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Igiene: elementi generali

Prof. Pierpaolo Cavallo

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Argomenti

• Salute e malattia

• Medicina preventiva e curativa

• I fattori delle malattie

• Educazione sanitaria

• Medicina di comunità

• Tecniche di prevenzione

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Definizioni di salute

• “ La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in una assenza di malattia o di infermità” (O.M.S. 1948).

• “ La salute è una condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico, dell’individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale” (A. Seppilli 1966).

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Mantenimento dello stato di salute

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E’ la missione della

MEDICINA,

che può essere

PREVENTIVA CURATIVA

L’ Igiene

• È un ramo della medicina, con netto orientamento verso quella preventiva, che ha come fine :

• “ Il mantenimento inalterato dello stato di salute, fisico e mentale, di un individuo fino al termine del suo ciclo vitale”

• Obiettivo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è la PREVENZIONE.

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L’Igiene dello Sport

Nell’ambito delle attività sportive l’Igiene, quale branca della Medicina, riveste un ruolo importante.

Questo ruolo, molte volte, non viene evidenziato rispetto ad altre discipline o pratiche che ricevono il riconoscimento per aver contribuito in maniera determinante all’ottenimento di un certo risultato o di una certa prestazione.

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L’Igiene nello Sport

Nessun risultato di rilievo, anche solo come record personale, si potrebbe raggiungere se alla base di ogni attività non fossero osservati determinati comportamenti ed abitudini di vita.

Sono i comportamenti e le abitudini dettati dalle norme dell’Igiene, allo scopo di tutelare la salute degli atleti ed il loro rendimento.

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Igiene e sport: applicazioni - 1

• Epidemiologia e prevenzione delle malattie infettive legate alle attività sportive (tetano, epatiti, AIDS, micosi)

• Epidemiologia e prevenzione delle malattie non infettive legate alle attività sportive (traumatismi, doping).

• Sport e ambiente (igiene delle piscine, igiene delle palestre, attività sportiva in quota, attività ad alte e basse temperature)

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Igiene e sport: applicazioni - 2

• Igiene del vestiario

• Alimentazione

• Ambiti del benessere (fisico, psicologico, sociale, ambientale) rapportati al soggetto “atleta” visto nella sua globalità e relativi ai modi, ai tempi ed ai luoghi ovvero come, quando e dove una qualsiasi attività sportiva sia svolta.

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MEDICINA PREVENTIVA E CURATIVA

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Risultati attesi

• Medicina Preventiva: risultati meno immediati ma radicali (possono cancellare in maniera definitiva la malattia in una popolazione)

• Medicina Curativa: risultati immediati, ma rivolti al singolo individuo (ma ciò non impedisce che altri individui di una popolazione non si ammalino)

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sintomiinizio cure Fine (?)

Ritardo diagnostico

tempo

P. PRIM. P. SEC. P. TERZ.CURA

Malattia e prevenzione

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2 sintomi1 inizio 3 cure 4 Fine (?)

Ritardo diagnostico

tempo

Prima che la malattiaabbia iniziopossiamo agire per EVITARE la malattia.In questa fasefacciamoprevenzionePRIMARIA

Quando la malattia è cominciata, ma non ci sono ancora i sintomi, possiamo agire per SCOPRIRE PRECOCEMENTE la malattia. E’ la prevenzione SECONDARIA.

Dopo che la malattia è statacurata possiamoagire per EVITARE LE SEQUELE della malattia (es.: la riabilitazione dopo un infarto).E’ la prevenzioneTERZIARIA.

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Il ritardo diagnostico

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2 sintomi1 inizio 3 cure 4 Fine (?)

Ritardo diagnostico

tempo

Ricordiamo il concetto di RITARDO DIAGNOSTICO.Quando la malattia è cominciata, ma non ci sono ancora i sintomi, possiamo agireper SCOPRIRE PRECOCEMENTE la malattia: questa è la prevenzione SECONDARIA.

Quando I sintomi sono presenti, ma vengono trascurati o ignorati, si rischia di averela diagnosi in ritardo, e quindi di cominciare le cure quando la malattia ha già fattomolti danni, oppure quando essa è diventata irreversibile.In caso di dubbi, chiedere sempre al medico!!!

Prevenzione: i tre tipi

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PRIMARIA: Mira a impedire che il sano si ammali

SECONDARIA: Mira a scoprire la malattia prima che simanifesti da sola, e che abbia già fatto danni

TERZIARIA: Mira a impedire l’invalidità nei malati cronici

sintomiinizio cure Fine (?)

P. PRIM. P. SEC. P. TERZ.

Le tre prevenzioni: una sintesi

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PREVENZIONE PRIMARIA

(“Prevention ofoccurrence”)

PREVENZIONE SECONDARIA

(“Prevention ofprogression”)

PREVENZIONE TERZIARIA

(“Rehabilitation”)

RIMUOVERE I

FATTORI

CAUSALI E DI

RISCHIO

POTENZIARE

LE DIFESE

MODIFICA DEL

COMPORTAMENTO

MODIFICA

DELL’AMBIENTE

Norme di legge

Tecniche pubblicitarie

Educazione sanitaria

Pressione sociale

Informazione

Motivazioni

Servizi adeguati

IDENTIFICARE I SOGETTI A RISCHIO

FARE DIAGNOSI PRECOCE

RIABILITAZIONE

RECUPERO SOCIALE

QUALITA’ DELLA VITA

Ambiente naturale

Ambiente sociale

Ambiente di lavoro

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Prevenzione primaria: metodi

• Potenziamento delle difese del soggetto (es.: vaccinazione);

• Rimozione di comportamenti nocivi (es.: smettere di fumare, dimagrire);

• Induzione di comportamenti positivi (es.: fare sport regolarmente);

• Miglioramento dell’ambiente di vita e/o di lavoro (es.: bonifica paludi).

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Prevenzione secondaria

Si basa su una unica metodologia: lo screening, che è una tecnica di ricerca e selezione degli ammalati in fase preclinica.

• Screening di massa: es. Per prevenire il carcinoma del collo dell’utero si esegue il pap-test in tutte le donne in età fertile;

• Screening selettivo: es. Per l’epatite c si cercano gli anticorpi solo nei familiari di un soggetto trovato hcv+.

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Prevenzione terziaria

Si applica solo per le malattie croniche e invalidanti.

Coincide con la riabilitazione, di tipo fisico e psicologico, es.:

• In soggetti con paralisi da deficit alla nascita o da danno vascolare cerebrale, etc.;

• In soggetti con pregresso infarto, malati di artrite reumatoide etc.

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Malattie non infettive

Sono le malattie non trasmissibili in modo “orizzontale”, cioè da soggetto a soggetto.

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sintomiinfezione cure Fine (?)

sano

(altro)malato

sano

(figlio)Trasmissioneorizzontale

Trasmis-sione

verticale

Cause di morte

Quanto pesano le malattie infettive rispetto a quelle non infettive?

• In termini di mortalitá: poco = nel 1990 solo lo 0.5% delle morti in Italia (tumori + cuore = circa 71%!)

• In termini di morbilitá: molto = la maggior parte dei casi di malattia non mortale ha origine infettiva (basta pensare all’epidemia influenzale che arriva ogni anno!)

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Malattie e loro cause

Si definisce “malattia” un'alterazione dello stato fisico e/o e psicologico dell'organismo, capace di ridurre o eliminare le funzionalità normali del corpo.

Definiamo “eziologia” (o etiologia) di una malattia l’avvenimento, il motivo o la variabile (ovvero un gruppo di avvenimenti, motivi o variabili) che causa (causano) una singola malattia.

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Eziologia, patogenesi e sintomi

La patogenesi è il meccanismo d’insorgenza di un processo patologico e il suo conseguente sviluppo, da cui nascono i sintomi:

• Eziologia: la causa della malattia (es: virus);

• Patogenesi: il meccanismo con cui la causa produce la malattia (es.: danno alle cellule);

• Sintomi: le manifestazioni della malattia (es: raffreddore).

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Malattie e loro cura

La terapia (= cura) delle malattie è legata alla loro conoscenza:

• Terapia eziologica: curo la causa (es.: antibiotico elimina un batterio);

• Terapia patogenetica: curo il meccanismo (es.: FANS curano l’infiammazione della AR);

• Terapia sintomatica: curo il sintomo (es.: antidolorifico cura il dolore post-trauma).

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Cause e fattori

Definiamo “cause” quei fattori che svolgono un ruolo determinante (= fattori eziologici) e che sono unici, indispensabili, specifici e sufficienti a provocare il processo patologico, anche se molte malattie sono prodotte da più cause.

Definiamo “fattori” quelle situazioni o condizioni che sono probabilmente associate alla malattia, ma senza assoluta certezza.

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I FATTORI DELLE MALATTIE

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Fattori delle malattie

Sono eventi che hanno un rapporto di causa-effetto sicuramente dimostrato con la malattia.

Sono suddivisi in tre grandi categorie:

• Genetici

• Ambientali

• Comportamentali

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Fattori genetici

I più importanti sono:

• Alterazioni genetiche: anomalie cromosomiche che condizionano la comparsa, prima o poi, di una malattia;

• Stati di predisposizione: non sono presenti anomalie ma specifici quadri genetici di rischio aumentato, ma non c’è rischio se non compaiono anche fattori comportamentali e/o ambientali.

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Fattori comportamentali

• Abitudini alimentari

• Fumo

• Alcool

• Attività fisica

• Tossicodipendenza

• Abuso di farmaci

• Promiscuità sessuale

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Fattori ambientali

• Legati all’ambiente fisico: inquinamento di aria, acqua, suolo; rumore/vibrazioni; radiazioni.

• Legati all’ambiente biologico: presenza di microrganismi, consumo di alimenti e/o sostanze presenti in essi.

• Legati all’ambiente sociale: abitazioni, ambiente urbano, demografia, condizioni socio-sanitarie, disoccupazione etc.

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Tipi di fattori

Distinguiamo tre tipi di fattori delle malattie:

• Fattore associato: vi è una evidenza statistica che quel fattore è associato a quella malattia;

• Fattore di rischio: il fattore è sempre presente, e lo è prima che la malattia si manifesti;

• Fattore causale: il fattore è associato alla malattia in modo riproducibile, con relazione dose/risposta e con plausibilità biologica.

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Fattori causali e fattori di rischio

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Malattia Fattore causale Fattori di rischio

Cancro del polmone

Fumo di sigaretta

Bassa cond.ne sociale, rischio lavorativo

Bronchite cronica Idem Idem + inquinamento urbano

Cardiopatia ischemica

Fumo e dieta iperlipidica

Ipertensione

Ipercolesterolo

Sedentarietà

familiarità

Cause

Le classifichiamo in tre gruppi:

• Cause BIOLOGICHE: genetiche (es.: Sindrome di Down) o ambientali (es.: allergie da pollini);

• Cause CHIMICHE: naturali (es.: arsenico, piombo) o artificiali (es.: pesticidi, PCB);

• Cause FISICHE: microscopiche (es.: sordità da rumore) o macroscopiche (es.: incidente sul lavoro).

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Fattori di rischio e fattori protettivi

Così come esistono i fattori di rischio esistono i fattori protettivi.

Sono variabili associate con un minor rischio di malattie; es.:

• Aumento del colesterolo HDL protettivo verso la cardiopatia ischemica;

• Dieta ricca in fibre protettiva verso il carcinoma del colon-retto, etc.

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Malattie mono- e pluricausali

Definiamo “malattie monocausali” quelle che sono determinate da una causa unica (es.: Asbestosi – amianto; saturnismo – piombo).

In ogni caso, i fattori ambientali e comportamentali possono influenzare (es.: mancato uso maschera protettiva).

La maggior parte delle malattie non infettive oggi diffuse appaiono pluricausali.

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Determinanti di salute

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(M O D I F I C A B I L I)

Modello

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Fattori che influenzano lo stato di salute, mortalità e spesa sanitaria

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FATTORIFATTORI Contributo potenziale Contributo potenziale

alla riduzione della alla riduzione della

mortalitàmortalità

Ripartizione della Ripartizione della

spesa sanitariaspesa sanitaria

BiologiciBiologici 7%7% 6,9%6,9%

AmbientaliAmbientali 19%19% 1,6%1,6%

Stili di vita 43%43% 1,5%1,5%

Servizi Servizi

sanitarisanitari11%11% 90%90%

Fattori condizionanti il benessere

�Genetici

�Ambientali

�Educativi

�Obiettivi individuali

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Fattori genetici

�Il patrimonio genetico condiziona l’obiettivo di benessere di ciascun individuo.

� Difficile è determinare quanto incide sulla salute e sulla qualità di vita di una persona.

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Fattori ambientali

Insieme di quei fattori e quelle influenze esterne, fisiche, chimiche,biologiche e sociali, che esercitano un effetto significativo ed apprezzabile sulla salute umana.

O.M.S. 1972

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Educazione al benessere

�Istruzione pubblica

�Familiare

�Istituzioni

�Lavoro

�Associazioni

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Obiettivi individuali

�Attività lavorativa

�Attività nel tempo libero

�Attività fisica

�Abitudini

�Posizioni e posture

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EDUCAZIONE SANITARIA

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Educazione sanitaria

Accanto agli ambiti “tradizionali” di diagnosi-cura e prevenzione, si considera, oggi, la promozione della salute, che ingloba due grandi aree di azione:

• protezione della salute

• educazione sanitaria

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Protezione della salute

E’ formata da una serie di obblighi di legge:

• controlli legali ed amministrativi;

• regole e procedure;

• Codici.

Essi sono destinati ad influenzare la societá civile in modo da favorire la salute (es.: leggi sulle cinture di sicurezza, inquinamento, etichette degli alimenti, etc.).

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Educazione sanitaria

“Un’attivitá di comunicazione intesa ad incrementare la salute, ad eliminare i fattori di rischio ed a prevenire le malattie, rivolta a soggetti singoli o ad intere comunitá, e realizzata influenzando positivamente le conoscenze, gli atteggiamenti ed i comportamenti del singolo, delle comunitá e dei detentori del potere” (Smith, 1979)

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Intervento di educazione sanitaria

E’ un complesso intervento che si svolge in tre fasi:

• acquisizione di conoscenze

• modifica di atteggiamenti

• adozione di comportamenti

svolto, spesso, in collaborazione, da operatori sanitari, insegnanti, servizi sociali, diretto a singoli, famiglie, scuole ed intere comunitá.

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Conoscenze

Comprendono:

• nozioni sul corpo e le sue cure (le piú comunemente trasmesse);

• informazioni sulla disponibilitá ed uso delle strutture sanitarie (di rado trasmesse);

• comprensione dei meccanismi ambientali, lavorativi e comportamentali di rischio, e della tutela della salute (quasi sempre trascurate).

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Atteggiamenti

Occupano un posto fondamentale nella strategia della promozione della salute. Essi legano assieme:

• sensazioni

• convinzioni

• valori

e, quindi, determinano i comportamenti correlati alla salute.

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Comportamenti

Sono le azioni esplicate da ogni soggetto, e sono la conseguenza di un processo di

• acquisizione delle conoscenze;

• loro elaborazione da parte del singolo e/o del gruppo;

• interazione tra l’elaborazione delle conoscenze e i comportamenti iniziali.

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Approcci educativi

• TRADIZIONALE: orientato alla malattia, offre informazioni sulle patologie e come evitarle –poco efficace;

• INTERMEDIO: orientato ai fattori di rischio –poco efficace;

• INNOVATIVO: orientato allo stile ed alla qualitá della vita (comportamenti – prestanza fisica – benessere) – efficace ma complesso (medicina/scienza dell’educazione)

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Fasi di un intervento

• analisi: dati demografici, sociali e sanitari; scelta degli obiettivi dell’intervento

• programmazione: elenco delle soluzioni possibili, scelta della migliore, scelta dei criteri di valutazione

• attuazione dell’intervento

• verifica dei risultati

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Valutazione degli interventi

• Valutazione di EFFICIENZA: misurare se il programma sia stato realizzato col migliore impiego delle risorse (umane, tecniche, economiche)

• Valutazione di EFFICACIA: misurare se il programma abbia raggiunto gli obiettivi, di salute (es.: tasso di malattia) e/o di comportamento (es.: stile di vita)

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Medicina e società

• Definizione: “la scienza e l’arte di prevenire le malattie, di prolungare la vita e di promuovere la salute attraverso gli sforzi organizzati della società”.

• A questa definizione sono stati attribuiti svariati nomi: igiene, medicina preventiva, medicina sociale, medicina di comunità, sanità pubblica.

• Di essa fa parte, oggi, la Medicina di Comunità.

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MEDICINA DI COMUNITA’

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Medicina di Comunità

La “Medicina di Comunità” è l’insieme di tutte le procedure

preventive,

curative,

riabilitative

che devono essere attivate per rispondere ai problemi e al bisogno di salute delle comunita’

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Attività svolte

Le principali sono:

• sorveglianza delle condizioni di salute della popolazione, dell’ambiente fisico e sociale;

• programmazione, organizzazione e gestione delle attività sociosanitarie finalizzate alla promozione della salute

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Ma cosa è una comunità?

Definizione generale:

AGGREGATO DI PERSONE CHE HANNO COMUNI ORIGINI, IDEE, INTERESSI.

Definizione “sociologica”:

UN GRUPPO DI INDIVIDUI CHE VIVONO INSIEME IN SPECIFICHE CONDIZIONI DI ORGANIZZAZIONE E DI COESIONE SOCIALE.

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Comunità e società

La classificazione di Tonnies (1887) distingue:

• Comunità (Gemeinschaft): fondata sul sentimento di appartenenza e sulla partecipazione spontanea;

• Società (Gesellschaft): fondata sulla razionalità e sullo scambio, predominante in epoca industriale.

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Comunità “sociale”

Dal punto di vista sociologico, i membri di una comunità sono legati tra di loro, in misura variabile, da caratteristiche politiche, economiche, sociali e culturali comuni.

Essi sono legati, di solito, anche da comuni interessi ed aspirazioni, compresi quelli che riguardano la salute.

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Tipi di comunità

Dal punto di vista della salute, abbiamo:

• C. APERTE: la popolazione di un centro abitato, oppure quella di un Distretto Sanitario;

• C. CHIUSE: la popolazione di un carcere, di un convento, etc.;

• C. SEMICHIUSE: la popolazione di una scuola, di una azienda, etc.

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Determinanti della salute

Nelle comunità la salute è legata a diversi tipi di fattori:

• Individuali

• Ambientali

• Sociali

• Lavorativi

• Comportamentali

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Fattori individuali

Sono i fattori comunemente legati alla individualità di ogni soggetto, mediata dalla componente genetica e dalla sua interazione con quella ambientale.

Comprendono, ad esempio: il sesso, l’età, le funzioni degli organi, apparati e sistemi (respiratoria, cardiovascolare, epatica, renale, immunitaria, etc.).

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Fattori ambientali

Sono legati a due aspetti.

• Ambiente BIOLOGICO: l’ambiente formato dall’insieme di organismi vegetali ed animali che possono condizionare la salute;

• Ambiente FISICO: la salubrità (o meno) delle grandi matrici ambientali abiotiche (acqua, aria, suolo).

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Fattori sociali

Sono legati all’ambiente sociale, che include:

• Urbanizzazione;

• Industrializzazione;

• Economia generale ed individuale;

• Istruzione e tempo libero;

• Servizi pubblici (sociali, sanitari etc.).

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Fattori lavorativi

Sono connessi al tipo ed all’intensità di attività lavorativa svolta, ed alla presenza di fattori di rischio e/o di danno ad essa legati.

Il danno può essere prodotto da fattori chimici, fisici, biologici, ma anche organizzativi e manageriali, ed esso può colpire anche solo il lato psicologico.

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Fattori comportamentali

Sono legati alle abitudini ed agli stili di vita:

• Nutrizione;

• Attività fisica;

• Fumo;

• Alcool;

• Farmaci;

• Droghe.

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Inquadrare una comunità

L’inquadramento di una comunità è la premessa necessaria per poter definire gli interventi di prevenzione che la Medicina di Comunità può svolgere.

L’inquadramento avviene attraverso lo studio di una serie di indicatori, suddivisi in differenti gruppi.

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Indicatori di comunità

• Conoscere la popolazione (età, sesso, razza, attività lavorativa);

• Conoscere l’ambiente di vita e di lavoro;

• Conoscere i problemi di salute (morti, malattie);

• Conoscere i bisogni di salute (disagi, rischi etc.).

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Diagnosi di comunità

E’ un processo che mira a rilevare le condizioni di

• Salute

• Rischio

• Disagio

• Malattia

All’interno di una collettività, con lo scopo di indirizzare prevenzione e cura.

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Modalità di diagnosi

Per svolgere una diagnosi di comunità abbiamo due principali modalità:

• Effettuare l’analisi degli indicatori sociali, di salute, malattia, disagio, rischio, etc. che possono essere ricavati dai dati ufficiali;

• Eseguire indagini epidemiologiche per acquisire direttamente informazioni e sensibilizzare la popolazione.

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Fonti di dati

Le fonti di dati per le indagini sono:

• I dati pubblicati dall’ISTAT, le statistiche regionali, le relazioni sanitarie delle ASL (Aziende Sanitarie Locali;

• I dati demografici (nati, morti, vita media, età media, etc.);

• I dati dei problemi di salute della popolazione.

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Problemi di salute

I dati dei problemi di salute della popolazione sono quelli che risultano da una serie di rilevazioni:

• le notifiche obbligatorie di malattie infettive sul territorio;

• le statistiche di mortalità;

• le statistiche di morbosità (ricoveri ospedalieri – SDO)

• i registri di popolazione.

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Altre fonti di dati?

Assolutamente SI!!!

Sono fonti di dati “non ufficiali”, ma non meno importanti, tutte le indagini di tipo sanitario, sociale, epidemiologico, etc. svolte e pubblicate da Università, ASL, Enti Locali (Comuni, Province, Regioni), Fondazioni, Centri di Studio, Sindacati, Associazioni, ONLUS, etc.

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Procedura per la diagnosi di comunità

Le attività da svolgere sono le seguenti:

• Analisi del bisogno;

• Definizione della domanda di assistenza;

• Definizione delle iniziative di prevenzione.

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Come procedere? (1)

• Analisi del bisogno;

• Definizione della domanda di assistenza;

• Definizione delle iniziative di prevenzione.

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Analisi del bisogno

Definizione: il bisogno è un quadro di disturbi dello stato di salute che richiede, o potrà certamente richiedere, assistenza sanitaria:

• Bisogni percepiti: sintomi di malattia, disturbi come cefalea, insonnia, etc.;

• Bisogni non percepiti: ipertensione lieve, ipercolesterolemia, etc.

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Indagini sui bisogni

Per lo studio dei bisogni di assistenza sanitaria (percepiti e non) in una popolazione è opportuno condurre indagini sullo stato di salute.

Il metodo epidemiologico indicato è rappresentato dagli “studi trasversali” detti anche “studi di prevalenza” o “indagini trasversali”, effettuate mediante questionari e / o esami strumentali.

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Studi trasversali

Gli studi trasversali (o di prevalenza) sono studi che si basano sull'osservazione di un fenomeno o di un evento clinico in un determinato periodo di tempo.

Negli studi di questo tipo non si fa altro che prendere dei campioni di popolazione e rilevare la prevalenza di una determinata malattia.

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Prevalenza e incidenza

La prevalenza misura la proporzione di "eventi" presenti in una popolazione in un dato momento: l’evento può essere qualsiasi carattere: anticorpi, stato di gravidanza etc.

L'incidenza misura la proporzione di "nuovi eventi" che si verificano in una popolazione in un dato lasso di tempo, e quasi sempre si usa solo per misurare la comparsa di nuovi casi di malattia.

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Misura della prevalenzaLa prevalenza si calcola come E+ / (E++ E-) dove E+

rappresenta il numero di individui (oppure di «unità») che esprimono l'evento studiato e E-

rappresenta il numero di individui privi dell'evento ma capaci di esprimerlo.

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Esempio di calcolo

Prevalenza dello status di fumatore in una popolazione di soggetti detenuti (n = 280):

• valore frequenza % relativa

• Fumatore 234 75,4

• Non fum. 44 14,1

• Ex fum. 32 10,3

La prevalenza dell’evento “fumatore” è pari al 75,4% della popolazione esaminata.

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Studio longitudinale

E’ uno studio che si protrae nel tempo, anche molto a lungo, e riguarda un gruppo di soggetti oppure una o più variabili.

Per definizione, tale tipo di studio implica di “isolare” un gruppo o una variabile per seguirne l’evoluzione nel tempo,e questo lo rende poco adatto alla Medicina di Comunità, in cui, per principio, occorre studiare “tutta” una popolazione!

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Come procedere? (2)

• Analisi del bisogno;

• Definizione della domanda di

assistenza;

• Definizione delle iniziative di prevenzione.

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Domanda di assistenza

La domanda di assistenza può essere di tre diversi tipi:

• Soddisfatta: esiste, ed è accessibile, il servizio sanitario corrispondente;

• Non soddisfatta: non esiste, o non è accessibile, il servizio sanitario corrispondente;

• Superflua: la domanda non corrisponde a un reale bisogno di assistenza.

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Valutazione della domanda

La domanda soddisfatta si valuta attraverso il numero delle visite mediche, specialistiche e dei ricoveri ospedalieri effettuati in un periodo di tempo (1 anno) nella popolazione.

La domanda insoddisfatta (o repressa) si valuta mediante le liste di attesa per indagine diagnostiche o interventi curativi o riabilitativi.

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Bisogno, domanda e offerta

BISOGNO

PRESENTE PERCEPITODOMANDA

ESPRESSA

OFFERTA

PRESENTE

BISOGNO

SODDISFATTO

BISOGNO

PRESENTE PERCEPITODOMANDA

ESPRESSA

OFFERTA

ASSENTE

BISOGNO

INSODDISFATTO

BISOGNO

PRESENTE PERCEPITODOMANDA

INESPRESSA

OFFERTA

PRESENTE

OFFERTA

INUTILIZZATA

BISOGNO

PRESENTE PERCEPITODOMANDA

INESPRESSA

OFFERTA

ASSENTE

IL BISOGNO NON

EMERGE

BISOGNO

PRESENTE

NON

PERCEPITODOMANDA

INESPRESSA

OFFERTA

PRESENTE

OFFERTA

INUTILIZZATA

BISOGNO

INDOTTOPERCEPITO

DOMANDA

ESPRESSA

OFFERTA

PRESENTESPRECO

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Come procedere? (3)

• Analisi del bisogno;

• Definizione della domanda di assistenza;

• Definizione delle iniziative di

prevenzione.

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TECNICHE DI PREVENZIONE

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Azioni di prevenzione - 1

Esistono differenti modalità di azione di prevenzione, che possiamo ricondurre a 4 tipologie:

1. azioni normative riguardanti la salute (es.: leggi volte a ridurre i consumi di tabacco);

2. azioni di informazione e di educazione sanitaria per promuovere la salute mediante l’assunzione di stili di vita “sani”;

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Azioni di prevenzione - 2

3. identificazione dei fattori di rischio e applicazione di metodologie atte alla loro correzione;

4. “diagnosi precoce” delle malattie allo stato latente.

Tutti questi tipi di azione, tuttavia, debbono essere progettate e calcolate per avere efficacia a livello della popolazione.

Si parla, pertanto, di “dose preventiva”.

91

Dose preventiva

• Fare la cosa giusta: selezionare obiettivi di promozione della salute e strategie preventive appropriate;

• Nella giusta misura: definire intensità e natura degli interventi, e possibilità di realizzazione;

• Raggiungendo il giusto numero di persone: l'intera popolazione o almeno un rilevante numero di soggetti appartenenti ad essa.

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Diagnosi precoce

E’ il quarto dei quattro tipi di azioni di prevenzione. Si definisce come

“un’attività sanitaria che tende alla identificazione di condizioni morbose che hanno già prodotto una modificazione patologica, ma che non hanno ancora raggiunto uno stadio in cui il ricorso ai servizi sanitari avviene spontaneamente”.

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Diagnosi precoce = screening

Lo strumento tipico e più rilevante per la diagnosi precoce è lo screening.

Si tratta di una azione di sanità pubblica che mira ad ottenere l’identificazione presuntiva di malattia o di difetti non riconosciuti per mezzo dell'applicazione di tests.

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Definizione WHO

Screening is the process by which unrecognised diseases or defects are identified by tests that can be applied rapidly on a large scale.

It sorts out apparently healthy people from those who may have a disease.

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Traduzione

Lo screening è il processo per mezzo del quale deficit o malattie misconosciute sono identificate per mezzo di tests che possono essere svolti rapidamente su larga scala.

Esso separa persone apparentemente sane da coloro che potrebbero avere una malattia.

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Test di screening

Sono esami clinici e/o strumentali e/o di laboratorio, che possono essere

applicati rapidamente per discriminare soggetti apparentemente sani ma probabilmenteaffetti da una malattia

da quelli che probabilmente non lo sono.Per la sua natura di indicatore, non è necessario

che un test di screening siadiagnostico.

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Schema

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Tipi di screening

• Di massa: viene eseguito su una intera popolazione;

• Selettivo: limitato a specifici gruppi, è più comune nel campo ambientale o occupazionale;

• Opportunistico: limitato a pazienti che accedono al medico per altre ragioni;

• Multiplo: eseguito con l’uso di due o più test assieme, applicabile a qualunque tipo.

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