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Divertimento Ensemble Sandro Gorli DIRETTORE Barbara Massaro SOPRANO Maurizio Leoni BARITONO STAGIONE 2017 | 18 martedì 8 maggio 2018 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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Page 1: Divertimento Ensemble - quartettomilano.it · mentre Chevaux de bois (Allegro non tanto), di nuovo in mi maggiore, mostra l’altra faccia di Debussy, quella festosa e brillantemente

Divertimento EnsembleSandro Gorli DIRETTORE

Barbara Massaro SOPRANO

Maurizio Leoni BARITONOSTAGIONE 2017 | 18 martedì 8 maggio 2018 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

COLLABORANO CON LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A

MEDIA PARTNER

Consiglieri di turno

Marco BiscegliaAndrea Kerbaker

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

Consiglio direttivo

Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Filippo Annunziata, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Maria Majno, Mario Bassani, Lodovico Barassi, Salvatore Carrubba, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro consiglieri

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György Kurtág (Lugoj 1926)

...eine Blume für Ulrike Schuster..., Claudia - Litaneien ..., Hommage à Georg Kröll da Játékok per pianoforte solo (ca. 2’10’’)

Schatten per violoncello e pianoforte da Signs, Games and Messages (ca. 50’’)

Tre pezzi per violino e pianoforte op. 14e (ca. 4’30’’)

Az hit... per violoncello solo da Signs, Games and Messages (ca. 1’50’’)

(quiet talk with the devil), In dark days - for Ferenc Farkas, Doina da Játékok per pianoforte solo (ca. 4’)

Hommage á Cage, Doloroso, Calmo sognando w

Varga Bálint Ligaturája per violino, violoncello e pianoforte (ca. 4’10’’)

Claude Debussy(Saint-Germaine-en-Laye 1862 - Parigi 1918)

Ariettes oubliées per voce e pianoforte (ca. 15’)I. C’est l’extase II. Il pleure dans mon coeur III. L’ombre des arbres IV. Chevaux de bois V. Aquarelles - Green VI. Aquarelles II - Spleen

Intervallo

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Zeno Baldi(Verona 1988)

Mold per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussione (ca. 10’)prima esecuzione assoluta, commissione di Divertimento Ensemble e Opus XXI, Opus/Iki/HfMT con il sostegno del network europeo Ulysses

Peter Maxwell Davies(Manchester 1934 - Sanday 2016)

Eight Songs for a Mad King per baritono e piccolo ensemble (ca. 30’)I. The Sentry II. The Country Walk III. The Lady-In-Waiting IV. To Be Sung On the Water V. The PhantomQueen VI. The Counterfeit VII. Country dance VIII. The Rewiev

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Il Divertimento Ensemble presenta questa sera un programma vario e raffinato, nel quale il Debussy del primo Novecento rappresenta il “classico”, al secolo scorso appartengono le musiche dell’ungherese György Kurtág, nato nel 1926 e ancora vivente, e dell’inglese Peter Maxwell Davies (scomparso nel 2016), ed il contemporaneo è affidato alla scrittura dell’italiano Zeno Baldi (classe 1988). Tipico della modernità è, come ascolteremo, procedere rimeditando le tecniche del passato (i procedimenti contrappuntistici o le trasformazioni del materiale), ma anche cercando nuove ispirazioni e nuovi modi di suonare, che passano sovente dalla deformazione timbrica e sonora degli organici strumentali. Il pianoforte si picchia, la voce si deforma... risultati inaspettati, talvolta “spiazzanti” per chi ascolta, ma che mostrano quanto nella musica la ricerca sia potenzialmente infinita.

Una successione di brani di Kurtág, alcuni di weberniana concisione, molti ispirati ad una “poetica del frammento”, tutti dotati di un’intensa espressività, introduce il concerto.

Ad aprire le danze è Játékok, raccolta di centinaia di brevi pezzi per pianoforte a due e a quattro mani, suddivisi in otto volumi. L’opera ebbe

Tra giochi e follia

Tipico della modernità è procedere rimeditando le tecniche del passato, ma anche cercando nuove ispirazioni e nuovi modi di suonare, che passano sovente dalla deformazione timbrica e sonora degli organici strumentali

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origine nel 1960, anno in cui Kurtág compose, a scopo didattico, alcuni brani per suo figlio. Tredici anni dopo, sembra su suggerimento della pedagogista ungherese Marianne Teöke, scrisse un’ulteriore serie di diciannove pezzi, che si aggiunsero a quelli già composti: gli Játékok hanno da allora accompagnato il compositore per tutta la sua vita, in un imponente work in progress, supportato da una continua ricerca. Kurtág ha scritto che l’opera è stata “suggerita dal bambino che si dimentica di se stesso mentre suona, quel bambino per il quale lo strumento è ancora un gioco.” E Játékok significa appunto “giochi”.L’obiettivo di questi brani non è certo stato quello di sviluppare abilità tecniche sulla tastiera attraverso un metodo, alla maniera del Mikrokosmos di Bartók, ma, partendo dall’osservazione del bambino che gioca col pianoforte, vi si avvicina, lo tocca con le mani e col palmo, essi puntano piuttosto a sollecitare la curiosità del piccolo esecutore, a favorire la sua libertà e gioiosità, il suo coinvolgimento immediato nell’esperienza sonora.I primi Játékok sono così, dei cluster: la codificazione in partitura della manina che copre quattro, cinque note non di più. A poco a poco però i brani si complicano e il gioco diventa sempre più complesso: i cluster possono richiedere l’intero braccio, poi viene aggiunto il pedale, le difficoltà tecniche aumentano e si raffinano.Di sonorità volutamente più ricercata, i Tre pezzi per violino e pianoforte, e op. 14e, composti nel 1979 come rielaborazione di un analogo trittico per voce e pianoforte, presentano quello stile sottile e impalpabile caratteristico di Kurtág, costruito su una straordinaria esiguità di mezzi e materiali sonori. A seguire, Schatten per violoncello e pianoforte, del 1996, una breve pagina evocativa di atmosfere cupe e rarefatte (appunto le “ombre” cui allude il titolo), appartenente a quell’ampia ed eterogenea raccolta per archi, Signs, Games and Messages, che rappresenta un’altra delle grandi opere in progress del compositore ungherese.Infine Varga Bálint Ligaturája (2007) è concepito come un esplicito omaggio a un dirigente della casa editrice viennese Universal, András Varga Bálint, che per molto tempo ha valorizzato e sostenuto l’opera di Kurtág. Eseguita per la prima volta al Musikverein di Vienna, questa partitura produce una rarefatta atmosfera sonora, soprattutto tramite gli strumenti a corda, che sembrano tessere una ragnatela timbrica di trasparente, cristallina suggestione.

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Ricerca timbrica e suggestione sonora sono proprie anche delle Ariettes oubliées di Claude Debussy, un ciclo di sei mélodies per canto e pianoforte su poesie di Paul Verlaine, abbozzato a Roma nel 1887, durante il soggiorno a Villa Medici, e pubblicato l’anno successivo a Parigi. A giudizio unanime dei critici, in esso avviene la prima affermazione sincera e autentica dell’originalità creativa del compositore francese e si riconosce quella che sarà la caratteristica melodia debussiana, così elegante e sfumata nei contorni e così indefinita negli effetti psicologici. È in primo luogo il testo poetico a suggerire il lirismo malinconico e le coloriture delicate e sfumate, a volte fissate in brevi immagini pittoriche da acquarello, che determinano la sensibilità e il gusto della musica delle sei melodie. Se il primo pezzo, C’est l’extase (Lent et caressant), in mi maggiore, è strutturato su una frase melodica discendente del pianoforte, ripresa dal canto, per evocare con uno stile denso di cromatismi il senso di languore in una giornata primaverile,

il secondo, Il pleure dans mon coeur (Modérément animé, triste et monotone), nella tonalità di do diesis minore, dispiega una melodia dal carattere triste, sorretta da insistenti, avvolgenti arpeggi della mano sinistra. Nella tonalità di do diesis maggiore, L’ombre des arbres (Lent et triste) è caratterizzata da un’armonizzazione elegante ed espressiva, mentre Chevaux de bois (Allegro non tanto), di nuovo in mi maggiore, mostra l’altra faccia di Debussy, quella festosa e brillantemente sonora, dove la rapida successione dei temi e la dinamica mutevole e varia conferiscono alla lirica un senso di gioioso movimento. Green (Joyeusement animé), in sol bemolle maggiore, gioca sull’alternanza di un metro binario ed uno ternario, determinando una situazione psicologica di instabilità. L’ultimo pezzo, Spleen (Lent), in fa minore, si apre con una melodia intonata dal pianoforte, su cui poggia l’ampia curva lirica del canto che si esaurisce progressivamente in un’atmosfera quasi raggelata.

Nel ciclo delle Ariettes oubliées avviene la prima affermazione sincera e autentica dell’originalità creativa del compositore francese e si riconosce quella che sarà la caratteristica melodia debussiana

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Dopo il ritorno da Roma, Debussy vivrà nuove esperienze e progetti di lavoro, stringerà amicizia coi personaggi di diversa estrazione culturale, come Pierre Louÿs, Erik Satie ed Ernest Chausson, leggerà i testi di Villiers de l’Isle Adam ed Edgar Allan Poe, fantasiosi e simbolisti nei loro racconti irreali, ascolterà il gamelan all’Esposizione Universale del 1889, si recherà per due volte in pellegrinaggio a Bayreuth per capire meglio il messaggio wagneriano.Tutto andrà ad arricchire il suo linguaggio, che tuttavia già nelle Ariettes oubliées troviamo fortemente connotato nei tratti più distintivi.

L’attenzione al suono come materiale da modellare, pur nella distanza che li separa, lega, all’interno del programma, il classico ed il contemporaneo, affidato alla novità assoluta del giovane Zeno Baldi.

L’interesse per la fragilità e l’instabilità del suono, indagato come fenomeno dinamico anche in situazioni di apparente staticità, è alla base di Mold, brano composto per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussione, e commissionato dal Divertimento Ensemble. Il titolo è un termine inglese volutamente scelto per i suoi due significati: uno è “muffa” e il compositore stesso scrive che il riferimento è al physarum polycephalum (slime mold), uno dei più basilari organismi unicellulari, privo di cervello e sistema nervoso, capace però di risolvere intricati problemi, grazie ad un’intelligenza sorprendentemente semplice, basata sull’interazione con lo spazio circostante; un nucleo unicellulare come il suono.L’altro significato, ossia “forma”, “stampo”, può alludere al trattamento della materia sonora che viene di volta in volta plasmata dalle vibrazioni, dal flusso d’aria, dalla pressione del corpo, da minuscoli spostamenti e battimenti, in uno stato di equilibrio estremamente precario.

Dagli equilibrismi sonori di Zeno Baldi, il programma si sposta, per concludersi, all’intensità espressiva del lavoro di Peter Maxwell Davies, Eight Songs for a Mad King (Otto canzoni per un re pazzo), libretto di

Alla base di Mold vi è l’interesse per la fragilità e l’instabilità del suono, indagato come fenomeno dinamico anche in situazioni di apparente staticità

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Randolph Stow basato sulle parole di re Giorgio III: re d’Inghilterra a partire dal 1760, dopo il definitivo crollo psichico, nel 1811, dovette lasciare il potere al figlio, il futuro re Giorgio IV, che governò come principe reggente fino alla morte del padre, avvenuta nel 1820.Eseguita per la prima volta il 22 aprile 1969, l’opera è scritta per baritono - a cui è richiesta, oltre alla necessaria capacità scenica, una notevole estensione vocale -, flauto/ottavino, fischietto da ferrovia, richiami per gli uccelli, didjeridu, clarinetto, percussioni più o meno tradizionali (dal tamburo rullante ai due piatti sospesi, dalla grancassa alle catene, dalle raganelle al gong e ai woodblock ed altri ancora), pianoforte, violino e violoncello.

Si tratta di un monodrama in cui Giorgio III, in un disperato quanto moderno recitar cantando, declama, urla, canticchia, e mormora parole che esprimono tutta la sua patetica follia, mentre l’ensemble da camera riproduce e, allo stesso tempo, commenta e alimenta la confusione mentale del sovrano, in un caotico collage di suoni. Aspre dissonanze, rilassati ritmi di ragtime del pianoforte, fischi e cinguettii in imitazione dei suoni prodotti dagli uccelli in gabbia, ai quali Giorgio ha invano tentato di insegnare a cantare, frammenti di un’oscena canzone da taverna che urtano contro citazioni dal Messiah di Händel.Il culmine della tensione è raggiunto quando re Giorgio afferra un violino (finto, naturalmente!) da uno dei musicisti sul palco e, brutalmente, lo frantuma in mille pezzi, in un colpo di scena agghiacciante.Maxwell Davies compie un lavoro di indagine timbrica degli strumenti, portandoli ai limiti delle loro possibilità tecniche e di emissione, esattamente come il testo di Stow esplora gli estremi del disturbo mentale del protagonista, creando nell’ascoltatore quell’effetto di disorientamento che il re stesso subisce nel corso dell’opera.

Giulia FerraroConservatorio “G. Verdi” di MilanoLaureanda in discipline storiche,critiche e analitiche della musica

Eight Songs for a Mad King è un monodrama in cui Giorgio III, in un disperato quanto moderno recitar cantando, declama, urla, canticchia, e mormora parole che esprimono tutta la sua patetica follia

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C’est l’extase

C’est l’extase langoureuse,

C’est la fatigue amoureuse,

C’est tous les frissons des bois

Parmi l’étreinte des brises,

C’est, vers les ramures grises,

Le choeur des petites voix.

ô le frêle et frais murmure!

Cela gazouille et susurre,

Cela ressemble au cri doux

Que l’herbe agitée expire...

Tu dirais, sous l’eau qui vire,

Le roulis sourd des cailloux.

Cette âme qui se lamente

En cette plainte dormante,

C’est la nôtre, n’est-ce-pas?

La mienne, dis, et la tienne,

Dont s’exhale l’humble antienne

Par ce tiède soir, tout bas?

Il pleure dans mon coeur

Il pleure dans mon coeur

Comme il pleut dans la ville,

Quelle est cette langueur

Qui pénètre mon coeur?

O bruit doux de la pluie

Par terre et sur les toits!

Pour un coeur qui s’ennuie,

ô le chant de la pluie!

È l’estasi

È l’estasi languida,

la sfinitezza amorosa,

tutti i fruscii dei boschi

nell’abbraccio delle brezze,

è, verso le ramature grigie,

il coro delle piccole voci.

O quale fragile e fresco mormorio!

cinguettii e sussurri

assomigliano al grido soave

che l’erba agitata spira...

Diresti, sotto l’acqua che vira,

il sordo rollar dei sassi.

Quest’anima che geme

in questo lamento silente,

è la nostra, non è vero?

La mia, dì, e la tua,

la cui umile canzone s’effonde

sommessa in questa tiepida sera?

Piange il mio cuore

Piange il mio cuore

come piove sulla città,

Che è mai questo languore

Che mi pervade il cuore?

O dolce rumore della pioggia

per terra e sui tetti!

Per un cuore che sì annoia,

oh, il canto della pioggia!

Claude Debussy Ariettes oubliées

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Il pleure sans raison

Dans ce coeur qui s’écoeure.

Quoi! nulle trahison?

Ce deuil est sans raison.

C’est bien la pire peine

De ne savoir pourquoi,

Sans amour et sans haine,

Mon coeur a tant de peine.

L’ombre des arbres

L’ombre des arbres dans la rivière

embrumée

Meurt comme de la fumée,

Tandis qu’en l’air, parmi les

ramures réelles,

Se plaignent les tourterelles.

Combien, ô voyager, ce paysage

blême

Te mira blême toi-même,

Et que tristes pleuraient dans les

hautes feuillées

Tes espérances noyées!

Chevaux de bois

Tournez, tournez, bons chevaux

de bois,

Tournez cent tours, tournez mille

tours,

Tournez souvent et tournez

toujours,

Tournez, tournez au son des

hautbois.

Piange senza ragione

in questo cuore nauseato.

Che! Nessun tradimento?

Questo lutto è senza ragione.

È davvero la peggior pena

il non saper perché,

senz’odio e senz’amore,

il mio cuore prova tanta pena.

L’ombra degli alberi

L’ombra degli alberi nel fiume

brumoso

come fumo dilegua,

E intanto nell’aria, tra i rami veri,

gemono le tortore.

Quanto, o viandante, questo livido

paesaggio

livido ti ha specchiato,

e come tristi piangevano nell’alto

fogliame

le tue speranze perdute!

Cavalli di legno

Girate, girate, bravi cavalli di legno,

girate cento volte, mille volte

girate,

girate sovente e girate senza fine,

girate, girate al suono degli oboi.

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L’enfant tout rouge et la mère

blanche,

Le gars en noir et la fille en rose,

L’une à la chose et l’autre à la

pose,

Chacun se paie un sou de

dimanche.

Tournez, tournez, chevaux de leur

coeur,

Tandis qu’autour de tous vos

tournois

Clignote l’oeil du filou sournois,

Tournez au son du piston

vainqueur!

C’est étonnant comme ça vous

soûle

D’aller ainsi dans ce cirque bête!

Bien dans le ventre et mal dans la

tête,

Du mal en masse et du bien en

foule.

Tournez, dadas, sans qu’il soit

besoin

D’user jamais de nuls éperons,

Pour commander à vos galops

ronds,

Tournez, tournez, sans espoir de

foin.

Rosso il bambino e la madre

bianca,

il giovane in nero e la fanciulla in

rosa,

l’una tutta smaniosa e l’altro tutta

posa,

Ognuno si offre un soldo di

domenica.

Girate, girate, cavalli del loro

cuore,

mentre intorno ai vostri tornei

balena l’occhio del furfante

sornione,

girate al suono della cornetta

vittoriosa!

È sorprendente come vi inebria

l’andare così in questa stupida

giostra!

Bene nel ventre e male nella testa,

male in quantità e bene in massa.

Girate, cavalli, senza bisogno

di servirvi mai degli speroni

per comandar le vostre galoppate

in cerchio

girate, girate, senza sperare un po’

di fieno.

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Et dépêchez, chevaux de leur

âme:

Déjà, voici que sonne à la soupe

La nuit qui tombe et chasse

la troupe

De gais buveurs que leur soif

affame!

Tournez, tournez! Le ciel en

velours

D’astres en or se vêt lentement.

L’église tinte un glas tristement.

Tournez au son joyeux des

tambours!

Aquarelles I - Green

Voici des fruits, des fleurs, des

feuilles et des branches,

Et puis voici mon coeur qui ne bat

que pour vous.

Ne le déchirez pas avec vos deux

mains blanches,

Et qu’à vos yeux si beaux l’humble

présent soit doux.

J’arrive tout couvert encore de

rosée

Que le vent du matin vient glacer

à mon front.

Souffrez que ma fatigue, à vos

pieds reposée,

Rêve des chers instants qui la

délasseront.

E fate presto cavalli della loro

anima:

Ecco che già la notte cadente

suona

l’ora della cena e caccia via

la frotta

di allegri bevitori che la sete

affama!

Girate, girate! il ciclo di velluto

d’astri d’oro si veste lentamente.

La chiesa suona un mesto

rintocco.

Girate al suono festoso dei

tamburi!

Acquerelli I - Verde

Ecco frutti, fiori, foglie e rami,

ed ecco il mio cuore che batte

solo per voi.

Non straziatelo con le vostre

bianche mani,

e ai vostri vaghi occhi l’umile

dono sia grato.

Vengo a voi ancor tutto coperto di

rugiada

che il vento del mattino già mi

gela la fronte.

Permettete che la mia spossatezza

riposi ai vostri piedi

e sogni quei cari istanti che la

placheranno.

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Sur votre jeune sein, laissez rouler

ma tête

Toute sonore encore de vos

derniers baisers;

Laissez-la s’apaiser de la bonne

tempête,

Et que je dorme un peu puisque

vous reposez.

Aquarelles II - Spleen

Les rosés étaient toutes rouges,

Et les lierres étaient tout noirs.

Chère, pour peu que tu te bouges,

Renaissent tous mes désespoirs.

Le ciel était trop bleu, trop tendre,

La mer trop verte et l’air trop doux.

Je crains toujours, - ce qu’est

d’attendre! -

Quelque fuite atroce de vous.

Du houx à la feuille vernie

Et du luisant buis je suis las,

Et de la campagne infinie

Et de tout, fors de vous, hélas!

Sul vostro giovane seno lasciatemi

abbandonare il capo

tutto sonoro ancora dei vostri

ultimi baci;

lasciate che si acquieti della

buona tempesta,

e che io dorma un poco dacché

voi riposate.

Acquerelli II - Spleen

Le rose erano tutte rosse,

e l’edera tutta nera.

Cara, non appena ti muovi,

rinascono tutte le mie angosce.

Il cielo era troppo azzurro, troppo

tenero,

Il mare troppo verde e l’aria troppo

mite.

Temo sempre, - che vuol dire

aspettarselo! -

una tua fuga atroce.

Dell’agrifoglio dalla foglia

splendente

sono stanco, e del lucido bosso.

e della campagna sconfinata

e di tutto, ma non di voi, ahimè!

(Traduzioni di A. Martinelli)

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1. The Sentry

(King Prussia’s Minuet)

Good day to Your Honesty:

God guard

who guards the gate.

Here is the key of the Kingdom.

You are a pretty fellow: next month

I shall give

you a cabbage.

Undo the door!

Who has stolen my key? Ach!

my Kingdom is

snakes and dancing, my Kingdom

is locks and

slithering. Make room!

Pity me, pity me, pity me. Child,

child, whose son are you?

2. The Country Walk

(La Promenade)

Dear land of sheep and cabbages.

Dear land.

Dear elms, oaks, beeches,

strangling ivy,

green snakes of ivy, pythons.

God guard trees.

Blue-yellow-green is the world

like a chained

man’s bruise.

I think of God. God also is a King.

1. La sentinella

(Minuetto del re di Prussia)

Buongiorno a te, onesto soldato:

Dio guardi

chi sta di guardia alla porta.

Ecco la chiave del regno.

Sei un bel giovane: il mese

prossimo ti regalerò

un cavolo.

Apri la porta!

Chi mi ha rubato la chiave? Ach!

Il mio regno è

serpenti e danze, il mio regno

è catene e

scivoloni. Fammi largo!

Abbi pietà di me, abbi pietà di me,

abbi pietà di me. Ragazzo,

ragazzo, di chi sei figlio?

2. La passeggiata in campagna

(La Promenade)

Cara terra di pecore e cavoli.

Cara terra.

Cari olmi, querce, faggi, edera

soffocante,

verdi serpenti d’edera, pitoni.

Dio protegga gli alberi.

Blu-giallo-verde è il mondo,

come i lividi

di un uomo in catene.

Penso a Dio. Anche Dio è un re.

Peter Maxwell DaviesEight Songs for a Mad King

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3. The Lady-In-Waiting

(Miss Musgrave’s Fancy)

Madam, let us talk, let us talk.

Madam, I mean no harm.

Only to remember, to remember

what it was that through silk,

lace, linen and brocade

swooped on my needle.

To remember. Madam,

let us talk, I mean no harm.

4. To Be Sung On the Water

(The Waterman)

Sweet Thames, sweet Thames, far,

far have

I followed thee.

God guard my people.

Sweet Thames, flow soft. Flow,

burdened by my people

(deliver me of my people;

they are within)

to Eden garden, unto Eden garden

in Hanover, Bermuda or New

South Wales.

Sweet Thames, flow soft.

Evacuate my people.

I am weary of this feint. I am alone.

3. La dama di compagnia

(La fantasia di Miss Musgrave)

Signora, parliamo, parliamo.

Signora, non ho cattive intenzioni!

Desidero solo ricordare, ricordare

verso che cosa, attraverso seta

pizzi lini e broccato,

si protendeva il mio ago.

Voglio ricordare. Signora,

parliamo, non ho cattive intenzioni.

4. Da cantarsi sull’acqua

(Il barcaiolo)

Dolce Tamigi, dolce Tamigi,

lontano, lontano

ti ho seguito.

Dio protegga il mio popolo.

Dolce Tamigi, scorri tranquillo.

Scorri, gravato dal mio popolo

(liberami dai miei sudditi; essi sono

dentro di me)

verso il giardino dell’Eden,

nel giardino dell’Eden

ad Hanover, Bermuda o il Nuovo

Galles del Sud.

Dolce Tamigi, scorri tranquillo.

Porta con te il mio popolo.

Sono stanco di questa finzione.

Sono solo.

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5. The Phantom Queen

(He’s Ay A-Kissing Me)

Where is the Queen, why does she

not visit me?

Esther! O my heart’s ease.

Have they chained you too, my

darling, in a stable?

Do they starve you, strike you,

scorn you,

ape your howls?

They say some other woman is

my wife,

but the Queen’s name is Esther

Esther

Esther

Fall on my eyes, o bride, like

a starless night.

6. The Counterfeit

(Le Contrefaite)

I am nervous. I am not ill

but I am nervous.

If you would know what is the

matter with me

I am nervous.

But I love you both very well;

if you would tell me the truth.

I love Doctor Heberden best; for

he has not told me a lie.

Sir George has told me a lie:

a white lie, he says,

but I hate a white lie!

If you tell me a lie,

let it be a black lie!

5. La regina fantasma

(Lui mi sta baciando)

Dov’è la regina, perché non viene

da me?

Esther! Oh, delizia del mio cuore.

Hanno incatenato anche te, mio

tesoro, in una scuderia?

Ti affamano, ti colpiscono, ti

disprezzano,

ridicolizzano i tuoi lamenti?

Dicono che mia moglie è

un’altra donna,

ma è Esther il nome della regina

Esther

Esther

Cala sui miei occhi, oh sposa,

come una notte senza stelle.

6. La contraffazione

(Le Contrefaite)

Sono nervoso. Non sono malato

ma sono nervoso.

Se solo capiste cosa mi succede

sono nervoso.

Però vi amo molto entrambi;

se solo voleste dirmi la verità.

Il dottor Heberden lo amo di più,

perché non mi ha mentito.

Sir George invece mi ha detto una

bugia: una bugia piccola, dice,

ma io odio le piccole bugie!

Se mi dovete mentire,

che sia una bugia grande!

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7. Country Dance

(Scotch Bonnett)

Comfort ye, comfort ye, my people

with singing and with dancing,

with milk and with apples.

The landlord at the Three Tuns

makes the best purl in Windsor.

Sin! Sin! Sin!

Black vice, intolerable vileness

in lanes, by ricks, at Courts. It is

night on the world.

Even I, your King, have

contemplated evil.

I shall rule with a rod of iron.

Comfort ye.

8. The Review

(A Spanish March)

My people, I come before you in

mourning,

on my breast a star.

The King is dead.

A good-hearted gentleman, a

humble servant of God,

a loving husband, an affectionate

sire.

Poor fellow, he went mad.

He talked with trees, attacked his

eldest son,

disowened his wife, to make a

ghost his Queen –

a ghost his Queen.

7. La danza campestre

(Scotch Bonnett)

Consolatevi, consolatevi, miei

sudditi

con il canto e con la danza,

con il latte e le mele.

Il padrone del Three Tuns

produce la miglior birra di Windsor.

Peccato! Peccato! Peccato!

Turpe vizio, intollerabile abiezione

nei sentieri, tra i covoni, nei

tribunali. È notte sul mondo.

Persino io, il vostro re, ho

contemplato il male.

Governerò col pugno di ferro.

Consolatevi.

8. La rassegna

(Danza spagnola)

Mio popolo, mi presento a voi

vestito a lutto,

sul petto ho una stella.

Il re è morto.

Un signore di gran cuore, umile

servo di Dio,

marito amorevole e padre

affettuoso.

Poveretto, è impazzito.

Parlava con gli alberi, assalì il suo

primogenito,

rinnegò sua moglie, per fare regina

un fantasma –

un fantasma la sua regina.

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So they seized him (yes!) and they

whipped him

(ach! yes!) starved him; jeered

in this face,

while he talked he talked he

talked he talked he talked:

they could not shave him, his

mouth was never still.

Sometimes he howled like a dog.

And he veiled the mirrors not to

see himself pass by

for his eyes had turned to

blackcurrant jelly.

Poor fellow, I weep for him.

He will die howling.

Howling.

Randolph Stow e re Giorgio III

Così lo presero (sì!) e lo frustarono

(ach! sì!) lo affamarono, gli risero

in faccia,

mentre lui parlava lui parlava lui

parlava lui parlava lui parlava;

non potevano raderlo, la sua

bocca non stava mai ferma.

Talvolta ululava come un cane.

E fece velare gli specchi per non

vedersi mentre passava,

perché i suoi occhi erano diventati

gelatina di more.

Poveretto, lo piango.

Morirà ululando.

Ululando.

Traduzioni di Maria Clara Pasetti

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Sandro Gorli direttore

Sandro Gorli ha studiato composizione con Franco Donatoni, frequentando negli stessi anni la facoltà di Architettura di Milano e diplomandosi in pianoforte. Ha svolto attività di ricerca presso lo studio di Fonologia della RAI di Milano e ha seguito i corsi di direzione d’orchestra di Hans Swarowsky a Vienna.Nel 1977 ha fondato il Divertimento Ensemble, che ancor oggi dirige, svolgendo un’intensa attività concertistica per la diffusione della musica contemporanea. Dal 1990 al 1998 è stato direttore principale dell’ensemble Elision di Melbourne. Ha realizzato con l’Orchestra Sinfonica Siciliana la prima esecuzione italiana della Low Symphony di Philip Glass e, alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi, ha inciso due CD interamente dedicati a Bruno Maderna.Fra le sue composizioni, regolarmente eseguite nelle più importanti manifestazioni italiane e straniere, ricordiamo: Me-Ti, per orchestra, richiesta all’autore da Bruno Maderna per l’orchestra RAI di Milano (premio SIMC ‘75), Chimera la luce, per sestetto vocale, pianoforte,

“Sostenere i giovani compositori nella loro ricerca è necessario per avere nuovo nutrimento senza il quale anche l’arte del passato perderebbe la sua straordinaria forza”

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coro e orchestra, che ha avuto la sua prima esecuzione al Festival di Royan del ‘76 sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli, On a Delphic reed, per oboe e 17 esecutori (premio SIMC ‘80), Il bambino perduto, per orchestra, Quartetto, per archi, Le due Sorgenti, per orchestra da camera, Super flumina, per oboe, viola e orchestra, scritta per il Festival di Babilonia del 1987 (premio Città di Trieste del ‘89) e Requiem, per coro misto a cappella, scritto per La Chapelle Royale diretta da Philippe Herrewege (CD Harmonia Mundi).Fra gli enti che hanno commissionato sue partiture: la RAI di Milano, I Solisti Veneti, la Fondazione Gulbenkian, il Ministero della Cultura francese, il Ministero degli Esteri italiano, Radio France, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Ensemble Elision di Melbourne, il Festival di Ginevra, l’Atelier du Rhin, il festival giapponese Theatre Winter, Agon, la Curia Arcivescovile di Milano, L’Orchestra Sinfonica di Lisbona, Milano Musica, Ex Novo Ensemble, Accademia Filarmonica Romana.Ha vinto nel 1985 il premio Europa per il teatro musicale con l’opera Solo, mentre la sua seconda opera, Le mal de lune, è andata in scena nel marzo 1994 a Colmar e a Strasburgo.È stato ospite della nostra Società nel 1978 e 2008.

Divertimento EnsembleLorenzo Missaglia flautoMaurizio Longoni clarinettoLorenzo Gorli violinoMartina Rudic violoncelloMaria Grazia Bellocchio pianoforteElio Marchesini percussioni

Fondato nel 1977 a Milano sotto la direzione di Sandro Gorli, Divertimento Ensemble si è rapidamente affermato in Italia e all’estero realizzando fino ad oggi più di 1000 concerti e 16 CD.Oltre cento compositori hanno dedicato nuove composizioni all’ensemble: questi e numerosi altri hanno contribuito a creare per il complesso un repertorio cameristico fra i più rappresentativi della nuova musica, non solo italiana.Presente nei maggiori festival di musica contemporanea in Europa e nel mondo, è stato invitato dalla Biennale di Venezia 13 volte tra il 1979 e il 2016.

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La stagione concertistica Rondò, giunta nel 2018 alla sua quindicesima edizione, offre ogni anno alla città di Milano un cartellone di circa 30 eventi interamente dedicati alla nuova musica (concerti e iniziative di approfondimento sui linguaggi contemporanei).Da molti anni Divertimento Ensemble affianca all’attività concertistica un forte impegno in campo didattico e nella promozione della creatività giovanile, realizzando commissioni di nuovi pezzi a giovani compositori, corsi di direzione d’orchestra per il repertorio contemporaneo, concorsi di composizione nazionali e internazionali, workshop e master class internazionali per giovani compositori, master class di strumento per l’esecuzione del repertorio contemporaneo, laboratori musicali per bambini.Nel 2010 l’ensemble ha ricevuto una menzione al grandesignEtico International Award per la sua attività in favore dei giovani musicisti.Nel 2015 ha vinto il XXXIV Premio della critica musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2014.Dal 2012 è membro del network europeo “Ulysses” (progetti quadriennali 2012-2016 e 2016-20), che riunisce 13 tra le maggiori istituzioni europee dedite a promuovere e diffondere la musica contemporanea, stimolare la creatività dei giovani compositori, favorire la circolazione delle opere, degli autori e degli esecutori.Nel 2017 Divertimento Ensemble ha festeggiato i 40 anni di attività.È stato ospite della nostra Società nel 1978 e 2008.

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Barbara Massaro sopranoMilanese, classe 1994, è uno dei fiori all’occhiello del Conservatorio

di Milano: si diploma con lode in viola e in canto e prende subito

la strada maestra della carriera di soprano senza saltare le tappe

intermedie del perfezionamento.

Inizia la formazione nel coro di voci bianche del Teatro alla Scala,

è la Prima Fata nel Midsummer Night’s Dream di Mendelssohn con

l’Orchestra Filarmonica della Scala per il progetto “Sound Music”

del regista Francesco Micheli. Si susseguono ruoli sempre più

impegnativi (Serpina nella Serva Padrona, Berta nel Barbiere di

Siviglia, Adina nell’Elisir d’amore, Rowan in The little sweep di Britten,

Susanna nelle Nozze di Figaro). È attiva nel repertorio sacro: esegue

lo Stabat Mater di Bach con l’orchestra dei I Pomeriggi Musicali e

lo Stabat Mater di Pergolesi diretta da Bruno Casoni con I Cameristi

della Scala; è Carità nei Tre cori religiosi di Rossini presso la Basilica

di San Francesco d’Assisi con l’Orchestra Sinfonica Nazionale

della Rai diretta da Steven Mercurio per il tradizionale concerto di

Natale trasmesso su Rai1; è nel Requiem di Mozart con la Chamber

Orchestra e nell’Exultate Jubilate presso il Duomo di Como diretta

da Alessandro Cadario. Nel 2016 è ammessa all’Accademia “Rodolfo

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Celletti” e poi selezionata per il 42° Festival della Valle d’Itria come

Driade nell’opera di A. Steffani Baccanali (con incisione per l’etichetta

discografica Dynamic) e Geraldine nell’opera contemporanea di

Barber A Hand of bridge.

Vince concorsi e premi, tra i quali il 67° Concorso AsLiCo per il ruolo

di Despina nel Così fan tutte presso i Teatri del circuito lombardo

sotto la direzione di Gianluca Capuano e la regia di Francesco

Micheli. Tra i recenti e prossimi debutti: La bella dormente di Respighi

al Teatro Lirico di Cagliari, L’elisir d’amore al Teatro Coccia di Novara,

Le donne vendicate di Piccinni, Susanna all’Opera Giocosa di Savona,

Falstaff a Liverpool diretta da Vasilj Petrenko accanto a Sir Bryn Terfel.

È per la prima volta ospite ella nostra Società.

Maurizio Leoni baritono

Bolognese eclettico, ha approfondito e frequentato diversi ambiti della musica classica vocale. Vincitore del primo premio assoluto al Concorso “Caravita” di musica da camera, si è poi esibito in diversi concerti liederistici, oratoriali e sinfonici in tutta Italia. È componente stabile di tre formazioni da camera, tra cui il Notschibikitschi Ensemble (tre voci e tre clarinetti).Ha al suo attivo 14 prime assolute nell’ambito dell’opera contemporanea - tra cui Gesualdo considered as a murderer di Luca Francesconi - e diverse esperienze nella produzione del ‘900 (Il prigioniero di Dallapiccola con Zoltán Peskó, Mare nostrum di Kagel alla Biennale di Venezia con Divertimento Ensemble). Molti sono i ruoli operistici tra cui Leporello diretto da J.C. Malgoire, Guglielmo nel Così fan tutte, Figaro nel Barbiere di Siviglia, Germont in Traviata in diversi Teatri italiani (Regio di Torino, Opera di Roma, La Fenice di Venezia, Comunale a Bologna) ed esteri (Opéra Comique di Parigi, Bunka Kaikan di Tokyo).Maurizio Leoni è anche le attività attore e regista. Tra i ruoli attoriali ricordiamo: Vespone, mimo della Serva Padrona, Bure Baruta al Teatro2 di Parma, un “classico” Goldoni ne L’Impresario delle Smirne

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per il Teatro Stabile di Torino. Come regista: Il Maestro di Scuola di Telemann al Teatro Verdi di Pisa, La Zingara di Rinaldo da Capua al Festival di Narni e Don Giovanni di Righini al Belcanto Festival di Dordrecht in Olanda.Docente di canto alla Suwon University (Corea del Sud), alla North-West University in Ladjou (Cina) e al Festival di Verbier, attualmente insegna canto al Conservatorio di Reggio Emilia.

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi

Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti

Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

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PROSSIMO CONCERTO martedì 15 maggio 2018 | ore 20.30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI

“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”

Victor-Marie Hugo

Quartetto JerusalemIl Quartetto Jerusalem, è affermato tra i quartetti più interessanti del nostro tempo, presenza regolare delle maggiori istituzioni mondiali, più volte ospite della nostra Società. Fondato nel 1993 da allievi del Jerusalem Music Centre e dell’Accademia Rubin di Gerusalemme, ha avuto consigli e indirizzi da solisti del calibro di Isaac Stern e Tabea Zimmermann, dal compositore György Kurtág, dai Quartetti Amadeus e Guarneri. Ha vinto nel 1996 il concorso di musica da camera della Jerusalem Academy e nel 2003 il Premio Borletti-Buitoni Trust. Nel programma del loro concerto troviamo, assieme ai classici Mozart e Beethoven, un omaggio al Novecento storico con il Primo quartetto di Bartók.