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38 TERZA PAGINA marzo 2012

CUORE GIULLARE

da: “I trilli di Siamasundara” di Andrea Giorgio

Le rime e i canzonieri di un cuore giullarevolano e amano,

sono come rondiniche fanno nido sotto i cornicionie bevono pioggia dalle grondaie.

I loro versisono sonnambuli,

guardano il mondo da sopra i tetticome fanno i sognatori, i santi e i gatti.

Tono leggero e atmosfera evocativa di questabreve lirica, di un autore giovane, già consa-pevole del ruolo della poesia, che è allietare ilcuore delle persone e aprire visioni non mate-riali e banali sul mondo circostante.

TRAMA E ORDITO

Da: silloge inedita di Corinna Corneli

Il primo filo biancotra i capellifilo di ferro

di dolori e forzaprima saggezza

che ancora costa lacrimeprima lama visibile

dopo tante stilettate al cuore tana libera tutti

Questi versi toccano con delicatezza e pro-fondità il tema dello scorrere dell’esistenza.La saggezza è figlia del dolore e delle lacrime,che tuttavia hanno virtù riparatrici e libera-torie.

MADRE

Da: silloge inedita di Antonio De Rosa

Madre ti ho vista sai, la cara voceSuadente l’ho sentita, ti ho spiata,Stavi teneramente inginocchiataCome Maria ai piedi della croce.

Per puro caso a dir il vero ho vistoTrasfigurare la tua faccia assorta

Col cuore in gola dietro quella portaTi ho vista sai discorrere col Cristo.

Era per me che tu piccola donnaDimmi, lo supplicavi cuore in manoTi ergevi al cielo come una colonna

Di fede, innanzi al trono del sovrano.A me sembrò che Lui ascoltasse attento

Le tue parole madre... e il tuo sgomento.

Un sonetto sgorgato genuinamente dal cuore,come acqua cristallina, sotto l’impulso di unaffetto filiale irrefrenabile, verso colei che ame-rà sempre, senza condizioni e senza contrac-cambio. Traspare rispetto, se non condivisione,per la devozione religiosa della madre e aleggiaun senso di colpa nel figlio che spia.

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Due liriche inedite della poetessa Maria TeresaPellegrini Raho, che ha già pubblicato la sillo-ge “Respiro pietra” con Sovera Edizioni nel2002.

Il latte, che sa di dolceChe sa di autunnoChe sa di mamma

Caldo, che sa di bimbaOcchi sgranati sul mondo

Che ancora tutto si schiudevaChe a fette larghe si apriva

Svelando gioielliDi prati e di verde

Di acqua cristallina, di pioggia e foglie cadute.Autunno di compiti a casa

Di letto tiepidoE coperte fin sopra i capelli.

La casa era il nido. Amato, sperato, desideratoPerché non ricordo un abbraccio?

In questa lirica affiorano, dalla memoria pro-fonda, situazioni ed emozioni dell’infanzia.Il mondo visto con gli occhi di bimba esta-siata dinanzi ai miracoli della natura. Caloredi latte materno e purezza cristallina. Il rim-pianto di qualcosa che non ha reso felicequesti momenti magici: un abbraccio man-cato.

E il fiume scorre.Cristalli d’aria liquida

Saltano sulle rive

Nel corpo della terraCorrono vene di acque impetuose

Che sollevano vento

Nel vento mi sento Finalmente viva

E scorro anch’ioFluida essenza

Di corpo passeggeroEterna dimora

Senza portené muri, né finestre

Solo un cortileDentro cui danzare

In questa composizione si rivela la poetica checaratterizza Maria Teresa Pellegrini Raho. Immersione e fusione negli elementi della na-tura, così che il corpo si trasforma in elementonaturale, lo spirito si lascia andare a pulsioniprimordiali.

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Due brevi composizioni riprese dalla sillogeinedita “Filastrocche dei sentimenti” di Bar-bara di Roma.

SOFFRIRE

Soffrire,soffrire per un uomo,

Prima soffrire per la tristezza,Poi soffrire per la felicità.

La tristezzadi avere accanto un bambino,

la felicitàdi avere conosciuto un uomo

ma soffrire per non poterlo avere accanto

TI VEDO

Chiudo gli occhiLi riapro,

e al di là della montagnati vedo,

i tuoi occhi, la tua bocca, il tuo viso.

Ti vedoe il mio cuore si riempie di te

e poi così lontanosi svuota in un momento.

Mi giroe tutto è finito,

i tuoi occhi, la tua bocca, il tuo viso,svanisce,

solo per un momento.Perché se chiudo gli occhi

Ti vedo,così vivo,così forte,

così presentee da quando ci sei

mi accompagni ogni giorno,Nel mio cuore, per sempre. (2010)

Già il titolo della silloge ne indica il senso e lamatrice profonda. È un affiorare liberatorio disentimenti genuini, di emozioni spontanee,non frenate da remore, come fa una bambinache verseggia e canta. Di adulto ci sono spun-ti evocativi di momenti felici e rimpianti diqualcosa avrebbe potuto avverarsi.

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Una lirica dalla silloge inedita della Professo-ressa Angela De Sensi Frontera, raffinata tera-peuta e autrice di saggi e testi poetici.

COME…

Come … credere che ci seiSe non ti vedo.

Come … ricordare la tua voceSe più non l’odo?

Come… pensare che sei vivoSe il tuo respiro non sfiora più il mio viso

E i miei occhiHanno davanti a séTe… consunto e …

Inerte nella baraDi luci illuminata

E di fiori circondata.Poca cosa…

Per un grande che va via…E mi domando:

“esiste l’immortalità?”“Forse…”

A chi è dedicata questa lirica di grande inten-sità e suggestione della poetessa? Certo allapersona più amata. Ma che importanza ha? Conta l’evocazioneche concretizza percettivamente ed emozional-mente colui che non è più. La sospensione creata dal succedersi dei versirichiama singulti frenati. C’è speranza di riparazione della perdita e cer-tezza nella sopravvivenza della memoria, nondell’immortalità.

Silvana Moscati Mi chiamo Silvana Moscati, sono nata a Roma01/09/67. Sono sposata ho due figli di 21 e 17 anni.Ho sempre avuto la passione per la scrittura, in parti-colare la poesia, scrivere per me è una specie di terapia,riesco a comunicare ciò che a parole non riesco adesprimere.Oltre a questo genere di poesia scrivo anche in dialet-to, per la precisione giudaico romanesco, un modo diparlare che usavano in tempo di guerra gli ebrei che vi-vevano nel ghetto.

UN ATTIMO

Un attimo, una vita...ti cambia per sempre, un attimo...

per sempre, nel profondo...non puoi fermare un fiume in piena...

nemmeno un uragano...non puoi fermare gli attimi...

scorrono...come l’acqua...

come il sangue nelle vene...come il pianto sul tuo viso...

quel viso sciupato dagli attimi...ad un tratto consumato, stanco...

vissuto...inumidito dal pianto...

dagli attimi...che non aspettano...che passano uguali...

puntuali...che ti cambiano...

in un attimo...nel profondo...per sempre...

Scorre la malinconia nella poesia di SilvanaMoscati, in questa poesia intimista che fa dacontraltare alla sua altra passione per la lirica indialetto giudaico romanesco. Due lati diversi diuna penna di cui aspettiamo di leggere ancora.

S.M.

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