprattutto, ciò doveva avvenire con riferimento al «soggetto da ispezionare o a un suo rappre-sentante». La nuova previsione, dunque, muta radicalmente il senso della stessa doverosità dell’onere imposto al funzio-nario di palesarsi a chi subisce il controllo (di regola il datore di lavoro) e di informarlo che quest’ultimo è stato avviato.

Una gran bella differenza in termini di garanzie generali e di possibilità di organizzare una reazione immediata (in forme consentite, beninteso), alla pre-senza e all’azione degli ispettori presso i locali aziendali.

Sulla stessa linea di un’ap-parente maggiore speditezza all’azione di controllo, ancora più signifi cativo risulta il suc-cessivo articolo 8 del Codice, il quale dispone che «il personale

ispettivo ha l’accortezza [sic] laddove possibile, anche in re-lazione alle fi nalità dell’accer-tamento ispettivo, di conferire con il datore di lavoro o chi ne fa le veci».

Tutto come prima? Per nul-la. Tale «accortezza», a mente del precedente codice, doveva trovare spazio «nel dare inizio all’ispezione». Perciò, attual-mente, l’incontro tra ispettore e titolare dell’azienda potrebbe legittimamente avvenire in qualunque momento (anche fi nale e a «giochi» abbondan-temente fatti) dell’attività di accertamento. Che tale sia l’aria che tira, lo conferma la medesima disposizione, al comma 3, per cui, pure doven-dosi informare, come prima, il soggetto ispezionato della «facoltà di farsi assistere, nel corso dell’accertamento, da un soggetto abilitato ai sensi del-la l. n. 12/1979 [consulente del lavoro, in primis] nonché di ri-lasciare dichiarazioni», guarda caso ora si omette, diversamen-te da prima, il sostanziale inciso «affi nché presenzi alle attività di controllo e verifi ca».

Così, oggi, traducendo nella pratica le nuove disposizioni, può risultare come detto sopra assolutamente corretto e legitti-mo che il titolare di un’azienda che subisce un’ispezione venga avvertito dagli ispettori solo al termine dell’accertamento, e ad acquisizioni istruttorie ampia-mente completate, che è nella sua facoltà farsi assistere da un professionista e rilasciare dichiarazioni.

Obbligo di svolgere un’«adeguata verifi-ca» della clientela «in modo proporziona-to al rischio di riciclaggio dei proventi» di azioni criminose e «di finanziamento del terrorismo», durante l’attività professio-nale. E di realizzare un «controllo costan-te», avvalendosi di «procedure informa-tiche e algoritmi predefiniti» in grado di classificare il grado di pericolosità cor-relato a tali reati. È quanto stabilisce la Consob, Commissione nazionale per le società e la borsa, attraverso la delibera n. 18802 (Adozione del provvedimento recante disposizioni attuative in mate-ria di adeguata verifica della clientela da parte dei revisori legali e delle società di revisione con incarichi di revisione su enti di interesse pubblico, ai sensi dell’ar-ticolo 7, comma 2, del decreto legislativo

21 novembre 2007, n. 231), che sta per essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.Nel testo vengono specificati i parametri dell’accertamento, partendo dall’identi-ficazione di chi conferisce l’incarico e dell’eventuale titolare effettivo (sulla base di documenti «ottenuti da una fonte affidabile e indipendente»), e proseguen-do con l’acquisizione di informazioni sul-lo scopo e sulla natura della prestazione, nonché praticando un monitoraggio con-tinuo del flusso dei dati; il testo chiarisce che i revisori «non possono dare corso all’esecuzione della prestazione profes-sionale, se non dopo aver adempiuto» a tali vincoli, che devono essere «assolti in presenza del cliente». Nel caso di perso-ne giuridiche, trust e soggetti giuridici analoghi, bisogna adottare «misure ade-

guate e commisurate alla situazione di rischio per comprendere la struttura di proprietà e di controllo» dell’assistito», servendosi anche delle metodologie, de-gli strumenti e delle prassi impiegate nell’attività di revisione legale. Quanto acquisito nel corso dell’adegua-ta verifica va conservato «in formato cartaceo, o elettronico» per dimostrare alle autorità di vigilanza le procedure seguite, nonché per consentire analisi e approfondimenti da parte dell’Uif (l’Uni-tà di informazione finanziaria istituita presso la Banca d’Italia) o di qualsiasi altro organo competente. E permetterne l’uso nelle indagini o nei procedimenti su operazioni di riciclaggio, finanziamento del terrorismo o altri reati.

Simona D’Alessio

UNA DELIBERA DELLA CONSOB

Antiriciclaggio, adeguata verifica proporzionata

cio» all’azione di controllo sono zionari era imposto (cfr art 6) Una gran bella differenza in

I codici a confronto

Codice di comportamento degli ispettori del lavoro 2006

Nuovo Codice di comportamento degli ispettori del lavoro 2014

Art. 6, comma 1: «Contestualmente all’accesso, il personale ispettivo deve quali! carsi al soggetto da ispezionare o a un suo rappresentante ed esibire la tessera di riconoscimento»

Art. 6, comma 1: «Il personale ispettivo deve quali! carsi al personale presente sul luogo di lavoro ed esibire la tessera di riconoscimento»

Art. 8, comma 1: «Nel dare inizio alla sua attività, il personale ispettivo ha l’accortezza, anzitutto, di conferire con il datore di lavoro o chi ne fa le veci, qualora ciò sia compatibile con le finalità dell’accertamento ispettivo»

Art. 8, comma 1: «Il personale ispettivo ha l’accortezza, laddove possibile, anche in relazione alle ! nalità dell’accertamento ispettivo, di conferire con il datore di lavoro o chi ne fa le veci»

Art. 8, comma 3: «Il personale ispettivo informa il soggetto ispezionato della facoltà di farsi assistere, nel corso dell’accertamento, da un professionista abilitato ai sensi dell’art. 1, della l. n. 12/1979, affinché presenzi alle attività di controllo e veri! ca...»

Art. 8, comma 3: «Il personale ispettivo informa il soggetto ispezionato della facoltà di farsi assistere, nel corso dell’accertamento, da un professionista abilitato ai sensi dell’art. 1, della l. n. 12/1979, nonché di rilasciare dichiarazioni…»

114111098121100105098105054051

Page 23: Italia Oggi - 25.02.2014

23Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 2GIUSTIZIA E SOCIETÀIl Consiglio di stato annulla il provvedimento del tribunale di Roma e dice sì ai legali

Cancellerie aperte cinque oreL’orario vale per tutti i giorni feriali e in tutta Italia

DI DARIO FERRARA

Le cancellerie e le segrete-rie giudiziarie devono re-stare aperte al pubblico per cinque ore nei giorni

feriali. E ciò in tutta Italia, per-ché la norma di cui all’artico-lo 162 della legge 1196/62 ha un «contenuto assolutamente vincolante». È quanto emerge dalla sentenza 798/14, pubbli-cata il 20 febbraio dalla quarta sezione del Consiglio di stato.Tenore in equivoco. Accol-

to il ricorso dell’Ordine degli avvocati capitolini contro un decreto del presidente vicario del tribunale di Roma e del dirigente amministrativo. Il provvedimento disponeva che dal 26 settembre 2012 gli uffi ci e le cancellerie del settore civi-le del tribunale di Roma, ubi-cati negli edifi ci di viale Giulio Cesare e via Lepanto rimanes-sero aperti dalle ore 9 alle ore 12, ad eccezione del ruolo del-le esecuzioni mobiliari (dalle 9 alle 13) e che dalla stessa data anche gli uffi ci e le cancellerie del settore penale ubicati in piazzale Clodio rimanessero aperti dalle ore 9 alle ore 12, con eccezione per cancelleria centrale Gip, la cancelleria centrale dibattimentale e per la cancelleria della sezione speciale per il riesame (aperte dalle 9 alle 13). Ora Palazzo Spada chiarisce che la norma ha un tenore letterale inequi-voco e che «ai capi degli uffi ci giudiziari spetta il potere rego-lamentare di stabilire l’orario di apertura al pubblico delle cancellerie e segreterie, ma sempre nell’osservanza del li-mite della durata dell’orario di apertura di cinque ore giorna-liere, come previsto dal citato articolo 162». Tutela costituzionale.

Trova ingresso il ricorso degli avvocati capitolini che lamen-ta l’eccesso di potere perché manca «un’adeguata e congrua motivazione» e per la mancata partecipazione dei professioni-

sti e delle loro rappresentanze istituzionali al procedimento di fissazione dell’orario dei professionisti. Risulta violato il principio di buon andamento e dell’organizzazione degli uf-fi ci giudiziari laddove «risulta modifi cato in via defi nitiva il regime di apertura al pubbli-

co delle cancellerie a fronte di situazioni di disorganizzazione e di carenza di organico cui si può far fronte con appropria-te misure organizzative». Sul punto è anche intervenuta la Camera civile veneziana rile-vando l’importanza del prov-vedimento perché ha «una

valenza uniforme per tutte le cancellerie e segreterie giu-diziarie presenti sull’intero territorio italiano». Il regime giuridico di rango legislativo applicabile all’orario di aper-tura degli uffici giudiziari, concludono i giudici di Palaz-zo Spada, si pone in linea con

la regola della riserva di legge prevista in materia dall’arti-colo 97 della Costituzione («i pubblici uffi ci sono organizza-ti secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzia-lità dell’amministrazione»).

© Riproduzione riservata

Più poteri al giudice di sorveglianza. Il decreto legge 146/2013 (cosiddetto svuota carceri), pubblicato sulla Gazzetta Uffi-ciale n. 43 del 21 febbraio 2014) incide sulla prassi carceraria, facendo in modo che i provvedimenti del magistrato di sor-veglianza siano concretamente eseguiti e non rimangano lettera morta. Se il car-cere nega un diritto al detenuto, questi può sporgere reclamo e, se lo vince, non possono esserci ostruzionismi nell’esecu-zione. Il provvedimento introduce, infatti, un procedimento di ottemperanza delle decisioni del magistrato di sorveglianza. Così come richiesto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.Si pensi, ad esempio, alla disposizione sul ricovero ospedaliero del detenuto. Se non effettivamente eseguita si potrà ora esperire la procedura di ottemperanza, che è disciplinata all’articolo 3 del decreto legge in esame. Vediamo il dettaglio della norma. Il punto di partenza è un provve-dimento non eseguito del magistrato di sorveglianza. A questo proposito, men-tre prima non vi erano procedure pre-definite, il decreto 146/2013 prevede che l’interessato o il suo difensore, munito di procura speciale, possano richiedere l’ot-temperanza al magistrato di sorveglian-za, che ha emesso il provvedimento. Il magistrato potrà accogliere la richiesta di ottemperanza e, in questo caso, la or-dina (l’ottemperanza), indicando moda-lità e tempi di adempimento. Quindi si passa alla fase operativa e con disposi-zioni vincolanti per l’amministrazione penitenziaria. Il giudice deve, però, tenere conto del programma attuativo predisposto dall’ammini-strazione al fine di dare esecuzione al provvedi-

mento, sempre che, si legge nell’articola-to, detto programma sia compatibile con il soddisfacimento del diritto. Come dire che il giudice deve tenere conto delle com-patibilità organizzative del carcere, ma con un limite. Il limite è che non bisogna aspettare le compatibilità organizzative, se questo significasse arrivare a travol-gere il diritto del detenuto, definito dal provvedimento giurisdizionale. Il magi-strato, in sede di ottemperanza, ha anche altri poteri. Può, infatti, dichiarare nulli gli eventuali atti in violazione o elusione del provvedimento rimasto ineseguito. Il magistrato, infine, può anche nominare, se occorre, un commissario ad acta, e cioè un funzionario, di solito pubblico, che si sostituisce all’amministrazione carcera-ria e porta a esecuzione il provvedimento ineseguito (ad esempio dispone mate-rialmente il trasferimento in ospedale, nell’esempio proposto). Nell’articolato originario l’inadempimento portava a conseguenze economiche. Si prevedeva, infatti, che il giudice in sede di ottem-peranza potesse determinare, su richie-sta di parte, la somma di denaro dovuta dall’amministrazione per ogni violazione o inosservanza successiva, oppure per ogni ritardo nell’esecuzione del provve-dimento, entro il limite massimo di 100 euro per ogni giorno. Evidentemente è parso eccessivo provocare una posizione debitoria a carico dello stato, nella con-vinzione che sia normale non poter ese-guire con tempestività i provvedimenti del giudice di sorveglianza. Insomma è

sfumata la possibilità di ottenere un rimborso economico, anche se calcolato su base for-fettaria. Fino alla com-pleta esecuzione delle

sue disposizioni, infine, il magistrato di sorveglianza è competente a conoscere tutte le questioni relative all’esatta ot-temperanza, comprese quelle ineren-ti agli atti del commissario ad acta. Il decreto legge riformula anche la fase dei reclami proposti al giudice di sorve-glianza, dalla cui decisione può scaturire la necessità dell’ottemperanza sopra de-scritta. In particolare accanto al reclamo amministrativo si riscrivono le regole del reclamo giurisdizionale. La necessità di intervenire è derivata dalla sentenza 8 gennaio 2013 della Corte europea dei di-ritti dell’Uomo (sentenza Torreggiani), che, oltre al resto, ha condannato l’Italia a istituire un ricorso o un insieme di ri-corsi interni, effettivi e idonei a offrire una riparazione adeguata e sufficiente in caso di sovraffollamento carcerario. La stessa decisione della Cedu ha rilevato l’inefficacia della normativa italiana, pri-va di meccanismi tesi a rendere effettiva la decisione dei reclami (da qui la ragione dell’ottemperanza). Le modifiche intro-dotte estendono la platea dei soggetti legittimati a ricevere i reclami ammini-strativi dei detenuti e tra essi vengono inseriti il garante nazionale e i garanti regionali o locali dei diritti dei detenuti. Viene rivisitato, poi, il reclamo giurisdi-zionale, che si tiene davanti al magistra-to di sorveglianza. L’udienza relativa si svolge con la partecipazione necessaria del difensore e del pubblico ministero e l’interessato, che ne fa richiesta, è sentito personalmente; tuttavia, se è detenuto o internato in luogo posto fuori della circo-scrizione del giudice, è sentito prima del giorno dell’udienza dal magistrato di sor-veglianza del luogo, salvo che il giudice ritenga di disporre la traduzione.

Antonio Ciccia

LA LEGGE DI CONVERSIONE DEL DECRETO SVUOTACARCERI PUBBLICATA IN GAZZETTA

Maggiori poteri al giudice di sorveglianza

Associazione temporanea sì, coin-teressenza economica (forse) no. Non basta l’interdittiva antimafia atipica del prefetto a far scattare la rescissione del contratto di affida-mento dei lavori all’impresa che, in terra di Gomorra, è stata in Ati con una società in odore di camorra e con una persona poi arrestata per associazione mafiosa: la nota dell’uf-ficio territoriale del governo costitu-isce soltanto un punto di partenza e non uno sviluppo investigativo. E l’esclusione dall’appalto non si può basare sulla base di soli sospetti, per quanto legittimi in una molto zona difficile per l’edilizia come quella fra Napoli e Caserta. È quanto emerge

dalla sentenza 487/14, pubblicata il 23 gennaio dal Tar Campania.

Elementi insufficienti. Accolto il ricorso della società difesa dall’avvo-cato Renato Labriola. Non bastano gli elementi raccolti dalla prefettu-ra, che pure nell’interdittiva anti-mafia atipica ha potere di svolgere autonome indagini. La mera par-tecipazione alle gare pubbliche in formazioni soggettivamente com-plesse come l’Ati - osservano i giudici - non costituisce di per sé indice di per-meabilità mafiosa: la circostanza deve

essere corroborata da altri elemen-ti che indicano un legame sospetto fra l’impresa pulita e quella già nota alle forze dell’ordine. Insomma: bi-sogna dimostrare la cointeressenza economica fra le varie società no-minate nel provvedimento inter-dittivo. È peraltro lo stesso articolo 37 del codice dei contratti pubblici a stabilire che in caso di inibitoria emanata nei confronti dell’azienda mandante, la società mandataria

può ben continuare a eseguire l’appalto, previa estromissione dall’altra. L’inter-dittiva atipica, poi, risulta liberamente

valutabile dalla stazione appaltante, che nella pratica però difficilmente evita di prendere provvedimenti contro l’impresa segnalata. Le no-tizie segnalate dalla prefettura sulle due compartecipazioni contestate, però, non sono sufficienti a stabilire che è in corso un’infiltrazione ma-fiosa perché non provano che vi sia un clan in grado di dirigere le scelte dell’azienda: costituiscono solo un «elemento isolato» che avrebbe ri-chiesto «più robuste emergenze di indagine». Spese compensate, con-tributo unificato a carico dell’ente appaltante.

Dario Ferrara© Riproduzione riservata

ATI CON BOSS IN TERRA DI GOMORRA, SENTENZA DEL TAR CAMPANIA

Non basta l’antimafia per sciogliere l’associazione d’impresa

Il dl convertitosul sito www.italia-oggi.it/documenti

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti

114111098121100105098105054051

Page 24: Italia Oggi - 25.02.2014

24 Martedì 25 Febbraio 2014 I M P O ST E E TA S S EBANKITALIA/ Circolare delle Entrate sull’imposta sostitutiva (dl 133 del 2013)

Riallineamento quote al 12%L’aliquota è come quella dei beni non ammortizzabili

DI DUILIO LIBURDI

Per riallineare le quo-te detenute nel ca-pitale di Bankitalia l’imposta sostitutiva

da pagare è del 12% in consi-derazione del fatto che, trat-tandosi di partecipazioni col-locate nell’attivo circolante, l’aliquota è quella prevista per i beni non ammortizza-bili. Inoltre, con il pagamento dell’imposta so-stitutiva, nonché per la collocazio-ne contabile, vie-ne completamen-te sterilizzato il regime Pex. Sono quest i a l cuni dei chiarimenti contenuti nel-la circolare n. 4 dell’Agenzia delle entrate di ieri che si occupa delle dispo-sizioni di legge di fi ne 2013 che hanno disposto, appunto, la rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia. In primo luogo, l’amministrazione fi -nanziaria rammenta come la peculiare disciplina tributa-ria che interessa le quote in questione, inquadra le stesse nel comparto delle attività fi -nanziarie e determina un di-

sallineamento tra il maggior valore nominale della parte-cipazione e quello fi scalmen-te riconosciuto. Nell’ambito della norma, in ogni caso, è prevista la disciplina del ri-allineamento mediante una imposta sostitutiva delle im-poste sui redditi, dell’Irap e di eventuali addizionali. Il legislatore quindi prescinde dagli aspetti contabili indivi-duando ai fi ni fi scali una spe-

cifi ca disciplina che, generando una differenza di valori, costi-tuisce oggetto appunto di rial-lineamento «ne-cessario». Tale inquadramen-to, da un punto di vista fiscale,

deve essere effettuato a de-correre dal periodo d’imposta in corso al 30 novembre 2013, data di entrata in vigore del decreto legge n. 133 del 2013. I destinatari della norma sono coloro che, ovviamente, detengono le partecipazioni al capitale di Banca d’Italia e dunque:

a) banche aventi sede lega-le e amministrazione centrale in Italia;

b) imprese di assicurazione

e riassicurazione aventi sede legale e amministrazione cen-trale in Italia;

c) fondazioni di cui all’arti-colo 27 del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153;

d) enti e istitu-ti di previdenza e assicurazione aventi sede lega-le in Italia e fondi pensione istituiti ai sensi dell’arti-colo 4, comma 1, del decreto legi-slativo 5 dicem-bre 2005, n. 252.

Per quanto concerne il sog-getto partecipato e cioè Banki-talia, si deve tenere conto che la norma ha autorizzato l’isti-tuto centrale a incrementare il capitale attraverso l’utiliz-zo delle riserve statutarie per euro 7.500.000.000 e il capi-tale, a seguito dell’aumento, è rappresentato da quote nominative di partecipazio-ne di nuova emissione, di 25 mila euro ciascuna. Tale im-porto è anche il nuovo valore della partecipazioni a segui-to dell’inquadramento delle stesse nella categoria delle attività fi nanziarie detenute per la negoziazione. Quindi, l’individuazione di un valore della partecipazione, pari al

valore nominale, determina un disallineamento rispetto al valore fiscale ascrivibile alle quote precedentemente iscritte in bilancio. Pertanto, al fi ne di chiudere tale disal-

lineamento, ai maggiori valori iscritti in bilancio si applica un’im-posta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’im-posta regionale sulle attività produttive e di eventuali addi-

zionali. Nella sostanza, quin-di, considerando che il valore nominale della partecipazione è pari a 25 mila euro, deve es-sere riallineata la differenza tra tale valore nominale e quello fiscalmente ricono-sciuto ascrivibile alle quote precedentemente iscritte in bilancio. Posto che il nuovo regime disattiva comunque la possibile applicazione del-la Pex (per effetto del fatto che si considerano le parte-cipazioni non immobilizzate), viene riconosciuto alle stesse un maggior valore fi scale con il versamento di un’imposta sostitutiva, caratterizzata da un’aliquota inferiore rispetto a quella applicabile in caso di

tassazione ordinaria. La mi-sura dell’imposta sostittuiva viene individuata nel 12 per cento, cioè l’aliquota applica-bile alla categoria dei beni non ammortizzabili in relazione alla operazione «ordinaria» di riallineamento, e deve essere versata in tre rate annuali di pari importo, senza pagamen-to di interessi, di cui la prima entro il termine di versamen-to del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta con riferimento al quale la rivalutazione è ese-guita, e le altre con scadenza entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi relative ai periodi d’imposta successivi. Quindi, in caso di periodo di imposta coincidente con l’anno solare, il momento del versa-mento sarà quello del saldo 2013. In considerazione della peculiarità della disciplina, non trovano invece applica-zione le altre disposizioni in materia di riallineamento dei beni di impresa.

© Riproduzione riservata

Inquadra-mento dal periodo

d’imposta in corso a no-vembre 2013v

il i li N ll

Il nuovo regi-me disattiva comunque la possibilità di applicare la

Pex

I

cp

!"#$%&'( %) #&%"( )(*'(&'( +%" ,-'%.#"(% )( -''($('/ 01!2340

566 !"#$%&'( )- (&$%*'(7%&'( 8 569:;69<::

565 0&'%"%**( *= '('#>( )( ?'-'# (& %="# 569;@A9<::

56B C($()%&)( *= -D(#&( (& %="# E;9666

;66 F'(>(G+%")('% )- "%->(DD( H :E@9B@I

;65 4('#>( )( ?'-'# (& %="# 596:I9I5E

;6@ 4('#>( -D(#&-"( J=#'-'( (& %="# KIA<96:A

E66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# >#")# 8!H!" 569IIA9B6A

B66 ?+%*% )( "%$(*(#&% ,#&'-L(>% C ;9E5I

I66 ?+%*% +%" >M-,J=(*'# % >- $%&)('- )( -''($('/ N B;

@66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# &%''# 8!H!"KCKN 569III96E6

A66 O(-,%&D- 7%)(- )%>>% -''($('/ (&$%*'('% E:59:I;9IA:

!"#$%&'( %) #&%"( )(*'(&'( +%" ,-'%.#"(% )( -''($('/ 01!2340

566 !"#$%&'( )- (&$%*'(7%&'( 8 B9AI@9B6B

565 0&'%"%**( *= '('#>( )( ?'-'# (& %="# B9A:<9:5A

56B C($()%&)( *= -D(#&( (& %="# ;A95A@

;66 F'(>(G+%")('% )- "%->(DD( H K@A59;A6

;65 4('#>( )( ?'-'# (& %="# 5E<9::@

;6@ 4('#>( -D(#&-"( J=#'-'( (& %="# K<:69I5@

E66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# >#")# 8!H!" B96AI9;;I

B66 ?+%*% )( "%$(*(#&% ,#&'-L(>% C E9;6<

I66 ?+%*% +%" >M-,J=(*'# % >- $%&)('- )( -''($('/ N ;6B

@66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# &%''# 8!H!"KCKN B96A59A55

A66 O(-,%&D- 7%)(- )%>>% -''($('/ (&$%*'('% 5;I9AEB9;IB

8>>- ,P(=*="-)%> +%"(#)#

)( #**%"$-D(#&% Q:5G5;G;65:R

8>>- ,P(=*="- )%>+%"(#)# )( #**%"$-D(#&%

+"%,%)%&'%Q:5G5;G;65;R

566 2LL>(.-D(#&( %) ->'"( '('#>( - "%))('# **##

5;59@5B9E66 5;I9@6:9E:B

565 H4! 5;59@5B9E66 5;I9@6:9E:B

;66 4('#>( )( ,-+('->%# 59;;;9B@I ;9A:@9;:6

;65 8D(#&( J=#'-'% (& %="#

59;;;9B@I ;9A:@9;:6

5666 ?->)# -''($('/ )%>>- .%*'(#&% *%+-"-'-

5;;9<:@9<@I 5;<9BE69IIB

!"#$%#&'()#'()!*+# 55<9IA:9666 5;;9I6;9I:A

8>>- ,P(=*="-)%> +%"(#)#

)( #**%"$-D(#&%Q:5G5;G;65:R

8>>- ,P(=*="- )%> +%"(#)#

)( #**%"$-D(#&% +"%,%)%&'% Q:6G6IG;65:R

566 2LL>(.-D(#&(%) ->'"( '('#>(- "%))('# **##

EE;95<I9A;A E6;9A5@9@B@

565 H4! EE;95<I9A;A E6;9A5@9@B@

;66 4('#>( )( ,-+('->%# I9<E@9B;@ @9@::9AB@

;65 8D(#&( J=#'-'% (& %="#

I9<E@9B;@ @9@::9AB@

5666 ?->)# -''($('/)%>>- .%*'(#&% *%+-"-'-

EE<95EE9:BB E569BB59I5E

!"#$%#&'()#'()!*+# EEE9:;A9:I@ :AI9@:69E6;

!"#$%&'( %) #&%"( )(*'(&'( +%" ,-'%.#"(% )( -''($('/ 01!2340

566 !"#$%&'( )- (&$%*'(7%&'( 8 ;:I9:6I

565 0&'%"%**( *= '('#>( )( ?'-'# (& %="# ;:I9:6I

E66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# >#")# 8!H!" ;:I9:6I

B66 ?+%*% )( "%$(*(#&% ,#&'-L(>% C 6

@66 3(*=>'-'# &-&D(-"(# &%''# 8!H!"KCKN ;:I9:6I

A66 O(-,%&D- 7%)(- )%>>% -''($('/ (&$%*'('% A9@E@9<@E

8>>- ,P(=*="-)%> +%"(#)#

)( #**%"$-D(#&% Q:5G5;G;65:R

8>>- ,P(=*="- )%>+%"(#)# )( #**%"$-D(#&%

+"%,%)%&'% Q:6G6IG;65:R

566 2LL>(.-D(#&(%) ->'"( '('#>(- "%))('# **##

<9@E<9<A5 A9I<I9A5E

565 H4! <9@E<9<A5 A9I<I9A5E

;66 4('#>( )( ,-+('->%# 6 6

;65 8D(#&( J=#'-'% (& %="#

6 6

5666 ?->)# -''($('/)%>>- .%*'(#&% *%+-"-'-

<9@E<9<A5 A9I<I9A5E

!"#$%#&'()#'()!*+# <9I;@9@<@ @9A::9@;B

La circolare sul sito www.italiaoggi.it/documenti

114111098121100105098105054051

Page 25: Italia Oggi - 25.02.2014

25Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 I M P O ST E E TA S S ELe istruzioni sono state aggiornate alle novità 2013 sulle operazioni non territoriali

Comunicazioni Iva, rush finaleScade venerdì il termine per la trasmissione telematica

DI FRANCO RICCA

Scade venerdì prossimo, 28 febbraio, il termine per la trasmissione telematica della comu-

nicazione annuale dati Iva re-lativa all’anno d’imposta 2013. Il modello da utilizzare non è cambiato rispetto all’anno scor-so, mentre le istruzioni sono state aggiornate a gennaio per tenere conto delle novità del 2013 in materia di fatturazione delle operazioni non territoria-li. Sono esonerati dall’adem-pimento i soggetti che, nello stesso termine suddetto, pre-senteranno la dichiarazione annuale (in forma autonoma); una scelta, questa, che conviene essenzialmente ai contribuen-ti a credito, poiché la sollecita presentazione della dichiara-zione consente di ottenere una buona posizione in graduatoria a chi intende chiedere il rim-borso, ovvero di sbloccare dal marzo 2014 la compensazione del credito sopra l’importo di 5.000 per chi intende invece compensare. La presentazione della dichiarazione annuale in

forma autonoma non è inve-ce vantaggiosa per i debitori, poiché preclude la possibilità di effettuare il versamento del saldo, in scadenza al 17 marzo 2014, nei termini stabiliti per il pagamento delle somme dovute in base al modello Unico (con la maggiorazione dello 0,40% mensile). Contribuenti esonerati

dalla comunicazione dati. Anche se, in via di principio, l’obbligo della comunicazione dati di cui all’art. 8-bis, dpr n. 322/98, riguarda tutti i contri-buenti tenuti a presentare la dichiarazione annuale Iva, sono esonerati dall’adempimento i seguenti soggetti:

- i contribuenti totalmen-te esenti, anche se tenuti a presentare la dichiarazione annuale per eseguire le retti-fi che della detrazione ai sensi dell’art. 19-bis2; l’esonero vie-ne meno se sono stati effettuati acquisti di beni o servizi in re-lazione ai quali il contribuente è tenuto al pagamento dell’Iva con il meccanismo dell’inversio-ne contabile

- soggetti di cui all’art. 74 del

dpr n. 917/86 (organi e ammi-nistrazioni dello stato, comuni, province, regioni, comunità montane ecc.)

- soggetti sottoposti a proce-dure concorsuali

- persone fi siche che hanno realizzato un volume d’affari non superiore a 25 mila euro; ai fi ni in esame, nel volume d’af-fari si computano i corrispetti-vi di tutte le attività esercitate, anche se gestite con contabilità separata, incluse le eventuali attività esonerate dall’obbligo di dichiarazione annuale, non-ché, dal 2013, le operazioni non territoriali

- le persone fi siche che si sono avvalse nel 2013 del regime speciale di vantaggio per l’im-prenditoria giovanile e i lavora-tori in mobilità (già regime dei «minimi») di cui all’art. 1, com-mi 96 e ss., legge n. 244/2007; coloro che non possono applica-re il regime speciale perché non possiedono gli ulteriori requisiti introdotti dal dl 98/2011, sono ammessi ad avvalersi di un regime contabile agevolato che non contempla però l’esonero dalla comunicazione dati Iva;

- i contribuenti che, come det-to, presentano la dichiarazione annuale in forma autonoma entro il mese di febbraio.I dati della comunicazio-

ne. Il contenuto contabile della comunicazione è rappresenta-to dalla sommatoria dei dati delle dodici (o quattro) liqui-dazioni periodiche eseguite, o che avrebbero dovuto essere eseguite, nel corso del 2013; i contribuenti trimestrali per opzione devono quindi tenere conto anche delle operazioni del quarto trimestre, anche se non eseguono la liquidazione per tale periodo, mentre le persone fi siche esonerate dalle liquida-zioni periodiche (es. contribuen-ti in regime contabile agevolato, nuove iniziative produttive) de-vono praticamente anticipare la chiusura dei conti per com-pilare la comunicazione.

Il riferimento alle liquida-zioni periodiche, in sostanza, signifi ca che la comunicazione riassume soltanto i dati conta-bili posti a base delle liquidazio-ni effettuate nel corso dell’anno, mentre non include le operazio-ni di «chiusura»: l’esito della

comunicazione, pertanto, può differire da quello della dichia-razione annuale nella quale af-fl uiranno anche le operazioni di conguaglio quali il calcolo del prorata defi nitivo, le rettifi che della detrazione, la ventilazione defi nitiva dei corrispettivi an-notati senza distinzione di ali-quota, le regolarizzazioni poste in essere dopo la fi ne dell’anno, il riallineamento temporale del-le liquidazioni per i soggetti che affi dano la contabilità all’ester-no. Nella comunicazione non trovano evidenza neppure i dati relativi ai versamenti e alle compensazioni, nonché il credito riportato dall’anno pre-cedente. Da quest’anno, nel rigo CD1, campo 1, devono essere incluse anche le operazioni non territoriali ai sensi degli arti-coli da 7-bis a 7-septies del dpr 633/72, per le quali è obbligato-ria l’emissione della fattura ai sensi del comma 6-bis dell’art. 21. L’omissione o inesattezza della comunicazione dati è pu-nibile con la sanzione da 258 a 2.065 euro e, secondo le istru-zioni, non è regolarizzabile.

© Riproduzione riservata

DI DEBORA ALBERICI

L’assegno versato all’ex in uni-ca soluzione in virtù di una transazione che dirime le ina-dempienze sul mantenimento

è deducibile dall’Irpef. Lo ha sancito la Suprema corte di

cassazione che, con l’ordinanza numero 4402 del 24 febbraio 2014, ha respinto il ricorso presentato dall’Agenzia delle entrate contro la decisione della Ctr di Roma.

La vicenda riguarda una coppia di contribuenti che si erano separati. Il giu-dice aveva stabilito un assegno mensile a carico di lui. L’uomo non aveva adem-piuto alle scadenze. Successivamente i due si erano poi accordati con una tran-sazione di oltre 13 mila euro.

Per il Collegio di legittimità, che ha confermato il verdetto di merito, il ver-samento è deducibile dall’Irpef.

In motivazione si legge infatti che il versamento effettuato dal contribuente in favore della ex moglie aveva a ogget-to «non la liquidazione una tantum in unica soluzione e quindi in forma ca-pitalizzata degli interessi patrimoniali - così come previsto dall’articolo 5 ottavo comma, della legge 898/70 (che richiede, oltre all’accordo dei coniugi, la ratifi ca del tribunale) - bensì l’adempimento di un’obbligazione specifi ca l’assegno pe-riodico di mantenimento non corrisposto alle prescritte scadenze (sottolineatura nostra). In sostanza, nell’accordo degli ex coniugi, secondo l’interpretazione di tale accordo offerta dal giudice di merito,

il pagamento di 13 mila euro previsto a carico del contribuente (e da costui effettuato) in favore della ex moglie non costituiva l’attribuzione di un as-segno una tantum, bensì l’adempimento dell’obbligo di pagamento di pregressi assegni periodici scaduti e rimasti inso-luti; tale pagamento, cioè, era destinato a sanare detto inadempimento. Come

tale, quindi, mantiene immutato il suo riferimento alle prescrizioni della sen-tenza di separazione e quindi al titolo originario, nonché la riconducibilità al reddito dei coniugi, con quel che conse-gue in termini di detraibilità fi scale.

Anche la Procura generale del Palaz-zaccio ha chiesto al Collegio di legittimi-tà di confermare la sentenza della Ctr di Roma e cioè di respingere il ricorso dell’amministrazione fi nanziaria che aveva immotivatamente negato il be-nefi cio fi scale.

© Riproduzione riservata

CASSAZIONE/1 Mantenimento, un no al fisco

Assegni post-accordi deducibili dall’Irpef

DI DEBORA ALBERICI

Il professionista strutturato che non ha versato l’imposta prima del 2007 non è tenuto a pagare le sanzioni perché l’incertezza

normativa sull’autonoma organiz-zazione è venuta meno solo dopo la maxi-udienza di sette anni fa.

È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 4394 del 24 febbraio 2014, ha accolto il ricorso di uno studio professionale al quale era giunto un avvi-so di accertamento Irap e sanzioni in relazione agli anni 2003, 2004 e 2005.

Per il Collegio di legitti-mità, dunque, dalla maxi-udienza di sette anni fa non vi sarebbe più alcu-na incertezza normativa sull’Irap dei piccoli pro-

fessionisti in quanto l’orientamento sull’autonoma organizzazione è ormai consolidato.

Per quanto la tesi sia discutibile, date le numerose inversioni di rotta sull’argomento nell’ambito della stes-sa sezione tributaria, in questo caso è stata escluso il diritto del fi sco alle sanzioni.

Ciò perché, si legge chiara-mente in sen-tenza, l’incer-

tezza normativa è venuta meno solo a partire dall’anno 2007, «nel corso del quale questa Corte, con numero-se pronunce rese da Collegi, anche in diversa composizione, ha focalizzato le dibattute questioni, individuando i presupposti impositivi e indicandone anche gli elementi indice».

Ciò in ossequio al principio gene-rale per cui in tema di sanzioni am-ministrative per violazioni di norme tributarie, l’incertezza normativa oggettiva, che è causa di esenzione del contribuente dalla responsabilità amministrativa tributaria, postula una condizione di inevitabile incer-tezza sul contenuto, sull’oggetto e sui destinatari della norma tributaria, ovverosia l’insicurezza ed equivocità del risultato conseguito attraverso il procedimento d’interpretazione nor-mativa, riferibile non già a un generi-co contribuente, o a quei contribuenti che per la loro perizia professionale siano capaci di interpretazione nor-mativa qualificata e tanto meno all’Uffi cio fi nanziario, ma al giudice, unico soggetto dell’ordinamento cui è attribuito il potere-dovere di accertare la ragionevolezza di una determinata interpretazione.

Anche la Procura generale del Palazzaccio, nell’udienza che si è celebrata lo scor-so 22 gennaio, ha chiesto al Collegio di legittimità di accogliere il ricorso dei contribuenti.

© Riproduzione riservata

CASSAZIONE/2 Professionisti prima del 2007

Incertezze normative No alle sanzioni Irap

I testi delle senten-ze sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

114111098121100105098105054051

Page 26: Italia Oggi - 25.02.2014

26 Martedì 25 Febbraio 2014 I M P O ST E E TA S S EIn attesa della circolare dell’Agenzia delle entrate cresce l’attenzione delle banche estere

Voluntary, tour oltre confineCalendario di appuntamenti a porte chiuse tra operatoriDI CRISTINA BARTELLI

Vaduz, Lussemburgo, Montecarlo, Zurigo, Ginevra, Bolzano-Bressanone sono

solo alcune delle piazze del tour de force dei convegni, spesso a porte chiuse, in lingua inglese o tedesca, con clausole di riservatez-za, organizzate dalle ban-che straniere per parlare e raccontarsi tutta la verità sulla voluntary disclosure. Professionisti, consulenti e società fiduciarie contesi per una formazione senza peli sulla lingua su ciò che conviene e non conviene fare per la voluntary disclosure. E mentre la macchina della formazione e informazione si muove con un calendario stretto di appuntamenti l’Agenzia delle entrate è al lavoro per la stesura della circolare sulla voluntary disclosure ed è disposta ad accogliere domande e quesi-ti di orientamento.

Le banche estere, secondo quanto risulta a ItaliaOggi,

hanno un unico obiettivo trattenere i clienti italiani ed evitare la temuta fuga in massa dei capitali in Ita-lia. Ecco perché guardano con interesse alla soluzione del rimpatrio giuridico: far emergere le evidenze fi nan-ziarie, chiudere i conti con il passato fi scale italiano e fare gestire tutto in Italia da un qualche sostituto di im-posta, per esempio una so-

cietà fi duciaria. Non solo. Le banche richiedono ai

partecipanti di evidenziare pro e contro, pregi e difetti delle nuove norme tanto che nei convegni non è prevista, spesso la presenza della con-troparte l’amministrazione fi nanziaria che risulta quin-di convitato di pietra degli incontri.

I professionisti sono chia-mati a illustrare le novità

e soprattutto le differenze con i precedenti scudi fi-scali. Stavolta il ruolo del-le banche è nel guado tra mantenere i clienti (o, nel caso delle banche italiane, proporsi per la raccolta dei capitali rientranti) e di for-nire e/o indirizzare il cliente alla consulenza.

Non si tratta più infatti di compilare un modello abba-stanza semplice e immedia-to come era la dichiarazione riservata, il formulario, reso disponibile dall’Agenzia delle entrate, è una vera e propria ricostruzione genealogica delle ricchezze e delle loro co-struzioni e smantellamenti.

Un lavoro non semplice a cui le banche estere non sono preparate e che non hanno neanche voglia di sobbarcar-si per conto del cliente e per questa ragione hanno gran-de interesse a informare e a essere formati.

Nelle edizioni dello scudo fi scale poi a sfavore di que-sto tipo di interesse giocava anche un tempo abbastanza ristretto per maturare le de-

cisioni e operare. Ora la voluntary disclo-

sure lascia aperta la strada fi no a settembre 2015 e al momento le norme in vigo-re non sono all’insegna della semplicità.

Il decreto legge con le di-sposizioni sulla collaborazio-ne volontaria è attualmente all’esame della commissione finanze della camera. Da-niele Capezzone, presiden-te della commissione VI, ha previsto un fi tto calendario di audizioni di esponenti del mondo professionale e isti-tuzionale per far emergere i temi sul tappeto.

Una collaborazione volon-taria così come è non piace molto ed è stata accolta con più di qualche perplessità dai professionisti, tanto che lo stesso presidente della commissione fi nanze della camera ha già annunciato, su ItaliaOggi, possibili mo-difi che che puntino a sem-plificare le procedure e a rendere più conveniente la riemersione.

© Riproduzione riservata

MONITORAGGIO FISCALE

Conti correnti web tutti obbligatia compilare l’RW

DI CRISTINA BARTELLI

Congelata la ritenuta del 20% sui bonifi ci esteri, con la nota del ministero dell’econo-mia del 19/02/2014, resta l’obbligo per chi possiede dei conti on line con banche estere (è l’esempio di paypal) di compilare il quadro RW. Le nuove norme sul monitoraggio fi scale (legge n. 97/2013), infatti, hanno eliminato la soglia (precedentemente di 10 mila euro) oltre la quale sarà necessario compilare il quadro RW.

L’effetto paradossale che, stante così le cose, si verrebbe a creare è che chiunque possegga un conto, per esempio per gli ac-quisti via internet, con un istituto di credito che risulti con sede estera, sarebbe obbligato a presentare Unico e a compilare il quadro RW in quanto è considerato, per l’ammini-strazione fi nanziaria, possessore di evidenze fi nanziarie estere.

Il nodo non è di facile soluzione, tanto che l’amministrazione fi nanziaria è ben conscia della questione e sta cercando una soluzio-ne. Si guarda alla legislazione francese, per esempio, dove, sul punto, si è scelto di eso-nerare, dalla compilazione dell’equivalente quadro RW italiano, quei contribuenti che hanno dei conti per i soli pagamento e che movimentano dare e avere entro una certa soglia. Per tutti gli altri arrivano invece le nuove comunicazioni. Una volta trovata la soluzione, però, è necessario individuare la strada della modifi ca. Si ricorda che con provvedimento normativo sono state intro-dotte soglie per lo spesometro e sempre una norma ha previsto la soglia dei 500 euro per le comunicazioni black list.

© Riproduzione riservata

L’Associazione nazionale giudici di pace esprime soddisfazione per la nomi-na a ministro della giustizia di Andrea Orlando, uno dei massimi esperti del nostro paese in materia di giustizia e gli augurano un profi cuo lavoro. «Siamo disponibili», si legge in una nota, «a offrire al nuovo governo la nostra piena collaborazione al fi ne di contribuire a risolvere i problemi della Giustizia nel nostro paese. Siamo certi che il ministro vorrà porre rimedio al grave vulnus dovuto al mancato rispetto delle norme costituzionali e comunitarie in tema di status giuridico dei magistrati di pace, che amministrano una giustizia effi -ciente, che assicura il rispetto del prin-cipio costituzionale della ragionevole durata dei giudizi (in media meno di un anno). Chiediamo pertanto al nuovo ministro un incontro urgente».

AR Net Mediation organizza, insie-me ad Adc Associazione dottori com-mercialisti, l’evento Maratona della mediazione civile e commerciale, che si svolgerà nella giornata di venerdì 28 febbraio a Roma presso la sede della Luiss Guido Carli in viale Romania 32. «L’evento», spiega una nota, «si propone di mantenere alta l’attenzione sul tema della mediazione civile e commerciale, uno strumento che può contribuire a liberare risorse economiche preziose per il paese».

I tabaccai scendono sul piede di guerra e proclamano uno «sciopero a oltranza» se non sarà aumentato l’aggio sulle sigarette, attualmente al 10%. La Federazione dei tabaccai (Fit) ha an-nunciato che il primo giorno di sciopero sarà lunedì prossimo, 3 marzo dalle 9 alle 12 e la protesta proseguirà per tutti i lunedì successivi. Proclamato anche lo stato di agitazione permanente.

BREVI

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com

IN EDICOLA

114111098121100105098105054051

Page 27: Italia Oggi - 25.02.2014

27Martedì 25 Febbraio 2014Martedì ENTI LOCALI E STATOLa sezione autonomie della Corte conti sull’associazionismo comunale

Consorzi, cda gratuitiGli enti possono chiedere pareri su partecipateDI ANTONIO G. PALADINO

Anche ai componenti dei consigli di am-ministrazione dei consorzi di enti locali

deve essere applicata la disci-plina che prevede la gratuità dell’incarico, così come sancita dall’articolo 5, comma 7 del decreto legge n.78/2010. Inoltre, sono ammissibili alla fun-zione consultiva eser-citata dalla Corte dei conti, anche le richie-ste di parere inoltrate da soggetti legittimati (quali regioni, province e comuni) su questioni attinenti direttamente le scelte di un proprio organismo partecipato il quale, in base al criterio del-la legittimazione, non avreb-be potuto formulare il quesi-to. L’ammissibilità, in questi casi, opera solo se il parere che si richiede sia giustifi cata dall’esercizio di attribuzioni intestate all’ente formalmente legittimato.

E’ quanto ha precisato la

sezione autonomie della Corte dei conti, nel testo del parere n.4/2014, con cui ha attratto anche i componenti dei con-sigli di amministrazione dei consorzi di enti locali, nella sfera della disposizione ex art.5, comma 7 del citato dl n.78/2010, secondo cui agli

amministratori di comunità montane, di unioni di comuni e, comunque, di forme associa-tive di enti locali, non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni ed indennità in qual-siasi forma erogata.

Su questo punto, la Corte ha precisato che negli anni si evincono due obiettivi princi-

pali da parte del legislatore. Il primo, quello di sfoltire gli apparati amministrativi da tutti quegli organismi non caratterizzati dalla «necessa-rietà» istituzionale.

Il secondo, quello di ridurre il peso economico degli organi di governo necessari, affi dan-

do tale compito all’au-tonomia degli stessi organi. Posto che i consorzi costituiti per l’esercizio di una o più funzioni appartengo-no al novero delle for-me di «collaborazione intercomunale» di carattere strutturale, non si vede come la di-sciplina recata dall’ar-ticolo 5, comma 7 del dl n.78/2010 non possa

non applicarsi ai componenti dei consigli di amministrazio-ne dei predetti consorzi. Per-tanto, tali soggetti dovranno esercitare tali funzioni nella assoluta gratuità.

Inoltre, sempre nello stesso documento, la sezione autono-mie ha sgomberato il campo in tema di ammissibilità sogget-

tiva a richiedere pareri, posto che l’articolo 7, comma 8 della legge n.131/2003 elenca tassa-tivamente in regioni, province, comuni e città metropolitane gli enti legittimati a richiede-re pareri alla magistratura contabile. In pratica, se la richiesta di parere promana da un ente legittimato che formula l’istanza in materia di scelte organizzative di un proprio soggetto partecipato, la Corte ha ritenuto ammissi-bile il parere in quanto sussi-ste «un interesse» del soggetto legittimato (nel caso rilevato dal parere in osservazione, la regione che partecipa ad un consorzio) a conoscere l’orien-tamento della magistratura contabile in questioni che si rifl ettono sulla sfera ammini-strativa ed operativa del pre-detto soggetto partecipato. Al contrario, saranno respinte al mittente le richieste di parere che l’ente legittimato formula in nome e per conto del sog-getto partecipato, senza che la questione prospettata abbia alcun effetto nell’ambito delle proprie attribuzioni.

DI ANDREA MASCOLINI

Ancora sette mesi per con-cludere gli interventi dei programmi di riqualifi ca-zione urbana; se le inizia-tive bloccate da anni non saranno riattivate gli enti locali non potranno utiliz-zare i residui a disposizio-ne; entro quattro mesi le proposte dei promotori e entro sette mesi la gara. E’ quanto stabilisce il de-creto del ministro delle infrastrutture del 14 feb-braio 2014, trasmesso alla Corte dei conti per la regi-strazione, che si occupa di chiudere, in un modo o in un altro, la fase attuativa degli interventi avviati con il decreto 8 ottobre 1998 in materia di promozione di programmi innovativi in ambito urbano denominati programmi di riqualifi ca-zione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (Prusst). Il decreto attua-va una norma del decre-to 112/98 con lo scopo di realizzare, all’interno di quadri programmatici or-ganici, interventi orientati all’ampliamento e alla ri-qualifi cazione delle infra-strutture, all’ampliamento e alla riqualifi cazione del tessuto economico-pro-duttivo-occupazionale, al recupero e alla riqua-lifi cazione dell’ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali in-teressati. Negli anni, però, a fronte della selezione e del finanziamento di 55 interventi (di cui molti in Toscana e Umbria), per i quali sono stati siglati appositi accordi quadro, molte sono state le diffi -coltà che tali interventi hanno incontrato, di cui il decreto dà atto con riguar-do alla vischiosità e com-plessità delle procedure di approvazione che face-vano capo a molti soggetti competenti. Il decreto dà il via libera alla proroga – necessaria soprattutto per gli accordi quadro scaduti - ma prevede due step in-superabili: in primo luogo le proposte dei promotori degli interventi («cantie-rabili nell’immediato») devono giungere entro quattro mesi dalla pub-blicazione del decreto; in secondo luogo la gara per l’affi damento dei lavori si deve avviare entro sette mesi. Se tutto ciò non avverrà, occorrerà che il comitato di vigilanza di ogni programma di riqualifi cazione proceda alla restituzione dei con-tributi giacenti presso le tesorerie dei soggetti at-tuatori (enti locali).

DECRETO

Restyling urbano,

tempi stretti

DI ILARIA ACCARDI

Sono pronti i coeffi cienti da appli-care per l’anno 2014 per il calcolo sia dell’Imu e sia della Tasi per i fabbricati classifi cabili nel gruppo

D, appartenenti ad imprese e sforniti di rendita catastale. E’ stato, infatti, pubbli-cato sulla Gazzetta Uffi ciale n. 45 del 24 febbraio 2014, il decreto 19 febbraio 2014 della direzione legislazione tributaria e fe-deralismo fi scale del dipartimento fi nanze del Mef, con il quale sono stati approvati i coeffi cienti che sono indispensabili per la determinazione dell’Imu per gli immobili che:

- sono classifi cabili nel gruppo D;- non sono iscritti in catasto;- appartengono ad imprese;- sono distintamente contabilizzati;- sono sforniti di rendita catastale.La novità è che quest’anno i coeffi cienti

in questione servono anche per determina-re il tributo per i servizi indivisibili (Tasi), poiché il comma 675 dell’art. 1 della leg-ge 27 dicembre, n. 147, ha stabilito che la base imponibile della Tasi è quella previ-sta per l’applicazione dell’Imu Il motivo che ha indotto il legislatore a prevedere il ricorso al decreto ìsi individua nel fatto che per questi immobili non si può applica-bile il criterio generale di determinazione dell’Imu (e quindi anche della Tasi) basato sulla moltiplicazione della rendita cata-stale per le aliquote stabilite dal comune, proprio perché questi sono sforniti di ren-dita. Ecco, quindi, che l’art. 13, comma 3, del dl Salva Italia (n.201/2011) ha richia-mato in vita la norma vigente in materia

di Ici e cioè l’art. 5, comma 3, del dlgs 30 dicembre 1992, n. 504, il quale stabilisce una specifi ca modalità di quantifi cazione del valore da assumere e che deve essere seguita fi no all’anno in cui detti immobili vengono iscritti in catasto con attribuzione di rendita. Il valore deve essere fi ssato alla data di inizio di ciascun anno solare o, se successiva, alla data di acquisizio-ne, applicando, appunto, dei coeffi cienti che sono aggiornati annualmente con un decreto del Mef sulla base dei dati risul-tanti all’Istat sull’andamento del costo di costruzione di un capannone. A tal propo-sito si deve tener conto del fatto che nella risoluzione n. 6/Df del 28 marzo 2013 è stato precisato che detto valore è formato dal costo originario di acquisto/costruzione compreso il costo del terreno, dalle spese incrementative, dalle rivalutazioni eco-nomico/fi scali, eventualmente effettuate, dagli interessi passivi capitalizzati e dai disavanzi di fusione, come risultante dalle scritture contabili al 1° gennaio dell’anno in riferimento al quale è dovuta l’Imu, e, quindi, anche la Tasi. Per il calcolo dei due tributi comunali, quindi, si tratterà di ap-plicare i coeffi cienti approvati dal decreto in questione al valore dell’immobile che è costituito dall’ammontare che risulta dalle scritture contabili, al lordo delle quote di ammortamento; alla somma che ne risulta va, poi, applicata l’aliquota deliberata dal comune. Si deve ricordare anche il fonda-mentale principio di diritto affermato dal-le Sezioni unite della Corte di cassazione nella sentenza 9 febbraio 2011, n. 3160 che ha risolto numerose questioni pratiche che si erano presentate per l’applicazione

della norma ai fi ni Ici. Nella sentenza si legge, infatti che «il dlgs 30 dicembre 1992, n. 504, art. 5, comma 3, ha previsto, fi no alla attribuzione della rendita catastale, un metodo di determinazione della base imponibile collegato alle iscrizioni conta-bili valido fi no a che la richiesta di attribu-zione della rendita non viene formulata» dal contribuente: «dal momento in cui fa la richiesta egli», invece, «pur applicando ormai in via precaria il metodo contabi-le», «diventa titolare di una situazione giuridica nuova derivante dall’adesione al sistema generale della rendita cata-stale, sicchè può avere il dovere di pagare una somma maggiore (ove intervenga un accertamento in tal senso) o può avere il diritto a pagare una somma minore ed a chiedere il relativo rimborso nei termini di legge».

Naturalmente, nel caso in cui i fabbri-cati in questione abbiano già una rendita catastale, la base imponibile ai fi ni Imu ed ai fi ni Tasi viene determinata moltiplican-do la rendita catastale, rivalutata del 5%, per il coeffi ciente, pari a 65 come stabilito dell’art. 13, comma 4, lettera d) del d.l. n. 201 del 2011, a meno che i fabbricati non siano classifi cati nella categoria catastale D/5, ai quali si applica, invece, il coeffi cien-te pari a 80, come dispone il successiva lettera b -bis). Si deve ricordare che questo particolare criterio di calcolo stabilito per gli immobili in questione durante la vigen-za dell’Ici è stato sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale che, nella sentenza n. 67 del 24 febbraio 2006, ne ha escluso la irragionevolezza.

© Riproduzione riservata

In G.U. il decreto Mef relativo ai beni non iscritti in catasto e privi di rendita

Immobili D, pronti i coefficienti per il calcolo dell’Imu e della Tasi

114111098121100105098105054051

Page 28: Italia Oggi - 25.02.2014

28 Martedì 25 Febbraio 2014 DIRITTO E IMPRESAIl Minambiente risponde ai quesiti delle organizzazioni. RiJ uti quantiJ cabili in volumi

Il Sistri non si blocca sui datiL’autocertifi cazione salva dall’incoerenza con le info Cdc

Pagina a cura DI CINZIA DE STEFANIS

Nel caso in cui le im-prese non riescano a procedere al riallinea-mento dei dati, questo

non rappresenta un’attività «bloccante», in quanto le cau-se che impediscono la fi naliz-zazione possono derivare da un mancato allineamento con il Registro delle imprese. Co-munque vengono registrati i dati comunicati dall’utente che può fare l’autocertifi cazione dei dati sull’applicazione gestione azienda. Le procedure di rial-lineamento riguardano anche i delegati. Nella scheda Sistri la quantifi cazione del rifi uto è possibile esprimerla anche con il volume. Eventuali deviazioni del tragitto del rifi uto, rispetto a quanto pianifi cato, vanno ri-portate nel campo annotazioni della scheda cartacea e, solo successivamente alla conclu-sione della movimentazione, riportate a sistema. Queste sono alcune delle novità che emergono dalla lettura del quadro sinottico relativo agli aspetti tecnici del Sistri ag-giornato nei giorni scorsi dal ministero dell’ambiente. Il quadro sinottico riporta i 13 pareri del concessionario Si-stri in riferimento alle richie-ste avanzate da confi ndustria, da Confindustria, Fise, da Fise-Assoelettrica e offi ci-ne autorizzate. Le associa-zioni di categoria hanno chie-sto chiarimenti in merito alla modifi ca del delegato, al rialli-neamento dati, alle procedure inerenti il carico respinto, alla mappa interattiva del Sistri, alla duplicazione delle schede per i conferimenti periodici e alla quantifi cazione del rifi uto. In particolare, il concessiona-rio Sistri sottolinea che nella scheda area movimentazione rimane la previsione delle due unità di misura alternative

(kg o mc), nella scheda Sistri è invece possibile esprimere la quantità del rifi uto anche in volume. Allo stato attuale del sistema, è possibile effettuare la pianifi cazione del tragitto in tre modi. A ciascun dispositivo Usb possano ancora essere as-sociati i possibili tre certifi cati elettronici attribuiti ai delegati segnalati dall’azienda in fase di iscrizione e l’utilizzo del dispo-sitivo è eseguibile esclusiva-mente da parte dei delegati. Le variazioni dei dati relativi ai delegati, eventualmente intervenute, devono essere ef-

fettuate, a cura dell’impresa, tramite l’applicativo «gestione azienda» o mediante comuni-cazione al contact center Sistri, in quanto non desumibili dal riscontro con il registro delle imprese. Le procedure disposte dal Sistri sono due: «procedura con utilizzo non contestuale dei dispositivi Usb» e «procedura con utilizzo contestuale dei di-spositivi Usb». Possono essere utilizzate entrambe in funzione delle esigenze operative degli attori coinvolti nella movimen-tazione. È possibile adottarle anche in modalità mista, per-

tanto la procedura adottata per la presa in carico dei rifi uti e per la consegna degli stessi può differire senza alcun problema. In caso di respingimento del rifi uto, l’operazione di annul-lamento della registrazione di carico o di decurtazione della quantità respinta e la succes-siva registrazione di carico corrispondente al quantitativo respinto, sono necessarie per tracciare la nuova posizione del rifi uto (la sede dell’impian-to che l’ha respinto) prima del-la successiva movimentazione verso altro impianto. In parti-

colare, viene precisato che per la successiva movimentazione (che segue le regole generali della procedura ordinaria), deve esserci corrispondenza tra la posizione del rifi uto in-dicata nella scheda produttore e quella indicata per lo stesso rifi uto nel registro cronologico del produttore medesimo. La ripartizione della procedura per i casi citati è stata richie-sta dal Minambiente per dare maggior evidenza possibile a tutte le casistiche pur essendo in parte ridondanti. Nel docu-mento Manuale installazione black box, e in particolare a pag. 25 ove è descritto il colle-gamento all’alimentazione del veicolo, è riportata la dicitura (in grassetto) che se il veicolo è soggetto alle norme occorre alimentare l’apparato black box in conformità a queste ultime. Ricordiamo che dal 3 marzo 2014, i produttori ini-ziali di rifi uti speciali pericolo-si riceveranno una sola mail. Il sistema di invio delle mail di notifi ca a tutti i soggetti coin-volti nella movimentazione (in corrispondenza dell’apertura di una nuova scheda da parte del produttore, di pianifi cazione del percorso da parte del traspor-tatore e di indicazione dell’esito della movimentazione da parte del destinatario) è stato ridotto e limitato a una mail che rice-ve il produttore nel momento in cui il destinatario compila e fi rma la sezione della scheda Sistri di propria competenza con l’esito della movimenta-zione. Il ddl «Milleproroghe» approvato dalla Camera il 17 febbraio conferma la partenza del sistema dal 3 marzo per i produttori iniziali di rifi uti spe-ciali pericolosi.

Semplifi cato l’accesso ai 240 milioni di euro stanziati dallo sviluppo econo-mico per le imprese del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) che attuano investimenti in macchina-ri. I fi nanziamenti agevolati potranno essere erogati attraverso una modalità innovativa, messa a punto dalla Dire-zione generale per gli incentivi alle imprese (Dgiai) del ministero dello sviluppo economico e dall’Abi, secondo la quale le imprese potranno usufruire delle agevolazioni prima di effettuare il pagamento dei beni ai fornitori. Le fatture saranno pagate, pertanto, di-rettamente con le risorse fi nanziarie versate dal ministero su un apposito conto vincolato. È stata infatti siglata in data 12 febbraio 2014 la convenzio-ne tra Abi e Mise con la quale è stato disciplinato il conto vincolato. Il conto

vincolato è fi nalizzato a garantire il pa-gamento ai fornitori dei beni agevolati in tempi celeri. Il conto vincolato deve riportare nella sua intestazione, il nu-mero del decreto di concessione della sovvenzione. Sul conto vincolato tran-siteranno tutte le risorse in entrata e in uscita, necessarie per l’investimento innovativo. Il conto vincolato è regola-to secondo la contrattualistica in uso presso la banca, ed è movimentabile solo attraverso disposizioni di bonifi co bancario. Il conto vincolato non preve-de il rilascio della convenzione assegni e l’emissione di carte di credito o di de-bito. Per l’apertura del conto vincolato la banca osserva integralmente tut-te le nome vigenti sulle disposizioni

in tema di conto corrente, compresa la disciplina in materia di contrasto al riciclaggio. Il conto vincolato è sog-getto all’ordinario trattamento fi scale previsto per i conti correnti bancari. Dal 27/2/2014, ore 10 è possibile pre-sentare le domande di agevolazioni per l’accesso a 240 milioni di fi nanziamenti a tasso zero per le imprese del Mezzo-giorno, in particolare Campania, Pu-glia, Calabria e Sicilia. I fi nanziamenti sono diretti alle imprese del Sud che attuano programmi di investimento (nello specifi co acquisto di macchina-ri) per una cifra compresa tra 200 mila

e 3 milioni di euro. Per presentare la domanda di ac-cesso alle agevo-lazioni, le imprese dovranno colle-

garsi al sistema «AgevolazioniDGIAI» procedere alla registrazione e seguire la procedura guidata di compilazione della domanda. Per registrarsi al si-stema AgevolazioniDGIAI occorre che l’impresa sia regolarmente iscritta al Registro delle imprese e abbia preven-tivamente comunicato allo stesso un indirizzo di posta elettronica certifi -cata ai sensi dell’art 16 del dl 185 del 2008 e dell’art. 5 del dl n. 79 del 2012. L’indirizzo pec come risulta presso il Registro delle imprese, sarà utilizzato in fase di registrazione dell’impresa per la trasmissione delle credenziali informatiche per l’accesso al sistema. Ciascun programma d’investimento deve riferirsi a un’unica unità produt-tiva. L’acquisto di macchinari usati non rientra tra le spese ammissibili.

© Riproduzione riservata

LA CONVENZIONE TRA SVILUPPO ECONOMICO E ABI PREVEDE CHE LE FATTURE LE SALDI DIRETTAMENTE IL MINISTERO

Sud, accesso facilitato ai 240 mln per l’acquisto di macchinari

Respingimentodel rifi uto

Allo stato attuale del sistema, l’operazione di annulla-mento della registrazione di carico o di decurtazione della quantità respinta e la successiva registrazione di carico corrispondente al quantitativo respinto, si ren-dono necessarie per tracciare la nuova posizione del ri# uto prima della successiva movimentazione verso altro impianto

Le proceduredel trasportatore

Eventuali deviazioni del tragitto, rispetto a quanto piani# cato, vanno riportate nel campo annotazioni della scheda cartacea e, solo successivamente alla conclusione

Duplicazione scheda movimentazione per

conferimenti periodicidella movimentazione, riportate a sistema

Riallineamentodei dati

Considerato l’impatto sui software gestionali la richie-sta è in corso di valutazione sui tavoli tematici

Dispositivo Usb

Le procedure di riallineamento devono riguardare anche i delegati

Variazioni del delegato

Le variazioni dei dati relativi ai delegati, eventualmente intervenute, devono essere effettuate, a cura dell’impre-sa, tramite l’applicativo «gestione azienda» o mediante comunicazione al contact center Sistri, in quanto non desumibili dal riscontro con il Registro delle imprese

Quantifi cazionedel rifi uto

Nella scheda Sistri la quanti# cazione del ri# uto è pos-sibile esprimerla anche con il volume

cl(dAllo stato att ale del sistema l’opera ione di ann lla

I chiarimenti dell’Ambiente sugli aspetti tecnici

La Convenzionesul sito www.italiaoggi.it/documenti

Il quadro sinottico sul sito www.italia-oggi.it/documenti

114111098121100105098105054051

Page 29: Italia Oggi - 25.02.2014

29Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FebbraiP RO F E S S I O N I

Per l’Inps non spettano le riduzioni contributive, nonostante il parere contrario del ministero

Studi, mobilità senza incentiviNiente sgravi per gli ex dipendenti dei professionisti

DI DANIELE CIRIOLI

Senza incentivi le as-sunzioni degli ex dipendenti di studi professionali. Poiché

riguardano lavoratori licen-ziati da datori di lavoro non impresa (studi professionali), non danno diritto agli sgravi previsti sulle assunzioni dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (legge n. 223/1991). Lo precisa l’Inps nel messag-gio n. 2761/2014 rispondendo a richieste di chiarimenti, per-durando in un atteggiamento operativo difforme a quanto indicato dal ministero del la-voro (interpello n. 10/2011 e interpello n. 25/2012).

Gli incentivi. La questione verte sul riconoscimento dei due incentivi della predetta legge n. 223/1991, nei casi di assunzione di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità: il primo (art. 8, comma 2) è la possibi-lità di assumere a termine fi no a 12 mesi pagando contributi ridotti (nella misura previsti per apprendisti); il secondo (art. 25, comma 9) è la possibi-

lità di versare contributi nella stessa misura ridotta, per 18 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato.

La posizione dell’Inps. La procedura di mobilità della leg-ge n. 223/1991 (i licenziamenti collettivi) in origine interessa-va soltanto le imprese con più di 15 dipendenti ed escludeva i datori di lavoro non imprendi-tori. Questa esclusione è stata corretta a seguito di contesta-zione della Corte di giustizia Ue (causa c/32/02) dal dlgs n.

110/2004, il quale ha esteso la procedura dei licenziamenti collettivi ai datori di lavoro non imprese. L’estensione è stata operata con eccezione di alcune norme, tra cui proprio quelle relative agli incentivi contributivi in questione. Per-tanto l’Inps, prima di concede-re gli incentivi, verifi ca che il lavoratore iscritto nelle liste di mobilità per la cui assunzione si richiede l’agevolazione sia stato licenziato da un datore di lavoro avente natura d’im-

presa. Quando ciò non dovesse ricorrere, non riconosce l’incen-tivo. E questa posizione è riba-dita nel recente messaggio n. 2761/2014, facendo un esplicito riferimento ai «lavoratori licen-ziati da studi professionali».

La posizione del mini-stero. La soluzione dell’In-ps è contraria a quella del ministero del lavoro che, in due interpelli (n. 10/2011 e n. 35/2012, ha lasciato chiara-mente intendere che la pos-sibilità di fruire i predetti in-centivi contributivi spetta per tutti i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, a prescindere dalla natura del datore di la-voro che li ha licenziati. Quin-di anche quando si tratti di studi professionali. Peraltro, il ragionamento del ministero è diverso da quello dell’Inps in quanto non riguarda l’esten-sione ai professionisti della legge n. 223/1991, ma dell’art. 4, comma 1, del dl n. 148/1993 che prevede l’iscrizione nelle liste di mobilità da parte dei lavoratori licenziati per giu-stifi cato motivo oggettivo da imprese che occupano anche

meno di 15 dipendenti, con la specifi ca fi nalità (appunto) di agevolarli nella riassunzione mediante il riconoscimento di incentivi. Con il più recente interpello n. 25/2012, inoltre, il ministero ha ribadito la ra-tio dell’istituto della mobilità non indennizzata, senza ope-rare alcuna esclusione quanto a datori di lavoro e lavoratori interessati, precisando che «risiede nella fi nalità di as-sicurare il reinserimento nel mercato del lavoro del perso-nale licenziato, consentendo al contempo alle imprese che volessero assumere tali lavo-ratori di fruire di particolari agevolazione contributive».

Per Gaetano Stella, presi-dente di Confprofessioni, quella dell’Inps è «una decisione asso-lutamente iniqua per un set-tore che, con tutta probabilità, subirà un’integrale esclusione dal sistema degli ammortizza-tori sociali. Ancor più assurdo», aggiunge, «è il fatto che l’Inps intervenga autonomamente di-sconoscendo quanto già affer-mato e disposto in precedenza dal ministero del lavoro».

Al via la riforma dell’accesso alle scuole di specializzazione mediche. Con una copertura economica ridotta all’osso, però. Mentre, infatti, tra gli ultimi atti fi rmati dall’ex-ministro dell’istruzione e università Maria Chiara Carrozza, compare anche il decreto che cambia le regole per la formazione specialistica dei camici bianchi, arriva la doccia fredda: lo stanziamento riuscirà a coprire non più di 3.500 contratti di formazione specialistica a fronte di circa 9 mila concorrenti. In ogni caso la riforma partirà e le prima novità saranno in vigore già dall’anno accademico in corso. Una delle principali è quella di aver introdotto una graduatoria nazionale per tipologia di specializzazione, che fa dire defi nitivamente addio ai vecchi concorsi locali banditi nei singoli atenei, basati su un quiz di domande scelte da un database. Già dal 2013/14 quindi, l’accesso sarà garantito con una prova di esame, attesa probabilmente per luglio, che sarà «identica a livello nazionale con riferimento a ciascuna tipologia di scuola». I 120 quiz, 90 generali uguali per tutte le scuole e 30 differenziati per tipologia, saranno pro-dotti da esperti e verranno corretti a livello centrale in modo automa-tico. La selezione sarà supervisionata da una Commissione nazionale, composta da docenti sorteggiati, fatta eccezione per il presidente che sarà di nomina del ministro e che si occuperà di validare i risultati. Gli aspiranti alla formazione specialistica potranno concorrere per due tipologie di scuola per ciascuna delle tre aree (medica, chirur-gica, dei servizi). Ci saranno tante graduatorie nazionali quante le tipologie di scuole. All’atto dell’iscrizione il candidato dovrà indicare l’ordine di preferenza delle sedi per cui concorrere, come già avviene per l’accesso a medicina.

A essere ammessi alle scuole, si legge nel provvedimento, sono colo-ro che, «in relazione al numero dei posti disponibili, si siano collocati in posizione utile nella relativa graduatoria nazionale sulla base del punteggio complessivo riportato». In aggiunta a questi, poi, le univer-sità sedi di scuole possono attivare ulteriori contratti di formazione specialistica fi nanziati con risorse proprie, anche frutto di donazioni o convenzioni con enti pubblici o privati. Tutto «nel rispetto del nu-mero complessivo di posti per i quali sono accreditate le scuole e del fabbisogno di specialisti a livello nazionale». Dopo queste modifi che si attende l’emanazione di apposito decreto ministeriale che dovrà riorganizzare le classi, le tipologie e la durata dei corsi, rivisitandone in alcuni casi la durata. Inoltre, dovrà essere effettuata una revisione dell’attuale offerta formativa attraverso anche la fusione tra alcune vecchie tipologie di scuole. Ciò permetterà di semplifi care e raziona-lizzare il quadro delle attuali tipologie di specializzazioni, visto che sono più di 50 le tipologie di corsi attualmente attive, ma anche di ottimizzare la qualità dell’offerta formativa.

Benedetta Pacelli

Specializzazioni mediche,parte la riforma. Per pochi

Regole tassative per l’esercizio della professione forense. Che risulta incompatibile sia con l’iscrizione all’albo dei consulenti in proprietà industriale, sia con l’attività di imprenditore agricolo professionale. Lo ha chiarito il Consiglio nazionale forense, con due distinti pareri che si rifanno entrambi all’articolo 18 della nuova disciplina dell’ordinamento forense (legge n. 247/2012), dove sono elencate tutte le cause di incom-patibilità con l’iscrizione all’albo professionale. Scendendo nei dettagli, il primo parere (n. 92 del 25 settembre 2013, pubblicato sul portale del Cnf il 22 febbraio scorso) risponde a un quesito del Consiglio dell’or-dine degli avvocati di Rieti, che riguarda la compatibilità tra l’esercizio dell’attività di imprenditore agricolo professionale (dlgs n. 99/2004) e l’iscrizione all’albo degli avvocati. Ebbene, secondo la Commissione del Cnf, «l’incertezza interpretativa ha ragione d’essere solo con riferimento al piccolo imprenditore agricolo», mentre «è evidente che, qualora si tratti di un titolare di una consistente impresa organizzata, o ancora con attività estesa all’industria e al commercio nel settore agroalimentare, questi deve essere considerato un esercente il commercio nel senso più pieno di cui all’art.18 della legge professionale forense e l’iscrizione nell’albo incompatibile con l’attività svolta». Di conseguenza, non rientra tra quelle incompatibili la fi gura del piccolo imprenditore, ovvero colui che (art. 2083 del codice civile) «per mezzo del lavoro proprio o di quello dei propri congiunti, coltiva il fondo di sua proprietà, eventualmente cedendo i frutti a terzi». In sostanza, secondo la Commissione del Cnf, al piccolo imprenditore agricolo manca «quel quid pluris, rappresentato, ad esempio, da una organizzazione aziendale molto articolata, o dallo smercio di prodotti chiaramente eccedenti quelli prodotti dal fondo, o, anche, da una rilevante trasformazione del prodotto naturale, da cui si possa arguire che il carattere predominante dell’attività intrapresa è l’esercizio del commercio, anziché il mero sfruttamento delle risorse terriere». Il secondo parere (n. 94 del 25 settembre 2013, pubblicato il 22 febbraio scorso) risponde invece a un quesito del Consiglio dell’ordine dei consulenti in proprietà industriale, sulla possibile contemporanea inscrizione, da parte di un avvocato, all’albo professionale forense e a quello dei consulenti in proprietà industriale. Secondo la Commissione del Cnf, l’art. 18 lett. a) della legge n. 247/2012, che delinea il regime delle incompatibilità ostative all’esercizio della professione di avvo-cato, «ha espressamente dettato, con il rigore del numerus clausus, le relative eccezioni, alla cui stregua deve escludersi che l’avvocato possa contemporaneamente essere iscritto anche all’albo dei consulenti in proprietà industriale». «La disposizione di legge in esame», chiarisce infi ne la Commissione, «dettando regole tassative in ordine all’esercizio della professione forense, non si presta ad interpretazioni analogica-mente estensive».

Gabriele Ventura

L’avvocato non può essereimprenditore agricolo

lità di versare contributi nella 110/2004 il quale ha esteso la

Lavoratori in mobilità (arti-

colo 8, comma 2, della legge n.

223/1991)

Possono essere assunti con contratto a termine # no a 12 mesi pagando contributi in misura pari a quella degli apprendisti

Lavoratori iscritti nelle liste di mo-bilità (articolo 25,

comma 9, della leg-ge n. 223/1991)

L’azienda che li assume a tem-po indeterminato per i primi 18 mesi paga i contributi in misura pari agli apprendisti

Lavoratori in Possono essere assunti con

Gli incentivi

114111098121100105098105054051

Page 30: Italia Oggi - 25.02.2014

30 Martedì 25 Febbraio 2014GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI

Predisposte dal Centro studi Cnai le linee guida per l’apprendistato

Una formazione nuovaProcedure semplifi cate e offerta arricchita

DI MANOLA DI RENZO

Cambia la formazio-ne dell’apprendista professionalizzante. Finalmente lo scor-

so 20 febbraio la Conferenza stato-regioni ha dato il via libera alle «Linee guida per la disciplina per il contrat-to di apprendistato profes-sionalizzante o contratto di mestiere».

«Con questo accordo», ha commentato Gianfranco Simoncini, assessore della Regione Toscana e Coordi-natore della materia lavoro nell’ambito della Commis-sione Istruzione formazione

e lavoro» per la Conferen-za delle Regioni, «abbiamo messo dei punti fermi su un percorso formativo che deve garantire ai giovani, durante l’esperienza del contratto di apprendistato, un’effettiva formazione. Prima di tutto si semplifica la procedura che deve essere seguita dal-le aziende e si stabilisce che l’offerta formativa pubblica per questo tipo di istituto è obbligatoria ed è disciplinata dalla regolamentazione re-gionale. Poi abbiamo voluto legare la durata e i contenuti dell’offerta formativa pubbli-ca a un innalzamento delle competenze acquisite nella

pregressa formazione scola-stica. Sono infatti previste», ha aggiunto Simoncini, «120 ore per chi ha solo la licenza di scuola secondaria di primo grado, 80 ore per chi ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado e 40 ore per gli apprendisti laureati. Inol-tre, si è puntato molto sulla modernizzazione incentivan-do anche i diversi strumenti per la formazione a distanza. La cosa più importante», ha sottolineato Simoncini, «è che la formazione sarà fi nalizza-ta ad acquisire competenze di base e trasversali che an-dranno dai comportamenti per garantire maggiore si-

curezza sul lavoro alla orga-nizzazione aziendale, dalle comunicazioni nell’ambito lavorativo alla legislazione del lavoro, dalla conoscenza digitale alla sensibilità socia-le e civica. Naturalmente si è inteso valorizzare profon-damente il ruolo delle azien-de e delle imprese per tutte

quelle attività di «formazio-ne di mestiere». E nel caso in cui sia l’azienda a voler garantire l’offerta formativa di base occorrerà», ha conclu-so Simoncini, «che l’impresa risponda a specifi ci requisiti di qualità sia in relazione ai luoghi che in relazione ai docenti».

Il Centro studi Cnai ha analizza-to le Linee guida per la disciplina della formazione di base o trasver-sale nell’apprendistato professio-nalizzante, sottolineando che sono superate le disposizioni fi no a ieri applicate.

Entro il 30 settembre 2013 la Conferenza permanente per i rapporti stato–regioni doveva predisporre le «linee guida volte a disciplinare il contratto di ap-prendistato professionalizzante o contratto di mestiere, anche in vi-sta di una disciplina maggiormen-te uniforme sull’intero territorio nazionale dell’offerta formativa pubblica di cui all’art.4 del dlgs n. 167 del 14/9/2011». Considerata la mancata adozione, a partire dal 1° ottobre sono diventate operative le disposizioni previste dal decreto legge 76/2013.

Il 17 ottobre 2013 la Conferenza delle regioni ha presentato al go-verno la proposta di linee guida. Il 20 febbraio 2014 la stessa Confe-renza ha approvato le linee guida, tanto attese.

Offerta formativa pubblica.

In riferimento alla formazione di base o trasversale, l’offerta forma-tiva pubblica, sempre disciplinata nell’ambito della regolamentazione regionale, si intende obbligatoria quando sia anche fi nanziata, ov-vero via sia l’adeguata copertura fi nanziaria.

Diversamente può essere defi-nitiva obbligatoria comunque, se a prevederlo è la contrattazione collettiva nazionale del lavoro, la quale provvede anche a stabilirne durata, contenuti e modalità di re-alizzazione.

La proposta prevede inoltre che la durata e i contenuti dell’offerta formativa siano determinati sulla base del titolo di studio posseduto dall’apprendista, procedendo se-condo la seguente distinzione:

• 120 ore, per gli apprendisti pri-vi di titolo o con licenza di scuo-la elementare e/o secondaria di I grado;

• 80 ore, per gli apprendisti in possesso di diploma di scuola se-condaria di II grado o di qualifi ca o diploma professionale;

• 40 ore, per gli apprendisti in possesso di laurea o titolo equipol-

lente.Queste durate sono suscettibili

di riduzioni in presenza di deter-minate condizioni, ad esempio qua-lora l’apprendista in caso di pre-cedenti rapporti di apprendistato abbia completato uno o più moduli formativi.

I contenuti della formazione do-vranno riguardare l’adozione di comportamenti sicuri sul luogo di lavoro, l’organizzazione e qualità aziendale, i diritti e i dover del la-voratore e dell’impresa, le compe-tenze di base e trasversali, digitale, sociale e civiche, e infi ne elementi della professione o del mestiere.

La formazione può essere realiz-zata in Fad, e le imprese che non si avvalgono dell’offerta formativa pubblica, devono predisporre di «standard minimi» necessari per esercitare le funzioni di soggetto formativo; almeno disporre di luo-ghi idonei alla formazione, diversi da quelli per l’espletamento dell’at-tività, e di docenti con adeguate capacità.

Piano formativo individuale. La Conferenza delle regioni pare

condividere, quindi confermare le variazioni apportate dalla legge 99/2013, per cui il Piano formativo individuale è obbligatorio esclusi-vamente per la formazione profes-sionalizzante o tecnica.

Registrazione della formazio-ne. Anche su questo punto vengo-no ripetute le previsioni normati-ve; è confermato l’obbligo in capo all’azienda di registrare sul libretto formativo la formazione realizzata e la qualifi ca acquisita dall’appren-dista ai fi ni contrattuali.

In mancanza del libretto forma-tivo, la registrazione può essere effettuata in un documento analo-go, contenente i dati basilari del modello di libretto formativo.

Resta salva la possibilità di uti-lizzare la modulistica predisposta dal contratto collettivo applicato dall’azienda.

Aziende multi localizzate. Le aziende multi localizzate, con sedi in più regioni, in caso di offerta for-mativa pubblica, possono adottare la disciplina della regione dove è ubicata la sede legale.

FOCUS

I contenuti della disciplina dei contratti professionalizzanti

!"#$%!&'#(!(!( !"#"# &)*'+!'*,-!

$%&%'%($)&# .(/(012342151467(071($&%# &-# !(7(+*,"!#,&-!

378(294:;787(27891514(01(&2212<765/(7(=4>31:/51467(071('407::1?

#*++(, #*+!(, -+.(, #*+(, #/!

.012345675(, #$-#$(, #$8&9(, &$$(&*:;*

7(&2212<765/(@12A/:7( 7:/<19/(/:('407::4(<=>

BBBCA/DA6/1C1< A/DA6/1EA6/1C1<

Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori

Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETITel. 0871.540093 - Fax 0871.571538

Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]

114111098121100105098105054051

Page 31: Italia Oggi - 25.02.2014

31Martedì 25 Febbraio 2014MCONSULENTI DEL LAVORO

Protocollo d’intesa tra Commissione di garanzia e Consiglio nazionale dei consulenti

Diritto allo sciopero ai raggi XRifl ettori puntati sulle astensioni nei servizi pubblici

È stato siglato a Roma il protocollo d’intesa tra la Commissione di Garanzia per lo

sciopero nei servizi pubbli-ci essenziali e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro con l’obiettivo di promuovere un programma di iniziati-ve fi nalizzate a sviluppare la cultura istituzionale e giuridica che si occupa del diritto allo sciopero e dei di-ritti essenziali dei cittadini utenti di servizi pubblici es-senziali.

Si tratta della pri-ma volta che nasce una collaborazione istituzionale tra la Commissione di ga-ranzia per lo sciopero e un Ordine profes-sionale, per promuo-ve in modo congiunto iniziative di carattere culturale per appro-fondire tematiche giu-ridiche, istituzionali, economiche e profes-sionali riguardanti il diritto di sciopero nei servizi pubblici.

Secondo l’accordo, infatti, si organiz-zeranno seminari di studio, convegni, workshop e attività simila-ri e verranno promosse pub-blicazioni, studi e saggi rife-renti ai temi sopra citati.

Entrambe le parti valute-

ranno i risultati nati dalla collaborazione per redigere annualmente un rendiconto delle attività svolte e degli obiettivi perseguiti nell’inte-

resse pubblico generale. «Per la Commissione di

garanzia è una giornata importante», ha dichiarato il presidente Roberto Ales-

se, «perché si va a costruire insieme una collaborazione istituzionale che darà sicuramente risultati positivi. È la prima volta che sottoscriviamo un protocollo d’in-tesa con un Ordine professionale così importante grazie al quale faremo emergere rifles-sioni funzionali all’intero sistema». Molto soddisfatta anche la presiden-te del Consiglio na-zionale dell’Ordine, Marina Calderone,

che si è detta «onorata per questa nuova opportunità», ribadendo la disponibilità a «lavorare insieme su temi legati alla cultura del dirit-

to del lavoro per dare valo-re aggiunto a entrambe le parti».

La presidente ha inoltre invitato la Commissione a partecipare alla prossima edizione del Festival del la-voro, in programma a Fiuggi dal 26 al 28 giugno prossimi, per valutare insieme le ri-forme e le modifi che da farsi all’apparato normativo utili a restituire fi ducia ai giova-ni e avere ricadute più effi -caci sull’occupazione.

Una collaborazione nata con il preciso scopo di cre-are una nuova cultura del lavoro.

E il Festival del lavoro, evento ormai consolidato dove si incontrato e si con-frontano politici, professio-nisti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo ac-cademico, è il consesso per eccellenza da dove far parti-re importanti proposte.

Infatti la crisi del Paese non sarà l’argomento prin-cipale del Festival, ma solo il background per rifl ettere di riforme e di futuro, non solo del mondo del lavoro ma di tutto il settore produtti-vo nazionale. Ecco perché parlare di garanzia è fonda-mentale: senza garanzia dei diritti non si può giungere a riforme strutturali e, so-prattutto, condivise da tutti i protagonisti del mondo del lavoro.

se «perché si va a

Non poteva che cominciare con i consu-lenti del lavoro la collaborazione esterna della Commissione per la garanzia dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. Non poteva che cominciare con chi è de-positario del diritto del lavoro empirico; con chi applica giornalmente le regole del lavoro; con chi interpreta la vera anima del giuslavorismo. Dai rapporti e dagli scambi sinergici non potranno che arrivare intuizioni e rifl essioni giuridi-che utili al miglioramento del sistema

di regole. E a questo sistema di regole aderisce anche il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. L’iter per l’approvazione del codice di autoregolamentazione dello sciopero è infatti già in stato avanzato e nelle prossime settimane si avranno novità sul tema. Giusto in tempo per cercare di arginare la straripante e incontrollata attività dell’Inps che non riesce a trova-re un modus operandi condiviso. A mali estremi, estremi rimedi.

Arriva il codice di autoregolamentazione

Cambia di nuovo la procedura per dimettersi. Il nuovo iter prevede l’utilizzo di modelli prestampati, numerati progressivamente, reperibili attraverso il sito del ministero del lavoro (www.lavoro.gov.it) o tramite rivenditori autorizzati.

Il modulo da utilizzare, redatto in triplice copia (copia datore, copia lavoratore, copia ispettorato del Lavoro), non dovrà avere data di acquisto ante-riore a 15 giorni rispetto alla data delle dimissioni. La copia al servizio ispettivo potrà essere inviata, a cura del lavoratore, o tramite raccomandata A/R o a mano. La data delle dimissioni coinciderà con la data di ricezione a mano o di ricezione della rac-comandata.

Viene lasciata inalterata la procedura nel caso di dimissioni della lavoratrice madre, o della lavoratri-ce o lavoratore nei primi tre anni di vita del bambi-no, le quali dimissioni dovranno essere convalidate presso la Direzione ter-ritoriale del Lavoro. In sostanza, si complicano ulteriormente le proce-dure operative in caso di interruzione del rap-porto di lavoro; situazio-ne che è esattamente in controtendenza rispetto alle annunciate semplifi -cazioni in materia di la-voro. Il tutto per porre un freno alle «dimissio-ni in bianco», fenomeno dalla diffusione più me-diatica che reale.

Dimissioni in bianco,una non-soluzione

MARTEDÌ 25 FEBBRAIO 11:30 - focus (speciale profes-

sioni alleate per la formazio-ne)16:00 - interventi dal Cno (Du-

raccio su commissioni di certi-fi cazione) 18:15 - approfondimenti (in-

tervista Gloria Cappagli, Coor-dinatrice Consulta Toscana)

MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO11:30 - intervista con l’esperto

(Marcantonio su legge di Sta-bilità e decreto Destinazione Italia)

GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO11:30 - focus (protocollo d’in-

tesa Cdl-Cgs)16:00 - interventi dal Cno (Du-

raccio in replica)18:15 - approfondimenti

(visto di conformità)

VENERDÌ 28 FEBBRAIO

11:30 - intervista con l’esperto (Fico su norma-tiva Iva e obblighi di fat-turazione)12:45 - Tg Cdl

Ogni ora news di catego-ria, quesiti, pillole e leggi di lavoro.Sabato e Domenica re-

pliche

GLI APPUNTAMENTI DELLA WEB RADIO

Focus e news sul lavoro

Marina Calderone e Roberto Alesse

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALEDELL’ORDINE

DEI CONSULENTI DEL LAVORO

114111098121100105098105054051

Page 32: Italia Oggi - 25.02.2014

32 Martedì 25 Febbraio 2014F I SM I C C ON F SA L

La disciplina dei diversi accordi tra imprese (di contratto o soggetto)

Un bilancio per ogni reteConta la modalità di organizzazione scelta

DI CIRO CHICHIERCHIA*E SILVIA MEZZETTI**

Il comma 4-ter dell’art. 3 del dl 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modifi ca-zioni, dalla legge 9 aprile

2009, n. 33, e successivamente modifi cato da vari provvedi-menti normativi, ha introdot-to nel nostro ordinamento la fi gura delle «reti di imprese», nuove forme di aggregazioni tra imprenditori, finalizzate al rilancio del nostro sistema economico. Per questo le «reti» sono state oggetto per un trien-nio di un’agevolazione fi scale, che era usufruibile sulle impo-ste sui redditi dovute a saldo per ciascuno degli anni com-presi nel triennio 2010-2012, e, attualmente, sono destinatarie di fi nanziamenti agevolati ero-gati da alcune regioni e rivolti a determinati settori economi-ci così come sono stati previsti anche dall’articolo 1, comma 48, legge 27 dicembre 2013 n. 147 c.d. legge di Stabilità.

Secondo il disposto del comma appena citato, «con il contratto di rete più impren-ditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria ca-pacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fi ne si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati atti-nenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commercia-le, tecnica o tecnologica ovvero ancora a esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria im-presa».

Il contratto di rete può pre-vedere l’istituzione di un fon-do patrimoniale comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti, l’esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stes-so. Anche se il contratto di rete prevede l’organo comune e il fondo patrimoniale, non è dotato normalmente di sogget-tività giuridica, salva la facoltà di acquisirla mediante richie-sta di iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle imprese nella cui circoscrizione ha la propria sede.

Nel nostro ordinamento esistono due possibili tipi di «reti»: la «rete contratto», pri-va di personalità giuridica, e la «rete soggetto», dotata di personalità giuridica, con la conseguenza che il contratto di rete può oggi confi gurarsi non più soltanto come un sempli-ce contratto tra imprese, ma

piuttosto quale organizzazio-ne, dotata di autonoma sog-gettività giuridica, rispetto alle imprese aderenti. Con la circolare n. 20/E del 18 giugno 2013 l’Agenzia delle entrate ha fornito importanti chiarimenti sia relativi alla «rete soggetto» che alla «rete contratto», ricor-dando tra l’altro che la misura fi scale agevolativa era fruibile solo nel presupposto che la rete non fosse considerata un’entità distinta dalle imprese aderen-ti e fosse priva di personalità giuridica. Elemento su cui ci si vuole qui soffermare è il fondo patrimoniale che assume una connotazione diversa a secon-da che sia relativo a un tipo o all’altro di «rete».

Infatti, la circolare ha chia-rito che con il conferimento al fondo patrimoniale della «rete soggetto», l’impresa aderente assume lo status di parteci-pante, con la conseguenza che la contribuzione al fondo pa-trimoniale deve essere tratta-ta quale «partecipazione» alla rete-soggetto, al pari dei confe-rimenti in società, sia contabil-mente che fi scalmente.

«Le imprese che costituisco-no una rete-soggetto non si impegnano a realizzare diret-tamente gli investimenti pre-visti dal programma comune, mediante la destinazione idea-le al fondo patrimoniale di una quota di utili, ma, sottoscriven-do il contratto, si impegnano a effettuare dei conferimenti in un soggetto distinto cui com-pete l’effettiva realizzazione degli investimenti previsti dal programma di rete» (circolare n. 20/E del 2013).

Invece, nella rete priva di soggettività giuridica, o «rete contratto», il fondo comune, se esistente, costituisce un complesso di beni e diritti de-stinato alla realizzazione del

programma comune di rete e i rapporti tra gli imprendito-ri partecipanti al contratto di rete e l’organo comune che lo gestisce sono riconducibili alla fi gura del mandato con rappre-sentanza . Qualora, invece, nel contratto di rete sia prevista la fi gura dell’impresa «capofi la», questa agisce su mandato sen-za rappresentanza.

Il citato comma 4-ter dell’art. 3 del dl 5/2009 prevede, che «al fondo patrimoniale comune si applicano, in quanto compati-bili, le disposizioni di cui agli articoli 2614 e 2615, secondo comma, del codice civile; in ogni caso, per le obbligazioni contratte dall’organo comune in relazione al programma di rete, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo comune. Entro due mesi dalla chiusura dell’eser-cizio annuale l’organo comune redige una situazione patri-moniale, osservando, in quan-to compatibili, le disposizioni relative al bilancio di eserci-zio della società per azioni, e la deposita presso l’uffi cio del registro delle imprese del luo-go ove ha sede; si applica, in quanto compatibile, l’articolo 2615-bis, terzo comma, del co-dice civile.»

Il 28 febbraio di ciascun anno, quindi, le «reti di im-prese», siano esse «soggetto» o «contratto», purché dotate di un fondo patrimoniale, devo-no depositare una «situazione patrimoniale», che rispetti le norme sul bilancio di esercizio delle società per azioni.

Se per le «reti soggetto» non esistono problemi conta-bili particolari, giacché esse rappresentano un autonomo centro di imputazione di inte-ressi e rapporti giuridici aventi anche rilevanza dal punto di vista tributario. Esse, infatti, o

rientrano tra gli enti commer-ciali (art. 73, comma 1, lettera b), del Tuir) o tra quelli non commerciali (art. 73, comma 1, lettera c), del Tuir), diversi dalle società, a seconda che svolgano o meno attività com-merciale in via principale o esclusiva.

Per le reti contratto, invece, prive di autonoma soggettività giuridica e conseguentemente fiscale possono presentarsi problemi di natura contabile, dipendenti sia dall’organizza-zione che ciascuna si è data (con organo comune o con im-presa capofi la) sia dal numero delle imprese aderenti.

In sostanza, come detto, se la rete si dota di un organo comu-ne, questo agisce su mandato con rappresentanza, quindi agisce per conto ed in nome delle imprese contraenti sulla base del potere di gestione e di rappresentanza conferiti nel contratto con la conseguenza che gli effetti giuridici e tribu-tari delle attività da esso poste in essere si rifl ettono automa-ticamente nella sfera giuridica delle singole imprese.

Se invece la rete contratto si dota di un’impresa capofi -la, questa agisce su mandato senza rappresentanza, quindi

agisce per conto, ma non in nome, delle imprese contraenti sulla base del potere di gestio-ne conferito nel contratto, con la conseguenza che gli effetti giuridici e tributari delle atti-vità da essa poste in essere non si rifl ettono automaticamente nella sfera giuridica delle sin-gole imprese.

Un esempio servirà a chiari-re quanto appena esposto.

Caso A) Organo comune che agisce con mandato con rap-presentanza:

Gli atti posti in essere dall’or-gano comune producono effetti direttamente nelle sfere indi-viduali dei singoli rappresen-tati, i quali devono fatturare ai clienti della rete o ricevono fattura dai fornitori della rete per la quota parte di corrispet-tivo a esse riferibili.

In sostanza, i fornitori della rete emettono tante fatture intestate alle imprese retiste (mandanti), per importi pro-porzionati alle quote di parteci-pazione di ciascuna al contrat-to; del pari i clienti della rete ricevono tante fatture quante sono le imprese retiste.

Caso B) Esistenza di un’im-presa capofi la che agisce con mandato senza rappresen-tanza. Gli atti posti in essere dall’impresa capofila produ-cono effetti direttamente su di essa, che deve, pertanto, successivamente «ribaltare» i costi e i ricavi ai partecipanti, per conto dei quali ha agito, emettendo o ricevendo fattura per la quota parte del prezzo riferibile alle altre imprese. In sostanza, i fornitori della rete emettono una sola fattura intestata all’impresa capofi la (mandatario), che poi emette fatture a ciascuna impresa aderente al contratto di rete, al fi ne di attribuire loro il costo sostenuto. Parimenti i clienti della rete ricevono fattura dall’impresa capofi la, che poi riceve tante fatture pro-quota prezzo da ciascuna impresa aderente. Come si evince dal-le scritture riportate i bilanci dei contratti di rete saranno alquanto diversi tra loro in funzione della modalità di or-ganizzazione scelta.* dottore commercialista

a Napoli**funzionario Agenzia

delle entrate

Fismic

via delle Case Rosse 23

00131 ROMA

Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893

www.fismic.it

Un esempio

!"#$$%"&'!()$*+#,#'-*.('/0'1&$&'!()$"*$$('2($*$*'2#'("3*)('!(4%)&'!()'4*)2*$('!()'"*55"&.&)$*)6**0'/55("$('*,'7()2('5*$"#4()#*,&'2#'89:::

!"#!$#%#$ !$ $&'()*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$ 01222

+0'/!;%#.$('2#'%)'+&)&')&!&..*"#('*,'!()$"*$$('2#'"&$&'!()'*22&+#$('!<!'+*)!*"#('5&"'=:3.'4)*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$$ !$$ !"#!$#%#$$ 52

!0'>#"(!()$('5&"'*22&+#$('"&$#.$&'5&"',?*!;%#.$('&77&$$%*$(&'()*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$ !$ $3.'4)*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$ $52

-*.('@0'1&$&'!()$"*$$('!()'#45"&.*'!*5( ',*'!A&'(5&"*'.%'4*)2*$('.&)6*'"*55"&.&)$*)B6**0'/55("$('*,'7()2('5*$"#4()#*,&'2#'89::: !"#!$#%#$ !$$ &'()*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$ 01222

+0'/!;%#.$('2#'%)'+&)&')&!&..*"#('*,'!()$"*$$('2#'"&$&'!()'*22&+#$('!<!'+*)!*"#('5&"'=:&)+'./)$$ $!$$ $ !"#!$#%#$$ 6037/*7$,'.#)$528+!$#.'4)*7$00!0'1&!%5&"('!(.$('4&"!#'*!;%#.$*$&'C$*)$&'7*$$%"&';%*)$&',&'#45"&.&'*2&"&)$#03.'4)*)$+%),-.'/'$.'*)/*'$ !$ &)+'./)$$ $60

$ $!$ $9'#:-'.7$#7/*7$,'.#)$ 52$ $!$ $8+!$4'()*7$ $00

114111098121100105098105054051

Page 33: Italia Oggi - 25.02.2014

33Martedì 25 Febbraio 2014

IN EDICOLA CON ScuolaAzienda

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

Il Sud dovrebbe restare quasi a secco di nuove assunzioni. Il Miur: scelta politica

Sostegno, ecco la prima grana Renzi punta sull’edilizia e conquista il consenso sindacale DI ALESSANDRA RICCIARDI

Tutto sospeso. Perché la questione è politica, di-cono ai piani alti di via-le Trastevere, e tocca al

nuovo ministro occuparsene. Il dossier sulle 22 mila assun-zioni da fare nella scuola per il sostegno degli alunni con disabilità campeggia tra i fal-doni dei nodi irrisolti con cui il neoministro dell’istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, dovrà confrontar-si. Secondo le stime fatte dai tecnici del dicastero, a voler essere rigorosi, l’80% delle as-sunzioni da farsi dal prossimo anno dovrebbero andare nelle regioni del Nord. Il Sud dovreb-be rimanere a bocca asciutta o quasi, avendo un rapporto tra organico di diritto e di fatto molto alto: si va dall’85% del-la Basilicata al 75% e passa di Campania e Calabria. Contro meno del 50% della Lombardia e del Molise, giusto per fare un esempio. Se l’obiettivo è stabi-lizzare i docenti di sostegno sui posti in organico di diritto, va

detto a tante regioni meridio-nali che di nuove assunzioni a tempo indeterminato, alme-no per i prossimi due anni, non se ne fanno. Salvo alcuni correttivi, a cui il precedente ministro, Maria Chiara Car-rozza, stava lavorando prima del cambio di governo. Ora si dovrà vedere qual è l’orienta-mento della Giannini. Che ha mostrato nelle sue prime uscite di voler prendere di petto molte questioni da tempo rinviate, da quella degli aumenti di meri-to per i docenti a quella della durata del percorso scolastico. Innescando il fuoco di sbarra-mento di tutti i sindacati di set-tori: gli scatti nella scuola non si toccano, se si vuole parlare di carriera, hanno detto all’uni-sono Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda, lo si faccia con risorse nuove. Più cauto ieri il premier, Matteo Renzi, che nel discorso programmatico per il voto di fiducia al senato ha sottolineato l’importanza della scuola per la ripresa, la necessità di ridare prestigio so-ciale ai docenti e di rimettere in

sesto gli edifici scolastici. E per non dimenticare le buoni abitu-dini da sindaco, ha annuncia-to che visiterà ogni settimana una scuola, si parte da Treviso. «Scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti» per fare «un punto sulla situa-zione dell’edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo Piano che qualche giorno fa ha proposto di rammendare le periferie», ha

spiegato Renzi. Rammendare, meglio che rifare, chissà se co-sterà meno. Per rendere sicuri tutti i 57 mila edifici scolastici, la Protezione civile aveva sti-mato un investimento di 13 miliardi di euro. «Apprezzabili le affermazioni del presidente del consiglio Renzi, che indica-no la scuola come tema addirit-tura essenziale per definire la qualità di un’azione politica», dice Francesco Scrima, se-gretario Cisl scuola, «ora però seguano scelte coerenti, a parti-re dalla positiva risoluzione dei tanti dossier aperti». Aggiunge Massimo Di Menna, numero uno della Uil scuola: «Servono soluzioni ai problemi che vivo-no tutti coloro che con il loro impegno e il loro lavoro fanno funzionare ogni giorno la scuola pubblica». Declina gli interven-ti il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: «Bisogna prioritariamente aumentare e riorganizzare il finanziamento pubblico alle istituzioni della conoscenza, prevedere un si-stema di valutazione volto al miglioramento del sistema,

rinnovare i contratti nazionali in tutti i settori pubblici». An-che dal Pd, oltre all’apprezza-mento, è arrivato l’invito alla concretezza: «Chiediamo al go-verno di dare il via libera alla proposta di legge Ghizzoni per risanare l’errore compiuto dalla riforma Fornero sui cosiddetti ‘Quota 96’ della scuola, il che consentirebbe di avere nuovi pensionamenti e dunque anche immediati nuovi ingressi tra gli insegnanti. La commissione bilancio ha più volte proposto coperture al provvedimento senza mai trovare adeguato riscontro»». A dirlo il renziano Andrea Marcucci, presiden-te della commissione istruzione del senato. Dalle parole ai fatti il passaggio non sarà facile, ep-pure dovrà essere rapido.

Intanto, già domani dovreb-be completarsi la squadra dell’Istruzione, con la nomina (o conferma) dei sottosegretari e forse di un viceministro. Poi, a stretto giro, toccherà al verti-ce amministrativo. Il premier vuole rotazione, si vedrà.

© Riproduzione riservata

Stefania Giannini

DI CARLO FORTE

I titoli di abilitazione conseguiti nell’Unione europea potranno essere fatti valere 30 punti, già dal prossimo anno, ai fini del-

le graduatorie a esaurimento. Così come avviene per i titoli rilasciati dalle scuole di specializzazione all’in-segnamento secondario. A patto che i relativi percorsi formativi siano in tutto analoghi a quelli italiani. E cioè, due anni di corso dopo la laurea, fre-quenza obbligatoria e inconciliabilità dell’eventuale servizio contemporaneo alla frequenza, natura teorico-pratica del corso abilitante. É questa la novità più importante contenuta nella bozza di regolamento per la riapertura delle graduatorie a esaurimento sulla quale stanno lavorando i tecnici del ministe-ro dell’istruzione.

Nulla di fatto, invece, per l’iscrizio-ne dei neoabilitati, salvo che per quelli che erano stati iscritti con riserva. Che potranno scioglierla o potranno mante-nere l’iscrizione con riserva a seconda della propria situazione particolare.

Si pensi, per esempio, agli ammessi con riserva per effetto di provvedi-menti dell’autorità giudiziaria per i quali non sia stata ancora emessa la sentenza defi nitiva. Una cosa è certa, però: la produzione continua di norme speciali che, nel corso del tempo, han-no impedito alle graduatorie a esau-rimento di rimanere chiuse a chiave, sembrerebbe essersi interrotta. Ad oggi, l’aggiornamento delle graduato-rie è a normativa vigente, ma secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a viale Trastevere si starebbe lavorando ad un’ipotesi legislativa che dovrebbe por-tare ad un’accelerazione del processo di assorbimento dei docenti precari, attualmente inclusi nelle graduatorie a esaurimento, che attendono da anni l’immissione in ruolo. Secondo tale ipotesi, il criterio dell’alternanza delle immissioni in ruolo tra graduatorie dei concorsi e graduatorie a esaurimento dovrebbe essere modifi cato in favore delle graduatorie a esaurimento. Così da favorire l’esaurimento delle stesse in tempi più rapidi. Attualmente, le immissioni in ruolo vengono tratte al 50% individuando gli aventi diritto

scorrendo la graduatoria dei concorsi e il rimanente 50% scorrendo le gra-duatorie a esaurimento.

Secondo l’ipotesi al vaglio di viale Trastevere, la percentuale da desti-nare alle graduatorie a esaurimento dovrebbe salire al 75% e quella dei concorsi al 25%. Ma per fare questo sarebbe necessario un intervento legi-slativo ad hoc. E siccome i tempi sono strettissimi, l’unica strada percorribi-le, resta, come sempre, quella della de-cretazione d’urgenza. Una strada tutta in salita. Specie se si pensa alla mole impressionante di contenzioso che ha caratterizzato la materia delle assun-zioni negli ultimi anni. Resta il fatto, però, che l’intenzione del legislatore va nel senso di cancellare gradualmente quello che una volta si chiamava dop-pio canale, per riportare totalmente il reclutamento dei docenti nell’alveo dei concorsi ordinari.

Con una differenza di non poco con-to rispetto al passato. Mentre prima della riforma ai concorsi si accedeva con il mero titolo di studio di acces-so al posto o alla classe di concorso di interesse, adesso, per essere ammessi

al concorso, è necessario possedere già l’abilitazione. Quanto alle altre novità della bozza di regolamento sulle gra-duatorie, da segnalare il riconoscimen-to del servizio prestato dai precari non inseriti negli elenchi salvaprecari tra-mite i contratti regionali. Ma solo per i giorni effettivi di servizio. In più, a partire da quest’anno, la fascia aggiun-tiva nella quale erano stati collocati i neoabilitati grazie a norme speciali prende il nome di IV fascia e va a re-gime defi nitivamente.

Nessuna novità, invece, per il soste-gno alle superiori i cui elenchi rimar-ranno suddivisi rigidamente per aree (AD01, AD02, AD03 e AD04) a fronte dell’unifi cazione delle aree che dovreb-be andare a regime già da quest’anno per i docenti di ruolo. Rimane anche quest’anno la situazione di incertezza nella delicata materia dell’accesso alle assunzioni riservate agli invalidi e agli orfani per lavoro. L’amministrazione, infatti, intende confermare il requisi-to della previa disoccupazione all’atto della presentazione della domanda di riconoscimento della riserva.

© Riproduzione riservata

E PER SMALTIRE IL PRECARIATO, L’IPOTESI DI DESTINARE SOLO IL 25% DEI POSTI A NUOVI CONCORSI

Graduatorie a esaurimento, si lavora per aggiornarleIntanto utili anche le abilitazioni Ue: valgono 30 punti

114111098121100105098105054051

Page 34: Italia Oggi - 25.02.2014

34 Martedì 25 Febbraio 2014AZ I E NDA S C UOLA

La ricerca della Fondazione Agnelli sugli effetti distorsivi di un sistema premiale

Valutare sì, ma non per punireTra i punti deboli, l’assenza di riforma della governanceDI GIOVANNI SCANCARELLO

La valutazione usata per premiare o punire i docenti non funziona. Divide anziché unire il

mondo della scuola e non ne restituisce una fotografi a at-tendibile. Tra l’altro, la valuta-zione non è utilizzata per dare aumenti ai docenti neanche negli altri paesi europei. E lì dove, come in Usa, si sono fat-te sperimentazioni in tal senso, ora si sta tornando indietro. Il valore aggiunto della scuola nell’apprendimento dei singo-li studenti, infatti, è sempre il frutto di un lavoro di squadra: le scuole andranno pertanto valutate su come lo organizza-no e progettano. Se n’è parlato lo scorso 20 febbraio a Roma, durante la presentazione della ricerca dal titolo «La valutazio-ne della scuola. A cosa serve e perché è necessaria» della Fon-dazione Giovanni Agnelli.

Tra i punti deboli del rego-lamento del sistema nazionale di valutazione (Snv), varato a marzo 2013 dall’allora uscen-te governo Monti, soprattuto l’assenza di investimenti sulla formazione dei docenti. Tra i punti forti, quello di aver tracciato nuove coordinate di lavoro e unifi cato le tre gambe (Invalsi, Indire e corpo ispet-tivo) rimaste slegate. Fino ad oggi, spiega la Fga, ce la siamo cavata di fronte all’Europa con le sperimentazioni sulla valu-

tazione delle scuole. È soprattutto con l’allora ministro dell’istruzio-ne Mariastella Gelmi-ni che, tra richiami al merito e tentativi di introdurre la valutazio-ne della performance di Brunetta, si assiste ad una stagione di progetti sperimentali. Vqs, Va-lorizza, il Vales, ne sono la testimonianza. Espe-rienze che consentono comunque l’emersione dei punti deboli e degli errori da evitare però in futuro. Alla luce dei risultati conseguiti ad esempio dal progetto Valutazio-ne per lo sviluppo della qualità delle scuole (Vqs), spiegano i ri-cercatori coordinati da Andrea Gavosto, direttore della Fga, i docenti non hanno ancora capi-to il valore aggiunto procurato dalla valutazione esterna, re-sta il dubbio sulla correttezza della conduzione delle sommi-nistrazioni da parte di alcune scuole nei confronti di altre (cheating), il modello teorico e metodologico di progetti, che prevedevano premi in denaro per i migliori, è stato giudicato oscuro. Un sistema condiviso e generatore di trasparenza, se-condo la fondazione, vedrebbe invece ricollocati i soggetti del Snv e le loro gambe all’interno di una strategia nazionale di innalzamento degli standard di istruzione. Con l’Invalsi preso a verifi care le politiche di svi-

luppo dell’apprendimento e a sostenere le scuole attraver-so la valutazione esterna per certificare competenze alla fi ne dell’obbligo, con gli ispet-tori a valutare l’operato delle scuole, anche visitandole pe-riodicamente, con una griglia in stile Ofsted alla mano, e con le scuole e l’Indire impegnati nella formazione e nei piani di miglioramento previsti dal regolamento.

Resta poi il nodo della col-legialità. Senza riforma degli organi di governo della scuola dell’autonomia, la valutazione potrebbe restare al palo. Ma senza valutazione delle scuole, anche la collegialità rischia la paralisi. Nel nostro Paese si è iniziato a parlare di autonomia scolastica e poi di valutazione, senza affrontare prima, però, la riforma degli organi collegiali. Un passaggio a vuoto che forse non ha aiutato nemmeno a far scattare l’imprinting tra scuola

e valutazione ester-na. Tra i dati rileva-ti dalla Fondazione Agnelli colpisce che «in alcune scuole, sono stati i genitori eletti nei consigli di istituto a guidare la fronda contro la spe-rimentazione». Nella collegialità, quindi, è sorta la barricata. Valore costitutivo del nostro sistema scolastico, frutto di

conquiste democratiche degli anni settanta, la collegialità risulta talmente radicata nel dna della scuola, da rintrac-ciarsene i segni sin dai tempi dei regi decreti. Che la collegia-lità vada considerata di priori-taria importanza è confermato dagli stessi ricercatori della Fga, quando dicono che la que-stione della governance della scuola diventa «endogena e quindi è corretto considerar-la rilevante per la valutazione della scuola, attraverso una misura di valore aggiunto, attraverso prove standardiz-zate». Ma se di riforma degli organi collegiali si parla sin dai tempi della legge Bassa-nini e fi no ad oggi non se n’è ancora fatto niente, un motivo ci sarà. Una cosa è certa: biso-gnerà pensarci bene, prima di chiedere cessioni di quote di sovranità degli organi colle-giali democraticamente eletti. Se da una parte, di tutto c’è

bisogno, meno che di altri ele-fanti nella cristalleria, dall’al-tra c’è da scommettere che il confronto della scuola con la valutazione, se rivolto vera-mente a innalzare i livelli di apprendimento dei nostri stu-denti, si giocherà soprattutto sul piano della collegialità. Un confronto che però richie-derà competenze per essere adeguatamente impostato. «La valutazione delle scuole sembra adeguata a integrare due dimensioni», si legge nella ricerca della FGA, «a prima è quella di rendere i singoli isti-tuti responsabili (accountable) per i loro risultati; la seconda è quella di usare i risultati di apprendimento degli studenti per valutare l’effi cacia dei pro-cessi didattici e organizzativi di ciascun istituto». È proprio grazie alla valutazione che si innescherebbe, secondo FGA, quella rifl essività della comu-nità professionale e collegiale che è decisiva per creare con-senso e migliorare. È infatti solo grazie alla valutazione, spiegano i ricercatori, che sarà possibile diagnosticare «le lacune ed eventualmente proporre azioni di migliora-mento, attraverso la pratica di fornire alle scuole i risultati aggregati dei test standardiz-zati, integrata eventualmente da visite ispettive, grazie alla rifl essione interna alla scuola stessa».

© Riproduzione riservata

DI ANDREA GAVOSTO*

La valutazione della scuola dovrà essere una priorità dell’agenda del nuovo mini-stro Stefania Giannini? Cre-

diamo di sì. Certo, a prima vista si può ritenere - con qualche fondamento - che altre criticità del nostro sistema d’istruzione siano ancora più urgen-ti: tassi di abbandono, divari territoriali degli apprendimenti, crisi della scuola media, edilizia scolastica. E, soprattutto, il recluta-mento, la formazione e le carriere degli in-segnanti, il vero nodo cruciale della scuola, su cui il nuovo mini-stro ha già cominciato a dare indicazioni in-teressanti. Se, tutta-via, nei prossimi mesi il governo non riusci-rà a fare ripartire il processo che conduce al Sistema nazionale di valutazione, arenatosi da un anno, l’Italia si pri-verà – forse definitivamente – di uno strumento potente di diagnosi delle debolezze della propria scuola, una risorsa senza la quale gli stessi pro-blemi elencati non ricevono un’ade-

guata messa a fuoco e, dunque, non possono essere affrontati con successo. A questa conclusione arriva il rappor-to della Fondazione Agnelli, La valu-tazione della scuola. A che cosa serve e perché è necessaria all’Italia, appena pubblicato da Laterza.

Non sarà facile. Da un lato, infatti, occorrerebbe cambiare passo e tenere ben dritto il timone in direzione di una

attuazione – sia pure con numerosi correzioni – del Regolamento del Sistema nazionale di valutazione approvato nel 2013 dal governo Monti. Dopo 15 anni di false partenze e ondeggiamenti, un ulte-riore prolungato stallo equivarrebbe al fallimen-to. Dall’altro, tuttavia, servirebbe armarsi di pazienza e dare vita a un ampio dibattito nazionale per costruire ciò che – al di là delle soluzioni architet-toniche – ancora davvero manca: il consenso degli

insegnanti, troppi dei quali vedono la valutazione ancora con sospetto, ri-tenendolo più una minaccia che uno strumento di miglioramento.

La storia purtroppo conta. Nel cor-so degli anni, gli insegnanti si sono convinti che la valutazione fosse un

espediente per giustifi care ulteriori tagli alle risorse per la scuola, con ri-cadute negative per la loro condizione professionale e per il posto di lavoro. Su questi aspetti, in effetti, non c’è stata chiarezza politica: che ci fosse al governo questa o quella coalizione, oppure un esecutivo tecnico, ai docenti non è mai stato spiegato chi e che cosa si voglia davvero valutare, con quali strumenti e sulla base di quale idea di scuola. La resistenza ideologica e corporativa di una buona parte dei sindacati ha fatto poi il resto.

Un percorso di chiarimento e di costruzione del consenso nella scuola dovrebbe partire da alcune lezioni ap-prese, che il Regolamento solo in parte ha fatto proprie. Qui le esprimiamo in modo apodittico; nel Rapporto si arric-chiscono di argomenti ed evidenze.

In primo luogo, un Sistema nazio-nale di valutazione deve operare so-prattutto a due livelli: (i) quello della valutazione del sistema d’istruzione nel suo complesso e qui il consenso c’è; (ii) quello della valutazione della qualità delle scuole (non dei singoli insegnanti) per fornire loro elemen-ti di diagnosi necessari a innescare processi di miglioramento e, insieme, per offrire alle famiglie informazioni affi dabili e utili a compiere scelte più avvertite.

In secondo luogo, la valutazione del-

le scuole deve impiegare gli strumenti della cosiddetta valutazione «esterna» (prove Invalsi e visite alle scuole de-gli ispettori), senza l’apporto dei quali qualsiasi forma di autovalutazione è inevitabilmente autoreferenziale. Ma questi strumenti non vanno associati a premi economici (o a sanzioni): sia l’esperienza internazionale sia gli esiti delle sperimentazioni condotte in que-sti anni dal Miur confermano che tale approccio è ha effetti controproducen-ti, come la tentazione dei docenti di manipolare le prove o indirizzare l’in-segnamento al mero superamento dei test.

Se una scuola va bene e la valuta-zione lo rivela, il suo «premio» dovrà essere una crescita ulteriore della sua autonomia, a ogni livello, compreso quello della gestione delle risorse umane. E per i docenti? Non bisogna forse premiarne il merito? Certo, pro-gressioni di carriera e di retribuzione per riconoscere chi meglio fa e più s’impegna sono doverose. Ma servono gli strumenti adatti: quelli della valu-tazione esterna – in primis le prove Invalsi – a questo scopo non lo sono. Concorsi di avanzamento e maggiori poteri di giudizio ai dirigenti scolastici sembrano soluzioni preferibili.

*direttore della Fondazione Giovanni Agnelli

© Riproduzione riservata

I PREMI AI PROF? SERVONO CONCORSI PER L’AVANZAMENTO IN CARRIERA E MAGGIORI POTERI DI GIUDIZIO AI DIRIGENTI

La valutazione non si fa senza il consenso degli insegnanti

Andrea Gavosto

114111098121100105098105054051

Page 35: Italia Oggi - 25.02.2014

35Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FAZ I E NDA S C UOLA

Per rendere operativo il recupero serve l’accordo all’Aran. Intanto le stoccate del neoministro

Salvascatti all’esame del senatoEmendamento Marcucci per lo stop sugli stipendi AtaDI ANTIMO DI GERONIMO

Il decreto salvascatti ver-so l’aula. Entro oggi la commissione istruzio-ne dovrebbe completare

l’esame degli emendamenti al disegno di legge 1254 di conversione del decreto-legge 3/2014, in materia di automa-tismi stipendiali del personale della scuola. Il testo è slittato di qualche giorno, per dare tempo al nuovo governo di insediarsi. E proprio dal neo ministro dell’istruzione, Stefa-nia Giannini, sono arrivate le prime stoccate agli scatti, che fanno pensare a una modifi ca ulteriore delle progressioni di carriera. Dopo il sì dell’aula al dl, che va convertito entro fi ne marzo pena la decaden-za, il provvedimento andrà alla camera per il via libera defi nitivo. Il dispositivo ser-virà a cristallizzare gli au-menti corrisposti nel 2013 ai circa 80mila lavoratori della scuola che hanno maturato il gradone grazie alla valuta-zione del 2013. Che manter-ranno sia gli aumenti che la classe stipendiale successiva così maturata. Ma non servi-rà a recuperare il ritardo nella maturazione dei gradoni per tutti gli altri lavoratori. Anzi,

se il governo non darà il via libera defi nitivo all’avvio della contrattazione in tempi brevi, il rischio che si corre è quello di perdere definitivamente questa possibilità. Il decreto legge, infatti, prevede che se le parti non si metteranno d’ac-cordo per chiudere il contratto entro giugno, pattuendo il re-cupero del 2012, i 120 milioni di risparmi derivanti dai tagli operati dall’articolo 64 del de-creto legge 112/2008 saranno risucchiati dall’erario. Resta il fatto, pero, che i 120 milioni non bastano. E quindi biso-gnerà attingere dalle risorse contrattuali destinate allo straordinario. Che, peraltro, viene ordinariamente fi nan-ziato con una decurtazione della busta paga a monte di circa 900 euro l’anno a testa. Di qui la necessità di un con-tratto ad hoc. L’aumento di stipendio che consegue alla maturazione del gradone suc-cessivo consiste, mediamente, in 100 euro netti al mese.

Tra gli emendamenti all’esa-me della commissione, quello del presidente della VII com-missione, Andrea Marcucci, che prevede che non saranno «soggette a recupero le somme già corrisposte al personale amministrativo, tecnico e au-

siliario della scuola per le po-sizioni economiche orizzontali attribuite per gli anni 2011, 2012 e 2013 in virtù della sequenza contrattuale del 25 luglio 2008». Alle conseguenti minori entrate per lo Stato, pari ad euro 17 milioni per l’esercizio finanziario 2014, si dà copertura mediante cor-rispondente riduzione, per l’esercizio finanziario 2014, del fondo di istituto.

Per comprendere appieno la questione del blocco dei gradoni è necessario fare un salto indietro fino al 2010: l’anno in cui è stato emanato il decreto legge 78 dall’allora governo Berlusconi. Il decreto 78, infatti, è il provvedimento con il quale è stata disposta

la cancellazione dell’utilità di 3 anni ai fi ni della progressio-ne di carriera: il 2010, il 2011 e il 2012. Ciò ha comportato il differimento di 3 anni del termine di compimento dei cosiddetti gradoni. E cioè dei periodi di servizio al compi-mento dei quali si ha diritto ad un aumento di stipendio. Facciamo un esempio. Il con-tratto prevede incrementi sti-pendiali legati all’anzianità di servizio al compimento dei seguenti periodi: 8, 15, 21, 28 e 35 anni di servizio. L’entra-ta in vigore del decreto legge 78/2010 ha comportato uno slittamento in avanti di tre anni di tutti i relativi termini di compimento dei gradoni. Il primo è passato da 8 a 11

anni di servizio, il secondo da 15 a 18, il terzo da 21 a 24, il quarto da 28 a 31 e l’ultimo, da 35 a 38 anni di servizio. Con l’entrata in vigore del decreto interministeriale 14 gennaio 2011, però, è stata ripristinata l’utilità del 2010. E quindi, il ritardo nella progressione di carriera si è ridotto da 3 a 2 anni, determinando i seguen-ti termini di compimento dei gradoni: 10, 17, 23, 30 e 37 anni di servizio. Il 13 marzo 2013, poi, è stato sottoscritto un contratto ad hoc che, utiliz-zando parte delle risorse desti-nate allo straordinario (i fondi del cosiddetto miglioramento dell’offerta formativa) ha ri-pristinato l’utilità del 2011. E per effetto di tale accordo, i termini di compimento dei gradoni sono passati a 9, 16, 22, 29 e 36 anni di servizio. Il 25 ottobre scorso, però, è stato pubblicato in Gazzetta Uffi cia-le il dpr 122/2013, che cancella anche l’utilità del 2013, di fat-to, ponendo nel nulla gli effetti del recupero del 2011.

© Riproduzione riservata

DI CARLO FORTE

I docenti che saranno im-messi in ruolo sul soste-gno, nell’anno in corso, con retrodatazione giuridica al 1° settembre, potranno far valere il 2013/2014 come anno di prova. Sempre che stiano prestando servizio come supplenti nello stes-so insegnamento o classe di concorso o nell’inse-gnamento di materie af-fi ni. Lo ha fatto sapere il ministero dell’istruzione con una nota emanata il 20 febbraio scorso (Prot. n. AOODGPER. 1441). L’amministrazione scola-stica ha spiegato che, ai fi ni della validità del pe-riodo, è necessario che gli interessati, entro la fi ne dell’anno, abbiano matu-rato almeno 180 giorni di servizio. Il dicastero di viale Trastevere ha spie-gato, inoltre, che la rinun-cia alla nomina in ruolo su posto di sostegno non comporta, esclusivamen-te per l’anno in corso, il depennamento dalla gra-duatoria ad esaurimento di posto comune.

© Riproduzione riservata

Sostegno, anno utile

all’assunzione

DI MAX BRUSCHI*

Nell’austero palazzo di viale Trastevere, sede del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, c’è una bomba a

orologeria. Che fa tic tac, tic tac, nell’at-tesa di chi vorrebbe disinnescarla e non può, di chi prega che svapori all’alba, come se fosse un brutto sogno, o aspetta con fa-talismo che esploda, sperando in danni limitati, o che faccia cilecca. Il detonatore potrebbe scattare il 27 marzo, quando la Corte Europea (CEDU) sarà chiamata a rispondere (tra le altre, ma è la questione principale e dirimente) alla seguente do-manda postale dalla Corte Costituzionale con l’ordinanza 207/2013: è lecito o non è lecito ai sensi del diritto comunitario, che vieta, per direttiva e giurisprudenza, l’abuso di contratti a termine, coprire po-sti «vacanti e disponibili» con contratto a tempo determinato «senza indicare tempi certi per l’espletamento dei concorsi»?

Domanda cui ha già risposto la Com-missione europea, depositando osserva-zioni che metterebbero in allarme anche il più distratto dei lettori. Se la CEDU dovesse sancire l’incompatibilità delle norme italiane sul comparto scuola con la legislazione comunitaria, in verità, non si determinerebbe l’assunzione in massa dei ricorrenti, come qualcuno pro-paganda. La palla tornerebbe alla Corte Costituzionale e poi ai tribunali del lavo-

ro, che potrebbero «andare alla grossa», senza distinguere tra le varie tipologie di contratti e di situazioni, comminare sala-tissimi risarcimenti e solo al limite, e forse in maniera spericolata, perché in deroga alla Costituzione, imporre assunzioni. Il danno al pubblico erario sarebbe enor-me. La soluzione forse c’è, ma il tempo a disposizione è davvero poco. Il ministro avrà giusto il tempo di giurare e agire, o affi darsi all’italico stellone.

Occorrerebbe procedere per decreto legge, e subito. Fatta la revisione dei cicli scolastici (era comprensibile che ci fossero remore ad assumere a tempo indetermi-nato su posti dovuti a una sperimen-tazione che tutti i ministri, da Luigi Berlinguer in poi, avevano intenzione di «sbaraccare»), l’organico di diritto è fi ssato per legge.

Con un poco di coraggio, si potrebbe anche varare il regolamento sull’or-ganico di rete, rimasto lettera morta. Ma va superata la logica dei «piani straordinari», che rischiano di rap-presentare, agli occhi della CEDU, un’aggravante e va battuta la strada aperta dal decreto legge 104/2013 sui posti di sostegno, destinati ad essere progressivamente coperti con contratti a tempo indeterminato: basta estende-re la stessa disposizione al personale docente e Ata. Con chiarezza, tempi certi, senza furbizie e cadenzando con precisione le procedure concorsuali, per evitare ulteriori guai dovuti alla

mancata spendibilità dei titoli di abi-litazione da parte degli esclusi dalle GAE: «In esito a una specifi ca sessio-ne negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri l’invarianza fi nanziaria il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autoriz-zato, a decorrere dall’anno scolastico 2014/2015, ad assumere a tempo inde-terminato personale docente, educativo e ATA per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili nell’organico di diritto di cui alle dotazioni organiche del personale, individuate ai sensi dell’articolo 19, comma 7, del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modifi cazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. Alle assunzioni si proce-de attingendo per il 50% attraverso lo scorrimento delle graduatorie perma-nenti di cui all’articolo 401 del Testo unico delle leggi sulla scuola, per il 50% attraverso l’indizione di concorsi per titoli ed esami con cadenza biennale, riservati a docenti abilitati ai sensi della normativa vigente. Ai candidati inseriti nelle graduatorie di merito di concorsi antecedenti alla data di ema-nazione del presente decreto legge, è riconosciuto il titolo di abilitazione». Al Minosse comunitario, forse potreb-be bastare. Dum Romae consulitur, o vogliamo intervenire?

*dirigente tecnico del Miur© Riproduzione riservata

PER DISINNESCARLA, IL MINISTRO GIANNINI DEVE INTERVENIRE SUBITO

Il pasticcio della reiterazione delle supplenze, una vera bomba ad orologeria per viale Trastevere

Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI

[email protected]

114111098121100105098105054051

Page 36: Italia Oggi - 25.02.2014

36 Martedì 25 Febbraio 2014AZ I E NDA S C UOLA

Ultimo atto dell’ex ministro Carrozza, la direttiva sull’orientamento degli studenti

Tutor, silenzio sui compensiPoco chiare anche le indicazioni sulla scelta dei candidati

DI GIORGIO CANDELORO

Alla fine venne il tu-tor. Due giorni pri-ma di fare le valigie ed essere sostituita

a viale Trastevere dalla montiana Stefania Gianni-ni, Maria Chiara Carrozza ha firmato il testo delle «Linee guida per l’orien-tamento permanente», le indicazioni operative per le scuole di ogni ordine e grado. La novità rispet-to al percorso avviato con il decreto istruzione dello scorso autunno, che aveva stanziato poco più di sei milioni e mezzo di euro per il settore, riguarda l’indivi-duazione, obbligatoria per ogni scuola, della specifica figura di sistema del tutor per l’orientamento. Dopo mesi di scarsa chiarezza dunque, la figura del tutor inizia ad uscire dalla nebbia nella quale era stato avvol-ta fin qui. Innanzi tutto se ne individuano i compiti specifici: il tutor sarà il di-rigente del team di orienta-mento di ogni istituto, con compiti di coordinamento

e di guida dei i docenti de-dicati della scuola. Inoltre sarà incaricato di program-mare l’orientamento sia per gli alunni in difficoltà che per le cosiddette eccellenze e dovrà interfacciarsi con continuità con il territorio.

Molto più nebulose le indi-cazioni per la scelta e la sele-

zione dei candidati –dovrebbe comunque trattarsi di perso-nale che farà richiesta indivi-duale di accesso alla funzione in base a un curriculum- e silenzio assoluto sulla loro retribuzione: si sottolinea che il tutor dovrebbe essere scelto tra i docenti interni della scuola dell’autonomia

e configurarsi come middle manager, quadro dirigente intermedio collocato tra il corpo docente e il preside.

Se così fosse quella del tutor diverrebbe una delle fi gure chiave della differenziazione di carriera tra gli insegnanti, oltre che la prima e per ora unica alternativa dirigenziale al capo di istituto, per quan-to ad esso subordinata. Ma le stesse note dicono che non sarà così, vista l’assenza di un’adeguata formazione degli insegnanti - comunque obbli-gatoria dal prossimo anno- e di un bacino interno alla scuola di professionalità certifi cate. Sussistono inoltre numero-sissime questioni di natura contrattuale e organizzativa che rendono assai complesso reclutare i tutor tra i docenti delle scuole, anche nell’ipotesi che si possano reperire pro-fessionalità interne. E allora? Se davvero dal prossimo anno scolastico ogni istituto dovrà avere il suo tutor, chi lo reclu-terà? Pescando in quale bacino di competenze? E soprattutto, se sarà un esterno, sarà re-tribuito con gli striminziti fondi di istituto, già decurtati

quest’anno di oltre il 50%, o con risorse dedicate? Sembra in effetti estremamente impro-babile che i sei milioni e mezzo circa già stanziati per l’intera partita dell’orientamento pos-sano bastare a pagare i costi dell’istituzione di una nuova fi gura dirigenziale dotata di notevoli funzioni e di un ruolo che si prevede centrale.

A leggere con attenzione le note, infatti, sembra che l’orientamento sarà il cardi-ne di una scuola rinnovata: si spazia dal diritto del cittadino alla formazione per tutta la vita, alla costante alternanza scuola lavoro, all’inclusione so-ciale, all’educazione all’uso del-le nuove tecnologie, al rapporto continuo con le risorse del ter-ritorio e con l’impresa, al po-tenziamento della conoscenza delle lingue straniere. Un libro dei sogni? Un documento a fu-tura memoria dell’ex ministro? Sono in molti a pensarlo, anche perché le priorità del nuovo governo sulla scuola sembra-no decisamente essere altre, su tutte superamento del pre-cariato e l’avvio delle lauree abilitanti.

© Riproduzione riservata

DI NICOLA MONDELLI

In quale misura le disposizioni in materia di inconferibilità e incom-patibilità di incarichi presso le pub-bliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, contenute nel decreto legislativo n. 39 dell’8 aprile 2013, entrato in vigore il 4 maggio 2013, trovano applicazione nei confronti dei diri-genti scolastici? In particolare nei loro confronti trovano applicazio-ne i commi 3 e 4 dell’articolo 12 che prevedono l’incompatibilità tra gli incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico e l’as-sunzione di cariche di componenti degli organi di indirizzo politico di regioni ed enti locali?Sono solo alcuni degli interrogati-vi che diversi dirigenti scolastici si sono posti subito dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 39. Nei confronti dei dirigenti scola-stici trova certamente applica-zione la disposizione secondo la quale non possono essere attri-buiti nei confronti di coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudica-to, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secon-do del codice penale( ad esempio: peculato,malversazione a danno dello Stato, concussione e corruzio-ne) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni sta-tali, regionali e locali, gli incarichi

di amministratore di ente pubbli-co, di livello nazionale, regionale e locale, gli incarichi dirigenziali, interni ed esterni, comunque de-nominati, nelle pubbliche ammini-strazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato e gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico. Quanto alle incompatibilità pre-viste dai commi 3 e 4 dell’articolo 12 una risposta è stata fornita dal ministero dell’istruzione con la nota n. 516 del 19 febbraio 2014, nota con la quale il dicastero di viale Trastevere recepisce in toto quanto in tema aveva sostenuto il Dipartimento della funzione pubblica con la nota prot. n. 6294 del 31 gennaio 2014. Gli incari-chi di dirigente scolastico, si legge tra l’altro nella nota, restano pur sempre ricompresi nella definizio-ne contenuta nell’articolo 1, comma 2, lett.j) del decreto legislativo n. 39 e rientrano quindi nell’ambito di applicazione generale del regime di incompatibilità. Ad essi, tuttavia, non si applicano i divieti di cui ai citati commi 3 e 4 dell’articolo 12, poiché questi si riferiscono esclusi-vamente agli incarichi dirigenzia-li svolti presso le amministrazioni regionali e locali e gli enti da esse vigilati. Gli incarichi di dirigente scolastico si svolgono presso le istituzioni scolastiche che sono invece amministrazioni riconduci-bili all’apparato dello Stato e non possono essere ricondotte a livello regionale, provinciale o comunale.

© Riproduzione riservata

IL NUOVO REGIME DELLA LEGGE ANTICORRUZIONE

Dirigenti, scatta l’incompatibilitàDI FRANCO BASTIANINI

Si inasprisce la protesta degli ex lavoratori socialmente utili (Lsu) addetti alle pulizie in oltre quat-tromila scuole statali. Centro della protesta sembra essere, al momen-to, la provincia di Napoli. In set-tanta scuole di quella provincia si sono infatti registrate, nei giorni scorsi, addirittura occupazioni del-le scuole da parte di quei lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro a causa del mancato rinno-vo delle convenzioni tra le imprese di pulizia per le quali lavorano e le scuole che li utilizzano. A causare il mancato rinnovo delle convenzioni sarebbero, secondo le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltraspor-ti Uil, e anche secondo l’Usb,le riduzioni delle risorse previste per l’anno scolastico 2014/2014( da 545 mln a 284 mln – 48 per cento), riduzioni che comporteran-no inevitabilmente una ulteriore riduzione di personale rispetto a quella già registrata per il cor-rente anno scolastico, oltre ad un ulteriore taglio dell’orario di lavoro e conseguentemente del-lo stipendio mensile. Inoltre, ad avviso delle associazioni che rap-presentano le imprese del settore pulizie (Lorenzo Mattioli-Anip-Fise/Confindustria, Fabrizio Bol-zoni- Legacoop Servizi, Massimo Stronati-Federlavoro/Confcoope-rative), alla riduzione delle risorse va sommato una ripartizione delle stesse da parte del Miur che non

sempre corrisponde alle reali esi-genze delle scuole. Non meno pesanti sono anche le denunce da parte della senatrice Francesca Puglisi, capogruppo Pd in commissione istruzione al Se-nato e del presidente della stessa commissione Andrea Marcucci ri-volte in particolare al presidente del Senato che ha bocciato l’emen-damento sugli Lsu.Il perdurare della protesta è l’enne-sima conferma che il futuro lavora-tivo degli ex lavoratori socialmente utili utilizzati nelle istituzioni sco-lastiche soprattutto nella pulizia dei locali, non si risolve ricorrendo a provvedimenti tampone o tem-poranei.É ormai tempo di prendere atto che il parziale tentativo di terziarizza-re i servizi di pulizia nelle scuole pubbliche, con le modalità con le quali è stato posto in essere, si è rivelato impraticabile se non addi-rittura dannoso per le stesse scuole oltre che per il personale statale che in esse opera.Le strade da imboccare erano e restano pertanto due: disporre per legge che le pulizie dei locali scola-stici vanno affidate a ditte esterne alla pubblica amministrazione, unitamente ad una revisione degli organici dei collaboratori scolastici e delle loro mansionario, oppure di-sporre l’assunzione degli ex Lsu in pianta stabile negli organici delle scuole a copertura dei posti resi per tale scopo indisponibili. Ter-tium non datur.

© Riproduzione riservata

FALLIMENTARE L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE PULIZIE

Lsu, il nodo mai sciolto

Maria Chiara Carrozza

114111098121100105098105054051

Page 37: Italia Oggi - 25.02.2014

37Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25 FAZ I E NDA S C UOLA

Accordo fatto tra stato e regioni, ora sei mesi di tempo per partire. Salvo novità da Poletti

L’apprendistato si fa sempliceTre cicli formativi, nei percorsi anche le competenze di base

DI GIORGIO CANDELORO

Procedura semplifi ca-ta, tracciabilità e tra-sparenza delle risorse disponibili, valorizza-

zione delle competenze acqui-site durante il percorso sco-lastico. Queste le principali novità contenute nelle linee guida per la disciplina del contratto di apprendistato approvate nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato Re-gioni. Ora le Regioni hanno sei mesi di tempo per rece-pire l’accordo e renderlo ope-rativo. Intanto, con il nuovo governo, potrebbero giunge-re ulteriori semplificazioni in particolare su spinta del ministro del lavoro, Giuliano Poletti.

Sarà più semplice e con-veniente per le aziende con-trattualizzare gli apprendisti poiché, in caso di esaurimen-to delle risorse pubbliche dedicate,le amministrazioni regionali e le pubbliche am-ministrazioni dovranno ga-rantire tracciabilità e comu-nicazione anche alle direzioni territoriali del lavoro, solle-vando così le imprese dall’ob-bligo della formazione di base e trasversale, ma potranno mantenere il tirocinante in

azienda ; vi saranno tre ci-cli formativi legati al titolo di studio già conseguito, le competenze acquisite dall’ap-prendista verranno classifi ca-te e unifi cate, infi ne l’offerta formativa dell’apprendistato professionalizzante sarà resa obbligatoria e disciplinata da un’apposita regolamentazio-ne regionale. Nel dettaglio le linee guida fissano una durata minima della forma-zione che dipende dal titolo di studio: gli apprendisti privi di titolo in possesso di licenza media o elementare dovranno sostenere 120 ore di formazione, quelli con di-ploma di scuola superiore o

di qualifi ca professionale 80 ore, mentre per i laureati o possessori di titolo equiva-lente alla laurea, il percorso formativo durerà soltanto 40 ore. Inoltre se l’apprendista avrà concluso in contratti precedenti uno o più moduli formativi potrà ottenere, su richiesta, una riduzione del percorso orario. Per la prima volta vengono specifi cate nel dettaglio e in modo puntua-le le competenze trasversali da acquisire che saranno oggetto di apprendistato: si va dall’adozione di compor-tamenti sicuri sul luogo di lavoro, all’organizzazione e alla qualità aziendale, alla relazione e comunicazione in ambito lavorativo. E ancora, diritti e doveri dell’impresa e del lavoratore, legislazione del lavoro e contrattazione collettiva. Inoltre potranno essere oggetto di formazione anche le cosiddette compe-tenze di base e trasversali, come le attitudini al lavoro di gruppo, le capacità di gestio-ne dei tempi, la fl essibilità o la visione d’insieme dei pro-blemi, oltre alle competenze digitali, a quelle sociali e civi-che, allo spirito di iniziativa e di imprenditorialità e, ovvia-mente agli elementi di base

del mestiere o della profes-sione oggetto di formazione. Le imprese potranno sceglie-re di avvalersi dell’offerta formativa pubblica oppure organizzarla in proprio. In questo caso dovranno rispet-tare alcuni standard minimi: disporre di luoghi idonei alla formazione, diversi da quelli destinati alla produzione di beni e servizi, e di personale formatore dotato di capaci-tà e competenze adeguate e certifi cate. La formazione effettuata dovrà essere regi-strata sul libretto formativo del cittadino, con la quali-fica professionale acquisi-ta dall’apprendista ai fini contrattuali. Nel comples-so questa nuova disciplina dell’apprendistato sembra un passo in avanti nella mo-dernizzazione di un istituto che per molti giovani rappre-senta la prima esperienza di lavoro continuativa. Inoltre il peso concreto attribuito alla formazione scolastica e universitaria pregressa segna finalmente un vero punto a favore di quell’al-ternanza scuola lavoro fin qui molto sbandierata come obiettivo ma poco praticata nella realtà.

© Riproduzione riservata

DI EMANUELA MICUCCI

Due dati da brivido: circa 3.000 im-matricolati in meno in un solo trien-nio, oltre 78.000 in meno in 10 anni. Colpa, spiegano al Miur, della crisi

economica e della sfiducia dei giovani ita-liani nei confronti degli istituti accademici. Fuga dall’università e dal pezzo di carta che nasconde un diritto allo studio negato per il Forum nazionale dei giovani (Fng). «I nostri laureati non sono troppi, troppi sono i no-stri giovani disoccupati», sottolinea Stefano Vitale, consigliere Fng con delega a scuola, università e ricerca. Sul banco degli imputati anche le risorse stanziate dal dl Istruzione per il diritto allo studio: «complessivamente ammontano a 400 milioni di euro – sottolinea Giuseppe Failla, portavoce del Forum –, as-solutamente insufficienti e non aumentate a seguito del varo della legge di Stabilità». Una misura positiva, ma in linea con il primo degli ostacoli al diritto allo studio nell’università e nella scuola: le politiche di definanziamento dell’istruzione, che allontano dagli obiettivi di Europa 2020. «Negli ultimi 3 anni – prose-gue Failla - il fondo nazionale per finanziare le borse di studio è stato drasticamente ri-dotto. Nel 2009 i fondi nazionali coprivano l’84% degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75%. Quest’anno, come già nel 2012, sono stati esclusi dalle sovvenzioni quasi 60 mila studenti a fronte dei 35 mila di 5 anni fa. Si verifica frequentemente che molti giovani italiani capaci e meritevoli, pur risultando idonei alla percezione di una borsa di studio nelle graduatorie, non possano usufruire di tale opportunità. L’idoneo non beneficiario è l’emblema di un’emergenza sociale». Se-

condo: l’accesso al sistema universitario, «per molti precluso a causa degli eccessivi costi relativi alle tasse», illustra Vitale, ri-cordando atenei con una tassa di iscrizione irregolare, al di sopra del tetto previsto dalla legge. Terzo: il sistema del numero chiuso, «discriminatorio e incapace di rispondere alle esigenze attuali – prosegue -. Come Fng chie-diamo da tempo che sia messo in discussione questo sistema di sbarramento all’accesso universitario, che è un modo per coprire ca-renze strumentali degli atenei». Ad esempio, propone Vitale, valutando e selezionando gli studenti durante il percorso universitario nei primi anni. Quarto: la mobilità nazionale ed internazionale, «spesso ostacolata da un di-somogeneo sistema di riconoscimento dei crediti universitari.

In molti casi anche l’esperienza Erasmus viene equiparata alle normali attività acca-demiche, vanifi candone il valore formativo». Cinque, allora, le proposte per scuola e uni-versità lanciate dal Fng: oltre a diritto allo studio, edilizia scolastica; partecipazione e protagonismo studentesco; valorizzazio-ne dell’istruzione professionale, attraverso l’aumento delle ore laboratoriali e un inve-stimento nel miglioramento della qualità didattica dei percorsi; forme di sostegno all’occupazione giovanile e di incontro tra domanda-offerta di lavoro, come la Youth Guarantee; riorganizzazione degli strumen-ti di alternanza tra istruzione e lavoro sia nelle scuole che negli atenei, come lo stage; necessità che le scuole si interfaccino con il proprio tessuto imprenditoriale territoriale per poter garantire una formazione che va-lichi gli insegnamenti teorici.

© Riproduzione riservata

IL FORUM GIOVANI: COLPA DEL TAGLIO ALLE BORSE DI STUDIO

Immatricolazioni in calo, studenti in campo Meet e non Neet, la sfida dell’innovazioneIl punteggio più alto a «Ripuliamo portando innovazione» dell’Itis Ferraris di Scampia, ad aggiudicarsi l’appoggio di enti privati e pubblici e pubblici è il progetto dello scientifi -co Cavalleri di Parabiago nel milanese, mentre «Bottle» del liceo Argan di Roma fondendo tecnologia e arte per realizzare progetti di desing ha destato più curiosità. Ma per tutti i 20 progetti premiati nei giorni scorsi nella fi nale di «Meet no Neet» è partita la campagna di raccolta fondi su pharyrtual.org con cui gli studenti potranno fi nanziare e realizzare concretamente le proprie idee. Tecnologia, innovazione sociale, crowdfunding e nuove professioni gli ingredienti della ricetta del programma «Meet to Neet», promosso da Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Microsoft e Roma Capitale, per sconfi ggere il fenomeno dei neet, le persone che né studiano né lavorano, che secondo l’Istat in Italia sono quasi 4 milioni, il 27% della popolazione nazionale. «Grazie a questo progetto possiamo aiutare concretamente i giovani ad avvicinarsi al mondo del lavoro», spiega Roberta Cocco di Microsoft Italia. Seimi-la i giovani raggiunti in 9 regioni, 4.500 quelli che hanno sviluppato idee imprenditoriali innovative, 20 tra scuole e università le istituzioni raggiunte. «Per la nuova edizione abbiamo previsto novità strategiche – illustra Mirta Michilli di Fondazione Mondo Digitale -: formazione sulla ricerca attiva del lavoro, fi era dei talenti per far incontrare i giovani con il mondo del lavoro e associativo, crowdfun-ding per fi nanziare le migliori idee».

Info:www.mondodigitale.orgEmanuela Micucci© Riproduzione riservata

SCUOLE&AUTONOMIA

I progetti possono essere segnalati all’indirizzo: [email protected]

Giuliano Poletti

Segregazione scolastica in Italia per gli studenti d’origine immigrata. Lo scrive il Miur nelle nuo-ve linee guida per l’acco-glienza e l’integrazione degli alunni stranieri, che aggiornano le precedenti del 2006. Un fenomeno che riguarda l’iscrizione di massa degli alunni im-migrati all’istruzione pro-fessionale e tecnica. Infat-ti, in otto anni, cioè dalle precedenti linee guida, si è passati da 430mila stu-denti stranieri agli attua-li 830mila, di cui 200mila iscritti alle superiori. Di questi l’80% frequenta tecnici e professiona-li. Per arginare questa polarizzazione il Miur punta all’orientamento: opuscoli e materiali mul-timediali plurilingue, sì ai mediatori culturali e lin-guistici nei rapporti con le famiglie.

Emanuela Micucci

PER ORIENTARLI

Stranieri,nuove linee

114111098121100105098105054051

Page 38: Italia Oggi - 25.02.2014

38 Martedì 25 Febbraio 2014AZ I E NDA S C UOLA

L’ESPERTO RISPONDE/ Il caso di un progetto di viaggio all’estero di una scuola

Gita, tanti alunni e pochi profma gli obblighi non cambiano Le responsabilità di vigilanza dei docenti restano inalterate

Prof in viaggio per studio,quanti permessi

Sono un’insegnante inseri-ta nella graduatoria del di-ritto allo studio. Sono iscritta all’università dell’Aquila ed abito e insegno a Cassino da dove non ci sono collegamenti con mezzi pubblici che mi per-mettano di raggiungere tale sede e tornare nella stessa giornata. Secondo il DSGA mi spetta solo ed esclusivamente il giorno per dare gli esami e mi è stata contestata la richie-sta del giorno per raggiungere la sede e il giorno per tornare. Inoltre potrei seguire i corsi in altra università più vicina e attestarlo con autocertifi cazio-ne visto che la sede dell’Aquila è lontana e scomoda?

lettera firmata

Le risposte che fornisco par-tono dal presupposto che lei sia stata autorizzata a fruire, con decorrenza 1° gennaio 2014, un numero di ore(quante?) per frequentare un corso uni-versitario. Le ricordo, preli-minarmente, che modalità di

applicazione delle norme che disciplinano il diritto allo stu-dio sono riportate nei singoli contratti integrativi regiona-li, della regione Lazio nel suo caso.Nella maggior parte di det-

ti contratti viene precisato che le ore di permesso autorizzate sono comprensive del tempo necessario per raggiungere la sede di svolgimento dei corsi o degli esami.Sempre che non lo vieti

espressamente in contratto, nul-la osta che si possano seguire i corsi presso una diversa univer-sità, previa attestazione anche autocertificata dei giorni di frequenza e di quelli degli esa-mi. In ogni caso non compete al DSGA sindacare in materia, ma esclusivamente al dirigen-te scolastico o a un suo diretto collaboratore.

Franco Bastianini

Per dare corso al progettoserve il contratto

Sono un Docente di Arte e Immagine presso un’Istituto

Comprensivo, ho proposto alla scuola un Por fi nanziato dal-la regione il collegio docenti lo ha approvato inserendolo nel Pof. Ho elaborato il progetto impiegando 20 ore di lavoro e di ricerca ma la scuola si rifi u-ta di pagarmi le ore di attività svolte. Per quanto sopra, chie-do se mi spetta il pagamento e quale è la normativa di ri-ferimento.

lettera firmata

Prima di dare corso alla pre-stazione l’interessato avrebbe dovuto pretendere la stipula di un apposito contratto indi-viduale di lavoro con la spe-cifi cazione della durata della prestazione e della retribu-zione. Se ciò non è stato fatto, l’interessato medesimo risulta sprovvisto di titolo e, quindi, anche della relativa auto-rizzazione a dare corso alla prestazione, che si qualifi ca a tutti gli effetti alla stregua di lavoro straordinario. Dunque necessitato della previa auto-rizzazione datoriale. In questi casi è preferibile tentare una

composizione bonaria della controversia, stante il forte rischio di soccombenza in caso di esperimento dell’azio-ne giudiziale.

Antimo Di Geronimo

Ferie durante l’anno solo senza oneri per lo Stato

Sono un insegnante di scuo-la dell’infanzia comunale con contratto a tempo determina-to. Il mio dirigente non vuole concederci i giorni di fiere maturati, dicendo che vengo-no messe d’uffi cio durante i periodi di sospensione didat-tica, visto che una volta erano monetizzabili.

Come posso comportarmi in merito? In questo caso il con-tratto a tempo determinato è uguale a quello indetermina-to?

Anna MazzolaFirenze

Il diritto alla fruizione delle ferie durante i periodi di svol-gimento delle lezioni è fruibile solo se tale fruizione non com-porti oneri per lo Stato. Con-seguentemente, a meno che nell’istituzione scolastica non vi siano docenti il cui orario comprenda «ore a disposizio-ne» in numero sufficiente, il diritto in parola, di fatto, non è fruibile. Ciò vale sia per i docenti di

ruolo che per i docenti non di ruolo. Va detto, inoltre, che le assenze derivanti da compen-sazioni tra docenti non sono qualifi cabili alla stregua di fe-rie, atteso che queste ultime non comportano l’obbligo del re-cupero come avviene nel caso delle compensazioni. Per il resto vale quanto affermato dal dirigente scolastico ai sensi dell’art.1, comma 54 della legge 228/2012.

Carlo Forte© Riproduzione riservata

I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:

[email protected]

!"#$ %&'() "& !"#$"%&&$'()$"(*"+,-(./+$&-00-(1'(23422(*$#"5-

!"#$ %&*"+6"7()8+98

,--.,//012

!"#$ %&%3#"$4 5)$"59-(#"(:"$#(9$(+$,;$8<!"("=(56789:9;<=96>?9@<=A55B9?Tutti i Martedì su ItaliaOggi

il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti

per Lei a meno di 1 € a settimana

Azienda Scuola

CON L’ABBONAMENTO UN ANNO A SOLI

€ 43,00 anziché € 62,40

Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00

anziché € 62,40, con lo sconto di oltre il 30%

Nome

Cognome

Professione

Indirizzo N.

Cap Città Prov.

Telefono / Cell.

E-mail

I1300024

Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir.

OFFERTA VALIDA FINO AL 30/12/2013, SOLO PER L’ITALIAWWW.CLASSABBONAMENTI.COM

MODALITÀ DI PAGAMENTO!"Bollettino di conto corrente postale che mi invierete!""Bonifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio,

codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specifi care causale di pagamento)!"Addebito sulla mia Carta di Credito !"CartaSi/Visa !"Diners !"CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard !"American Express !"BankAmericard

Data Firma

Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. I dati personali che la riguardano verranno trattati per dare esecuzione all’abbonamento a ItaliaOggi da Lei richiesto e, in caso di suo consenso, per fi nalità di marketing di prodotti/servizi di ItaliaOggi Editori - Erinne Srl e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti e/o di terzi. Ciascuna società, in caso di Suo consenso, acquisterà la veste di autonomo Titolare del Trattamento. Il conferimento dei dati è necessario per dare seguito all’abbonamento. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 d.lgs 196/03 rivolgendosi a ItaliaOggi Editori - Erinne Srl. I dati non verranno diffusi e verranno trattati nell’ambito dell’organizzazione del Titolare da soggetti qualifi cati come incaricati. Titolare del trattamento è ItaliaOggi Editori - Erinne Srl - Via Burigozzo, 5 Milano. Un elenco completo degli eventuali soggetti terzi che collaborano con il Titolare in qualità di responsabili è a disposizione su richiesta presso la sede del Titolare.

Consento all’attività di marketing inerente ai prodotti/servizi del Titolare e/o di società collegate e/o controllanti e/o controllate. SI NO Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi. SI NO

Scad.N°

Ben € 19,40 di RISPARMIOBen 16 numeri GRATIS

Sconto di oltre il30%

Prof in viaggio per studio, applicazione delle norme che Comprensivo ho proposto alla

Il regolamento dei viaggi d’ istruzio-ne della mia scuola prevede un ac-

compagnatore ogni 15 alunni,senza precisare cosa fare in caso di fra-zione di 15. É stato presentato un progetto di viaggio d’istruzione all’ estero per 34 alunni con solo due ac-compagnatori, uno dei quali dovrei essere io. Vorrei sapere se, nel caso in cui nel viaggio succeda qualcosa, potrebbero esserci delle responsa-bilità particolari per gli insegnanti che hanno accettato di svolgere la

gita solo in due.Maria Ferrari

LatinaLa misura della prestazione è l’ordinaria di-

ligenza del buon padre di famiglia di cui all’ar-ticolo 1176 del codice civile. Conseguentemente, nel caso in cui i gruppi dovessero risultare più ampi rispetto alle regole dettate dal regolamen-to, eventuali responsabilità insorgerebbero solo in caso di violazione degli obblighi di cui sopra, a nulla rilevando il numero degli alunni affi dati al singolo docente.

Antimo Di Geronimo

MATERNITÀ,IL 30%PER L’ASTENSIONEPer un errore di bat-tuta, nella risposta alla lettrice F. Contini, pubblicata nel numero di martedi 18 marzo, il trattamento economico spettante per i cinque mesi successivi al pri-mo di astensione facol-tativa fruiti nell’arco dei primi tre anni di vita del bambino non è dell’80 per cento del-la retribuzione (come ivnece riportato), ma del 30 per cento. Ce ne scusiamo con la lettrice e con i lettori.

ERRATA CORRIGE

114111098121100105098105054051

Page 39: Italia Oggi - 25.02.2014

39Martedì 25 Febbraio 2014

Ftse Mib +0,42% nella scia di Wall Street. Stabile a 194 punti lo spread Btp-Bund

Continua l’altalena sui mercatiPartiti quasi tutti incerti, hanno recuperato nel fi nale

Quella di ieri è stata una seduta a due velocità per le borse europee. Sono partite quasi tut-

te in territorio negativo, dove sono rimaste per buona parte della giornata. Solo nel po-meriggio si sono avuti i primi segnali di recupero, sull’onda del buon andamento di Wall Street (nel durante, l’S&P 500 ha anche superato il massimo storico di 1.848 punti a 1.855 punti). In chiusura, tutti i li-stini hanno registrato il segno positivo.

A Milano, il Ftse Mib ha chiuso a 20.477 punti, +0,42% ed è tornato quindi vicino alla prima resistenza di 20.500 punti. Cac-40 +0,87%, Dax +0,54%, Ibex-35 +1,21% e Ftse 100 +0,41%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segna-va +1,14%, l’S&P 500 +1,17%), Nasdaq Composite +1,08%.Sul fronte macroeconomico, nell’Eurozona l’inflazione a gennaio si è attestata a +0,8%su base annua, in rialzo rispetto al +0,7% del consen-so e del dato preliminare. In Germania l’indice Ifo di feb-braio è stato di 111,3 punti, in aumento rispetto ai 110,6 punti di gennaio (110,6 il con-senso).

Quanto allo spread Btp-Bund, è rimasto stabile ri-spetto a venerdì e ha chiuso a 194 pb, con un rendimento del 3,62%.

A piazza Affari miglior titolo del Ftse Mib è stato Salvatore Ferragamo, che ha chiuso a +2,22%, grazie alle parole dell’a.d., Michele Norsa, che ha parlato di una buona partenza per il 2014,

di previsioni di crescita per l’intero anno e di un aumento dei prezzi a partire da mag-gio. Yoox -0,32%, Brunello Cucinelli +0,48%, Luxottica +1,34%, Tod’s +0,66% e Safi lo +0,84%. Moncler (+1,16%) ha pubblicato, a mercati chiu-si, i risultati dell’esercizio 2013 e ha riportato un utile netto reported in aumen-to del 12% a 92,1 mln euro.In positivo anche Ansaldo Sts (+1,41%) e Finmeccanica (+0,7%) con le ipotesi del fi ne settimana secondo cui China Cnr corporation, leader mon-diale nella costruzione di lo-comotive, starebbe puntando sull’Italia e sarebbe interessa-ta all’acquisto di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda.

Contrastato il comparto bancario: Banco popolare, +1,89%, presenterà il business plan 2014-2016/2018 il 28 feb-braio. Intesa Sanpaolo +1,82%,

Unicredit +1,29%, Ubi banca -0,24%, Bper -0,37%, Medio-banca -0,07%. Popolare Mi-lano e Banca Mps invariate.In calo Atlantia (-0,6%) ed Eni (+0,35%).

Sul resto del listino, bene Saras, che ha messo a segno un +3,45% dopo una serie di giudizi positivi seguiti alla pubblicazione dei con-ti. Indesit ha guadagnato il 5,45%. Per gli esperti di Fi-dentiis la buona performance dell’ultimo periodo è dovuta all’appeal da M&A, parzial-mente scontato nei correnti prezzi di borsa dell’azione.Bene Banca Carige (+1,15%)

con il consiglio di indiriz-zo e il cda della Fondazione convocati per valutare even-tuali mosse dopo l’annuncio da parte della banca della costituzione di un consorzio di garanzia dell’aumento di capitale fi no a 800 mln euro.Denaro su Banca Profilo (+15,27%), in rally dalla pub-blicazione dei target del piano industriale 2014-2016. Il titolo ha toccato massimi intraday a quota 0,4589 euro.

Tra i migliori del listino, an-che Mondo Tv, che terminato la seduta con un +19,78%. La società, la scorsa settimana, ha comunicato di aver sotto-

scritto un accordo di licenza con Almaz productions, so-cietà tunisina di produzione e distribuzione di audiovisivi, che prevede la trasmissione in Tunisia su canali Free-to-air di Gormiti e di altri program-mi distribuiti da Mondo Tv.Miglior titolo di tutta piaz-za Affari è stato però Tiscali (+25,48%) che, a detta di al-cuni esperti, ha benefi ciato dei rumors secondo cui il gruppo potrebbe chiudere il bilancio 2013 in utile.

Quanto all’euro, si è mante-nuto forte rispetto al dollaro e ha chiuso a 1,3735, euro-yen a 140,69.

Infi ne il petrolio, anch’esso rimasto sui massimi delle ulti-me settimane: a metà seduta, a New York, il future sul Wti era valutato 102,52 dollari al barile, contro i 110,21 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

di previsioni di crescita per Unicredit +1 29% Ubi banca

A dicembre l’indice dei prezzi all’importazione è au-mentato dello 0,2% rispetto a novembre ed è diminuito del 2,9% nei confronti di dicembre 2012. Sulla base dei dati dell’Istat, la diminuzione annua dell’indice è stata, nel 2013, del -2,3% (nel 2012 si era registrato un aumento del 2,9%).

Al netto del comparto energetico, vi sono state fl essioni dello 0,2% su novembre e del 2,2% su dicembre 2012.I prezzi dei prodotti importati hanno registrato un -0,1% su novembre per l’area euro e un +0,4% per l’area non euro. Su base annua, c’è stato un -2,1% per l’area euro e un -3,5% per quella non euro.I cali tendenziali più marcati si sono avuti, per l’area euro, nella fabbricazione di computer, (-9%), nella me-tallurgia nell’area non euro (-5,3%).

Prezzi import dicembrein calo del 2,9% annuo

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidiano

� nanziario italiano

Corona Ceca 27,362 27,368 -0,0060 19,9214

Corona Danese 7,4624 7,4625 -0,0001 5,4331

Corona Norvegese 8,278 8,367 -0,0890 6,0269

Corona Svedese 8,9372 8,9953 -0,0581 6,5069

Dollaro Australiano 1,5271 1,5283 -0,0012 1,1118

Dollaro Canadese 1,5243 1,5304 -0,0061 1,1098

Dollaro N Zelanda 1,6558 1,6558 - 1,2055

Dollaro USA 1,3735 1,3707 0,0028 -

Fiorino Ungherese 310,24 311,89 -1,6500 225,8755

Franco Svizzero 1,2209 1,2195 0,0014 0,8889

Rand Sudafricano 14,998 15,1355 -0,1375 10,9195

Sterlina GB 0,82465 0,82183 0,0028 0,6004

Yen Giapponese 140,69 140,5 0,1900 102,4317

Zloty Polacco 4,1578 4,1661 -0,0083 3,0272

Tasso uffi ciale di riferimento 0,25 0,50 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 2,69 - -

Tasso Infl azione ITA 0,70 0,70 0,00

Tasso Infl azione EU 0,70 0,80 -0,10

Indice HICP EU-12 117,60 120,10 -2,50

HICP area EURO ex tobacco 115,93 117,28 -1,35

Tasso annuo crescita PIL ITA -0,80 -1,90 1,10

Tasso di disoccupazione ITA 11,25 12,04 -0,79

1 sett 0,194

1 mese 0,155

2 mesi 0,141

3 mesi 0,134

4 mesi 0,129

5 mesi 0,124

6 mesi 0,120

7 mesi 0,117

8 mesi 0,115

9 mesi 0,113

10 mesi 0,113

12 mesi 0,113

Preziosi ($ per oncia)Oro 1336,7 1336,9Argento 22,01 22,06Palladio 742,5 745,8Platino 1441,4 1445,5Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1763 1762Rame 7077 7076Piombo 2133 2132Nickel 14330 14325

Stagno 22975 22970Zinco 2042 2041Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 217,42 247,42Sterlina (n.c.) 220,34 255,96Sterlina (post 74) 220,34 255,96Marengo Italiano 176,11 193,15Marengo Svizzero 174,56 188,51Marengo Francese 173,92 187,63Marengo Belga 173,92 187,63

1 Sett. 0,191

2 Sett. 0,199

1 M 0,221

2 M 0,252

3 M 0,288

6 M 0,384

9 M 0,466

12 M 0,549

1 sett 0,095 0,087 0,463 -0,012 0,067

1 sett 0,152 0,121 0,467 -0,010 0,081

1 mese 0,197 0,155 0,483 -0,007 0,104

2 mesi 0,225 0,195 0,500 0,008 0,124

3 mesi 0,261 0,234 0,522 0,018 0,139

6 mesi 0,341 0,331 0,612 0,082 0,188

12 mesi 0,509 0,553 0,891 0,202 0,352

1 anno 0,323 0,363

2 anni 0,388 0,428

3 anni 0,480 0,520

4 anni 0,613 0,653

5 anni 0,774 0,814

6 anni 0,943 0,983

7 anni 1,105 1,145

8 anni 1,258 1,298

9 anni 1,400 1,440

10 anni 1,529 1,569

12 anni 1,749 1,789

15 anni 1,980 2,020

20 anni 2,143 2,183

25 anni 2,198 2,238

30 anni 2,217 2,257

Fonte: Icap

TA S S I E VA LUTE

!"#$%$&'(")*+$*&',$'-+**$'$'."!%%$',$')%$&/$0'1&/,$0'2$3)#0'4)*!"$!

."$4!'2$'.&22&/&'5!((!"!'(")*+$*)4!/*!'4!/*"!2$'1&"4)/&'2+'6667$*)5$)&(($7$*84!"3)*$'35$33)/,&'

2+5'"$9+),"&')',!2*")'Quotazioni'Realtime

on20142001420 44420202222222222222222Mercati

coin edicola c

& Finanza

114111098121100105098105054051

Page 40: Italia Oggi - 25.02.2014

40 Martedì 25 Febbraio 2014MERCATI E FINANZA

Valori al 24/02/2014

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1349,04

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 17,13 21/02/2014 GBP 14,1000 21/02/2014 USD 23,5300 21/02/2014

Healthcare Opportunities EUR 16,67 21/02/2014 GBP 13,7300 21/02/2014 USD 10,8800 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 21,27 21/02/2014 GBP 12,7600 21/02/2014 JPY 2179,2600 21/02/2014

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 21/02/2014

www.ram-ai.com

RAM (Lux) Systematic FundsEm Mkts Eq B($) USD 154,71Em Mkts Eq F($) USD 152,12Em Mkts Eq J(Chf) CHF 133,10Em Mkts Eq L EUR 150,14Em Mkts Eq O EUR 151,46European Equities B EUR 312,65European Equities C(Chf) CHF 271,68European Equities D($) USD 296,5800European Equities F EUR 302,55European Equities H EUR 294,64Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 112,12Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 111,11Long/Short European Eq B EUR 117,47Long/Short European Eq D ($) USD 117,77North American Eq. B($) USD 206,60North American Eq. E EUR 193,9200North American Eq. F($) USD 200,9100North American Eq. G EUR 187,4400North American Eq. H($) USD 189,7700

RAM (Lux) Tactical FundsDiv Income D USD 128,81Div Income E EUR 130,70Div Income F EUR 128,25Div Income H USD 126,65Quality Bond Fund D USD 132,47Quality Bond Fund E EUR 133,26Quality Bond Fund F EUR 129,53Quality Bond Fund H USD 128,87

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,223

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,155

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,075

Alico Monet. Protetto 21/02/14 1,107

Alico P.P. Eur 2014 21/02/14 1,016

Alico P.P. Eur 2015 21/02/14 0,993

Alico P.P. Eur 2016 21/02/14 1,011

Alico P.P. Eur 2017 21/02/14 1,029

Alico P.P. Eur 2018 21/02/14 1,053

Alico P.P. Eur 2019 21/02/14 1,073

Alico P.P. Eur 2020 21/02/14 1,074

Alico P.P. Eur 2021 21/02/14 1,090

Alico P.P. Eur 2022 21/02/14 1,084

Alico P.P. Eur 2023 21/02/14 1,101

Alico P.P. Eur 2024 21/02/14 1,064

Alico P.P. Eur 2025 21/02/14 1,037

Alico P.P. Eur 2026 21/02/14 1,246

Alico P.P. Eur 2027 21/02/14 1,066

Alico P.P. Eur 2028 21/02/14 0,960

Alico P.P. Eur 2029 21/02/14 1,038

Alico P.P. Eur 2030 21/02/14 1,067

Alico P.P. Eur 2031 21/02/14 1,080

Alico P.P. Eur 2032 21/02/14 1,052

Alico P.P. Usa 2014 21/02/14 1,029

Alico P.P. Usa 2015 21/02/14 1,046

Alico P.P. Usa 2016 21/02/14 1,083

Alico P.P. Usa 2017 21/02/14 1,085

Alico P.P. Usa 2018 21/02/14 1,127

Alico P.P. Usa 2019 21/02/14 1,157

Alico P.P. Usa 2020 21/02/14 1,153

Alico P.P. Usa 2021 21/02/14 1,199

Alico P.P. Usa 2022 21/02/14 1,160

Alico P.P. Usa 2023 21/02/14 1,182

Alico P.P. Usa 2024 21/02/14 1,106

Alico P.P. Usa 2025 21/02/14 1,126

Alico P.P. Usa 2026 21/02/14 1,359

Alico P.P. Usa 2027 21/02/14 1,128

Alico P.P. Usa 2028 21/02/14 1,050

Alico P.P. Usa 2029 21/02/14 1,086

Alico P.P. Usa 2030 21/02/14 1,149

Alico P.P. Usa 2031 21/02/14 1,175

Alico P.P. Usa 2032 21/02/14 1,125

Alico P.P. Global 2014 21/02/14 1,009

Alico P.P. Global 2015 21/02/14 0,991

Alico P.P. Global 2016 21/02/14 1,019

Alico P.P. Global 2017 21/02/14 0,966

Alico P.P. Global 2018 21/02/14 1,070

Alico P.P. Global 2019 21/02/14 1,144

Alico P.P. Global 2020 21/02/14 1,092

Alico P.P. Global 2021 21/02/14 1,111

Alico P.P. Global 2022 21/02/14 1,075

Alico P.P. Global 2023 21/02/14 1,104

Alico P.P. Global 2024 21/02/14 1,073

Alico P.P. Global 2025 21/02/14 1,066

Alico P.P. Global 2026 21/02/14 1,283

Alico P.P. Global 2027 21/02/14 1,041

Alico P.P. Global 2028 21/02/14 0,959

Alico P.P. Global 2029 21/02/14 1,049

Alico P.P. Global 2030 21/02/14 1,044

Alico P.P. Global 2031 21/02/14 1,089

Alico P.P. Global 2032 21/02/14 1,038

Alico Prot.Trim. Eur 21/02/14 1,081

Alico Prot.Trim. Usa 21/02/14 1,076

Alico Gest.Bilanc.Glob 21/02/14 1,299

Alico Gest.Cresc.Glob 21/02/14 1,294

Alico Gest.Azion.Glob 21/02/14 1,321

Alico Gest.Bilanc.Eur 21/02/14 1,351

Alico Gest.Cresc. Eur 21/02/14 1,301

Alico Gest.Azion. Eur 21/02/14 1,365

Alico Aper.Indiciz.Eur 21/02/14 0,980

Alico Aper.Indiciz.Usa 21/02/14 1,271

Alico Aper.Indiciz.Glo 21/02/14 1,103

Alico Aper.Indiciz.Ita 21/02/14 0,835

Alico Liquidita’ 21/02/14 1,086

Alico R. Prudente 21/02/14 1,147

Alico R. Bilanciato 21/02/14 1,064

Alico R. Crescita 21/02/14 1,071

Alico R. Multi Comm. 21/02/14 0,752

Alico Multi Comm. 21/02/14 0,784

Alico R. Peak Usa 2014 21/02/14 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 21/02/14 1,036

Alico R. Peak Usa 2020 21/02/14 1,113

Alico R. Peak Usa 2025 21/02/14 1,125

Alico R. Peak Usa 2030 21/02/14 1,119

Alico R. Peak Usa 2035 21/02/14 1,052

Alico R. Peak Eur 2014 21/02/14 1,041

Alico R. Peak Eur 2015 21/02/14 1,074

Alico R. Peak Eur 2020 21/02/14 1,141

Alico R. Peak Eur 2025 21/02/14 1,140

Alico R. Peak Eur 2030 21/02/14 1,171

Alico R. Peak Eur 2035 21/02/14 1,053

Alico R. Peak Asia 2014 21/02/14 1,086

Alico R. Peak Asia 2015 21/02/14 1,124

Alico R. Peak Asia 2020 21/02/14 1,230

Alico R. Peak Asia 2025 21/02/14 1,273

Alico R. Peak Asia 2030 21/02/14 1,319

Alico R. Peak Asia 2035 21/02/14 1,217

Alico Sec. Acc. 2016 21/02/14 0,983

Alico Sec. Acc. 2017 21/02/14 1,086

Alico R. Sec. Acc. 2017 21/02/14 1,123

Alico P.P. Asia 2014 21/02/14 1,118

Alico P.P. Asia 2015 21/02/14 1,149

Alico P.P. Asia 2020 21/02/14 1,238

Alico P.P. Asia 2025 21/02/14 1,252

Alico P.P. Asia 2030 21/02/14 1,241

Alico P.P. Asia 2035 21/02/14 1,214

Alico Long Investment 21/02/14 0,710

Alico Energy 21/02/14 0,351

Alico Agriculture 21/02/14 0,596

Alico Metals 21/02/14 0,600

21/02/14

www.aspecta.it

Unit Linked

ASPECTA Assurance International Luxembourg S.A.Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143

Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 21/02/2014 50,3300

APF-Linea europea 21/02/2014 96,1700

APF-Linea mondiale 21/02/2014 54,9000

APF-Linea nord america 21/02/2014 94,1300

Seven Stars Invest 21/02/2014 123,9700

UNIT LINKED

INDEX LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

Helvetia Compagnia Italo-Svizzera

di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.

Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano

Chiara Vita S.p.A.

Via Gaggia, 4

20139 Milano

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

Entra in Chiara Vita con

il tuo Smartphone

Entra in Helvetia con

il tuo Smartphone

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

www.chiaravita.itwww.helvetia.it

UNIDESIO 760071 11,944 14/02/2014

UNIDESIO 760072 11,331 14/02/2014

UNIDESIO 760073 11,370 14/02/2014

UNIDESIO 760074 12,635 14/02/2014

UNIDESIO 760075 12,645 14/02/2014

UNIDESIO 760077 11,4450 14/02/2014

UNIDESIO 760078 11,0110 14/02/2014

UNIDESIO 760079 11,2410 17/01/2014

UNIDESIO 760080 11,2360 14/02/2014

UNIDESIO 760082 10,8260 14/02/2014

UNIDESIO 760085 10,754 14/02/2014

UNIDESIO 760087 12,2020 14/02/2014

UNIDESIO 760088 11,7670 14/02/2014

UNIDESIO 760091 11,7850 14/02/2014

UNIDESIO 760095 10,566 14/02/2014

UNIDESIO 760096 10,8930 14/02/2014

UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013

UNIDESIO 760098 11,829 14/02/2014

UNIDESIO 760099 11,4790 14/02/2014

UNIDESIO 760100 11,4660 14/02/2014

UNIDESIO 760102 10,990 14/02/2014

UNIDESIO 760104 10,8340 14/02/2014

UNIDESIO 760105 10,7380 14/02/2014

UNIDESIO 760106 11,4950 14/02/2014

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,3690 14/02/2014

AZZOAGLIO DINAMICO 4,8800 14/02/2014

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,0500 14/02/2014

UNIDESIO PRUDENTE 11,1820 14/02/2014

UNIDESIO MODERATO 11,0170 14/02/2014

UNIDESIO ATTIVO 10,9100 14/02/2014

UNIDESIO VIVACE 10,3440 14/02/2014

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,4430 14/02/2014

AZIONARIO EURO 8,8970 14/02/2014

AZIONARIO GLOBALE 10,2950 14/02/2014

FTSE MIB 98,8230 19/02/2014

FTSE MIB 2010 99,9080 19/02/2014

EUROSTOXX 50 - 2010 100,3050 19/02/2014

DUAL INDEX - 2013 91,3150 19/02/2014

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 93,9680 19/02/2014

INDEX TRENTA 2011 106,8030 19/02/2014

INDEX FOUR E 50 - 2011 106,2910 19/02/2014

INDEX STOXX EUROPE - 2011 105,4030 19/02/2014

EUROSTOXX 50 - 2012 104,4290 19/02/2014

PREVIMISURATO 12,9900 13/02/2014

PREVIBRIOSO 11,7530 13/02/2014

PREVIDINAMICO 12,8390 13/02/2014

LINEA 1 12,0600 31/01/2014

LINEA 1 - FASCIA A 12,4780 31/01/2014

LINEA 1 - FASCIA B 12,1800 31/01/2014

LINEA 2 12,0340 31/01/2014

LINEA 2 - FASCIA A 12,2740 31/01/2014

LINEA 2 - FASCIA B 12,3400 31/01/2014

LINEA 3 11,9180 31/01/2014

LINEA 3 - FASCIA A 12,0750 31/01/2014

LINEA 3 - FASCIA B 12,9540 31/01/2014

UNIDESIO 760109 11,3430 14/02/2014

UNIDESIO 760110 10,8480 24/05/2013

UNIDESIO 760125 11,652 14/02/2014

UNIDESIO 760129 11,828 14/02/2014

UNIDESIO 760130 10,8760 14/02/2014

UNIDESIO 760133 11,1520 29/11/2013

UNIDESIO 760137 10,6390 14/02/2014

UNIDESIO 760139 11,646 14/02/2014

UNIDESIO 760140 11,6390 14/02/2014

UNIDESIO 760141 10,3150 14/02/2014

UNIDESIO 760145 11,7280 14/02/2014

UNIDESIO 760147 11,5180 14/02/2014

UNIDESIO 760149 11,4880 14/02/2014

UNIDESIO 760150 11,4690 14/02/2014

UNIDESIO 760156 10,299 14/02/2014

UNIDESIO 760157 11,6890 14/02/2014

UNIDESIO 760158 10,2500 14/02/2014

UNIDESIO 760159 11,3580 14/02/2014

UNIDESIO 760160 11,0860 14/02/2014

UNIDESIO 760163 10,1510 14/02/2014

UNIDESIO 760167 11,002 14/02/2014

UNIDESIO 760170 11,202 14/02/2014

UNIDESIO 760173 11,1280 14/02/2014

UNIDESIO 760174 11,2710 14/02/2014

UNIDESIO 760179 11,064 14/02/2014

UNIDESIO 760180 11,2460 14/02/2014

UNIDESIO 760181 11,3150 14/02/2014

UNIDESIO 760182 7,7200 14/02/2014

UNIDESIO 760183 10,827 14/02/2014

UNIDESIO 760184 10,7930 14/02/2014

UNIDESIO 760185 10,7990 14/02/2014

UNIDESIO 760186 10,7380 14/02/2014

UNIDESIO 760187 11,0070 14/02/2014

UNIDESIO 760188 10,6560 08/11/2013

UNIDESIO 760189 11,0130 14/02/2014

UNIDESIO 760191 10,425 14/02/2014

UNIDESIO 760192 11,1400 14/02/2014

UNIDESIO 760193 11,0720 14/02/2014

UNIDESIO 760198 7,4300 14/02/2014

UNIDESIO 760201 10,785 14/02/2014

UNIDESIO 760202 11,2050 14/02/2014

UNIDESIO 760203 11,8630 14/02/2014

UNIDESIO 760205 10,6900 14/02/2014

UNIDESIO 760206 10,5310 14/02/2014

UNIDESIO 760210 10,884 14/02/2014

UNIDESIO 760216 10,101 14/02/2014

UNIDESIO 760229 10,000 14/02/2014

BILANCIATO 10,6360 14/02/2014

CONSERVATIVE 10,3910 14/02/2014

BOND MIX 10,5170 14/02/2014

BALANCED 10,9680 14/02/2014

GLOBAL EQUITY 12,4790 14/02/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,3140 14/02/2014

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,8410 14/02/2014

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 10,5210 14/02/2014

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 12,2880 14/02/2014

HELVETIA 4-30 105,70 19/02/2014

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 11,1900 18/02/2014

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 11,1900 18/02/2014

HELVETIA WORLD EQUITY 122,6500 18/02/2014

HELVETIA EUROPE BALANCED 189,7700 18/02/2014

HELVETIA WORLD BOND 214,6800 18/02/2014

HELVETIA GLOBAL BALANCED 157,7600 18/02/2014

HELVETIA GLOBAL EQUITY 105,2100 18/02/2014

LINEA GARANTITA 11,8950 31/01/2014

LINEA BILANCIATO 12,5870 31/01/2014

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,8610 31/01/2014

LINEA AZIONARIO 9,0420 31/01/2014

HELVETIA QUATTRO.10 101,3123 19/02/2014

114111098121100105098105054051

Page 41: Italia Oggi - 25.02.2014

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 31 GENNAIO 2014

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 31/01/2014 OBBLIGAZIONARIO

Index Up 1-2008 99,030 MORGAN STANLEY Baa2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

Carismi Più Certezza 9 99,660 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 31/01/2014 OBBLIGAZIONARIO

Lombarda vita 6&6 105,240 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - COMMERZBANK AG Baa1 | A- | A+

Lombarda vita 6&6 New 105,190 MORGAN STANLEY Baa2 | A- | A ABN AMRO BANK NV A3 | A- | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 115,000 ABN AMRO BANK NV A3 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

Lombarda Vita Classic Markets 104,139 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH A1 | - | -

Lombarda Vita Classic Markets New 105,420 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 105,680 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 105,410 BANCA IMI S.p.A. - | BBB | BBB+ BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

114111098121100105098105054051

Page 42: Italia Oggi - 25.02.2014

42 Martedì 25 Febbraio 2014

!"#$%$! &'(&)!*&+,#$!--!./&$%$0&.!,)&$#,/&$-'00.&)&

PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA

V SETTORE - AMBIENTE E GEORISORSE

Avviso di avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, ai sensi degli artt. 11 e 16 del DPR 327/2001 e s.m.i., dell’art. 7 della L 241/1990 e s.m.i., dell’art. 12 del DLgs 387/2003 e s.m.i. e dell’art. 8 comma 2 lettera a) del “Regolamento sul procedimento unico ai sensi del D.Lgs. 387/2003 per gli impianti idroelettrici”.Oggetto: D.Lgs. 387/2003 e s.m.i. e L.R. 40/1998 e s.m.i. - Domanda in data 30/11/2012 (ns. prot. n. 52956 del 30/11/2012) del sig. Bruno Michele di autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio di impianto idroelettrico con derivazione d'acqua dal Fiume Toce, in Comune di Crevoladossola.

La Provincia del Verbano Cusio Ossola, in qualità di autorità espropriante delle aree interessate dalla realizzazione dei lavori di cui all’oggetto:Vista la domanda 30/11/2012 (ns. prot. n. 52956 del 30/11/2012) il Sig. Bruno Michele ha chiesto, ai sensi dell’art. 12 del DLgs 387/2003 e s.m.i., il rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione di un impianto idroelettrico con derivazione dal fiume Toce, in Comune di Crevoladossola.Preso atto che la Ditta DBuilding Srl, con sede leagle in Via Privata Galtarossa n, 63/A, in Comune di Varzo, con nota acquisita con ns. prot. n. 43420 del 12/12/2013, è subentrata nell’iter autorizzativo al Sig. Bruno Michele.

AVVISA

i proprietari dei beni immobili e/o porzioni di essi, interessati dalla realizzazione dell’opera in oggetto che:

, data di pubblicazione dell’avviso all’Albo Provinciale, www.regione.piemonte.it/

atti_al_enti/espropri);

preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera;

del procedimento.

N.C.T. del Comune di e del Comune di .

Mappale Mappale

36 251 24 359

36 252 24 362

36 253 24 363

36 254 24 349

47 8 24 348

47 11 24 339

47 13 24 396

47 14 24 394

47 15 24 393

47 21 24 321

47 420 24 320

47 454 24 392

47 485 24 395

47 495 24 398

47 498 30 36

47 499

47 615

depositato presso il Comune di Montecrestese, presso il Comune di CrevoladossolaMontecrestese e del

Comune di Crevoladossola.

AVVERTE CHE

DISPONE

(Ing. Proverbio Mauro)

ESTRATTO DEL BANDO DI GARAIl Compartimento della Viabilità per la Toscana, Viale dei Mille 36 - 50131 FIRENZE Tel. 055/56401 rende noto che sarà esperito il seguente appalto a procedura aperta ai sensi degli artt. 81, 82 e 86 del D.Lgs 163/2006 avente per oggetto: CUP F73D14000000001 - CIG 55962213A9 - PA FILAV003-14. Provincie di Arezzo e Siena. S.S. R.A. 6 “Raccordo autostradale Bettolle-Perugia” - Lavori di manutenzione straordinaria - Lavori di miglioramento della sicurezza stradale mediante il ripristino della pavimentazione stradale ammalorata tra i km 0+200 e 19+100 in tratti saltuari e della segnaletica orizzontale.Importo complessivo posto a base di gara € 3.500.000,00 IVA esclusa, di cui € 40.000,00 per oneri relativi alla sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente OG3-IVbis - Responsabile del procedimento Ing. Andrea Primicerio.Il bando di gara è pubblicato presso questo Compartimento, l’Albo Pretorio del Comune di Firenze, la G.U.R.I. n. 22 del 24/02/2014, il profi lo committente www.stradeanas.it, il sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sul sito informatico presso l’Osservatorio sui lavori pubblici.Le offerte e la documentazione per la partecipazione dovranno pervenire, pena l’esclusione, entro le ore 12.00 del giorno 26.03.2014 all’indirizzo di questo Compartimento con le modalità e le prescrizioni indicate nel citato bando e nel relativo disciplinare.

Il Dirigente Amministrativo

Dott. Roberto Troccoli

VIALE DEI MILLE, 36 - 50131 FIRENZETel. 055/56401 - Fax 055/573497 • sito internet www.stradeanas.it

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per la Toscana

!"#$%&'(&)(*%$+% ! !"#$%&'%(%'!)#*%+%'),%##$%'-!.!"#/"+(')((!#%#011),(!#

!"#$""%&

$''()*(+$,(%- &$..$/"%&

$!# !+2"'3)# 4%# ,5)--!6"# 7%,,5)11),("#)&&!87! )("# 3%7!)+(%# 1'" %78')# )1%'()#'%,)(!-"# )# 9$%'-!.!"# 7!# 3"+!("')&&!":#7!6!+2%6().!"+%#%#7%')((!..).!"+%#1%'#6('8((8'%#6 ",)6(! 4%# %# %+('!# 7!# "((8');# <# 6()("#18==,! )("#68,,)#*>?@#+A#BC#7%,#BDEFDEDFBGA@,#'!68,()("#!+(%&'),%#7!#&)')#<# "+68,()=!,%#),#6%&8%+(%#!+7!'!.."#!+(%'+%(H4((1HEEIII%J(A "38+%A A!(E &!K=!+E)' 4!-!E2"'+!(8'%A &!L7!'%.MFGN!+(%'-MFFOPEDFBPN6(%1MDQ!'%+.%:#BDEFDEDFBG#

!"# $ %&'(&

RS"((A66)#/)',)#S%#T"+(!U

!" !#$%&'(" )*+" ,(" -(&(" '+.!(#/+0&%)+.1&("(0+&/("&+,(/!2("(,,3($$!.('+#/%.+,"4+&2!5!%".!")%#$+&!'+#/%".+!"&!$!1/!678"9::;:<"="9",%//!"=">%//%"?@"6ABCC:;DE<66F " >% / / % " F @ " 6 ABCC:;DD:G;FH".!")1!"(,"I(#.%"01II,!)(/%(,,("BJ8A"#K"<GL"!#".(/("<MN<9N9:<;HO"4/(/("(--!1.!)(/("!#".(/("":;P:9P9:<GP?--!1.!)(/(&!Q">%//%"?@"6%&!%#!" +&2!5!('I!+#/(,!"4&,".!"R%#5(S">%//%"F@"6%&!%#! +&2!5!" ('I!+#/(,!" 4&," .!" R%#5(

A>"TA87UUV87"B7W78?>7 !"#$%!&'! '$()*'++)

%,,-./$0-$1%2%$3.432-5%

6 )$()7)6)"" '$89:)$;$0<= '$>?@A5<B#$CD9888EFG$H)I$CD98JK8LCC

13M.-%$%?@-3N53$.#2#M#

!" !#$%&'(" )*+" ,(" -(&("'+.!(#/+0 &%)+.1 &( " (0+ & /( " & + , ( / ! 2 ((,,3($$!.('+#/%" .+," 4+&2!5!%" .!)%#$+&!'+#/%".+!"&!$!1/!"678"9::<:EN"6AB"CC:G:;9M7;H".!")1!"(,"I(#.%01II,!)(/%"(,,("BJ8A"#K"<GL"!#".(/(<MN<9N9:<;H"O"4/(/("(--!1.!)(/("!#.(/(" ":;P:9P9:<GP"?--!1.!)(/(&!%QR%#/+,,%" 0(" .!" R%#/+,,%" XFB@P

A>"TA87UUV87"B7W78?>7 !"#$%!&'! '$()*'++)

%,,-./$0-$1%2%$3.432-5%

6 )$()7)6)"" '$89:)$;$0<= '$>?@A5<B#$CD9888EFG$H)I$CD98JK8LCC

13M.-%$%?@-3N53$.#2#M#

Y1+4/%"7#/+"!#.!)+"0&%)+.1&("(0+&/(")%#(--!1.!)(5!%#+" (" $(2%&+" .+,,Z%$$+&/(+)%#%'!)('+#/+"0!["2(#/(--!%4("0+&" !,4+&2!5!%".!"&())%,/("+"/&(40%&/%".+!"&!$!1/!".+,)%'1#+".!"B!144(-%"+".!"\+))%#+"+".!(,,+4/!'+#/%"+"-+4/!%#+".+,,3(&+("+)%,%-!)()%'1#(,+".!"\+))%#+P"T1&(/("4+&2!5!%Q"M:'+4!P"A'0%&/%")%'0,+44!2%".+,,Z(00(,/%Q"]<P<9EP:::H::".!")1!"]"9CP:::H::"0+&"%#+&!.!" 4!)1&+55(P"U+&'!#+" &!)+5!%#+"%$$+&/+Q:LP:GP9:<G"%&+"<9P::P"?0+&/1&(Q"<<P:GP9:<G%&+" :DP;:P" T%)1'+#/(5!%#+" !#/+-&(,+.!40%#!I!,+"41"^^ P̂)%'1#+P-!144(-%P02P!/P

A,"8+40%#4(I!,+".+,"_&%)+.!'+#/% !"#$1 O=<**<$?)= )

%,,-./$0-$1%2%$P$(-1$QEER89ELS%@T

, )$2'U)V$RC8RCFC$1 O==)"'$>4,A

5<B#$WDL$CDK8LDL98J$;$S)IX$WDL$CDK8L8RRFF

('UO!<$Y $1 O==)"'

Via Castiglione, 29 - 40124 Bolognatel. 051/6584811 - fax 051/6584923

ESTRATTO DEL BANDO DI GARAL’Azienda U.S.L. di Bologna indice, ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i, una Procedura Aperta per l’affidamento del servizio di factoring pro soluto per la cessione dei crediti delle case di cura nei confronti dell’Ausl di Bologna per un periodo biennale e per un valore annuale presunto di fatture cedute di Euro 115.000.000,00. Il bando integrale sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e sulla Gazzetta Ufficiale della UE la cui spedizione è avvenuta il 12/02/2014. Le condizioni e i documenti necessari per la partecipazione alla gara sono indicati analiticamente nel Disciplinare di gara. Il termine perentorio di scadenza per la presentazione delle offerte è fissato per le ore 12.00 del giorno 31/03/2014, pena la non partecipazione. Il Bando integrale e il Disciplinare di Gara con relativi allegati dovranno essere reperiti sul sito Internet www.ausl.bologna.it. Per informazioni le Ditte interessate possono rivolgersi al Servizio Acquisti Metropolitano – Via Gramsci 12 – Bologna: tel. 0516079921, fax 0516079989, e-mail: [email protected], pec: [email protected].

Il Direttoredel Servizio Acquisti Metropolitano

Dott.ssa Rosanna Campa

Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna

!"#$"% &'()'*"%#(+ & *'($,-, ,./012345($16(782308(9()%':#* ';4<144/(=3(1>>3;/(-?@@230/

!"#$"%&'()*(+"%#),&'&+()-./. .)%(+'()+#"&)0&)/%#/%1&)1+"(+21#+()'1)/%#%#3&%()1)$(3!(+"1)(0(+451)'1)#/(%&"#%1)(4#+#6141)4#+)4#+"($"!&0()%1&/(%"!%&)"(%61+1)/(%)/%($(+"&21#+()'1)+!#7()4&+'1'&"!%()8&%".9:;)'.03$.)9<=>:??<@A)9@)B&+!"(+21#+()16/1&+"1)100!61+&21#+()/!CC014&D):@)B&+!"(+21#+()16/1&+"1)(0(""%141D)=@)B&+!"(+21#+()16/1&+"1)1'%#"(%6#$&+1"&%1)()'1)4#+'121#+&6(+"#D)E@)-(%7121#)'1)/!0121&)()0&7&331#D);@)-(%7121#)'1)/%#3(""&21#+()'1%(21#+()0&7#%1F)4##%'1+&6(+"#)'(00&)$14!%(22&F)4#00&!'#)(')&""171"G)&44($$#%1(D)<.9@)H#%+1"!%&)'1)6&"(%1&01)/(%)$(3+&0("14&D)<.:@)I#%+1"!%&)()/#$&)$(3+&0("14&D)J@)H#%+1"!%&)3&$#01#)/(%)&!"#"%&21#+(D)K.9@)H#%+1"!%&)4&+4(00(%1&D)K.:@)$(%7121#)'1)I#"#4#/1&D)L@)H#%+1"!%&)'1)6&"(%1&0()(0(""%14#D)9?@)H#%+1"!%&)7($"1&%1#)($"17#)(')1+7(%+&0(D)99@)H#%+1"!%&)C1301(""1D)9:.9@)H#%+1"!%&)'1)40#%!%#)'1)$#'1#)61+(%&0()8$&03(66&@)9:.:@)I#%+1"!%&)'1)40#%!%#)'1)$#'1#)'1)#%131+()6&%1+&)86&%1+#@D)9=@)0&7#%1)'1)%(&0122&21#+()'1)6#'($"()"%&""()'1)4#%/#)$"%&'&0()8-M )MN=@D)9E@)O&7#%1)'&)16/%(+'1"#%()('10()8-M )MN9@.)P)$#33(""1)1$4%1""1)+(301)(0(+451)/(%)0Q&++#):?9=)6&+"(%&++#)0Q1$4%121#+()&+45()/(%)0Q&++#):?9E)$(+2&)+(4($$1"G)'1)!0"(%1#%()4#+I(%6&.P0)"($"#)1+"(3%&0()'(00Q&771$#)/!CC014#)R)%(/(%1C10()/%($$#)0Q&0C#)'(00&)-#41("GF)$!0)$1"#)SSS.4(+"%#/&'&+(.1"F)+#+45T)/%($$#)0Q&0C#)'(00&)/%#71+41()'1),1&4(+2&F)*%(6#+&)()U%($41&)()$!1)$1"1)SSS.$(%7121#4#+"%&""1/!CC0141.1")()#$$(%7&"#%1#.##//.%(31#+(.0#6C&%'1&.1"..)P)$#33(""1)1+"(%($$&"1F)1+)/#$$($$#)'(1)%(V!1$1"1)1+'14&"1)+(0)"($"#)1+"(3%&0()'(00Q&771$#)$#+#)1+71"&"1)&)/%($(+"&%()&//#$1"&)'#6&+'&)'1)1$4%121#+()&00&)-./. .) !"#$"%&'()*(+"%#),&'&+()W)O#4&01"G)-&+)H(014()W):<9??)*XYBMZ )W)[(0.)?=J:>EJ=9)\)H&])?=J:>EJ=:=E)\)(+"%#)0()#%()9:.??)'(0):E>?<>:?9E)Y7(+"!&01)451&%16(+"1>/%(41$&21#+1)%13!&%'&+"1)0&)/%($(+"()/%#4('!%&)$&%&++#)/!CC014&"1)$!0)$1"#)1+"(%+("A)SSS.4(+"%#/&'&+(.1".)N01)Y0(+451)$&%&++#)!0"(%1#%W6(+"()&331#%+&"1)(>#)1+"(3%&"1)4#+)4&'(+2&)&06(+#)&++!&0()/%(71&)/!CC014&21#+()'1)!+)&771$#.)P)'&"1)%&44#0"1)$&%&++#)"%&""&"1F)&1)$(+$1)'(0)'.03$)+.)9L<>:??=F)($40!$17&6(+"()+(00Q&6C1"#)'(00&)/%($(+"()/%#4('!%&.)P0)/%($(+"()($"%&""#)R)1+)/!CC014&21#+()$!00&)N^XP)+.)::)'(0):E>?:>:?9E.

PO)XY-,MZ- UPOY)_YO)),XM*Y_PBYZ[M(A=/44,(7<1608;0/( 08<@3B

CCD$#(&D(E % ('$+'%D" OQ !"#%1"G),#%"!&0()'(00&)-/(21&)%(+W'()+#"#)45()R)$"&"&)&331!'14&"&) 0&)/%#4('!%&)%1$"%(""&)/(%)0Q&I )'&6(+"#)'(1) 0&7#%1)'1)C&+451+&6(+"#)%(0&"171)&0):`)$"%&041#)I!+21#+&0()'(0)[(%61+&0)X&7&+#)8-,@. 331!'14&"&%1&)R) %1$!0"&"&) 0Q [P)4#+)4&/#3%!//#) 0&) $#41("G) -.Y.[.) -/&)4#+)$('()0(3&0()1+),1&22&)a(%'1F):=)O&)-/(21&) 8-,@)()6&+'&+"() 0&)$#W41("G)O#4&/&0)-%0.F) /(%) 0Q16/#%"#)'1)b.E.9L?.E<<FE?)8%1C&$$#)[email protected]() [P>16/%($()/&%"(41/&+"1)$#+#)$"&"()LF)'1)4!1)($40!$()?.)),(%)!0"(%1#%1)1+I#%6&21#+1)%17#03(%$1)&0)$(3!(+"()1+'1%122#A) !"#%1"G),#%"!&0()'(00&)-/(21&)W)_1/&%"16(+"#)[(4+14#)W)71&)'(0)B#0#)9)W)9L9:<)O&)-/(21&)W)"(0.)?9KJ>;E<=:?.P0)X($/#+$&C10()!+14#)'(0),%#4('1W6(+"#(=/44,(36F,(7<160/(+/G/

Avvisi di Pubblicità legale suLombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8, 20122 MilanoTel. 02/58219511-516 - Fax 02/58305643

SiciliaVia Quarto dei Mille 6, 90129 PalermoTel. 091/586066, Fax 091/6111305

Campania, Basilicata, Puglia, CalabriaVia Camillo Dè Nardis 11, 80127 NapoliTel. 081/5603291, Fax 081/5603708Lazio, Marche,Abruzzo, Molise,Umbria, SardegnaVia Santa Maria in Via 12, 00187 RomaTel. 06/69760854, Fax 06/6781314

www.italiaoggi.it

114111098121100105098105054051

Page 43: Italia Oggi - 25.02.2014

43Martedì 25 Febbraio 2014Martedì 25MERCATI E FINANZA

Perquisizioni in Italia e all’estero. Truffa da 90 mln (47 sequestrati)

Mps, nuove indaginiSu 11 indagati, legati alla banda del 5%

La Guardia di Finanza ha svolto ieri una de-cina di perquisizioni in Italia e all’estero

nell’ambito di un’inchiesta su Banca Mps. L’inchiesta riguarda 11 indagati tra ex funzionari della banca e bro-ker finanziari. La magistra-tura procede per associazione per delinquere aggravata fi-nalizzata alla truffa ai danni della banca.

Le perquisizioni hanno ri-guardato il fascicolo sulla co-siddetta «banda del 5%».

Secondo l’accusa, la «banda del 5%» faceva la cresta appun-to del 5% su coloro che faceva-no affari con Banca Mps. Tra gli indagati, Gianluca Baldas-sarri (già capo dell’area fi nan-za e sotto processo con l’ex pre-sidente della banca, Giuseppe Mussari, e l’ex d.g., Antonio Vigni per il reato di ostacolo alla vigilanza in relazione alla ristrutturazione del derivato Alexandria), Alessandro Toc-cafondi, titolare dell’agenzia Enigma, Matteo Pontone, e Maurizio Fabris.

L’inchiesta farebbe emerge-

re una truffa da 90 milioni di euro ai danni sia di Banca Mps sia di altri soggetti; 47 milioni sarebbero già stati sequestra-ti tra gennaio e ottobre 2013 tra Londra, Lugano, Italia e Vanuatu, isola del Pacifico, riguardanti i titolari di Enig-ma, società di brokeraggio con

sede in Italia e all’estero, al-tri funzionari di Mps e broker esteri. Gli altri soldi sarebbe-ro custoditi in varie località, tra cui Singapore e Londra. Il fatto che non sia stata con-cessa dal gip, Ugo Bellini, la custodia cautelare per 8 degli 11 indagati, come avevano ri-

chiesto i pm per inquinamento probatorio, pericolo di fuga e dissipazione o schermatura dei proventi della truffa, ma solo il divieto di espatrio sarà oggetto di un ricorso al tribu-nale del riesame di Firenze che verrà presentato oggi.

© Riproduzione riservata

Moncler ha chiuso il 2013 con un utile net-to reported di 92,1 mln euro, +12% rispetto al 2012. L’utile netto normalizzato è stato di 96,3 milioni (+17%), l’ebit normalizzato di 172,5 mln (+18%), l’ebitda normalizzato di 191,7 mln (+19%), con un’incidenza sui ricavi del 33%, stabile rispetto all’esercizio precedente.L’indebitamento fi nanziario netto è stato di 178,2 mln (229,1).

Il calo è legato alla buona generazione di cassa netta (50,9 mln, contro i 41,1 del 2012). Gli investimenti sono stati di 34,3 mln (26,4). I ricavi sono stati di 580,6 mln (+19%). La cre-scita a doppia cifra è stata registrata su tutti i mercati: Americhe +44%, Asia +34%, Emea +28%. Debole l’Italia: +2%. Il canale retail ha conseguito ricavi per 333,6 mln (+33%), quello wholesale per 247 mln (+7%).

«Il 2013», ha commentato Remo Ruffi ni,

presidente e a.d. di Moncler, «rimarrà per sempre una pietra miliare per la storia di Moncler. È stato infatti l’anno del decimo anniversario dal rilancio del brand e la con-clusione con successo della quotazione, ma è stato anche un esercizio in cui è proseguita la crescita a doppia cifra. Il percorso intra-preso è andato nella direzione che avevamo progettato, impostato al futuro, all’interna-zionalizzazione, alla tecnologia e alla qua-lità. E dopo dieci anni sono ancora tante le sfi de che Moncler è pronto a cogliere in tutto il mondo. Abbiamo ancora importanti mer-cati da conquistare e selezionate categorie merceologiche da sviluppare, continuando a creare prodotti speciali».

Il titolo ha chiuso in borsa a 14,83 euro, +1,16%.

© Riproduzione riservata

Bilancio Moncler cresciuto a doppia cifra

DA PROCURA

Ex verticiGenerali:altre accuse

Un avviso di garanzia è sta-to emesso dalla procura della Repubblica di Trieste nei con-fronti di Giovanni Perissinotto e di Raffaele Agrusti, rispetti-vamente ex a.d. ed ex d.g. di Generali. Il provvedimento, emesso a dicembre, contesta loro l’aver ostacolato l’eserci-zio delle autorità di vigilanza. L’indagine è conseguenza delle segnalazioni di Consob e Ivass su presunte irregolari-tà riguardanti sette operazio-ni fi nanziarie, decise o gestite direttamente da Perissinotto e Agrusti, senza le necessa-rie deleghe, o senza perizie o strumenti di monitorag-gio e di protezione. Generali aveva dichiarato per questi investimenti perdite per 234 milioni mentre le perdite sa-rebbero ben più gravi. Tutte le operazioni sono collegabili alla Finint di Enrico Marchi e Andrea De Vido, alla Pal-ladio fi nanziaria di Roberto Meneguzzo e al gruppo Val-bruna della famiglia Amen-duni, soci veneti in Generali. L’amministratore delegato di Generali, Mario Greco, nelle scorse settimane è stato senti-to in qualità di persona infor-mata dei fatti dai pm. Sentiti anche Enrico Marchi e Andrea De Vido, della Finint.

© Riproduzione riservata

AREA FALCK

Accordo RisanamentoMilanosesto

Risanamento e la control-lata Immobiliare Cascina Rubina hanno raggiunto un accordo con Milanose-sto su alcune controversie relative alla compravendi-ta dell’area Falck, opera-zione definita nell’ottobre del 2010. Milanosesto ha riconosciuto a Immobiliare Cascina Rubina il saldo del-la compravendita dell’area Falck, per 60 milioni di euro più Iva. Immobiliare Casci-na Rubina ha incrementa-to il suo concorso ai costi di bonifi ca a 80 milioni più Iva (dai 40 iniziali).

Intanto il notaio Mario Notari ha ultimato la pe-rizia relativa alla cessione degli asset parigini di Ri-sanamento al fondo Chel-sfield. Il gruppo milanese fi sserà entro fi ne settimana una riunione del cda per fare le relative valutazioni.Sullo sfondo della vicenda rimane ancora in sospeso l’offerta migliorativa presen-tata il 17 febbraio dal veico-lo Oui (70% Colony capital acquisitions di Tom Barrack e 30% Zunino) per l’acquisi-zione delle quote di Risana-mento in mano alle banche e a Sistema holding.

© Riproduzione riservata

CON ENEL

Telecom studia sinergie

Telecom Italia ed Enel di-stribuzione hanno siglato un accordo per individuare pos-sibili sinergie, con l’obiettivo di dare impulso allo svilup-po della rete in fi bra ottica e realizzare modelli innova-tivi di distribuzione intelli-gente dell’energia elettrica.L’intesa prevede l’avvio di at-tività congiunte di confronto e verifi ca per utilizzare le reti Enel per la posa della fi bra ottica di Telecom Italia, sia per la telefonia fi ssa sia per i collegamenti con le stazioni radio base di quella mobile.Inoltre, la collaborazione ri-guarderà l’elettrificazione dei cabinet stradali di Tele-com Italia e i collegamenti in fi bra ottica dei nodi di rete di interesse di Enel per la realizzazione di un modello «smart grid».

«Questo importante accor-do rafforza le sinergie per lo sviluppo delle reti di nuova generazione», ha detto Ro-berto Opilio, direttore Tech-nology di Telecom Italia.Per Livio Gallo, direttore Di-visione infrastrutture e reti di Enel, la collaborazione «è strategica» e «costituisce un’ulteriore tappa per ren-dere le infrastrutture sempre più interconnesse».

© Riproduzione riservata

Alitalia. L’attuale piano industriale prevede un taglio del costo del lavo-ro per 128 mln all’anno e il recente accordo sugli ammortizzatori sociali, che farà risparmiare 80 milioni, non è suffi ciente e deve essere completato con ulteriori riduzioni del costo del lavoro.

Banca Carige. I ver-tici sono stati convocati d’urgenza da Bankitalia. Il presidente Cesare Ca-stelbarco Albani e l’a.d., Pier Luigi Montani, sa-ranno oggi a Roma. Tra gli argomenti, ci sarebbe l’aumento di capitale an-nunciato dall’istituto fi no a 800 milioni di euro.

Saipem si è aggiudicata nuovi contratti di inge-gneria e costruzione of-fshore in Indonesia e nel-la Repubblica del Congo, per 520 milioni di dollari.

Trevi (ingegneria del sot-tosuolo), si è aggiudicata nuove commesse in diver-si paesi del Medio Orien-te (Qatar, Kuwait, Arabia Saudita, Oman, Dubai) per 100 mln usd.

Autostrade Meridio-nali ha chiuso il 2013 con un utile di 2,809 milioni (-246 mila nel 2012). I ricavi sono sce-si del 14,8% da 88,19 a 75,144 mln.

BREVI

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato:

Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

Condirettore: Marino Longoni (02-58219207)

Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattori: Gianni Macheda (02-58219220). Caposervizio: Franco Adriano (06-69760827); Giorgio Bertoni (02-58219321); Giampiero Di Santo (06-69760826); Alessandra Ricciardi (06-69760822). Vicecaposervizio: Cristina Bartelli (02-58219342); Franca Floris (02-58219341); Roberto Gagliardini (02-58219795); Ignazio Marino (02-58219468). Redazione: Marco Capisani (02-58219235); Francesco Cerisano (02-58219333); Luigi Chiarello (02-58219226); Elena Galli (02-58219589); Massimo Galli (02-58219588); Emilio Gioventù (06-69760851); Silvana Saturno (02-58219378); Andrea Secchi (02-58219251); Simonetta Scarane (02-58219374); Francesca Sottilaro (02-58219232); Roxy Tomasicchio (02-58219335). Segreteria: Manuela Bettiga (Milano); Anna Cioppa e Flavia Fabi (Roma)

Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)

ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano con Bernago (Mi) - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Via Omodeo, Elmas (Cagliari).Concessionaria esclusiva per la pubblicità:Class Pubblicità SpADirezione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1Class Roma: Roma, Via Santa Maria in Via 12 - tel. 06 69760855 Presidente: Angelo Sajeva. VP Sales: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Direttore Commerciale: Stefano Maggini. Per informazioni commerciali: [email protected]

Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.

Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea.

ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 7397 del 10/12/2012

114111098121100105098105054051


Top Related