Parrocchia Buon Pastore
Caserta Avvento 2017
L’Avvento è un
tempo di attesa
vigilante e di
speranza, ma
anche un invito
al cambiamento
e a uno stile di
vita più
autenticamente
cristiano.
In più occasioni la Parola di Dio ci invita
alla revisione di vita. A Natale, la povertà di
una mangiatoia scelta volontariamente da
nostro Signore e la scelta preferenziale per
gli ultimi e i poveri descritta in tutto il
Vangelo ci sprona necessariamente a
cambiare il nostro stile di vita riscoprendo
il valore della sobrietà, dell’essenzialità e
della solidarietà.
A Natale la parola regalo/dono è certamente
la più usata, quella che ci porta via più
tempo, ansia e soldi , ma non ci riempie il
cuore .
A Natale è Dio che si fa dono, che si offre
interamente alla nostra attesa, senza alcun
risparmio. Il Bambino del presepio porta
tutto l’amore di Dio. Il tempo di Avvento-
Natale è il tempo in cui Cristo Signore ci
insegna l’impegnativo cammino per
diventare, come Lui, un dono vero e
gratuito d’amore per gli altri.
( rete interdiocesana NSDV )
Natale è ….
Natale è accogliere la vita
come dono di Dio.
Natale è rinnovare la
speranza che tutti un
giorno possiamo sentirci
fratelli .
Natale è sanare le nostre
relazioni in famiglia, nel
vicinato, sul lavoro.
Natale è offrire a tutti un sorriso che viene dal cuore.
Natale è sapersi riconciliare con un nemico, donando
perdono.
Natale è ascoltare con simpatia chi ti sta accanto e
asciugare le lacrime di chi soffre.
Natale è condividere il pane con chi ha fame e
impegnarsi a creare, ognuno secondo le proprie
responsabilità, condizioni di pace e fraternità.
( programma mensile dicembre 2011)
E venne ad abitare in mezzo a noi.
In che senso Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi? Per capire il modo di abitare di Gesù bisogna recuperare il principio dell’Incarnazione: la sua condivisione della gioia e dei dolori delle persone che incontrava sul suo cammino; il loro bisogno di amore, di salute, di relazioni sincere, di riconciliazioni; il suo andare a trovare e ad accogliere i lontani del suo tempo. Non è senza significato il fatto che Gesù non abbia fissato un suo recapito. Egli stesso si recava in mezzo alla gente, là dove la gente viveva, lavorava, soffriva. …
in questo percorso di Avvento, rifletterà sul senso dell’abitare in quattro realtà diverse: la famiglia, la parrocchia, il territorio, il creato.
Abitare la famiglia significa accogliere Gesù con la stessa fede, con la stessa cura, con lo stesso amore e la stessa gioia con cui lo hanno accolto Maria e Giuseppe, guida e modello di ogni famiglia umana.
Abitare la parrocchia è viverla come "famiglia di Dio, come fraternità animata dallo spirito d'unità"; come "casa di famiglia, fraterna ed accogliente"; come "fontana del villaggio" alla quale tutti ricorrono per la loro sete.
Abitare il territorio non vuol dire solo “vivere in un territorio” o farsi vivere da un territorio, ma vivere il territorio e far vivere il territorio: le relazioni, i bisogni, le risorse reali e potenziali, i valori, le credenze, le tradizioni, la religione, il sistema socio - politico - culturale …
Abitare il creato vuol dire riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà. Se ci accostiamo alla natura e all’ambiente con questo spirito, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. ( programma mensile dicembre 2016)
Fai acquisti utili e consapevoli preferendo prodotti basso impatto ambientale e sociale. Fai visita ad una bottega del commercio equo e solidale dove troverai prodotti che regalano gioia a chi li riceve e dignità a chi lo produce, rispettosi dell'uomo e dell'ambiente e che raccontano altre culture, profumi e sapori.
Per i tuoi regali di Natale lasciati consigliare, più che dalla pubblicità, dalla certezza che quello che hai scelto sia sobrio -ovvero senza eccessi ne sprechi ¬e utile. Accompagnali magari con un biglietto scritto con un po' di cura, o con un gesto, con una parola, con un abbraccio, riscoprendo il vero significati del dono.
Non presentarti agli altri con falsi sorrisi ma comunica ciò che custodisci nel cuore e sorprendili con un regalo gradito, la tua presenza e se fai un regalo ad un bambino
(non regalare armi giocattolo), cerca di essere presente quando aprirà il pacco, gioendo con lui della sorpresa fatta.
Interrogati su quanto cibo sprechi, compra il giusto e condividi la parte rimante di quanto avresti speso con i più bisognosi. Per il cenone non usare stoviglie usa e getta, preferisci ai soliti cibi dei prodotti locali e a Km O, fai attenzione agli imballaggi ricordandoti di praticare in maniera corretta la raccolta differenziata.
Non impegnare il tempo
natalizio solo in attività
materiali e nella
soddisfazione di bisogni
egoistici non
indispensabili, ma dedica
un congruo tempo anche
alle relazioni con gli altri,
alle esigenze spirituali e
all'aiuto reciproco.
Accogliete il parente o il
vicino che magari
resterebbe da solo
durante le festività.
Versa una percentuale dei
regali natalizi oppure della
tredicesima per un progetto di
solidarietà. Non facciamo
regai solo a noi stessi, ma
anche a chi ha maggiore
bisogno. Può essere
un'occasione per insegnare a
figli e nipoti il senso della
generosità e dell'altruismo.
Consigli scomodi
Fonte : Rete inter diocesana dei nuovi stili di vita
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza
darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri
innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
• Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza
spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera,
di silenzio, di coraggio.
• Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale
del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno
sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
• Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra
carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso, il progetto dei vostri giorni; la
schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
• Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con
tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo
struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà
che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza
croce di una vita soppressa.
• Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni
paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre
tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando
non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime
segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
• Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta
tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante
del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si
fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio
della fame.
• I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la
città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una
gran luce” dovete partire dagli ultimi.
• Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
• Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella
figura, ma non scaldano.
• Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da
speculazioni corporative.
• I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano
l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio
dell’abbandono in Dio.
• E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per
morire ricchi.
• Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.”
(Don Tonino Bello)
con stile verso il NATALE I nuovi stili di vita sono azioni quotidiane, possibili a tutti, che rappresentano un
nuovo modo di vivere la propria quotidianità. Si parte da un livello personale per
passare necessariamente a quello comunitario fino a raggiungere i vertici del
sistema socio-economico e politico verso mutazioni strutturali globali. Gli obiettivi:
Nuovo rapporto con le cose: il consumismo sfrenato ci ha condotto a
possedere tantissime cose facendoci diventare dipendenti da esse. E’
necessario passare dal consumismo sfrenato al consumo critico, dalla
dipendenza all’uso sobrio e etico.
Nuovo rapporto con le persone: costruire relazioni umane che sono la
base di una vita felice e ricca spiritualmente; costruire rapporti
interpersonali rispettosi della diversità, vista non come minaccia ma come
ulteriore fonte di ricchezza.
Nuovo rapporto con la natura: rispetto dell’ambiente. Riutilizzare gli
oggetti, riciclare facendo la raccolta differenziata, riparare - prima di gettare
- gli oggetti sono solo alcune delle azioni atte a responsabilizzare l’uomo nei
riguardi della natura.
Nuovo rapporto con la mondialità: solidarietà, intesa come apertura nei
confronti degli altri, per un mondo più giusto. Fenomeni di razzismo, di
xenofobia e di discriminazione, soprattutto nei confronti degli stranieri, sono
sempre più frequenti.
L’Avvento è si un tempo di attesa vigilante e di speranza, ma anche un
invito al cambiamento e a uno stile di vita più autenticamente cristiano. In
più occasioni la Parola di Dio ci invita alla revisione di vita. A Natale, la
povertà di una mangiatoia scelta volontariamente da nostro Signore e la scelta preferenziale per gli ultimi e i poveri descritta in tutto il Vangelo ci
sprona necessariamente a cambiare il nostro stile di vita riscoprendo il
valore della sobrietà, dell’essenzialità e della solidarietà.
Fiaba della bicicletta nel fosso “Vieni, andiamo a cercare altre fiabe!”.
“Troviamone una bella però!”.
“Hai ragione, quella di prima era triste”. Bongo teneva Chiara per mano. Davanti ai loro occhi passavano giocattoli di ogni tipo. “Ti piacerebbe sentire una fiaba ancora da accadere?”.
“Cosa vuoi dire?”. “Che racconta una storia che non è ancora successa”.
“Che bello, raccontamela!”.
“Ecco, la vedi questa bicicletta?”.
“Bella, tutta colorata!”.
“Ecco, allora ci sarà una volta.., un bambino bianco che avrà questa bicicletta. Un giorno, mentre pedala in una stradina, la ruota finisce su un sasso e il bambino cade. Non si fa molto male, ma la ruota davanti della bicicletta si rompe .Il bambino la guarda, poi la getta in un fosso.“Me ne compro un’altra” dice, e torna a casa arrabbiato .La bicicletta sta ora in fondo al fosso, sola, triste e bagnata perché la pioggia è iniziata a cadere .Il giorno dopo arriva un bambino verde. Vede la bici nel fosso e si ferma a guardarla.“Chissà chi è che l’ha gettata via?- dice il ragazzo. - A me serve proprio un manubrio, perché il mio è rotto”. Così smonta il manubrio dalla bici nel fosso e lo monta sulla sua.Il giorno dopo ancora arriva un bambino blu. Anche lui vede la bicicletta nel fosso.“Manca il manubrio — dice — ma è quasi nuova”. Così smonta i pedali e li mette al posto di quelli della sua bici che sono un po’ arrugginiti. Mentre torna a casa incontra un bambino giallo, con una bici senza fanalino. “Perché non vai a prenderlo a quella bici che sta nelfosso?”, gli dice. Il bambino giallo lo ascolta e va anche lui a prendere il pezzo che gli serve. La bicicletta nel fosso non è per niente triste, anzi sorride ogni volta che gli smontano un pezzo. Credeva di finire lì, buttata via, solo per una ruota rotta, invece continua a vivere su tante altre biciclette. Ogni giorno arriva un bambino di colore diverso e prende un pezzo per la sua bici, fino a quando rimane solo la ruota rotta.La bicicletta nel fosso ora è un po’ triste: “Mi è rimasta solo una ruota rotta .Nessuno la prenderà .Non serve a nessuno”. Due giorni dopo arriva un vecchietto. Vede la ruota tutta storta e la prende in mano. Fa per ributtarla nel fosso, quando gli viene in mente che può servirgli per aggiustare una vecchia carriola. “La raddrizzerò”, dice. Così la prende e se la porta a casa. La bicicletta ora è felice: viaggia dappertutto, il manubrio con il bambino verde, i pedali con quello blu, il fanalino con quello giallo, la ruota con la vecchia carriola del nonno e tutti gli altri pezzi con tanti bambini colorati: perché il mondo è bello quando è pieno di colori!
(tratto da “FIABE NEI BARATTOLI” di Marco Aime)