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Economia Celeste. Una nuova soluzione alla crisi. di Orazio Iaci.

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Dedicato a tutti coloro che con consapevolezza,

continuano ad ascoltare con il cuore, vedere con

lo spirito e con eroico coraggio, a donare

incondizionatamente.

Orazio Iaci

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Premessa.

Sentiamo parlare di crisi ovunque. Tutto è in crisi ormai,

persino la nostra stessa identità.

Definire una soluzione sembra ormai impossibile e qualsiasi

cosa ci venga proposta, sembra l’ennesima beffa, un altro

tentativo che si rivela un inganno. E purtroppo, il più delle

volte, lo è.

La gente soffre e la “felicità” sembra essere disponibile solo

per pochi. Troppo pochi. Come è possibile?

Da questa semplicissima domanda, nasce l’idea che sta alla

base dell’economia celeste e di conseguenza, questo mio

progetto donato a tutti voi con sincerità.

In questo piccolo documento che mi accingo a creare, non

pretendo di partorire un capolavoro e nemmeno di creare un

opera letteraria perfetta, bensì solo di riflettere con voi su una

soluzione che mi è balenata alla mente e che non posso non

condividere.

Tornando al discorso della crisi, si può benissimo affermare

che il tutto sembra essere causato da:

Un modo errato di gestire le risorse nel nostro pianeta.

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Abbiamo fatto perpetuare un sistema cancerogeno che non

solo non apporta una vera ricchezza per tutti, ma sta lentamente

danneggiando le “infinite” risorse offerte da una generosa e

copiosa natura che sembra essere stata progettata da

straordinari ingegneri che volevano che tutto fosse disponibile

e a portata di mano.

Questo sistema cancerogeno, (di cui parlerò tra breve), che tutti

conosciamo e che per molto tempo è rimasto invisibile, è un

vero e proprio insieme di anelli che creano una catena di

schiavitù a cui tutti, (persino i maggiori beneficiari), al

momento, sono connessi. Di recente, questa “catena” è

divenuta più visibile.

Esporre i concetti dell’Economia Celeste non sarà facile per

me, in primo luogo perché è un argomento che nella sua

estrema semplicità, risulta immensamente complesso e poi

perché, pur trovandoci in uno stato di schiavitù, sembriamo

non volerne più uscirne, probabilmente per paura della felicità

vera o della libertà vera, che ormai , forse, non sappiamo

neppure più immaginare. Siamo come quegli uccellini in

gabbia, dove anche se gli viene aperta la porta, hanno paura di

uscire, perché temono ciò che c’è fuori e quindi per ignoranza

del mondo esterno o per pura abitudine e routine, preferiscono

la piccola gabbia, che ormai conoscono, senza sapere ciò

perdono.

Io proverò insieme a voi a percorrere questo viaggio, in un

futuro, uno dei tanti futuri che potremo realizzare. Se questo

viaggio saprà darvi qualcosa, lasciare una traccia o anche solo

fare riflettere, io sarò più che soddisfatto. Voglio aprire questa

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porticina della gabbia insieme a voi o, perlomeno, capire che

esiste una porticina da aprire.

Spero che nell’era dei social network e dello sharing senza

frontiere, questo mio lavoro, del tutto gratuito, possa

diffondersi il più possibile, quindi se vi piace, vi prego,

condividetelo e diffondetelo in tutti i modi possibili, purché ne

rispettiate l’integrità e i contenuti, senza alterarli in alcun

modo.

So già in partenza che molti di quelli che leggeranno queste

mie parole, potranno non essere d’accordo, qualcuno potrà

anche additarmi come un utopista sempliciotto o uno stupido,

mi va bene. Potete esprimere qualsiasi punto di vista, io credo

nella libertà di pensiero e per questo condivido con tutti voi

questo “nuovo” pensiero: l’Economia celeste.

Buona lettura.

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Economia … celeste?

Cominciamo questo viaggio spiegando sommariamente il

perché di questo nome. Se stavate pensando a una forma di

economia di colore azzurro, siete fuori rotta …

A prima vista si potrebbe pensare anche a qualcosa di new age,

o pseudo-religioso. Nulla di tutto questo.

Il discorso che si articolerà presto, sarà molto concreto e

dettagliato, basato su fattori oggettivi e facilmente riscontrabili,

a meno che siano la nostra paura o i nostri condizionamenti a

farci rifuggire da essi;(il non volere aprire la porta).

Partirò dalla definizione di economia come la descrive

wikipedia, (ottimo strumento “gratuito” di conoscenza),

considerando questa definizione più che sufficiente per i nostri

scopi:

“Nell'ambito delle scienze sociali l'economia

- dal greco οἱκονομία composto da οἶκος (oikos), "casa" inteso

anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos), "norma" o "legge"

e quindi "regole della casa" ma anche, più

estensivamente, "gestione del patrimonio", "amministrazione"-

è la scienza che analizza la produzione, lo scambio, la

distribuzione ed il consumo di beni e servizi.

[…]

Con tale termine si intende, inoltre, il sistema di organizzazione

delle attività di tale natura poste in essere da un insieme

di persone, organizzazioni e istituzioni ovvero un sistema

economico.”

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Quindi si deduce che l’economia si occupa di regolamentare la

produzione, lo scambio, la distribuzione ed il consumo di beni

e servizi il tutto fatto da una collettività di persone, istituzioni,

ecc..

Questa economia, è l’economia che tutti conosciamo più o

meno dettagliatamente, in base al nostro grado di

apprendimento. L’economia non è quindi una cosa da poco,

perché di fatto è quella scienza che regolamenta la vita.

Questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Tutto quello che

mangiamo, beviamo, vestiamo, usiamo per vivere è

regolamentato dall’economia. Quindi, considerato quanto detto

dovremmo, a mio parere, porre molta attenzione a che tipo di

“economia” creiamo, perché in base a questo sceglieremo la

nostra vita.

Il suffisso “celeste”, che può apparire eccentrico, l’ho aggiunto

in riferimento all’Universo (inteso anche nella concezione di

microcosmo).

Come tutti ormai sanno, esistono milioni di galassie, miliardi di

miliardi di pianeti, innumerevoli forme di vita e tutto è

regolamentato da leggi impermutabili e perfette che a stento

l’essere umano è in grado anche solo di immaginare.

Questa è la perfezione e l’armonia che possiede l’Universo, (la

natura), quindi la perfezione celeste, l’armonia celeste è

proprio quel quid che è incastonato in questa nuova forma di

economia che vi sto per proporre, le dona, per osmosi, la sua

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perfezione. Il termine celeste contiene in se anche il valore di

superiore e armonico.

Le origini.

Per comprendere bene l’economia celeste sarà necessario

andare nel passato e fare un brevissimo viaggio nelle origini

della natura e dell’uomo.

Come spesso accade, qualsiasi intuizione è frutto

dell’osservazione e poi del ragionamento sulle

meccaniche del passato e del presente.

Siamo così presi da questo mondo frenetico e asmatico, che

abbiamo dimenticato di fermarci a riflettere. Se solo ci

fermassimo più spesso, ci renderemmo conto dei vari inganni

in cui siamo immersi.

Inizialmente, quando la natura era incontaminata, esistevano

tante cose. Esisteva il terreno, esistevano i mari, gli alberi da

frutto, e tante altro. Tra le tante, esisteva anche l’uomo.

Questa stranissima creatura, dotata di grandissima intelligenza,

cominciò a usare tutto quello che trovava. Grazie alla sua

postura eretta, (unico esemplare della terra ad avere questa

abilità), e alle sue mani prensili, traeva il cibo, il vestiario e

materiale per creare case e tutto quello che gli era utile per

preservare se stesso e la sua specie dalla morte e

dall’estinzione.

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Tutto era gratis. Al solo costo della propria fatica e del proprio

ingegno.

La creatività dell’uomo ha partorito grandi innovazioni, ma

poi, ad un certo punto della storia, l’uomo fa la sua più stupida

e pericolosa creazione. Il denaro.

Il denaro, penso che non mi si possa contraddire, è di sicuro

un’evoluzione del baratto.

Sia il baratto che il denaro, nascono, a mio parere, dalla

commistione di tre elementi fondamentali:

Necessità.

Paura.

Egoismo.

Ok, fermiamoci un attimo. So che per molti può sembrare

un’affermazione forte, ma cercherò di spiegare il perché.

L’uomo, sostanzialmente ha bisogno dei seguenti beni e servizi

per vivere degnamente:

aria da respirare.

acqua

cibo

spazio vitale (abitazione, creazione)

tempo

materiali vari per adempiere ai processi creativi che

generano i beni e i servizi di cui sopra.

Tutti questi beni, in natura, si possono ottenere senza denaro.

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Senza denaro, ripeto.

Per ottenerli serve solo l’ingegno e il lavoro dell’uomo. Non il

denaro.

Tutto in natura è gratis. Non ho mai visto nessun animale sulla

terra camminare con un portafogli o un bancomat. Un uccellino

quando deve costruire il proprio nido non fa un mutuo, ma

prende quello che trova, senza pagare nessuno, e lo usa per

costruire il suo nido. Fa così perché non può concepire il

concetto di pagare, un concetto tipicamente umano …

Il legno, le rocce, l’acqua, l’aria e tutti i vari tipi di cibo sono

gratuiti. La natura (secondo i principi dell’intero universo, i

principi celesti), non ha progettato che qualcuno pagasse con

dei pezzi di carta o di metallo per avere ad esempio l’aria.

State pagando l’ossigeno che respirate adesso?

No?

Chiedetevi come mai.

Ora, se tutto questo era gratuito, perché è nato il baratto?

1. Necessità:

La questione è molto semplice, accadeva spesso che chi

abbondava di grano, non avesse nemmeno un poco di legno da

ardere, magari per cuocere. Qualcuno abbondava di legno e

non aveva abbastanza grano ed ecco che è nato il baratto e

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quindi il commercio. Un semplicissimo scambio di merci per

riequilibrare un eccedenza o una mancanza.

A tot di grano io ti do tot di legno.

Sembra tutto normale e senza inganno, ma è davvero così?

Osserviamo più approfonditamente l’azione del baratto anche

da un profilo psicologico.

A tot di questo mio bene tu mi dai tot di quello tuo.

Il mio legno mi è costata tanta fatica, non voglio dartene più di

tanto.

Non intendo “regalarti” questo grano. Per averlo dovrai darmi

qualcosa in cambio. (la base del commercio):

2. Paura ed egoismo:

Ho inserito la paura e l’egoismo insieme, perché sono

strettamente correlati. Infatti la paura genera l’egoismo che a

sua volta genera la paura stessa, in un continuum ciclico e

infinito dove l’uno è il nutriente dell’altro.

Di quale paura stiamo parlando?

Ci sono tante tipologie di paure al mondo, fobie basate su

pericoli reali e oggettivi e fobie basate su pensieri astratti e in

genere inoffensivi. Le più grandi sono sempre connesse alla

paura della morte. Se pensiamo che i beni di prima necessità

servono a vivere, è facile capire dove la paura faccia breccia.

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Stiamo parlando dunque della Paura di essere privati del

proprio bene e quindi, di stare male o nei casi maggiori morire.

Da qui nasce, prima in forma latente poi sempre più

patologicamente, l’egoismo nella condivisione del bene preso

in oggetto.

L’egoismo può essere considerato il risultato di un processo di

difesa del tutto istintuale, privo di ragionamento logico, per

garantire la propria sopravvivenza e si basa su un tipo di

visione individualista.

In questo modo di percepire il mondo, l’altro (chiunque esso

sia) è nostro nemico. La problematica dell’egoismo diventa

visibile e cancerogena per la società, quando quest’ultimo

diviene la base della vita e dei rapporti sociali, raggiungendo

proporzioni molto grandi, tanto da divenire ingordigia e

crudeltà e... “moneta”.

È chiaro che in un mondo ostile, può essere un istinto naturale

cercare di difendersi, ma l’egoismo affonda le proprie radici

molto più in profondità, nel desiderio di possesso che è un

inganno:

Il mio legno …

Il mio grano …

Mio … cosa è mio? Cosa mi appartiene?

Il possesso di un bene, per quanto tutti possano credere il

contrario, è una pura illusione.

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Per quanto vi sforziate, qualsiasi mezzo utilizziate, in realtà

non potrete possedere mai nulla di fisico. Potrete usarlo,

beneficiarne, mai possederlo.

Non esiste nulla che possa attestare a “livello Universale” che

un dato bene sia solo vostro, se non esercitando una forza o un

potere che imponga alla collettività questa “idea illusoria”

frutto della nostra capacità umana di astrazione e

categorizzazione del mondo esterno.

Detto in parole povere, immaginate di possedere una casa di

colore rosso. Siete convinti che è vostra e la collettività umana,

asseconda questa vostra convinzione. Grazie a delle leggi

scritte, legittimiamo questa idea astratta e illusoria che è il

possesso. Immaginiamo adesso che arrivi un alieno, (anche se

basterebbe un terremoto), questo alieno è completamente

esterno alla comunità umana, non ne fa parte ed è

tecnologicamente più avanzato e potente. Secondo le leggi del

suo pianeta tutte le case di colore rosso sono di appartenenza

agli alieni. Gli alieni sconoscono le leggi umane e se ne

infischiano. Ora ditemi … a chi appartiene la casa?

Di sicuro apparterrà all’alieno. Se poi consideriamo l’esistenza

di una razza aliena ancora più forte, la casa apparterrà a quella

razza. Insomma la casa apparterrà al più forte … e quindi non

apparterrà mai a nessuno perché ci sarà sempre un più forte, ma

molti possono beneficiarne, illudendosi di possederla. Il senso

di possesso è univocamente concatenato con l’ignoranza del

mondo e dell’universo, quando si arriva a comprendere la

vastità dell’intero universo si comprende che non può esistere

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alcun possesso. Tuttavia, di un bene possono beneficiare più

individui o un solo individuo.

Ritorniamo adesso al tempo del taglialegna che barattava,

domandiamoci una cosa. Il legno del taglialegna, era di

qualcuno prima di essere raccolto?

Questa è una domanda fondamentale.

La risposta è che il legno era di chiunque e di nessuno, ma

anche il grano era di chiunque e di nessuno. Così come l’aria è

di chiunque! C’è da chiedersi quando allora comincia il

“possesso” di un bene, quel’è l’istante in cui un uomo crede di

avere diritto di possedere qualcosa?

Probabilmente quando ha dovuto effettuare un certo “lavoro”

per ottenerne il beneficio, il lavoro è fatica, quindi questa fatica

legittimerebbe il senso di possesso. Se quel determinato bene ci

viene sottratto con la forza ci sentiamo derubati della nostra

fatica e del nostro benessere.

Vi sentite derubati quando qualcuno respira la vostra aria?

Direi di no. Perché?

Le risposte possono essere molteplici, ma tutte basate su

preconcetti e concezioni parziali della realtà:

l’aria è un bene che c’è in grande quantità e quindi …

bla, bla, bla (la stessa cosa accade per le altre risorse in

natura)

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Non dobbiamo fare fatica per avere l’aria … (purtroppo

lo crediamo: infatti la stiamo rovinando. Dovremmo

fare un poco di fatica in più a preservarne la purezza

non alterando i meccanismi che la producono)

L’aria è di tutti (è vero, proprio come le altre risorse)

In realtà io credo che la risposta più corretta possa essere che:

non siamo ancora stati “condizionati” a considerare l’aria

come un bene che va pagato, in quanto difficilmente si può

rinunciare ad esso senza morire e difficilmente si può

impacchettare e imbrigliabile visto che ricopre l’intero globo.

Ma con l’acqua già la macchina economica ci è riuscita,

basandosi sui concetti di “purezza” e “gusto”. L’acqua era un

bene che come importanza veniva subito dopo l’aria e fino a

poco tempo fa, era assolutamente gratuita! Per tutti! (e di

ottima qualità). Ancora oggi è possibile averla gratis in molte

parti del mondo, ma il continuo inquinamento porterà alla

totale trasformazione di questo bene primario in qualcosa di

ottenibile solo con il denaro, pena la morte.

In economia, una delle strategie più efficaci per creare profitto

(anche a discapito dell’umanità stessa), è quella di saper

creare una “necessità” di un certo bene o un certo servizio e

che questa necessità spinga un potenziale acquirente a

spendere del denaro per averla.(molte volte si tratta di una

necessità illusoria e priva di vantaggi per l’uomo).

Volete un altro esempio? Esistono molte bibite gassate famose,

scegliete voi quale.

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Molte di queste bibite non erano presenti in natura, non

apportano alcun miglioramento all’organismo umano e finché

non erano pubblicizzate, nessuno ne sentiva la necessità.

Nessuno avrebbe speso del denaro per possedere un poco di

una bibita, semplicemente perché non era necessaria e non si

conosceva. I proprietari delle varie bibite (alcune di queste

divenute dei veri e propri colossi), hanno creato la “necessità”

di possedere questa bevanda, associandola alla potente

immagine del dissetarsi, alla freschezza e al gusto; utilizzando

potenti strumenti di marketing che condizionassero la mente

dei potenziali acquirenti a comprarla. Questo è quello che fa di

continuo la comunicazione con tantissimi altri prodotti di

nicchia. Questo sistema non fa altro che rinforzare il desiderio

di possesso portandolo a livelli cronici.

Il concetto di possesso, che nasce da un istinto di protezione, si

è tramutato in un veleno che alimenta il nostro egoismo e

addirittura siamo arrivati a consumare più di quello che ci

necessita e altri non hanno nulla, nemmeno la base. Ma se la

natura è ricca e gratuita, perché tutto questo?

Egoismo e paura semplicemente hanno messo in catene

l’umanità.

L’egoismo è una delle reazioni umane più “non evoluta” che

esista, sintomo che ancora l’uomo deve fare una crescita

considerevole e uno sforzo a capire che è parte del tutto e

così come tutto gli è dovuto tutto deve dare.

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Il denaro è un mezzo inventato che non fa altro che legittimare

e amplificare vertiginosamente il concetto di possesso ed

egoismo e aggiunge un “plus valore” ancora più pericoloso, lo

posso definire l’annullamento della coscienza.

L’uomo ha inventato un oggetto a cui ha deciso di dare un

valore. Quest’oggetto non era in natura e non possiede alcun

valore reale, (non può essere mangiato, respirato, bevuto o

indossato o utilizzato come materia prima), in pratica non serve

assolutamente a nulla, ha solo il valore che noi gli attribuiamo.

Un valore immaginario, astratto e potenziale. Legittima il

concetto di possesso, sostituendosi al lavoro.

Siamo noi a scegliere di renderlo così importante, più

importante della nostra stessa vita.

Sono certo che molti di coloro che hanno studiato economia

potrebbero storcere il naso alle mie affermazioni, ma vi chiedo

di pazientare e vedrete che quello che scrivo non è poi così

folle, perché si basa su una logica precisa e non così difficile da

capire.

Fatichiamo tanto in questo mondo per vivere, fatichiamo più di

quello che dovremmo! Non ci rendiamo conto della fatica e

dell’energia in più che sprechiamo tutti i giorni, per ottenere

soltanto un millesimo di quello che potremmo e dovremmo

avere.

Il denaro, come abbiamo detto, genera l’annullamento della

coscienza, di fatto non siamo più capaci di capire come molte

cose vangano prodotte. Non abbiamo coscienza del loro vero

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valore e soprattutto abbiamo perso di vista la coscienza della

ricchezza.

Tutti infatti ormai credono che la ricchezza sia il denaro.

Provate a prendere un essere umano, dategli tantissimo denaro

dicendogli:

“Tu adesso sei ricchissimo!”

Poi chiudetelo in un bunker antiatomico, dove non c’è nulla

tranne aria. (almeno quella …)

Quanto credete sia ricco?

Non lo è affatto.

Il fatto è che l’uomo non ha bisogno di denaro:

ha bisogno di beni e servizi.

Avere beni e servizi concede la ricchezza, perché quei beni e

quei servizi permettono di perpetuare la vita del singolo e della

specie.

Se qualcuno “ha” una casa, è molto più ricco di chi ha soltanto

500.000 € in un conto. Lui ha dei numeri astratti o carta, con un

valore momentaneo, quindi una ricchezza “potenziale”, non

reale, l’altro invece “ha” una casa (un bene reale). Il concetto

di ricchezza comunque è molto più profondo di così, perché

prescinde dal concetto di possesso, riprenderemo il concetto

dopo.

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Adesso molti di voi stanno giustificando in cuor proprio il

pover’uomo del baratto che aveva paura e doveva per forza

comportarsi come si era comportato.

In un certo senso, avete ragione!

È tutta una questione di evoluzione.

L’uomo tra tutti gli esseri viventi della terra, è l’essere più

intelligente che esista, (o almeno così sembrerebbe). Questa

straordinaria intelligenza è un grande potere che sembra essere

stato donato da un’evoluzione piuttosto generosa. Sembra però

che ancora gli esseri umani non usino tutto il loro potenziale.

Avere tanto potere si tramuta anche in avere tanta

responsabilità. Noi siamo gli unici esseri della terra capaci di

distruggere l’intero pianeta. Quindi abbiamo la responsabilità

di preservarlo e anzi accrescerlo armonizzandoci alle leggi

dell’universo.

Questo è un altro passo evolutivo dell’umanità, capire

l’universo e le sue leggi. Capire la natura del mondo e

armonizzarsi ad essa.

L’economia celeste potrebbe essere una grande spinta in avanti

per l’umanità che non solo ha il potenziale di portare armonia e

felicità per tutti gli esseri umani, ma anche portare un nuovo

salto evolutivo al livello di coscienza individuale e collettiva a

livello tecnologico e a livello sociale.

Quindi possiamo perdonare il nostro antenato che usava il

baratto, perché si trovava in uno stato evolutivo umano in cui

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ancora non era capace di vedere oltre il proprio stomaco e oltre

il proprio vivere.

Prima di scoprire la ruota l’uomo era infinitamente diverso, non

immaginava quanta fatica in meno avrebbe potuto fare con la

ruota o con il fuoco.

Adesso siamo esseri umani molto differenti, possiamo pensare

e vedere cose che nemmeno potevamo immaginare e quindi

non possiamo perpetuare un comportamento evolutivo di

migliaia di anni indietro, bisogna andare avanti. Oggi è il

tempo di scoperte scientifiche incredibili, la scoperta della

fisica quantistica, siamo riusciti ad uscire dal nostro pianeta e

parliamo già di esplorazione spaziale, abbiamo cominciato ad

esplorare perfino la genetica cioè i mattoni di cui siamo

composti! Non solo siamo esseri pensanti, ma sappiamo anche

trovare e modificare ciò che ci compone, siamo andati molto

oltre la ruota e il fuoco.

Tutte queste scoperte scientifiche si sono formate pur se

incrostate in un sistema economico antiquato e debilitante ed

egoistico, perché gli uomini sono creature straordinarie che

non possono fare a meno di “creare”.

Immaginate cosa potrebbe sviluppare l’uomo se si evolvesse in

un sistema economico basato sulla vera ricchezza.

Un sistema che ci svincola dal dire:

“non ci sono abbastanza fondi per creare questo …”

oppure:

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“l’economia non permette questo avanzamento perché il

mercato ne risentirebbe …”

L’economia celeste può superare tutti questi limiti, regalare

grande ricchezza all’intera umanità andando oltre le nostre

origini e oltre la nostra immaginazione.

Cos’è l’economia celeste.

Finalmente, dopo qualche premessa, siamo arrivati a dire cosa

è esattamente l’economia celeste. Cercherò di chiarire

esaustivamente questa mia visione, in modo che possa essere

chiara e logica per tutti. In effetti la difficoltà non sta nel dire

cos’è, ma nel comprendere la sua fattibilità, argomento che

tratteremo verso la fine di questo piccolo viaggio.

Posso partire già da subito dicendo che l’economia celeste non

è un economia basata sul denaro, ma pone l’uomo al centro

del sistema, seguito subito dopo dalle risorse.

Il centro dell’economia celeste non è il denaro, ma l’uomo. In

questa nuova forma di economia nessuno userà più alcuna

forma di denaro ne di baratto. L’uomo potrà avere ciò di cui

ha bisogno sempre e gratis.

Avrete bisogno di cibo?

Non lo andrete a compare, semplicemente andrete a prenderlo.

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Avrete bisogno di materie prime per la creazione di qualunque

cosa?

Non le dovrete comprare, semplicemente prenderne quanto ve

ne necessita. Tutto è gratis nell’economia celeste, non si

vende e non si compra nulla.

Di sicuro vi starete chiedendo come tutto ciò sia possibile. Vi

spiegherò come:

Vi ho accennato prima che l’economia celeste non si basa su

alcuna forma di denaro, ma che pone al centro del proprio

universo l’uomo. Questo perché la più grande ricchezza che

noi possediamo, siamo noi stessi.(ecco a cosa mi riferivo

prima quando dicevo che abbiamo perso di vista quale è la

vera ricchezza).

Qualsiasi sia la materia prima o il bene che ci serve, siamo noi

esseri umani a crearlo. Quindi utilizziamo il nostro lavoro e le

nostre straordinarie capacità, per ottenere i vari beni e servizi

necessari.

Nell’economia celeste non si lavora per guadagnare banconote

di carta, si lavora per produrre un certo bene o un certo

servizio e lo si fa con grande passione, perché si ha una

naturale propensione per quel determinato lavoro che

amiamo svolgere nel migliore dei modi.

In questa forma di economia, tutti gli esseri umani lavorano,

non esiste nessuno che se ne sta con le mani nelle mani, tutti

collaborano attivamente, con grande gioia e passione, alla

creazione del tessuto sociale, delle infrastrutture e dei beni e

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servizi. La cosa interessante è che non lavorano per otto ore al

giorno, ma molto, davvero molto meno, ottenendo una

ricchezza che oggi è impensabile e soprattutto un avanzamento

tecnologico, sociale e spirituale senza pari come mai è

avvenuto nella storia fino ad ora e che non potrà mai avvenire

altrimenti.

Adesso, per chiarire ancora meglio il meccanismo, vi farò un

piccolo esempio di economia celeste applicata una collettività

umana semplificata e ridotta, per rendere le cose più facili da

comprendere, ma poi questi concetti possono essere applicati

anche in larga scala.

Immaginiamo una società composta da 8 individui:

1 cuoco (crea il cibo)

1 sarto (crea il vestiario)

1 ingegnere (crea le innovazioni tecnologiche)

1 Esperto ambientale (si occupa del sistema idrico dell’aria ecc.)

1 raccoglitore di materie prime (procura tutte le materie prime

necessarie)

1 creativo e comunicatore (si occupa della comunicazione)

1 amministratore sociale (si occupa della gestione delle

problematiche comunitarie e politiche)

1 medico.

Tutti e otto questi individui hanno delle necessità per vivere:

Cibo

Vestiario

Innovazioni tecnologiche

Un modo pulito

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Materie prime

Comunicazione

Una società funzionante

Cure

Visto che io amo il buon cibo comincerò la spiegazione con il

cuoco. Il cuoco ama fare il cuoco ed è naturalmente portato

per fare questo mestiere, così come gli altri sono felici di fare

ciò che fanno.

Tutti lavorano per il piacere di fare al meglio il proprio dovere

con grande professionalità e per la collettività (cioè anche per

se stessi). Infatti adesso non si ragiona più per singolo, ma per

la collettività. Non bisogna mai commettere l’errore di

considerare la collettività qualcosa fuori da se, ma se stessi, il

bene degli altri produce un bene a me stesso.

L’ingegnere, arrivata l’ora di pranzo, ha fame e va a mangiare

dal cuoco, gratis o si fa dare il cibo che gli serve gratis e lo

porta a casa.

Il cuoco è ben felice di farlo, infatti il suo obbiettivo non è

guadagnare denaro, ma fornire un bene nel miglior modo

possibile all’ingegnere. Il cuoco non sta perdendo nulla perché

oltre ad avere il cibo ha, di certo, anche qualsiasi innovazione

tecnologica che gli serva , per esempio per la sua cucina, l’avrà

gratis, fornita dall’ingegnere. Questo permette di creare un

cibo di alto livello di cui lo stesso ingegnere potrà godere.

Se il cuoco ha bisogno di nuovi vestiti, il sarto gli farà avere ciò

che gli necessita gratis. E tutti i componenti della società

daranno a tutti gli altri, quello che serve gratis e

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riceveranno gratis ciò che necessità. Tutti sono felici, perché

hanno tutto quello che gli serve.

Ogni individuo ha pari importanza di qualunque altro, non

esiste una “gerarchia” tutti sono fondamentali nell’economia

celeste e non esiste un lavoro più bello di un altro. Se

dovessimo rappresentare questo tipo di struttura sociale non

sarebbe una piramide come adesso ma sarebbe un cerchio o

un’elisse, (avete mai notato che tutto nell’universo usa questa

forma?). Tutti i lavori sono belli, anche perché saranno fatti da

persone estremamente portate per quell’incarico e nessuno

vieta che un essere umano, se gli va, possa fare anche più di un

lavoro.

Provate anche voi con la vostra immaginazione a fare altre

combinazioni con la lista di individui che ho creato sopra e

vedrete che qualsiasi cosa combinerete avrà una funzionalità

eccellente e a nessuno mancherà mai nulla.

I frutti dell’economia celeste.

Una cosa può essere giudicata funzionale o non funzionale

secondo i frutti che può generare. Come in ogni campo, il

ragionamento astratto permette di anticipare, più o meno

ragionevolmente, quello che può essere il risultato di un

determinato processo di azioni. Adesso è arrivato i momento di

analizzare più da vicino quali frutti può apportare l’economia

celeste e poi paragonare il suo rendimento all’economia che

attualmente ci regolamenta.

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Grazie ai principi dell’economia celeste, la società si trasforma

in una struttura che si autoalimenta, come in una particolare

forma di moto perpetuo. Un organismo in perfetta sintonia.

Una società così, non può crollare, o avere problemi che non

possano essere risolti perché ogni eventuale cedimento viene

immediatamente risolto dalla collettività con il massimo

potenziale disponibile.

Possiamo paragonarla all’acqua, infatti l’acqua non può essere

spezzata e si riadatta a qualsiasi ostacolo o forma. Non la

potete spezzare o rompere.

Adesso, con il tipo di economia attuale e per come la struttura

sociale è costruita, la soluzione di un problema (grande o

piccolo che sia), risulta difficile e farraginosa. I tempi sono

lunghi e spesso non si arriva ad una soluzione, semplicemente

perché:

1. Non usiamo tutto il nostro potenziale a causa dei

vincoli economici attuali che ci limitano in maniera

esagerata.

2. Ogni individuo è sconnesso dall’altro, e quindi il

tessuto sociale è discontinuo e non coeso.

3. Esiste una bassissima consapevolezza delle

problematiche e quindi una bassa partecipazione

dell’intera collettività.

4. Esiste una gerarchia debilitante, strutturata dall’alto

verso il basso che rende ciechi i componenti

(fondamentali) che stanno più in basso.

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28

Per comprendere ancora più approfonditamente questa

forma di economia, guardiamo il nostro corpo: è un

esempio vivente di economia celeste.

Non c’è un solo organo (o cellula o atomo), che non svolga il

proprio dovere. Il cuore pompa sangue, i polmoni ossigenano il

sangue, lo stomaco digerisce, ecc … tutti eseguono il loro

lavoro per il bene dell’organismo che sono loro stessi! Il tutto

in una particolare coesione biunivoca, che rende i tanti uno

solo. Non guadagna denaro il cuore e nemmeno il cervello …

Adesso immaginate il nostro corpo funzionare secondo i

principi della normale economia che al momento si usa nel

mondo.

Il cervello si accaparra più risorse perché ritiene di essere più

importante del cuore, il cuore fa sciopero perché il cervello non

ha fornito i giusti servizi, il sangue, per risparmiare, porta

meno ossigeno di quello che necessita …

Un uomo morirebbe al suo nascere ... non arriverebbe

nemmeno ad aprire gli occhi.

Grazie all’economia celeste possono esistere organismi

complessi come il nostro, composto da una enorme, variegata

ed eterogenea “società” di elementi. Questo dovrebbe già

essere sufficiente a farvi rendere conto di quanto imperfetto sia

il modello sul quale stiamo basando la nostra vita sociale ed

economica.

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L’economia celeste regolamenta l’intero universo e tutto ciò

che deve possedere un elevato rendimento. I vantaggi di una

simile strutturazione economica sono molteplici:

Povertà bandita.

Il concetto di povertà si può esprimere in poche righe: non

avere ciò che renda la vita possibile (o degnamente godibile).

La povertà non è concepita dalla natura, è una creazione tutta

umana ed è figlia dell’economia attuale basata sul denaro e

sull’egoismo. Nell’economia celeste, non è possibile nemmeno

concepire il concetto di povertà.

Non esiste alcun tipo di povertà e non può esistere con questo

sistema, perché è basato su principi di reciprocità e collettività

che non concedono la creazione di una carenza o un mancanza.

Il singolo è il tutto e il tutto è il singolo, la povertà del singolo

corrisponde alla povertà della collettività e viceversa.

In una società dove tutti contribuiscono alla ricchezza di tutti,

privi dal concetto di egoismo, come potrebbe esserci povertà?

La delinquenza è bandita.

La delinquenza, tranne rarissimi casi, è un altro di quei

fenomeni sociali direttamente connessi a motivazioni

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psicologiche strettamente ancorate al concetto di paura e

privazione.

Quando un uomo non può più avere ciò che gli necessita per

vivere, quando non ha più nulla da perdere, può incorrere in

uno stato mentale di egoismo assoluto in cui tenta di prendere

ciò che vuole, con la forza e questo atteggiamento genera

comportamenti sociali aberranti, che tendono a sottrarre

“dall’altro” ciò che ci necessita.

Oppure è un uomo vittima di condizionamenti basati

sull’egoismo, condizionamenti che vengono generati dalla

stessa società e dal sistema economico con il quale viviamo.

Un altro fattore che va evidenziato è che le strutture educative

o di rieducazione e integrazione sociale, molto spesso non

riescono a fare bene il proprio dovere, semplicemente perché il

loro funzionamento è regolamentato da una economia basata

sull’egoismo. La stessa cosa vale per le strutture di polizia

ammanettate dal sistema economico che non fornisce i mezzi o

l’adeguata preparazione sia pratica che mentale per adempiere

al loro compito. Quindi alla fine notiamo che, anche in questo

caso, il “male” è generato semplicemente dal sistema

economico “sbagliato” che influenza, in modo diretto o

indiretto, il funzionamento di qualsiasi altra struttura o

comportamento sociale.

Risolvendo questa problematica con i principi dell’economia

celeste, non esisterà più alcuna forma di delinquenza, perché la

maggior parte degli uomini non avrà assolutamente alcuna

necessità di sottrarre ad altri la ricchezza, semplicemente

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perché avrà tutto quello che si desidera e non ci sarà nulla da

sottrarre a nessuno.

In secondo fattore, grazie all’economia celeste, tutte le strutture

educative, rieducative e di contenimento saranno estremamente

efficienti e quindi capaci di gestire eventuali comportamenti

anomali che potrebbero comunque presentarsi, soprattutto

nella prima fase di passaggio.

Efficienza assoluta.

Per spiegare questo concetto mi rifarò nuovamente al

parallelismo con il corpo umano perché reputo che sia molto

facile da assimilare.

Immaginate un fumatore, chi fuma, immagino che lo sappiate,

immette nel proprio sistema respiratorio grandissime quantità

di veleno.

Essendo il corpo umano basato su principi di economia celeste,

come accennato prima, osservate quanto a lungo quell’essere

umano continua a vivere pur se “costantemente” avvelenato.

Notate la straordinaria efficienza dell’organismo umano, riesce

ad assorbire gli effetti nefasti del fumo e se il fumatore smette

di immettere veleno, nel giro di poco tempo, la straordinaria

capacità di guarigione del corpo, eliminerà definitivamente

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ogni forma di veleno. Questa perfezione è la stessa che avrebbe

la nostra società, se applicassimo i principi di economia

celeste.

Anche se venisse immesso “veleno” nel tessuto sociale,

l’organismo “umanità” riuscirebbe a risolvere il problema e

continuare a funzionare efficacemente, ma visto che in una

società del genere nessuno è interessato a immettere “veleno”,

immaginate soltanto la perfezione e l’efficienza che

raggiungeremmo.

Istruzione di altissimo livello.

Noi siamo ciò che sappiamo. Purtroppo noi non sappiamo

ancora ciò che siamo.

Chi controlla la nostra conoscenza, controlla la nostra vita.

L’educazione, la formazione e la conoscenza sono potentissimi

strumenti, necessari per costruire gli uomini del futuro.

Se la conoscenza, l’educazione e l’istruzione sono basati su un

sistema al collasso, rigido e privo di altruismo, come potrà mai

avere una vera efficacia? Come potranno essere forgiati uomini

capaci di affrontare consapevolmente la magia della vita in

modo costruttivamente evoluto?

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Una conoscenza creata da persone appassionate che dedicano

tutta la loro energia per trasmettere il loro sapere e la loro

esperienza in modo adeguato, è una conoscenza potente che

creerà di sicuro altra ricchezza e altra conoscenza. Economia

celeste significa conoscenza elevato ad infinito.

Gli insegnanti non saranno più persone costrette a insegnare o

persone incapaci di insegnare (anche se esistono insegnati

capaci e appassionati, ma purtroppo una minoranza). Saranno

potenti conoscitori, padroni della loro materia di

insegnamento, avranno capacità comunicative elevatissime e

coinvolgeranno in modo “pratico /teorico” i loro allievi, per

prepararli in modo davvero efficace a ciò che sarà il loro lavoro

secondo le loro vere inclinazioni. La conoscenza sarà libera e

facilmente fruibile, si attueranno tutti i sistemi per rendere la

conoscenza facile e assimilabile. Ovviamente non si tratterà

solo di conoscenza per creare lavoro, ma anche di

arricchimento personale e avanzamento delle coscienze.

Come ogni cosa nell’economia celeste, ci sarà flessibilità e una

pronta risposta alle varie esigenze, anche questo diverrà un

altro “organo” eccezionalmente funzionale.

Meno lavoro, più ricchezza.

Immaginate sette miliardi di persone che lavorano attivamente

e organicamente. Saranno sviluppate tecnologie, (pulite), che

renderanno il lavoro molto più facile, e ci sarà più tempo libero

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per tutti, basterà lavorare per una o due ore a testa e si otterrà

una ricchezza di gran lunga maggiore di quella attuale.

Ecologia

La terra sarà la nostra casa, non avremo più necessità di usare

sistemi energetici “arcaici” come il petrolio o l’energia

nucleare. Useremo metodi di energia libera e completamente

pulita. Staremo molto attenti al nostro pianeta e creeremo molte

più aree di verde. Saremo connessi con “l’entità” terra e

armonizzati al tal punto non solo da non rovinare più il luogo

che ci da la vita, ma anche renderlo più funzionale e bello.

Miglioreremo i processi che creano le risorse e troveremo il

modo di rendere ogni risorsa infinita. La parola Ecologia

smetterà di esistere e gli uomini del futuro non la

comprenderanno più, perché sarà radicata nel loro codice

comportamentale, nel loro DNA e sarà naturale concepirla.

Fattore barriera

Adesso che abbiamo un quadro generale piuttosto completo di

cosa possa essere l’economia celeste, è arrivato il momento di

guardare in faccia un potente spettro, quello che possiamo

definire una vera e propria barriera che crea un “apparente”

ostacolo alla realizzazione fattiva dell’economia celeste.

Di sicuro, mentre leggevate queste mie parole, questo spettro

continuava a sussurrarvi all’orecchio. Il suo sussurro per

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alcuni è piccolo, quasi silenzioso, per altri assordate, ma di

fatto vi parla di continuo. Questo sussurro si può riassumere in

una sola parola:

“impossibile”.

Lo spettro di cui vi parlo, anche se molti di voi non se ne sono

accorti, non ha fatto altro che ripetervi questa parola. Magari

molti di voi hanno pensato:

“ sì … belle parole, ma è impossibile”

Altri invece avranno pensato:

“che fesserie, è impossibile”

Che abbiate avvertito tutto questo è normale e fisiologico, non

preoccupatevene non ha alcuna importanza. Adesso vi

dimostrerò quanto potente è il fattore barriera, (lo spetto) e

contemporaneamente, quanto è falso.

Il fattore barriera si nutre semplicemente della solita vecchia

amica paura. Molti di voi si sono trovati a combattere tra il

desiderio di avere una società come io l’ho descritta e

l’apparente impossibilità di realizzarla.

Il fattore barriera che avete sperimentato rappresenta le sbarre

della gabbia, quelle sbarre che tanto bene conoscete e dal quale

avete paura di uscire.

Vi dico già da subito che la realizzazione dell’economia celeste

non è impossibile, così come non è stato impossibile volare,

andare sulla luna e tante altre cose straordinarie che abbiamo

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fatto, semplicemente perché qualcuno ha creduto che si

potessero fare.

Molti li additavano come folli, tantissimi hanno deriso quei

pensatori. Addirittura quando fu inventata la locomotiva, le

persone erano convinte che l’uomo non potesse resistere a tali

“velocità”, ma qualcuno ha creduto si è impegnato e ciò che

era impossibile, adesso è routine per voi.

Sì; credere che si possa fare è il primo passo fondamentale.

Ma il credere, ovviamente, non deve giungere da un dogma,

altrimenti sarebbe pura astrazione, deve giungere piuttosto

dalla logica possibilità di attuazione di un piano. Chi di voi ha

studiato Sistemistica, sa bene che qualsiasi sistema complesso

è costituito da tanti sistemi semplici più piccoli che lo

compongono. Più un sistema si scompone più semplici saranno

gli elementi che lo compongono.

Lo stesso principio si può applicare ai problemi, per quando un

problema sia complesso, è possibile scinderlo in tanti piccoli

problemi più semplici, la soluzione di questi problemi più

semplici, ci porterà a risolvere il problema più complesso.

L’economia celeste è comparabile a un sistema complesso che,

se visto nella sua interezza, può intimorire, ma se analizzato in

tutti i suoi vari costituenti, diviene incredibilmente realizzabile

e di facile attuazione.

Lo avete sentito lo spettro? Vi ha parlato quando ho scritto

“facile attuazione”

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Bene … continuiamo.

L’attuazione dell’economia celeste, di sicuro richiede

un’attenta analisi, una precisa strutturazione perché possa

attecchire nel tessuto sociale. Di certo non basterà questo mio

breve testo a fare un analisi accurata, infatti vi ricordo che io

sto intraprendendo un viaggio con voi, stiamo sbirciando

insieme fuori dalla gabbia e vi anticipo che l’economia celeste

non può essere realizzata da un singolo uomo, ma solo da una

collettività.

Se tutti gli uomini fossero abbastanza evoluti a livello di

coscienza individuale e collettiva, l’economia celeste si

potrebbe attuare da subito.

Purtroppo l’uomo, non si trova in questo stato attualmente,

proprio per questo sentite lo spettro. Lo spettro è

semplicemente la vostra paura di perdere le cose importanti o è

il frutto dei condizionamenti, i quali, che lo vogliate o no, vi

portate dietro, in modo silente, tutti i giorni.

Ma queste paure sono soltanto frutto di illusioni e man mano

che continuerete a leggere vi renderete conto che con i giusti

tempi e piccoli passi non solo l’economia celeste si può

realizzare … ma si sta già realizzando sotto i vostri occhi!

Bisogna soltanto accelerare un pochino i passi e fare il tutto

con più consapevolezza del dove si vuole andare.

Come già più volte accennato l’economia celeste pone l’uomo

come centro della ricchezza ed è proprio dall’uomo che

bisogna partire.

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Il più grosso ostacolo è la ridistribuzione della ricchezza, è li

che gli uomini hanno le loro paure.

Se c’è qualcuno che avrà grande timore di attuare l’economia

celeste, questo qualcuno è rappresentato di certo dagli attuali

“ricchi”. È normale che un uomo che ha accatastato ricchezze

non voglia certo metterle in condivisione con gli altri. Infatti

non serve che lo faccia. Il primo passo è il pensiero. Si deve

lavorare su come concepiamo gli altri e il mondo. La

realizzazione dell’economia celeste non è fatta di grandi e

plateali azioni, ma di piccolissimi e invisibili gesti.

Dopo la lettura di questo testo, domandatevi: Sono capace di

donare qualcosa? La risposta è sicuramente si!

Nella vostra vita per quanto possiate essere “cattivi” o egoisti

avrete di sicuro fatto un dono a qualcuno (anche se

microscopico e insignificante). Quella è un’attuazione di

economia celeste. Quindi costruire l’economia celeste significa

dare qualcosa a qualcuno gratis.

Ma il tutto deve avere una strutturazione specifica ecco ad

esempio un metodo che potrebbe portare a un’economia

celeste.

Metodo

Come vi ho accennato l’economia celeste è di facilissima

attuazione e richiede un minimo sforzo da parte della

collettività e il coraggio di qualche “pioniere”. Con il metodo

di tipo esponenziale che sto per descrivervi scoprirete che non

c’è poi una così grande difficoltà nella realizzazione di questo

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sistema economico basato sul dono. Questo perché l’intero

“peso” dell’attuazione verrà polverizzato frantumato in

piccolissime particelle e ogni singolo individuo dovrà soltanto

fare piccoli gesti, poco faticosi che porteranno alla costituzione

dell’economia celeste.

Prima di lasciarvi al metodo vorrei soltanto chiedervi, se vi

andrà di farlo, di cominciare ad osservare attentamente una

banconota, (di qualsiasi taglio e nazionalità), e cercare di

prendere consapevolezza che è soltanto carta. La vostra vita

vale molto di più.

Cercate, quando andrete a fare la spesa o quando uscirete con

gli amici, di comprendere la differenza tra beni reali e quelli

fittizi come la moneta. Questo piccolo esercizio potrebbe farvi

vedere un mondo diverso.

Tornando al metodo l’ho suddiviso in fasi (semplicissime):

1° fase

Qualsiasi sia il vostro lavoro, scegliete un giorno del mese a

vostra discrezione, uno qualsiasi, non ha importanza quale. In

questo giorno donerete a qualcuno, sempre di vostra scelta,

una vostra prestazione professionale o un bene. Il bene deve

essere una bene di qualità, o una prestazione di qualità, come

se vi avesse pagato, per intenderci.

Specificate a questa persona, con chiarezza, che fate quel dono

seguendo i principi di economia celeste e se avete tempo,

spiegate meglio di che si tratta, la persona che riceve il vostro

dono non è costretta a fare altrettanto, non deve esserci alcuna

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forma di costrizione o aspettativa, il vostro dono è fatto e deve

finire tutto li (anche se non sarà mai così posso assicurarvelo).

L’importante è che siate voi a scegliere di donare un atto di

“economia celeste”, infatti l’economia celeste è una cosa che si

può solo dare e non si può in nessun modo chiedere. Dovrete

dare sempre ad una persona diversa, scegliendola con

attenzione secondo vostri parametri. Per il resto dei giorni del

mese continuate normalmente la vostra attività facendovi

pagare.

2° fase

Non appena vi capiterà di riceverete a vostra volta un gesto di

economia celeste intensificate i vostri doni, facendone due al

mese e continuate con routine sempre nello stesso modo.

Se riceverete ancora gesti di economia celeste nei vostri

confronti fate voi un gesto di economia celeste a settimana,

potreste arrivare persino ad uno al giorno e così via … tutto in

base al ritorno che vedrete nei vostri confronti.

Il principio di base è più riceverete più darete. Sarà bello per

voi ricevere qualcosa che avreste dovuto comprare gratis così

come sarà bello da parte vostra dare questa gradevole

esperienza a qualcun altro.

Con questo metodo, non si perde assolutamente nulla e

l’economia celeste comincerà a crearsi sotto i vostri occhi. La

starete creando voi! Questo metodo è di tipo esponenziale, se

fatto correttamente porterà all’eliminazione del denaro in un

arco di tempo medio lungo. L’importante è la consapevolezza

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del gesto, consapevolezza propria e consapevolezza di chi

riceve. Non deve mai essere un’elemosina, ma un libero dono

fatto dignitosamente.

Esempi? Eccoli:

un consulente, una volta al mese fa una consulenza

gratuita

un meccanico una volta al mese fa una riparazione

gratuita

un panettiere da del pane gratis.

Ecc … fate voi. Pensate allo schema della società semplificata

che ho esposto qualche pagina fa.

Beh … che dire, questo è tutto, finisce qui questo breve viaggio

e spero che possa essere una base di partenza o uno spunto per

chi legge.

Come vedete non serve alcuna rivoluzione, non serve nessuna

manifestazione o guerra, servono dei semplicissimi gesti, una

piccola rinuncia, e questi piccoli gesti, come gocce d'acqua

creeranno uno straordinario oceano di pace e felicità, questo

ovviamente è il mio punto di vista, riflettete nel vostro io più

intimo e agite secondo quelle che sono le vostre scelte. Il

mondo è fatto da noi, da me che scrivo da te che leggi e

soltanto da noi può essere cambiato.

Cosa vi dice lo spettro adesso? Saprete fare un dono una volta

al mese?

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Sinceramente,

Orazio Iaci


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