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Page 1: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

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Stanno diventando retoriche le frasi famose che si elevano nel corridoio dei ‘passi perduti’ di Montecitorio. ‘Moriremo Dc’ non sarà l’ultima. Nasce nell’alveo più sensibile e

meno clericale della sinistra italiana quali La Repubblica di De Benedetti, LA7 con Gad Lerner, Il Fatto quotidiano dell’ineffabile Travaglio. Tremano e hanno veramente paura di morire Dc o fanno semplicemente scongiuri? Il riferimento alle radici culturali e allo stile del premier Letta è più che evidente. Egli risponde elegantemente con la felice intuizione di portare in ritiro tutti i componenti del Consiglio dei Ministri in una abbazia della Toscana mentre a Roma continua la guerra trasversale tra le varie correnti del Pd e del Pdl.Giorgio Napolitano, a dispetto delle sue origini, per ragioni di equilibrio di carattere internazionale e per la consapevolezza che il ricorso anticipato alle urne determinerebbe incalcolabili danni alle istituzioni e alla economia del Paese, difende , a spada tratta, il suo governo unico possibile. Oltre il dibattito sui temi che scottano, (Imu, lavoro, Disco verde, nuova legge elettorale….) incombe un momento di crisi rovinoso e senza scampo.Spunta anche la figura di Giulio Andreotti, recentemente scomparso, all’orizzonte di ‘moriremo Dc’ dalla quale Dc più che morire, imparare. Brevemente, per nomi e periodi, ne indichiamo il cammino tutt’altro che malato. De Gasperi e la ricostruzione, Fanfani e l’apertura a sinistra, Moro e il compromesso storico con il Pci. È vero. Andreotti non ha determinato le grandi svolte (scelta occidentale, Unione Europea…) ma ha offerto la sua capacità di gestire la politica nel quotidiano. Si può dire che egli abbia tessuto la trama della Prima Repubblica. Quarant’anni della nostra storia. Nel caso Moro sostenne la linea della fermezza. Oggi quasi tutti gli storici gli riconoscono il merito della sconfitta irreversibile delle Brigate Rosse. Forse la parte più fragile e controversa è costituita dalla sua corrente siciliana “in odore di mafia”. È il Presidente Napolitano che afferma “sarà la storia a delineare il quadro, anche perché sulla vicenda non mancano opinioni diverse tra altissimi esperti della magistratura”. Di fatto nel processo di Palermo non ci fu né assoluzione né condanna ma prescrizione. Tuttavia l’opinione pubblica, inopinatamente, lo condanna. Ma ora torniamo a Enrico Letta. Dopo il ritiro nella Abbazia di Spineto, descrive il programma dei primi cento giorni in dieci punti: stop ai comizi dei ministri, prima il decreto Imu poi, subito dopo, piano lavoro. Urge far camminare la politica sulle coordinate dell’emergenza economica e delle riforme istituzionali. “Qui vinciamo o perdiamo insieme”.C’è chi commenta che in due settimane non si cancellano venti anni. Anche questo commento rivela un’inconscia nostalgia della Prima Repubblica e di chi sappia tenere, con pazienza e sapienza politica, i fili della “ricostruzione”.

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Moriremo Dc?

Cavalieri grazie a un “barbone”

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Venerdì 3 e sabato 4 maggio i 12 vescovi delle Marche, guidati dal presidente della Confe-renza episcopale della regione, nonché arcivescovo di Fermo, monsignor Luigi Conti han-no incontrato Papa Francesco per la tradizionale Visita ad Limina Apostolorum.

Nelle pagine interne riportiamo le interviste ai Vescovi di Pesaro, Fano e Urbino che illustrano gli argomenti trattati con il Santo Padre.

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Socio Politico 19 maggio 2013 3amicoil nuovo• •

“In questa cattedrale siamo stretti attorno alle salme dei nostri fratelli - spiritualmente anche a chi è ancora disperso - per pregare il Signore della vita

affinché le loro anime immortali siano accolte nella luce senza fine”: con queste parole di speranza nella vita eterna, il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha aperto nella cattedrale di S. Lorenzo, l’omelia della messa di esequie per le vittime della sciagura nel porto della città. Dopo aver rivolto un pensiero di saluto ai familiari delle vittime, al presidente della Repubblica e a tutte le autorità presenti alla liturgia, al gran numero di persone dentro e fuori la cattedrale,

il cardinale ha proseguito richiamando l’essenza della fede cristiana: “la morte non è l’ultima parola su questo fragile tempo. La parola definitiva è la vita eterna, là dove incontreremo Dio e i nostri cari nell’abbraccio del suo amore; in Lui ritroveremo tutto il bene che abbiamo seminato nei giorni terreni”. Nella prospettiva dell’eternità, ha poi sottolineato “i legami d’amore e di amicizia, i doveri quotidiani, gli ideali nobili e veri per i quali spendiamo intelligenza e cuore, tempo e fatica, tutto è sottratto alla morsa del nulla e rimane per sempre”.

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Settimana sociale: famiglia e lavoro alleanza non conflittoTra famiglia e lavoro non vi deve essere conflitto. Al

contrario, i due termini richiamano un’alleanza: senza lavoro è difficile formare e mandare avanti

una famiglia, la quale, d’altra parte, ha esigenze che non possono essere lasciate in secondo piano. A questo binomio dedicherà una specifica attenzione la prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani (Torino, 12-15 settembre 2013), come già si riscontra nel Documento preparatorio. Su “Famiglia e lavoro, luoghi generativi di cittadinanza e futuro” si è concentrato ieri a Lamezia Terme l’ultimo dei seminari in preparazione all’evento torinese, promosso dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali e dalla diocesi locale. Famiglia e lavoro sono due parole che “si rafforzano reciprocamente”, “due pilastri decisivi della

nostra società, fondamenta costituzionali del vivere civile”, ha esordito Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, ricordando che “siamo una Repubblica fondata sul lavoro”, il quale è “fattore di cittadinanza”. Ma, al tempo stesso, “la Costituzione riconosce la famiglia: non la istituisce, l’ha già di fronte a sé e non può modificarne la natura”. Riconosce la famiglia fondata sul matrimonio, che richiama il “dono della maternità”, ha precisato, nel saluto iniziale, il vescovo di Lamezia monsignor Luigi Antonio Cantafora. Perciò, rispetto alle “acrobazie di pensiero” che in questi anni si vanno sperimentando, “la realtà - ha sottolineato il vescovo - è un’altra”, fatta dell’unione tra un uomo e una donna. “Fare famiglia - ha aggiunto Belletti - significa fare

società: quando ci si sposa si cambia stato civile”. Dunque, se la famiglia ha un valore pubblico, il lavoro deve tenerne conto, e “il suo valore economico non è svincolato dal fatto che i lavoratori sono persone che vivono in famiglia”. Con il loro stipendio non mantengono solo se stessi e, nel corso della giornata, hanno obblighi che travalicano la dimensione lavorativa, che siano uomini o donne, operai o dirigenti. No, dunque, a riunioni di lavoro che cominciano dopo le cinque di pomeriggio, come peraltro è già prassi in altri Paesi europei, ha suggerito il presidente del Forum, inquadrando il rapporto famiglia-lavoro in una “nuova alleanza tra famiglia e società”.

a cura di Francesco Rossi©riproduzione riservata

35 ANNI FA UCCISO DALLE BRIGATE ROSSE

La lezione di Aldo MoroGovernare la complessità

FUNERALI DI GENOVA: CARD.BAGNASCO

“Tutto è sottratto alla morsa del nulla”

I l 9 maggio del 1978, 35 anni fa, fu ucciso dalla Brigate Rosse, dopo una lunga prigionia, il presidente della Democrazia Cristiana. Ai

suoi tempi la grande questione era l’assenza di alternanza. Oggi, dopo vent’anni di alternanze inconcludenti, siamo alla ricerca della stabilità. E così ritorna il tema della complessità, constatato il fallimento della logica binaria e contrappositiva in cui siamo immersi

Sono passati 35 anni, lo spazio di una generazione matura. Eppure l’anniversario dell’assassinio di Aldo Moro, il 9 maggio del lontano 1978, ce lo fa ancora più presente, in questo momento di transizione. E non solo perché da 35 anni si continua a discutere della sua morte, uno dei più eclatanti omicidi politici consumati nelle democrazie occidentali dal secondo dopoguerra. Sono state scritte biblioteche sui misteri d’Italia e ancora se ne parla appassionatamente, anche se forse la verità è proprio quella, orrenda e banale che è stata oggetto di più di una sentenza.Ma oggi, in un momento di passaggio, di cambiamento, di crisi, di incertezza è piuttosto sulla sua vita politica che vale la pena di tornare a ragionare. A partire da un paradosso. Ai tempi di Moro la grande questione era l’assenza di alternanza. Oggi, dopo vent’anni di alternanze inconcludenti, siamo alla ricerca della stabilità. Che è il vero problema dell’Italia, un problema di sostanza, e non di forma del sistema politico, un problema che non può essere risolto con l’ingegneria istituzionale, con

le formule e i sistemi elettorali, ma con la capacità e la qualità dei politici. Ecco allora la lezione di Moro che sinteticamente si può definire la disponibilità e la capacità a fare i conti con la complessità, con le contraddizioni della storia, secondo una linea attenta a cogliere (e intervenire) sui cambiamenti. Che è poi la prospettiva della Democrazia cristiana, la sua eredità migliore, ormai ad oltre vent’anni dalla sua dissoluzione.Della Dc, che ha saputo guidare e interpretare, Moro ha sempre puntato a promuovere l’unità, ma anche l’iniziativa. Serviva persuadere, coinvolgere, responsabilizzare, con pazienza e determinazione. Così sono rimasti famosi i suoi discorsi lunghissimi, come quello di sei ore al congresso di Napoli, per portare la Dc unita al governo di alleanza con i socialisti nel 1962. Ecco allora le sue formule apparentemente oscure e contraddittorie, come le famose “convergenze parallele”: il non-senso geometrico serviva per spiegare l’alleanza tra diversi che tali rimanevano, ma dovevano collaborare. Sembra il contrario delle regole della comunicazione che oggi imperano, per cui tutto si consuma in un tweet. Ma la suggestione deve essere raccolta, per costruire strumenti e prospettive nuove. Perché oggi ritorna il tempo della complessità, constatato il fallimento di una logica binaria, contrappositiva in cui siamo immersi. “Studiare Aldo Moro per capire l’Italia” è intitolato il convegno storico che accompagna l’anniversario. Padroneggiare la complessità oggi è indispensabile per governare. Si parla infatti di “multi level

governance”, cioè si constata, in Europa, che esistono molti livelli di azione di governo, che devono essere tra loro coerentemente gestiti. E non solo molti livelli in senso verticale, dal locale al sovra-nazionale, ma anche sul piano orizzontale, quello che

articola pubblico, privato e privato–sociale. Per rispondere adeguatamente a un pressante bisogno di rappresentanza, così come di efficacia e di efficienza.

Francesco Bonini©riproduzione riservata

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19 maggio 20134 amicoil nuovo• •

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19 maggio 2013 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

Milano – Sì, valeva la pena raccogliere adesioni – Nella parrocchia di San Protaso, prima periferia del ca-poluogo, volontari in azione sin dalla Messa prefestiva del sabato. E poi, avanti per tutta la giornata di domenica. Per il parroco, don Paolo Zago, nessun problema dalla conco-mitanza con le prime comunioni. “Abbiamo ricevuto firme di persone da Catanzaro, Modena, Trento, venute qui per la cerimonia, anche se molti erano già a conoscenza dell’iniziativa”, racconta il responsabile della Caritas

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Roma – Tanti mettono la firma – Tra i palazzi rossi e i colli che si scorgono in lontananza in una domenica di sole incerto, il via vai è intenso nella chiesa romana intitolata alla Beata Teresa di Calcutta. È un giorno di prime comunioni, e nel prefabbricato che è la parrocchia, situata al termine di una strada senza uscita a Ponte di Nona non c’è posto a sedere per tutti. Eretta canonica-mente nel 2005, la chiesa situata nella periferia Est della capitale è uno scheletro di lamiere e neon, ma i bambini vestiti di bianco sfilano composti, accolti dai canti e dalle

chitarre, ciascuno con una calla in mano.*****

Arezzo – La partita è iniziata famiglie all’attacco - Nella parrocchia di Sant’Agnese in Pescaiola è già stato fischiato il calcio d’inizio. Il parroco, don Severino Bernar-dini, ama la metafora calcistica: “Alzate lo sguardo, non guardate solo il pallone che avete tra i piedi ma osservate il piazzamento in campo dei vostri compagni di squadra, così da aiutare chi è in difficoltà e per passare la sfera a chi è libero e realizzare un goal”. E questa volta, bisogna fare goal per l’embrione, il più piccolo della squadra, il più indifeso.

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Roma – C’è tanta sensibilità...ora ci vogliono le firme – Nella parrocchia romana di S. Barnaba Apostolo, lungo la via Casilina, l’animazione è curata dal Movimento per la Vita e dall’Azione Cattolica. Il parroco, padre Mario Trainotti, assicura: “Daremo un avviso durante tutte le celebrazioni di domenica 12 maggio e i volontari saran-no presenti a raccogliere le firme alle porte della chiesa.

Sono convinto che ci sarà una buona risposta da parte dei fedeli, perché il tema della vita è molto sentito”

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Lecce – I volontari scaldano le penne per firmare – La parrocchia leccese di Sant’Antonio a Fulgenzio si è mobilitata per il 12 maggio. Una preparazione cominciata tempo fa, con la formazione dei volontari e dei parroc-chiani e che proseguirà fino a novembre coinvolgendo anche la comunità islamica cittadina. Un esempio di sinergia sui valori della vita e del rispetto umano. Il lavoro prezioso di coordinamento dell’Azione Cattolica.

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Montoggio – L’embrione interroga tutti – Nel-l’entroterra genovese, don Piero Pigollo, parroco di san Giovanni decollato, farà tutto il possibile con i suoi duemi-la abitanti nella raccolta di firme per la campagna “Uno di Noi”. E afferma: “Non è qualcosa che interessa solamente i cattolici, dovrebbe riguardare tutti gli uomini di buona volontà. Speriamo che sul sagrato si fermi anche gente non credente e non praticante”

PARROCCHIA PER LA VITA – BREVI DALLE DIOCESI

Marcia per la vitaQuesto il coro che domenica 12 maggio, ha animato i partecipanti della terza

edizione della Marcia per la vita. In quarantamila hanno sfilato dal Colosseo fino a Castel Sant’Angelo, per poi portare il loro saluto a Papa Francesco.

Associazioni cattoliche e non, famiglie e giovani provenienti da tutte le parti d’Italia, e del mondo, hanno marciato per le vie di Roma per “difendere i diritti di chi non ha voce”.

“La nostra marcia - ha dichiarato la portavoce Virginia Coda Nunziante - è quella di un popolo che vuole infondere nuova vita in una società che si decompone e muore”. “La legge 194, a favore dell’aborto, approvata in Italia 35 anni fa, ha causato la morte di quasi 6 milioni di bambini - ha continuato -, oggi noi siamo qui anche per loro, affinché venga perseguita dai governi di tutta Europa una scelta di civiltà”.

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Non ho mai sentito una donna dire: “Aspetto un embrione”. Per quanto inaspettato o addirittura indesiderato, diciamo: “Aspetto

un figlio”. Perché quella è la realtà che inizia, che nasce dentro un’altra (da cui in greco il verbo en-bruo, che origina la parola embrione). Si chiama figlio. Ovvero la prima parola con cui noi esseri umani veniamo indicati da chi ci ha concepito. Prima ancora del nome proprio. La prima parola. La parola dell’inizio umano. Non si dice “aspetto una cosa”, ma “aspetto qualcuno”. Non ho mai sentito una donna dire diversamente. Perché l’esperienza, quel che dovrebbe guidare la ragione, indica con chiarezza fin nelle parole di cosa si tratta. Nell’inizio c’è tutto.In ogni inizio c’è in nuce tutto quel che si svilupperà da quel seme. Avviene così per le piante, per gli uomini. Avviene così anche per i personaggi teatrali o cinematografici. Quando appare Amleto sulla scena o quando compaiono certi attori di memorabili interpretazioni, nella prima battuta o gesto è contenuto tutto lo sviluppo del personaggio. Per questo l’inizio è delicato e importante. C’è in gioco già tutto. Per questo non tutelare l’inizio non è solo una spaventosa dimenticanza di qualcosa, anzi, di qualcuno che già c’è, che già entra in scena, ma una amputazione di futuro.Nel negare diritto di esistenza all’inizio, si compie una negazione di ogni diritto

successivo. Il diritto all’inizio è l’inizio dei diritti. La negazione del diritto a nascere non è solo negazione dei capelli, delle labbra, dei baci, del dolore, dell’amore, del sangue, e nervi e muscoli che saranno, non solo nega il personaggio alla scena, la sua unica e irripetibile parte nella scena del mondo, ma anche negazione di tutti i diritti.In quel che non chiamiamo cosa, ma figlio quando è nella nostra carne, nel nido del nostro ventre e invece, con orrendo spostamento lessicale, con assassinio nelle parole, chiamiamo “embrione” come un oggetto, quando vogliamo allontanarlo, tenerlo là nel bidone, o nel bidone o cloaca gettarlo, “cosandolo”, “reificandolo” nel nome prima ancora che nell’atto di spegnerlo. Perché si può forse accettare di spegnere un embrione, ma un figlio...La violenza, come insegna la storia, inizia nelle parole. Nel cambiare il nome alle persone. Le menzogne antropologiche agiscono sul linguaggio, cioè sulla conoscenza. Le parole che si nutrono di vita, di esperienza sono continuamente contrastate dalle parole che si nutrono di ideologia, di astrazione. È qui che si ha per così dire la negazione dell’inizio degli inizi. Del primo elementare modo per indicare, per prender atto della realtà che abbiamo di fronte. Se lo chiamiamo embrione invece di figlio (se pur nella nostra pancia, nella carne di chi amiamo, o della carne in cui siamo stati, noi stessi fin da subito “figli”,

chiamati così e non in altro modo da chi ci ha generati) si può come indossando un guanto o una pinzetta, una lontananza disinfettante, manipolare, eliminare.Se lo chiamiamo ebreo o negro o zingaro invece di Joseph, Amin o Ruben è più facile trattarlo a parole o nei fatti in modo brutale o violento. Se lo chiamiamo embrione è più facile dire che non ha diritti. Ma qui, tra le parole della vita, non lo chiamiamo così. Lo chiamiamo figlio, e in questa parola dolce e tremenda, come primo nido tremante dell’esistere, nascono tutti i diritti. A un figlio - addirittura - siamo disposti a riconoscere più diritti del necessario, di solito. Perché è il futuro, perché è fragile, perché lo amiamo più di noi stessi. E invece se lo chiamiamo in

un altro modo? Il diritto all’inizio è nido, paglia, abbeveratoio, radice e bacio di tutti gli altri diritti. Affermare questa cosa che oggi sembra rivoluzionaria è affermare un principio di realtà. Affermare una esistenza, una entrata in scena che merita attenzione almeno come e quanto i problemi che può portare con sé. Essendo una battaglia per l’inizio di tutti i diritti non è una battaglia contro nessun altro autentico diritto. Anzi diventa la affermazione che li fonda tutti, altrimenti sarebbero affermati - come ora avviene spesso - su un grande vuoto, su una tremenda ombra. Perciò l’affermazione che è uno di noi è linfa vitale per ogni vera passione per tutti i reali diritti.

Davide Rondoni© rIProDUZIoNE rISErVATA

Una donna non dice: “Aspetto un embrio-ne”. Dice: “Aspetto un figlio”. E affermandolo spalanca le porte ad una storia irripetibile

che contiene in sé tutto un mondo di dirit-ti e lo stesso inizio del diritto. A un figlio - addirittura - siamo disposti a riconoscere

più diritti del necessario. Perché è il futuro, perché è fragile, perché lo amiamo più di noi stessi

La campagna ‘’Uno di noi’’Nel chiamarlo figlio nascono tutti i diritti

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Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

Regione PRovincia 19 maggio 2013 7amicoil nuovo• •

Cesare Ceccolini, ancora un pezzo di strada insieme Gent.mo Direttore e redazione de “Il Nuovo

Amico”, anche se in ritardo, mi aggiungo anch’io alle tante testimonianze giunte alla

vostra redazione, per ricordare la figura di Cesare Ceccolini, il Diacono recentemente scomparso dopo breve malattia. Voglio portare la mia modesta testi-monianza perché anch’io l’ho conosciuto. Conobbi Cesare nell’agosto 1981 ad un campo-scuola a Pu-gliano di Montecopiolo, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana, per giovani e giovanissimi. En-trambi eravamo addetti alla “cucina”per la prepa-razione dei pranzi e cene per i ragazzi del campo-scuola. Non ci volle molto, scoprire quale persona “speciale”fu Cesare! Un “piccolo grande uomo!”. I ricordi sono tanti e un semplice foglio non basta per raccontarlo! Mi colpì il suo sorriso dolce e buono, l’umiltà nel servizio che svolgeva e la gran capacità d’attenzione e accoglienza verso gli altri! Generoso,

premuroso e disponibile sempre e con tutti! Una speciale attenzione era per i giovani e i ragazzi. Non dimentico la quotidiana testimonianza di una fede autentica e vera e di profonda carità cristiana quel-la del Vangelo!..Sono contento di averlo conosciuto, e lo ringrazio per il dono della sua fraterna amici-zia! Il Vescovo (nell’omelia di commiato) ha detto che tutte le persone che l’hanno conosciuto, hanno fatto un pezzo di strada insieme, nel pellegrinaggio della vita, per raggiungere la meta! Dal Paradiso, dove certamente egli si trova ci aiuterà e proteggerà sempre.

Aurelia Costantini Iacopini***

Gentile signora Aurelia, ci sentiamo in dovere di proporre ai nostri lettori que-sta sua breve ma sentita testimonianza, nonostante l’abbondanza di articoli e lettere già pubblicate dal nostro giornale in ricordo di Cesare Ceccolini. In tanti, come lei dice, hanno “fatto un pezzo di strada insie-me a lui” e siamo certi che tante persone ancora oggi, a distanza di oltre un mese dal suo ritorno al Padre, gradiranno compiere ancora un altro piccolo pezzo di strada insieme a Cesare grazie a questo suo delicato ricordo.

La redazione© RIPRODUZIONE RISERVATA

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“Internet mi collega con il mondo”. La risposta è: “Ma se non sopporti nemmeno

il vicino di pianerottolo …”. Enrico Mentana ha chiuso il suo spazio su Twitter: troppi insulti e spesso gratuiti. Altri si stanno allontanando dal Web. Il problema è che solo il fatto di possedere un computer ed un collegamento autorizza anonimi interlocutori ad offendere e seccare il prossimo. Anche i telefoni permettono l’anonimato, ma per fortuna gli apparecchi di ultima generazione mettono subito in mostra il numero del chiamante. Se appare la scritta numero privato è opportuno riattaccare. Può essere solo un Call center o un seccatore. Io voglio vedere chi mi chiama. Ad esempio sono iscritto a Facebook perché sullo schermo appare il nome e il volto di chi mi manda un messaggio. Di fronte a “Rosy ‘90” ed un disegnino manga tolgo l’amicizia e Rosy non mi disturba più. Di fronte ad una lettera anonima (ma il Web le ha rese obsolete) si usa il cestino della carta straccia, di fronte ad una telefonata anonima si riattacca senza commenti, di fronte al matto che ti inveisce contro in via Branca ci si allontana velocemente. Non si capisce perché si debbano sopportare le offese via Internet. E’ allora opportuno utilizzare tutti i modi possibili per evitare di essere disturbati più del necessario, serve un filtro per eliminare le impurità.Internet mi collega col mondo, purtroppo collega anche il mondo con me, questo è il guaio.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Facebook Twitter ed altri

Alla fine ha vinto la solida-rietà ma rimane comun-que l’amaro in bocca per l’ennesimo episodio di

pregiudizio nei confronti di uno studente disabile. La vicenda ha per protagonista Manuel De Mar-ch, giovane diciassettenne di Fano affetto da sindrome di Down e già agli onori della cronaca per recenti e analoghi episodi di discrimina-zione. Questa volta i fatti risalgo-no allo scorso 10 maggio. A Fal-conara (AN) sono in programma le finali regionali di tiro con l’arco nell’ambito dei giochi sportivi stu-denteschi 2012/2013. L’evento è promosso dal Miur (Ministero del-l’Istruzione) ma rientra anche nel calendario della Federazione Italia-na Tiro con l’Arco - (Fitarco). Tra gli oltre cento ragazzini iscritti c’è anche Manuel De March che, nella medesima competizione nel 2011, aveva ottenuto un sorprendente secondo posto tra coetanei nor-modotati. Questa volta Manuel è atteso al varco. Qualcuno infatti ha già deciso che per lui “quella gara non s’ha da fare”. «Trentasei ore prima - racconta mamma Romina - ci arrivano alcune telefonate infor-mali per dissuadere mio figlio dal partecipare. Ci dicono che la sua

presenza rischierebbe di far annul-lare la competizione. Di recente infatti i regolamenti della Fitarco prevedono il divieto per i Down di gareggiare insieme ai normodota-ti. Una norma che tuttavia sembra in conflitto con i regolamenti del Miur che prevedono invece la pos-sibilità per gli alunni disabili a par-tecipare a tutte le discipline sporti-ve dei giochi studenteschi”.Manuel tuttavia non si tira indietro e si presenta con la sua famiglia al torneo. Scatta subito la solidarietà

di tutti gli studenti, insegnanti e dei delegati dell’Ufficio scolastico pro-vinciale di Pesaro e del Miur. Il giu-dice Fitarco però, regolamento alla mano, esclude Manuel dalla gara. Sono momenti concitati. Romina è determinata e con Manuel sono pronti ad invadere il campo. C’è chi pensa di avvisare i carabinieri. Alla fine il giudice cede e prova la strada del compromesso: Manuel potrà tirare ma da solo, nell’attiguo campetto di calcio. Il paglione del bersaglio è già sistemato ma que-

sta volta ad opporsi sono i giovani arcieri coetanei di Manuel. «O si tira tutti insieme o nessuno». Sta-volta è fatta. Il paglione viene siste-mato accanto agli altri ma a qual-che metro di distanza. Scoccano le frecce. Manuel gareggia in squadra con altri due atleti e non ne sbaglia una. I suoi centri lo portano nuo-vamente sul podio e, al momento della premiazione, gli applausi sono tutti per lui. Il braccio di fer-ro con Fitarco non è ancora fini-to. «Abbiamo fatto un altro passo - commenta con amarezza Romina – ma rimane la distanza mentale simboleggiata da quel bersaglio sistemato a “debita sicurezza”. Noi continueremo a batterci per vede-re riconosciuto il diritto di tutti i disabili ad un trattamento di pari opportunità».

Roberto Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

PROVANO AD ESCLUDERLO DAI GIOCHI STUDENTESCHI MARCHIGIANI

Niente gare perché è DownManuel però vince lo stesso

lA VicenDA A fine dicembre 2012 Il Nuovo Amico e Avvenire (seguiti poi da altri giornali locali) pubblicavano la storia di Manuel March che da mesi lotta per veder riconosciuto il proprio diritto a gareggiare nel tiro con l’arco, insie-me a normodotati. Manuel è sostenuto anche da Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e Aipd (Associazione Italiana Persone Down). Ad oggi la disciplina del tiro con l’arco è interdetta agli atleti Down “perché – spiega Fitarco - si tratta di è una disciplina potenzialmente pericolosa e i disabili intellettivi non sarebbero coperti da nessuna assicurazione in caso di incidente”. C’è da aggiungere però che Manuel ha già una assicurazione specifica con la Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale).

Incontri, cinema, musica, teatro, percorsi d’arte e bellezza, esperienze di

integrazione e cittadinan-za. Dalla costa all’entro-terra marchigiana, dal 18 al 26 maggio, un ricco pro-gramma di eventi culturali ideato dall’Università per la Pace, associazione nata nel 2009, per promuovere lo sviluppo di una cultu-ra della pace e del rispetto dei diritti umani. “Come le guerre non scoppiano a caso, ma sono il risultato di una serie di processi degenerativi purtroppo spes-so non compresi e non interrotti, così se vogliamo davvero la pace, dobbiamo co-struirla con tenacia, pazienza e amore”. A parlare è il presidente dell’Università per la Pace Mario Busti che aggiunge: “Per-corsi di arte e bellezza come esperienze di pace, è questo il nostro nuovo proget-to”. Prevista anche un’escursione natura-listica all’eremo Camaldolese di Monte Giove di Fano il 20 maggio, percorso alla scoperta della storia e della ricchezza ar-tistica e architettonica dell’eremo e della sua comunità monastica, e l’escursione ad Amandola del 25 maggio, con la let-tura di testi cristiani, islamici e laici lun-

go il sentiero che conduce all’Eremo di San Leonardo nella Gola dell’Infernaccio. Da segnalare anche gli in-contri della giornata finale del 25 maggio, a Senigallia, dove fra i vari eventi previ-sti, si svolgerà la tavola ro-tonda “Idee e proposte per rilanciare i temi della pace e del disarmo” con i sindaci di numerosi comuni, e l’ap-

puntamento a Pesaro, al Teatro Cinema Astra, nell’ambito della X edizione del-la Festa dei Popoli, dove, dall’esperien-za personale di Mohamed Ba, attore, scrittore e musicista senegalese, prende spunto lo spettacolo teatrale “Invisi-bili” che canta contraddizioni, sogni, speranze, dolori e gioie del continente, per arrivare a parlare di temi universa-li come quello dell’integrazione e della convivenza di culture diverse, senza tra-scurare l’importanza delle proprie radici. Il programma completo dell’iniziativa è pubblicato sul sito web www.assemblea.marche.it/pace e sul profilo Facebook dell’Università per la pace.

Cinzia Ceccaroli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vedi anche a pagina 16

FINO AL 26 MAGGIO LA RASSEGNA REGIONALE DELL’UNIVERSITà PER LA PACE

Se vuoi la pace prepara la pace

pelleGrinAGGio A MeDJUGorJe la parrocchia S. Maria Annunziata di Morciola organizza un viaggio a Medju-gorje, che si svolgerà dal 28/06/2013 al

03/07/2013. per informazioni telefonare al 333/9146787. organizzazione tecnica cac-tus Viaggi pesaro.

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 20138 amicoil nuovo• •

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è stata una giornata “bella” ed importante, quella che abbiamo vissuto presso il cinema di Lore-

to, il 14 aprile. E’ stata una giornata di fraternità e riflessione, in cui le

cellule parrocchiali di evangelizza-zione, provenienti da varie parti del centro Italia, hanno ascoltato Don Pigi Perini (presidente dell’Organi-smo Internazionale di Servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizza-zione) su storia, identità e missione delle Cellule parrocchiali di Evan-gelizzazione. E’ stata una giornata che ha contribuito al radicamento di una fede adulta e consapevole volta alla necessità, all’urgenza di essere testimoniata. Mons. Piero Coccia, Ar-civescovo di Pesaro, nel suo saluto di apertura richiama l’enciclica “Re-demptoris Missio” in cui il Pontefice Giovanni Paolo Il invita la Chiesa ad un rinnovato impegno missionario,

perché è proprio la missione che rin-nova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana:”la fede si rafforza donandola”. Gesù nel momento della Sua morte disse agli undici, la Chiesa di allora, “andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatu-ra” (Mc 16,15). Questo mandato è un comando, un dovere per la Chiesa di oggi ma anche di ciascun cristia-no (esortazione di Papa Paolo VI nel “Evangelii Nuntiandi”), ed i fedeli laici, proprio perché membri della Chiesa, hanno la vocazione e la missione di essere annunciatori di Vangelo, abili-tati ed impegnati dai sacramenti del-l’iniziazione cristiana (Christi Fideles Laici N° 33). “ Le comunità ecclesiali

devono collegarsi tra loro, scambiarsi energia e mezzi, impegnarsi ad evan-gelizzare”. E’ questo il senso profon-do della riunione di oggi, dice Don Perini. Ognuno di noi deve riscoprire il compito di essere evangelizzatore annunciando con fede che “ Cristo è risorto”. E’ questo l’annuncio che apre le porte alla speranza. Don Giu-seppe Fabbrini, pastore-guida delle Cellule Parrocchiali di Loreto, spiega che parlare di “ nuova evangelizza-zione” non significa ricominciare da capo, ma ritornare al vero significato delle parole del Vangelo e del Vange-lo testimoniato oggi. Ma, dove trova-re l’impulso, l’energia per questa alta finalità? E’ con il dono dello Spirito

Santo, con la preghiera, con l’acco-starsi all’Eucaristia che si intraprende il cammino. Dalla Messa alla Missio-ne, scrive Don Gino Rossini, pasto-re-guida delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione del centro storico, in una delle sue catechesi. Nel pome-riggio, dopo un simpatico momento conviviale, si sono formati gruppi di lavoro che hanno evidenziato varie realtà con iniziative, proposte degne di vivo interesse. E’ stata una giorna-ta di crescita, un tempo non perso, ma riempito di significati. La Cellula Parrocchiale di Evangelizzazione ha ulteriormente compreso il “senso” del suo essere tale.

Giuliana De Marchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL CINEMA LORETO ERA PRESENTE ANCHE DON PIGI PERINI

Incontro delle Cellule Parrocchiali del Centro Italia

SABATO 25 MAGGIO CONCLUSIONE DELLA 5^ EDIZIONE DEL “PRENDI E MANGIA”

P. Ricardo Perez sul libro dell’ApocalissePESARO – Giunge a conclusione sa-bato 25 maggio la 5^ edizione della rassegna biblica “Prendi e Mangia”. Alle ore 21.15, presso il Santuario della Madonna delle Grazie, P. Ri-cardo Perez, biblista presso la Pon-tificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma e collaboratore con p. Al-berto Maggi di Montefano al Centro

studi biblici “G.Vannucci”, illustrerà l’Apocalisse come libro cristiano di una visione profetica della storia. P. Ricardo sarà intervistato da Marco Di Giorgio, docente all’Isti-tuto di Scienze Religiose di Pesa-ro. “P. Ricardo – dice don Giorgio Giorgetti ideatore della rassegna biblica pesarese - ha una spiccata

sensibilità artistica e ci aiuterà a cogliere il messaggio quanto mai attuale di un libro che, a causa del suo uso polemico dopo la Riforma protestante, è stato tenuto lontano dalla liturgia e dallo studio mentre veniva utilizzato a piene mani da cosiddetti esperti dell’arcano e sen-sitivi di ogni genere”. Padre Ricar-

do è un biblista spagnolo e molto vicino alla sensibilità della lettura delle Comunità Ecclesiali di base dell’America Latina.La serata sarà aperta dalla lettura di alcuni passi con voce di Lucia Ferrati, accompagnata da brani di musica classica eseguiti dal Coro S. Carlo.

Si chiamano Danilo, Maria-chiara, Matteo, Laura e Agne-se. Sono alcuni dei giovani

pesaresi che hanno partecipato lo scorso fine settimana alla conven-tion promossa dai Giovani del Mo-vimento dei Focolari a Pesaro. Un incontro per parlare di responsabi-lità e declinarla nei vari ambiti del-l’agire sociale: dallo sport alla poli-tica, dall’economia al divertimento. “Quando vediamo gli altri – spiega Margherita che ha partecipato al workshop sui rapporti interperso-nali – è importante come li vedia-

mo: il nostro sguardo può cambiare le cose”. Tante le esperienze che i giovani provenienti dall’Emilia Romagna e dalle Marche si sono scambia-ti: Andrea ha condiviso il suo im-pegno, come volontario, presso il laboratorio San Martino e San Leonardo “quello che ricevo dai bambini è molto di più del sostegno che io do loro per aiutarli a svolgere i compiti”. Ci sono anche Stefano e Benedetta che raccontano l’avven-tura che portano avanti a Bologna con i loro amici: “ogni martedì an-

diamo in una casa-famiglia che ac-coglie mamme con i loro bambini; col tempo per noi è diventata dav-vero una casa; suore, educatori e noi volontari cerchiamo di costrui-re assieme alle madri il loro futuro, rendendole al tempo stesso capaci di prendersi cura di una casa e dei loro bambini”. Danilo ha raccontato una storia di fraternità tra giovani di Pesaro e studenti ortodossi del-la Romania: iniziata oltre 5 anni fa con l’accoglienza di una quindici-na di giovani rumeni che volevano partecipare alla ‘Pasqua cattolica’ a

Borgo Santa Maria, l’esperienza si è progressivamente allargata fino a concretizzarsi in meetings ecu-menici annuali al Centro Giovanni Paolo II di Montorso, che coinvol-gono ora anche anglicani dall’In-ghilterra e luterani dalla Svezia e dalla Danimarca. A Pesaro c’è an-che spazio per raccontare esperien-ze vissute dopo il terremoto che ha colpito la provincia di Modena lo scorso 20 e 29 maggio.Tanto l’entusiasmo che anima i 400 partecipanti; non mancano anche i momenti di dialogo, in piccoli grup-pi e in plenaria, per approfondire il tema della due-giorni marchigiana che vede come titolo “Responsa-bili OGGI del futuro”. A guidare il dialogo e il confronto fra tutti vi è il pedagogista Francesco Chatel “pri-ma di tutto dobbiamo sconfiggere le paure e le angosce; poi, per es-sere responsabili, dobbiamo essere un dono gli uni per gli altri”. Appare una sfida quella lanciata da Chatel, eppure i ragazzi ci stanno e cerca-no di mettere in pratica, attraverso piccoli gesti, le parole ascoltate.Anche il tempo atmosferico cam-

bia: la pioggia intensa lascia spazio al sole, quasi a testimoniare con dei segni esterni quello che sta ac-cadendo tra le mura dell’Hotel Baia Flaminia. E per ultimo, ma non di minor importanza, i giovani del Movimento dei Focolari hanno colto quest’occasione per sensibi-lizzare l’opinione pubblica – in sala vi erano anche alcuni politici – sul-lo United World Project, progetto a carattere mondiale che li vede impegnati nel promuovere la fra-ternità universale: da diversi mesi giovani di tutto il mondo stanno raccogliendo firme da presentare all’Unesco per chiedere che la fra-ternità universale diventi una ca-tegoria riconosciuta e sostenuta da un Osservatorio permanente che possa monitorare le azioni che ac-crescono il bene comune. Un altro tassello si è aggiunto in questi giorni. “La fraternità – com-menta, ritornando a casa, uno dei partecipanti – è un cammino che siamo chiamati a percorrere giorno dopo giorno”.

Tiziana Nicastro© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONVENTION DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI AL “FLAMINIO”

Ecco i giovani responsabili del futuro

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

Pesaro 19 maggio 2013 9amicoil nuovo• •

Brev

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pesa

resi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 19 MAGGIOSTRADOMENICA – La città si apre allo shopping, alla cultura, agli in-contri ed al tempo libero.Mercato in piazzale Carducci e mercatini dell’antiquariato in piazza del Popolo, via Rossini e piazzale Collenuccio.“L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMI-GLIA” – Da oggi a sabato prossi-mo adorazione eucaristica, nella chiesa di via della Maternità, con la parrocchia di Osteria Nuova di Montelabbate.LA DON BOSCO CUP – Si conclu-de oggi al Palasport di viale dei Partigiani con la cerimonia di premiazione. In primo piano, dal 16 maggio, i protagonisti dei vari concorsi di danza. Dalle ore 9.VISITE AL PALAZZO DUCA-LE – Previsti due turni: alle ore 9.45 ed alle 11.15. Prenotazioni: 338.2629372. Costo euro 5.IL VALICO DELLA SILIGATA – Mo-stra fotografica a Fiorenzuola di Focara. Fino al 9 giugno. Tutti i giorni, dalle ore 10 alle 20.WEEK-END GASTRONOMICI – Sono aperti, oggi, i seguenti ri-storanti: Dall’Amico (Montecalvo in Foglia), Pitrok (Fossombrone), Antica Trattoria (Sant’Andrea in Villis di Fano), La Taverna di Figaro (Belforte all’Isauro), Magda (Nova-feltria), La Fonte (Colombarone di Pesaro).AL POZZO DI SICAR – Oggetto di approfondimento: “Un amore

donato fino alla fine” e “Shalom, pace del cuore”. Villa Borromeo, via Avogadro 40. Info: Margherita Di Giorgio (0721/32392). A TUTTO JAZZ – “Clarissa Vichi trio” in concerto. Piazza Valbruna di Gabicce Monte. Ingresso libero. Ore 18.IN CATTEDRALE – Santa Messa Pontificale presieduta dall’Arcive-scovo. Ore 18.30.

LUNEDI’ 20 MAGGIOTORNEO DI BURRACO – Nella sede del Centro socio-culturale “Maria Rossi” ( via Toschi Mosca 20 ). Dalle ore 16.MILIZIA DELL’IMMACOLATA – In-contro di preghiera e di forma-zione nella chiesa dei Cappuccini (ore 16.15). Domani, martedì, nel-la parrocchia San Pietro in Caliba-no di Villa Fastiggi. Ore 21.LABORATORI PER BAMBINI – Nel Centro arti visive Pescheria. Oggi alle ore 17. Anche sabato prossimo alla stessa ora. Info: 329/7236551.

MARTEDI’ 21 MAGGIO“TERRITORIALMENTE” – Sportello informativo nella sede del CIF, in via Branca 29. Dalle ore 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30 per infor-mare la cittadinanza sull’esistenza e sull’accesso ai servizi formali ed informali presenti sul territorio.PRO IOPRA – Torneo di burraco, a Palazzo Gradari, promosso dal CIF comunale. Ore 16.NELL’UNILIT – Conversazione di don Giorgio Giorgetti: “Il messag-

gio del Vangelo di Luca”. Sala San Terenzio. Ore 16.AL “SOLARIS” – Sullo schermo: “Glia anni ’70 e oltre. Nuovi lin-guaggi del cinema popolare” e “Gli anni ’80. Cinema e protesta in giro per il mondo”. Ore 21.

MERCOLEDI’ 22 MAGGIOBENESSERE PSICOLOGICO POST- NATALE – Conversazione di Laura Mulazzani. Nella Sala del Consi-glio provinciale (viale Gramsci, 4). Ore 16.30.CARNEVALE DEI RAGAZZI – In-contro conclusivo della 56^ edi-zione presso il Ristoro ODA. In via del Teatro. Ore 20.

GIOVEDI’ 23 MAGGIO“MINIOLIMPIADE” – Dalle ore 14.30 presso il Campo scuola di via Respighi. A cura dell’Associa-zione sportiva dilettantistica “Pe-saro Gymnasium” per gli alunni del secondo ciclo della scuola primaria.INCONTRO CON IL DIFENSORE CIVICO – Il dottor Benedetto Pan-sini propone: “La difesa dei diritti del cittadino, della persona”. Nel-la sede del Centro socio culturale Maria Rossi. Ore 16.30.

VENERDI’ 24 MAGGIOVISITA CULTURALE – A Campaldi-no (Arezzo) – Castello di Poppi. Vi-sita guidata dal professor Angelo Chiaretti. Con l’UNILIT. Partenza alle ore 8.“L’ORIGINE DEL MONDO” - Per

“Teatroltre” con Lucia Calamaro. “Sperimentale”, via Rossini. Ore 20.30.“IL FILOSOFO E LA NATURA” – Conversazione di Antonio Pascale su “La manutenzione della cultu-ra”. Presenta e modera il profes-sor Mauro Bozzetti. A cura del-l’Associazione “Lupus in fabula”. Biblioteca San Giovanni, ore 21.NEL TEATRO ROSSINI – “Over tour” con Max Gazzè. Rita Mar-cotulli e Roberto Gatto. Concerto fuori abbonamento. Ore 21.15.

SABATO 25 MAGGIO “PRENDI E MANGIA” – “Apocalis-se”. Nella chiesa Santa Maria delle Grazie. Ore 21.15. Padre Riccardo Perez con don Marco Di Giorgio. Andrès Langer (piano) e Ilario Bag-gini (fiati e percussioni). Voce nar-rante: Lucia Ferrati.

GENZIANELLA VIAGGI – Massacci Tours 63044 Comunanza (AP)PARROCCHIA S. FRANCESCO D’ASSISI ( CAPPUCCINI) – 61122 PESARO

PELLEGRINAGGIO A LOURDES - 19-25 AGOSTO 2013 Lunedì 19 AgostoOre 05.45, partenza dal Campus Scolastico – 5 TORRI Pranzo al sacco a carico dei partecipanti. Arrivo a NÎMES (Francia). Sistema-zione in Hotel, cena e pernottamento.Martedì 20 Agosto Dopo la prima colazione, visita alla Città di NÎMES. Pran-zo in Hotel. Nel primo pomeriggio partenza per Lourdes.L’arrivo è previsto per le ore 19.00 circa. Sistemazione in Hotel, cena, visita alla Grotta e pernottamento.Mercoledì 21 Agosto Permanenza a Lourdes. Partecipazione alle varie ce-lebrazioni del Santuario.Giovedì 22 Agosto Fiaccolata, Via Crucis, Santa Messa alla Grotta. Celebra-zione anniversari di Venerdì 23 Agosto Matrimonio. Partecipazione alla Messa Internazionale nella Basilica di San Pio X. Bagno nelle piscine. Dopo cena, preghiera del Santo Rosario alla Grotta.Sabato 24 Agosto Pranzo lungo il viaggio. Cena e pernottamento a NIZZA.Domenica 25 Agosto Dopo la prima colazione, partenza per GENOVA e vi-sita della città. Dopo pranzo, partenza per PESARO. Il rientro a PESARO è previsto per le ore 23.00 circa Avvisi1. La quota individuale di partecipazione è di €. 515,00 (Hotel a 3 Stelle) e comprende: dalla cena del 19 Agosto al pranzo del 25 Agosto. Sono escluse: bevande, visite ai Musei ed eventuali escursioni.2. Portare la TESSERA SANITARIA. 3. CARTA DI IDENTITÀ in corso di validità o passaporto.4. Alla prenotazione si versano €. 200,00. Il resto: 20 giorni prima della partenza.5. Le iscrizioni si chiudono alla fine di GIUGNO ad esaurimento di posti. 6. I posti in pullman vengono assegnati dagli organizzatori.7. Camera singola € 175,00 a persona8. Per info e iscrizione rivolgersi a: P. Fabio Ottaviani: Tel. 333.6440840 - Parrocchia S. Francesco d’Assisi - Cappuccini – Pesaro: tel. 0721.412840- GENZIANELLA VIAGGI (Fuori Pesaro:Franco Massacci): Tel. 0736.844677Preghiamo di essere puntuali negli orari.

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PESARO – Si chiamano saturime-tri o pulsossimetri e consentono il monitoraggio dei parametri vitali del neonato e del bambino. Ecco l’ultima donazione dell’associa-zione “Renato è” che dopo aver contribuito, insieme all’AIL, ad acquisire uno strumento di ulti-ma generazione destinato al La-boratorio Analisi, torna con una iniziativa autonoma a favore della Pediatria del presidio San Salvato-re di Pesaro dell’azienda Marche Nord. Alla struttura diretta da Leonardo Felici, l’associazione ha

donato due saturimetri, “strumen-ti indispensabili – spiega il prima-rio - per l’assistenza a situazioni critiche respiratorie, in particolare per i bambini affetti da patologie onco-ematologiche curati in re-parto”. L’acquisto delle due tecno-logie, che integrano la dotazione tecnologica della Pediatria, sono stati acquistati con i proventi che l’associazione “Renato è” racco-glie ogni anno durante un torneo sportivo “che di solito si svolge in estate – ha spiegato Alberto Pier-giovanni, presidente dell’associa-

zione . Anche il prossimo luglio torneremo in campo con nuove gare che ci consentiranno di rac-cogliere fondi e programmare i nostri interventi nell’ambito della sanità locale, interventi soprattut-to legati ai bisogni dei bambini af-fetti da leucemia o talassemia”.

Nella foto: da sinistra il primario della Pediatria di Pesaro

Leonardo Felici, il presidente dell’associazione “Renato è”

Alberto Piergiovanni e il suo collaboratore Danilo Casadio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ULTIMA DONAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE “RENATO È”

Nuova tecnologia in pediatria al S. Salvatore

COINVOLTE SEMPRE PIU’ FAMIGLIE PESARESI

Abuso di alcol Apcat lancia l’allarme

«Il 10% della popolazione della Provincia di Pesaro e Urbino, abusa di bevande

alcoliche. In particolare la fascia giovanile, che è la meno controlla-ta, è quella maggiormente vittima dell’alcolismo». È l’allarme lancia-to da Angelo Tedioli, responsabile nazionale dell’Apcat (Associazio-ne Provinciale dei Club Alcologici Territoriali), che ha partecipato al-l’incontro su “Promozione e pro-tezione della salute’’, organizzato dall’Apcat in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Pesaro e Urbino, l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Pesaro e l’Asur Zona

Territoriale 1, presso la Sala del Consiglio di quartiere 5 Torri.«Nel centro Apcat di Borgo Santa Maria - ha sottolineato la coordi-natrice Marika - abbiamo ospitato dall’inizio dell’anno 9 famiglie, che sono correlate al problema dell’al-colismo. E in questo momento di crisi economica, è aumentato il numero soprattutto di uomini che, avendo perso il posto di lavoro, vengono con le loro famiglie nel nostro centro. Mettiamo in cam-po un progetto terapeutico, non è solo strettamente sanitario, ma di coinvolgimento dei vari com-ponenti famigliari, che possono aiutare la persona ad uscire dal

tunnel dell’alcol. Inoltre abbiamo anche casi di separazione che si sovrappongono alla mancanza di lavoro, che accentuano la crisi della famiglia dell’alcolizzato». Ed è il caso di Graziella di 52 anni, presente all’incontro, che da mol-ti anni sta combattendo presso il centro di Borgo Santa Maria, il problema dell’alcolismo del mari-to. Un’autentica via crucis che sta vivendo con momenti di avvicina-mento e separazione dal marito, che purtroppo sta ricadendo pe-riodicamente nel vizio del alcol.«Nel centro di Borgo Santa Maria – prosegue Marika - abbiamo an-che casi di persone che dall’alcol sono passati alla tossicodipen-denza». In questi anni è nata una sorta di anticamera in collabo-razione con il centro di recupero di San Patrignano di Muccioli. «Anche nel centro di Pesaro, in via Confalonieri - ha sottolineato la coordinatrice Maria - abbiamo un centro dell’Apcat. In questo momento abbiamo 3 famiglie, che per fortuna non hanno problemi lavorativi».

Nella foto un momento della conferenza pubblica

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO – Sabato 18 mag-gio alle ore 20.30 presso il Monastero delle Serve di Maria – Colle S. Bartolo, Veglia di Pentecoste.

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

amicoil nuovo• •Pesaro19 maggio 201310INSIGNITI DON MARCO DI GIORGIO, MATTEO DONATI E PAOLA RICCIOTTI

Cavalieri della Repubblica grazie a un «barbone»Sembra la classica favola

uscita dalla fantasia di Di-ckens. Una di quelle storie di cronaca bianca nascosta

dalle tante, troppe tragedie che affollano i nostri giornali oggi-giorno. Tutto inizia qualche mese fa quando Raffaele, ospite di “Casa Speranza” di Pesaro, prende carta e penna e scrive al presidente del-la Repubblica. Gli vuole far sapere che, nonostante l’indigenza in cui versa ormai da tempo, ha trovato la solidarietà della gente che con-cretamente lo ha aiutato. Raffae-le è uno dei cosiddetti “barboni” della città ma in realtà è un uomo che ha studiato e che un tempo aveva raggiunto anche una certa posizione sociale. Qui, nella strut-tura di accoglienza, lo chiamano “il giornalista”.Nella missiva indirizzata al Pa-

lazzo del Quirinale, Raffeele cita i nomi di tre persone alle quali deve molto della sua ritrovata dignità di uomo. Si tratta di don Marco Di Giorgio, direttore della Cari-tas diocesana di Pesaro, Matteo Donati, responsabile del Centro d’ascolto e Paola Ricciotti, presi-dente dell’associazione “I bam-bini Simone” di Fano. Scattano i controlli del caso per verificare la bontà delle affermazioni. Poco dopo è il segretario generale del-la Presidenza della Repubblica a scrivere agli interessati per comu-nicare loro che “Il presidente del-la Repubblica, avvalendosi della facoltà concessagli dall’art. 2 dello statuto dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, ha conferito l’onorificenza di Cavaliere”.«Fa piacere – commenta a caldo don Marco Di Giorgio – soprat-

tutto perché è un riconoscimento alla Caritas di Pesaro e al mondo del volontariato locale che, no-nostante le enormi difficoltà at-tuali, riesce ancora a indirizzare al meglio la solidarietà del nostro territorio». Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Donati che aggiun-ge: «siamo caduti dalla nuvole per-chè proprio non ci aspettavamo

questo riconoscimento. È davvero particolare poi che a fare i nostri nomi sia stato uno degli ospiti»L’Ordine al merito della Repub-blica italiana (spesso abbreviato OMRI) è il più alto degli ordini della Repubblica italiana. Que-st’anno, in vista del 2 giugno, ri-correnza della fondazione della Repubblica Italiana, si terrà la

consueta cerimonia di consegna delle onorificenze presso il palaz-zo della Prefettura di Pesaro. Ma ai tre “angeli” segnalati da Raffaele il riconoscimento giungerà diret-tamente da Roma poiché, l’iter seguito in questo caso, è stato de-cisamente poco formale!

Roberto Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta della settimana

Giro d’itaLia 2013

Arcidiocesi di Pesaro

Ufficio Comunicazioni Sociali

Istituto Superiore di Scienze ReligioseGiovanni Paolo II

Relatore

Marco TarquinioDirettore del quotidiano Avvenire

Interviene

S. E. Mons. Piero CocciaArcivescovo di Pesaro

Giovedì 30 maggio 2013 - ore 18,00Palazzo Montani Antaldi (g.c.) - Pesaro

Chiesa e mass-mediaQuale informazione?

A S. VENERANDA BERNARDO ESTRADA E ANTONIO NANNI

Dialogo tra un non credente e un credenteNulla oggi è così difficile come dire: “io credo in Dio” e darne ragione a chi ascolta. Per questo motivo dopo una forte esperien-za vissuta dalla parrocchia di Santa Veneranda con la missione mariana organizzata attraverso la visita dell’immagine della Ma-donna di Fatima, che ha richia-mato tantissime persone anche non credenti e non praticanti, la comunità guidata dal parroco don Michele Rossini, ha pensa-to di approfondire le ragioni del

“perchè credere oggi?”.Il contesto dell’anno della fede indetto dal Santo Padre Benedet-to XVI, ha esortato ogni uomo a creare l’occasione di compren-dere che il fondamento della fede cristiana è l’incontro con una persona, con un avvenimen-to, che dà alla vita un orizzonte nuovo. La fede è innanzitutto un atto personale, “è la libera rispo-sta dell’uomo all’iniziativa di Dio che si rivela”, così ci insegna il ca-techismo della Chiesa Cattolica.

Con il dono della Vergine Maria, figura della Chiesa che in sé com-pendia e irraggia le principali ve-rità della fede, il credere viene presentato come ascolto, come obbedienza, come canto di lode, come sequela, come abbandono alla volontà di Dio. Guardando a Maria possiamo apprendere come amare e seguire il Signore, come dev’essere amata la Chiesa.Ma di fronte a questa adesione di fede spesso vi sono delle dif-ficoltà. E’ opinione comune che

le leggi dell’universo scoperte dalla scienza siano in conflitto con quelle di Dio e di fronte al-l’esistenza del Trascendente vi sono posizioni contrastanti così come sulla possibilità di cono-scere Dio e sul reale significato della fede e dell’esistenza di una vita dopo la morte. Queste e altre domande faranno da filo condut-tore nell’incontro tra chi si pro-fessa credente e chi nega questa possibilità. E’ l’occasione per tut-ti di approfondire temi così im-

portanti attraverso un dialogo in cui interverranno il Prof. Antonio Nanni già dirigente scolastico al Liceo Classico di Pesaro, il Rev.Prof. Bernardo Estrada già vice preside e docente alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma e come moderatore il Prof. Simone Betti docente all’univer-sità di Macerata. L’incontro è aperto a tutti e si svolgerà nel-la sala parrocchiale di Santa Veneranda, Venerdì 24 Maggio 2013 alle ore 21.

Marco Di Giorgio Matteo DonatiPaola Ricciotti

Una giornata di festa quel-la dell’11 maggio scorso che ha visto la crono tap-

pa del Giro d’Italia da Gabicce Mare a Saltara (55 Km). A Novi-lara dove, per festeggiare il ma-trimonio dei loro amici, alcuni ragazzi hanno pensato bene di colorare di rosa il cartello stra-dale dedicandolo a Nicola e Fe-derica novelli sposi proprio l’11 maggio. A loro vanno gli auguri con i complimenti per l’origina-lità del gesto.

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 201311Pesaroamicoil nuovo• •

✞«Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morisse, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai». (Giovanni 11, 25 -26)

E’ tornata alla Casa del Padre, dove ha trovato ad accoglierla il caro ‘Lello’

Caglieris MosCa TonTidi anni 89

maestra elementareNella certezza della Resurrezione lo annunciano l’amatissima nipo-te Maria Chiara, i figli Pier Luigi e Maria Rita con Antonella e Corra-do, l’affezionata Hasna, parenti ed amici. La liturgia funebre si è svol-ta mercoledì 15 maggio presso la Chiesa dei Padri Cappuccini.

✞Giovedì, 9 maggio è mancato all’ affetto dei suoi cari

gaBUCCi Carlonato il 30/03/1932

morto il 09/05/2013Il funerale ha avuto luogo il 10/05/2013 presso la chiesa parroc-chiale di S. Maria del PortoO.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo, 8 - Pesaro - tel. 0721/33100

✞Giovedì 9 Maggio è mancata al-l’affetto dei suoi cari, munita dei conforti religiosi, all’età di anni 94

oTTorina TinTiNe danno il doloroso annuncio la figlia LUCIANA, i nipoti RAFFAELE e ROBERTA con FRANCO e parenti tut-ti. Il funerale Venerdì 10 Maggio alle nella Chiesa parrocchiale di S. Carlo Borromeo.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Giovedi 9 maggio e’ mancato all’af-fetto dei suoi cari

renZo Maggioline danno il triste annuncio la mo-glie TERESA, i figli LUCA e FABRIZIO, le nuore ERIKA e MARILENA, la nipo-te LUCIA, amici e parenti tutti.il funerale è stato celebrato lunedì 13 nella chiesa di Villa Fastiggi dopo la santa messa, e’ seguito l’accom-pagno al locale cimitero.O.F.San Pietro di Marco Giombetti -via P Fastiggi 105-61122 Pesaro Tel.0721/282549

✞Venerdì 10 Maggio alle ore 10.18 è mancata all’affetto dei suoi cari, mu-nita dei conforti religiosi, all’età di anni 93

ValenTina grossived. Testaguzzid

Lo annunciano con profondo dolo-re i figli MARCO e MIRIAM, la nuora FREYA, il genero ALBERTO, gli ado-rati nipoti CHRISTIAN e STEFANO, il fratello VALENTINO, la sorella JOLE, i cognati e i parenti tutti. Il funerale Lunedì 13 Maggio nella chiesa par-rocchiale di S. LUIGI GONZAGA. La tumulazione nel Cimitero di VILLA FASTIGGI.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Venerdì 10 Maggio è mancato all’af-fetto dei suoi cari, munito dei con-forti religiosi, all’età di anni 70

PieTro TrUfelliNe danno il triste annuncio la sorel-la PINA, i nipoti GIANFRANCO e KA-TJA e i familiari.Il funerale ha avuto luogo Lunedì 13 Maggio partendo dall’obitorio di Pe-saro per la Chiesa di MORIA ove alle ore 15 è stata celebrata la S. Messa.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Sabato 11 Maggio, alle ore 5 munito dei conforti reli-giosi, è mancato all’età di anni 79

eMilio CaMBriniNe danno il triste annuncio la mo-glie ANNA, i figli LORIS e DONA-TELLA, i nipoti ANDREA, MARA, GIULIA e SARA, la sorella, il fratello e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Lunedì 13 Maggio alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale di S. Maria delle Fabbrecce.Dopo la S. Messa è proseguito per il Cimitero Centrale.O.F. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞ringraZiaMenTo

La famiglia CaMBrini nell’im-possibilità di farlo singolarmente, ringrazia commossa quanti hanno partecipato al suo dolore per la perdita del caro

eMiliolunedì 20 Maggio alle ore 20.45 verrà celebrata la S. Messa di setti-ma nella Chiesa parrocchiale di S. Maria delle Fabbrecce.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Domenica 12 Mag-gio è mancato all’affetto dei suoi cari, munito dei conforti religiosi, all’età di anni 82

Mario faTToriNe danno il doloroso annuncio la moglie GABRIELLA, i figli PAOLO, MARISA e FABRIZIO, le nuore NADA e LUCIA, il genero VALTER, i nipoti GIORGIA, EDOARDO, GAIA e MARCO e parenti tutti.Il funerale Martedì 14 Maggio par-tendo dall’abitazione di via Tasino n.11 per la Chiesa parrocchiale di FIORENZUOLA di FOCARA. La tumu-lazione nel Cimitero locale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞anniVersario

Domenica 12 Mag-gio ricorre il primo anniversario della scomparsa della cara

nella MonTesi ved. sambuchi

La ricordano con amore e rimpian-to il figlio MICHELE, la nuora SABRI-NA, l’adorata nipotina BENEDETTA e parenti tutti.Una S. Messa in suffragio è stata ce-lebrata Martedì 14 Maggio alle ore 18.30 nella Chiesa parrocchiale di Loreto.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVersario

Lunedì 20 Maggio ri-corre il primo anni-versario della scom-parsa del caro

UrBano BrUsColiLo ricordano con amore e rimpian-to la moglie SILVANA, i figli SARA e LORENZO, la mamma DORINA, il ge-nero MASSIMO, la sorella MARINA, i cognati, i nipoti e parenti tutti. Una s. Messa in suffragio sarà ce-lebrata lunedì 20 Maggio alle ore 20 nella Chiesa parrocchiale di s. giovanni Bosco a osteria nuova.Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghieraO.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVersario

Nella ricorrenza del settimo anniversario della scomparsa del caro

lUigi TorrianiLo ricordano con amore e affetto la moglie MARIA LUISA e il figlio RO-BERTO. Una S. Messa in suffragio è stata celebrata Venerdì 17 Maggio alle ore 16 nella Chiesa di Sacra-mento a NOVILARA.Si ringraziano quanti si sono uniti nel ricordo e nella preghiera.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVersario

Martedì 21 Maggio ricorre il 1° anni-versario della scomparsa della cara

elena Biagini ved. D’angeli

La ricordano con amore e rimpian-to i figli MARIA, ALESSANDRO, ROSA, FIORINO e AURELIO, i generi, le nuore, i nipoti , i pronipoti, la so-rella LUISA e parenti tutti. Una s. Messa in suffragio sarà celebrata Martedì 21 Maggio alle ore 7.30 nella Chiesa parrocchia-le di s. Maria delle fabbrecce. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞22° anniVersario

lUCiano fileniNel ricordo di tutti coloro che gli vollero bene.

Famiglia FileniO.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVersario

Domenica 19 Mag-gio ricorre il primo anniversario della scomparsa del caro

giUlio BianChelliLo ricordano con amore e rimpian-to la moglie LINA, la figlia ANTO-NIETTA, il genero MARIO, la nipoti GIULIA, il fratello, la sorella e pa-renti tutti.Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Lunedì 20 Maggio alle ore 18 nella Chiesa parrocchia-le di Borgo S. Maria.Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.O.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/63596

necrologirAggiUnTi i 67 KM Di PiSTA ciclABile

La bicipolitana si allungaIl sindaco ha annunciato

l’avvento di una bicipoli-tana “port to port”, che va

dal molo di Pesaro a quello di Fano. A doppio senso di mar-cia. L’assessore alla mobilità Andrea Biancani ha spiega-to infatti che la ciclabile che nel tratto che va da Piazzale della Libertà a piazzale D’An-nunzio è stata allargata fino a due metri. Inoltre, sulla pista è stata appena impressa la linea tratteggiata divisoria che delinea la doppia car-reggiata, rendendo così il tratto percorribile nei due sensi. In Piaz-zale D’Annunzio, poi, la ciclabile, prima solo disegnata sul terreno, è stata recintata con cordolo e paletti divisori. La pista, infine, è stata dotata di “cubotti”, i quali de-limiteranno gli attraversamenti su cui le bici avranno la precedenza. Si è creata così una ciclabile che, partendo dal nuovo molo, arriva fino a Fosso Seiore, dove si aggan-cia a quella di competenza fanese la quale conduce dritto al porto di Fano. La bicipolitana cittadina ha così raggiunto i 67 km di percorso. E’ ferma intenzione dell’ammini-strazione comunale lavorare ora a nuovi percorsi che consentano di raggiungere un obiettivo di fine mandato: superare i 70 km di piste nella città e puntare ad arrivare il più vicino a quegli 80 che costitui-vano l’obiettivo originario.L’assessore all’Ambiente Gian-carlo Parasecoli ha ricordato che questi risultati si sono ottenuti grazie alla partecipazione di Pesa-ro alle gare indette nell’ambito del programma europeo “CYCLE”, la cui finalità consiste appunto nella promozione dell’uso urbano delle bici. “Dobbiamo continuare a par-tecipare a gare europee,“ ha affer-mato Parasecoli, “se non altro per un motivo di capitale importanza: i fondi europei non sono soggetti alle restrizioni imposte dal Patto di Stabilità”.

Biancani ha quindi elencato gli al-tri interventi in programma:a) tratto di ciclabile lungo il Foglia: si tratta di circa 2 km dalla Iper-rossini al Galoppatoio e al lago della cava Pensierini: Biancani ha affermato che gli argini del fiume sono stati verificati e i sopraluo-ghi relativi sono stati già compiuti, i lavori inizieranno presto;b) tratto della Celletta: dalla chie-sa di Via Lubiana fino a via del Novecento : è un raccordo di 150 metri la cui realizzazione è previ-sta anch’essa a breve;c) tratto di via del Risorgimento che dal fossato dell’ospedale si collegherà con via cardinal Mas-saia;d) tratto di piazzale Carducci, 100 m. di pista che raccorderanno Via Gramsci con il Tribunale.Gli ultimi due lavori saranno rea-lizzati grazie a fondi regionali. L’Assessore alla mobilità Andrea Biancani ha affermato che, gra-zie al programma “Ben trovata bicicletta” con il quale sono state messe in rete le foto di biciclette rubate, 8 proprietari sono ritor-nati in possesso della loro bici. “Anche le targhe, ovviamente, as-solvono questa finalità: le 500 che abbiamo distribuito finora stanno a dimostrare il crescente interes-se della cittadinanza per questo mezzo di locomozione”.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

il ciMiTero Di MonTelABBATe coMPie 100 Anni

Storie di un altro paese

MoNTELABBATE - Il cimitero non solo come luogo dei ricordi e degli affetti privati, ma come immagine dell’evoluzione di un paese e di un’intera nazione. Sarà questa la chiave di lettura dei per-corsi guidati che il 25 e 26 maggio prossimi si snoderanno all’interno del cimitero comunale, a 100 anni dalla sua istituzione. L’iniziati-va, promossa dalla Associazione Culturale “Mons Abbatis” in col-laborazione e col patrocinio del Comune di Montelabbate, sarà una preziosa occasione per vivere e guardare questo luogo in modo diverso da quello che solitamen-te facciamo. Perché il cimitero di Montelabbate con il suo secolo di storia non è soltanto uno straor-dinario museo all’aperto dove permangono le impronte dei più importanti movimenti artistici del Novecento (stupisce non poco, a questo proposito, la raffinatezza e la proprietà di linguaggio di certe architetture). Ma è il luogo in cui da cento anni si condensano sto-

rie, volti, me-morie, dolori e generazioni. ogni nome un volto da ricor-dare, ogni lapi-de una storia da raccontare. Esi-stenze minime, silenziose, spes-so appartate ma in nessun caso insignificanti. E non è raro che la vicenda per-

sonale s’intrecci con una pagina di storia cittadina o addirittura nazionale. La visita suggerirà ai presenti proprio questo esercizio: partire da un nome, da un’imma-gine, da un manufatto, seguirne la pista e scoprire quanto ogni angolo di questo luogo sia capa-ce di parlarci di un passato che ci riguarda. Sarà come leggere in controluce la nostra storia, indi-viduarne la filigrana, seguire il filo rosso della memoria per ritrovare le ragioni più profonde del nostro vivere insieme.

Roberto Rossi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le visite guidate si svolgeranno presso il cimitero comunale di Montelabbate nei giorni di Sabato 25 Maggio (ore 17) e Domenica 26 Maggio (ore 10). Il percorso ha ini-zio davanti alla cappella centrale del cimitero. In caso di maltempo l’iniziativa avrà luogo, con gli stes-si orari, nel weekend successivo. Info: [email protected]

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 201312 Speciale 19 maggio 2013 13Speciale

Avvenire 05/03/2013 Page : A01

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visita ad liminaI vescovi di questa regione ecclesiastica dovevano incontrareBenedetto XVI proprio nei giorni in cui ha rinunciato al ministero petrino. Oggi e domani vedranno il suo successore per presentargliuna realtà locale ricca di spiritualità, senso religioso e di profondapartecipazione alla vita delle parrocchie, pur tra molte difficoltà

DODICI DIOCESI E UNA PRELATURA TERRITORIALE

La regione ecclesiastica delle Marche è composta da 12 diocesie una prelatura territoriale. Si tratta dell’arcidiocesi di Pesaro(62 sacerdoti secolari, 39 regolari, 11 diaconi permanenti), cheha come suffraganee la diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-

Pergola (102 sacerdoti secolari, 36 regolari, 15 diaconipermanenti) e l’arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo inVado (54 sacerdoti secolari, 9 regolari, 4 diaconi permanenti);l’arcidiocesi di Ancona-Osimo (90 sacerdoti secolari, 45regolari, 14 diaconi permanenti), che ha come suffraganee lediocesi di Fabriano-Matelica (42 sacerdoti secolari, 24 regolari,

4 diaconi permanenti), Jesi (36 sacerdotisecolari, 18 regolari, 8 diaconipermanenti), Senigallia (76 sacerdotisecolari, 13 regolari, 8 diaconi permanenti)e la prelatura territoriale di Loreto (3sacerdoti secolari, 46 regolari); l’arcidiocesidi Fermo (155 sacerdoti secolari, 81regolari, 32 diaconi permanenti), che hacome suffraganee le diocesi di AscoliPiceno (85 sacerdoti secolari, 27 regolari, 7diaconi permanenti), Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia (119 sacerdotisecolari, 79 regolari, 9 diaconipermanenti), San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto (65 sacerdotisecolari, 45 regolari, 9 diaconi permanenti)e l’arcidiocesi di Camerino-San SeverinoMarche (85 sacerdoti secolari, 25 regolari).

Una processione eucaristica durante il Congresso eucaristico di Ancona nel 2011 (foto Siciliani)

«Famiglia e giovani»le sfide delle Marcheper un futuro miglioreL’arcivescovo Conti: l’incontro con Francesco è una tappadel cammino comunitario verso il II Convegno regionaleDA ROMA MIMMO MUOLO

e Marche laboratorio del futu-ro. Nonostante la crisi econo-mica (che in qualche caso pro-

voca tragedie, come a Civitanova),nonostante la secolarizzazione, unadelle regioni più operose d’Italia nonrinuncia a guardare avanti. E per i ve-scovi marchigiani «guardare avanti»significa «investire sulla famiglia e suigiovani». Il futuro, appunto. Come di-ce in questa intervista ad Avvenire,alla vigilia della visita ad limina, l’ar-civescovo di Fermo e presiden-te della Conferenza episcopaleregionale, Luigi Conti.Qual è la radiografia delle dio-cesi marchigiane che presen-terete al Papa?Diciamo che questa visita si in-serisce nel cammino di prepa-razione al II Convegno regio-nale che avrà per tema «Alzatie va’. Vivere e trasmettere oggila fede nelle Marche». Un temaispirato all’episodio del diaco-no Filippo negli Atti degli Apo-stoli. Questo appuntamento giunge20 anni dopo il primo convegno cheaveva come titolo «La nuova evan-gelizzazione nelle Marche» e inten-de perfezionare il cammino iniziatoallora. Anche perché il presuppostoè lo stesso. Non si può più presup-porre la fede e bisogna dedicarsi a unrinnovato annuncio del Vangelo. Ec-co perché la preparazione al conve-gno coincide con l’Anno della fede eavrà il suo culmine dal 22 al 24 no-vembre, prima ad Ancona e poi a Lo-retoDunque questo iter è anche l’occa-sione per un esame della situazioneecclesiale. Che cosa ne è emerso?Nelle Marche sono ancora molto ra-dicate e forti le tradizioni, in partico-lare una consistente pietà popolare.Ma al di là di questo, il convegno ciaiuta a prepararci alle nuove sfide.Per esempio il crescente invecchia-mento della popolazione, l’aumen-tata presenza degli immigrati e la cri-si economica, specie nei settori delmobile e delle calzature. Per rispon-dere a tali sfide è nato un tavolo re-gionale per la pastorale integrata. El’impegno fondamentale è stato esarà una rivisitazione della prassi diiniziazione cristiana, perché non èpiù sufficiente il classico catechismo.In particolare puntiamo sulla diffu-sione del Vangelo attraverso la fami-glia e, anzi, vorrei sottolineare che al-cune diocesi hanno tradotto lo slo-gan dell’Anno della fede in questamaniera: «La Famiglia porta della fe-de». Perché, alla fine, i fondamentidelle fede cristiana si danno o non sidanno in famiglia.Si può dunque parlare di un investi-mento pastorale sulla famiglia?

LCertamente. E ci sono segnali inte-ressanti. Molti conviventi dopo qual-che anno chiedono il sacramento delMatrimonio. E in diverse diocesi so-no stati avviati percorsi di accompa-gnamento nella fede per i divorziatirisposati. Inoltre il lavoro sulla pa-storale familiare va di pari passo conquello della pastorale giovanile.In che modo?In special modo attraverso l’aumen-to esponenziale degli oratori nellanostra regione, che non aveva unatradizione in tal senso. Siamo passa-

ti da una trentina di oratori a oltre300 strutture, che rappresentanodavvero quello che un recente docu-mento della Cei definisce «il labora-torio dei talenti». Questa presenza o-ratoriana ha due obiettivi, il primodei quali è un’iniziazione cristianache vada al di là del classico catechi-smo, e il secondo è il coinvolgimen-to delle famiglie. Moltissimi genitorisi impegnano infatti all’interno deglioratori con i loro figli e con altri ra-gazzi. Abbiamo calcolato che stiamoseguendo attualmente più di 20milagiovani, mille dei quali appartengo-no ad altre religioni, al punto che l’o-ratorio è diventato un luogo di con-

vivenza e di integrazione sociale. In-fine vorrei segnalare che in tutte lediocesi marchigiane è attivo un pro-gramma di apprendimento a distan-za per la protezione dei minori, ela-borato da un Centro che ha sede aMonaco di Baviera ed è nato dopo ilsimposio internazionale sugli abusisessuali che si è tenuto alla Grego-riana all’inizio del febbraio scorso. Sitratta di un’iniziativa di avanguardia,perché in tutto il mondo sono menodi dieci le istituzioni ecclesiasticheche vi hanno aderito.

Sotto il profilo pastoralequale eredità ha lasciato inregione il Congresso euca-ristico nazionale del 2011?Ci ha lasciato una grandeeredità proprio in ordinealla pastorale della fami-glia. Abbiamo fatto tesorodell’omelia di Benedetto X-VI ai genitori e agli sposi eanche delle parole che harivolto ai fidanzati. Inoltreci ha permesso di ripensa-re l’azione delle nostre Ca-

ritas diocesane. Recentemente ab-biamo vissuto il triste episodio dei tresuicidi di Civitanova Marche. Lì ve-ramente si è potuto constatare chela crisi non è solo economica, ma èanche antropologica e morale. Le no-stre Chiese dunque hanno potenzia-to fortemente il servizio delle Cari-tas, non solo per la distribuzione dicibo e vestiti, ma soprattutto per l’a-scolto e l’accoglienza. Dalla visita adlimina ci aspettiamo dunque che pa-pa Francesco ci aiuti a custodire lanostra fede e a dare uno slancio ul-teriore a questo cammino che ab-biamo intrapreso.

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«Le tradizioni popolarisono ben radicate anchese dobbiamo affrontareil sensibile problemadell’invecchiamento,la crisi economica ela crescita degli stranieri»

Luigi Conti

musicista Allevi: cresciuto nella fede della gente sempliceDI ANGELA CALVINI

l compositore Giovanni Allevi, nato ad A-scoli Piceno 44 anni fa, è oggi, uno deimaggiori ambasciatori delle Marche nel

mondo. Dopo il successo del suo ultimo al-bum Sunrise sta per partire per una serie diconcerti in Giappone, dove è una autenticastar. Ma il musicista è ancora legatissimo al-la sua terra d’origine dove ha deciso di farecrescere i suoi due bambini. Senza dimenti-care il rapporto tra fede e territorio che loportò nell’agosto del 2011 a suonare davantiai vescovi per il XXV Congresso eucaristiconazionale ad Ancona.Allevi, qual è il suo rapporto personale conla sua regione d’origine?Le Marche sono una terra misteriosa; tra le suecaratteristiche principali c’è il silenzio, l’uni-ca via per entrare in contatto con la nostra i-

dentità più profonda.Quali sono le bellezze culturali, artistiche,naturali e spirituali della sua regione che a-ma di più?Ogni volta mi sorprende il paesaggio che sem-bra sospeso in una dimensio-ne fuori dallo spazio e daltempo. Amo in particolare ilPolittico del Crivelli, nella miaAscoli Piceno, un quadro delQuattrocento dove è manife-stata una spiritualità quasi a-stratta e cristallizzata, lonta-na dalle passioni. Sarà che lamia vita è un tumulto di e-mozioni, ma ho bisogno ditutto questo.Quali le cose che vorrebbe migliorare?Vorrei che i giovani delle Marche non cedes-sero alla tentazione di sentirsi in periferia.

Oggi ciò che conta è la forza e la freschezzadelle idee, e la nostra terra predispone all’in-novazione.Le Marche sono una regione ricca di spiri-tualità, oltre che di magnifiche chiese ed ab-

bazie. Come vede il rappor-to tra la fede e la sua regione?C’è una spiritualità profondae sincera, proprio perché imarchigiani sono gente sem-plice senza grilli per la testa,con la predisposizione al so-gno e a guardare verso oriz-zonti lontani.Da bambino, o anche ora, haavuto incontri con sacerdo-

ti della sua regione? A vent’anni non avevo amici, tranne donMauro Bartolini, un giovane sacerdote teolo-go, con cui facevo lunghe discussioni di filo-

sofia. Era più grande di me e mi invitò più vol-te a guardare insieme lo stesso film, ParisTexas, in cui si soffermava ad ammirare le in-quadrature del cielo azzurro. «Guarda il cie-lo - mi diceva - abbiamo perso la capacità discavalcare gli orizzonti». Don Mauro morì inun incidente stradale; a lui ho dedicato il miobrano per pianoforte solo Ti scrivo.Che cosa pensa di papa Francesco, che oggiriceverà i vescovi delle Marche?Oltre la dolcezza e la tenerezza di cui tutto ilmondo ha bisogno, ciò che mi ha colpito dilui è stato quell’interminabile minuto di si-lenzio, con cui serio ha osservato la folla, ap-pena affacciato al loggiato di San Pietro. È lostesso atteggiamento che mi ritrovo ad averequando sto per entrare sul palco.In fondo papa Francesco stava per fare il con-certo più importante della sua vita.

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I

Uniti sul fronte degli adolescentiDI SIMONA MENGASCINI

na particolare esperienza ecclesiale regiona-le è il Forum oratori Marche (Fom) (www.fo-rumoratorimarche.it), nato su «provocazio-

ne», nel 2008, della legge regionale sugli oratori cheogni anno mette a disposizione dei fondi per pro-getti che riguardano questi luoghi educativi: per il2013 sono stai da poco stanziati 600mila euro. I ve-scovi marchigiani si sono dunque da-ti un coordinamento attraverso un in-caricato diocesano che esprime lerealtà non solo delle parrocchie, maanche degli istituti religiosi e, a livel-lo regionale, hanno costituito questacommissione, il Forum appunto,composta dal vescovo di Fabriano-Matelica, delegato per la pastoralegiovanile Giancarlo Vecerrica, dal-l’incaricato regionale della pastoralegiovanile, don Francesco Pierpaoli eda due membri dell’Osservatorio giu-ridico regionale, don Gianluca Mer-lini e l’avvocato Simone Longhi. Il Fo-rum in questi anni ha avuto un ruo-lo di coordinamento delle varie realtà,nelle Marche ci sono circa 300 orato-ri, attorno a cui girano 25mila ragaz-zi e almeno 700 operatori, e di dialo-go in maniera unitaria con le istitu-zioni regionali. Di notevole impor-tanza è stato il corso di formazioneregionale per coordinatori e respon-sabili degli oratori «FORMAti», giun-to ormai alla quarta edizione. Frutto di questi corsiè la pubblicazione, nel 2012, del sussidio «Voglia dioratorio», ma in questi anni sono stati editi anche al-tri materiali di argomento formativo. Altra iniziati-va in corso è l’indagine «Oratorio dove sei» che ha la

supervisione scientifica dell’Istituto Teologico mar-chigiano e dell’Università di Bergamo, e si pone l’o-biettivo di rileggere l’esperienza marchigiana attra-verso il coinvolgimento di tutte le figure che con illoro contributo assicurano all’oratorio una signifi-cativa vitalità. Il Forum ha promosso anche la par-tecipazione a eventi nazionali come l’Happeningdegli Oratori a Brescia-Bergamo e ha in cantiere diorganizzare al Centro Giovanni Paolo II di Loreto il

primo Happening nazionale per i for-matori degli oratori, dal 5 all’8 set-tembre 2013. Sempre all’interno deifinanziamenti regionali le singole dio-cesi hanno prodotto, poi, dei propriprogetti di formazione, di integrazio-ne, attraverso per esempio il suppor-to scolastico e l’accoglienza ai figli diimmigrati e progetti di innovazionelegati al mondo dei media e dei socialnetwork. Sabato prossimo, infine, ilFom organizza, sempre al Centro Gio-vanni Paolo II, la presentazione del-la Nota pastorale della Cei «Il Labo-ratorio dei talenti». «I nostri oratorimarchigiani – dice don Pierpaoli – sisono caratterizzati per avere unagrande quantità di operatori volon-tari e tra di essi molte famiglie, che sisono sensibilizzate al problema edu-cativo. In questi anni abbiamo rag-giunto due grandi obiettivi: il primoquello di aver messo in rete gli orato-ri, facendo vedere che non sono un’e-sperienza di nicchia, ma una risposta

della comunità cristiana alle esigenze del territorio.Il secondo risultato ottenuto è il dialogo virtuosocon le istituzioni civile e il rapporto di completa fi-ducia che si è creato con la Regione Marche».

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U

Oratorio di Fermo (Siciliani)

l’operaGli oratori della regione riuniti in un Forum. Pensaticorsi di formazioneed eventi comuniper 25mila ragazzi

LA MAPPA

VENERDÌ3 MAGGIO 201316

Giovanni Allevi

VANGELOE SOCIETÀ

I VESCOVI COCCIA, TRASARTI E TANI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO

“Visita ad limina” delle Diocesi di Pesaro, Fano e UrbinoV enerdì 3 e sabato 4 maggio i 12 vescovi delle Marche

(assente monsignor Silvano Montevecchi, vescovo di Ascoli Piceno), guidati dal presidente della Conferenza episcopale della regione, nonché arcivescovo di Fermo, monsignor

Luigi Conti hanno incontrato Papa Francesco per la tradizionale Visita ad limina Apostolorum. Il giorno 3 maggio sono stati ricevuti i presuli mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo; mons. Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro; mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia; mons. Giancarlo Vecerrica, Vescovo di Fabriano-Matelica; mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi; mons. Claudio Giuliodori, Amministratore Apostolico di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.Il giorno 4 maggio invece è stata la volta di mons. - mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo Prelato di Loreto, Delegato Pontificio per il Santuario Lauretano; mons. Luigi Conti, Arcivescovo di Fermo; mons. Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche; mons. Giovanni Tani, Arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado; mons. Gervasio Gestori, Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone- Montalto; mons. Armando Trasarti, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola.

ARCIDIOCESI DI PESARO - MONS. PIERO COCCIA

Il trapasso culturale del nostro territorioEccellenza, può raccontarci qualco-

sa, a livello personale, del suo pri-mo incontro con Papa Francesco?

Venerdì 3 maggio, in occasione della Visita ad limina Apostolorum, Papa Francesco ha ricevuto in udienza gli Arcivescovi di Pesaro, di Ancona insieme ai vescovi di Macerata, Jesi, Fabriano e Senigallia.Il colloquio intenso e franco si è protratto per un’ora e venti minuti. E’ stata subito sintonia tra il Papa e noi vescovi. Il Pontefice ponendosi in un atteggiamento di ascolto, ha voluto sapere da ciascuno di noi la situazione della propria diocesi dal punto di vista culturale, civile e soprattutto ecclesiale, pregandoci di mettere a fuoco gli elementi di criticità e di positività. Sorprendente è stato il suo interessamento riguardo ad alcuni ambiti della pastorale. Deciso il suo invito a guardare al futuro con spirito costruttivo per la crescita della fede nella comunità. Preziose poi si sono rivelate le sue indicazioni, corredate dalla sua esperienza di pastore, in merito ai problemi che maggiormente coinvolgono la vita di fede delle nostre chiese locali. A lui abbiamo espresso l’affetto delle nostre chiese, come anche la gratitudine per lo stile del suo servizio petrino che è entrato nel cuore della gente. Caldo e unanime è stato poi l’invito a visitare il Santuario mariano di

Loreto.Quali sono stati i “punti di forza” e quali i “nodi più problematici” della nostra chiesa locale da lei presentati al Santo Padre?

Tra i nodi problematici che ho esposto al Papa ho elencato la crescente secolarizzazione, il profondo trapasso culturale che il nostro territorio sta vivendo e che ha riflessi notevoli sulla comunità cristiana a livello di questioni antropologiche decisive come la visione della vita, della famiglia, la questione educativa, la concezione del bene comune, della politica, ecc.Non ho tralasciato di evidenziare la difficoltà che abbiamo a livello di clero, scarso nel numero e con un tasso di anzianità elevato. Neanche ho taciuto la problematicità che come chiesa stiamo vivendo nei confronti del mondo dei giovani e del lavoro. Tra i punti forza, ho riferito al Papa la priorità pastorale relativa alla formazione e alla valorizzazione del laicato nella forma di una crescente corresponsabilità.Inoltre ho condiviso con lui l’attenzione che stiamo dedicando alla pastorale vocazionale e della famiglia. Ho comunicato di quanto abbiamo fatto e stiamo facendo nel settore della Caritas a livello diocesano e a livello parrocchiale.

L’ho anche informato dell’esperienza della formazione delle Unità pastorali e dei lusinghieri risultati che si intravedono.Da ultimo ho accennato al Papa delle positività dei Convegni annuali di settembre che danno l’avvio all’Anno pastorale dell’Arcidiocesi definendone obiettivi e percorsi del nostro cammino di chiesa.

Che cosa sta più a cuore al Papa in que-sto momento particolarmente critico

che la Chiesa attraversa e quali indicazioni ha dato per la Chiesa che è in Pesaro?Chiare sono state le sollecitazioni del Papa a curare come pastori la famiglia, i giovani ed il laicato. Questi tre soggetti, ci ha ricordato il Papa, costituiscono le priorità della chiesa e quindi anche delle nostre chiese locali. Non sono mancati riferimenti alla situazione economica del nostro territorio che suscitano preoccupazione.In merito alla famiglia, punto nodale della vita della chiesa e della società, il Papa ci ha ricordato la necessità di impiantare una solida pastorale familiare in tutte le sue articolazioni, non dimenticando l’attenzione a coloro che vivono la sofferenza dovuta al fallimento del matrimonio.

Quanto ai giovani, il Papa ha sottolineato la necessità di saperli accogliere e di saperli accompagnare soprattutto con percorsi di formazione spirituale e di slancio missionario attraverso il loro coinvolgimento all’interno di una pastorale integrata. Sul laicato il Papa si è soffermato raccomandandoci due cose: la formazione e la corresponsabilizzazione. Ha precisato che la chiesa di oggi si apre al mondo e alla problematicità dell’uomo post-moderno soprattutto con la presenza di laici formati e corresponsabilizzati nella missione della nuova evangelizzazione.

Quali frutti si attendono da questa Visita?

Il Papa ci ha confermato nella fede anche attraverso la piena condivisione delle scelte fatte dalle nostre chiese e attraverso una forte sollecitazione a continuare e a sviluppare i cammini intrapresi. Questo mi pare sia il frutto maggiore che chiede però prospettive ulteriori di ampliamento e di approfondimento. Al termine dell’udienza, nel salutarlo personalmente, il Papa ha avuto amabili parole di ringraziamento per il pellegrinaggio a Roma del 17 aprile della nostra Metropolìa con tremila fedeli che hanno partecipato alla sua udienza generale.Inoltre avendo colto dal mio intervento la “tipicità” della nostra chiesa nei confronti delle altre chiese marchigiane, mi ha invitato a continuare i cammini già in atto con tenacia, perseveranza e con lo sguardo rivolto al futuro.

A cura di Paola Campanini©riproduzione riservata

DIOCESI DI FANO – MONS. ARMANDO TRASARTI

L’importanza della custodia del gregge

Una visita informale, per così dire familiare. E’ così che ha definito il vescovo della diocesi di Fano,

Fossombrone, Cagli, Pergola la Visita ad Limina. Il tutto in un clima di dialogo, cordialità e di profondo ascolto da parte di Papa Francesco.Alloggiando alla Casa Santa Marta nei giorni della visita, il nostro Vescovo ha potuto vivere ancora più da vicino da la quotidianità di Bergoglio.«Sono rimasto davvero colpito – ha spiegato il Vescovo – dal suo senso di paternità e familiarità. Papa Francesco è un uomo dalla grande nobiltà d’animo, un uomo sinodale con una grande capacità

di mettersi in ascolto dell’altro. E’ un papa profondamente umano che sa trasmettere in Vangelo senza orpelli, ma con freschezza. Quello che mi ha impressionato – ha proseguito mons. Trasarti – sono i suoi gesti che sono per noi catechesi. Nella nostra cultura, siamo spesso abituati a parlare e poi ad agire, mentre Papa Bergoglio dapprima compie il gesto e poi ne spiega la motivazione e questa è per noi una grande lezione di vita».Il Vescovo ha poi posto l’accento su alcune osservazioni che Bergoglio ha voluto fare ai vescovi presenti. «Innanzitutto ha messo in evidenza l’importanza della custodia del gregge e

si è soffermato molto sulla famiglia con tutte le difficoltà che sta vivendo oggi. Bergoglio ha sottolineato come la Chiesa debba essere sempre accogliente verso tutti poiché tutti, anche e soprattutto coloro che si trovano in difficoltà, devono, in essa, sentirsi a casa e mai a disagio. Ce lo ha ricordato all’udienza generale di mercoledì 17 aprile alla quale anche la nostra Metropolia ha partecipato: Come afferma san Giovanni nella sua Prima Lettera Egli è il nostro avvocato: che bello sentire questo! Quando uno è chiamato dal giudice o va in causa, la prima cosa che fa è cercare un avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo questo avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere

benedizione, a chiedere misericordia! Lui ci perdona sempre, è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo! Inoltre ha posto l’accento sull’incarnazione con il popolo, lo stare con il popolo che deve sentirsi amato da Dio. Particolare attenzione anche alla valorizzazione delle tradizioni popolari come strumento di trasmissione della fede. Un’altra questione sollevata – ha spiegato Mons. Trasarti – è stata quella della mancanza di vocazioni. Papa Francesco ha posto l’attenzione, innanzitutto, sul fatto che dai matrimoni nascono sempre meno figli e questo è un problema da non sottovalutare. In conclusione Papa Francesco è tornato sul tema dell’importanza di una continua riforma della Chiesa sia nelle strutture che nelle persone».

A cura di Enrica Papetti©riproduzione riservata

Che impressione ha avuto da questo incontro così fortemente atteso con Papa Bergoglio?

È stato un incontro molto cordiale. In un clima di familiarità il Papa si è messo a dialogare con noi, ci ha ascoltato molto. Nel parlare ha fatto molto riferimento alla sua esperienza di vescovo. E aveva il tono di chi condivide e consiglia, e non tanto di chi dà delle direttive.

Tanti i temi messi in gioco. Qual è quello che le è sembrato prioritario?

Famiglia e giovani; le vocazioni e quella che lui ha chiamato la filosofia del provvisorio, cioè gli impegni di vita che non vengono assunti per sempre. Ci ha parlato della teologia dell’incarnazione e della necessità di andare incontro all’altro nello spirito del Vangelo: “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete fatto a me”. Certamente l’attenzione sul tema della famiglia è stata forte e ho avuto l’impressione che su questo punto Papa Francesco voglia lavorare molto.Riguardo alla pastorale giovanile. Come si è pensato di guardare alle nuove generazioni come al futuro della Chiesa…Il tema dei giovani è sempre rimasto nell’orizzonte del colloquio. E il Papa ha anche sottolineato come la situazione delle famiglie dove gli sposi sono ad esempio o separati o divorziati, incide sul percorso vocazionale dei figli. Quindi il lavoro pastorale se vuole procedere deve affrontare in modo sistematico sia la famiglia che i giovani. È stato detto al Papa come in questi anni nelle Marche sia cresciuto l’impegno negli oratori parrocchiali e come anche sia aumentato il loro numero: Papa Francesco ha detto che il metodo dell’oratorio è molto buono per interessare i ragazzi e tenerli in un cammino di formazione umana e cristiana.

La crisi del lavoro segna profondamente anche questa Arcidiocesi. Quali riflessioni e strategie sta mettendo in campo la Chiesa urbinate per poter essere vicina a quanti (giovani, padri e madri di famiglia, ecc.) soffrono per la mancanza di lavoro?Siamo chiamati a rispondere a molte richieste di aiuto. Cerchiamo di rendere la Caritas diocesana attenta a questa emergenza e anche capace di uno sguardo

complessivo su tutta la realtà. È nostra intenzione anche coordinare l’intervento delle varie Caritas parrocchiali.

A novembre si terrà il 2° Convegno ecclesiale marchigiano. Come si sta preparando l’Arcidiocesi di Urbino–Urbania–Sant’Angelo in Vado?

Seguiamo il programma per questi mesi che precedono il Convegno. Con i sacerdoti abbiamo riflettuto sulle tappe che il sussidio propone. Ci saranno anche

appuntamenti diocesani nei quali si potrà parlare del Convegno. Nel frattempo la nostra diocesi sarà attivata, a partire dalla Veglia di Pentecoste, per una Missione diocesana che si svolgerà da mercoledì 25 settembre a domenica 6 ottobre. Avrà come titolo una frase di Papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Sabato 5 ottobre ci sarà l’ordinazione diaconale del nostro seminarista Andrea Righi che sta ultimando i suoi studi a Roma. La missione sarà rivolta soprattutto alle famiglie e ai giovani. Penso che la diocesi in questo modo sarà pronta anche per il convegno regionale.Ha potuto parlarne nel colloquio col Pontefice? Quali reazioni, consigli ed auspici da parte del Papa?Sì, in un passaggio del colloquio ho potuto accennare alla missione diocesana dicendo appunto che avrà come obiettivi il coinvolgimento delle famiglie e dei giovani. Era come una conferma di quanto si andava dicendo riguardo agli impegni di evangelizzazione più urgenti.Sono diverse le diocesi nelle Marche che devono attendere

un nuovo pastore, tra nomine ad altri incarichi e raggiunti limiti di età. Il Papa ha fatto qualche rivelazione?

Nessuna rivelazione. Ha solo detto che quando egli attendeva di concludere il suo ministero episcopale nella diocesi di Buenos Aires, avendo già raggiunto i 75 anni, gli è stato chiesto di... cambiare diocesi!

A cura di Andreas Fassa©riproduzione riservata

ARCIDIOCESI DI URBINO – MONS. GIOVANNI TANI

Giovani, famiglia e lavoro

SCHEDA

La regione ecclesiastica delle Marche è composta da 12 diocesi e una prela-tura territoriale. Si tratta dell’arcidiocesi di Pesaro (62 sacerdoti secolari, 39 regolari, 11 diaconi permanenti), che ha come suffraganee la diocesi di

Fano-Fossombrone-CagliPergola (102 sacerdoti secolari, 36 regolari, 15 diaconi permanenti) e l’arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado (54 sacerdoti secolari, 9 regolari, 4 diaconi permanenti); l’arcidiocesi di Ancona-Osimo (90 sacerdoti secolari, 45 regolari, 14 diaconi permanenti), che ha come suffraga-nee le diocesi di Fabriano-Matelica (42 sacerdoti secolari, 24 regolari, 4 diaconi permanenti), Jesi (36 sacerdoti secolari, 18 regolari, 8 diaconi permanenti), Se-nigallia (76 sacerdoti secolari, 13 regolari, 8 diaconi permanenti) e la prelatura territoriale di Loreto (3 sacerdoti secolari, 46 regolari); l’arcidiocesi di Fermo (155 sacerdoti secolari, 81 regolari, 32 diaconi permanenti), che ha come suf-fraganee le diocesi di Ascoli Piceno (85 sacerdoti secolari, 27 regolari, 7 diaconi permanenti), Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia (119 sacerdoti secola-ri, 79 regolari, 9 diaconi permanenti), San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto (65 sacerdoti secolari, 45 regolari, 9 diaconi permanenti) e l’arcidioce-si di Camerino-San Severino Marche (85 sacerdoti secolari, 25 regolari).

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19 maggio 201314 amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli PergolaSABATO 11 MAGGIO SI È TENUTA L’ASSEMBLEA DELLE CARITAS PARROCCHIALI

Rinnovare la pastorale della carità con l’animazione della comunità

“Testimoni credibili della fede nell’ambito delle fragilità. Ridefinire e rinnovare la pastorale

della carità mediante l’animazio-ne della comunità” è stato il tema dell’assemblea diocesana delle Ca-ritas parrocchiali in programma sabato 11 maggio alle ore 15 pres-so il Centro Pastorale diocesano.Ad introdurre i lavori è intervenu-to il direttore della Caritas dioce-sana Angiolo Farneti il quale ha

sottolineato l’importanza di ridefi-nire e rinnovare la pastorale della carità mediante l’animazione del-la comunità. “Innanzitutto – ha affermato Farneti - l’animazione pastorale della comunità è defini-ta come la capacità della Chiesa di uscire da se stessa, collocarsi in modo attivo nella storia e, con uno stile di dialogo e condivisione, co-struire proposte che fanno emer-gere Gesù. Da qui subito si deduce che deve essere principalmente

chiaro che l’animazione pastorale è della Chiesa, non è esclusiva del-la Caritas, né dell’ambito carità; è una capacità che va sempre per-seguita, perfezionata, verificata e non un talento innato, né una competenza tecnica. Potremmo dire che è una specie di vocazione che è per tutti quelli che sono nel-la Chiesa, in virtù del Battesimo, e quindi sia per chi fa catechesi o liturgia, sia per gli sposati che per i separati e sia per chi opera nel Centro di ascolto tanto quanto per chi distribuisce viveri, come per chi sistema abiti usati; è la capacità della Chiesa di costruire proposte e opere-segno che fanno emerge-re Gesù e il suo Vangelo. La pri-ma vera povertà – ha proseguito Angiolo Farneti - è la lontananza da Dio e la prima grande carità è il Vangelo. L’animazione pastorale, in sostanza, è vera e propria evan-gelizzazione. Non si tratta quindi di formare maxi esperti in nessun campo, ma di puntare alla colloca-zione pienamente ecclesiale, cat-tolica, dell’animatore pastorale. Si tratta di aiutare a partire da qual-siasi ambito di impegno/servizio (e anche di competenza specifica) per animare al senso della cari-tà tutta la comunità parrocchiale

e quindi: i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo. Possiamo così definire l’animatore pastorale: for-temente radicato nella Parola, nel-l’Eucaristia, nella Carità… quindi nella vita e vitalità della Chiesa; profondamente segnato dalla gratuità, che è l’espressione più significativa della carità, che è un di più della giustizia e sarà sempre necessaria. È la coscienza di esse-re amati da un Padre e quindi il gusto di vivere per gli altri, da cui nasce un modo di essere presenti in termini vocazionali: da volon-tari, operatori retribuiti, ministri ordinati, consacrati, … nel segno del dono; capace di vivere in pri-ma persona, e promuovere e va-lorizzare nella comunità (anche a partire dai luoghi pastorali) azioni di ascolto, relazioni significative, osservazione e comprensione del-la realtà; testimone nelle scelte di impegno concrete e quotidiane: i gesti, le azioni, le opere di con-divisione e di servizio;capace di accompagnare nella comunità la maturazione della consapevolez-za dei propri limiti e delle proprie risorse, la graduale apertura al cambiamento, il protagonismo e responsabilità, a partire dalle quali moltiplicare sensibilità, attenzio-

ni, azioni concrete. In particolare, anche per la Caritas, è l’evangeliz-zazione la finalità dell’animazione, è quindi l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo di carità, la cui ac-coglienza provoca: cambiamento negli stili di vita e nelle scelte dei singoli e delle comunità, promo-zione di forme diffuse di respon-sabilità e la creazione di una varie-tà di servizi di carità, in risposta ai bisogni. Di conseguenza – ha concluso Farneti - l’animazione non consiste semplicemente nel-la creazione di un servizio o nel-l’aumento del numero dei volon-tari, ma nell’avviare processi di cambiamento con l’obiettivo di: ri-partire dalla persona, per resti-tuirle dignità; educare il singolo e la comunità alla corresponsabilità, alla collaborazione e alla parteci-pazione; agire con competenza ed efficacia, superando l’improvvisa-zione e l’approssimazione; andare alle cause che generano il disagio, per denunciarle e rimuoverle; fa-vorire l’azione integrata tra comu-nità cristiana, Associazioni/Grup-pi (il privato sociale) e Istituzioni sul territorio, nel progettare e nel realizzare interventi, in risposta ai diversi bisogni individuati.

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LA LECTIO DEL VESCOVO ALL’ASSEMBLEA

L’amore di Dio cambia il volto delle coseFANO - “Vi do un comandamen-to nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”.L’amore di Dio cambia il volto delle cose, ci fa intravedere la pienezza che ci attende. Ci chiede un luogo dove manifestarsi: la relazione fra-terna, l’amore vicendevole. Amare davvero l’altro, d’altra parte non può che venire da Dio; sappiamo bene che in troppe occasioni pre-vale il nostro egoismo, il calcolo, l’interesse. Il come detto da Gesù è pertanto, anzitutto, un poiché: voi mi potete amare, poiché io amo voi. E se ci lasciamo amare da lui, tutto è possibile; ne nasce una libertà di accogliere e di voler bene davvero a tutti, anche a quelli che non pen-seremmo mai, e di lasciarci amare fino in fondo. (Giovanni 13, 32-35). Il “come” di Gesù ci inchioda, ci proibisce di accontentarci e giu-stificarci. Se voglio amare davvero, se voglio riempire il mio cuore di passione è a quell’amore che devo guardare.Il segreto per amare di un amore estremo, gratuito, “sino alla fine” com’ è stato il suo, consiste dell’es-sersi fatti raggiungere e aver spe-rimentato l’amore che Gesù vuole

donare. Non si può testimoniare un amore eroico se prima non ci si è fatti raggiungere da un amore cosi particolare. Prima farsi amare e poi tentare di amare imitando. Perché solo quando si è pieni di

Dio si può tracimare Dio.Alcune domande ci possono aiu-tare nella riflessione: sto tentando di amare così, come Gesù? Sto ten-tando di amare nella verità, senza piccolezze e menzogne, senza cal-

coli e previsioni di ritorni, senza aspettarmi nulla? Sto tentando di amare con tutta l’intelligenza del cuore e tutta la passione della car-ne? Oggi c’è davvero bisogno di non cedere allo scoraggiamento!

Finché non c’è la prova, la difficoltà si può credere … di credere. Dice San Paolo: “E’ necessario attraver-sare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio”. (Atti 14, 22).

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19 maggio 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

Speciale FeSta della FamigliadOmeNica 26 maggiO, alle ORe 16.30, al ceNtRO paStORale diOceSaNO

Senza la famigliai conti non tornanoFANO – Domenica 26 maggio, dalle ore 16.30 presso il Centro Pastorale diocesano, l’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, ACLI, la Caritas diocesana e il Forum provinciale as-sociazioni familiari organizzano la festa della famiglia sul tema “Senza la famiglia i conti non tornano. Risorse e speranze oltre la crisi”Programma della giornata:ore 16:30: tavola rotondaMelania Macchiarola, Presidente provinciale del Forum associa-zioni familiariMaurizio Tomassini, Presidente provinciale delle ACLIAngiolo Farneti, Direttore della Caritas diocesana

Francesco Belletti, Presidente nazionale del Forum associazioni familiariModeratori Maria Pia Polidori e Paolo Ambrosiani, responsabili dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famigliaore 17.30: Pop economy, ovvero da dove allegramente viene la crisi e dove va. Spettacolo di cabaret comico-drammatico con Alberto Pagliarino, Banca Etica e Teatro popolare europeoore 18.45: preghiera e benedizione delle famiglie presenti da parte del Vescovo diocesanoore 19: aperitivodalle ore 16.30: Laboratorio Cre-Attivo per i più piccoli da parte dell’associazione “Il topo con gli occhiali”

Un grande servizio alla società la teStimONiaNZa di UNa Famiglia della diOceSi

Un’onda che ci spinge verso il futuro

Nel nostro Paese la famiglia è considerata ancora come un valore importantissimo. Sono

numerose le famiglie solide e non rare quelle di elevata spiritualità. Vogliamo dire la nostra gratitudine a tanti coniugi che vivono il matrimo-nio come partecipazione all’amore di Cristo per la Chiesa sua sposa. Di questo amore, non poche volte con fatica e sofferenza, offrono concreta testimonianza nella reciproca fe-deltà, nella generosa accoglienza e nell’educazione dei figli, nella pre-murosa attenzione agli anziani, nel servizio ai poveri, nell’apertura alla Chiesa e alla società. Presenza «fe-riale», non gridata dai media, ma fondamentale per il presente e il fu-turo della nostra comunità ecclesiale e civile.D’altra parte dobbiamo costatare anche in Italia una crisi sempre più evidente della famiglia. È in questo ambito che gravano in modo parti-colarmente distruttivo gli elemen-ti negativi della cultura di oggi. La mentalità individualista e refrattaria agli impegni duraturi incide sulla di-

minuzione dei ma-trimoni, sull’alto numero delle sepa-razioni, dei divorzi, e delle convivenze di fatto. Il ritmo frenetico della vita, creando impegni e interessi divergenti, impoverisce il dia-logo e la comuni-cazione tra i coniu-gi. La ricerca delle sensazioni intense ed effimere por-ta a enfatizzare la sessualità genitale,

dissociandola dall’amore. La man-canza di progettualità e di speranza influisce sulla scarsità delle nascite, un triste primato che mette in peri-colo il futuro stesso del nostro popo-lo. Il soggettivismo, incurante della verità e dei valori oggettivi, porta a giustificare l’aborto e ne facilita la diffusione; misconosce la stessa fa-miglia, come realtà radicata nella nostra natura e la riduce a mutevole prodotto culturale. Da più parti si assiste con indifferenza, quando non addirittura con compiacimento, alla disgregazione di questo istituto ba-silare per l’esistenza stessa della so-cietà. Per questo, la Chiesa che è in Italia afferma la priorità della fami-glia, fondata sul matrimonio, come soggetto sociale ed ecclesiale. Vede in essa la cellula originaria della so-cietà, la prima scuola di umanità, la Chiesa domestica che ha la missione di trasmettere il Vangelo della carità in modo peculiare, con l’eloquenza dei fatti. Si impegna a promuovere una pastorale organica con e per le famiglie, secondo gli orientamenti del “Direttorio di pastorale familia-

re” della CEI, valorizzando l’apporto complementare di sacerdoti, di per-sone consacrate, di coppie animatri-ci e di gruppi ecclesiali.Prioritaria è l’educazione dei giovani all’amore come dono di sé, presen-tando come modalità complemen-tari di vita cristiana la vocazione al matrimonio e la vocazione alla ver-ginità consacrata. La preparazione dei nubendi al matrimonio con veri e propri itinerari di fede. La forma-zione spirituale dei coniugi, special-mente delle giovani coppie. L’aiuto premuroso e discreto alle famiglie in difficoltà e le coppie in situazioni difficili. Il sostegno alle famiglie in cui sono presenti persone disabili, soprattutto per facilitare a quest’ul-time l’inserimento nella comunità cristiana e nel cammino di fede.In considerazione degli ostacoli che derivano dai costumi diffusi e dalle carenze legislative, la Chiesa racco-manda vivamente la partecipazione delle famiglie all’associazionismo familiare, perché siano agevolate nello svolgimento dei loro compiti e possano tutelare i loro diritti. Ricor-da ai responsabili della politica che è interesse primario della collettività nazionale accordare finalmente una reale priorità al lavoro e alle poli-tiche sociali a favore della famiglia, riguardanti la previdenza, il tratta-mento fiscale, la casa, i servizi socia-li e quel complesso di condizioni per cui la maternità non sia socialmente penalizzata.Servire la famiglia è un autentico servizio all’intera società, ancor più indispensabile in questo periodo di crisi e grandi cambiamenti.

Maria Pia e Paolo AmbrosiniUFF. Famiglia Diocesi Fano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La mia famiglia è nata il 29 giugno 2003. Otto anni e dieci mesi fa ha iniziato a crescere col primogenito, che ha com-piuto 8 anni lo scorso 5 maggio. 3 anni e mezzo dopo è

arrivato il secondo ‘maschiaccio’, mentre da cinque mesi allieta le nostre notti il soave canto della ‘principessina’.Prima di sposarci mio marito ed io non avevamo in testa una simile evoluzione, tant’è che comprammo un nido d’amore di appena 38 metri quadri, perché per un medio-lungo ‘po’ ’ ci sarebbe bastato. Non avevamo fatto tutti i conti, non avevamo considerato tutte le variabili: non avremmo potuto neanche im-maginare che, in un giorno molto vicino, sarebbe sorta in noi una voglia nuova, inattesa, viscerale, chiarissima.Tutto ciò che ne seguì fu come un’onda, che ti travolge e ti tra-scina fra alti e bassi, ma che ti spinge sicura verso domani. Fra i tanti dubbi ed insicurezze in cui ci imbattiamo tutti i giorni, come persone e come genitori, mio marito ed io abbiamo testa-to che è difficile fare progetti, perchè spesso basta un’influenza per sovvertire tutto… Allora capisci quanto sia importante la flessibilità, nelle previsioni così come nell’educare. Un’altra cosa che ci è “giunta nuova”, infatti, è che ogni bambino è diverso dall’altro: facile a dirsi, ma non a ‘praticarsi’.Mentre credi di aver raggiunto un traguardo con un figlio, di aver individuato il metodo dei metodi che supera ogni crisi e ogni difficoltà, sei già ricaduto dalla bicicletta, con lo stesso fi-glio, oppure con un altro. Perché ogni situazione è diversa, ogni bambino ha la sua testa, la sua sensibilità, e matura chieden-doti implicitamente di maturare con lui.Non è banale passare dal credere di aver tutte le ragioni perché ci si è già passati, al capire che i nostri figli non sono dei piccoli

“noi”. Non è banale non sbagliare, perché invece di “non farlo più”, anche noi perseveriamo negli stessi errori, pur accorgen-docene, magari, nel momento stesso in cui lo stiamo per fare.L’importante, a nostro avviso, è comunque capire, e far capire ai nostri figli, che ‘appellarsi alla propria onestà, ammetten-do di aver sbagliato, è un chiaro indice di maturità’ (Rita Levi Montalcini, “Elogio dell’imperfezione”). Importante è compren-dere, e far comprendere loro, che non siamo loro ‘amici’, che non siamo loro ‘fratelli’, ma siamo i loro ‘genitori’, nel reciproco rispetto dei ruoli, e che siamo lì per loro.In poche parole importante è amarci, amarli, farli sentire ama-ti. E neanche questo, secondo noi, è banale.

Paola© RIPRODUZIONE RISERVATA

PELLEGRINAGGIO DIOCESANO UNITALSI A MAROTTAFANO – Domenica 19 maggio, dalle ore 15.30, è in programma il pellegrinaggio diocesano dell’UNITALSI Fano al Santuario della Beata Vergine della Consolazione si-tuato all’interno della Parrocchia San Gio-vanni Apostolo di Marotta.Programma:Ore 15.30: RosarioOre 16.00: Santa Messa Ore 17.00: Momento di festa e merenda insieme

PIANDIMOLINO RICORDA SANT’UBALDOAPECCHIO – Tradizione vuole che Sant’Ubaldo la scelse per rifugiarsi. Così Piandimoli-no, frazione di Apecchio, ogni anno sceglie di ricordare il vescovo di Gubbio con una giornata di festa. L’appuntamento, da sempre, è la domenica successiva al 16 maggio.Domenica 19, quindi, l’area davanti alla chiesa di Sant’Andrea sarà ancora piena di colori, sapori e musica. Con la possibilità di visitare la grotta, giochi di una volta (corsa con i sacchi, tiro alla fune, gioco del “toccio” con le uova sode), Sante Messe (alle 9, 10.30, 17) e la processione alle 17.30.Le bande cittadine di Apecchio e Piobbico sono la novità di quest’anno: si esibiranno alle 12 nell’area della festa.

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amicoil nuovo• •16 Fano Fossombrone Cagli Pergola19 maggio 2013

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◆ “GIOVANI DI PAROLA”FANO – Venerdì 24 maggio, alle ore 20.30 presso il Monastero di Fonte Avellana, ultimo appuntamento con “Giovani di Paro-la”. Padre Gianni, priore dell’eremo, proporrà una riflessione sul tema “Elia – ovvero – far crescere la Parola ... se si vuole !”

◆ LA FIABA MUSICALESALTARA – Proseguono il ciclo di incontri “Un sabato al nido” organizzati dalla Coop. Crescere in collaborazione col Comune di Saltara. Sabato 25 maggio, alle ore 16.30 all’interno degli spazi attrezzati del nido Comunale Postavecchia, è in pro-gramma “La fiaba musicale” a cura della psicoterapeuta Lin-da Tenzoni. Come animare insieme una fiaba: i suoni, i gesti, le voci di mamma, papà e bambini. Età massima dei bambini partecipanti 4 anni.

◆ APERTE LE ISCRIZIONI AL NIDOFANO - I Servizi Educativi del Comune di Fano comunicano che saranno aperte le iscrizioni ai seguenti servizi: NIDO anno sco-lastico 2013-14 (da 3 a 32 mesi) iscrizioni fino al 31.05.13Le domande di iscrizione vanno compilate presso gli uffici del Settore Servizi Educativi, siti in Via Vitruvio, 7 tel. 0721 887611-604 fax. 0721 807300. Gli uffici saranno aperti al pubblico nei seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 12.30, il martedì dalle ore 10.00 alle ore 17.00: oppure trami-te PEC al seguente indirizzo: [email protected]. Il materiale informativo si può trovare presso il portale del comune di Fano.

◆ CORO DELLA CATTEDRALE DI ST. ALBANSFANO – Sabato 25 maggio, alle ore 21 nella Cattedrale di Fano, è in programma il Coro della Cattedrale di St. Albans città ge-mellata con Fano.

notiZie in BreVe

FANO - Si è svolto il 7 maggio 2013 presso il Circolo ACLI S. Orso di Fano il secondo appun-tamento del LAPIS, il Laborato-rio per l’impegno sociale e poli-tico, organizzato dalle ACLI, che quest’anno si pone l’obiettivo di promuovere una cultura dell’au-toimprenditorialità e di offrire ai giovani strumenti concreti per avviare un’attività nel campo del-l’impresa e della cooperazione so-ciale nei principali settori produt-tivi del nostro territorio.Il tema affrontato nell’incontro di Fano è stato “Creare lavoro in agricoltura: l’agricoltura socia-le”. La relazione introduttiva è stata svolta da Claudio Gagliar-dini, vicedirettore regionale della Coldiretti delle Marche.Dopo aver illustrato le difficili condizioni dell’agricoltura, colpita come gli altri settori dalla gravis-sima crisi economica che in Italia sta provocando una drammatica crescita della disoccupazione e una fortissima caduta dei con-sumi, Gagliardini si è soffermato sulle nuove opportunità che ven-gono offerte alle aziende agricole grazie alla multifunzionalità che è stata loro riconosciuta di recente. L’agricoltura sociale non è un’altra

agricoltura, non è una diversione dall’agricoltura intesa in maniera classica; è, invece, un’agricoltu-ra che si completa, che consolida relazioni di comunità, che inter-viene in maniera ancora più pre-gnante sulle qualità ambientali e paesaggistiche dello spazio rurale, che custodisce saperi e tradizioni, che, in definitiva, “trattiene e rige-nera” valori di comunità destinati probabilmente a perdersi.Siamo certi che l’agricoltura so-ciale può svolgere un ruolo inci-sivo sul modello di sviluppo della Regione nel suo complesso e può predisporre condizioni che do-vranno dar vita ad un modello di welfare tipicamente “rurale”, più che semplicemente (si fa per dire) agricolo.»Uno sviluppo destinato ad inte-grare e qualificare processi pro-duttivi da destinare, più ed oltre che al mercato, alla soddisfazione di bisogni peculiari di persone se-

gnate da condizioni di fragilità.Le Acli scommettono sulla capa-cità di innovazione straordinaria che l’agricoltura sociale potrà mettere in campo se sarà effetti-vamente posta in condizione di integrare economie locali ed of-ferte di servizi alle persone.Il ruolo della Coldiretti assieme al Forum del Terzo Settore è fonda-mentale perché può mettere in re-lazione soggetti pubblici, soggetti del Terzo Settore e soggetti anche privati, ma dotati di un paradigma sociale esplicito, su un terreno di concreta sussidiarietà per un’eco-nomia civile in grado di alimenta-re anche una nuova versione di un nuovo modello di sviluppo locale.Il settore che più si è sviluppato negli ultimi anni nella nostra Re-gione è stato, come è noto, quello dell’agriturismo e più in generale dell’agro-ambientale. Ma altre op-portunità si presentano se si guar-da all’agricoltura anche in un’ot-

tica sociale. Ed è su questo tema che Gagliardini è intervenuto più diffusamente, presentando esem-pi di aziende che hanno aperto “agrinido”.Ha chiuso i lavori Maurizio To-massini che oltre a sottolineare le molte e ancora inesplorate op-portunità offerte dall’agricoltura sociale specie quella connessa con

l’inserimento lavorativo di sogget-ti con fragilità, ha collegato l’ini-ziativa dell’agenda per lo sviluppo dell’economia civile nel territorio di Marche Nord al progetto di rafforzare la rete delle imprese so-ciali per il quale le Acli della pro-vincia di Pesaro Urbino stanno lavorando da tempo.

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UNA PROPOSTA DELLE ACLI PER I GIOVANI

Creare lavoro in agricoltura

SAN LORENZO IN CAMPO – E’ nato a Milano nel 1988 da madre italiana e padre siriano. Fino al 1997 gli è stato vietato di entra-re in Siria in seguito all’esilio del padre Mohamed, appartenente al Movimento nazionalista arabo e più volte arrestato e torturato in patria. Parliamo di Shady Hamadi, giornalista e scrittore, che lunedì 20 maggio, alle ore 21 nella sala consiliare di San Lorenzo in Cam-po, terrà un incontro sul tema “La Siria raccontata da un siriano” nel-l’ambito della settimana regionale “Se vuoi la pace prepara la pace” promossa dall’Università per la Pace delle Marche. Nei giorni scorsi, lo abbiamo raggiunto tele-fonicamente e gli abbiamo chiesto di raccontarci brevemente ciò che sta accadendo nella nazione dove la sua famiglia ha le proprie radici

Sei nato in Italia da madre ita-liana e padre siriano ma fino al

1997 ti è stato impedito di en-trare in Siria in seguito all’esi-lio di tuo padre Mohamed. Che cosa si prova a vedersi negata questa libertà?

Sicuramente un immenso senso di frustrazione, è come se mi fosse stata negata una parte di identità. Recentemente mi sono recato in Libano e, dal confine con la Siria, ho potuto rivedere il mio villaggio di origine, Talkalakh, le radici del-la mia famiglia.

La Siria raccontata da un siria-no. Che cosa sfugge di questo Paese agli occhi degli italiani?

Sfuggono molte cose ed è per que-sto che, tramite il mio libro e non solo, vorrei creare un ‘passaparo-

la’ su questa nazione. Agli italiani sfuggono le motivazioni profonde

della rivolta e soprattutto il per-ché, a distanza di solo quattro ore

di aereo dall’Italia, continuino a morire centinaia di persone.

Da giovane quale sei che cosa speri e ti auguri per la Siria?

Mi auguro che possa davvero na-scere un percorso di riconcilia-zione araba e che venga estirpato definitivamente il cancro dell’odio. So che non sarà facile ma credo negli uomini di buona volontà. Importante, in questo percorso, sarà il riconoscimento del dolore dell’altro.

Nel tuo libro sono racchiusi i ricordi della tua famiglia. Che cosa ti ha raccontato tuo padre della sua terra?

Mi ha raccontato tutto il suo pas-sato, di una Siria fatta di un elite di giovani che hanno provato ad inseguire il sogno dell’unità.(Sull’Università della Pace vedi anche a pag. 7)

a cura di EP© RIPRODUZIONE RISERVATA

LUNEDÌ 20 MAGGIO, ALLE ORE 21 SAN LORENZO IN CAMPO

La Siria raccontata da un siriano

PORTE APERTE ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO “GIÒ POMODORO”

Crescere in rete

ORCIANO – Sabato 11 maggio 2013, l’istituto comprensivo “Giò Pomodoro” di Orciano ha organiz-zato il convegno dal titolo “Crescere in rete”, una giornata a porte aperte per genitori e alunni del comprenso-rio. Il parco che circonda la scuola, alcuni spazi interni adeguatamen-te predisposti si sono trasformati in agorà, luoghi dell’incontro, della partecipazione, della condivisione e della comunicazione dei percorsi progettuali attivati da tutte le scuo-le, aventi come sfondo comune le

tematiche del Bene comune e la scuola come Bene comune. Cresce-re … in rete perché in questo anno scolastico i percorsi progettati ed agiti dagli alunni hanno consentito di approfondire, esperire, riflettere sul significato dell’inclusione, del-l’accettazione di sé e degli altri, della costruzione della propria identi-tà, anche attraverso la rivisitazione critica degli strumenti tecnologici spesso utilizzati dai ragazzi, met-tendone in luce anche i rischi, oltre alle potenzialità.

Il convegno, organizzato in aper-tura della manifestazione, ha avuto lo scopo di porsi come sintesi degli approfondimenti svolti con gli alun-ni durante l’anno e di lanciare delle sfide per il futuro. A seguire si sono svolti giochi, lavori degli alunni, musiche delle band dei ragazzi del-la secondaria e cena condivisa, an-che con il contributo del Gruppo di Acquisto Solidale “Villa Ginevri” di Orciano e Mondavio.

MG© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fano Fossombrone Cagli Pergola 19 maggio 2013 17amicoil nuovo• •

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FANO - Nel-l’ambito del-l’undicesima edizione Col-leMar-athon, la maratona i n t e r n a z i o -nale nata nel 2003 che par-te dal Colle di Barchi e arriva sino al Mare di Fano, è nata una collaborazio-ne tra il Cen-tro Autorizzato Fitwalking Fano Scacciapensieri ed il Gruppo Lo-cale ActionAid della provincia di Pesaro e Urbino con i rispettivi responsabili, Matteo Francolini e Stefano Sorcinelli, intenti a sen-sibilizzare la collettività locale e non solo sull’importanza dell’eser-cizio fisico quale strumento indi-spensabile per iniziare un percor-so personale nel quale imparare a prendersi cura della propria salute, fisica e mentale, ed al contempo migliorare le proprie relazioni in-terpersonali accrescendone sem-pre più lo spirito di solidarietà, quanto mai necessario in questo difficile periodo di crisi economi-ca e spirituale.

Con queste finalità, il Centro Fi-twalking Scacciapensieri di Fano ha ideato ed organizzato quest’an-no il primo evento di Fit Walking di 20 e 5 Km nell’ambito della ColleMar-athon, percorsi possibi-li anche a semplici fitwalkers che hanno così potuto prendere parte alla “Maratona dei Valori” e vive-re da protagonisti questo splen-dido evento, iniziativa che visto il grande numero di partecipanti e l’entusiasmo manifestato dagli stessi verrà senz’altro riproposta nelle prossime edizioni di questa ormai mitica maratona.Nella foto Stefano Sorcinelli e suo

figlio Tommaso©riproduzione riservata

LA STORIA DI METAURILIA

Memoria resistente

FANO - Si è conclusa lo scorso 12 maggio a Metaurilia “Memo-ria Resistente”, una interessante rassegna di eventi volta a raccon-tare un po’ di storia sociale della frazione, che il Circolo ricreativo - culturale “Albatros 87”, ha pensato bene di organizzare.Metaurilia, lo ricordiamo è una località situata lungo la statale a sud della foce del fiume Metau-ro ed è sorta come borgata rura-le tra il 1934 ed il 1938 (con 115 casette coloniche ed una chiesa) per volere del Duce, la cui politica prevedeva di favorire lo sviluppo dell’agricoltura e limitare l’inurba-mento delle masse disoccupate.A fare parte di questa rassegna sono stati diversi appuntamenti,

tutti molto validi: dalla video-proiezione dell’intervista al par-tigiano Pucci Risiero, all’incontro con Massimo Bini e Marcello Spa-raventi sul tema “Visioni e rifles-sioni letterarie su Metaurilia”, alla proiezione del film “L’uomo che verrà”, al videoricordo di Giulio Lumachi e Iva Pascucci sulla vita a Metaurilia durante la guerra, all’ intervento del professor Gabriele Ghiandoni, autore di uno scritto sulla storia della borgata, al sim-patico momento di teatro dialet-tale “Dodic, diciott, ventiquattre e scart...” interpretato da alcuni ragazzini del luogo. Ma ciò che ha riscosso maggior consenso è stata la mostra fotografica “Memoria Resistente. La storia sociale del

borgo di Metaurilia dagli album di famiglia. 1934-1970”, inaugu-rata lo corso 20 aprile e rimasta allestita fino al 12 maggio scorso negli spazi della sede del circolo, in piazzale Pucci. “Crediamo che nelle fotografie esposte risalti la semplicità della testimonianza di un mondo che neppure troppo lontano, racchiude le origini di Metaurilia e di ciò che siamo oggi - ci dice Cristina Sabatinelli, la giovane ed affabile presidente del circolo - un tesoro da tramandare nel tempo, che oggi vogliamo por-re soprattutto all’attenzione dei giovani”. Non è una cosa a poco, quella che è stata fatta, visto che in tanti ne hanno compreso la valen-za ed hanno messo disposizione le proprie fotografie, magari gelo-samente custodite nei cassetti, ed anche qualche antico documento (come ad esempio l’atto di costi-tuzione della Società Cooperativa tra gli ortolani di Metaurilia) per creare una memoria collettiva da tramandare. A testimonianza dell’iniziati-va rimane il catalogo, curato da Marcello Sparaventi (presidente dell’Associazione Centrale Foto-grafia).

Mariella Polverari©riproduzione riservata

LA MARATONA DEI VALORI

ColleMar-athon 2013

PRESENTATO IL LIbRO DI DANTE PIERMATTEI

Lo scrigno “moderno” di San Silvestro

FANO - «Un “francobollo” nel conte-sto urbano, ma ugualmente importante per alimentare quel sano rispetto verso la nostra storia, quella dei nostri padri e del nostro lato spirituale». In questo modo, monsignor Armando Trasarti, ha apostrofato la chiesa di San Silve-stro, sita in piazza XX settembre a Fano, durante la presentazione del volume ad essa dedicato da Dante Piermattei. Sabato 11 maggio, infatti, alla presenza delle autorità, è stato presentato il te-sto dal titolo Lo scrigno “moderno” di San Silvestro a Fano, in cui l’autore de-scrive i passaggi storici ed artistici che hanno coinvolto la ristrutturazione che, al termine del secondo conflitto mon-diale, ha interessato la chiesa dedicata a San Silvestro, da tutti appellata come “Madonna di piazza”, emblema della

speranza cittadina. Agli inizi degli anni ’50, iniziarono i lavori, in cui la parte progettuale venne affidata al geometra Lorenzo Menegoni, mentre due artisti si alternarono nella decorazione mura-le della Via Crucis ed in quella plastica dell’altare: rispettivamente il pittore Augusto Ranocchi e lo scultore cera-mista Leoncillo Leonardi. «Quando la chiesa venne riaperta al termine dei lavori – ha ricordato Fabio Tombari, presidente della Fondazione Carifano –, ai più parve di vedere qualcosa di bla-sfemo, lontano dai canoni liturgici del-l’epoca». Soffitto verde bottiglia, pitture e ceramiche in cui il rosso acceso non passa inosservato, erano gli strumenti artistici che si andavano sperimentan-do proprio attorno alla metà del seco-lo scorso. È dunque parso naturale agli

artisti applicare questi nuovi stili anche in un luogo sacro, cercando così di avvicinarsi di più al linguag-gio dell’epoca. La stessa Via Crucis è rap-presentata in una scena unica,

senza soluzione di continuità, in quanto la stessa divisione in stazioni avrebbe li-mitato nello spazio l’espressione icono-grafica. Chiese come queste, legate alle vicende di molte persone, sono “luoghi di preghiera e meditazione estrema-mente importanti”, come ha evidenziato Giancarlo Bertini, priore della Confra-ternita del Suffragio, che ritemprano il senso del sacro nelle persone. Il volume, dall’aspetto gradevole, consta di circa cento pagine, in cui l’agevole testo la-scia spazio a delle illustrazioni di pregio che risaltano gli innumerevoli partico-lari contenuti nel piccolo “scrigno” della chiesa di San Silvestro. Veramente un valido ed apprezzabile lavoro dello sto-rico Piermattei.

Matteo Itri©riproduzione riservata

ponte rio - si è svolta sabato 11 maggio a ponte rio l’assemblea nazionale dell’associazione “don paolo tonucci – apito” che ha ap-provato il bilancio consuntivo 2012. ad aprire i lavori il presidente ro-berto ansuini che nella sua relazio-ne ha evidenziato come le attività dell’associazione sono state rivolte principalmente alla sensibilizzazio-ne, formazione e coinvolgimento di ragazzi delle scuole dell’infanzia ed elementare di Fano, a sotto-lineare il ruolo prevalentemente educazionale che l’apito svolge sul

territorio. L’associazione, che con-ta 21 soci a livello nazionale e 13 a livello locale, raggruppati nel Co-mitato Marche nato nel 2012, ope-ra poi con i propri volontari e con personale qualificato in Brasile, a Camacari, gestendo vari progetti di cooperazione e sostenendo una

scuola dell’infanzia che rende possi-bile l’accesso alla scolarizzazione ai bambini che si trovano in situazioni di povertà. una realtà questa che nasce sulla scia del lavoro svolto dal Missionario don paolo tonucci prima e da don Marco presciutti poi e che continua la sua missione ade-

guandosi ai cambiamenti sociali che il Brasile sta subendo in questi anni. anche una delegazione di giovani che andranno alla GMG (Giornata Mondiale Giovani) a rio nel mese di luglio farà tappa presso la sede dell’apito Brasile a rinsaldare il le-game forte che ha sempre unito le

due comunità. La situazione conta-bile dell’associazione, ha concluso il presidente, è da considerarsi stabile nonostante la situazione economi-ca che stiamo vivendo e l’auspicio è quello di incrementare sia le entra-te che il numero di volontari che si rendono disponibili per collaborare alle varie iniziative che vengono or-ganizzate durante l’anno. e’ possibi-le seguire le attività dell’associazio-ne sul sito istituzionale all’indirizzo www.associazioneapito.org.

Marco Gasparini©riproduzione riservata

ASSEMbLEA NAZIONALE DELL’APITO

Insieme per educare

Fano – Giovedì 23 maggio, dalle ore 16 alle ore 18 presso l’itC “Battisti” si terrà una conferenza a cura del-l’unilit dal titolo “spi-ritualità, simbolismo e utopia nella pittura di William Blake”. re-lazionerà il professor Giuseppe papagni. “…io so che questo mondo è un mondo di visione e immagi-nazione”. Con questa affermazione l’artista inglese William Blake (1757-1827) si è pro-

posto nel periodo storico tra i secoli Xviii e XiX come pittore, poeta e letterato tra innovazioni ideologiche, spirituali e teorie estetiche.Come il maggior rappresentante della poetica del “sublime”, l’artista ha considerato la realtà come sogno e il sogno come realtà ritenendo creativo l’eterno conflitto tra il bene e il male: il bene è il passivo della ragione, il male è l’attivo che scaturisce dall’energia, il dissidio è creativo e l’immaginazione, la sintesi. Con W. Blake e le poetiche illuministe, romantiche e simboliste dalla metà del 1700 la storia dell’arte moderna è la storia tra l’individuo e la collettività.

Nella foto: William Blake Il sole alla sua porta d’Oriente (1815 c)

“SPIRITUALITA’, SIMbOLISMO E UTOPIA NELLA PITTURA DI bLAKE”

Conferenza del prof. Papagni

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19 maggio 2013 amicoil nuovo• •18

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Carlo Ceci: un personaggio

che merita la riconoscenza di Urbino

pagina

ricordoRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

MoNS. GioVANNi TANi iNdirÀ LA MiSSioNE diocESANA

Veglia di Pentecoste in cattedraleURBINO. Sabato 18 maggio alle ore 21 in Cattedrale ad Urbino si terrà la veglia di Pentecoste presieduta da mons. Giovanni Tani. Durante la veglia l’Arcivescovo indi-rà solennemente la Missione Diocesana che si terrà dal 25 settembre al 6 ottobre prossimo e che vedrà il suo momento cul-minante nell’Ordinazione diaconale del nostro seminarista Andrea Righi, sabato 5 ottobre. La solennità della Pentecoste co-stituirà, quindi, l’occasione per avviare il periodo della pre missione, attraverso una capillare e tenace opera di sensibilizza-zione (nelle Parrocchie e nelle Unità Pa-storali) perché i giovani e le famiglie della nostra Arcidiocesi possano prepararsi e divenire a loro volta protagonisti nella missione e nella testimonianza gioiosa della loro fede.Sarà sicuramente un momento intenso di lode, di preghiera e di invo-cazione dello Spirito perché i germi di bene maturati in questo Anno Pastorale portino frutti di vita eterna.

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LA cEriMoNiA NEL GiorNo dELL’AScENSioNE

La confermazione a MercatelloMercatello sul Metau-ro - Domenica 12 maggio alle ore 17,30 nella solennità dell’ascen-sione del signore, 14 ragazzi della Parrocchia “santa Veronica Giulia-ni” hanno ricevuto il sacramento della confermazione dal nostro arcivescovo mons. Giovanni tani. la chiesa collegiata, con le sue eleganti linee architettoniche illu-minate a festa, ha fatto da degna e bella cornice all’evento liturgico.la stessa chiesa è stata testimone nel 1667 del rito della cresima che orsola Giuliani, poi santa Veroni-ca, riceveva all’età di sette anni dal vescovo onorato degli onorati.ai ragazzi facevano corona i fami-liari, gli amici e tutta la comunità parrocchiale che ha seguito e vis-suto l’evento con raccoglimento e preghiera. la catechista silvia si-moncini nel presentare i cresiman-di all’arcivescovo ha evidenziato il cammino svolto in questi mesi non nascondendo le difficoltà che inevitabilmente si incontrano in ogni percorso educativo, ma sot-tolineando al contempo la crescita e la seria preparazione che ha ac-

compagnato il cammino formativo e il ritiro spirituale.Durante l’anno per aiutare i geni-tori nel compito educativo il par-roco don Piero Pasquini ha tenuto vari incontri aiutando le famiglie

stesse ad essere soggetti educanti e protagoniste della crescita umana e spirituale dei loro figli.l’arcivescovo nell’omelia ha ricor-dato il significato della festa del-l’ascensione e tra l’altro ha detto:

”Gesù, il signore con la sua ascen-sione non è scomparso dall’oriz-zonte della storia, ma è presente e operante nella chiesa e tramite la chiesa. la sua presenza non è solo nella Parola e nei sacramenti, ma si

fa viva anche tramite noi, tramite la nostra testimonianza e la nostra vita. la vita di un cristiano deve parlare di cristo. Il signore è la nostra gioia la ragione della nostra vita, è lui che dà spessore e valore alla nostra esistenza. con Gesù noi possiamo affermare che dà gusto vivere, da gusto un bel po’”.Mons. tani nel rivolgersi ai ragaz-zi e all’intera comunità sia nelle parole sia con i gesti e lo sguardo ha espresso simpatia e speranza, interesse e affetto per questi giova-ni che si aprono alla vita e alle sfide che questa comporta.la celebrazione nel segno della solennità e della gioia è stata con-celebra dal parroco don Piero Pa-squini e dal vice parroco don Fabio Bricca, l’animazione del canto è stata affidata alla schola conto-rum “santa Veronica Giuliani” e il servizio liturgico è stato svolto dai ministranti.al termine del rito tutti i ragazzi hanno pregato la Madonna chie-dendo aiuto e protezione.

Don Fabio Bricca© RIPRODUZIONE RISERVATA

crESiMA A UrBANiA

Pieni di Spirito SantourBaNIa. Domenica 12 maggio, per tre ore la concattedrale di ur-bania è stata trasformata in “ce-nacolo”: cinquantacinque ragazzi hanno potuto vivere la gioia della discesa dello spirito santo nel cuo-re della loro giovane vita per l’im-posizioni delle mani dell’arcivesco-vo mons. Giovanni tani. È stata una grande festa per tutta la comu-nità parrocchiale, soprattutto per i cresimandi e le loro famiglie, una festa iniziata con una lunga pro-cessione d’ingresso partita dal cor-tile della parrocchia, poi - tra canti, preghiere e suono delle festose campane – snodatasi lungo le vie adiacenti la chiesa, che, pur gran-de, improvvisamente si è presenta-ta piccola per tanta gente costretta a stringersi per partecipare tutti insieme alla solenne liturgia. Fin dall’inizio le voci festose del coro parrocchiale hanno creato un’at-mosfera di gioia e anche di com-mozione. la liturgia è iniziata con la richiesta di perdono espressa a nome di tutti da alcuni cresiman-di. e di che cosa potevano chiedere perdono? lo hanno chiesto per la debolezza che potrebbe insorge-re nel dimenticare facilmente i loro propositi; lo hanno chiesto per certi momenti di sfiducia che potrebbe appannare il cammino della loro non facile vita; lo hanno

chiesto per il rischio di non saper sempre mantenere gli impegni e per non saper sempre rinnegare al proprio egoismo nella spumeg-giante loro realtà esistenziale.una presa di coscienza importante per iniziare un cammino pieni di spirito santo.l’arcivescovo nell’omelia ha affer-mato che lo spirito santo aprirà gli orizzonti dell’intelligenza e del cuore per fare dei testimoni elo-

quenti di Gesù cristo morto sulla croce e vivo per sempre. lui è il Messia, ha detto l’arcivescovo, che - parlando dell’ascensione di Gesù al cielo - ha poi spiegato che non esiste altro Messia che il crocifisso e il glorificato: è proprio attraverso la catechesi del signore asceso al cielo che si può capire che dove-va soffrire e risuscitare dai morti. Questo era il disegno di Dio ma-nifestato nelle scritture anche se il

senso della croce si scontra spesso con quello dei progetti dell’uomo. anche per questo – ha detto l’arci-vescovo - il sacramento della cre-sima deve confermare l’impegno nella fede e nell’essere testimone della Parola di Dio..a conclusione della coinvolgen-te liturgia dobbiamo ringraziare i catechisti, le catechiste e le suore (sr. elenice, sr. adriana e sr. luci-lia) che si sono molto impegnati

per la formazione di questi cresi-mandi. una liturgia ben preparata anche attraverso uno speciale sus-sidio, dove erano riportati i canti, il testo dei gesti dell’offertorio con le sette luci, l’articolata preghiera dei fedeli, il testo della gradevole presentazione dei doni, i ricordini da conservare e il gesto della pre-sentazione della rosa “rossa” come espressione di affetto e di ricono-scenza da offrire ai genitori. Il parroco mons. Piero Pellegrini ha scritto così su “la squilla”, il foglio settimanale della parrocchia: “Ca-rissimi ragazzi e ragazze…Lo Spiri-to Santo è lo stesso Spirito di Gesù. Egli vi farà prendere coscienza del-la vostra dignità di figli di Dio e vi aiuterà ad entrare in quel proget-to meraviglioso che il Signore ha pensato per voi”. Queste sono pa-role seducenti che suonano come augurio di quell’acqua viva di cui parla in una catechesi san cirillo di alessandria: “L’acqua viva dello Spirito Santo è come una pioggia che discende dal cielo. Scende sem-pre allo stesso modo e nella stessa forma, ma produce effetti multi-formi: si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvi-denziale di cui abbisognano”.

Giuseppe Mangani© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN iNcoNTro iN PrEPArAZioNE Ai SAcrAMENTi

Mons. Tani ed i ragazzi di Urbania

urBaNIa – Mercoledì 8 mag-gio, i ragazzi che si preparano ai sacramenti della riconciliazione, dell’eucarestia e della conferma-zione – di cui parliamo in altro articolo – sono stati catturati dalle parole del Vescovo che con un lin-guaggio semplice ha spiegato loro come il seme della Fede che hanno ricevuto nel Battesimo trovi nei sa-cramenti un “concime” che l’aiuta

a crescere. un esempio semplice, supportato da un linguaggio non verbale fatto di sguardi e sorrisi che comunicavano una profonda convinzione nelle parole pronun-ciate ha messo subito in relazione i ragazzi con l’interlocutore. tutti hanno potuto notare che la sere-nità dell’oratore passava ai ragaz-zi che si mettevano in ascolto per interagire. la sera durante la ve-

glia di preghiera con i genitori ed i padrini l’atteggiamento positivo ha conquistato anche questi che si sono sentiti elogiare in quanto stanno mantenendo il loro impe-gno di educare i figli nella Fede as-sunto nel matrimonio e nel Batte-simo, e li ha trovati ben disposti ad accogliere il proposito di continua-re in questo compito anche dopo i sacramenti.credo che diversi alla battuta “Ho fatto una full-immersion in urba-nia” con uno sguardo sereno di-vertito diretto ad ognuno dei par-tecipanti abbia trasmesso gioia e messo tanti a proprio agio.esperienza da ripetere se possibile organizzando durante l’anno in-contri con i genitori ed insegnando ai catechisti come relazionarsi con i ragazzi e le famiglie.

Elisabetta Paoloni © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

URBINO.Il mistero della morte e ri-surrezione del Signore giunge al suo compimento con l’ascensione al cie-lo. È proprio in questo momento che Gesù porta in cielo la nostra umani-tà. L’evangelista Luca ci racconta che davanti ai suoi, mentre li benedice, Gesù si stacca da terra e viene porta-to in cielo. Dietro al movimento fisi-co verso l’alto, dobbiamo riconosce-re una dichiarazione della identità di Gesù. Non tanto un cambiamento, ma il segnale di una condizione esi-stenziale: è vero uomo e vero Dio. È normale che il Figlio di Dio sia unito al Padre. Piuttosto, l’Ascensione ci fa contemplare il Figlio di Dio che sale al Padre da vero uomo, portando in cielo la nostra umanità alla quale si era unito nel grembo di Maria e che ha trasformato da mortale a immor-tale nel passaggio dal sepolcro alla vita risorta. Ecco il frutto straor-dinario della Pasqua, evidenziato dall’Ascensione: la nostra persona, amata da Gesù e unita a lui, è fatta per la risurrezione e l’ascensione

al cielo, cioè per una vita definitiva d’amore con Dio. È un’esperienza che cambia la vita ora riempiendola di gioia e di speranza. Nasce così la Chiesa. “Con l’Ascensione”, ha detto padre Luca Gabrielli, “si chiude il mistero pasquale. Da quel momento Gesù non è più visibile mentre inizia il tempo visibile della Chiesa. È un tempo però accompagnato dalla Sua benedizione. Ci dice che non siamo soli e che benedice la nostra vita e ciò che siamo; tutto questo certa-mente lenisce le ferite prodotte dalle nostre maledizioni. Benedicendoci Gesù si mette al nostro fianco di-fendendoci dal demonio, dallo sco-raggiamento e dai nostri tradimenti. È un compagno che sta dentro di noi. È una presenza che ci dona una grande pace, una grande sicurezza e consolazione. Con l’Ascensione Gesù torna nei cieli che non riesco-no a contenerlo, mentre è contenu-to dal cuore dell’uomo. Questo Dio immenso è dentro di noi con l’eu-caristia. Umanamente è una grande

contraddizione, ma l’amore di Dio sa fare miracoli”. E ancora il parro-co: “Cosa ci manca? Siamo sciocchi ad essere depressi ed a mostrare difficoltà nello scoprire il senso del-la nostra vita. L’infinito Dio che per nostro amore diventa finito. Dio non ci ha abbandonato, è presente in noi anche se in una modalità di-versa”. Il parroco ha quindi invitato i ragazzi a riscoprire questo compa-gno di vita, questa consolazione che è in loro. E così scopriranno che il Signore ha fatto partecipare anche loro della Sua grandezza.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pastorale universitaria

L’Ascensione di Gesù

UrbAniA e dintorni di rAimondo rossiQUAsi Un diArio

1. Concreto e interessante l’in-tervento di Paolo Uguccioni per l’inaugurazione della sede del-l’Associazione Sarda di Pesaro “Eleonora d’Arborea” in una sala dell’ex Istituto Tecnico Industriale

di Pesaro. Analizzando le vicende storiche della Sardegna il relatore ha concluso con la significativa frase del filosofo olandese Spi-noza (1632-1677) : Sedulo curavi humanas actiones non ridere, non lugere neque detestari sed intelligere», ho attentamente curato di non deridere, non com-piangere e non detestare le azioni umane, ma di capirle. Un monito che potrebbe servire anche a noi per metterci in guardia, a volte soliti a sparare sentenze e dare

giudizi, senza conoscere la storia.2. Poteva dipingere solo due ore al giorno, sofferente a causa dei postumi di un avvelenamento, contratto dai colori. Il Barocci (1535/1612), fino al 19 maggio, è in mostra a Londra (visitbritain.com). I suoi dipinti erano pagati più di quelli del Caravaggio: se per quest’ultimo 200/300 scudi, Papa Clemente VIII versò 1.500 scudi per L’istituzione dell’Eucare-stia. Abbiamo la fortuna di avere i suoi dipinti nelle nostre chiese.

3. La Pro Loco Casteldurante, nei primi anni del 2000, aveva invita-to Giulio Andreotti e il giornalista Aldo De Luca a partecipare ad un convegno sulla festività della Befana. Il primo perché la Festa era stata abolita, con un decreto quando era Presidente del Consi-glio, il secondo, noto per aver fat-to una campagna di protesta nel Messaggero affinché fosse ripri-stinata la popolare festa. De Luca accolse l’invito, mentre Andreotti garbatamente e celermente rispo-

se con una lettera che dovrebbe essere ancora conservata dall’as-sociazione, ringraziando per l’in-vito, ma rammaricandosi di non poter partecipare, trovandosi a Cortina presso le Suore che ogni anno lo accoglievano. Lui rispo-se educatamente, al contrario di quanto accade maleducatamente oggi, perché quasi nessuno si de-gna di rispondere. Si deve dedur-re che meno si è importanti e più ci si ritiene liberi dalle elementari norme della buona educazione.

Monache agostiniane in festa per Santa RitaURBINO. La comunità delle monache agostiniane di Ur-bino si sta preparando alla festa di Santa Rita con una serie di celebrazioni, ormai divenute tradizione per gli urbinati. Questo il ricco pro-gramma. Lunedì 20 maggio, alle 18.30, celebrazione del-la santa messa con la bene-dizione del pane del perdo-no. Il 21 maggio, alle 18.30, recita della supplica a santa Rita. Il 22 maggio, giorno della festa, sante messe alle ore 8.30 e 18.30. Al termine delle celebrazioni verranno benedette e distribuite le rose in onore della Santa. Al termine della messa delle 18.30, avrà luogo la benedizione de-gli autoveicoli. Gli automezzi sfileranno per via Saffi, sostando qualche istante davanti alla chiesa del monastero per ricevere la benedizione.Per l’occasione, nell’orario stabilito (19.30-21), le telecamere che regola-no il traffico nella zona del centro storico saranno spente per favorire il passaggio delle auto.

AF © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA sACrA immAGine neLLA CHiesA dei sAnti FiLiPPo e GiAComo

Una grande folla per la Madonna del GiroURBINO. Grande partecipazione sabato 11 e domenica 12 maggio 2013 all’antica festa della “Madon-na del Giro della Valle del Foglia” che ricorre ogni seconda dome-nica di maggio e che quest’anno ha portato il venerato quadro della Vergine nella splendida ab-bazia dedicata ai Ss. Giacomo e Filippo, presso Urbino Resort, nell’omonima tenuta. In migliaia si sono ritrovati per rinnovare la processione che secondo la pluri-secolare tradizione accompagna la Madonna da una parrocchia all’altra della Congregazione della Valle, dove rimane un anno intero, facendovi ritorno ogni dieci anni. La Vergine è punto di riferimento e pilastro delle chiese locali come colei che sempre ama e protegge i propri figli; bene lo esemplifica il venerato dipinto, attribuito al pittore urbinate Antonio Vivia-ni (Urbino 1560 –1620), in cui si riconosce l’iconografia della Ma-donna della Misericordia che ac-coglie sotto il suo manto il Clero in preghiera, da un lato, e i fedeli dall’altro. La sacra effigie è partita da Schieti ed è giunta nel territo-rio di San Giacomo in Foglia per essere collocata nell’abbazia che faceva parte di un antico borgo di case coloniche, oggi, come detto, Urbino Resort grazie ad un atten-to restauro filologico. Voluto dalla famiglia Bruscoli, proprietari della ‘Tenuta’, il restauro iniziò nel 1993 proprio dalla chiesa risalente al

XIII secolo; lo stesso anno veniva già ospitata la Madonna del Giro, così nel 2003, e ora vi rimarrà fino al 2014 quando ripartirà per la sosta successiva a Montecalvo in Foglia. Tra sole e brevi temporali, nel pomeriggio di sabato la Vergi-

ne è stata accompagnata dai fedeli, guidati dal parroco don Daniele Brivio, attraverso il magnifico pae-saggio della ‘Tenuta’ Ss. Giacomo e Filippo. Scandita da inni e pre-ghiere lungo il percorso intervalla-to da pannelli dedicati alla vita di

Maria, con immagini devozionali corredate dai versi di Sant’Efrem il Siro, la processione è giunta fino a Urbino Resort. Nel giardino an-tistante l’abbazia, l’Arcivescovo di Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Giovanni Tani, ha cele-brato messa solenne, seguita dal concerto della banda musicale. Nella sacra atmosfera creata da una distesa di fiori e ceri accesi, numerosi pellegrini sono quin-di venuti ad adorare il “Santuario Mariano” per tutta la notte con canti e preghiere a cura dei giova-ni dell’Arcidiocesi. La giornata di domenica è proseguita con sante messe, celebrate dal parroco don Daniele Brivio, e il Canto a Maria con cori e inni gospel, che hanno visto la partecipazione del Coro Parrocchiale di S. Giorgio, Coro Montefeltro, Coro Montefeltro di Sassocorvaro e Coro Parrocchia-le di Casinina; i fuochi d’artificio hanno concluso come di consueto la festa in onore di Maria. Grande successo e interesse altresì per la mostra documentaria e fotografi-ca sulla storia della festa, con sug-gestive immagini d’epoca e pan-nelli esplicativi tratti dal volume “La Madonna del Giro della Valle del Foglia” di Raniero Bartolucci (presentazione di don Gino Loppi

– Urbino, Il colle, 1992). Organiz-zata da Urbino Resort l’esposizio-ne si potrà ammirare all’aperto nel giardino adiacente all’Abbazia per tutto il periodo di permanenza del quadro fino al 10 maggio 2014.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rito marchigiano dedicato alla Madonna del Giro nasce nel 1428 a Silvano, paesino dell’urbinate vicino a Fermignano, dove alcu-ni Parroci e laici delle vallate del Metauro e del Candigliano fonda-no la “Congregazione della Beata Vergine del Convento di Silvano” poi rinominata “Madonna del Giro”, per via degli annuali sposta-menti come Santuario itinerante. Nell’arco dei secoli la devozione si estende ad altre 5 congregazioni, tra cui quella della Valle del Fo-glia, dove nasce prima del 1500 e si consolida nel 1667 con la de-finizione dei “Capitoli” ovvero le regole della Congregazione, poi formalizzate nel XIX secolo. Il di-pinto dell’urbinate Antonio Vivia-ni e si rifà nello specifico a quello attribuito a Giovanni Santi padre di Raffaello, che veniva tenuto fermo a Silvano mentre una co-pia-stendardo girava per le varie Parrocchie.

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

CHIESA E MONDO19 maggio 20132 amicoil nuovo• •

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 15 maggio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 16 maggio

LA PAROLA DI DIO Domenica di Pentecoste

La venuta dello Spirito Santo a Pentecoste segna il vero e proprio inizio della Chiesa. I protagonisti della sto-ria della salvezza non sono semplicemente gli Aposto-

li, né semplicemente la Parola, ma la Parola e gli Apostoli vivifi cati dallo Spirito Santo. I simboli classici dello Spirito sono il vento, il terremoto e il fuoco. Ma nel racconto di Luca c’è un simbolo in più: le lingue si dividono e si posano su ciascuno dei presenti, cosicché “incominciarono a par-lare altre lingue”. Il compito di unità e di universalità a cui lo Spirito chiama la sua Chiesa: lo Spirito Santo non ha una sua lingua, né si lega ad una lingua e cultura particolare.Con la Pentecoste inizia una storia nuova, rovesciata rispetto alla storia di Babele. L’uomo che vuole “costruire” senza Dio, che cerca la salvezza in se stesso, è destinato al fallimento; al di fuori di Dio l’uomo non trova che confu-sione e dispersione. A Babele uomini di una stessa lingua non si intendono più; a Pentecoste uomini di lingue diverse si incontrano e si intendono. (Atti 2,1-11).

Se amiamo, se solo vogliamo imparare ad amare alla scuola di Cristo, custodendo le sue parole, ci verrà donata una nuova condizione di esistenza: lo Spirito di Dio prenderà dimora in noi come in Gesù, rendendoci in lui fi gli di Dio, liberati dalla schiavitù del peccato. (Gv 14,15-16.23-26). Se lo Spirito Santo abita in noi, dice Paolo, ciò che è carne è stato crocifi sso con Cristo e non ne siamo dominati. Tut-to questo viene vissuto non perché qualcuno ce lo impone, ma perché abbiamo scoperto la bellezza dell’essere fi gli e di vivere da fi gli. (Rom 8,8-17).Meditatio- Il compito che lo Spirito Santo affi da alla Chiesa è di imprimere al mondo un movimento di riunifi cazione. E’ una riunione attorno a Dio, alla sua Parola, non attorno a se stessi e alle proprie idee.- Lo Spirito trasforma un gruppo di persone racchiuse nel cenacolo, al riparo, in testimoni consapevoli che il Regno è in mezzo a loro e consapevoli di una responsabilità nei confronti del mondo.- Lo Spirito apre i discepoli sul mondo e dà loro il corag-

gio di proporsi in pubblico, di raccontare di fronte a tutti “le grandi opere di Dio”: un annuncio coraggioso e pubblico.- Lo Spirito rende effi cace l’an-nuncio della Chiesa. Tuttavia non sottrae la Chiesa all’incom-prensione e al dissenso; non la sottrae alla discussione: “alcuni erano stupiti e perplessi… altri li deridevano” (Atti 2,12-13).Oratio Grazie, Signore, che mediante il tuo Spirito parli la mia lingua, al mio cuore. Grazie perché mai mi abbandoni e mi consoli soprattutto quando orgoglioso ti sfi do e poi sconfi tto mi allontano.Ordina ciò che in me è informe. Monda il mio peccato. Aggiusta, audace, le mie storture. Trasforma in bello le mie brutture. Amen

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà

COMITATO DELLA CEI PER IL PROGETTO CULTURALE

La crisi del lavoroha radici etiche

Nuovi Santi esempi luminosi per noi“In questa settima Domenica del Tempo di

Pasqua ci siamo radunati con gioia per celebrare una festa della santità”. Lo ha

detto stamattina Papa Francesco, nella Messa a piazza San Pietro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto, della colombiana madre Laura Montoya e della messicana madre María Guadalupe García Zavala. “Oggi la Chiesa pro-pone alla nostra venerazione una schiera di martiri, circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, nel 1480 furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifi utarono di rinnegare la propria fede e mori-rono confessando Cristo risorto”. Di qui l’invito a conservare “la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro”, ha detto a braccio, e rinnovare “la nostra fedeltà al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farà mai mancare forza e serenità”.

“Santa Laura Montoya è sta-ta strumento di evangelizzazio-ne prima come insegnante e poi come ma-dre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, ac-cogliendoli con l’amore appre-so da Dio e

portandoli a Lui con una effi cacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrap-poneva ad essa”, ha ricordato Francesco. Nella sua opera di evangelizzazione “madre Laura si fece veramente tutta a tutti”. Questa prima

santa “nata nella bella terra colombiana ci in-segna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli - come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato -, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo”.

Madre Lupita “si inginocchiava sul pavimento dell’Ospedale davanti agli ammalati e agli ab-bandonati per servirli con tenerezza e compas-sione”. Questo, ha continuato a braccio papa Francesco “vuol dire toccare la carne di Cristo. La nuova Santa ci insegnava questa condotta a non aver paura a toccare la carne di Cristo” attraverso i sofferenti. Questa nuova Santa messicana “ci invita ad amare come Gesù ci ha amato, e questo comporta non chiudersi in se stessi, nei propri problemi, nelle proprie idee, nei propri interessi, ma uscire e andare incontro a chi ha bisogno di attenzione, di comprensione, di aiuto, per portagli la caloro-sa vicinanza dell’amore di Dio, attraverso gesti di delicatezza e di affetto sincero”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Rivoluzionare il modello” del lavoro “grazie al supporto di un pensiero nuovo, fermamente convinti che il lavoro è decisivo

per la defi nizione dell’umano”. A proporlo è il cardinale Angelo Bagnasco, nel testo letto da monsignor Crociata. “È necessario creare un contesto sociale ed economico nel quale si dia vita ad un lavoro dignitoso”, aff erma il presidente della Cei citando Benedetto XVI ed esortando a “sviluppare ogni sforzo affi nché siano eliminate, oltre alle numerose sacche di non lavoro, le condizioni lavorative non degne della persona, ogni forma d’asserimento dell’uomo al capitale e tutte le situazioni di sfruttamento”, o peggio di “schiavitù”, di cui sono “vittime” troppe persone nel mondo, come ha denunciato Papa Francesco durante l’udienza generale del 1° maggio. Armonizzare il più possibile” le due dimensioni, “soggettiva e oggettiva”, del lavoro, che invece “tendono sempre di più a divaricarsi e contrapporsi”. È l’invito del cardinale Camillo Ruini, che ha rivolto un appello ai “tanti giovani che non hanno ancora un lavoro, o che ne hanno uno

insoddisfacente: accettare il più possibile le occasioni e condizioni di lavoro che eff ettivamente si presentano, non però per accontentarsi di esse e fermarsi ad esse, bensì per migliorarle e superarle, creando così eff ettive possibilità di scelta e un reale - e non solo immaginario - spazio di espressione della propria soggettività”. A livello di politiche del lavoro, l’appello è a “liberare il mercato del lavoro da norme e regolamentazioni ormai obsolete e controproducenti. Troppe donne a casa e troppe culle vuote: è la fotografi a del lavoro “rosa” in Italia,

che registra oggi un tasso di occupazione femminile tra i più bassi d’Europa e un tasso di natalità tra i più bassi del mondo. Le donne, oggi, “non vogliono più essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro”, è uno dei dati del Rapporto, in cui il tema del lavoro femminile è considerato “cruciale” per la società. Far ripartire l’Italia richiede di poter dare più spazio alle donne, alle loro aspirazioni, ai loro talenti e bisogni”. Il capitolo giovani, centrale nella questione del lavoro, “introduce anche l’importanza della loro formazione, sollevando l’urgenza di rilanciare in Italia il ruolo fondamentale

del lavoro intellettuale”. È uno degli spunti più originali del Rapporto. “Insegnanti demotivati e mal pagati - la denuncia - sono un danno che oggi nessuna società può permettersi. Meno che mai ci si può permettere di trascurare il lavoro di coloro che dedicano la propria vita allo studio e alla ricerca. La crescita e il progresso di una comunità dipendono in gran parte proprio da questo tipo di lavoro intellettuale, che purtroppo viene spesso trascurato”.

a cura di M. Michela Nicolais© RIPRODUZIONE RISERVATA

VATICANO, 12 maggio: Papa Francesco proclama Santi i martiri di Otranto e le religiose Laura Montoya e “Madre Lupita”

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

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UN PERSONAGGIO CHE MERITA LA RICONOSCENZA DELLA CITTÀ

Ricordando Carlo CeciURBINO. Con una cerimonia so-bria degna del carattere schivo del Maestro si sono svolti saba-to 4 maggio 2013 nel duomo di Urbino i funerali di Carlo Ceci. Il celebrante, don Andreas Fas-sa, ha parlato dell’anima di un creativo che per indole è vicino a Dio, creatore universale, quin-di proteso al bene e al bello. Del personaggio e delle sue opere non è stato detto nulla. Non si è par-lato della sua natura di uomo di cultura, della sua grandezza. Ab-biamo atteso invano che qualcuno lo facesse con la presenza delle istituzioni cittadine, del Liceo Ar-tistico-scuola del Libro, dell’Acca-demia Raffaello, dell’Università. È sembrato che Urbino non si fosse accorta chi gli stesse passando ac-canto. Eppure la cultura del prof. Ceci è nata in Urbino e la città ha goduto e approfittato di questo. Non c’è stato nessuno che abbia parlato della cultura innovativa che Ceci ha saputo promuove-re nell’ambito dei linguaggi delle

materie scolastiche. Del modo come esse siano state svecchiate da una concezione ormai desueta di spirito novecentesco; dell’in-novazione dell’esposizione pro-pedeutica con l’invenzione di una materia ignorata dai programmi Ministeriali, la Stilistica. Con essa Ceci intese unire sotto un’unica visione culturale tutte le discipline aprendo alla modernità, proteso com’era verso le generazioni gio-vanili e mettendosi in discussione anziché consolidare un’autorità stabilita. La musica e la letteratu-ra diventavano tutt’uno, con l’arte, il teatro, il gusto e la qualità dei costumi, la creatività nel suo in-sieme. L’espressione dei messaggi culturali uscivano chiari ed ine-quivocabili da gettare le basi per la comprensione dell’Arte Con-temporanea. Con il suo metodo, la litografia era diventata moder-na anche nei procedimenti ese-cutivi che prevedevano interventi anomali nella pietra, da portare la stampa all’invenzione della mac-

chia, che non fosse la solita banale stesura chiaroscurata a matita, o peggio a toppe ritagliate e rullate. Un insegnamento che faceva cre-scere la scuola vistosamente assie-me ai maestri delle altre discipli-ne grafiche dietro la direzione di Francesco Carnevali da renderla famosa in Europa. Così si sono realizzati scambi culturali, veri, con le altre nazioni. Una vita spe-sa per la scuola con passione, tan-to da dare lustro al territorio. La città ha tratto tanto bene quando Ceci promuoveva con Sanchini e Bruscaglia le serate Rinascimen-tali. Teatro storico svolto in piaz-za Federico dagli anni cinquanta fino al settantadue. Del Cineclub, dei corsi estivi di incisione che facevano affluire giovani da tutta Europa a vivificare una cittadina che d’estate rimaneva dormiente e abulica, non si è parlato, così come di quanta considerazione Ceci portasse alla città con la sua presenza che rimarcava quella del-lo scrittore Volponi che ha scritto

mirabili poesie sulla figura del maestro, oppure quando ormai fuori della scuola Ceci continuava la professione perché chiamato a tenere i corsi di storia dell’arte e del costume alla terza età. Primi passi di una iniziativa che ora è diventata struttura consolidata. A Ceci è mancato un riconoscimen-to ormai storicizzato. Lo attesta-no le generazioni di allievi sparse in Italia che si sono segnalate ed hanno portato la propria prepa-razione nella editoria illustrata e nell’ambito strettamente artistico - incisorio. Generazioni che unite a quelle provenienti dalle altre se-

zioni di calcografia e xilografia si sono distinte e si distinguono per quella continuità che caratterizza” la scuola di Urbino”. Eppure ricor-do bene la fama che godeva quan-do passava per strada; la gente lo riconosceva salutandolo calorosa-mente. Spero che le autorità se ne avvedano considerando questo si-lenzio come una pausa meditativa per riparlare del maestro Ceci con una grande mostra retrospettiva capace di riassumere anche le sue innovazioni scolastiche.

Luigi Toccacieli© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN’OPERA RITROVATA

Beata Vergine delle Selve

URBINO – Domenica 12 maggio 2013 è stata ricollocata nella picco-la chiesa di Santa Maria delle Selve di Urbino località Cesane l’opera della Beata Vergine del XVII se-colo. Il quadro rubato nel 1997 è stato ritrovato dai carabinieri del nucleo Unità Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, guidati dal Capitano Strocchia Salvatore e

dal Maresciallo Alberto Monfar-dino. Il ritrovamento dell’opera in seguito a un’ indagine attenta e ca-pillare sul territorio nazionale ha dato dei frutti positivi non solo in questo caso ma in tante occasioni in cui l’Arma dei carabinieri ha ac-compagnato l’opera di tutela e di salvaguardia delle opere d’arte. Lo Stato e l’ ufficio Arte Sacra e Beni Culturali diocesani collaborano continuamente per la tutela del-l’immenso patrimonio che la no-stra Arcidiocesi di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado possiede. La responsabile del catalogo dott.ssa Manuela Braconi collaborando con i carabinieri ha curato particolar-mente l’identificazione e il disse-questro dell’opera e la riconsegna alla comunità. Chiese di campa-gna molto frequentate nei secoli passati grazie allo spopolamento

di queste sono ormai incustodite, e facile preda dei malintenzionati che causano danni e perpetrano furti ai danni delle opere d’arte in esse conservate. Spesso questi ma-nufatti rappresentativi dell’identità locale costituiscono quella realtà dell’arte minore che descrive effi-cacemente gli influssi della crea-tività espressa dei grandi artisti e offre declinazioni estetiche non prive di interesse e di valori. Ac-canto al significato artistico non meno importante appare il valore devozionale e affettivo che que-ste opere hanno costituito lungo i secoli per la comunità credente che le ha custodite gelosamente nelle loro chiese. Così l’aspetto della tutela e della salvaguardia dell’opera d’arte accompagna il valore devozionale che amplifica l’importanza dell’oggetto d’arte a

prescindere della sua bellezza e della sua valenza estetica. Il rien-tro in parrocchia dell’opera del-la Beata Vergine delle Selve del XVII secolo costituisce una festa per la piccola comunità di Torre San Tommaso che può tornare ad ammirare e pregare la Madre del Signore confidando nella sua pro-tezione. Questa piccola immagine della Madonna che tiene in brac-cio Gesù descrive la sua funzione di Madre e di Regina dell’umanità tutta intera ed aiuta profondamen-te i fedeli a comprendere questa verità della Fede. Questo episodio felice e fortunoso che ha portato il ritrovamento dell’opera dal furto ci esorta a denunciare negligenze e facilonerie di cui sono responsa-bili le comunità che spesso sotto la scusante del devozionismo o del “campanile” non tutelano sufficien-

temente questo deposito teologico delle nostre tradizioni testimonia-te dalle opere d’arte. Alcuni furti che si registrano frequentemente nel territorio arcidiocesano, spes-so vengono occultati e non denun-ciati, riemergendo a distanza di decenni, poiché non è maturata la coscienza che tutte le opere d’ar-te sono un patrimonio universale e non sono solo legate alla storia di una chiesa o di una comunità. Questo non toglie nulla all’amore vero verso il territorio, i monu-menti e le chiese espresso anche nell’affetto delle piccole comunità. Abbiamo tutti, a prescindere dal ruolo comunitario e diocesano la responsabilità di ciascuno, di tutelare e proteggere tutti quegli oggetti e opere che raccontano cultura e fede e che devono essere tramandati alle nuovi generazioni, affinché abbiano coscienza delle loro radici culturali.

Mons. Davide Tonti Vicario Episcopale

per l’Arte e la Cultura© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 2013 21 Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

URIBNO. Grande abbuffata di scautismo in Urbino sabato 25 e domenica 26 maggio. Infatti, a completamento dei festeggiamen-ti per i 90 anni dello scautismo provinciale, la Fortezza Albornoz con il Parco della Resistenza fa-ranno da perfetta cornice ad una due giorni dedicata a far cono-scere, promuovere e vivere a chi vorrà essere presente, amici, co-noscenti, curiosi, casualmente di passaggio, questo ultracentenario metodo educativo che nel verde, nel gioco, nel fare, esplica i suoi maggiori risultati. Si cercherà di trasmettere, un po’ come in pil-lole, quello che si vive durante le attività in tana (=in sede) e nelle uscite all’aria aperta, legate dal filo comune che sono i valori dello scautismo in generale e di quello cattolico in particolare, che pas-sano appunto attraverso la vita di comunità, l’amicizia, il contatto con la natura e l’ambiente, il gioco, i canti, l’avventura e l’esplorazione, la strada, il servizio, la preghiera,

un cammino scout che si costrui-sce nel rispetto dell’età e delle capacità di ognuno. Due giorni quindi aperti a tutti (sabato 25 maggio dalle ore 16,00 alle 20,00 – domenica 26 dalle ore 10,00 alle ore 17,00 con la Messa finale del-l’Arcivescovo), insieme all’intero gruppo Urbino 1: dai lupetti e dalle lupette (la fascia educativa dagli 8 agli 11 anni) alle guide ed agli esploratori (ragazzi/e dai 12

ai 16 anni), ai Rover ed alle scolte (dai 17 ai 21/22 anni). Si potran-no ascoltare i racconti dal “Libro della Giungla”, si potrà giocare, partecipare attivamente a piccoli laboratori, eseguire alcuni lavo-retti utilizzando le tecniche scout. A far da cornice a tutto questo ci saranno le tende che si utilizzano durante i campi estivi, l’alzaban-diera, gli angoli di cucina, tutti rigorosamente in legno e corde;

infine foto e diapositive faranno da sigillo a tanti ricordi ed espe-rienze vissute. Questi due giorni saranno la degna conclusione alla mostra dedicata al 90° dello scau-tismo pesarese, con foto, cimeli ed oggettistica scout, in svolgimento presso il Collegio Raffaello (sala 5) da lunedì 20 a venerdì 24 mag-gio (orario: dalle ore 16,00 alle ore 19,00).L’intero gruppo scout AGESCI Ur-

bino 1 invita a partecipare a que-ste iniziative, consapevoli, senza alcuna piaggeria, che l’educazione -dai bambini ai giovani- attraverso il metodo Scout non solo è ancora attuale, ma risponde con immuta-ta forza e concretezza al bisogno educativo che viene denunciato unanimemente sia dalla società civile che dalla Chiesa.

Comunità Capi Urbino 1© riproduzione riservata

TUTTI INVITATI ALLA FORTEZZA ALBORNOZ

Gli scout di Urbino in festa

SANT’ANGELO IN VADO. Ve-nerdì 10 maggio presso la sala consigliare Adele Bei si è tenuto il concerto conclusivo del Concor-so Internazionale Città di Pesaro, giunto alla sua X edizione.Promosso dall’Associazione Or-chestra da Camera di Pesaro al fine di contribuire alla promo-zione della cultura musicale e di sollecitare i giovani ad uno studio serio ed appassionato, il concor-so si configura come “Un proget-to condiviso dalle istituzioni, sia amministrative che musicali della città, un comitato d’onore che so-stiene l’iniziativa con convinzione, sponsors privati e istituti banca-ri e ditte del territorio che hanno investito da 10 anni perché il pro-getto risponde alle aspirazioni più alte del Bene Comune: l’educazio-ne attraverso l’Arte delle nuove ge-nerazioni” per usare le parole del Direttore amministrativo Luisa Binetti.

Anche quest’anno giovani musici-sti di varia provenienza, con una rilevante rappresentanza russa,

hanno risposto positivamente al-l’iniziativa. Più di 80 tra solisti e gruppi musicali, si sono alternati

sul palcoscenico pesarese. Una kermesse di grande valore artisti-co che rappresenta tante grandi scuole del panorama internazio-nale.Con viva soddisfazione possiamo riferire l’affermazione della sezio-ne juniores dei Cantores Ascen-sionis di S. Angelo in Vado che, diretta e accompagnata al canto e alla fisarmonica dal suo maestro Antonio Pio Faresin, si è aggiu-dicata un primo assoluto con an-nessa borsa di studio nella catego-ria Musica popolare. Non si tratta della prima affer-mazione a livello internazionale della formazione costituita dai tre fratelli - Benjamin, Gabriel, Leo-nard Martinotti rispettivamente

al violoncello, violino e pianoforte - ma è la prima volta che ciò avvie-ne grazie al repertorio musicale che tante volte abbiamo ascoltato nel Duomo di Sant’Angelo in oc-casione della Commemorazione della Giornata della Memoria. Il trio diretto dal suo maestro ha infatti eseguito una suite di musi-ca ebraica di particolare impatto emotivo che ha conquistato giuria e pubblico.Il maggiore dei fratelli del trio Martinotti, Leonard, si è inoltre visto assegnare il “Premio Specia-le Liceo” e la borsa di studio mes-si in palio dal Liceo Scientifico G. Marconi per dare merito all’impe-gno nello studio liceale e offerto al concorrente iscritto a un liceo musicale italiano che avesse con-seguito il miglior punteggio. Vive congratulazioni ai nostri piccoli-grandi musicisti e un ringrazia-mento per il contributo offerto nel dar lustro al nostro paese.

SUCCESSO DEI VADESI BENJAMIN, GABRIEL E LEONARD

I Cantores ascensionis a Pesaro

INTERVENTO DEL SINDACO DI URBINO

Possibili tagli di risorse per i trasporti

URBINO. «Occorre avviare subito un confronto con la Regione Marche», dice il sindaco Franco Corbucci. «Questa è la ri-chiesta del Comune di Urbino alla Regione, per condividere un percorso che non pre-veda tagli lineari alle risorse per il traspor-to pubblico su gomma. I tagli generalizzati

significherebbero una diminuzione dei ser-vizi fondamentali, che porterebbe peraltro inevitabilmente a una diminuzione di en-trate per le aziende di trasporto pubblico e privato. Se tali tagli venissero realizzati, fi-nirebbero sicuramente per penalizzare le aree interne del territorio della nostra provin-cia, dove non esisto-no altre opportunità di trasporto, come ad esempio la ferrovia,

presente invece sulla costa». «Infatti -aggiunge Corbucci- sul nostro territorio, a Urbino e in tutto l’entroterra, la possibilità di mobilità è legata esclusiva-mente al trasporto su gomma. Chiediamo quindi di non fare dei tagli lineari, ma di tenere conto delle esigenze e delle pecu-

liarità dei vari territori. Esistono peraltro aziende di trasporto, come “Adriabus”, che, come ha dichiarato nei giorni scorsi il suo Presidente Giorgio Londei ‘Ha applicato da anni ogni tipo di accorgimento che an-dasse nella direzione del risparmio. Ora c’è un nuovo conto da pagare e il rischio che a essere penalizzati siano soprattutto le fasce più deboli dei cittadini e i comuni dell’en-troterra è fortissimo’. In un recente passato è stato ipotizzato un taglio di risorse per il settore, pari al 4%. Già quella ipotesi cree-rebbe gravi problemi. Ora, prefigurare ul-teriori tagli sarebbe impensabile, se non a scapito di gravi disservizi e forti disagi per le nostre popolazioni». «Comprendiamo le difficoltà della Regione Marche -conclude il sindaco di Urbino - ma non possiamo non ricordare al Governo regionale e a quello nazionale che la poli-tica dei trasporti è parte fondamentale dei diritti dei cittadini, del risparmio energeti-co, ed è quindi strategica per il paese, oltre che essere fondamentale per una adeguata politica sociale».

INIZIATIVA DEL COMUNE PER I PENSIONATI

Tutti al mareurBino. a grande richiesta l’iniziativa “tutti al mare” raddoppia. L’appuntamento è organizzato per il terzo anno consecutivo dal Comune di urbino ed è rivolto ai pensionati ultra-sessantenni. dal 17 al 28 giugno, dal lunedì al venerdì, si parte da urbino alle ore 7.15 e si riparte da pesaro alle 12.15. il progetto prevede il trasporto, la pre-senza in spiaggia di ombrellone, sdraio e cabina, accoglienza e animazione (at-tività leggere, in acqua). il tutto al costo settimanale di 60 euro. in passato era disponibile un solo pullman, ma con-siderata la forte richiesta di partecipazi-one, da quest’anno saranno presenti due mezzi, per cui è raddoppiato il numero di persone che possono partecipare. Ci sono ancora alcuni posti disponibili, per cui chi fosse interessato si può riv-olgere agli uffici comunali che organiz-zano l’iniziativa: anna Maria Bernardini (0722-309.257) / Lorella Crinelli (0722-309.216).

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Pesaro - La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 2013 si terrà dal 24 giugno al 1 luglio al Teatro sperimentale. Per la prima volta, la Mostra, diretta da Giovanni spagnoletti, proporrà in Italia, un’ampia retrospettiva sul cinema cileno che nell’ultimo decennio si è segnalato come una delle produzioni più attive e innovative del continente latino-americano. accanto alle proiezioni, vi sarà una tavola rotonda sul cinema cileno, partendo dal passato cinematografico con grandi autori-registi come alejandro Jodorowsky, Miguel Littin,raul ruiz e il documentarista Patricio Guzman.a partire dal 2005 il cinema cileno ha assunto caratteri di novità strutturale con una nuova generazione di filmmaker tra cui sebastian Lelio a cui la Mostra dedicherà una personale. Lelio, regista,sceneggiatore e montatore, si è diplomato alla escuela de Cine in Cile e ha diretto vari cortometraggi (tra cui Cuatro, 1996; Ciudad de maravillas, 2001; Carga vital, 2003), documentari (Cero,2003; Mi mundo privado, 2004). Il suo lungometraggio d’esordio, La sagrada familia (2005), è stato presentato al festival di san sebastian e ha vinto numerosi premi internazionali proprio come i successivi Navidad (2009), presentato in prima mondiale alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, el ano del tigre (2011), in concorso al festival di Locarno e Gloria, il film più applaudito al recente Festival di Berlino. anche quest’anno vi sarà il Concorso Pesaro Nuovo Cinema-Premio Lino Miccichè, con sette film provenienti dal lato sudamericano della produzione cinematografica mondiale. Inoltre vi saranno otto proiezioni in piazza del Popolo a “cielo aperto’’. Tradizionale appuntamento rivolto a un vasto pubblico che in conclusione premierà il miglior film. L’evento speciale,giunto alla 27esima edizione, a cura di adriano aprà, si concentrerà sulla produzione del XXI secolo che comprende varie tipologie di film: finzione,documentari, animazione, sperimentali, corti, medi e lunghi, in pellicola e video, che si collocano al di fuori delle regole canoniche dei diversi generi, per proporre esplorazioni innovative ed espressive. Ci sono autori come Paolo Benvenuti, Franco Piavoli, Michelangelo Frammartino, alina Marazzi, Corso salani e Pietro Marcello che hanno avuto discreta visibilità in ambito cinematografico. anche quest’anno vi sarà il Premio amnesty 2013 al miglior film con impegno sociale, cinque serate a palazzo Gradari con un intero programma di video arte, la terza edizione del Premio CineMarche Giovani 2013, dedicato ai cortometraggi realizzati da ragazzi under 30, che lavorano e studiano nell’ambito della regione Marche. Collaborerà anche la scuola del Libro di Urbino, con la presentazione di fumetti e animazioni degli allievi del corso di Perfezionamento.

Paolo Montanari ©riproduzione riservata

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Il Maestro Simone Baiocchi per un

concertod’organoin Vaticano

pagina

musica Pesaro

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Al via la rassegna concertistica“Vespertine

risonanze”pagina

musica Fano

19 maggio 201322 amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

Krystian zimerman, atteso invano la scorsa stagione, è apparso, finalmente, sul palcoscenico del rossini presentando uno

dei quei programmi scelti accuratamente per costituire un avvenimento di assoluto valore interpretativo. il dominio timbrico del suono, una perfetta pedalizzazione(con la quale mantiene gli armonici di precedenti accordi, collegandone la risonanza con le successive sequenze; ne risulta una sonorità completa e profonda), dimostra come la lezione di Gieseking e Michelangeli sia stata elevata da zimerman alla più assoluta perfezione! La sua strabiliante tecnica è sempre il mezzo per ottenere una vera “creazione”, una “personale rivelazione estetica del testo”, qualificabile come concezione di arte pianistica irripetibile; egli ricerca sempre la bellezza, l’originalità, la personalità della sua visione strumentale. La sua raffinata concezione del suono è dimostrata in estampes(1903) di debussy. tre i brani eseguiti: pagodes: il cui stimolo iniziale va ricercato nel piacere che l’autore provò ascoltando le orchestre gamelang giavanesi alle expo parigine del 1889-1900.negli arabeschi della musica, si riconoscono, infatti, l’atmosfera pentatonica della musica orientale, la grazia dei danzatori, l’architettura delle pagode ed il molteplice contrappunto di campanelli, gong ed il vociare di una folla variopinta; soirèe dans Grenade: il potere evocativo raggiunto da queste pagine, sa di miracolo, se si pensa che questa musica fu composta da uno straniero(debussy), guidato solamente dalla sensibilità del suo genio. non una battuta di questa pagina è tolta dal folklore spagnolo, eppure tutta la composizione, fino ai minimi particolari, suggerisce stupendamente

la spagna. Jardins sous la pluie: è una pioggia che dai giochi di luce è resa iridescente, fra le fronde degli alberi mossi dal vento; un temporale interrompe il gioco dei bimbi ma il sole si riaffaccia; è ancora la luce (come diceva il grande pittore Monet, amico di debussy), la protagonista del quadro dipinto in musica. poi, la grande sonata in fa diesis op.2 di Brahms; è come una sinfonia per pianoforte, tanto è ricco e possente il suo tessuto armonico. Quando il giovane Brahms si presentò a casa di schumann, per divenirne allievo, schumann gli si rivolse dicendogli: “avanti giovanotto, mi suoni qualcosa

di suo” e, ascoltandolo, mormorò”vorrei io scrivere una tale musica”.impetuoso il primo movimento; lento e pensoso l’inizio del secondo, il cui tema, variato in 6/8, caratterizza lo “scherzo”; un accenno di rapsodia ungherese conclude la sonata. ancora il debussy di alcuni preludes (i° libro): voiles, esempio perfetto dell’impiego di scala per toni interi (agile armoniosità senza mancare di un disegno dinamico e di una grande linearità di struttura). veli

o vele? Ci piace immaginare il fremito di vele mosse dalla brezza marina: è un quadro di raffinata, incantevole bellezza! Les sons et les parfumes taurnant dans l’air du soir: si ispira al poema di Boudelaire, è la melanconica fine del giorno; ma suoni, profumi e nostalgiche reminiscenze avvolgono l’anima al ritmo di un indefinibile valzer lento. des pas sur la neige: tema di una sconsolante solitudine; lo stesso debussy scrive: ”il ritmo fondamentale deve avere il valore sonoro di un paesaggio triste e ghiacciato”. da dove sono partiti quei passi e

dove vanno, affondando nella neve di una grigia atmosfera di desolazione?Ce qua qu’a vu le vent d’ouvest: spaventoso, tragico, distruttore, magnificamente possente il vento che raduna le sue forze sulla distesa dell’atlantico. La fille aux cheveux de lin: sono note piene di tenerezza che tratteggiano la raffaellesca, verginale bellezza di una fanciulla.La Cathedrale engloutie: un debussy mistico, ispirato da una leggenda normanna secondo cui la cattedrale di Ys, inabissatasi nel quarto secolo per l’empietà degli abitanti, riaffiora all’alba. profondi rintocchi salgono dalle profondità equoree, crescono di intensità per poi dissolversi e scomparire. infine, del polacco Karol szymanowsky(1882-1937) le variazioni op.10. Questo compositore ha dominato il panorama della musica polacca nella prima metà del ‘900; egli costruisce un linguaggio autonomo e fantastico, venato di audacissimi accostamenti armonici. il suo è un tardo romanticismo che lo accosta a skrjabin. impera il virtuosismo post lisztiano, diffuso dagli stessi allievi di Liszt e proseguito poi dai grandi pianisti (rachmaninov, paderewsky, Busoni e lo stesso szymanowsKy). Crediamo che pochi al mondo possano superare pagine di un virtuosismo tale da far impallidire persino le pagine trascendentali di Listz.zimerman ha suonato dall’alto di una compostezza, di una classe e di uno stile esecutivo che ne fanno, giustamente, uno dei più grandi interpreti esistenti. subissato dagli applausi egli non ha concesso bis; ma, come è noto, ciò costituisce un vezzo dei “grandi”: non concedere più di tanto!

Fulvio La Rosa©riproduzione riservata

L’attesa

cHiuDe iL cicLo Dei GranDi concerTi

Il pianista Krystian Zimerman

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

UN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di

questa settimana è un buono sconto del 20% presso la li-breria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 23 del n. 19 del “Nuovo Amico” di domenica 12 maggio era: (Frase: 4-3-6-5-2-4-7): ‘R, amiche; CE, dono; S, otto lane; V, eco; Pio, SA’ Soluzione: - RAMI CHE CEDONO SOTTO LA NEVE COPIOSA - Vince: Gabriele Bonazzoli – Monteciccardo

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesa-ro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. ver-de gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MO-MENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

Un buono sconto in omaggio

Frase: 4, 1’10

FARMACIEDI PESARO

TURNO 20 - 26 MAggIO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 20 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 24 h

Martedì 21 Maffei PenSerini V. Cecchi, 28 0721-33046 24 h

Mercoledì22 Mari V. Rosselli, 42 0721-67121 24 h

Giovedì 23 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 h

Venerdì 24 roSSini V. Recanati, 15 0721-22230 24 h

Sabato 25 ViLLaandrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-454796 24 h

Mari V. Rosselli, 42 0721-67121 Ausil.

domenica26 ViLLa San Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

Mari V. Rosselli, 42 0721-67121 Ausil.

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IL CONCERTO PER UN ORGANO BAROCCO

Il maestro Simone Baiocchi in Vaticano

Città del VatiCano – Martedì 7 maggio il maestro Simone Baiocchi ha tenuto un importante concerto d’organo presso la chiesa “Maria Madre della Famiglia”, annessa al Palazzo del

Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. la chiesa si trova dietro l’abside della Basilica di San Pietro ed in linea d’aria si colloca a metà tra la residenza attuale di Papa Benedetto XVi (il monastero “Mater

ecclesiae”) e la residenza di Papa Francesco (la “domus Sanctae Martae”), esattamente a poche centinaia di metri dall’una e dall’altra. l’evento è stato patrocinato dal cardinal Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato, e da Sua eccellenza monsignor Giuseppe Sciacca, Segretario Generale. l’esecuzione si è svolta alla presenza dei cardinali Vegliò e Monterisi, dei vescovi Pozzo, de nicolò e de andrea, di un nutrito gruppo di monsignori di curia tra cui il m° Massimo Palombella, direttore della Cappella Musicale Pontificia. erano presenti anche numerosi ambasciatori presso la Santa Sede ed il professor Patrizio Polisca, medico di Sua Santità e direttore del Servizio di Sanità ed igiene dello Stato Vaticano. il cardinal Vegliò ha portato ai presenti il saluto di S.e. Mons. Sciacca (assente per improvvisi impegni istituzionali) ed ha tracciato poi un breve e significativo profilo del maestro Baiocchi, menzionando in modo particolare il suo impegno nel settore della musica sacra, accennando alle prestigiose esecuzioni romane dirette anche alla presenza di Papa Benedetto XVi e rammentando a tutti la stima espressa in più occasioni

nei confronti del musicista pesarese dal cardinal domenico Bartolucci, storico direttore del coro della “Cappella Sistina”, musicista noto in tutto il mondo.Ha preso poi parola il maestro Baiocchi, illustrando ai presenti il programma che prevedeva brani di Frescobaldi, Zipoli, Buxtehude, Martini e Bach (di cui ha brillantemente eseguito la celebre Passacaglia BWV582). Un programma tipicamente barocco, a motivo delle caratteristiche dell’organo: infatti lo strumento, che è disposto in due tastiere e pedaliera diritta a trasmissione meccanica, è stato costruito nel 2007 dalla ditta “Giani” di Corte de’ Frati (CR) secondo le concezioni barocche di area tedesca. il maestro Baiocchi ha poi dato inizio al concerto eseguendo con grande bravura l’impegnativo e ricco repertorio, tanto da suscitare visibilmente l’entusiasmo dei presenti. al termine, dopo ripetute chiamate di applausi, ha concluso il momento musicale eseguendo una breve toccata del suo maestro domenico Bartolucci, ricorrendo quel giorno il novantaseiesimo compleanno dell’autore.

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Fano - Prende il via, venerdì 17 maggio, la rassegna di concerti dell’istituto diocesano di Musica Sacra di Fano Fossombrone Cagli e Pergola, dal titolo Vespertine Risonanze: una serie di appuntamenti musicali che copre tutta la seconda metà del mese di maggio

fino alle prime settimane di giugno. in questi appuntamenti si alterneranno concerti dei docenti dell’istituto, degli allievi, di cori, nonche conferenze. il primo appuntamento del cartellone è, infatti, una conferenza che si terrà venerdì 17 maggio presso l’aula multimediale del Centro Pastorale diocesano (ex Seminario, via Roma 118), sul tema “la vita musicale della città di Fano narrata attraverso gli archivi”, tenuta dal docente internazionale (insegnante presso l’università dell’oregon USa), l’olandese Marc Vanscheeuwijk. il tema della conferenza insisterà sull’importanza della sistemazione e catalogazione degli archivi storici di enti e istituzioni, religiose e cittadine, al fine di ricostruire la realtà storica della vita musicale di una città, nella fattispecie Fano, oltre che la riscoperta di importanti e belle pagine di musica finite nell’oblio dei secoli. i successivi appuntamenti saranno: il concerto dei cori di voci bianche il 19 Maggio alle ore 21.15 presso la Sala Riunioni del Centro Pastorale (chiesa dell’ex Seminario di Fano); il concerto di inaugurazione del nuovo organo da studio dell’istituto di Musica Sacra, venerdì 24 Maggio alle ore 18.30 nell’aula Strumenti, tenuto dal Maestro e docente Giovanni Perrucci; il concerto per pianoforte e armonium tenuto dai Maestri e docenti alessandro Felicioli e Stefano Baldelli, sabato 1 giugno alle ore 21.15, presso il chiostro del Centro Pastorale; il concerto finale di pianoforte e canto degli allievi iuniores dell’istituto di Musica Sacra e della Scuola Corale della Cattedrale di Fano, domenica 2 giugno alle ore 21.15, nuovamente nel chiostro; il concerto di organo degli allievi dei corsi olM (operatore liturgico Musicale) venerdì 7 giugno alle ore 18.30, presso la chiesa parrocchiale di Cerasa (San Costanzo); infine, sabato 8 giugno alle ore 15.30, concerto finale degli allievi seniores di pianoforte e organo presso l’aula Strumenti dell’istituto.

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UN ROMANZO DI ALESSIA BRAIA

Il suono di un’anima ciecaPESARO - Presentato all’Hotel Alexander Museum, il romanzo di Alessia Braia, dal titolo “Il suono di un’anima cieca. “Il bello della vita è cogliere la sfumatura di ogni singolo respiro che, anche se lontano, può descrivere la bellezza di un attimo soltanto tuo...’’, scrive Alessia Braia. L’autrice è nata a Campobasso nel 1981. Lavo-ra come Web marketing manager. “Il suono di un’anima cieca” è il suo romanzo d’esordio, anche se in cantiere vi è un romanzo sulle maschere, secondo il signi-ficato pirandelliano del termine. “Questo romanzo è solo in parte autobiografico. Certamente le mie esperienze negative nella vita, gli incontri sbagliati, sono alla base di questo testo narrativo, che ha dei capitoli che prendono il nome di canzoni importanti nella storia della musica leggera. Le anime non sono tutte uguali. Ci sono anime che si celano dietro il velo del pudore e anime aperte al mondo. La storia di Simona, una bella ragazza di Campobasso trasferitasi a Rimini per lavoro, è la storia di chi si concede all’amore senza remore. Poi il momento di svolta, con la morte della zia di 39 anni per cancro. Il venir meno un affetto profondo. E nonostante il venir meno di radici esistenziali per una ventenne, e il sopraggiungere di nuove avversità, Simona trova il coraggio di lottare contro le avversità. Nella musica di un pianoforte e nella sua forza interiore, la sua anima cieca riemergerà dalle tenebre per vivere appieno il sogno della sua vita: innanzitutto amare se stessa per poi amare gli altri”.

Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leonardo NobiliPESARO - Leonardo Nobili, pittore,scultore e regista di Montelabbate ha partecipato al Cen-tro d’arte moderna di Rovereto, uno dei musei più importanti sull’arte contemporanea, ad una serata dedicata alla sua opera e ai suoi vi-deo. “E’ stata un’esperienza molto interessan-te, nata con un video dal titolo “Pagina dopo pagina’’, tratto da un tema delle Memorie. Un video che è stato realizzato nella biblioteca ci-vica del museo Mart di Rovereto, con il presi-dente Baldi. E questo video è stato proiettato nel museo, grazie all’interessamento del diret-tore del Mart, Cristiana Collu. Presenti i critici Veronica Cacciolli, Silvio Cattani e Gabriele Lorenzoni. Un video sul tema del “video d’artista”. Viene presentato, nell’ambito del tema delle memorie, un grande libro di piombo che voleva essere il contenitore totale della storia e del tempo, dove migliaia di libri fuoriescono dai contenitori. E migliaia di fogli, fanno da coperta.’’

p.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA RASSEGNA CONCERTISTICA ALL’ISTITUTO DI MUSICA SACRA

Al via “Vespertine Risonanze”

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 20 del 19 MAGGIO 2013

19 maggio 201324

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